Numero 7 m5s comune di genova

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COMUNE 5 STELLE

n° 7

Genova

Mauro Muscarà M5S Genova

NUOVI TAGLI AL TRASPORTO FERROVIARIO REGIONALE, EPILOGO DI UNA POLITICA LONTANA DAI CITTADINI… Ancora una volta sono gli utenti a pagare il conto salato di una politica, sempre più lontana dai cittadini ed incapace di affrontare in modo adeguato la necessità di creare un sistema di mobilità efficiente ed economico. Dal 16 Marzo 2014 la Regione Liguria ha tagliato a suo dire” in modo obbligato “ ventuno convogli sulla linea Genova-Busalla e Genova-Acqui Terme. Vengono colpite in misura maggiore la Valle Scrivia e la Val Polcevera che si sono viste cancellare 7 convogli nei festivi e 3 nei giorni lavorativi, i quali vanno sommati ad altri due convogli in orario serale già cancellati nello scorso mese di Gennaio. Una vera e propria stangata su una linea ferroviaria che serve un bacino urbano ed extraurbano già fortemente penalizzato, con frequenze a singhiozzo e buchi

INFORMAZIONI DAL COMUNE 5 STELLE

Foglio di informazione non ufficiale in uscita come file PDF e stampato in proprio. Ed. Genova, a cura del M5S Genova, Via Garibaldi 14 (art.2 comma 1 l.47/1948). La redazione di questo foglio di Informazione lavora nel MeetUp Amici di Beppe Grillo Gruppo Storico 5 Stelle http://www.meetup.com/Genova-AmicidiBeppeGrilloGenova/

Questo foglio è di libera diffusione e può essere liberamente stampato, copiato, pubblicato, ecc. https://www.facebook.com/movimento5stellegenova www.Genova5stelle.it @Genova5stelle

orari tra un convoglio e l’altro che talvolta superano le due ore. Possiamo dunque parlare ancora di servizio metropolitano? Cosa ne è stato del programma elettorale del Sindaco Doria nel quale si parlava di “riorganizzare le reti del trasporto pubblico locale integrando i servizi soprattutto nell’area metropolitana di Genova….” ? Rispetto ai tagli imposti dalla Regione Liguria, la Giunta Comunale non ha ritenuto di dover intervenire, se non dopo un‘interpellanza urgente ( art. 54 )che abbiamo presentato come Gruppo Consiliare del Movimento 5 Stelle, la quale ci è stata accolta dopo averla inoltrata ben 4 volte tra Febbraio e Marzo. Ovviamente la risposta dell’assessore Dagnino è stata, come ci aspettavamo, quella di rimandare il pallino alla Regione per competenza in materia, dimenticando il dovere della giunta comunale di tutelare il TPL ed il servizio integrato TrenoBus, il cui mantenimento nel 2013 ha comportato il versamento a Trenitalia di 1 milione di euro dalla Regione e di ben 7,5 milioni di euro da parte di AMT. L’assessore dimentica che nel 2013 il Consiglio Comunale (nostro voto contrario) ha deliberato un’aumento delle tariffe AMT con la giustificazione di mantenere il biglietto integrato,dimentica inoltre i sacrifici chiesti ai lavoratori di AMT, ed ora non ritiene di dover contrastare decisioni regionali che vanificano gli sforzi economici impegnati nell’integrazione tariffaria. Incredibile poi la notizia apparsa recentemente sulla stampa che riporta l’impegno della Giunta Regionale di stanziare 5 milioni di euro, per garantire con treni speciali i collegamenti con Expo 2015 a Milano. Nella stesse

intervista, il presidente Burlando dichiara che: ”… il turista non vuole fare 25 fermate tra Genova e Milano “, tralasciando che anche i pendolari genovesi avrebbero diritto a potersi muovere. I tagli appena effettuati sui treni regionali, faranno risparmiare alla regione 2 milioni di euro, neanche quelli per coprire i treni speciali per fantomatici turisti diretti da Genova all’expo 2015! Come può questa politica sostenere che lo sviluppo della città debba passare attraverso la realizzazione di infrastrutture come il terzo valico ferroviario (costo 5 miliardi di euro), Gronda di ponente (costo 3,5 miliardi di euro) con le false giustificazioni di alleggerire la saturazione delle linee ferroviarie esistenti e ridurre la congestione del traffico su gomma? Da una parte si realizzano nuove infrastrutture e dall’altra si taglia il trasporto su ferro, incentivando così la mobilità su gomma; ma di quale progresso stiamo parlando? Come se non bastasse l’assessore regionale ai Trasporti Enrico Vesco rilancia, sostenendo la necessità di coprire a breve ancora un buco di circa 1 milione di euro, quindi saranno attuati ancora tagli ai servizi regionali nei prossimi mesi. Esiste poi l’incognita di quello che sarà il futuro del trasporto regionale dopo la creazione del bacino unico. Infatti, il disegno di legge regionale approvato a novembre 2013 sulla riforma del trasporto pubblico, prevede un bacino unico di trasporto regionale denominato BURT e la costituzione di un’agenzia regionale il cui compito sarà quello di affidare con gara il servizio di trasporto ferro-gomma ad un solo gestore. Questa novità presenta non poche incognite sulla qualità dei servizi che ne deriveranno,oltre allo spettro della privatizzazione delle aziende di trasporto pubblico. Attualmente la

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COMUNE 5 STELLE riflessione che deriva da questi tagli è che non esiste un piano regionale della mobilità in grado di rispondere alle esigenze del territorio, ma bensì una politica che troppo spesso preferisce sponsorizzare nuove inutili e costose infrastrutture, venendo meno l’interesse pubblico a favore di quello privato dei costruttori. Per concludere mi rifaccio alla candidatura di Genova a Smart City che purtroppo attualmente rimane solo un sogno per gli utenti del trasporto pubblico genovese. Gabriele Fiannacca M5S Genova Municipio VII Ponente Municipio ponente: IL “CHI VUOL ESSERE LIETO SIA” DELLA POLITICA SUL TPL Ieri mattina si è svolto il Tavolo tecnico con le Ferrovie. Ormai da anni il progetto del potenziamento del nodo di Genova prevede la separazione del traffico dei treni a lunga percorrenza, che passeranno a monte, dal flusso di treni metropolitano che occuperà la ferrovia a mare. In questo contesto progettuale, Voltri dovrebbe assumere il ruolo di porta ferroviaria della città, con il conseguente riassetto e ampliamento dell’attuale stazione, terminal della metropolitana urbana. Quest’ultima prevede l’esproprio e l’abbattimento del fabbricato in via Don Giovanni Verità, per ampliare la rete ferroviaria. Fin qui tutto bene, i cittadini se ne sono fatti una ragione e da anni stanno aspettando un esproprio che non arriva. Per questo il Municipio, ignaro delle intenzioni delle Ferrovie, da tempo chiede un confronto. Finalmente veniamo a sapere che tutto questo ritardo è dovuto a vari fattori e pasticci di competenze, che

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entro il dicembre del 2015 devono risolversi. Il nodo che non ha permesso finora il proseguimento dei lavori, è il viadotto che dall’uscita dell’autostrada porta al porto di Pra’. Da anni quest’ultimo dovrebbe essere abbattuto e ricostruito (non si sa come e dove). Da qui inizia il contenzioso, lo scaricabarile all’italiana, tra Ferrovie, Spea ed Autorità Portuale, che potrebbe mettere a serio rischio un progetto che in fin dei conti può essere considerato molto positivo ai fini del trasporto pubblico locale. A detta delle Ferrovie, questa metropolitana urbana dovrebbe prevedere treni ad altissima frequenza (si parla di treni ogni 5/7 min), con la costruzione di nuove stazioni come Palmaro, Pegli Lido, Multedo. Tutto questo “idillio” sarà possibile se la Regione fornirà treni adeguati, con una maggiore accelerazione. Se pensiamo che la Regione Liguria è una delle regioni d’Italia che investe meno sul trasporto pubblico e ha fatto saltare pochi giorni fa il biglietto integrato urbano con Amt, non ci aspettiamo un futuro così roseo. Inoltre, con l’aumento di queste stazioni (intervento a nostro avviso positivo) sorge spontanea una domanda: se con le attuali scassate littorine di Trenitalia da Voltri a Brignole ci vogliono mediamente 45/50 minuti, sempre che il santo protettore dei ritardi sia in buona, quanto ci vorrà per arrivare a Brignole? Un’ora e 20 minuti? Non è strano sentire il vicesindaco Bernini, in un incontro in cui si parla di trasporto pubblico, menzionare continuamente la gronda di Ponente (chissà perché tutto questo interesse). Il mio intervento ha fatto riferimento a quest’ultime considerazioni e in ultima istanza ho voluto porre l’attenzione e “sensibilizzare” questi signori sulla disintegrazione del biglietto

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integrato: “vi rendete conto che senza la tariffa integrata la maggior parte dei cittadini genovesi che prendono treno ed autobus, dovrebbero pagare quasi mille euro all’anno di abbonamento (Amt eTrenitalia) a fronte dei già troppi trecentonovantacinque dell’attuale abbonamento integrato?. Questo vuol dire distruggere il Tpl e disincentivare il cittadino al suo utilizzo, questo vuol dire rendere elitario e inaccessibile un mezzo di spostamento economico ed ecologico”. Ora capisco la litania di Bernini, “la Gronda, la Gronda e la Gronda!” Mi è stato risposto che è colpa della Regione che non investe sul Tpl e che stanno cercando di trovare un ulteriore accordo per unire ulteriormente i due abbonamenti, che sarà sicuramente molto più oneroso per il cittadino. In questa selva di “se” e di “scaricabarile” micidiale mi ritorna in mente un canto di Lorenzo De’ Medici: « Quant’è bella giovinezza, Che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza » Ecco, il domani continua ad essere sempre più buio. Vi terremo aggiornati sui “se” e sulle mille responsabilità di questi enti sempre meno pubblici. Stay tuned!

Stefano De Pietro M5S

AMT: UN REPORT ASSICURAZIONI

SENZA

Da pochi giorni la giunta di Marco Doria ha predisposto un documento dove sono riportate informazioni amministrative e gestionali sulle aziende partecipate del Comune di Genova. Si tratta di un documento molto corposo, che ci viene fornito,


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manco a dirlo, in formato Pdf grafico (ossia preso con lo scanner), e che solo dopo una richiesta specifica agli uffici compare nella sua forma originale, un Pdf “vero”, con il testo in chiaro (500 megabyte contro 10 megabyte).. Il documento riporta il bilancio a fine 2012 di tutte le aziende, una breve descrizione della loro attività e una serie di dati analitici sulle spese, utilissimi per individuare situazioni di gestione sia positive che negative. Grazie alla possibilità di ricerca permessa da questa seconda versione Pdf, provo a cercare il dato analitico sulle assicurazione dei mezzi di Amt, non a caso in quanto mi ricordo bene di una delibera della Autorità dei servizi pubblici locali (ASPL, asplgenova.it), proprio sul caso del fornitore unico che da alcuni anni Amt sceglie ormai senza gara. Aspl individua nel comportamento dei partecipanti alla gara del 2011 un possibile cartello, per alzare il valore dell’offerta, e chiede ad Amt di trasmettere tutti i dati relativi alla “questione assicurativa” all’Autorità garante della concorrenza del mercato. Risulta che Amt abbia risposto a questo invito inviando i documenti. Ma la cosa che mi lascia perplesso è che di questa notizia non si accenna nella relazione Amt. Anzi, la voce assicurazioni non compare proprio nel dettaglio delle spese. Faccio notare la cosa all’assessore al bilancio, Miceli, che concorda sulla mancanza e promette una correzione. I dati arrivano dopo alcuni giorni. Si tratta di voci che vanno da 9 a 8,5 milioni di euro, non proprio noccioline. Li facciamo nostri, serviranno più avanti, quando l’AGCM si dichiarerà sull’indagine in corso, a magari confermerà come a Genova, come in molte altre città italiane, le gare sulla fornitura assicurativa abbiano avuto un corso strano, al p.unto di richiedere un controllo. Cosa della quale Amt, naturalmente, non si era accorta.

GENOVA GIOVANE? (dal Municipio Bassa Val Bisagno) Se solo ti sei affacciato nella tua vita, al mondo dell’Università genovese, anche brevemente, non puoi non aver conosciuto i posti fuori dalle aule, dove affronti per la prima volta quintali di pagine, oramai da studente adulto, insieme a centinaia come te. Questi posti a Genova sono le biblioteche, sono le case dello studente di Corso Gastaldi o Via Asiago. Io andavo ad Asiago, casa dello studente lasciata deteriorare dal tempo, dal degrado, su cui la rovina comanda. E io di questo posto me ne ricordo, fatto, fino a 15 anni fa di tavoli sempre occupati da studenti e da tornei sportivi autorganizzati. Perché la fatica per ogni esame, è un pezzo di vita, e ricordi dove lo hai preparato. Che senso ha che il luogo dove viene dato alloggio e possibilità ai nostri futuri medici che ci cureranno, ai nostri ingegneri che faranno funzionare il mondo attorno a noi, che senso ha sia senza riscaldamento, con aule gelide, e che questa situazione si sia ulteriormente aggravata negli ultimi mesi? È giusto che chi sogna e si batte per studiare, fin andando in un’altra città, pagando, sia in un luogo ridotto ad avere reti di protezione per ogni balcone pronto a perder pezzi, giardini ridotti ad acquitrini? La casa dello studente di Via Asiago (come il resto della malconcia residenzialità studentesca genovese), è la materializzazione del diritto allo studio per chi è senza possibilità economiche (devi avere ISEE

bassissimi per accedere) ma la verità è che qui vieni accolto in un posto dove le tettoie in amianto si sgretolano, i bagni si allagano, le infiltrazioni d’acqua fuori e dentro invadono i corridoi e li fanno pericolosamente scivolosi. Dopo numerose segnalazioni, universitari non residenti nella casa studenti Via Asiago - a metà Gennaio 2014 - interpellano la stampa, l’articolo che ne esce porta finalmente ad indire una riunione tra l’ente locale competente ARSUU, e i vari soggetti coinvolti, non ultimi i rappresentanti studenteschi di tutte le residenze studenti di Genova (Asiago, Corso Gastaldi, S.Nicola), lascia perplessi che ad aprire questa riunione, ci sia il biasimo da parte del direttore generale ARSUU per l’articolo sul giornale. Ma sta di fatto che grazie a ciò, finalmente gli studenti vengono messi al corrente di un piano di ristrutturazione per Via Asiago da 3 milioni di euro, per cui sono in graduatoria dal 2012. Il Movimento 5 Stelle grazie agli attivisti sul territorio è sempre presente. A parlare con la gente, a conoscere ogni metro quadrato della strada. La casa dello studente di Via Asiago si erge proprio sul territorio del nostro Municipio, così ci è sembrato doveroso fare: l’Italia che abbiamo di fronte non è assolutamente un mondo tarato per i suoi giovani, che di risposta emigrano. La grande paura che abbiamo raccolto da questi studenti, è che niente ufficialmente è saputo sulle tempistiche di questa ristrutturazione. Comunicano che partirà nell’estate di quest’anno, o nella prossima del 2015, ma la soluzione ventilata è quella di uno sgombro della casa stessa per compiere i lavori. E poi ci saranno abbastanza posti nei vari alloggi studenti sul genovese dove verranno indirizzati i 210-215 studenti di questa casa, se questa chiuderà? L’assegno che gli daranno basterà a coprirne le spese? E davvero la casa riaprirà nuovamente, o s’impantanerà nei lunghi e inconclusi lavori cui l’Italia ci abitua? (siccome latitano i soldi per mantenere queste strutture) Altre soluzioni? Si parla di

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ristrutturazione mantenendo all’interno gli studenti. Qual è la soluzione definitiva? Quali sono le date di fine lavoro previste? La vita per un giovane uomo o una giovane donna che studia lontano da casa, si costruisce in questo spicchio di anni, sulla possibilità o meno di posto in una casa dello studente: progettano tutta la loro carriera universitaria, su l’aver questo posto letto o meno. Il M5S è così interessato al tema, da aver prodotto nella commissione Cultura, Scienza, ed Istruzione, un emendamento approvato e diventato legge, per cui gli enti locali possono sforare il tetto del Patto di Stabilità quando chiedono mutui allo Stato, per migliorie e adeguamenti antisismici alle residenze studentesche. Noi Movimento 5 Stelle, grazie al lavoro degli attivisti, raccogliamo le preoccupazioni degli studenti in questione, e mandiamo tutto ad un nostro portavoce 5 Stelle ligure presente in questa commissione parlamentare, per rispondere alle domande, alle informazioni, che Via Asiago chiede. Noi facciamo così. Dopotutto, quando una studentessa col massimo dei voti e ISEE a zero, ti ricorda che il suo fidanzato, l’Italia vuole lasciarla, ma lei no, cosa dovremmo fare se non esserci? Iliana Pastorino M5S Genova Municipio III Bassa Val Bisagno Espressione di sentimenti ex art. 36 Abbiamo chiesto di poter esprimere questo nostro pensiero per puntualizzare alcuni principi che per noi sono molto importanti, prendendo spunto dal recente parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che, in merito al progetto del primo lotto dello scolmatore, ha espresso non pochi dubbi e perplessità. Quando il progetto è passato in Consiglio, è stata fatta dell’ironia sul nostro intervento che riportava

- se non proprio gli stessi - dubbi e perplessità dello stesso tenore, perché avevamo “fatto i compiti a casa”. Non sappiamo ancora quale peso avrà questo parere e come risponderà il Comune, e non siamo qui ora a dire “noi lo avevamo detto”, ma piuttosto a chiedere “perché non lo avete detto anche voi”? Leggendo il materiale sono emerse tante, forse troppe domande, e non solo dai tecnici, ma anche da noi, normali cittadini con nessuna competenza in materia. Al di là del voto finale, ci chiediamo perché queste domande le abbiamo fatte solo noi e il collega Pittaluga, sentendoci anche dare dei “secchioni”. Con il poco tempo a disposizione abbiamo letto tutto il possibile, ci siamo confrontati con gli attivisti del quartiere e abbiamo chiamato ingegneri e addetti del settore, che ci hanno dato una mano gratuitamente ed in modo assolutamente volontario. Questo è il nostro modo di interpretare il mandato avuto dai cittadini, scusate se in quel contesto abbiamo dato l’impressione dei “secchioni”, ma ha ben pensato il Presidente Ferrante a ridimensionarci, in una prima occasione puntualizzando la nostra ignoranza delle procedure del Municipio, quando abbiamo chiesto, in una mozione respinta, NON di rifiutare il patrocinio per pubblicizzare iniziative di Istituti privati, ma di dare la stessa visibilità agli Istituti pubblici, che è cosa ben diversa. In seguito ci siamo sentiti dare anche dei “copioni”, durante lo scorso consiglio, quando, in occasione della presentazione delle nostre interrogazioni, sempre il Presidente ha affermato che noi prendiamo spunto dagli articoli dei giornali per segnalare al Municipio i problemi dei quartieri. In realtà in tutte le interrogazioni presentate è andata esattamente al

contrario: era la stampa che prendeva spunto dal nostro materiale per farne degli articoli. E intendiamoci, non ce ne prendiamo particolare merito, che va invece tutto ai cittadini che si attivano per segnalare queste situazioni, anche organizzandosi in comitati. Il tono di questi interventi, lo abbiamo capito, era piuttosto scherzoso, e noi siamo persone che accettano volentieri scambi di battute, innanzitutto quando sono “scambi”, ovvero quando è data facoltà di rispondere, e in secondo luogo quando si parla di noi e del nostro operato, che sappiamo benissimo non essere infallibile. Però non è andata proprio così: intanto all’intervento del Presidente non ci era dato rispondere, ai sensi del Regolamento del Consiglio, e in secondo luogo il nostro senso dell’umorismo termina quando l’ironia è rivolta non solo al nostro lavoro, ma anche a quello dei nostri attivisti, che ci sentiamo in dovere di tutelare, e quando va a toccare – anche se involontariamente – disagi segnalati dai cittadini, perché è vero che i problemi del quartiere non sono tutti nell’accessibilità del Municipio ai disabili, ma per il singolo che si può trovare ad aspettare (come ci hanno riferito essere già successo, e di lì nasce la nostra mozione), magari al freddo o sotto la pioggia, è un problema serio. Abbiamo sempre dimostrato rispetto per il lavoro del Municipio, innanzitutto cercando, nei nostri limiti, di approfondire al meglio gli argomenti trattati e votando nel merito degli stessi e non per posizioni preconcette, e se quando siamo qui siamo solo in 3 a votare, ci teniamo comunque a rappresentare gli attivisti che lavorano quanto e più di noi, e a chiedere per il loro impegno lo stesso rispetto che noi abbiamo sempre mostrato verso il Presidente, la Giunta e i colleghi, e ci teniamo inoltre a portare in Consiglio la voce dei cittadini che ancora si rivolgono alle istituzioni per cercare di risolvere i loro problemi. E’ soprattutto per loro che chiediamo rispetto, vediamo di non scoraggiarli completamente.

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