2024 - Costruire il futuro n°2 - marzo - aprile

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ISSN 2612-5595 Poste Italiane S.p.A.Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, LO Brescia
Rivista bimestrale di ANCE Brescia 2/2024

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La Brescia di domani è da costruire insieme

Serve una visione di medio-lungo termine per fare grande Brescia. Attraverso strategie e piani di rigenerazione urbana, recupero delle aree dismesse e riorganizzazione degli spazi urbani possiamo cambiare il volto del nostro territorio. Le costruzioni, che in larga parte ne determinano il profilo demografico, culturale e identitario, fanno parte della fisionomia di una città e, insieme con essa, mettono a disposizione dei cittadini infrastrutture, centri urbani, spazi funzionali al vivere quotidiano e allo svolgimento di attività e servizi. Per lavorare al continuo miglioramento della qualità della vita, favorendo processi di rigenerazione, è nato dapprima il progetto Campus Edilizia Brescia, nel 2017, e da quest’anno l’omonima Fondazione del Terzo settore, con la volontà di rendere il territorio più competitivo nel contesto nazionale ed europeo. Questo attraverso lo sviluppo e la programmazione di interventi attuabili nel concreto, partendo dall’esame di cosa è stato e di dove si può andare per poter fornire strumenti utili a indirizzare le scelte politiche verso strategie efficaci. Uno di questi strumenti è stato presentato pochi mesi fa e oggi si articola in una pubblicazione di oltre trecento pagine che racconta le trasformazioni che hanno interessato la nostra provincia e che orienteranno le scelte future per una Brescia più attrattiva e a misura d’uomo. Mi riferisco allo studio “Next Vision Brescia, riflessioni condivise per la Brescia di domani”, con l’obiettivo di fornire dati approfonditi e analitici come base da cui partire per impostare, nei tavoli decisionali amministrativi di competenza, piani di crescita del territorio. È grazie all’esame dello stato dell’arte che si possono riconoscere fenomeni e cambiamenti in corso per direzionare le decisioni verso obiettivi lungimiranti, ma raggiungibili. Non lavoriamo a utopie, ma a prospettive realizzabili che perseguono, attraverso un impegno diffuso, finalità di utilità sociale volte al miglioramento del benessere dei cittadini. Così con la costituzione della Fondazione Ets, Campus Edilizia Brescia vuole rispondere alla necessità di promuovere lo sviluppo economico e sociale della collettività partendo dalla valorizzazione dei risultati della ricerca scientifica per elaborare percorsi di crescita dell’edilizia e di trasformazione del territorio. Due aspetti che corrono di pari passo, lasciando a chi ne ha la responsabilità il compito di guidare la rigenerazione urbana, lo sviluppo di strutture per alimentare contesti sociali inclusivi, di infrastrutture sicure e innovative, di luoghi di lavoro e di studio in cui si formeranno le nuove generazioni, ma partendo da una solida conoscenza sia dei dati di partenza - trend economici, sociali, demografici, dei driver di sviluppo -, sia delle oggettive esigenze dell’ambiente costruito. Un compito e una responsabilità che in Campus Edilizia Brescia coinvolge diversi attori, perché solo insieme si può costruire un futuro migliore per il nostro territorio. Attraverso attività formative e culturali, nonché interventi, servizi e pratiche per la salvaguardia e il miglioramento delle condizioni dell’ambiente, l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali e azioni per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio urbano, Campus Edilizia Brescia dà il proprio contributo consolidando la propria struttura, dichiarando il proprio intento in uno Statuto e impegnandosi a pieno rispetto di quanto previsto dalla normativa in materia di Enti del Terzo Settore.  Con una fondazione di partecipazione si consacra l’impegno congiunto dei suoi soci a sviluppare innovazione, sostenibilità, pratiche costruttive, oltre a cultura della legalità, trasparenza amministrativa e concorrenza leale.

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Per garantire la sicurezza

una patente a punti non basta!

Un evento ha scosso profondamente il nostro settore, richiamando l’attenzione su una questione cruciale: la sicurezza sul lavoro. Ossia la recente tragedia di Firenze dove cinque operai hanno perso la vita a causa di un crollo in un cantiere. Un drammatico avvenimento al quale nei giorni successivi ne sono seguiti purtroppo altri. Nella scia di questi tragici eventi, sembra che l’attenzione dell’opinione pubblica abbia cercato un capro espiatorio anziché una soluzione concreta demonizzando le imprese. Invece, dovremmo concentrarci su soluzioni che affrontino le vere cause degli incidenti. Non è vero che manchino le norme né che le sanzioni siano insufficienti. Semmai c’è un’overdose di precetti e leggi che non sono efficaci, in primo luogo, perché le Amministrazioni competenti non hanno risorse sufficienti sia di personale che economiche, per verificarne la corretta applicazione. Fra le principali cause di tali tragedie c’è l’assenza di una selezione alla professione di imprenditore edile. Ci si scontra con un sistema distorto, in cui emerge una disparità evidente tra le procedure per aprire un’attività, come ad esempio una panetteria per la quale sono necessarie licenze e controlli rigorosi, e quelle per avviare un’impresa edile per la quale basta un rapido passaggio alla Camera di Commercio e il gioco è fatto. Così anche chi non ha esperienza può improvvisarsi imprenditore edile da un giorno all’altro. Da anni Ance sostiene la necessità di una normativa che disciplini l’accesso all’attività imprenditoriale edile. Voce inascoltata perché non favorisce il consenso politico.

La situazione è aggravata da una committenza, sia pubblica che privata, che troppo spesso nel selezionare le imprese non ha altro scopo che spendere il meno possibile. Il risultato è un mercato caratterizzato da gare al ribasso, in cui la qualità del lavoro è sacrificata sull’altare dell’offerta al minor prezzo che diventa il principale, se non unico, parametro di scelta dell’operatore economico. Altra causa è il sistema dei subappalti che non va demonizzato, ma regolato. In tutti i settori, ci si avvale di “catene della fornitura”: sarebbe insostenibile per un’unica impresa, sia dal lato economico che tecnologico svolgere tutte le lavorazioni e gestire i processi produttivi dell’edificazione. Il subappalto è fisiologico, ma va gestito. Se non avviene ci si espone al rischio che il recupero del prezzo troppo basso, - scelto anche dal committente oltre che dall’impresa -, sia “ribaltato” sulle imprese a valle, meno strutturate, a volte sconosciute e, spesso, mordi e fuggi. Il subappalto va bene ma solo se si controlla che chi entra in cantiere applichi il corretto contratto collettivo di lavoro, eroghi la giusta e necessaria formazione e riconosca il giusto salario.

Solo la trasparenza negli accessi al cantiere è un presidio efficace della sicurezza sul lavoro. Consapevoli di questo, Ance Brescia da anni ha sviluppato la piattaforma digitale innovativa: “Check”. Uno strumento gratuito, a disposizione di ogni operatore del settore, che punta a contrastare la concorrenza sleale e promuove la collaborazione, attraverso la trasparenza, la diffusione e l’accessibilità dei dati, consentendo a chi è sul cantiere di avere una chiara visione di chi vi sta operando. Ora il Governo ha scelto di puntare sulla patente a crediti (o a punti come dir si voglia). Va bene (o forse no) ma è doveroso sottolineare che è solo un pannicello caldo. Speriamo che da qui ad ottobre, quando entrerà in vigore, Ance sia ascoltata: di proposte efficaci ne avrebbe molte!

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La Brescia di domani è da costruire insieme di Massimo Angelo Deldossi

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Per garantire la sicurezza una patente a punti non basta! di Alessandro Scalvi

32-39 / focus Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni a cura della redazione

Rivista bimestrale del Collegio Costruttori Edili di Brescia e provincia

anno 6 - numero 2

Editore: C.E.R. srl Unipersonale

Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

Direttore responsabile

Adriano Baffelli

Redazione e Direzione

ANCE Brescia - Collegio Costruttori Edili di Brescia e provincia

Via Ugo Foscolo, 6 - Brescia

Comitato di redazione

Stefano Assini, Ferruccio Benetelli

Roberto Facchetti, Emanuele Plona

Fabio Rizzinelli, Francesca Scolari

Pubblicità: C.E.R. srl Unipersonale

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Registrazione del Tribunale di Brescia: 5 settembre 1951, n. 54

Prezzo copia singola: euro 1,60

Prezzo abbonamento: euro 5,00

48 incontri

Laura Castelletti di Adriano

La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Gli articoli devono essere trasmessi alla Redazione e la loro pubblicazione è subordinata al giudizio insindacabile del Comitato di Redazione. L’accettazione di uno scritto non implica da parte del Comitato di Redazione e di ANCE BresciaCollegio Costruttori Edili, di cui la Rivista è l’organo, riconoscimento od approvazione delle teorie o delle opinioni dell’autore. Gli articoli non pubblicati non vengono restituiti. La riproduzione, anche parziale, di articoli o disegni è subordinata alla citazione della fonte.

Rivista bimestrale di ANCE Brescia 2/2024 ISSN 2612-5595 Poste Italiane S.p.A. Sped. abb. post. D.L. 353/2003 (conv. 27/02/2004 46) art. comma LO Brescia marzo/aprile/2024 5
n.2
marzo-aprile 2024 fotonotizia
sommario
Baffelli
contratti pubblici La “burocrazia digitale” delle piattaforme d’appalto 10 contabilità Crisi d’impresa: riconoscere i segnali per prevenirla 12 in primo piano Fondazione Campus Edilizia Brescia Un ente del Terzo settore per il futuro del territorio 16 economia Economia bresciana: segnali di sostanziale stabilità 18 siti iconici Basilica di Collemaggio la bellezza ritrovata di un simbolo dell’Aquila 20 sostenibilità Percorso di introduzione alla sostenibilità 22 digitalizzazione & bim L’intelligenza artificiale in cantiere: supporto e sicurezza 25 innovazione & tecnologie L'intelligenza artificiale e il cantiere edile 28 storia per il domani Partiamo dagli attrezzi di base: la cazzuola, il piccone e il martello 41 innovazione L’analisi del sottosuolo che sfrutta l’intelligenza artificiale 43 bonus edilizi Cosa resta e cosa cambia 46 geotecnica Palingeo, un esempio per il settore edile 55 viabilità Una provincia a misura... di due ruote! 59 ance giovani I giovani di Ance “professori” per un giorno 60 eseb Cdw Circle: in cantiere il progetto del nuovo impianto pilota 61 cape Ape: oltre un milione e mezzo ridistribuito alle imprese Stampa: LITOS srl, Gianico (Bs)
grafico e impaginazione
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Progetto

Strada della Forra

QUELLA BRESCIANA È LA SECONDA PROVINCIA LOMBARDA A RISCHIO FRANE. COSÌ L’ORDINE DEI GEOLOGI DELLA LOMBARDIA HA CONFERMATO I CONTESTI DI GRAVE INSTABILITÀ PRESENTI SUL NOSTRO TERRITORIO. PER FARE DUE ESEMPI: I RIPETUTI SMOTTAMENTI CHE HANNO PIÙ VOLTE COSTRETTO ALLA CHIUSURA DELLA PISTA

CICLOPEDONALE VELLO-TOLINE, OGGI IMPRATICABILE PER I LAVORI ALLA LINEA FERROVIARIA SOVRASTANTE, E LA MERAVIGLIOSA STRADA DELLA FORRA, CHE RESTERÀ INACCESSIBILE ANCHE IN VISTA DELLA PROSSIMA STAGIONE TURISTICA. DOPO L’ENNESIMA FRANA, SONO IN CORSO LE INDAGINI CONOSCITIVE PER LA REDAZIONE DEL DOCUMENTO DI FATTIBILITÀ RELATIVO A DUE IPOTESI DI INTERVENTO: IL RINFORZO STRUTTURALE DELLA GALLERIA ESISTENTE E LA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA GALLERIA IN VARIANTE AL TRACCIATO ATTUALE.

6 marzo/aprile/2024 fotonotizia
marzo/aprile/2024 7 FOTOLIVE

contratti pubblici

La “burocrazia digitale” delle d’appaltopiattaforme

Nessuna proroga e nessuna deroga da parte delle istituzioni, lo switch off è stato netto e senza possibilità di tornare indietro, provocando di fatto un blocco del mercato degli appalti e di conseguenza dei lavori.

1° gennaio 2024, l’Anac ha varato il passaggio alla gestione digitale degli appalti pubblici. In teoria, una mossa lungimirante per modernizzare un settore fondamentale, soprattutto nella partita del Pnrr, ma nella pratica si è tramutato in un millenium bag, portatore di disfunzioni anziché di progresso. Nessuna proroga e nessuna deroga da parte delle istituzioni, lo switch off è stato netto e senza possibilità di tornare indietro, provocando di fatto un blocco del mercato degli appalti e di conseguenza dei lavori.

L’ecosistema nazionale di approvvigionamento digitale messo in moto è un percorso che parte dalla Banca dati nazionale dei contratti pubblici, ente sottoposto all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e che integra le piattaforme di approvvigionamento digitale, la virtualizzazione dei fascicoli relativi ai fornitori e l’automatizzazione di procedure relative ai contratti pubblici. Tale sistema implica che, a partire dal 1° gennaio, ogni stazione appaltante ha dovuto scegliere e adottare a propria volta una piattaforma digitale per l’approvvigionamento, che permettesse all’ente di gestire la pianificazione, la progettazione, la pubblicazione, l’affidamento e l’esecuzione dell’appalto, comunicando con la banca dati nazionale di Anac. Una liberalizzazione del mercato senza limiti che ha generato caos rallentando, e in alcuni casi bloccando, la prosecuzione delle gare. Restano, infatti, decisamente troppe le piattaforme in circolo per la gestione dell’appalto, basti solo immaginare che ogni pubblica amministrazione ne ha scelta una propria che in rari casi potrà essere la stessa adottata da un altro ente e, inoltre, alcune non sono ancora interoperabili con Anac secondo il principio del “once only”. A marzo

8 marzo/aprile/2024

Il processo di digitalizzazione degli appalti pubblici fatica a decollare fra un mercato comandato dalle piattaforme, una duplicazione dei sistemi e poca chiarezza da parte delle parti decisionali. Per Ance occorre una piattaforma unica per una concorrenza leale e uniformare i processi

2024, secondo i dati accessibili dal sito di Anac nella sezione apposita (Rpc), risultano in totale 53 piattaforme digitali certificate, un numero destinato a salire date le incredibili opportunità di business offerte dal mercato.Come nel mito della torre di Babele, in cui convogliano innumerevoli lingue incomprensibili fra loro, così nuove piattaforme diverse nascono all’ordine del giorno, senza interoperare, senza parlarsi, con sistemi e processi differenti. E se anche il sistema digitale degli appalti rischiasse di subire le stesse sorti della torre di Babele, cedendo rovinosamente su sé stesso?

“Se non definiamo bene le regole di ingaggio, i problemi si riversano sul cantiere, aumentando i costi e diminuendo la qualità, oltre ad aumentare il contenzioso. Se il nuovo processo ci obbliga a lavorare con gli stessi metodi e definizioni, dobbiamo aiutarci a evitare fughe in avanti da parte di enti o stazioni appaltanti, altrimenti torneremo all’Italia dei Comuni, dove ognuno è in competizione col collega, pensando di essere migliore” sono le dichiarazioni del presidente di Ance Brescia Massimo Angelo Deldossi, rilasciate durante il convegno tenutosi in Regione Lombardia alla presenza delle pubbliche amministrazioni e che ben descrive la situazione attuale in cui imperversa l’ecosistema digitale degli appalti pubblici.

Occorre considerare che in tale processo la difficoltà è causata anche dalla poca chiarezza dell’ente garante. Infatti, non tutte le stazioni appaltanti hanno ancora l’obbligo di qualificarsi e in molti casi alcune di loro non possiedono nemmeno una piattaforma per la gestione dell’appalto, ma sono costrette a passare da una centrale di committenza qualificata, gettando nella confusione gli operatori. D’altro canto non si possono colpevolizzare nemmeno le software house per le difficoltà affrontate adesso, perché se sono riuscite a digitalizzare il processo di affidamento è in realtà la parte dell’esecuzione che fa resistenza e per tale ragione si assiste ad un blocco delle lavorazioni.

Un mercato liberalizzato in maniera eccessiva che paga le colpe di non aver pensato ad un adeguato periodo transitorio per la preparazione allo switch off. Le linee guida dell’Anac pubblicate

qualche mese prima della data di passaggio al digitale sono risultate superficiali, rivolte più alla gestione generica dell’appalto, senza accennare al dettaglio di come sarebbero avvenuti i caricamenti nelle piattaforme, addentrandosi nell’atto più pratico dell’operazione. Pratica che si è scoperta nello specifico solo il 1° gennaio del 2024, quando ormai il tempo delle prove era trascorso e occorreva passare subito all’azione. Di rammarico ce n’è tanto, soprattutto per le opportunità sfuggite al Governo di gestire diversamente il processo, prendendo in mano le redini sin dal principio per costruire il percorso di gestione e programmazione entro il quale poi le software house si sarebbero dovute inserire. Se da un lato la situazione è critica per le pubbliche amministrazioni, lo è anche per le imprese. Nella gestione di diversi incarichi può capitare che l’azienda collabori con più comuni contemporaneamente il che implica districarsi nella giungla infinita di piattaforme, caricando dati in ognuna di queste e duplicando il tempo per trascrivere ogni volta le stesse informazioni. Un processo che comporta svantaggi e problemi a partire dal paradosso della trasparenza. In un sistema in cui resta Anac l’ente garante della legalità e trasparenza delle aggiudicazioni, dovrebbe essere anche lei la detentrice dei dati e la divulgatrice. Invece al momento, nonostante l’impalcatura dell’e-procurement lo preveda, non funziona così, perché sono le imprese che devono inserire i propri dati nei mille portali delle stazioni appaltanti, venendo meno a una posizione superpartes. Il rischio è quello al quale si sta assistendo: un disequilibrio del mercato che limita e riduce la concorrenza, comportando anche ad una limitazione delle offerte fra le quali una stazione appaltante potrebbe scegliere.

Da tempo, infatti, Ance chiede una piattaforma unica per le pubbliche amministrazioni, che permetta la semplificazione del processo e che dia vita ad un sistema di concorrenza ad armi pari e in totale trasparenza. Sfortunatamente, nonostante l’auspicio di semplificare i processi, si è nuovamente inciampati nelle intricate logiche della burocrazia, in un terreno in cui non avrebbe dovuto neanche mettere piede.

marzo/aprile/2024 9

contabilità

Ritorno volentieri su un leitmotiv di “Costruire il futuro” assai caro ad Ance Brescia, con l’obiettivo di declinarlo da un particolare punto di vista, quello della continuità dell’impresa, con l’ausilio del Codice civile così come di recente integrato dal nuovo Codice della crisi dell’impresa.

Evolvendo da principi cardine sui quali risulta doveroso che l’imprenditore poggi il proprio progetto di futuro, quali la scelta degli strumenti ed investimenti opportuni, le competenze tecniche e tecnologiche, il vantaggio competitivo, la formazione e l’apprendimento continuo, la sostenibilità ambientale e le relazioni professionali continue, il nostro Codice civile all’art. 20286 pone in evidenza un tema assai rilevante: il dovere di “istituire un assetto organizzativo, amministrativo e contabile adeguato alla natura e alle dimensioni dell’impresa, anche in funzione della rilevazione tempestiva della crisi dell’impresa e della perdita di continuità aziendale”.

Per mezzo di questa nuova disposizione, il legislatore indica puntualmente come sia necessaria un’adeguata organizzazione dell’impresa, in primis per una gestione ordinaria e regolare dell’azienda e anche per intercettare tempestivamente le eventuali situazioni di crisi.

Questo è il punto sul quale intendo richiamare l’attenzione: l’imprenditore, sia che operi in forma societaria o collettiva che in forma individuale, deve predisporre adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili. Adeguati è il termine fondante. Tali assetti, infatti, quando correttamente adattati alla natura e alla dimensione dell’impresa, consentono senza dubbio alcuno la migliore gestione di essa, permettendo attraverso l’utilizzo di flussi informativi funzionali, l’assunzione delle decisioni opportune anche al fine di tenere sotto controllo il dayto-day business oltre che la propria situazione patrimoniale, economica e finanziaria.

Pertanto, risulta evidente come all’imprenditore si presenta il menzionato dovere, declinato nei due obiettivi richiamati, l’organizzazione e la prevenzione della crisi al fine

Crisi riconoscered’impresa: i segnali per prevenirla
I campanelli d’allarme che permettono di intercettare i primi sintomi della crisi e come riuscire a individuarli tempestivamente per salvaguardare la continuità dell’impresa
10 marzo/aprile/2024

di salvaguardare la continuità dell’impresa, solido obiettivo del nuovo Codice della crisi. E dalla locuzione aggiornata dell’articolo 2086 se ne deduce come l’implementazione di tale sistema di governance imponga agli imprenditori un generale dovere di diligenza professionale e di monitoraggio sull’adeguatezza degli assetti scelti, indipendentemente dalla presenza o meno di situazioni pregiudizievoli.

In tema di continuità dell’impresa, in ragione delle possibili difficoltà, nel corso del suo divenire, di intercettarne i primi sintomi di crisi da parte delle funzioni aziendali non sempre di immediata evidenza, anche il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, ha elaborato una serie di indicatori che consentono di evidenziare punti di criticità e sollevare le conseguenti valutazioni ed azioni finalizzate ad “attivarsi

senza indugio per l’adozione e l’attuazione di uno degli strumenti previsti dall’ordinamento”.

Il primo serio campanello d’allarme, di tutta evidenza, è dato dalla riduzione del patrimonio netto sotto i limiti di legge o, ancor di più, il suo azzeramento che impone l’attivazione, senza indugio, di valutazioni ed interventi specifici. Altri indici consentono di tracciare le incipienti difficoltà sulla scorta di risultanze numeriche facilmente estraibili dall’impianto contabile ed in-

Oltre agli indici evidenziati risulta essere molto utile per l’impresa l’utilizzo di situazioni economicopatrimoniali infrannuali e di flussi di cassa previsionali, quantomeno per i successivi dodici mesi regolarmente aggiornati. A tal fine, anche l’Organismo italiano di contabilità prescrive a tutte le imprese l’impegno di prevedere, in sede di predisposizione del bilancio, se l’impresa continui a operare come un’entità in ordinario funzionamento per i successivi dodici mesi. Aggiungasi come il nuovo Codice della crisi ha introdotto la possibilità per l’imprenditore che ritiene incombente uno stato di crisi della propria azienda, di ricorrere a procedure che, sulla ineludibile condizione della capacità di proseguire l’attività da parte dell’impresa medesima, consentono di raggiungere accordi con i creditori che ne favoriscono la continuazione.

formativo dell’azienda e, tra questi, i più utilizzati e significativi sono: il rapporto tra gli oneri finanziari ed i ricavi di vendita dell’esercizio, che rappresenta la sostenibilità degli oneri finanziari, ha un “valore obiettivo” inferiore al 3,8% ed è molto utilizzato nella prassi soprattutto dagli Istituti bancari per valutare il merito creditizio dell’impresa; il rapporto tra il flusso di cassa ed il totale attivo dello stato patrimoniale, che indica la capacità dell’impresa di trasformare gli investimenti effettuati in flusso monetario ed ha un “valore obiettivo” superiore allo 0,4%; e infine il rapporto tra attività a breve termine e passività a breve termine, che evidenzia l’equilibrio tra fonti e impieghi e la capacità dell’azienda di coprire le passività contratte nel breve e nel medio-lungo termine con le attività di medesima durata. Presenta un “valore obiettivo” superiore al 108%.

Non si tratta certamente di valutazioni semplici e di immediata lettura per l’azienda, per tale ragione risulta opportuno che l’imprenditore condivida le risultanze sopra richiamate con il proprio professionista di fiducia, così da ottenere un’analisi della situazione intercettata maggiormente approfondita e testata da diversi punti di vista, assumendo tempestivamente le opportune azioni correttive piuttosto che adire alle soluzioni procedurali che la richiamata normativa consente.

In conclusione, al di là delle assunzioni codicistiche evidenziate, risulta manifesto come l’investimento in adeguate e capaci risorse, oltre che la sostanziale implementazione dell’attività formativa continua (tradotto: investire sull’azienda), assicuri all’imprenditore, da un lato, il “costruire il futuro”, supportando al meglio il mantenimento della continuità aziendale e, dall’altro, “trasformando” spese ed oneri in investimenti, l’incremento di valore dell’impresa.

marzo/aprile/2024 11

L’impegno per la rigenerazione urbana e la sostenibilità Fondazione Campus Edilizia Brescia Un ente del Terzo settore per il futuro del territorio

12 marzo/aprile/2024
in primo piano

entre sta andando in stampa questo numero di Costruire il futuro è in fase conclusiva l’iter costitutivo della Fondazione Campus Edilizia Brescia Ets, iniziativa di Ance Brescia in sinergia con Confindustria Brescia, associazioni, ordini professionali e istituzioni, con l’obiettivo di sviluppare, partendo dallo studio dell’edilizia bresciana e dai bisogni espressi della città, progetti di rigenerazione urbana, recupero delle aree dismesse e sviluppo del territorio. Una Fondazione Ets che dalle orme del progetto Campus Edilizia Brescia prende forma per dare struttura a una visione più grande e diffusa di città sostenibile, promuovendo interventi tesi a migliorare la qualità della vita e dell’abitare. Stimolando il dialogo, il confronto e lo sviluppo di sinergie sul territorio, la Fondazione Campus Edilizia Brescia Ets fa squadra per contribuire a disegnare nuove stagioni dell’abitare e del vivere.

Realtà senza scopo di lucro, persegue finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, di ricerca scientifica di particolare interesse collettivo, di promozione dello sviluppo economico e umano della collettività, coordinamento e sviluppo di attività di ricerca e divulgazione relative all’edilizia e alla trasformazione del territorio. La Fondazione si propone lo svolgimento continuato di attività formative e culturali nonché di interventi, servizi e pratiche innovative per la salvaguardia e il miglioramento delle condizioni dell’ambiente, l’utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali e per la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio urbano. Sulla base di questi intenti la Fondazione Campus Edilizia proseguirà l’intensa azione sviluppata nei primi sette anni di attività del Campus, ad iniziare dall’approfondimento e dallo studio degli scenari socio-economici di città e provincia. La sinergia tra i vari qualificati partner privati e pubblici contribuirà ad offrire strumenti agli addetti ai lavori e alla collettività a supporto di una Brescia proiettata al 2050. Anno in cui l’Europa prevede il raggiungimento di un’economia climaticamente neutra per tutti gli Stati membri. Brescia in termini di azioni a tutela di ambiente, energia e clima vuole essere protagonista nel panorama nazionale ed europeo. Uno dei focus sarà quindi rivolto alla concreta declinazione del concetto di consumo di suolo zero, e all’obiettivo di recuperare grandi porzioni industriali dismesse, di costruire case e uffici a consumo energetico quasi o totalmente nullo.

Ogni azione di rigenerazione urbana si basa sullo studio attento dello stato dell’arte. Ben consapevole che l’esame delle condizioni sociali, economiche, ambientali di un territorio è un’attività imprescindibile per elaborare una buona strategia di futuro, Campus Edilizia Brescia ha promosso e commissionato al Cresme lo studio “Next Vision Brescia”, i cui risultati sono stati illustrati in sintesi durante un evento dedicato lo scorso dicembre.

marzo/aprile/2024 13
Dai dati per lo sviluppo della competitività territoriale

Partendo dall’analisi del territorio abbiamo negli anni esaminato le tante potenzialità della nostra provincia, ma emergono evidenti punti da migliorare. Riconoscerli è solo il primo passo per l’evoluzione del territorio in chiave strategica. Per questo motivo con “Next Vision Brescia” Campus si propone un dossier completo, che aggiorna lo studio “Brescia

Next 2020>2050” presentato nel 2019, riportando dati aggiornati sulla competitività territoriale di Brescia nel confronto con alcune delle principali città italiane ed europee. Un volume che passa in rassegna fattori demografici, sociali, economici, di innovazione, welfare, sicurezza, oltre ad altri aspetti peculiari per una valutazione puntuale delle potenzialità del territorio, per condividere una fotografia della nostra provincia, con i suoi punti di forza e di debolezza.

Lo studio apre presentando la posizione di Brescia nella classifica generale della competitività metropolitana, avanzando una riflessione sulla capacità della stessa

di risultare attrattiva nei confronti di fasce sempre più ampie di popolazione, italiana e straniera, dovendo far fronte a criticità evidenti, fra le quali spiccano la pessima qualità dell’aria, la presenza limitata di zone verdi e la migliorabile qualità dell’infrastruttura digitale. La nostra provincia emerge invece per indice di sviluppo demografico, sul fronte occupazionale (con una crescita del +4,7% di addetti tra il 2012 e il 2021) e per la dimensione delle imprese, superiore alla media nazionale. A distinguersi nel tessuto imprenditoriale di Brescia è il settore delle costruzioni, che ne rappresenta una quota significativa, e si mantiene leva della crescita registrando dinamiche eccezionali nel 2022, grazie alla spinta degli incentivi fiscali e della possibilità di cessione del credito di imposta — nonostante tutte le criticità riscontrate — che ha avuto un impatto rilevante sul fronte degli investimenti e del Pil. Sebbene il 2024 minacci di frenare la corsa, le costruzioni non potranno che continuare ad essere il motore non solo economico, ma anche sociale e culturale di un territorio, originando il substrato in cui si forma l’identità individuale e collettiva.

Lo studio “Next Vision Brescia”, come reso chiaro sin dal titolo della ricerca, guarda al futuro. Un futuro fatto di idee e progetti per la trasformazione urbana della città, in cui l’edilizia gioca un ruolo fondamentale, insieme a tutta la filiera. Parte del volume si riserva dunque a ciò che attende Brescia: dalla nuova tratta AV/AC Brescia-Verona, al depuratore della Valtrompia; dalla complessa ma più che mai necessaria bonifica dell’area Caffaro alle opere a cui si è sempre più sensibili, soprattutto dopo l’ondata pandemica, come l’Ospedale del Futuro; fino alle strutture che determineranno il domani dei nostri giovani e puntano a inclusività e senso di comunità, come il progetto di rigenerazione “La scuola al centro del futuro”. Con capacità di visione, che certo non manca ai partner di Campus Edilizia Brescia, l’impegno di tutti gli stakeholder, in dialogo con il territorio, è quello di dare risposte sulla progettualità che interessa lo sviluppo di strategie e azioni per la città del futuro. Lo studio chiude con i risultati emersi dal progetto di ascolto delle associazioni attive a Brescia (associative del terzo settore, sindacati e associazioni di categoria), alle quali è stato chiesto di formulare una propria visione di sviluppo del territorio, proiettando Brescia nel 2040. E volendo stimolare il lettore con la stessa richiesta, cosa manca oggi alla nostra provincia e come si potrebbe intervenire per colmare la carenze?

Presto sul sito

www.campusediliziabrescia.it il volume completo

dello studio

“Next Vision Brescia”

14 marzo/aprile/2024 in primo piano
I veri valori non sono cambiati. E mai cambieranno.

Dal 1977 una storia imprenditoriale con forte orientamento al servizio e presenza sul territorio. Dal 2007 produttore di pannelli fotovoltaici di alta qualità ed un punto di riferimento per gli specialisti del fotovoltaico.

www.artigianidelfotovoltaico.com

economia

Economia bresciana: segnali di sostanziale stabilità

Nell’ultimo trimestre del 2023, è risalito il clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore dei servizi, in aumento rispetto alla rilevazione precedente e in linea con quanto sperimentato nella seconda metà del 2022.

Un anno segnato da poche luci e diverse ombre a livello territoriale, a fronte di un contesto regionale che ha mostrato ancora segni positivi. Il 2023 per il made in Brescia è andato in archivio mettendo in evidenza alcuni aspetti negativi, che tuttavia non hanno fiaccato la capacità e la volontà delle imprese di continuare a investire - non solo sull’innovazione - per confermarsi protagoniste sui mercati di tutto il mondo. Il primo segnale è arrivato dal bilancio complessivo dell’attività produttiva nel settore manifatturiero bresciano: nello scorso esercizio ha registrato complessivamente una debole flessione (-0,2%) sul 2022, dopo i rilevanti movimenti di crescita sperimentati nel biennio precedente (+14,8% nel 2021 e +4% nel 2022). Si è trattato del primo «segno meno» per l’industria locale dal lontano 2013 (se si esclude l’eccezionale 2020 pesantemente condizionato dal Covid), frutto di una componente propria negativa (-0,7%), solo in parte compensata dalla crescita ereditata dal 2022 (+0,5%). Le previsioni a breve sono state sostanzialmente orientate al mantenimento dei livelli raggiunti nell’ultimo trimestre del 2023, chiuso con un calo tendenziale del 2,22% e una crescita congiunturale dell’1,6% come evidenziato dall’indagine condotta dal Centro studi di Confindustria Brescia. L’andamento provinciale, però, non trova riscontro in quello regionale. Come testi-

moniano i dati elaborati da Unioncamere Lombardia, nonostante i rischi geopolitici, la perdurante crisi industriale tedesca e gli alti tassi d’interesse, il comparto manifatturiero lombardo ha salutato il 2023 con un +0,2 tendenziale per l’industria e un +1,8% per l’artigianato. Altri sono gli indicatori che confermano le difficoltà in chiave territoriale. Iniziando dal mercato del lavoro, soprattutto considerata la preoccupante frenata riscontrata nell’ultimo trimestre. Come emerge dall’Osservatorio provinciale, che ha rielaborato i dati Sistal di Regione Lombardia, il quadro che emerge è a due facce: da un lato, il saldo tra avviamenti e cessazioni è in attivo per 7.441 unità, con gli ingressi che toccano quota 222.930 (stabili nel confronto con il 2022) e le uscite che arrivano a 215.489, anche in questo caso con poche differenze su base annua. Ma gran parte della variazione positiva è da attribuire al primo trimestre del 2023, perché i periodi di aprile-giugno e luglio-settembre avevano cominciato a mostrare i primi segni di rallentamento, diventati una vera flessione negli ultimi tre mesi dell’anno.

A questo si accompagna la frenata in doppia cifra della domanda di lavoratori in somministrazione, che ha registrato una flessione del 10% circa sul 2022, quando invece aveva segnato un +11% sul 2021.

A evidenziarlo sono i dati forniti dalle Agenzie per il Lavoro. Come già rilevato

Sul fronte delle imprese il 2023 si è chiuso con un totale di 117.203 società registrate all’anagrafe camerale di Brescia, di cui 32.193 iscritte al ruolo artigiano

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in precedenza, la discesa delle richieste che ha caratterizzato buona parte dell’anno scorso va interpretata non solo alla luce della frenata dell’industria locale, ma anche e soprattutto del processo di ricomposizione interno al contratto di somministrazione, che si traduce in una minore incidenza della componente a tempo determinato, a favore invece di quella a tempo indeterminato (il cosiddetto «staff leasing»).

Sul fronte delle imprese il 2023 si è chiuso con un totale di 117.203 società registrate all’anagrafe camerale di Brescia, di cui 32.193 iscritte al ruolo artigiano. L’analisi dei flussi, realizzata dal Servizio studi della Camera di Commercio territoriale, ha messo in evidenza che, da gennaio a dicembre scorsi, sono state avviate 6.595 società, in calo dell’1,5% sul 2022. Sul

Tendenza generale dell'economia italiana: prospettive a breve termine

Fonte: Indagine

Prospettive a breve termine

Fonte: Indagine Congiunturale settore Terziario

fronte della mortalità sono state 7.639 le aziende cancellate, di cui 2.031 d’ufficio ovvero cancellazioni di posizioni formalmente ancora attive ma in realtà non più operative. Al netto di queste ultime, la differenza tra nate e cessate è positiva per 1.035 unità, «tuttavia nel confronto con l’anno prima la base imprenditoriale è diminuita dello 0,9%», avverte l’ente camerale.

Le difficoltà dell’economia internazionale hanno pesato sul made in Brescia anche in termini di Cassa integrazione. Le ore autorizzate l’anno scorso dall’Inps alle imprese del territorio sono state pari a 18,253 milioni, in crescita del 30,8% rispetto ai 13,94 milioni di ore del 2022. Così, dopo il calo del 65,8% registrato tra il 2022 e il 2021, la Cassa in provincia è tornata a correre: si allontanano ulteriormente i livelli pre-Covid, con il 2019 che aveva fatto emergere 6,9 mln di ore e il 2018 che era andato ancora meglio, a quota 4,71 mln di ore. L’andamento della provincia è in controtendenza rispetto a quello nazionale: nel 2023, come testimoniato dall’Osservatorio sulla Cassa integrazione dell’Inps, sono state autorizzate alle aziende 422,3 milioni di ore con un calo del 29% guardando all’anno prima. Segnali incoraggianti per il Bresciano - ma non troppo in prospettiva - sono emersi dal Terziario. Nell’ultimo trimestre del 2023, è risalito il clima di fiducia delle imprese bresciane attive nel settore dei servizi, in aumento rispetto alla rilevazione precedente (106) e in linea con quanto sperimentato nella seconda metà del 2022. Nel 2023 il livello di fiducia medio dichiarato delle aziende impegnate nel comparto è stato pari a 118, in progresso nei confronti del 2022 (era a 111), ma in decisa flessione sul 2021 (a quota 138). La dinamica che ha caratterizzato il periodo ottobre-dicembre scorso va di pari passo con la ripresa del settore industriale locale, dopo lo stagionale rallentamento nel periodo estivo, all’interno di un contesto non privo di elementi di preoccupazione, tra cui spiccano: le perduranti tensioni geopolitiche, gli alti tassi d’interesse e il ridimensionamento della domanda. Con riferimento alle previsioni di breve periodo oltre tre aziende su quattro (78%) hanno previsto una dinamica stazionaria, il 17% si è dichiarato pessimista, mentre solo il 5% degli imprenditori ha espresso un orientamento ottimistico. Tali numeri riflettono quindi una percezione, da parte delle imprese, di una sostanziale stabilità per il sistema economico in generale.

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n Sfavorevole 20% n Favorevole 16% n Stazionaria 64% n + n = n –
Congiunturale settore Terziario, Centro Studi Confindustria Brescia.
38% 44% 54% 44% 8% 12% 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0%
Centro Studi Confindustria Brescia. FATTURATO PORTAFOGLIO ORDINI

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La Basilica di Santa Maria di Collemaggio sarà uno dei monumenti che nel 2026 impreziosirà l’Aquila, proclamata per quell’anno, proprio nel giorno in cui scrivo questo articolo, dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano Capitale italiana della Cultura. “L’Aquila è una città ricca di storia e di identità e merita certamente di essere capitale della cultura”, ha dichiarato Sangiuliano. Un riconoscimento che arriva alla vigilia della ricorrenza del quindicesimo anniversario dal devastante terremoto del 2009. “Essere capitale italiana della cultura non è un risarcimento, ma rappresenta un elemento attorno a cui ricostruire il tessuto sociale della nostra comunità”, afferma il sindaco della città Pierluigi Biondi. Credo che la celebrazione dell’anno speciale per il capoluogo abruzzese rappresenti per tutti gli amanti della bellezza un’occasione proficua per visitare la città, che ancora presenta ferite profonde dopo il terribile sisma. Un’occasione da non perdere anche per visitare il gioiello architettonico adagiato un poco discosto dal centro urbano, che affonda le radici nel tredicesimo secolo. Costruita a partire dal 1287 per volere di Pietro da Morrone, che tra le sue mure sarà in seguito incoronato Papa nel 1294, al secolo come Celestino V, la basilica di Santa Maria di Collemaggio è considerata il più significativo edificio religioso abruzzese. Ebbi modo di visitarla alcuni anni prima del tragico sisma del 2009, rimanendo affascinato dalla sua ri-

Basilica di Collemaggio la bellezza ritrovata di un simbolo dell’Aquila

Costruita a partire dal 1287 per volere di Pietro da Morrone, che tra le sue mure sarà in seguito incoronato Papa nel 1294, al secolo come Celestino V, la basilica di Santa Maria di Collemaggio è considerata il più significativo edificio religioso abruzzese

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gorosa semplicità, capace di restituire bellezza allo stato puro, con le piccole pietre della facciata principale a comporre un magnetico ricamo incorniciato dal verde antistante. Ammirandola si comprende perché sia considerata la massima espressione dell’architettura abruzzese e uno dei punti più alti dell’architettura medievale italiana di stampo romanico-gotico. Un ampio rosone centrale e due rosoni di dimensioni ridotte nella parte inferiore impreziosiscono la facciata caratterizzata dall’alternanza tra il bianco e il rosso. Confesso che c’è un ulteriore motivo che mi lega alla basilica aquilana: al suo interno un mausoleo ospita il corpo di Celestino V, figura ricordata da Ignazio Silone, uno dei miei autori preferiti durante gli anni della tarda

adolescenza e della prima giovinezza, nella sua opera “L’avventura di un povero cristiano”. Quel papa reso celebre da Dante richiamando nella Divina Commedia il “gran rifiuto”, ovvero la sua rinuncia al papato dopo 161 giorni dalla sua elezione Silone vede nel “gran rifiuto” di Celestino V, non una debolezza, bensì una presa di distanza dall’apparato della curia romana. Alla figura del pontefice che scelse il ritorno a una vita semplice è tuttora legata la perdonanza celestiniana, le celebrazioni della quale prevedono l’apertura della porta santa che si trova sulla parete sinistra della basilica. È considerata la prima porta santa della storia, anche se la definizione la caratterizza solo dal Millequattrocento, sulla scia delle porte sante romane.

Un rinnovato spazio ricco di storia

Dopo una visita, a metà del decennio scorso, solo esterna perché all’interno della basilica era attivo il cantiere per la sua ricostruzione, nel 2022 ho potuto varcare la sua soglia e immergermi in uno spazio ricco di storia, ottimamente sistemato grazie a un articolato intervento di restauro reso necessario dalle profonde devastazioni del terremoto del 6 aprile 2009. Sotto la regia della Soprintendenza dell’Aquila, gli atenei dell’Aquila, La Sapienza di Roma e il Politecnico di Milano, hanno fornito il loro supporto scientifico ad alcuni aspetti della progettazione dell’intervento di recupero dello storico e prezioso edificio. Un edificio che merita una visita, magari frutto di un’apposita deviazione da inserire nell’eventuale viaggio di andata e di ritorno tra il Sud e il Nord d’Italia. Tornando da una vacanza nei mari pugliesi, calabresi o campani, oppure da un viaggio di lavoro consumato sull’asse Bari — Milano o Verona — Napoli. Uno sforzo che sarà ricompensato dall’emozione suscitata dalla visione di un edificio religioso con peculiarità uniche nel vasto panorama dell’italica ricchezza artistica e monumentale. Senza dimenticare che l’intera città dell’Aquila merita di essere conosciuta, soprattutto ora che la sua trama urbanistica sta riprendendo la sua

fisionomia di palazzi rigorosi e insieme gradevoli e la sua anima sociale di vivace città universitaria si sta positivamente riprendendo. La basilica di Collemaggio risulterà essere un prezioso tassello nell’ampio mosaico che compone il progetto “L’Aquila Città multiverso” che è valso al capoluogo abruzzese il riconoscimento di Capitale italiana della Cultura 2026. Per Marco Marsilio, rinominato presidente della Regione, “Si tratta di un ambizioso programma di sperimentazione artistica per la creazione di un modello di rilancio socioeconomico territoriale a base culturale, capace di proiettarla verso il futuro seguendo i quattro assi della Nuova Agenda europea della Cultura: coesione sociale, salute pubblica benessere, creatività e innovazione, sostenibilità socioambientale”.

Un restauro di grande rilevanza per la comunità locale, che a seguito del crollo di una parte della basilica era rimasta a lungo attonita, registrando la perdita di un luogo legato alla fede e alla spiritualità e insieme un simbolo iconico della città stessa. Grande è stata, quindi, la corale soddisfazione della cittadinanza quando poté conoscere i contenuti del programma di restauro della basilica, dal significativo titolo “Ripartire da Collemaggio”.

Allo stesso hanno collaborato il Comune, l’Arcidiocesi, l’Università, la Soprintendenza, affiancati da Eni come sponsor tecnico.

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Le immagini che corredano l’articolo sono di Adriano Baffelli

sostenibilità

Percorso di introduzione alla sostenibilità

Nel contesto attuale di crescente consapevolezza ambientale e sociale, la parola “sostenibilità” si è radicata nel vocabolario quotidiano, volendo garantire un futuro equilibrato per le generazioni a venire. Tuttavia, nonostante la tematica sia ampiamente promossa e adottata nell’ambito della vita ed esistenza di ogni essere umano, la sua valutazione rimane un argomento complesso e sfidante. Questo vuole essere il primo di una serie di articoli dedicati alla sostenibilità, dove si cercherà di introdurre come comprendere e come valutare l’impatto ambientale, sociale ed economico che deriva dalle azioni e decisioni assunte quotidianamente nell’

ambito aziendale. Attraverso un’analisi degli standard ad oggi disponibili, si cercherà di chiarire quali sono gli aspetti da considerare e la terminologia usata per cominciare ad approfondire gli aspetti Esg. Per rendicontare e trasmettere in modo efficace il proprio impegno per la sostenibilità, è essenziale adottare standard riconosciuti a livello internazionale.

A livello Europeo e nel contesto italiano i bilanci di sostenibilità sono ad oggi redatti utilizzando prevalentemente i Global Reporting Initiative (o più brevemente Gri) come standard di rendicontazione, ma sono in fase di completa divulgazione e introduzione anche gli Esrs (Environmen-

tal, Social and Governance Reporting Standard), principi la cui applicabilità diverrà obbligatoria per tutte le imprese che ricadono nei parametri definiti dalla nuova direttiva Csrd.

In questo primo articolo, introduciamo i Gri, che ad oggi, rappresentano i più diffusi standard per la rendicontazione della sostenibilità a livello mondiale. Il Gri, fondato nel 1997, presente e sviluppato quindi da più di un ventennio, è diventato uno dei principali strumenti utilizzati dalle aziende per la rendicontazione della sostenibilità. Le sue linee guida offrono un quadro completo per la raccolta e la divulgazione di informazioni su una vasta gamma di questioni, tra cui emissioni di gas serra, diritti umani e pratiche di gestione etica. Attraverso i Gri, le organizzazioni possono valutare il loro rendimento in modo comparabile nel tempo e rispetto ai concorrenti, promuovendo la trasparenza e la responsabilità.

Il Gri offre una struttura completa e dettagliata per la raccolta e la divulgazione di informazioni relative alle prestazioni ambientali, sociali e di governance di un’organizzazione.

Nei primi articoli di questa rubrica, ci concentreremo sui principi fondamentali del Gri, che includono la rilevanza, l’esaustività, la tempestività, l’accuratezza, l’equità e la chiarezza. Questi principi forniscono una base solida per la rendicontazione della sostenibilità, assicurando che le informazioni divulgate siano pertinenti, complete, tempestive, accurate, equilibrate e comprensibili.

I Gri si compongono di:

3 standard generali, applicabili a tutti i bilanci di sostenibilità e che contengono la terminologia e gli aspetti generali.

Diversi standard tematici, per l’approfondimento degli specifici temi economici, ambientali e sociali.

Diversi standard settoriali, rivolti a specifici settori al fine di definire i loro probabili temi materiali.

Parola alle imprese

Ance Brescia ha lanciato da autunno dello scorso anno il servizio rivolto alle imprese associate per affiancarle nella stesura del proprio bilancio di sostenibilità. L’iniziativa è stata accolta con interesse da alcune realtà, le quali hanno dato inizio al percorso di raccolta dati per la realizzazione del documento. Fra queste abbiamo raccolto la testimonianza rilasciata da Anna Maria Marzocchi, socio amministratore della Marzocchi srl, che ha raccontato la sua esperienza come stimolo per spingere altre imprese a intraprendere il percorso verso la sostenibilità.

Perché avete scelto di iniziare il percorso?

Il nostro primo bilancio di sostenibilità è stato avviato principalmente per rispondere alle crescenti aspettative degli stakeholder, inclusi clienti e comunità, che richiedevano una maggiore trasparenza sulle nostre pratiche aziendali e l’impatto sull’ambiente e sulla società. Abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di mettere nero su bianco l’impegno e le scelte che da sempre adottiamo per operare in modo sostenibile e responsabile, cogliendo anche l’occasione per porci degli obbiettivi utili a migliorare.

Quali vantaggi credete che possa apportare alla vostra impresa la redazione del bilancio di sostenibilità?

Crediamo che investire nel bilancio di sostenibilità offra vantaggi chiave per le aziende. Prima di tutto, migliora la reputazione, dimostrando impegno verso l’ambiente e la società, influenzando positivamente le decisioni d’acquisto dei clienti. Inoltre, porta a una riduzione dei costi operativi, ottimizzando l’uso delle risorse e diminuendo l’impatto ambientale. Questo impegno apre anche nuove opportunità di business, poiché sempre più aziende e consumatori cercano

nnn

Nel Gri 1 del 2021, che approfondiamo in questo articolo, sono definiti concetti fondamentali che sottolineano l’importanza degli “impatti”, dei “temi materiali”, della “due diligence” e degli “stakeholder”. Gli “impatti” si riferiscono agli effetti economici, ambientali e sociali, inclusi i diritti umani, delle attività o relazioni di business di un’organizzazione.

partner sostenibili. La sostenibilità rafforza anche le relazioni con gli stakeholder e riduce i rischi, prevenendo crisi reputazionali e finanziarie. Una strategia che porta benefici finanziari, reputazionali e apre le porte al successo a lungo termine in un mondo sempre più focalizzato sulla sostenibilità.

Quali sono stati gli ostacoli principali individuati durante il processo?

Abbiamo appena iniziato il percorso e ci siamo resi conto di avere tanti dati a portata di mano in azienda, ma risulta difficile razionalizzarli secondo le indicazioni fornite dal consulente. Ma questo non ci scoraggia, anzi è sicuramente uno stimolo per lavorare con maggiore interesse e aiutare tante altre aziende che vorranno intraprendere questo percorso in futuro.

Credete che il tempo dedicato alla compilazione del bilancio di sostenibilità possa rappresentare un investimento per il futuro della vostra impresa? Certo. Il tempo dedicato alla compilazione del bilancio di sostenibilità può essere considerato un investimento per il futuro dell’impresa. Questo documento fornisce una valutazione dettagliata delle prestazioni ambientali, sociali e di governance, che può guidare le strategie aziendali verso la sostenibilità a lungo termine, migliorando la reputazione, la fiducia degli stakeholder la resilienza aziendale.

Siete soddisfatti del servizio proposto? Avevamo già preso la decisione di intraprendere il percorso per la redazione del bilancio di sostenibilità e l’apertura del servizio di Ance Brescia è avvenuta al momento giusto. Avevamo contattato dei consulenti esperti, ma gli incontri lasciavano sempre qualche dubbio e perplessità, perché era come se non comprendessero pienamente la complessità del nostro settore. La possibilità di essere accompagnati dai professionisti di Ance Brescia rassicura, perché garantisce la buona riuscita del progetto.

Questi impatti possono essere sia positivi che negativi e sono interrelati tra loro, influenzando direttamente l’equilibrio complessivo dello sviluppo sostenibile.

I “temi materiali” definiti in termini generali nel Gri 1 rappresentano gli argomenti prioritari per la rendicontazione, focalizzandosi sugli impatti più significativi sull’economia, sull’ambiente e sulle persone,

compresi i diritti umani. La determinazione di tali temi è un processo dinamico che coinvolge il monitoraggio degli impatti e il coinvolgimento degli stakeholder. La “due diligence” nel Gri 1 è il processo attraverso il quale un’organizzazione individua, previene, mitiga e rende conto dei suoi impatti economici, ambientali, sociali e sui diritti umani. Questo processo pre-

vede strategie per affrontare gli impatti negativi e assegna priorità in base alla gravità degli impatti, con un’attenzione particolare ai diritti umani. Infine, gli “stakeholder”, come definiti nel Gri 1, sono individui o gruppi i cui interessi sono influenzati o potrebbero essere influenzati dalle attività dell’organizzazione. Coinvolgere gli stakeholder è cruciale per identificare e gestire gli impatti delle attività dell’organizzazione, garantendo che i loro interessi siano considerati nel processo decisionale e nella valutazione complessiva della sostenibilità. Questi sono i primi aspetti che un’impresa deve considerare per iniziare a costruire il proprio bilancio di sostenibilità. Un percorso impegnativo, ma che se integrato con le esigenze e le strategie aziendali, può portare all’azienda vantaggi in termini di competitività, qualificazione e affermazione nel tempo. Ance Brescia accompagna le imprese interessate ad avviare il processo di rendicontazione della sostenibilità grazie al nuovo servizio rivolto agli associati realizzato anche in collaborazione con la società Audit Professionals Group che, con uno specifico team di esperti, supporta le imprese in tale percorso. Per maggiori informazioni è possibile inviare una mail a andrea.piccinali@ancebrescia.it

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digitalizzazione & bim

Transizione digitale più facile per le imprese edili con gli approfondimenti dell’avvocata

Chiara Micera

Nell'ambito della rubrica Digitalizzazione e Bim si propone un nuovo approfondimento dell'avvocata Chiara Micera, esperta di diritto delle nuove tecnologie e Legal Bim, fondatrice dell'omonimo studio legale operante su tutto il territorio nazionale, con sede storica a Bologna, ed ora con una nuova apertura anche a Brescia a fronte di una presenza già operativa nel nostro territorio. La professionista ci guida in un interessante viaggio all’insegna della comprensione dei meccanismi fondamentali sui quali si basa lo sviluppo e la funzionalità dell’AI, oppure dell’IA se decliniamo l’acronimo nella lingua italiana, e chiarisce, qualora venisse adeguatamente utilizzato, il potenziale concreto supporto dell'innovativo strumento al settore edile. L’argomento si svilupperà in due articoli, pubblicati in sequenza, il primo in questo numero e il secondo nel prossimo, con una panoramica ampia dello stato attuale delle diverse fonti regolamentari, e dell’evoluzione tecnologica. Un contributo qualificato, a sostegno del nuovo servizio attivato da alcuni mesi da Ance Brescia in favore delle imprese associate. Un servizio voluto dai vertici associativi e dalla direzione per garantire un efficace e pratico supporto ai costruttori, in modo possano con serenità applicare la transizione digitale nelle loro imprese, indipendentemente dalla dimensione delle stesse. Un servizio che coinvolge i funzionari di Ance Brescia, che di concerto con lo Studio Legale Micera, sono costantemente a disposizione degli associati e impegnati ad accrescere le competenze della struttura per affiancare realtà sempre più coinvolte in scenari tecnologicamente complessi. Scenari che per alcuni sarebbero futuribili ma che in realtà sono già il presente delle nostre imprese. Per questo gli approfondimenti dell’avvocata Micera rivestono particolare valore e possono concretamente aiutare le aziende a meglio comprendere la materia, orientandole anche sulle scelte complesse e per niente scontate da intraprendere per una transizione digitale positiva e proficua per le imprese edili bresciane. Buon futuro! A.B.

Tutto incominciò nel 1962, nella famosa partita a scacchi tra Robert Nealey e un computer Ibm, che fu vinta dalla macchina, “addestrata” con dei modelli statistici. Da allora l’evoluzione dell’intelligenza artificiale (Ai) permette la più ampia applicazione in ogni settore, compreso quello delle costruzioni, sia nella fase della progettazione che dell’esecuzione e infine nella gestione del cespite. Gli utilizzi più comuni e diffusi dell’intelligenza artificiale sono il machine learning, le reti neuronali e il deep learning. Trattasi in realtà di sottoinsiemi del più ampio fenomeno, e la distinzione tra essi inerisce le diverse modalità di apprendimento dell’algoritmo, imitando processi della mente umana, quali il ragionamento, l’imparare e conseguentemente la risoluzione di problemi complessi. Ciò avviene fornendo al software una grande quantità di dati, attraverso procedure note come data mining, cioè un assortimento di metodi di-

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Avvocata Chiara Micera Studio legale Micera

L’intelligenza artificiale in cantiere: supporto e sicurezza

a cura dell’Avv. Chiara Micera

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Gli utilizzi più comuni e diffusi dell’intelligenza artificiale sono il machine learning, le reti neuronali e il deep learning

versi per estrarre informazioni dai dati, ed utilizzando algoritmi a ciò addestrati secondo la finalità da perseguirsi (allo stato, gli algoritmi di Ai ufficialmente riconosciuti a livello internazionale dalla comunità scientifica, sono circa un centinaio). Il più diffuso, il machine learning o sinteticamente ML, si distingue tra supervisionato e non supervisionato. Quanto al primo, ormai presente in quasi tutte le nostre attività quotidiane, un data scientist agisce da guida e insegna all’algoritmo i risultati da generare, mediante un set di dati già “etichettato” e con un output predefinito. In sostanza l’obiettivo dell’apprendimento supervisionato è dare un senso ai dati nel contesto di una ricerca specifica, quindi guidata. Un esempio di utilizzo è per la valutazione dei rischi, tra essi, l’insolvenza di chi richiede un finanziamento, per valutare se concederlo o meno. Altro è l’utilizzo per la manutenzione predittiva, ove i sistemi di machine learning, addestrati con i dati direttamente acquisiti dai sensori IoT installati sui sistemi monitorati, riescono a distinguere le situazioni di funzionamento corretto dalle anomalie che potrebbero essere sintomatiche di un guasto o di una situazione che potrebbe causarlo. Al contrario, il machine learning non supervisionato mette a disposizione un numero maggiore di dati, i c.d. big data, lasciando che l’algoritmo individui autonomamente l’analisi dei componenti principali e le regole di associazione, creando quindi un risultato statistico, che con l’aiuto degli sviluppatori diventa quindi un “modello analitico”.

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Esempi pratici di uso comune sono i c.d. “sistemi di raccomandazione”, usati dalle piattaforme di e-commerce per consigliare gli utenti sulla base delle informazioni acquisite dai sistemi di tracciamento sull’analisi comportamentale.

Altro esempio è la verifica della duplicazione dei testi, che avviene mediante l’analisi di grandi quantità di dati, chiamati corpus, contenuti in testi provenienti dal webscraping (cioè, l’estrazione di contenuti e dati da siti web tramite un software) o da collezione di articoli. Con questo sistema è possibile verificare casi di plagio anche molto elaborati, in cui un testo copiato può contenere molte informazioni dell’originale, anche sparse e rimescolate.

Invece le reti neuronali artificiali, generalmente chiamate Ann (Artificial neural network) sono un apprendimento automatico, secondo un “modello computa-

zionale”, ispirato al cervello umano, e di come i neuroni biologici si inviano segnali; in questo caso l’esempio più comune è l’algoritmo di ricerca di Google, ma le applicazioni sono in via di sviluppo, considerando che lo stesso può riconoscere le immagini, aspetto di grande ausilio, ad esempio, nella diagnostica medica. Infine, il deep learning è una rete neurale evoluta con più livelli di connessione, per l’elaborazione più complessa di dati. Questa breve e sommaria introduzione ai possibili applicativi dell’Ai, ci permette di riflettere sulle potenzialità dell’utilizzo in edilizia, soprattutto se coordinati con altri tools tecnologici, quali l’internet of things (cioè, la rete di oggetti “fisici” che hanno sensori, software e altre tecnologie integrate allo scopo di connettere e scambiare dati con altri dispositivi e sistemi su internet), i droni, la realtà virtuale e aumentata, solo per citarne alcuni. La condizione imprescindibile sottostante è l’utilizzo del Bim (building information modeling) o, meglio, della gestione informativa digitale, secondo la più attagliata definizione della lingua italiana, che consente di utilizzare il modello 3D o, meglio, 4D. Secondo la norma Uni 11337 -1 quest’ultimo è: “...la simulazione dell’opera o dei suoi elementi in funzione del tempo, oltre che dello spazio...”.

oggi più che mai attuale; ad esempio l’utilizzo di telecamere, sensori o altri dispositivi permette di monitorare i lavori, e l’esperienza consente all’Ai di elaborare sintesi sulle criticità emerse, consentendo di prevenire sinistri mediante l’adozione di misure, così come accade nella logica dei Piani di Sicurezza oggi applicati nei cantieri, secondo il rispetto del D.Lgs. 81/2008 e successive modifiche.

Una tecnologia di mappatura avanzata permetterebbe di verificare se i lavoratori indossino i Dpi richiesti per la specifica attività/mansione; inoltre, l’utilizzo di una sensoristica indossabile (ad esempio uno smartwatch o elmetti e giubbotti “intelligenti”), nonché il riconoscimento facciale (modelli comportamentali del lavoratore, espressioni che esprimono stanchezza o distrazione), potrebbero consentire di intervenire in tempo reale.

Ed è evidente che l’utilizzo dell’Ai, e comunque della digitalizzazione, permette di prevenire non solo i sinistri, ma i contenziosi nell’accezione più ampia. Infatti, l’adozione di un modello informativo condiviso permette di avere contezza dell’apporto del singolo e di conseguenza alla riconducibilità della condotta al soggetto, meccanismo che potrebbe essere ulteriormente rafforzato da procedimenti di “notarizzazione”, ovvero la garanzia dell’immodificabilità di un documento in una certa data, dei processi, in primis mediante l’adozione di strumenti informatici di primo momento, quali l’utilizzo della posta elettronica certificata, la firma digitale o il sigillo elettronico, ma altresì della blockchain, la quale potrebbe essere utilizzata anche per le transazioni finanziarie, collegando ad esempio le erogazioni al raggiungimento dei Sal, o al contrario al pagamento di penali per il ritardo nella consegna delle opere, a mezzo smart contract

La riflessione del giurista è capire se l’evoluzione tecnologica appena accennata, rappresenti un futuro utopico o distopico

Sappiamo che organizzare un cantiere significa anche ottimizzare le risorse, e redigere un cronoprogramma dei lavori, con l'utilizzo del cosiddetto diagramma di Gantt e altre misure. L’utilizzo del Bim permette di “visualizzare il cantiere” sin dalla fase della progettazione, creando dei collegamenti “intelligenti” tra il modello 3D e le informazioni dell’esecuzione di quell’opera, condivisa tra gli operatori per identificare, analizzare e prevenire tutte le attività di cantierizzazione, realizzando le “informazioni federate”, nel senso che recano in sé l’apporto di ogni soggetto partecipante.

Inoltre la rappresentazione virtuale dell’opera permette anche di migliorare la tutela della sicurezza dei lavoratori, tema

La riflessione del giurista è capire se l’evoluzione tecnologica appena accennata, rappresenti un futuro utopico o distopico.

Gli interessi in campo hanno differente rilievo, si pensi ad esempio all’esigenza di contemperamento tra il dovere di proteggere la salute del lavoratore, e il diritto primario di quest’ultimo alla tutela dei dati sensibili legati al proprio corpo, raccolti e monitorati come sopraesposto. Nel mio prossimo articolo svilupperò l’analisi del quadro normativo per comprendere come utilizzare la nuova tecnologia per lo sviluppo delle attività del settore edile.

24 marzo/aprile/2024
digitalizzazione & bim

innovazione & tecnologie

La presente nota costituisce la prima parte di una riflessione, focalizzata sul cantiere edile e infrastrutturale, che successivamente si estenderà all’impresa di costruzioni, intesa come organizzazione

connubio tra intelligenza artificiale e impresa di costruzioni, e tanto più cantiere, edile o infrastrutturale che dir si voglia, può apparire, per certi versi, inusitato, se si rivolge lo sguardo alle condizioni attuali del mercato, nel senso che esso può apparire futuribile. All’inverso, lo stesso tema, concepito, ad esempio, quale applicazione di riconoscimento di immagini tramite i modelli di apprendimento automatico ai fini della valutazione dell’avanzamento dei lavori oppure per l’individuazione di non conformità, può sembrare capace di esaurire puntualmente l’argomento.

In realtà, il tema generale della digitalizzazione e quello particolare dell’intelligenza artifi-

ciale sollevano una serie di questioni di non marginale rilievo per le imprese di costruzioni che vertono sul tema della produttività.

In estrema sintesi, infatti, i più avanzati modelli linguistici di grandi dimensioni (Large Language Model ovvero Llm) e la Retrieval Augmented Generation (Rag), ovverosia la generazione potenziata dal recupero, promettono, in ogni settore economico, di fornire supporti informativi ai processi decisionali di grande efficacia. Nello specifico, ben oltre la modellazione informativa, il famigerato Information Modelling, la gestione informativa digitale del cantiere, tra Llm e IoT (Internet of Things), promette di consentire di giungere all’autonomazione di molti processi decisionali.

In altre parole, la possibilità di procedere a previsioni basate sulle emergent ability dei modelli linguistici, che interagiscono con gli utenti tramite il linguaggio naturale e i prompt, supportate anche dall’accesso degli stessi a fonti esterne, dall’andamento dei valori sui mercati finanziari o delle previsioni meteorologiche sino ai flussi di dati forniti da dispositivi sensorizzati o al-

le rilevazione del sentiment delle persone, potrebbero fare sì che la nozione, abusata, di Digital Twinning, possa divenire attendibile per i processi produttivi.

Al contempo, i modelli di simulazione che sono alla base del rapporto che intercorre tra recettori e attuatori potrebbero non offrire più spiegazioni causali, generando un’impenetrabilità.

Da un certo punto di vista, si potrebbe affermare che le caratteristiche della intelligence e della prediction si incentrino non solo sul tema dell’efficienza, ma, soprattutto, su quello dell’efficacia.

In questo modo, si realizzerebbe un salto qualitativo, nel senso che le metriche sarebbero orientate su un obiettivo ben più ambizioso che traguardi le prestazioni intrinseche dei processi cantieristici, ancor prima che i suoi esiti.

Prima di tutto, occorre che il settore della costruzione e dell’immobiliare e le sue rappresentanze imprenditoriali, nello specifico, ragionino su una politica industriale di natura generale che preveda investi-

L’Intelligenza artificiale e il cantiere edile
marzo/aprile/2024 25

menti sulla trasmissione dei dati, sul super calcolo e sugli spazi dei dati, a partire da Gaia-X che, in teoria, avrebbe dovuto rappresentare la risposta europea alla sfida del cloud Bisogna, in altre parole, che il settore si preoccupi della presenza di infrastrutture cruciali perché certe ipotesi possano avverarsi.

In secondo luogo, è opportuno che si mettano a disposizione dei modelli di apprendimento automatico inerenti ai trasformatori e dei modelli fondazionali con corpus linguistici adeguati. Da ultimo, è chiaro che il settore, e le imprese di costruzioni all’interno dello stesso, debbano investire, anzitutto a livello organizzativo, sulla cyber sicurezza. È tempo, quindi, di tornare a ragionare sul significato ultimo della gestione informativa digitale, spesso equivocata con l’acronimo Bim (Building Information Modelling) che, a causa della sua indeterminatezza, sta divenendo un’ autentica pietra d’inciampo nei confronti dell’evoluzione della digitalizzazione.

La modellazione informativa, infatti, ha ormai assunto il ruolo di costituire il primo passaggio attraverso il quale gli operatori del settore producano, elaborino e utilizzino dati tendenzialmente strutturati entro un ecosistema digitale in cui ogni loro azione venga tracciata e identificata, senza che ciò sia da loro compreso in tante circostanze. Tuttavia, i modelli di apprendimento automatico necessitano di introiettare corpus linguistici di dominio i più ampi possibile. Si tratta, allora, per il settore di decidere se, e in che misura, ad esempio, a partire dai computi metrici estimativi o dai rapportini di controllo di cantiere, mettere a disposizione e condividere informazioni tra i competitori. Qui si ritorna al tema, sempre superficialmente affrontato, della presunta essenza collaborativa

Il tema generale della digitalizzazione e quello particolare dell’intelligenza artificiale sollevano una serie di questioni di non marginale rilievo per le imprese di costruzioni che vertono sul tema della produttività

del famigerato Bim. I medesimi primi passi della digitalizzazione alludono, infatti, a un mondo di operatività nel quale i processi e i dati siano normalizzati: in ciò risiede, in definitiva, la cultura industriale, ma è proprio al riguardo che il settore tradizionalmente si è mostrato oppositivo e riluttante.

In altri termini, scartando definitivamente le retoriche sull’essenza collaborativa che il cosiddetto Bim susciterebbe, in un contesto antagonista e

individualista come cifra identitaria, si tratta di comprendere in che misura gli operatori economici siano avvezzi a modificare radicalmente il loro comportamento.

Naturalmente, le declinazioni e gli scopi contemplabili per l’intelligenza artificiale sono molteplici, ma qui interessa sottolineare le applicazioni dei Llm integrati dalla Rag, perché sostanzialmente non si tratta di focalizzarsi su una finalità puntuale, ma di fornire elementi di supporto alla decisione specifici e tempestivi, non necessariamente basati su regole o su spiegazioni causali.

Sotto questo profilo, il cantiere, inteso sia come entità cyber fisica sia come sistema di contratti e transazioni, assume, come già affermato, una veste dinamica, impostata sulla intelligence e sulla prediction

Ciò comporta, tuttavia, ipotizzare relazioni differenti sia con i soggetti committenti sia con quelli finanziari, poiché, appunto, è il concetto di rischio a essere rivisitato.

Gli stessi motivi del contenzioso potrebbero essere regolati

secondo queste impostazioni, ma è, soprattutto, il sistema di gestione dei flussi informativi generati dai diversi dispositivi presenti nel cantiere e al di fuori di esso a permettere di costituire un sistema regolatore parzialmente autonomo delle vicende produttive. Ecco perché, di là da scenari contraddistinti da un immaginario basato sull’antropomorfizzazione e sugli umanoidi, la possibilità che i corpus linguistici con cui sono addestrati i modelli di apprendimento automatico possano essere rafforzati dall’accesso a fonti esterne, in continuo cambiamento, dischiude una prospettiva non solo tecnologica, ma, soprattutto, giuridica e organizzativa, addirittura culturale, totalmente differente.

Nel momento in cui, anche a prescindere dall’ingresso in cantiere dei coordinatori dei flussi informativi e dei modelli informativi, i dati iniziano a essere prodotti in modo strutturato o meno, è chiaro che progressivamente tutto ciò che possa essere ricondotto alla lettura e all’interpretazione da parte di algoritmi di intelligenza artificiale, anche se non (ancora) di natura generale, pongono quesiti a tutte le parti in causa presenti nel cantiere edile e infrastrutturale, comprese le parti sociali. Oltre la General Protection Data Regulation o l’AI Act, se fosse vero che la sostituzione delle risorse umane, con intelligenza artificiale generativa, inizi a interessare anche il lavoro intellettuale, in questa circostanza creativo in quanto decisionale, sarebbe urgente definire i limiti dell’ecosistema digitale del settore che si sta realizzando, senza che, in parte, vi sia un’intenzionalità e una consapevolezza. L’argomento non tocca, ovviamente, solo il cantiere edile e infrastrutturale, ma, come si vedrà successivamente, investe l’impresa di costruzioni in quanto organizzazione.

innovazione & tecnologie
26 marzo/aprile/2024
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Restauri oltre la conservazione

storia per il domani

Partiamo dagli attrezzi di base: la cazzuola, il piccone e il martello

di Franco Robecchi, ingegnere e autore

gni tanto, anche per chi è del mestiere, vale la pena di andare a ricercare la conoscenza delle origini, almeno in termini linguistici. Va benissimo l’essere sempre aggiornati e pronti a cambiare in meglio, secondo le nuove offerte della tecnologia. Tuttavia l’avere consapevolezza delle proprie radici è sempre un bene; per la cultura personale e per la consolazione che deriva dal sapersi figli di qualcuno, che ha maturato i nostri tesori e quindi merita di essere ricordato e apprezzato. Parliamo del martello, del piccone e della cazzuola, che ancora interessano il mondo delle costruzioni.

Nel campo del lavoro forse fra gli attrezzi più antichi, e parliamo della preistoria, troviamo la piccola massa pesante e resistente, impugnando la quale si possono rompere materiali altrimenti infrangibili: legni, pietre, ossa, teste di animali e di uomini. Le più primitive armi erano pietre scheggiate in forma di goccia con la porzione di maggiori dimensioni adatta ad essere impugnata e la parte opposta, a punta, sporgente in modo che potesse spezzare, incidere e raschiare. Poteva anche essere montata all’estremità di un manico di legno, più o meno lungo, divenendo una sorta di martello o di accetta. Il manico aumentava la maneggevolezza e anche la forza del colpo. Passando all’età del rame e poi del bronzo, le masse applicate all’estremità di un manico assunsero la forma di un’ascia e poi di una vanga o di un martello. L’universo artistico ed edilizio non avrebbe mai iniziato ad esistere senza il martello, che si accompagnava allo scalpello. La

28 marzo/aprile/2024

sua versione più massiccia, la mazza, dovrebbe essere nata precocemente, quasi una filiazione del più modesto martello.

L’oggetto aveva già una sua denominazione nel greco antico e, a maggior ragione, nel latino. Il nome, in questa nobile lingua che ci ha dato gran parte del nostro patrimonio culturale e civile, era malleus. Il nome ebbe notevole influenza sulla nostra lingua. Restando nel mondo del lavoro, da esso derivò il nome del maglio (da malleus a malius e quindi a malio e maglio), che è ampiamente conosciuto nel Bresciano, dove l’antica lavorazione del ferro è orgoglio e primato della nostra terra e della nostra gente. Non minore successo il martello/malleus ebbe nel campo dell’anatomia del corpo umano. La forma del martello, con la sua massa terminale, collegata a un gambo, fu presa a modello visivo, e quindi anche verbale, nella denominazione di due sporgenze a cuspide arrotondata che caratterizzano le caviglie. Sia sul lato esterno della gamba, sia in quello interno, si presentano, e sono note ad ognuno di noi, le due sporgenze della caviglia che sono dovute alla dilatazione a globo della tibia (interno) e dal parallelo osso chiamato perone, che, sporge con la sua testa verso l’esterno. I due nuclei ossei sono stati chiamati malleoli, cioè, sempre dal latino, piccoli martelli. Il nome è stato attribuito anche a una piccola porzione della stupefacente catena degli ossicini interni all’orecchio. Certamente per la sua forma, il piccolissimo osso (lunghezza 8 millimetri) è detto malleus.

Nella sua forma il martello ha assunto diverse specializzazioni. I martelli più comuni e recenti, pensati per la lavorazione del legno o per l’uso domestico, sono stati dotati, nei bracci corti della massa, di una forma tozza per battere, su un lato, e, all’opposto, da una forma piatta, che va assottigliandosi, con una fessura triangolare al centro, capace, anche grazie alla sua curvatura, di incastrare la capocchia di un chiodo già infisso e, con una semplice rotazione della mano, di estrarre l’intero chiodo dal legno o da un muro. Esistono anche martelli con il lato della piccola traversa a spatola, adatta a scalpellare con maggiore precisione, usati da geologi e paleontologi. Vi sono poi martelli più leggeri con la testa della parte battente lavorata con piccole punte affiancate. Hanno il nome femminile di martellina e servono a creare, con colpi ravvicinati, soprattutto sulla superficie di un marmo prima liscio, un piano invece ruvido, per le pic-

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Foto 1. In un affresco del XVI secolo, una scena di cantiere edile. Il muratore più in alto, chino, usa il martello. Il muratore in basso a destra usa la cazzuola

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storia per il domani

cole scheggiature a foro affiancate, cioè “martellinato”.

Il martello può assumere forme nelle quali la parte battente è prosecuzione, sullo stesso asse, del manico ed è di maggiore volume rispetto ai martelli consueti, di forma cilindrica o tronco-conica. Si chiamano mazzuoli e sono usati dagli scultori, soprattutto per opere in legno. Invece di dimensioni e peso più lievi sono i martelletti. Ricordiamo solo quello del medico, che battuto sul tendine del ginocchio mira a verificare se vi è la reazione della contrazione muscolare che alza la gamba, o quello del pianoforte che batte contro le corde tese emettendo il suono. Infine, per essere “martellanti” nelle notizie, ricor-

Sull’origine del nome piccone vi sono diverse opinioni. La più credibile fa risalire il vocabolo alla picca, un’arma su asta, piuttosto lunga, anche 2-3 metri, usata negli antichi eserciti, come una sorta di lancia

diamo anche la funzione offensiva del martello. Evitando la citazione dei casi di cronaca nera, menzioniamo invece il famoso martello-arma reso celebre dal Martello di Thor, protagonista della mitologia nordica. Dall’arma derivò anche il nome del mai abbastanza riverito Carlo Martello che, nell’ottavo secolo, salvò l’Europa dall’invasione islamica. Il martello punitivo fu evocato nel libro della fine del ‘400 intitolato Malleus maleficarum, il martello delle malefiche, manuale per la caccia alle streghe.

Gli attrezzi costituiti da un manico in legno, più o meno lungo, alla cui estremità si innesta un utensile in ferro sono molteplici. Sono, in questo senso, imparentati con il martello, ma sono di uso più specialistico. Si va dall’accetta alla falce, dalla forca alla vanga. In alcuni casi, come nel piccone, il criterio d’uso è molto simile all’utilizzo del martello. Si tratta sempre di colpire qualche oggetto o qualche materiale, come la roccia o un muro, per spezzarne la compattezza. Nel caso del piccone l’urto che si vuole ottenere è decisamente più robusto e da quell’esigenza

sono derivate le sue forme. Innanzitutto le dimensioni. Il martello si basa su misure di pochissimi decimetri, il piccone ha un manico, in legno, lungo circa un metro e una testa, a T, in ferro, costituita da due punte oppure da una punta e da una spatola, di 4060 centimetri. Viene impugnato con due mani e utilizza tutta la forza che ad esso possono dare le due braccia maschili che lo impugnano. L’utilizzo è diffuso nel campo delle costruzioni, sia nel settore edile che nel campo delle infrastrutture.

La parentela con il martello è anche nel nome di un’evoluzione del piccone che è costituita dal martello pneumatico. La sua funzione è molto simile a quella del martello, anche se potenziata e tale da alleviare di gran lunga la fatica muscolare. Il fine è comunque quasi sempre di tipo demolitorio. Ci si riferisce a muri, a pavimentazioni e anche a rocce.

Frequente era l’uso del piccone nel lavoro di miniera. Talora l’utilizzo era, ed è, rivolto a rompere anche terreni duri, quando il badile non basta, pronto però a raccogliere i frammenti sminuzzati dal forte impatto del piccone. Un piccone di ridotte dimensioni, da usarsi come un martello, ma con pinne di ferro a forma di spatola, con due orientamenti perpendicolari, serve per staccare lembi di intonaco, pulire piani accidentati, ecc. Ha il curioso nome di malepeggio, quasi sconosciuto in Lombardia. Sull’origine del nome piccone vi sono diverse opinioni. La più credibile fa risalire il vocabolo alla picca, un’arma su asta, piuttosto lunga, anche 2-3 metri, usata negli antichi eserciti, come una sorta di lancia, ma solo da impugnare, spesso in batterie di contrasto all’attacco di cavalieri, e non da lanciare. Le batterie più celebri sono quelle dell’antica falange ma-

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Foto 2. In un quadro del bresciano Francesco Filippini, un maglio

Foto 3. Un lavoratore all’opera mentre usa energicamente il piccone per una demolizione

Foto 4. Due lavoratori alle prese con badile e piccone per frantumare un duro terreno

30 marzo/aprile/2024

cedone dove il gruppo dei fanti si chiudeva difeso dagli scudi, come una testuggine, però irta di punte sporgenti, costituite, appunto, dalle picche. Da quel nome sarebbero derivati i nomi di piccone e piccozza, anche traendo dal verbo piccare, pungere, da cui piccante. Sarebbe imparentato anche con picchiare, che, come nel dialetto bresciano, suona anche picà. Il piccone non pare raffigurato in

disegni o sculture prima del medioevo. Per ultimo: il termine picconatore è approdato anche in politica: primo fu il presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Da lì venne una cascata che opera laddove un aspirante leader azzanna i suoi dirigenti interni, per scalzarli.

E veniamo quindi alla cazzuola, utensile emblema del lavoro edile. Via di mezzo

fra un piccolo vassoio e una spatola per stendere e lisciare materiali pastosi, come le malte, si impugna con una mano, avendo dimensioni di circa due decimetri e mezzo/tre. Manico in legno e spatola in ferro, ha una forma triangolare, allungata, ed è dotata di una piegatura nel gambo, a doppio angolo retto. Il primo angolo retto è fra il manico e il gambo. Il secondo è fra il gambo e la spatola a lamina. Se non

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Foto 5. In una miniatura medievale il muratore di spalle impugna una cazzuola

Foto 6. Un tipico affresco del Quattrocento che indica, esponendo innumerevoli utensili, il divieto religioso di ogni tipo di lavoro nella giornata di domenica. Si notano la testa metallica di un piccone e una cazzuola

Foto 7. Manifesto che invitava alla sottoscrizione di buoni del tesoro statali, nell’immediato dopoguerra. Il muratore impugna il filo a piombo e la cazzuola

Foto 8. Tavola quattrocentesca che raffigura vari strumenti di lavoro. Sono riconoscibili la cazzuola, il martello e un piccolo piccone

vi fosse questa doppia piegatura la mano, durante il lavoro, striscerebbe sulla superficie, dove, invece, deve scivolare solo la spatola, lasciando la mano staccata e libera. In alcuni casi, come nella cazzuola archeologica, la spatola, più piccola e più acuta rispetto al modello dell’edilizia, serve soprattutto per raschiare e asportare con finezza.

La cazzuola prende il suo nome da un antenato, casa o caza, che significava mestolo. Evidentemente la forma iniziale era più curva e raccolta, così da poter accogliere una certa massa di malta: un cucchiaio-cucchiaia. La cazzuola, nel senso di recipiente è finita per denominare la pentola chiamata casseruola, da cui, probabilmente, il nome lombardo dell’appetitosa casöla, di verze e carne suina. Ne è conferma il nome della cazzuola del dialetto bresciano, ma anche milanese: casöla. Nel bresciano la casöla era anche il cestino o la cassetta: sempre recipienti.

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32 marzo/aprile/2024
Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni

Lo studio, a cura della Direzione Affari economici, Finanza e Centro studi di Ance, analizza il settore delle costruzioni nell’economia italiana restituendone un quadro attuale, aggiornato sulla base dei più recenti dati raccolti. Il documento avanza anche una serie di previsioni sull’andamento dell’anno 2024, disegnando le possibili prospettive che interessano il comparto dopo la fine del Superbonus e nel pieno del Pnrr

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L’industria

delle costruzioni nei dati del centro studi Ance Andamento del comparto, difficoltà di accesso al credito e spinta del Pnrr sugli investimenti

L’Osservatorio congiunturale sull’Industria delle costruzioni 2024, elaborato dalla Direzione Affari economici, Finanza e Centro studi di Ance, passa in rassegna l’evoluzione del settore negli ultimi anni, avanzando una previsione sul futuro del comparto, fortemente determinato dall’andamento degli investimenti pubblici e dall’attuazione delle opere previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Dopo i risultati eccezionali del 2022, il 2023 si è rivelato un anno ancora positivo per il settore delle costruzioni, anche se l’economia italiana ha subito gli scossoni dettati da tensioni geopolitiche, inflazione e politica monetaria restrittiva, che hanno inevitabilmente determinato un freno alla corsa post emergenza sanitaria, scoraggiando consumi e investimenti. Per gli investimenti in costruzioni, infatti,

34 marzo/aprile/2024
focus osservatorio congiunturale

l’Ance ha stimato per il 2023 un aumento del +5% in termini reali, effetto degli aumenti generalizzati in tutti i comparti. Solo tra il 2021 e il 2023, i livelli produttivi settoriali sono aumentati di circa 75 miliardi.

Lo studio precisa che: “In soli tre anni il settore delle costruzioni è riuscito a recuperare larga parte del gap produttivo dovuto alla ultradecennale crisi che aveva portato a una perdita per le costruzioni di circa 92 miliardi”.

L’andamento positivo registrato nell’ultimo periodo del 2023 (su base indice Istat stimato in un +2,7% a ottobre e in un +1,5% a novembre rispetto agli stessi mesi del 2022) ha beneficiato della scadenza del Superbonus 110%, agevola-

Ore lavorate e lavoratori iscritti

Variazione % mensili rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente

Media 2022

Ore lavorate +21,7% Lavoratori iscritti +19,2%

Media primi 9 mesi 2023

Ore

Si conferma la performance positiva dell’occupazione nel settore delle costruzioni, complice la tenuta dei livelli produttivi. I dati elaborati dalle Cnce su 113 Casse edili/Edilcasse evidenziano nei primi nove mesi del 2023, sia per il numero di ore lavorate sia per i lavoratori iscritti, un aumento nel confronto con lo stesso periodo del 2022, sebbene con intensità diversa: infatti, se per le ore lavorate l’incremento si attesta al +0,9%, per i lavoratori iscritti quest’ultimo sale al +2,9%. Tale risultato in parte risente del confronto con l’eccezionale crescita registrata nei primi nove mesi del 2022, che oltre a superare il 20% per entrambi, risulta più intensa per le ore lavorate (+26,1%) rispetto ai lavoratori iscritti (+22,1%).

marzo/aprile/2024 35 * dati corretti per gli eff etti di calendario; ** dato provv sorio ELABORAZIONE ANCE SU DATI I STAT
Variazion i % men sil i risp etto all o stesso mese d ell 'ann o p reced en te*
Produzione nelle costruzioni (indice Istat)
lavorate +0,9% Lavoratori iscritti +2,9% 3,2 -0 1 -2,5 -6,3 -6 2 -2 1 -1 0 -0,3 0,0 2,7 1,5 Gen-Nov. 2023/ Gen-Nov. 2022: -1,2%
Elaborazione Ance su dati CNCE: dati su 113 casse edili /edilcasse. Estrazione di novembre 2023 38,0 23,6 37,1 25,3 33,2 24,9 41,1 27,7 25,3 22,0 15,2 19,9 17,5 19,8 12,3 13,1 2,7 9,4 15,0 13,9 13,5 11,5 11,7 7,1 3,9 4,8 2,9 3,5 -5,7 Gen. 2022 Feb. 2022 Mar. 2022 Apr. 2022 Mag. 2022 Giu. 2022 Lug. 2022 Ago. 2022 Set. 2022 Gen. 2023 Feb. 2023 Mar. 2023 Apr. 2023 Mag. 2023 Giu. 2023 Lug. 2023 Ago. 2023 Set. 2023 Ott. 2022 Nov. 2022 Dic. 2022 Gen. 2023 Feb. 2023 Mar. 2023 Apr. 2023 Mag. 2023 Giu. 2023 Lug. 2023 Ago. 2023 Set. 2023 Ott. 2023 Nov.** 2023 -2,7 -3,0 2,1 1,9 1,0 1,8 1,0 1,8 1,2 1,9 1,6 20,0 23,1 Ore lavorate Lavoratori iscritti

focus osservatorio congiunturale

zione che ha spinto ad accelerare i lavori a partire dal mese di settembre. Sul fronte opere pubbliche, incide anche la dinamica positiva della spesa per investimenti dei Comuni italiani che, nell’ultimo trimestre 2023, ha registrato un aumento tendenziale del +70%. Tenendo conto, tuttavia, dei primi undici mesi dello scorso anno, secondo l’Istat la produzione settoriale registra un calo del -1,2% rispetto allo stesso periodo del 2022. Rispetto alla crescita generale del 5% stimata dall’Ance per gli investimenti nel settore, la nuova edilizia, sul cui dato influisce l’andamento positivo dei permessi di costruire, risulta nel 2023 in aumento dell’1,3% in termini reali su base annua. Gli investimenti in recupero abitativo, che si ritagliano gran parte del totale settoriale (+40%) registrano un lieve aumento, del +0,5%, favoriti nel corso degli ultimi anni dagli strumenti agevolativi messi in campo per la riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente. In questo contesto, precisa il Centro studi di Ance: “Un ruolo fondamentale è stato giocato dai meccanismi di cessione del credito e dello sconto in fattura, che hanno permesso di limitare l’impegno finanziario da parte dei cittadini, coinvolgendo una platea più ampia di soggetti e, in particolare anche le famiglie meno abbienti, determinando un eccezionale risultato in termini di obiettivi di contenimento dei consumi energetici e di riduzione delle emissioni in atmosfera di gas serra”.

Riguardo agli investimenti privati in costruzioni non residenziali, l’aumento registrato è del 5%, mentre per il settore delle opere pubbliche, grazie al contributo del Pnrr e alla chiusura a fine dicembre 2023 della programmazione europea dei fondi strutturali 20142020, la crescita è pari al 18% rispetto al 2022.

I comparti nel 2023

marzo/aprile/2024 37
13,8 39,6 26,4 20,2 27,6 20,7 28,3 23,4 Edilizia non residenziale privata Opere pubbliche Nuove abitazioni Riqualificazione abitazioni 30 381 87 529 58.309 44 655 0 10 000 20 000 30 000 40 000 50 000 60 000 70.000 80 000 90 000 100.000 Milioni di euro +5% Non residenziale privato +18% Opere pubbliche +0,5% Riqualificazione +5% Investimenti in costruzioni +1,3% Nuove abitazioni
Investimenti in costruzioni per comparto Valori percentuali

Un quadro incerto per il 2024

Idati previsionali 2024 rivelano un cambio di scenario. Il quadro macroeconomico risente dell’evoluzione di tre fenomeni: inflazione, andamento politica monetaria e tensioni geopolitiche. Fattori che portano a valutare con cautela l’andamento economico per l’anno in corso. Come riporta l’Osservatorio congiunturale dell’Ance, i principali istituti di ricerca stimano per il 2024 un aumento contenuto del Pil italiano. La Banca d’Italia prevede un +0,6%, la Commissione Europea un +0,9%.

Con riferimento alle costruzioni, la previsione Ance stima per il 2024 una riduzione del -7,4% degli investimenti nel settore, dovuta principalmente al mancato apporto degli interventi per manutenzione straordinaria, che registrano una flessione tendenziale del -27%, a seguito del venire meno della cessione del credito e dello sconto in fattura. Al dato negativo degli investimenti in opere di ristrutturazione si contrappone il positivo andamento previsto nel 2024 per le opere pubbliche. Con l’accelerazione degli investimenti del Pnrr e le scadenze inderogabili stabilite dal Piano, la crescita stimata per il comparto delle costruzioni non residenziali pubbliche è del 20% e corrisponde a maggiori investimenti per circa 10 miliardi di euro.

Rispetto al 2023, per la nuova edilizia abitativa e il comparto non residenziale privato, Ance stima invece un ridimensionamento dei livelli produttivi, del -4,7% per la prima voce e del1% per la seconda, in particolare per via dell’inversione di tendenza riscontrata nei permessi di costruire.

Investimenti in costruzioni

Al netto dei costi per trasferimento di proprietà

Inversione di rotta per il mercato immobiliare

A fine 2022 si sono registrati i primi segnali negativi per il mercato immobiliare residenziale, interrompendo un trend positivo, anche se nel corso dell’anno avevano manifestato la volontà di cambiare casa oltre due milioni di famiglie, il 9,1% del totale (dati indagine Istat). La politica monetaria restrittiva attuata dalla Bce ha limitato e reso più oneroso l’accesso al credito per l’acquisto della casa e gli elevati livelli di

inflazione hanno eroso nel tempo i risparmi delle famiglie, accumulati nel periodo pandemico, posticipando gli investimenti e dunque le transazioni abitative. Nei primi nove mesi del 2023 sulla base dei dati resi disponibili dall’Agenzia delle Entrate, il numero di abitazioni compravendute è diminuito dell’11,8% su base annua, con contrazioni marcate nel secondo (-16%) e nel terzo trimestre (-10,4%). Dopo l’emergenza sanitaria da Covid-19, la casa è diventato un ambiente multifunzionale, di vita e di lavoro, che ha sviluppato nuove esigenze legate all’abitare. Secondo l’Istat, circa tre milioni di famiglie (il

12%) riscontra criticità in merito alla dimensione della propria abitazione, segnalando carenze anche nella gestione di strade e trasporto pubblico immediatamente circostante. Come evidenzia il documento elaborato dal Centro studi

Ance: “Serve una rigenerazione urbana delle città che, partendo dalla riqualificazione e dalla riorganizzazione degli spazi fisici, permetta non solo di restituire le aree condivise alla cittadinanza, ma anche di garantire la fruibilità e lo sviluppo socio-economico” . La stessa casa di proprietà, un vantaggio per le famiglie che rischia di trasformarsi in un onere di difficile gestione, va salvaguardata. Per mantenerne il valore e non veder diminuire la propria ricchezza, sarà necessario un impegno economico che si augura venga sostenuto da incentivi e nuove forme di finanziamento, per rendere sostenibile la scelta di intervenire con opere di ristrutturazione a favore di ambiente e sicurezza abitativa. I benefici sarebbero notevoli, non solo in termini ecosostenibili e di migliore qualità della vita delle persone, ma anche di conservazione e aumento del valore del patrimonio abitativo, tutelando la tenuta patrimoniale delle famiglie italiane.

38 marzo/aprile/2024 focus osservatorio congiunturale
Ance su dati Istat 2023 2021 2022 2023* 2024* Mili oni di e uro Variazioni % in quantità COSTRUZIONI 220.873 29,2% 12,1% 5,0% -7,4% ABITAZIONI 117.910 54,4% 10,9% 0,7% -21,3% - nuove 30.381 31,3% 6,5% 1,3% -4,7% - manutenzione 87.529 65,0% 12,5% 0,5% -27,0% NON RESIDENZIALI 102.964 6,9% 13,6% 10,3% 8,1% - private 58.309 6,4% 19,0% 5,0% -1,0% - pubbliche 44.655 7,5% 6,5% 18,0% 20,0%
(*)
Stime Ance Elaborazione

Tempestività: la parola d’ordine per la corsa Pnrr

I tempi per il completamento del Piano stringono e si rende necessario affrettare le realizzazioni, se non si vuole perdere la grandissima opportunità di sviluppo e di ammodernamento del Paese rappresentata dal Pnrr.

L’Associazione nazionale dei costruttori edili pone dunque l’attenzione su alcuni aspetti che incidono sulla fase esecutiva degli investimenti, indicando come prioritaria la definizione delle coperture, di competenza e di cassa, di tutte le opere eliminate dal Piano, al fine di garantirne la continuità realizzativa. Va inoltre valutato, con estrema attenzione e tempestività, il concreto avvio dei lavori. “È necessario – sottolinea Ance –che tutte le fasi antecedenti

La scommessa è sulle pubblicheopere

“L’andamento degli investimenti in opere pubbliche nel corso del 2023 ha registrato un incremento del 18% in termini reali rispetto all’anno precedente”. Così si apre il capitolo dedicato alla spinta del Pnrr che, seppure inferiore alle attese, nel 2023 supera per le voci di spesa conseguita i 40 milioni di euro, a fronte dei 60 previsti nella Nadef (Nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza) 2022. La spesa realizzata si concentra sugli investimenti attuati attraverso incentivi automatici, ad esempio Superbonus e Transizione 4.0, e su quelli destinati alla realizzazione di lavori pubblici, a conferma del fatto che la spesa riferita ai cantieri risulta più veloce di quella delle altre misure inserite nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza.

(progettazioni, finanziamenti, autorizzazioni) siano realmente compiute, per evitare ritardi che, successivamente, non potranno essere recuperati entro la scadenza del Pnrr. Occorre, in particolare, superare qualsiasi tensione finanziaria, derivante dalle carenze di cassa conseguenti alla revisione del Pnrr, che possa determinare rallentamenti o interruzioni nelle lavorazioni. Garantire regolari pagamenti alle

imprese, secondo gli standard europei, rappresenta infatti il presupposto indispensabile per la realizzazione degli investimenti” . Resta poi l’obiettivo di intervenire con ulteriori semplificazioni delle fasi autorizzative, soprattutto in materia ambientale, evitando di allungare oltremodo i tempi necessari per l’inizio delle lavorazioni, con il rischio di concentrare gli investimenti in un tempo troppo limitato, insostenibile per le imprese esecutrici.

A limitare la portata espansiva del Pnrr, sul quale ha inciso il processo di revisione approvato dal Consiglio Europeo a dicembre 2023, fattori di natura esterna, legati alle tensioni geopolitiche e infrazionistiche e al rallentamento del ciclo economico internazionale, oltre allo slittamento in avanti degli investimenti e dunque delle rate previste per il versamento all’Italia dei fondi europei, che determinerà una riduzione delle dotazioni di cassa dello Stato nel triennio 2024-2025 per circa 11 miliardi di euro, incidendo sui pagamenti alle imprese esecutrici dei lavori. Secondo le stime dell’Ance, queste criticità si ripercuoteranno sugli investimenti in opere pubbliche nel 2024, per cui è previsto comunque un aumento del 20% nel confronto con il 2023. Un segno più che, pur Diffe

lle

d i r imbor so post e p r e r e v is ione Pnrr

Valori cumulati i n mi li oni di euro

considerando un livello più contenuto di investimenti Pnrr rispetto alle previsioni iniziali, in considerazione della revisione del Piano, tiene conto degli effetti sui livelli produttivi determinati dalla forte crescita dei bandi di gara per lavori pubblici, sostenuta nell’ultimo biennio dagli interventi inseriti nel Pnrr, e dell’accelerazione dei tempi per la programmazione e ripartizione dei fondi del Piano nazionale e per l’affidamento e la cantierizzazione delle opere, determinata dalle misure straor-

dinarie previste per il Covid e per il Pnrr. “Basti considerare — sottolinea Ance — che, dopo solo un anno e mezzo dall’approvazione del Piano, il 92% dei fondi destinati ad interventi di interesse per il settore delle costruzioni risultava ripartito sul territorio nazionale e che, tra il 2022 e il 2021, si riscontra una riduzione media del 30% dei tempi tra la pubblicazione del bando e l’apertura del cantiere, che coinvolge tutte le fasce di importo, con effetti positivi sull’efficienza generale”.

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Sostenibilità “senza pensieri”

Open Network, tramite il dipartimento Sostenibilità, diretto dalla Dott.ssa Beatrice Scappini (professionista con oltre un decennio di esperienza in consulenza, insegnamento e ricerca in ambito universitario sul tema) fornisce servizi all'avanguardia nel settore dell'ESG –Environmental, Social, and Governance –, sempre più cruciale per il tessuto imprenditoriale contemporaneo.

Open Network, in un'epoca in cui la consapevolezza ambientale e l'etica aziendale giocano un ruolo sempre più rilevante nelle strategie di business, si propone di offrire un supporto completo e specializzato alle aziende che ambiscono a integrare principi di sostenibilità nelle loro operazioni.

Rilevante in questo contesto è il supporto che Open Network offre

anche al settore edile e delle costruzioni. In questo ambito, l'adozione di principi di sostenibilità assume un ruolo importante: ancora oggi, il settore è fortemente legato all'utilizzo di materiali “estrattivi vergini” e poco orientato alla circolarità.

Grazie alla convenzione stipulata con Ance Brescia, Open Network rivolge a tutti gli associati servizi su misura orientati all’adozione dei criteri Esg, riservando condizioni di particolare favore.

L’obbiettivo è quello di guidare le imprese edili verso pratiche più sostenibili, ponendo le basi per una business continuity che tenga conto dell'importanza di un impiego responsabile delle risorse e della minimizzazione dell'impatto ambientale. La consulenza prevede innanzitutto l'implementazione di strategie di sostenibilità mirate, che permettano

alle imprese di allinearsi con gli standard ESG globali. Questo non solo migliora l'immagine aziendale e rafforza la fiducia degli stakeholder, ma apre anche la strada a nuove opportunità di mercato e a una maggiore resilienza operativa.

Inoltre, Open Network risolverà per il cliente il problema della complessità normativa e della rendicontazione in ambito ESG.

Molte aziende si trovano infatti alle prese con la sfida di interpretare e applicare le normative sul tema, che sono effettivamente molto articolate e in continuo aggiornamento.

Chi fosse interessato, può fin da ora contattare Open Network s.r.l. ai seguenti recapiti: info@opennetworksrl.it tel. 030 6480473

Dott.ssa Beatrice Scappini

L’analisi del sottosuolo che sfrutta l’intelligenza artificiale

In un settore come quello edile, tradizionalmente legato a metodi convenzionali, l'intelligenza artificiale (AI) rappresenta una vera e propria rivoluzione. Questa tecnologia non si limita a migliorare processi esistenti, ma apre nuove frontiere in termini di capacità analitica, efficienza e sicurezza. Al cuore di questa rivoluzione c'è la capacità dell'AI di elaborare e interpretare dati su scala e complessità impensabili per la mente umana, portando a un incremento esponenziale nell'efficienza operativa. Ma come opera esattamente l’innovazione tecnologica in questo contesto? Occorre considerare prima di tutto il flusso di dati: ogni cantiere genera quotidianamente una mole imponente di informazioni, da quelle relative alla posizione dei materiali a dati

ambientali raccolti da sensori disseminati sul sito. L'AI raccoglie questi dati e attraverso algoritmi avanzati identifica pattern, fa previsioni e ottimizza i processi. Come ad esempio la manutenzione predittiva, in cui dei sensori posizionati su macchinari da cantiere rilevano continuamente parametri come temperatura, vibrazione, consumo di energia e altri indicatori di performance. L'AI analizza le informazioni in tempo reale e le confronta con vasti database storici per riconoscere segni precoci di malfunzionamento e in caso siano rilevate discrepanze dovute a un potenziale guasto, un avviso suggerisce gli interventi correttivi prima che il

problema si aggravi, riducendo fermi macchina e costosi interventi di manutenzione reattiva. Inoltre, nel campo della gestione dei progetti l'AI analizza i dati progettuali, i calendari dei lavori e i registri delle risorse, suggerendo le assegnazioni ottimali del personale e la logistica dei materiali. Con l'integrazione di modelli predittivi, può prevedere ritardi e avanzare alternative al piano di lavoro per mantenerlo in linea con le scadenze. Tuttavia, la maggiore promessa dell'AI nell'edilizia è la sua capacità di ottimizzare l’analisi del sottosuolo e dei sottoservizi, ovvero analizzare l’invisibile in maniera precisa e puntuale. La capacità dell'AI di interpretare i dati provenienti da sensori come radar Gpr (Ground Penetrating Radar) e magnetometri permette di eseguire il de-bombing, ovvero la rilevazione di ordigni inesplosi, con un livello di precisione molto superiore rispetto alle metodologie tradizionali. Grazie al-

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Guardando al futuro, l'IA prospetta espansioni delle sue capacità e l'integrazione con altre tecnologie proiettando il settore verso un'era di edifici e infrastrutture intelligenti e connesse

rappresentano un avanzamento significativo rispetto ai metodi tradizionali, perché permette di estendersi fino a una profondità di 14 metri, superando di gran lunga le capacità dei metal detector convenzionali più lenti e spesso incapaci di distinguere se un oggetto rilevato è effettivamente un ordigno pericoloso o semplicemente un reperto innocuo sepolto nel terreno.

Di norma, quando un'indagine tradizionale con metal detector individua un oggetto, spesso è necessario interrompere i lavori, bloccare l’intero cantiere e intraprendere ulteriori analisi costose, come il carotaggio, che possono causare ritardi significativi. Con tali tecnologie invece, è possibile non solo individuare la minaccia ma anche dare “nome e cognome” all'oggetto rilevato, ovvero determinarne la natura con la massima precisione e ciò significa che, in caso di rilevamento di un ordigno inesploso, solo l'area immediatamente circostante necessiterà di ulteriori indagini, mentre il resto del cantiere potrà continuare le operazioni senza interruzioni.

l'elaborazione di immagini e segnali acquisiti, l’AI può identificare anomalie nel sottosuolo che indicano la presenza di oggetti potenzialmente pericolosi e a differenza dell'analisi umana, soggetta a errori o interpretazioni soggettive, fornisce valutazioni oggettive e ripetibili. Ciò significa che se questa tecnologia analizza lo stesso set di dati più volte, i risultati saranno consistenti e oggettivi, così da eliminare il rischio di conclusioni discordanti o errori di valutazione che attualmente sono più che reali.

In termini di automazione dei processi, è possibile governare la raccolta e l'analisi dei dati senza interruzioni per fornire risultati in tempo reale. La maggior efficienza si traduce in un significativo risparmio di costi, poiché gli eventuali problemi vengono previsti e corretti, sono pianificati percorsi più efficienti e le risorse sono impiegate in modo più strategico. Servendosi dell'AI i progetti in campo edile possono essere completati più rapidamente e con minori sprechi di materiali e risorse umane, garantendo una gestione ottimizzata delle operazioni e un miglior Roi.

La chiave di questa capacità risiede nell'apprendimento automatico (machine learning), una branca dell'AI che si basa sulla creazione di algoritmi in grado di apprendere dai dati e migliorare nel tempo senza essere stati esplicitamente programmati per farlo. Con ogni nuovo progetto, l'algoritmo affina le sue previsioni, diventando sempre più preciso e fornendo valutazioni sempre più affidabili. Xplora Srl, azienda Italiana con sede a Parma e Milano è riconosciuta come pioniera nell'implementazione dell'intelligenza artificiale (AI) e della sensor fusion per ottimizzare le operazioni e migliorare la gestione dei cantieri nel settore edile. La tecnologia utilizzata combina sensori attivi e passivi attraverso droni e rover terrestri, generando dati tridimensionali del terreno e del sottosuolo per poi essere processati con algoritmi avanzati di AI così da realizzare mappature dettagliate e accurate, rivelando ciò che è celato sotto la superficie in modo non invasivo e con una precisione millimetrica. Nell'ambito del de-bombing e della rilevazione di Uxo (Unexploded Ordnance), le innovazioni apportate dagli algoritmi

Uno strumento che può essere utilizzato anche per analizzare i sottoservizi. Con la tecnologia avanzata di sensor fusion, che integra dati da sensori attivi e passivi, è possibile creare un gemello digitale accurato del sottosuolo. Questo include l'uso di radar a penetrazione del suolo (Gpr), magnetometria, elettromagnetica, aerofotogrammetria e Lidar, nonché indagini multispettrali e iper-spettrali eseguite da droni o da rover terrestri. I metodi citati consentono una mappatura tridimensionale precisa dei sottoservizi, essenziale per determinare la posizione esatta dei cavi e dei tubi prima di procedere con qualsiasi costruzione o installazione, con una precisione di rilievo del 99%.

L’AI e le tecniche di machine learning applicate ai dati raccolti confluiscono in un processo di analisi “Creando un output di precisione molto elevata, consegniamo all’impresa un documento in formato Dwg utilizzabile dai responsabili dei cantieri e dai committenti” spiega Eric Larsen di Xplora “È un chiaro esempio di come l'AI sta cambiando il panorama del settore delle costruzioni, rendendo le operazioni più sicure, economiche e affidabili. Guardando al futuro, l'IA prospetta espansioni delle sue capacità e l'integrazione con altre tecnologie emergenti, come Bim e IoT (Internet of Things), proiettando il settore verso un'era di edifici e infrastrutture intelligenti e connesse”.

42 marzo/aprile/2024 innovazione

superbonus

Si chiude, tra non poche polemiche, la “straordinaria”

stagione del Superbonus 110%. La maxi-agevolazione è stata sotto l’occhio del ciclone fino alla stagione primaverile, momento in cui con l’ultimo decreto “taglia crediti” è calato

La fine del Superbonus

Lbruscamente il sipario sulla normativa che ha comportato un rilevante numero di interventi sull’intero territorio nazionale. Dai dati Enea pubblicati a gennaio, che fotografano di ciò che è successo da dicembre 2023 rispetto all’anno precedente, emerge un

a legge di bilancio 2024 e ancor più il recente DL 39/2024 c.d. “Taglia crediti”, hanno introdotto variazioni alla normativa che segnano il “de profundis” per il Superbonus. In particolare, il decreto-legge elimina la possibilità di optare per la cessione del credito e per lo sconto in fattura, nei casi in cui era ancora consentita. L’ennesima modifica in corsa che scompagina le regole fissate dal legislatore pochi mesi prima con la legge di bilancio. Sono sopravvissuti alla scure del legislatore gli interventi sui condomini che hanno adottato la delibera assembleare e presentato la Cilas entro il 17 febbraio 2023, purché abbiano iniziato i lavori e versato un acconto entro il 30 marzo 2024. Occasione, quindi, sfumata per i nuovi cantieri. Di fatto, con il decreto da ultimo approvato viene inserita l’ulteriore condizione legata all’effettivo avvio dei lavori con pagamento di spese, comprovate da fatture, entro il 30 marzo 2024. La stessa condizione viene confermata anche per cessione e sconto in caso di bonus ordinari, per i quali veniva già prevista la necessaria presentazione della richiesta del titolo abilitativo (se necessario) ante 17 febbraio 2023. Per coloro che non avessero colto questa opportunità, la detrazione, si ricorda, era già scesa al 90% nel 2023, per poi arrivare al 70% in quest’anno e, nel 2025, al 65% senza la possibilità della

ulteriore aumento di 10.345 immobili interessati e di quattro miliardi di euro sul totale degli investimenti, comprese le somme non ammesse in detrazione, di cui il 97% riferito ai condomini. Mentre si è registrato un

incremento di quasi sette miliardi sugli investimenti per i lavori conclusi, sempre rispetto a dicembre 2022, di cui il 93% riferito ai condomini, e di oltre sette miliardi rispetto alle detrazioni maturate per lavori conclusi. La situazione testimonia la coda

lunga di quei lavori che hanno tardato a partire e che si dirigono a fatica verso la conclusione. Opere che scontano la poca chiarezza del sistema, il continuo cambio delle normative, la difficoltà di trovare soggetti a cui cedere il credito.

Bonus edilizi: cosa resta e cosa cambia

Dal Superbonus, al Sismabonus, all’Ecobonus, dall’incentivo per l’eliminazione delle barriere architettoniche, sino al bonus mobili o al bonus verde. Quali sono i cambiamenti e cosa resterà delle agevolazioni fiscali?

44 marzo/aprile/2024

Cosa resta e cosa cambia

Tutto questo avviene dopo che, pochi mesi fa, la legge di Bilancio 2024 ha previsto un inasprimento della tassazione della plusvalenza qualora l’immobile venduto, entro i dieci anni dalla fine dei lavori, sia stato ristrutturato con il Superbonus. La misura si esclude nel caso in cui l’immobile sia stato adibito ad abitazione principale del cedente o dei suoi familiari e per gli immobili acquisiti per successione. Inoltre, quasi contemporaneamente alla manovra di bilancio è stato approvato il decreto Superbonus che porta al suo interno misure fiscali d’interesse per il settore a partire dalla norma “salva liti” . La clausola prevede per coloro che non hanno completato i lavori entro il 31 dicembre 2023 e hanno usufruito del superbonus al 110%, di beneficiare di un contributo statale a parziale compensazione della differenza tra il 110% e la percentuale di detrazione effettivamente ottenuta nel 2024. Tuttavia, il vantaggio è rivolto solo a coloro che hanno un quoziente familiare inferiore a 15mila euro. Un intervento necessario per evitare liti e contenziosi che si sarebbero verificati tra contribuenti e fisco e tra contribuenti, imprese e tecnici.

cessione del credito. Stessi limiti e scadenze sono validi anche per i proprietari di intere palazzine sino a quattro unità immobiliari. Per villette o case unifamiliari il Superbonus non esiste più. Mentre, sono gli enti del terzo settore quali organizzazioni non lucrative di utilità sociale (onlus), organizzazioni di volontariato (Odv) e associazioni di promozione sociale (Aps), i più colpiti dal “Taglia crediti” i quali, se prima del decreto potevano ancora godere della detrazione al 110% fino al 31 dicembre 2025, con la sua approvazione invece hanno assistito all’introduzione di due consistenti limitazioni. Da una parte è previsto che potranno continuare ad esercitare le opzioni della cessione del credito e dello sconto in fattura relativamente al Superbonus se al 30 marzo 2024, come per i condomini, risultino presentate la Cilas o l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo in caso di demolizione e ricostruzione. Dall’altra parte, questa concessione è riservata ai soli enti del terzo settore che svolgano attività di prestazione di servizi socio-sanitari e assistenziali oppure essere in possesso di immobili rientranti nelle categorie catastali B/1, B/2 e D/4. Nel frattempo, si salvano le Rsa se al 30 marzo 2024 avevano presentato la Cilas, ma per gli altri soggetti è di fatto pregiudi-

cata la possibilità del 110% non potendo cedere il credito. Un’evidente ricaduta negativa proprio su quei soggetti che avrebbero dovuto più di altri beneficiare del provvedimento per evidenti caratteristiche intrinseche e sociali come ha sottolineato il presidente di Ance Brescia, Massimo Angelo Deldossi: “A pochi mesi dall’ultima modifica sul Superbonus il Governo è intervenuto ancora una volta per cambiare le carte in tavola.

Le conseguenze dell’improvvisa decisione sono gravi. Si sono create ulteriori incertezza e confusione tra committenti, progettisti, professionisti e imprese, impegnati con difficoltà a realizzare progetti e interventi sulla base di una normativa più volte modificata. Così si penalizzano pesantemente cittadini onesti e imprese rispettose delle regole, costretti a dover nuovamente fronteggiare cambiamenti imprevisti e repentini”. Il decreto-legge ha poi introdotto il divieto della “remissione in bonis” che aveva lo scopo di consentire di correggere gli errori formali nell’invio delle comunicazioni per accedere alle agevolazioni fiscali che l’Ordine dei Commercialisti ha, giustamente, bollato come misura eccessivamente penalizzante perché preferisce la tutela delle esigenze di contabilità alla buona fede dei cittadini nei rapporti con lo Stato.

Altri bonus

Sempre lo stesso decreto è intervenuto apportando modifiche anche al bonus barriere architettoniche. L’aliquota al 75% per la rimozione degli ostacoli alla mobilità delle persone con disabilità viene fortemente limitata sia sotto il profilo oggettivo che nelle modalità di fruizione. Infatti, può essere utilizzato per gli interventi condominiali già iniziati prima del 30 marzo 2024, per i soggetti a basso reddito e solo come detrazione e non più sottoforma di cessione del credito o sconto in fattura. Per le spese sostenute a decorrere dal 30 dicembre 2023 e sino al 31 dicembre 2025, pagate con bonifico parlante, la detrazione al 75% spetta per interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche aventi ad oggetto esclusivamente scale, rampe, ascensori, servoscala e piattaforme elevatrici, mentre spetta più per infissi, sanitari e altri. Bonus, però, non vuol dire solo Superbonus, perché restano in vigore altri strumenti per chi deve intervenire sull’immobile e vuole avvalersi di agevolazioni fiscali edilizie. Infatti, rimane confermato per tutto il 2024 il bonus ristrutturazioni al 50% per le spese sostenute per la ristrutturazione di un immobile esistente, con un tetto massimo di spesa pari a 96mila euro per singola unità immobiliare. È confermato anche l’Ecobonus, la detrazione fiscale finalizzata alla promozione di interventi volti a ridurre i consumi energetici degli edifici esistenti che varia dal 50% fino al 75% in base al tipo di intervento eseguito. Mentre, presenta notevoli vantaggi soprattutto se associato ad interventi di qualificazione energetica il Sismabonus che varia dal 50% delle spese sostenute per interventi antisismici che non portano a una riduzione della classe di rischio, fino all’85% per quelli su parti comuni con un passaggio di due classi o di demolizione e ricostruzione, sempre con un passaggio di due classi. Altri bonus d’interesse per l’anno in corso sono: il bonus mobili al 50% che prevede una detrazione per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici fino a un massimale di 5mila euro a seguito di interventi di ristrutturazione e il bonus verde al 36% previsto per la sistemazione a verde di aree aperte di pertinenza, l’installazione di recinzioni, impianti di irrigazione o pozzi, ma anche la realizzazione di coperture verdi.

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Un esempio e uno stimolo per il settore edile e del costruito

Palingeo

Impresa specializzata in geotecnica, quotata in Borsa sul segmento Egm, dedicato alle Pmi in forte crescita

Raccontiamo di un’eccezione per il mondo edile bresciano e non solo, che rappresenta un esempio e uno stimolo per l’intero settore: la quotazione in Borsa sul segmento Euronext Growth Milan (Egm) dedicato alle Pmi in forte crescita della Palingeo Srl di Carpenedolo, che dal 1999 offre servizi ai principali operatori nel settore delle costruzioni civili e infrastrutturali e precisamente nel comparto delle fondazioni speciali profonde e del consolidamento del terreno di fondazione. La motivazione della scelta strategica è sintetizzata da uno dei soci fondatori della società, il presidente Leonardo Spada: “La voglia di far crescere la Palin-

geo per sfruttare il positivo andamento del settore delle opere pubbliche, dovuto innegabilmente al traino del Pnrr, anzitutto per rispondere al meglio alla richiesta in aumento da parte dei clienti”. L’obiettivo dell’operazione è anche quello di ottenere una crescita organica tramite l’acquisizione di nuove attrezzature più performanti e più “green” con motori a basse emissioni e a consumi più moderati. La società, inoltre, si prefigge un’espansione controllata del personale ultra-specialistico per offrire prodotti e soluzioni sempre all’avanguardia. Con Spada, laureato in Scienze Geologiche all’Università di Torino, fondarono la società l’ingegner

Paolo Franzoni e il geometra Gian Battista

Lippi, ai quali nel 2010 s’aggiunse Sergio Lippi. Tutti direttamente impegnati nella direzione aziendale. Palingeo Spa nel 2019 è stata la prima azienda del settore a certificare in Italia una perforatrice rispondente alla normativa “Industria 4.0” e da allora tutte le attrezzature acquistate sono in comunicazione diretta con gli uffici per la trasmissione dei dati di funzionamento, consumi e produzione. Palingeo è iscritta all’Albo nazionale gestori ambientali per l’attività di bonifica dei siti ed è in possesso dal 2001 di vari attestati di qualificazione Soa Cqop per le opere di ingegneria edile e il consolidamento geologico. È un operatore qualificato da Rfi-Gruppo Ferrovie dello Stato per la realizzazione di lavori di opere civili su linee ferroviarie in esercizio. L’organico è di circa 250 persone impiegate nei cantieri operativi e nella sede centrale di Carpenedolo, e in quelle operative a Montichiari, Casalmoro (MN) e Fiumedinisi (ME): 18 impiegati d’ufficio, 55 impiegati tecnici, 161 operai e 15 apprendisti. Dal 2022 ha realizzato un radicale percorso di informatizzazione per efficientare tutti i processi, mediante l’adozione di innovativi software Erp di gestione amministrativa e delle commesse. La Società dal 2018 ha ottenuto le certificazioni Iso: 9001, 14001, 45001 e Sa 8000. I principali clienti della giovane quotata rispondono ai nomi di: Anas, Rfi, Saipem, Amplia Spa, Webuild Spa, Salcef Spa, Cossi Spa, Itinera Spa, Aleandri Spa, Manelli Spa, D’Agostino Spa, Ghella Spa, Vianini Spa, Consorzio Iteria, Rizzani De Eccher, Icm Spa. Nel raccontare il percorso seguito, le difficoltà incontrate e i vantaggi attesi dall’operazione, il consigliere delegato Paolo Franzoni spiega che “Grande attenzione abbiamo posto nella scelta dei consulenti che ci hanno coadiuvato in tutto il processo di quotazione in Borsa. Ci siamo avvalsi di figure molto preparate sia in ambito bresciano, l’avvocato Davide Epicoco e il dottor Alessio Minelli, sia per quanto concerne gli studi di consulenza attivi nel mercato milanese: Ldp & Partners, Lca, Integrae Sim”. I vertici aziendali sottolineano che a seguito della quotazione è aumentata la mole di lavoro quotidiano per imparare nuovi strumenti applicativi e procedure. Impegnativa è stata la fase che ha preceduto l’Ipo per via del road show, ovvero gli incontri con gli investitori, che per circa due mesi ha coinvolto il management negli incontri con potenziali investitori italiani ed esteri

46 marzo/aprile/2024 geotecnica

La quotazione in Borsa sul segmento Euronext Growth Milan (Egm) dedicato alle Pmi in forte crescita della Palingeo Srl di Carpenedolo

per promuovere l’azienda. Quali risultati vi attendete nel medio periodo? “L’obiettivo — risponde il consigliere delegato Franzoni — è una crescita organica con valori della produzione crescenti come indicato nella Ricerca azionaria di Integrae Sim sulla base di stime indipendenti”. La quotazione è stata utile per migliorare i processi interni, la produttività e il controllo di gestione? “Il percorso — tennn

stimonia — cominciato circa due anni fa ci ha fatto crescere molto in termini di conoscenze. Abbiamo implementato nuove procedure e migliorato sia la parte amministrativa sia la contabilità di cantiere. È iniziato un percorso virtuoso che confidiamo ci porterà a incrementare il controllo consapevole della gestione delle commesse”. È una scelta che consigliate ad altre imprese del settore del costruito?

La risposta: “È stata una scelta impegnativa dal punto di vista dell’impegno temporale ed economico, ma ne è valsa la pena. Sicuramente ci ha fatto crescere culturalmente e in termini di visibilità, quindi una scelta che consiglierei a tutti gli imprenditori che vogliono accelerare la loro

crescita e nel contempo raccogliere capitale”. Dal canto suo, Alessio Minelli, Cfo della società dal 2023, evidenzia come: “Il processo di quotazione ha conferito una maggiore consapevolezza delle capacità imprenditoriali e delle potenzialità dell’azienda nel lungo periodo. L’introduzione di nuovi strumenti di elaborazione dati e di controllo ha permesso a una società gestita con modelli ‘familiari’ di evolvere in una ‘realtà industriale’ evoluta, meglio organizzata e maggiormente consapevole della propria identità e realtà economica. Il contatto con realtà finanziarie di elevato standing ha introdotto la società in un nuovo modello di business finanziario non solo basato sul tradizionale canale bancario, ma aperto a nuove forme e modalità di reperimento di disponibilità liquide volto a investitori partecipativi con l’apertura al capitale della società. Le potenziali sinergie che potranno scaturire nel prossimo futuro garantiranno un supporto alla crescita della società”. Il presidente Leonardo Spada afferma: “Siamo convinti che essere un’azienda quotata (la seconda nel nostro settore dopo la Trevi Spa) ci porterà una visibilità notevole, accrescerà e consoliderà la reputazione di affidabilità che abbiamo guadagnato in questi 25 anni”. Ci sarà una crescita dimensionale e occupazionale? “Sicuramente sì — risponde il dottor Spada — siamo fortemente attivi sul mercato del lavoro e sempre in cerca di competenze professionali, stiamo già procedendo a colloqui di lavoro per la selezione di personale specializzato per esigenze di cantiere e amministrative”.

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incontri

Laura Castelletti

LA PROTAGONISTA DI INCONTRI DI QUESTO NUMERO È LA PRIMA CITTADINA DI BRESCIA, ENTRATA IN CARICA LO SCORSO ANNO. COME SARÀ LA CITTÀ TRA QUATTRO ANNI, AL TERMINE DEL SUO MANDATO? LA SINDACA CASTELLETTI IMMAGINA, SOTTOLINEANDO

LA VOLONTÀ DI LAVORARE CON DETERMINAZIONE PER OTTENERE IL RISULTATO, UNA CITTÀ APERTA, INCLUSIVA, CHE NON ABBIA PAURA DELL’ALTRO O DEL DIVERSO. “POI DIVERSO DA CHI? DA COSA? MI IMMAGINO UNA CITTÀ CHE ABBIA STABILIZZATO L’EREDITÀ DI BERGAMO BRESCIA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA NON SOLO DAL PUNTO DI VISTA TURISTICO, MA ANCHE DA QUELLO DELLA METODOLOGIA DI LAVORO PARTECIPATO DAL BASSO”.

48 marzo/aprile/2024
FOTO CHRISTIAN PENOCCHIO
Conosciamo la sindaca di Brescia Una città aperta e inclusiva nel segno della Capitale della cultura di Adriano Baffelli

Accostandomi a Palazzo Loggia, elegante sede municipale d’impronta veneziana di Brescia e quartier generale della sindaca Castelletti — al quale guardano i vari assessorati distribuiti in palazzi storici e strutture contemporanee di diverse zone della città — dalla splendida piazza resa celebre dal vigliacco attentato fascista che ormai cinquant’anni or sono sventrò otto vite, diventate in seguito nove e ferì oltre cento persone, alzo istintivamente gli occhi all’inconfondibile profilo della cupola. In realtà non era così la struttura originaria, coeva della scoperta dell’America, giacché al 1492 risale la posa della prima pietra. La collocazione della cupola sarebbe intervenuta dopo l’incendio del 1575 che distrusse la Loggia. Un incendio forse causato dalla volontà di malintenzionati desiderosi di distruggere la gran quantità di documenti legati alla presenza del collegio notarile distrusse tre ampie opere (teleri, come erano definite dai veneziani) commissionate dal Comune a Tiziano.

nibilità sociale, ambientale ed economica, l’accesso alle opportunità, la salute. Essere la prima donna sindaca della città che cosa rappresenta per lei?

Quella delle donne nella politica italiana è una storia di assenze, una storia a metà, perché metà della popolazione è costantemente sottorappresentata nelle Istituzioni e in generale ai vertici del Paese. In questo senso credo che la mia esperienza e quella di altre sindache possano essere utili per le nuove generazioni e per scardinare alcuni stereotipi di genere ancora ben radicati nella società. Noi donne non abbiamo più bisogno di dimostrare di essere alla pari dei maschi, sappiamo che è così. Ci serve solo un’occasione per esprimere il nostro potenziale, riconquistando uno spazio per lavorare, anche assieme agli uomini, alla costruzione di una società all’altezza delle sfide che ci attendono.

una città in cui gli abitanti si possano sentire protetti e a loro agio.

Ci sono, però, specifiche competenze e ruoli. In città ci sono un Prefetto e un Questore che, attraverso il Comitato per l’ordine e la sicurezza, si occupano del coordinamento interforze e del presidio del territorio, con attenzione e costanza. Il Comune ha la Polizia Locale, che è una forza ausiliaria e che comunque non fa mai mancare la propria presenza.

Quale valore riveste per lei e la sua Giunta la Fondazione del Terzo settore Campus Edilizia Brescia e cosa si aspetta dall’azione della stessa?

Sindaca Castelletti, quali sono gli obiettivi principali che si prefigge durante il suo mandato?

Lavorerò affinché Brescia sia sempre più una città europea, che prima di tutto favorisca il benessere dei suoi cittadini, migliorando la qualità delle loro vite. Questo si ottiene creando un equilibrio tra le diverse dinamiche che compongono la nostra comunità, che deve crescere e svilupparsi, garantendo l’inclusione, la soste-

A fronte di una serie di fatti di cronaca c’è un dibattito politico in corso sulla sicurezza in città. Qual è la posizione sua e della Giunta sul tema?

Il tema della sicurezza ha preso piede per alcuni episodi che sono avvenuti in città. E ovviamente viene usato strumentalmente per imputare all’amministrazione comunale una scarsa attenzione al territorio, cosa che assolutamente non corrisponde al vero. La sicurezza non è né di destra né di sinistra, tutti vogliamo

Campus Edilizia Brescia nasce da un’iniziativa di realtà pubbliche e private, in cui Ance Brescia ha avuto un ruolo determinate, con la finalità di costruire un dialogo tra gli attori della filiera delle costruzioni. L’iniziativa intende favorire cooperazione e corresponsabilità, con un approccio sinergico e collaborativo sui tre concetti attraverso cui il progetto si declina: costruire, abitare, vivere.

In questi anni, Campus ha operato in maniera informale ed è maturata la necessità di dare una veste giuridica a questo soggetto, che ha visto coinvolti, oltre ad Ance e Comune, la Cassa edile, l’Ente sistema edilizia Brescia (Eseb), l’Ordine degli ingegneri, degli architetti, il Collegio geometri, Confindustria, Camera di commercio Brescia, Provincia

marzo/aprile/2024 49

Laura Castelletti è nata a Brescia nel 1962, è sposata da 36 anni ed è madre di figlie, Margherita e Caterina. Diplomata come Tecnico di laboratorio chimico biologico, sino al 1992 ha lavorato all’Istituto di Farmacologia della Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Brescia. La passione della politica, però, l’ha conquistata molto presto. Eletta consigliere comunale nel 1991, nel 1998 venne eletta Presidente del Consiglio Comunale, carica che ha ricoperto sino al 2008. Dal 2013 al 2018 è stata vicesindaca di Brescia con deleghe alle attività culturali, sistema museale e bibliotecario urbano, promozione turistica della città e gemellaggi, innovazione e smart city, carica e deleghe che le sono state riconfermate nel 2018.

Lavorerò affinché Brescia sia sempre più una città europea, che prima di tutto favorisca il benessere dei suoi cittadini, migliorando la qualità delle loro vite.

Afferma di conoscere ogni angolo della città, non solo perché ci è nata e cresciuta, ma anche perché spesso le piace attraversarla da sola in sella alla sua Vespa. Le piace la musica, tutta, e le piace stare in mezzo ai giovani. A maggio 2023

Laura Castelletti è diventata la prima sindaca della storia di Brescia.

e Università. La finalità della Fondazione è quella di promuovere, condividere e sviluppare attività di ricerca, formazione e divulgazione relative all’edilizia e alla trasformazione urbana, con percorsi che mettano al centro la sostenibilità e la crescita sociale ed economica del territorio, attraverso pratiche innovative che favoriscano la salvaguardia dell’ambiente. Ci si prefigge l’elaborazione di studi e ricerche, finalizzati a promuovere tali percorsi di sviluppo e costruire tavoli di ascolto e confronto.

Un’iniziativa, dunque, che parte da Brescia ma si apre a tutta la provincia, perché alla città tocca sicuramente il compito di dimostrarsi preparata ad affrontare le grandi sfide che abbiamo di fronte, ma anche di essere un riferimento per il territorio più vasto. Come nasce l’idea di dotare la città di un gemello digitale? Nelle linee programmatiche di mandato 2023-2028 del Comune di Brescia è previsto il progetto di una piattaforma di

Digital Twin dedicata alle città. Si tratta di un’innovativa soluzione progettata per rivoluzionare la gestione e lo sviluppo urbano. Attraverso questa tecnologia, avremo a disposizione tutte le informazioni utili per plasmare il futuro della città intelligente, grazie a una visione dettagliata e in tempo reale degli aspetti chiave dell’ambiente urbano. Dalla gestione del traffico alla sicurezza pubblica, dall’efficienza energetica alla pianificazione urbanistica, la piattaforma fornirà dati preziosi e strumenti di analisi avanzati per una governance più efficace. Il Gemello Digitale è una soluzione strategica per l’approccio verso i concetti di Smart City: è

Ci sono stati ostacoli lungo il percorso che ci porterà alla bonifica della Caffaro, ma puntualmente siamo riusciti a superarli.

un insieme armonico di tecnologie che consentono la costruzione di un percorso di integrazione, correlazione e modellazione che può aiutare, tramite la trasformazione del patrimonio digitale, a raggiungere gli obiettivi di una città data-driven. Il Comune avrà a disposizione l’infrastruttura di base entro l’autunno.

Sindaca Castelletti, Brescia attende da molti anni che si pro-

ceda con la bonifica dell’area ex Caffaro e puntualmente si registrano ostacoli. Quando i lavori inizieranno?

Ci sono stati ostacoli lungo il percorso che ci porterà alla bonifica della Caffaro, ma puntualmente siamo riusciti a superarli. La gara è stata assegnata in via definitiva e questo è senza dubbio un passaggio fondamentale, che ci consente di guardare al futuro di quest’area con rinnovata fiducia. Nei prossimi mesi, si lavorerà all’allestimento del cantiere, un’operazione non semplice, propedeutica alla bonifica vera e propria, che

incontri 50 marzo/aprile/2024
FOTO FOTOLIVE
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Il nuovo piano triennale dei fabbisogni del personale del Comune di Brescia punta ad assumere 225 persone entro il 2026 e a promuovere le progressioni verticali, in favore di profili sempre più professionalizzati

durerà circa cinque anni. Anche attraverso il prezioso lavoro del commissario Fasano, monitoreremo tutte le fasi, per garantire ai cittadini e ai residenti della zona un impatto sostenibile e il risultato migliore.

La partita del tram sarà realtà, magari con due linee anziché una sola. Quando è previsto l’inizio delle corse del nuovo servizio per la mobilità cittadina?

Per ora la linea tramviaria progettata e finanziata è una, dalla Pendolina alla Fiera, che entrerà in funzione nel 2029, ma abbiamo l’ambizione di riuscire, in questi anni, a ottenere il finanziamento anche per la seconda linea a Est. Brescia deve avere servizi sempre più efficienti che garantiscano un’elevata qualità della vita e la mobilità gioca un ruolo fondamentale in questa partita, perché se il trasporto pubblico funziona gli spostamenti diventano brevi, il traffico diminuisce e la qualità dell’aria migliora, in caso contrario aumentano smog, stress per le persone e per gli spazi urbani e danni ambientali.

Grazie alla metropolitana, abbiamo già raggiunto risultati invidiabili, ma i sistemi di mobilità sono efficienti solo se continuano a evolvere dal punto di vista infrastrutturale. Per questo abbiamo scelto di investire nel tram elettrico che è quanto di più innovativo c’è nel panorama internazionale, perché è il meglio del

green, è meno costoso della metro e offre l’occasione di ripensare porzioni di città, rigenerando interi quartieri.

Gli obiettivi che vogliamo raggiungere sono chiari: riduzione del traffico automobilistico, che va a beneficio di tutti, soprattutto dell’ambiente; un tessuto urbano più collegato lungo i suoi assi principali; una città più bella e a misura d’uomo e di donna.

Che cosa prevede il Piano assunzioni per dare nuove risorse agli uffici comunali?

Il nuovo piano triennale dei fabbisogni del personale del Comune di Brescia punta ad assumere 225 persone entro il 2026 e a promuovere le progressioni verticali, in favore di profili sempre più professionalizzati.

Le numerose nuove assunzioni e i maggiori costi sono resi possibili dal fatto che il Comune risulta essere un ente virtuoso, con un rapporto percentuale fra spesa del personale ed entrate correnti pari al 22,85%, di molto inferiore alla soglia prevista per la fascia demografica di riferimento, fissata a 27,60%. A oggi il personale dell’ente è composto al 69% da donne, a fronte di un 55% all’inizio degli anni Novanta e c’è una costante diminuzione dell’età media dei dipendenti, che oggi è di 51,5 anni contro i 55,5 del 2017, misura di un turn over sempre più necessario. Nel piano viene dato spazio anche al lavoro agile, che, superata la fase

incontri 52 marzo/aprile/2024

Grazie alla metropolitana, abbiamo già raggiunto risultati invidiabili, ma i sistemi di mobilità sono efficienti solo se continuano a evolvere dal punto di vista infrastrutturale

emergenziale pandemica, si è consolidato come contributo essenziale al miglioramento della performance complessiva grazie a un aumento del benessere individuale dei lavoratori.

La sua amministrazione prevedete una revisione del Pgt esistente o l’adozione di un

nuovo Piano generale del territorio?

La prima fase dell’urbanistica è la pianificazione, con cui si costruisce una visione strategica, di indirizzo, attraverso un piano di livello generale, che è il Pgt.

Quello attualmente in vigore, che ha avuto quattro varianti,

è ancora una bussola che può guidarci verso il futuro, con la scelta di ridurre il consumo di suolo, costruire una cintura verde attorno alla città e favorire la rigenerazione dell’esistente. C’è, poi, la fase dell’attuazione, in cui l’amministrazione ha un ruolo determinante, ma solo marginalmente è il soggetto che può dare avvio al processo. Per intenderci, l’attuazione di un Pgt può avvenire con opere pubbliche, ma la maggior parte delle proprietà (che siano edifici o aree) non è del Comune, quindi bisogna fare in modo che i proprietari siano messi nelle condizioni di intervenire, concertando con noi un progetto di spazio urbano che porti con sé opere utili al contesto in cui l’intervento si colloca. In questo se-

condo passaggio è emersa la necessità di rivedere e affinare il nostro Pgt, rendendolo più flessibile, per aiutarci a tenere insieme la strategia e la sua attuazione.

Come descrive il rapporto con gli assessori della sua Giunta? Siamo una squadra, abbiamo un buon equilibrio, che si basa sul fatto che ognuno di noi ha competenze specifiche e ha a cuore principalmente l’interesse della città.

Laura Castelletti come preferisce vivere i propri momenti di riposo e di quiete, lontano da Palazzo Loggia?

I momenti di riposo e quiete per un sindaco sono sostanzialmente inesistenti. Quando possibile mi piace viaggiare, con la mia famiglia e i miei amici, cercando ispirazioni da riportare a Brescia.

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Sul buon esempio delle virtuose città nordeuropee, anche la leonessa si impegna a promuovere la mobilità dolce, termine coniato per descrivere un tipo di mobilità in cui si utilizzano piccoli veicoli elettrici o mezzi non motorizzati per spostarsi, incluse le biciclette, azzerando così le emissioni inquinanti con benefici per la qualità della vita e della salute dei cittadini. Proprio così, perché le automobili restano uno fra i fattori più nocivi per la qualità dell’aria. Una singola vettura che emette un centinaio di grammi di CO2 per chilometro, percorrendo 10mila chilometri all'anno è responsabile dell'emissione di mille chilogrammi di anidride carbonica ogni dodici mesi. Il rafforzamento delle infrastrutture ciclopedonali, quindi, risulta strategico per invogliare i cittadini a utilizzare mezzi non inquinanti, permettendo di circolare in totale sicurezza. E grazie ai fondi che giungono da Regione, circa 1,6 milioni totali, ora il territorio bresciano potrà non solo potenziare la rete, ma anche manutenere le piste già presenti. Le risorse fanno parte del “Piano Lombardia” che prevede, complessivamente, 150 opere per un finanziamento totale di 52 milioni di euro sparsi in interventi lungo tutta l’area regionale.

I progetti bresciani scelti i quali beneficeranno di tali risorse sono undici e si estendono dal lago di Garda sino alla pianura. L’intervento più importante, con una spesa che si aggira circa al mezzo milione di euro, è il cantiere per la realizzazione della “Greenway sull’Oglio”. Così nominata la passerella ciclopedonale sul ponte che attraversa il fiume Oglio e che collega i Comuni di Calcio e Urago d’Oglio. Un lembo di terra al valico fra due province, quella bresciana e bergamasca, che si collegano in un percorso a disposizione

Una provincia a misura... di due ruote!

La provincia di Brescia è al lavoro per rafforzare la propria viabilità ciclopedonale grazie ad una pioggia di fondi in arrivo dal “Piano Lombardia” che renderanno il territorio ancora più green e sostenibile

CURIOSITÁ

La città europea più bikefriendly

I Paesi Bassi sono al primo posto, seguiti da Finlandia (57%) e Danimarca (56%) in termini di individui che vanno in bicicletta almeno una volta alla settimana. In Svezia la percentuale è stata del 42%.

Non c’è da meravigliarsi, quindi, che la città europea in cui gli spostamenti con la bicicletta sono più diffusi sia proprio Amsterdam. Si stima che nella capitale olandese il 60% degli spostamenti urbani, quindi più della metà, avvenga in bicicletta. La città conta oltre un milione di bici e 400 km di piste ciclabili cittadine.

dei cittadini, il quale ricorda simbolicamente la recente unione fra i due territori in occasione delle celebrazioni di Bergamo Brescia Capitali della cultura. Si resta sempre ad Urago con un’altra spesa di 65 mila euro per il completamento del percorso già esistente che porta a Rudiano. Mentre, sono 250mila euro i fondi destinati a Longhena per il miglioramento della pista presente sulla strada provinciale 38 che da Bettolino, attraversa i comuni di Dello e Manerbio. Restando sempre nel territorio della bassa, 220 mila euro spettano anche a Ghedi per la realizzazione del percorso ciclopedonale di attraversamento in corrispondenza dell’intersezione alla rotatoria con la strada provinciale. Riguardano interventi di manutenzione straordinaria delle piste esistenti quelli pre-

visti per: il comune di Padenghe sull’Oglio per un totale di 200mila euro, il comune di Pompiano per una cifra pari a 60mila euro e il comune di Concesio per 45mila euro. Destinati al comune di Carpenedolo 150mila euro per la ristrutturazione urbanistica di via Dante, mentre nascerà una nuova greenway di raccordo sul fiume Chiese nel comune di Prevalle che costerà circa 60mila euro. I rimanenti fondi saranno gestiti da Dello e Calvisano, rispettivamente 73mila e 40mila euro, per interventi di messa in sicurezza.

Il territorio bresciano si è dimostrato negli anni virtuoso in termini di offerta infrastrutturale per la ciclomobilità. Secondo i dati Istat risalenti al 2018, la provincia di Brescia era al secondo posto in tutta Italia, dopo Padova, per numero di chilometri di piste ciclabili presenti (167,9 Km). Trend confermato anche nel dossier “L’Italia non è un paese per bici” stilato da Clean Cities, Fiab, Kyoto Club e Legambiente nel 2022 il quale assegnava a Brescia un “patrimonio” di 8,5 km di piste ciclabili ogni 10mila abitanti, con un incremento di percorsi per le due ruote tra 2015 e il 2020 pari al 38%. Ad oggi il patrimonio ciclabile della provincia si aggira attorno ai 300 km e contempla anche la pista eletta fra le più belle d’Europa: la Garda by bike. Un itinerario ciclabile di 190 km che costeggia il lago di Garda, toccando ben tre regioni, per regalare ai ciclisti un’esperienza di viaggio senza precedenti fra panorami mozzafiato e paesi suggestivi. Il tratto che si estende nel territorio bresciano è di circa 89 Km e costeggia la riviera attraversando i comuni di Sirmione, Desenzano del Garda, Lonato del Garda, alcuni della Valtenesi per poi toccare nelle sponde verso nord i territori a partire da San Felice del Benaco fin su a Limone sul Garda.

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viabilità

novità dalle aziende

Come la tecnologia dei sistemi di scarico può contribuire all’edilizia del futuro

VBF è un acronimo che sta per Ventilation Branch Fitting (che traduciamo in italiano con “braga miscelatrice” o “braga di ventilazione”): una soluzione estremamente efficiente, ma ancora poco nota, per la realizzazione di colonne e diramazioni di scarico, che introduce notevoli vantaggi sia da un punto di vista progettuale che economico.

Ma cominciamo dall’inizio… la VBF nasce dall’intuizione dell’ing. Fritz Sommer, il cui obiettivo era quello di gestire la ventilazione degli impianti di scarico, anche in edifici di notevole altezza, utilizzando un'unica colonna (evitando quindi di realizzarne una seconda per ventilare gli impianti, condizione indispensabile per il corretto funzionamento del sistema). Inizialmente l’idea non trovò un valido riscontro, perché tutti i componenti degli impianti di scarico venivano realizzati in materiale metallico, con notevoli problemi di gestione e di lavorazione (difficile industrializzazione, importanti costi di produzione,

scarsa praticità rispetto ad altre soluzioni). Solo svariati decenni più tardi, grazie alla transizione verso i materiali plastici, i primi produttori del settore hanno iniziato a scommettere davvero sulla braga miscelatrice, realizzando i primi modelli in polietilene.

L’evoluzione delle tecnologie costruttive ha fatto il resto, portando alla realizzazione di edifici sempre più alti e caratterizzati da un’alta contemporaneità nell’utilizzo dei servizi, ovvero le condizioni ideali per installare un sistema di scarico con braga miscelatrice.

Come funziona la braga VBF?

La braga miscelatrice utilizza una geometria a sei ingressi: tre ingressi per il collegamento degli apparecchi sanitari con maggior portata (compreso il WC) e tre ingressi adatti a dispositivi con una portata più contenuta. L’installazione della braga VBF determina uno spostamento (offset) della colonna ad ogni

Le soluzioni per la ventilazione del sistema di scarico che superano la necessità di una colonna parallela agevolano lo sviluppo verticale e gli edifici hi-tech

56 marzo/aprile/2024

La braga VBF di Valsir

Come accennato all’inizio, sono diversi i produttori che si sono cimentati nell’industrializzazione della braga miscelatrice; ciascuno di essi ha condotto ulteriori test e apportato interventi migliorativi per massimizzarne le portate. Va detto, però, che quasi tutti i produttori hanno puntato principalmente sull’integrazione della VBF nelle sole gamme in polietilene. È un’idea perfettamente sensata (e sviluppata anche da Valsir) perché si tratta di sistemi altamente performanti

con una notevole resistenza ai picchi di temperatura e agli agenti chimici; per contro, le tubazioni in polietilene vanno collegate tra loro tramite saldatura e presuppongono alcune accortezze in fase di preparazione, fattore che a volte si ripercuote sui tempi di installazione. Valsir, invece, realizza la braga miscelatrice anche in polipropilene, integrandola nelle gamme dei propri sistemi di scarico silenziati (Blackfire, Triplus, Silere e PP3). Così l’installazione è decisamente più agevole e, grazie agli altri punti di forza dei sistemi di scarico citati, la performance complessiva è eccellente, soprattutto negli edifici in cui la soluzione dell’impianto di scarico con braga VBF è dettata sia da requisiti prestazionali che acustici.

piano dell’edificio, fattore che agevola il rallentamento della velocità del flusso (e di conseguenza la pressione generata all’interno del sistema) e permette di separare l’ingresso dei reflui delle diramazioni orizzontali dal flusso principale della colonna.

In questo modo il flusso orizzontale incrocia gli altri quando è già avviato verso la parte inferiore della colonna, migliorando enormemente le prestazioni del sistema: la conseguenza più immediata – e più importante –di questa soluzione è che non si rende più necessaria una colonna di ventilazione: l’intero sistema può essere progettato come una singola colonna di scarico!

Le prime implicazioni sono un notevole guadagno di spazio (che può essere sfruttato per alloggiare altri impianti) e, naturalmente, il sensibile risparmio economico: un sistema con braga miscelatrice è molto più snello, in termini di materiali, rispetto ad un sistema tradizionale; ciononostante, può gestire portate molto più elevate in quanto genera pressioni molto contenute, riducendo così lo stress per la guardia idraulica dei sifoni.

Quali sono i requisiti per installare un sistema con braga miscelatrice?

Grazie ad un ciclo di test di laboratorio dedicati a misurare con estrema precisione le prestazioni della braga VBF, Valsir ha identificato delle regole chiare sulla corretta progettazione di un sistema di scarico basato sull’utilizzo di questa tecnologia. Il dimensionamento della colonna è strettamente legato alla portata di scarico: quando si utilizzano braghe VFB, la portata può arrivare a ben 13 l/s (una colonna con ventilazione primaria e braga a 90° ha un limite massimo di 4 l/s, mentre con la soluzione della ventilazione parallela si arriva a 5,6 l/s)!

In altri termini: se una colonna di ventilazione primaria con diametro da 110 mm può gestire fino a 16 bagni tipo, con la braga VBF si arriva a 100 bagni tipo senza variare il diametro della tubazione! Per questo motivo, il sistema con braga miscelatrice viene utilizzato soprattutto negli edifici che si sviluppano prevalentemente in altezza o con una contemporaneità di utilizzo molto alta (ad esempio strutture sportive, ospedali, ecc.). Sono molti gli esempi che permettono di intuire a colpo d’occhio le grandi potenzialità di questa soluzione. Per un quadro più dettagliato e per verificare tutti i criteri utili al corretto dimensionamento del sistema, Valsir mette a disposizione il “Manuale Tecnico sui Sistemi di Scarico”, un eccellente strumento di lavoro per il progettista e l’installatore, completo di schemi e tabelle, riferimenti normativi e disegni esplicativi di tutte le fasi di installazione.

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INFORMAZIONE COMMERCIALE
Scarica il Manuale Tecnico

ance giovani

I giovani di Ance “professori” per un giorno

Nell’ottica di presentare ai giovani le numerose opportunità offerte dal settore edile, ma soprattutto far conoscere i ruoli e le figure che si interfacciano quotidianamente all’interno del lungo processo di costruzione di un edificio, il Gruppo Giovani di Ance Brescia continua l’attività di orientamento nelle scuole superiori. Impegno da sempre perseguito come uno degli scopi principali dalla compagine degli edili junior in qualità di generazione ereditiera delle immense conoscenze e tradizioni trasmesse dal comparto edile.

In occasione degli open day presso l’I.I. S “V. Capirola”, che si sono tenuti negli ultimi mesi del 2023 e i primi del nuovo anno, da novembre a gennaio, periodi strategici per la scelta del percorso formativo dei nuovi studenti, alcuni rappresentanti dei giovani costruttori bresciani di Ance, hanno affiancato i docenti dell’istituto durante una serie di appuntamenti specifici per aiutare i ragazzi delle scuole medie a conoscere l‘offerta educativa presente nella sede di Leno. Incontri che si sono inseriti in un momento cruciale per gli studenti partecipanti, i quali giunti ormai alla fine del percorso di istruzione secondario, si trovano ad affrontare il bivio più importante in materia di futuro: la scelta della scuola superiore e l’indirizzo da frequentare. Da questa decisione ne derivano le rotte future che assumerà la propria vita e soprattutto la propria carriera lavorativa.

Ance Brescia da tempo ha trovato in questo istituto un partner per iniziative, eventi e testimonianze così da avvicinare il mondo dell’edilizia alla realtà dei giovani del giorno d’oggi. In tale occasione, i consiglieri del gruppo giovani, hanno raccontato la loro esperienza personale nel mondo edile, un settore in continua evoluzione e cambiamento che presenta per i giovani studenti una fonte di grande opportunità. A calarsi nei panni di “professori” per un giorno, in occasione delle tre giornate di incontri con i ragazzi e i propri familiari, si sono offerti: il presidente del Gruppo Giovani Santo Prandelli e i consiglieri Michelle

Amadei, Luca Pavoni, Laura Parietti, Andrea Galetti e Francesca Scolari. “Insieme ai docenti si è cercato di trasmettere al pubblico presente, composto da genitori e giovani delle scuole medie, il valore e la ricchezza in termini di offerta che il mondo edile mette e continuerà a mettere a disposizione in futuro grazie alla sua sensibilità ai cambiamenti tecnologici e all'introduzione di strumentazioni e procedure moderne e innovative. L’intento è stato quello di trasferire, con molta semplicità, la passione con cui svolgiamo il nostro lavoro, gli aspetti positivi del settore e le soddisfazioni che lo stesso ci restituisce. Il segnale che abbiamo voluto lanciare è quello del bisogno costante dell’ingresso dei giovani nelle nostre imprese” ha commentato Francesca Scolari ricordando le altre iniziative di orientamento svolte nelle scuole dal Gruppo Giovani di Ance Brescia. A partire dalle lezioni all’Istituto Tartaglia in compagina delle classi quinte, fino agli incontri con gli studenti dell’Istituto Capirola per parlare insieme di tematiche d’attualità del settore edile come le procedure di gara, la qualificazione delle imprese, lo smaltimento dei rifiuti, la digitalizzazione del cantiere, il computo metrico e la gestione della contabilità nei lavori privati. “Puntiamo a diventare una presenza costante in queste iniziative - aggiunge Francesca Scolari descrivendo gli obiettivi principali di tali attività - La prima è portare sempre più iscritti alle scuole secondarie, la seconda quella di avvicinare gli studenti al settore edile raccontando e spiegando quello che realmente svolgiamo quotidianamente in azienda”. Sforzi integrati anche dai progetti di comunicazione portati avanti dalla filiera edile, come l’ultimo incontro tenutosi nella Sala libretti del Giornale di Brescia, dal titolo “Edilizia un mondo a più dimensioni”, promosso da Ance Brescia, Collegio dei geometri di Brescia, Università di Brescia, Cape ed Eseb. Un evento nato con lo scopo di presentare le innumerevoli occasioni a disposizione dei giovani che scelgono di intraprendere la carriera edile e che darà vita ad altre iniziative rivolte alle nuove generazioni.

Secondo memorial Alberto Bergomi

Il Gruppo Giovani torna in pista per ricordare l’imprenditore Alberto Bergomi in occasione del secondo memorial omonimo dedicato all’ex presidente. Dopo l’esperienza positiva dello scorso anno che ha visto partecipare anche i giovani provenienti da tutta Italia, in questo nuovo appuntamento si è tornati a celebrare il ricordo dell’amico nell’intimità della cerchia più ristretta dei giovani colleghi bresciani che hanno condiviso insieme momenti di gioia e di allegria. Ritrovati nell’impianto in cima al Maniva, coloro che hanno scelto di partecipare all’incontro hanno solcato le piste con la voglia di celebrare l’unione di un gruppo, anzi di una famiglia, legata ancor di più dal ricordo di Alberto. Un modo per ringraziarlo dei momenti preziosi vissuti insieme che si riproporrà come un appuntamento fisso dei Giovani anche per gli anni a venire.

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eseb

Dopo la presentazione del progetto nell’auditorium di Eseb, il nuovo impianto per il riciclaggio totale dei rifiuti da costruzione e demolizione firmato Cdw Circle è in fase di definizione. In attesa del via libera da parte della Provincia di Brescia, a seguito delle recenti variazioni apportate con l’approvazione del nuovo Piano Cave, si stanno portando avanti le bozze del progetto dell’impianto pilota che, attraverso la separazione selettiva degli aggregati di cal-

cestruzzo da mattoni e altri materiali di scarto, consentirà di recuperare il 100% degli inerti grazie alla produzione di materie prime secondarie a valore aggiunto. L’avvio dei lavori di realizzazione, nonostante i prezzi dei fornitori siano lievitati rispetto ai primi preventivi, si prevede tra circa cinque mesi, tempo necessario a ultimare la progettazione, da parte del partner Cavart, dell’impianto che mira a trattare fino a 15-20 tonnellate/ora di materiali Cdw (Construction Demolition

Waste) negli spazi del sito del Gruppo Gatti di Lograto (Brescia).

In Italia vengono prodotti 78,2 milioni di tonnellate di rifiuti da costruzione e demolizione, che riguardano il 50% dei rifiuti speciali a livello nazionale. Il nostro Paese ha raggiunto un tasso di recupero di circa l’80% a livello nazionale, soddisfando ampiamente l’obiettivo Ce che chiedeva di riciclare il 70% dei rifiuti entro il 2020, poi confermato al 2030”. La Lombardia è il maggior produttore, con 17,4 milioni di tonnellate, ovvero il 22% della produzione nazionale e il 46% di quella regionale. Si recupera il 96% dei rifiuti da costruzione e demolizione, mentre il restante 4% è destinato alla discarica. Nel contesto lombardo, Brescia, da sola, produce circa il 25% dei rifiuti Cdw (quasi 4,5 milioni di tonnellate), che si caratterizzano come materiali eterogenei, provenienti da demolizioni non selettive. Con l’installazione di un impianto tecnologicamente avanzato, %

Obiettivo CE

riciclare il 70% dei rifiuti entro il 2020

è già stato raggiunto

in cantiere
60 marzo/aprile/2024 Vista 3D #2 PROGETTO Description of revision: Rev Descrizione della modifica: IMPIANTODIRICICLAGGIOMATER Vista 3D #1 0PRELIMINARY ISSUE agricoltura, caccia, silvicoltura e pesca ; 0,2% estrazione minerali 0,9% attività manifatturiere ; 16,9% energia elettrica, gas, vapore e aria ; 1,0% acqua, gestione reti fognarie ; 2,9% costruzioni ; 50,8% pubblica amm., istruzione e sanità 0,1% servizi, commercio, trasporto ; 3,6% trattamento rifiuti e attività di risanamento ; 23,6%
di recupero CDW in Italia
Cdw Circle:
il progetto del nuovo impianto pilota
%
80,1%
in Italia
di recupero CDW
Tipologia di rifiuti speciali non pericolosi prodotti (%) anno 2021
FONTE: Rapporto rifiuti speciali 2023, ISPRA

% tipologia rifiuti prodotti per attività economica

progettato dal partner Binder, basato sulla tecnologia di selezione ottica dei materiali in ingresso, si amplia l’utilizzo dei Cdw, oggi impiegato in larga parte alla realizzazione di sottofondi stradali (l’82% viene infatti destinato a pavimentazioni stradali, ferroviarie e altre opere civili - dato Anpar), puntando a ridurre il consumo delle materie prime, evitare lo smaltimento in discarica e ridurre le emissioni di CO2

Una volta separati gli scarti selezionati tramite setacci granulometrici, il sistema ottico distinguerà il materiale di cui si compone ciascun frammento, riconoscendo rapidamente le componenti indi-

90.000 tonnellate/anno

18.000 tonnellate/anno

circa il 25% della produzione lombarda di CDW (quasi 4,5 mln ton)

stinte della maceria. Due le macrocategorie: da un lato la parte grigia cementizia, dall’altro la parte rossa, ovvero quella dei laterizi. La prima sarà impiegata per produrre calcestruzzo per uso strutturale e non strutturale, mentre la seconda per nuovi laterizi, aumentando la quantità di aggregati riciclati reinserita nel settore delle costruzioni, aprendo sbocchi di mercato e dando una risposta certa alla richiesta di prodotti Cam, ovvero rispondenti ai Criteri ambientali minimi dei prodotti da costruzione, sempre in crescita, soprattutto in ambito industriale (ad esempio nei settori della prefabbricazione in cemento armato, malte e tegole).

90.000 tonnellate/anno

36.000 tonnellate/anno

36.000 tonnellate/anno

Ape: oltre un milione e mezzo ridistribuito alle imprese bresciane

A fine settembre le Parti sociali nazionali dell’edilizia riunite nella Commissione Cnce (Commissione nazionale paritetica per le Casse edili) hanno sottoscritto un accordo in materia di Fnape, il Fondo istituito per garantire il riconoscimento dell’Ape edile (anzianità professionale edile) alle maestranze del settore iscritte alle Casse edili/Edilcasse, stabilendo una riduzione dei costi a carico delle imprese per cui lavorano, tenute a versare un contributo per l’anzianità professionale edile dei singoli operai, come previsto dai contratti nazionali di settore. Il premio viene maturato dal lavoratore attraverso l'iscrizione alla Cassa edile provinciale e quest’ultima effettua il versamento del contributo incassato dall’impresa per la prestazione Ape al lavoratore nel mese di maggio di ogni anno. Nel 2023, la Cassa di Brescia ha erogato Ape per oltre 7,7 milioni di euro, a beneficio di più di 13.300 operai. L’accordo siglato in sede Cnce ha fissato una riduzione del 10% delle aliquote regionali, attivando un meccanismo di restituzione delle eccedenze versate al fondo Fnape alle Casse edili/Edilcasse. Tali somme sono state finalizzate alla riduzione dei costi Ape per le imprese e la Cape ha rigirato interamente l’importo ricevuto, 1,7 milioni di euro, in proporzione alle realtà che hanno partecipato alla costituzione della somma in eccedenza. Ad alcune di loro sono stati corrisposti ristori superiori ai 15mila euro.

Strade Aggregati riciclati Calcestruzzo
marzo/aprile/2024 61
0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100% Piemonte Valle d'Aosta Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Venezia Giulia Liguria Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna attività di costruzione e demolizione (Ateco da 41a 43) altre attività economiche Percentuale
Brescia
FONTE:
speciali 2023,
NUOVO IMPIANTO CDW
Rapporto rifiuti
ISPRA
Aggregati riciclati
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ance brescia

Dai notiziari mensili di marzo e aprile 2024, una panoramica su alcune delle ultime novità in tema di lavori pubblici, tributi e ambiente. Tutte le notizie sono riportate anche sul sito internet dell’Associazione: ancebrescia.it

LAVORI PUBBLICI

marzo - Decreto Pnnr4. Novità in tema di opere pubbliche

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19, con “Ulteriori disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr)”.

Il decreto ha iniziato l’iter di conversione in legge in Parlamento e contiene diverse disposizioni di interesse sui lavori pubblici, tra cui quelle relative alla governance per l’attuazione degli interventi Pnrr e ai termini di pagamento delle PA.

Per saperne di più: www.ancebrescia.it.

marzoPrezzario

Regione Lombardia per le opere pubbliche.

Annualità 2024

È disponibile l’aggiornamento annuale 2024 del Prezzario regionale dei lavori pubblici di

Regione Lombardia. I volumi che compongono il nuovo prezzario saranno scaricabili nei formati .pdf, .xls, html e .xml sul sito di Regione Lombardia. Con l’approvazione del Prezzario 2024 si conclude la prima fase dell’incarico affidato da Regione Lombardia al

Politecnico di Milano per la realizzazione di un nuovo Prezzario per le opere pubbliche che prevede anche la pubblicazione delle analisi delle voci. Il Prezzario 2024, infatti, contiene le analisi della maggior parte delle lavorazioni edili, mentre per il resto delle voci, tra le quali

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2024 AL N. 1/2024 DEL NOTIZIARIO DEL COLLEGIO COSTRUTTORI Registrazione del Tribunale di Brescia Direttore responsabile: (Conv. L. 27/02/2004 46)

ance brescia

Progetto socio-assistenziale di medicina complementare “Casa per la salute”

Il progetto socio-assistenziale di medicina complementare e di inclusione sociale "Casa per la salute" dell'Associazione bresciana artrite reumatoide (A.b.a.r Odv) è un'iniziativa volta a migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da patologie reumatiche attraverso un approccio integrato. L'associazione, attiva dal 1995 e senza scopo di lucro, si impegna nella divulgazione di informazioni sulle malattie autoimmuni e offre supporto medico, riabilitazione fisica e iniziative di medicina complementare. La fibromialgia è una malattia cronica altamente invalidante, purtroppo ancora non riconosciuta in Italia, nonostante colpisca il 4% della popolazione femminile. Questo impedisce a molte donne di potersi curare, in quanto tantissime perdono il lavoro e l'indipendenza economica a causa della malattia.

tutte quelle riguardanti l’impiantistica, il lavoro sarà completato con l’edizione 2025. Il Prezzario appena pubblicato ha validità fino al 31 dicembre 2024 e l’utilizzo è transitoriamente esteso fino al 30 giugno dell’anno successivo, per i progetti a base di gara la cui approvazione sia intervenuta entro tale data.

TRIBUTI

marzoSismabonus. Negata la possibilità di acquistare solo box auto non di pertinenza

L’Agenzia delle Entrate interviene sull’ambito applicativo della norma che disciplina il Sismabonus acquisti, negando la possibilità di beneficiare dell’incentivo sull’acquisto della sola autorimessa e/o del solo posto moto non pertinenziale. Non risultano infatti essere costruzioni

L’obiettivo del progetto è ridurre il dolore, migliorare la capacità funzionale e fornire supporto emotivo ai pazienti e alle loro famiglie. Attraverso un monitoraggio costante, si prevede una significativa riduzione della terapia farmacologica e un generale miglioramento della qualità di vita dei partecipanti.

Il coinvolgimento di circa duecento pazienti affetti da diverse patologie reumatiche consentirà l'erogazione di 10 sedute individuali o di gruppo di trattamenti di medicina complementare, con possibilità di ripetizione su valutazione medica.

Il progetto si svolgerà presso la "Casa per la Salute" a Brescia dal 1° gennaio 2024 al 1° gennaio 2027, offrendo servizi ai cittadini della zona e della provincia. Risorse professionali qualificate, tra cui operatori cognitivo comportamentali, fisioterapisti, psicoterapeuti e operatori shiatsu, saranno impiegate per garantire un supporto completo ai partecipanti. A causa della carenza di fondi il progetto rischia di non poter continuare, lasciando senza supporto numerosi malati.

L’Abar sta cercando sostenitori che possano offrire il proprio contributo e aiutare i pazienti sotto cura. Per ulteriori informazioni è possibile visitare il sito www.abarbrescia.org oppure mandare una mail a segreteria@abarbrescia.org.

adibite ad abitazione e ad attività produttive, quindi, se acquistate autonomamente non consentono l’accesso alla detrazione. È possibile usufruire del bonus mobili per l’arredo dell’abitazione acquistata con il medesimo Sismabonus acquisti, purché gli interventi siano qualificati dal titolo abilitativo come “ristrutturazione edilizia”. Confermata anche la possibilità di presentare l’asseverazione sulla classe sismica entro la data del rogito dell’immobile per gli interventi con procedure autorizzatorie avviate dopo il 1° maggio 2019, se gli acquisti riguardano immobili in zona sismica 2 o 3.

marzo - Sismabonus acquisti sugli immobili in F3. Accolta la tesi dell’Ance

Via libera dell’Agenzia delle Entrate alla tesi dell’Ance: ammesso il cosiddetto Sismabonus acquisti anche per l’acquisto di unità immobiliari classificate in F3—Unità in corso di costruzione, facenti parte di edifici demoliti e ricostruiti da imprese di costruzione se, prima del rogito, da effettuarsi entro il prossimo 31 dicembre 2024, risultino ultimati gli interventi sulle parti strutturali e sia attestato il miglioramento di 1 o 2 classi di rischio sismico.

Confermata, nella stessa ipotesi, anche la possibilità di fruire della cessione del credito e dello sconto in fattura, se la richiesta del titolo abilitativo che autorizza gli interventi è stata fatta entro il 16 febbraio 2023. Maggiori informazioni su www.ancebrescia.it.

AMBIENTE

marzo - Modello unico di dichiarazione ambientale 2024. Nuova scadenza

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 gennaio 2024 che approva il Modello unico di dichiarazione ambientale per l’anno 2024. La scadenza per la presentazione del Mud è stata prorogata al 30 giugno 2024 in quanto la presentazione del modello è stata fissata entro 120 giorni a decorrere dalla data di pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale.

64 marzo/aprile/2024
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