Numero 1 m5s comune di genova

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informazioni dal

COMUNE 5 STELLE Paolo Putti M5S Genova

n° 1

Genova

La Giunta Doria dopo un anno di sostanziale inattività ha forzato la mano presentando in blocco le seguenti importanti delibere al Consiglio Comunale: privatizzazione delle Partecipate, Tares, Imu con i conseguenti regolamenti che impongono nuove tasse, Bilancio, programma triennale delle opere pubbliche, acquisto dall’Ente Fiera del padiglione “Jean Nouvel”. Vedi link su genova5stelle.it Da subito è stato evidente che sarebbero affiorati dei forti conflitti all’interno di una Maggioranza che non è mai stata coesa né intorno al Sindaco né intorno al Programma, e l’andamento delle Sedute del Consiglio ha ben confermato il nervosisimo dell’attuale maggioranza che ha rischiato più volte di cadere sotto i numerosi richiami al rispetto del Numero Legale invocati dal MoVimento. Queste cinque giornate si sono prospettate innazitutto come l’espressione di una fortissimo lotta interna alla Maggioranza con il

INFORMAZIONI DAL COMUNE 5 STELLE

Foglio di informazione non ufficiale in uscita come file PDF e stampato in proprio. Ed. Genova, a cura del M5S Genova, Via Garibaldi 12r (art.2 comma 1 l.47/1948). La redazione di questo foglio di Informazione lavora nel MeetUp Amici di Beppe Grillo Gruppo Storico 5 Stelle http://www.meetup.com/Genova-AmicidiBeppeGrilloGenova/

Questo foglio è di libera diffusione e può essere liberamente stampato, copiato, pubblicato, ecc. https://www.facebook.com/movimento5stellegenova www.Genova5stelle.it @Genova5stelle

Pd che ha voluto dar corso ad una prova di forza per mostrare dov’è il vero perno del comando, imponendo queste delibere violentemente e contro ogni logica e buon senso. Fin da subito abbiamo reagito applicando le pratiche “Costruzioniste” e di Difesa Popolare Nonviolenta come già i nostri portavoce a Roma, arrivando a produrre circa 1000 documenti tra Odg ed Emendamenti alle delibere proposte. Queste pratiche, nell’accezione del MoVimento Cinque Stelle, traggono origine dall’insegnamento di Don Dossetti e del Diritto Romano, dove già si invocava il diritto/dovere del singolo ad opporsi agli atti dei poteri pubblici che violano le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla nostra Costituzione. Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza la mobilitazione dei cittadini attivisti e dei lavoratori genovesi che mettendo in gioco la propria volontà e la propria competenza hanno fornito il loro fondamentale contributo. Questa è la nostra idea di Democrazia Partecipata: un gruppo di cittadini che prestano la propria voce alla collettività di cui sono espressione e che sono nulla senza di essa. I Consiglieri Comunali si sono impegnati durante le cinque giornate per un totale di oltre 50 ore, rallentando nei fatti l’attività del Consiglio, costringendoli a confrontarsi sui temi concreti che comunque erano presenti nei nostri contributi. Tale attività ha portato più volte la maggioranza sull’orlo del collasso (anche fisico) dando fondo a tutte le pieghe più recondite del Regolamento per cercare di parare i colpi, e correndo il rischio di perdere dei pezzi per strada. Deve essere chiaro a tutti che questa maggioranza (che pretendeva di incarnare il rinnovamento e la volontà di radicale cambiamento dei cittadini che li hanno votati) incarna ora il tradimento di quegli stessi ideali e queste cinque giornate

sanciscono, nonostante e al di là delle votazioni, la sconfitta del progetto politico della Giunta di Marco Doria e anche della Lista che prende il suo nome, sconfessata dallo stesso Sindaco con i suoi atti e le sue quotidiane dichiarazioni. Topica è stata la giornata di mercoledì 31 luglio, iniziata come sempre alle 9.30 e terminata alle 2.00 del mattino successivo, sotto i colpi costanti degli Atti prodotti dal MoVimento e dai cittadini. In quella giornata la Maggioranza e la finta opposizione del Pdl hanno misurato la nostra capacità di “resistenza” e la decisione della nostra azione. La conclusiva giornata odierna ha confermato la capacità di mobilitazione del MoVimento che ha portato sulle tribune dell’Aula Rossa decine e decine di lavoratori che al di là del loro pensiero politico si sono mossi per difendere, insieme al proprio posto di lavoro, il diritto di partecipare alle decisioni che li riguardano. Ecco perché il ritiro della Delibera odierna è una vittoria dei cittadini e dei lavoratori, e non solo del MoVimento. Le cinque giornate hanno compattato una parte significativa dell’opinione pubblica intorno a una nuova e differente idea di città, e soprattutto di condivisione delle responsabilità decisionali: i genovesi sono pronti ad accettare i sacrifici necessari a patto di partecipare alle decisioni. Tutto questo gli altri lo chiamano ostruzionismo. Movimento 5 Stelle Genova

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FOGLIO di INFORMAZIONE NON UFFICIALE STAMPATO IN PROPRIO 15 AGOSTO 2013

COMUNE 5 STELLE Andrea Boccaccio M5S Genova

“DORIA, MUSSO ED IREN: PAROLE IN LIBERTA’ Nel loro talk-show epistolare sul Secolo XIX, Sindaco e Sconfitto affidano alla propria eloquenza ed allo stile narrativo i rispettivi giudizi sulla vicenda delle nomine Iren. Il derby tra professori ha prodotto due pagine gradevoli da leggere, con spunti stimolanti e la giusta dose di accenni polemici. Peccato che entrambi finiscano “involontariamente” per guardare il dito e non la luna. Iren è una multi-utility costruita da successive fusioni di municipalizzate: i tanti sostenitori, tra cui incessantemente il Partito Democratico in tutte le sue depistanti varianti di nome dell’ultimo ventennio, hanno sempre giustificato l’operazione perché necessaria per avere una grande società che potesse competere sui mercati. Strappare prezzi migliori in acquisto e cogliere opportunità di business che le singole realtà locali non avrebbero potuto sostenere. I numeri sono impietosi. Iren è un gruppo frastagliato di ca. 130 società (130 consigli d’amministrazione o amministratori unici, 130 linee di manager, etc.). Ha un debito di oltre 2,5 MILIARDI di euro. Guadagna poche decine di milioni di euro ogni anno quasi sempre usate per pagare dividendi ai comuni azionisti alla “canna del gas” (Torino in primis e poi ascendere, Genova, Reggio Emilia, etc.). Ha PERSO IL 75% del prezzo di borsa dal collocamento ad oggi.

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Le grandi opportunità di business colte sono investimenti di miliardi di euro in:1 centrale di generazione TRM, 2 inceneritori Gerbido e Parma (qui appena persi 70 milioni per certificati verdi) 1 rigassificatore a Livorno (OLT cui accenna Musso) che, effettivamente, è la ciliegina: preventivo di costo 300, poi 400, adesso 800 (forse 1.000) milioni ormeggiati a Dubai in attesa di nuove. Tutto questo in mercati “protetti”: gas, acqua e luce, dove le tariffe sono fissate per legge, le barriere all’entrata sono altissime (quindi non ci sono concorrenti sul territorio) e i clienti sono tantissimi e debolissimi contrattualmente (noi, cittadini). La situazione ideale per fare soldi: invece Iren ha distrutto ricchezza. E i benefici per i genovesi? Oggi paghiamo gas e acqua meno di prima? Abbiamo servizi di qualità migliore? Domande retoriche, ovviamente: la risposta è no. Genova (Pericu e la Sua Giunta e poi Vincenzi e la Sua Giunta e adesso Doria e la Sua Giunta, sempre lo stesso PD in plancia di comando) ha ceduto i propri tubi del gas, le proprie condutture, le proprie dighe, i propri acquedotti per inseguire una visione di gigantismo. Ha progressivamente ceduto sovranità (sull’acqua per bere e lavarsi e gas permangiare e scaldarsi mica cose di secondaria importanza) per ricevere cosa in cambio? Oltre un secolo fa, Thomas Edison, uomo molto vicino al tema energia, diceva che “una visione senza esecuzione è allucinazione”. Nel caso di Iren, alchimia straordinaria della politica “Democratica” si è prodotto il caso in cui visione ed esecuzione hanno prodotto l’allucinazione. In Commissione e Consiglio abbiamo lavorato a lungo sulle modifiche allo Statuto. Ho sentito parlare di valore azionario, cariche sociali, geopolitica e bla, bla,bla. In aula avevamo lamentato che fossero modifiche marginali, ininfluenti sui miliardari (democratici)

Genova

affari che corrono in tubi e cavi. Ma ci è stato risposto (Lei, Sindaco, ci ha risposto) che era comunque un inizio,un segnale, un modo per affrancare Iren dalla spartizione politica precedente che ne ha impedito lo sviluppo. Il teatro delle nomine, ahinoi, ha dimostrato l’esatto contrario. Perché il Consiglio d’Amministrazione non è stato azzerato? Com’è possibile che chi ha avuto un ruolo esecutivo centrale nella gestione precedente (Bazzano e Viero) siano stati riconfermati? Il secondo addirittura come VicePresidente! Possiamo allora dibattere ore sulla clausola dello statuto, sul comma, sull’articolo,etc. Possiamo ancora leggere decine d’articoli in cui si cerca la battuta migliore o la riflessione più puntuta. Ma il vero dibattito dobbiamo farlo su qual è la visione che abbiamo noi (pro-tempore) istituzioni per noi cittadini. Credo sia importante che Genova si rimpossessi di tutto quello che serve per garantire che due beni primari come gas ed acqua siano totalmente sotto il controllo dei genovesi. Non è neppure difficile farlo: basta scorporare le aziende che operano a Genova dal Gruppo, restituendo il pacchetto azionario alla capogruppo. Ricevere tubi e dighe (ma anche lavoratori) in cambio d’azioni sarebbe il modo (anche simbolico) per recuperare il primato dell’interesse della Comunità (e dell’economia produttiva) sulla finanza. E Genova ne ha disperatamente bisogno.”


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