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Anno III - n. 50 - Giovedì 30 giugno 2011

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L’edizione stampabile in luglio e agosto esce in forma ridotta € 0,50

Ora di Punta di

Ennio SimEonE

La badante e il puttaniere

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aschiando ogni giorno di più il fondo del barile nel tentativo di far quadrare i conti della manovra con le pressioni che gli vengono da tutte le parti, Tremonti è arrivato addirittura ad ipotizzare un taglio delle pensioni di reversibilità per le donne che hanno contratto il matrimonio con un uomo ultrasettantenne avendo più di venti anni di differenza rispetto al coniuge. Lo scopo, se comprendiamo il senso, è di alleggerire il bilancio dell’Inps evitando che debba pagare la pensione di reversibilità intera poniamo - alla badante, straniera o non, che sposi il pensionato per usufruirne quando il consorte sarà passato a miglior vita. nsomma, comunque stiano effettivamente le cose, le nozze tra un uomo (o una donna, ovviamente) che abbia superato i 70 anni di età e una donna (o un uomo, altrettanto ovviamente) che abbia 20 anni di meno verrebbero ipso facto bollate come “matrimonio di comodo” e penalizzate. Si esclude che il matrimonio possa avere altre motivazioni e altro fine. Pertanto l’ultrasettantenne che, divorziato o rimasto vedovo, voglia convivere legalmente con una donna più giovane di vent’anni (e viceversa) dovrà farsi per forza la “concubina” e passare per puttaniere. C’è un ultrasettantenne molto noto in Italia per le sue frequentazioni con fidanzate anche minorenni e che forse non ha alcuna intenzione di ri-sposarsi. Con questa norma ora ha una buona giustificazione. Si fa per ridere: siamo alla “manovra ad personam”?

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EdizionE aggiornata allE orE 10

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Bocciato un articolo determinante della legge comunitaria

Governo in minoranza due volte alla Camera Ieri la Camera ha bocciato per due volte con uno scarto di 8 voti il primo articolo della legge comunitaria, che slitta a data da destinarsi: lo ha comunicato all'assemblea di Montecitorio il vicepresidente Maurizio Lupi prendendo atto delle osservazioni di Mario Pescante, presidente della commissione Politiche Ue. "Dopo quanto è successo - dice Pescante - chiederò un incontro al presidente della Camera. Intanto, escludo la ripresa immediata del testo da domani". Sono state le assenze della maggioranza a far sì che il governo venisse battuto nell'Aula della Camera

Il governo aveva chiesto lo stralcio di 11 articoli del testo, cui si era aggiunta da parte del Pd la ulteriore richiesta di stralcio dell'art. 18, quello sulla responsabilità civile dei giudici. Sull'art.8 la votazione, la prima della giornata, è finita in parità, ma il regolamento di Montecitorio in casi come questi dà la proposta come per respinta. Per la maggioranza, si è trattato di “un incidente di percorso”; tuttavia Berlusconi ha convocato d’urgenza un vertice pere decidere sul da farsi. L’opposizione invece dice che la votazione dimostra che la coalizione è ormai allo sbando e chiede le dimissioni del governo.

Tremonti ricorre a modifiche per cercare di quadrare i conti

Manovra, si cambia Spunta la tassa sulle auto di medio-alta cilindrata e vengono definite nuove imposte per le operazioni finanziarie. Si lima la normativa sulle pensioni: niente rincaro dei contributi per i collaboratori, donne in pensione a 65 anni solo dal 2030. Anche per l'aumento dell'Iva c'é tempo perche' le aliquote all'11% e al 21% sarebbero nel disegno di legge delega per la riforma e non nel decreto manovra. Sono alcune delle novità sul pacchetto all'esame oggi del consiglio dei ministri. Giornata dunque di intenso lavoro per mettere a punto le ultime misure. Secondo quanto si apprende, il ministro dell'Economia Giulio Tremonti da ieri mattina ha lavorato tutto il giorno nel suo ufficio a Via XX Settembre proprio per fare le ultime verifiche, prima del varo definitivo al consiglio dei ministri convocato per le 15. Il ministro è tornato poi a ribadire che il rigore ha funzionato. Ma "dobbiamo continuare, non abbiamo alternative", ha sottolineato in un'intervista a Famiglia Cristiana. Giornata dunque ancora di carte, bozze, ipotesi che entrano ed escono. Una di queste riguarda proprio le auto. La misura della tassa che colpirebbe Suv, ma anche auto di cilindrata medio-alta, è nero su bianco nell'ultima bozza di manovra. Ma già fonti vicine al governo fanno sapere

che non entrerà nel pacchetto di oggi. Come le pensioni: è prevista una diluizione soft dell'età pensionabile delle donne che partirebbe dal 2020 e arriverebbe a regime solo 10 anni dopo. Sarebbe questa la soluzione trovata, nell'ambito del confronto per la messa a punto della manovra economica, per l'innalzamento a 65 anni dell'età per la pensione delle lavoratrici del settore privato. L'ipotesi al momento sembra prevalere sulla possibilità, inizialmente esaminata, di avvio della riforma, sempre in modo graduale ma dal 2015. Ma sulle

norme resterà di fatto incertezza fino all'ultimo minuto perché si continuano a fare i conti e si chiarisce, solo di ora in ora, che cosa entrerà in vigore da subito e che cosa invece, soprattutto per la parte fiscale, finirà nel disegno di legge delega con tempi più 'comodi' rispetto al decreto Manovra. Sulla finanza arriva il bollo sulle transazioni finanziarie (0,15%) e una tassa al 35% sul trading delle banche. Per quanto riguarda le Regioni e gli enti locali spunterebbe un 'contributo' per il biennio 2013-2014 di tutto rispetto: oltre 9 miliardi di euro. Si introduce però la norma che premia, di fatto rispoarmiandoli dai tagli, i Comuni virtuosi. Un contributo alla stretta generale sarà chiesto anche alla Rai il cui tetto massimo di spesa, nell'ambito del contratto di servizio, non potrà superare i ricavi da canone dell'anno precedente. La Cgil è già sul piede di guerra: il leader Susanna Camusso conferma che il sindacato è pronto alla mobilitazione perché "una manovra così rappresenta per il Paese una forma di insopportabilità sociale".


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grECia E CriSi EConomiCa

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La migLiOre deL giOrnO

Contro il piano austerità a fuoco ufficio postale Secondo giorno di sciopero con cortei e duri scontri Al secondo giorno di sciopero generale e violente dimostrazioni di piazza contro il voto del Parlamento sulle nuove misure economiche per salvare la Grecia dalla bancarotta, tutto il centro di Atene e' divenuto ieri un enorme campo di battaglia da cui si innalzavano il fumo e le fiamme dei cassonetti bruciati e nuvole di acre gas lacrimogeno. Impressionante il bilancio: a fine giornata, secondo la Tv privata Alter, oltre 500 i feriti di ogni eta' solo in piazza Syntagma soccorsi alla meno peggio in un centro m e d i c o approntato da volontari nella vicina stazione del metro'. In serata la polizia ha parlato di almeno una ventina di agenti feriti e di 26 fermi e tre arresti. I soliti ''incappucciati'' - no global e anarchici ben noti alle forze dell'ordine - come da copione si sono confrontati con migliaia di agenti in tenuta antisommossa schierati all'esterno del Parlamento per scongiurare un temuto assalto di cui da giorni girava voce su internet. E, come al solito, hanno avuto spazio per distruggere tutto quello che e' venuto loro a tiro e anche di piu'. Ad un certo punto, infatti, dopo che si era appreso che l'assemblea dei deputati aveva approvato il piano economico di medio termi-

ne (155 i si', 138 i no), muniti di scale hanno preso d'assalto il primo piano di un vicino palazzo d'uffici su piazza Syntagma dove ha sede una succursale dell'istituto bancario ellenico Eurobank sfondando le finestre al primo piano e cercando di appiccarvi un incendio. Il tentativo e' riuscito piu' tardi quando altri ''incappucciati'' sono riusciti a lanciare alcune bottiglie molotov contro l'ingresso e le vetrine dell'ufficio postale che si affaccia sulla stessa piazza, sul lato opposto del Parlamento, e ad appiccarvi un incendio che ha provocato gravi danni. La situazione ha raggiunto un tale livello di pericolosita' che i responsabili del King George Hotel, uno dei lussuosi alberghi che sorge proprio su piazza Syntagma, si sono visti costretti ad evacuare gli ospiti ''a causa del carattere incontrollato degli avvenimenti''. Poliziotti e 'incappucciati', molti dei quali armati di fionde con cui scagliavano bulloni e sfere di cuscinetti per auto, si sono confrontati a lungo e piu' volte. Gli scontri fra poliziotti e manifestanti nel centro della capitale sono proseguiti, anche se con minore intensita', sino all'imbrunire quando - nonostante l'aria irrespi-

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Direttore responsabile: Ennio Simeone Redazione tel. 06 86898861 Indirizzo e-mail: redazione@altroquotidiano.it Registrazione del Tribunale Roma n..343/08 del 18 settembre 2008 - Iscritto al ROC Editrice: gECEm (Gestione Cooperativa Editoria Multimediale) - Presidente:Stefano Clerici Sede legale: Via Aldo Sandulli 45, Roma Partita Iva 09937731009

marassi sul “mattino” rabile a causa di lacrimogeni e del fumo degli incendi - molti appartenenti al movimento degli ''indignati'' si trovavano ancora sul posto. La votazione ha fatto, pero', anche due vittime ''politiche'': il deputato socialista Panayotis Kouroumplis, che e' stato immediatamente espulso dal gruppo parlamentare

del Pasok perche' ha votato contro il programma economico, ed Elsa Papadimitriou, autoespulsasi dal gruppo parlamentare di Nea Dimocratia (centro-destra, il maggiore partito di opposizione) perche' ha votato a favore. Manifestazioni e proteste si sono svolte anche in altre localita' del Paese.

SCariCaBarilE PEr naPoli

Tensione Lega-Pdl sui rifiuti Sul decreto rifiuti e' ancora tensione tra le forze della maggioranza, ma un accordo potrebbe essere alla portata. Anche con la Lega, che rema contro il decreto ma che potrebbe alla fine accettare un compromesso sullo smaltimento temporaneo dei rifiuti nelle regioni limitrofe alla Campania e, in ogni caso, in tutte quelle che volontariamente si metteranno a disposizione. Oggi, in ogni caso, il provvedimento non sara' formalmente all'ordine del giorno del consiglio dei ministri: il decreto, tuttavia, potrebbe essere portato in discussione fuori sacco se nel frattempo sara' trovato un accordo con le Regioni che sono state convocate a palazzo Chigi proprio prima dell'inizio della riunione di governo. Un accordo con i governatori sarebbe, in questo senso, l'unica via d'uscita per andare incontro anche al preciso appello a risolvere in fretta l'emergenza rifiuti fatta dal Presidente della Repubblica ancora la scorsa settimana. Il lungo lavoro di tessitura, a cui ha lavorato lo stesso presidente del Consiglio arrivato nel tardo pomeriggio a Montecitorio per affrontare anche questa vicenda con i parlamentari campani, ha infatti portato alla fine un risultato: se dalle Regioni ci sara' un ok, il decreto potrebbe essere varato direttamente domani. Anche con l'assenso della Lega. Lo stesso leader del Carroccio ha infatti concesso una via d'uscita dall'impasse creata dal giallo sul varo del decreto. Con la premessa che comunque i rifiuti devono stare ''a casa loro'' e che resta la contrarieta' del ricorso al decreto (''non passera' tranquillamente''), Umberto Bossi ha indicato la possibile strada per il compromesso. Per risolvere l'emergenza rifiuti a Napoli ''io ho in mente la soluzione: un accordo con le regioni limitrofe'' ha sostenuto il Senatur ricordando che ''c'e' una sentenza del Tar del Lazio'' che vieta di portare rifiuti fuori dalle regioni.


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il giallo di PErUgia. le tracce sull’arma del delitto non erano di meredith?

Dna inattendibile: da rifare Non è certo che sia di Meredith Kercher la traccia di dna trovata sul coltello ritenuto dagli inquirenti l'arma del delitto della studentessa inglese. Lo scrivono i periti genetico-forensi nominati dalla Corte d'Assise d'Appello di Perugia nel processo contro Amanda Knox e raffaele Sollecito. Relativamente alla traccia di Meredith Kercher di Dna isolata dalla polizia Scientifica sul coltello considerato come l'arma del delitto, i periti della Corte di Perugia ritengono che "gli accertamenti tecnici effettuati non siano attendibili" perché "non sussistono elementi scientificamente probanti la natura ematica" della traccia stessa. Gli esperti poi, nella perizia di 145 pagine depositata ieri, spiegano che "dai tracciati elettroforetici esibiti si evince che il campione indicato con la lettera B (lama del coltello) era un campione low copy number e, in quanto tale, avrebbero dovuto essere applicate tutte le cautele indicate dalla comunità scientifica internazionale". Secondo i periti, non essendo stato tenuto conto di questo "non si condividono le conclusioni circa la certa attribuzione del profilo rilevato sulla traccia B (lama del coltello) alla vittima Kercher Meredith Susanna Cara poiché il profilo genetico, così come ottenuto, appare inattendibile in quanto non supportato da procedimenti analitici scientificamente validati". I periti della Corte d'assise d'appello si Perugia concordano invece "con le conclusioni cui è giunta la CT circa l'attribuzione del profilo genetico ottenuto da tale campionatura a Knox Amanda Marie". Contaminazione. "Non si può escludere che i risultati ottenuti possano derivare da fenomeni di contaminazione ambientale e/o di contaminazione verificatasi in una qualunque fase della repertazione e/o manipolazione" del reperto: così i periti nella parte di

bito del processo d'appello a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox che stanno scontando 25 e 26 anni di reclusione per il delitto al quale si proclamano comunque estranei. Nuovo accertamento. La Corte aveva incaricato i periti di compiere un nuovo accertamento tecnico sulle tracce di dna dei due reperti che però si è rivelato impossibile. Gli esperti - Carla Vecchiotti e Stefano Conti, dell'Istituto di medicina legale dell'università di Roma La Sapienza - sono stati quindi incaricati di valutare "in base agli atti il grado di attendibilità degli accertamenti generici eseguiti dalla polizia scientifica sui reperti, con riferimento anche ad eventuali contaminazioni". Contaminazioni sempre ipotizzate dai difensori dei due imputati ma negate dagli inquirenti. I risultati della perizia depositata oggi saranno discussi in aula il 25 luglio prossimo.

meredith Kercher, la vittima, e (in alto) amanda Knox e raffaele Sollecito condannati per l’omicidio perizia generica relativa al gan- co relativo al cromosoma Y". cetto di reggiseno indossato da Meredith Kercher quando Procedure irregolari. venne uccisa. Sottolineano che "non sono Relativamente al reperto 165 b state seguite le procedure intergancetto di reggiseno, i periti nazionali di sopralluogo e di ritengono che gli accertamenti protocollo internazionali di ractecnici "non siano attendibili" colta e campionamento del perché "non sussistono ele- reperto" i periti della Corte menti scientificamente proban- d'assise d'appello di Perugia ti la presenza di presunte cellu- incaricati di esaminare le tracce le di sfaldamento sul reperto". di dna sul coltello considerato "Vi è stata - si legge ancora nella dall'accusa l'arma del delitto e perizia - una erronea interpre- sul gancetto di reggiseno indostazione del tracciato elettrofo- sato da Meredith Kercher retico degli Strsautosonici; vi è quando venne uccisa. Lo si stata una erronea interpreta- legge nelle conclusioni dell'elazione del tracciato elettroforeti- borato depositato oggi nell'am-

La mamma di Amanda. "Siamo entusiasti, sappiamo da sempre che Amanda è innocente": la madre di Amanda Knox, Edda Mellas, ha accolto così oggi quanto emerso al processo di Perugia contro la figlia: non è certo che sia di Meredith Kercher, la vittima, la traccia di dna trovata sul coltello che l'ha uccisa. Lo sostengono nella loro perizia gli esperti geneticoforensi nominati dalla Corte d'Assise d'Appello di Perugia forensi. Contattata dalla americana Abc subito dopo l'udienza, la madre di Amanda Knox ha detto di attendere il momento di poter visitare la figlia in carcere. "I nostri esperti - ha detto Edda Mellas - ci hanno sempre ripetuto esattamente questo. Questa è una grande notizia. Noi sappiamo da sempre che Amanda è innocente". Secondo la madre di Amanda, la figlia ha appreso la notizia dalla tv. La signora Mellas ha riferito che il legale di Amanda, Luciano Ghirga, ha un appuntamento oggi in carcere con la ragazza.


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Il musicista picchiato a Roma

Bullismo e botte per marcare l’area La violenza di un 'branco' che voleva 'marcare il suo territorio'. Sono arrivati correndo, inferociti, ed hanno incominciato a tirare calci e pugni ad un gruppo di giovani che stavano discutendo animatamente con un abitante del rione Monti, amico degli aggressori. Sono le istantanee di una notte di violenza e follia che ha trasformato il quartiere della movida nel cuore di Roma, in una arena da combattimento. Che ha lasciato a terra il corpo agonizzante di un giovane musicista. Picchiato a morte e tramortito con un violento colpo di casco alla tempia. Punito per un po’ di schiamazzi suoi e degli amici che erano appena usciti da un locale dove si erano esibiti in un concerto dal vivo. Alberto Bonanni, musicista 29enne romano, è ricoverato da sabato notte all'ospedale San Giovanni in condizioni gravissime: mandibole fratturate, setto nasale rotto, forte contusione alla tempia, edema celebrale ed escoriazioni bruciate sul volto causate probabilmente dai calci e dalle scarpe degli aggressori. Ieri mattina sono stati assicurati alla giustizia due dei suoi

aggressori: si tratta di due ventunenni romani, Cristian Perozzi e Carmine D'Alise, che sono stati riconosciuti da alcuni testimoni, frequentatori abituali della movida di Monti, grazie ad alcune foto postate sulle pagine dei loro profili Facebook. Solo uno dei due giovani aggressori ha precedenti per stupefacenti; tutti e due però, riferiscono gli agenti del commissariato Esquilino, sono ragazzi 'difficili', che vivono 'al limite della legalita'' e in quartieri di 'borgata' come Tor Bella Monaca. Entrambi sono cresciuti però a Monti ed hanno ancora genitori e nonni che vi abitano. "Stavo passando di lì, ho dato solo dù pugni e me ne sono andato via. E che sarà mai...". Queste le parole di Cristian mentre cercava di difendersi davanti agli investigatori. Potrebbe essere proprio la 'difesa di Monti, del loro quartiere' uno dei motivi che hanno fatto scattare la violenza. "Massimo sta facendo a botte. Correte!" è il grido che quella notte si è levato nella piazzetta del rione Monti, dove ogni sera giovani si vedono per bere qualche birra e

scambiare quattro chiacchiere. All'appello - ha raccontato una testimone all'Ansa - hanno risposto subito alcuni giovani che si sono precipitati in via Leonina dove si sono trovati davanti il loro amico con un bastone in mano che litigava con un gruppo di ragazzi: "Il signore che abita al secondo piano è sceso in strada. E' un tipo strano che vive a Monti da trent'anni. All'improvviso sono arrivati due ragazzi che hanno tirato qualche schiaffo e pugno al gruppo". "Subito dopo - ha aggiunto - è arrivato correndo un altro ragazzo. Questo ha tirato il casco sul volto del giovane colpendolo alla tempia ed è scappato per via della Madonna in Monti. E' durato tutto qualche minuto. Il ragazzo colpito' è svenuto cadendo per terra. C'erano attorno una quarantina di persone a guardare e nessuno ha mosso un dito". Un ulteriore episodio di violenza gratuita, nata da futili motivi che nella capitale ha scatenato la polemica politica. Come nel caso, successo pochi mesi fa, a Campo de’ Fiori dove un inglese fu picchiato davanti gli occhi di una folla che lo riprende con i cellulari e non interviene. Casi che fanno riflettere, soprattutto se ci si ferma a pensare all'indifferenza della gente che assiste a queste aggressioni e non interviene. Il sindaco Gianni Alemanno ha intanto annunciato che Roma Capitale si costituirà parte civile nel processo contro gli aggressori.

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Tragedia a Collegno Lui 85 anni, lei 86

Barricato in casa per 15 ore, poi uccide la moglie e si ammazza Tragico epilogo nella notte, con un omicidio-suicidio, per la vicenda di un pensionato di 85 anni, Santo Guglielmino, che da 15 ore si era barricato in una casa popolare di Collegno minacciando con una pistola Rosa Colusso, la convivente ottantaseienne immobilizzata su una sedia e rotelle e affetta da demenza senile. Alla fine l'uomo ha sparato contro la compagna malata; poi, ha rivolto l'arma contro di sé. Sono morti entrambi. Li hanno trovati i carabinieri del Gis (Gruppo d'intervento speciale) quando hanno fatto irruzione dopo avere udito quattro colpi d'arma da fuoco e visto fiamme levarsi dall'abitazione. Guglielmino ha prima ucciso la convivente poi, dopo avere incendiato un appendiabiti e un cumulo di carte e bollette, ha sparato altri tre colpi, due nel cortile, l'ultimo puntando l'arma, che deteneva illegalmente, contro se stesso. La vicenda ha tenuto con il fiato sospeso per un intero giorno gli abitanti di un palazzo di edilizia pubblica a Collegno, popoloso comune alle porte di Torino.

Il giallo di Melania Rea: respinta la richiesta del marito

Perché no all’incidente probatorio La Procura di Ascoli Piceno ha dato parere negativo alla richiesta di incidente probatorio per accertare "ora, luogo, tipo di arma e modalità" dell'omicidio di Melania Rea, avanzata dai difensori di Salvatore Parolisi, indagato a piede libero per l'omicidio della moglie. L'istanza era stata presentata ieri al Gip di Ascoli dagli avv. Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, che invocano l'intervento di "un giudice terzo" nell'inchiesta. Nelle osservazioni depositate ieri, il pm Umberto Monti sostiene che la richiesta è da considerarsi infondata e inammissibile, perchè sull'omicidio sono già stati disposti e stanno per concludersi una serie di atti irripetibili - a partire dall'autopsia - dei quali Parolisi è sempre stato informato e ha diritto a partecipare.

Osservazioni analoghe sono state formulate anche dal legale dei familiari di Melania, l'avvocato Mauro Gionni, che si è anche lui opposto all'istanza. Ora spetta al Gip Carlo Calvaresi decidere. La procura di Ascoli ha chiesto il sequestro dell'auto del caporalmaggiore, una Renault Scenic. Parolisi è stato convocato nel pomeriggio nella caserma di Frattamaggiore (Napoli), dove risiede, per la notifica dell'atto. Nelle settimane scorse, quando non era ancora indagato, Parolisi aveva consegnato spontaneamente agli investigatori abiti, scarpe, uno zaino, il pc portatile e altro materiale utile alle indagini. L'auto era già stata ispezionata, ma ora le verifiche verranno condotte con la formula dell'at-

to irripetibile, che avrà valore di prova in un eventuale processo. Ci sarebbero ancora le macchioline di sangue trovate sul sedile anteriore dell'auto di Salvatore Parolisi, dal lato passeggero, nel mirino degli accertamenti disposti dalla procura di Ascoli Piceno. Di quelle tracce, che ora verranno riesaminate, si èparlato fin dai primi giorni della scoperta del cadavere di Melania Rea. L'ipotesi iniziale era che appartenessero alla donna uccisa, anche se poi l'amante di Salvatore, una soldatessa sentita come testimone dai carabinieri, aveva riferito di rapporti avuti con il caporalmaggiore in auto.


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l’Uomo CHE tagliaVa i CaPElli allE donnE

Restivo condannato a Londra. E la Claps? L’8 novembre processo a Potenza con rito abbreviato Danilo Restivo è colpevole dell'omicidio di Heather Barnett. E' questo il verdetto espresso dalla giuria. La sentenza stabilirà la pena stamattina alle 10.30 (11.30 in Italia). Il giudice ha ringraziato la giuria. La famiglia di Barnett era in aula. "Una sensazione quasi liberatoria: è sfuggito alla giustizia per troppo tempo": queste le prime parole di Gildo Claps, raggiunto dall'ANSA poco dopo la sentenza di condanna di Danilo Restivo, in Inghilterra, per il delitto di Heather Barnett. PER OMICIDIO CLAPS SENTENZA 8 NOVEMBRE - Il gup Elisabetta Boccassini ha accolto la richiesta di rito abbreviato per Danilo Restivo, imputato per l'omicidio di Elisa Claps. Il processo si svolgerà l'8 novembre. Si entra nel cuore di un processo che finalmente farà luce su una morte, quella della studentessa potentina, che è ancora piena zeppa di ombre. E di assenza di colpevoli. Dopo anni di silenzi, di indagini, di perizie, fatte e rifatte, Restivo si trova, dunque, al centro del cerchio. E non solo in Italia, ma anche in Gran Bretagna dove da 13 mesi è detenuto per l’altro omicidio, quello della sarta Heather Barnett. Da settimane la giuria della Crown Court di Winchester ha ascoltato l'accusa e la difesa. In aula è stato ricostruito un omicidio simile, pressoché identico, quanto a modalità, a quello di Elisa. E' stata la stessa mano ad ucciderle, la tesi del pm Michael Bowes. Ha mentito ma non per questo è colpevole, la tesi dell'avvocato di Restivo, David Jeremy. La DIOCESI DI POTENZA VALUTA LA COSTITUZIONE

PARTE CIVILE - La Diocesi di Potenza, nella persona dell'arcivescovo mons. Agostino Superbo, sta valutando di costituirsi parte civile nel processo a carico di Danilo Restivo, imputato per l'omicidio di Elisa Claps. Lo ha reso noto il legale Donatello Cimadomo, che ha preso parte all'udienza preliminare svoltasi al Tribunale di Salerno. CLAPS: FRATELLO VITTIMA, DIOCESI POTENZA? E' PARADOSSO - C'é rabbia nella famiglia Claps per l'eventuale costituzione di parte civile della diocesi di Potenza nell'ambito del processo a carico di Danilo Restivo, unico imputato per l'omicidio di Elisa Claps. "E' grottesco, siamo al paradosso

- ha commentato Gildo Claps - è una decisione che fa rabbia, l'ennesima mancanza di rispetto". IL LEGALE DI RESTIVO, SQUARCEREMO LE NUBI SUL DELITTO CLAPS - Ora che Danilo Restivo sarà giudicato con il rito abbreviato, per il suo legale, Mario Marinelli, "si potrà fare chiarezza in questa vicenda che presenta aspetti poco trasparenti". Marinelli, che insieme alla figlia Stefania cura la difesa di Restivo, naturalmente si dice soddisfatto per l'accoglimento della richiesta, da loro avanzata, di rito abbreviato. "Cercheremo di squarciare le nubi che incombono su questa storie", ha detto Marinelli al termine dell'udienza preliminare.

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torino

Bimbo muore in ospedale per un guasto all’erogatore di ossigeno Un tragico, oscuro, incidente. L'ossigeno è sceso improvvisamente. Uno, forse due minuti, di black out. Un'inezia per una persona in salute, un vuoto letale per chi lega la vita alla respirazione di ossigeno puro. Un bambino di nove è morto così, nel pomeriggio di ieri, nell'ospedale Regina Margherita di Torino. Era era venuto dal Venezuela, con i genitori, per curare una grave forma di leucemia in uno dei centri di eccellenza della sanità italiana. Nel capoluogo piemontese, invece, ha trovato la morte per un incidente sulla centrale di distribuzione dell'ossigeno dell'ospedale nel quale era ricoverato. Nella centrale erano in corso dei lavori e il Procuratore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, ora vuole capire e vederci chiaro. Ha immediatamente aperto un'inchiesta e con i Nas è subito andato di persona a fare un sopralluogo in quell'ospedale dove oggi è stata sfiorata una tragedia ben più grave. Nel momento dell'incidente, oltre al piccolo venezuelano, vi erano altri cinque bambini che respiravano grazie alla rete di distribuzione dell'ossigeno: due erano in sala operatoria per un intervento chirurgico, altri due nel reparto RianimazioneTerapia intensiva insieme al venezuelano, un altro ancora nel reparto Cardioanestesia. Contrariamente alla piccola vittima, nessuno di loro respirava ossigeno puro al cento per cento e per questo si sono salvati. La loro era una miscela di aria e ossigeno e - garantiscono i responsabili del Regina Margherita - non si sono neanche accorti di quello che stava succedendo.


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