L'Altra Sesto - giugno 2022

Page 1

1 giugno 2022_new_Layout 1 05/06/2022 19:01 Pagina 1

Una poltrona per due Ultimi giorni di campagna elettorale

Giugno 2022

Il prossimo 13 giugno ci sarà il verdetto: Sesto, è ora di cambiare.

I TARTASSATI

Strisce blu: un pasticcio che pagano i sestsi

POLLICE VERDE

Quanto piace a Di Stefano tagliare gli alberi

I SOLDI DEI SESTESI

Il regalo di fine anno: l’aumento di stipendio


2-3 giugno 2022_new_Layout 1 05/06/2022 19:02 Pagina 1

L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 2

CITTADINI VESSATI DALLA GIUNTA DI STEFANO

Sestesi di serie A e di serie B: quel gran pasticcio delle strisce blu Q

uel gran casino delle strisce blu. Come se non bastasse a vessare i sestesi, ecco arrivare una nuova tassa per i residenti nella nostra città. Già, perché di tassa si tratta, se ci pensate bene. Come si può definire altrimenti, infatti, l’introduzione da parte della Giunta Di Stefano, di queste strisce che obbligano anche – e soprattutto – i sestesi a pagare quotidianamente cifre enormi per posteggiare la macchina? Una misura che non piace a destra e sinistra, sopra e sotto, in centro e ai lati. Insomma, a nessuno. Piace solo al sindaco, che evidentemente non ha problemi di orari e parcheggi, visto che ha quello riservato…. Com’è la situazione? Basta leggere questo post di un cittadino sestese di qualche tempo fa per rendersene conto. Ecco a voi: “Zona XX Settembre (stalli bianchi): tutti i giorni, un cordone di auto in fila di residenti che cerca invano il parcheggio, mai successo. Oggi dopo 45 minuti, ormai esausto, ho dovuto parcheggiare in divieto. Chi viene da fuori per prendere la

metropolitana, per non pagare, par- 0,06 centesimi all’ora permettendo cheggia anche lontano occupando un ricarico del 2000% che genererà tutto il giorno stalli incassi alla multibianchi. Risultato? nazionale di svaTutti gli stalli blu, riati milioni di Non bastavano vuoti e noi resieuro. tasse e orpelli denti/commerIl Comitato fornirà che già svuotano supporto ai cittacianti, non abbiamo più nessuna possidini colpiti da sanle tasche bilità di parcheggio. zioni ingiuste e dei sestesi. Ponete rimedio”. avanzerà proposte La domanda è: il programmatiche Ora ecco quel sindaco ha posto riper rimediare a gran pasticcio medio? No. Bisoquesto scellerato gna pagare. “A bando che condelle strisce blu. farne le spese sono sente ai poteri ecoproprio i sestesi, nomici di mettere che oltre a pagare le tasse le mani nelle tasche dei cittadini”. dirette ora devono pagarne anche una indiretta, la più odiosa” dichiara Paolo Vino. Tant’è vero che è nato anche un Comitato di cittadini contro il Comune e il nuovo piano della sosta a pagamento. In un comunicato poco più di un mese fa si leggeva: “Il sindaco e l’assessore hanno regalato alla società privata ogni stallo a

C L’unica speranza per Sesto? La tenacia di Paolo Vino

iò che ricordiamo, di positivo di questi cinque anni della giunta Di Stefano è l'opposizione puntuale e precisa di Paolo Vino, candidato sindaco dei Giovani Sestesi e della Lista Popolare. Riconosciuto da tutti, è stato quello che non ha mai mollato, ha tenuto alta la bandiera dei diritti, della tenuta democratica e dei valori dell'antifascismo. Non solo, è stato quello che si è battuto contro la svendita del patrimonio pubblico, vedi Farmacie e non solo, contro il taglio ingiustificato del patrimonio arboreo, che fatto le pulci sul bilancio denunciando la politica delle promesse nei bilanci preventivi, clamorosamente smentite dai bilanci con-

suntivi. Ha difeso il diritto alla partecipazione, dell'associazionismo, dei più deboli denunciando la distruzione delle politiche sociali,. Ha duramente contestato il Presidente del consiglio comunale per il suo autoritarismo, ha messo alla berlina l' assessore Aiosa per l'incapacità dimostrata nella politica del commercio, ha dato filo da torcere alla delegata al verde la signora Magro, contestando le sue scelte scellerate. E' stato una spina nel fianco per la politica del territorio portata avanti dal duo Di Stefano Lamiranda, spesso facendo perdere la trebisonda a quest'ultimo, incapace di replicare alle sue osservazioni. E'

La prima proposta è di ristorare i commercianti e residenti penalizzati da questo bando iniquo e prevedere che in futuro gli incassi delle concessioni di gestione dei servizi comunali restino nelle casse comunali dei cittadini senza arricchire società private o multinazionali. “Complimenti al sindaco, che ha creato sestesi di serie A e di serie B, di chi può usufruire del pass e di chi no – spiega Paolo Vino -. Quando sarò sindaco, convocherò le parti coinvolte per dar vita ad un confronto programmatico e cercare di ridare dignità ai sestesi, trovando soluzioni idonee per i cittadini e non sentirsi più ospiti a casa loro”.

stato quello che più di tutti ha denunciato l'aumento degli stipendi di sindaco , assessori e presidente del consiglio comunale ,fatto alla chetichella a mezzogiorno del 31 dicembre 2021. Poveretti, dovevano festeggiare il Capodanno e allora hanno pensato bene di aumentarsi la paga. Ecco , Paolo Vino ha rappresentato l'orgoglio sestese e a suo modo la sestesità. Certamente una grande capacità nell'interpretare il suo ruolo di consigliere. Noi , che pure su queste stesse pagine, spesso non siamo stati teneri con lui, dobbiamo ammettere che oggi a poche ore dal voto, Paolo Vino e le sue liste rappresentano l'unica speranza per il futuro di Sesto.


2-3 giugno 2022_new_Layout 1 05/06/2022 19:02 Pagina 2

L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 3

MISSIONE COMPIUTA

Finalmente niente immondizia al cimitero Grazie al video denuncia di Paolo Vino termina la raccolta rifiuti vergognosa

C

inque anni di amministrazione di destra , hanno ricacciato indietro nel tempo la città. Ormai , si può dire che Sesto sia diventata la periferia di Cinisello Balsamo e di Cologno Monzese. Un capolavoro , quello di Di Stefano e soci che trova origine nella natura di questa amministrazione e nella sua nascita. Dopo una campagna elettorale a colpi di cannonate , di insulti, di attacchi personali (caratteristica propria di Di Stefano e soci) contro l'allora avversario Gianpaolo Caponi, l'attuale sindaco senza alcun pudore politico, chiedeva e otteneva l'apparentamento dello stesso Caponi, che gli consentì di vincere. L'ingenuità dell'avvocato, lo portò a diventare sindaco, ma soprattutto di poter portare avanti, cinicamente il suo disegno: delegittimare Caponi, costringerlo ad abbandonare e "fregargli tutta la sua nutrita rappresentanza consiliare, che diciamolo, sin dal primo momento aveva palesato grossi limiti politici, e scarsa affidabilità. Da quel momento Di Stefano ha pavoneggiato, diventato padre padrone della sua maggioranza, con tanti sol-

sione, al ricordo dei propri famigliari e amici, il primo impatto era con l’immondizia, anche maleodorante. E poi il rumore dei camion, le urla degli addetti che stanno lavorando, le code dei camion, la rumenta che debordava e cadeva a terra. In sfregio, quindi, alle più semplici regole di civiltà e di decoro. “Badate bene: la colpa non è certo degli addetti e degli operai, che eseguono soltanto degli ordini. Ma dei loro superiori e del sindaco, incapace di gestire una situazione alquanto incresciosa” specificava Vino. E pensare che la soluzione era proprio a porta di mano, come specificava il candidato sindaco appoggiato: “Qui vicino c’è l’area Concordia, dove c’è tutto lo spazio per poter fare nel migliore dei modi la raccolta dei rifiuti. Ebbene, perché non utilizzarla? Di Stefano non ha nulla da dire? E l’assessore competente? Dov’è finito? Già in passato avevo segnalato questo scempio e la possibilità di spostare la raccolta dell’immondizia in un luogo più consono”. Insomma, il video postato da Paolo Vino ha fatto rumore. Soprattutto ai piani alti del Comune di Sesto San Giovanni, dove evidentemente hanno capito di averla fatta

grossa e hanno trovato una soluzione: la raccolta rifiuti davanti al Cimitero è sparita. Ne prende atto Paolo Vino: “Mi fa piacere che la mia denuncia sia servita. L’obiettivo era far rispettare la di-

gnità dei nostri defunti, allo stesso tempo permettere agli operatori della ditta di poter lavorare in luoghi più consoni, non urtando la sensibilità di alcuno. Missione compiuta”.

datini ubbidienti pronti all'alza bandiera . Oggi alla fine di questa disastrosa consigliatura, ci permettiamo di formulare tra il serio e il faceto il nostro giudizio, sui "personaggi" più importanti di questa scalcagnata compagine. Giovanni Fiorino presidente del consiglio comunale, sarà ricordato per essere stato colui, che ha modificato il regolamento comunale togliendo la possibilità ai consiglieri di fare interpellanze e interrogazioni, ha ristretto i tempi di intervento fino praticamente ad azzerarli, prendendosi anche rampogne dal prefetto. Vogliamo ricordarlo soprattutto per essere stato quello che in pieno consiglio comunale, definì i consiglieri della sua maggioranza : " Una Chiavica" voto 2. Assessore Claudio D'Amico, noto a livello nazionale per essere stato Lui a far conoscere Salvini a Putin , e per essere molto legato al Cremlino. A Sesto è conosciuto per i Daspo, così chiamati, in realtà semplici richieste di allontanamento formulate alle autorità competenti, il più delle volte respinte. Lo si ricorda per le battaglie contro gli stranieri per l'assegnazione delle case, molte delle quali perse con aggravi economici sul bilancio comunali. E' considerato un ufologo. Sarà per questo che non è mai atterrato nella vita vera della cIttà. Voto 2.

Alessandra Magro assessore leghista come D'Amico, con delega all' Ambiente, conosciuta come l'Attila del verde. Ha rasato al suolo più alberi Lei che un tornado in California. Conosciuta per il suo linguaggio da educanda, la si ricorda per aver affermato di "essersi scartavetrato gli zebedei" voto 1. Davide Coccetti assessore fantasma: non classificabile. Alessandra Aiosa, la sua permanenza in giunta è insignificante . Nessuno sa cosa abbia fatto. Di sicuro niente, assolutamente niente per le attività commerciali di cui ha la delega voto 1. Antonio Lamiranda assessore ai lavori pubblici e al territorio. Doveva rivoluzionare gli appalti e ne è stato travolto. Non c'è stato bando che non abbia accusato problemi, non c'è assegnazione di lavori che abbia rispettato i tempi, non c'è lavoro ultimato che non presenta criticità, (vedi piscina De Gregorio, case comunali di via campestre, appalto igiene pubblica ecc) Sull' urbanistica meglio stendere un velo pietoso. Voto 4 per la capacità che ha di vendere fumo. Roberta Pizzochera assessore all'Educazione e alla famiglia. E' entrata in giunta con i principi liberali di Cavour, di Montessori e di Olivetti, in un mix di scopiazzature da Wikipedia di frasi a loro attribuite. Si è ri-

dotta a fare da eco al sindaco , senza nessuna professionalità. Ha distrutto lo stato sociale cittadino, ha messo in crisi la scuola, ha ridotto gli asili nidi in un campo di battaglia contro i genitori, sulla pelle degli operatori e dei bambini. Appena insediata aveva promesso di verniciare tutte le cancellate delle scuole. Mai fatto. Voto 2 meno. Marco Lanzoni assessore a non si sa cosa, è una persona simpatica. Gran gaffeur , ci ha tenuto in allegria in questi anni cupi. Di Lui , non si conosce un'idea che sia una. Ricandidato in una lista che si è confezionato su misura, ha lanciato lo slogan : Politica a Km zero" Un pò come gli ortolani che vendono frutta e verdura. Meritava quattro per la simpatia, ma il balletto recente alla Bergamella che l'ha visto esibirsi ridicolmente come un elefante in una cristalleria ci costringe a dargli meno:1 di incoraggiamento. Infine Lui, il padre Padrone l'uomo che ha sdoganato a Sesto medaglia d'oro per la Resistenza, i fascisti del terzo millennio di Casapound, che ha fatto della politica dell'odio e della discriminazione la sua missione, che ha distrutto l'associazionismo, aumentato imposte, e tariffe, tagliati servizi alle persone, svenduto le farmacie e parte del patrimonio pubblico, non si può dare che ZERO.

MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO

B

attaglia vinta. Grazie alla denuncia di Paolo Vino, raccontata attraverso un video postato su Facebook, la raccolta dei rifiuti davanti al Cimitero Nuovo non si fa più. Già, fino a pochi giorni fa succedeva che i camion della ditta appaltatrice del servizio cittadino, scaricavano i rifiuti sestesi proprio davanti al cimitero. Proprio davanti all’ingresso! Vergognoso. Trovate altre parole per definire quello scempio che avveniva davanti ai nostri defunti? “Un vero schifo – aveva sottolineato Paolo Vino -: non c’è pace per i nostri defunti. Ecco il rispetto che l’attuale sindaco e i suoi assessori hanno nei confronti della memoria dei nostri cari. E’ così che si governa una città?”. Già, lo spettacolo non era dei più edificanti. In un luogo che dovrebbe essere dedicato alla tranquillità, alla rifles-


4-5 giugno 2022_new_Layout 1 05/06/2022 19:03 Pagina 1

L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 4

LA POLEMICA

Lo “scivolone” di Aned e la correttezza di Paolo Vino Quando la coerenza è una parola sconosciuta nel quale dice testualmente: “L'Aned, sezione di Sesto San Giovanni-Monza, esprime rammarico per le comunicazioni apparse sui social inerenti gli incontri avuti presso la nostra sede in via dei Giardini nelle scorse settimane con tutti i candidati sindaco, senza alcuna distinzione di parte. Appuntamenti chiesti privatamente e determinati dalla volontà di incontrare tutti i candidati alla carica di Sindaco per meglio comprendere il futuro della nostra sezione, oggetto di sfratto a partire dal 31 agosto 2022”. A questo punto, Paolo Vino non ci sta: “Non voglio alimentare polemiche ma sulla mia coerenza e trasparenza non transigo. Io giro a testa alta perché ciò che dico faccio. Sempre”. E ancora: “Il presidente Padovani mi chiese di non pubblicare le foto scattate durante l’incontro, io chiaramente ho acconsentito. Allo stesso tempo, gli ho chiesto se era possibile rendere ufficiale – e quindi pubblico – l’incontro. Come si evince da uno scambio di messaggi su WhatsApp con il presidente, la risposta è stata lampante: ‘Sì certo ci mancherebbe’. Ed è ciò che ho fatto. Ecco perché non permetto a nessuno di dubitare della mia correttezza”.

MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO

“Il coraggio, uno, se non ce l'ha, mica se lo può dare”, dice Alessandro Manzoni giustificando il suo personaggio. Il passo è al capitolo XXV de “I promessi sposi” ed è la riflessione che Don Abbondio fa tra sé e sé al termine del colloquio con il Cardinale Borromeo. Ecco, parafrasando, si potrebbe dire: “La coerenza, uno, se non ce l’ha, mica se la può dare”. Proprio così. Ora i fatti. Nei giorni scorsi il candidato sindaco Paolo Vino ha incontrato il presidente di Aned, l’Associazione nazionale ex deportati sezione di Sesto, Alessandro Padovani. Un incontro cordiale, suggellato da una firma su un protocollo di intenti. “Mi sono impegnato in prima persona – spiega Vino -: nel caso in cui sarò eletto sindaco, non sfratterò più Aned dalla sede attuale. Ho lasciato loro ampia libertà di individuare, insieme, anche un’altra location. Nel caso in cui preferissero traslocare. In più, ho lanciato l’iniziativa di trasformare l’attuale sede in un museo, ricco di testimonianze, documenti e fotografie storiche di sestesi che hanno subito la deportazione. Un arricchimento per la nostra comunità”. Tutto Bene, dunque? Sì. Anzi no. Perché poi Aned ha pubblicato sui social un comunicato

PAGANO I CITTADINI

Gianpaolo Caponi e la ribellione a Di Stefano: “Io sempre a testa alta” Le confessioni dell'ex vice sindaco nel suo nuovo libro

G MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO

ianpaolo Caponi, professione avvocato, leader di Sesto nel Cuore. Già vicesindaco nella prima gestione di Di Stefano, ha poi rinunciato all’incarico e rotto con il sindaco per dissapori che hanno fatto rumore. Non vogliamo raccontare noi i motivi di questa rottura (non ci compete). Caponi lo ha fatto in un libero dal titolo “Resistere alla tentazione del potere”. Una sorta di ribellione al potere che l’avvocato racconta bene nell’Introduzione del volume: “Se ai cittadini viene richiesto di rispettare le regole, le norme e i principi delle nostre leggi, prima tra tutte la Carta costituzionale, il ‘politico’ dovrebbe impegnarsi altresì a rispettare anche le regole e i principi dell’etica e dell’integrità morale. (…) Ciò che ho compreso con la mia esperienza è che non serve voltarsi dall’altra parte facendo finta di non vedere le ‘storture’, ma occorre affrontare e contrastare a testa alta, pur andando incontro a tutte le difficoltà, la mala-politica, se si vuole cambiare in senso positivo la politica stessa. Una politica che, invece, vive di ricatti, dove vieni isolato se non ti adegui. Una politica che tenta di ridicolizzare chi si pone a difesa di piani valoriali e principi etici, facendo della leggerezza

la propria apologia cercando di fare leva sull’emotività e sulle reazioni istintive del cittadino”. E ancora: Caponi racconta “dei momenti di solitudine vissuti e delle delusioni patite da rapporti personali che credevo cementati da valori comuni e da amicizia, cosa capita nei palazzi della politica all’insaputa del cittadino e cosa, secondo me, occorre per tracciare un rinascimento morale”. Ma non solo. Nel suo libro Gianpaolo Caponi illustra “la sensazione più sgradevole che ho provato rivestendo il ruolo di vicesindaco, ovvero quanto può essere inutile essere onesti in politica”. Nel libro vengono affrontate una serie di questioni spinose e che hanno fatto saltare il banco (per Caponi): dalle annose vicende delle associazioni sestesi sino al nuovo regolamento del Consiglio Comunale, definito “Un pugno in faccia alla democrazia”; dagli appalti sino alla vicenda delle partecipate, “inquietante e significativa”. E poi considerazioni su numerosi bandi cittadini, sul Pgt… Tutto descritto con dovizia di particolari, nomi, date e documenti. Uno spaccato inquietante di una politica che non dovrebbe appartenere a nessuno. Soprattutto ad una città come Sesto san Giovanni.


4-5 giugno 2022_new_Layout 1 05/06/2022 19:03 Pagina 2

L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 5

IL TAGLIO DEI CEDRI

Il pollice “verde” che (non) c’è Riproponiamo un articolo di Ottavia E. Molteni pubblicato su L’altra Sesto di novembre 2019 perché crediamo che

certe cose che accadono in città possano essere argomento di valutazione da parte dei cittadini sull’operato di

un’amministrazione. Quando furono tagliati i “Cedri” in piazza della Repubblica ci fu un coro indignato di cittadini

mentre vedeva segare i tronchi degli storici “ Cedri “ collocati alle spalle del monumento in Piazza della Repubblica. di Ottavia E. Molteni

N

essuna notizia dalle piattaforme social, né comunicati stampa sull’intervento. Intanto i due cedri che incorniciavano parte del Monumento ai Caduti di Tutte le Guerre in Piazza della Repubblica non ci sono più. Tagliati alla base, senza che la loro condanna fosse fatta conoscere ai cittadini (nemmeno da quanto e per quale motivo le piante fossero attenzione dagli uffici competenti). Quella che poteva apparire una semplice potatura, si è trasformata lo scorso martedì 5 novembre in un’opera di completa devastazione. Erano malati quei cedri? Se sì, da quanto tempo? Quali misure sono state poste in essere dall’amministrazione comunale per tentare di salvarli? Sono domande che riteniamo lecite formulare e porre. Alla luce, soprattutto di casi analoghi di cui si può leggere in Rete. Una, prossimo a noi per ragioni geografiche, è quello del cedro del Libano di Villa Mirabello a Varese, di cui si stanno occupando un agronomo (Marco Giorgetti) e un professore svizzero (Francis Schwarze). La pianta, colpita da funghi cariogeni sviluppatisi dopo la caduta di un ramo, viene seguito ricorrendo alla tecnica del “biocontrollo”, che prevede l’isolamento degli elementi patogeni e la loro coltiva-

zione in laboratorio teso alla selezione dei Tricoderma antagonisti, altra famiglia di funghi in grado di penetrare sotto l’epidermide della piante e produrre sostanze in grado di indurre resistenze localizzate o anche sistemiche. I “nostri” cedri di Piazza della Resistenza di che cosa erano ammalati? Ogni tentativo di cura del problema è risultato vano? Chi è l’agronomo che ha redatto la perizia alle spalle del taglio integrale delle piante? Come verrà compensata l’azione contro i climalteranti che quelle piante avevano sull’aria cittadina? Mentre si attendono risposte a queste, come ad altre domande, dall’assessore verde (inteso come colore politico di appartenenza) con delega al Risanamento Ambientale, che però sotto a quei cedri è passata per la prima volta poco meno di due anni e mezzo fa e non li ha certo visti crescere (in cartoline di diversi decenni fa il prato intorno al Monumento citato appare completamente sgombro), ricordiamo che un altro albero maestoso davanti all’ingresso di Villa Mylius è caduto sotto i colpi di scure della Giunta Di Stefano per essere sostituito da un’aiuola decorativa. Come se fiori e piante avessero gli stessi ritmi, ma soprattutto le medesime funzioni.

MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO


6-7 giugno 2022_new_Layout 1 05/06/2022 19:04 Pagina 1

L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 6

POLITICA SESTESE

Outsider e aspiranti sindaci: sarà una corsa a due? Per la carica di primo cittadino si prospetta un testa a testa tra Di Stefano e Paolo Vino

C

he campagna elettorale è quella che ci sta accompagnando a in queste ultime settimane? Certamente sottotono rispetto alle corse del passato, ma non per questo meno interessante, anzi. Perché gli spunti di riflessione non mancano certo. Di Stefano va a caccia di una riconferma. Dopo essere passato da Forza Italia alla Lega nel corso del suo mandato, il primo cittadino uscente proverà a cancellare le voci di quanti sostengono che “miri” ad un posto a Roma nelle prossime elezioni nazionali. Per il momento però Bruno conquistando il diritto a di elezioni nazionali nemmeno correre per la poltrona di sindaco. l’ombra, ecco allora che Di Stefano Non mancano outsider da guarha tutto il tempo di cercare il bis. dare con interesse come l’esperto Contro di lui quello che, probabil- candidato della Coalizione della mente, negli ultimi 5 anni è stato il Sinistra, Silvio La Corte, Massimiconsigliere di oppoliano Rosignoli ed sizione più attivo: Eleonora Tempesta Paolo Vino. Soste- Per contrastare di Italexit. Candidati nuto dai Giovani Sesindaci attivi e con Di Stefano stesi e dalla Lista idee, ben lontani dai Popolare per Sesto, stanno salendo personaggi folcloriVino potrebbe essere vertiginosamente stici che talvolta del’outsider in grado di cidono di scendere in le quotazioni sparigliare le carte. campo in queste ocdi Paolo Vino E poi c’è il centrosicasioni. nistra che, dopo la Insomma, per clamorosa sconfitta quanto non si sendel 2017 ha avuto 5 anni per rior- tano annunci roboanti, questa torganizzarsi e provare a conquistare nata amministrativa post covid e la città. Lo sta facendo con Michele nel pieno di un conflitto - quello in Foggetta, il candidato della Sini- Ucraina - che è destinato a rivolustra Italiana che ha superato zionare gli equilibri politici e gli l’uomo del PD Angelo Alfredo assetti a livello globale, è molto

C Aggiungi un posto a tavola che c’è un Di Stefano in più… Oops, non c’è più.

tro posto sulla prima fila di questa immaginaria griglia di partenza è tutt’altro che scontato. Molti sono convinti che lo sfidante più accreditato possa essere proprio Paolo Vino e non il candidato di centrosinistra Michele Foggetta, nonostante gli endorsement di big della politica nazionale come Enrico Letta e Nicola Fratoianni. Ecco, proprio i big nazionali sono i grandi assenti di questa campagna. Se in passato facevano a gara per venire a Sesto, da qualche tempo le cose non stanno più così, tanto che in molti altri comuni i candimeno dimessa di quanto non si dati preferiscono “nascondere” i creda. La posta in gioco è alta. Perché partiti che li sostengono attraverso dopo anni di attesa, Sesto è final- liste costruite con fini puramente mente pronta alla riconversione elettorali. concreta del suo enorme patrimo- Ma nelle elezioni amministrative, le logiche sono ben nio di aree ex indudiverse rispetto a striale e accettare le quelle che muovono sfide della modernità Sesto si sta le competizioni eletospitando centri di nazionali. ricerca e poli d’eccel- preparando al rush torali lenza nel mondo del finale con un esito Nelle città, come nei paesi a fare la diffebusiness e dei sertutt’altro che renza non sono i vizi. scontato: si simboli, ma le perDifficile immaginare come andrà a finire, attendono sorprese sone. E certo non è un male. Perché un anche se una vittoria sindaco è e sarà semal primo turno appare abbastanza improbabile viste pre il primo collegamento fra i citle forze in campo. Lo scenario più tadini e le istituzioni. probabile potrebbe essere quello di Sesto si prepara per il rush finale di una corsa con un finale tutt’altro una corsa a due: ma fra chi? Se da un lato il sindaco uscente Di che scontato. Il bello deve ancora Stefano è “ammesso di diritto” l’al- venire.

ucù, il sindaco non c’è più. Un comportamento che non ti aspetti da chi ha fatto della comunicazione social, dei selfie e dell’esposizione ipertrofica mediatica la sua ragione di vita. Roberto Di Stefano, perché ci deludi così? Onnipresente ovunque, in ogni angolo della città a farsi foto e cercare di giustificare il suo stipendio – davvero corposo, dopo gli aumenti che lui stesso ha votato poco prima della fine dell’anno scorso - da primo cittadino. E poi, quando c’è un appuntamento importante, dove tirare fuori contenuti, programma e forse dover anche provare a tenere posizioni scomode… puf, il sindaco sparisce. O meglio, non si presenta. La

sua sedia era vacante. Lo scorso venerdì 13 maggio il sindacato unitario dei lavoratori della Polizia locale di Sesto ha invitato i candidaci sindaci ad un confronto pubblico sulle tematiche che concerno proprio il Corpo dei Vigili sestesi. Ebbene, si sono presentati tutti. Compatti. Complimenti. Una bella serata di confronto su questioni spinose ed importanti per chi gestisce e garantisce la sicurezza della nostra città. Ah no? Non è così? Cioè mi dite che qualcuno non si è presentato? Chi? Ma proprio lui? Il sindaco in carica Roberto Di Stefano? Esatto, avete compreso: il sindaco dei selfie non si è presentato. Anche perché in quel caso, davanti ad agenti di Polizia sfian-

cati da due anni di contenziosi, con turni di lavoro massacranti, strumentazioni inadeguate e personale insufficiente a garantire la copertura dell’intera città, di selfie ne avrebbe fatti ben pochi. E allora, perché scomodarsi se non avrebbe potuto stringere mani, farsi ossequiare da lacché vari e far vedere il suo bel sorrisone paciarotto? Ahi voglia a dire città più sicura”, a ripetere slogan senza senso se poi non si va ai confronti con color che quella sicurezza dovrebbero farla rispettare… Vabbè la finisco qui: dico solo che gli amici del Sindacato hanno aggiunto un posto a tavolo, ma l’amico in più non si è presentato…


6-7 giugno 2022_new_Layout 1 05/06/2022 19:04 Pagina 2

L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 7

OSSERVATORIO SULLA CITTÀ

Chi alimenta la macchina del fango I

l linguaggio dell’odio. A Sesto esiste solo questo. La campagna elettorale è stata trasformata in un campo di battaglia, dove gli avversari si demoliscono non con la politica dei programmi ma con le accuse, le offese, il linciaggio morale. Si è dato inizio a una sceneggiatura che è il contrario di quella che i cittadini si sarebbero aspettati. I sestesi cercavano risposte alle loro domande sulla vita sociale, culturale, sportiva ed economica ed hanno ricevuto una valanga di attacchi incrociati dove si legge di tutto, meno che risposte ai problemi reali. Questo discorso potrebbe sembrare la “solita retorica”, in realtà si tratta di una situazione brutta e pericolosa. Alla fine di questa campagna elettorale, qualunque sia il vincitore, si porterà dietro il peso di un confronto aspro, velenoso, offensivo, distruttivo dei valori morali ed etici della politica e della cultura generale. La macchina del fango è stata messa in moto con sistemi inediti per la città di Sesto. Nella sua storia mai si era visto tanto livore personale, scontri verbali, minacce. Questo sistema del “degrado” politico e umano opera attraverso la raccolta, a volte ai limiti della legge, di notizie e informazioni delicate e riservate o comunque che interessano la

privacy delle persone. Spesso si utilizzano facendo allusioni o sono variamente estrapolate, manipolate o anche completamente inventate riguardanti la vita professionale e privata del soggetto da colpire con una larga diffusione e propaganda (anche questa ad arte) in modo da esercitare una forte pressione sulla libertà pubblica e personale del soggetto da colpire. Un esempio pratico? All’inizio della campagna elettorale di Sesto la destra ha deciso che era il caso (senza badare al rispetto dell’elettorato in generale) di scavare nel passato dell’avversario del centrosinistra, in particolare perché ritenuto il maggiore competitor alle prossime elezioni, pescare sue dichiarazioni specifiche riguardanti contesti storici di quel momento ed utilizzarli per dipingerlo quello che non è, dando per scontato che il loro racconto sia la “verità assoluta”. Addirittura un assessore si è presa la licenza, dopo che è stata fatta la propaganda su un giornale fiancheggiatore, di entrare nel merito della notizia prendendola come se

fosse vera e non appositamente confezionata dalla stessa parte politica dove appartiene, per dare un giudizio etico, morale e spirituale. Si è elevata da sola a giudice unico sia per la parte istituzionale che personale. Il delirio totale. Il peggio di questa situazione è che questa persona ha delle deleghe pubbliche molto delicate e potrebbe continuare ad esserlo, con un vero rischio per i cittadini tutti. E così si è continuato a infangare gli avversari ripetendo come un ritornello tutte le cose d’inizio campagna elettorale del 2017 sulla moschea, il “buco” che non è mai stato dimostrato nei fatti, i servizi malfunzionanti, le strutture abbandonate e via dicendo. Sempre secondo il proprio, unico, giudizio. Cosa hanno saputo i cittadini dei programmi futuri della giunta uscente per il futuro? Assolutamente poco o niente tranne lo strombazzamento delle grandi opere come la stazione a ponte, le opere che sono partite sulle ex aree Falck: tutte cose predisposte dalle passate giunte. Le cose concrete che

questa giunta ha fatto realmente è di vendere molto del patrimonio pubblico (vedi le farmacie comunali) e dare in concessione ai privati (piscine, parcheggio, servizi dell’infanzia) per anni e anni di gestione ricavando poco o niente rispetto al valore dei servizi stessi. Ma il mantra di tutta la campagna elettorale è stato nel far vedere immagini e slogan ad arte dicendo “come era e com’è” ma non hanno detto che la piscina De Gregorio appena fatta si è già allagata alle prime piogge abbondanti. Ecco in che situazione i cittadini di Sesto si trovano alla vigilia del voto. Tante cose artefatte presentate come meriti e dicendo il male assoluto degli altri. I metodi utilizzati più volte di estrapolazione, manipolazione, falsificazione hanno creato un certo disorientamento nei cittadinielettori non direttamente coinvolti nell’ideologia del partito. Un danno che può essere recuperato solo se gli elettori andranno alle urne numerosi a esprimere il voto che sia una maggioranza reale dei desideri dei sestesi e non che come nel 2017 chi ha vinto ha avuto il consenso assoluto della metà della popolazione e una minore percentuale di voto per formare la Giunta. Franco Pontoriero

MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO

MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO


8-9 giugno 2022_new_Layout 2 05/06/2022 19:04 Pagina 1

L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 8

L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 9

L’INTERVISTA

Sesto, la Città Giardino S

esto è nata attorno alla ferrovia, ma la ferrovia è diventata uno dei suoi più grossi problemi, forse il più grosso. La ferrovia è stata costruita nel 1840, per collegare Milano a Monza: la seconda realizzata in Italia dopo la Napoli-Portici. Aveva una sola fermata intermedia: a Sesto. E siccome qui c’era tanta campagna, a un certo punto i ricchi milanesi che usavano la ferrovia si sono detti: perché oltre ai terreni agricoli non ci mettiamo anche qualche fabbrica? Così tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 sono sorte le fabbriche. Poi col tempo la ferrovia si è allungata, ha collegato tutta l’Italia e tutta l’Europa, e le fabbriche sono cresciute. Sesto è diventata uno dei più importanti centri industriali del continente. E attorno alle fabbriche sono nate le case: per gli operai e per gli impiegati. Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, lo sviluppo industriale è stato ancora più accelerato. La Falck, la Ercole Marelli, la Breda e tante altre fabbriche lavoravano a pieno ritmo nel boom industriale. E anche le case hanno avuto il loro boom. A un certo punto tra Sesto, Milano, Monza, ecc. non c’è stata più la campagna, ma solo edifici e strade. Cresciute senza un programma, le une dietro alle altre: fabbriche, e case, e capannoni, e strade. Sesto è diventata grande, ma ha perso la sua identità. Non si vede più dove comincia e dove finisce. È cresciuta attorno alla ferrovia, ma la ferrovia è diventata una specie di fiume che la divide in due. Solo che i fiumi sono belli, la ferrovia mica tanto… Oggi le fabbriche sono state abbandonate, siamo nell’età postindustriale e i vuoti lasciati dalle fabbriche sono diventati una grande opportunità per ridisegnare la città. Ma non ci vuole solo la “Città della Salute”: bisogna anche rendere più bella la città che c’è, con le sue case e la sua gente. È questo che desidero fare col mio programma per ripensare la trama urbana e fare di Sesto una città-giardino.

MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO

Il candidato sindaco Paolo Vino lancia i progetti per un futuro da protagonisti

Rondò, Marelli, villa Zorn e periferie: idee in movimento Se aprite Wikipedia, alla voce “Sesto San Giovanni” c’è la fotografia di queste due torri: quella quadrata e quella rotonda. Sono alte, importanti, caratteristiche.cQui c’era la Ercole Marelli, la fermata della metro si chiama ancora Sesto Marelli. E più avanti di là c’era la Falck. E c’erano i sindacati. È un luogo caratteristico e pieno di tradizione. Ma come evidenziare che qui siamo a Sesto e non a Milano? C’è un seguito di costruzioni, non c’è separazione tra le due città. S’è persa l’identità urbana. Per recuperarla la mia idea è di erigere delle Il Rondò è uno dei luoghi centrali di Sesto: un polo importante nella parte nuova della città. Dall’altra parte dalla ferrovia c’è la città storica. La ferrovia taglia la città Da decenni soffriamo questa divisione: certo, ci siamo abituati. Ma dà fastidio. Ci sono i sottopassaggi ma, diciamolo, non sono il massimo, soprattutto quelli pedonali: scuri e difficili da pulire. Sarebbe bello interrare la ferrovia, ma costa troppo. Però c’è un’altra soluzione. Costruire dei ponti che ci passano sopra. Il primo proprio qui, per unire il Rondò con piazza della Repubblica: un ponte ciclopedonale che sarà anche un prolungamento delle due piazze. E così tra Rondò e piazza della Repubblica avremo una nuova piazza sopraelevata che passa sopra la ferrovia. E sarà un ponte ampio abbastanza per metterci bancarelle. Avete presente il Ponte Vecchio di Firenze, ai cui lati ci sono tante botteghe? Avremo qualcosa di simile a Sesto: ma sarà più grande, ampio e luminoso. Ci si potrà passeggiare. Salirà dall’una e dall’altra parte con dolce pendenza, adatta a pedoni e biciclette. Potrà diramarsi anche, per esempio passando accanto alla ferrovia verso i giardini di villa Zorn: sarà una vera passeggiata panoramica E permetterà anche di collocare qualche fioriera così da diventare un giardino pensile. Sarà l’inizio di una serie di raccordi simili a questo che permetteranno di ricucire assieme le due parti separate della città. Nelle piazze le persone passano, passeggiano, e si fermano anche, per sorseggiare un caffè o gustarsi un gelato, per sedersi a un tavolino. Questa nuova piazza sopraelevata avrà spazi suf-

nuove porte urbane. Immagino l’obiezione: “Ci son cose più importanti!”. È vero. Ma anche l’identità è importante: Sesto è città della Resistenza, città dell’acciaio, città delle fabbriche, città della nuova imprenditoria postindustriale. Città del lavoro. E città della salute. Città divisa in due dalla ferrovia, ma è una sola città. Per questo propongo le nuove porte: disegnate come un grande arco, aperto in alto ma che si può riunire, come due mani che si stanno congiungendo tra loro. Nella diversità si trova l’unità.

E anche un gesto di accoglienza: la porta è aperta, Sesto accoglie le persone. Ma ha la sua identità. Solo che la deve ritrovare, perché gli anni dell’ultima amministrazione comunale l’hanno trasformata in un’appendice di Milano. Le nuove porte urbane, da collocarsi, qui, e nelle principali vie di raccordo con i Comuni vicini, segneranno e ricorderanno la nostra identità di sestesi. In questa zona la collocherei qui, davanti all’edificio ex Impregilo: c’è un tratto di strada che penso sarebbe utile pedonalizzare e trasformare in giardino. Il flusso di auto da e per Milano verrebbe deviato su

ficienti per tutto questo. Sarà un ponte-piazza e sarà bello. Verranno dall’estero per visitarlo. E col tempo sorgeranno altre piazze sopraelevate a ponte sulla ferrovia. Così Sesto non sarà più divisa in due. C’è stato il tempo della città industriale, poi il tempo della città postindustriale. Oggi ci vogliono più piazze urbane, più cultura urbana e più socialità. Un’utopia? Costa troppo? Ci vuole troppo tempo per realizzarla? No, il ponte-piazza si può fare, ne ho già esaminato i dettagli. E, lungi dal costare troppo, arricchirà la città e consentirà nuove attività, sarà uno di quegli elementi di novità che rendono la città attraente e bella, per chi ci abita e per chi viene a visitarla.

Il parco di Villa Zorn è stupendo. Ci sono questi alberi secolari, tante piante diverse tra loro, e l’architettura neoclassica della villa ottocentesca che nobilita lo spazio tutto attorno. Ma anche Villa Milius, Villa Puricelli Guerra, Villa Visconti d’Aragona, hanno tutte i loro parchi e le loro architetture storiche. Sono il patrimonio di bellezza che sta al centro di Sesto. Sono tutte a disposizione del pubblico. Ma vanno ulteriormente valorizzate: come luoghi per gli incontri, per la cultura e la vita sociale. E vanno anche meglio collegate tra loro. Studiando percorsi pedonali o ciclopedonali verdi, così che tutto il centro di Sesto diventi un unico grande Giardino delle Ville. Sarà una trama di raccordi che unisce anche gli altri spazi di rilevanza urbana: piazza Petazzi, il bellissimo, importante e oggi dimenticato monastero di San Nicolao, una struttura del secolo XI: una presenza storica che andrebbe valorizzata come luogo museale e non dimenticata come uno spazio residuale. Tra tutti questi luoghi di rilevanza storica e di bellezza, si sono inseriti i tanti edifici abitativi, costruiti senza un pro-

Barcellona ha la sua rambla, Parigi ha i suoi boulevard. Sesto ha viale Matteotti. Faremo di questo la nostra rambla e il nostro boulevard. Come? Ampliando il verde delle aiuole ai lati delle quali oggi passano i due controviali. Privilegiando i giardini e gli alberi e disponendovi un percorso ciclopedonale. Ideale sarebbe far passare il traffico veicolare solo su un lato così da ampliare lo spazio per i giardini, mentre si lasciano gli accessi carrabili ai negozi. Dove ci sono incroci con attraversamenti stradali importanti, come via Timavo, via Magenta, via Corridoni, via Rovani, potremmo predisporre delle chicane, così che il traffico automobilistico sarà rallentato e passerà ora da una parte, ora dall’altra delle porzioni del viale a getto urbano, che tendono a soffocare i parchi delle ville. Per cui oggi bisogna ritrovare quegli spazi verdi, valorizzarli, e raccordarli tra loro. Anche Piazza della Resistenza, davanti al palazzo del Comune, va valorizzata: diventerà il fulcro di questo nuovo sistema di percorsi verdi. Oggi è sacrificata dalla presenza dei vicini palazzi, e dall’assedio delle automobili. Noi punteremo ad aumentare lo spazio dei parcheggi interrati e a disporre le rampe di accesso e di uscita in modo tale da ampliare la piazza davanti al Comune: che sia uno spazio amico dei cittadini, dove si può andare anche per passeggiare, non necessariamente solo quando si hanno pratiche da sbrigare negli uffici amministrativi. Pensiamo a un programma di lungo termine, in cui ci inoltreremo un passo alla volta. Aggiungendo alberi e piante dove ce ne sono poche, ricavando percorsi pedonalizzati dove ora passano in prevalenza le auto, valorizzando i giardini esistenti e ponendoli in continuità gli uni con gli altri. Il centro di Sesto sarà così tutto un giardino.

viale Italia. Chi poi deve entrare in Sesto potrà girare in via Pavese, tornare su via Marelli e dirigersi in città. Se uno deve andare a Monza invece continua su Viale Italia, o su via Edison. In questo modo si ferma il traffico di attraversamento di Sesto, dirigendolo sulle circonvallazioni. E lo stesso farei per gli altri luoghi di passaggio tra Sesto e i Comuni vicini. Il traffico di attraversamento si devia sulle circonvallazioni. A Sesto entreranno solo quelli che ci abitano, ci lavorano o che hanno qualcosa da fare qui. Come, per esempio, partecipare alle attività culturali che ho in

giardino. Certo, in questo modo si riduce il numero di parcheggi a livello strada, ma compenseremo questa riduzione con la costruzione di un nuovo parcheggio sopraelevato, in verticale, da costruire al posto dell’edificio di pertinenza comunale che si trova tra le vie Rovani, Damiano Chiesa e Fratelli Bandiera, di fronte alla caserma dei Vigili del Fuoco – il criterio sarà sempre lo stesso, parcheggio gratuito per i residenti, a pagamento per i non residenti. Questa nuova rambla sestese sarà come un giardino lineare che si distende tra lo spiazzo davanti alla chiesa di Santa Maria Ausiliatrice e il giardino XXV Aprile. E questo giardino sarà ampliato: potranno trovarci posto bancarelle, e lo valorizzeremo con lo svolgimento di eventi sportivi e culturali, all’aria aperta. Più avanti potremo anche pensare di coprire in parte l’area parcheggio tra viale Matteotti e via Damiano Chiesa per fare anche qui una piazza sopraelevata. E davanti all’oratorio della chiesa di San Giuseppe si potrebbe almeno in parte pedonalizzare la strada, così da ampliare gli spazi verdi. Ci sarà così una lunga passeggiata verde, con spazi ampi a sufficienza per svolgere tante attività all’aperto, eventi sportivi e culturali. Il cinema della Rondinella, all’altra estremità del viale, l’unico rimasto a Sesto a parte il multisala del centro Sarca, potrà essere valorizzato come cinema teatro.

Il nostro è un programma di lungo termine, ma noi non ragioniamo secondo i tempi elettorali, ma secondo quel che è meglio per la città. E tutte queste trasformazioni urbane saranno portate avanti passo dopo passo, sempre in consultazione coi cittadini. Perché la città è lo spazio dei cittadini. E lo vogliamo più verde, più ridente, più bello.

animo di mettere in moto: perché Sesto è città del lavoro ma è anche città di cultura, e questa va riscoperta: nei cinema, nei teatri, nelle esposizioni e negli eventi sportivi. E ancora, parlando di traffico: abbiamo le nuove strisce blu per far pagare i parcheggi: ma non ha senso che chi vive a Sesto debba pagare il parcheggio sotto casa! Intendo lasciare parcheggio gratuito per i residenti e farlo pagare solo ai non residenti. Riduciamo il traffico automobilistico, creiamo nuove piazze. Così la Sesto del XXI secolo sarà città della bellezza. E avrà anche delle belle porte urbane.

Apriremo gli spazi, toglieremo il più possibile i muri e i cancelli che chiudono ambienti di pertinenza pubblica, così da creare una continuità di giardini. Saranno ambienti urbani di bellezza: che le persone vorranno difendere, e non sporcare. Perché la bellezza va protetta, e quando le persone comprendono che piazze e giardini sono spazi di bellezza a disposizione della città, desiderano proteggerli e difenderli, e tenerli puliti. Viale Matteotti diventerà la nostra rambla e sarà una lunga passeggiata ricca di bellezza, un patrimonio comune per la città di Sesto.


L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 10


10-11 giugno 2022_new_Layout 1 05/06/2022 19:05 Pagina 2

L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 11

LA REALTÀ DEI FATTI

Il lido di Sesto? Una piscina condominiale Ecco le vere dimensioni di una struttura modesta

MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO

L

o presenta come il nuovo lido di Sesto, una mirabolante realizzazione . In realtà, ciò che si è realizzata è una piscina condominiale. La profondità della vasca principale è di 1 metro e venti centimetri per una dimensione di 796, 10 metri quadri a cui vanno sottratti 27, 40 metri quadri come area di accesso con scivolo e circa 100metri quadri per l'area di accesso fino a sessanta centimetri. Restano seicento settanta metri totali. Qualsiasi piscina degna di questo nome ha quantomeno una profondità che si aggira tra il metro e quaranta e il metro e ottanta centimetri. La stessa vasca per bambini è di 82 metri quadri, più o meno due locali più servizi. Una scelta che sin dall'inizio con una concessione quarantennale

senza alcun onere per il comune, è risultata sbagliata. Una costruzione a metà ed anche modesta, come tutte le cose volute da Di Stefano. Era l'occasione per costruire una piscina degna di questo nome con copertura scorrevole, in modo di poterla utilizzare l'intero anno. Invece si è privilegiata l'area, il vero interesse dell'operazione al centro del business. Non fa paura, la partecipazione interessata dei privati allo sviluppo delle attività sociali e sportive. Fa paura, la totale incapacità di questa amministrazione di rendersi protagonista nelle scelte. Ha sempre un ruolo subalterno, che porta la città ad essere preda , seppur in modo legittimo sul piano legale ma assolutamente devastante su quello politico, di interessi economici finanziari. La politica è altro. Ci sono mille esempi in Italia di gestioni private di impianti pubblici, di loro partecipazioni alle ristrutturazioni ,di grandissimi e positivi interessi coincidenti tra il pubblico e privato. Di Stefano ha scelto la sudditanza . Si crede re, e invece è solo un vassallo.

L’OLDRINATA

Gli attacchi personali ai candidati: se la politica dimentica la democrazia

S MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO

embrerà paradossale che su un giornale che sostiene la candidatura a sindaco di Paolo Vino io parli di quel che succede ad un altro candidato, Michele Foggetta. Invece non lo è, primo perché da tempo scrivo su questo giornale e Paolo Vino conosce bene le mie posizioni politiche, che sono pubbliche e non sempre coincidono con le sue. Ma la democrazia è proprio questo, rispettare le opinioni degli altri, anche quando non coincidono con le tue. E io sono grato a Paolo per il suo rispetto nei miei confronti in questi anni. Ma la seconda ragione è che parlo di Foggetta per porre un altro tema, di rispetto e di democrazia che se oggi riguardano Michele, in realtà sono un problema di tutti. Infatti in questa campagna elettorale i sostenitori del candidato sindaco Roberto Di Stefano hanno attaccato Michele Foggetta sul piano personale in modo pesante e sleale. Lo avevano già fatto 5 anni fa’ contro Monica Chittò con interventi pesantissimi e falsi sulla sua vita personale. Anche una poi assessora nella giunta Di Stefano era intervenuta in modo sgradevole e deplorevole e mi sarei aspettato da parte sua in seguito che chiedesse scusa. Non credo proprio lo abbia mai fatto. Di Foggetta è stato detto di tutto, riesumando frasi scritte da lui una decina di anni fa’ per accusarlo addirittura di filoterrorista. Articoli su giornali, comizi,

addirittura scritte sui muri della città, con le tanto reclamizzate telecamere che dovrebbero garantire la sicurezza e sorvegliare la città che stranamente non vedono mai gli autori di scritte offensive quando non sono sgradite al sindaco. Uno spettacolo indegno di una campagna elettorale democratica nella quale i candidati dovrebbero spiegare ai cittadini quali sono i loro programmi per il futuro della città e su questa base chiedere il voto degli elettori. Gli attacchi dei sostenitori di Di Stefano evidentemente dimostrano che non hanno idee e preferiscono gli insulti e la demonizzazione degli altri candidati alla esposizione di un loro programma. Anche perché le forze che sostengono la candidatura dell’attuale sindaco sono profondamente divise tra di loro a livello nazionale e quindi a livello sestese. Gli scontri tra Meloni, Salvini, Berlusoni sono ormai pane quotidiano. E del resto Di Stefano eletto sindaco 5 anni fa’ come esponente di Forza Italia è poi passato alla Lega ed ora si sussurra che sia pronto a seguire la Meloni. Difficile per loro dunque avere un programma condiviso per Sesto. Così preferiscono gli insulti agli altri competitori. Per questo denunciare oggi gli attacchi personali e grossolani contro Foggetta è doveroso per tutti. Per difendere l’essenza della democrazia e perché domani potrebbe capitare anche ad altri. Giorgio Oldrini


12-13 giugno 2022_new_Layout 1 05/06/2022 19:06 Pagina 1

L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 12

I SOLDI DEI SESTESI

Di Stefano: che bel regalo di fine anno...

L

’articolo comparso su Il Fatto Quotidiano, con la notizia dell’aumento dei compensi per la giunta di Sesto, ovviamente, ha suscitato diverse reazioni. D’altra parte, con una determina, la stessa giunta si è fatta un bel “regalo” portando per questi ultimi 6 mesi di mandato lo stipendio di sindaco e assessori a cifre piuttosto importanti. La giunta Di Stefano alle ore 13 del 31 dicembre 2021, ha votato la delibera e ha chiuso in bellezza l’anno udite! udite! aumentandosi lo stipendi alla faccia dei cittadini che hanno subito aumento di tasse. Con la determina di giunta 25 del 17 gennaio scorso, il sindaco ha deciso che in questi ultimi 6 mesi guadagnerà ben 6210 euro al mese mentre i suoi assessori (e il presidente del Consiglio Comunale) 3726. Un

adeguamento perfettamente lecito ma poco opportuno come sottolineato da più parti. Paolo Vino, capogruppo della lista civica Giovani Sestesi, in questo video, sottolinea: “Tutto lecito, ma c’è una questione prettamente morale. Era proprio il caso di aumentarsi lo stipendio in un momento come questo? Stiamo uscendo da una pandemia, le persone sono in difficoltà, molte stanno perdendo il lavoro, le tasse qui a Sesto sono aumentate grazie a questa amministrazione e noi scopriamo oggi che sindaco e giunta si aumentano lo stipendio? Giudicate voi… Noi un’idea ce la siamo fatta. Probabilmente Di Stefano sente aria di non rielezione e ha deciso di regalarsi – e regalare alla sua giunta – oltre 190 mila euro dei soldi dei cittadini”.

MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO

MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO


L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 13

SPONSOR UFFICIALE DI:


14-15 giugno 2022_new_Layout 1 05/06/2022 19:06 Pagina 1

L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 14

POLITICA E FANTAPOLITICA

La Moschea a Sesto: chi la vuole veramente?

L

resse pubblico, ovvero il riconoscimento della libertà religiosa garantita dalla Costituzione. Il fatto che gli islamici non abbiano ottemperato a tutte le richieste prescritte, non fa decadere automaticamente la tutela di un interesse pubblico… “Il nostro no alla grande moschea che la sinistra vuole ancora realizzare per trasformare Sesto San Giovanni nella Mecca del Nord Italia lo ribadiamo con estrema convinzione, forti delle sentenze dei tribunali e del nuovo piano di governo del territorio". Peccato che le sentenze non dicano proprio questo e nel PGT lo spazio (anche) per la moschea sia aumentato. Evidentemente, per appartenenza politica non possiamo immaginare che il sindaco uscente sia favorevole alla realizzazione della moschea, ma le circostanze, paradossalmente, hanno portato questo progetto ad essere funzionale alla sua campagna elettorale. Proprio il blocco del centro islamico (che lui continua a definire "grande moschea") era stato uno dei suoi cavalli di battaglia nella campagna elettorale 2017 e lo è ancora oggi. Insomma, se il nodo moschea fosse già stato sciolto in favore della non realizzazione, quale

MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO

'unico che vuole davvero la moschea a Sesto San Giovanni è Roberto Di Stefano. Fantapolitica? Paradosso? Forse no. Perché i fatti dimostrano che - al di là delle dichiarazioni di rito da campagna elettorale - la posizione di alcuni candidati sindaci è più ambigua di quanto non dicano le posizioni espresse dai diretti interessati. Stando alla narrazione istituzionale, Di Stefano avrebbe "combattuto" per 5 anni contro la realizzazione del nuovo luogo di culto per islamici, peraltro senza ottenere granché. Infatti, nel 2018 il Tar della Lombardia aveva accolto il ricorso del Centro Islamico di Sesto San Giovanni bocciando le delibere del Comune per azzerare tutte le concessioni edilizie per realizzare la nuova moschea in via Luini. I provvedimenti del comune partivano dal fatto che il Centro Islamico non aveva mai ottemperato al pagamento di imposte e tasse per circa 320 mila euro spettanti al comune. Ma la sentenza del Tar, pur riconoscendo che la comunità islamica di Sesto non ha rispettato gli obblighi, rileva che, quando il comune ha dato il via alla costruzione della moschea ha riconosciuto in essa la tutela di un inte-

MESSAGGIO ELETTORALE A PAGAMENTO

sarebbe oggi il tema forte da proporre ticare la propria fede religiosa non è ai propri elettori? Ognuno tragga le contestato da nessuno, neppure dal sinconsiderazioni che crede anche se, daco pro tempore leghista, tanto che la come diceva Giulio Andreotti: a pensar struttura provvisoria è ancora nell'area male si fa peccato ma ci si azzecca quasi di Via Luini". Anche se- come precisa lo sempre. stesso Foggetta, non vuole che Sesto Sul centro islamico, chiara la posizione San Giovanni diventi né La Mecca, né dello sfidante Paolo Vino, candidato Gerusalemme. sindaco dei Giovani Sestesi. "Sesto è Sulla stessa lunghezza d'onda Silvio La una città laica, nel senso dell’accogli- Corte (candidato sindaco per la Colamento, della convivenza e della tolle- zione della Sinistra) fa sapere che la ranza e una città laica significa una città questione "...è seria sia per i fedeli mudove tutti i diritti costisulmani che per tutti gli tuzionali sono non solo altri fedeli che vivono a garantiti, ma sono la Sesto San Giovanni. Il Paolo Vino: stella polare dell’agire compito di chi amminipolitico e amministrastra è semplicemente sì ad un luogo tivo e dove i doveri quello di applicare le di culto sono chiari condivisi e norme e la Costiturispettati. Quindi, sì ad zione, tutto il resto sono per i musulmani, un luogo di culto per i chiacchiere". no a progetti per fare di Per Massimo Rosignoli sestesi di confessione musulmana, commi(candidato di Sesto LiSesto un polo surato al territorio e berale e Democratica): di riferimento regionale. "Se sarò eletto sindaco alle reali necessità cittadine, no a progetti con mi impegno a garantire obiettivo di fare di la libertà di culto a tutti Sesto una sorta di polo di riferimento i cittadini ma non occorrono strutture regionale, con centri di formazione re- enormi bensì commisurate alle esiligiosi e altro. E, soprattutto, si ad una genze del territorio. Non ci può essere realtà dove proprietà, risorse, responsa- integrazione senza il rispetto delle leggi bilità e attività siano chiare e coerenti italiane". con il nostro quadro legislativo e dove Ma forse il punto più importante da non solo le comunità religiose ma considerare è che in una fase di trasforanche le rappresentanze delle diverse mazione come quella che la nostra città nazionalità di provenienza dei residenti si appresta a vivere nei prossimi anni, sestesi di fede musulmana siano coin- più che concentrarsi sull'impedire un volte, anche nella proposta culturale progetto (tutto sommato marginale dal aperta alla Città". punto di vista infrastrutturale ed ecoSì alla moschea, senza se e senza ma, è nomico) ci si dovrebbe focalizzare sulin buona sostanza la posizione del can- l'idea di futuro di una città che dopo la didato Pd Michele Foggetta che nei chiusura delle grandi fabbriche si è rigiorni scorsi ha dichiarato: “Noi ci dotta sempre più in un dormitorio per prendiamo l'impegno di garantire i Di- chi lavora a Milano ma che oggi, finalritti imprescindibili riconosciuti dalla mente, ha la possibilità concreta di riCostituzione. Il diritto sancito anche conquistare un prestigio e una dignità dalla Costituzione di ogni sestese a pra- che merita più di tutti.


14-15 giugno 2022_new_Layout 1 05/06/2022 19:07 Pagina 2

L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 15

APPUNTAMENTO AL 12 GIUGNO

Candidati sindaci a confronto: idee, speranze e strategie

Silvio La Corte

er noi non c’è una campagna elettorale da portare avanti ma questo è il proseguo di un lavoro iniziato anni fa tra la gente e per la gente. Abbiamo una storia che viene da lontano. In tanti anni non abbiamo mai cambiato posizione. Pulizia delle strade, dei marciapiedi e potatura delle piante per noi sono normale amministrazione e non degli eventi speciali da pubblicizzare a suon di selfie sui social. Sesto merita di più. Per questo noi mettiamo in campo una visione di città di qui ai prossimi dieci anni e lo faremo attraverso progetti concreti e realizzabili. Quegli stessi progetti che abbiamo illustrato pochi giorni fa e che sono destinati a trasformare Sesto da città delle fabbriche a città giardino attraverso un percorso che sappia armonizzare la città costruita con i progetti futuri e che sappia valorizzare davvero la storia di Sesto. I “libri dei sogni” li lascio volentieri ad altri, io voglio occuparmi davvero della città che amo. Della mia città. Sesto San Giovanni.

assano gli anni, cambiano le parole, ma alla fine c’è sempre tanta gente che fa fatica ad arrivare a fine mese. Sempre più persone conducono una vita precaria: precario è il lavoro, la casa, gli studi dei figli, la salute, particolarmente in Lombardia, e tutto il resto… . Se sei donna, tutto questo vale ancora di più perché le discriminazioni verso il genere femminile non sono mai cessate, hanno solo cambiato faccia. I cambiamenti climatici sono sotto gli occhi di tutti, ma quello che nessuno dice è che sono le classi meno ricche che pagano il prezzo maggiore di questi sconvolgimenti. La Coalizione della Sinistra, con le tre bandiere, rossa, viola e verde vuole rispondere nel migliore dei modi alle esigenze di tutte queste persone. Tutti sanno che a noi non piace far polemica sterile: sia quando amministriamo che quando siamo all’opposizione noi stiamo sul pezzo, entriamo nerl merito delle cose per indirizzarle e dare risposta a queste esigenze. Noi ci siamo e ci saremo, e io con loro.

P

P

Il degrado della politica di Di Stefano: Sesto, risorgi

Eleonora Tempesta

H

o deciso di candidarmi a Sindaco di Sesto San Giovanni per diversi motivi: da troppo tempo assistiamo ad un degrado dovuto alla mancata equità sociale, all’incuria e mancata valorizzazione del patrimonio, e ad una perdita dei Valori in cui credo profondamente, anzitutto la difesa dei diritti e delle libertà dei cittadini. Nell’ultimo ventennio ho assistito ad un declino progressivo dell’immagine del nostro comune, che viene attualmente visto solo come periferia di Milano e comune di attraversamento tra Milano e Monza, benchè invece possieda una sua precisa identità e in prospettiva grandi potenzialità per affermarsi sul territorio. Sono sestese, amo la mia città, come la mia famiglia e i miei figli, e vorrei che Sesto San Giovanni cambi per poter dare opportunità alle vecchie e nuove generazioni, affinchè possiamo tutti goderne dal punto di vista lavorativo, sociale, culturale, sportivo e ricreativo in tutta sicurezza.

Siamo tornati a Sesto per assistere all'ultimo scorcio di campagna elettorale. Per tanti anni è stata la nostra città e il legame è sempre solido, malgrado il degrado politico in cui è precipitata negli ultimi cinque anni. Il candidato sindaco uscente, in mancanza di risultati amministrativi, butta tutto in caciara. Cerca di denigrare i suoi avversari, di renderli impresentabili e spesso di ridicolizzarli. Tentativi mal riusciti, che gli si rivoltano contro .La sua è una campagna elettorale all' insegna dell' insulto; parla alla pancia di una platea, spesso fasulla, che ha bisogno di nutrirsi di ferocia contro l' avversario, considerato un nemico.

Massimiliano Rosignoli

Roberto Di Stefano

Michele Foggetta

Tes to n on per ven uto

Paolo Vino

Tes to n on per ven uto

Abbiamo chiesto agli aspiranti primo cittadino un ultimo appello al voto. Hanno risposto tutti, tranne Di Stefano e Foggetta…

S

esto Liberale e Democratica – Rosignoli Sindaco è la novità sul panorama politico sestese. I suoi candidati non hanno legami né con l’attuale giunta né con le precedenti di sinistra e vogliono una politica fatta di idee e non di ideologie. Vogliamo migliorare la qualità di vita dei sestesi e riportare, pur tra i problemi quotidiani, ottimismo in città. Il nostro programma (reperibile su www.massimilianorosignolisindaco.it) punta alla lotta al degrado urbano, che è il primo elemento di insicurezza; alla trasparente gestione dei proventi derivanti dalla trasformazione delle aree Falck e al suo sviluppo coordinato con la città esistente; allo sviluppo dell’economia senza la quale non ci può essere benessere; alla creazione di luoghi di aggregazione e di svago per i giovani; alla cura per gli anziani e i fragili; alla rivitalizzazione della cultura e delle scuole civiche; a politiche di welfare che tutelino anche alle persone con redditi medio-bassi; Sesto Liberale Democratica: il voto che serve per la città.

Abbiamo sbirciato i like e i commenti sui suoi post su fb. Tre quarti non vivono a Sesto, una buona parte sembrano falsi. Un po' come la mozzarella presentata come doc e prodotta in Guinea. La sua campagna elettorale è la degna conclusione di cinque anni di odio, di divisione della città, di ghettizzazione degli ultimi, di politiche discriminatorie, di aumento di imposte e tariffe, di restrizioni a livello sociale, di condanne amministrative per discriminazioni nell' assegnazione delle case, di svendita del patrimonio, di sdoganamento della feccia nazifascista, di tentativo, non riuscito per fortuna, di distruzione

dei valori della Resistenza, ecc. Un disastro totale, che lo relega in fondo alla storia della città e a vincere il premio come il peggior sindaco in assoluto. Bene ha fatto e fa, Paolo Vino candidato sindaco dei Giovani Sestesi e della Lista Popolare x Sesto, ad incalzarlo sui suoi fallimenti. Ne ha titolo e competenza, dopo cinque anni di opposizione, forte, concreta ,incisiva. Di Stefano continui pure a sprofondare nell' abisso dei suoi fallimenti e delle sue denigrazioni, c' è chi vola alto e pensa alla città, non ai propri interessi. Vai avanti Paolo, lo meriti e la città ti merita.


L’Altra Sesto - Giugno 2022 - pag 16

Soc. Editoriale L’Altra Sesto s.a.s. Sede legale Via XXIV Maggio 119, 20099 Sesto San Giovanni (MI). Anno di fondazione 2009. Ideatori: Paolo Vino e Massimiliano Mamprin. Soci fondatori: Paolo Vino, Giovanni Scognamiglio, Francesca Pilotto e Alessandro Catulli. Direttore Responsabile Paolo Vino. Responsabile Progetto Massimiliano Mamprin. Direttore di Redazione: Giorgio Valleris. Hanno collaborato: “L’Asterisco”, Il Cavaliere Inesistente, Francesco Pontoriero, Eros de Nola, Il Punto di Vista, Emanuele “Renton” Fortunati, Antonio Saponara, Il Guardiano del Faro, Giorgio Oldrini, Franca Landucci. Chiuso in redazione il 5 giugno 2022. La collaborazione al giornale è gratuita. Articoli e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Tutti i diritti sono riservati. Gli articoli pubblicati riflettono il pensiero dei singoli autori e non vincolano in alcun modo la linea di condotta della Società editrice e del Direttore Responsabile di questo periodico: la Direzione si riserva la facoltà di condensare e modificare, secondo le esigenze e senza alterarne la sostanza, gli scritti a sua disposizione. Senza il consenso dell’Editore è vietato riprodurre, con qualsiasi mezzo, il giornale o sue parti. Tutte le immagini sono tratte da internet, per informazioni contattare l’indirizzo e-mail redazione@laltrasesto.com


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.