Voci - Numero 2 Anno 4 - Amnesty International in Sicilia

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Editoriale

DONNE E CONFLITTI ARMATI di Chiara Di Maria

Ph.: Immagini gratis / Pixabay

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uesta edizione della rivista denuncia gli abusi dei diritti umani che le donne subiscono nei conflitti armati. Amnesty International è impegnata da anni in campagne che hanno l’obiettivo di porre fine alle uccisioni illegittime, alla tortura (inclusa la violenza sessuale) e ad altri abusi che devastano le vite di uomini, donne e bambini nei conflitti armati. Oggi porremo l’attenzione sul duplice ruolo assunto dalle donne nei conflitti armati, ovvero, da un lato, il ruolo di vittime di situazioni di crisi nelle quali le donne, al pari del resto della popolazione, vengono attaccate con l’uso della violenza armata; dall’atro lato, il ruolo di parte attiva della società civile quali difensore dei diritti umani, voci di denuncia delle ingiustizie, proprio in contesti di forte allarme sociale come i conflitti armati e i territori di occupazione. In generale, l’espressione “violenza sulle donne” indica qualsiasi atto di violenza basata sul genere che provochi danni o sofferenze fisici, sessuali o psicologici sulle donne e bambine. La violenza di genere comprende atti che sono diretti contro una donna in quanto tale, o che affliggono in modo sproporzionato le donne e si manifesta nelle diverse forme: della violenza in casa o in famiglia (come la violenza domestica, lo stupro coniugale e le condizioni assimilabili alla schiavitù); della violenza nella comunità (come la prostituzione coatta o i lavori forzati); della violenza perpetrata o condonata dallo Stato (come lo stupro da parte di funzionari statali, la tortura in custodia, la violenza da parte del 3

personale addetto ai controlli sull’immigrazione, e la stigmatizzazione); della violenza durante i conflitti, commessa sia dalle forze governative che dai gruppi armati (come gli attacchi ai civili, lo stupro e altre forme di violenza sessuale). Come spesso accade in situazioni di emergenza e scarsa sicurezza, quali sono per definizioni le situazioni di crisi e di conflitti armati, secondo il primo profilo, le donne, come i bambini, in quanto soggetti per sé vulnerabili, pagano il prezzo più alto. La violenza perpetrata sulle donne in aree di conflitto è considerata, quasi come a volerla minimizzare, un “effetto collaterale”, perpetrata dalle milizie che danno libero sfogo ai propri istinti più bassi liberati dalla violenza dei combattimenti, e consentita anche con un generale clima di impunità e da un’implicita accettazione di questi comportamenti come se fossero inevitabili. Gli eventi drammatici che hanno visto mettere in atto stupri di massa, organizzati e pianificati a tavolino come vere e proprie operazioni militari nel corso delle quali la violenza sulle donne è rientrata come elemento integrante di campagne di pulizia etnica, ci fanno capire, non soltanto che si tratta di veri e propri crimini di guerra, ma che ci troviamo davanti a vere e proprie armi di distruzione di massa. Sono queste armi che, come le mine antipersona, rimangono innescate per decenni anche alla fine del conflitto: le donne porteranno sul loro corpo e nella MAGGIO 2018 N.2 / A.4 - Voci


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