di Marco Benedetti ...........................................................................
RUBRICHE
Evoluzione normativa di Celsino Govoni ..............................................................................
Biologia ed Etologia di Massimo Bariselli ..........................................................................
ARTICOLI
Intervista
Golf, ambiente e biodiversità di Lorenzo Bellei Mussini ..................................................................
Pest management
Zanzare e campi da golf: un connubio problematico di Claudio Venturelli .........................................................................
Eco-narrazione I ragni nei prati di Gianumberto Accinelli ..................................................................
Speciale PestMed 2026
PestMed Expo 2026: il presente e il futuro del Pest management s’incontra a Bologna di Davide Di Domenico .....................................................................
ANNO 4 • Numero 2
LUGLIO-DICEMBRE 2025
Iscritto al n. 8578 r.st. in data 16/03/2022 sul registro stampa periodica del tribunale di Bologna
Gli autori sono pienamente responsabili degli articoli pubblicati che la Redazione ha vagliato e il Comitato Scientifico ha analizzato garantendone la validità tecnico scientifica. Ciò nonostante, errori, inesattezze e omissioni sono sempre possibili. Avenue media, pertanto, declina ogni responsabilità per errori e omissioni eventualmente presenti nelle pagine della rivista.
Verso PestMed 2026
Un settore in prima linea per la salute, la sicurezza
e il futuro del Paese
PestMed 2026 si conferma come il luogo privilegiato di incontro, confronto e crescita per tutto il comparto del Pest management. Non una semplice fiera, ma un laboratorio di idee e di strategie per affrontare le nuove sfide che riguardano la salute pubblica, l’economia e la sostenibilità. Quest’anno, per la prima volta, il nostro percorso si intreccia con quello di sport e salute, per sottolineare quanto sia fondamentale che le strutture sportive - dai grandi impianti fino alle palestre di quartiere - rispondano ai più elevati criteri di sicurezza sanitaria. Lo sport è salute, ma può esserlo solo se svolto in ambienti sicuri, monitorati e tutelati dai rischi legati a infestazioni, cattiva igiene o inadeguata gestione. Altro comparto strategico è quello della ristorazione, che vede il contributo di A.N.I.R. per garantire standard sempre più elevati di qualità e sicurezza alimentare, senza dimenticare la centralità del turismo e dei beni culturali, patrimoni da proteggere anche attraverso strumenti innovativi. In questo senso, è significativo ricordare la nostra richiesta al Ministero della Salute di prorogare l’impiego in
deroga dei sistemi di contenimento alle termiti, per assicurare la tutela delle strutture storiche e artistiche del Paese. Parallelamente, A.N.I.D. continua a presidiare i tavoli istituzionali su più fronti:
• con il Ministero delle Infrastrutture, per affrontare il tema cruciale della revisione dei prezzi contrattuali nei servizi;
• con il Ministero del Made in Italy, per ottenere il riconoscimento giuridico del Pest Control Operator e la revisione del DM 274/97, normativa ormai datata e non più rispondente alla realtà operativa e alle esigenze del settore. Certo è che i tempi della politica non sono sempre equiparati ai nostri, prendiamo comunque atto, con soddisfazione che, la nostra incessante richiesta è stata accolta;
• presenza al tavolo tecnico del Comune di Roma, revisione Ordinanza zanzara;
• Camera dei Deputati: membro del tavolo tecnico interparlamentare “Ambiente-Salute-OneHealth”. A questi impegni si affianca un richiamo forte e chiaro: il rischio di un uso improprio dei DPI da parte degli operatori, che non può e non deve essere sottovalutato. La protezione individuale è un pilastro della sicurezza sul lavoro e della responsabilità professionale, ma va gestita con consapevolezza, formazione e rigore. Un aspetto fondamentale che sarà trattato riguarda il corretto messaggio, deontologico e professionale delle operazioni di disinfestazione, troppo spesso vediamo delle operazioni poco attente all’ambiente, e soprattutto il personale privo dei dispositivi di protezione, questo è inammissibile. Nell’era digitale le immagini restano e hanno un peso, non vogliamo che per colpa di pochi, un intero settore possa essere denigrato. Un impegno che va oltre la tecnica: è
di Marco Benedetti Presidente A.N.I.D.
una responsabilità sociale. In questa prospettiva, il Consiglio Direttivo sta portando avanti, con impegno e sacrificio, una serie di azioni concrete che toccano diversi ambiti strategici. Stiamo rivedendo in profondità i percorsi formativi, rendendoli sempre più aderenti alle reali necessità delle imprese e alle richieste che arrivano dalle istituzioni. Parallelamente, stiamo rafforzando la nostra presenza sul territorio, con incontri mirati che ci permettono di ascoltare e comprendere da vicino le istanze regionali, per trasformarle in proposte operative e condivise. Ma soprattutto, stiamo costruendo una rete solida e riservata di conoscenze tecniche e scientifiche, un patrimonio esclusivo per i nostri associati, che rappresenta uno dei veri valori aggiunti dell’appartenenza alla nostra Associazione. A questo si aggiunge un importante accordo con una primaria azienda italiana, che ci consentirà di rispondere a una delle esigenze più sentite del momento: trovare personale qualificato e offrire alle imprese stru -
menti concreti per crescere. Grazie a questa sinergia, i nostri associati potranno accedere a percorsi virtuosi di formazione, a opportunità legate al credito d’imposta per l’innovazione e l’acquisto di attrezzature, all’intelligenza artificiale e a molte altre iniziative che metteremo in campo progressivamente. Tutto questo viene portato avanti senza tornaconti personali, ma con la sola volontà di far crescere il settore e dare dignità a una professione troppo spesso sottovalutata. Ogni membro del Consiglio, dedica tempo, energie e competenze in modo totalmente volontario, affrontando le difficoltà, i tempi lunghi della politica e, talvolta, anche le critiche di chi preferisce guardare piuttosto che costruire. Eppure, è proprio nei momenti di maggiore difficoltà che emerge il valore di chi crede davvero nel futuro di questa categoria. Noi andiamo avanti, con la stessa determinazione di sempre, consapevoli che il cambiamento non si subisce: si guida. PestMed 2026 sarà dunque l’occasione per ribadire che il Pest
management non è un settore ancillare, ma un attore centrale nelle politiche di prevenzione, salute pubblica e valorizzazione del Made in Italy. Un comparto che, con professionalità e competenza, lavora ogni giorno per garantire ambienti sani in ogni contesto: dalle scuole agli ospedali, dai ristoranti agli stadi, dai luoghi di lavoro ai siti culturali. Ecco perché PestMed 2026 non è un appuntamento come gli altri. È il nostro momento di unità e di visione, il luogo dove dimostrare che il pest management non è un “servizio ancillare”, ma una colonna portante del welfare sanitario e ambientale. PestMed 2026 ci aspetta. Facciamo sentire la nostra forza, la nostra competenza, la nostra responsabilità. Celebriamo insieme anche i 50 anni del CEPA, con la consapevolezza che siamo parte di una comunità professionale europea che guarda lontano. “Un settore che protegge senza farsi vedere è il più grande custode del futuro”.
Marco Benedetti
La nuova gestione del rischio chimico nei luoghi di lavoro alla luce del D.Lgs. 39/2016 e del D.Lgs. 135/2024
di Celsino Govoni1,2
1Gruppo tecnico interregionale per la sicurezza chimicaCoordinamento interregionale AREA prevenzione e sanità pubblica della commissione salute delle regioni e delle province autonome
2Dipartimento di sanità pubblica azienda USL di Modena
CVerso una nuova cultura della prevenzione: principi, strumenti e prospettive per la tutela della salute
on l’emanazione del decreto legislativo 15 febbraio 2016, n.39 (D.Lgs. 39/16) vengono implementati gli obblighi, ove richiamati e applicabili, del Regolamento (CE) N.1907/2006 (REACH) e del Regolamento (CE) N.1272/2008 (CLP) nel Titolo IX Capo I del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.81 (D.Lgs. 81/08). Questa parte del Testo Unico dedicato alla protezione dei lavoratori nell’impiego delle Sostanze Pericolose nei luoghi di lavoro rappresenta la modifica del decreto legislativo 2 febbraio 2002, n.25 (D.Lgs.
25/02), pubblicato nel Supplemento Ordinario n.40 alla Gazzetta Ufficiale n.57 del 8 marzo 2002 che costituisce di fatto il primo recepimento nel nostro ordinamento legislativo della direttiva 98/24/CE del Consiglio del 7 aprile 1998 che costituisce la quattordicesima direttiva particolare ai sensi dell’articolo 16, paragrafo 1, della direttiva 89/391/CEE del 12 giugno 1989. Con la recente emanazione del decreto legislativo 4 settembre 2024, n.135 non si considerano agenti chimici pericolosi per la salute le sostanze tossiche per la riproduzione di categoria 1A e 1B.
Le sostanze tossiche per la riproduzione di categoria 1A e 1B sono infatti ora equiparate alle sostanze cancerogene e mutagene della stessa categoria.
Attuale titolo IX capo I
D.Lgs. 81/08
Nel titolo delle sostanze pericolose il capo relativo alla “Protezione da Agenti Chimici”, rappresenta l’attuale normativa sociale quadro in materia di rischio da agenti chimici, inserita nel più ampio “Testo” in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Que -
sto testo legislativo determina nel nostro Paese i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza, derivanti dagli effetti degli agenti chimici presenti sul luogo di lavoro o che siano il risultato di ogni attività lavorativa che comporti la loro presenza. Questo testo è stato emanato per fornire una maggiore tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori esposti ai rischi provenienti dalla presenza o dagli effetti di agenti chimici presenti o impiegati in un luogo di lavoro. Ri -
sulta noto che la sua approvazione nell’aprile del 2008, dopo il lavoro incessante di alcuni mesi e un’accelerazione nel marzo di quello stesso anno, partì dal presupposto che bisognasse mantenersi in linea con i principi comuni europei e allo stesso tempo non provocare in alcun modo una attenuazione della Normativa previgente in materia di salute e di sicurezza negli ambienti di lavoro. Preme sottolineare che per il legislatore (Stato e Regioni all’unisono) l’obiettivo prioritario era quello di rafforzare gradual -
THE NEW MANAGEMENT OF CHEMICAL RISK IN WORKPLACES IN THE LIGHT OF LEGISLATIVE DECREES NO. 39/2016 AND NO. 135/2024
Towards a new culture of prevention: principles, tools, and perspectives for the protection of health
This article analyzes the evolution of chemical risk management in Italian workplaces following the implementation of Legislative Decrees 39/2016 and 135/2024, which integrate the REACH and CLP Regulations into the national safety framework. It reviews the current provisions of Title IX, Chapter I of Legislative Decree 81/2008, focusing on employer duties, risk assessment methods, and protective measures. The paper clarifies the distinction between “irrelevant health risk” and “low safety risk,” outlining their regulatory implications. Finally, it discusses how recent updates strengthen preventive strategies and encourage the substitution of hazardous substances to ensure a higher level of worker protection and sustainable safety standards.
mente i principi comuni, le disposizioni generali, le misure di tutela e gli obblighi di carattere generale contraddistinti nella gestione della prevenzione più rigorosa da applicare nei luoghi di lavoro. Se di questi aspetti ne stiamo parlando ancora oggi significa che non è stato ancora appreso e compreso come si applichi correttamente questa normativa.
Campo di applicazione
Il campo di applicazione risulta molto ampio perché considera gli agenti chimici presenti durante il lavoro a qualunque titolo (nell’impiego, nel deposito, nel trasporto, nella gestione dei rifiuti ecc.) o che a qualunque titolo derivino da un’attività lavorativa, quale risultato di un processo, sia desiderato sia no (ad esempio nell’attività di saldatura, nei processi di combustione, nelle sintesi chimiche, nello stampaggio a caldo di materie plastiche, nell’impiego di motori per autotrazione ecc.). Tutte le disposizioni, fatte salve le disposizioni specifiche, sono applicabili anche al trasporto di agenti chimici pe -
ricolosi, altresì definiti secondo la Normativa specifica come merci pericolose nell’ambito del trasporto internazionale per ferrovia, su strada, per via fluviale, marittima o aerea. Vengono esplicitamente escluse unicamente dal campo di applicazione le attività che comportano l’esposizione ad amianto. Infine, le disposizioni legislative si applicano a tutti gli agenti chimici pericolosi presenti sul luogo di lavoro, tranne i casi esplicitamente definiti e fatte salve le disposizioni contenute nella specifica Normativa relativamente alla sola protezione radiologica degli agenti chimici. Agli stessi però sono applicabili le disposizioni per tutti gli altri rischi per la salute e la sicurezza, anche se viene ritenuto che la protezione radiologica, in generale, risulti già ampiamente tutelante per gli aspetti di protezione della salute.
Valutazione del rischio chimico (da agenti chimici pericolosi)
La differenziazione fra il concetto di rischio chimico per la salute e il rischio chimico per la sicurezza dei lavoratori emerge chiaramente dove si fa esplicito riferimento al concetto di “rischio irrilevante per la salute” e “rischio basso per la sicurezza” e viene stabilito che quando il processo valutativo indichi il non superamento di tali soglie di ri -
schio, il datore di lavoro sia obbligato ad applicare le misure e i principi generali di prevenzione, nonché di tutte le altre norme di prevenzione e protezione e sia invece sollevato genericamente dall’applicazione di specifiche misure di tutela quali: la sorveglianza sanitaria, le cartelle sanitarie e di rischio, le misure specifiche di protezione e prevenzione e le disposizioni in caso di incidenti o di emergenza (Figura 1).
L’introduzione di queste due soglie è chiaramente in linea con la Direttiva 98/24/CE sia sotto aspetti tecnici, che scientifici e semantici.
Per questo motivo si ritiene ragionevole definire il rischio chimico irrilevante per la salute e il rischio chimico basso per la sicurezza, attraverso due soglie, una relativa alle proprietà pericolose tossicologiche (medio e lungo termine) e una, relativa alle proprietà pericolose chimiche, fisico-chimiche e tossicologiche (breve termine) degli agenti chimici; al di sotto di tali soglie il rischio, che viene generato da esposizioni lavorative anche in presenza di misure di protezione e prevenzione generali di tutela dei lavoratori, è dello stesso ordine di grandezza di quello della popolazione generale, la quale normalmente non impiega adeguate misure di gestione del rischio.
Il DdL dovrà quindi procedere “preliminarmente” all’identificazione di tutti gli agenti chimici utilizzati, stilando una lista completa di tutte le sostanze, le miscele e gli articoli (prodotti chimici) utilizzati a qualunque titolo in azienda. Si rammenta che nel campo di applicazione sono compresi gli agenti chimici di qualunque specie, anche
Figura 1
OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO NELL’IMPIEGO DEGLI AGENTI CHIMICI PERICOLOSI NEL LUOGO DI LAVORO
di origine naturale, purché dotati di caratteristiche di pericolosità. A titolo d’esempio potremmo citare i cereali, le farine di cereali, i mangimi, i minerali ecc., che possono generare polverosità con rischi per la salute (danni respiratori) e la sicurezza (atmosfere esplosive) dei lavoratori.
Per ognuno di questi deve essere poi associata la classificazione di pericolosità quando esistente o la sua autoclassificazione ovvero in assenza di questa deve essere identificato se l’agente chimico utilizzato, pur non essendo classificabile pericoloso secondo i criteri di classificazione esistenti nell’Unione Europea, possa comportare comunque un rischio per la salute e la sicurezza. Pur nel quadro di quanto riportato si individuano alcuni criteri di riferimento:
a) Valutazione del rischio per la salute dei lavoratori
1. Valutazione del rischio tossicologico mediante le misurazioni ambientali (attive, passive o automatiche).
Le misurazioni di confronto con i valori limite di esposizione professionale (IOELV, VLEP, DNEL
inalatorio) con la concentrazione delle sostanze presenti nell’aria dei luoghi di lavoro devono essere effettuate preferibilmente secondo le norme UNI-EN previste dalla Normativa in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; in particolare la UNI-EN 689:2019 fornisce una procedura per effettuare una valutazione dell’esposizione.
Rischio chimico: nuovi scenari normativi e operativi
2. Valutazione del rischio tossicologico mediante monitoraggio biologico.
Le misurazioni di confronto con i valori limite biologici (sostanze tal quali o loro metaboliti) vengono effettuate mediante monitoraggio biologico dei lavoratori valutando la concentrazione nei liquidi biologici di sostanze che rappresentano indicatori di dose,
di effetto e di suscettibilità in relazione a una determinata esposizione lavorativa.
3. Valutazioni senza l’ausilio di valori limite.
I modelli o gli algoritmi (relazioni matematiche/procedure di calcolo) per la valutazione del rischio chimico permettono, attraverso un giudizio sintetico finale, di inserire il risultato delle valutazioni in classi; risulta pertanto indispensabile, per l’applicazione di ogni modello, oltre alla conoscenza dettagliata, riferirsi alla specifica graduazione in esso contenuta. Nel caso delle micro e delle piccole imprese in particolare che si distinguono per una elevata variabilità delle mansioni lavorative degli addetti e dei relativi tempi di esposizione nonché delle modalità d’uso degli agenti chimici, gli algoritmi o i modelli di valutazione possono rappresentare uno strumento di particolare utilità nella valutazione del rischio. Risulta comunque consigliabile, nei casi dubbi, confermare il risultato dei modelli con una o alcune misurazioni dell’esposizione.
4. Valutazione dell’esposizione cutanea.
Nel campo della valutazione dell’esposizione cutanea da agenti chimici pericolosi per contatto con la pelle non sono attualmente disponibili valori limite di esposizione dermica mentre sono disponibili metodiche per la misurazione. Nel caso di valutazione dell’esposizione cutanea per classificare il rischio irrilevante per la salute sono possibili due vie (di diversa validità):
– senza misurazioni, attraverso modelli in cui ci si può classificare nel rischio irrilevante per la salute quando la valutazione porta a classi che devono comunque escludere il contatto o lo prevedono solo per casi sporadici o incidentali;
– con misurazioni, da utilizzare ogni qualvolta esistono dubbi sulla esposizione cutanea.
b) Valutazione del rischio per la sicurezza per i lavoratori
1. Valutazione del rischio incendio/ esplosione.
Per la classificazione al di sotto della soglia del rischio basso per
la sicurezza nel caso della valutazione di incendio si individuano i “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro” quale punto di riferimento. Nei criteri succitati vengono individuate tre classi di rischio di incendio: luoghi di lavoro a rischio di incendio elevato, medio e basso e, sono individuati, a titolo esemplificativo e non esaustivo, elenchi di attività che rientrano nelle attività a rischio di incendio medio ed elevato.
Dal REACH
al D.Lgs. 135/2024: cosa cambia
– Per tali attività si ritiene automatico classificare il rischio di incendio come superiore al rischio basso per la sicurezza.
– Per le attività non indicate si deve effettuare la valutazione del rischio incendio ed è possibile classificare al di sotto del -
la soglia del rischio basso per la sicurezza quelle attività per cui tali valutazioni hanno portato all’identificazione delle seguenti condizioni:
• sostanze a basso tasso di infiammabilità;
• condizioni locali e di esercizio con scarsa possibilità di sviluppo di principi d’incendio;
• probabilità di propagazione limitata in caso di eventuale incendio. Inoltre, possono essere di ausilio nella valutazione di incendio e/o esplosione e nella relativa classificazione in rischio non basso per la sicurezza, individuare luoghi di lavoro con presenza di atmosfere esplosive:
• L’applicazione del Titolo XI D.Lgs. 81/08 mediante l’attuazione delle previste norme CEI (CEI EN, EN) e delle relative guide che riguardano la classificazione dei luoghi pericolosi.
2. Valutazione del rischio tossicologico a breve termine.
Le misurazioni di confronto con i valori limite di esposizione professionale (IOELV, VLEP, DNEL inalatorio) devono tenere conto
della determinazione dell’esposizione lavorativa in riferimento a un tempo breve (15 minuti), mediante le modalità di campionamento e misurazione previste delle norme UNI-EN contenute nella Normativa. Tuttavia, per le sostanze impiegate in un breve periodo che siano Tossiche acute, Corrosive, STOT SE di categoria 1 e 2 e che non siano in possesso di un VLEP a breve termine (15 minuti) si consiglia, in qualsiasi condizione d’impiego, l’uso rigoroso dei dispositivi di protezione individuale individuati nella sottosezione 8.2 della SDS.
Documento specifico di valutazione del rischio chimico
A conclusione dell’elaborazione del documento specifico di valutazione del rischio chimico, questo sarà inserito nel documento generale della valutazione dei rischi di qualsiasi impresa in cui i lavoratori siano esposti ad agenti chimici pericolosi. Gli aspetti documentali minimi e idonei ad attestare l’avvenuta valutazione del rischio chimico possono essere identificati in:
• l’elenco con l’identificazione delle sostanze, delle miscele e degli articoli utilizzati e dei processi produttivi attuati in azienda (identificazione dei pericoli).
• I modelli e/o gli algoritmi di valutazione del rischio utilizzati. Queste indicazioni devono riportare l’individuazione dei parametri previsti dalla Normativa e il risultato conseguito relativamente alla giustificazione e al rischio superiore o inferiore alla soglia dell’irrilevante per salute e/o del basso per la sicurezza.
• Individuazione nominale di ogni lavoratore o gruppo similare d’esposizione (omogeneo) di lavoratori al quale è assegnato il rischio chimico distinto in rischio per la salute (ad es. assegnandogli la mansione) e in rischio per la sicurezza (ad es. assegnandogli oltre la mansione anche il reparto d’appartenenza).
• Le relazioni corrispondenti ai resoconti di prova delle misurazioni ambientali di esposizione eventualmente effettuate.
• Le principali misure generali di prevenzione e protezione attuate
(comprensive delle misure d’emergenza quando il rischio sia superiore alla soglia dell’irrilevante per salute e/o del basso per la sicurezza), con particolare riguardo alla:
– progettazione e organizzazione dei sistemi di lavorazione;
– fornitura di attrezzature idonee al lavoro e procedure per la manutenzione;
– predisposizione delle misure igieniche adottate.
• e nel caso di rischio superiore alla soglia dell’irrilevante per salute e/o del basso per la sicurezza:
– i risultati delle misurazioni periodiche (salute);
– progettazione e predisposizione delle misure specifiche di protezione collettiva (salute e sicurezza);
– disposizioni in caso di incidenti ed emergenze (salute e sicurezza);
– individuazione delle misure di protezione individuali compresi i DPI (salute e sicurezza);
– le relazioni del medico competente (salute) su:
# motivazioni riguardanti la periodicità, diversa dall’annuale, degli accertamenti sanitari da eseguire;
# risultati del monitoraggio biologico e della sorveglianza sanitaria, in forma anonima.
Inoltre, gli stabilimenti industriali che rientrano nel campo di applicazione della Normativa in materia di controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose oltre ad avere tutti gli obblighi delle altre imprese e l’organizzazione del Servizio di Prevenzione e Protezione, interno all’azienda, dovranno:
• individuare i rischi di incidenti rilevanti, integrando il documento di valutazione dei rischi e adottare le appropriate misure di sicurezza conseguenti;
• informare, formare, addestrare ed equipaggiare i lavoratori in accordo con le modalità con le quali i fabbricanti per le attività industriali a rischio rilevante devono procedere all’informazione, all’addestramento e all’equipaggiamento di coloro che lavorano in situ.
Conclusioni
La Direttiva Agenti Chimici (CAD) recepita nell’ordinamento legislativo nazionale con l’implementazione dell’applicazione dei Rego -
Verso una cultura della prevenzione consapevole
lamenti REACH e CLP mediante l’emanazione del D.Lgs. 39/2016 a seguito del recepimento della Direttiva (UE) 2014/27 confermano che prima di eseguire una valutazione approfondita del rischio da agenti chimici pericolosi per la salute e per la sicurezza si debbano rigorosamente osservare i principi e le misure generali di tutela dei lavoratori. Inoltre, il REACH aiuta a completare gli obiettivi di tutela della salute dei lavoratori in quanto è sempre più vivo lo sprone della ricerca e dello sviluppo dei processi per individuare sostanze sempre meno pericolose al fine di facilitare in via prioritaria la riduzione e l’eliminazione del pericolo alla fonte, sostituendo “ciò che è pericoloso con ciò che non lo è o lo è meno”. La Normativa prevede pertanto la coesistenza dei parametri individuati, che devono essere conosciu -
ti in maniera minuziosa, assieme alle misure di prevenzione e protezione sufficienti a ridurre il rischio. Pertanto l’obiettivo della Normativa in parola è quello di ridurre il rischio da agenti chimici pericolosi con misure di prevenzione e protezione di carattere generale fino a un livello tale per cui non è più necessario intervenire con un miglioramento, in quanto il livello di prevenzione e protezione raggiunto per il lavoratore esposto è ampiamente sufficiente e di conseguenza il suo rischio chimico è talmente limitato da essere considerato tale che il DdL non abbia più obblighi specifici di riduzione ulteriore del rischio.
Per le motivazioni succitate, al di sotto della soglia del rischio chimico irrilevante per la salute e del basso per la sicurezza dei lavoratori esposti ad agenti chimici pericolosi, il datore di lavoro non è obbligato a:
a) sostituire gli agenti chimici pericolosi o i processi con altri che non sono o sono meno pericolosi per la salute dei lavoratori;
b) progettare appropriati processi lavorativi, controlli tecnici e neanche impiegare attrezzature e materiali specifici;
c) adottare ulteriori e appropriate misure organizzative e di protezione collettive alla fonte del rischio;
d) adottare le misure di protezione individuali, compresi i dispositivi di protezione individuali;
e) adottare la sorveglianza sanitaria per i lavoratori esposti agli agenti chimici pericolosi per la salute;
f) mettere in atto le disposizioni in caso incidenti e di emergenze chimiche.
Celsino Govoni Bibliografia disponibile presso l’autore
Popilliajaponica e gli altri insetti dannosi ai tappeti erbosi
di Massimo Bariselli
Servizio fitosanitario
Emilia-Romagna
NGestione e lotta
egli ultimi anni il numero dei campi da golf è cresciuto esponenzialmente a seguito dell’aumento dell’interesse attorno a questo sport. Purtroppo, i tappeti erbosi, sia ornamentali sia sportivi, sono ecosistemi fragili con problematiche di sostenibilità ambientale e, in questo contesto gli insetti fitofagi rappresentano una delle principali minacce, perché compromettono estetica, funzionalità e sicurezza del manto erboso. L’aspetto estetico e la regolarità della superficie sono fondamentali per cui danni causati da insetti (buche, macchie, diradamenti), anche se di scarsa entità, compromettono non solo il gioco ma anche il valore economico e l’immagine del campo. I più pericolosi sono gli insetti terricoli (larve di coleotteri come Popillia japonica, Maggiolini,
Oziorrinchi, o di Tipule e Grillotalpa) che si nutrono delle radici e causano ingiallimento, riduzione della densità del tappeto ed estirpabilità delle zolle.
I danni
ai tappeti erbosi sono soprattutto in estate
Occasionalmente possono comparire anche problemi dovuti agli insetti che causano danni fogliari (cimici, afidi, cavallette) che possono portare a una perdita di uniformità del tappeto erboso e possono determinare danni estetici. Inoltre, gli attacchi degli insetti, possono indebolire le piante
aumentandone la suscettibilità alle malattie fungine e al calpestio.
Principali specie dannose
Popillia japonica. Questo scarabeide invasivo originario del Giappone attualmente ha una distribuzione limitata ma, ove è presente (un’ampia zona fra Lombardia e Piemonte con propaggini in Svizzera e in Emilia-Romagna), è estremamente dannoso per i tappeti erbosi. L’insetto compie una generazione all’anno e sverna come larva nel terreno. L’adulto, che è presente dai primi di giugno fino all’inizio di settembre, si nutre di foglie e fiori e causa danni a circa trecento specie arbustive e arboree fra cui soia, mais, rosa, nocciolo, drupacee e pomacee, vite, vite del Canada, tiglio, olmo ecc. I danni ai tappeti erbosi si verificano
soprattutto in estate e sono dovuti all’attività trofica delle voracissime larve che riducono il volume delle radici dei tappeti erbosi ma anche di numerose altre piante coltivate, spontanee e di vivaio, evitando di norma solo terreni secchi e costipati. Questo succede in un periodo in cui l’erba è già in stress, a causa di alte temperature, carenze idriche, dry spot o patologie fungine. Le larve di Popillia japonica causano avvizzimenti e ingiallimenti diffusi, con chiazze irregolari medio-grandi che, almeno inizialmente, possono essere confusi con i danni causati da malattie o da stress idrici. Il problema che le larve di Popillia japonica causano ai tappeti erbosi è duplice: il deterioramento diretto dell’erba che porta alla morte di ampie aree di tappeto erboso cui si aggiungono i danni provocati da uccelli e altri animali che, per cibarsi delle larve, scavano il terreno causando il sollevamento del cotico erboso. Tipule. Le tipule sono un gruppo di ditteri che conta oltre 1450 specie ampiamente diffuse in tutta Europa. Le specie più diffuse e dannose sono due: Tipula oleracea estremamente polifaga e Tipula paludosa che danneggia soprattutto prati e pascoli. Entrambe raggiungono dimensioni ragguardevoli anche 23-25 mm di lunghezza e hanno l’aspetto di grosse zanzare con una livrea grigio-nocciola, con evidenti bilancieri e ali strette e chiare con vene chiaramente visibili e lunghissime ed esili zampe. In Italia Tipula oleracea compie due generazioni all’anno mentre T. paludosa si sviluppa con una sola generazione per anno. Gli adulti della Tipula degli orti emergono dal suolo tra la fine dell’estate e l’autunno. Le femmine si accoppiano e depongono 200-300 uova. In una settimana nascono le larve che si nutrono delle radici di piante erbacee durante l’autunno. Le larve svernano nel terreno,
POPILLIA JAPONICA AND OTHER HARMFUL INSECTS AFFECTING TURFGRASS
Management and control
The rapid expansion of golf courses has increased the need for sustainable turf management, as turfgrass is highly vulnerable to insect pests. Soildwelling insects like Popillia japonica, crane flies ( Tipula spp.), and mole crickets (Gryllotalpa gryllotalpa) damage roots, causing turf thinning and deterioration, while foliage feeders impact aesthetics and playability. These infestations also attract birds and animals that worsen damage by foraging. Traditional chemical control is now limited due to environmental concerns. Modern strategies favor eco-friendly methods such as entomopathogenic nematodes, fungi, and beneficial insects, combined with proper turf care.
di solito nel terzo stadio di sviluppo e ricominciano a nutrirsi ad aprile, in primavera, quando il terreno inizia a riscaldarsi. In estate, a fine sviluppo, le larve si impupano sotto la superficie del suolo. La fase pupale dura circa due settimane. In campo la distribuzione delle popolazioni non è omogenea per cui il danno spesso si manifesta a macchie all’interno degli appezzamenti. Inoltre, al danno diretto, spesso si aggiunge anche un danno secondario che deriva da uccelli e roditori che scavano nel tappeto erboso per nutrirsi delle larve Grillotalpa. Il grillotalpa (Gryllotalpa
gryllotalpa) è un grosso ortottero che trascorre l’inverno allo stadio giovanile nascosto nelle profondità del terreno. Gli adulti compaiono nel mese di aprile-maggio e scavano la loro tana appena sotto la superficie del terreno, creando un cunicolo del diametro di un dito che è visibile anche dall’esterno, dato che causa un leggero rialzamento del suolo scegliendo di preferenza terreni morbidi e umidi, specie quelli torbosi o ricchi di humus. Ogni nido può contenere fino a 300-400 uova, che sono raggruppate in ooteche sferiche. Il ciclo di vita è biennale: la schiusa
Larve di Popillia japonica
avviene dopo circa venti giorni dalla deposizione delle uova, ma i piccoli rimangono nella tana fino alla seconda muta, in autunno, dopo la quale scendono alla profondità di un metro per svernare, e in primavera riemergono passando allo stato di ninfe. Pur nutrendosi anche di larve di altri insetti, inclusi alcuni dannosi, il grillotalpa è considerato nocivo perché attacca le radici; oltre a cibarsene, le trancia per scavare le sue
Il grillotalpa è considerato nocivo perché attacca le radici
gallerie e anche quelle che non vengono danneggiate subiscono gli ef-
fetti del disseccamento del terreno dovuto alla sua azione. Se trascurato può provocare danni elevati al manto erboso di parchi, campi sportivi e prati da golf, una situazione spesso peggiorata dall’azione delle cornacchie e di altri uccelli che scavano l’erba in cerca delle sue neanidi.
Metodi di lotta
La gestione fitosanitaria sostenibile dei tappeti erbosi deve basarsi su un monitoraggio regolare che possa identificare precocemente i segni di una infestazione in modo da potere intervenire tempestivamente. Tradizionalmente la lotta agli insetti terricoli è stata realizzata con l’impiego di insetticidi granulari o liquidi (neonicotinoidi, organofosforici, ora piretroidi). Tuttavia, l’uso dei fitosanitari è sempre più limitato dalle normative ambientali e sportive visto che possono avere effetti negativi sulla fauna utile e sul suolo e richiedono applicazioni mirate e periodiche, con costi crescenti. Fortunatamente esistono delle possibilità di lotta biologica efficaci e con un impatto ambientale minimo. Queste strategie sono particolarmente consigliate nei tappeti er-
Grillotalpa
Un esempio di Tipula
bosi sportivi dove il contatto umano è diretto. I formulati a base di Nematodi entomopatogeni (Steinernema spp., Heterorhabditis spp.) sono efficaci contro le larve degli insetti presenti nel terreno. Essi vengono distribuiti in sospensione acquosa e penetrano nei corpi delle larve, parassitizzandole. In alternativa possono essere impiegati bioinsetticidi a base di funghi entomopatogeni (Beauveria bassiana, Metarhizium anisopliae) che colonizzano gli insetti e li portano a morte. Per quello che riguarda gli insetti che danneggiano la parte epigea
Fondamentali adeguate tecniche agronomiche di supporto
delle piante, occorre intervenire puntualmente sulla base delle indicazioni del monitoraggio. Se ci sono larve di lepidotteri sulle foglie è possibile impiegare formulati a base di Bacillus
thuringiensis, un batterio entomopatogeno specifico che agisce per ingestione. Infestazioni di afidi, se individuate precocemente, possono essere gestite mediante il lancio di ausiliari (coccinelle, sirfidi ecc.) e senza usare insetticidi. Predatori naturali (uccelli, carabidi, stafilinidi): la loro presenza viene favorita con pratiche di gestione ecocompatibili. In ogni caso qualunque provvedimento di difesa deve essere affiancato da adeguate tecniche agronomiche di supporto: corretta irrigazione, aerazione e concimazione per mantenere un tappeto erboso vigoroso, meno vulnerabile agli attacchi.
Conclusioni
Nei tappeti erbosi sportivi la lotta agli insetti è cruciale sia per la funzionalità (calcio) sia per l’estetica e la precisione (golf). La chimica mantiene un ruolo di “pronto intervento”, ma le strategie moderne privilegiano metodi biologici e integrati, che garantiscono un minore impatto ambientale e una maggior sicurezza per atleti e manutentori.
Massimo Bariselli
Adulto di Popillia japonica
Golf, ambiente e biodiversità
Intervista a Marta Visentin, naturalista e consulente ambientale della Federazione Italiana Golf
I percorsi di golf nella loro più ampia estensione che comprende le buche, le zone di semirough e rough, fino alle aree con bassa o nulla manutenzione rappresentano spazi utilizzati dalla fauna sia come passaggio, sia come punto di alimentazione, nidificazione, sosta ecc. Il perché va ricercato nel precedente uso del territorio: tane, nidi, passaggi erano presenti anche prima della costruzione del percorso stesso, pertanto le popolazioni animali continuano a utilizzare gli stessi spazi adeguando o modificando le loro attività sulla base della trasformazione del territorio.
Quelli che l’uomo chiama “danni” rientrano nel naturale utilizzo degli spazi e dei territori da parte della fauna, laddove ciò contrasta con le attività antropiche si interviene con sistemi di gestione. Il golf è uno sport nato nell’ambiente naturale e come tale si prefigge la sua salvaguardia e rispetto. La Federazione ha uno staff specifico, che si occupa di tappeti erbosi e sostenibilità ambientale: la “Green Section” (sezione tappeti erbosi) costituita da tre agronomi e una naturalista. Biogolf è inoltre un marchio che è stato predisposto dalla Federazione Italiana Golf con l’Istituto per il Credito Sportivo e Culturale, Federparchi, Fondazione Univerde, Golf Environment Organisation e Legambiente. Trattasi di linee guida formulate per una nuova alternativa nell’ambito del golf ecocompatibile e sostenibile. La normativa italiana e internazionale elenca le specie e il loro status di conservazione pertanto ogni intervento in materia faunistica segue le direttive vigenti.
Proprio per tutti questi elementi, AS - Ambienti Sani ha voluto dedicare uno spazio cospicuo al rapporto tra sport e pest management. Nello specifico, con l’intervista a Marta Visentin, naturalista e consulente ambientale FIG. Laureata presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma con tesi “Il ruolo dei percorsi di golf per la conservazione dell’avifauna”, dal 2000 è consulente della Federazione Italiana Golf a seguito del progetto “Impegnati nel verde”, nonché docente dei corsi dedicati all’Ambiente presso la Scuola Nazionale di Golf. Si occupa di natura, paesaggio, patrimonio culturale, attività di ricerca scientifica e didattica nei circoli italiani. Dal 2008 è verificatore della Golf Environment Organization. Autrice e co-autrice di numerose pubblicazioni scientifiche, libri e articoli sulle tematiche ambientali.
La redazione
di Lorenzo Bellei Mussini coordinatore editoriale
“AS - Ambienti Sani”
Quali sono le principali attività di disinfestazione e sanificazione per un circolo di golf?
Includono tutte quelle attività di disinfestazione e sanificazione adottate negli edifici pubblici e non, riguardanti ratti, formiche, vespe, zanzare, blatte, muffe, batteri e altro in docce e servizi. In qualche campo si fa il controllo dei nidi di calabrone, o interventi per contenere i danni provocati da nutrie e cinghiali. In alcuni casi anche di talpe. La Green Section della FIG fornisce supporto ai circoli, in caso di necessità, suggerendo metodi naturali e azioni più rispettose delle specie e dell’ambiente, secondo linee guida predisposte in relazione agli ‘Interventi in materia faunistica all’interno dei circoli di golf’.
È la Green Section della FIG che fornisce supporto ai circoli
Nello specifico, a chi è deputata la gestione dei campi e quali sono le principali problematiche da affrontare? In buona parte dei campi da golf la gestione è deputata ai Superintendent, figure altamente specializzate formate dalla Green
Section della Federazione Italiana Golf presso il Centro Tecnico Federale di Sutri (VT). Problemi in tema: avversità del tappeto erboso, tra cui alcuni patogeni fungini, qualche infestante e invertebrati (prev. Insetti), tutti contenuti con un limitato elenco di prodotti autorizzati.
GOLF, ENVIRONMENT, AND BIODIVERSITY
Quali sono i periodi dell’anno più impegnativi e perché? E quali rimedi naturali e a basso impatto si possono suggerire? L’estate, per il proliferare delle zanzare o per i nidi di vespe come ovunque... alcuni rimedi adottati da circoli particolarmente sensibili e impegnati a trovare le solu -
Interview with Marta Visentin, naturalist and environmental consultant for the Italian Golf Federation
Golf courses, with their diverse landscapes, serve as important habitats and corridors for wildlife, often maintaining pre-existing animal activity patterns. The Italian Golf Federation (FIG) promotes environmental sustainability through its Green Section and the “Impegnati nel Verde” initiative. Eco-friendly pest control, biodiversity monitoring, and low-impact maintenance are central to management practices. Natural solutions like bird and bat nesting boxes help control mosquitoes and flies. Many courses coexist harmoniously with wildlife such as deer, ducks, and swallows.
Marta Visentin, naturalista e consulente ambientale FIG
L’estate
è il periodo dell’anno
più impegnativo
zioni più eco possibili sono: Golf
Della Montecchia (PD) dove, nelle zone frequentate dai fruitori (bar e ristorante all’aperto con un raggio d’azione di circa 300 metri), vengono utilizzati apparecchi, che emettono anidride carbonica a imitazione del respiro umano, che attirano solo zanzare e sono pertanto selettivi e non dannosi nei confronti di altre specie. Inoltre sono stati posizionati, (anche in altri circoli), nidi artificiali per favorire la nidificazione della rondine (Hirundo rustica), insieme alle bat box per pipistrelli, che sono tra i principali predatori di mosche, zanzare e altri insetti.
Altro esempio: Golf Is Molas (CA) ha una colonia di balestruccio
(Delichon urbica), costituita da oltre 100 nidi posizionati sull’edificio adibito a uffici e Club House. Qualche numero: una rondine e/o un balestruccio e/o un rondone Apus apus, può consumare circa 850 mosche e zanzare al giorno, e in periodi di grande abbondanza possono arrivare a consumarne fino a 2000. Si stima che in Italia, le rondini predino tra le 12 e le 31 mila tonnellate di mosche e zanzare all’anno, contribuendo in modo significativo al controllo naturale di questi insetti.
Disinfestazione/sanificazione e ambiente. I prodotti principalmente impiegati che impatto ambientale hanno? Tutti i prodotti chimici hanno impatto ambientale in merito ai prodotti per il contenimento delle avversità del tappeto erboso, tutti i principi attivi sono a bassa tossicità, applicati solo se strettamente necessario su superfici limitate, da personale munito di patentino e autorizzati dai mini -
steri competenti. In Italia e in altri stati europei è in vigore il PAN (Piano d’Azione Nazionale) che limita l’utilizzo di fitofarmaci sul tappeto erboso, per la gestione di malattie e infestazioni che rovinano il campo da gioco, pertan -
to il controllo e la manutenzione delle buche è attuata seguendo prevalentemente protocolli basati su pratiche agronomiche; l’applicazione di eventuali prodotti è regolamentata e autorizzata dal Ministero della Salute”.
I campi da golf sono popolati da insetti, ma anche da fauna. Come si gestisce il rapporto tra giocatori e ambiente faunistico?
Anzitutto, gli insetti fanno parte della Fauna propriamente detta! Molti campi da golf italiani ricadono all’interno di territori protetti (riserve o parchi) e nella maggior parte dei circoli vi sono aree “wild” per proteggere la natura e il paesaggio. Molti circoli hanno attuato azioni in favore della biodiversità e la Green Section della FIG fornisce consulenza mirata e supporto per tutti gli interventi in materia ambientale, oltre alle ricerche scientifiche e monitoraggio delle specie che si rinvengono nei percorsi di gioco. Dal 2024 la Green Section della FIG è inserita in un programma internazionale “Golf & Biodiversity” coordinato dalla Federazione Francese Golf e da R&A per dimostrare il ruolo dei percorsi di golf per la conservazione della Natura. Il rapporto tra giocatori e ambiente è ottimo, per fare
qualche esempio: in molti circoli si convive e gioca tra anatre e/o oche (Montecchia, Grado), daini (Albarella, Is Molas), ma ovunque si vada la natura è rispettata anzi molti circoli hanno inserito, tra le regole di gioco, là non è penalità, se la pallina finisce su tracce o segni fatti dalla fauna”.
I circoli tutelano e conservano i beni naturalistici
Oltre all’attività sportiva, quali sono le altre aree che necessitano di monitoraggio?
Più che di monitoraggio parlerei di valorizzazione di un patrimonio naturale e culturale che caratterizza i circoli di golf italiani, pertanto le Associazioni sportive/Società che gestiscono i campi sono impegnate nella tutela e conservazione di beni storici o naturalistici (si guardi il volume Golf e non solo, edito dal Touring Club Italiano).
La FIG ha un programma di impegno verso l’ambiente?
Il golf italiano è, da oltre 25 anni impegnato in un progetto che permette di raggiungere migliori standard gestionali e dimostrare il ruolo che il golf ha per la conservazione della natura e del patrimonio storico-artistico. Impegnati nel verde ri -
partito in cinque categorie: acqua, biodiversità, energia, paesaggio, patrimonio culturale è un riconoscimento che la FIG, insieme all’ICSC (Istituto di Credito Sportivo e Culturale), dopo il parere di un comitato tecnico scientifico costituito da docenti universitari afferenti a varie discipline e non golfisti, rilascia ai circoli che presentano apposita documentazione comprovante i risultati raggiunti in materia ambientale. Inoltre l’ottenimento da parte dei circoli della certificazione internazionale della Golf Foundation è un’ulteriore attestazione del ruolo che il golf riveste per la tutela del patrimonio ambientale e culturale. Presso la Scuola Nazionale di Golf (Sutri, VT) vengono organizzati da oltre 30 anni, corsi con lezioni specifiche in materia ambientale (Settimana “Ambiente” al secondo anno del Corso per Superintendent e lezioni specifiche inserite nei corsi per direttori e segretari)”.
Lorenzo Bellei Mussini
Zanzare e campi da golf: un connubio problematico
di Claudio Venturelli Entomologo sanitario
La lotta a questi insetti non è cosa facile e non si può improvvisare
La presenza di zanzare nei campi da golf rappresenta un problema crescente sia per l’esperienza di gioco sia per la salute pubblica. I campi da golf, con i loro ampi prati verdi, laghetti ornamentali e zone umide, rappresentano un habitat ideale per le zanzare. Questo piccolo insetto, oltre a essere fastidioso per i giocatori, può avere un impatto sulla salute pubblica e sulla gestione ambientale delle strutture golfistiche, dove trovano ambienti ideali a favorirne lo sviluppo e la permanenza.
Le zanzare depongono le uova in acqua stagnante, alcune di esse anche in zone di bagnasciuga, ovvero aree asciutte desinate a raccogliere acqua a seguito di piogge o irrigazioni, ma le loro larve possono svilupparsi esclusivamente in
È sempre bene rivolgersi a ditte specializzate
acqua. I laghetti per l’irrigazione, le pozzanghere temporanee che si formano dopo un temporale e persino i sistemi di drenaggio mal gestiti possono diventare focolai di proliferazione di questi prolifici insetti. Inoltre, la costante irrigazio -
ne mantiene l’umidità del terreno, creando microhabitat favorevoli al loro stazionamento da adulti anche in zone apparentemente asciutte.
Gli effetti delle punture e la gestione delle zanzare Le punture di zanzara non sono più da considerare solo una seccatura: le zanzare possono trasmettere malattie importanti anche in molte regioni italiane. Il 2025, da questo punto di vista è stato un anno funesto. Giornali e telegiornali si sono occupati molto frequentemente del problema causato dai virus West Nile, Dengue e Chikungunya, tutti trasmessi dalle zanzare più comuni nel nostro Bel Paese, ovvero Aedes albopictus (zanzara tigre) e Culex pipiens (zanzara comune). In alcune regioni si può avere la presenza di zanzare molto fastidiose ma meno pericolose, le Aedes caspius che si presentano verso il calar del sole in sciami molto numerosi. Per i golfisti, questo significa partite meno piacevoli, ma anche potenziali rischi per la salute. Per i gestori, ciò si traduce in lamentele, calo di presenze e possibili costi extra per trattamenti e prevenzione. La lotta alle zanzare non è cosa facile e non si può improvvisare, bisogna attenersi a tutta una serie di azioni
regolamentate per legge e a tutela della salute delle persone ma anche dell’ambiente. Proprio perché sono luoghi frequentati da persone che permangono nei campi per diverse ore, è bene rivolgersi a ditte specializzate che adottino strategie di controllo sostenibili. Molti campi da golf stanno adottando misure ecologiche per ridurre la popolazione di zanzare senza danneggiare l’ambiente:
• gestione dell’acqua: ridurre ristagni, migliorare il drenaggio e introdurre pesci nelle fontane o sistemi di ricircolo nei laghetti per impedire la proliferazione larvale;
• formazione del personale sulla riconoscibilità dei focolai larvali;
• introduzione o favorire la presenza di predatori naturali: pesci che si nutrono di larve, libellule e altri animali alleati nella lotta biologica;
La costante irrigazione mantiene l’umidità del terreno
• Trattamenti mirati: a seguito di aver accertato un picco di riproduzione (primavera-estate-autunno);
• uso mirato di larvicidi: prodotti biologici a base di Bacillus thuringiensis israelensis (Bti) o di miscele di più bacilli come ad esempio il Bacillus sphaericus che colpiscono le larve senza nuocere a fauna e flora, oppure insetticidi naturali a base di sostanze che creano un film sulla superficie dell’acqua im -
MOSQUITOES AND GOLF COURSES: A PROBLEMATIC COMBINATION
Fighting these insects isn’t easy and can’t be improvised
Golf courses, with their ponds and irrigated lawns, offer ideal breeding grounds for mosquitoes, posing increasing challenges for player comfort and public health. Stagnant water, poor drainage, and constant humidity enable mosquito proliferation, including disease-carrying species like Aedes albopictus and Culex pipiens. Bites can transmit viruses such as West Nile, Dengue, and Chikungunya, making mosquito control a priority. Effective strategies include improved water management, use of biological larvicides, and promotion of natural predators. Golf course staff are encouraged to receive training and involve specialized companies.
Creare ambiente sano e piacevole per giocatori e fauna selvatica
pedendo a larve e pupe di svilupparsi;
• educazione e prevenzione: sensibilizzare giocatori e staff all’uso di repellenti e abbigliamento adeguato nelle ore di maggiore attività delle zanzare.
Conclusioni
Il golf è uno sport strettamente legato all’ambiente che si regge su
non è quello di sterminare le zanzare (cosa peraltro davvero utopistica), ma mantenerle a livelli accettabili, creando un ambiente sano e piacevole sia per i giocatori sia per la fauna selvatica che vive nel campo. Per fare ciò è molto importante applicare protocolli precisi ed efficaci per implementare un efficace Piano di Monitoraggio Entomologico con rilevazioni settimanali, stabilire protocolli di intervento integrato (Integrated Pest Management - IPM), collaborare con enti sanitari locali per la sorveglianza
un delicato equilibrio tra sport e natura. Gestire il problema delle zanzare significa proteggere la salute umana, ma anche preservare la biodiversità. L’obiettivo, quindi,
delle malattie trasmesse da vettori, redigere un piano stagionale di controllo, con azioni differenziate per primavera, estate e autunno e la tenuta di un registro degli interventi. In conclusione per la gestione delle zanzare nei campi da golf va privilegiato un approccio integrato, combinando pratiche di gestione ambientale, controllo biologico e misure preventive. Un piano tecnico ben strutturato permette di ridurre la presenza di zanzare, migliorare l’esperienza dei giocatori e tutelare la salute pubblica, minimizzando al contempo l’impatto ecologico.
Claudio Venturelli
I ragni nei prati
di Gianumberto Accinelli Divulgatore scientifico
IAlcune specie creano suggestive ragnatele tra fili d’erba
l prato può essere un luogo pericoloso. No, non per gli esseri umani ma per le mosche, le zanzare e altri piccoli insetti. Tra i fili d’erba, i rami degli alberi e le fenditure, si annidano i predatori più temibili di tutto il regno animali. O almeno così suggeriscono alcuni dati: queste furie degli steli, infatti, consumano almeno cento chilogrammi di insetti al mese per ettaro: sono i ragni, artropodi appartenenti alla classe degli Aracnidi. I ragni sono predatori formidabili perché si sono inventati un eccellente strumento di morte e lo sanno usare con grande maestria. Da delle ghiandole speciali, chiamate della seta o filiere, producono una sostanza vischiosa che, inizialmente, è liquida ma poi si solidifica al contatto con l’aria. Dopodiché questa seta viene lavorata con grande virtù mediante dei pettini posizionati sulle zampe.
I manufatti dei ragni sono i più vari: il più conosciuto e facile da scorgere è la classica ragnatela a raggiera. Essa viene costruita in modo che i fili sottili risultino invisibili all’occhio delle mosche e delle falene. Questo è il motivo per cui, questi insetti si trovano improvvisamente e inconsciamente
invischiati nella trappola mortale proprio mentre volano tranquilli. C’è di più: mentre le povere vittime si dibattono alla ricerca della libertà, il ragno si avvicina, inietta nel loro corpo un veleno paralizzante, le avvolge nella seta e le trasporta ai bordi della sua ragnatela dove, con tutta calma, le divora.
I tipi di ragnatela sono tanti quasi quanto le specie di ragni. Quelli della famiglia degli Agelenidae e dei Hexathelidi costruiscono dei grandi lenzuoli di seta e li appoggiano orizzontalmente sulla vegetazione erbacea. Nel centro di questo grande telo, praticano un foro - il risultato finale è simile a un imbuto - all’interno del quale attendono le loro prede. Quando una mosca o un altro insetto si avventura sulla seta, il ragno avverte una vibrazione, si precipita fuori, morde la preda, la trasporta nell’imbuto e se la mangia con la consueta calma. Il ragno bolas americano non tesse la tela ma usa la seta in un altro modo. La sua strategia consiste nell’attirare le sue prede - principalmente delle falene - diffondendo nell’aria un feromone sessuale femminile. In pratica, finge di essere una femmina di falena. Figuriamoci i maschi! Immediatamente si avvicinano alla fonte dell’odore dove incontrano, al posto dell’amore, la morte sotto forma di un filo di seta dall’estremità appiccicosa. Il ragno, provetto pescatore, sa usare con destrezza questo filo di seta che lancia in direzione della vittima e la cattura.
La seta è un materiale straordinario: è più resistente dell’acciaio e, al contempo, più leggero. Un simile dono della natura non può esse -
SPIDERS IN LAWNS
Some species weave fascinating webs among the grass
re usato solo come strumento di morte. E infatti, gli antichi abitanti dei prati la tessono anche per assicurare il futuro dei loro figli.
Le uova del ragno vengono ricoperte con la seta per proteggerle dai potenziali predatori e dalle condizioni ambientali avverse. I ragni della famiglia Pisauridi fanno di più: costruiscono una stanza di seta che accoglie prima le uova e poi i piccoli. Gli individui neosgusciati permangono in questo sicuro asilo per qualche giorno cullati e protetti dallo sguardo attento della madre.
C’è di più, appena sgusciano dalle uova, alcuni ragni lanciano in aria un pezzetto di seta. Il vento accoglie questo filamento, lo preleva e lo trasporta in volo lontano insieme al suo tessitore. I giovani ragni
Spiders are among the most efficient insect predators in nature, consuming up to 100 kilograms of insects per hectare each month. Their main weapon is silk, a strong, lightweight material used to build intricate webs and deadly traps. From radial webs to funnel-shaped sheets, different spider species use unique hunting strategies -including luring prey with pheromones. Beyond hunting, silk protects their eggs and helps spiderlings disperse through the air. While terrifying to insects, spiders play a crucial ecological role, keeping mosquito and pest populations in check. Remarkably, some species even collaborate to build massive communal webs.
colonizzano in questo modo nuovi territori ricchi - si spera - di cacciagione. I ragni sono predatori incalliti e, normalmente individualisti. Alcuni però sanno collaborare non solo all’interno della medesima specie ma anche tra specie diverse.
Ragni predatori incalliti e, normalmente, individualisti
In Texas, è stata scoperta una ragnatela larga 180 metri e prodotta da una colonia di ragni appartenenti a dieci specie differenti. Ogni ragno dona alla comunità la propria capacità di tessere la tela e, insieme, costruiscono qualcosa che il singolo non può, nemmeno lentamente, pensare di fare. Se per gli insetti, i ragni rappresentano un pericolo mortale, per noi, al contrario, sono animali utili: grazie alla loro attività predatori, infatti, liberano i nostri prati da mosche, zanzare ma anche insetti dannosi alle piante.
Gianumberto Accinelli
PestMed Expo 2026: il presente e il futuro del Pest management s’incontra a Bologna
di Davide Di Domenico Coordinatore tecnico scientifico di Ambienti Sani
BNelle “Arene Dibattiti” la scienza incontra la pratica, l’industria dialoga con le istituzioni
e il sapere si traduce in soluzioni concrete per il Pest control
ologna si prepara ad accogliere la terza edizione di PestMed Expo, l’appuntamento di riferimento per il settore del Pest management, della sanità ambientale e della sicurezza alimentare. Dal 11 al 13 febbraio 2026, i padiglioni di BolognaFiere ospiteranno professionisti, esperti, rappresentanti istituzionali e aziende da tutta Italia e dall’estero, per tre giornate di confronto, innovazione e networking. Per questa edizione si è pen -
sato di introdurre un nuovo format pensato per stimolare il dialogo, il confronto e l’innovazione: le “Arene Dibattiti”.
Ma perché proprio le Arene? Il settore del Pest management è in continua evoluzione, tra nuove normative, tecnologie emergenti e sfide ambientali. Le Arene nascono per dare voce a queste trasformazioni, offrendo uno spazio dove esperti, aziende, istituzioni e operatori possano confrontarsi apertamente su temi cruciali. Ogni
presentazione sarà dedicata a un tema specifico - dalla sanità alla zootecnia, dalla sostenibilità alla digitalizzazione, dalla formazione alla gestione integrata - e vedrà la partecipazione di relatori con punti di vista diversi. Il pubblico sarà parte attiva, con momenti di Q&A e interazione diretta. L’obiettivo? generare idee, non solo opinioni. Del resto, non si tratta di semplici tavole rotonde, ma di veri e propri laboratori di pensiero. Da queste potranno così emergere proposte
concrete, visioni condivise e magari anche qualche provocazione utile a scuotere lo status quo.
Le “Arene Dibattiti” di PestMed Expo: il cuore pulsante del confronto professionale Come anticipato, le “Arene Dibattiti” saranno quindi aree tematiche all’interno della fiera dove si svolgeranno dibattiti, tavole rotonde e confronti aperti. Coinvolgeranno esperti del mondo accademico e della ricerca, aziende, associazioni e istituzioni. Le Arene saranno distribuite nei tre giorni della fiera, nei due spazi dedicati all’interno del padiglione. Vi saranno anche spazi
PESTMED
EXPO
di networking dedicati al dialogo e al confronto professionale dove parlare direttamente con altri professionisti, scambiare idee e creare collaborazioni.
“Arene Dibattiti” vero e proprio laboratorio di idee
Sono pensati per facilitare il dialogo tra operatori del settore, buyer internazionali e stakeholder. Vale la
2026: THE PRESENT AND FUTURE OF PEST MANAGEMENT MEET IN BOLOGNA
In the “Debate Arenas”, science meets practice, industry engages with institutions, and knowledge turns into concrete solutions for Pest control PestMed Expo 2026, taking place in Bologna from February 11-13, will gather professionals, institutions, and companies from across Italy and abroad for three days of innovation and dialogue on Pest Management, environmental health, and food safety. A key feature of this edition will be the new “Debate Arenas” - interactive spaces where experts, researchers, and industry leaders exchange views on sustainability, digitalization, safety, and public health. Through roundtables, workshops, and Q&A sessions, the event aims to generate practical ideas and foster collaboration among stakeholders, reaffirming PestMed Expo as the leading Italian hub for innovation and cultural growth in the Pest Control sector.
pena di ricordare che PestMed Expo si distingue non solo come fiera di riferimento, ma anche come luogo di dialogo e crescita culturale. Anche per questo le “Arene Dibattiti” vogliono rappresentare uno spazio dinamico e stimolante per l’intera manifestazione.
Mercoledì 11 febbraio: l’Italia del Pest management fa il punto La manifestazione si aprirà mercoledì mattina con l’inaugurazione ufficiale della 3ª edizione di PestMed Expo, un momento simbolico che segnerà l’avvio dei lavori e del dialogo tra tutti gli attori del settore. Subito dopo, all’Arena Sorrento, si entrerà nel vivo con un tema di grande attualità: “Il punto sulle arbovirosi: esperienze italiane”. Rappresentanti delle Regioni Emilia-Romagna e Lazio , insieme a esperti di entomologia e biologia, analizzeranno l’evoluzione delle malattie trasmesse dalle zanzare e le nuove strategie di prevenzione. Nel pomeriggio, il focus si sposterà sul fronte internazionale con “PestMed International: contact con i Paesi esteri”, un appuntamento che vedrà la partecipazione di buyer stranieri, rappresentanti
CEPA e A.N.I.D. , e aziende italiane interessate a rafforzare la propria presenza sui mercati globali.
Visione aggiornata su normative, controlli ufficiali e strategie di prevenzione
Parallelamente, nella Sala Conferenze, si terrà un tavolo di lavoro istituzionale dedicato a “Il Manifesto dei Servizi”, promosso da A.N.I.D., A.N.I.R. e Assosistema: un confronto tra associazioni e istituzioni per delineare un quadro condiviso di qualità e professionalità nei servizi di igiene ambientale. La prima giornata si concluderà con un tema cruciale: la sicurezza. L’incontro “La sicurezza e i rischi per gli operatori della disinfestazione e per l’ambiente” vedrà esperti del Ministero della Salute, del GTI sicurezza chimica e di Assosistema affrontare le criticità legate alla gestione dei prodotti chimici e allo smaltimento dei rifiuti, in un’ottica di sostenibilità e tutela del lavoratore.
Giovedì 12 febbraio: scienza, ristorazione e grande distribuzione
La seconda giornata aprirà con una riflessione affascinante all’Arena Sorrento: “Insetti buoni o insetti cattivi?”, un viaggio nel mondo dell’entomologia con il contributo dell’ Università di Catania e del CREA . Subito dopo, all’Arena Venezia, si parlerà di Lumpy Skin Disease e del ruolo degli insetti vettori negli allevamenti: un tema di grande interesse per il comparto veterinario, con il contributo di esperti degli Istituti Zooprofilattici di Sardegna e Emilia-Romagna e dell’AUSL. La giornata proseguirà con un focus dedicato alla ristora -
zione collettiva, realizzato in collaborazione con Camst . L’incontro “Ristorazione collettiva & disinfestazione” esplorerà le migliori pratiche di igiene e prevenzione nelle cucine industriali e nei centri di preparazione pasti. Nel pomeriggio, il Pest control entrerà nel cuore della filiera agroalimentare con “Il pest control nell’industria delle carni: dall’allevamento alla tavola”, con la partecipazione di Inalca e Roadhouse . A seguire, la Grande Distribuzione Organizzata sarà protagonista del panel “La gestione degli infestanti nei prodotti a marchio: le garanzie della GDO”, con interventi di Coop Italia e altri rappresentanti del settore retail.
Pubblico in occasione di un workshop della passata edizione
L’istantanea di un dibattito
Venerdì 13 febbraio: focus su igiene urbana e filiere produttive L’ultima giornata aprirà i lavori con un tema di grande interesse pubblico: “I trattamenti contro le zanzare nelle ordinanze comunali”, un confronto tra amministrazioni locali , ASL e operatori del settore per individuare strategie efficaci e coordinate nella gestione delle infestazioni in ambito urbano. Spazio poi all’agroalimentare con l’incontro “Evoluzione del controllo infestanti nella filiera farine, pasta e cibo per animali”, che vedrà protagonisti l’ Università di Milano, Nestlè , Barilla e Antim . Paral -
Tra i relatori, professori provenienti da prestigiosi atenei
lelamente, l’Arena Venezia ospiterà un dibattito innovativo su “ Patologia edilizia e infestanti degli edifici ”, che metterà in relazione edilizia, sostenibilità e controllo degli infestanti in ambito urbano. A chiudere la rassegna, un focus su
uno dei problemi emergenti degli ultimi anni: “Il punto sulle cimici asiatiche e invasioni di ortotteri”, con esperti dell’ Università di Modena e Reggio Emilia e del Servizio Fitosanitario regionale .
Un evento che fa sistema Con un programma così articolato e la presenza di istituzioni, università, aziende e associazioni, PestMed Expo 2026 si conferma il principale punto di incontro per tutti gli operatori del settore del Pest management e della sanità ambientale. Tre giorni intensi, pensati per promuovere cultura tecnica, innovazione e collaborazione: un appuntamento da non perdere per chi vuole conoscere da vicino le sfide e le opportunità del controllo infestanti nel futuro dell’ambiente, della salute e dell’economia italiana.
Le “Arene Dibattiti” si configurano così come un vero e proprio laboratorio di idee, dove la scienza incontra la pratica, l’industria dialoga con le istituzioni e il sapere si traduce in soluzioni concrete per il mondo del Pest control.
Davide Di Domenico
Una rubrica tecnico operativa dove gli esperti del settore illustrano l’importanza del Pest Control per ambiente e salute
Una nuova sfida per i disinfestatori: la diffusione di Shelfordella lateralis in Italia
Il lavoro dei disinfestatori è in costante evoluzione e sempre più complesso, a causa di normative stringenti, della riduzione dei principi attivi disponibili e di clienti che richiedono standard qualitativi sempre più elevati. Allo stesso tempo, innovazioni tecnologiche, strategie di lotta integrata e software gestionali avanzati stanno contribuendo a rendere il settore più efficiente e organizzato. Tuttavia, fattori globali come i cambiamenti climatici e la crescente globalizzazione hanno un impatto significativo sulla diffusione delle specie animali e vegetali. L’introduzione di “specie aliene invasive”, organismi non autoctoni capaci di adattarsi e prosperare negli ambienti urbani e agricoli, rappresenta una sfida sempre più attuale. In Italia, esempi ormai noti sono la zanzara tigre ( Aedes albopictus), la cimice
asiatica ( Halyomorpha halys ), il coleottero giapponese ( Popillia japonica), la cocciniglia tartaruga ( Toumeyella parvicornis ) e il punteruolo rosso delle palme ( Rhynchophorus ferrugineus ).
Molte di queste specie sono definite “sinantropiche”, poiché vivono in stretta relazione con l’uomo, sfruttando le modifiche ambientali e l’assenza di predatori natu -
rali. Le blatte rappresentano un gruppo emblematico di insetti sinantropici: estremamente adattabili e resistenti, diventano visibili solo quando la competizione alimentare le spinge a colonizzare nuovi ambienti. In Italia, le specie infestanti urbane note sono quattro: Blattella germanica , Blatta orientalis , Periplaneta americana e Supella longipalpa
di Francesco Nicassio esperto in Pest management
Un caso di interesse per noi disinfestatori riguarda la rapida diffusione in Italia della blatta Shelfordella lateralis (nota anche come Blatta lateralis o Turkestan Cockroach), originaria delle zone desertiche e semidesertiche dell’Asia. Fino a pochi anni fa questa specie era nota solo con una segnalazione per la Sardegna (Fois et al., 2009), ma sembra essere in questi ultimi anni in rapida espansione in diverse regioni d’Italia, quali Veneto, Lombardia e Lazio (Battiston et al., 2022) come anche in diversi paesi europei. Numerose sono anche le nuove osservazioni registrate dalla citizen-science sulla piattaforma iNaturalist che ridisegnano in effetti la dinamica della presenza di questa specie non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa. Più recentemente, nel 2024, la segnalazione di Emanuela Ascione,
Fonti
titolare dell’impresa di disinfestazione Iside, che riporta il rilievo da parte del tecnico Luigi Cotumaccio prima in alcuni locali del “CIS di Nola - la città degli affari” e successivamente presso l’interporto di Maddaloni (CE) e nella zona industriale di Carinaro (CE). Nel 2025 la stessa viene segnalata in momenti diversi da Marco Benedetti e Davide Di Domenico nelle aree urbane di Roma e Padova. L’ecologia adattativa ed elusiva di questa blatta sembra trovare oggi nelle nostre città condizioni di permanenza particolarmente favorevoli.
Shelfordella lateralis è ampiamente allevata e venduta come cibo vivo per animali esotici e questa può ritenersi una delle cause principali della loro espansione. Complice anche il cambiamento climatico S. lateralis si dimostra una specie che ben si adatta ai nostri
ambienti urbani anche pesantemente antropizzati, essendo in grado di sfruttare le attività commerciali, diffondendo e trovando facile riparo negli imballaggi delle merci. Di medie dimensioni, con maschi alati di colore marrone chiaro e femmine rosso-arancio è caratterizzata da un’elevata capacità riproduttiva. Può infestare abitazioni e aziende alimentari con le note implicazioni igienico sanitarie.
La comparsa di questa nuova specie in Italia rappresenta una nuova sfida per gli operatori del settore e le autorità sanitarie. Si richiama pertanto alla necessità di mantenersi costantemente aggiornati al fine di adottare strategie di controllo efficaci in un contesto ambientale e biologico in continua trasformazione.
Francesco Nicassio
• Primi dati sulla presenza di shelfordella lateralis (walker, 1868) (blattodea: blattidae) nell’Italia continentale e possibili scenari di espansione futura in Europa (R. Battiston, P. Fontana, M. Vicariotto, 2022).
• Note sulla recente introduzione di shelfordella lateralis (blattaria: blattidae) in Sardegna: at tuale distribuzione e considerazioni bio-ecologiche (F. Fois, D. Cillo, P. Piras, G. Scano & A. M. Deiana, 2009).
Nuova classificazione ATECO da aprile 2025
L’Istat ha sviluppato la nuova classificazione ATECO 2025 che è entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2025 sostituendo la precedente versione della classificazione ATECO 2007. La nuova classificazione è stata adottata a partire dal 1° aprile 2025. Questa novità interessa anche le aziende di disinfestazione le quali, dal 1° aprile 2025, sono passate dal vecchio codice ATECO 81.29.10 al nuovo 81.23.10. La visura camerale dell’impresa riporterà per un periodo transitorio sia i nuovi codici ATECO sia quelli precedenti consentendo una transizione graduale alla nuova classificazione. La comunicazione dell’avvenuta riclassificazione e la visura aggiornata saranno disponibili senza costi dall’App impresa Italia, scaricabile dai principali app store online, ancora, però, le visure camerali non risultano aggiornate. Per richieste di chiarimento in merito alla classificazione ATECO 2025 contattare l’Istat esclusivamente scrivendo a atecoinfo@istat.it
A.N.I.D. fra le 19 Associazioni nazionali di imprese firmatarie per la modifica urgente del Codice Appalti
“Non c’è più tempo: i servizi essenziali sono al limite della sostenibi -
lità. Senza una modifica urgente al Codice Appalti, l’Italia rischia il blocco di funzioni vitali per scuole, ospedali, uffici pubblici, strutture sanitarie e assistenziali. La disparità tra lavori pubblici e servizi non è solo ingiusta, è pericolosa. Se non si interviene subito, la macchina dei servizi si fermerà. E con essa, una parte essenziale del Paese”. È questo il grido di allarme lanciato nella mattinata di martedì 20 maggio in Conferenza stampa alla Camera dei deputati dalla neonata Consulta dei Servizi, che riunisce 19 associazioni nazionali di imprese fra cui l’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione – A.N.I.D. e le principali realtà del facility management, promotrici del Manifesto dei Servizi. Un fronte compatto e trasversale, che per la prima volta si presenta con una sola voce per rappresentare un comparto strategico per il Paese. Con un impatto su circa 1 milione di lavoratrici e lavoratori e circa 45mila imprese che generano un valore economico di oltre 70 miliardi di euro, le realtà del settore assicurano quotidianamente attività come la pulizia e l’igienizzazione di ambienti pubblici e di lavoro, la sanificazione degli ospedali, i servizi di welfare e socio-sanitari, la gestione delle mense scolastiche e ospedaliere, la raccolta e il trattamento dei rifiuti, i servizi di vigilanza privata e la fornitura e sterilizzazione di
dispositivi medici e strumentario chirurgico. “Il recente correttivo al Codice dei Contratti ha introdotto una disciplina fortemente penalizzante per i servizi, soprattutto in tema di revisione prezzi – ribadiscono le associazioni –. Per questo chiediamo al Parlamento un intervento urgente per armonizzare le soglie di accesso alla revisione tra lavori e servizi e per rendere obbligatorio l’inserimento di clausole ordinarie di revisione nei contratti continuativi e periodici. La mancata possibilità di riequilibrare i contratti in corso di esecuzione rischia di compromettere gravemente la continuità e la qualità dei servizi, con ricadute dirette sulla collettività”. Durante la conferenza stampa – promossa dall’On. Erica Mazzetti (Forza Italia), con la partecipazione anche dell’On. Chiara Braga, capogruppo PD alla Camera e dell’On. Massimo Milani (Fratelli d’Italia) – è stata annunciata la nascita dell’Intergruppo parlamentare per gli appalti pubblici nei servizi, aprendo finalmente un canale stabile di confronto tra le Istituzioni e il settore.
“È un primo segnale concreto che il Parlamento e il Governo hanno colto l’urgenza di affrontare in modo strutturale le criticità che penalizzano le imprese dei servizi”. – annunciano con soddisfazione le associazioni firmatarie del Manifesto dei Servizi – “L’intergruppo parlamentare potrà essere lo strumento per portare finalmente all’attenzione del legislatore le specificità dei servizi e per costruire un Codice davvero inclusivo e funzionale”, proseguono le asso -
ciazioni. “Vogliamo che diventi un contenitore di confronto permanente, aperto e operativo, per dare voce alle nostre imprese”. Il Manifesto dei Servizi è stato consegnato ai rappresentanti istituzionali come base di lavoro per le prossime tappe. Le associazioni hanno annunciato che il percorso proseguirà il prossimo 19 giugno a Roma, con una nuova iniziativa pubblica per approfondire nel dettaglio gli impatti del Codice Appalti sul settore e presentare proposte operative per un secondo intervento normativo mirato.
A.N.I.D. realizza il “Quaderno dei Rifiuti” versione 2 L’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione –A.N.I.D. prosegue nel grande lavoro di approfondimento sulla tematica riguardante il trattamento dei rifiuti nel settore del Pest management. L’Associazione ha infatti completato la nuova redazione del “Quaderno dei Rifiuti” versione 2, in seguito a quanto già pubblicato nel 2021. Si tratta ancora una volta di un meticoloso e puntuale approfondimento inerente alla gestione dei rifiuti derivanti dalle attività di disinfezione, disin -
festazione, derattizzazione e allontanamento volatili. La nuova edizione si è resa altresì necessaria alla luce delle recenti e importanti novità normative in materia di gestione dei rifiuti con imminenti adempimenti per le aziende, legati in particolare all’entrata in vigore del Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti, conosciuto anche con l’acronimo di R.E.N.T.R.I., e al Decreto 7 agosto 2023 sulla spedizione di rifiuti classificati anche come ADR – merce pericolosa con l’annessa nomina di un consulente ADR in determinate condizioni.
La splendida città di Noto ha ospitato il World Pest Day Italia 2025 di A.N.I.D.
L’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione –A.N.I.D. ha celebrato nella bellissima città di Noto in Sicilia il World Pest Day Italia, ricorrenza che cade annualmente nella giornata del 6 giugno 2025. L’iniziativa, organizzata nella splendida e suggestiva cornice barocca della sala Gagliardi, è stata l’occasione per parlare di One Health, innovazione, normative e strategie vincenti a vantaggio di un’intera categoria professionale che deve puntare all’eccellenza avendo come faro la professionalità degli operatori!
L’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione – A.N.I.D. ha colto l’occasione per rimarcare il lavoro delle aziende del settore Pest Management, che svolgono quotidianamente una funzione cruciale per la protezione delle persone, degli animali, degli alimenti e dell’ambiente. Non è mancato il sentito ringraziamento ai numerosi partecipanti, agli sponsor e agli espositori che hanno contribuito a dar vita al riuscitissimo evento per la celebrazione del World Pest Day Italia 2025 nella meravigliosa città di Noto in Sicilia.
Pest management e approccio One Health protagonisti nella giornata di formazione A.N.I.D. all’Università di Teramo Si è tenuta lunedì 9 giugno 2025, presso il Dipartimento di Veterinaria dell’Università di Teramo, la giornata di formazione dal titolo “Prevenzione, sostenibilità e salute: il Pest management nell’era One Health”. L’apprezzata iniziativa è stata organizzata dall’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione – A.N.I.D., in collaborazione con il dipartimento di veterinaria dell’università degli studi di Teramo e l’istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” con il supporto tecnico dell’entomologo Claudio Venturelli. L’evento si è svolto anche grazie al prezioso contributo economico di OSD
GRUPPO ECOTECH e di EKOMMERCE SRL. La giornata di formazione ha riscontrato una nutrita partecipazione di operatori dell’Abruzzo e del Molise, amministratori e dipendenti pubblici, nonché studenti universitari a cui sono stati riconosciuti crediti formativi. Iniziative, come quella organizzata dall’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione – A.N.I.D., mirano dunque a introdurre elementi innovativi e aggiornati in un contesto lavorativo già strutturato, mantenendo ruoli e professionalità, offrendo spunti di riflessione e attività pratiche allo scopo di portare un miglioramento personale che possa favorire l’intera organizzazione.
Intervento di A.N.I.D. all’evento “Con i Servizi Cresce l’Italia”, organizzato dalla consulta dei servizi
Regole più eque, continuità nei contratti, sostenibilità per imprese e lavoratori: è questo il messaggio che la consulta dei servizi ha portato nel pomeriggio di giovedì 19 giugno a palazzo Wedekind durante l’evento pubblico “Con i Servizi Cresce l’Italia”. L’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione – A.N.I.D. è intervenuta all’interno del primo panel con il Vicepresidente, Marco Gusti. L’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione – A.N.I.D.
fa parte convintamente della consulta dei servizi, insieme ad altre 18 associazioni nazionali e 4 rappresentanze di filiera. Un confronto ad alta intensità tra rappresentanze imprenditoriali e istituzioni, con un tema al centro: l’urgenza di intervenire sul sistema di revisione dei prezzi nei contratti pubblici per i servizi. La proposta della consulta – che rappresenta oltre 23.000 imprese, quasi un milione di addetti e un fatturato di oltre 70 miliardi di euro – è chiara: rendere la revisione prezzi più accessibile ed efficace, senza aggravare la spesa pubblica, valorizzando strumenti già previsti dal Codice dei Contratti.
Presentato lo studio economico che mostra come gli attuali indici previsti di fatto sono inefficaci nell’attuazione della revisione dei prezzi per questi contratti pluriennali, e che basterebbe impiegare le somme accantonate nei contratti per rendere continuativa la revisione dei prezzi e garantire l’equilibrio contrattuale. Nel dettaglio, dai dati esposti emerge con chiarezza che la richiesta di abbassare la soglia dal 5% al 3%, non penalizzerebbe le stazioni appaltanti, mantenendo oltre l’84% delle risorse economiche inizialmente stanziate per la gara e per la revisione ordinaria nella misura del 73%. Forte la risposta delle istituzioni. La deputata Erica Mazzetti ha annunciato la nascita di un intergruppo parlamentare dedicato ai servizi, sostenuta da colleghi di maggioranza e opposizione come i deputati Raffaele Nevi, Andrea Casu, Massimo Milani e la senatrice Vita Maria Nocco. Un fronte trasversale che riconosce l’urgenza del tema e apre al dialogo con le parti sociali. Dal lato tecnico e amministrativo, sono intervenuti Elena Griglio, capo
dell’ufficio legislativo del MIT, e il consigliere di stato Dario Simeoli, che hanno evidenziato la necessità di rendere la revisione prezzi uno strumento davvero operativo, capace di rispondere alle dinamiche di un settore ad alta intensità di lavoro e funzione pubblica, anche attraverso ulteriori specifiche che sono pronti a delineare. “La sostenibilità non si garantisce solo con i numeri, ma con regole giuste e stabili”, ha affermato la consulta. “Senza un riequilibrio del sistema, il rischio è la perdita di servizi fondamentali per milioni di cittadini”. La consulta dei servizi proseguirà il suo percorso, a partire dalla richiesta di approvazione degli emendamenti presentati in sede di conversione del DL infrastrutture che modificano il codice degli appalti in tema di revisione prezzi. “Avanzeremo le nostre istanze – conclude la consulta –sino a che non sarà possibile alle nostre aziende di operare in un mercato normale, senza che la pubblica amministrazione sia tra le principali cause dell’insostenibilità economica dei servizi che eroghiamo, con conseguente danno per l’occupazione e per la qualità dei servizi resi”.
A.N.I.D. presenta il piano formativo per il secondo semestre 2025 L’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione -
A.N.I.D., attraverso Anid Servizi Srl, rinnova la propria offerta formativa per il secondo semestre del 2025. Il piano formativo avrà avvio con il primo modulo in data
lunedì 13 ottobre 2025. La ricca formazione di A.N.I.D. si sviluppa principalmente in 88 h. tramite corsi riguardanti tutti gli aspetti tecnici, scientifici, normativi e operativi inerenti al “pest management” fornendo informazioni, abilità e conoscenze ritenute oggigiorno indispensabili al “trained professional”. L’offerta formativa si rivolge alle aziende associate ma anche alle non associate e agli enti o istituti pubblici o privati per i quali è possibile sviluppare soluzioni specifiche, in base alle diverse esigenze. Lo schema formativo proposto è divenuto nel tempo un autentico modello per la preparazione di tutte le figure professionali operanti nelle imprese di “pest management”, suffragato e documentato anche dalla “certificazione delle competenze” del “trained professional”. A.N.I.D., complice l’evoluzione della figura del tecnico, da “disinfestatore” a “pest manager”, ha dato vita a uno specifico programma didattico che affonda le proprie radici nella norma volontaria UNI CEI EN ISO/IEC 17024. La formazione di A.N.I.D. è fruibile in diverse modalità, a seconda delle esigenze. Per maggiori informazioni www.disinfestazione/calendario-formazione-2025/
PestMed Expo ottiene la qualifica ufficiale di Fiera Internazionale
PestMed Expo, la fiera evento dedicata ai professionisti del Pest Management e della Sanificazione organizzata sotto l’egida dell’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione – A.N.I.D., alla vigilia della sua terza edizione è stata iscritta nel calendario con la qualifica di fiera internazionale con Delibera da parte della Regione Emilia-Romagna, ai sensi della L.r. 25 febbraio 2000 n. 12, e successive modificazioni. L’appuntamento per la terza edizione di PestMed Expo è fissato per l’11, 12 e 13 febbraio 2026, sempre nella celebre cornice di BolognaFiere. Questo importante riconoscimento, ottenuto grazie alla qualificata partecipazione di espositori esteri provenienti da paesi diversi, e da visitatori professionali da oltre 56 paesi – Europa – medio Oriente – Nord Africa – Sud Est Asiatico – inserisce la manifestazione all’interno dei grandi circuiti di comunicazione e promozione dedicati alle fiere internazionali di tutti i settori conferendole prestigio e soprattutto aumentando in modo esponenziale la visibilità e la facilità di individuazione sui motori di ricerca di tutto il mondo.
La qualifica permette inoltre alle aziende che desiderano esporre a PestMed un più facile accesso alla richiesta di contributi e agevolazioni a supporto della partecipazione all’evento dichiarato internazionale, e ciò nei riguardi di bandi di camere di commercio, associazioni di categoria o enti pubblici territoriali, da verificarsi regione per regione data la diversità di opportunità offerta dalle regolamentazioni specifiche territoriali. La qualifica di internazionale conferma perfettamente il percorso già consolidato da PestMed Expo, nella sua posizione di evento di riferimento internazionale anche da parte delle partnership di alto livello con le associazioni di settore e di categoria di oltre 35 nazioni, in particolare con i paesi del bacino del Mediterraneo tra cui Egitto, Marocco – AM3D – e Tunisia, dell’Europa – CEPA – e del Medio Oriente – MEPCA – e Sud Est Asiatico – FAOPMA. Importante è anche l’ampia partnership con le Associazioni dei grandi Buyer di area confindustriale: partnership che offrono opportunità di matching e networking a tutti gli espositori e i visitatori professionali di PestMed, rendendolo un evento unico e di grande spessore per tutto il settore del pest management e della sanificazione. L’edizione 2026 offrirà un programma di workshop sia per l’aggiornamento professionale che per la presentazione delle novità e tendenze del settore, ideali per un folto pubblico di visitatori da tutto il mondo in ulteriore incremento anche rispetto ai successi delle due edizioni precedenti offrendo un’esperienza sempre fortemente professionalizzante. Per avere maggiori informazioni e per partecipare all’evento è possibile scrivere a expo@avenue-media.eu o chiamare al +39 051.6564300.
Sostenibilità e innovazione al centro della 3^ edizione di PestMed, in programma dall’11 al 13 febbraio 2026 a Bologna Fiere
PestMed Expo, in programma nei giorni 11 – 12 – 13 febbraio 2026 a BolognaFiere, si prepara alla sua 3^ edizione con uno sguardo deciso verso due direttrici fondamentali per il settore: l’innovazione e la sostenibilità. La fiera del Pest management e della sanificazione, organizzata sotto l’egida dell’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione – A.N.I.D., si conferma sempre più centrale nello scenario europeo e mediterraneo proponendosi come hub internazionale di incontro, scambio e innovazione. Grazie alla vastità di settori merceologici presenti – che attirano grandi players da tutto il mondo – tra cui prodotti e servizi, attrezzature e accessori per la disinfestazione, derattizzazione, allontanamento volatili, software e sistemi informatici, veicoli, abbigliamento professionale e tecnico, allevamento e zootecnia, grande distribuzione, operatori del sistema Ho.Re.Ca e molto altro, la fiera offre una piattaforma completa per tutto il settore. Durante la terza edizione saranno presentate le ultime novità e tendenze del settore, con un’attenzione particolare alle soluzioni sostenibili per l’ambiente e le tecnologie più avan -
zate per il pest management e la gestione delle infestazioni. La sostenibilità e l’innovazione saranno quindi gli assi portanti dell’edizione 2026 di PestMed Expo, e durante l’evento verranno presentate soluzioni, prodotti, servizi e metodologie che combinano efficacia e responsabilità ambientale. Saranno inoltre esposte soluzioni tecnologiche avanzate che sfruttano anche l’intelligenza artificiale e strategie integrate per il controllo delle infestazioni, volte a ottimizzare l’efficacia e la sicurezza delle operazioni per una gestione più efficiente. Una fiera-evento internazionale in costante ampliamento, che offre opportunità uniche sia agli espositori che ai visitatori.
Proficuo confronto fra CEPA e Commissione Europea sul Regolamento biocidi (BPR)
La Confederazione europea dell’industria della disinfestazione – CEPA e la Commissione europea hanno promosso nei giorni scorsi un importante momento di confronto sull’utilizzo dei biocidi. L’iniziativa, tenutasi nella sede istituzionale comunitaria di Bruxelles, ha registrato l’autorevole e disponibile intervento del Commissario europeo per la salute e il benessere degli animali, Onorevo -
le Olivér Várhelyi. Si è trattato di un importante incontro, utile per il lavoro quotidiano di aziende e professionisti della disinfestazione di tutta Europa, con riferimento al futuro del Regolamento sui biocidi (BPR) che disciplina il ricorso a numerosi degli strumenti essenziali per l’attività quotidiana delle imprese di disinfestazione a tutela della salute pubblica, della salubrità degli ambienti e della sicurezza alimentare. CEPA, tramite le parole del Presidente Marc Aubry, ha chiesto a nome dell’intero settore produttivo: processi di approvazione più rapidi per i prodotti consentendo alle imprese di rispondere tempestivamente alle criticità emergenti; valutazioni proporzionate alle diverse fattispecie, soprattutto in caso di prodotti a basso rischio; interpretazione unitaria dei regolamenti fra gli Stati membri; maggiore chiarezza sui ruoli delle singole autorità nazionali; un contesto normativo dinamico che supporti realmente l’innovazione sostenibile, tenendo tuttavia sempre presente che questo processo richiede tempo nel settore della disinfestazione. CEPA ha inoltre espresso tutta la propria preoccupazione circa gli imposti limiti nell’utilizzo di prodotti efficaci, a causa di valutazioni eccessivamente rigide a cui non sono seguite alternative adeguate a garantire l’attività delle imprese di disinfestazione per la tutela della salute pubblica, della salubrità degli ambienti e della sicurezza alimentare.
Il confronto, tenutosi a Bruxelles nei giorni scorsi, può certamen -
te rappresentare un importante passo in avanti importante verso un’attuazione più intelligente, equilibrata e su basi rigorosamente scientifiche del Regolamento sui biocidi (BPR). Il CEPA conferma, dunque, il suo impegno a sostenere le istituzioni europee nel garantire che le normative siano al servizio sia della sicurezza sia della necessaria operatività sul campo. L’Associazione Nazionale delle Imprese di Disinfestazione – A.N.I.D. sostiene fortemente dal canto suo l’azione istituzionale di CEPA esprimendo, all’interno della Confederazione europea dell’industria della disinfestazione, la vicepresidenza nell’autorevole figura della dottoressa Monica Biglietto.
Marco Benedetti al Tavolo Tecnico “Ambiente - Salute” dell’Intergruppo parlamentare One Health
In data 13 ottobre presso la Camera dei Deputati - Palazzo Missione si è riunito il Tavolo Tecnico “Ambiente - Salute” dell’Intergruppo parlamentare One Health. Nella più ampia presentazione delle tematiche trattate, da parte degli illustri membri, dove al centro c’è la salute delle persone, la corretta gestione ambientale, tra cui la ripopolazione del verde nelle città, un rapporto corretto uomo-ambiente, e tante altre tematiche, afferenti al One Health. Tra i temi
inseriti al tavolo tecnico, c’è un aspetto importante legato alle arbovirosi, le complesse dinamiche di popolazione degli artropodi sottolineano quanto il ripristino ambientale può avere effetti multiformi e articolati sul rischio di malattie a trasmissione vettoriale. Da un lato, il recupero di ecosistemi degradati migliora la biodiversità e può ridurre la presenza di artropodi e specie vettoriali dominanti, poiché aumenta la competizione naturale e il controllo biologico; dall’altro, interventi non opportunamente pianificati possono creare nuovi habitat per zanzare o altri artropodi, aumentando il rischio di trasmissione. Ora, alla luce di quanto indicato, è stata presentata un documento di posizionamento di A.N.I.D. dal quale emergono le criticità dettate da una corretta gestione delle arbovirosi nel quadro nazionale. Le diverse indicazioni e linee guida date dal PNA 2020-2025, le differenti indicazioni poste in essere dalle ordinanze regionali, comunali, creano una difformità di attuazione delle procedure operative, generando confusione anche tra i vari tecnici comunali e regionali. A.N.I.D. ha richiesto che si ponga in essere la stesura di un documento tecnico in cui le tematiche dei piani di attuazione alle arbovirosi, venga finalmente recepito a livello nazionale uniformemente. A.N.I.D. è ancora una volta il referente autorevole di riferimento delle Istituzioni, un ruolo che accresce anno dopo anno, per che essere una espressione sindacale di categoria, pone l’associazione, in prima linea non solo a livello nazionale ma anche internazionale. Un ringraziamento all’On. Luciano Ciocchetti per la grande opportunità concessa e per la fiducia rivolta al presidente Marco Benedetti.
“Pest Control Pavilion” a Interclean Amsterdam
La fiera leader mondiale del cleaning professionale, in programma a Amsterdam dal 14 al 17 aprile 2026, apre al Pest control con un’area esclusiva riservata alle eccellenze del Pest management in Italia e nel mondo per mettere in mostra i prodotti, le tecnologie e le soluzioni più innovative per la lotta agli infestanti. Nasce così nell’edizione 2026 di Interclean, il “Pest Control Pavilion” per rispondere alle richieste delle migliaia di visitatori dall’Europa, dall’Italia e da tutto il Mondo; e per offrire le risposte alle esigenze di disinfestazione e sanificazione degli ambienti civili e industriali in tema di prodotti e tecnologie avanzate. Il “Pest Control Pavilion”, allestito nel cuore dell’Hall 8 della Fiera, offrirà alle aziende che verranno a rappresentare il Pest control in Interclean incontri con buyers da tutto il mondo e una vetrina mediatica amplificata dalla celebrazione in fiera della Giornata del Made in Italy in programma il 15 aprile proprio Interclean, con la presenza di alte cariche istituzionali e dell’Ambasciatore italiano.