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Bim, Erp, Esg e Cantiere

di Angelo Luigi Camillo Ciribini Università degli Studi di Brescia

Che cosa indicano gli acronimi Bim (Building Information Modeling), Erp (Enterprise Resource Planning) ed Esg (Environmental, Social, Governance) associati al cantiere?

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Essi narrano una storia che giunge dal passato e si proietta nel futuro, nel senso che la presenza del sistema di controllo di gestione costituisce un tema giunto ormai all’attenzione delle imprese di costruzioni da decenni, ma sinora scarsamente praticato in modo estensivo. Lo sviluppo della gestione informativa, o per meglio dire dell’innovazione digitale, appare come una tematica di stretta attualità; la transizione sostenibile rappresenta l’orizzonte del futuro sul medio periodo, particolarmente nei difficili rapporti che intercorrono sovente tra Finance Industry e Built Environment Industry

Si tratta, infatti, di riflettere sul posizionamento dell’impresa di costruzioni nel settore della costruzione e dell’immobiliare all’interno della catena del valore da rivisitare.

Ciò è particolarmente importante in virtù della presente congiuntura storica che vede l’impresa sollecitata tra istituzioni, operatori finanziari, committenti e catena di fornitura.

Per rimanere nell’alveo dell’ambito edilizio e immobiliare è sufficiente evocare le controversie che riguardano tanto il cosiddetto Superbonus 110% quanto la Direttiva Epbd nell’imminenza della realizzazione di interventi strutturali per la rigenerazione urbana.

In buona sostanza, si sta profilando una prospettiva che impone ai vertici aziendali di ragionare a proposito del cantiere quale luogo di convergenza tra entità ete- rogenee che, di volta in volta, devono tradursi in un sistema di relazioni che insistono su culture, convenienze, operatività e logiche differenti; luogo, tuttavia, in cui, per l’impresa non è solo necessario gestire i costi delle forniture e i contratti dei subappalti in funzione delle dinamiche inflattive, dei contratti collettivi e delle politiche fiscali.

Già le criticità insorte nel contesto logistico mettono, infatti, in evidenza in che misura le dimensioni della collaborazione e dell’integrazione non generino, per l’impresa, un gioco a somma positiva qualora essa non sia in grado di adottare politiche preventive e predittive.

La transizione digitale, entro questo orizzonte, si profila sempre più come lo strumento che permette di connettere e di sfruttare i dati che il Project Management e il sistema di controllo di gestione sono in grado di utilizzare al fine di migliorare i processi decisionali con l’obiettivo di affrontare le sfide intrinseche alla sostenibilità ambientale, economica e sociale.

È questa, però, una scommessa che si gioca non solo sul piano del prodotto immobiliare, di nuova realizzazione o soggetto a trasformazione, a cui è richiesto di offrire livelli prestazionali sempre più intensi e plurimi, bensì si dipana pure lungo l’asse del processo: di committenza, di ideazione, di esecuzione e, soprattutto, di gestione.

Vale la pena, peraltro, di notare come l’Erp evochi l’opportunità di ripensare internamente i processi aziendali alla luce delle diverse commesse e dei rapporti con le altre organizzazioni coinvolte in termini di obiettivi e di risorse, nei confronti dei tratti principali del Project Management e delle opportunità che vi sono insite.

Il Bim, nella sua accezione di significare il tutto (l’Information & Communication Management) attraverso una parte, rappresenta la richiesta o la potenzialità, nelle relazioni contrattuali tra le parti in causa, di consentire condizioni di monitorabilità e di prevedibilità di fenomeni complessi soggetti a forte aleatorietà, incertezza, turbolenza: coinvolgendo la struttura di committenza.

L’Esg, ovvero i criteri corrispondenti, afferisce all’impellenza di introdurre, non solo per il tramite di indicatori finanziari, categorie valoriali articolate (si pensi all’ampiezza dei temi puntuali che l’acronimo include), che implicano una forte mitigazione del rischio, vale a dire il Risk Management, con una conseguenza palese sulla valutazione del merito di credito e degli investimenti.

È opportuno rilevare come la digitalizzazione, nel cantiere in cui confluiscono idealmente Bim, Erp, Esg, si manifesti sotto una duplice modalità: come specifica soluzione tecnologica in grado di permettere l’abilitazione dei processi produttivi, oppure come dispositivo che sovrintende le architetture dei flussi di lavoro e di decisione (il Workflow Management System) consentendo di assicurare, in tempo reale e in remoto, condizioni di previsione, di monitoraggio, di rendicontazione e, nel medio e nel lungo periodo, persino di predizione.

È proprio, invero, l’architettura dei flussi e delle decisioni che legittima le singole innovazioni tecnologiche e che ne genera ritorni sull’investimento.

Al contempo, al netto del paesaggio partenariale che forzatamente richiede l’inclusione della fase della gestione nel contratto di ideazione e di realizzazione, alcuni aspetti dell’Esg, in particolar modo quelli attinenti al Social e alla Governance, dimostrano l’emersione prepotente dei tratti immateriali nella fruizione dei beni immobiliari (tutto sommato, anche il Gresb — Global Real Estate Sustainability Market — lo evidenzia), ma, in realtà, la stessa accezione del cantiere è chiamata prepotentemente alla ribalta. Se, infatti, nell’Esg confluiscono elementi disparati e disomogenei (dalla salute e dalla sicurezza nei cantieri temporanei o mobili, dalla bassa emissività, e dalla ele-

Digitalizzazione

GIS

Satellitare Telematica

3D BIM / 4D BIM / 5D BIM

Field BIM

Digital surveying AR / VR

DLT IoT

Cyber security

Artificial intelligence

Raccolta dati

Elaborazione dati

Previsioni Predizioni

Ambientale

Gestione macchinari

Gestione attrezzature

Consumo delle risorse

Gestione suolo

Gestione polveri

Gestione acque

Efficienza Energetica

Circolarità dei prodotti

Emergenza ambientale

Biodiversità

Sostenibilità

Ambiente di condivisione dei dati gestione esecuzione del contratto

Economica

Organizzazione impresa

Gestione commessa Eticità

Organizzazione cantiere

Logistica e trasporti

Sociale

Salute & Sicurezza

Benessere

Assistenza

Coinvolgimento

Parità di diritti

Protocolli legalità Pagamenti corretti

Produttività

Project management

Risk management

Controllo di gestione Quality management

Lean construction

Merito di credito Marginalità Conformità

Cantiere

Stazione appaltante Ufficio di direzione dei lavori Commissione di collaudo in corso d’opera Coordinamento per la sicurezza

Appaltatore Catena di fornitura

Finanziatore/Investitore Organismo di auditing

Rating Report Disclosure

Non solo: il combinato disposto tra Bim, Gis (Geographic Information System) e tecnologie satellitari e telematiche, in definitiva, dilata i confini del cantiere, collegandolo sia ai luoghi della rete di fornitura (non solo in termini di mobilità: di trasporto e di consegna), ma anche dello Stakeholder Engagement e del coinvolgimento delle comunità.

Quali sono, di conseguenza, le ricadute dell’associazione degli acronimi sopraddetti sulla essenza e sulla operatività dell’impresa di costruzioni?

Organismo di valutazione

Indicatori NON finanziari

Indicatori finanziari lazione che verte su Informazione, Investimento (e Commessa) e Rischio. vata circolarità dei prodotti, dei mezzi e dei macchinari, all’approvvigionamento e all’utilizzo delle fonti energetiche, a iniziare dalla efficienza energetica della baracca di cantiere e alla gestione ambientale e naturalistica, così come al consumo e al riciclo o riuso dei materiali e alla tutela delle aree oggetto dei lavori, per finire con gli aspetti relativi alla correttezza dei comportamenti nei confronti dei committenti o dei competitori), sono proprio essi stessi a indicare la necessità di ripensare, entro certi limiti, il rapporto che sussiste tra l’impresa, in qualità di organizzazione, e i singoli luoghi produttivi in cui agisce lontano dalla sua sede e in relazione con altre organizzazioni.

Proprio in virtù dei sempre più pressanti provvedimenti regolamentari che i supervisori finanziari continentali e nazionali stanno adottando per quanto riguarda gli indicatori finanziari e non finanziari (relativi allo sviluppo sostenibile), si pone l’impellenza per l’impresa di mettere a sistema e di interiorizzare le sinergie tra la cultura manageriale, la maturità digitale e la consapevolezza sostenibile.

Non certamente esse si possono concretare nell’abituale atteggiamento reattivo a tendenze prevalenti (l’epopea della normativa della serie Uni En Iso 9000 è emblematica in argomento), ma, al contrario, esse devono terminare nella propositività proattiva che, tuttavia, comporta lo sforzo di riconfigurare le identità, i processi e i prodotti, a meno di non ridurre l’impresa di costruzioni a ruolo da terzismo.

Affinché, comunque, una tale ipotesi non risulti infondata o, addirittura, peggio, velleitaria, bisogna iniziare ad avviare, proprio alla luce della rigenerazione urbana e delle previsioni contenute nella direttiva sulla efficienza energetica degli edifici, un dialogo con i decisori politici e con i soggetti finanziari, ancor prima, ovviamente, che con i singoli esponenti del versante della Domanda Pubblica e Privata, in merito alla relazione, o meglio, alla triango-

Per fare ciò, però, bisogna iniziare a comprendere come pensino gli interlocutori, per proporre loro una strategia industriale, ma, come detto, anche per decidere quale sia la propria identità, e il proprio potere negoziale, nel 2030 o nel 2050. Non dimentichiamo, in effetti, che gli ecosistemi digitali e le piattaforme tecnologiche inevitabilmente saranno sempre maggiormente il luogo della contesa tra gli attori nell’ottica della capacità di esercitare funzioni di Intelligence e, appunto, di Prediction.

Per l’impresa di costruzioni sarebbe assai pericoloso aderirvi senza la contezza di ciò. Non per nulla, indicator, metrics, report e disclosure assumono un rilievo crescente, perché, allorché gli operatori finanziari matureranno nel senso dei criteri Esg, difficilmente si potranno accontentare esclusivamente di certificazioni o di rating e di scoring indiretti.

Il 13% delle gare è destinato al Pnrr, ma raddoppiano le gare deserte

I bandi del Pnrr prendono il volo e l’Italia entra nel vivo della ricostruzione. È quanto emerge dall’analisi dei dati emessi dalla piattaforma del servizio di consultazione gare che Ance Brescia propone ai propri associati

Dalle statistiche delle pubblicazioni a livello nazionale, nel periodo che va da agosto 2022 fino al 31 gennaio 2023, si segnala una concentrazione di nuovi bandi emanati per un totale di 57.427, più del 10% rispetto allo scorso semestre. Anche gli importi crescono e il valore complessivo delle gare di circa 73,98 miliardi euro registra un incremento di 30,5 miliardi di euro in più in confronto a sei mesi precedenti. È l’effetto Pnrr che dà una profonda sferzata al mercato dei bandi pubblici, stretto nella morsa delle tempistiche limitate e degli obiettivi da raggiungere. Rispetto al totale delle gare pubblicate nell’ultimo semestre, quelle relative al Pnrr pesano per il 13,3% sul totale, dato che conferma il rapido incremento registrato. Secondo i dati riportati da Edilizia Flash, l’analisi congiunturale mensile di Ance nazionale, ad oggi, 99,2 miliardi, pari al 92% delle risorse destinate ad interventi di interesse del settore delle costruzioni, risultano allocati nei territori. La distribuzione geografica delle risorse territorializzate vede le regioni del Mezzogiorno e del Nord rispettivamente con il 42% e il 41% delle risorse, corrispondente a 43,3 e 42 miliardi, mentre per quelle del Centro risultano assegnati 16,8 miliardi, pari al 16%.

Ma siamo ben lontani dall’attuazione e ci vorrà un po’ di tempo prima che i numeri delle gare si trasformino in cantieri attivi. Sebbene le pubblicazioni siano in aumento, non si può dire altrettanto delle aggiudicazioni che risultano in netto calo, contro un raddoppio significativo delle gare andate deserte. Fino al primo agosto del 2022 i dati riportavano 145 le gare deserte o non aggiudicate a fronte di un totale di 8086 aggiudicate. In solo sei mesi lo scarto è aumentato di quasi la metà con una situazione al 31 gennaio di 4055 gare aggiudicate e 207 deserte. Il dato è sintomo di diversi fattori che frenano la realizzazione delle opere. Primo fra tutti l’aumento dei prezzi dei materiali con i ristori promessi alle imprese che arrivano a singhiozzi, come confermato dalla stessa Ance nazionale. Un cortocircuito che pesa sullo stato dei lavori del

Pnrr e sull’accelerata improvvisa della messa a gara delle opere, in particolare quelle rientranti nella categoria degli edifici civili e industriali (OG1). Sono queste le gare più difficili da assegnare per la propria complessità e, secondo i dati dei bandi pubblicati, anche quelle che hanno registrato un maggiore incremento nell’ultimo semestre. Risultano 15.618 i bandi di gara riguardanti lavori di opere civili e industriali a fronte di un importo pari a 19,4 miliardi di euro, con un aumento che si attesta al 20,85%. Ma il tasso di aumento delle gare andate deserte o non ricadenti in questa tipologia risulta il più alto a confronto delle altre categorie: ben il 98%. Dato che preoccupa in vista delle scadenze stringenti del Pnrr e degli impegni assunti con l’Europa. Le tempistiche di aggiudicazione delle gare in media si aggira attorno ai 49 giorni, ma occorre segnalare che la maggioranza di quelle aggiudicate nell’ultimo semestre sono per l’appunto state assegnate con la procedura di affidamento diretto, che può essere impiegata solo per le opere al di sotto

Utilizzo del Bim in edilizia

Altro dato rilevante è il report pubblicato da Oice sulle gare Bim 2021 e sulla digitalizzazione che riscontra un calo delle richieste da parte delle pubbliche amministrazioni per progetti e servizi tecnici. Dopo la crescita del 2020 (+17,2% sul 2019), lo scorso anno si è assistito ad un calo del 4,6% sul totale del numero delle gare dell’anno precedente. Nel 2021 sono stati pubblicati 534 bandi Bim; in valore si tratta di 360 milioni di euro, rispetto al totale di 2.133 milioni di tutto il mercato dei servizi di ingegneria e architettura (il 16,9% del totale). Una nota positiva è rappresentata dall’aumento del numero di capitolati informativi allegati ai disciplinari di gara: nel 2021 sono stati 111, pari al 20,8% del totale delle gare Bim, mentre ne risultavano 94 nel 2020, pari al 16,8% delle gare pubblicate. Interessante anche il frequente richiamo negli atti di gara a figure quali i Bim manager e i Bim specialist, anche competenze certificate. Sempre alta la premialità delle offerte BIM: 5,7% punti in media quando è relativa alla “professionalità” e quindi alle referenze citate dall’offerente per la valutazione qualitativa, e 8,2% punti quando afferente alla “metodologia” del servizio offerto.

534 bandi BIM nel 2021 per un valore di 360 milioni di euro

16,9% del mercato dei servizi di ingegneria e architettura dei 150 mila euro. Informazione che da una parte giustifica il tempo contenuto per l’assegnazione, ma che dall’altra fa presupporre ad una concentrazione di gare da importi piccoli e, per tale ragione, veloci. Fra le altre procedure di affidamento più adoperate il 19,15% risultano assegnate con procedura negoziata con bando mentre il 12,91% a seguito di una procedura aperta. A livello regionale la Lombardia risulta la più prolifica nella pubblicazione delle gare nel periodo analizzato (agosto 2022/gennaio 2023) con un totale di 7631 a fronte di un valore di 9,2 miliardi di euro. Seguono il Lazio con 6945 gare pubblicate per un importo di 19,9 miliardi di euro, il Piemonte con 5146 gare pubblicate dal valore di 3,3 miliardi di euro e segue il Veneto con 4102 gare pubblicate per un impegno pari a 8 miliardi.

Regione Lombardia

La Lombardia mette il turbo sugli importi. Rispetto allo scorso semestre si segnala un aumentano di oltre 4 miliardi di euro per una cifra totale che raggiunge quota 9,2 miliardi. Nello specifico sono le gare del Pnrr che assumono uno slancio. A partire da agosto in soli sei mesi sono 862 i bandi emessi, più del doppio rispetto al semestre precedente, portando la regione in testa. Il 60% delle gare riguardanti il Pnrr interessano la proget- tazione delle opere, mentre il 23% i lavori che possono spaziare dalla manutenzione alla costruzione. Si scende poi al 9% dei bandi che riguardano i servizi e infine l’8% per le forniture.

Anche la macchina Brescia è in movimento. A partire da agosto 2022 sino a fine gennaio si rileva una concentrazione di gare pubblicate e la maggior parte riguardano gli edifici civili e industriali (OG1), ma con un drastico calo degli importi. In totale sono 1201 le gare pubblicate, per un importo di 871,4 milioni di euro, con un incremento del 18% di pubblicazioni e un calo del 75 % sugli importi rispetto lo scorso semestre. Per il momento nessuna gara risulta aggiudicata, mentre 1190 risultano ancora in corso e invece 11 deserte, delle quali 6 riguardanti proprio la categoria di edifici civili e industriali. Dato che può suonare tutt’ora come un preoccupante campanello d’allarme e che ha bisogno di essere risolto per poter mandare avanti le opere.

Del totale degli appalti pubblicati 115 fanno riferimento al Pnrr per un importo di 31,547 milioni di euro di cui 26,547 milioni destinati ai soli lavori edili. Un incremento rispetto allo scorso semestre che si attesta sia in termini di pubblicazioni (+210%) che di importi (+49%).