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Festival Internazionale di Musica ventitreesimo anno momento maggio
3 BOLOGNA LUGO MODENA 3 - 3 > 10 - 15 > 18 - 23 > 26 MAGGIO - 1 > 2 GIUGNO 2013
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AngelicA 3 direzione artistica e organizzativa MASSIMO SIMONINI amministrazione e organizzazione FEDERICO MARGELLI organizzazione e ospitalitĂ ELISABETTA BEDDINI segreteria organizzativa PAOLA RONDINI ufficio stampa FRANCESCA CECCOLINI promozione web SFERA CUBICA
3 documentazione sonora, tecnici del suono BH AUDIO luci FRANCESCO CARTA documentazione fotografica MASSIMO GOLFIERI
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hanno collaborato WALTER ROVERE, LEOPOLDO SIANO, LUCA VITALI cura editoriale testi WALTER ROVERE traduzioni DANIELA FURINI, WALTER ROVERE immagine e progettazione grafica MASSIMO GOLFIERI, CONCETTA NASONE
3 corrispondente estero TANOS PAPANIKOLAOU
3 speciali ringraziamenti STEFANO ZORZANELLO, LUCIANO CHESSA
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LUOGHI
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BASILICA DI SANTA MARIA DEI SERVI
strada Maggiore 43, Bologna
SALA FARNESE DI PALAZZO D’ACCURSIO
piazza Maggiore 6, Bologna
SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI S. CATERINA
via Tagliapietre 21, Bologna
CONSERVATORIO DI MUSICA “GIOVAN BATTISTA MARTINI”
piazza Rossini 2, Bologna GALLERIA ONO ARTE
via Santa Margherita 10, Bologna TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI
corso Canalgrande 85, Modena TEATRO ROSSINI
piazzale Cavour 17, Lugo (RA) TEATRO AUDITORIUMÅ MANZONI
via de’ Monari 1/2, Bologna SALA BORSA
piazza Nettuno 3, Bologna PALAZZO MARESCOTTI BRAZZETTI
via Barberia 4, Bologna
TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA
largo Respighi 1, Bologna
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INFORMAZIONI
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AngelicA CENTRO DI RICERCA MUSICALE TEATRO SAN LEONARDO
via San Vitale 63 40125 Bologna ASSOCIAZIONE CULTURALE PIERROT LUNAIRE
via Gandusio, 10 40128 Bologna t 051.240310 info@aaa-angelica.com press@aaa-angelica.com dischi@aaa-angelica.com www.flows.tv/angelica www.aaa-angelica.com
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PROGRAMMA + INDICE 3 PAG 14 MASSIMO SIMONINI SPAZIO DEL SILENZIO 3
CONCERTI
PAG 20 -pag 10
- VENERDÌ 3 MAGGIO - ORE 22.00 - BASILICA DI SANTA MARIA DEI SERVI - BOLOGNA
OLIVIER LATRY (Olivier Messiaen, Thierry Escaich, Olivier Latry) 3 PAG 28 -
- SABATO 4 MAGGIO - ORE 21.30 - SALA FARNESE DI PALAZZO D’ACCURSIO - BOLOGNA
JEAN-CLAUDE ELOY SHÂNTI 3 6
PAG 36 -
- DOMENICA 5 MAGGIO - ORE 21.30 - SALA FARNESE DI PALAZZO D’ACCURSIO - BOLOGNA
PERCUSSIONISTI DEL CONSERVATORIO DI PARIGI/PALERMO/BOLOGNA + MARTA BURGAY (Gérard Grisey) 3 PAG 40 -
- MARTEDÌ 7 MAGGIO - ORE 21.30 - BASILICA DI SANTA MARIA DEI SERVI - BOLOGNA
TERRY RILEY ORGANUM FOR STEFANO 3 PAG 44 -
- MERCOLEDÌ 8 MAGGIO - ORE 22.15 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA
ARTE Quartett (Terry Riley) 3 7
PAG 50 -
-
GIOVEDÌ 9 MAGGIO ORE 21.00 TEATRO ROSSINI LUGO
TERRY RILEY The 3 Generations Trio PART 1 3 PAG 51
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- VENERDÌ 10 MAGGIO - ORE 21.00 - TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI - MODENA
TERRY RILEY The 3 Generations Trio PART 2 3 PAG 60 -
- MERCOLEDÌ 15 MAGGIO - ORE 22.15 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA
AXEL DÖRNER + LUCA VENITUCCI 3 PAG 64 -
- GIOVEDÌ 16 MAGGIO - ORE 22.15 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA
EMANUELE TORQUATI (Peter Ablinger) 3 8
PAG 68 -
- VENERDÌ 17 MAGGIO - ORE 21.30 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA
FABRIZIO OTTAVIUCCI (Giacinto Scelsi, Stefano Scodanibbio) 3 PAG 74 -
- SABATO 18 MAGGIO - ORE 18.00 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA
QUARTETTO D’ARCHI DI TORINO (Morton Feldman) 3 PAG 82 -
- GIOVEDÌ 23 MAGGIO - ORE 22.15 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA
TEODORO ANZELLOTTI (György Kurtag, Christian Wolff, Rebecca Saunders, Martin Smolka, Hans Zender, Luciano Berio) 3
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PAG 92 -
- VENERDÌ 24 MAGGIO - ORE 21.30 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA
CHRISTIAN WOLFF + ROBYN SCHULKOWSKY SOLOS & DUOS (Christian Wolff ) 3 PAG 100 -
- SABATO 25 MAGGIO - ORE 21.30 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA
APARTMENT HOUSE + CHRISTIAN WOLFF (Christian Wolff ) 3 PAG 106 -
- DOMENICA 26 MAGGIO - ORE 20.30 - TEATRO AUDITORIUM MANZONI - BOLOGNA
ORCHESTRA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA + CORO DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA MARCO ANGIUS direttore (Christian Wolff, Adriano Guarnieri, Giacinto Scelsi, Christian Wallumrød) 10
PAG 116 -
-
SABATO 1 GIUGNO ORE 16.00 MUSEO DELLA MUSICA BOLOGNA
PICCOLO CORO ANGELICO FABBRICA DI FORME saggio di fine stagione 3 PAG 118 -
DOMENICA 2 GIUGNO ORE 21.30 SALA BORSA BOLOGNA
ARTO LINDSAY UM POR UM 3 3 3 INCONTRI&ASCOLTI
PAG 124 -
- 3,6,23,25 MAGGIO - ORE17.30/18.00 - BOLOGNA
3 3 3 EXTRA EVENTI
PAG 126 -
- 2 > 9 MAGGIO BOLOGNA
POUR BRUNO Omaggio a Bruno Maderna nel quarantesimo anniversario della scomparsa 11
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MASSIMO SIMONINI SPAZIO DEL SILENZIO 3 AngelicA, Festival Internazionale di Musica, compie 23 anni nel 2013. Il complesso Teatro San Leonardo, spazio affidato ad AngelicA nel 2011 dal Comune di Bologna, sarà chiuso per ristrutturazione e adeguamento a quello che sarà il futuro Centro di Ricerca Musicale. I lavori si svolgeranno tra aprile e dicembre 2013. Il classico Momento Maggio del Festival si svolgerà in diversi luoghi di Bologna, oltre a Lugo e Modena, secondo un percorso che continua il viaggio di stimolazione e di apertura, che da sempre svolge AngelicA, in relazione anche agli spazi e ai contesti della musica, alle abitudini dell’ascolto e della fruizione. I progetti che verranno presentati, la loro calendarizzazione e i contesti nei quali i musicisti si esibiranno offriranno una visione diversa rispetto anche a quella che è la loro storia musicale e la loro catalogazione, cambiando il senso all’ascolto e i riferimenti storici che spesso ci costringono ad esaminare i fatti musicali più in termini formali che emozionali. AngelicA 23 presenta un insieme variegato di concerti con una particolare attenzione al carattere spirituale, e riflessivo, esteso alle forme 14
musicali più avanzate, offrendo a chi ascolta, attraverso i luoghi nei quali si terranno i concerti e le musiche che faranno risuonare quei luoghi, la possibilità di accogliere quelle musiche con uno spirito diverso. Nel percorso di AngelicA, il contesto ha sempre avuto un ruolo importante: attraverso la trasfigurazione del contesto si è cercato di creare cambiamenti nei modi di ascoltare e di fruire la musica, ma anche, secondo un’altra prospettiva, di riconoscere e rileggere musiche diverse. Se prima quella musica apparteneva a un mondo ben identificato e alla sua tribù, poi improvvisamente diventava un’altra cosa. Si sono verificate tante strane e straordinarie combinazioni, così come sono venute alla luce alcune contraddizioni. Si pensi al caso di musiche ormai “abituate” alle sale da concerto, che entrano invece in spazi sacri. Composizioni, per motivi di varia natura, con un carattere spirituale che si esprimono in luoghi che consentono un’altra modalità di ascolto, dove il silenzio compone lo spazio, e l’acustica è per certi versi fragile e insieme potente. Dove si trova il confine tra musica contemporanea e musica sacra o tra 15
musica d’arte e musica sacra? Chi decide cosa è sacro o cosa lo diventerà? Certo la tensione celeste, mistica, di alcuni compositori è evidente. Ma questo viene percepito solo da qualcuno e non da altri. Ispirazione come un momento fecondo, che ci unisce perché diventiamo portatori di un messaggio, ma che spesso resta incompreso per troppo tempo. Estratto dal testo di presentazione di SILENZIO & ACCORDO del 28 e 29 settembre 2012
Il tempo trasforma: le nostre opere non possono essere interamente comprese nella loro epoca, esse cambiano e acquistano altro senso. Se queste opere vengono accolte in contesti diversi e lontani (dal loro concepimento) possiamo amplificare qualcosa che altrimenti resterebbe in ombra. Accendiamo, attraverso questo processo, lo spirito di scambio, di condivisione e abbiamo la possibilità di scoprire aspetti della creazione che non riguardano tanto il nostro ego ma tutti. I nostri ego sono elusi, non siamo in grado di comprendere pienamente. Il compositore è un canale originale. Riconoscere è difficile. Ogni micromondo nel quale ci muoviamo porta con sé una certa dose di illusione, ci offre confronti-scontri-incontri che riproducono i nostri pensieri, le nostre ossessioni, le possibilità 16
di evoluzione-involuzione. L’ambiente aiuta, influenza, induce, dà, toglie, ma non è la soluzione e può riprodurre gli stessi problemi in scala diversa e con attori-personaggi diversi. L’ambiente è il riflesso. Un’idea arriva, corrisponde a una visione, cerchiamo di applicarla alla realtà e in quell’incontro-scontro tutto si deforma per accogliere, plasmare, diverse forme, nuove logiche. Crollano le convinzioni, una pioggia di sentimenti rimuove il giudizio. Nello spazio del silenzio e dell’invocazione cerchiamo la commozione nel riposizionamento di noi stessi. Scomodi, con fatica, piano piano, con meraviglia, ci accorgiamo che non siamo più gli stessi e quello che pensavamo si espande. La somma degli umori provoca il tempo.
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CONCERTI
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- VENERDÌ 3 MAGGIO - ORE 22.00 - BASILICA DI SANTA MARIA DEI SERVI - BOLOGNA Ω
CONCERTO
OLIVIER LATRY Francia
3 Olivier Messiaen (Francia,1908-1992) L’ascension, [L’Ascensione] quattro meditazioni sinfoniche seconda versione per organo (1933/1934) Majesté du Christ demandant sa gloire à son père [La Maestà del Cristo che chiede la gloria a suo padre] Alléluias sereins d’une âme qui désire le ciel [Alleluia sereni di un’anima che desidera il paradiso] Transports de joie d’une âme devant la gloire du Christ qui est la sienne [Trasporto di gioia di un’anima davanti alla gloria del Cristo che è la sua stessa gloria] Prière du Christ montant vers son père [Preghiera del Cristo che ascende verso suo padre] Thierry Escaich (Francia, 1965) Evocation I [Evocazione I] (1996) Olivier Messiaen (Francia, 1908-1992) Verset pour la fête de la Dédicace [Versetto per la festa della Dedizione]
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(1960)
Thierry Escaich (Francia, 1965) Evocation II [Evocazione II] (1996) Olivier Latry (Francia, 1962) Improvisation [Improvvisazione] (2013) 3 Olivier Latry organo 3 Olivier Messiaen 2 Trascrivendo i canti degli uccelli o ricercando corrispondenze sinestetiche tra suoni e colori, ideando nuove scale musicali o sperimentando innovative strutture ritmiche ispirate alla musica carnatica indiana, impiegando strumenti esotici come il gamelan o protoelettronici come le onde Martenot, Messiaen è stato uno dei compositori più originali del Novecento. Malgrado la prodigiosa varietà stilistica e delle sue ispirazioni, la maggior parte delle sue opere fu di carattere sacro o mistico, dedicate a dipingere ciò che chiamava “l’aspetto meraviglioso della fede”. Rispetto a questo fu importante anche la passione per l’organo: provatolo per la prima volta nel 1927 durante una lezione con Marcel Dupré, solo quattro anni dopo Messiaen divenne organista della chiesa de la Sainte-Trinité di Parigi e mantenne l’incarico per il resto della vita, ovvero per 61 anni, componendo e improvvisando regolarmente allo strumento.
Ω Progetto in collaborazione con: un certain regard... un progetto di AngelicA;
concerto nell’ambito del Festival di musica “Suona francese”, organizzato dall’Ambasciata di Francia in Italia e dall’Institut français Italia, con il sostegno dell’Institut français, della Fondazione Nuovi Mecenati, della SACEM e del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca - Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica
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La sua L’Ascension esiste in due versioni: la prima, per orchestra, composta dal 1932 al 1933; la seconda, per organo, iniziata nel ‘33 trascrivendo il primo e quarto movimento, e portata avanti nel ‘34 con l’adattamento del secondo, gli Alléluias sereins. Il terzo movimento, Transports de joie, venne scritto appositamente per organo sempre nel 1934, e sostituì l’ Alléluia sur la trompette, alléluia sur la cymbale della versione per orchestra. Il sentimento “ascensionale” del brano si traduce su più livelli, e in primo luogo attraverso l’ordine generale delle tonalità: Mi Maggiore (colorato principalmente dal modo 23) per la prima parte, Fa Maggiore (colorazione principale: modo 32) per la seconda, Fa # Maggiore (e modo 21) per la terza, e infine Sol Maggiore (modo 72) per la conclusione. Lo si ritrova ugualmente su un doppio piano teologico e musicale. Il ciclo inizia con Maestà del Cristo, con una citazione dal Vangelo secondo Giovanni: “Padre, è giunta l’ora. Dai gloria al tuo Figlio, perché possa a sua volta glorificarti”. È la preghiera stessa, detta “sacerdotale”, che il Cristo indirizza al Padre davanti alla prova della Passione. Questa in un certo senso ci colloca in una situazione di preludio: l’Ascensione del Cristo resuscitato deve ancora arrivare, e così la nostra stessa resurrezione si troverà posticipata. Lo stesso accordo finale di Mi Maggiore, anche se potente, non è tuttavia trionfale. Il messaggio musicale si sviluppa in un quadro tanto melodico quanto espressivo; si rivelerà progressivamente lungo tutto il ciclo, ogni volta in modo differente. Così, gli Alleluia 22
sereni testimoniano già di una reale speranza in questa resurrezione, come esprime il Fa Maggiore delle ultime pagine, mentre il Trasporti di gioia trabocca di un’allegria esuberante. Non è più la gioia interiore del movimento precedente; non si chiede più a Dio l’eternità alla quale si aspira, gli si rende grazie per averci “reso degni” di questa eternità: accordi in agglomerati sonori, ritmi incisivi (in particolare l’anapesto che inizia e conclude), combinazioni armoniche e contrappunti giubilatori... Tutti questi elementi evocano la famosa gioia “delirante” di cui Messiaen parla a volte, a proposito dell’azione di grazia verso Dio. Ma il culmine è realmente raggiunto con l’emozione della Preghiera del Cristo che ascende verso suo padre. Non bisogna equivocare la calma di questa preghiera, che non è un ritorno all’atmosfera della prima parte: solo i ritmi, estremamente lenti, assimilano l’una all’altra. Per il resto, tutto le differenzia. Il sentimento qui espresso è quello di una gioia intima, quasi indicibile, al di là delle parole. E’ la fusione stessa del Padre e del Figlio, alla quale è invitata tutta l’umanità: lentezza estrema delle frasi, dolcezza della registrazione, dispersione verso l’acuto... e un’evocazione d’eternità, attraverso la cadenza finale che resta in sospensione sull’ultima sesta sensibile di Sol Maggiore, e non più su un primo grado come nel primo movimento. Il Verset pour la fête de la Dédicace fu scritto nel 1960 per il concorso d’organo del Conservatorio di Parigi. Esso alterna una monodia (riprendendo i melismi dell’ Alleluia 23
per la festa della Dedizione delle chiese), una melodia accompagnata da accordi scintillanti, “che danno un sentimento di dolce affidamento”, un episodio di transizione (“molto moderato, come una consolazione”), e due grandiosi assoli di “tordi Bottaccio”, dall’espressione strana e di giubilo. Nonostante venga raramente eseguita, quest’opera è molto rappresentativa dell’arte del suo autore negli anni ‘60. 3 Thierry Escaich 2 Nato nel ‘65, ha succeduto Maurice Duruflé nel 1997 come organista titolare alla chiesa di Saint-Étienne-du-Mont di Paris. È stato solista e composer-in-residence per numerose orchestre, e nel marzo 2013 la sua opera Claude da Victor Hugo ha debuttato all’Opéra de Lyon. Le sue due Evocation datano al 1996. Scritte per e sull’organo di Saint-Bertrand de Comminges, esplorano le potenzialità di una sintesi classica e perfino neoclassica. La prima Evocazione è un lamento, polarizzato sulla nota “Sol”, che progredisce facendo alternare una monodia a una scrittura cromatica in trio. La seconda è caratterizzata dalla ripetizione frenetica, col pedale, della nota “Do”, sulla quale vengono a sovrapporsi degli elementi contrastanti, cesellati, violenti, ma anche qualche frase di un salmo di Goudimel. È il tiranno “Do” che trionferà alla fine dell’opera. 3 Olivier Latry 2 È considerato uno dei migliori “organisti-improvvisatori” (nella tradizione francese), della sua generazione. A 23 anni è 24
divenuto uno dei tre organisti titolari della Cattedrale di Notre-Dame e dal 1995 è docente d’organo al Conservatorio di Parigi. Nel 2000 ha eseguito l’integrale della musica per organo di Messiaen nelle cattedrali di Notre-Dame, St. Paul (Londra) e St. Ignatius Loyola (New York), raccolta su 6 cd dalla Deutsche Grammophon. Oltre a incisioni di autori come Franck, Widor, Vierne e l’integrale per organo di Duruflé, ha eseguito numerose prime di autori contemporanei francesi come Xavier Darasse, Claude Ballif, Vincent Paulet, Thierry Escaich e Jean-Louis Florentz.
- OLIVIER MESSIAEN
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- THIERRY ESCAICH
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- OLIVIER LATRY
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- SABATO 4 MAGGIO - ORE 21.30 - SALA FARNESE DI PALAZZO D’ACCURSIO - BOLOGNA Ω
CONCERTO
JEAN-CLAUDE ELOY SHÂNTI prima apparizione italiana
3 Jean-Claude Eloy (Francia, 1938) SHÂNTI [PACE], musica di meditazione per suoni elettronici e concreti (1972/73) prima italiana (circa 140’ ininterrotti, senza considerare i suoni d’introduzione e di prolungamento). Versione rivista e digitalizzata nel 2001 e 2006 Son d’introduction: avant Shânti (infini) [Suono d’introduzione: prima del concerto (infinito)] I -Partie d’ouverture [Parte d’apertura] (circa 31’/32’) 1) Les foules de la mémoire [Le folle della memoria] 2) Son de méditation [Suono di meditazione] II -Partie d’extension [Parte d’estensione] (circa 36’/37’) 3) Prémonitions [Premonizioni] 4) Flash-back 5) Interview [Intervista] (Aurobindo / Mao) III -Partie centrale [Parte centrale] (circa 34’/35’) 6) Mantra des étoiles [Mantra delle stelle] 7) Soldats [Soldati] 28
IV Partie finale [Parte finale] (circa 38’/39’) 8) Vagues lentes, boucles de feux [Onde lente, anelli di fuoco] 9) Contemplation aux enfants [Contemplazione dei bambini] 10) Vastitude [Vastità] Son de prolongation: après Shânti (infini) [Suono di prolungamento: dopo il concerto (infinito)] 3 Jean-Claude Eloy regia del suono 3 Shânti, parola sanscrita, significa pace. È innanzitutto la pace del mentale, la pace suprema ricercata dagli yogi. O ancora la pace psichica ed emotiva dell’essere. È anche la pace politica o la pace delle forze elementari, della natura, dell’universo. Ma per me, nessun concetto può esistere al mondo senza il suo contrario, il suo principio antagonista. In questo caso: le forze d’opposizione, di rivolta, di “guerra” (nel senso largo del termine), dalle sorde esplosioni di un vulcano alle barricate degli studenti... Shânti è dunque per me questa pace rimessa continuamente in causa (infine impossibile, perché la fine degli antagonismi e delle lotte significherebbe la fine del mondo): la Pace nel senso di Eraclito, una pace che presuppone
Ω A cura di Leopoldo Siano. Progetto in collaborazione con: un certain
regard... un progetto di AngelicA; concerto nell’ambito del Festival di musica “Suona francese”, organizzato dall’Ambasciata di Francia in Italia e dall’Institut français Italia, con il sostegno dell’Institut français, della Fondazione Nuovi Mecenati, della SACEM e del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca - Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica
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sempre la lotta, la violenza come condizione del mondo, il rapporto dialettico tra le cose. Da qui questo cammino tortuoso e incessante, una ricerca eterna, uno scopo talvolta raggiunto, sovente soltanto intravisto: frammenti d’eternità tra due nuvole… Non ci si lasci dunque ingannare: Shânti non è per niente una pace stabile, continua, “librantesi”. Bisogna andare a cercarsela, sprofondando progressivamente nel suono, di lunga sequenza in lunga sequenza. L’intera struttura di quest’opera è una lenta e perpetua spirale, illimitata… (1) 3 […] Quando cominciai a lavorare allo Studio di Musica Elettronica della Radio di Colonia, avevo intenzione di realizzare un breve “studio” di circa dieci minuti: un atteggiamento prudente, perché fino a quel momento le circostanze della mia vita mi avevano dato ben poche possibilità di essere in contatto con l’elettronica – motivo per me di grande rammarico. [...]. All’inizio dovetti inevitabilmente procedere a tentoni, ma col trascorre dei giorni mi sentivo sempre più a mio agio nello Studio, andavo alla ricerca di circuiti sempre più complessi. Notai allora che i suoni che producevo avevano uno strano potere: ogni volta che, dopo averlo cercato a lungo, decidevo di registrare un suono per stoccare un po’ di “materiale” da utilizzare eventualmente in seguito, gli orologi dello studio sembravano impazzire! Credevo di aver registrato tre o quattro minuti, ma quando arrestavo i magnetofoni, gli orologi m’indicavano che erano già trascorsi dieci minuti – talvolta di più… Il 30
fenomeno è stato per me assai rivelatore: tutto ciò che avevo scoperto durante l’ascolto approfondito delle musiche dell’Oriente (l’espansione temporale provocata dalle fluttuazioni interne dei corpi acustici) esplodeva, moltiplicato, nello studio elettronico! Questa scoperta mi aveva dunque condotto a capovolgere le mie prospettive. [...] Shânti non impone questo o quell’aspetto del mondo. Nella masse sonore come nei frammenti di testi che trovano posto in questo lavoro, io non “scelgo” Sri Aurobindo invece di, per esempio, Eldridge Cleaver o Mao Tse-Tung: li pongo l’uno alla presenza dell’altro e davanti a voi, allo stesso modo in cui presento le forze più diverse del suono, le une davanti alle altre: “Tutto mi riguarda”. Come sottolinea Mao Tse-Tung: “Wai Tcheng, che visse sotto la dinastia dei Tang, disse: ascoltare tutte le parti ti illumina, ascoltarne soltanto una ti fa cadere nelle tenebre”. (2) Shânti è dedicato a Karlheinz Stockhausen. JEAN-CLAUDE ELOY
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(1) Estratto dalla presentazione redatta nel 1978 per l’album LPs “Shânti” pubblicato da Erato (STU 71205-6). (2) Estratto dal testo pubblicato nel programma del festival « The London Music Digest », « Round House », Londra, 1975.
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3 La Via di Jean-Claude Eloy 2 ”V’è della follia in tutte queste opere, una follia salvatrice”. Così scrive Èric Cordier in un recente articolo sulla musica di Jean-Claude Eloy. Una volta c’erano i "folli di Dio", oggi vi sono i "folli del suono", ed Eloy è tra questi. La sua è una ricerca spirituale attraverso i suoni e nel suono. Per questo c’è chi lo considera come una sorta di "monaco". Eloy non rifiuta che in parte l’appellativo, precisando tuttavia che nel suo caso non si tratta di un monaco alla ricerca di Dio, bensì alla ricerca del suono. Qualcuno forse obietterà che Dio e suono sono la medesima cosa. Ma questo importa poco ad Eloy, o così vuol lasciarci intendere. Ad ogni modo egli dice che per il suono sarebbe disposto ad andare financo all’inferno! Solitario, estremo, antiaccademico, intransigente, estraneo a scuole, mode e ideologie, come Edgard Varèse, Eloy è un compositore "extra-territoriale". Il nome della casa editrice e discografica da egli fondata è programmatico: hors territoires. Nato in Francia nel 1938, egli compie studi musicali tradizionali al Conservatorio di Parigi, dove tra i suoi insegnanti figurano Darius Milhaud e Maurice Martenot. Da giovane è un bravo pianista. Suona Bach, i classici, la musica romantica, il suo amato Debussy. Al di fuori dell’ambito accademico si interessa clandestinamente alla musica più nuova del suo tempo, Webern, Messiaen, la musica seriale. Il giovane Eloy non coltiva 32
soltanto interessi musicali. Legge molto, soprattutto la poesia surrealista, Eluard, Breton, Michaux. Altra sua passione è il cinematografo, che lo influenzerà non poco nel suo lavoro compositivo (un critico canadese definì Shânti "cinema per le orecchie"; e il sottotitolo di Gaku-no-Michi è: "film senza immagini"). Ancora adolescente si appassiona alle musiche tradizionali del mondo, ascolta il gagaku giapponese, il dhrupad indiano, il gamelan indonesiano, la musica classica dell’Iran, il canto liturgico dei monaci del Tibet… Questi ascolti amorosi ed assidui plasmano la sua sensibilità acustica e risulteranno fondamentali per la sua evoluzione di compositore. Ben lontano da qualsivoglia esotismo, Eloy sviluppa in una maniera tutta originale l’idea stockhauseniana della Weltmusik, aspirando ad una musica che sorge dalla fusione e dalla reciproca trasformazione di diverse culture, dalla loro "intermodulazione". Dopo essersi distaccato nettamente dal suo maestro Pierre Boulez, dall’inizio degli anni 70 Eloy percorre una strada radicale componendo una serie di impressionanti affreschi sonori che si contraddistinguono per la fantasia surrealistica, il carattere meditativo, l’intensità acustica, e non da ultimo per le lunghe durate. L’opera di Eloy è oggi quanto mai inattuale e al contempo profondamente necessaria. Può essere un antidoto. In un’epoca di accelerazione globale Eloy osa comporre opere dalla lunga o lunghissima durata (fino a 4-5 ore senza 33
interruzione), viaggi sonori dal respiro epico, prediligendo dimensioni temporali meditative; in un mondo quasi del tutto desacralizzato, propone un contatto con il sacro ed invita alla contemplazione; in una società dominata dal visuale, pone l’accento sull’importanza dell’ascolto concentrato. La musica di Eloy è tra le più intense della nostra epoca. Essa ha un potere trasformativo, può condurre assai lontano. Dopo un concerto di Eloy, l’ascoltatore non è più la stessa persona. Bisogna soltanto avere disponibilità d’animo, lasciarsi andare, abbandonarsi al flusso. LEOPOLDO SIANO marzo 2013
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- JEAN-CLAUDE ELOY - foto VOLKER MULLER
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- DOMENICA 5 MAGGIO - ORE 21.30 - SALA FARNESE DI PALAZZO D’ACCURSIO - BOLOGNA Ω //
CONCERTO
PERCUSSIONISTI DEL CONSERVATORIO DI PARIGI - PALERMO - BOLOGNA + MARTA BURGAY (Francia, Italia)
3 Gérard Grisey (Francia, 1946 - 1998) Le Noir de l’Etoile [Il nero della stella] (1989/1990); per un astrofisico, sei percussionisti spazializzati, nastro magnetico, trasmissione di segnali astronomici 3 Marta Burgay astrofisica (Osservatorio Astronomico di Cagliari); Sylvain Borredon percussioni (Conservatoire National supérieur de musique et de danse de Paris); Sergio Calì percussioni (Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” di Palermo); Luigi Cordaro percussioni (Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” di Palermo); Vito Amato percussioni (Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” di Palermo); Federico Lolli percussioni (Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini” di Bologna); Roberto Marra percussioni (Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini” di Bologna) 3
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3 Gérard Grisey 2 Allievo di Messiaen e Dutilleux, poi borsista presso Villa Medici a Roma e l’IRCAM di Parigi e fondatore nel 1973 dell’Ensemble L’Itinéraire con Tristan Murail e Hugues Dufourt, Gérard Grisey è considerato uno dei fondatori dello Spettralismo, un linguaggio musicale basato sull’analisi scientifica dei fenomeni fisico-acustici del suono. Le sue ricerche si sono concentrate soprattutto sull’esplorazione degli spettri timbrici, dagli armonici più semplici al rumore bianco, e sulla fenomenologia della percezione, in particolare per quanto riguarda la dimensione temporale. 3 Le noir de l’étoile è una partitura che presenta caratteristiche uniche. Composto nel 1989-90 per l’ensemble Les Percussions de Strasbourg, il brano prevede l’interazione fra sei percussionisti, nastro magnetico e segnali astronomici, in particolar modo quelli di due stelle Pulsar. Una Pulsar è una stella composta da neutroni, nata dall’implosione di una supernova di tipo II in seguito al collasso della sua energia nucleare, che genera un fascio di onde radio a impulsi regolari, causati dall’azione combinata
Ω // un certain regard... un progetto di AngelicA; una coproduzione di
AngelicA, Conservatoire National supérieur de musique et de danse de Paris, Conservatorio di Musica “Vincenzo Bellini” di Palermo, Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini” di Bologna; con la collaborazione del IRA - INAF Bologna, INAF - Osservatorio astronomico di Cagliari, CNR - Area della Ricerca di Bologna; concerto nell’ambito del Festival di musica “Suona francese”, organizzato dall’Ambasciata di Francia in Italia e dall’Institut français Italia, con il sostegno dell’Institut français, della Fondazione Nuovi Mecenati, della SACEM e del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca - Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica
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del campo magnetico e della rotazione. L’idea del compositore fu quella di utilizzare i segnali emessi da due pulsar, denominate 0359-54 e Vela, che per la prima del concerto vennero captati e radiotrasmessi in diretta da un radiotelescopio, per convertirli in impulsi ritmici, diffusi con effetti di spazializzazione sonora mediante altoparlanti disposti intorno al pubblico. La partitura prevede un percorso che si snoda lungo diversi momenti, il primo dei quali è rappresentato dall’introduzione affidata a un astrofisico (nel nostro caso l’italiana Marta Burgay, premio Descartes Prize per la scoperta della prima pulsar doppia), cui segue la creazione progressiva di pulsazioni sonore su cui si inseriscono gli interventi dei musicisti.
- GÉRARD GRISEY
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- MARTA BURGAY
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- MARTEDÌ 7 MAGGIO - ORE 21.30 - BASILICA DI SANTA MARIA DEI SERVI - BOLOGNA
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CONCERTO
TERRY RILEY ORGANUM FOR STEFANO (Stati Uniti)
3 Terry Riley (Stati Uniti, 1935) Organum for Stefano (2013) prima assoluta per Stefano Scodanibbio (Italia, 1956 - Messico, 2012) 3 Terry Riley organo 3
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3 Organum for Stefano - Stefano Scodannibbio è stato uno dei miei più cari amici e collaboratori musicali. Abbiamo suonato come duo in numerosi concerti negli Stati Uniti, in Messico e in Europa. Alla fine di ogni concerto eseguivamo sempre un raga della tradizione della musica sacra del nord dell’India, una musica profondamente emozionante e meditativa. Quando ho sentito Stefano suonare il contrabbasso per la prima volta, era come se stessi ascoltando un’immensa orchestra d’archi, in perfetta armonia e accordo con la corrente di suono universale... un oceano di suono che, credo, è il fondamento di tutta la vita. L’eterno OM. Stefano si distingueva perché sembrava essere in grado di dare al contrabbasso la libertà di esprimere la propria vera voce e natura. Al tocco delle sue dita, lo strumento rispondeva con amore ed emetteva onde di pure frequenze. Stefano ha scoperto un’essenza e un genere musicale per i quali il contrabbasso è stato creato. La sua prematura scomparsa nel Gennaio del 2012 è stata un’enorme perdita, per me, per i suoi tanti amici e per gli amanti della musica in tutto il mondo. Era una persona cordiale, dal carattere straordinario, energico, geniale - in altre parole, insostituibile. Questo concerto (una delle mie rare esibizioni all’organo a canne) è un omaggio nell’ambito di Terry Riley & friends ... Music in Curved Air, 6>10 maggio °2013 - Bologna, Lugo, Modena; un progetto di AngelicA; una coproduzione di
AngelicA, Fondazione Teatro Rossini - Lugo Opera Festival, Fondazione Teatro Comunale di Modena - Festival L’Altro Suono; con il sostegno di Regione Emilia Romagna - Assessorato alla Cultura, Comune di Bologna - Sistema culturale e giovani
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a lui, ed è mia intenzione assemblare in maniera spontanea un flusso caleidoscopico di idee ispirate dalla nostra amicizia. TERRY RILEY febbraio 2013
3 Terry Riley 2 Nato nel 1935 a Colfax, California, è considerato uno dei padri del minimalismo. L’incontro con La Monte Young all’Università di Berkeley e il comporre assieme musiche per balletti di Anna Halprin nel ‘60, ma anche il lavorare come pianista ragtime al Gold Street Saloon di San Francisco e nei cabaret di Parigi e infine diventare allievo di Pandit Pran Nath, sono tutti eventi che lasceranno tracce evidenti nella sua musica. Il suo primo capolavoro In C (‘64), è probabilmente l’opera che conta più esecuzioni del minimalismo, da parte degli ensemble più diversi (dai Piano Circus alla Shangai Film Orchestra agli Acid Mothers Temple - nel 2011 AngelicA presentò la versione per ensemble di contrabbassi di Stefano Scodanibbio). Ma ancor più successo ebbero i suoi concerti per organo e sistemi di tape delay, concepiti “come modelli di operazioni molecolari e universali con turbinanti galassie di suono”, e in particolare A Rainbow In Curved Air (‘68) divenne un minor hit dell’era psichedelica. Influenzato principalmente dalle forme improvvisative jazz e indiane, lungo gli anni ‘70 le sue composizioni erano per lo più sketches per le performance dal vivo, ma l’incontro con il Kronos Quartet frutta 18 lavori (per quartetto, quintetto, o concerti con aggiunti orchestra o coro), dal 1984 al 2010, e dagli anni ‘90 in poi 42
compone tra gli altri per i quartetti fiatistici ROVA e ARTE, per la Saint Louis Symphony, per la Philadelphia Chamber Orchestra e per il Paul Dresher Ensemble. Oltre che in solo, si è esibito inoltre con i quintetti Khayal e All Stars, in duo con Stefano Scodanibbio, in trio con George Brooks e Krishna Bhatt, e più recentemente con Tracy Silverman e il figlio Gyan.
- STEFANO SCODANIBBIO E TERRY RILEY
- TERRY RILEY
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- MERCOLEDÌ 8 MAGGIO - ORE 22.15 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA
° °°
CONCERTO
ARTE Quartett (Svizzera)
3 Terry Riley (Stati Uniti, 1935) Chanting the Light of Foresight
(1987) prima italiana
The Tuning Path [Il percorso delle intonazioni] The Pipes of Medb/Medb’s Blues [Le cornamuse di Medb/Il blues di Medb] Song Announcing Dawn’s Combat [Canzone che annuncia la battaglia all’alba] The Chord of War [L’accordo di guerra] Ferdia’s Death Chant [Il canto della morte di Ferdia] Chanting the Light of Foresight [Cantare la luce della preveggenza] ARTE Quartett Beat Hofstetter sax sopranino, sax soprano Sascha Armbruster sax sopranino, sax alto Raphael Camenisch sax soprano, sax tenore Beat Kappeler sax baritono 3
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3 Chanting the Light of Foresight o Imbas Forasnai è stato commissionato dal Rova Saxophone Quartet. È diviso in 5 movimenti ispirati al Táin Bó Cúailnge (La razzia di vacche di Cooley), grande poema epico irlandese, la parte centrale di un ciclo di storie eroiche dell’Ulster risalente all’ottavo secolo dopo Cristo. Narra la vicenda della razzia di una gigantesca mandria di bovini e dell’invasione dell’Ulster da parte degli eserciti di Medb e Ailill, la regina e il re del Connacht, e dei loro alleati per rubare il grande Toro Bruno di Cúailnge. Inizialmente la composizione era stata pensata per una produzione teatrale che fu poi annullata, ma ormai l’incantesimo del Táin mi aveva preso così tanto che decisi di trasformare i miei appunti già composti in un quartetto per sassofoni. The Pipes of Medb, Medb’s Blues e Ferdia’s Death Chant erano pensati per essere eseguiti in una scala in giusta intonazione che ho costruito utilizzando le prime sette altezze della serie degli armonici. The Pipes of Medb segue un percorso di intonazioni che sistematicamente disvelano tutti i rapporti di altezze di questo complesso tipo di intonazione. Rappresenta il cuore della notte sui campi di battaglia dove gli eserciti si riuniscono, nei quali l’unico suono è quello del vento che passa nell’ambito di Terry Riley & friends ... Music in Curved Air, 6>10 maggio 2013 °- Bologna, Lugo, Modena; un progetto di AngelicA; una coproduzione di AngelicA,
Fondazione Teatro Rossini - Lugo Opera Festival, Fondazione Teatro Comunale di Modena - Festival L’Altro Suono; con il sostegno di Regione Emilia-Romagna - Assessorato alla Cultura, Comune di Bologna - Sistema culturale e giovani con la collaborazione di Pro Helvetia, Fondazione svizzera per la cultura
°°
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attraverso canne giganti simili a quelle di un organo, come a scandire l’inquietante passare del tempo prima della battaglia. La parte iniziale termina con Medb’s Blues, un blues da 6 battute in 10/4. Il blues include un cantus firmus sul quale i membri del quartetto improvvisano. Song Announcing Dawn’s Combat introduce i principali avversari della storia, i fratellastri Cúchulainn e Ferdia. Gli intricati ritmi in 7/8 e i bordoni pulsanti delle scale indostane svelano la mia intenzione di creare una sorta di collegamento tra questo poema epico irlandese e il più conosciuto Bhagavad Gita, una storia simile di guerra e di dovere morale. La battaglia tra i fratelli continua per giorni, e termina con Cúchulainn che uccide Ferdia con la propria arma segreta, la gae bolga. The Chord of War rappresenta la battaglia, ed era stata scritta inizialmente dai Rova. Larry Ochs, dopo aver suonato il brano varie volte, mi fece notare che ci sarebbe stato bisogno di un movimento di “battaglia”, che avevo omesso di comporre. Aveva perfettamente ragione, e chiesi a lui e al resto del gruppo di scrivere questo movimento per me. I Rova hanno composto la struttura di Chords of War sulla base delle tonalità trovate in altri movimenti, il che rivela le loro notevoli doti di compositori e di improvvisatori. Successivamente, l’Arte Quartet mi ha chiesto di poter creare la propria versione di questo movimento, e la performance a cui assisteremo ci rivelerà il risultato dei loro sforzi. 46
Il Ferdia’s Death Chant rappresenta il lamento di Cúchulainn mentre rimuove la gae bolga dal corpo privo di vita di Ferdia. Il brano è rappresentato da un coro a 4 voci. In Chanting the Light of Foresight, il dono della profezia viene messo in scena come l’imbas forasnai o “luce della preveggenza” in una scena in cui l’eroe Cúchulainn ha completato il suo addestramento da guerriero e sciamano sotto la guida del suo guru, Scathach, che canta all’eroe il suo futuro attraverso la luce della preveggenza. Il canto è composto da gruppi di frasi ripetute che abbinano tempi in 8/8 e 7/8 e che vengono sottoposte a un crescendo di enunciazioni sempre più appassionate e frenetiche, per poi finire come è iniziato. Originariamente questo movimento doveva seguire il Tuning Path, ma musicalmente è stato destinato a chiudere la scaletta. TERRY RILEY febbraio 2013
3 ARTE Quartett 2 È stato fondato nel 1995, volutamente privo della specificazione “Saxophone” nel nome, con l’intenzione di indicare già nella denominazione l’apertura che il quartetto desidera avere nelle esperienze musicali. Fin dagli esordi, l’ARTE ha ricercato intensi rapporti di collaborazione con compositori e improvvisatori e ha inciso lavori di e con Jozef Baan, Urs Leimgruber, Hans Feigenwinter, Tim Berne, Terry Riley, Nick Didkovsky, Pierre Favre e Fred Frith, per etichette come Intakt, For 4 Ears e New World Records.
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- ARTE QUARTETT - Foto MATTHIAS WILLI
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- TERRY RILEY
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-
GIOVEDĂŒ 9 MAGGIO ORE 21.00 TEATRO ROSSINI LUGO
°
CONCERTO
TERRY RILEY The 3 Generations Trio PART 1 prima italiana
Terry Riley
(Stati Uniti, 1935)
3
Missi Gono (1999); per pianoforte, chitarra acustica, violino Simply M... (2008); per pianoforte prima italiana Negro Hall (1990); per pianoforte, chitarra elettrica, violino elettrico Piedad (1993); per chitarra acustica prima italiana Barabas (1994); per chitarra acustica Las Puertas (2003); per pianoforte, chitarra acustica prima italiana
Mongolian Winds (1987); per pianoforte, chitarra elettrica, violino elettrico Turning (1987); per pianoforte 3
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- VENERDĂŒ 10 MAGGIO - ORE 21.00 - TEATRO COMUNALE LUCIANO PAVAROTTI - MODENA
°
CONCERTO
TERRY RILEY The 3 Generations Trio PART 2 prima italiana
Terry Riley
(Stati Uniti, 1935)
(2009); prima italiana
The Bull
3
per chitarra acustica, violino
Havana Man (1990); per pianoforte Cantos Desiertos (1997); per chitarra acustica, violino prima italiana
Ebony Horns (1990); per pianoforte, chitarra elettrica, violino elettrico G Song (1980); per pianoforte, voce, chitarra acustica Camargue Voice (2013); per pianoforte, sintetizzatore, chitarra elettrica, violino elettrico, con elettronica e looping prima assoluta
3 3 3 The 3 Generations Trio Terry Riley pianoforte, tastiere, voce, harmonizer, looper; Gyan Riley chitarra acustica, chitarra elettrica; Tracy Silverman violino elettrico a 6 corde, violino 3
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3 The 3 Generations Trio - Nel corso degli anni ho accumulato molte composizioni che non sono mai state trascritte sotto forma di partitura, o che esistono semplicemente sotto forma di schemi con alcune indicazioni per l’esecuzione. Sentivo il bisogno di lavorare con forme aperte, per lasciare ai musicisti con cui collaboro la massima libertà di espressione artistica. Questi musicisti devono avere la capacità di improvvisare in diversi modi, spaziando tra l’estetica Orientale, Africana, Classica, Jazz e altre ancora, e devono avere una consapevolezza che permetta loro di passare da un genere all’altro individualmente o come gruppo. Il mio trio attuale (Gyan Riley, Tracy Silverman ed io) è uno dei miei ensemble preferiti per la particolare trasparenza degli strati sonori di base, violino, chitarra e piano. Composto interamente da strumenti a corda, è caratterizzato da una meravigliosa risonanza composita che, da un lato, lascia che filoni individuali emergano, e dall’altro fa sì che suoni compositi creino, misteriosamente, un tessuto unico. Ho il privilegio di essere il padre di Gyan Riley, che fin da tenera età ha mostrato di possedere abilità musicali prodigiose, e ha iniziato a suonare nei miei gruppi quando era ancora adolescente. Gyan è non solo un chitarrista e nell’ambito di Terry Riley & friends ... Music in Curved Air, 6>10 maggio °2013 - Bologna, Lugo, Modena; un progetto di AngelicA; una coproduzione di
AngelicA, Fondazione Teatro Rossini - Lugo Opera Festival, Fondazione Teatro Comunale di Modena - Festival L’Altro Suono; con il sostegno di Regione Emilia Romagna - Assessorato alla Cultura, Comune di Bologna - Sistema culturale e giovani
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improvvisatore di livello mondiale, ma anche un compositore degno di nota che, grazie alle sue esibizioni e dischi, ha ottenuto un seguito incredibilmente numeroso. Gyan possiede un inspiegabile intuito che gli permette di sapere sempre che direzione sta prendendo la musica, anche durante i momenti più concitati di una performance dal vivo e per questo riesce sempre ad aggiungere idee musicali caratteristiche al flusso musicale. Ho lavorato con il compositore e violinista Tracy Silverman per circa 20 anni. Tracy è un talento prodigioso e ha ideato per sé un violino elettrico a 6 corde che è uno strumento di straordinaria bellezza e originalità. Il suo suono ha un calore personale e inconfondibile, che è in grado di trasportare l’ascoltatore in uno stato di profonda emozione, mentre scopre idee melodiche di un’estrema sottigliezza. Tracy dispone di un arsenale di suoni ed effetti unico, che danno vita a qualsiasi realtà, da tessiture orchestrali a pungenti nuvole di suono dalla ruvidezza grunge. E lui sa come e dove usarli. Il mio concerto per violino elettrico, The Palmian Chord Ryddle, è stato scritto per lui ed eseguito in anteprima alla Carnegie Hall nel maggio del 2012. Nel concerto di Lugo, verranno eseguiti tre brani dal Book of Abbeyozzud (Libro di Abbeyozzud), la mia suite di 26 brani (quando sarà completata) per chitarra sola o in ensemble. I due brani solistici sono stati scritti specialmente per Gyan. Piedad, composta come regalo per il suo diciottesimo compleanno, rappresenta 53
un omaggio al compositore e virtuoso di bandoneón Astor Piazzola. Il brano è simile, per forma, ad una passacaglia, nel contenere molte sezioni che variano da rapide e ritmiche, a lente e liriche. Il duetto Las Puertas è una composizione parzialmente “scritta”, che sfrutta le abilità improvvisative mie e di Gyan. Mongolian Winds e Turning sono estratti dal mio quartetto di due ore Salome Dances for Peace, composto per il Kronos Quartet nel 1985/87. Missi Gono è stato ispirato da mia nipote, Simone Riley, che era solita inventare storie su un amico immaginario in grado di morire e ritornare in vita. Negro Hall viene dalla mia opera, The Saint Adolf Ring, basata sull’autobiografia e i disegni del grande artista svizzero art brut Adolf Woelfli. Simply M... per piano solo è un omaggio alla scomparsa Dottoressa Margaret Lyon del Mills College a Oakland, California, con cui ho lavorato per 10 anni. La dottoressa Lyon fu colei che portò grandi compositori come Luciano Berio e Darius Milhaud al Mills, ed era una grande sostenitrice della musica contemporanea. Il concerto a Modena ospiterà una prima mondiale, Camargue Voices, un brano che prende ispirazione dalle recenti performance del trio ad Arles (Francia), in occasione dell’installazione multimediale di Doug Aitken “Altered Earth”, dove abbiamo sviluppato per la prima volta i sistemi di live electronics e le tecniche di loop del gruppo. Ho inizialmente scritto The Bull per il grande organo a canne della Disney Hall di Los Angeles, 54
dove l’ho eseguito per la prima volta nel 2009. Faceva parte della suite Universal Bridge. Anche la suite di 5 brani Cantos Desiertos è tratta dal Book of Abbeyozzud, ed è stata scritta durante una vacanza nella località di mare di Puerto Vallarta, in Messico. Ebony Horns è tratta dall’ultimo movimento del mio concerto per quartetto d’archi scritto per il Kronos Quartet. Anche G Song fu scritta per il Kronos Quartet, ma la versione che sarà eseguita a Modena prenderà la forma di un rondò. Havana Man fu abbozzata a Stoccolma nel 1967, ma l’ho completata solo nel 1990. TERRY RILEY febbraio 2013
3 Suonare assieme a mio padre è stata una grande sfida, senza dubbio l’esperienza musicale che più mi ha arricchito e ispirato. Credo di aver avuto circa 16 anni quando mio padre mi chiese per la prima volta di unirmi alla sua band durante una prova. Dato che ascoltavo la sua musica già da molti anni per me partecipare fu come raccontare una storia a me familiare per la prima volta. Dato il mio background musicale, principalmente classico, suonare con lui è stato per me un incredibile studio dell’espansione nell’improvvisazione. La sua musica è colma di ricche armonie e delicate inflessioni d’intonazione (derivate dalla sua lunga devozione per la tradizione Kirana del nord dell’India) inserite in strutture dalla caratteristica lunghezza, spesso rapsodiche, che “entrano ed escono” dall’improvvisazione. Credo che la qualità musicale più unica di mio 55
padre sia la sua capacità di entrare sempre più a fondo nel mood di un brano, abbandonando qualsiasi altra preoccupazione. Ha una spontaneità incredibile, e anche se un brano ha una propria forma inerente, sembra sempre che lo stia ricomponendo in tempo reale, sul palco! L’atteggiamento mentale che serve per accostarsi ai suoi brani composti da cima a fondo per chitarra è ovviamente molto diverso. Poiché non è un chitarrista, ha la tendenza a disattendere le aspettative del musicista con una musica che si espande oltre i linguaggi tipici dello strumento. Ed è proprio questa, a livello tecnico, la più grande sfida posta dalle sue composizioni per chitarra, e anche la radice del loro potere espressivo. Un aspetto assai positivo del suo approccio alla composizione è che lascia moltissima libertà interpretativa al musicista che esegue il brano. Non avere indicazioni tecniche o espressive per ogni singola nota è molto liberatorio! GYAN RILEY febbraio 2013
3 Una volta odiavo questa espressione, ma ora che ho 53 anni sono sempre più felice di fare ancora parte della generazione “di mezz’età”. La nostra musica come trio è il prodotto della nostra amicizia. È come un pasto consumato in compagnia di buoni amici - c’è l’entusiasmo per gli ingredienti freschi, preparati insieme, conditi a seconda dei nostri gusti personali, assaporati e accompagnati da una conversazione piacevole, del buon vino e delle risate. Durante gli ultimi 15 anni, suonando in un piccolo ensemble con Terry, ho imparato molto. 56
Terry è diventato un vero e proprio guru per un numero sempre più grande di seguaci in tutto il mondo, che riconoscono in lui il raro spirito dell’autentica libertà artistica - il coraggio di fidarsi della propria immaginazione e di creare attingendo ad un vasto vocabolario di influenze stilistiche, mantenendo però una voce autentica. Sul palco, Terry emana sempre un senso di generosità e di apertura, per come ascolta e accoglie sempre con entusiasmo nuove idee che possano portare a stabilire un dialogo spontaneo tramite l’improvvisazione, invece di cercare di ricreare qualcosa di già provato. In qualsiasi momento, ogni brano può prendere una deviazione e dirigersi verso territori inesplorati, a volte senza mai fare ritorno. La musica di Terry emana tutto il suo karma positivo, la sua giocosità e gioia, e sono grato di avere l’opportunità di trasmettere quel karma a qualcun altro. Anche con Gyan ho una lunga storia di collaborazioni, sia nelle sale da concerto che nei locali rock. Assieme abbiamo travalicato in molte occasioni i confini della sicurezza, sia musicale che personale, della sobrietà e del gusto. La sua musica ha tutta l’intrepidità di suo padre ma con una personalità “chitarro-centrica” che è tutta sua. TRACY SILVERMAN febbraio 2013
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- TRACY SILVERMAN
- GYAN RILEY
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- THE 3 GENERATIONS TRIO - foto AITKEN LUMA LESLIE
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- MERCOLEDÌ 15 MAGGIO - ORE 22.15 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA ∆
CONCERTO
AXEL DÖRNER ERSICHTLICH (Germania) prima italiana
3
LUCA VENITUCCI SOLO (Italia)
3
AXEL DÖRNER + LUCA VENITUCCI prima assoluta
3 Axel Dörner tromba Luca Venitucci fisarmonica 3
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3 Axel Dörner 2 Nato a Colonia nel 1964, ha studiato la tromba (con Malte Burba) alla Musikhochschule, ed è noto tra gli improvvisatori europei per l’originalità del suo stile allo strumento, basato per la maggior parte su tecniche inusuali di sua invenzione. Dopo aver collaborato a lungo con il trombettista Bruno Leicht (Streetfighters duo e quartet), ha formato un proprio quartetto con Frank Gratkowski, Hans Schneider e Martin Blume, e i Remedy con Sebastian Gramss e Claus Wagner (e Peter Kowald e Tom Cora tra gli ospiti). Ha pubblicato oltre 40 album a suo nome, firmati in solo o con musicisti come Fred LonbergHolm, Sven-Åke Johansson, John Butcher, Kevin Drumm, Toshimaru Nakamura, Mika Vainio, Tony Buck, Keith Rowe, Margareth Kammerer, Greg Kelley, Mattin, Lucio Capece, Andrea Neumann, Jim Denley, Jérôme Noetinger, Robin Hayward, Angharad Davies e Christine Sehnaoui, e ha preso parte a incisioni, tra gli altri, di Berlin Contemporary Jazz Orchestra, Fred Van Hove, Mats Gustafsson, Zeitkratzer, King Übü Örchestrü, Otomo Yoshihide’s New Jazz Orchestra, Territory Band, Mayo Thompson, Ig Henneman, e Sven-Åke Johanssons Ol’ Man Rebop Ensemble. 3 Luca Venitucci 2 È attivo fin dalla fine degli anni ‘80 come musicista, cantante, improvvisatore e compositore/arrangiatore. Componente e co-
∆ con la collaborazione del Goethe-Institut Mailand 61
fondatore nel 1995 del gruppo d’improvvisazione elettroacustica Ossatura, ha fatto parte per diversi anni dell’ensemble Zeitkratzer firmando tra l’altro, assieme a Ulrich Krieger, il lavoro di trascrizione del loro celebre progetto su Metal Machine Music di Lou Reed, e incidendo con essi numerosi cd. Ha partecipato a progetti di compositori, musicisti e artisti sonori quali John Zorn, Alvin Curran, Christian Marclay, Margareth Kammerer, Mike Cooper, Butch Morris, Francisco Lopez, John Duncan, Manuel Göttsching, Keith Rowe, Merzbow, Phill Niblock, Radu Malfatti, Terre Thaemlitz, Zbigniew Karkowski, e ha collaborato con musicisti come Peter Kowald, Otomo Yoshihide, Sachiko M, Thomas Lehn, Michael Renkel, Mario Schiano e Jérôme Noetinger. Ha realizzato progetti multidisciplinari con scrittori (Jonathan Coe, Lidia Riviello), attori e registi (Federica Santoro) e danzatori (Alessandra Cristiani, Samantha Marenzi, Maddalena Gana). Recentemente ha pubblicato il suo primo album solista, Interstizio (Brigadisco Records, 2012), contenente brani strumentali per fisarmonica e voce.
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- AXEL DÖRNER
- LUCA VENITUCCI
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- GIOVEDÌ 16 MAGGIO - ORE 22.15 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA
CONCERTO
EMANUELE TORQUATI (italia)
3 Peter Ablinger (Austria, 1959) Voices and Piano (1998/...), un ciclo per pianoforte e CD selezione: Morton Feldman, Hanna Schygulla, Orson Welles, Guillaume Apollinaire, Mila Haugova, Anna Magnani, Humbero Maturana, Valentina Tereshkova, José Luis Borges, Agnes Martin, Pierpaolo Pasolini 3 Emanuele Torquati pianoforte 3
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3 Voices and Piano, opera iniziata nel 1998 e tutt’ora aperta al completamento, comprende una galleria di ritratti musicali di personaggi celebri o meno famosi. Le voci sono registrate, mentre al pianoforte è riservato un ruolo concertante, non di puro e semplice accompagnamento della traccia vocale. Da Pasolini ad Apollinaire, passando per la prima donna cosmonauta Valentina Tereshkova e l’attrice Hanna Schygulla, la serie risulta come una colorata e sorprendente collezione di istantanee tra i 2 e i 5 minuti, che sfiora al momento le tre ore di musica: il totale previsto è di circa 80 brani/voci per 4 ore, ma con una modalità di presentazione del lavoro sempre intesa come selezione da un tutto.Emanuele Torquati, interprete d’elezione del ciclo dopo la prima collaborazione col compositore, avvenuta al Centro di sperimentazione del Teatro Colón di Buenos Aires, ha scelto per questa serata una decina di brani, tra cui uno recentissimo dedicato ad Anna Magnani. 3 Mi piace pensare a Voices and Piano come a una sorta di ciclo di canzoni, anche se nessuno canta: le voci sono tutte parti di discorsi, interviste o letture. E il piano non fa da vero accompagnamento alle voci: più che altro sono in un rapporto di competizione o comparazione. Voce e musica a confronto. Potremmo anche dire: realtà e percezione. La realtà/voce è continua, la percezione/musica è una struttura che cerca di avvicinarsi alla prima. La parte di piano è in realtà una scansione temporale e spettrale della relativa voce, una 65
sorta di fotografia sgranata. In realtà la parte per pianoforte è l’analisi della voce. La musica analizza la realtà. PETER ABLINGER
3 Peter Ablinger 2 È nato in Austria nel 1959. Ha studiato grafica e suonato pianoforte jazz e studiato composizione con Gösta Neuwirth e Roman Haubenstock-Ramati. Nel 1988 ha fondato l’Ensemble Zwischentöne. È stato invitato come direttore ospite dal Klangforum di Vienna e dall’Ensemble di Inselmusik. Le sue composizioni sono state eseguite in festival a Darmstadt, Donaueschingen, Istanbul, Oslo, Buenos Aires, Hong Kong, Londra, New York. “Peter Ablinger è tra i pochi artisti che lavorano con il rumore privandolo di ogni tipo di simbolismo (vale a dire senza usarlo come significante di caos, energia, entropia, disordine, tumulto, disobbedienza, distruzione, ecc...). Ablinger piuttosto mette in discussione la natura del suono, del tempo e dello spazio (gli elementi solitamente considerati principali della musica), gettando dubbio su convenzioni ritenute irrefutabili, e approfondendo elementi come ripetizione e monotonia, riduzione e ridondanza, densità ed entropia.” CHRISTIAN SCHEIB
3 Emanuele Torquati 2 Ha studiato a Firenze con Giancarlo Cardini e si è specializzato in musica da camera con Franco Rossi e con il Trio di Trieste. Vincitore di numerosi premi in Italia e all’estero, suona regolarmente in Europa, Stati Uniti e 66
Sudamerica. Da citare nel 2012 il debutto al Teatro Colòn con l’Orquesta Filarmonica di Buenos Aires e l’incisione dell’integrale pianistica di Albert Roussel per Brilliant Classics. In solo, con formazioni cameristiche o con il duo che ha formato con Francesco Dillon, ha eseguito numerose prime assolute e lavorato con compositori quali Sylvano Bussotti, Wolfgang Rihm, Jonathan Harvey, Kaija Saariaho, Toshio Hosokawa, Alessandro Solbiati, Lucia Ronchetti, Beat Furrer e Peter Ablinger.
- EMANUELE TORQUATI - foto KAREL SUSTER
- PETER ABLINGER - foto TRAIANOS PAKIOUFAKIS
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- VENERDร 17 MAGGIO - ORE 21.30 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA ยง
CONCERTO
FABRIZIO OTTAVIUCCI (italia)
3 Giacinto Scelsi (Italia, 1905 - 1988) Suite XI b (1955/1956) prima assoluta Stefano Scodanibbio (Italia, 1956 - Messico, 2012) Lawless Roads (2006/2010) prima assoluta # 3 Fabrizio Ottaviucci pianoforte 3 # musiche commissionate da AngelicA 3
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3 Il lavoro di ricerca svolto in questi ultimi anni dall’archivio della Fondazione Scelsi ha permesso il ritrovamento di alcune opere inedite del maestro. Tra queste un’ampia suite, intitolata da Scelsi stesso Suite 11b, composta di 11 movimenti, pronta per l’edizione da stampa che, per cause sconosciute, non avvenne. La numerazione del compositore colloca l’opera negli anni ‘55-’56, ma non è escluso che, come per la Suite 11 edita, ci si trovi di fronte ad un lavoro che contenga anche frammenti di opere di epoche antecendenti. Gli undici movimenti della Suite 11b presentano un variegatissimo panorama sonoro, legato assieme solo dalla monocromaticità di ogni singolo movimento; con l’eccezione della specularità dei movimenti 3 e 10, la suite percorre per gradi netti e ben distinti i colori del ribattuto. Numerosi i movimenti pervasi delle tecniche di action music; la Suite 11b affianca la Suite 11 edita Salabert, per dare completezza alla tavolozza coloristica del pianismo scelsiano. 3 Stefano Scodanibbio si è avvicinato al pianoforte a partire dagli anni 2000, affascinato soprattutto dal potenziale ritmico dello strumento. Lo stile irriverente della sua prima opera pianistica, Only Connect (2001 – eseguita proprio da Ottaviucci ad AngelicA 21), nella quale mette in scena “uno sguardo irrispettoso, aperto, caldo, vivace sul mondo” (“Manifesto” Mario Gamba), si rinnova in Lawless Roads (2006-2010), colorato di § con la collaborazione della Fondazione Isabella Scelsi 69
una sonorità esasperata che sembra ammiccare al rock. Lawless Roads è dedicato alla fotografa Eva Soltes e alla “Lou Harrison House”, una residenza per artisti ai limiti del deserto di Joshua Tree, California, dove Scodanibbio è stato ospite e ha completato la composizione dell’opera. 3 Fabrizio Ottaviucci 2 Si è diplomato in Pianoforte presso il Conservatorio di Pesaro. Ha studiato l’opera pianistica con Giacinto Scelsi e ha eseguito prime assolute di Stefano Scodanibbio, Ivan Vandor, Gilberto Cappelli, Alberto Caprioli, Tonino Tesei, Fernando Mencherini. Ha inciso tre cd con Markus Stockhausen a fianco di musicisti quali Rohan De Saram e Gary Peacock, e inciso per la Wergo la Composition No. 2 “Dies Irae” di Galina Ustvolskaya e il Concerto for Piano and Orchestra di Cage, in formazioni dirette da Stefano Scodanibbio. Ha collaborato con Terry Riley partecipando ad esecuzioni da lui dirette e realizzando una versione inedita, pubblicata da Stradivarius, dei due Keyboard Studies e di Tread on the Trail (prima versione per pianoforte dell’opera). Come compositore-improvvisatore ha esplorato i concetti di composizione istantanea e musica intuitiva in concerti con partner quali Trilok Gurtu, Steffen Scheiermacher, Giancarlo Schiaffini, Robyn Schulkowsky, Conny Bauer e altri, e ha inciso il cd “Ragapiano” (Egea Music), progetto parte di una ricerca nel campo della minimal music.
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3 Giacinto Scelsi (Pitelli, 1905 - Roma 1988) 2 attivo già negli anni 30 (del ‘29 il suo poema sinfonico “macchinista” Rotativa), studia in Svizzera la musica di Scriabin e a Vienna quella di Alban Berg (nel ‘37 è il primo italiano a scrivere in linguaggio dodecafonico). A cavallo dei ‘50 esce da un esaurimento nervoso con una svolta nella propria scrittura, basata su un largo uso dei microintervalli e su una dimensione “a-costruttiva” del tutto anomala nel pensiero musicale dominante in Europa e più vicina invece alle filosofie orientali nella sua volontà di “raggiungere il cuore del suono”, esplicitata nel brano-manifesto Quattro Pezzi su una nota sola (1959). Ignorata se non apertamente boicottata dall’ambiente accademico italiano, la musica di Scelsi viene scoperta solo a partire dalla fine degli anni 70 e nel corso degli 80 per lo più in Francia e Germania, ma è considerato una figura di culto tra i “transfughi” americani a Roma (Frederic Rzewski esegue delle sue prime per pianoforte e Alvin Curran fonda con lui l’etichetta che pubblica il suo primo disco nel ‘78). Viene eseguito e stabilisce strette collaborazioni con interpreti come Michiko Hirayama, Joëlle Léandre, Frances Marie Uitti, Arditti Quartet, Stefano Scodanibbio e Marianne Schroeder. 3 Stefano Scodanibbio (Macerata 1956 - Cuernavaca 2012) 2 É stato un protagonista della rinascita del contrabbasso negli anni ‘80 e ‘90, eseguendo nei maggiori festival di musica contemporanea 71
numerosi brani scritti appositamente per lui da compositori quali Bussotti, Donatoni, Estrada, Ferneyhough, Frith, Globokar, Sciarrino, Xenakis. Ha collaborato a lungo con Luigi Nono e Giacinto Scelsi, e suonato regolarmente in duo con Rohan de Saram e Markus Stockhausen. Di rilievo anche le sue collaborazioni con Terry Riley ed Edoardo Sanguineti. Ha composto piÚ di 50 lavori principalmente per strumenti ad arco, e ha fondato e diretto dall’83 la Rassegna di Nuova Musica di Macerata.
- FABRIZIO OTTAVIUCCI - foto CLAUDIO CASANOVA
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- GIACINTO SCELSI - foto ARCHIVIO FONDAZIONE ISABELLA SCELSI
- STEFANO SCODANIBBIO - foto TABOCCHINI
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- SABATO 18 MAGGIO - ORE 18.00 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA
CONCERTO
QUARTETTO D’ARCHI DI TORINO (italia)
3 Morton Feldman (Stati Uniti, 1926 - 1987) String Quartet II (1983) Quartetto d’Archi di Torino Vittorio Marchese violino I; Umberto Fantini violino II; Andrea Repetto viola; Manuel Zigante violoncello 3 N.B. esecuzione integrale del quartetto in unico movimento di 6 ore; l’ingresso è consentito dalle ore 18 alle 23
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3 Morton Feldman scrisse lo String Quartet II per il Kronos Quartet che già aveva in repertorio i 100 minuti dello String Quartet I (1979). Eseguito per intero, la sua durata è di cinque-sei ore (le due incisioni esistenti vanno dalle 4h53’ dello Ives Ensemble alle 6h6’ del Flux Quartet), ma dato che la prima mondiale del dicembre ‘83 a Toronto sarebbe stata trasmessa via radio dalla Canadian Broadcasting Corporation, Feldman produsse una versione più breve della partitura, omettendo delle ripetizioni da vari punti, e tramite aggiustamenti del tempo durante l’esecuzione i musicisti riuscirono a far rientrare il brano nelle quattro ore richieste. Il Kronos Quartet eseguì il quartetto altre cinque volte ma sempre nella versione abbreviata, e dopo il 5 dicembre ‘88 decisero di toglierlo dal repertorio, per i problemi fisici incontrati per l’ultima performance. Nel 1996 avevano accettato di riprenderlo per una retrospettiva di Feldman al Lincoln Center, ma il concerto venne annullato per i dolori a schiena e spalle sopravvenuti durante le prove a due dei membri del quartetto. La prima esecuzione della partitura completa riporta la “Morton Feldman Page” di Chris Villars e avvenne ad Amburgo nel 1996 da parte dell’Auryn Quartet. Da allora il brano è stato eseguito integralmente da diverse formazioni, tra cui il Pellegrini-Quartett, il Vogler-Quartett, il Minguet Quartett e lo Smith Quartet. Il Quartetto d’Archi di Torino, presente da più di vent’anni in importanti stagioni concertistiche e 75
festival (con all’attivo tra l’altro l’integrale dei quartetti di Scelsi e di Beethoven, ma anche la colonna sonora di Io non ho paura di Salvatores), è tra i pochissimi al mondo ad avere ancora in repertorio lo String Quartet II, che ha eseguito finora a Bolzano, Groningen e Torino. 3 Se si escludono installazioni sonore come ad esempio le Dream Houses di LaMonte Young, o provocazioni dadaiste come le Vexations di Satie, il Second String Quartet di Morton Feldman ha una buona probabilità, con le sue sei ore ininterrotte di durata, di passare alla storia come il pezzo più lungo di musica da camera mai composto. Anche soltanto per questa ragione, ogni sua nuova esecuzione va salutata come un evento. Essa infatti mette a dura prova sia gli esecutori che gli ascoltatori. Simili durate, impensabili e anzi prive di senso sia nel linguaggio tonale che nella maggior parte dei linguaggi post-tonali, trovano una giustificazione all’interno del pensiero compositivo di Feldman, un pensiero al cui centro sta, più che uno spirito costruttivo o una concezione organica e dialettica della forma e della temporalità, un’idea d’esperienza d’ascolto che si approfondisce e si invera nella contemplazione attiva dell’oggetto sonoro. Come nelle monumentali tele di Rothko, non vi è più forma ma estensione e proporzione, non più discorso o narrazione ma esperienza e sentimento del sublime. I vari patterns, sorta di figure musicali la cui semplice concatenazione costituisce l’intero tessuto organico del pezzo, 76
si alternano e si giustappongono, scompaiono e ritornano, immutati o variati sotto qualche aspetto, senza un disegno complessivo ma come momenti, come ‘affetti’ di un’unica sostanza. Con questo capolavoro, oggi anche la musica ha la sua Recherche o la sua Finnegans Wake. MARCO LENZI dicembre 2012
3 Non avevo mai suonato così a lungo e senza soste in vita mia. Tutto si trasforma. La percezione della musica, da concreta e razionale diventa man mano ipnotica, per poi lasciare solo una sensazione di trance da combattere con l’attenzione indispensabile per suonare una partitura che pur risultando semplice all’ascolto, presenta enormi difficoltà tecniche, ritmiche e di decifrazione della scrittura e che raramente concede una tregua alla concentrazione dell’interprete. Le sensazioni fisiche, che sino a questa esperienza non si erano mai spinte oltre alla soglia della stanchezza per la fatica, si alternano a momenti di torpore quasi anestetizzante, a momenti di dolore tale da necessitare un profondo sforzo di autocontrollo per non cedere alla fisiologica e prepotente tentazione di cambiare postura, alzarsi ed interrompere un tale calvario. Ma la partecipazione e l’entusiasmo di un pubblico che con noi ha condiviso minuto per minuto di questa esperienza musicale nonché sensoriale e percettiva, ripaga di tutto, cancellando ogni ricordo negativo legato alla fatica e lasciando il desiderio di ripetere al più presto la stessa avventura. VITTORIO MARCHESE (I Violino QAT)
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3 Credo che per un musicista suonare il quartetto di Feldman rappresenti quello che per uno scalatore è salire sull’Everest, o per un velista doppiare Capo Horn. Sicuramente un’esperienza unica che vale la pena fare, anche se la fatica mentale e fisica è davvero tanta. Quando il pezzo finisce non riesci quasi ad alzarti dalla sedia, e fai anche fatica a parlare, tanto sei svuotato. Ciononostante, come capita per molte esperienze “estreme”, c’è anche una voglia un po’ perversa di rifarlo, perché è una musica molto bella, che trasmette emozioni particolari e uniche, generate probabilmente anche dallo stato di “trance” in cui il pezzo, prima o poi, nella sua estenuante lunghezza, ti getta. UMBERTO FANTINI (II Violino QAT)
3 Nell’incredibile repertorio del quartetto d’archi ci sono opere che più di altre condizionano in maniera totale la vita dell’esecutore: affrontando per esempio la Grande Fuga op.133 di Beethoven ci si trova, nel periodo di preparazione, invariabilmente immersi in uno stato di sbigottito stupore di fronte alla profondità e alla complessità che solo mentendo si può dire di comprendere fino in fondo. Nel panorama del secondo Novecento il secondo quartetto di Feldman rappresenta sotto questo aspetto un vertice assoluto. Nei periodi di prova di questa composizione dopo ore di studio, smarriti nella dimensione del lavoro che appare infinita, staccandosi la sera dalla partitura, si comincia a vivere tutto ciò che accade intorno come se fosse 78
scandito e ritmato da un Feldman interiore che continua a pulsare dentro di te. Può capitare che i movimenti meccanici degli oggetti e delle persone diventino suoni e formule ritmiche. Con l’avvicinarsi del momento dell’esecuzione emerge poi sempre più forte l’esaltazione dell’impresa che la straordinarietà dell’opera comporta e che vede musicisti e pubblico unirsi in un’esperienza che difficilmente trova altri riscontri. ANDREA REPETTO (viola QAT)
3 Nel 1999 l’amico e compositore Giuseppe Gavazza ci propose di eseguire il Second String Quartet di Feldman regalandoci successivamente il cd del quartetto Flux e la partitura. La prima cosa che gli dissi fu: “Ma tu sei pazzo!”. Intanto però il virus mi aveva contaminato e il concetto temporale legato ad un percorso di concentrazione totale scandita da cicli dilatatissimi, che non un compositore ma, più probabilmente, un neuropsichiatra avrebbe potuto intuire, mi ha conquistato a tal punto che ora penso che questo brano sia un capolavoro ineguagliabile. Abbiamo realizzato il nostro sogno dopo 10 anni, nel 2009 a Bolzano, e successivamente a Groningen in una magnifica Sinagoga; in quella circostanza ci siamo resi conto di quanto fosse importante il giusto approccio del pubblico, che non deve pensare di andare ad un concerto ma si deve preparare con noi ad un viaggio nel tempo, fermando il proprio tempo e offrendolo all’ascolto del quartetto di Feldman. È un grande gesto e ci vuole molto coraggio: in chi suona e in 79
chi ascolta. Certo è un gesto non allineato ai ritmi della nostra vita, ma proprio per questo è indispensabile; c’è chi fa yoga, chi fa meditazione profonda e chi ci prova avventurandosi con noi in questo straordinario viaggio temporale. MANUEL ZIGANTE (violoncello QAT)
- MORTON FELDMAN
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- QUARTETTO D’ARCHI DI TORINO
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- GIOVEDÌ 23 MAGGIO - ORE 22.15 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA ∆
CONCERTO
TEODORO ANZELLOTTI (italia/Germania)
3 György Kurtag (Romania/Ungheria, 1926) Games (1990/1998); versione per fisarmonica di György Kurtag e Teodoro Anzellotti Christian Wolff (Francia/Stati Uniti, 1934) Balancing (2002)* prima italiana Rebecca Saunders (Inghilterra, 1967) ...of waters making moan (2013)* prima italiana Martin Smolka (Repubblica Ceca, 1959) Lamento metodico (2006) prima italiana Hans Zender (Germania, 1936) Ein Wanderer...zornig (2012/2013)* prima italiana Luciano Berio (Italia, 1925 - 2003) Sequenza XIII [Canzone] (1995/96)* 3 Teodoro Anzellotti fisarmonica 3
* composizioni scritte per Teodoro Anzellotti 82
3 La musica di György Kurtag è intrisa d’assoluto desiderio d’espressione, una perfetta fusione delle sensazioni umane espresse attraverso un canto leggiadro (e ciò vale anche per gli strumentali come Games), pura gioia per la musica, e intensità acuta e profonda. Già il sottotitolo del volume: Tagebucheintragungen, persönliche Botschaften (Appunti di diario, messaggi personali) esplicita il carattere intimo della raccolta, ribadito dalle innumerevoli dediche e “in memoriams” verso amici e persone a lui care. Kurtág iniziò la serie nel 1973 come risposta ad un blocco compositivo, e la sua risposta assunse infatti la forma di un diario su tutto ciò che lo riguardava al momento, ma anche di un’analisi e di una serie di osservazioni in merito alle questioni musicali lasciate aperte da altri compositori: già nei titoli, si possono trovare riferimenti a Beethoven, Lizst, Wolff, Scarlatti, Schnittke e Stravinsky tra gli altri. Spesso inoltre i brani di Games sono serviti da cellule germinative per opere maggiori, come per “Vorklänge zu einer Bálint-Ausstellung”, la cui esecuzione a quattro voci, profondamente dissonante, si ritrova in Drei alten Inschriften op. 25 per canto e pianoforte. 3 Balancing è stata scritta per Teodoro Anzellotti. La musica si dirige in varie direzioni, con una semplice scrittura a due e tre parti in pulsazione regolare; una sezione nella quale il ritmo è modellato da frasi prolungate determinate
∆ con la collaborazione del Goethe-Institut Mailand 83
dall’azione continua di apertura e chiusura del mantice della fisarmonica, e le altezze sono specificate solamente come note bianche o nere (sulla tastiera); e sezioni nelle quali una notazione a intavolatura indica i contrappunti ritmici e quali dita devono suonarli, ma non su quali tasti devono posarsi, cioè la scelta dell’altezza è anche qui libera. Il titolo è nato dall’osservazione di un mio amico su quanto Anzellotti suonasse in modo rilassato (lo avevo ascoltato suonare splendidamente e con rimarchevole semplicità le Cheap Imitations di Cage) e che forse avrei dovuto cercare di “sbilanciarlo” un po’. CHRISTIAN WOLFF marzo 2013
3 ...of waters making moan - L’esplorazione di uno specifico gesto fisico e frammento sonoro. Nella sua forma più pura, questo gesto musicale elementare segna l’aprirsi e il chiudersi del mantice, estraendo un filo di suono da una superficie di silenzio; frammenti, respiri, continuità, infinito, che appare in superficie per poi scomparire. Sentire il peso del suono è parte integrante del processo compositivo. L’essenziale materialità del suono è per me di primaria importanza, essere consapevole dei rumori prodotti dai meccanismi di uno strumento, tracciare l’essenza di frammenti di colore entro i confini di una ridotta tavolozza di timbri, ed esplorare i gesti fisici che creano un frammento sonoro. È anche una melodia, sebbene prolungata e velata. Di recente mi sono imbattuta in una registrazione 84
di James Joyce che leggeva una delle sue prime poesie. Bellissima e semplice, quasi cantata, la voce che assapora ogni inflessione onomatopeica. Questa poesia, All day I hear the noise of waters / making moan (Tutto il giorno sento il rumore di acque / che gemono) ha in parte accompagnato il processo compositivo e suggerito idee che hanno accompagnato lo sviluppo del solo. Scritto per Teo Anzellotti, con un grazie per le sessioni che sono servite a esplorare questa tavolozza di suoni. REBECCA SAUNDERS marzo 2013
3 Lamento metodico - Se devo essere onesto, per molti anni non mi è piaciuto per niente il suono della fisarmonica. Nella chanson francese andava bene, ma sui palchi della musica classica? Questo è stato un punto di partenza per il mio brano. L’altro è la mia citazione preferita di Arvo Pärt: “Il compositore deve provare un forte amore per ognuno dei suoi suoni.” Come potevo conciliare questi aspetti contrastanti? Per fortuna Anzellotti con il suo strumento sa portare alla luce come per magia suoni meravigliosi; non si deve far altro che ascoltare la sua raffinata incisione di Scarlatti. E l’Arte migliore, il modo per imparare ad amare un suono, è ascoltarlo più e più volte. Questo è stato il metodo che ho seguito per le mie composizioni. Il suono doveva essere morbido e triste. Un suono piccolo e delicato come il battito d’ali di una cinciarella. Perché Lamento metodico? Mi piaceva semplicemente il sorprendente incontro di emozioni essenziali 85
e il relativo opposto razionale. Mi sforzo di sviluppare in modo metodico il motivo triste, interrompendo tuttavia la logica seguendo le mie sensazioni. Come ha detto Morton Feldman (cito nuovamente a memoria): “L’unica cosa che chiedo ai miei studenti è quello di pulirsi le orecchie, se vogliono scrivere musica.” MARTIN SMOLKA
3 Ein Wanderer ...zornig è il numero V del mio ciclo Hölderlin lesen (Leggere Hölderlin). In questo ciclo mi confronto con la lingua di Hölderlin, senza “tradurla in musica” alla vecchia maniera; la lingua di Hölderlin affronta piuttosto, come lingua parlata, una musica concepita a tale scopo in modo contrappuntistico. Nella prima parte di Wanderer la lingua rimane in silenzio; il punto focale del brano è composto dal suono di una fisarmonica, prima lento e in seguito ritmato, finché verso la fine del brano la musica sprofonda sempre più nel silenzio, momento in cui la lingua risulta predominante. Il materiale linguistico si compone di due frammenti di opere del tardo Hölderlin che trovo molto attuali. In essi possiamo percepire un lamento per la mancanza di democrazia e contemporaneamente un invito a rispettare ciò che dell’arte non è disponibile e non può essere sfruttato. Il brano è stato scritto per Teodoro Anzellotti. HANS ZENDER marzo 2013
3 Sequenza XIII [canzone] - Avevo già usato la fisarmonica in diverse occasioni, “nascosta” in gruppi strumentali e come tramite timbrico tra 86
diverse famiglie strumentali. L’incontro con Teodoro Anzellotti mi ha convinto ad avvicinarmi alla fisarmonica come strumento solista e a fare i conti, quindi, con le esperienze popolari che la abitano e che si riconoscono nella sua stessa fattura: penso alle melodie accompagnate delle gite in campagna e ai canti della classe operaia, ai night club, ai tanghi argentini e al jazz, che ha contribuito, più di ogni altra esperienza, a una ridefinizione dello strumento durante gli ultimi decenni. Con Sequenza XIII non mi sono certamente posto il problema di rendere omaggi, unificandoli, a tutti quegli antefatti. Chanson vuole essere solo l´espressione spontanea (non improvvisazione, un rondò?) del mio rapporto con la fisarmonica: “una memoria al futuro” (come direbbe Italo Calvino), di questo strumento in continua crescita. Sequenza XIII è stata scritta nel 1995/96 per Teodoro Anzellotti. LUCIANO BERIO
3 Teodoro Anzellotti 2 È nato a Candela (FG) ma cresciuto nei pressi di Baden-Baden. È divenuto a partire dagli anni ‘80 una figura di riferimento per il suo contributo all’ampliamento delle possibilità sonore della fisarmonica nella scena contemporanea. Ha eseguito in prima assoluta oltre 300 brani espressamente composti per lui da compositori come Aperghis, Berio, Holliger, Hosakawa, Kagel, Pintscher, Sciarrino, Stroppa, Widmann, e ha inciso opere di Scarlatti, Janacek, Satie, Kagel, Cage, ecc. per etichette come DGG, Winter & Winter ed ECM. 87
- TEODORO ANZELLOTTI
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- GYÖRGY KURTAG
- CHRISTIAN WOLFF
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- REBECCA SAUNDERS - foto KATRINSCHANDER
- MARTIN SMOLKA
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- HANS ZENDER
- LUCIANO BERIO
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- VENERDÌ 24 MAGGIO - ORE 21.30 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA Ω
CONCERTO
CHRISTIAN WOLFF + ROBYN SCHULKOWSKY SOLOS & DUOS (Francia/Stati Uniti, Stati Uniti) prima italiana
3 Christian Wolff (Francia/Stati Uniti, 1934) Exercise 13 (1974) For 1, 2 or 3 people (1964) Exercise 32 (2010) prima italiana Keyboard Miscellany (1998-2012) - Nocturnes (2007), selezione, prima italiana
Duo 7 (2005) prima italiana Winter Exercise (2013) prima assoluta 3 Christian Wolff pianoforte, melodica Robyn Schulkowsky percussioni 3
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3 Exercise 13 è tratto dagli Exercises 1-14, una serie di brani a strumentazione libera con i musicisti che seguono la stessa musica, un pentagramma con note che possono venir lette in due modi, solitamente in chiave di violino o di basso. Egualmente aperte sono la coordinazione tra i musicisti e la scelta di quando suonare e quali note, da determinarsi tramite negoziazione in tempo reale tra i musicisti; il suonare ha come risultato un’eterofonia che viene improvvisata a partire dalle note specificatamente date. 3 For 1, 2 or 3 People trae la propria musica dall’interazione delle persone che la suonano, ed è stata scritta con una notazione concepita specialmente a questo scopo. Strumentazione e sorgenti sonore non sono specificate. Ciascun musicista suona talvolta in maniera indipendente, altre volte rispondendo a dei segnali che possono apparire in momenti imprevedibili, e che richiedono varie modalità di coordinamento con il suono prodotto dall’altro o dagli altri musicisti. Raramente la partitura specifica le altezze, ma, spesso, il suono prodotto deve relazionarsi ad un altro nel tempo; così avviene per le durate (che sovente dipendono dalle entrate dell’altro o degli altri musicisti), per i cambiamenti di timbro, ed anche quando un suono-rumore dev’essere
Ω A cura di Walter
Rovere. Progetto in collaborazione con: un certain regard... un progetto di AngelicA; concerto nell’ambito del Festival di musica “Suona francese”, organizzato dall’Ambasciata di Francia in Italia e dall’Institut français Italia, con il sostegno dell’Institut français, della Fondazione Nuovi Mecenati, della SACEM e del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca - Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica 93
emesso (o il materiale, ad esempio metallo, o il processo, ad esempio usando il fiato mediante il quale il suono deve venir prodotto). Exercise 32 è per strumentazione non specificata, anche se la sua notazione suggerisce, ma non esclusivamente, la performance da parte delle percussioni. Si compone di 22 parti, ciascuna come un microesercizio, suonabili in qualsiasi ordine, eccetto per la 22ma che è l’ultima. Se il brano è eseguito da più di un musicista, queste parti possono venir suonate da ciascuno di loro in sequenze scelte indipendentemente (eccetto per la 22ma). Keyboard Miscellany è una collezione di brevi brani occasionali, la maggior parte per pianoforte e alcuni per melodica, perlopiù scritti come doni per amici o come composizioni in memoria. I Nocturnes (2007) sono stati creati come parte di un progetto collaborativo (assieme a David Behrman, Takehisa Kosugi e John King) in omaggio a John Cage; sono inoltre dedicati alla memoria di Eric Satie. La notazione, anche se prescrive le altezze, ne permette una libera e ampia scelta di trasposizione e sovrapposizione. Duo 7 per percussioni e melodica, è stato scritto per Robyn Schulkowsky e me. In esso procediamo sia all’unisono che indipendentemente con il nostro materiale specificatamente notato. Winter è un altro duo che ho creato per Robyn e me stesso, questa volta al piano. Anche qui, c’è una mistura di interdipendenza e libertà. C’è anche la procedura (a volte) di permettere a 94
ciascun musicista di scegliere indipendentemente la sequenza di brevi unità musicali, il che, quando le unità sono della stessa lunghezza, ha il risultato di produrre una specie di canone anarchico. CHRISTIAN WOLFF, marzo 2013
3 Christian Wolff 2 È nato a Nizza nel 1934 da genitori tedeschi, e residente negli Stati Uniti dal 1941. A 16 anni era già considerato un membro effettivo della cosiddetta “New York School”, a fianco di John Cage, Morton Feldman e Earle Brown. Cage, che gli aveva impartito lezioni private per soli sei mesi, affermava di aver imparato molto più lui dal suo allievo che viceversa, e in Silence gli riconobbe il merito di averlo “convinto definitivamente della necessità di rinunciare alla continuità” in musica, avendo composto un brano (pur evidentemente cageano fin dal titolo, For Prepared Piano, del ‘51), scrivendo le note lungo colonne verticali che il musicista doveva leggere ed eseguire orizzontalmente (altra curiosità aneddotica, ma indubbiamente decisiva, è che fu Wolff a far scoprire a Cage gli I Ching, portandogli in dono nel ‘50 l’edizione pubblicata dalla casa editrice dei suoi genitori). Feldman, dal suo canto, lo definiva “la mia coscienza artistica”, e dichiarò di essere stato influenzato, in diversi suoi brani degli anni 80 (tra cui il For Christian Wolff dell’86), dalla prima opera ufficiale del giovanissimo collega, il Duo For Violins. Scritto nel giugno 1950, il brano consisteva in una sorta di “serialismo minimale” che permutava 12 “suoni” ottenuti 95
da sole tre altezze adiacenti (un Re, un Mib e un Mi), e dalle loro possibili combinazioni e sovrapposizioni simultanee o sfasate. Poco dopo, potendo contare su un virtuoso come David Tudor come esecutore, la sua musica si mosse verso un’estrema complessità di scrittura, un tipo di indeterminazione che proponendo passaggi fisicamente ineseguibili, costringeva il musicista a risolverli con soluzioni proprie. Mentre il Duo for Pianist II (eseguito da Cage e Tudor a Darmstadt nel '58) spostava ulteriormente la musica da oggetto a processo di relazioni, prevedendo (ispirandosi in parte ai “giochi musicali” dell’India) una mutua dipendenza di ciascun musicista dalle scelte operate dall’altro durante l’esecuzione. Dall’inizio degli anni 60, Wolff cominciò ad abbandonare notazioni che erano ancora altamente complesse e ad eliminare, di brano in brano, le tassative indicazioni cronometriche entro cui compiere le azioni, i gruppi di altezze tra cui scegliere, o le specifiche di strumentazione e/o di numero di musicisti, in favore di notazioni variamente aperte a simboli grafici o istruzioni verbali che suggerivano regole di coordinamento e interazione tra i musicisti. L’idea, spiegherà il compositore, era quella che l’ascoltatore potesse percepire “il suono di un musicista che prende delle decisioni, o che è costretto a cambiarle”. Tra questi ci sono alcuni dei brani più famosi di Wolff, come For 1, 2 or 3 People, Edges (scritta per gli AMM durante una residenza londinese nel 1968), e Burdocks (1970), composta pensando all’immagine mentale (senza averla ancora 96
ascoltata) della Scratch Orchestra, il collettivo anarchico di musicisti professionisti e non, fondato da Cornelius Cardew, ma anche alle polifonie semi-improvvisate dei canti dei pigmei Ba-Benzele scoperti su un Lp Unesco (Burdocks per inciso si può ascoltare eseguita da Wolff con Tudor, Rzewski e Behrman nel '71, con i Sonic Youth, Christian Marclay e Takehisa Kosugi nel '99, e in un concerto del 2000 con Fred Frith, Joan Jeanrenaud e Bob Ostertag). Le linee melodiche in precario unisono degli Exercises del ‘73-'74 fecero parlare di “risposta di Wolff al minimalismo” (un’esecuzione newyorchese vide partecipare anche Jon Gibson e Arthur Russell). Gli stessi anni videro anche l’emergere di un esplicito impegno politico nella sua musica (oltre a quello già implicito nella sua natura collaborativa e non-gerarchica), con l’innesto in molti brani di citazioni, spesso elaborate con trasposizioni sistematiche, di canzoni della storia del movimento operaio e dei diritti civili (Bread and Roses, Rosa, ecc.) Il programma dedicato da AngelicA a Wolff spazia dall’op. I del ‘50 (il Duo for Violins) a, nel momento in cui scriviamo, l’ultima composta nel 2013 (il duo Winter). individuals, collective (nella serata del 26 maggio) è invece il suo più recente brano per orchestra, scritto per il festival Beyond Cage di New York del novembre 2012. In una produzione di enorme varietà, la musica di Wolff è quasi sempre stata caratterizzata da un’eleganza epigrammatica e da una sobrietà e concisione di gesti spesso ingannevolmente semplici. Una qualità della sua musica, alla quale tiene 97
particolarmente, è quella della "trasparenza", che fa risalire all’esperienza formativa del compito che Cage gli assegnò nel '50, l’analisi della Sinfonia op. 21 di Webern, che lo impressionò fortemente per come in essa “tutto è completamente visibile, ma non in un modo semplicistico: è un’opera complessa, ma che si fa vedere attraverso l’intrico..”. Anche se a partire dagli anni 80 ha composto diversi brani per grandi organici, Wolff ha sempre dichiarato di non orchestrare, quanto di scrivere per un certo numero di persone, e che la sua idea di partenza per il pezzo era di offrire momenti di ascolto di musicisti normalmente sommersi nella massa orchestrale: ancora una volta, mettendo in scena la dialettica tra individuale e collettivo (o tra musicista e partitura) che informa tutta la sua musica. WALTER ROVERE
3 Robyn Schulkowsky 2 È nata nel South Dakota e attualmente risiede a Berlino. Robyn Schulkowsky ha fatto parte della New Mexico Symphony Orchestra e della Chamber Orchestra of Santa Fe e si è poi trasferita a Colonia per studiare con Christoph Caskel. Dai primi anni 80, ha preso parte a prime di opere di Karlheinz Stockhausen, Mauricio Kagel e Walter Zimmermann, ed ha successivamente lavorato con compositori come John Cage, Morton Feldman, Iannis Xenakis, Christian Wolff, Heinz Holliger, Kevin Volans, Sofia Gubaidulina, oltre al regista Robert Wilson, lo scultore Günther Uecker e il coreografo Sasha Waltz. Nel 2008 la sua opera The Child of the Sea Otter 98
è stata rappresentata a Oldenburg (Germania), Mannheim e Berlino. Come compositrice e improvvisatrice, ha pubblicato cd a proprio nome e in collaborazione con Nils Petter Molvaer, Fredy Studer, Kim Kashkashian, Eberhard Blum, Marianne Schroeder, Derek Bailey e Joey Baron, per etichette come ECM, Hat Art e New World.
- CHRISTIAN WOLFF
- ROBYN SCHULKOWSKY
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- SABATO 25 MAGGIO - ORE 21.30 - SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA
CONCERTO
APARTMENT HOUSE + CHRISTIAN WOLFF (Inghilterra, Francia/Stati Uniti) prima italiana
3 Christian Wolff (Francia/Stati Uniti, 1934) Duet I (1960) prima italiana Exercise 10 (1973/1974) Duo for violins (1950) Exercise 3 (1973/1974) Edges (1968) Small Preludes (2009), selezione Aarau Songs (1994) prima italiana Berlin Exercises (2000) prima italiana 3 APARTMENT HOUSE Andrew Sparling clarinetto; Gordon MacKay violino; Ruth Ehrlich violino; Bridget Carey viola; Anton Lukoszevieze violoncello; Philip Thomas pianoforte; + Christian Wolff pianoforte, melodica 3
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3 Il primo incontro con la musica di Christian Wolff ti lascia con l’impressione di avere appena ascoltato (o suonato, o letto) qualcosa di totalmente estraneo, diverso da qualsiasi altra tu possa conoscere. [...] Strani piccoli motivetti, che suonano come se fossero stati irraggiati verso qualche punto remoto dell’universo e fossero poi rimbalzati indietro come una specie di musica mutante intergalattica; figure ritmiche e melodiche riconoscibili, cucite assieme in qualche modo in accoppiamenti mostruosi, che ricordano a volte i demoni di Hieronymus Bosch, ibridi di animali, pesci, fiori e oggetti domestici. [...] Non si può davvero dire che cosa sia (anche se John Cage ci andò vicino quando affermò, dopo aver assistito a una performance degli Exercises a New York, che sembravano "la musica classica di una civiltà sconosciuta"). FREDERIC RZEWSKI
3 Per quasi 20 anni, Apartment House ha avuto uno stretto rapporto con la musica di Christian Wolff, la cui ricchezza e gamma di metodi sperimentali è una fantastica risorsa per qualunque interprete di musica contemporanea. Una combinazione di apertura e rigore, che crea risultati entusiasmanti e spesso imprevedibili nelle performance. Questo programma ideato per AngelicA copre circa 50 anni di attività compositiva di Wolff, perlustrando quindi le molte strade diverse lungo cui la sua musica ha A cura di
Walter Rovere 101
viaggiato nel corso del tempo. Il suo primissimo lavoro, Duo for Violins esplora le combinazioni di due strumenti usando solamente una gamma estremamente ristretta di altezze. Dopo la complessità delle notazioni indeterminate caratteristiche di Wolff nei tardi anni 50, Duet I fu il primo di suoi numerosi brani nei quali sequenza e selezione del materiale sono radicati nel gioco di risposte tra i musicisti. L’ordine delle sezioni è libero e la scelta delle altezze è aperta secondo vari livelli. Ma la vera innovazione è l’interazione ritmica, basata sulla sorpresa e la necessità di reagire rapidamente a ciò che l’altro musicista sta facendo (o non facendo, o facendo in modo inaspettato). C’è un senso reale di "azione" per i performer, che si traduce nel carattere vivace e improvvisativo della musica, anche se il potenziale effettivo per l’improvvisazione è molto limitato. Ancor più radicale fu la partitura “aperta” di Edges, uno spartito di una singola pagina composta da simboli musicali e notazioni grafiche. Le istruzioni esecutive prescrivono: “I simboli sulla partitura non significano in primo luogo ciò che un musicista deve suonare. Demarcano uno spazio o degli spazi, indicano punti, superfici, itinerari o limiti.” La partitura aperta crea una situazione musicale simile ad un paesaggio sonoro, abitato da suoni solitari e interconnessi, simile in qualche modo a un’improvvisazione di gruppo, ma temperata da un equilibrio e da un ordine sistematici. Gli Exercises costituiscono un notevole corpus di opere nella produzione di Wolff e la stessa idea di "esercizio" è una forma o idea musicale 102
in essa ricorrente. Negli Exercises, i musicisti devono eseguire lo stesso materiale musicale, spesso costituito da catene melodiche lineari o da materiali accordali. Ma ciò che è davvero unico è che ciascun performer può scegliere di suonare in anticipo o in ritardo rispetto agli altri, creando una sorta di sfocatura della scrittura melodica, o anche una semplice strana musica dall’effetto “a singhiozzo” come un hoquetus. I musicisti possono inoltre scegliere di suonare in chiavi diverse, consentendo così la realizzazione di armonie differenti. Gli “Esercizi” sono stimolanti e divertenti da suonare; ciò costituisce un elemento integrante dell’esecuzione di molte delle sue opere. Il pianoforte è uno strumento che è stato centrale nella produzione di Wolff dai primi anni 50 ai giorni nostri. Come scrive il pianista di Apartment House e allievo di Wolff, Philip Thomas: "Gli Small Preludes 1-20, dedicati al compositore inglese Chris Newman, sono indeterminati per quanto attiene dinamiche, tempi, pause e chiavi (possono venir letti indifferentemente in chiave di violino o di basso). Ciascuno dei 20 preludi ha un proprio carattere distinto, anche se sono per lo più ritmicamente definiti. È una musica che suona nuova quanto qualsiasi altra Wolff abbia composto dal 2001, e la sua tendenza verso una chiarezza di linea e struttura risulta ancor meglio messa a fuoco dal fatto che ogni ogni preludio si presenta come un brano autonomo". Un' importante opera della sua tarda produzione inclusa in questo programma è il quintetto Aarau Songs, scritto per il compositore e clarinettista svizzero Jürg Frey. Il brano si compone di otto 103
parti, otto “canzoni”. Wolff scrive, “Anche per questo brano (come già, ad esempio, per Burdocks, Long Peace March e Ruth) sono stato spinto da un interesse formale verso la struttura a patchwork, la raccolta e giustapposizione di continuità e di materiali spesso estremamente diversi, ma che in qualche modo stanno assieme senza perdere le loro identità individuali. Il materiale di base che ho usato per la composizione è di vario tipo, per lo più elaborato in una varietà di contrappunti: alcune parti astratte, altre derivate da canzoni, tra cui una canzone di liberazione del popolo nero (The Drinking Gourd), un canto di lavoro di detenuti di colore (Almost done), un canto a tre voci dalla raccolta americana “Social Harp” del XIX secolo (Liberty), ed una chanson del XV secolo attribuita ad Ockeghem (Malheur me bat). Devo la scoperta di quest’ultima ad una citazione allusiva di essa contenuta nello String Quartet di Luigi Nono. Le Aarau Songs sono anche dedicate alla sua memoria e causate dalla mia ammirazione verso la sua opera.” Concludono il concerto i Berlin Exercises. Questo è un lavoro nuovo per gli Apartment House e al momento in cui scrivo, ancora a me sconosciuto. Tutto ciò che so è che lavorare su questo brano sarà un processo di scoperta affascinante, divertente, e una lezione di misura come sempre unica. Wolff una volta ha descritto il modo in cui suona la sua musica come un incrocio tra Erik Satie e Charles Ives, il che credo sia abbastanza accurato. Due iconoclasti, unici ed ingannevoli (con una buona dose di eccentricità aggiunta). ANTON LUKOSZEVIEZE marzo 2013
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3 Apartment House 2 Creato da Anton Lukoszevieze nel 1995. Organico e strumentazione del gruppo sono flessibili, permettendo una grande varietà di possibilità performative diverse, e dalla loro fondazione gli Apartment House hanno eseguito numerose prime britanniche e mondiali di compositori come Christian Wolff, Luc Ferrari, Dieter Schnebel, Christopher Fox, Laurence Crane, Michael Parsons, James Clarke, Helmut Oehring, Harley Gaber, Clarence Barlow, Alvin Lucier, Arturas Bumšteinas, David Behrman, Philip Corner e Richard Ayres. Su cd e dvd hanno inciso lavori di Jennifer Walshe, Peter Garland, Cornelius Cardew e Zbigniew Karkowski. Nel maggio 2012 hanno ricevuto il “Royal Philharmonic Society Award for outstanding contribution to Chamber Music and Song”. www.apartmenthouse.co.uk
- APARTMENT HOUSE
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- DOMENICA 26 MAGGIO - ORE 20.30 - TEATRO AUDITORIUM MANZONI - BOLOGNA Ø
CONCERTO
ORCHESTRA DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA + CORO DEL TEATRO COMUNALE DI BOLOGNA MARCO ANGIUS direttore
3 Christian Wolff (Francia/Stati Uniti, 1934) individuals, collective (2012), per orchestra prima europea 3 Adriano Guarnieri (Italia, 1947) Live Symphony n. 4 [dal ciclo La terra del tramonto] (2000/2013), per orchestra prima assoluta 3 Giacinto Scelsi (Italia, 1905 - 1988) Konx-Om-Pax (1968), per coro e orchestra prima italiana 3 Christian Wallumrød (Norvegia, 1971) When celebrities dream of casual sleep (second try) (2013), per orchestra * prima assoluta # Orchestra del Teatro Comunale di Bologna Coro del Teatro Comunale di Bologna 106
Marco Angius direttore Andrea Faidutti maestro del coro Matteo Ziraldo, Filippo Perocco, Carmelo Giuliano Gullotto: direttori * 3 # musiche commissionate da AngelicA 3 individuals, collective (il titolo richiede le minuscole) - È la più recente composizione per orchestra di Wolff. Commissionata dal festival Beyond Cage di New York, è stata eseguita in prima mondiale il 7 novembre 2012 dalla Janáček Philharmonic Ostrava diretta da Petr Kotik. 3 Il titolo si riferisce a quello che, per me, è il dilemma dello scrivere per orchestra, cioè come riconciliare un grosso numero di strumentisti, abituati a suonare di solito in modo più o meno regimentato, con la presenza di altri musicisti che individualmente potrebbero suonare per se stessi in solo, o in gruppi a interazione più ristretta (come per della musica da camera); una questione quindi sia sociale che musicale. Che musicalmente comporta inoltre l’apertura a una vasta gamma di possibilità. Ci sono passaggi in cui ogni singolo membro dell’orchestra suona indipendentemente dagli altri, ognuno simultaneamente, anche se ogni Ø una coproduzione di AngelicA e Fondazione Teatro Comunale di Bologna;
con la collaborazione di Edizioni Musicali RAI Trade, Fondazione Isabella Scelsi; in collaborazione con la Reale Ambasciata di Norvegia – NOW Norwegian Way, Det Norske Komponistfond, NOPA, Arts Council, Ultima Contemporary Music Festival - Oslo; con la collaborazione di Luca Vitali
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musicista ha delle pause di durata libera, e può perciò decidere liberamente se fermarsi ad ascoltare o decidere liberamente quando suonare. La composizione è divisa in due grandi parti, ciascuna delle quali con molte suddivisioni interne. Essenzialmente si tratta di un patchwork. La prima parte, più estesa, si conclude con una parziale riscrittura della Cantata di Bach Gleich wie Regen und Schnee (come la pioggia e la neve). La seconda inizia con una lunga sezione di scrittura monofonica variamente orchestrata, dopo di che ritorna alla forma a patchwork. CHRISTIAN WOLFF marzo 2013
3 Adriano Guarnieri 2 Nato nel 1947, studia al Conservatorio di Bologna con Tito Gotti e Giacomo Manzoni. Vicino allo strutturalismo, negli anni 70, matura poi quella che definisce una “cantabilità melodica” della sua ricerca, “che esclude recuperi melodici o tematici di tipo tradizionale perché nasce sempre “dentro la galassia del suono”, dall’interno della materia sonora.”Compone particolarmente per violino e flauto (per Enzo Porta e Annamaria Morini), e in rapporto alla produzione poetica di Pasolini (Trionfo della notte, premio Abbiati 1987) e di Raboni, con il quale collabora dal ‘95 al 2000 (Quare tristis, Pensieri canuti, Passione secondo Matteo). Lavora inoltre molto, con l’assistenza di Alvise Vidolin, alla dimensione trasformativa dei live electronics, per opere-video come Medea (regia di G. B. Corsetti, Premio Abbiati 2002), Pietra di Diaspro (2007) e Tenebrae (su testi di Massimo Cacciari, 2010). 108
3 Questa Live Symphony fa parte di un ampio ciclo di brani orchestrali liberamente ispirati a La Terra del Tramonto del teologo e sociologo Ernesto Balducci. Un libro degli anni 70 che profeticamente anticipava la decadenza della cultura occidentale nella società odierna. Una crisi epocale che secondo l’ottica profetica di Balducci avrebbe intaccato l’aspetto esistenziale del nostro vivere, come puntualmente verificatasi con la globalizzazione. Egli sintetizzava tutto questo nel motto: “Le caravelle stanno ritornando”. La costruzione della sinfonia procede per pannelli-episodi incastrati l’un l’altro in forma “quasi narrativa”. Ad episodi lirici ed onirici si contrappongono episodi violenti-matericitellurici di forte intensità espressiva. Il tempo va dilatandosi sempre più dall’inizio alla fine, dove abbiamo una traiettoria “quasi pittorica” di un orizzonte sonoro che si spegne lentamente, “come un tramonto”. Tre ottoni (una tuba, due tromboni) suonano fuori dal gruppo orchestrale, come un continuum pedalizzante che catalizza in maniera centrifuga il rapporto tempo-spazio, forma, materia sonora. (1) ADRIANO GUARNIERI marzo 2013
3 (1) Si ringraziano le Edizioni Musicali RAI Trade per la loro cortese e fattiva
collaborazione. Rai Trade è sul mercato un Editore attivo, in Italia e all’Estero, nella diffusione del proprio catalogo orientato a testimoniare il percorso della composizione musicale classica e contemporanea. 3500 opere che vanno da Iacopo Peri a Salvatore Sciarrino, passando per Verdi, Wagner, Rossini, Manzoni , Lombardi, Bussotti e Guarnieri.
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3 Konx-Om-Pax - La prima esecuzione, alla Biennale Musica del 1970, non venne riconosciuta dall’autore. Prima assoluta fu perciò considerata solo quella successiva a Francoforte nel 1986 diretta da Wyttenbach (e che vide, narrano le cronache, anche John Cage unirsi al pubblico e al coro nell’intonare l’Om finale). Il titolo si compone della parola Pace rispettivamente in Assiro antico, Sancrito e Latino. Il sottotitolo Tre aspetti del Suono: come primo movimento dell’ immutabile; come forza creativa; come sillaba ‘Om’ (la sillaba sacra dei buddisti), illustra in qualche modo l’andamento del brano: “Il primo movimento presenta una successione di accordi a ventaglio, strettamente simmetrici, sopra e sotto il Do centrale, simmetria che viene abbandonata solo con l’apparizione dei microintervalli. Mediante un graduale ispessimento armonico, la musica raggiunge un grandioso unisono sul Do originale, riccamente elaborato in tutti i suoi parametri, per poi defluire. Il secondo movimento (91 secondi!) esprime la forza creativa mediante un grandioso tourbillon sonoro, tutto in accelerando, che inghiotte l’asse tonale di "Fa", di volta in volta sommerso da passaggi cromatici, glissandi e cluster, ma alla fine vittoriosamente emergente. Nel terzo movimento, il coro entra sull’asse principale di "La", ripetendo incessantemente la sillaba Om. Le parole non possono descrivere come, per effetto di questa sillaba, l’intero universo inizi 110
gradualmente a vibrare e risuonare. Senza dubbio mai altrove Scelsi ha scatenato con una potenza più elementare tutta l’energia nascosta nel cuore più segreto del Suono, una forza che, la religione indù lo sa bene, può condurre alla distruzione come alla trasfigurazione. Ma fortunatamente, Om significa Pace: una musica di superamento del sé, dell’unione tra uomo e cosmo. Essa non potrà dunque che irradiare forze positive, come tutta la grande arte dall’inizio dell’umanità, e renderci una cosa sola con Dio.” HARRY HALBREICH
3 Christian Wallumrød 2 Nato nel 1971 a Kongsberg, Christian Wallumrød è considerato uno dei maggiori esponenti della scena contemporanea norvegese. Dopo l’esordio per la ECM nel ‘98 in trio con i connazionali Arve Henriksen e HansKristian Kjos Sørensen, ha creato nel 2001 un proprio Ensemble (dal quartetto al sestetto) con il quale ha inciso altri cinque album per l’etichetta, definendo un’idea sonora raffinata e personalissima, che fonde, in maniera mai didascalica, reminiscenze di jazz, minimalismo, contemporanea, musica barocca, folk e musica sacra del nord Europa. Parte della “tradizione” di AngelicA è il proporre ai propri ospiti incontri con musicisti, o con forme o formati inediti nella loro storia musicale; da qui anche l’invito a Wallumrød di misurarsi per la prima volta con la dimensione della composizione per orchestra. 111
3 When celebrities dream of casual sleep (second try) - La mia intera carriera nel mondo della musica, con pochissime eccezioni, si è svolta all’interno di piccoli gruppi, indipendentemente da come la musica veniva composta. Quando il festival AngelicA mi ha presentato la sua idea e commissionato un pezzo, in fondo sapevo che avrei concepito il lavoro con l’orchestra come una sorta di musica da camera, nonostante le dimensioni del gruppo e la particolare situazione. Amo il pianissimo dei vari strumenti acustici, e questo pezzo è stato composto principalmente con suoni che provengono proprio da questo magnifico range dinamico. I suoni sono organizzati in pattern di pulsazioni piuttosto lente e, a volte, divergenti. Sono curioso di vedere come questo range dinamico così specifico e limitato (e quindi questa selezione di specifici colori), in combinazione con le pulsazioni lente, quasi meccaniche, si comporterà ed evolverà nell’arco di circa 15 minuti. Per far sì che l’orecchio sia interamente concentrato su questi aspetti (e per creare una certa atmosfera, a scapito della drammaticità) ho cercato di evitare cambiamenti di dinamica (come il crescendo e il diminuendo) e ho inoltre disciplinato i diversi elementi pulsanti, affinché accettassero il loro destino di creature senza sviluppo. CHRISTIAN WALLUMRØD marzo 2013
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- MARCO ANGIUS
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- CHRISTIAN WOLFF - da EDIZIONI PETERS
- ADRIANO GUARNIERI
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- GIACINTO SCELSI
- CHRISTIAN WALLUMRØD
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SABATO 1 GIUGNO ORE 16.00 MUSEO DELLA MUSICA BOLOGNA ^
CONCERTO
PICCOLO CORO ANGELICO FABBRICA DI FORME saggio di fine stagione
3 Giovanna Giovannini direzione Silvia Tarozzi direzione musicale Gloria Giovannini coordinamento 3
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- PICCOLO CORO ANGELICO - foto SILVIA TAROZZI
3 Il Piccolo Coro Angelico conclude la sua seconda stagione di lavoro. Il laboratorio, che si prefigge la formazione di un coro di ricerca e che ha visto impegnati circa quindici bambini tra i 4 e i 13 anni, invita alla scoperta delle esperienze musicali fatte attraverso una lezione-performance. Da novembre 2012 a maggio 2013 i bambini hanno lavorato a pi첫 livelli sul canto, sullo spazio della voce, che prende forma e si trasforma in composizione musicale.
^ con la collaborazione del Museo della Musica di Bologna 117
-
DOMENICA 2 GIUGNO ORE 21.30 SALA BORSA BOLOGNA
CONCERTO
ARTO LINDSAY UM POR UM
(Stati Uniti, Brasile, Germania) prima europea
3 Arto Lindsay chitarra elettrica, voce Luis Filipe de Lima chitarra acustica a 7 corde Marivaldo Paim percussioni Gabi Guedes atabaque, percussioni Jaime Luiz atabaque, percussioni Ă?caro Schneider atabaque, percussioni Stefan Brunner elettronica, spazializzazione 3
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Um por um significa uno per uno, un battito di tamburo per ogni quarto. un bel ritmo quadrato. nel nostro caso ce ne saranno molti non in quattro quarti, ma comunque... ARTO LINDSAY marzo 2013
3 Arto Lindsay 2 Nato negli Stati Uniti ma cresciuto in Brasile negli anni ’60 durante gli anni della Tropicália, Lindsay ha esordito nel 1978 con i leggendari DNA, durati fino all’81 senza arrivare a incidere un album, ma che lasceranno un' impronta indelebile sulla scena No Wave. Nella prima metà degli 80 fa parte dei Lounge Lizards e dei Golden Palominos, e suona in dischi e dal vivo con John Zorn, Kip Hanrahan, Love of Life Orchestra, Ryuichi Sakamoto, Heiner Goebbels, Laurie Anderson ecc (nel luglio ‘81, a Bologna per il festival Electra 1, produce l’ep d’esordio dei locali Hi-Fi Bros). Nell’84 forma gli Ambitious Lovers con Peter Scherer, progetto più pop-rock che durerà fino al ‘91 nel quale iniziano a esplicitarsi gli omaggi alla musica brasiliana che già si potevano individuare in nuce nelle innovative strutture ritmiche dei DNA. Dall’89 segue le produzioni di numerosi dischi di Caetano Veloso, Marisa Monte, Gal Costa, Vinicius Cantuária e Carlinhos Brown, e nel 2001 l’album della Monte da lui curato “Memórias, Crônicas E Declarações De Amor” vince un Latin Grammy come “Best Brazilian Contemporary Pop Album”. Parallellamente alla produzione discografica, Lindsay è attivo nel campo della sound art sia come curatore che come autore di lavori 119
installativi e performance. Nel 2004 ha creato con il celebre artista Matthew Barney De Lama Lamina, una performance e processione musicale per il Carnevale di Salvador de Bahia ispirata alle divinità della religione Candomblé, e documentata nell’omonimo documentario e nel corto Hoist di Barney. Nel 2009 ha presentato alla Biennale di Venezia la parata/evento multidisciplinare Multinatural (blackout), in collaborazione con l’architetto Peter Zuspan, il coreografo Richard Siegal, gli studenti dello IUAV di Venezia e il videomaker Carlos Casas, e dedicata alle ricerche dell’antropologo Eduardo Viveiros de Castro. Nella stessa estate per il festival di teatro di Santarcangelo ha creato la performance “36 years in 1 night”, ispirata alla figura di Simone lo Stilita. Um por Um, da poco presentato in Brasile, è il suo esperimento più recente nel mettere assieme idee compositive, musicisti e ambiti culturali diversi, accostando la propria voce e chitarra al chitarrista samba Luis Felipe de Lima e a quattro percussionisti (“usati a volte con fraseggi che entrano ed escono, quasi fossero quattro sassofoni”), tre dei quali suonano tamburi atabaque (impiegati nelle cerimonie religiose afro-brasiliane del Candomblé appunto in tre dimensioni diverse: Rum, dai suoni più gravi, al quale sono assegnati i fraseggi ritmici solistici, Rum-Pi, di dimensioni e sonorità medie, e Lê, dalle sonorità più acute), il tutto spazializzato dall’elettronica del tedesco Stefan Brunner.
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- ARTO LINDSAY
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INCONTRI&ASCOLTI
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- VENERDÌ 3 MAGGIO - ORE 17.30 - CONSERVATORIO “G.B. MARTINI” SALA RESPIGHI - BOLOGNA Ω ()
INCONTRI&ASCOLTI
JEAN-CLAUDE ELOY Musica tra Occidente ed Oriente: la Via di Jean-Claude Eloy introduce e conduce Leopoldo Siano
Ω() un certain regard... un progetto di AngelicA; concerto nell’ambito del Festi-
val di musica “Suona francese”, organizzato dall’Ambasciata di Francia in Italia e dall’Institut français Italia, con il sostegno dell’Institut français, della Fondazione Nuovi Mecenati, della SACEM e del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca - Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica Con la collaborazione del Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini” di Bologna
3 - LUNEDÌ 6 MAGGIO - ORE 18.00 - CONSERVATORIO “G.B. MARTINI” BIBLIOTECA - BOLOGNA ° ()
INCONTRI&ASCOLTI
TERRY RILEY conduce Franco Fabbri
°
() nell’ambito di Terry Riley & friends ... Music in Curved Air, 6>10 maggio 2013 - Bologna, Lugo, Modena; un progetto di AngelicA; una coproduzione di AngelicA, Fondazione Teatro Rossini - Lugo Opera Festival, Fondazione Teatro Comunale di Modena - Festival L’Altro Suono; con il sostegno di Regione Emilia Romagna - Assessorato alla Cultura, Comune di Bologna - Sistema culturale e giovani Con la collaborazione del Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini” di Bologna 124
- GIOVEDÌ 23 MAGGIO - ORE 17.30 - CONSERVATORIO “G.B. MARTINI” SALA RESPIGHI - BOLOGNA Ω ()
INCONTRI&ASCOLTI
CHRISTIAN WOLFF conduce Walter Rovere
Ω() un certain regard... un progetto di AngelicA; concerto nell’ambito del Festi-
val di musica “Suona francese”, organizzato dall’Ambasciata di Francia in Italia e dall’Institut français Italia, con il sostegno dell’Institut français, della Fondazione Nuovi Mecenati, della SACEM e del Ministero dell’Istruzione e della Ricerca - Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica Con la collaborazione del Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini” di Bologna
3 -
SABATO 25 MAGGIO ORE 18.00 GALLERIA ONO ARTE BOLOGNA æ
INCONTRI&ASCOLTI
CHRISTIAN WALLUMRØD Presentazione Outstairs, nuovo album in uscita per ECM conduce Luca Vitali
æ
con la collaborazione della Galleria Ono Arte di Bologna, Distribuzione Ducale e ECM Records
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- 2 > 9 MAGGIO - BOLOGNA §§
EXTRA EVENTI
POUR BRUNO Omaggio a Bruno Maderna nel quarantesimo anniversario della scomparsa (1920 - 1973) 3
§§ realizzato
da Fondazione Teatro Comunale di Bologna, Archivio B. Maderna, DMS dell’Università degli Studi “Alma Mater Studiorum”, Conservatorio di Musica “Giovan Battista Martini” di Bologna, Fondazione Teatro Rossini di Lugo; in collaborazione con AngelicA, Centro Tempo Reale - Firenze, CEMAT
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- BRUNO MADERNA - foto ARCHIVIO MADERNA
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- GIOVEDÌ 2 MAGGIO - dalle ORE 9.30 alle 18.00 - UNIVERSITÀ UNIBO SALONE MARESCOTTI - BOLOGNA §§
EXTRA EVENTI
POUR BRUNO (1)
3 Giornata Di Studi Archivio B. Maderna direzione scientifica 3 3
- ORE 9.30 > 13.00
Bruno Maderna nella cultura italiana del dopoguerra Rossana Dalmonte moderatore relazioni di: Paolo Soddu Università di Torino Fra eredità totalitaria e società plurale: le basi della democrazia repubblicana Niva Lorenzini Università di Bologna “Agglutinati all’oggi”. Musica e poesia alla svolta degli anni Cinquanta Massimo Martignoni Nuova Accademia di Belle Arti Milano Italy builds: architettura, design e arti figurative dalla ricostruzione al boom economico discussioni di Gian Mario Borio Università di Pavia, Veniero Rizzardi Università di Venezia 128
3 3 - ORE 14.30 > 16.00
Il teatro di Maderna Nicola Verzina moderatore relazioni di: Giorgio Pressburger La mia collaborazione con Maderna Veniero Rizzardi Università di Venezia Il teatro radiofonico di Maderna 3 3 - ORE 16.00 > 18.00
Mario Baroni Presentazione, ascolto e discussione di Hyperion IV di Bruno Maderna Restauro del nastro a cura di Sergio Canazza Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova 3 dibattito conclusivo 3
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GIOVEDÌ 2 MAGGIO ORE 21.00 TEATRO ROSSINI LUGO §§ -
-
VENERDÌ 3/SABATO 4 MAGGIO dalle ORE 18.00 TEATRO COMUNALE BOLOGNA §§
EXTRA EVENTI
POUR BRUNO (2, 3) 3
VENERDÌ 3 MAGGIO ORE 18.00 - ROTONDA GLUCK - BOLOGNA
Proiezione di documenti audiovisivi sulla vita e l’opera di Bruno Maderna a cura dell’Archivio B. MADERNA Presentazione di Gisella Belgeri 3 3
GIOVEDÌ 2 MAGGIO - ORE 21.00 - TEATRO ROSSINI - LUGO VENERDÌ 3 MAGGIO - ORE 20.00 - SALA BIBIENA - BOLOGNA SABATO 4 MAGGIO - ORE 20.00 - SALA BIBIENA - BOLOGNA
Bruno Maderna (Italia, 1920-1973) “Venetian Journal (1972); per tenore, orchestra e nastro magnetico; testo di J. Boswell Saverio Bambi tenore Don Perlimplin (RAI, 1961); opera radiofonica da F. G. Lorca; rappresentazione in forma di concerto Marco Angius direttore; Gianni Marras mise en espace con Patrizio Roversi speaker Devis Mariotti flauto Don Perlimplin 130
Syusy Blady Marcolfa, due folletti Sonia Bergamasco Belisa, due folletti Quartetto di Sassofoni della Scuola di Fiesole la suocera Marco Angius direttore Orchestra del Teatro Comunale di Bologna Marco Angius direttore Francesco Giomi, Damiano Meacci: regia del suono, live electronics 3
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- LUNEDÌ 6 MAGGIO - ORE 19.00 - CONSERVATORIO “G.B. MARTINI” SALA RESPIGHI - BOLOGNA §§
EXTRA EVENTI
POUR BRUNO (4) Dimensioni Maderna
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presentazione di Lelio Camilleri Bruno Maderna (Italia, 1920-1973) Dimensioni n. 2 - Invenzione su una voce (1960); musica elettronica e voce femminile su fonemi di H.G. Helms Syntaxis (1957); musica elettronica Continuo (1958); musica elettronica Musica su due dimensioni (1957); per flauto e nastro magnetico Annamaria Morini flauto Marco Costa, Stefano Diso regia del suono 3
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- GIOVEDÌ 9 MAGGIO - ORE 21.00 - CONSERVATORIO “G.B. MARTINI” SALA BOSSI - BOLOGNA §§
EXTRA EVENTI
POUR BRUNO (5) 3 Bruno Maderna (Italia, 1920-1973) Cinque Danze (Franz Schubert/Bruno Maderna); per orchestra Composizione N. 2 (1950); per orchestra 3 Luigi Sammarchi (Italia, 1962) Sydereus...canto della lontananza - sonetto a Orfeo I XXIII (2011); per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, tromba, trombone, archi 3 Bruno Maderna (Italia, 1920-1973) Amanda (Serenata VI) (1966 ); per orchestra 3 Fabrizio De Rossi Re Spaventati dalla tempesta (1992); per orchestra Orchestra del Teatro Comunale di Bologna Elia Corazza direttore 3
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3 È probabile che non tutti gli ascoltatori interessati alle musiche d’oggi sappiano chi era Bruno Maderna, che morì ancora giovane quarant’anni fa. Durante la sua vita era sempre stato sulla cresta dell’onda, oggi purtroppo lo è un po’ meno. È stato conosciuto pubblicamente fin dagli inizi della vita, anzi c’è da pensare che il suo esordio sulla scena musicale, quando aveva sei o sette anni e suonava nelle osterie del veneto con l’orchestrina del padre, abbia segnato il suo destino e la sua fantasia. Certo, da adulto, è stato soprattutto un musicista di frontiera, o d’avanguardia, come allora si diceva, ma nessuno dei suoi colleghi coltivò per tutta la vita, come lui seppe fare, il gusto per la musica del quotidiano: nessuno scrisse tanto jazz, tante canzoni, musiche da film, musiche per la radio, per il teatro, e pochi coltivarono con tanto gusto il piacere del far musica, di metter le mani nel suono. È fantastico vederlo in qualcuno dei numerosi documentari che lo ritraggono mentre dirige l’orchestra e insegna agli strumentisti (magari parlando in dialetto veneziano, quando può farlo) che suono debbano ottenere dai loro strumenti: glielo spiega con la voce, con le dita, con la faccia, con tutto il corpo. Non per niente negli ultimi vent’anni era diventato uno dei più famosi direttori d’orchestra del mondo. La sua creatività musicale fu sempre divista fra due orientamenti in contrasto. Da un lato egli amò svisceratamente la sperimentazione: 134
lavorando, insieme a Berio, alla RAI di Milano, inventò la musica elettronica italiana e per qualche anno immaginò che in quel contesto si sarebbero giocati i destini musicali del futuro. E non era poi tanto lontano dal vero. Con altri colleghi credette negli anni Cinquanta che la nuova musica dovesse buttare all’aria tutte le tradizioni che in Europa erano state faticosamente costruite negli ultimi quattro o cinque secoli. Sperimentare voleva dire cercare, anche con l’aiuto della fisica e della matematica, nuovi rapporti fra i suoni, e abituare l’orecchio ad accettarli. E infatti prima di varare una composizione scriveva pagine e pagine di schizzi cercando combinazioni sonore inedite. All’Archivio Maderna di Bologna se ne conservano più di 5000 fogli. D’altro canto però egli conservò sempre anche un’idea del tutto diversa: la musica che scriveva doveva raggiungere non solo la mente, ma anche le viscere dei suoi ascoltatori, non doveva essere solo nuova e sorprendente, ma anche commovente. In una delle versioni del suo Hyperion, si assiste allo scontro fra un poeta che vorrebbe parlare al cuore della gente, e una “macchina puttana” costruita scientificamente e capace di distruggere sistematicamente tutto ciò che incontra. Questo era Maderna. E ci si potrà chiedere: ma allora che voleva? Tutto e il contrario di tutto? Così è infatti. Una delle sue dichiarazioni più note riguarda la coerenza. Egli la avversava con tutta la cordialità e l’umorismo di cui era capace: la considerava 135
una delle insidie più pericolose per la vita dell’uomo, e soprattutto dell’uomo moderno. Il mondo cambiava ogni giorno. E cosa c’era di più bello che abbandonarsi a questi cambiamenti? Che sperimentare tutto lo sperimentabile? Questo era capire il mondo. Questo ci ha lasciato in eredità l’opera di Bruno Maderna. Le celebrazioni di quest’anno non sono affatto un rituale funebre. Possono ancora insegnare molte cose utili, perché Maderna aveva la vista lunga. MARIO BARONI
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- BRUNO MADERNA - foto ARCHIVIO MADERNA
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- SANTUARIO DEL CORPUS DOMINI DI SANTA CATERINA - BOLOGNA
Ciascaduna amante che ama lo Segnore vegna alla danza cantando d’amore vegna danzando tutta infiammata solo desiderando colui che l’ ha creata.
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3 La nostra città si onora di poter venerare nel Santuario del Corpus Domini il corpo incorrotto di Santa Caterina, proclamata co-patrona della nostra città e di cui ricorrono quest’anno due date significative: 9 marzo, 550° anniversario della sua morte e 8 settembre, VI centenario della sua nascita. Prendendo occasione sia dal 300° anniversario della sua canonizzazione (1712) sia dal sesto centenario della sua nascita (1413), S. E. il Cardinale Carlo Caffarra ha indetto un anno cateriniano, nel corso del quale si stanno svolgendo presso il nostro Santuario una serie di iniziative volte a far conoscere la figura, l’insegnamento, l’eredità spirituale e culturale della Santa che da secoli veglia sulla nostra città, nella speranza di restituire alla S. Caterina l’importante riconoscimento, sempre avuto nei secoli. In maggio, mese in cui ricordiamo la data della sua canonizzazione, ospitiamo alcuni concerti di AngelicA - Festival Internazionale di Musica. Caterina è una donna “sonora”; è una bolognese briosa e imprevedibile che sa esprimere ogni suo scritto con toni armoniosi, creativi e originali usando il canto e la danza del desiderio, del cuore e della vita quotidiana, come si rileva soprattutto da ciò che ha lasciato: il breviario miniato, le pitture, le poesie, la viola piccola che tanto amava suonare nel ricordo delle sue celesti visioni, e il Trattato delle sette armi spirituali, mistico gioiello che particolarmente mostra la 139
estrema purezza della sua totale fede in Dio, la profondità della sua dottrina, la grandezza della sua sapienza, l’intelligenza della sua catechesi. Nei versi, come nella prosa, il suo canto si dispiega spontaneo con voce delicata, cristallina e calda, libera, gioiosa come quella delle donne, al lavoro nei campi. Comunica però, con soavità e pieno ritmo, struggimenti e melodie del cuore che ritornano più volte alla bocca e al gesto e che il corpo asseconda istintivamente. È il corpo, infatti, lo strumento musicale più prezioso e più duttile che Caterina aveva allenato, soggiogato e accordato a servizio e lode del suo Signore e delle sorelle. Il canto della donna innamorata e corrisposta è un elemento costante e distintivo del suo mondo e della sua mistica, prettamente francescana. La musica, Caterina se la portava dentro e vuole attirare e raffinare anche il nostro senso dell’udito, mediazione evidente della parola interiore accolta ed elaborata nel silenzio in solitudine, suggerendo un’idea d’intimità, dove la musica è prima di tutto un sussurro del cuore, un trattenimento. 3 SORELLE POVERE DI SANTA CHIARA MISSIONARI IDENTES SANTUARIO CORPUS DOMINI BOLOGNA
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i dischi di angelica via Gandusio 10 40128 Bologna Italy t +39.051.240310 dischi@aaa-angelica.com www.aaa-angelica.com www.flows.tv/angelica la collana i dischi di angelica è disponibile anche in tutti principali store digitali: Itunes, Amazon, Last fm, ... distributed by ReR MEGACORP 79 Beulah Rd Thornton Heath CR7 8JG Uk rermegacorp@dial.pipex.com www.megacorp.com in vendita a Bologna da Modo Infoshop Interno 4 Bologna, via mascarella 24/b 40126 Bologna t +39.051.5871012 info@modoinfoshop.com SONICROCKET www.sonicrocket.com store@sonicrocket.com 143
(CAICAI 001) \ Angelica ‘91 compil. Mary Iqaluk + Nellie Echaluk, Joseph Racaille + Daniel Laloux, Quartetto Vocale Giovanna Marini, Tom Cora, Catherine Jauniaux, Shelley Hirsch, David Weinstein, Lol Coxhill The Inimitable, Carles Santos, Ernst Reijseger, Laboratorio Musica & Immagine, Phil Minton + Veryan Weston, Fred Frith Keep the Dog (OUT OF STOCK)
(CAICAI 002) \ N.O.R.M.A. Compositions by Tiziano Popoli, Roberto Monari, Massimo Simonini
(CAICAI 003) \ Angelica ‘92 compil. P.A.P.A. Quartet, Popoli Dalpane Ensemble, Looping Home Orchestra, Lindsay Cooper e l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Franco Sebastiani, Stefano Scodanibbio, Gianni Gebbia, Gruppo Ocarinistico Budriese, Fred Frith, Lars Hollmer, Que d’la Gueule, Audience
(CAICAI 004) \ Angelica ‘93 compil. All Dax Band, Han Bennink, Steve Beresford, Lindsay Cooper, Tom Cora, Dietmar Diesner, ensemble Eva Kant, Fred Frith, Gianni Gebbia, Lars Hollmer, Catherine Jauniaux, Peter Kowald, Ikue Mori, Butch Morris, Hans Reichel, Riciclo delle Quinte, Wolter Wierbos, Audience
(CAICAI 005) \ Specchio Ensemble Suite no. 1 per quintetto doppio Directed and compositions by Domenico Caliri
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(CAICAI 006) \ Angelica ‘94 compil. Ain’t Nothin’ But A Polka Band, Audience, Banda Roncati, Band Is Woman, Mark Dresser, Ecoensemble, Fred Frith, Paolo Grandi Le Terre Silenziose, Gerry Hemingway, Guy Klucevsek, Phil Minton, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Stephen Drury e Franco Sebastiani, Bob Ostertag, John Oswald, Rohan De Saram, Claudio Scannavini, Stefano Scodanibbio, John Zorn, Audience
(AI 007) \ Angelica ‘95 compil. Lol Coxhill Before My Time; Jon Rose + Otomo Yoshihide Budget Shopping, Maar ten Altena Ensemble Songs & Colours, Steve Beresford +Otomo Yoshihide + Jon Raskin, Phil Minton + Veryan Weston Ways Past, Steve Adams + Pat Thomas, Rova, Specchio Ensemble, Oban Sax Quartet; N.O.R.M.A. + Chris Cutler + Phil Minton, Heiner Goebbels Die Befreiung des Prometheus, Mike Cooper + Lol Coxhill + Chris Cutler + Edoardo Marraffa + Luigi Mosso + Larry Ochs + Jon Raskin + Pat Thomas
(AIAI 0082) \ Terry Riley + Stefano Scodanibbio lazy afternoon among the crocodiles (second edition)
(AIAI 009) \ Tristan Honsinger This, That and the Other Sketches of Probability Compositions by Tristan Honsinger
(AI 010) \ Misha Mengelberg Compositions by Misha Mengelberg Misha Mengelberg, Ed Boogaard, Ernst van Tiel, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna 145
(AI 011) \ Angelica ‘96 compil. Guus Janssen, Palinckx, Carlo Actis Dato, Henneman String Quartet, Guus Janssen Septet, Michel Waisvisz, Tristan Honsinger, This, That and the Other, Janssen + Glerum + Janssen, Misha Mengelberg Pollo di Mare
(IDA 012) \ Vakki Plakkula ...una barca
(IDA 013) \ Angelica ‘97 compil. Otomo Yoshihide, Trio Magneto, Ground-Zero, Diane Labrosse + Martin Tétreault, Stock, Hausen & Walkman, Bob Ostertag, Chris Cutler p53, Tenko + Ikue Mori, Dagmar Krause + Marie Goyette, House of Discipline, Jean Derome, Uchihashi Kazuhisa, René Lussier, Mirko Sabatini, Andrew Sharpley, Matt Wand, Mike Patton
(IDA 014) \ Fred Frith Stone, Brick, Glass,Wood, Wire Graphic Scores 1986-96 (double disc) & the International Occasional Ensemble...
(IDA 015) \ Giovanna Marini Requiem with soloists, choir and orchestra
(IDA 016) \ Eyvind Kang Virginal coordinates with playground ensemble + Michael White, Mike Patton,Tim Young,Tucker Martine, Evan Schiller 146
(IDA 017) \ Specchio Ensemble Porcyville Directed and compositions by Domenico Caliri
(IDA 018) \ Phil Minton & Veryan Weston .....past
(IDA 019) \ Ilaiyaraaja Wings (volume1)
(IDA 020) \ Alvin Curran Toto Angelica a work made from selected samples of the recorded history of Angelica 1991 - 2001
(IDA 021) \ Ilaiyaraaja’s Music Journey live at Angelica & l’Altro Suono
(IDA 022) \ Antonio Della Marina Fades (IDA 3 cd 023 - IDA dvd 023V)
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(Book, 3 CDs, 1DVD) \ Il Treno di John Cage Alla Ricerca del Silenzio Perduto The happening Alla ricerca del silenzio perduto • Cage’s Train has lingered in the memory of all the people who took part in it, and the echoes left behind by the American composer’s “prepared train” have spread through time. This rare document, edited by Oderso Rubini and Massimo Simonini, pubblished by Baskerville artbooks, contains a sequence of photos of the event; critical contributions on the event in both Italian and English; 3 audio CDs featuring the elaboration of the train’s 3 excursions elaborated by Walter Marchetti and Patrizio Fariselli following Cage’s instructions, and 1 DVD with films of the event. They are all previously unpublished materials, collected here for the first time.
(IDA 024) \ Heiner Goebbels The Italian Concerto with Heiner Goebbels, Chris Cutler, Sira Djebate, Boubacar Djebate, Johannes Bauer, Jocelyn B. Smith; Orchestra del Teatro Comunale di Bologna conducted by Franck Ollu, Ensemble Icarus conducted by Yoichi Sugiyama
(IDA 025) \ Tristan Honsinger + Massimo Simonini Call Me Us
(IDA 026) \ Dicofone Humusympathetica with Dicofone, Nik Cofone, Chie Yoshida, Gulla Thorvalsdottir, Papis Sana Ba Dun Dun, Lee Jackob, Zoid, Richard Eigner, Viridian 148
(IDA 027) \ Vincenzo Vasi + Giorgio Pacorig Perfavore Sing music by Vasi, Capossela, Lolli, Pacorig, Gabriel, Parra, Falagiani/Carnesecchi/Oxa, Vasi/Cusa/Gebbia, Casadei, Zappa, Battiato/Frankenstein, Meloni/De Carolis, The Residents, Stevens/Lynch/ Roussel, Lauzi, Marcello
next:
\ Ilaiyaraaja Wings (volume 2)
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LE ANGELICHE prima edizione * 5-9 giugno 1991 la lingua mi cercava le parole Mary Iqaluk / Nellie Echaluk Giochi Vocali Inuit, Joseph Racaille / Daniel Laloux, Quartetto Vocale Giovanna Marini, Tom Cora, Caterine Jauniaux, Shelley Hirsch / David Weinstein, Lol Coxhill The Inimitable, Carles Santos, Phil Minton / Veryan Weston, Ernst Reijseger, Laboratorio Musica & Immagine, Mike Westbrook Orchestra Big Band Rossini.
seconda edizione * 27 maggio - 4 giugno1992 per ogni malattia c’è una melodia Popoli Dalpane Ensemble, Looping Home Orchestra, Lindsay Cooper e l’Orchestra del Teatro Comunale di Bologna, Stefano Scodanibbio, Gianni Gebbia, Fred Frith, Lindsay Cooper, Lars Hollmer, Gruppo Ocarinistico Budriese, Que de la gueule, Workshop e Concerto condotto e diretto da Fred Frith.
terza edizione * 13-18 maggio 1993 vedo nudo Riciclo delle Quinte ospite Wolter Wierbos, All Dax(ophone) Band, Dietmar Diesner, Peter Kowald, Wolter Wierbos, Butch Morris, Steve Beresford, Hans Reichel, Tom Cora, Han Bennink, Butch Morris Conduction 31 (con Hans Reichel, Dietmar Diesner, Wolter Wierbos, Han Bennink, Steve Beresford, Peter Kowald,Tom Cora),The Goose, Vibraslaps, Butch Morris Conduction 32 con l’ensemble Eva Kant
quarta edizione * 24-29 maggio 1994 ...funghi... Ferdinand Richard Arminius, Paolo Grandi Le Terre Silenziose ospite Ouassini Jamal, Guy Klucevsek, Stefano Scodanibbio / Rohan de Saram, Bob Ostertag Say No More, Holly Small / Bill Coleman / Laurence Lemieux / John Oswald, Ain’t Nothin’ But A Polka Band Polka From The Fringe, Fred Frith / John Zorn / John Oswald / Bob Ostertag / Mark Dresser / Phil Minton / Gerry Hemingway, Stephen Drury esegue Carny di John Zorn, Ecoensemble diretto da Franco Sebastiani esegue Angelus Novus di John Zorn, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Stephen Drury e Franco Sebastiani esegue For Your Eyes Only di John Zorn, Camelot di Claudio Scannavini e Orchestral Tuning Arrangement di John Oswald e Linda Catlin Smith, Stefano Scodanibbio esegue Endurance di Fred Frith, Ensemble da “Band Is Woman” diretto da Franco Sebastiani esegue Acupuncture di John Oswald, Ensemble EVA KANT esegue Pacifica di e diretto da Fred Frith
quinta edizione * 2-7 maggio 1995 tutto cangia Jon Rose / Otomo Yoshihide Budget Shopping; N.O.R.M.A. ospiti Chris Cutler, Phil Minton; Oban Sax Quartet; Lol Coxhill Before My Time; Phil Minton / Veryan Weston Ways Past; Maarten Altena Ensemble Songs & Colours; Rova; Specchio Ensemble; Heiner
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Goebbels Die Befreiung des Prometheus; Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Peter Rundel esegue Suite für Sampler und grosses Orchester di Heiner Goebbels; Impro Notte con Bruce Ackley, Steve Adams, Steve Beresford, Domenico Caliri, Mike Cooper, Lon Coxhill, Chris Cutler, Giorgio Fabbri Casadei, Edoardo Marraffa, Luigi Mosso, Larry Ochs, Jon Raskin, Jon Rose, Pat Thomas, Roger Turner, Otomo Yoshihide, Vincenzo Vasi, Stefano Zorzanello
sesta edizione * 7-11 maggio 1996 caos lirico Guus Janssen, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Ernst van Tiel esegue Passevite e Keer di Guus Janssen, Concerto per sassofono e orchestra (solista Ed Boogaard) e Onderweg di Misha Mengelberg, Palinckx, Misha Mengelberg, Carlo Actis Dato, Henneman String Quartet, Guus JanssenSeptet, Michel Waisvisz Operation LiSa, Tristan Honsinger This, That and the Other, Tristan Honsinger, Janssen/Glerum/Janssen, Misha Mengelberg Pollo di Mare
settima edizione * 6-11 maggio 1997 al ladro Otomo Yoshihide Memory Disorder,Trio Magneto,Tanaka Yumiko Gidayu, Shamisen Solo, Ground-Zero Revolutionary Pekinese Opera+Play Standard, Diane Labrosse+Martin Tetrault Parasites’ Paradise, Stock, Hausen & Walkman Child Bearing Hits, Vakki Plakkula, Bob Ostertag, Tornando Menù, Chris Cutler p53, Tenko+Ikue Mori Death Praxis, Jean Derome+René Lussier Les Granules, Dagmar Krause+Marie Goyette, Zygmunt Krause The Last Recital, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Pedro Alcalde e Franco Sebastiani esegue Orchestral Tuning Arrangement di John Oswald / Linda Catlin Smith, Folk Music di Zygmunt Krause, Classic di John Oswald, Short Cut no.1 for orchestra+no.2+no.3 di Marie Goyette, Mike Patton+Bob Ostertag+Otomo Yoshihide House of Discipline; Impro con: Chris Cutler, Jean Derome, Marie Goyette, Uchihashi Kazuhisa, Diane Labrosse, René Lussier, Ikue Mori, Bob Ostertag, Mike Patton, MircoSabatini, Andrew Sharpley, Tenko, Martin Tetreault, Matt Wand, Otomo Yoshihide
ottava edizione * 11-17 maggio 1998 mamma acustica Coro delle mondine di Correggio, Stephen Drury (Frederic Rzewski), Lucia Bova + Luca Sanzò(Fernando Mencherini, Franco Donatoni, Lucio Garau), Aleks Kolkowski & Media Luz My Garden Makes Me Glad, acco land (Lucio Garau, Franco Donatoni, Mario Pagliarani), Gino Robair Singular Pleasures, Ossatura, Fausto Bongelli + Massimo Mazzoni (Giacinto Scelsi, Fernando Mencherini, Franco Donatoni), Edoardo Ricci + Eugenio Sanna graffi di gatto e urla di cani, Specchio Ensemble Ash-can School, Sonia Turchetta + Rocco Filippini + Oscar Pizzo (Salvatore Sciarrino Vanitas), Greetje Bijma, Louis Andriessen + Greetje Bijma Gran Duo, Rudiger Carl + Hans Reichel Buben plus, Quartetto Vocale Giovanna Marini Partenze - vent’anni dopo la morte di Pier Paolo Pasolini, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Stephen Drury solista Gary Gorczyca (Fernando Mencherini, Louis Andriessen, Franco Donatoni, Lucio Garau, Paolo Grandi, Olivia Bignardi). Impro: Rudiger Carl, Hans Reichel, Aleks Kolkowski, Elio Martusciello, Maurizio Martusciello, Edoardo Ricci, Eugenio Sanna, Fabrizio Spera, Gino Robair, Fabrizio Puglisi, Guglielmo Pagnozzi, Luca Venitucci, Matt Wand.
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nona edizione * 18-23 maggio 1999 domestic flights John Tilbury (Michael Parsons, Dave Smith, Howard Skempton), Fred Frith Tense Serenity, Evan Parker Conic Sections, John Russell + Roger Turner duo improvisations, Phil Minton + Veryan Weston .....past (da una moltitudine di diversità di canzoni: Robert Schumann, Joe Zawinul, Sir Edward Elgar, Hubert Parry, Freddy Fender, Claudio Monteverdi, Hank Williams, Anton Carlos Jobim, Phil Minton + Veryan Weston...), Paolo Angeli linee di fuga, Lol Coxhill Standard Conversions, Steve Beresford Signals for Tea +, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Stephen Drury solisti: Fred Frith, Phil Minton, Maggie Nicols, ospiti: Chris Cutler, John Edwards, Lol Coxhill (Giorgio Casadei, Tiziano Popoli, Stefano Zorzanello, Giorgio Magnanensi, Fred Frith, Lindsay Cooper arrangiamenti di Veryan Weston), Mike Cooper + Pat Thomas Tri Stereo System, Kaffe Matthews to white, The Recedents, Fred Frith + Bill Laswell + Charles Hayward Massacre, Steve Noble + Pat Thomas, AMM, Cornelius Cardew The Great Learning Paragraph 7 for any number of trained or untrained singers
decima edizione * 5-13 maggio + 5-6 luglio 2000 zorro John Zorn Bar Kokhba special edition for Angelica, Terry Riley, Orchestra del Teatro Comunale di Bologna diretta da Jurjen Hempel soprano Julie Liston (Domenico Caliri, Massimo Semprini, Diego Stocco, Guus Janssen, John Zorn: commssioni di Angelica; Morton Feldman), La Monte Young The Forever Bad Blues Band, Eyvind Kang Garland of Virginal Co-ordinates con playground ensemble ospiti Michael White, Eyvind Kang, Mike Patton, Timothy Young, Tucker Martine, Evan Schiller: commissione di Angelica, Cecil Taylor, Mirko Sabatini MK Orchestrin, Edoardo Marraffa, Guus Janssen Quartet, Tibor Szemzõ Tractatus, Invisible Story con The Gordian Knot Music Company, Mike Patton vs The X-ecutioners, Ensemble Modern diretto da Peter Eötvös solisti Omar Ebrahim, Hermann Kretzschmar, David Moss (Frank Zappa - Greggery Peccary & Other Persuasions), Ensemble Modern diretto da Sian Edwards (Conlon Nancarrow arr.Yvar Mikashoff, Heiner Goebbels, Helmut Lachenmann)
undicesima edizione *15>20 + 12>20 maggio 2001 antichi astronauti Joan La Barbara Three Voices (Morton Feldman), Shelley Hirsch States, Dorothea Schurch + Ernst Thoma course in different directions, Massimo Simonini + Fabrizio ‘Abi’ Rota paesi piatti & pianeti possibili, Kaffe Matthews + Andy Moor matter, Peter Cusack Green Parrot, Broken Glass, Domenico Sciajno + Barbara Sansone Objectable, Pierre Bastien & Mecanium, Alvin Curran Toto Angelica, Shelley Hirsch + Anthony Coleman A Tribute to Tributes, Margaret Leng Tan The Art of The Toy Piano (John Cage, John Lennon/Paul McCartney arr. Toby Twining, Stephen Montague, Jerome Kitzke,, Philip Glass, Alvin Lucier, Julia Wolfe, Guy Klucevsek), MIMEO Music In Mouvement Electronic Orchestra The Hands of Caravaggio + John Tilbury, Pierre Bastien Meccano Orchestra, Jean-Pierre Gauthier Commodity and Commotion, playground ensemble The Sonic Playground (Alvin Curran,, ensemble)
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dodicesima edizione *13>18 maggio 2002 galleria san francesco Opera Mobile: Tristan Honsinger + Ermanno Cavazzoni + Ensemble Opera (Cristina Zavalloni, Sabina Meyer, Cristina Vetron, Vincenzo Vasi, Carolina Talon Samperi, Kathleen Delaney, Marie Goyette, Enrico Sartori, Olivia Bignardi, Edoardo Marraffa, Riccardo Pittau, Lauro Rossi, Aleks Kolkowski, Erica Scherl, Tristan Honsinger, Pierangelo Galantino, Lullo Mosso, Franca Pampaloni, Fabrizio Puglisi, Christian Carcagnile, Mirko Sabatini, Fabrizio ‘Abi’ Rota, Jochem Hartz, Ilaria Honsinger, Gayla Freed, Lidija Kolovrat, Massimo Simonini), Dietmar Diesner Saxophon-actor, Aleks Kolkowski Portrait in Shellac, Olivia Block hi-lo eyehull, Margareth Kammerer Noch Einmal, an Orpheus, Hester Boverhuis+Cristin Wildbolz+Riccardo Massari Spiritini Speechwater, Sven Ake Johansson+Sten Sandell Bahn und Boot, Peter Brötzmann+Hamid Drake, Misha Mengelberg Solo Songs, Marie Goyette+Aleks Kolkowski Stone Flower, Hisako Horikawa, Ijnveïq de Ernestine Une porcelaine dans un magasin d’éléphants (Mauro Manzoni, Emiliano Rodriguez, Diego Frabetti, Raffaele Jaquinta, Giammaria Matteucci, Fabrizio Colonna, Maurizio Rolli, Alberto Corelli, Pierpaolo De Gregorio, Alfredo Impullitti)
tredicesima edizione * 13>18 maggio 2003 abissale & aderente Karlheinz Stockhausen AVE (Suzanne Stephens, Kathinka Pasveer) + GESANG DER JÜNGLINGE + ORCHESTER - FINALISTEN (Asko Ensemble: Kathinka Pasveer, Marieke Schut, Hans Colbers, Alban Wesly, Jan Harshagen, Hendrik Jan Lindhout, Toon van Ulsen, Tjeerd Oostendorp, Jan Erik van Regteren Altena, Bernadette Verhagen, Doris Hochscheid, Pieter Smithuijsen) + OKTOPHONIE, Joëlle Léandre + Mat Maneri + Joel Ryan + Christian Marguet, Giancarlo Schiaffini + Walter Prati, Gail Brand + Phil Durrant + Pat Thomas + Mark Sanders, Stephan Wittwer, Frances-Marie Uitti, Irene Schweizer, Sylvie Courvoisier + Ikue Mori + Susie Ibarra, Pauline Oliveros, Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio G.B. Martini di Bologna (Lelio Camilleri, Nicola Baroni, Mario Barbuti, Enrico Battisti, Doria Cantatore, Davide Falconi, Chiara Farolfi, Lucia Di Maso, Silvana Gaeta, Giovanni Maselli, Marco Mezzini, Maria Chiara Prodi, Alessandro Ratoci, Antonio Salluce, Emanuela Turrini, Franco Venturini)
quattordicesima edizione * 9>16 + 21>23 maggio+ 3 giugno 2004 mosaico & miraggio Charlemagne Palestine Schlingen Blângen for Organ Rinascimentale Non Temperato + Strumming, John Tilbury Well, well, Cornelius (Howard Skempton), Chico Mello & Fernanda Farah do lado da voz (Chico Buarque, Herivelto Martins, Noel Rosa, Lupicínio Rodrigues, Carlos Careqa, Kaper, Webster, Fernanda Farah, Chico Mello), Luigi Ceccarelli Tupac Amaru + Aracne + Exsultet, Steffen Schleiermacher The Mystic Modernists - Ruggles & Rudhyar, Phil Minton Feral Choir, Antonio Della Marina Fades – Dissolvenze , Fausto Bongelli Preludi ostinati (Tonino Tesei), Yoshida Tatsuya + Shibasaki Yukifumi + Takahashi Hideki Zubi Zuva, Tiziano Popoli SPIRITUS, The Reveries Blasé Kisses (Eric Chenaux + Ryan Driver + Doug Tielli), Dr. Ilaiyaraaja Ilaiyaraaja’s Music Journey (Ilaiyaraaja + Bhavatharini + Preeti uttam + Madhu + Chinmayi + Murari + Nepolean + Rajendra Singh + Murali + Prabhakar + Jayachander + Sekar + Bharanidharan + Shashank + Madhav + Purushothman + Uttam singh), Coro da camera di Bologna + Coro Euridice di Bologna + Pierpaolo Scattolin Convivium (Giacinto Scelsi, Krzysztof Penderecki, Olivier Messiaen), Cornelius Cardew di Philippe Reignez, Pandit Pran Nath: In Between the Notes di William Farley, LA VOCE
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MEDIATA Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio - G.B. Martini, Bologna (Lelio Camilleri, Sara Lenzi, Davide Falconi, Mara Vapori, Silvana Gaeta, Doria Cantatore, Luigi Vichi, Giovanni Maselli, Mario Barbuti, Sara Ramarro, Franco Venturini, Enrico Battisti, Nicola Baroni, Lucia Dimaso, Marco Mezzani, Alessandro Ratoci, Emanuela Turrini), construction sonor ( Steinbrüchel, Bernd Schurer, Günter Müller, Tomas Korber), FontanaMIX (Thuridur Jonsdottir + Giambattista Giocoli + Marco Bontempo + Stefano Malferrari + Franco Venturini + Nunzio Dicorato + Valentino Corvino + Antonella Guasti + Corrado Carnevali + Nicola Baroni + Emiliano Amadori) Antennae of a new mythology (Peter Hannan, Michael Oesterle, Rodney Sharman, Andre’ Ristic, Giorgio Magnanensi, Juliet Palmer, Jean Lesage, Peter Hatch, Doug Schmidt, Howard Bashaw), Iceberg Laboratori Suoni e Luoghi (Ijnveiq de Ernestine, Abril Padilla, Angelo Sturiale, Enrico Gabrielli & Mariposa, Davide Tidoni, Alfredo Impullitti): Ensemble Vocale della Cappella Musicale di San Petronio + Michele Vannelli + FontanaMIX (Thuridur Jonsdottir + Mario Gigliotti + Raffaele Jaquinta + Liuwe Tamminga + Nunzio Dicorato + Valentino Corvino + Antonella Guasti + Corrado Carnevali + Silvia Ricciardi + Nicola Baroni + Emiliano Amadori + Francesco La Licata)
quindicesima edizione * 8>15 maggio 2005 arresto & domicilio John Zorn Cobra (: Alvin Curran, Jamie Saft, Luca Venitucci, Fabrizio Puglisi, Ikue Mori, Eugenio Sanna, Alberto Capelli, Trevor Dunn, Vincenzo Vasi, Francesco Dillon, Stefano Scodanibbio, Cyro Baptista, Joey Baron, Lukas Ligeti, Mirko Sabatini) + Electric Masada, concerti per ACUSMONIUM - Cinéma pour l’oreille ( Jonathan Prager Ritratto Luc Ferrari, Luciano Berio, Bruno Maderna, Franco Degrassi, Doria Cantatore, Silvana Gaeta, Giuseppe Monopoli, Maurizio Martusciello), Gianni Gebbia+ Lukas Ligetti NON - EUCLIDEAN VARIATIONS I - the music of Eric Zann, Alvin Curran+Domenico Sciajno RITRATTO INCROCIATO a Luc Ferrari, Tristan Honsinger + Eugenio Sanna Le Bon Ton, Barre Phillips Fete Foreign, Stefano Zorzanello Piccolo Solo, Charlotte Hug Neuland, Stefano Scodanibbio (Luciano Berio), Stefano Scodanibbio+FontanaMIX Ensemble, MESSA ACUSMATICA Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio - G.B. Martini (Sara Lenzi, Nicola Baroni, Emanuela Turrini, Roberto Napolitano, Lucia Di Maso, Alessandro Ratoci, Chiara Farolfi, Enrico Battisti, Marco Mezzini, Franco Venturini), Luigi Archetti+Bo Wiget LOW TIDE DIGITALS, Mirko Sabatini L’invisibile Corpo dell’Oggetto, FontanaMIX Ensemble ANTENNAE, (Sachiyo Tsurumi, Yoichi Sugiyama, Yoshifumi Tanaka,Toshio Hosokawa, Fumio Tamura), Aleksander Caric & Luca Venitucci, Archie Shepp + Barre Phillips
sedicesimo anno * 8+11>14 maggio 2006 momento maggio Eyvind Kang Cantus Circæus (:Mike Patton, Jessika Kenney, Alberto Capelli, Walter Zanetti, Ensemble di Ottoni di Modena, Coro da Camera di Bologna, Aldo Sisillo direttore, Pier Paolo Scattolin, Giovanna Giovannini), Michel Doneda + Fabrizio Rota, Domenico Caliri CAMERA LIRICA, Anthony Braxton + Richard Teitelbaum, Olaf Rupp + Edoardo Marraffa, Peter Brötzmann + Marino Pliakas + Michael Wertmuller, Lawrence D. ‘Butch’ Morris INDUCTION n°2: EMYOUESEYESEE.IT (:Gianni Gebbia, Edoardo Marraffa, Stefano Zorzanello, Patrick Novara, Ramon Moro, Erica Scherl, Alessandro Urso, Francesco Guerri, Antonio Borghini, Elio Martuscello, Davide Tidoni, Alessandro Bocci, Fabrizio ‘Abi’ Rota, Paolo Sorge, Manuele Giannini, Luigi ‘Lullo’ Mosso, Pasquale Mirra, Cristiano Calcagnile, Fabrizio Spera)
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diciassettesimo anno * 7>13+24>26 maggio 2007 momento maggio Karlheinz Stockhausen COSMIC PULSES, Asko Ensemble (:Edgard Varèse, Franco Donadoni, György Ligeti, Jonathan Harvey), ICP Orchestra 40 Years, Asko Ensemble + ICP Orchestra First Time, Hans Bennink+Fabrizio Puglisi, Ab Baars+Olivia Bignardi+David Kweksilber+Michael Moore+Enrico Sartori, Orchestra Spaziale Holiday in Cartoonia, Xavier Le Roy & Helmut lachenmann Salut für Caudwell, Mike Patton Mondo Cane (:Mike Patton, Aldo Sisillo, Roy Paci, Henri, Gegè Munari, Vincenzo Vasi, Alessandro Asso Stefana, Riccardo Onori, Antonio Borghini, Fabrizio Aiello, Coralli di Torino, Filarmonica Toscanini)
diciottesimo anno * 8>13 + 16>17 maggio 2008 momento maggio Alessandra Celletti + Hans-Joachim Roedelius SUSTANZA DI COSE SPERATA, The Magic ID (: Kai Fagaschinski, Margareth Kammerer, Christof Kurzmann, Michael Thieke), Phill Niblock + Thomas Ankersmit, La Monte Young & Marian Zazeela Just Charles & Cello in The Romantic Chord (: Charles Curtis), Perlonex (: Ignaz Schick, Joerg Maria Zeger, Burkhard Beins) & Charlemagne Palestine, Nadia Ratsimandresy + Matteo Ramon Arevalos MESSIAEN ET AUTOUR DE MESSIAEN (: Olivier Messiaen, Jacques Charpentier, N’Guyen – Thien DAO, Tristan Murail), Uday Bhawalkar RAGA YAMAN (: Uday Bhawalkar, Sanjay Agle, Jyoti Bhawalkar), Pierre Henry L’Homme seul + Expériences dansées
diciannovesimo anno * 6>9 + 14>16 + 19 + 21>23 + 30>31 maggio 2009 momento maggio Maryanne Amacher Animation of Sound Characters in St. Leonardo, Ab Baars RITRATTI, Alfonso Alberti CANGIANTI (: Nicolò Castiglioni), Bérangère Maximin Tant que les heures passent , Manuel Zurria MURODISUONO 3 b (: Stefano Scodanibbio, Philip Corner, Alvin Lucier, Giacinto Scelsi, Jacob TV, Arvo Pärt), Andrea Rebaudengo PENULTIMO PIANO (: Mauricio Kagel, Julia Wolfe, György Ligeti, Galina Ustvolskaya), Sven Åke Johansson + Axel Dörner + Andrea Neumann Barcelona Series, Silvia Mandolini SOLO (: Bruno Maderna, Giorgio Magnanensi, Luca Francesconi, Serena Teatini, Franco Donatoni), Bologna Improvisers Orchestra, Giuseppe Ielasi SOLO, Id M Theft Able SOLO, Ensemble Phoenix Basel PHANTOM BROADCAST (: Giacinto Scelsi, Alex Buess, John Duncan), Festival Iceberg Giovani Artisti a Bologna 2009, Pamelia Kurstin THEREMIN SOLO , Vincenzo Vasi + Giorgio Pacorig PERFAVORE SING (: Bruno Lauzi, The Residents, Mina, Franco Battiato, Stormy Six, Peter Ivers/ David Lynch, Isabelle Powaga/Sylvain Fasy, Violeta Parra, Ian Carr, Vincenzo Vasi, ...), The Ex + Getatchew Mekuria + Ospiti MOA ANBESSA (: Getatchew Mekuria, Katherina, Terrie, Andy, Arnold de Boer, Colin McLean, Xavier Charles, Brodie West, Joost Buis, Melaku Belay), Claus van Bebber + Jaap Blonk + Carl Ludwig Hübsch HÜBEBLO, Rudiger Carl + Oliver Augst + Christoph Korn BLANK plays DUDEN, Lawrence D. “Butch” Morris FOLDING SPACE Modette & Other Songs (: Lawrence D. “Butch” Morris, Shelley Hirsch, Shelley Burgon, Eri Yamamoto, Mary Halvorson, Kenny Wollesen, J. A. Deane, Filarmonica Arturo Toscanini)
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ventesimo anno * 4>8 + 12>15 + 17 + 21>22 + 29>30 maggio 2010 momento maggio Bernard Parmegiani La Création du monde - De Natura Sonorum, Liuwe Tamminga (: Olivier Messiaen, Arvo Pärt), Henry Threadgill & Zooid (: Henry Threadgill, José Davilla, Liberty Ellman, Stomu Takeishi, Elliot Kavee), Charles Curtis + Carol Robinson + Bruno Martinez NALDJORLAK I – II - III (: Éliane Radigue), Enzo Porta La lontananza nostalgica utopica futura (: Luigi Nono), Jon Rose PALIMPOLIN, Ganesh Anandan + Hans Reichel shrutidax, Arturas Bumšteinas Works and Days Ensemble (: Arturas Bumšteinas, Ilia Belorukov,Tadas Žukauskas, Anton Lukoszevieze, Seth Josel, Saulius Astrauskas), Radu Malfatti + Lucio Capece, Ensemble LOOS DE TRAGISCHE HANDELING - ATTO TRAGICO (: Cornelis de Bondt), Christine Sehnaoui Abdelnour + Pascal Battus, Conny Bauer + Johannes Bauer + Helmut “Joe” Sachse + Uwe Kropinski DOPPELMOPPEL, Lol Coxhill SOLO, Mike Cooper SOLO, Roger Turner SOLO, Lol Coxhill + Mike Cooper + Roger Turner THE RECEDENTS, John Zorn ESSENTIAL CINEMA (: Marc Ribot, Jamie Saft, Trevor Dunn, Joey Baron, Kenny Wollesen, Cyro Baptista, Ikue Mori, John Zorn), Arto Lindsay 4 SKIES (: Arto Lindsay, Melvin Gibbs, James Hurt, Tony Lewis, Marivaldo Paim, Filarmonica Arturo Toscanini, Giovanni Di Stefano), Giovanna Marini + Coro Arcanto DENTRO E FUORI AL PENTAGRAMMA, Quartetto Vocale Giovanna Marini LA TORRE DI BABELE
ventunesimo anno * 5>8 + 13>14 + 17+ 18>21 + 23>25 + 27>28 maggio 2011 momento maggio Jim O’Rourke IT’S NOT WHAT IT USED TO BE, Pauline Oliveros LISTENING FOR LIGHT, Roscoe Mitchell IO, Pauline Oliveros + Roscoe Mitchell GOING LIGHTLY FORWARD, John Tilbury CASCANDO, Wadada Leo Smith SOLO, John Tilbury + Wadada Leo Smith DUO, Pauline Oliveros + Roscoe Mitchell + Wadada Leo Smith + John Tilbury LIVING IT UP!, John Cage Mysterious Adventure (:Fabrizio Ottaviucci), Galina Ustvolskaya Composizione n.2 “Dies Irae” (: Ludus Gravis Ensemble), Giacinto Scelsi Mantram, canto anonimo (: Daniele Roccato), Arvo Pärt Pari intervallo (: Daniele Roccato, Francesco Platoni, Alessandro Schillaci, Maurizio Bucci, Giacomo Piermatti), Stefano Scodanibbio Only connect (: Fabrizio Ottaviucci), Due pezzi brillanti (: Daniele Roccato), Movimento X (: Ludus Gravis Ensemble) (: John Cage, Galina Ustvolskaya, Giacinto Scelsi, Arvo Pärt, Stefano Scodanibbio), Terry Riley In D (:Ludus Gravis Ensemble), Stefano Scodanibbio REINVENZIONI (: Quartetto Prometeo), Gruppo Ocarinistico Budriese TERRA, Maja S. K. Ratkje SOLO, Dans les arbres (: Xavier Charles, Christian Wallumrød, Ivar Grydeland, Ingar Zach), Edoardo Marraffa + Paal Nilssen-Love, KOBOKU SENJÛ Selektiv hogst (: Eivind Nordset Lønning, Espen Reinertsen, Martin Taxt, Tetuzi Akiyama, Toshimaru Nakamura), Lasse Marhaug SOLO, Christian Wallumrød Ensemble, Huntsville (: Ivar Grydeland, Tonny Kluften, Ingar Zach, Anders Aasebøe), Maja S. K. Ratkje + POING Wach auf! (: Maja S. K. Ratkje, Frode Haltli, Rolf-Erik Nystrøm, Håkon Thelin), Ensemble 0crediti Innesti: Beethoven|Stockhausen, Daniel Teruggi Spaces of Mind, Christian Zanesi Tours et détours en 78 tours, Daniel Teruggi Transmutations, Christian Zanesi Ambiance Matisse, François Bayle Espaces inhabitables 1 à 5, Un moment..., Rien n’est réel 1-sensations / 2-perceptions, Heiner Goebbels SONGS OF WARS I HAVE SEEN (: Sian
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Edwards, London Sinfonietta, Orchestra of The Age of Englightenment, Sound Intermedia), Heiner Goebbels STIFTERS DINGE
ventiduesimo anno * 3>5 + 8>10 + 13>15 + 18>20 + 24>26 + 28>30 maggio + 28>29 settembre 2012 momento maggio Marino Formenti NOWHERE In the Cage (: John Cage, Louis Couperin, Brian Eno, Morton Feldman, Klaus Lang, Erik Satie), Eliane Radigue OCCAM (: Carol Robinson, Silvia Tarozzi, Julia Eckhardt, Rhodri Davies), Karlheinz Stockhausen TELEMUSIK, EDENTIA (: Giovanni Nardi, Lelio Camilleri, Francesco Giomi), Marina Rosenfeld + Philip Jeck TWO SOLOS AND A DUO, Katia & Marielle Labèque 50 Years of Minimalism | MIX 1 | MIX 2 | MIX 3: Katia Labèque, Marielle Labèque, David Chalmin, Reeks Fabio Recchia, Raphaël Séguinier, Guillaume Loubère (: Erik Satie, John Cage, Arvo Part, William Duckworth, Michael Nyman, La Monte Young, Radiohead, Sonic Youth, David Chalmin, Aphex Twin, Philip Glass, Henry Flynt, Terry Riley, Brian Eno, Raphaël Séguinier, Glenn Branca, Suicide, Howard Skempton, James Tenney, Portishead, Nicola Tescari / Tarquinio Merula), Cikada Ensemble - Christian Eggen (: Carola Bauckholt, Lars Petter Hagen, Eivind Buene, Laurence Crane), MANUNKIND (: Almut Kühne, Michael Thieke, Gerhard Gschlößl, Giorgio Pacorig, Antonio Borghini), Giancarlo Toniutti ádzyja ryjts'a zykh'qj'áz, Michael Vorfeld LIGHT BULB, Bernard Fort OISEAUX CHEZ, Fred Frith COSA BRAVA (: Carla Kihlstedt, Zeena Parkins, Fred Frith, Shahzad Ismaily, Matthias Bossi, The Norman Conquest), Sten Sandell SOLO, Hermann Keller + Joel Grip + Sven-Åke Johansson, Sven-Åke Johansson TÜÜT, The New Songs (: Sofia Jernberg, Eve Risser , Kim Myhr, David Stackenäs), Piccolo Coro Angelico ASSAGGIO - Giovanna Giovannini - Silvia Tarozzi - Gloria Giovannini, Zipangu Ensemble + Fabio Sperandio (: Marie Pelletier, Ana Sokolovic, Sofia Gubaidulina, Claude Vivier), Ciro Longobardi + Agostino Di Scipio (: John Cage, Alvin Lucier, Agostino Di Scipio), SILENZIO & ACCORDO Orchestra del Teatro Comunale di Bologna - Tonino Battista - Enrico Gabrielli - Mario Frezzato (:John Cage, Philip Corner, Alvin Curran, Serena Teatini), SILENZIO & ACCORDO Alvin Curran SMISTAMENTI GENERALI | TAKE THE CAGE TRAIN Bis – Boletus Edulis (: Banda di Gaggio Montano, Banda di Porretta Terme, Reno Galliera Symphonic Band, Banda di Lizzano in Belvedere, Banda di Monzuno, Coro Arcanto, Coro Kappa, Coro PierPacio allo sbaraglio, Coro Istituto Serpieri, Coro Stella, Piccolo Coro Angelico, Coro Farthan, Coro Calicante, Coro Athena, Piccolo Coro Athena, Coro femminile multietnico Mosaico, Coro Cant’ER, I Cantori della Primo Levi, Coro Vincenzo Bellini)
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è presentato da
ed è realizzato con la partecipazione di
Associazione Culturale Pierrot Lunaire
con il sostegno di
CNR Area della Ricerca Bologna
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2013
AngelicA fa parte di Bologna contemporanea 6 festival per muoversi nel presente
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Finito di stampare in maggio 2013 presso GRAFICHE MORANDI Fusignano (RA) 160