Numero 9 m5s comune di genova

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COMUNE 5 STELLE

n° 9

Genova

Stefano De Pietro M5S

Bilancio: milioni come fossero bruscolini In questi giorni vediamo sulle prime pagine dei giornali circolare notizie relative alle aziende partecipate, agli investimenti necessari ad Amiu per gli impianti di separazione secco/umido (si parla di diversi milioni di euro), ai soldi non stanziati nel bilancio per Amt (4 milioni mancanti), all’affare “Fiera” che viene valutato 18 milioni di euro. Presenza sacrosanta di questi argomenti sia in aula rossa che nella stampa, cifre importanti, difficili da trovare, che tradotte nelle vecchie lire suonano come “miliardi di lire”. Lo stesso interesse pare non essere stato messo in rilievo dalla Giunta del Sindaco Marco Doria e nemmeno dalla stampa per una causa milionaria persa dal Comune di Genova contro un cittadino, per un totale, visti interessi e spese, di circa due milioni di euro. Il dato salta fuori in un allegato al bilancio (la nota integrativa, allegato D, pagina 888 del pdf del bilancio), in una tabella spersa tra le altre, con una spiegazione che denota una scarsa attenzione al problema: “sentenza espropri”, senza

INFORMAZIONI DAL COMUNE 5 STELLE

Foglio di informazione non ufficiale in uscita come file PDF e stampato in proprio. Ed. Genova, a cura del M5S Genova, Via Garibaldi 14 (art.2 comma 1 l.47/1948). La redazione di questo foglio di Informazione lavora nel MeetUp Amici di Beppe Grillo Gruppo Storico 5 Stelle http://www.meetup.com/Genova-AmicidiBeppeGrilloGenova/

Questo foglio è di libera diffusione e può essere liberamente stampato, copiato, pubblicato, ecc. https://www.facebook.com/movimento5stellegenova www.Genova5stelle.it @Genova5stelle

alcun ulteriore riferimento. Di quella cifra si sentirà presto parlare in Consiglio comunale, sarà necessaria una delibera per debito fuori bilancio, per dare mandato alla giunta per tamponare questa grave perdita, questo ci spiegano gli uffici. Eppure, nelle relazioni di bilancio e nelle presentazioni dell’Assessore competente, nessun riferimento a questo fatto. Solo dopo una domanda specifica, una risposta semplice: “abbiamo perso una causa”. Per supplire alla descrizione criptica della tabella, abbiamo fatto una ricerca in modo autonomo e presentato un emendamento, accettato dalla Giunta, per far sì di indicare almeno il numero della sentenza, cosa alla quale la Giunta non aveva pensato nonostante l’avviso della mancanza dato il giorno prima in commissione. Quello che il cittadino recepisce da questa situazione, è una scarsa empatia degli uffici nel comprendere che quei numeri dei quali si scrive e si parla nel bilancio sono il frutto delle sveglie alle cinque di mattina di persone che, magari anche disoccupate, nonostante tutto continuano a pagare Tasi, Tari, Iva, Irpef e compagnia cantante. Dall’Assessore ci saremmo aspettati almeno uno “scusate, in effetti non abbiamo dato la giusta rilevanza a questa posta in negativo sul bilancio, una situazione che non dipende dalla giunta attuale e della quale il Comune oggettivamente non ha una responsabilità, non è stato un errore imputabile ai nostri funzionari ma qualcosa che nasce da una macchina burocratica sbagliata, che cercheremo di correggere”. Poiché non lo ha detto, informiamo noi il “cittadino Pantalone” sul fatto che le motivazioni di questo debito, come ci spiega l’Avvocatura del comune, vanno cercate in un sistema di valutazione dei valori di esproprio del passato (la causa è ventennale, e ne arriveranno altre probabilmente), per cui era la Provincia a fornire le tabelle dei valori e il Comune doveva semplicemente applicarli. Solo che

i valori forniti erano risibili rispetto a quelli di mercato. Poiché questa situazione potrebbe ripetersi a breve per altri casi, scaveremo e relazioneremo ai cittadini, su questo stesso canale, per altre eventuali “sfighe” che ci aspettino.

Transennare, l’arte del faremo poi (mai) di Carlo Cosimo Gastaldi M5S Municipio Bassa Val Bisagno Cosa accomuna la nostra Amministrazione cittadina alla potente congrega che presiede il nostro attuale governo, si può dire moltissimi fatti, tra cui, emblematico, alcuni sistemi di “governo”, conosciamo bene la favola tutta renziana del “faccio subito” trasformata men che non si dica in “tra un’attimo” questo governo lo ricorderemo bene negli anni a venire per gli annunci, promesse, impegni, scadenze, ultimatum, parole d’ordine, slide e persino sms, (M.TravaglioIl Fatto) come ricorderemo bene anche l’attuale governo della nostra Genova, tra i mille motivi perché questa Amministrazione segni nella mente di noi cittadini indelebili funesti ricordi c’è la gestione delle manutenzioni ordinarie della città, pare che a Genova si sia riusciti (con poca spesa) a risolvere i problemi delle manutenzioni, un piano strada “scivola” lentamente nel baratro, i marciapiedi scompaiono alla vista schiacciati dal peso di migliaia di veicoli, alberi pericolanti, muri con crepe larghe come canyon, il cittadino deve restare tranquillo esiste la “transenna” l’abbiamo praticamente inventata a Genova, con la Transenna si risolve tutto o quasi, il cittadino è

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COMUNE 5 STELLE informato del pericolo (più o meno) il cittadino sa ‘che il Comune sa’ e che “presto” interverrà, il cittadino non può far altro che apprezzare la solerzia dell’intervento di transennatura e l’Amministrazione ne guadagna in prestigio, poi quanto questa rimanga ad arginare la situazione di pericolo è un dato che è impossibile prevedere, varia, a Genova abbiamo transennature che abbiamo acquistato in lire ed alcune con il baratto, la transenna a Genova ha subito una metamorfosi, è diventata arredo urbano, i bimbi ai giardini giocano “alla transenna”, i ragazzi anziché incontrarsi dal muretto o dalla panchina si chattano “alle nove dalla transenna” persino gli uomini d’affari spesso in centro non disdegnano discutere con i colleghi “mollemente appoggiati” ad una fiammante transenna, insomma la transenna a Genova è un punto di riferimento importante, si è inserita di prepotenza nel nostro modo di vivere la città, fa parte della nostra quotidianità, c’è da sperare che tutto resti così che gl’interventi di riqualificazione - manutenzione non vengano mai affrontati in modo tale da poter tutti noi godere ancora della “Transenna” e da come in questi quasi tre anni il governo della città viene condotto crediamo che per molto tempo ancora la transenna con la sua approssimazione con il suo costante messaggio di precarietà farà parte della vita di tutti noi genovesi.

Comunicato stampa – Gruppo M5S Municipio VII Ponente – Genova (a cura del Gruppo consiliare municipale VII Ponente di Genova) Sono passati ormai due anni da quando questo gruppo consiliare ha cominciato le proprie attività istituzionali nel

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territorio che comprende il Municipio VII Ponente. Ogni mese, arriva una convocazione per il Consiglio di Municipio, o qualche seduta di commissione. Così come in Consiglio Comunale, anche nel Consiglio di Municipio alcuni ordini del giorno presentano una documentazione tecnica decisamente copiosa. Abbiamo già affrontato il tema in Consiglio e non siamo gli unici ad aver sollevato il problema. Il regolamento del Municipio prescrive che tutti i documenti relativi ai punti dell’ordine del giorno del Consiglio, siano presentati almeno entro 48 ore prima dello stesso in Municipio, affinché siano a disposizione dei consiglieri; grazie allo zelo del personale di segreteria, questo materiale viene inoltrato ai consiglieri via mail, anche prima dello scadere delle 48 ore.
Il problema che intendiamo sollevare e rendere noto all’opinione pubblica è che questo limite risulta del tutto insufficiente, nel caso i Consigli debbano trattare di tematiche molto rilevanti. Parliamo di argomenti come il bilancio comunale, le discussioni inerenti al Piano Urbanistico Comunale. Per dare un’idea del’importanza della questione in essere, il 12-12-2012 vennero presentati i risultati del lavoro del “tavolo tecnico partecipato” sui POR, un lavoro eseguito molto in fretta e presumibilmente con un materiale molto scarso, a causa di alcuni “errori” tecnici risalenti alla precedente amministrazione. In allora, il consiglio si riunì presentando in pompa magna e alla presenza del primo cittadino Marco Doria, due bozze disegnate a mano (che all’epoca chiamavano «Ipotesi progettuali», anziché «Progetti»), senza alcuna relazione descrittiva e con alcune vaghe spiegazioni orali. È comprensibile che, vista la premura che tutti avevano all’epoca, abbiamo cercato di comprendere la situazione di emergenza ( stiamo parlando di un progetto che complessivamente vale circa 15 milioni di euro!). Non ci sarebbe alcun bisogno di sollevare polveroni, se si trattasse di un episodio isolato. Purtroppo non è così.
Ogni anno,

Genova

bisogna votare il bilancio del Comune, e i Municipi sono chiamati ad esprimere un parere su di esso; puntualmente, il materiale inerente arriva una settimana prima, dando ai consiglieri dei Municipi pochissimo tempo per consultarlo e potersi confrontare.
L’ultimo episodio di questo genere, si è verificato proprio col il prossimo consiglio di martedì 16 settembre: dovremo esprimere un parere alle controdeduzioni che il Comune presenta alle osservazioni sul PUC. Il documento allegato è di 2028 (duemilaventotto) pagine. Uno dei grossi problemi della politica odierna consiste nel fatto che impiega tantissimo tempo a decidere, ma pochissimo tempo a discutere. D’altronde riteniamo che una discussione seria possa essere frutto esclusivamente di un’analisi approfondita e di uno studio serio e condiviso; è presumibile, anzi è auspicabile, che ogni gruppo consiliare (sia esso PD, PDL SEL, Lega etc. etc.) di qualunque livello ( che sia municipale, regionale o nazionale) analizzi col proprio apparato il materiale inerente l’attività istituzionale, per consentire ai propri eletti di arrivare preparati al giorno della discussione in Consiglio e affinché possano esprimere un voto che realmente rappresenti la voce dei cittadini che essi rappresentano.
Noi del Movimento 5 Stelle siamo abituati così: per quanto i ritmi della politica lo consentono, eletti ed attivisti lavorano assieme per determinare le posizioni del Movimento nelle istituzioni; cerchiamo sempre di condividere il materiale su cui dobbiamo lavorare con i nostri gruppi di lavoro, perché riteniamo che non basti presentarsi in Consiglio e alzare la mano quando il Presidente chiama la votazione. In sintesi, se vogliamo rendere un servizio degno ai nostri concittadini, dobbiamo non solo votare, ma votare preparati; è proprio qui che i nodi vengono al pettine! Come si può votare preparati se, quando si presenta un argomento la cui documentazione è di migliaia di pagine, si ha solo una settimana (se va bene) per consultarlo? Sulla base di che cosa discuteremo, quando


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avremo solo una settimana per leggere qualche centinaio (se non migliaio) di pagine? E soprattutto, che servizio rende ai cittadini un Consiglio che dà così poco tempo ai suoi membri per prepararsi?
 Questa non è la solita invettiva “contro la casta”, vogliamo farvi rendere conto del fatto che è interesse di tutti che i Consigli funzionino bene. Il Consiglio Comunale presenta la stessa “anomalia democratica”, perché molto spesso i materiali e le documentazioni inerenti le commissioni o i Consigli stessi arrivano lo stesso giorno della discussione.
È necessario che il Comune cambi passo e che per tutti i Consigli (Comunali e Municipali) il materiale arrivi in tempi consoni per la loro consultazione. Se il regolamento non lo prevede, che si cambi il regolamento.

Amt: migliorare è possibile (di Stefano De Pietro – in collaborazione con Daniel Rinaldi e Marco Marsano, Orsa Tpl Genova di Amt) In questi giorni assistiamo al solito teatrino tra governo ed amministrazioni locali (regionali e comunali) sulle modalità di salvataggio del sistema del trasporto pubblico locale, passando attraverso la agenzia regionale del tpl e altre misure che sortiranno il solito effetto di salvaguadia dei posti di direzione delle aziende, garantiti attraverso la garanzia politica, mentre è evidente a tutti che senza una vera riorganizzazione del sistema non si potrà arrivare ad alcuna soluzione accettabile e duratura. Diamo spazio sul nostro blog ai lavoratori di Orsa Tpl Genova di Amt, che riuniti intorno ad un tavolo di studio hanno messo a punto un documento (vedi allegati) dove sono

indicati gli elementi che a loro avviso potrebbero, se correttamente messi in pratica, dare un futuro “pubblico” alla nostra azienda cittadina, mettendola al sicuro dalle privatizzazioni che paiono invece essere l’unica via di uscita per la politica oggi al timone del paese. Sono opinioni in parte concordanti con quelle del Movimento, ma ricordiamo che non possono comunque essere isolate rispetto ad una riorganizzazione dell’azienda che oggi presenta un eccesso di personale non viaggiante e da declinarsi tenendo anche conto della possibilità di una “tassa di scopo” che consentirebbe, con un esborso contenuto ma collettivo, il raggiungimento dei livelli economici necessari, dopo gli interventi necessari dal punto di vista degli sprechi e dei clientelismi politici. Aggiungeremmo a questo piano di Orsa Genova il ritorno di Amt alla forma di azienda speciale, un modo nuovo per parlare delle vecchie municipalizzate, con un controllo interno anche da parte dei cittadini, così come proponiamo da tempo anche per Amiu e Aster. Una forma “speciale” garantisce un capitale sociale monolitico, ossia non divisibile in quote e quindi al sicuro dalla vendita ai privati, e il reinvestimento degli eventuali utili nel servizio stesso. Infatti lo scopo statutario dell’azienda speciale non è l’utile economico, ma la fornitura di un servizio. Cosa di meglio si attenderebbero i cittadini? Con l’interrogativo di dove trovare le risorse economiche per l’acquisizione dell’area Iren, citata nel documento, e consci del complesso argomento del bilanciamento tra personale impiegatizio e quello viaggiante, altro nodo complesso da districare e che prima o poi andrà affrontato in Consiglio comunale, e l’altro nodo della reinternalizzazione dei lavoratori oggi dipendenti di Servizi & Sistemi, vediamo quali sono le idee di Orsa Genova. Innanzitutto hanno definito le aree di intervento, che sono la manutenzione, la gestione e il movimento, l’aumento della velocità commerciale e gli investimenti, concludendo con la

ricerca dei finanziamenti anche attraverso nuove forme pubblicitarie. Queste necessità sono quindi declinate nelle rispettive competenze di Stato, Regione e Comune, oltre che naturalmente dell’azienda stessa. La manutenzione La manutenzione operata con il sistema degli appalti ha manifestato tutta la sua inadeguatezza. La qualità meccanica dei mezzi è crollata a precipizio, non i riesce ad operare controlli adeguati sulle riparazioni, i tempi di atttesa tengono i bus inchiodati in officina privi dei pezzi necessari al loro funzionamento. Inoltre le manutenzioni sono affidate per tipologia, questo aumenta ancora i tempi di rimessa su strada per la complessità del sistema organizzativo.

Occorre riportare in casa la manutenzione dei mezzi, con la creazione di due nuovi poli manutentivi in grado di occuparsi di tutte le tipologie di macchine oggi in uso. Il primo a Gavette, acquisendo l’area Iren, il secondo nell’area ex Morini a Pra’. Con queste due officine Amt sarebbe in grado di operare con notevoli risparmi e soprattutto garantendo un’efficienza e pulizia dei mezzi oggi perdute nel sistema privatizzato. Efficienza riguadagnata anche in termini di tempi di riparazione e di ottimizzazione dei magazzini. I mezzi non ricoverabili in questi due poli troverebbero posto a Staglieno. Inoltre i due poli sarebbero perfetti anche per i mezzi di Atp, vista l’incombente necessità di amonizzazione per il trasporto provinciale con l’arrivo della città metropolitana. Attraverso qualche forma legalmente percorribile, si potrebbe anche pensare di utilizzare le officine per garantire la manutenzione anche ai mezzi di Amiu e di Aster, visto che

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spesso esistono delle sovrapposizioni sulle tecnologie dei motori e addirittura dei modelli di motrice. Per ridurrei consumi sarebbe poi indispensabile acquistare mezzi a metano ed elettrici, mentre oggi si continua a sostituire i vecchi mezzi con altri nuovi ma basati sulle solite superate tecnologie del diesel alimentato a gasolio. La gestione e il movimento Tra le azioni fondamentali c’è sicuramente quella di impegnarsi con i livelli nazionali della politica per abbattere il costo del carburante, che oggi paga una parte dell’accisa, attraverso la sua defiscalizzazione per l’uso pubblico. Questo consentirebbe un risparmio di alcuni milioni di euro. Oggi l’accisa non è scaricabile per le aziende del tpl private (anche se di proprietà pubblica), per motivi di concorrenza rispetto ai privati. Con un’azione come questa, il trasporto pubblico potrebbe trovare nuove risorse. Richiamando l’idea cinquestelle di una azienda speciale, sarebbe da valutare se tale sgravio sarebbe possibile già con la normativa attuale se Amt cambiasse natura societaria. Non di secondaria importanza è il capitolo delle spese dovute agli sprechi. Luci accese, consumi di energia per riscaldamento sono argomenti che presentano ampissimi spazi di miglioramento, ad esempio con l’installazione di sensori di presenza per l’accensione (e lo spegnimento) automatico dell’illuminazione. Ma non ci limitiamo alle spese energetiche, ci sono anche enormi possibilità di ottimizzazione nella gestione dei ricambi e delle forniture. Velocità commerciale e investimenti L’efficienza del trasporto pubblico si misura in termini di velocità commerciale, che dipende direttamente da due fattori: una rete ben disegnata e le strade libere. Oggi la velocità dei percorsi è costantemente ostacolata sia dal traffico che da una rete semaforica che non favorisce i mezzi pubblici. Aggiungiamo che le corsie riservate sono ostacolate da soste selvagge e mal disegnate, sono presenti solo in alcuni dei percorsi, necessitano di manutenzilone e di sistemi di

rilevamento dell’uso improprio. Maggiore velocità commerciale si declina in risparmio di carburante, di tempo e maggior predisposizione dei cittadini all’uso del mezzo pubblico invece che di quello privato, quindi un aumento di introito da bigliettazione e abbonamenti, un traffico più scorrevole per tutti, minor inquinamento ambientale. Per aumentare la velocità commerciale si può anche intervenire sulle modalità di trasporto, ad esempio creando delle piazzole di accosto che riducono il tempo di sbarco e imbarco e creando linee “celeri”, come esistevano molti anni fa, adatte a chi deve effettuare spostamenti a distanze elevate. Questo tipo di trasporto contribuirebbe sia al risparmio di carburante che all’aumento di viaggiatori. Anche creare delle aree di sosta dei Bus privati a pagamento potrebbe contribuire ad aumentare gli introiti per il tpl, fornendo al tempo stesso alle società di trasporto in cambio del costo un servizio di guardianaggio e di riposo per gli autisti, a tutto vantaggio della sicurezza stradale. La pubblicità su tutti questi servizi è fondamentale, per cui sarebbe indispensabile una collaborazione con chi gestisce i portali web turistici della città per poter offrire direttamente la vendita delle offerte di trasporto già ancor prima della partenza dei turisti. La creazione di posteggi di interscambio ai bordi della città, gratuiti o con un costo molto ridotto che comprenda un percorso in in bus potrebbe essere la soluzione per tutti quei pendolari che per motivi organizzativi non possono servirsi del treno. Questo servizio potrebbe anche essere abbinato ad un car, bike e motorbike sharing. Occorre modernizzare il sistema di bigliettazione, offrendo tessere magnetiche e facendo largo uso del biglietto sms, svincolandosi dai fornitori attuali che comportano un costo aggiuntivo per i viaggiatori e riportando in casa il servizio. L’intera gamma offerta deve trovare uguale sistemazione in tutte le modalità di pagamento, oggi non è così.

Per il controllo del pagamento a bordo, i controllori dovrebbero essere dotati di apparecchiature collegate alla rete internet, per poter usufruire dei servizi di accesso alle banche dati al fine di verificare i documenti e di compilare rapidamente i verbali senza errori. In sede, occorre potenziare l’ufficio deputato alla verifica dei pagamenti delle sanzioni, oggi troppe restano inevase. Non dimentichiamo che non esistono solo bus e treni: in una città montuosa come Genova gli ascensori, le funicolari, le cremagliere rivestono un’importanza fondamentale per la buona riuscita del servizio. Riteniamo fondamentale investire sugli storici impianti di risalita (ascensori e funicolari) e sulla ferrovia a scartamento ridotto Genova-Casella, veri e propri veicoli di attrazione turistica. Sul fronte pubblicitario, sfruttare i servizi audio a bordo del bus apre un nuovo fronte di introito da messaggi commerciali. Il sistema di comunicazione esistente sul bus consente con sole modifiche software di implementare lo “Spotbus“, un sistema già presentato all’azienda da alcuni autisti e mai preso in seria considerazione dalla stessa. Come cinquestelle, auspichiamo che il sistema di trasporto integrato bus+treno possa restare in vigore, e che Trenitalia possa partecipare a questo percorso di miglioramento del tpl genovese, urbano e provinciale, in quanto il trasporto su ferro è un tassello fondamentale del muoversi nel territorio. Questo conclude l’analisi dei lavoratori del sindacato Orsa Tpl Genova, già presentata ad Amt e della quale si attendono adesso le risultanze della lettura da parte dei vertici aziendali. RISPETTA L’AMBIENTE Non gettare a terra questo volantino, se ti è piaciuto passalo ad un altro. Se non ti è piaciuto mettilo almeno nel cestino della carta.

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