Molini_09_2025

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Molinid’Italia

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PER IL SETTORE AGROALIMENTARE

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Anno LXXVI September Settembre 2025 09

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Tutti i nostri reparti aziendali impiegano la massima attenzione nella progettazione su misura garantendo un'ottimizzazione perfetta delle risorse e della produzione.

IN QUESTO NUMERO IN THIS ISSUE Rivista fondata nel 1950

Intervista a Leonardo Figna neo presidente di Confindustria Giovani Emilia-Romagna

Interview with Leonardo Figna new president of Confindustria Giovani EmiliaRomagna

cerealicolo della Ue nella stagione

The EU cereals 2025/26 season

La “Festa dei Granai” 2025 di Molino

The “Festa dei Granai”

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Molinid’Italia

LA RIVISTA ITALIANA PER L’INDUSTRIA MOLITORIA dal 1950

PROPRIETARIO

Associazione Industriali Mugnai d’Italia Via Lovanio, 6 - 00198 Roma

DIRETTORE EDITORIALE

Vincenzo Martinelli

Presidente Italmopa

DIRETTORE RESPONSABILE

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Presidente Antim

COMITATO TECNICO EDITORIALE

Carlo Brera Esperto in sicurezza alimentare

Marina Carcea

già Dirigente Tecnologo, Centro di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione del CREA, Roma

Giuseppe Maria Durazzo Avvocato, esperto in diritto dell’alimentazione

Luigi Pelliccia Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare

Giovanni Battista Quaglia Tecnologie alimentari

COMITATO DI REDAZIONE

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Laura Pierandrei

RELAZIONI INTERNAZIONALI

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RIVISTA FONDATA NEL 1950

Registrazione Tribunale di Bologna del 31 luglio 1992 n. 6129

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Editorial EDITORIALE

DARE PRIORITÀ AL SUPERAMENTO DELLE CRITICITÀ STRUTTURALI DELLA FILIERA 9

Prioritising the resolution of structural issues within the supply chain di V. Martinelli

Features ARTICOLI

Interview Intervista SOSTENERE LE NOSTRE TESI CON TRASPARENZA, APRENDO LE PORTE DELLE NOSTRE IMPRESE 44

Supporting our ideas with transparency, by opening the doors of our businesses di L. Bellei Mussini

Raw materials Materie prime IL MERCATO CEREALICOLO DELLA UE NELLA STAGIONE 2025/26 52

The EU cereals market in the 2025/26 season di D. Caccioni Trend

where do we stand? a cura della Redazione

Events Eventi

“FESTA DEI GRANAI” 2025 DI MOLINO DALLAGIOVANNA

The “Festa dei Granai” 2025 by Molino Dallagiovanna a cura della Redazione

Departements RUBRICHE

Associazione Industriali Mugnai d’Italia

Dare priorità al superamento delle criticità strutturali della filiera

Prioritising the resolution of

structural issues within the supply chain

With the launch of the national digital grain register in October, a legislative journey that began in December 2020 with Italy’s Budget Law (Law 178) finally comes to a close. While the tool aims to improve the monitoring of national cereal production, it does little to address the deep structural issues behind Italy’s longstanding competitive gap with other countries. It is now urgent to move past ideological battles and engage in meaningful, respectful dialogue among all stakeholders in the grain supply chain. The focus must shift to shared challenges: improving raw material quality, investing in research to meet climate challenges, enhancing irrigation infrastructure, upgrading storage and logistics, and promoting supply aggregation.

DELLE FILIERE CEREALI

A RESPECTFUL AND CONSTRUCTIVE DIALOGUE MUST BE REESTABLISHED AMONG ALL TRADE UNIONS IN THE GRAIN SUPPLY CHAINS

Cdi Vincenzo Martinelli Presidente Italmopa

on l’avvio, dal mese di ottobre, del registro telematico cereali si chiude un capitolo iniziato nel lontano dicembre 2020 con la pubblicazione della Legge 178 sul bilancio dello Stato che introduceva un registro telematico volto, ufficialmente, a consentire “un adeguato monitoraggio delle produzioni cerealicole nazionali”. Cinque anni dedicati in via prioritaria alla predisposizione del nuovo strumento mentre, nel frattempo, sono rimasti sostanzialmente inalterati i motivi strutturali che risultano essere all’origine del preoccupante e duraturo gap competitivo tra la produzione

ANALISI E STRUMENTAZIONE

PER IL SETTORE

ALIMENTARE

Brabender, ora parte del portfolio Anton Paar, offre una gamma completa di soluzioni all’avanguardia per l'analisi di farine, cereali e derivati, contribuendo significativamente allo sviluppo di nuovi prodotti e formulazioni per l’intero settore alimentare.

Dalle analisi chimiche alla caratterizzazione fisico-meccanica, passando per il monitoraggio dei processi produttivi, Anton Paar garantisce un'elevata qualità delle materie prime e degli imballaggi, assicurando che i prodotti finiti soddisfino gli standard più esigenti.

Che si tratti di analizzare la consistenza della farina o valutare le proprietà meccaniche di cereali e altri materiali, le soluzioni Anton Paar rappresentano un investimento essenziale per innovazione e qualità nell’'intera filiera agroalimentare.

primaria nazionale e quella di altri Paesi, siano essi comunitari o meno. Accantonata ora la questione, di natura dogmatica, del registro, l’auspicio è di poter finalmente ritrovare, sotto l’impulso politico del Ministero, la via di un rispettoso e proficuo confronto con e tra tutte le rappresentanze sindacali delle filiere cereali, smorzando i logoranti toni da crociata che rispondono a esigenze di sola natura propagandistica e focalizzandosi

sulle tematiche che costituiscono un freno allo sviluppo armonioso delle stesse e di tutti gli attori che le compongono: investimenti sulla qualità della materia prima, sviluppo della ricerca per consentire alla produzione cerealicola di adeguarsi alle nuove sfide climatiche, finanziamenti sulle infrastrutture irrigue, ampiamento e ammodernamento delle strutture di stoccaggio e della logistica dei trasporti, aggregazione dell’offerta

PERMANGONO I MOTIVI STRUTTURALI

ALL’ORIGINE DEL GAP

TRA PRODUZIONE NAZIONALE ED ESTERA

della materia prima... sono solo alcune delle numerose criticità che necessitano di essere superate per consentire la giusta valorizzazione del prodotto nazionale, il mantenimento di livelli produttivi adeguati e il ripristino di margini di redditività, attualmente oggettivamente insoddisfacenti, per tutti gli anelli delle filiere cerealicole. Italmopa, responsabilmente come da sua consuetudine, è anche questa volta pronta a fornire il proprio fattivo contributo nell’interesse del comparto molitorio, della produzione primaria nazionale, della seconda trasformazione industriale e artigianale e, soprattutto, dei consumatori.

UE SBLOCCA L’ACCORDO COL MERCOSUR

La Commissione europea offre nuove garanzie agli agricoltori per aprire definitivamente la strada all’approvazione dello storico accordo di libero scambio con il Mercosur, il mercato comune dell’America meridionale. Una mossa salutata con favore dall’Italia che apre quindi al via libera: valuterà l’efficacia delle salvaguardie introdotte anche con le associazioni di categoria - fa sapere il Governo -, per decidere quindi se approvare l’intesa finale. Bruxelles sembra dunque aver trovato come sbloccare il dossier sul negoziato, dopo l’accordo faticosamente raggiunto a fine 2024, al termine di 25 anni di estenuanti tira e molla.

LEGGE DI BILANCIO: POSSIBILE UNIFICAZIONE PER INCENTIVI DI TRANSIZIONE 4.0 E 5.0

Gli

incentivi alle imprese previsti da Transizione 4.0 e Transizione 5.0 potrebbero essere accorpati con la prossima legge di bilancio. L’ipotesi a cui i ministeri stanno lavorando in preparazione alla manovra è pertanto di passare per un accorpamento dei crediti d’imposta 4.0 e 5.0 disegnando una misura con minori obblighi rispetto a quelli che erano imposti dal Pnrr, ad esempio in relazione al principio Dnsh (non arrecare danni significativi all’ambiente) che ha escluso diverse attività industriali energivore. L’idea sarebbe utilizzare allo scopo risorse nazionali che si libererebbero, coprendo invece con gli avanzi del Pnrr altri tipi di interventi, a cominciare dai contratti di sviluppo. Allo studio anche un intervento con meno vincoli per le industrie energivore.

Conil nuovo spot globale, Barilla presenta “Come in famiglia”, la piattaforma di brand che celebra il potere del cibo nel creare connessioni. L’idea nasce dalla storia vera di Luigi Montanini, conosciuto nel mondo della Formula 1 come Pasticcino: un cuoco italiano che, dagli anni Settanta agli Ottanta, ha trasformato i paddock in luoghi di convivialità grazie a piatti di pasta condivisi tra una gara e l’altra. La campagna, firmata da LePub e pianificata da Publicis Connected Ideas, ricostruisce l’atmosfera dell’epoca con cura dei dettagli, affidandosi anche a consulenti e storici della F1. Il contrasto tra l’adrenalina delle corse e la semplicità di un pasto diventa così una metafora: rallentare e ritrovarsi insieme, anche nei contesti più frenetici.

NUOVO SPOT BARILLA: DALLA FORMULA 1 ALLA TAVOLA

AISTEC FESTEGGIA 30 ANNI A ROMA

L’Associazione italiana di scienza e tecnologia dei cereali (Aistec) è stata fondata a Roma nel 1995 da un gruppo di ricercatori di diverse istituzioni scientifiche che avevano colto l’esigenza di creare un punto di riferimento scientifico per il settore di cereali e prodotti derivati. Per festeggiare i 30 anni di attività, Aistec organizza il 9 ottobre un evento celebrativo presso la propria sede a Roma che vedrà la partecipazione di esperti di rilievo del mondo accademico e della ricerca. Nel corso dell’incontro saranno analizzati i cambiamenti che hanno interessato la filiera cerealicola negli ultimi tre decenni, dalle pratiche agronomiche alle tecnologie alimentari, dalla genetica alla comunicazione.

CRESCE IL CONSUMO DI PRODOTTI SURGELATI

Il“Rapporto Annuale sui Consumi dei prodotti surgelati in Italia” realizzato da IIAS (Istituto Italiano Alimenti Surgelati) fotografa un comparto in crescita costante. Nel 2024 i consumi hanno raggiunto 1.030.323 tonnellate (+2,3% sul 2023), con un pro capite annuo di 17,5 kg contro i 17,2 dell’anno precedente. In un contesto di calo generale degli acquisti alimentari (-1%), il frozen food ha segnato un risultato in controtendenza, sostenuto soprattutto dal canale retail. Nel 2024 i consumi domestici hanno rappresentato la quota più consistente, con 652.643 tonnellate vendute nel retail (+3,1% rispetto al 2023). Il fuoricasa, comprensivo del door to door, si è mantenuto stabile con 377.680 tonnellate (+0,1%). Il trend positivo trova conferma anche nel primo semestre 2025, quando il canale retail ha registrato un +1,8% a volume rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

VERSO SIGEP WORLD 2026

Dal 16 al 20 gennaio 2026 torna a Rimini Sigep World, l’appuntamento internazionale firmato da Italian Exhibition Group. Quest’anno panificazione e pizza diventano protagoniste di un progetto ambizioso che guarda con decisione ai mercati globali. Per il mondo Bakery, Sigep World si conferma una vetrina imprescindibile per tutta la filiera industriale. Tecnologie per la lievitazione, soluzioni digitali per la produzione, ingredienti funzionali, packaging sostenibili e format di vendita evoluti: il comparto si presenta in una versione sempre più verticale e interconnessa, pensata per rispondere alle esigenze di panificatori professionisti, catene retail e player dell’ospitalità di alto livello. Accanto, prende forma “Pizza (R) evolution”, un progetto che segna la definitiva consacrazione di una filiera che ha fatto il suo debutto a Sigep World nel 2025, riscuotendo fin da subito grande interesse.

Integrated Automation

Sviluppiamo soluzioni che permettano di ottimizzare i processi produttivi, integrando ogni componente dell’impianto all’interno di un sistema di automazione efficiente e performante. Applichiamo i principi dell’ Industria 5.0 a tutti i livelli aziendali per rendere il tuo impianto sempre più sostenibile ed innovativo.

COMMODITY AGRIFOOD 2026

Commodity Agrifood è l’evento annuale organizzato da Unione Italiana Food e da Areté

- The Agri-food Intelligence Company, sulle prospettive dei mercati delle materie prime agroindustriali, energetiche e del packaging. L’incontro si terrà giovedì 2 ottobre dalle 9 alle 18, presso DAMA Tecnopolo in via Stalingrado, 84/3 a Bologna. Ai saluti introduttivi seguirà una tavola rotonda dal titolo “Una nuova geografia degli scambi: come cambiano gli assetti, i mercati, le strategie”, mentre in tarda mattinata inizieranno le sessioni dedicate ai mercati e alle previsioni, con la voce “cereali” protagonista alle ore 15.30.

NEL CARRELLO CRESCE LO SPAZIO PER I PRODOTTI PLANT BASED

Unarecente ricerca di AstraRicerche rileva che la conoscenza dei prodotti plant based è già oggi piuttosto diffusa tra i consumatori italiani: il 17% degli intervistati dichiara di consumarli abitualmente, il 12% li ha provati almeno una volta mentre il 31% mostra interesse pur non avendoli ancora sperimentati. Le motivazioni che muovono al consumo dei prodotti plant based oggi sono molteplici e riflettono una combinazione di fattori edonistici, etici, ambientali e salutistici. A conferma di questa tendenza, emerge una forte intenzione di aumentare il consumo di alimenti di origine vegetale, espressa dal 45% del campione, con un picco significativo tra le donne della Gen Z (61%). Guardando al futuro, la maggior parte degli italiani prevede che lo spazio dedicato ai prodotti vegetali crescerà in modo significativo nei supermercati fra 10 anni.

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New Feed Mill Plant

World News è la rassegna delle notizie dall’Europa e dal mondo sull’agroalimentare. Un punto di vista aggiornato e puntuale su quanto accade in sede comunitaria ed extra-comunitaria, per essere sempre informati sulle dinamiche internazionali in ambito politico, economico e scientifico. Brevi flash che possono risultare di interesse per la filiera - italiana ma non solo - della trasformazione dei cereali.

PREVISIONI IN AUMENTO PER I RACCOLTI INVERNALI IN AUSTRALIA

LGrazie al miglioramento delle condizioni stagionali e alle piogge tempestive, l’Australian Bureau of Agricultural and Resource Economics and Sciences prevede che la produzione dei raccolti invernali 2025/26 del Paese raggiungerà i 62 milioni di tonnellate, con un aumento del 2% rispetto all’anno precedente. Se tale previsione si realizzasse, i raccolti invernali - principalmente grano, orzo e colza - supererebbero del 26% la media decennale fino al 2024/25 e sarebbero i terzi più alti mai registrati, secondo quanto riportato dall’Abares nel suo rapporto sui raccolti australiani del settembre 2025. La produzione è stata rivista al rialzo del 12% rispetto al rapporto di giugno.

CLIMA PIÙ SECCO IN SUD AMERICA

e previsioni meteorologiche per il Sud America quest’anno potrebbero essere influenzate da un altro debole evento La Niña. Una situazione simile si era verificata un anno fa, causando un notevole ritardo nelle precipitazioni stagionali da fine settembre a fine ottobre. La siccità ha compromesso i programmi di semina del mais e della soia precoci, nonché il loro raccolto e la semina delle colture Safrinha. L’anno scorso si è discusso molto sulla causa del ritardo delle piogge stagionali, con la maggior parte dei meteorologi che hanno attribuito la responsabilità a La Niña. World Weather, Inc. ritiene che inizialmente la tendenza alla siccità fosse dovuta ad altre influenze atmosferiche.

SECONDO LA FAO, LA PRODUZIONE CEREALICOLA RAGGIUNGERÀ LIVELLI RECORD

Il miglioramento delle prospettive per i raccolti di cereali secondari ha portato la Fao a rivedere al rialzo le sue previsioni sulla produzione cerealicola mondiale, che raggiungerà il livello record di 2,961 miliardi di tonnellate. Le ultime previsioni per la stagione 2025/26, pubblicate il 5 settembre, mostrano un aumento dell’1,2% (35,6 milioni di tonnellate) rispetto alle proiezioni di luglio e del 3,5% rispetto alla produzione cerealicola totale dello scorso anno. La produzione prevista di cereali secondari è stata aumentata a 1,601 miliardi di tonnellate, con un incremento di 36,1 milioni di tonnellate rispetto a luglio, e supera di 88,6 milioni di tonnellate (5,9%) la produzione dello scorso anno.

Estrattore a fresa

L’estrattore a fresa GEAF è una macchina progettata per l’estrazione di prodotti e sottoprodotti da silos di stoccaggio a fondo piano. Ideale per materiali granulari o farinacei di difficile scorrimento o soggetti ad aggregazione, è comunemente utilizzato nei molini per l’estrazione delle crusche.

Secondo

UNO STUDIO SU “NUTRIENTS” PROMUOVE IL CONSUMO DI CEREALI PER LA SALUTE

un nuovo studio condotto dai ricercatori del Center for Public Health Nutrition dell’Università di Washington, una combinazione di cereali, compresi molti di quelli consumati quotidianamente, può favorire una migliore alimentazione e salute metabolica quando garantiscono un elevato apporto nutrizionale. Lo studio, sottoposto a revisione paritaria e pubblicato su “Nutrients”, ha analizzato le diete di oltre 14.000 americani nell’arco di cinque anni utilizzando i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) dal 2017 al 2023, scoprendo che sia i cereali integrali sia quelli raffinati svolgono un ruolo importante nel miglioramento della qualità della dieta, dell’apporto nutrizionale e dell’accessibilità quotidiana.

PRODUZIONE DI GRANO IN CALO PER IL CANADA

Secondo

Statistics Canada, il calo dei raccolti dovrebbe determinare una diminuzione dell’1,1% della produzione totale di grano del Canada rispetto all’anno precedente, attestandosi a 35,5 milioni di tonnellate nel 2025, mentre la superficie coltivata rimarrà stabile a 26,3 milioni di acri. Nel suo rapporto sulle stime delle colture da campo di luglio, pubblicato il 28 agosto, Statistics Canada ha stimato che la produzione di colza, mais da granella e avena aumenterà nel 2025, mentre la soia e l’orzo seguiranno il grano nella tendenza al ribasso. Si prevede che la resa del grano in Canada, da sempre tra i principali esportatori mondiali, diminuirà dell’1,2% a 49,6 bushel per acro, con condizioni colturali generalmente variabili in tutte le praterie che incideranno su tutte le colture.

L’indispensabile proiezione esportatrice dell’Italia

The essential exporting projection of Italy

This article examines Italy’s strategic role as a significant exporter amidst the dynamic fluctuations of international markets and the ongoing efforts to expand foreign market access. Using 2024 data from the IMF on gross domestic product (GDP) and export shares, the analysis highlights Italy’s position as the sixthlargest exporter relative to its economic size, accounting for 28.5% of its GDP, and its ranking as the second-largest European exporter. The study compares Italy’s export capacity with leading global and European economies, emphasizing the country’s high export-to-GDP ratio as both a strength and a vulnerability-exposing the economy to international market shocks while simultaneously providing a competitive advantage in global trade.

PECULIARITÀ

TRA CONTRACCOLPI

DEI MERCATI

INTERNAZIONALI

E AMPLIAMENTO

DEGLI SBOCCHI ESTERI

CHARACTERISTICS

AMID INTERNATIONAL MARKET FLUCTUATIONS AND EXPANSION OF FOREIGN MARKETS

Il dibattito in tema di commercio estero non è mai stato acceso come in questo periodo, sulla spinta della politica daziaria americana. Si è ritenuto opportuno perciò elaborare qualche confronto indicativo sulle performance dei principali paesi esportatori, in base ai dati 2024 di fonte Fmi sui valori rispettivi del prodotto lordo e della quota export. La classifica decrescente inserita in TABELLA 1 è stata elaborata in base ai valori del prodotto lordo. Si aggiunge che si è provveduto a scartare l’inserimento in classifica dei Paesi Bassi per le forti distorsioni recate dall’enorme transito nelle dogane del paese di prodotti di esportazione comunitari e non olandesi.

Si segnala altresì che la posizione di spicco dell’Arabia Saudita fra i paesi “export oriented” (che vanta una incidenza export/pil del 33,2%) risulta anomala, in

di Luigi Pelliccia Responsabile Ufficio Studi e Mercato di Federalimentare

Fonte: elaborazione Federalimentare su dati FMI

AMPLIARE GLI SBOCCHI ESTERI PER COMPENSARE PROFILI DI STAGNAZIONE

quanto spinta da un prodotto soverchiante, non manifatturiero, come il petrolio. Per cui, si è ritenuto opportuno non considerarla in un confronto omogeneo di capacità esportatrice tra paesi propriamente manifatturieri.

Incidenza export/pil 2024

Ciò premesso l’Italia, con una incidenza export/pil 2024 pari al 28,5%, si pone al 6° posto come capacità esportatrice tra i paesi di più elevato peso economico del pianeta, e al 2° posto in Europa. Nella classifica primeggia l’irraggiungibile Taiwan, con una incidenza del 64,6%, seguita dalla Svizzera (50,4%), dalla Corea (36,9%), dalla Germania, che emerge in Europa col 36,2%, e dal Messico (32,0%). Mentre il fanalino di coda è rappresentato con largo distacco dagli Usa, col 6,9%. Il che conferma il loro ruolo prevalente di grandissimo mercato di consumo, rispetto a quello di piattaforma export, spiegando

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INFLAZIONE

ALIMENTARE

in parte le scelte della loro attuale politica economica.

In ogni caso, in termini assoluti, la quota export italiana è quinta a livello mondiale. È una posizione assolutamente lusinghiera. Senza andar lontano, essa consente di superare, nel nostro continente, i valori e le proiezioni esportatrici di Spagna, Francia e Regno Unito.

Tale caratteristica, da un lato, espone in misura elevata l’economia italiana ai contraccolpi del mercato internazionale. Ma

Fonte: elaborazione Federalimentare su dati Istat

dall’altro la avvantaggia, per la forte spinta globale che la caratterizza. Essa infatti dovrebbe aiutarla nella scommessa di ampliamento dei suoi sbocchi esteri, a compensazione dei profili di stagnazione che, a breve-medio termine, potrebbe riservare il mercato Usa.

C’è da sottolineare piuttosto una coincidenza: la proiezione esportatrice 2024 dell’Italia (28,5% sul Pil) si sovrappone a quella dell’industria alimentare nazionale, che in parallelo ha segnato una incidenza fatturato export/fatturato complessivo pari al 28,8%.

In ogni caso, la spinta esportatrice del settore è più che mai utile in una fase in cui il mercato alimentare interno continua a soffrire. A innescare la sua anemia è il fattore prezzi che, in base ai dati dello scorso agosto, ha continuato a rappresentare una forte preoccupazione.

L’inflazione alimentare

L’inflazione di agosto del Paese è scesa al +1,6%, dopo il +1,7% del bimestre precedente. Il rientro si deve in gran parte a quello dei beni energetici, che hanno segnato nel mese un -4,4% tendenziale dopo il -3,4% di luglio. L’alimentare comunque (anche se forse leggermente sopravvalutato in sede di dati provvisori) si distingue nettamente per una ulteriore accelerazione. Il tendenziale dei prezzi dei beni alimentari di agosto sale infatti al +4,0% dopo il +3,7% di luglio. In particolare, l’alimentare “lavorato” segna ad agosto un tendenziale del +3,0% dopo il +2,8% di luglio. Mentre il “non lavorato” schizza addirittura al +5,6%, dopo il +5,1% di luglio. Tutto ciò, quando gli “altri beni” e i “servizi” segnano tendenziali ad agosto, rispettivamente, del +0,6%

PROFESSIONALE

e del +2,7%. In altre parole, la situazione dell’inflazione alimentare sta diventando strutturalmente e pesantemente anomala. E non sembra del tutto giustificata dalla spinta a monte dei prezzi alla produzione, che, secondo gli ultimi dati, navigano attorno al +1,8% tendenziale. La ulteriore depressione delle vendite alimentari in volume che sta emergendo nel 2025, dopo le contrazioni del triennio precedente, è diretta e recidivata conseguenza del fenomeno. Viene da dire che

la cura dimagrante del mercato del triennio 2022/24 non è bastata. Per cui il settore rischia di diventare, con le proporzioni del caso, uno dei grandi malati cronici del mercato interno, assieme al tessile abbigliamento e all’“automotive”.

Conclusioni

Non c’è da meravigliarsi allora se la produzione dell’industria alimentare ha cominciato a scendere nei tendenziali del

PROSEGUE LA DEPRESSIONE DELLE VENDITE ALIMENTARI IN

VOLUME

maggio (-0,6%) e giugno scorsi (-1,7%). E non c’è da meravigliarsi se una cartina di tornasole importante come il comparto molitorio, dopo il passo brillante della produzione messo a segno l’anno scorso (+5,2%), abbia invertito la rotta e segnato nel 1° semestre 2025 un calo tendenziale del -1,1%, facendo peggio del totale alimentare. I conti del Paese sono in ordine. Lo spread scende, cala il peso degli interessi sul debito pubblico e l’occupazione tiene. Ma in realtà nella congiuntura manca vera luce, perché latitano due fattori baricentrici come gli investimenti e la crescita. Se il sistema non si riuscirà a spingere almeno sul fronte dell’export, la stagnazione sarà lunga.

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Violazioni e sanzioni amministrative nel settore alimentare

Violations and administrative

sanctions in the food sector

This article examines the legal and administrative implications of hygiene-related non-conformities detected during official inspections of food businesses. While such violationslike dirty floors, lack of hand soap, or signs of pest infestation-do not directly compromise food safety, they still breach hygiene regulations outlined in Regulation (EC) No. 852/2004 and are sanctioned under Italian Legislative Decree 193/2007. The author explores the fragmented application of penalties, the variability in enforcement practices among control authorities, and the limited application of the “legal cumulation” principle under Law No. 689/1981. Drawing comparisons with the French system, the piece raises critical questions about the coherence, fairness, and legal certainty of current sanctioning models.

Se a seguito di un normale controllo dell’autorità competenti vengono rilevate una non perfetta pulizia dei pavimenti e delle macchine di lavorazione del prodotto alimentare e ancora che manca il sapone per la detersione delle mani e sono presenti dei segni di infestanti nei locali o nei magazzini dell’azienda

EQUILIBRIO INCERTO

TRA RIGORE NORMATIVO E BUON SENSO OPERATIVO AN UNCERTAIN BALANCE BETWEEN REGULATORY STRICTNESS AND OPERATIONAL COMMON SENSE

di Giuseppe Maria Durazzo Avvocato, esperto in diritto dell’alimentazione

alimentare, legalmente cosa succede? Sono di massima tutti comportamenti che violano il Reg. 852/2004, sanzionati dal D. Lgs. 193/07, art. 6, c.51 il quale prevede, salvo che il fatto costituisca reato, una sanzione amministrativa. Sono violazioni che non riguardano direttamente la sicurezza dell’alimento, ma l’ambiente nel

quale l’alimento è presente o viene lavorato, stoccato, venduto: se invece coinvolgessero la sicurezza dell’alimento le sanzioni sarebbero molto probabilmente quelle che discendono dalle norme di carattere penale2. In pratica si verifica, e mi pare doveroso segnalarlo, anche un diverso comportamento dell’organo

di controllo rispetto all’irrogazione immediata della sanzione: il raccomandare, per restare all’esempio, la pulizia, magari immediata dello sporco o la ricarica del dispensatore del sapone, rimandando l’eventuale contestazione a una successiva visita ispettiva di verifica. Si noti che il comportamento appena ricordato è regolamento in Francia ove, per le infrazioni ritenute minori dall’organo di controllo, lo stesso può procedere con la “mise en demeure”, quindi un avviso formale, col quale il controllato è invitato a regolarizzare quanto non conforme entro un termine prefissato, evitando, nel caso, ogni sanzione. E proprio per lo sganciamento tra obbligo di adempiere e la sanzionabilità, il sistema francese opera diffusamente in maniera significativamente diversa da quella nazionale italiano. Si ricorda infatti che l’italico istituto della diffida in campo alimentare (D.L. 24 giugno 2014, n.91, art. 1, punto 3) è stato progressivamente eroso nella sua portata, oramai residuale, dalle interpretazioni che si sono succedute nel tempo.

Non conformità e sanzioni

Stando, per concretezza, al caso di studio di cui sopra (necessariamente anonimizzato), si può affermare che le diverse non conformità siano espressione di una serie di fatti derivanti in ultima istanza da un solo comportamento, seppure articolato in diverse omissioni, di non impeccabile gestione della struttura. Tutte omissioni, dal punto di vista temporale, normalmente verificatesi in una sostanziale contestualità. La ragione del perché tali carenze si producano dipenderà a seconda

dei casi da sciatteria, o da turni di pulizia non ben cadenzati rispetto alle lavorazioni, o da fattori straordinari non ben gestiti, o altra, ma dal punto di vista della sanzionabilità in via amministrativa l’atteggiamento soggettivo normalmente non determina differenze di trattamento. Nel caso l’organo di controllo ufficiale verbalizzi le singole evidenze di non conformità, talvolta forma un atto per ogni non conformità (o gruppi di non conformità ritenute omogenee dall’organo di controllo, come polvere o altra sporcizia presenti in più punti del pavimento), mentre talora inserisce in un unico verbale d’accertamento le violazioni ai diversi punti del Reg. 852/2004 o le diverse omissioni. Il tema che qui interessa non è la tecnica redazionale3 e neppure l’indubbio obbligo di dettagliare le carenze e/o inadeguatezze nel verbale di ispezione visto anche come strumento per l’esercizio di difesa, ma l’attribuzione a ogni non conformità, considerata a sé stante, di un’autonoma sanzione. Prendendo atto della costante

OMISSIONI

posizione della Corte Costituzionale che ha ripetutamente respinto le questioni di legittimità costituzionale dell’art. 8, comma 2, L. n. 689/1981, nella parte in cui limita la continuazione e il conseguente cumulo giuridico delle sanzioni alle sole violazioni di leggi in materia di previdenza e assistenza obbligatorie4, questione che se risolta in maniera opposta avrebbe facilitato l’approccio alla questione qui in esame, il tema giuridico che pongo all’attenzione, ruota principalmente su due tematiche: 1) nel caso di più “violazioni” (contestuali o semi-contestuali) alle prassi in materia d’igiene di cui al Reg 852/2004, quando sia configurabile l’unicità dell’azione secondo quanto disposto all’art. 8 della L. 689/1981 e 2) quale sia o possa essere, lo strumento, attuale e vigente (e non de lege condenda) per ridurre al minimo l’attuale discrezionalità esercitata dagli organi di controllo ufficiale, nel frammentare o meno, in varie contestazioni, l’azione/omissione dai plurimi comportamenti dell’azienda alimentare.

Unicità dell’omissione e cumulo giuridico

Ai fini della contestazione, per tornare all’esempio presentato all’inizio, tutti i fatti sono sanzionati, come detto, da

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un medesimo articolo, il 6, c 5, del D. Lgs. 193/2007. Da un lato vi è la scelta “tecnica” dell’organo di controllo ufficiale di considerare, o meno, uno o più fatti-violazione come conseguenti di un unico comportamento, dall’altro, nell’applicazione della sanzione, occorre fare riferimento a quanto disposto dell’art. 8 della L. n. 689 del 1981 : “Salvo che sia diversamente stabilito dalla legge, chi con un’azione od omissione viola diverse disposizioni che prevedono sanzioni amministrative o commette più violazioni della stessa disposizione, soggiace alla sanzione prevista per la violazione più grave, aumentata sino al triplo”. La norma del 1981, dunque, prevedendo che il responsabile soggiaccia alla sanzione per la violazione più grave, aumentata fino al triplo, non pare lasciare all’organo che applica la sanzione la libertà se applicare o meno la disposizione appena vista nel caso di un’azione/omissione che violi diverse disposizioni. Tecnicamente, quello che è l’istituto del cumulo giuridico amministrativo (ispirato all’ambito penale), trova invece un’esclusione nelle violazioni commesse con diverse azioni (od omissioni), nel settore del diritto alimentare. Orbene, se è vero che, ad esempio, l’omissione della pulizia del pavimento o dell’attrezzo di produzione alimentare o della ricarica del dispensatore del sapone costituiscono tre mancate/carenti azioni differenti, è pur vero che rientrano in un unico comportamento omissivo rispetto all’obbligo di mantenimento dei prerequisiti5 della produzione alimentare. Anche operativamente, sovente le citate attività omesse (o carenti) rientrano in un medesimo piano di azione per cui la pulizia della struttura, delle macchine,

IL FORMALISMO

SANZIONATORIO

SFIDA LA LOGICA DELL’ISPEZIONE

la manutenzione dei corpi lavanti costituiscono una sorta di corpus unico delle attività d’igiene.

Se l’applicabilità del cumulo giuridico ex art. 8 L. 689/82 per volontà del Legislatore, resta limitato a una materia differente da quella qui trattata, in via generale non convince la pratica dello spacchettamento dei fatti non conformi in altrettanti verbali e specialmente in tante singole contestazioni, come se l’azione del trasgressore fosse caratterizzata da tante omissioni autonome ognuna frutto di una mancata autonoma diligenza. Specie quando si tratti di omissioni, infatti, come posso valutare separatamente le omissioni, se per definizioni, sono attività non compiute? E come le colloco temporalmente (di massima potrò collocare temporalmente l’omissione nel momento dell’avvenuto accertamento della violazione)? La contestazione dell’omissione deve avvenire per tutte le volte in cui, seppur essendo prevista l’azione dal piano haccp o appena si sporca6, quella non sia stata compiuta, o una sola volta che cumuli l’omissione ripetuta? L’omissione, in una realtà complessa come è la reale gestione delle prassi igieniche nell’azienda alimentare, prevalentemente non ha natura istantanea, bensì continuata poiché, per restare alle situazioni operative concrete, la pulizia non avviene (di norma) ogni qualvolta un indesiderato si trovi per terra, ma a cadenze previste (per

esempio al termine della produzione, oppure secondo una cadenza oraria). Mi pare più probabile, per restare all’esempio qui trattato, che quelle omissioni siano, di fatto, teleologicamente unite (seppur formando un comportamento erroneo) e quindi formino un’azione/omissione unica realizzata con una successione di atti/ omissioni in tempi ravvicinati e con omissioni l’una connessa all’altra. Può essere problematica anche l’individuazione del criterio per considerare autonome omissioni con riferimento ai mezzi omessi: le omissioni sono plurime perché, per esempio, per un’attività di pulizia l’operatore utilizza un prodotto detergente e per un’altra uno diverso, o un attrezzo per una pulizia, e uno diverso per l’altra parte da pulire? La moltiplicabilità delle sanzioni, in apparente assenza di un criterio determinato dal Legislatore, apre la porta alla discrezionalità dell’azione dell’organo di controllo ufficiale. Discrezionalità tecnica (discutibile), ma potenzialmente non scevra dal profilo della “sanzione etica”, vale a dire dal ricorso a motivazione extra legem dell’organo di controllo nel determinare l’irrogazione della sanzione; approccio che può condurre, a secondo del ritenuto disvalore del comportamento dell’impresa alimentare o della sua forza economica ecc. a irrogare sanzioni diverse non sulla base della norma amministrativa in tema di igiene degli alimenti, ma dell’intuizione “etica” dell’ufficio sanzionante (approccio ben diverso dal valorizzare la sanzione tra il minimo e il massimo previsto dal Legislatore). D’altronde non trovo condivisibile, seppure pregevole e maggioritaria, l’ipotesi secondo la quale ogni punto, lettera, capoverso dell’allegato II del Reg. 852/2004 prescrivendo un comportamento, costituisca, se non rispettato, una violazione a se stante. Anche la rettifica al D. Lgs. 193/2007 sembra avvallare l’interpretazione maggioritaria visto che prevede la sanzione per la produzione che non rispetti i “requisiti generali in materia di igiene di cui all’allegato II al regolamento (CE) n. 852/2004”. Personalmente terrei conto che il Reg. 852/2004 (così anche il Reg. 853/2004) è norma d’igiene che impegna gli operatori alimentari a soddisfare i pertinenti requisiti di igiene e “stabilisce norme generali in materia di igiene dei prodotti alimentari destinate agli operatori del

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DISCREZIONALITÀ E IGIENE: REGOLE CHIARE

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settore alimentare” (art.1, 1), ciò fissando degli obiettivi (“gli obiettivi perseguiti dal presente regolamento” art. 2,3) e a tal fine indica anche degli strumenti riportati negli allegati. Quindi, a parere di chi scrive, l’oggetto della tutela giuridica sono gli obiettivi e non le singole disposizioni tecniche elencate negli allegati, dunque fuori dall’articolato, che infatti sono giuridicamente definite “buone prassi in materia di igiene”7. In qualche maniera, la mia linea di pensiero trova una conferma se si consideri la volontà del Legislatore nazionale di sanzionare buona parte delle “violazioni” del allegato 2 del Reg. 852/2004 (e del Reg. 853/2004) in base allo stesso articolo e punto della norma italiana, oltre che nella pronunzia della Suprema Corte8 laddove riconosce l’unificazione

della sanzione nell’“ipotesi in cui la pluralità di violazioni discende da un’unica condotta e, pertanto, non opera nel caso di condotte distinte”, pronunzia di riferimento se si intendano un’unica condotta le diverse omissioni. Tra l’ipotesi di considerare ogni azione/omissione non conforme ai requisiti generali in materia di igiene di cui all’allegato II al regolamento (CE) n. 852/2004, una violazione autonoma e l’altra che vede l’elemento unificante delle singole carenze nell’obiettivo mancato dell’igiene della produzione, potrebbe ammettersi che sia proprio l’operatore

del controllo ufficiale a valutare se esista nel complesso delle singole azioni/omissioni aziendali l’univocità dell’unica errata conseguenza della carenza igienica. Valutazione che, in ogni caso, potrebbe essere oggetto di valutazione sia in sede amministrativa che giudiziale.

Omogeneità delle condotte e discrezionalità ispettiva

Le violazioni all’allegato II del Reg. 852/20024, sono della stessa indole? Se si ritenesse di si, almeno con riferimento

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a quelle “violazioni” presenti ad esempio nello stesso capitolo, potrebbe verificarsi l’applicabilità dell’art. 8 bis della L. 689/1981. “Le violazioni amministrative successive alla prima non sono valutate, ai fini della reiterazione, quando sono commesse in tempi ravvicinati e riconducibili a una programmazione unitaria”. In carenza di giurisprudenza specifica, sono d’interesse alcune decisioni che per analogia introducono alcuni elementi rilevanti anche rispetto al tema che qui trattiamo.

Secondo la Cass. civile Sez. II ordinanza n. 19680 del 17 luglio 2024, (in tema di circolazione stradale) “(le violazioni, n.d.r.) devono essere considerate come un’unica infrazione in quanto costituiscono reiterazioni del medesimo illecito amministrativo ai sensi dell’art. 8-bis della legge n. 689/1981, stante la sostanziale omogeneità degli illeciti perpetrati e avuto riguardo alla natura dei fatti che le costituiscono e alle modalità della condotta”9 . Pertanto, sembra comprendersi che, ai fini

della reiterazione e dei suoi effetti, rientrano anche fatti omogenei e non solo identici ripetuti. Insomma, il concetto di omogeneità, almeno per determinate finalità, è riconosciuto dalla giurisprudenza della L. 689/1981. Nel caso della mancata ragionevolezza quale criterio guida dell’azione amministrativa calato nella realtà del diritto alimentare, il meccanicismo giuridico in quanto non temperato, ad esempio dalla comprensione dello scopo della norma legale (nello specifico l’allegato II del Reg. 852/20024), può effettivamente portare, come nel citato esempio di studio, a una scelta ampiamente fondata sulla sensibilità dell’organo di controllo, o sulla necessità di comunicare all’opinione pubblica l’attività di controllo e le carenza riscontrate. Entrambi i comportamenti ricordati sono rilevanti e comprensibili (specie nell’attuale tempo), ma estranei all’ordinamento alimentare e forse anche alla stessa funzione istituzionale dell’organo di controllo amministrativo: prassi tollerate ma talvolta non propriamente fondate sulla legittimità amministrativa10. Dunque, se da un lato l’autotutela e l’autoformazione degli organi di controllo

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ufficiale appaiono strumenti implementabili, dall’altro i soggetti controllati (direttamente o attraverso i propri organismi sindacali) potrebbero talora assumere una posizione maggiormente propositiva in questa materia.

Conclusioni

Il marcato disinteresse sia del Legislatore, che delle alte amministrazioni pubbliche (e della dottrina per quanto di competenza)

1. “Salvo che il fatto costituisca reato, l’operatore del settore alimentare operante ai sensi dei regolamenti (CE) n. 852/2004 e n. 853/2004 a livello diverso da quello della produzione primaria che non rispetta i requisiti generali in materia di igiene di cui all’allegato II al regolamento (CE) n. 852/2004 e gli altri requisiti specifici previsti dal regolamento (CE) n. 853/2004 è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 500 a euro 3.000”.

2. R. Piccinino, Difformità dei criteri di valutazione del pericolo per la salute pubblica, in Diritto penale alimentare, UTET, 1988, p. 27.

3. La tecnica redazione dei verbali di accertamento è differente da Regione e Regione, ma sovente anche all’interno di esse.

4. Tra le altre, Corte Cost., ordinanza n. 421 del 19 novembre 1987, 12 luglio 2017, n. 171.

5. Comunicazione della Commissione 2020/C 199/01, Tabella 1, si veda il prerequisito “PRP 2: pulizia e disinfezione”. Il termine prerequisito è esso stesso equivoco visto che letteralmente indica un “qualcosa che si deve possedere preliminarmente (Accademia della Crusca), ma nello specifico settore qui d’interesse indica altresì una condizione ‘continuativa’ rispetto all’attività che segue”.

6. Comunicazione della Commissione, vedi nota precedente, che prevede il criterio “pulire quando si sporca” (“clean as you go”). Nella pratica, considerazioni guidate dalla ragionevolezza, dovrebbero guidare l’azione dell’operatore, così come del controllore. La pulizia di un pavimento avverrà in condizioni normali in maniera cadenzata, mentre sarà da svolgere puntualmente quando, ad esempio,

nel disciplinare l’uso delle sanzioni amministrative in questo settore, unito al corrente atteggiamento aziendale di laisser passer e di pagare le sanzioni ricevute evitando così il rischio del contenzioso nei confronti dell’autorità controllante e irrogante e della creazione di nuove tensioni con la stessa, finisce per nascondere un tema che non è solo giuridico, ma anche di legalità generale e di attrattività economica del Paese. L’attuale contesto d’incertezza sanzionatoria che pervade per lo specifico

NOTE

si verifichi lo sversamento da un silos fuori dai percorsi previsti, la rottura di contenitori d’olio con sversamenti, o d’altri imballaggi ecc.

7. https://eur-lex.europa. eu/legal-content/IT/ LSU/?uri=oj:JOL_2004_139_R_ NS001, i riferimenti ipertestuali sono stati consultati da ultimo il 20 luglio 2025.

8. Corte Cass. 21 marzo 1992, n. 3527.

9. Massima reperibile al link: https:// simpliciter.ai/app/search/public/ giurisprudenza/0dd34d39-36205468-a286-07a5736a84d3/ cassazione/

10. La materia della dell’attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni è regolamentato, in via generale, dalla L. 7 giugno 2000, n. 150. L’oggetto della comunicazione da parte della p.a. è inquadrato all’art.1, 5 in questi termini: “Le attività di informazione e di comunicazione sono, in particolare, finalizzate a:

a) illustrare e favorire la conoscenza delle disposizioni normative, al fine di facilitarne l’applicazione;

b) illustrare le attività delle istituzioni e il loro funzionamento;

c) favorire l’accesso ai servizi pubblici, promuovendone la conoscenza; d) promuovere conoscenze allargate e approfondite su temi di rilevante interesse pubblico e sociale;

e) favorire processi interni di semplificazione delle procedure e di modernizzazione degli apparati nonché la conoscenza dell’avvio e del percorso dei procedimenti amministrativi;

f) promuovere l’immagine delle amministrazioni, nonché quella dell’Italia, in Europa e nel mondo, conferendo conoscenza e visibilità ad eventi d’importanza locale, regionale, nazionale einternazionale”.

tema l’ambiente dei controlli alimentari, visto con la sensibilità delle aziende estere, certamente spinge a fare dell’Italia un territorio dove risulta preferibile vendere l’alimento pronto per il consumo, ma prodotto in altri Stati dell’Ue, piuttosto che produrlo in Italia, in quanto ciò permette di minimizzare (se non azzerare) i controlli ufficiali svolti in Italia secondo gli autoctoni criteri interpretativi.

Giuseppe Maria Durazzo

A prescindere che per la comunicazione la p.a. si debba avvalere delle professionalità di cui al D.P.R. 21 settembre 2001, n. 422, non mi sembra che il comunicare talune (e non tutte, tra l’altro) le attività di vigilanza eseguite dall’ufficio di controllo ufficiale degli alimenti, con l’indicazione dei presunti responsabili e delle presunte violazioni rientri, di norma, in quanto previsto dalla L.150/2000. Così spesso osservo che la forma normalmente impiegata, per la comunicazione non sia quella prevista o comunque sia regolata: essa è spesso informale (senza un documento ufficiale emesso dalla p.a.), come se pervenisse all’organo di informazione in base ad una fuga di notizie. L’appena visto modus operandi, che talvolta accompagna talune operazioni di controllo igienico-sanitario da parte degli organismi preposti pare collocarsi al margine della legittimità, essere sovente discriminatorio rispetto alle posizioni dei diversi sanzionati, e sostanzialmente privo di giustificazione nell’interesse pubblico. Una cosa, infatti, è comunicare il dato statistico dei controlli effettuati, dei loro esiti ecc., quindi presentare il dato statistico, un’altra è informare (o peggio far filtrare all’informazione) che Tizio, piuttosto che Caio, sono stati sanzionati il tal giorno per tale violazione (eventualmente oggetto di ricorso, quindi prima ancora la sanzione sia oggetto dell’eventuale controllo giudiziale) e magari nulla dire della sanzione irrogata a Sempronio. Il tutto (specie nel caso d’informazione fatta filtrare all’esterno) sovente è gestito da persone non inquadrate ai sensi degli artt. 2, 3 e non formate ai sensi dell’art. 7, del D.P.R. 422/2001.

Sostenere le nostre tesi con trasparenza, aprendo le porte delle nostre imprese

Supporting our ideas with transparency, by opening the doors of our businesses

In this interview with ‘Molini d’Italia’, Figna outlines the priorities of his mandate: highlevel cross-sector training, interregional collaboration, innovative services for member companies, and the promotion of business culture among the younger generations. He emphasizes the need for proactive engagement with regional institutions to address longstanding infrastructure and policy gaps-especially in energy, transportation, agriculture, and welfare. Figna also advocates for a pragmatic, non-ideological approach to sustainability, calling for investment in energy production, water resource management, and simplified regulations. Highlighting Italy’s strength as a value-added transformer in the global food market, he urges greater cooperation across the grain supply chain to combat misinformation and strengthen the sector’s competitiveness.

LEONARDO FIGNA, NUOVO PRESIDENTE DEI

GIOVANI IMPRENDITORI

DI CONFINDUSTRIA

EMILIA-ROMAGNA

ILLUSTRA A “MOLINI D’ITALIA” IL SUO PROGRAMMA

LEONARDO FIGNA, NEWLY APPOINTED PRESIDENT OF THE YOUNG ENTREPRENEURS OF CONFINDUSTRIA EMILIAROMAGNA, PRESENTS HIS PROGRAM TO ‘MOLINI D’ITALIA’

di Lorenzo Bellei

Mussini, PhD

Coordinatore editoriale Molini d’Italia

Leonardo Figna, nato nel 1995 a Fidenza, in provincia di Parma,laureato in Ingegneria meccanica,è Consigliere Delegato della Molini Fagioli Srl di Magione (PG) dove funge da Direttore di Stabilimento.Nella società capogruppo, l’Agugiaro&Figna Molini SpA Società Benefit di Collecchio (Parma), tra le più rilevanti aziende italiane per la macinazione di grano tenero, opera nell’ufficio tecnico, seguendo progettazione, investimenti e cantierizzazione degli stessi. È Consigliere nella società Molini Figna Srl, società holding di famiglia con diverse attività nel settore agroforestale. Iscritto al Gruppo Giovani dell’Industria di Parma dal 2016, entra nel Consiglio Direttivo nel 2018, impegnandosi attivamente in varie attività. Nel dicembre 2020 viene eletto alla Presidenza del Gruppo Giovani dell’Industria di Parma,

entrando a far parte del Comitato di Presidenza e del Consiglio Generale dell’Unione Parmense degli Industriali. Contestualmente a questo ruolo diviene rappresentante dell’Unione all’interno del ComitatoTerritoriale Iren di Parma, assumendo all’interno di esso la carica di Vice Presidente a partire dall’ottobre 2023. Il Presidente, eletto all’unanimità dai rappresentanti dei Gruppi Giovani Imprenditori della regione nel giugno 2025, entra a far parte del Consiglio di Presidenza guidato da Annalisa Sassi.

La redazione

Lei è stato eletto presidente di Confindustria Giovani in una Regione ad alta vocazione imprenditoriale anche nel settore agricolo. Quali sono i punti cardinali del suo mandato?

“Poiché la nostra Regione presenta un tessuto imprenditoriale vivo e variegato in numerosi settori d’eccellenza, le sfide che ci troviamo ad affrontare nel difficile e mutevole contesto internazionale sono innumerevoli. Per questo gli obbiettivi che come squadra ci prefiggiamo sono principalmente quattro: formazione trasversale e di alto livello per i giovani imprenditori; collaborazione con gli altri Comitati Regionali delle Regioni confinanti per aumentare l’efficacia delle nostre iniziative e

PUNTIAMO A POTENZIARE

INIZIATIVE COME LA GROWER LEAGUE

il peso delle nostre istanze; fornire servizi innovativi agli associati per portare innovazione all’interno delle proprie imprese con strumenti nuovi e rivoluzionari, potenziando iniziative come quella di GrowER League lanciata con grande successo dal nostro Comitato qualche anno fa; ultimo, non di certo per importanza, la diffusione della cultura d’impresa nelle giovani generazioni, attraverso iniziative mirate nei vari territori dell’Emilia Romagna”.

In che modo intende coordinarsi e collaborare con la Regione?

“La nostra Regione, come d’altronde in nostro Paese in generale e in particolare il Sud, sconta un deficit infrastrutturale e di politiche lungimiranti su diversi fronti, particolarmente in materia di energia, trasporti, agricoltura e welfare. Su queste tematiche ci siamo attivati fin dall’insediamento per portare presto istanze concrete e serie alla politica, perché se è vero che,

Leonardo Figna, nella sede dell’Unione Parmense degli Industriali

SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA ESSENZIALE

PER IMPLEMENTARE

UNA PRODUTTIVITÀ SOSTENIBILE

come ci viene detto, siamo la classe dirigente di domani, non siamo disposti oggi a subire scelte di altri, spesso ideologiche, senza far sentire la nostra voce e impedire alle nostre imprese di crescere

in un mondo che va avanti e non aspetta. Vogliamo creare le migliori condizioni per mantenere la nostra Regione tra le più attrattive e produttive nel panorama europeo, perché più industria significa più benessere diffuso per i territori dove esse insistono. Dobbiamo affrontare con decisione e tempestività i temi sopradetti, che da troppo tempo sono rimandanti e frenati da scelte politiche dannose per il nostro tessuto economico”.

Nel rappresentare l’imprenditoria giovanile, quali sono i temi sui cui ritiene sia necessario “superare i padri”

per implementare una produttività sostenibile (economica, ambientale e sociale)?

“I giovani imprenditori sono ben consapevoli a cosa hanno portato le scelte sbagliate fatte dai nostri padri (vedi la politica energetica, in particolare la scellerata scelta sul nucleare), e altresì le conseguenze dell’ideologia green che l’Europa ha perseguito senza senno. Per implementare una produttività che sia davvero sostenibile a tutti i livelli dobbiamo partire, penso, in particolare per la nostra Regione, da quattro macro tematiche: produzione di energia e accumulo di risorse idriche tramite costruzione di invasi; risoluzione dei problemi dovuti alle recenti alluvioni ripulendo e permettendo l’estrazione di inerti dai nostri fiumi; politiche familiari che permettano servizi capaci di trattenere talenti nelle nostre imprese e semplificazione normativa”.

Quali sono i suggerimenti che vuole dare ai suoi coetanei che iniziano adesso a fare impresa?

“Abbiate fame: fame di riscatto, fame di migliorare il contesto che vi sta intorno e delle persone che vi stanno intorno, fame di responsabilità, fame di conoscenza, fame di umiltà. Custodite e portate avanti

i valori che vi vengono trasmessi, perché sono il più grande patrimonio che si possa avere, e trasmettetelo con passione e amore ai vostri collaboratori. Vedrete che così, nonostante le difficoltà, le soddisfazioni saranno più dolci e i problemi meno amari”.

Proviene da un’importante realtà del settore molitorio. Come intende agire per rafforzare il posizionamento di Molini e pastifici nella Regione, soprattutto nel difficile contesto attuale?

“Vorrei rispondere una provocazione: quanto caffè produce l’Italia? Nemmeno un chicco. Eppure siamo riconosciuti

nel globo come i miglior produttori di caffè al mondo. Nasciamo come un Paese trasformatore, e non possiamo competere nel mercato mondiale se non facendo questo in maniera eccellente esportando prodotti inimitabili, trasformando la miglior materia prima reperibile. Questo deve valere anche per la filiera cerealicola, che sconta anni di disinformazione tendenziosa, spesso falsa, fatta da alcuni negli interessi di pochi, e non a beneficio di un importante e strategico settore del nostro Paese. Per rafforzare e tutelare il nostro settore dobbiamo aver maggior dialogo tra tutti gli attori della filiera, dal campo allo scaffale, per cercare

LA FILIERA

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di aiutarci, e non di combatterci, avendo così anche più peso per accedere a bandi pubblici che premiano spesso settori e consorzi che hanno imparato a fare sistema”.

Comunicare vuol dire anche rafforzare l’identità di un settore. Quali sono i suoi progetti in tal senso?

“Dobbiamo impegnarci a rimanere informati, combattere il facile diffondersi di notizie e idee non corroborate da dati, a maggior ragione in una società che è ormai abituata a prendere per buono tutto quello che gli viene detto, perché pensare è troppo faticoso. Per far questo dobbiamo sempre di più, attraverso studi specifici di enti riconosciuti e affidabili, cercare di sostenere le nostre tesi con trasparenza, aprendo il più possibile le porte delle nostre imprese. Non c’è niente di più forte e penetrante del dare l’esempio facendo vedere come fai le cose a casa tua, con i vincoli imposti dal mercato e dalle normative che, vorrei ricordare, sono tra i più stringenti al mondo”.

Leonardo Figna, nella sede dell’Unione Parmense degli Industriali

Il mercato cerealicolo della Ue nella stagione 2025/26

The EU cereals market in the 2025/26 season

The 2025/26 cereal season in the European Union is marked by a notable increase in overall production, estimated at 279.2 million tons (+8.37% year-onyear), due to expanded winter crop areas and favorable yields in key countries like France, Romania, and Germany. Wheat production saw a significant rise (+14.7%), driven by strong harvests in several EU states, reducing the need for imports, especially in Spain and Italy. Barley output also increased by 7.1%, with promising export prospects, particularly to China and North Africa. Conversely, maize production declined by 2.3%, mainly due to reduced acreage and adverse weather in Eastern Europe. Imports of maize are expected to grow, especially in Italy, the Netherlands, and Ireland. Feed demand remains a key driver of the EU cereals market, while new tariff quotas on Ukrainian imports (Regulation EU 1132/2025) may reshape trade flows in the coming months.

INCREMENTO PER GRANO E ORZO, CONTRAZIONE PER IL MAIS

WHEAT AND BARLEY ON THE RISE, MAIZE IN DECLINE

La stagione cerealicola nell’Unione europea è stata caratterizzata da raccolti tendenzialmente soddisfacentiquesto unito alla maggiore superfice investita nelle colture invernali ha dato luogo a un sostanziale aumento della offerta. La produzione cerealicola della Ue dovrebbe essere pari a 279,235 milioni di tons (tutte le stime fonte: Usda - United State Agricultural Service) con un sostanziale aumento (+ 8,37%) rispetto ai 257,658 milioni di tons della passata stagione. La maggiore produzione è dovuta a un maggiore investimento colturale - si è passati da 48,9 milioni di Ha ai 49,2 milioni di Ha per la presente stagione. Si è inoltre registrato un sostanziale aumento delle rese soprattutto in Francia, Romania e Germania, paesi che della stagione 2024 avevano avuto una situazione meteo avversa. In Spagna durate questa stagione si sono avute condizioni di optimum produttivo che hanno portato il paese iberico a

IMPORT UE DI GRANO PIÙ BASSO RISPETTO ALLO SCORSO ANNO

un vero e proprio record produttivo. Condizioni positive alle raccolte si sono verificate anche in Italia e Bulgaria (in Polonia solo al termine della stagione culturale) mentre l’unico paese condizionato da una situazione avversa pare essere l’Ungheria.

Grano

Per quanto concerne il solo grano si nota un incremento delle produzioni, che vengono oggi stimate il 138,630 milioni di tons con un incremento del 14,69% rispetto ai 120,870 milioni di tons della stagione 2024. Si deve rammentare che l’annata 2024 fu particolarmente improvvida per paesi esportatori quali la Francia, la Romania, la Polonia e la Germania. Nella corrente stagione i raccolti sono stati più abbondanti oltre che in

Francia anche in Romania, Italia, Slovacchia e Spagna - stabili i raccolti polacchi, in calo quelli ungheresi. Per effetto della buona produzione europea l’import europeo di grano dovrebbe essere più basso rispetto allo scorso anno - paesi che la scorsa stagione furono grandi importatori, come la Spagna, quest’anno avranno minori esigenze per effetto dei propri buoni raccolti. Alcuni analisti azzardano

inoltre per l’Italia una domanda di grano duro leggermente inferiore rispetto al passato, dovuta a una minore richiesta dell’industria. L’export di grano della Ue è invece visto in aumento, anche se vi potrebbero essere delle difficolta sui mercati esteri dovute alla maggiore competizione con i grani ucraini (che non sono importati nella Ue per la reintroduzione delle quote doganali).

Grano Orzo Mais Segale Avena Sorgo Misti Superficie (Asse di destra)
Milioni di ettari
FIGURA 1 SUPERFICIE E PRODUZIONE DI CEREALI NELL’UE

La nuova generazione degli stoccaggi alimentari*

*Silos per lo stoccaggio di cereali, sfarinati e semilavorati destinati all’uso alimentare prodotti in base alle norme della Dichiarazione di Conformità per i M.O.C.A. (Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti).

La MOCA è una certificazione che garantisce il rispetto di requisiti obbligatori in tema di igiene alimentare dove i prodotti vengono realizzati rispettando il Regolamento (CE) 1935/2004 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 ottobre 2004.

STORAGE FEED SEEDS

DI CEREALI PER STATO MEMBRO DELL’UE (MILIONI DI TONNELLATE METRICHE)

Mais

Per il mais la produzione Ue è prevista in 58,1 milioni di tons, ovvero con un ribasso del 2,26% rispetto al 2024. La decrescita produttiva è dovuta sia alla riduzione delle superfici investite sia ad avverse condizioni meteo (siccità e ondate di calore - comuni durante la stagione soprattutto nel Sud Est continentale). In Romania, Ungheria, Slovacchia, Polonia e Bulgaria le ultime stime sono in riduzione rispetto a quanto pronosticato la scorsa primavera. Da notare che le ondate di caldo impensieriscono i produttori che tendono

a limitare le semine nell’anno successivo agli eventi estremi. Le importazioni di mais dovrebbero essere superiori soprattutto nei paesi classici importatori (Olanda, Italia, Portogallo e Irlanda).

Orzo

Per l’orzo la produzione Ue è prevista in 53,7 milioni di tons con un incremento del 7,1% rispetto all’annata precedente. Raccolti soddisfacenti si sono avuti in Spagna, Francia, Germania, Romania, Bulgaria, Ungheria e Italia. Nell’Europa centrale si sono invece avuti risultati spesso deludenti.

L’ITALIA DOVREBBE IMPORTARE PIÙ MAIS

Il consumo di orzo è previsto in aumento per la possibile maggiore competitività rispetto al mais. L’importazione dell’Unione dovrebbe essere marginale mentre la esportazione potrebbe essere promettente ed indirizzata dai francesi verso la Cina e dai tedeschi verso il Medio Oriente e il nord africa. In crescita le opportunità di esportazione per i rumeni.

Conclusioni

In generale la produzione cerealicola della Ue è molto legata all’allevamento: due terzi della produzione cerealicola Ue viene consumata come mangime. La domanda di cereali da parte del mercato mangimistico Ue si prevede potrà avere un certo aumento in Spagna, Francia, Romania e Ungheria. Il mercato cerealicolo sarà inoltre fortemente influenzato dall’aumento delle tariffe (Tariff rate quota - Trq) per le importazioni agricole dall’Ucraina. Il regolamento Ue 1132/2025 (5 giugno 2025) ha infatti reintrodotto le quote daziarie sui prodotti agricoli ucraini dopo che queste erano state annullate nel 2022.

Duccio Caccioni

Francia Spagna Germania Francia Polonia Romania Italia Bulgaria Danimarca Danimarca Altri
Campagna di commercializzazione 2021/22
Campagna di commercializzazione 2022/23
Campagna di commercializzazione 2023/24
Campagna di commercializzazione 2024/25
Previsione per la campagna 2025/26
FIGURA 2 PRODUZIONE

Pane e sostitutivi, a che punto siamo?

Bread and its substitutes: where do we stand?

Bread remains a staple food for many, but its traditional role is being redefined as consumers increasingly turn to alternatives like crackers, flatbreads, and protein-enriched or low-GI products. Changing dietary habits, growing health awareness, and a demand for variety have driven innovation in the baked goods market. Today’s consumers seek products that are digestible, high in fiber or protein, and made from simple, traceable ingredients. A notable example is the pinsa romana, which blends tradition and innovation with its light, high-hydration dough and long fermentation, gaining traction in both foodservice and retail. Sustainability also plays a key role, influencing packaging and production practices. The market is evolving toward healthconscious, functional, and convenient options, creating new opportunities in flour production, R&D, branding, and B2B training.

ANDAMENTO DEL MERCATO E PRINCIPALI TREND DI CONSUMO

MARKET TRENDS AND KEY CONSUMPTION PATTERNS

a cura della Redazione

Come noto, il pane è un alimento quotidiano per molti consumatori, ma oggi i suoi sostitutivi sono sempre più richiesti e gli scaffali si arricchiscono di una varietà di nuovi prodotti. Grissini, cracker, taralli, gallette, ma anche pinsa, tramezzini e focaccia stanno conquistando sempre più spazio. In breve, il tradizionale ruolo del pane sulle tavole italiane ed europee è stato progressivamente messo in discussione da nuove abitudini alimentari, da una crescente attenzione alla salute e da un mercato sempre più orientato alla diversificazione del prodotto. Così si osserva un graduale interesse per prodotti da forno alternativi, maggiormente digeribili, ricchi di fibre e proteine. A fare da apripista sono stati, inizialmente, il pane integrale, i grissini artigianali e le focacce regionali. Oggi, invece, la categoria dei cosiddetti “sostitutivi del pane” si è ampliata includendo una vasta gamma di referenze innovative: cracker con farine di legumi, flatbread ispirati a culture etniche (come naan, pita o tortillas), pane proteico per sportivi, pane a basso indice glicemico per diabetici e persino “cloud bread”, senza glutine e senza farina.

Tra nuovi formati e cambiamenti nelle abitudini di consumo

L’attenzione alla salute è ormai un pilastro nel settore alimentare: con l’aumento della consapevolezza dei consumatori riguardo agli effetti del cibo sulla salute, il pane si trasforma in un veicolo per ingredienti funzionali che offrono benefici specifici. Così, se le persone tra i 18 e i 35 anni sembrano preferire snack veloci e salutari, quelle tra i 35 e i 55 puntano a equilibrio tra gusto e salute consumando grissini, gallette, piadine ecc.; infine, gli over 55 continuano a prediligere tradizione e semplicità, ma anche digeribilità e leggerezza. Quanto scritto evidenzia quanto siano diversificati i consumi del

IL

A RINNOVARSI BEN RISPONDENDO ALLE NUOVE ESIGENZE

pane e dei sostituti, anche se accomunati dall’elemento “salute”. A ciò, poi va aggiunta l’attenzione degli italiani ai prodotti “sostenibili”, con una grande attenzione sull’uso del sacchetto in carta riciclata e sui macchinari per la produzione. La

sostenibilità del resto è un tema che ormai abbraccia l’intera collettività. Ma la di là di questo passaggio, i principali sostitutivi del pane sono rappresentati da panetti croccanti, crackers, pane bauletto, panini e grissini. Sono proprio le prime due referenze quelle che stanno registrando le performance migliori in termini di vendita a valore e a volume. In generale, come detto, la tendenza comunque è quella di preferire prodotti con benefici nutrizionali concreti, ingredienti semplici e tracciabili; inoltre, le nuove abitudini alimentari spingono verso una maggiore attenzione all’apporto calorico e alla digeribilità e quindi verso prodotti realizzati con farine

integrali, semi e a basso indice glicemico. Da non sottovalutare infine la domanda di prodotti a ridotto contenuti di sale e free from e con lunghe lievitazioni; ad alto contenuto di fibre; con “superfood” e ingredienti ricchi di antiossidanti (curcuma, semi di Chia, quinoa stanno diventando protagonisti nei mix di panificazione, non solo per il loro valore nutrizionale ma anche per il loro apporto estetico e aromatico). E ancora, prodotti ad alto contenuto proteico grazie all’inclusione di proteine vegetali, come quelle del pisello, della soia o della canapa. Ma la nuova frontiera del benessere passa attraverso pani fermentati naturalmente o arricchiti con ingredienti che favoriscono la flora intestinale, nonché con probiotici e probiotici. Questi ingredienti non solo migliorano il profilo nutrizionale del pane, ma creano anche nuove opportunità di marketing per differenziarsi nel mercato.

Se il “contenuto” è fondamentale, altrettanto lo è il “contenitore”: il formato risulta così un altro elemento fondamentale. Crescendo infatti la soluzione ready-toeat è importante garantire soluzioni pratiche e adeguate agli stili di vita dei consumatori. Nonostante tutto, quale che sia la dimensione o il formato, la caratteristica principale resta sempre una: i consumatori chiedono sempre più referenze in linea con la salute e che abbiano un impatto positivo sulla dieta. Ed è anche per questo che quasi tutte le aziende stanno modificando le referenze, impostandole su questa direzione.

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Focus sulla pinsa romana

In questo contesto di trasformazione emerge con particolare forza un prodotto che ha saputo coniugare innovazione tecnologica e appeal gastronomico: la pinsa romana. Da reinterpretazione di una ricetta antica, la pinsa si è trasformata in un vero e proprio fenomeno industriale e commerciale, capace di attirare l’interesse non solo del consumatore medio attento alla leggerezza, ma anche di ristoratori, franchising e format gourmet alla ricerca di nuove soluzioni ad alto valore percepito. La pinsa romana si distingue tecnicamente da pizza e pane tradizionale per alcune caratteristiche fondamentali del suo impasto: l’utilizzo di un mix di farine (frumento, riso e soia), un’idratazione molto elevata (fino all’80%) e una lievitazione lunga, spesso superiore alle 48 ore. Questa struttura consente di ottenere un prodotto estremamente leggero, alveolato, croccante fuori ma soffice dentro, altamente digeribile e con una shelf-life più interessante per l’industria della ristorazione. Proprio questa combinazione tra resa organolettica e stabilità ha portato alla diffusione su larga scala della pinsa pre-cotta, distribuita come base da rigenerare, molto utilizzata in pizzerie, bistrot, locali take-away e, sempre di più, in Gdo. In termini economici, la pinsa presenta margini molto più alti rispetto al pane tradizionale o anche alla pizza: il costo di produzione è più elevato, ma il valore di vendita al consumatore finale è nettamente superiore. Mentre un pane comune può vendersi a 2-3 euro al chilo, una porzione di pinsa (di circa 300 grammi) in un contesto ristorativo viene facilmente proposta tra gli 8 e i 12 euro. Questa marginalità, unita alla versatilità del prodotto - che si presta a infinite farciture, sia salate che dolci - ha reso la pinsa una delle scelte privilegiate nei menù di pizzerie moderne e format fast casual, soprattutto in Italia, Francia, Germania e Usa.

Le aziende produttrici, da artigianali a semi-industriali, hanno saputo intercettare la domanda con soluzioni pronte all’uso, surgelate o fresche, adatte a tutti i livelli della ristorazione. Il successo della pinsa non si deve solo alla sua bontà o alle sue proprietà tecniche, ma anche a una capacità di racconto e posizionamento che ha

IL FORMATO RISULTA

UN ALTRO ELEMENTO

saputo valorizzare il prodotto come “sano ma goloso”, “tradizionale ma innovativo”, “italiano ma contemporaneo”. Il consumatore oggi cerca prodotti che abbiano una storia da raccontare, e la pinsa romana - pur essendo una creazione moderna - si propone come erede ideale di impasti rustici e leggeri dell’antica Roma, reinterpretati con tecnologie moderne e fermentazioni più controllate. Questo storytelling ha funzionato molto bene soprattutto nel mondo del franchising e dell’export, dove la pinsa si è affermata come alternativa gourmet alla pizza, con un’identità ben definita. Non a caso, molti ristoratori scelgono di dedicare alla pinsa un’intera sezione del menù o, in alcuni casi, di costruire concept interamente focalizzati su di essa. Il vantaggio competitivo è chiaro: un prodotto che offre alta qualità percepita, facilità di gestione (grazie alle basi già pronte), adattabilità stagionale e dietetica (varianti vegetariane, proteiche, senza lattosio ecc.), e che consente di differenziarsi in un mercato saturo di proposte. Il successo commerciale della pinsa romana e, più in generale, dei sostitutivi innovativi del pane, apre scenari di grande interesse anche per un segmento spesso trascurato dell’industria agroalimentare: quello dei produttori di farine. La tendenza è ormai chiara: il

mercato non cerca più farine generiche “tipo 00”, ma miscele funzionali, ad alto contenuto di fibre, proteine o con specifiche proprietà tecnologiche (elevata idratazione, maggiore elasticità, ridotto contenuto di glutine ecc.).

Investimenti e conclusioni

Dal punto di vista degli investimenti, si profilano almeno tre grandi aree di opportunità. La prima riguarda la ricerca e sviluppo di blend innovativi, magari brevettabili, da proporre come standard di riferimento per la preparazione della pinsa. Chi riuscirà a codificare una miscela versatile, stabile e sostenibile potrà ambire a posizionarsi come fornitore privilegiato di catene, franchising o grandi produttori di basi precotte. La seconda area strategica è quella della comunicazione e branding: oggi più che mai, anche una farina ha bisogno di una storia, di un’identità e di un valore percepito. Infine, la terza opportunità è quella della formazione e servizio B2B: affiancare i clienti (panificatori, ristoratori, pizzaioli) con corsi, ricettari, consulenza tecnica su come usare le miscele, crea fidelizzazione e apre a rapporti commerciali duraturi. Guardando al futuro, i trend principali che guideranno il mercato sono chiari: salutismo, digeribilità, sostenibilità e regionalità rivisitata. La pinsa si inserisce perfettamente in questo quadro, ma non è l’unico prodotto su cui puntare. In un settore maturo come quello della panificazione, l’innovazione passa da prodotti funzionali, ben posizionati e facilmente replicabili in scala.

La redazione

La “Festa dei Granai” 2025 di Molino Dallagiovanna

The “Festa dei Granai” 2025 by Molino Dallagiovanna

The 2025 edition of the “Festa dei Granai” hosted by Molino Dallagiovanna concluded with the final of the Pastry Bit Competition, celebrating excellence in Italian pastry. The winner, Antonio Costagliola from Bacoli (Naples), earned the title of Dallagiovanna Pastry Ambassador 2026/2027 with a chocolate panettone made using live sourdough and no injected creams - a challenge that tested technical skill and creativity. Costagliola, who trained at CAST Alimenti and worked in prestigious pastry kitchens, recently opened his own shop, “Pasticceria Guantiera.” His victory was described as a tribute to those who believed in his journey. The event also honored grain producers with the “Chicco d’Oro” award and featured a special prize from Callebaut Chocolate Academy for Best Chocolate Panettone, awarded to Giorgio Derme.

IL PASTICCIERE CAMPANO

ANTONIO COSTAGLIOLA

VINCE IL PASTRY AMBASSADOR 2026

CAMPANIAN PASTRY CHEF

ANTONIO COSTAGLIOLA WINS

PASTRY AMBASSADOR 2026

Si è conclusa con una serata ricca di emozioni e grande partecipazione la finale della seconda edizione della Pastry Bit Competition, tenutasi il 13 settembre presso la sede di Molino Dallagiovanna a Gragnano Trebbiense, in occasione della tradizionale Festa dei Granai. A conquistare il titolo di Dallagiovanna Pastry Ambassador 2026/2027 è stato Antonio Costagliola, giovane pasticcere di Bacoli (Napoli), che ha trionfato nella sfida sul panettone con impasto al cioccolato, a cura della

Redazione

da realizzare con lievito madre vivo e senza creme siringate. Una sfida che ha messo alla prova sensibilità tecnica, rigore e capacità interpretativa dei nove finalisti provenienti da tutta Italia, selezionati nel corso di un lungo percorso iniziato mesi fa con le tappe regionali e culminato nella finalissima.

La Pastry Bit Competition

Organizzata da Molino Dallagiovanna con la collaborazione del maestro Leonardo Di Carlo, la Pastry Bit Competition

ha confermato ancora una volta la sua vocazione nel promuovere la cultura dell’alta pasticceria italiana. Vincitore della competizione, Antonio Costagliola ha convinto la giuria con un panettone che ha saputo combinare gusto, equilibrio e grande padronanza tecnica. Dopo anni di formazione e lavoro in laboratori d’eccellenza e hotel prestigiosi - da Monte di Procida a Capri, da Ischia a Brescia - e un percorso di studio presso CAST Alimenti, oltre all’esperienza nella pasticceria del Maestro Massari, Costagliola ha scelto di tornare nella sua terra per aprire nel 2023 la

LA COMPETIZIONE PROMUOVE

LA CULTURA DELL’ALTA PASTICCERIA ITALIANA

Pasticceria Guantiera, a Bacoli, dove ogni giorno lavora con passione i lievitati, suo grande amore. “Come ho potuto dire fin dall’inizio di quest’avventura, al momento

Il momento della vittoria per Antonio Costagliola
I finalisti della Pastry Bit Competititon

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CON IL PREMIO “CHICCO D’ORO” SI VALORIZZA

IL LAVORO DEI PRODUTTORI DI GRANI DI QUALITÀ

delle iscrizioni, per me la pasticceria è l’occasione per rendere fiere le persone che hanno creduto in me all’inizio del percorso”, ha dichiarato visibilmente emozionato dopo la proclamazione.

Il legame di Molino

Dallagiovanna con la “Wheat Valley”

Nel corso della Festa dei Granai è stato anche conferito il premio “Chicco d’Oro”, un riconoscimento voluto da Molino Dallagiovanna per valorizzare il lavoro degli agricoltori che si sono distinti nella produzione di grani di qualità. Per il grano biscottiero è stato premiato Fabio Azzali, per il grano panificabile l’Azienda Agricola Casa di Ferro, per il grano di forza Giorgio Ferrari, mentre per la categoria grano Taylor il riconoscimento è andato a Roberto Scrocchi. Un tributo simbolico che conferma l’impegno del Molino nella promozione della filiera agricola italiana e nella selezione di materie prime di eccellenza. È stato inoltre assegnato a Giorgio Derme il premio speciale “Miglior Panettone al Cioccolato”, conferito dalla Callebaut Chocolate Academy, partner della competizione, come riconoscimento per la straordinaria

abilità nell’utilizzo e nella valorizzazione del cioccolato all’interno della ricetta. La serata ha visto anche il coinvolgimento dei partner dell’evento: Gambero Rosso, media partner ufficiale e riferimento dell’informazione enogastronomica italiana; Zanolli Forni, sponsor tecnico e realtà leader nella produzione di forni e macchine per pasticcerie, panifici e pizzerie; e RDS 100% Grandi Successi, Official Radio della competizione, che ha accompagnato la finale con un DJ set esclusivo, offrendo momenti di intrattenimento e musica in linea con

lo spirito festoso dell’evento. Con la proclamazione di Antonio Costagliola come nuovo Dallagiovanna Pastry Ambassador 2026/2027 si chiude una seconda edizione della Pastry Bit Competition che ha saputo coinvolgere, ispirare e valorizzare il meglio della pasticceria italiana, unendo tradizione, tecnica e visione. Per i prossimi due anni, sarà lui il volto del Molino nel mondo, ambasciatore di un mestiere che è cultura, passione e arte.

La redazione

Il Premio “Chicco D’Oro 2025” per il grano panificabile assegnato all’Azienda Agricola Casa di Ferro
Da sinistra, Andrea Mainardi, Antonio Costagliola, Sabrina Dallagiovanna, Mattia Masala e Daniele Persegani
Il premio della Pastry Bit Competition baciato da Antonio Costagliola

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Conserve® Grain: la nuova frontiera nella protezione dei cereali stoccati

Negli ultimi anni, nel settore della conservazione delle granaglie, si era registrato un sostanziale stallo nell’introduzione di nuove soluzioni efficaci contro gli insetti delle derrate. Un vuoto che, nonostante l’impegno costante della ricerca, ha lasciato agli operatori poche alternative realmente innovative. Oggi, grazie a un lungo e complesso iter di registrazione, Newpharm® è orgogliosa di presentare al mercato cerealicolo Conserve® Grain, l’unico insetticida fitosanitario a base di Spinosad registrato in italia, Europa e nel mondo per la protezione dei cereali stoccati agevolando tutti gli scambi commerciali mondiali di cereali o prodotti trasformati.

L’impatto degli infestanti

nello stoccaggio dei cereali

Durante lo stoccaggio, i cereali sono minacciati sia da insetti primari - in grado di penetrare la cariosside fino all’endosperma - sia da insetti secondari, che sfruttano i danni provocati dai primi per insediarsi e proliferare. Questi attacchi si traducono in elevate perdite quantitative che possono arrivare fino a un 50% della massa, e in conseguenti possibili perdite qualitative ingenti (es. alterazione delle caratteristiche organolettiche, rilascio di allergeni ecc.). Conserve® Grain interviene con un’azione rapida e mirata, efficace già alle prime ore dall’applicazione, e offre una protezione di lunga durata.

Lo Spinosad: un bioinsetticida ad alte prestazioni

Il principio attivo di Conserve® Grain è lo Spinosad, sostanza naturale ottenuta dalla fermentazione del batterio Saccharopolyspora spinosa, naturalmente presente nel suolo. Composto principalmente da

Spinosina A (85%) e Spinosina D, lo Spinosad agisce sul sistema nervoso degli insetti interferendo con i recettori dell’acetilcolina e del GABA, portando alla loro rapida eliminazione. Il profilo tossicologico favorevole nei riguardi dei mammiferi, unito all’origine naturale, fa dello spinosad un bio-insetticida ideale sia per il circuito convenzionale sia per quello biologico, eliminando il rischio di contaminazioni crociate e semplificando la gestione logistica.

Efficacia comprovata

I risultati ottenuti in laboratorio e in prove reali di campo confermano l’elevata performance di Conserve® Grain. Il prodotto assicura una mortalità del 100% già alla dose di 1 ppm contro coleotteri come Rhyzopertha dominica e Sitophilus spp. e contro lepidotteri come Plodia interpunctella, mostrando inoltre un’azione efficace anche nei confronti dei Psocidi spp. La protezione garantita sulle cariossidi trattate si mantiene per un lungo periodo. L’efficacia è ottimale quando il cereale è pulito e ben ventilato; in caso di presenza di infestanti secondari, si raccomanda una pre-pulitura accurata per eliminare detriti e frammenti di granella che potrebbero ridurre la copertura del trattamento.

Flessibilità d’uso

Conserve® Grain è pensato per essere applicato in modo preventivo, al momento dell’ingresso del cereale in stoccaggio. Al fine di ridurre i fenomeni di deriva e di ottenere una corretta distribuzione del prodotto, CONSERVE® GRAIN viene applicato con un sistema di nebulizzazione in condotti chiusi, nel punto di caduta della derrata, alla base oppure alla sommità dell’elevatore. L’applicazione tramite

nebulizzazione avviene nella dose di 4 L di prodotto in 6 L d’acqua per trattare 100 tonnellate di cereali. In alternativa l’applicazione può avvenire con un irroratore convenzionale utilizzando 4 L in 70-200 L d’acqua per 100 tonnellate.

Un investimento sicuro

L’introduzione di Conserve® Grain segna un passaggio significativo nella protezione dei cereali stoccati, coniugando efficacia insetticida, lungo periodo di protezione e profili di sicurezza in linea con le esigenze attuali del settore molitorio e dello stoccaggio. Con Conserve® Grain, Newpharm® consolida il proprio ruolo di partner tecnologico per una filiera cerealicola più sicura, efficiente e sostenibile. Con 25 anni di esperienza nella protezione delle derrate e nella difesa fitosanitaria, Newpharm® conferma la propria vocazione all’innovazione, offrendo agli operatori uno strumento in più per affrontare con successo la sfida della conservazione delle granaglie.

Trattamento ad alte temperature contro gli infestanti delle derrate alimentari

Le infestazioni da insetti delle derrate alimentari rappresentano, per chi quotidianamente lavora materie prime come cereali, farine e derivati, una seria minaccia. Questi prodotti, per loro natura, attirano infestanti che trovano condizioni ideali per proliferare all’interno di stabilimenti, aree di confezionamento e magazzini, mettendo a rischio igiene, sicurezza e continuità produttiva. Secondo recenti rilevazioni, il 60% delle aziende alimentari ha subito perdite annue fino al 9% del fatturato a causa della presenza di questi infestanti1. Allo stesso tempo, le normative alimentari stanno progressivamente

limitando l’uso di pesticidi e veleni. Di conseguenza, in un contesto sempre più regolamentato, dove vigono protocolli come l’Haccp, cresce la necessità di soluzioni alternative. Oggi più che mai, quindi, le aziende agroalimentari cercano metodi che garantiscano sicurezza e igiene, senza compromettere la qualità dei prodotti.

In risposta a queste esigenze, Rentokilazienda specializzata nella gestione degli infestanti del gruppo Rentokil Initial, attiva da 100 anni come leader in servizi di disinfestazione e derattizzazione per aziende e privati - propone un’alternativa responsabile ai tradizionali

metodi di disinfestazione chimica: il trattamento ad alte temperature. Un sistema che porta progressivamente l’ambiente a una temperatura tra i 45 °C e i 58 °C, eliminando infestanti in tutti gli stadi vitali (uova, larve, pupe e adulti), senza l’impiego di sostanze nocive. “Questo trattamento è la soluzione ideale per stabilimenti di produzione agroalimentare, mulini, silos, pastifici e magazzini. L’azione delle alte temperature, infatti, permette di raggiungere anche gli infestanti annidati negli angoli più remoti. Il trattamento viene eseguito in modo ecologico, senza l’uso di sostanze nocive e prodotti chimici, pertanto i locali

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trattati possono essere immediatamente utilizzabili dopo l’intervento” - afferma Cristian Cavalletto, Business Unit Pest Control Director di Rentokil Initial Italia. “Inoltre, questo trattamento contribuisce al miglioramento dell’igiene generale degli impianti, alla decontaminazione dell’aria e delle superfici e alla prevenzione di future infestazioni, con un impatto ambientale minimo” - conclude. Esistono numerose specie di infestanti

delle derrate, tra questi: coleotteri e punteruoli, lepidotteri e acari, che possono svilupparsi velocemente arrivando a deporre fino a 400 uova nel corso della loro

vita. Prediligono locali di produzione, confezionamento e magazzini annidandosi tra angoli e anfratti, bocchette delle condutture, nastri trasportatori, materiali e impianti in disuso e recipienti con prodotti di scarto. Vivono e si riproducono sopra o all’interno del cibo, contaminando sia il prodotto sia l’area di stoccaggio. Costituiscono quindi un rischio elevato per alimenti essiccati e conservati, tra cui frutta secca, cereali, pasta, farina, formaggi, carne conservata e persino materiali come pelle e lana.

Il protocollo Rentokil, inizia con un sopralluogo tecnico approfondito, volto a individuare le aree critiche e definire una strategia d’intervento mirata per ogni cliente. A seguire, viene effettuato il trattamento ad alte temperature, per debellare le infestazioni in modo ecologico. In un settore dove la qualità del prodotto finale inizia dalla pulizia degli impianti e dalla sicurezza delle materie prime, dotarsi di soluzioni innovative e rispettose dell’ambiente rappresenta una scelta fondamentale. È tuttavia la proattività a fare la differenza: affidarsi a un partner esperto come Rentokil è la chiave per minimizzare il rischio di infestazione e l’impatto sul business. Maggiori informazioni sui trattamenti ad alte temperature sono disponibili sul sito: https://www.rentokil.com/it/

(1) Business Impact of Pests Report, 2015. Ricerca commissionata da Rentokil Initial e condotta da Opinion Matters in collaborazione con il Centre of Economics and Business Research (CEBR).

Cristian Cavalletto, Business Unit Pest Control Director di Rentokil Initial Italia

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4/6 novembre 2025

DUBAI (EMIRATI ARABI UNITI)

GULFOOD MANUFACTURING

Salone dell’industria alimentare www.gulfoodmanufacturing.com

7/10 novembre 2025 ATENE (GRECIA) FOODTECH

Salone dell’industria alimentare www.foodtech.gr

19/20 novembre 2025 LAGOS (NIGERIA)

GRAINS AFRICA NIGERIA 2025

Fiera internazionale su cereali e tecnologia www.mxmexhibitions.com/grainsafricanigeria

25/27 novembre 2025 NORIMBERGA (GERMANIA) SPS

Salone dell’alimentazione www.sps-exhibition.com

9/11 dicembre 2025

DUBAI (EMIRATI ARABI UNITI)

GRAINS WORLD CONFERENCE & EXPO 2025

Conferenza mondiale sui cereali ed Expo 2025 www.grainsworld.icfa.org

14/15 gennaio 2026 BOLOGNA

MARCA BY BOLOGNA FIERE

Mostra-convegno sulla marca commerciale www.marca.bolognafiere.it

16/20 gennaio 2026 RIMINI SIGEP

Salone di pasticceria, gelateria, panificazione e caffè www.sigep.it

TECNOLOGIE PER LO STOCCAGGIO

Technobins è specializzata dal 1995 nel settore dell’impiantistica per lo stoccaggio di prodotti granulari e polverulenti in generale e in particolare:

• Cereali e legumi

• Farina e semola

• Pasta

• Mangimi

Technobins può realizzare tutti i tipi di silos metallici, e opera per la sola fornitura di silos e strutture in acciaio o per l’impianto chiavi in mano completo di meccanizzazione ed automazione elettrica.

Technobins ha una lunga esperienza nella fornitura di celle integrate in edifici industriali comprensivi di struttura di sostegno, sovrastruttura e rivestimento con copertura.

Technobins srl Via R. Cartesio, 2 42122 Reggio Emilia ITALY

Tel: +39-0522-943002

Email: info@technobins.it www.technobins.it

Molinid’Italia

MODALITÀ DI ACQUISTO:

• Online su www.moliniditalia.it

L’informazione professionale specializzata per:

✓ gli imprenditori, gli operatori e i tecnici della prima e seconda trasformazione dei cereali

✓ i produttori di farine e semole

✓ gli esperti della panificazione e del dolce

✓ i produttori di pasta

✓ gli esperti della mangimistica

✓ i costruttori di macchine e impianti

✓ i tecnici alimentari

✓ i fornitori di materie prime

✓ i ricercatori

✓ i tecnici di laboratorio

ABBONAMENTO ITALIA € 45,00

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• Compilando e inviando a dir@avenue-media.eu il seguente coupon

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ABBONAMENTO ANNUALE

(11 numeri)

Molini

d’Italia

Proprietario: Italmopa

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RIVISTA ITALIANA PER L’INDUSTRIA MOLITORIA

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