Numero 6 m5s comune di genova

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MO IMENTO

FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 15 FEBBRAIO 2014

richiesti dal presidente burlando alla conferenza delle regioni ad aprile 2013. Proroga subito fatta propria da Amiu, che invece che partire con R.D. porta a porta (PAP), come tra l’altro indicato da un nostro odg votato a maggioranza daL CC, ha prodotto un piano industriale dove parla di continuare a bruciare, furbescamente in casa d’altri, la nostra rumenta sotto la mentitrice forma di “CSS”, il combustibile solido secondario, un’altra bugia per indicare il CDR, quello che ben conosciamo. E dico bugia perché il CSS è considerato un prodotto, una specie di cippato industriale, che sarà bruciato in forni inadatti, come cementifici e centrali elettriche. Il business prima della salute, come al solito. La dirigenza di Amiu ha mentito, lo ha fatto in questi anni parlando di inceneritore come un toccasana, lo abbiamo trovato citato citato tra i parametri per la purificazione dell’aria (pagina 167 della risposta alla Vas regionale sul Puc, come riscontrato da Legambiente, un refuso che pare più un lapsus freudiano messo nelle mani della dirigenza che spingeva questa corbelleria chiamata incenerimento, gassificazione, insomma distruzione termica). Ricordiamo come anni fa un’inchiesta avesse denotato la presenza di IPA e PCB in discarica, sostanze che inducono mutazioni generiche, e a seguire adesso i numerosi scandali sia amministrativi (dei quali saranno da verificare eventuali ricadute sanitarie). Lo ha fatto adesso, trattando con la leggerezza di un incompetente, ma essendo competente, quindi con doppia colpa, il problema delle vasche, appena sufficienti al contenimento del percolato prodotto in situazioni meteorologiche normali. Amiu, a nostro avviso, sottovaluta ad arte il vantaggio di una RD PAP, che crea posti di lavoro e riduce il volume e il peso dei rifiuti, risolve un problema vero ma che “rischia” di sottrarre importanza al pozzo di san patrizio chiamato discarica. Proprio perché non crediamo ad Amiu, da tempo, dai tempi delle lotte contro l’inceneritore, e prima ancora, abbiamo chiesto con un accesso agli atti i risultati delle analisi di Amiu sul percolato, per verificare cosa cercano in quella sostanza, perché come si sa,

in chimica “si può trovare ciò che si cerca”, e noi vogliamo che i cittadini sappiano se quell’acqua sporca del rio cassinelle possa o meno costituire un rischio per la loro salute. Ricordiamo che abbiamo chiesto da tempo i dati statistici sulle malattie e le cause di morte nel comune di genova, mappate per quartiere, tipo di malattia, causa di morte, ma questi dati non ci sono forniti. Indagini epidemiologiche di questo tipo fanno paura, rivelano gli scheletri negli armadi, e sono tenute segrete o addirittura non eseguite affatto. Noi le chiediamo, e le avremo, se non dal Comune, potete starne certi tra poco, quando saliremo in regione, manca poco ormai. Esiste una soluzione al problema del percolato? La conferenza di ieri terminava con “è stato creato un mostro difficilmente domabile”. Noi speriamo che ci sia una soluzione. Solo delle ipotesi, per ora, non conoscendo la situazione idrogeologica di scarpino 1. Dei pozzi che dall’alto possano succhiare l’acqua prima che questa entri sul fondo della discarica, per cercare di limitare la quantità e la diluzione del percolato. Sono questi gli argomenti che vorremmo vedere nel piano industriale di Amiu, insieme alla PAP, alla RD all’80% entro pochi anni, non un 2020 al 65%, E tante certificazioni di enti terzi, perché si sa che chi “si guarda allo specchio” spesso vede solo quello che crede. Dopo questo, solo la “soluzione Chernobyl” parebbe risolutiva: un enorma sarcofago che copra la valle e asciughi per sempre la sorgente sotterranea. Chiediamo quindi le dimissioni dell’intera dirigenza di Amiu, immediate e senza ulteriori indugi, ed invitiamo l’Assessore Garotta a rassegnare le proprie per l’evidente incapacità di tenere le briglie di questa ennesima emergenza.

6 Erzelli: ultime news M5S Genova

Dopo che l’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici ha messo una pietra tombale sull’accordo tra Regione, Università, Comune e Genova High Tech, subito si è corsi a cercare l’escamotage: ingegneria comprerebbe il terreno per 30 milioni di euro, per poi spendere complessivamente attraverso la regione circa 120 milioni di euro per il suo trasferimento agli Erzelli. Sostenere che il pubblico non spende un euro nell’operazione è veramente da illusi, dimenticandoci ovviamente dei soldi, i famosi 40 milioni di euro gentilmente dati da Burlando a Ericsson, che lo ha ripagato con una bella schiera di licenziamenti. La verità nuda e cruda è che l’operazione non sta in piedi senza il pubblico, che è una mera speculazione immobiliare e che i fondi FAS bloccati per Erzelli altrimenti potrebbero servire per il dissesto idrogeologico. [fonte Il Secolo XIX]. Ma allora, se abbiamo deciso che Ingegneria se ne deve andare, perché non si valutano altre alternative? Ad esempio le aree ex ILVA, con tutti i benefici che comporterebbe per il quartiere di Cornigliano, oppure la ex caserma Gavoglio, in fase di sdemanializzazione, giusto per fare due esempi. Eppure nulla sembra poter fermare questa macchina infernale, neanche l’obiettiva imperizia dei proponenti. E’ veramente indispensabile chiedere a chi giova tutto questo? Sicuramente a GHT e al suo proprietario Razero, che vanta una buona amicizia con Romano Prodi. Nonostante Genova High Tech abbia una struttura finanziaria non equilibrata (debito/patrimonio = 90% e cioè il debito è pari al 90% del patrimonio della società!), CARIGE è sempre stata pron(t)a a finanziare l’operazione. forse anche perché detiene il 40% di Nuova Erzelli Srl, a sua volta uno dei principali soci di Leonardo Technology che controlla ancora il 67% delle quote Genova High Tech. Dato trascurabile: il presidente del collegio dei sindaci di Banca Carige, sino alla fine dell’era Berneschi, era Andrea Traverso, che ricopriva lo stesso ruolo nella società Leonardo Technology. CARIGE è volata sopra a tutto, anche

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