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Marielle Franco /Attualità

MARIELLE FRANCO

di Daniela Tomasino

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Vamo que vamo, vamo junto ocupar tudo

"andiamo, andiamo andiamo insieme ad occupare tutto" Marielle Franco, 14 marzo 2018

Alle 21.30 del 14 marzo 2018, nel centro di Rio de Janeiro, 13 proiettili vengono sparati contro l’auto su cui Marielle Franco, consigliera comunale, sta viaggiando insieme all’assessora Fernanda Chaves e ad Anderson Gomes, che guida l’auto. Marielle Franco muore istantaneamente, trafitta da 4 colpi alla testa, Anderson Gomes viene ferito gravemente e morirà poco dopo, mentre Fernanda Chaves viene ferita in modo leggero.

Cresciuta a Complexo da Marè, una delle favelas più povere di Rio de Janeiro, Marielle Franco era una donna di 38 anni, nera (afro-brasiliana), femminista, sociologa, cattolica, ragazza madre a 19 anni, bisessuale, orgogliosamente appartenente alla comunità queer (1) ed attivista per i diritti umani. Era in politica dal 2006 con il Partido Socialismo e Libertade (PSOL), e in pochi anni era diventata molto popolare, tanto che secondo alcuni commentatori era una potenziale candidata per le presidenziali del 2018.

Franco aveva appena partecipato ad un evento sull’empowerment delle giovani nere, “Jovens Negras Movendo Estruturas” a Lapa, nel centro di Rio, organizzato dalla Casas das Pretas, uno spazio collettivo di donne nere. Durante il suo intervento (2) aveva citato Audre Lorde, scrittrice statunitense nera, femminista e lesbica, concludendo “O lugar de mulher, mulher negra, bissexual, agora estou casada com uma mulher, mas tenho uma filha. Dessas muitas representações a gente vai aprendendo, conhecendo e estudando mais” (il ruolo di donna, donna nera, bisessuale, adesso sono sposata con una donna ma ho una figlia. Da tutte queste rappresentazioni si impara, conosce e studia sempre di più).

Marielle faceva politica e attivismo sociale a partire da sé stessa e dalla propria identità e secondo un paradigma intersezionale, basato cioè sulla consapevolezza che dimensioni umane diverse (quali condizioni economiche, appartenenza etnica e culturale, orientamento sessuale ecc.) si intersecano e si sovrappongono, e vanno analizzati ed affrontati insieme.

Da anni denunciava pubblicamente le violenze e gli abusi commessi dalla polizia, dalle milizie paramilitari e dalla polizia militare.

Nel 2008 aveva collaborato con la Commissione parlamentare d’inchiesta contro le milizie paramilitari, che ha individuato 226 persone responsabili di violenze. Freixo vive sotto scorta proprio a causa di quelle indagini.

Di fronte a un’escalation di violenze (58.383 omicidi nel 2015 e ben 61.619 nel 2016), il presidente Temer, appoggiato da un voto ampiamente favorevole della Camera, con un atto che non ha precedenti nella storia del Brasile, ha infatti affidato la sicurezza dello Stato di Rio de Janeiro alla polizia militare, ed in particolare al colonello Walter Souza Braga Netto, che ha pieni poteri su polizia civile, polizia militare, vigili del fuoco e sistema carcerario.

In questo clima difficile, la polizia brasiliana è responsabile di numerose morti violente: nel 2015, 3.345 persone sono state uccise dalla polizia, il 6,3% in più rispetto all’anno precedente. E la situazione sembra peggiorata con l’intervento della polizia militare. Secondo il Guardian, solo nello stato di Rio nel gennaio 2018 sono state uccise 154 persone per “opposizione all’intervento della polizia”, con un preoccupante aumento del 57% rispetto al gennaio 2017.

Due settimane prima della morte Franco era stata nominata relatrice di una commissione speciale, creata dal consiglio comunale, per monitorare la progressiva militarizzazione della sicurezza e l’impiego di forze di sicurezza federali a Rio.

Il 10 marzo Franco aveva scritto su Facebook che il 41° battaglione della Polizia Militare di Rio, noto come “il battaglione della morte” stava terrorizzando e stuprando i residenti della favela di Acari:

Questa settimana due giovani sono stati uccisi e gettati in un burrone. Oggi la polizia ha minacciato i residenti della favela per la strada. Succede sempre, ma con l’intervento dell’esercito la situazione è peggiorata. […] Basta con i maltrattamenti alla popolazione! Basta con le morti dei nostri giovani!

Il giorno prima dell’omicidio aveva chiesto su twitter, riferendosi all’omicidio, sempre da parte della polizia militare, del giovane assistente di un parroco, Matheus Melo,

un altro omicidio di un giovane che potrebbe entrare nel conto della PM. Matheus Melo stava lasciando la chiesa. Quanti altri devono morire per far finire questa guerra?

"um mais um homicídio de um jovem que pode estar entrando para a conta da PM. Matheus Melo estava saindo da igreja. Quantos mais vão precisar morrer para que essa guerra acabe?"

Le indagini per l’omicidio di Franco e Gomes sono in corso, e sono complicate anche da una serie di fake news diffamatorie diffuse immediatamente dopo l’assassinio da politici e profili social apparentemente sostenitori dell’intervento della polizia militare.

Secondo Tv Globo (3), i proiettili con cui è stata uccisa l’attivista sono parte di un lotto di munizioni acquistate dalla polizia federale di Brasilia nel 2006.

Il 26 marzo un gruppo di Esperti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (4) si sono detti allarmati per l’uccisione della difensora dei diritti umani, che è “allarmante poiché mira ad intimidire tutti coloro che combattono per i diritti umani e lo stato di diritto in Brasile”.

La morte di Marielle Franco ha suscitato numerose reazioni sia in Brasile che a livello internazionale. Migliaia di persone sono scese in piazza già dal 15 marzo in tutto lo stato.

Due settimane dopo l’omicidio, Vanity Fair pubblica una lettera di Monica Tereza Benicio, fidanzata di Marielle Franco, in cui ripercorre i 13 anni di relazione con l’attivista, inizialmente vissuti in segreto. Avevano fissato la data del matrimonio per il mese di settembre 2019. Nei primi giorni dall’omicidio mentre la notizia rimbalzava tra le agenzie di stampa e si diffondeva, l’orientamento sessuale di Marielle Franco era stato omesso da diversi giornali e blog d’informazione brasiliani, e la stessa cosa è successa in Italia. Dopo alcuni giorni ha iniziato ad essere definita “lesbica” mentre solo dopo altro tempo il suo orientamento bisessuale ha trovato spazio nei media: in questa autocensura non si può non evidenziare i pregiudizi ancora esistenti sia nei confronti dell’omosessualità che, in misura persino maggiore della bisessualtà.

La morte di Marielle Franco, che ha toccato particolarmente l’opinione pubblica internazionale, non è un caso isolato, e la situazione dei diritti umani in Brasile presenta numerosi punti critici. Come ricorda il Rapporto annuale di Amnesty International, “I difensori dei diritti umani, specialmente quelli delle aree rurali, hanno continuato a essere vittime di minacce, aggressioni e omicidi. Gli stati del Pará e di Maranhão erano tra quelli in cui i difensori erano maggiormente a rischio. Secondo la coalizione della società civile Comitato brasiliano per i difensori dei diritti umani, tra gennaio e settembre erano stati uccisi 62 attivisti, un dato in aumento rispetto all’anno

precedente. La maggior parte era stata uccisa nel contesto di dispute sulla terra e sulle risorse naturali. I tagli di bilancio e la mancanza di volontà politica di dare priorità alla protezione dei difensori dei diritti umani hanno determinato lo smantellamento del programma nazionale di protezione, lasciando centinaia di attivisti esposti a un rischio ancora maggiore di attacchi.”

“Questo fatto agghiacciante costituisce un ulteriore esempio dei pericoli cui vanno incontro i difensori dei diritti umani in Brasile. Come esponente della Commissione per i diritti umani dello stato di Rio de Janeiro, Marielle difendeva tenacemente i diritti delle donne e dei giovani neri delle favelas e altre comunità emarginate”, ha dichiarato Jurema Werneck (5) , direttrice di Amnesty International Brasile. “Le autorità brasiliane devono garantire un’inchiesta immediata, esaustiva e imparziale su questo tragico omicidio. Lo stato deve proteggere la persona rimasta ferita ed eventuali testimoni, identificare i motivi per cui Marielle è stata assassinata e portare i colpevoli di fronte alla giustizia. Il governo non può stare a guardare quando i difensori dei diritti umani vengono uccisi impunemente”.

(1) - https://info.umkc.edu/womenc/2018/04/02/long-live-marielle-franco-the-queerafro-latina-politician-feminist-and-human-rights-activist/

(2) - https://noticias.r7.com/rio-de-janeiro/os-ultimos-momentos-de-marielle-francoantes-de-ser-morta-com-quatro-tiros-na-cabeca-15032018

(3) - https://www.jn.pt/mundo/interior/municao-que-matou-marielle-franco-era-dapolicia-federal-9192919.html

(4) - http://www.ohchr.org/EN/NewsEvents/Pages/DisplayNews. aspx?NewsID=22901&LangID=E

(5) - https://www.amnesty.it/brasile-assassinata-la-difensora-dei-diritti-umanimarielle-franco/