Rivista "Tradizione Famiglia Proprietà" ottobre 20024

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Anno 30, n. 104 - Ottobre 2024 Sped. in Abb. Post. Art. 2, Comma 20/C, Legge 662/96 Filiale di Padova

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Editoriale Un “nuovo ciclo cristiano”

Stiamo entrando in un “nuovo ciclo cristiano”? Ecco la domanda che si pone mons. Héctor Aguer, vescovo emerito di La Plata, Argentina. Secondo il prelato, bisogna sfrattare il falso mito che la Tradizione rappresenta una catena di abitudini che attira soltanto i vecchi mentre i giovani sarebbero invece attratti dalle novità.

Si tratta di una mitologia che ha regnato incontrastata nella Chiesa durante i decenni postconciliari e che i neo-modernisti hanno interpretato come voce dello Spirito Santo, ma che oggi, con i loro seminari e noviziati vuoti, viene smentita alla base, minando così tutta la loro costruzione ideologica.

Mentre i loro seminari si svuotano, un crescente numero di giovani si orienta, invece, verso la Tradizione.

Secondo Mons. Aguer, oggi assistiamo a una gradita sorpresa: “In quelle regioni dove ha regnato incontrastata la sindrome post-conciliare, folle di giovani stanno scoprendo con gioia la Tradizione di un tempo e l’abbracciano come realtà autentica di una Chiesa che fiorisce, per portare frutto nella società contemporanea. Inizia così un nuovo ciclo cristiano”.

Questo fenomeno mina tutta la costruzione ideologica neo-modernista, fondata sul mito dell’aggiornamento: bisogna adattarsi al mondo moderno per essere sempre giovani e dinamici. Se questo mito crolla, cade a terra tutto l’edificio ideologico.

In questo numero della rivista diamo alcuni esempi di questa rinascita cattolica. Certo, una rondine non fa primavera. Ma noi dobbiamo essere sempre in attesa di ravvisare qualche segno speranzoso della grazia divina, per sostenerlo, favorirlo, irrobustirlo e portarlo alle sue ultime conseguenze, proprio per amore e fedeltà alla Santa Chiesa Cattolica. Questi piccoli segni sono come i cinque pani e due pesci che, moltiplicati dalla grazia divina, possono portarci verso la restaurazione della Chiesa e della Civiltà cristiana. Scrive mons. Aguer: “Sono i giovani che rendono visibile oggi la Tradizione della Chiesa come testimoni di essa. Come si spiega questo fenomeno se non nel Mistero della Provvidenza e della presenza permanente e compiuta del Signore: ‘Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo’? È su questa parola che si fonda la nostra serena Speranza”. Proprio la stessa frase citata da Plinio Corrêa de Oliveira quando spiega l’invincibilità della Contro-Rivoluizione: “Ci si può chiedere che valore abbia questo dinamismo [della Contro-Rivoluzione]. Rispondiamo che in tesi è incalcolabile e certamente superiore a quello della Rivoluzione. Omnia possum in eo qui me confortat (Fil. 4,13). Quando gli uomini decidono di collaborare con la grazia di Dio allora nella storia si producono meraviglie”.

Una verità che va ricordata ancora una volta di fronte alla terribile situazione che affrontiamo, nella quale più di uno rischia di perdersi d’animo.

Sommario

Anno 30, n° 104, ottobre 2024

v Il Natale non è uguale per tutti2 v USA: inizio di una persecuzione religiosa?4 v Attualità7 v Le donne non dovrebbero combattere10 v Psicosi ambientalista12 v Ambientalismo: molta propaganda e poca scienza13 v L’Europa e le sue radici di fronte alle sfide contemporanee17 v Persecuzione islamista nelle banlieu parigine 18 v Islamizzazione forzata di bambini cristiani nel Bangladesh20 v La discriminazione contro i cristiani in Europa26 v Estonia: libro in difesa della famiglia31 v S. Ildegarda: l’omosessualità è la suprema offesa contro Dio32 v Il mondo delle TFP33 v Davanti al presepe34

Copertina:

Tradizione Famiglia Proprietà

Anno 30, n. 104 ottobre 2024 Dir. Resp. Julio Loredo

Offerta annua suggerita Euro 15,00

Direzione, redazione e amministrazione: Tradizione Famiglia Proprietà - TFP, Via Nizza, 110 — 00198 ROMA Tel. 06/8417603 Email: info@atfp.it Sito: www.atfp.it CCP: 57184004

Aut. Trib. Roma n. 90 del 22-02-95 Sped. in abb. post. art. 2, Comma 20/C, Legge 662/96 — Padova Stampa

Dossier: Segni dei tempi

Sapranno cogliere i “segni dei tempi”?

Per scardinare il Magistero tradizionale, i progressisti crearono una nuova teologia fondata sul discernimento dei “segni dei tempi”. Ora, però, che i “segni dei tempi” sembrano indicare la direzione opposta, essi si aggrappano alla loro ideologia. Mentre i progressisti invecchiano, molti giovani propendono alla Tradizione.

Abbandonando la teologia fondata sull’essere, vale a dire su Dio, la teologia moderna si propone di partire dall’esistenza concreta dell’uomo e dal suo divenire storico, cioè da presupposti variabili e in continua evoluzione. In questo modo, la teologia moderna taglia alla radice qualsiasi possibilità di giungere a una verità immutabile, e diventa un’analisi meramente esistenziale (o “pastorale”, per usare l’espressione cara all’attuale Pontificato) e, quindi, effimera.

Una “storia rivelatrice”

I progressisti hanno costruito una nuova teologia basata sul discernimento dei “segni dei tempi” come principale locus theologicus (1). Nonostante sia stata formalmente condannata da Pio XII, questa nuova teologia è alla base di quasi tutto il pensiero cattolico moderno. I suoi alfieri hanno partecipato come periti al Concilio Vaticano II, definendone gli indirizzi. Essa è oggi insegnata in quasi tutti i seminari e università cattoliche.

Secondo il prof. Germano Pattaro, questa nuova teologia “mette in evidenza il fatto della «storicità» della rivelazione. Certamente nel senso che essa è accaduta nel tempo, ma, più e radicalmente, nel senso che la storicità è il suo stesso principio ermeneutico” (2). “Dio parla per eventi — scrive Marie-Dominique Chenu — l’economia della rivelazione non è una storia in cui avviene una rivelazione, ma una storia di per sé rivelatrice” (3). “Dio si rivela nella storia — rincara Henri De Lubac — Dio si rivela attraverso la storia. Dio si inserisce nella storia” (4).

Secondo questa visione, non dobbiamo studiare le Sacre Scritture e la Tradizione – le fonti della Rivelazione – ma piuttosto scrutare la storia dei nostri giorni in cerca della “Rivelazione” che Dio starebbe manifestando per i tempi attuali.

Scrutando gli eventi storici del nostro tempo alla ricerca di una Rivelazione immanente, i progressisti potrebbero prendere in considerazione al-

Pellegrinaggio al Santuario di Covadonga, Spagna, dove ebbe inizio la Riconquista contro i musulmani: un atto che attira sempre più persone

Marie-Dominique Chenu, O.P., perito conciliare, a chi dobbiamo principalmente la teologia dei “segni dei tempi”, secondo cui dobbiamo scrutrare la storia moderna per discernirvi la “Rivelazione” di Dio

cuni segni chiaramente soprannaturali, come le apparizioni mariane riconosciute. Per loro, invece, ciò non costituisce storia rivelatrice. Vanno piuttosto alla ricerca delle tendenze, dottrine e movimenti rivoluzionari, come ad esempio la “liberazione” delle “minoranze emarginate”, tra cui gli omosessuali. In altre parole, alla ricerca di una Rivelazione immanente, i progressisti puntano lo sguardo esclusivamente sugli eventi con forte contenuto rivoluzionario, mostrando una visione unilaterale e ideologica della storia che pone un grande punto interrogativo sul tipo di “teologia” che ne risulta.

Ciechi ai “segni dei tempi”

Forse mai come adesso si sta palesando il carattere unilaterale e ideologico, direi perfino fanatico, dei progressisti.

L’attuale Pontificato si è contraddistinto da una serie di gesti clamorosi che hanno sconvolto dottrine e costumi millenari, capovolgendo perfino il Magistero dei Papi più recenti. Francesco stesso ha dichiarato che vuole compiere un “cambio di paradigma”, cioè una riforma radicale nella stessa struttura della Chiesa e della sua dottrina.

L’accelerarsi dell’autodistruzione della Chiesa sotto Papa Francesco ha provocato apprensione in molti fedeli. In numero sempre crescente si chiedono se non siamo andati troppo lontani, o addirittura se non abbiamo sbagliato strada. Non converrebbe forse fare una pausa di riflessione, o perfino tornare indietro? Si sta perciò consolidando una reazione conservatrice/tradizionalista che ormai da tempo si faceva sentire nella Chiesa. Neppure atti di forza, come Traditionis Custodes, sono riusciti a smorzarla. Anzi.

Questa reazione proviene soprattutto dai giovani. Il che apre incoraggianti prospettive per il futuro. Un’altra caratteristica è il suo dinamismo. Commenta un analista francese: “I conservatori e tradizionalisti sono ancora una minoranza nella Chiesa, ma il dinamismo sta passando dalla loro parte”. Ancora un’altra caratteristica è il suo radicalismo, nel senso di andare alle radici. Questi giovani si stanno spostando sempre più verso la Tradizione, e non vogliono fermarsi a metà strada, cioè in un conservatorismo scialbo e sterile.

Nelle prossime pagine ne diamo alcuni esempi.

E ci domandiamo: sapranno i progressisti leggere i “segni dei tempi” che arrivano da tutti le parti?

O continueranno imperterriti, accecati dai loro pregiudizi ideologici?

La risposta, ahimè, non è per niente incoraggiante.La maggior parte dei vescovi, invece di assecondare e favorire questa buona tendenza, specie fra i giovani, non perde occasione per biasimarla e avversarla. Assistiamo ancora una volta alla paradossale opposizione episcopale contro le tendenze conservatrici che emergono dalle profondità del Popolo di Dio. Il tutto, è chiaro, coperto e anzi spinto dall’alto.

Non sono psicologo, ma posso ipotizzare che un motivo di questa testardaggine stia nell’orgoglio. Questi presuli hanno fatto un’intera carriera affermando che il vento della storia soffia dalla parte del progressismo. Accettare adesso di essersi sbagliati, e di dovere quindi mettere in discussione la loro vita, è forse chiedere troppo.

Ma credo che ci sia un altro motivo. Molti vescovi e sacerdoti progressisti hanno conosciuto la Tradizione, o almeno suoi importanti resti. Per abbracciare il progressismo hanno dovuto coscientemente e volutamente rigettare la Tradizione, commettendo in questo modo un peccato molto profondo, difficilmente sanabile. I giovani, invece, sono già nati nella Chiesa “moderna” e non hanno commesso questo peccato. Le loro anime sono più innocenti e, quindi, si aprono più facilmente alle sollecitazioni della grazia divina.

Se non per altro anche per motivi anagrafici, la Rivoluzione sembra avere i giorni contati. u

1. Marie-Dominique CHENU, Les signes des temps, in “Nouvelle Revue Théologique”, n. 1, gennaio 1965, vol. 87.

2. Germano PATTARO, Corso di teologia dell’ecumenismo, Queriniana, Brescia 1985, p. 346.

3. Marie-Dominique CHENU, The History of Salvation and the Historicity of Man, in Renewal of Religious Thought, pp. 158-159.

4. Henri DE LUBAC, Catholicisme. Les aspects sociaux du dogme, Les Éditions du Cerf, Paris 1974, p. 133.

Dossier: Segni dei tempi

UCanada: risveglio religioso nei giovani

n recente rapporto pubblicato dal think tank canadese Cardus, dedicato allo studio delle tendenze che possono incidere sulla vita nazionale, afferma che i giovani cattolici hanno il doppio delle probabilità rispetto agli anziani di frequentare le funzioni religiose almeno una volta al mese.

Anno dopo anno, i sondaggi mostravano un vistoso calo nella pratica religiosa in Canada. Ebbene, da qualche anno si sta affermando una tendenza opposta, almeno fra i giovani. Il che fa prospettare una possibile rinascita della Chiesa nel prossimo futuro.

L’ultimo Rapporto Cardus “The Shifting Landscape of Faith in Canada” (Il mutevole panorama della fede in Canada), ha rivelato anche un calo negli indicatori religiosi tra quanti si identificano come cattolici romani. Tali indicatori si riferiscono a credere in Dio, leggere regolarmente la Bibbia, avere un’esperienza di Dio nella propria vita, pregare regolarmente e partecipare regolarmente ai servizi religiosi (a parte matrimoni e funerali).

ITuttavia, il Rapporto ha riscontrato un’eccezione nei giovani cattolici canadesi.

“Stiamo assistendo a quello che sembra essere un risveglio all’interno della Chiesa e questo va contro la vecchia tesi del secolarismo secondo cui quando una società diventa più secolarizzata, diventa meno religiosa”, afferma Padre Andrew Bennett, direttore del Faith Communities Program di Cardus.

E continua: “Viviamo in uno dei paesi probabilmente più secolarizzati del mondo, eppure vediamo un numero crescente di giovani, uomini e donne, che non solo non lasciano la Chiesa ma anzi diventano più fervorosi. Questi giovani, nelle scuole superiori, nelle università o nei luoghi di lavoro, non accettano più l’idea altamente soggettiva di verità che offre la nostra società. Stanno cercando integrità, autenticità e qualcosa che abbia una vera capacità di resistenza. Un numero crescente di giovani sta approdando nella Chiesa, o tornando alla Chiesa in cui sono cresciuti. Essi vedono che la fede cattolica detiene una verità oggettiva e universale, una verità che non è una filosofia che cambia col vento, ma fondata sulla persona di Gesù Cristo”. u

Vaticano: sondaggio shock

l Sinodo sulla sinodalità 2023-2024, che vorrebbe stravolgere la struttura della Chiesa e la sua dottrina, prende spunto – così dicono i suoi promotori – da un’ampia consulta al “Popolo di Dio”, che sarebbe infallibile nella Fede. Bisogna ascoltare i fedeli per conoscere ciò che lo Spirito Santo dice alla Chiesa nei giorni nostri.

Questo in teoria. Nella pratica, i promotori del Sinodo affermano esattamente il contrario di quanto pensa il Popolo di Dio. E vanno avanti imperterriti, infischiandosene della vera opinione dei fedeli. Più volte in questa rivista abbiamo denunciato questa vistosa dicotomia.

Ecco che arriva l’ennesima prova. Un sondaggio fatto a luglio dalla Segreteria del Sinodo e pubblicato sull’account X Synod.va, dovrebbe far riflettere. Alla domanda: “Crede che la sinodalità,

come cammino di conversione e di riforma, possa favorire la missione e la partecipazione di tutti i battezzati?”, i fedeli hanno risposto così:

SÌ - 28,7%

NO - 71,3%

Impossibile! hanno detto i promotori del Sinodo. Hanno quindi ripetuto il sondaggio. Questa volta il risultato è stato:

SÌ - 22%

NO - 88%

Chiaramente, lo “Spirito Santo” si sbagliava. Il sondaggio è stato cancellato. Preferiscono seguire la loro ideologia pur di non piegarsi alla realtà. u

USA: clero sempre più conservatore

Il Catholic Project, un’iniziativa della Catholic University of America, dedita allo studio delle tendenze dentro la Chiesa cattolica negli Stati Uniti, ha pubblicato di recente i risultati di una ricerca condotta presso il clero a livello nazionale. I risultati sono a dir poco sorprendenti.

Lo studio, di ventiquattro pagine, mostra una fortissima tendenza conservatrice fra il clero, specie quello più giovane. Intitolato “Polarizzazione, dinamiche generazionali e impatto della crisi degli abusi”, lo studio conferma e aggiorna le tendenze già riscontrate nel 2010 dal National Study on Catholic Priests, condotto sempre dal Catholic Project.

Il documento attinge a interviste con 131 vescovi e con più di diecimila sacerdoti. Leggiamo nel Sommario: “Lo studio evidenzia un espressivo divario tra l’auto-identificazione politica e teologica dei sacerdoti più anziani e quella dei sacerdoti più giovani. In sintesi, la percentuale di nuovi sacerdoti che si considerano politicamente di ‘sinistra’ o teologicamente ‘progressisti’ è in costante calo a partire dal Concilio Vaticano II, e ora è quasi scomparsa. (…) Anni fa, la coorte dei preti ‘progressisti’ o ‘molto progressisti’ contava per il 68% del totale. Oggi queste categorie sono quasi sparite”.

Ordinazioni a New York

Più della metà dei sacerdoti ordinati a partire dal 2010 si considera ‘conservatrice’ o ‘molto conservatrice’. Nessun sacerdote ordinato dopo il 2020 si è definito ‘molto progressista’. Oggi, ben l’85% del clero più giovane si descrive come “conservatore” o “molto conservatore” dal punto di vista teologico, con solo il 14% che si identifica “moderato”.

Leggiamo nella Conclusione: “Stiamo assistendo a un grande cambiamento nel modo in cui i sacerdoti negli Stati Uniti vedono sé stessi e il loro sacerdozio. I preti più giovani sono molto più propensi dei loro colleghi più anziani a descriversi come politicamente conservatori o moderati. I preti più giovani hanno anche molte più probabilità di considerarsi teologicamente ortodossi o conservatori rispetto ai preti più anziani. I preti che si autodefiniscono liberali o progressisti, considerati sia politicamente che teologicamente, stanno diminuendo con ogni successiva leva da più di 50 anni. I preti che si autodefiniscono liberali o progressisti sono quasi scomparsi dalle categorie più giovani dei preti”.

Con tale sfondo, possiamo capire i timori di certi ambienti ecclesiasti di fronte all’azione pastorale di vescovi come mons. Joseph Strickland, rimosso dalla sua diocesi da Papa Francesco. u

Dossier: Segni dei tempi

Francia: esplosione di battesimi di adulti e giovani

In Francia si sta verificando un fenomeno sorprendente: un numero crescente di adulti e di giovani sta chiedendo attivamente il battesimo nella Chiesa cattolica. Il vescovo di Evreux, mons. Olivier de Cagny, lo descrive come “un miracolo”. Nella Pasqua del 2024 è stato raggiunto il record di 12.135 battesimi di adulti, con un aumento del 31% rispetto al 2023.

tato afflusso di nuovi battezzati proviene per il 61% da famiglie scristianizzate e per il 39% da famiglie senza religione, comprese alcune musulmane. La Conferenza episcopale ha notato che molti di questi nuovi battezzati sono giovani, con il 36% tra i 18 e i 25 anni.

Il vescovo di Carcassonne, Bruno Valentin, sottolinea: “Questo sembra anche andare contro tutta la dinamica della Chiesa in Francia, il declino nella pratica, nella catechesi.... C’è un fenomeno che va fondamentalmente contro lo spirito dei tempi”.

Questo fenomeno spicca in un contesto di declino religioso in Francia. Nel 1960, il 90% dei bambini veniva battezzato, ma nel 2022 questa cifra è scesa al 29%. Anche la frequenza alle messe è diminuita drasticamente: solo l’1,2% della popolazione vi partecipa regolarmente. Inoltre, le vocazioni sacerdotali sono diminuite significativamente dal 1950, passando da 51.000 sacerdoti ad appena 7.000 nel 2023.

Il vescovo di Limoges, Pierre-Antoine Bozo, osserva: “Suggeriamo che entrino dalla porta, ma entrano dalla finestra”. Questo inaspet-

Questo fenomeno ha provocato un salutare shock negli ambienti religiosi d’Oltralpe. La Croix, il principale quotidiano cattolico francese, lo descrive come “un fenomeno che si è accelerato ancora di più negli ultimi anni e che sorprende anche l’istituzione cattolica”.

Il giornalista cattolico JeanMarie Guenois commenta sul quotidiano “Figaro” che, sebbene questi nuovi battezzati non compensino completamente il declino generale della Chiesa, il loro numero è significativo e sfida le aspettative di una Chiesa in declino. “Lo Spirito Santo soffia dove vuole”, conclude, ricordando le parole di Gesù nel Vangelo di Giovanni: ”Il vento soffia dove vuole; voi ne sentite il rumore, ma non sapete da dove viene né dove va. Così è per chi è nato dallo Spirito”.

In breve, questo aumento dei battesimi di adulti e giovani in Francia è un segno di speranza e di rinnovamento per la Chiesa cattolica in un Paese in cui la vita religiosa è in declino da decenni. La Chiesa rimane una forza vitale e rilevante, capace di attrarre nuove generazioni in cerca di significato e spiritualità. (AF) u

Pellegrinaggio di Chartres 2024: un’ondata conservatrice tra i giovani francesi

di Attilio Faoro

Il pellegrinaggio di Chartres, una tradizione profondamente radicata nella storia francese, ha vissuto un’impressionante rinascita di interesse nel 2024, illustrando una notevole ondata conservatrice tra i giovani francesi. Il pellegrinaggio, che collega Parigi a Chartres, attrae un numero crescente di giovani alla ricerca di valori tradizionali e di una profonda spiritualità.

Il pellegrinaggio di Chartres è stato lanciato nel 1983 da cattolici francesi ispirati dal pellegrinaggio di Czestochowa in Polonia. Da allora è cresciuto in popolarità, raggiungendo il record di 18.000 presenze nel 2024. Quest’anno è stato necessario chiudere le iscrizioni una settimana prima dell’inizio a causa dell’elevato numero di pellegrini.

Uno degli aspetti più sorprendenti di questo pellegrinaggio è la giovinezza dei partecipanti, con un’età media di 20,5 anni. Questi giovani sono at-

tratti da un’esperienza di preghiera integrale e di vita di carità fraterna. Benoît, un ingegnere, spiega: “Ciò che attrae i giovani a Chartres è innanzitutto una forte esperienza di preghiera integrale. Si prega con il corpo. In secondo luogo, è una vera vita di carità fraterna. Infine, è un cammino intellettualmente ricco”.

I giovani pellegrini esprimono una sete di spiritualità e di tradizione, cercando risposte alle sfide del mondo moderno. Osmane Caillemer, futuro avvocato, sottolinea: “Non stiamo facendo un pellegrinaggio di 100 chilometri a piedi per dimostrare la Fede! Non siamo qui per protestare, è un atto di approfondimento personale e di testimonianza di fede”.

Il pellegrinaggio di Chartres è stato segnato anche da testimonianze di conversione e rinnovamento spirituale. Jean, 34 anni, convertito, racconta la sua esperienza: “Dopo aver conosciuto mia mo-

Dossier: Segni dei tempi

E in Svezia...

Anche se con numeri più contenuti rispetto ad altri Paesi, anche nella “protestante” Svezia cresce l’interesse dei giovani per la religione cattolica di sempre. Ne è prova, per esempio, il pellegrinaggio da Helsinborg ad Arild, che ogni anno attira sempre più giovani all’insegna della Tradizione.

Leggiamo sul sito della Heilige Eriks Legion, uno degli organizzatori: “Giorni meravigliosi! Dal 18 al 21 luglio si è tenuto il pellegrinaggio estivo annuale tra Helsingborg e Arild, che per grazia di Dio cresce ogni anno. Centinaia di persone sono venute a dimostrare la loro Fede. Migliaia di preghiere sono state elevate al Cielo per il nostro paese, la Svezia e la sua conversione! Il punto alto è stato, senz’altro, le due Messe solenni in rito romano antico”. u

glie, una ‘tradi’ storica, l’ho accompagnata alla Messa tridentina e ho trovato qualcosa di sacro che non c’era altrove”. Adrien, che proviene da una famiglia non credente, confida: “Ho visto tutto ciò che il mondo moderno ha da offrire. Alla Messa in latino è successo qualcosa. Era bella, dava un senso”.

Questa ondata di giovani pellegrini tradizionalisti riflette una gioventù francese in cerca di punti di riferimento di fronte al vuoto del mondo moderno. Essi trovano nella liturgia tradizionale e nei valori cristiani una risposta alla loro ricerca di senso e di trascendenza. Il pellegrinaggio di Chartres, con i suoi

97 chilometri di cammino in tre giorni, è diventato così un simbolo di resistenza e di fedeltà a tradizioni secolari.

Il pellegrinaggio di Chartres 2024 illustra non solo un rinnovato interesse per le tradizioni cattoliche, ma anche una tendenza più ampia dei giovani francesi verso valori conservatori e una profonda spiritualità. Questo fenomeno riflette la ricerca di identità e significato in una società in continua evoluzione, segnando una significativa rinascita del cattolicesimo tradizionale tra i giovani. u

Futuro desolante per la vecchia, grigia, sinistra cattolica

Chiudiamo il dossier sui nuovi “segni dei tempi” con l’articolo di John Horvat, vicepresidente della TFP americana, che offre una visione d’insieme del fenomeno, sollevando l’ipotesi che esso sia frutto della grazia divina.

Le forze di sinistra e progressiste si presentano sempre come l’onda del futuro. In effetti, le radici hegeliane del marxismo postulano la storia come un processo di scontro tra classi che inevitabilmente si evolve in avanti. Anche la sinistra cattolica inquadra la sua teologia della liberazione e programmi simili in questi termini.

La teoria marxista è molto chiara sull’avanzamento della storia. Tuttavia, non dice cosa succede quando il processo improvvisamente si ferma e ristagna. Cosa succede quando nessuno vuole liberare o essere liberato?

Molti anziani cattolici di sinistra in tutto il mondo si chiedono cosa stia succedendo alla loro rivoluzione. La vecchia guardia degli anni sessanta presidia ancora le trincee, ma poche reclute stanno entrando nei ranghi. I militanti di sinistra riferiscono che le loro riunioni e gli eventi sono dominati dai “capelli bianchi”.

Frei Betto sta diventando vecchio

Un esempio espressivo è un recente articolo del teologo e politico brasiliano di sinistra Frei (Frate) Betto. Il frate domenicano era in prima linea nella scena della teologia della liberazione quando questa era popolare. Amico di Fidel Castro, Hugo Chávez e

“I nostri capelli bianchi sono un segno dell’inverno che sta arrivando. Oggi la destra è come una marea montante”

Frei Betto

altre icone tramontate della sinistra, si ritrova sempre più solo e sempre più vecchio.

In un franco articolo per il gesuita Instituto Humanitas Unisinos, l’anziano rivoluzionario, che presto compirà 80 anni, racconta di aver partecipato di recente al 12° Incontro Nazionale di Fede e Politica con duemila persone di sinistra a Belo Horizonte, in Brasile. E lì che ha notato che quasi tutti avevano i capelli bianchi o grigi.

Dossier: Segni dei tempi

«Riflessioni di un vecchio», l’ultimo libro di Leonardo Boff, alfiere della Teologia della liberazione

“La maggioranza delle persone, purtroppo i giovani, non sono incoraggiati a impegnarsi socialmente o politicamente in alcun movimento di proiezione o trasformazione”

Il popolare oratore dice di trovare scene simili in tutto il Brasile. Si lamenta del fatto che le manifestazioni e le proteste della sinistra cattolica ora uniscono numeri inespressivi con capelli tendenti a imbianchire. La sinistra politica brasiliana, fortemente allineata con quella cattolica, ha difficoltà a mettere in campo candidati giovani e spesso ricorre a far uscire dalla pensione figure anziane per concorrere nelle elezioni.

Difatti, la sinistra cattolica sta diventando vecchia e grigia. Nessuno sostituisce i ranghi. “I nostri capelli bianchi sono un segno dell’inverno che sta arrivando”, osserva un desolato Frei Betto.

Lamentando la caduta del Muro di Berlino

L’irriducibile frate marxista, che già è stato ministro nei gabinetti di Lula da Silva, fa risalire la causa di questo declino alla caduta del Muro di Berlino, che egli deplora come un evento che “ha infranto le nostre speranze di un mondo in cui tutti avrebbero avuto un’esistenza dignitosa”

Frei Betto ritiene che questo scardinamento delle certezze, causato dalla caduta dei regimi comunisti oppressivi, sia responsabile dell’assottiglia-

mento delle fila della sinistra. Tuttavia, riconosce anche alla destra una nuova energia e un nuovo dinamismo. Tutto è cambiato, sostiene. “La destra è come una marea montante che minaccia di affogare quello di democrazia liberale che c’è rimasto”

Cosa è stato sbagliato a sinistra

Frei Betto imputa la crisi all’incapacità della sinistra di adattarsi e di essere rilevante in un mondo postmoderno. Si è lasciata coinvolgere in inutili giochi di potere. “Non abbiamo cresciuto nuovi militanti per paura che si distinguessero e occupassero le nostre posizioni di potere”, dice a proposito dell’auto-compiacenza e degli intrighi del movimento.

La sinistra ha anche perso il contatto con i poveri, abbandonando le favelas (baraccopoli), le aree rurali povere e le reti di quartiere. Il movimento tende a ridursi a incontri di alto profilo piuttosto che a trattare con le persone comuni. Il messaggio della sinistra è chiaramente esaurito, con ben poco di nuovo da offrire.

Reclami sul diritto

Tuttavia, Frei Betto ritiene che l’ascesa della destra religiosa sia la causa principale della crisi della sinistra cattolica. Una simile dichiarazione potrebbe sorprendere i cattolici più tradizionali, che da tempo si considerano superati e isolati dall'establishment ecclesiale liberale. La sinistra cattolica ha goduto di un sostegno finanziario e mediatico schiacciante nel corso dei decenni.

Nonostante tutti gli svantaggi, la destra religiosa sta vincendo grazie all’attrazione del suo messaggio. Più i fedeli sono fedeli al loro messaggio evangelico tradizionale, maggiore è la loro influenza nella società.

Frei Betto lamenta l’incapacità della sinistra cattolica di reagire a quello che chiama sprezzantemente “fondamentalismo religioso”, che “mobilita le folle”

e “riempie le urne”. Secondo lui, il messaggio della destra mina la lotta di classe insegnando un messaggio che armonizza “le disuguaglianze sociali e le contraddizioni di classe”. Sottolinea che per essa “tutto si riduce a una disputa tra Dio e il diavolo”.

Concentrandosi sul peccato, la prospettiva “fondamentalista” elimina gli ostacoli alla prosperità e quindi “autorizza e favorisce il dominio” o le odiate soluzioni del libero mercato ai problemi economici. Il frate radicale denuncia inoltre la “cancellazione di tutti coloro che non abbracciano la ‘morale e i buoni costumi’ di coloro che gridano contro l’aborto”.

Il messaggio della destra religiosa è potente e il frate si lamenta del fatto che i suoi membri “monopolizzano le trincee digitali” dove la sinistra deve ancora imparare ad agire.

Naturalmente, per tutti i progressisti c’è sempre l’orizzonte di una nuova primavera e la necessità di “reinventare il futuro”. Tuttavia, questa volta le possibilità non sono promettenti, i germogli non spuntano.

Il dissolvimento delle icone della sinistra in ogni luogo

La pessimistica analisi di Frei Betto sullo stato della sinistra cattolica è condivisa dal suo compagno di liberazione, l’ex frate Leonardo Boff (85 anni), che parla di un “preoccupante arretramento della base popolare” e di una mancanza d’impegno. So-

stiene che “la maggioranza delle persone, purtroppo i giovani, non sono incoraggiati a impegnarsi socialmente o politicamente in alcun movimento di proiezione o trasformazione”.

Il malessere non è limitato al Brasile, il più grande Paese cattolico del mondo. Simili segni di invecchiamento e declino si stanno verificando ovunque nella sinistra cattolica. Il peruviano padre Gustavo Gutiérrez, fondatore della teologia della liberazione, compirà 96 anni a giugno.

Anche tutte le icone della sinistra cattolica statunitense stanno invecchiando. L’attivista benedettina suor Joan Chittister ha 88 anni. L’attivista LGBTQ suor Jeannine Gramick (82 anni); sono suore che sull’autobus hanno gli sconti per gli anziani. Nessuna figura giovane prende il loro posto.

Dove dominano i capelli scuri

L’Associated Press ha appena pubblicato un lungo articolo pubblicato ovunque (anche sul National Catholic Reporter, un giornale progressista di sinistra). Il titolo dice tutto: “Un passo indietro nel tempo: la Chiesa cattolica americana vede un immenso spostamento verso le vecchie abitudini”.

L’autore Tim Sullivan racconta di come molti cattolici siano stanchi del programma progressista che pende a sinistra. Le cose stanno cambiando: musica, sermoni e liturgia. La gente vuole parlare di peccato, confessione e aborto. I sacerdoti indossano

La caduta del Muro di Berlino, col conseguente crollo dell’impero sovietico, ha lasciato la sinistra socialista senza un’utopia

Dossier: Segni dei tempi

la tonaca e promuovono il canto gregoriano. Questo generale ritorno alle vecchie usanze si sta diffondendo in parrocchie di ogni tipo e dimensione e sta gradualmente cambiando la mappa cattolica americano.

Soprattutto, la marcia verso la tradizione è spinta da giovani e famiglie in cerca di stabilità e santificazione. I ministeri dei campus universitari registrano improvvisamente conversioni record. I capelli scuri dominano. Papa Francesco la definisce “indietrista”, ma questa tendenza tradizionale è piena di entusiasmo e di speranza per il futuro.

Mentre i vecchi preti brizzolati degli anni Sessanta muoiono, i giovani preti, zelanti per la tradizione, prendono il loro posto.

Non esiste una spiegazione umana per questo movimento verso la tradizione. Non esiste un’orga-

Suor Joan Chittister e Suor Jeannine Gramick, veterane attiviste LGBT: le icone della sinistra stanno invecchiando

nizzazione formale che orienti la tendenza su tale scala. È un fenomeno dinamico e controculturale. Tutte le forze e le tendenze culturali e religiose degli anni Sessanta vanno nella direzione opposta. I giovani chiedono il ritorno a cose che sono precedenti alla loro nascita.

È questo il frutto della grazia?

In effetti, impulsi come questi suggeriscono qualcosa che va oltre il naturale. Sono il frutto dell’anelito verso il sublime, il metafisico e il sacro scartati, contrariamente al mondo postmoderno che lascia tutto sterile, senza direzione e senza senso.

Nel corso della storia, movimenti improbabili come questi sono apparsi come frutti della grazia di Dio che opera nelle anime e in intere nazioni. È possibile che questa grazia stia suscitando in innumerevoli anime desideri ardenti di amore per Dio. Quando le persone corrispondono a queste grazie, le meraviglie della storia si compiono di fronte a ostacoli insormontabili.

In effetti, una nuova primavera potrebbe essere in arrivo. Ma non nascerà dalle lande desolate della sinistra, bensì dal Cuore Immacolato di Maria. u

Una nuova primavera potrebbe essere in arrivo. Ma non nascerà dalle lande desolate della sinistra, bensì dal Cuore Immacolato di Maria!

La diga rotta

Communicato stampa

In un pontificato segnato da atti che hanno fatto scalpore, pochi hanno avuto l’impatto globale di Fiducia Supplicans, la dichiarazione del Dicastero per la Dottrina della Fede firmata dal nuovo prefetto, il cardinale V. M. Fernández, e approvata personalmente da Papa Francesco nel dicembre 2023. Il documento dà il via libera alle benedizioni sacerdotali per le coppie che vivono in unioni irregolari, incluse quelle dello stesso sesso.

È insolito che interi episcopati, autorevoli cardinali e vescovi, professori di teologia morale e di diritto canonico, innumerevoli sacerdoti impegnati nella pastorale e fedeli cattolici sparsi nei cinque continenti reagiscano negativamente a un documento ufficiale della Santa Sede.

Tali reazioni hanno posto il cardinale Fernández e lo stesso Pontefice nella necessità di offrire chiarimenti e precisazioni, che in generale non hanno fatto altro che accrescere perplessità e confusione. Infatti, fintanto che non venga cancellato quanto esplicitamente scritto nel documento, per la maggior parte della gente appare poco significativo quel che viene detto con linguaggio incerto, a volte inedito e improvvisato. Ad esempio, quando si fanno artificiosi distinguo tra la coppia omosessuale e l’unione omosessuale.

Nel contesto di questa controversia internazionale senza precedenti sollevata da Fiducia Supplicans, mancava uno studio approfondito su come, da diversi decenni, si sia insediata una potente lobby LGBT all’interno della Chiesa cattolica. Una lobby che ha saputo operare abilmente sia nel campo dell’attivismo sociale sia in quello accademico e teologico, con l’obiettivo di eliminare dalla dottrina cattolica il carattere gravemente peccaminoso che la Chiesa attribuisce agli atti omosessuali e, addirittura, di farli approvare come segni autentici dell’amore cristiano.

Per colmare questa lacuna esce il libro La Diga Rotta – La resa di Fiducia Supplicans alla lobby omosessuale (in sette lingue, tra cui l’italiano, a cura di Tradizione Famiglia Proprietà) degli studiosi José Antonio Ureta e Julio Loredo. Le sue 117 pagine, agili ma seriamente documentate, dimostrano in modo attendibile che l’arrivo del prelato argentino alla testa del DDF e la sua clamorosa dichiarazione Fiducia Supplicans, non costituiscono altro che il coronamento del suddetto progetto di apertura all’omosessualità attentamente portato avanti all’interno di settori significativi della Chiesa.

Gli autori premettono di non essere mossi dall’intento di denigrare o diffamare nessuno, tantomeno quanti dominano con merito personale una tendenza che la Chiesa definisce “oggettivamente disordinata”. Gli autori sono consapevoli dell'enorme differenza tra questi ultimi e quegli attivisti che invece presentano il loro stile di vita omosessuale come motivo di orgoglio, cercandone addirittura l’approvazione ufficiale da parte della Chiesa cattolica.

Nella prefazione al libro, mons. Rob Mutsaerts, vescovo ausiliare di ‘s-Hertogenbosch, nei Paesi Bassi, si chiede: “Può un sacerdote dare la sua benedizione a un’unione che la Bibbia considera peccaminosa?”. Per poi rispondere: “È una domanda retorica; si chiede la benedizione per sanare una rottura della situazione di vita, non per perpetuare una situazione disordinata. Non puoi respingere il giudizio e le richieste morali di Dio e continuare a fare appello alla Sua misericordia”. u

Prefazione

La dichiarazione Fiducia supplicans (FS) ha suscitato scalpore in tutto il mondo, non da ultimo per la confusione che crea. La FS prevede la possibilità di benedire coppie dello stesso sesso mentre, due anni prima (Responsum 2021), lo stesso Vaticano si era chiaramente

espresso contro questa possibilità. L’opinione che la FS sia coerente con questo Responsum e con la dottrina e la tradizione in materia è insostenibile. La FS presenta evidenti contraddizioni.

La Bibbia e la Tradizione sono perfettamente coerenti quando si tratta delle implicazioni morali dell’omosessualità. La FS rompe con questo offrendo la possibilità di benedire una relazione peccaminosa in nome di Dio. Naturalmente, il fatto che questa benedizione duri solo pochi istanti e non venga impartita vicino a un altare non cambia tale verità. Non c’è alcuna base nella Scrittura o nella Tradizione per una simile benedizione.

Il cardinale Fernández ha detto che la dottrina del matrimonio rimane invariata. Ma non è questo il punto. Il punto è: può un sacerdote dare la sua benedizione a un’unione che la Bibbia considera peccaminosa. È una domanda retorica. Sicuramente state chiedendo la benedizione di Dio per sanare la rottura nella vostra situazione di vita, non per perpetuare la vostra situazione disordinata. Non si possono rifiutare il giudizio e le esigenze morali di Dio e continuare ad appellarsi alla sua misericordia.

Il problema risiede principalmente nel fatto che la FS non affronta la dimensione morale della relazione. La FS si rifiuta di nominare il male. In questo senso, è in sintonia con lo zeitgeist attuale: la negazione del peccato, che è una conseguenza del soggettivismo e del relativismo oggi dominanti, e la negazione della verità, che, per definizione, vale per tutti in ogni momento.

Un altro problema è che la misericordia viene proclamata senza pentimento. Tutti sono i benvenuti. Todos, todos, todos*, tutti, grida incessantemente Papa Francesco. Tutti sono benvenuti? Certamente. Ma non incondizionatamente. Dio fa delle richieste. L’intera Bibbia potrebbe essere riassunta come una chiamata al pentimento e una promessa di perdono. L’una non può essere separata dall’altra. Tutti sono i benvenuti, ma non tutti accettano l’invito. Conosciamo certamente la parabola del re che invita tutti al banchetto di nozze del figlio. Arriva un momento in cui la porta viene chiusa. All’inferno prevale uno scenario diverso. Lì tutti sono accolti incondizionatamente. Lo slogan del diavolo è: “Vieni come sei”. Non devi cambiare. Non devi chiedere perdono. Non devi alzare un dito per aiutare gli altri nelle loro necessità. Tutti sono i benvenuti all’inferno. Todos, todos, todos

per la sua infinita misericordia. Vedo ai nostri tempi tanta rabbia e aggressività. Le persone non sarebbero così aggressive e arrabbiate se conoscessero il perdono di Dio. Tuttavia, chiedere perdono significa riconoscere il peccato.

La misericordia esiste perché esiste il peccato. La misericordia esiste perché esiste il giudizio. La misericordia esiste perché esiste l’inferno. Dove si nasconde il peccato, si nasconde anche l’essenza della misericordia.

Lo scopo della misericordia non è dire agli altri quanto sono cattivi, ma parlare loro del perdono dei peccati

La misericordia esiste perché esiste il peccato. La misericordia esiste perché esiste il giudizio. La misericordia esiste perché esiste l’inferno. Dove si nasconde il peccato, si nasconde anche l’essenza della misericordia. Lo scopo della misericordia non è dire agli altri quanto sono cattivi, ma parlare loro del perdono dei peccati.

Tutto ciò che si deve fare è chiedere con sincerità. Non ci sono vincoli. Ringrazio Dio ogni giorno

Questa è la chiave per la pace della mente e del cuore. Niente è più disastroso del negare il male: di solito fa sì che le cose vadano di male in peggio.

Sembra che la FS voglia fare pace con la società secolare, ma la pace a spese della moralità e della verità è la “pace” più spietata che si possa immaginare. Dio ama tutti. Ama tutti i peccatori, ma odia i loro peccati. Spera ardentemente che ritornino a Lui, proprio come sperava nel ritorno del Figliol Prodigo. Non desidera altro che condividiamo il suo amore.

Per questi motivi, accolgo con favore il chiarimento fornito dal puntuale libro La Diga Rotta di José Antonio Ureta e Julio Loredo. Esso dimostra pienamente come la Fiducia supplicans sia il risultato di un processo preparato da un gruppo di pressione molto ben organizzato all’interno della Chiesa Cattolica.

+ Rob Mutsaerts Vescovo ausiliare di ‘s-Hertogenbosch

* In spagnolo nel originale.

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Intervista a Plinio Corrêa de Oliveira

Le unioni omosessuali sono l’antitesi della famiglia

Il 29 ottobre 1992, il prof. Plinio Corrêa de Oliveira concesse un’intervista alla televisione brasiliana SBT sul problema delle cosiddette “unioni omosessuali”, allora in discussione al Congresso. Ne riportiamo di seguito alcuni brani.

SBT: Qual è la sua opinione riguardo l’aumento dell’omosessualità nella società brasiliana? Lei crede che il fenomeno nuoccia all’integrità della famiglia?

Plinio Corrêa de Oliveira: Le conseguenze dell’omosessualità sulla famiglia sono devastanti. Sterile per definizione, il rapporto omosessuale è distruttivo della famiglia, è l’antitesi della famiglia, è il principale nemico della famiglia.

Ritengo che, di per sé, la sterilità nei rapporti sessuali sia un male. A volte può non essere colpa dei coniugi; può risultare cioè da condizioni fisiche per le quali i coniugi non siano minimamente responsabili. Ma se anche uno dei coniugi decidesse

coscientemente di evitare la fecondazione, allora saremmo in presenza di un assalto alla famiglia. Lei può quindi desumere cosa pensi dei rapporti omosessuali, sterili per definizione.

Secondo l’ordine naturale, l’atto sessuale è orientato alla fecondità e quindi alla moltiplicazione della specie. Il precetto di Dio all’inizio della creazione è stato chiaro: “Prolificate, moltiplicatevi e riempite la terra”. I rapporti sessuali, d’altronde legittimi solo all’interno del matrimonio, devono essere fecondi. Non essendovi matrimonio né fecondità nelle unioni omosessuali, queste sono di conseguenza totalmente contrarie all’ordine naturale e, dunque, alla famiglia.

Le conseguenze dell’omosessualità sulla famiglia sono devastanti. Sterile per definizione, il rapporto omosessuale è distruttivo della famiglia, è l’antitesi della famiglia, è il principale nemico della famiglia

SBT: Cosa pensa dell’ostentazione dell’omosessualità nella televisione e nel cinema? Lei crede che incida negativamente sulla formazione dei bambini?

Plinio Corrêa de Oliveira: Per molti secoli l’omosessualità è stata considerata con avversione. Questo non era frutto né di un capriccio né di una moda. Risultava anzi dei principi stessi dell’ordine naturale che ho appena spiegato, accolti poi nella dottrina della Chiesa Cattolica.

Nei tempi in cui la Fede permeava profondamente con la soavità e lo splendore dei suoi principi tutta la vita sociale, e quindi anche la vita familiare, le persone naturalmente rigettavano ciò che era contrario alla Fede, compresa l’omosessualità.

Per misurare la profondità di questo rigetto, dobbiamo tenere in mente che, secondo la dottrina cattolica, la pratica omosessuale è fra i pochi peccati che “gridano vendetta al cospetto di Dio”. L’altro giorno, sistemando vecchi documenti a casa mia, mi è capitato fra le mani il Catechismo che usavo da bambino. Sfogliandolo ho trovato l’elenco dei peccati che “gridano vendetta al cospetto di Dio”. V’era l’omosessualità insieme all’omicidio. In altre parole, l’omosessualità dovrebbe provocare un rigetto simile a quello suscitato dall’omicidio.

Questo rigetto è anche una normale reazione della società contro ciò che sente come una minaccia. Ogni essere vivo respinge ciò che lo distrugge. In un movimento paragonabile all’istinto di conservazione, le società umane modellate secondo i principi cattolici sono profondamente e manifestamente anti-omosessuali.

Purtroppo, a causa della crescente paganizzazione dei costumi e delle idee nel corso del secolo XX, l’influenza della Fede ha gradualmente perso molto del suo vigore e del suo significato. Di conseguenza, è venuto scemando anche il rigetto dell’omosessualità.

Venti, trent’anni fa, questa ostentazione di omosessualità nella televisione e nel cinema avrebbe su-

scitato un’ondata di indignazione. Anzi, non sarebbe stata nemmeno permessa.

Come brasiliano non posso non deplorare la crescente accettazione di questo costume profondamente anti-sociale.

SBT: Lei pensa che la diffusione dell’omosessualità danneggi la crescita demografica che Lei ritiene così importante per il nostro Paese?

Plinio Corrêa de Oliveira: Come potrei pensare in modo diverso? Nelle unioni omosessuali manca la fecondità del matrimonio legittimo.

L’omosessualità allontana le persone da rapporti normali e fruttiferi.

SBT: Lei crede che l’omosessualità abbia una cattiva influenza sull’educazione dei bambini?

Plinio Corrêa de Oliveira: Non di rado l’omosessualità va pari passu con la pedofilia, cioè i rapporti sessuali fra adulti e bambini. La pedofilia è una piaga ed è comprensibile che sia universalmente messa al bando.

SBT: Le TFP accettano membri omosessuali?

Plinio Corrêa de Oliveira: No, perché le TFP sono associazioni di ispirazione cattolica. Le TFP non sono associazioni cattoliche nel senso canonico.

Preghiera nelle tentazioni contro la purezza

O mia Signora e Madre mia! Mi vedete ai vostri piedi tentato dal peccato che più immediatamente contrasta con la vostra purezza. Voi, che amate tanto la verginità, che per amore di essa la rivendicaste nei confronti del celeste arcangelo che vi annunziava l’ineffabile onore della divina maternità. Voi, la cui verginità fu tanto amata da Dio che lo Spirito Santo compì il miracolo indicibilmente sublime di preservarla. Voi, la cui verginità è il profumo sacro ch ha ispirato tutte le anime caste nel corso dei secoli e le ispirerà fino alla fine dei tempi.

Abbiate compassione materna per questo figlio e schiavo che si dibatte nelle orrende seduzioni dell’impurità. Dategli un’energica repulsione all’impurità. Allontanate da lui il demonio e le occasioni malvagie. Riempite la sua anima di un amore intenso e intransigente per la purezza; riempitelo del profumo purissimo della vostra castità.

Cuore immacolato e sapienziale di Maria, abbiate pietà di me e pregate per me. O Maria concepita senza peccato, Vergine delle vergini e Madre di Dio, datemi un profondo orrore del peccato a causa del quale rischio di soccombere e dotate la mia anima di una forza invincibile per respingere completamente questa e ogni altra tentazione. Così sia!

Plinio Corrêa de Oliveira (per la recita privata)

La diga rotta

Non sono state fondate dalla gerarchia, ma da laici. Ai sensi del Diritto Canonico, le TFP sono associazione private, anche se ovviamente di ispirazione cattolica, apostolica, romana anche nei minimi dettagli.

Per tutto ciò che ho detto sulla dottrina morale cattolica riguardo l’omosessualità, Lei capirà che se noi accettassimo persone che praticano un atto così opposto alla morale, la nostra libertà religiosa sarebbe gravemente violata.

SBT: Lei crede che gli omosessuali siano oggi più accettati dalla società?

Plinio Corrêa de Oliveira: Non è un gioco di parole, ma io credo che siano meno rigettati.

SBT: E questo è pericoloso?

Plinio Corrêa de Oliveira: Sì, poiché rappresenta la scomparsa della censura sociale di un costume contrario all’ordine naturale.

SBT: Cosa pensa dell’unione sessuale fra un uomo e una donna sterili? Sarebbe pure condannabile?

Plinio Corrêa de Oliveira: Non necessariamente. Sarebbe condannabile se la coppia facesse qualcosa per renderla sterile. Per esempio un intervento chirurgico che rendesse la donna incapace di concepire. È biasimevole perché provoca artificialmente la sterilità dell’atto.

Il caso è totalmente diverso quando la sterilità non è indotta. Se una coppia scopre che i suoi rapporti non producono frutti, non vi è nessuna violazione della legge naturale perché la fecondità non è stata coscientemente impedita. I coniugi praticano un atto di per sé fecondo, reso sterile solo a causa di circostanze naturali al di fuori del loro controllo. Hanno quindi tutto il diritto di continuare i loro rapporti, nonostante la loro sterilità.

Al primo io direi che lo rispetto e lo ammiro, che prego Dio affinché continui ad aiutarlo a mantenersi puro, evitando qualsiasi pratica sessuale riprovevole. Gli consiglierei pure di sposarsi. Se riesce a mantenere questa linea, non avrei per lui altro che elogi.

Al secondo direi che vedo in lui una creatura di Dio, e che voglio il suo bene, compresa la sua salvezza. Debbo trattarlo con dignità e con rispetto. Io gli direi: Amico mio, capisco che per una persona che ha ormai abbandonato la pratica della purezza e si è lasciata trascinare a questi peccati sia difficile e dunque eroico cambiare.

Ma l’esperienza mostra che è possibile uscirne compiendo certi passi. Allontanati dalle persone e dagli ambienti che ti spingono a peccare. Cerca di evitare di guardare o di pensare a questi atti pecca-

Ripeto, ciò che è inammissibile è l’induzione artificiale della sterilità.

SBT: Se dovesse consigliare un ragazzo omosessuale, che pratica l’omosessualità, cosa gli direbbe?

Plinio Corrêa de Oliveira: Dobbiamo distinguere fra un ragazzo con tendenze omosessuali ma che resiste e quindi riesce a controllarsi, e un ragazzo che invece cede e pratica l’omosessualità.

minosi. Se ci riesci, avrai vinto una brillante battaglia, degna di ogni plauso. Io ti scongiuro di cominciare subito a combattere.

Se invece scegli di non intraprendere questo grande e nobile sforzo, se scegli di continuare a godere dei piaceri illegittimi delle tue tendenze disordinate, allora non posso che dolermene e continuare a pregare Dio affinché abbia misericordia di te, sperando che un giorno Egli ti tocchi con la grazia e ti affranchi dal peccato. u

Elogio della castità

Nostro Signor Gesù Cristo elevò il matrimonio a Sacramento, conferendogli quindi una grande dignità. Vi sono innumerevoli santi sposati. Il matrimonio è uno stato perfettamente conforme alla morale. Nel matrimonio si può arrivare all’apice della virtù.

Nella prima Lettera ai Corinzi, San Paolo dice chiaramente che sposarsi è un bene, ma restare celibe è ancor “meglio”. Ora, si sposarsi è un bene, perché non sposarsi è un bene maggiore?

Il motivo è questo. L’uomo ha cinque sensi. Il più nobile è la vista perché è il senso più conoscitivo. È attraverso la vista che noi prendiamo maggiormente contatto con la realtà esterna. Possiamo capirlo dal fatto che è molto più facile suicidarsi perché si sia rimasto cieco che perché si sia rimasto sordo o

senza olfatto. Il cieco soffre un’amputazione tremenda nel suo essere.

Il senso meno conoscitivo, il più basso, il più povero è quello del tatto. È quello che parla più alla materia che allo spirito. È anche quello più disordinato in conseguenza del peccato originale.

Il punto dove il senso del tatto si mostra più disordinato è proprio in ciò che riguarda la purezza. È qui che il disordine passionale nell’uomo si fa sentire con più forza. L’istinto sessuale nell’uomo è impetuoso, brama, assale, lo accompagna tutto il giorno. Egli deve continuamente lottare per mantenersi puro.

Questo istinto, proprio perché è il più basso, è quello che più facilmente trascina l’uomo, inducendolo a ogni sorta di disordine morale. È l’istinto che più fa diventare l’uomo un essere materiale. Quando l’uomo dà sfogo all’istinto sessuale in modo sregolato, la sua parte materiale prende il sopravento, a scapito di quella spirituale.

Il vizio dell’impurità trascina l’uomo verso il basso, verso le cose della materia. Egli perde la forza per concentrarsi nelle cose più elevate, perde il gusto per l’astrazione. La fantasia comincia a invadere e dominare la sua anima. La sua volontà si rammollisce. Il suo raziocinio diventa titubante e poco penetrante. Mentre gli aspetti spirituali si spengono, la materia comincia a comunicarle qualcosa di animale. L’impurità fa dell’uomo ciò che le Sacre Scritture chiamano un animalis homo.

La purezza è il contrario. La purezza è quella forza d’anima per la quale l’uomo ama le cose spirituali, ama la sua dignità. Lo spirito ha una dignità molto superiore a quella della materia. Per il nostro spirito, noi siamo simili agli angeli. All’uomo spirituale piace pensare, alla sua volontà piace il volere, alla sua intelligenza piace afferrare le idee. Dominando la materia, egli si difende contro l’assalto dell’impurità.

S. Luigi Gonzaga, Patrono della purezza, all’età di diciasette anni

L’uomo spirituale sa trattare bene la materia, perché essa è un dono di Dio. Sa prendersi cura di se stesso, sa riposarsi quanto serve, ecc. Egli sa come dare al “fratello corpo” quella quota di piacere che gli è dovuta. Ma egli stabilisce un limite. Egli sa che è stato concepito nel peccato originale, e che il suo corpo chiede continuamente cose alle quale non può acconsentire: chiede di mangiare e di bere in eccesso, chiede di dormire oltre misura, di sentire musica in modo smodato, ecc. L’uomo spirituale, però, sa mantenere il corpo nei propri limiti.

Per raggiungere questo, egli deve lottare contro il più basso dei suoi istinti: quello sensuale. Non è un istinto di per sé censurabile, ma è quello che più facilmente può portare al disordine.

La condizione migliore per portare avanti questa lotta è proprio la castità perfetta. Mantenendosi perfettamente casto, rigettando qualsiasi concessione all’impurità, mai permettendo un cattivo pensiero né un cattivo sguardo, egli creerà condizioni ottime per il trionfo dello spirito sulla materia.

Potete quindi capire perché la Chiesa dà tanta importanza alla verginità.

L’anima dell’uomo casto è come un palazzo, con un corpo centrale e due ali. Il corpo centrale è quello che ho appena descritto. Le due ali sono: l’amore per le gerarchie armoniche e la combattività. Una persona può sembrare molto pura, ma se non è sensibile alle gerarchie nell’universo, oppure se è pigra nella sua combattività, vuol dire che qualcosa nel corpo centrale non è a posto.

Così potete capire anche un altro punto: l’importanza della castità come fattore di civiltà. Il Regno di Maria previsto da tanti santi sarà la civiltà della castità. Ci saranno ovviamente persone sposate, fedeli al Sacramento del matrimonio. Ma ci sarà anche un gran numero di persone che rinunceranno al matrimonio per dedicarsi alle cose più elevate, alla Religione in tutti i suoi aspetti. Il Regno di Maria sarà il regno di Colei che, prima di tutto, è una Vergine, la cui fecondità proviene dalla sua verginità. Lei non sarebbe stata scelta come Madre di Cristo se non fosse Vergine.

Ecco perché i cattolici oggi devono coltivare specialmente questa virtù. Non potremo costruire il Regno di Maria con materiale deteriorato. Nello scontro fra il bene il male, i vincitori saranno i puri. u

(Da una riunione per soci e cooperatori della TFP brasiliana, 26 gennaio 1967. Tratto dalla registrazione magnetofonica, senza revisione dell’autore)

Quale fu nella mia vita la virtù che più mi entusiasmò, che io procurai di seguire maggiormente, con il più grande ardore, con l’entusiasmo più acceso?

Io concentrai la mia attenzione su una virtù per la quale sentivo molto ardore, molto entusiasmo e, nel cotnempo, molto orrore per il suo contrario: era la purezza

Ma io non impiegai molto tempo per capire che la purezza era appena un gradino, e che difatti il mio entusiasmo si rivolgeva verso un complesso di virtù, una costellazione di virtù.

Questo ardore era in me un atto dell’intelletto, era anche un atto della volontà, ma allo stesso tempo era uno stato permanente di spirito, un aspetto della mia anima, un modo d’essere designato da questa parola che, grazie a Nostra signora, io non fui mai capace di pronunziare senza entusiasmo: Cattolico! u

(Sopra, Plinio Corrêa de Oliveira all’età di sedici anni)

1994: andiamo verso uno scontro interno nella Chiesa sul tema dell’omosessualità

Nel dicembre 1994, Plinio Corrêa de Oliveira fece questa notevole previsione, purtroppo oggi avveratasi con la polemica suscitata dalla dichiarazione Fiducia Supplicans . Commentando un articolo di P. Jim Galluzzo sul settimanale cattolico americano The Wanderer , il leader brasiliano affermò:

“Vedo l’inizio di un lavoro metodico all’interno della Chiesa, e in tutti i settori della società, non solo per promuovere la tolleranza nei confronti dell’omosessualità, ma per legittimarla completamente. Un grande promotore di questo è il Parlamento Europeo, che vuole riconoscere le unioni fra persone dello stesso sesso con le stesse effetti legali di un normale matrimonio.

“Nessuna eresia del passato, perfino le più pericolose, le più cariche do odio, le più fortemente dissonanti con la dottrina cattolica, si scontrano tanto profondamente con essa quanto la legittimazione dell’omosessualità. Oggi, essa sta penetrando ovunque. Non, però, nella forma di un pamphlet diffuso da protestanti, bensì predicata da sacerdoti cattolici. L’articolo che sto commentando menziona addirittura un documento dei vescovi americani del 1976 che apriva le porte all’omosessualità.

“È un lavoro portato avanti, dai vertici verso il basso, da certe autorità ecclesiastiche per far sì che dimentichiamo la dottrina tradizionale, e per attribuire alla condotta omosessuale un diritto di cittadinanza nella Chiesa di Dio. Io prevedo che, a un certo punto, sorgerà nella Chiesa una manifestazione di totale opposizione a tale lavoro deleterio. E avremo allora, ufficialmente, una divisione all’interno della Chiesa.

“Qualcuno potrebbe obiettare: ‘Ma se la stragrande maggioranza dei vescovi la pensano in quel modo, non ci sarà divisione’. Io dico: Non esiste una maggioranza che possa cambiare la dottrina cattolica! Questa è indiscutibile e si fonda sulle Sacre Scritture, sui documenti del Magistero della Chiesa, sui trattati di tutti i moralisti e via dicendo. Tutti sono d’accordo: l’omosessualità è un peccato gravissimo che grida vendetta al cospetto di Dio. Di conseguenza: non vi può essere nessuna intessa. Punto finale! I ponti sono tagliati. Le barriere sono erette.

“Quindi, ci sarà uno scontro frontale all’interno della Chiesa, e questo produrrà una delle maggiori convulsioni della storia”. u

Garibaldi... ma quale “eroe”?

La Rivoluzione, lo sappiamo, è in buona parte fatta da miti, cioè da racconti intessuti ad arte per presentare una versione distorta dei fatti, atta a promuovere gli ideali rivoluzionari. A volte, però, esagera. È il caso di Giuseppe Garibaldi, le cui statue – erette dalla massoneria – riempiono le nostre città. Mai si è vista una tale dissonanza tra la cultura ufficiale e la realtà storica. Ne abbiamo già parlato in questa rivista, raccontando l’esperienza sudamericana del nizzardo.

È uscito di recente l’interessante libro “Garibaldi... Ma quale ‘eroe’. Il vero volto di un falso mito”. Adoperando perlopiù documenti inediti, l’autore Erminio di Biase ci racconta la vera storia del condottiero, assai diversa da quella ufficiale.

Sarà vero ciò che dicono sulla verità storica, conservata dal folklore piuttosto che dalla storiografia erudita. Ovunque è passato, Garibaldi ha lasciato brutti ricordi nella memoria popolare. Da Napoli, dove lo chiamano Peppe o bidone, cioè Giuseppe il truffatore, fino all’Argentina, dove si canta “Celebremos porque ha muerto Garibaldi, pum!”

De Biase inizia dal vero aspetto fisico di Garibaldi, descritto dai contemporanei come di statura assai modesta, gambe corte e arcuate, e incedere traballante dovuto a un’ernia inguinale, rigorosamente nascosta al pubblico.

I contemporanei coincidono anche nel dire che egli non capiva a fondo le cause per cui combatteva. Come sentenziò Lord Tennyson, Garibaldi aveva “la stupidità dell’eroe”. “La sua cultura è modesta e le sue idee difficilmente si elevano al di sopra dei luoghi comuni. Non è in grado di fare previsioni a lungo termine né, conseguentemente, di lavorare in funzione di risultati lontani nel tempo e nello spazio. Oltretutto, ha una scarsa memoria”, scriveva il colonnello George Cadogan, addetto militare britannico. Lo stesso Mazzini lo definì “un ignorante dalla faccia leonina e stupida”. A questo possiamo sommare il fatto che nei suoi scritti sintassi e grammatica erano speso latitanti.

“Come semplice politico Garibaldi è niente –affermava il Times di Londra in un articolo del 1880 – La sua mente è piena di idee vaghe, impraticabili, raccattate ai piedi dei più scapigliati teorici sociali e trabalzate per un cervello troppo ardente per aspet-

tare pazientemente la soluzione dei problemi sociali e politici. Egli è in balia a agitatori e cospiratori che speculano sulla sua grande influenza per loro fini personali”.

Su un punto, l’opinione dei contemporanei è concorde: Garibaldi era il classico tipo orgoglioso e irascibile, sempre pronto a menar le mani.

Il suo ego era, infatti, smisurato. Egli si autodefiniva “Gran Pontefice della Religione di Dio”, e usava “battezzare” i bambini che i suoi seguaci gli presentavano, dandogli poi nomi assurdi.

Diversi capitoli sono dedicati alle imprese sudamericane di Garibaldi, che ebbero un’impronta più

Riparato in Perù, dopo le sconfitte in Brasile e in Uruguay, Garibaldi si dedicò al commercio di “semi-schiavi” importati dalla Cina, chiamati coolie, destinati a lavorare nel guano. Per questo, egli assunse la cittadinanza peruviana, che in seguito “dimenticherà” Sopra, un’isola di guano. Nel tondo, un coolie

piratesca che militare. Le sue avventure iniziarono con l’attacco senza pietà contro civili disarmati nel villaggio di Imaruí, in Brasile, durante la Guerra Farroupilha. Il villaggio fu semidistrutto, le donne strupate, gli uomini arrestati, torturati o uccisi. Egli poi rapinò il villaggio, forte della sua patente di corsaro. I brasiliani lo chiamavano “lo sciacallo”. Dappertutto lasciò l’indelebile ricordo degli eccessi disumani e bestiali che consentì agli uomini al suo comando. Una memoria dell’epoca racconta: “Nessuno era in grado di fermare quei banditi insolenti, tutti perennemente ubriachi”.

Sconfitto in Brasile dalle truppe imperiali, Garibaldi riparò in Uruguay, dove intervenne nella guerra civile allora in atto. E anche qui si dedicò a ciò che sapeva fare meglio: il saccheggio. “Le orde di barbari del pirata che risponde al nome del colonnello Giuseppe Garibaldi – racconta una cronaca dell’epoca – si abbandonarono ai più spaventosi disordini, oltraggi e soprusi, forzando ed abbattendo, in particolar modo, usci di abitazioni e negozi di cittadini, che depredarono senza scrupoli”

Garibaldi conservò questo brutto costume anche in Italia. Appena arrivato a Palermo nel 1860, egli saccheggiò il Banco di Sicilia di ben cinque milioni

di ducati e fece depredare tutte le chiese. “Giuseppe Garibaldi non è affatto così onesto come lo si dipinge – scrive lo storico L. Mondini – il male che è stato commesso qui, ad esempio l’infame furto di tutto il denaro dell’erario, è da attribuirsi completamente a lui”

Non poteva mancare un capitolo dedicato agli avvenimenti del 1860, cioè alla cosiddetta “epopea dei Mille”, meglio definita, secondo De Biase, “un colpo di Stato sabaudo-inglese al Sud dell’Italia che abbatté Francesco II, il Re legittimo, e insediò una monarchia straniera. (...) Un’azione di autentica pirateria, condotta da un gruppo di uomini armati non aventi alcuna legittimazione giuridica”

Più tardi, attaccando Roma, Garibaldi si macchiò di atti vandalici, come il saccheggio dell’abbazia di Casamari, dove i suoi seguaci rubarono perfino la biancheria dei monaci... Non mancarono gli episodi di bestemmia. Infatti, le truppe garibaldine erano solite entrare nelle chiese per distruggere le immagini, buttare per terra le sacre ostie, disperdere le reliquie, imbrattare di feci gli altari e graffiare i muri con parole da lupanare.

Gaston d’Orleans, Conte d’Eu, consorte della Principessa Isabella del Brasile, Comandante delle truppe imperiali che sconfissero

Garibaldi nella Guerra dos Farroupilhas

Eppure, su di lui si è costruito un mito che sfida perfino le leggi della fisica. Cronache dell’epoca raccontano, per esempio, che le pallottole rimbalzavano dalla sua camicia rossa. Si racconta perfino che, nella chiesa dei Riformati a Calatafimi, egli sia stato visto levitare e parlare con Nostro Signore sulla croce. Questo mito non retrocede nemmeno davanti alla verità storica, addirittura trasformando in vittorie le sue sconfitte, come quella nella battaglia di Velletri nel 1849.

Il mito coinvolge anche persone vicine a Garibaldi, come la sua compagna Anita, ufficialmente morta di malaria quando in realtà, stando ai documenti medici, morì strangolata e, a quanto pare, dallo stesso Garibaldi.

E così avanti, per ben 236 pagine, il libro di De Biase continua a spulciare nella vera storia di “Don Peppe”, dalla sua pietosa carriera nel Parlamento, dove non riuscì mai a fare un discorso che facesse senso, fino ai pingui compensi finanziari decretati dal novello Stato sabaudo per lui e per la sua famiglia, che così divenne milionaria, compensi prelevati dalle casse dell’ex Regno delle Due Sicilie, ossia dai cittadini che egli aveva “liberato”.

“Buon sangue non mente”, recita l’ultimo capitolo, che racconta le vicissitudini giudiziarie degli eredi di Garibaldi, fino alla sentenza del Tribunale di Trento che, nel 1989, condannò Anita Garibaldi a pagare 58milioni di lire a una azienda pubblicitaria. Ma questo sarebbe già un altro romanzo... u

Festeggiamo perché è morto Garibaldi, pum!

In America Latina, diverse canzoncine popolari mostrano il disprezzo delle genti per l’avventuriere nizzardo. Eccone una:

Festeggiamo perché è morto Garibaldi, pum! Garibaldi pum! Garibaldi pum! Garibaldi Ja! Ja! Ja!

Nel quartiere della Bocca, dove abitava mia suocera un cane non smetteva di abbaiare. Si chiamava Garibaldi. Un giorno che mia suocera stava uscendo da casa il cane le morse una caviglia e lei svenne.

Ma un giorno finalmente perse la vita. Per-

ciò adesso mia suocera è contenta e canta per la morte del cane, insieme a piccoli e grandi.

Festeggiamo perché è morto Garibaldi...

Garibaldi era una belva, non rispettava la gente, era un cane prepotente che mordeva anche il padrone.

E quando si è saputo la notizia della sua morte prematura, tutto il quartiere ha cominciato a cantare allegramente questa canzone…

Festeggiamo perché è morto Garibaldi, pum! Garibaldi pum! Garibaldi pum! Garibaldi Ja! Ja! Ja!

Un’Italia senza aborto.

Idee per il movimento pro-life

di Fabio Fuiano

Organizzato da diverse sigle del mondo pro-vita, si è tenuto a Milano il convegno “Un’Italia senza aborto. Idee per il movimento pro-life”. Riproduciamo l’intervento di Fabio Fuiano, presidente di Universitari per la Vita.

Vorrei soffermarmi sul titolo che è stato dato a questo incontro: “Un’Italia senza aborto. Idee per il movimento pro-life”. Credo sia molto calzante, in quanto centra il punto alla base di una divergenza profonda nell’attuale panorama pro-life italiano. Mi riferisco all’approccio da tenersi su questo tema e, in modo particolarissimo, sulla legislazione attualmente vigente nel nostro paese sull’aborto. Credo, infatti, che questa divergenza nasca dalla considerazione della fattibilità o meno che un’Italia senza aborto e, ancor più, senza legge 194, possa davvero esistere.

Nella mia breve esperienza, ho avuto modo di conoscere diversi pro-life, di parlare con loro o di leggere i loro commenti e vedere le loro reazioni sui social. Questo mi ha dato un po’ il termometro della situazione. Mi sembra di poter affermare che da tempo, ma soprattutto oggi, nel mondo pro-life, si possano delineare nettamente due macro-correnti di pensiero sull'approccio da avere nei confronti dell’aborto e dell’iniqua 194. A grandi linee potremmo definirle

così: una “massimalista” e l’altra “minimalista”. Si tratta di due poli che sono andati estremizzandosi sempre di più. Proviamo a delinearne i tratti per capirci.

Corrente “minimalista”

Secondo questa corrente oggi contrastare frontalmente questa norma, ormai incastonata nel nostro ordinamento giuridico, sarebbe utopistico e, dal momento che gli aborti sono una realtà, anche nel caso ci fossero i numeri per abrogarla, questo non vorrebbe dire eliminare l’aborto. Magari si riconosce in linea teorica l’iniquità della norma, se ne intuiscono gli aspetti controversi e contraddittori, ma si sente di non avere la forza di opporvisi e, anzi, si pensa che se lo si facesse si sarebbe destinati ad un peggioramento della norma che condurrebbe magari o all’abolizione dell’obiezione di coscienza o, addirittura, ad una estensione del periodo in cui l’aborto è consentito per qualsiasi ragione. Si predilige perciò una linea “soft” in cui ci si accontenti di applicare meglio le parti po-

Il mondo pro-life

“La ragion d’essere della 194 è la soppressione di esseri umani innocenti nel grembo materno: questo fa sì che essa sia una legge iniqua da combattere con tutte le forze. Per questo non ci sono mezze misure attuabili, essa va abrogata”

tenzialmente dissuasive, di dare sostegno economico alle donne in difficoltà ecc.

Beninteso, questo genere di iniziative, in sé, è nobile e può essere una strada pratica percorribile nel breve termine per cercare di ridurre l’entità del fenomeno per quanto possibile. Ciononostante, la 194 rimane lì, con la sua immensa portata culturale, a vanificare la maggior parte degli sforzi in questo senso. Con questa linea si cede al ricatto tipico dei malvagi: a fronte di un bene che vuole emergere, loro raddoppiano i propri sforzi e minacciano ritorsioni così che chi vuole compiere il bene desista dal suo intento. Questa tattica, soprattutto negli ultimi tempi, funziona perfettamente, così che il male abbia campo libero per continuare ad imperversare, non per la propria forza (il male, di suo, non è potente come lo è il bene), ma piuttosto per il silenzio di chi dovrebbe opporvisi con tutte le forze. Dobbiamo sempre ricordare che solo il bene, metafisicamente parlando, esiste. Il male è definibile solo e soltanto come privazione di bene e, dunque, può prosperare solo laddove il bene difetta.

Ora, la “ragion d’essere” della 194 è la soppressione di esseri umani innocenti nel grembo materno: questo fa sì che essa sia una legge iniqua da combattere con tutte le forze. Per questo non ci sono mezze misure attuabili, essa va abrogata. Per chi si ostina pervicacemente ad affermare che ciò è un’utopia, o chi addirittura, come è stato detto anche di recente, si spinge ad affermare contro l’evidenza che essa «stabilisce il valore sociale della maternità», rispondiamo che la vera utopia non è l’abrogazione di una legge positiva (ogni legge umana, proprio in quanto tale, è sempre abro-

“La 194 non si tocca”: slogan condiviso dalla sinistra abortista e, curiosamente, anche da un certo mondo cattolico “minimalista”

gabile). La vera utopia è pensare di poter basare la propria strategia di opposizione all’aborto solo e soltanto nell’applicare uno strumento concepito per uccidere col fine di tutelare la vita umana innocente. Sarebbe come pretendere di utilizzare una macelleria per coccolare agnellini.

Anche i primi cinque articoli della 194 sono funzionali alla sua ragion d’essere: infatti, essi continuano a frenare una reale opposizione del mondo pro-life. Ciò avviene perché essi sembrano voler apparentemente porre dei “paletti” alla pratica abortiva, affermando ipocritamente che (a) lo Stato tutelerebbe la vita umana dal suo inizio; (b) i consultori dovrebbero svolgere un’attività di dissuasione della donna intenta ad abortire, includendo eventualmente delle associazioni di volontariato; (c) ordinariamente si dovrebbe lasciare alla donna una settimana per riflettere prima di rilasciare il certificato.

Questi articoli, nell’immaginario comune, permetterebbero una “applicazione pro-life” della 194. Ma, mi domando e vi domando, come possiamo leggerli in maniera avulsa dal contenuto successivo della norma? In particolare, si noti come (1) furbescamente si parli di «tutela della vita umana dal suo inizio» senza specificare quale sia per non entrare in conflitto con gli articoli successivi; (2) attualmente un obiettore di coscienza non può partecipare alla procedura della 194, perché altrimenti verrebbe coinvolto in atti che ha deciso di non compiere per ragioni morali, giuridiche e deontologiche (si tratterebbe infatti di cooperazione materiale prossima o formale al male) e questo impedirebbe la presenza di qualsiasi cattolico in un consultorio il cui fine ultimo è rilasciare il certificato abortivo; (3) il tutto è pienamente in linea con la concessione alla donna della facoltà di uccidere suo figlio, senza che alcuno possa frapporsi tra lei e tale “decisione”.

Corrente “massimalista”

Ma vediamo ora la corrente massimalista. Questa corrente non si rassegna allo status quo vigente e combatte strenuamente per denunciare l’iniquità della 194, affinché questa sia stralciata dall’ordinamento giuridico. I promotori di questa linea non si accontentano della difesa, ma passano all'attacco,

La culla vuota, oleo di Manuel Ocaranza, ca. 1871

Ciò che prima era considerato una tragedia, oggi è addirittura auspicato come ideale

consci di una importantissima verità: il male non può essere, in assoluto, distrutto. Non è, infatti, nel potere dell’uomo annullare il libero arbitrio. Tuttavia, si può contrastare, anche con lo strumento legislativo. Ad esempio, sappiamo benissimo che, nonostante vi siano delle norme che proibiscono omicidio e furto e comminano delle pene, gli omicidi e i furti non vengono per ciò stesso azzerati. Ma non è questo il compito della legge! Il senso delle sanzioni è che, magari, persone che in loro assenza si determinerebbero a compiere atti criminosi, non lo farebbero.

L’aborto non fa eccezione in questo senso: due studiosi dell’Università di Trento, hanno condotto un’indagine sociologica sulla realtà “aborto legale” in Italia nel 1988 (E. Gius, D. Cavanna, Maternità negata. Ricerca su vissuti e atteggiamenti nell'interruzione di gravidanza, Giuffrè, 1988). Ebbene risultò che il 32% delle donne che avevano abortito, non l’avrebbe fatto in assenza della 194. Quindi in 10 anni di legge, essa é come se avesse “indotto” 800.000 aborti altrimenti evitabili. Molte donne sarebbero state disincentivate dall'uccidere il proprio figlio in assenza della liberalizzazione che questa norma ha introdotto.

Ricordava il compianto Mario Palmaro nel suo libro Aborto & 194: «che nella realtà vi sia sempre un certo numero di violazioni della legge vigente non solo è un fatto normale, ma è addirittura qualche cosa di inevitabile».

Palmaro faceva l’esempio dei furti e degli omicidi che avvengono in clandestinità, e aggiungeva che «per ogni divieto scritto dagli uomini nei loro codici, si registrano violazioni più o meno frequenti di quel divieto. Ma c’è di più: l’esistenza delle violazioni è in un certo senso la prova della necessità di quel divieto. Il codice penale si potrebbe infatti definire come la raccolta delle azioni che gli uomini sono di volta in volta tentati di compiere, ma che la società ritiene giusto vietare e punire, per convincere quante più persone è possibile a desistere dal loro proposito criminoso».

Per di più, la pericolosità dell’aborto clandestino è un fattore dissuasivo. Sempre Palmaro ricordava che «nessuno si augura che le donne periscano nel compiere un atto abortivo illegale; ma la responsabilità di quell’eventuale decesso non è in alcun

modo ascrivibile allo Stato che vieta l’aborto, quanto a chi ha deciso di abortire contro la legge, e a chi ha prestato le proprie abilità tecniche alla commissione di quel reato. È l’aborto che uccide: uccide sempre il figlio; e qualche volta, tragicamente, anche la madre».

Ma vediamo ora come questa corrente pro-life reagisce di fronte ad un male che minaccia escalation e, quindi, un peggioramento della situazione. Chi sposa questa linea non si fa intimorire e anzi, raddoppia a sua volta gli sforzi per combattere. Volete un esempio, tratto da una situazione diversa? I Cristeros del Messico negli anni ‘30 del ‘900: il presidente Plutarco Elias Calles aveva imposto una legge restrittiva della libertà religiosa e i cristiani studiarono tutte le iniziative possibili per contrastarla (boicottaggio economico, manifestazioni, ecc.). Calles minacciò ritorsioni, uccise moltissimi cristiani, molti sacerdoti, a fronte di ogni azione contro la sua legge. Non si può negare che questo causò indicibile sofferenza, costando la vita a molte persone, ma ottenne i suoi effetti e Calles fu messo in grave difficoltà.

Per chi volesse vedere un bel film sull’argomento, consiglio vivamente il film “Cristiada”. La nostra situazione è chiaramente differente: a noi non viene chiesto il sacrificio della vita, ma di essere fedeli alla verità e alla giustizia anche a costo dell’emarginazione e della gogna mediatica. Ma perdere l’anima, assuefacendosi ad una situazione iniqua, morendo spiritualmente e moralmente giorno dopo giorno nel continuo riadattamento per la paura delle ritorsioni dei nemici, è di gran lunga peggio che pagare il prezzo di una testimonianza integrale del bene. In un caso si perde per sempre la propria anima, nell’altro si può arrivare anche a perdere la vita, ma rimane il merito che costituisce la corona di gloria in Cielo.

voro quotidiano, molto spesso dietro le quinte, e che riescono a dissuadere molte donne dall’aborto.

Ma dobbiamo cercare di capire che il nostro compito non può esaurirsi qui. Nel senso, che non può essere questo il fine ultimo di tutta la nostra azione pro-life. Può, semmai, essere un fine intermedio col quale cercare di limitare i danni quanto possibile in attesa di poter incidere a sufficienza da ripristinare l’ordine che gli abortisti rivoluzionari hanno rovesciato. Ma questo ordine non può essere restaurato se prima non lo si studia, non lo si conosce, non si capisce come è stato sovvertito! Noi dobbiamo conoscere quest’ordine per imparare ad amarlo e a combattere per esso. Nessuno, infatti, ama ciò che non conosce.

Il nostro compito non può esaurirsi nella nostra azione pro-life. Dobbiamo ripristinare l’ordine che gli abortisti rivoluzionari hanno rovesciato: l’Ordine Cristiano. Noi dobbiamo avere un profondo orrore del peccato, che ci separa dalla nostra prima causa, e amare profondamente l’ordine perfetto voluto da Dio. Solo così, potremo sperare di vincere il male che ci stringe nella sua morsa. Solo così, potremo affrettare quello che la Madonna, a Fatima, definì come il trionfo del Suo Cuore Immacolato!

L’ordine a cui mi riferisco, è l’Ordine Cristiano, quell’ordine voluto da Dio per cui tutto è permesso, tranne l’esplicita violazione dei Dieci Comandamenti, soprattutto nell’espressione più violenta del peccato pubblico, regolato ed incentivato persino dall’ordinamento giuridico! L’aborto non è un male solamente perché, come spesso si dice, è un dramma della società, una sofferenza della donna. Abbiamo il coraggio di andare oltre!

L’aborto è certamente queste cose, ma lo è in quanto violazione dell’ordine naturale stabilito da Dio, in quanto violazione del quinto comandamento “non uccidere l’innocente”. È dalla violazione dell’ordine che nascono la sofferenza, il dramma. Essi sono la naturale conseguenza che scaturisce dalla rottura dell’ordine. Mentre l’unica vera pace e l’unica vera felicità, come insegna Sant’Agostino, stanno nella tranquillità dell’ordine. Il vero dramma è il peccato, mortale o veniale che sia, la rottura del nostro legame con Colui che ci ha creati e ci mantiene ogni momento nell’essere.

Forse vi starete domandando: ma dove sono quindi le “idee” di cui si parla nel titolo della conferenza? Questa domanda parte dal sentimento, molto nobile, di voler fare qualcosa di immediato per salvare quanti più innocenti possibili. Su questo punto, molto importante, ci sono persone che fanno un la-

Noi dobbiamo avere un profondo orrore del peccato, che ci separa dalla nostra prima causa, e amare profondamente l’ordine perfetto da Lui voluto. Solo così, potremo sperare di vincere il male che ci stringe nella sua morsa. Solo così, potremo affrettare quello che la Madonna, a Fatima, definì come il trionfo del Suo Cuore Immacolato. u

Le apparizioni della Madonna alle Tre Fontane

Un richiamo alla conversione del clero e della società

Citterio

l 12 aprile 1947, e poi altre tre volte nel seguente mese di maggio, la Santa Vergine apparve al tranviere Bruno Cornacchiola (foto a sin.) nella località Tre Fontane, a Roma, vicino al luogo del martirio di San Paolo. Nel 1949 il veggente fu ricevuto in udienza da Papa Pio XII, che nel 1956 autorizzò la costruzione alle Tre Fontane di una cappella per il culto, affidandone la custodia ai Francescani Minori Conventuali.

Il contesto storico

Le apparizioni della Madonna – ricorda il cardinale Ratzinger nel suo «Commento teologico» al messaggio di Fatima – fanno parte della categoria delle “rivelazioni private”, il cui ruolo “non è quello di completare la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica” (1). Lo aveva già spiegato S. Tommaso d’Aquino, affermando che il dono di profezia nel Nuovo Testamento è dato “non ad novam doctrinam fidei depromendam, sed ad humanorum actuum directionem”, non per proporre nuove dottrine della Fede, ma per dirigere gli atti umani (2).

In altre parole, le apparizioni mariane si inseriscono in una determinata situazione storica, alla cui luce assumono il pieno significato. Qual era la situazione in Italia nel 1947?

La Seconda Guerra Mondiale era appena finita. Il 2 giugno 1946, un referendum istituzionale alquanto contestato sulla forma di governo aveva dato una relativa maggioranza alla Repubblica. Si erano quindi indette elezioni politiche per il 18 aprile 1948. Un’abile

propaganda presentava il Partito Comunista Italiano, e con esso la sinistra socialista, come il grande vincitore del conflitto: i comunisti avevano “liberato” l’Italia dal “totalitarismo nazi-fascista”, e aspettavano quindi una ricompensa pubblica, vale a dire la vittoria nelle urne. Molti sondaggi davano, infatti, una chiara maggioranza al Fronte Democratico Popolare, affiancato dall’Unità Socialista. L’Italia correva il serio rischio di cadere nel comunismo e, di conseguenza, di passare nell’orbita sovietica.

Papa Pio XII era molto preoccupato. Luigi Gedda, presidente dell’Azione Cattolica, racconta un’udienza col Pontefice: “Il Santo Padre era in apprensione … per [la possibile] vittoria del Fronte Popolare. Dice che si tratta di una lotta decisiva e che perciò è il momento di impegnare tutte le nostre forze” (3). Con la benedizione di Papa Pacelli e la ferma guida di Luigi Gedda, fu possibile organizzare il mondo cattolico, portando avanti un’accesa campagna anticomunista che alla fine portò alla sconfitta del PCI e dei suoi alleati.

Ecco il momento storico in cui apparve la Madonna alle Tre Fontane.

Le apparizioni

Bruno Cornacchiola (1913-2001) era un fervente socialista. Egli aveva combattuto nella guerra civile spagnola nelle Brigate Internazionali, soste-

nute dall’Unione Sovietica. Egli stesso racconterà che, mosso da odio contro la Chiesa, uccise molti sacerdoti. Rientrato in Italia, diventò protestante, prima battista e poi avventista, e fanatico anticattolico, nonostante gli sforzi della moglie Iolanda per convertirlo. Dopo molta fatica, riuscì comunque a fargli praticare i primi nove venerdì del Sacro Cuore. La sua profonda avversione per il clero cattolico aumentava ogni giorno di più. Incitava addirittura i figli a sputare addosso a ogni prete che incontravano per strada e a entrare nelle chiese per disturbare le celebrazioni delle Sante Messe.

Sabato 12 aprile 1947, Bruno voleva andare al Lido di Ostia insieme ai suoi figli, Isola di 10 anni, Carlo di 7 anni e Gianfranco di 4 anni. Perso il treno, però, decise di dirigersi alle Tre Fontane, sulla Laurentina. Mentre i bambini giocavano, cercò un luogo tranquillo per preparare il discorso che doveva pronunciare il giorno seguente sul tema: “Maria non è sempre Vergine e Immacolata”.

Bruno stava scrivendo, quando le voci dei figli lo interruppero: “Papà, la palla si è persa!”. Iniziò la ricerca, e li trovò davanti a una grotta, in ginocchio e con le mani giunte. Ripetevano: “Bella signora, bella signora…”. Vedendoli in trance, Bruno esclamò spaventato: “Dio salvaci tu!”. Un velo cadde dai suoi occhi e anche lui vide la “Bella Signora”, poggiata a piedi nudi su un blocco di tufo.

La grotta delle apparizioni

La Signora aveva lo sguardo mesto, i capelli neri ricoperti da un lungo manto colore dell’erba dei prati a primavera, la veste candida era cinta ai fianchi da una fascia rosa. Parlò a Bruno con voce soave: “Io sono colei che sono nella Trinità di Dio. Sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti, ora basta! Rientra nell’Ovile santo, l’eterno miracolo di Dio, dove Cristo posò la prima pietra, quel fondamento sulla roccia eterna, Pietro. I nove venerdì del Sacro Cuore che tu hai fatto, spinto dall’amore di tua moglie, ti hanno salvato”.

Il celeste colloquio durò circa un’ora e racchiudeva un messaggio da consegnare personalmente al Papa. La Madre di Dio nella mano destra stringeva un libro color cenere - la Sacra Scrittura - e con la sinistra indicava una veste nera sacerdotale in terra, vicino a una croce frantumata. La visione si dileguò lentamente mentre un dolce profumo pervase la grotta.

Per dare la certezza che l’apparizione era vera, la Madonna chiese a Bruno di cercare un sacerdote che alla domanda: “Padre, io le devo parlare”, rispondesse: “Ave Maria figliolo”. Dopo molti tentativi falliti, finalmente, il 28 aprile nella sagrestia della parrocchia di Ognissanti Bruno tirò per l’orlo della cotta un sacerdote, dicendo: “Padre, dovrei parlarle…”. Era l’orionino Don Albino Frosi, che rispose con la frase convenuta. Don Frosi gli indicò un altro confratello, Don Mario Sfoggia, che si occuperà della formazione religiosa di Bruno e della moglie.

Dal 6 al 30 di maggio, il Cornacchiola ebbe altre tre apparizioni della Madonna, sempre nello stesso luogo, l’ultima alla presenza di Don Sfoggia.

“Il Santo Padre era in apprensione … per [la possibile] vittoria del Fronte Popolare. Dice che si tratta di una lotta decisiva e che perciò è il momento di impegnare tutte le nostre forze”

Nel corso delle apparizioni, la Madonna parlò della devozione mariana, della sua Immacolata Concezione e della sua gloriosa Assunzione in Cielo. Proprio come a Fatima, esortò i fedeli a pregare il Rosario ogni giorno per la conversione dei peccatori e degli increduli. È degno di nota il riferimento alla sua Assunzione: “Il mio corpo non poteva marcire, e non marcì. Mio Figlio e gli Angeli mi vennero a prendere al momento del mio trapasso”. Ricordiamo che il dogma sarà proclamato soltanto tre anni dopo. A questo proposito il periodico L’Elefante, affermò: «La Madonna delle Tre Fontane sarà per il dogma dell’Assunzione quello che fu il santuario di Lourdes per il dogma dell’Immacolata».

La reazione della stampa

Le apparizioni alle Tre Fontane ebbero un’enorme eco mediatica, visto anche il clima rovente sopra descritto. Mentre i giornali cattolici, conservatori e monarchici commentavano i fatti con tono positivo, mettendo l’enfasi sulla conversione di un protestante e socialista, quelli repubblicani e di sinistra gridavano allo scandalo, vedendovi una cospirazione clerico-anticomunista. Le autorità vaticane, diceva per esempio il quotidiano socialista Avanti, “mobilitano le Madonne e i Santi … in funzione elettorale”. In altre parole, sarebbe stata una manovra per sbarrare la strada al PCI e far vincere la Democrazia Cristiana.

Da parte sua, l’Osservatore Romano, mentre dichiarava che l’autorità ecclesiastica non si era ancora pronunciata, evidenziava l’importanza delle apparizioni nella situazione storica che viveva l’Italia: “Un po’ dappertutto sentiamo di apparizioni della Vergine, di suoi interventi prodigiosi, di nuove sue familiarità con le anime. Quando i tempi si fanno grossi e i pericoli sovrastano, nel seno della Chiesa riarde l’antichissimo affetto per Maria, quell’affetto che in ogni secolo ha conosciuto una nuova e più potente gloria. E Maria torna visibilmente tra i suoi figli e fedeli”.

La Civiltà Cattolica non perse l’occasione per rimarcare come le apparizioni alle Tre Fontane si inserivano nella crociata a difesa della civiltà cristiana,

Chiesa

che elegge la Madonna come sua più alta sostenitrice. Secondo l’organo gesuita, si viveva «l’era del trionfo di Maria», che «avrebbe precorso il trionfo di Cristo e della sua Chiesa».

C’erano stati anche atti solenni come la consacrazione di tutto il mondo al Cuore Immacolato di Maria, fatta da Pio XII durante il radiomessaggio ai cattolici portoghesi del 31 ottobre 1942, motivata proprio dalle richieste di Fatima.

Rivelazioni successive

Nella sua lunga vita, Cornacchiola ricevette ancora una cinquantina di rivelazioni, perlopiù sulla terribile crisi che si sarebbe abbattuta sulla Chiesa, e che poi si sarebbe ripercossa sulla società (4). Eccone alcuni brani:

- “Momenti duri si preparano per voi. L’Eucaristia sarà un giorno dissacrata e non più creduta la presenza reale di mio Figlio. […] Sono presso la giustizia divina, il muro riparatore dell’ira divina”.

- “La Chiesa tutta subirà una tremenda prova, per pulire il carname che si è infiltrato tra i ministri […] Sacerdoti e fedeli saranno messi in una svolta pericolosa nel mondo dei perduti, che si scaglierà con qualunque mezzo all’assalto: false ideologie e teologie!”.

- “Vi saranno giorni di dolori e di lutti. […] Serbate l’arma della vittoria: la fede!”.

- Il 21 febbraio 1948, riferendosi ai sacerdoti, la Madre di Dio disse: “Gesù ha freddo, perché è da voi dimenticato e abbandonato nel suo nascondimento di

amore (il tabernacolo, ndr). […] È una Madre che ve lo chiede: amatelo e non dissacratelo ma fatelo amare da tutti, dando esempio d’amarlo! È dimenticato! […] Voi state diventando del mondo, spogliandovi del sacro per dissacrare e abbandonare il sacerdozio datovi da mio Figlio. Dovete fare di tutto perché il mondo diventi di voi. Il mondo ha sete di verità, ma voi non gli date più l’acqua che disseta. La vostra cooperazione si sta sfaldando e diventerà nulla. Molti di voi danno cattivo esempio. L’Evangelo lo avete del tutto dimenticato. Tornate alla sorgente viva, sorgente di vita! Portate anime a Cristo! La sete di Gesù deve essere la vostra sete. Guai a voi se non eseguite il mandato!”.

- E ancora: “Cercheranno di convincervi a vivere come vive il mondo: non lo ascoltate, praticate e vivete il vero amore per il prossimo […] Chiamatemi e fatemi chiamare Madre. Io sono Madre del puro clero, Madre del santo clero, Madre del fedele clero, Madre dell’unito clero, Madre del vivente clero. Non dimenticate che il mondo vi guarda e vuole e si aspetta da voi l’esempio di una vita santa, vissuta eroicamente. Allontanatevi dal mondo, date esempio che siete di Cristo, date prove d’amore scusandovi tra voi, e siano lontane la discordia e l’odio”.

- Il 15 agosto 1949 la Madonna disse: “Il popolo cammina nella verminaia di peccato; perché manca loro la conoscenza dei piani di Dio, che sono piani d’amore”.

- Il 15 agosto 1958, come decenni prima aveva fatto a Fatima, la Madre di Dio predisse un grande castigo: “Vi sarà un fortissimo terremoto, che scuo-

Bruno Cornacchiola in udienza con Pio XII

terà tutto il globo terrestre. Vi do un avvertimento materno: non andate in giro, né mettetevi a dormire se siete in peccato mortale, ma confessatevi e pentitevi di averlo fatto, e non lo fate più. Non peccate, figlioli miei, non peccate! Perché in un istante saranno chiamati in giudizio, e il giudizio di Dio è infallibile. Sì, figli miei, il sole si oscurerà, le stelle cadranno, ma non intendete ciò soltanto nella parte materiale del pensiero: c’è la parte interpretativa spirituale, e saranno i soli di superbi e le stelle d’orgogliosi che cadranno, come già cadde Satana”.

- La Madonna rimproverò pure un certo ecumenismo, già allora assai diffuso: “Fuori dalla Chiesa del vero e del santo, la Cattolica Apostolica Romana, non c’è pace vera, non c’è amore vero e non c’è la vera salvezza. […] L’unica salvezza risolutiva è camminare nella Parola di Dio, tornare alla fonte pura dell’Evangelo, ascoltare la Parola di salvezza che dalla Sede apostolica, la Chiesa, si irradia in tutto il mondo”.

- Il 1° gennaio 1988, la Madonna ebbe ancora parole durissime rivolte al clero: “Voi state calpestando le mie pecore e le portate verso la perdizione!

[…] Perché non fate conoscere più la mia dottrina?

[…] Avete chiuso la vostra bocca e chiuso le orecchie del mio gregge, cioè del mio popolo! Questo, perché voi non parlate al mio popolo e perché sia sordo e non senta neppure il mio richiamo! Avete chiuso la porta della mia Chiesa, il dolce Ovile da me fondato e a voi consegnato! L’avete chiusa per non entrarvi voi e non farci entrare il mio popolo! Avete chiuso il vostro e il loro cuore per non più amare!”.

- Il 21 settembre del medesimo anno, Bruno annota nel suo Diario: “Quello che ho sognato non si

avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta a un ammasso di rovine”.

- Per evitare il castigo, proprio come aveva fatto a Fatima, la Madonna chiese la consacrazione del mondo al suo Cuore Immacolato: “Voglio per tuo tramite far conoscere il mezzo che serve per salvare dal diluvio di fuoco l’umanità, ma sempre dietro ubbidienza e carità. Proprio per mezzo della carità, vera ancora di salvezza, è la Consacrazione di tutto il genere umano al Cuore Divino di Gesù Cristo, mio diletto Figlio, e al mio Cuore Immacolato”.

Alla luce di questi materni avvertimenti, possiamo chiederci: il mondo ha accolto le parole della Madonna, cioè il suo richiamo alla conversione? E ancora: il clero ha accolto questo richiamo? Purtroppo, una visione oggettiva ci porta a rispondere in modo negativo a ambedue le domande, seppur, chiaramente, con qualche onorevole eccezione. Ci possiamo quindi lamentare che le cose vadano di male in peggio? u

1. Congregazione per la Dottrina della Fede, Il messaggio di Fatima, luglio 2000.

2. S. Tommaso d’Aquino, Summa Theologica, II-II, 174, 6 ad 3).

3. Luigi Gedda, 18 aprile. Memorie inedite dell’artefice della sconfitta del Fronte Popolare, Mondadori 1998, p. 115.

4. Cfr. Missionarie della Divina Rivelazione, Tre donne unite dalla Vergine della Rivelazione, Edizioni Lumen Cordium 2019. Saverio Gaeta, Il Veggente. Il segreto delle Tre Fontane, Salani Editore 2016. Occhi Aperti (pseud.), “Bruno Cornacchiola, la Vergine della Rivelazione e l’apostasia nella Chiesa”, Il Blog di Sabino Pasciolla, 17 aprile 2024.

Bruno Cornacchiola parla ai fedeli davanti alla grotta delle apparizioni

Austria: TFP protesta contro bestemmia alla Madonna

Nell’ambito del progetto DonnaStage della Diocesi di Linz, in Austria, è stata esibita nella cattedrale una scultura pesantemente pornografica nonché blasfema, rappresentando la Madonna nuda nell’atto di partorire.

Immediata la reazione della TFP austriaca. In pochi giorni, ha raccolto 35mila firme consegnate poi al vescovo, mons. Manfred Scheuer, insieme a una nota di protesta:

“Con il cuore lacerato dal dolore, dall’incomprensione e dallo zelo per il buon nome della Madre di Dio, protestiamo con la massima fermezza contro il disonore alla nostra Madre Celeste proprio nel centenario della consacrazione della Cattedrale di Santa Maria, che commemora il dogma dell’Immacolata Concezione.

“Questa raffigurazione è blasfema perché contraddice la fede cattolica. Infatti, nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, è stato concepito e nato in modo miracoloso e del tutto diverso dai comuni mortali, e non in modo ‘naturale’, come sostiene la curatrice del progetto. Non è solo un dogma della fede che la Madre di Dio sia stata vergine prima, durante e dopo la nascita, ma anche che sia stata liberata dai dolori legati al parto. (…)

“Il sensus fidei dei cattolici è violentemente scosso da questa raffigurazione blasfema, così come

la devozione che nutrono nei confronti della Madre di Dio. Questa venerazione è coltivata con delicatezza e buon gusto nelle tradizionali rappresentazioni della Natività. Il peggior tipo di vandalismo è distruggere la fede e il sentimento religioso nelle anime della gente comune e dei più piccoli. (…)

“La giustificazione avanzata dai promotori del progetto e dalla scultrice è riprovevole quanto la rappresentazione, poiché conclama a una lotta tra i sessi in tono femminista radicale. Secondo i promotori, i tradizionali presepi nella cattedrale sono serviti ‘come modello per i ruoli tradizionali’ nella famiglia. Vedono quindi in DonnaStage un mezzo per questionare e riformulare queste idee tradizionali. ‘La maggior parte dei ritratti della Vergine Maria sono stati realizzati da uomini e quindi spesso servivano interessi patriarcali’, ha detto la scultrice. (…)

“Come cattolici, chiediamo alle autorità della Diocesi di Linz coinvolte nella mostra le pubbliche scuse per l’insulto fatto a nostro Signore Gesù Cristo, alla Madre di Dio, ai fedeli e all’umanità, nonché un atto pubblico di riparazione adeguato alla insulto commesso”.

Il vescovo rispose che la mostra sarebbe andata avanti comunque. Come dire: me ne infischio del dogma cattolico e del sentimento dei fedeli… u

La TFP austriaca protesta davanti alla cattedrale di Linz

Verso l’EUSSR?

L’Unione Europea sta camminando a larghi passi verso un superstato, che assomiglia più a un’Unione delle Repubbliche Europee Socialiste che non a una federazione organica.

La fitta ragnatela delle norme europee fa sì che nessuna proprietà privata sia più al sicuro. La nostra pensione, la nostra automobile, il nostro conto bancario, la nostra casa, le nostre scuole e tante altre cose sono pesantemente condizionate dall’UE. E Bruxelles vuole sempre più potere in tutti i settori, a spese degli Stati membri e dei cittadini. Chiunque non sia d’accordo rischia una censura, quando non una procedura d’infrazione.

A parte qualche richiamo dei settori detti “sovranisti” o “identitari”, quasi non ci sono critiche serie da parte della politica e dei media. In questo modo, l’Europa cammina come un sonnambulo verso la coercizione sovranazionale e la mancanza di libertà politica.

Ecco perché abbiamo deciso di rompere il silenzio con un libro-denuncia, che mette i riflettori sull’indebolimento della nostra sovranità e nostra proprietà: «EUSSR. Europa sulla via verso un Superstato», pubblicato dall’Associazione Civitas Christiana, dei Paesi Bassi.

di Rogier Janssen

Questo libro mostra, con documentazione in parte inedita, che l’UE era, fin dall’inizio, intenzionata a minare la sovranità nazionale e a istituire un governo mondiale dai contenuti anticristiani. Ciò è diventato sempre più chiaro negli ultimi anni: l’UE non è gli Stati Uniti d’Europa ma una nuova URSS.

L’UE sta crescendo non solo in ampiezza, con l’ammissione di nuovi membri, ma anche in profondità con un crescente controllo sull’economia, sulla società e persino sull’istruzione. Stiamo superando la fase in cui c’è solo il trasferimento di “competenze” e di “autonomia politica”. Il potere dell’UE è cresciuto a tal punto che sorge la domanda se la sovranità non si sia già spostata dagli Stati membri a Bruxelles.

Sotto: La TFP olandese in campagna pubblica a Nimega Il mondo delle TFP

La sovranità è il diritto di un’entità politica di esercitare l’autorità suprema. È la risposta alla domanda cruciale: chi decide? Fino ad ora, l’autorità sovrana stava con i vari Governi nazionali, cioè con i Re, Presidenti e Primi Ministri. Ma, se dipendesse dall’UE, questa sovranità si sposterebbe a Bruxelles. Tale trasferimento di sovranità è inaccettabile per chiunque difenda l’interesse generale del suo Paese e la tradizione della civiltà cristiana europea.

Gli studiosi di “Studi europei”, una nuova disciplina scientifica che studia l’UE, amano sottolineare che gli Stati membri mantengono tutta la sovranità e trasferiscono solo le competenze. Perché allora la Commissione Europea ha intentato una causa contro l’Ungheria nel 2024, dopo che il governo Orban ha lanciato un disegno di legge per “proteggere la sovranità nazionale”? Perché allora il primo ministro olandese Mark Rutte parla esplicitamente di rinunciare alla sovranità nazionale per il bene del mercato interno?

Un punto importante è la sovranità militare, condizione assoluta perché un paese possa difendersi con le armi. Chiunque dipenda da un altro Stato è soggetto a questo Stato. La formazione di un esercito europeo danneggerebbe gravemente la capacità decisionale dei membri.

La sovranità si riflette anche nell’integrità culturale del Paese. “Esiste una sovranità fondamentale della società che si esprime nella cultura della nazione. Essa va custodita come un dono prezioso”, disse Papa Giovanni Paolo II. Ora, col suo cre-

scente potere, Bruxelles potrà decidere anche sulle nostre tradizioni nazionali e locali.

L’Unione Europea, invece, calpesta le nostre tradizioni culturali e anche morali, per esempio promuovendo l’aborto. La Commissione Europea vuole riscrivere i nostri libri di testo scolastici per includere il genere.

Un’Europa composta di nazioni sovrane e molto variegate tra loro, richiede una Fede unica, come quella cattolica, che conferiva unità al nostro continente, per esempio ai tempi del Sacro Impero.

Siamo disposti a difendere la nostra sovranità, la nostra cultura e la nostra Fede? u

Pregare e agire per fermare il peccato dell’aborto

Una “carovana” di giovani delle TFP europee ha percorso diverse città della Germania, diffondendo un manifesto contro l’aborto. Eccone alcuni passaggi.

“Non uccidere”. Questo è il quinto comandamento di Dio. Vincolante e chiaro. Non puoi porre fine alla vita di una persona innocente. Lo dicono tutti. La realtà, però, è diversa. Con l’appoggio della legge e la collaborazione di molti medici, innumerevoli persone innocenti diventano ogni giorno vittime dell’aborto.

Nel 1995 nell’enciclica Evangelium Vitae, Papa Giovanni Paolo II dichiarò: “Le leggi che autorizzano e favoriscono l’aborto e l’eutanasia si pongono dunque radicalmente non solo contro il bene del singolo, ma anche contro il bene comune e, pertanto, sono del tutto prive di autentica validità giuridica”

Parlando nel 2011 alla Pontificia Accademia per la Vita, Papa Benedetto XVI disse: “L’aborto non risolve nulla, ma uccide il bambino, distrugge la donna e acceca la coscienza del padre del bambino, rovinando, spesso, la vita familiare”.

Ogni anno nella sola Germania più di 100.000 bambini vengono crudelmente abortiti nel grembo materno. Il

Porta di Brandeburgo, Berlino

Il mondo delle TFP

fatto è così crudele, che la lobby dell’aborto lo addolcisce parlando di “interruzione della gravidanza”, come se il tutto non finisca con la morte del bambino.

L’aborto è una realtà crudele, ma che può essere superata!

Guardiamo gli Stati Uniti. Dopo più di 50 anni, la Corte Suprema ha annullato la sentenza Roe v. Wade. L’aborto non è più un “diritto costituzionale”. Si tratta di un passo importante verso una protezione efficace dei bambini nascituri, e la prova che un coordinamento e un’azione costanti possono ottenere risultati impressionanti.

TFP Student Action Europe è, da molti anni, in prima linea nella difesa della vita innocente. Insieme ad altre realtà meritevoli, abbiamo dimostrato come si possono raggiungere obiettivi inimmaginabili attraverso un’azione sostenuta. Ma soprattutto abbiamo mostrato la forza della preghiera, perché come diceva santa Giovanna d’Arco: “Gli uomini combattono e Dio dà la vittoria”.

Ecco perché i sostenitori dell’aborto in Europa temono la preghiera. Sì, in effetti è paradossale, ma i sostenitori atei dell’aborto temono il potere della preghiera.

Non c’è da stupirsi che ovunque stiano spuntando progetti di legge che cercano di vietare la preghiera ai gruppi riuniti pacificamente vicino alle cliniche abortive per espiare davanti a Dio il peccato dell’aborto.

L’insegnamento cattolico classifica l’aborto come uno dei peccati che “gridano al cielo e implorano vendetta da Dio”. Il Concilio Vaticano II lo definisce un “abominevole delitto”. Legalizzare questa pratica vergognosa significa che il peccato non è commesso solo da quanti sono coinvolti nell’aborto, ma da tutta la società: è un peccato collettivo.

Il movimento internazionale per la vita non è mai stato così articolato e attivo. Ma rimane attiva anche la lobby dell’aborto. In Europa sta facendo di tutto per includere l’aborto come “diritto fondamentale” nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.

Non dobbiamo rimanere inattivi! Mobilitiamoci e preghiamo affinché le nostre nazioni riconoscano l’aborto come il più grande flagello della storia e promuovano leggi che affermino la sacralità della vita umana dal concepimento alla morte naturale.

Non restare a guardare! Con le parole della Sacra Scrittura rivolgiamo a tutti un appello: “Si quis est Domini, jungatur mihi!” (Es 32,26: Chi sta con il Signore, venga da me!). Sì, cari lettori, unitevi a noi! u

Colonia
Bielefeld
Düsseldorf
Hannover

Sotto, alcuni dei partecipanti all’Università estiva delle TFP 2024, a Creutzwald

Sulle orme di Santa Giovanna d’Arco

Con la partecipazione di una quarantina di giovani, si è realizzata a Creutzwald, in Lorena, l’Università estiva delle TFP europee. Il tema: “Sull’esempio di Santa Giovanna d’Arco, cosa vuol dire essere giovane cattolico oggi”.

Tra le attività, i partecipanti hanno fatto un pellegrinaggio ai luoghi di Santa Giovanna, a cominciare dal suo paese natio Domrémy la Pucelle, e all’Eremo di Bermont, dove solleva ritirarsi per pregare. Dopo una dotta riunione tenuta da P. Jacques Olivier, e una Santa Messa in rito romano antico, i ragazzi hanno fatto un pellegrinaggio a piedi fino a Vaucouleurs, la prima tappa del viaggio di Santa Giovanna verso Chinon, dove ha incontrato il Delfino, futuro Carlo VII.

L’abbé Olivier è l’autore del monumentale studio (803pp) Le prophétisme politique et ecclésial de Jeanne d’Arc (Éditions du Cerf, 2021). Basato su documentazione originale, egli analizza ogni aspetto della sua epopea e della sua missione, che qualifica di “profetica”, sia in ambito religioso/ecclesiastico sia in ambito politico.

L’epopea della Pulzella d’Orleans si colloca, infatti, proprio all’esordio del processo rivoluzionario. Il Medioevo stava lentamente cedendo il passo alla modernità. P. Olivier afferma che Giovanna è stata inviata dalla Provvidenza per fermare questo processo e riportare la Francia e l’Europa di nuovo sulle orme della Civiltà cristiana.

In questo senso, dice il dotto sacerdote, “il messaggio di Giovanna è stato una risposta divina alla crisi”. Olivier dedica quindi un lungo capitolo allo studio della “Teologia politica di Giovanna”, da dove emerge il suo carisma profetico. Ne sono prova, per esempio, le innumerevoli lettere che inviò alle autorità ecclesiastiche e civili, richiamandole al proprio dovere.

Il suo era anche un messaggio di pace. “Se volete guerreggiare, allora andate dai saraceni!”, ripeteva spesso.

Molto interessante l’analisi del “conciliarismo”, eresia allora nascente, insieme allo spirito rivoluzionario. Il conciliarismo, del quale l’Università di Parigi era paladina, perseguitò duramente Santa Giovanna che, invece, era partigiana dei diritti del Papato. u

In difesa della Chiesa e del Sacro Cuore

Mentre la TFP tedesca partecipava a una manifestazione contro il Synodaler Weg, il famigerato Cammino sinodale tedesco, nello Stadpark di Magonza (foto a sin.), insieme ad altre realtà cattoliche, la TFP austriaca realizzava un atto di riparazione al Sacro Cuore di Gesù, esibendo cartelli nei luoghi pubblici a Viena (foto sopra) e diverse altre città.

Da qualche tempo il mese di giugno, tradizionalmente dedicato al Sacratissimo Cuore di Gesù, è stato trasformato nel mese dell’orgoglio omosessuale. Proprio in questo periodo si tengono, infatti, le orribili sfilate Pride. u

Giovani dell’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira, del Brasile, hanno realizzato una “carovana” nello stato di Rio Grande do Sul. Durata un mese intero, la “carovana” ha distribuito materiale religioso, libri dell’Istituto e libretti contro l’aborto (foto sotto)

St. Louis of Montfort Academy

L a TFP Americana possiede una scuola media, la St. Louis of Montfort Academy, certificata nello Stato di Pennsylvania. Si tratta di un centro di eccellenza, i cui studenti raggiungono anno dopo anno i primi posti nelle graduatorie scolastiche regionali.

La caratteristica principale, però, è la formazione della personalità e, soprattutto, la vita spirituale. La disciplina è severa. Il lemma dell’Academy è “where heroes are formed”, dove si formano eroi. La vita di pietà è intensa. Dalla Santa Messa quotidiana al Santo Rosario serale alle preghiere prima e dopo ogni atto, la giornata è scandita da pii esercizi che si intercalano alle lezioni.

Non vanno trascurati nemmeno gli sport, realizzati ogni giorno. Molto seguite, per esempio, le lezioni di scherma. L’Academy ha la sua propria banda musicale.

L’Academy inculca anche un spirito di militanza. Una volta la settimana, i ragazzi fanno una campagna pubblica contro l’aborto, l’agenda lgbt o qualche mostra blasfema.

Al giorno d’oggi, l’Academy conta una quarantina di allievi. Ci sono però, progetti per triplicare la capacità entro la fine del prossimo anno scolastico.

Per informazioni, inviate una mail a info@atfp.it u

Attività di Tradición y Acción, dell’Ecuador: Sopra conferenza a Guayaquil sul presidente Gabriel García Moreno, martire della Contro Rivoluzione nel sec. XIX Sotto, una gita giovanile sulle montagne delle Andes centrali

UPreghiera di Plinio Corrêa de Oliveira alla

Madonna di Fatima, 13 ottobre 1968

n salmo penitenziale dice: «Se avessi voluto sacrifici, te li avrei dati, ma tu vuoi un cuore contrito e umiliato».

Signora, Voi volete anime che abbiano orrore della Rivoluzione, anime che battano sul petto per avervi aderito, anche se solo parzialmente; anime permeate dell’amore al sublime, alla serietà, allo spirito del dovere; anime che proprio per questo sono nobili, eroiche, perseveranti; anime che aderiscono pienamente alla Contro-Rivoluzione, all’ordine di cose che costituiscono il Regno di Maria, che lo rendono degno di essere Regno di Maria, cioè il riflesso dell’anima di Maria.

Perché il vero regno è il riflesso dell’anima e del cuore della Regina nelle persone che, attraverso questa piena adesione, hanno fatto un’immolazione interiore, hanno eliminato il loro amor proprio, hanno eliminato i propri capricci, hanno eliminato la loro vanità; anime che hanno dato, nel senso più pieno della parola dare, e che non desiderano altro che il compimento di ciò

che è detto nel Padre Nostro: “Venga il tuo regno”.

Venga a noi il tuo regno, Signore Gesù, ma per l’amore che abbiamo per Te, per la gloria che meriti, vogliamo che il tuo regno venga nel modo più splendido, nel modo più glorioso, nel modo più caro al tuo Sacro Cuore; e affinché ciò avvenga, affinché Tu sia veramente il Re dell’Universo, o Cristo Re di eterna gloria, venga a noi il regno della tua santissima Madre!

Si faccia sulla terra quell’ordine sapienziale, quell’ordine sacro, quell’ordine gerarchico, quell’ordine armonico, quell’ordine divino che fa sì che tutte le cose somiglino al disegno che Dio ha avuto su di loro, realizzando così il volto di Cristo sulla terra. Un ordine in cui ogni cosa, ogni uomo, ogni istituzione, ogni consuetudine abbia, per così dire, la fisionomia, lo sguardo con cui Gesù, prima di morire guardava gli uomini, lo sguardo con cui la Madonna in quel momento supremo lo guardò e accolse il suo supremo dolore e il suo supremo amore. u

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