L'Altra Sesto - aprile 2021

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Aprile 2021

Il centrodestra inizia in ordine sparso la propria campagna elettorale per il dopo Di Stefano tra fughe in avanti e mosse elettorali mascherate, ma...

Il centrosinistra può riconquistare la guida della città dopo la clamorosa sconfitta del PD nel 2017? Nuove realtà, partiti e liste civiche sembrano mature per riuscirci L’ALTRA VOCE

SPECIALE BENE COMUNE

OSSERVATORIO SULLA CITTA’

Chi vuole davvero vincere le elezioni?

Chi si prende davvero cura di Sesto San Giovanni

Aree ex Falck, all’ombra dei palazzi monta la protesta


L’Altra Sesto - Aprile 2021 - pag 2

ABCDEROS

DEMOCRAZIA

«Chiudi, chiudi...» la Il vizio della politica: censura telecomandata le poltrone calde al presidente Fiorino per i soliti nomi

Foto con un pulsante rosso, un viamo un’assistente della Parlapassaggio dove ringrazia in pri- mentare europea Silvia Sardone, mis il governatore Fontana (non tutt’altro che sconosciuta al Sinsi capisce per cosa), e poi CAP daco di Sesto San Giovanni (i noHolding e gli altri Sindaci. Il fun- minativi dei suoi assistenti, dei ghetto rosso, quel pulsante di ar- prestatori di servizi e dei terzi resto immediato ed emergenza, erogatori sono reperibili sul sito tipico degli impianti industriali è dell’europarlamento). Illegale? senz’altro una bella, quanto ridi- No, assolutamente no, solo cola, trovata pubblicitaria. In un’abitudine. Nomi di persotanti hanno caldegnaggi che si ripegiato lo spegnimento tono, dei quali ci del forno inceneritore, si fida e li si utichi lo fa ora o lo ha Nomi di personaggi lizza per coprogettato insieme a struire il proprio che si ripetono, CAP Holding, non “impero”. In podei quali ci si fida certo l’attuale maglitica in molti lo e li si utilizza per gioranza, deve sapere fanno, da destra a costruire il proprio sinistra, si pesca o meglio, sa, che arriva comunque per ul- «impero». In politica nel Partito o nella timo. corrente di riferimolti lo fanno da Sono anni che i Verdi mento: si dà da destra a sinistra, e alcuni Comitati cital proprio si pesca nel partito vivere tadini, si battono con entourage, al proo nella corrente... le unghie e con i denti prio branco. Tra per ottenere la ricongli erogatori terzi versione dell’area. Le troviamo anche il polemiche non finiPresidente di Pescono, da chi definisce il progetto lucca e, come prestatore di servizi CAP un vanto per la Lombardia a un “D’amico”, sicuramente dichi lo relega ad ennesima penaliz- stante e casualmente omonimo zazione, per il quartiere e la città dell’attuale Assessore alla sicuintera. rezza del nostro Comune. All’inDi certo c’è sicuramente che una segna del “noi siamo diversi”, si parte nella decisione, l’avrà sicu- ripercorrono gli stessi schemi di ramente avuta il Sindaco Di Ste- sempre: conquista, assedio e colofano, anche perché, tra i nominati nizzazione. nel Cda di CAP Holding tro- Eros de Noia

La ferocia della giunta che sfratta la comunità per disabili

La debolezza della giunta Di Stefano, si misura con la ferocia con cui agisce. Sin dall'insediamento questa amministrazione si è caratterizzata per l'attacco violento al sistema sociale, alle attività democratiche, alla partecipazione. Per loro, le forme di democrazia partecipata sono un obbrobrio, il sistema sociale un 'appendice costosa, la cultura un inutile perditempo. La destra che amministra Sesto è questa. E' l'antitesi di un'amministrazione che mette la città e i suoi cittadini al primo posto. Loro non amministrano, comandano nel senso dell'occupazione del

Un episodio bizzarro, per certi versi possibilità con un netto: «Dopo la grottesco. Ma che da la misura dei votazione della delibera, al termine modi poco democratici che la mag- del consiglio, se vuole specificare gioranza ha scelto di utilizzare nelle qualcosa non c’è nessun propoche occasioni di confronto poli- blema». Ma al termine della votatico disponibili come i consiglio co- zione, quando è il momento di dare munali. la parola al consigliere d’opposiIl fattaccio risale alla seduta del 16 zione si sente la voce fuori campo marzo scorso quando il presidente del sindaco che suggerisce al presidel consiglio comunale Giovanni dente: «Chiudi, chiudi». Ordine che Fiorino chiude frettolui esegue prontalosamente la seduta mente. dopo che il sindaco Microfoni e telecaseduto al suo fianco mere spente per non Il sindaco ordina lo incalza sussurlasciare nulla agli di chiudere la rando un inequivoatti. seduta senza dare cabile comando: Così, tanto dell’interla parola ai «Chiudi, chiudi»... vento del consigliere consiglieri Ma procediamo con Vino che di quello d’opposizione ordine. del consigliere UmDurante la seduta, il berto Leo del PD costretti a parlare consigliere di Forza non vi è traccia. E a microfoni e Italia, Marco Cozza, stessi, ovviatelecamere spente. loro prende la parola mente, non hanno chiedendo in modo Oltre il danno, la beffa nascosto l’irritazione evidentemente sarcaper un modo di fare stica, all’opposizione molto poco ortoche fine avesse fatto dosso. E pensare la lettera inviata al Prefetto per sfi- che, proprio mentre Vino chiedeva duciare il presidente del consiglio la parola, il presidente Fiorino comunale sestese, Giovanni Fio- aveva esordito così: «Se proprio ci rino. Ecco che allora Paolo Vino, ca- tiene così tanto, chiudiamo la votapogruppo della Lista dei Giovani zione della delibera e non c’è nulla Sestesi (nonché uno dei firmatari di per il quale debba darle la parola se quella lettera) chiede di poter ri- non per una cordialità nei suoi conspondere al termine della vota- fronti». zione. Niente di strano. Alla faccia della cordialità. E della E infatti, Fiorino assicura questa democrazia.

potere, di una concezione assolutista del proprio ruolo, di una considerazione delle assemblee elettive come un fastidioso intralcio. L'ultima perla del sindaco leghista e dell'assessore alla Famiglia (sic) Roberta Pizzochera è stato lo sfratto consumato ai danni della comunità di Cascina Gatti che da più di trentacinque anni ospitava disabili e persone fragili che avevano potuto costruirsi una propria famiglia e integrarsi nel sistema sociale cittadino. Una scelta di una ferocia unica ai danni dei più deboli, di quelli che non hanno voce, dei tanti che soffrono un'esistenza difficile e

che le precedenti amministrazioni avevano saputo accogliere e dare Loro dignità di cittadini. La cosa che fa ancora più scandalo è che questa violenza è stata perpetrata da chi si dichiara cristiano e ha costruito la sua identità politica su questo. Si racconta che il cardinale Richelieu un giorno parlando con un amico che gli chiedeva come maturasse le proprie decisioni, disse: " Non intraprendo mai niente senza aver prima ben riflettuto; ma quando ho preso una decisione, vado dritto al mio scopo, rovesciando ogni ostacolo. Poi copro ogni cosa con la mia sottana rossa”.


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Un popolo di maratoneti e alcolizzati. Un’Italia senza futuro

Una cosa l’ho imparata, in questi 13 mesi trascorsi a casa (raramente a lavoro) a causa della pandemia. Siamo un popolo di maratoneti. Eh sì, non ditemi che non ve ne siete accorti anche voi, orsù… Quelle poche volte che sono uscito per andare a fare la spesa o per raccattare i figli a scuola, girandomi di qua e di là ho sempre incrociato dei super atleti, vestiti di tutto punto, con tuta ultima generazione, cuffiette per ascoltare musica e orologio conta passi e pulsazioni, correre come dei matti. Sì, insomma, da Sesto

san Giovanni a Monza, da Roma a Reggio Calabria sino alle isole comandate, siamo un popolo di salutisti maratoneti che si sta preparando alle prossime Olimpiadi. Incredibile scoprire quante persone corrono, corrono e corrono nei parchi, sui marciapiedi, in mezzo alle strade anche in tempi di zone rosse, lockdown e serrate varie… Oh, ve lo dico, alle prossime competizioni internazionali, non cercate sul podio il classico atleta etiope. Ma la casalinga di Sesto, l’impiegato di Lissone e l’operaio di Bari. Ormai,

quotidianamente fanno quei 45 chilometri di corsetta… che vuoi che sia. Tutto, per stare fuori di casa. A meno che. Cosa? Beh non vorrei che la sera, nelle poche giornate in cui il Governo ce lo ha concesso, tutti questi super atleti professionisti si sono consumati di aperitivi. Già, perché oltre alla corsa, l’unico problema di sto Paese sfasciato è poter fare l’aperitivo serale. Come se senza Cordino, Negroni e birretta non si potesse vivere. Adesso capite perché non abbiamo futuro? Alla prossima.

INNOVAZIONE... O QUASI

Bacheche condominiali digitali, l’innovazione da noi arriva... dopo

Innovazione sì, ma non troppo. Con tanto di hashtag #innoviAMOSESTO, l’assessore alle innovazioni tecnologiche Marco Lanzoni, in uno dei suoi consueti video, aveva presentato le bacheche condominiali digitali. Senza rinunciare ad «effetti speciali», Lanzoni rimarcava come il costo di installazione della bacheca per il condominio fosse pari a zero dal momento che il costo è a carico degli sponsor che inseriscono i loro loghi o le loro pubblicità sullo schermo. Il vantaggio evidente è quello che queste bacheche semplificano il modo di comunicare tra condomini e

amministratore, almeno per i più giovani che hanno dimestichezza con l’utilizzo dei touchscreen. Per non parlare che «app» come MioCondominio» (ma ce ne sono molte altre) da anni gestiscono l’invio di comunicazioni e segnalazioni senza bisogno di alzare il telefono. Laserwall, questo il nome del device è un sistema basato su un tablet da 21 pollici installato a parete nell’androne del condominio. In realtà di «rivoluzionario», così lo ha definito l’assessore sestese c’è ben poco perché queste bacheche sono già state installate da anni in diversi condomini della zona: da Cinisello

Balsamo a Brugherio i palazzi equipaggiati con questi dispositivi sono decine. Non a caso, in un articolo pubblicato sull’edizione digitale di Wired nel gennaio 2020 si evidenziava che: «oltre 2000 bacheche già attive a Milano e provincia per un totale di 75mila persone raggiunte ogni giorno. Diversi tablet saranno presto installati a Torino e Roma». Ma il punto è anche un altro. Siamo davvero sicuri che gli anziani che non hanno internet in casa riusciranno ad accedere alle informazioni di cui hanno bisogno destreggiandosi tra banner pubblicitari, app di

previsioni meteo e di comunicati stampa del comune e altri contenuti? Naturalmente si tratta di un dispositivo utile e con delle potenzialità dal momento che in diversi conodomini di altri comuni dell’hinterland milanese e non solo sono già stati installati da tempo e che, impropriamente, l’assessore ha presentato come. «La mia idea è quella di arrivare in casa dei cittadini, per coinvolgerli dal punto di vista della comunicazion. Ho fatto sperimentazione nel mio condominio...» dice Lanzoni che, non contento prosegue: «... ho anche altre idee ma in questo momento non vi dico niente».


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OSSERVATORIO SULLA CITTA’

All’ombra dei palazzoni sulle aree ex Falck monta la protesta dei residenti Erano gli anni del boom economico. La città era tutta un fermento di iniziative, progetti, programmi. Il sindaco Libero Biagi, socialista, uno tra i migliori tra quelli seduti sulla poltrona di primo cittadino, era impegnato a gestire al meglio una città in continua crescita della popolazione (pur con pochi immigrati stranieri presenti) ma con molti italiani provenienti dalle altre regioni d’Italia. Tra i bisogni primari c’era la casa. Il Piano regolatore (oggi piano di governo) era stretto per soddisfare tutte le richieste, ma gli indici di edificazione venivano rispettati. Tuttavia si studiavano possibilità per la città in crescita, pronta a superare i 100mila residenti. Mancavano poche unità. Già si preparavano pergamene e medaglie per il neonato che avesse toccato il traguardo…che non fu mai raggiunto.

Oggi la situazione è di una popolazione poco sopra gli 80 mila residenti, tante case lasciate libere sul mercato privato, migliaia di uffici vuoti e negozi che hanno chiuso i battenti I festeggiamenti rimasero un “sogno” nel cassetto perché subentrò la prima crisi industriale e gli effetti più immediati sulla popolazione furono di un fuggifuggi verso i paesi natii e nello stesso tempo, le difficoltà economiche si ripercossero immediatamente sulla natalità con meno famiglie numerose. Uno spopolamento lento ma inesorabile che in pochi anni portò all’inversione di tendenza con

I lavori pubblici, un’odissea senza fine per i sestesi

perdite pesanti di residenti. Tuttavia furono anni in cui le imprese edilizie continuarono con i loro progetti di costruzione di case private, cooperative e uffici. Oggi la situazione è di una popolazione poco sopra gli 80mila residenti, tante case lasciate libere sul mercato privato, migliaia di uffici vuoti e negozi che hanno chiuso i battenti. In questa situazione ha destato un certo stupore l’iniziativa dei residenti della zona di via Mazzini, via Acciaierie, via Giovanna D’Arco, piazza Diaz di protestare contro le concessioni rilasciate dal comune per degli insediamenti edilizi privati sulle ex aree Falck prospicienti le zone sopra descritte che prevedono palazzi alti che andrebbero a “oscurare” tutta quella zona dove gli attuali residenti vivono. Una variante che alza le volumetrie a favore del privato, che non trova giustificazione se non nell’idea che la città debba crescere di oltre 20mila unità con nuovi arrivi da fuori Milano. In pratica secondo queste ipotesi Sesto San Giovanni diventa sempre meno “autonoma” per trasformarsi

E' impressionante come vengono organizzati i lavori pubblici a Sesto S. Giovanni. Bisogna riconoscere lo studio scientifico che c'è dietro. Uno studio, immaginiamo consumato con ore e ore di lavoro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. La città da tempo vive con intralci stradali ripetuti, spesso nelle stesse zone e sulle stesse strade. Si procede con grandi parate e schieramenti di macchine e attrezzi per asfaltare pochi metri di strada. Sembra di assistere al film Anni Ruggenti dove il podestà e i gerarchetti che comandavano, durante una visita di un assicuratore scambiato per un inviato del Duce, si davano da fare portandolo in giro per fargli notare la loro operosità.

in una periferia di Milano con tutte le negatività che questo comporta a livello di qualità della vita per chi in città ora risiede e si aspetta non nuovi insediamenti che mettono in ombra le loro case, ma vorrebbero interventi di continuità con la città costruita per migliorare lo standard di abitabilità e non un nuovo quartiere ghetto popolato da studenti e lavoratori pendolari. E così i residenti dopo la seduta della Seconda Commissione, dove l’assessore Antonio Lamiranda, ha illustrato i contenuti del Piano di Governo con le variazioni delle volumetrie, hanno espresso la loro idea sulle decisioni ponendo domande e preoccupazioni. “L’assessore ha spiegato che le decisioni sulle altezze – scrivono i cittadini – non devono essere chieste a nessuno. Deciderà una Commissione paesaggistica. Siamo certi che questi stimati professionisti del paesaggio urbanistico (nominati dal sindaco e i cui nomi certamente appaiono sul sito web del Comune, ma non hanno qualsivoglia riferimento di contatto, di difficile reperi-

Le vacche che gli mostravano erano sempre le stesse, trasportate da un posto all'altro. Il poveretto che voleva solo assicurare, si trovò suo malgrado a constatare la grande messa in scena organizzata. A Sesto con le dovute proporzioni e in un'epoca diversa, la sceneggiata dell'operosità di questa amministrazione va in mostra tutti i giorni. Gli assicuratori siamo noi cittadini, confusi da questa teatralità, ma non fessi. Omero il povero assicuratore nel momento di salutare la scalcagnata rappresentanza cittadina disse: " Ognuno ha le sue idee, e, perciò, vi saluto romanamente. Se vedemo." Anche noi, salutiamo con un Se vedemo...presto, molto presto.

mento anche in epoca ‘googleiana’), abbiano avuto modo di vedere le zone e i quartieri dove dicono sia possibile edificare tali edifici magnificamente e coerentemente inseriti nella città costruita. E sulla base delle loro indiscutibili valutazione abbiano dato così il nullaosta a procedere. Tutto in regola, tutto perfetto”. Poi i residenti che lottano contro la colata di cemento aggiungono: “Ma la vera domanda che ci si deve porre non è se si può fare, ma perché si deve fare! Quali sono i veri motivi alla base della decisione della giunta comunale di spostare la maggior parte dei volumi previsti dal Piano Falck in un’unica area, ridotta, a ridosso della città costruita? Tutto questo è proprio necessario allo sviluppo (sostenibile) della città ed ai reali bisogni dei cittadini? Noi abbiamo dei dubbi perché nella stessa area ci sono edifici recenti e sfitti da anni ad uso terziario e residenziale. Perché non utilizzare quelli esistenti anziché consumare altro suolo?”. Domande legittime che si pongono in tanti sia per la situazione attuale socio economica che per la popolazione che tende sempre più a decrescere. Ma forse di tutto questo gli investitori non vogliono tenere conto. Hanno in mente un futuro che noi “umani” non riusciamo a immaginare. Hanno progetti che hanno convinto gli attuali amministratori a prendere decisioni in controtendenza. Speriamo solo che quella zona non diventi un’altra periferia dependance della Metropoli con i problemi di traffico, sociali, integrazione e trasporti tutti a carico della comunità sestese. Anche perché la politica attuale non programma più il futuro remoto ma si accontenta di risultati immediati che poi non lasciano tracce, ma solo macerie. Francesco Pontoriero


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LA CRITICA

Giunta, tra autoelogi e grottesco narcisimo Non è mai facile scrivere qualcosa sulla situazione di Sesto San Giovanni in questo periodo, perché le posizioni sono così radicalizzate da dare immagini diametralmente opposte della nostra città. Da un lato, ci sono i protagonisti (e i fedeli adepti) dell’amministrazione che si autoelogiano in continuazione in una maniera che definire imbarazzante è davvero eufemistico... Se il sindaco, con tanto di fascia tricolore, celebra in pompa magna il funerale del termovalorizzatore che sarà di fatto trasformato in un altro ... termovalorizzatore di ultima generazione, sproloquiando di impianto unico in Italia (e forse del mondo), senza alcun senso del ridicolo, il presidente del consiglio comunale si inventa ogni giorno un selfie diverso in cui, a prescindere dagli argomenti trattati, c’è un unico solo protagonista, lui medesimo, sempre in posa, sempre in prima fila, con un narcisismo grottesco. Per non parlare dell’assessore all’urbanistica che mostra al mondo tutti i lavori del suo assessorato, da quelli reali, limitati per adesso ad una normale manutenzione delle strade,

presentata come un’operazione degna del Brunelleschi, a quelli per ora solo immaginati, come l’ennesimo cronoprogramma per la Città della Salute... l’unica cosa reale in realtà è l’aumento dell’indice di edificabilità per Caltagirone.... cemento, sempre cemento, ancora cemento... Dall’altro lato, c’è un’opposizione che stenta a trovare un reale filo conduttore che possa portarla alle elezioni del 2022: l’impressione è che i vecchi apparati non vogliano rendersi conto che bisogna cambiare passo, perché oggi la gente non vuole complessi ragionamenti, ma

slogan facili (anche se spesso bugiardi...), mentre il nuovo che avanza fa fatica a trovare uno spazio che non sia banale, anche perché a mio avviso molti sedicenti neutrali in realtà stanno remando a favore dell’amministrazione, attaccando, non aiutando, l’opposizione a ricostruire una visione della città che si discosti da quella, realmente becera e crudele, proposta da gran parte degli attuali amministratori, che sembrano voler eliminare i problemi, semplicemente ignorando quelli che i problemi ce l’hanno davvero. Se i poveri danno fastidio, loro non vogliono eliminare la povertà, vogliono proprio cacciare via i poveri... salvo poi postare mielosi auguri di Buone Feste e mostrare un Cattolicesimo di facciata talmente nauseabondo da risultare insopportabile... Una situazione difficile, dunque, aggravata da una pandemia che l’amministrazione ha deciso di ignorare, visto che è un problema... meglio un bel selfie vicino a un’aiuola, o con in mano un uovo di Pasqua, o davanti a un marciapiede appena asfaltato. Mah... davvero una situazione difficile. Franca Landucci

IRPEF A SESTO

Tasse più care per chi ha redditi più bassi Ovvero Io Regno e Prosciugo le Esigue Finanze dei Sestesi. Pare essere questa la politica dell’attuale sindaco di Sesto San Giovanni. Vediamo la storia di questa tassa. Ricorderete le urla del sindaco e dei suoi adepti quando, nel 2018, iniziò a parlare di mille mila fantastiliardi di buco più qualche spaventilione di debiti nei confronti dei fornitori. Ricorderete che ci fu chi (praticamente solo chi scrive) cercò di dimostrare che erano tutte invenzioni propagandistiche. Ora, indipendentemente dai numeri e dai documenti, cerchiamo di capire cosa è successo: è successo che quei fantastiliardi e quegli spaventilioni sono stati ripianati in un anno. Non solo: la cassa del comune è passata, in 2 anni, da 300.000 euro a 20 milioni di euro. Direi che questo basta a far capire la panzana che ci ha rifilato. Certo qualcosa è cambiato nel frattempo: ha adottato misure che hanno aumentato le entrate e ridotto le uscite (circa 10 milioni l’anno) ed ha venduto, per una

ventina di milioni, le farmacie comunali che producevano reddito per il comune. Non entriamo nel dettaglio di tutte le misure, parliamo dell’addizionale IRPEF, tassa sui redditi delle persone fisiche della quale prende una quota. Quale quota? Ecco lo specchietto degli anni precedenti: 2018 – 0,6% del reddito con esenzione per i redditi inferiori ai 18.000 euro. 2019 – 0,8% del reddito (il massimo per legge) con esenzione per i redditi inferiori ai 15.000 euro

Come vedete ha portato la massimo l’aliquota e ridotto la fascia d’esenzione. Ma non si è fermato. In sordina ha fatto un’altra operazione per il 2020: ha ridotto ulteriormente la fascia d’esenzione portandola a 12.000 euro. Racimola soldi colpendo le fasce di popolazione a più basso reddito. Per capirci: fino al 2020 una persona con reddito di 13.000 euro non pagava l’addizionale, dal 2020 paga 104 euro l’anno. E’ poco ma un’IRPEF di 13.000 euro equivale ad un reddito lordo mensile di 1.200-1.300 euro se si hanno un po’ di detrazioni per figli a carico. Se la persona è un single senza detrazioni, significa che ha uno stipendio lordo di 1.000 euro al mese e a questa persona il sindaco fa pagare 104 euro l’anno di addizionale IRPEF. Se volete vedere i dati ufficiali ecco i link al documento di delibera e al sito dell’agenzia delle entrate dove si vede lo storico: http://bit.ly/Fin_1 http://bit.ly/Irpef_Sesto Michele Segoloni

Chi vuole davvero vincere? di Paolo Vino Consigliere comunale Giovani Sestesi

Mancano pochi mesi alle elezioni amministrative 2022 e quello che si sta avvicinando non sarà un appuntamento elettorale come gli altri. Perché il centrosinistra è chiamato a tornare alla guida della città. Una guida che ha perso più per demeriti propri che per meriti di un centrodestra che oggi, tra rimpasti di giunta, azioni di becera propaganda e altre “acrobazie politica” è ormai al capolinea. Il centrosinistra può vincere. Deve vincere. Ma per farlo serve un cambio di passo importante. Tutte le formazioni di opposizione sono chiamate ad un deciso cambio di passo. A confrontarsi davvero sui programmi e non solo a dirlo a parole per poi trincerarsi nel proprio orticello. Il centrodestra, in ordine sparso, ha già iniziato la propria campagna elettorale per il dopo Di Stefano. Il Partito Democratico, che per anni è stato il catalizzatore del centrosinistra, ha un’occasione importante per tornare ad essere protagonista insieme ad altri partiti e lista civiche che non solo hanno fatto vera opposizione ma si sono dimostrati maturi per governare Sesto San Giovanni. Il tempo non è un dettaglio. Qualunque sia il candidato che presenterà. Probabilmente, qualcuno è tentato di temporeggiare ancora in attesa di capire quale sarà anche l’esito delle comunali di Milano ad ottobre. A loro dico di lasciar perdere con questi sterili tentennamenti. Per questo voglio lanciare un appello alla chiarezza a tutte le forze di centrosinistra per iniziare un percorso netto e trasparente. Avere le potenzialità per vincere non significa automaticamente vincere. Oggi più che mai, la nostra città, Sesto San Giovanni, ha bisogno di questa concretezza. Chi è pronto? Non c’è spazio per ambiguità o calcoli politici. Servono idee e programmi comuni e, soprattutto, l’impegno per realizzarli. Il bluff di Di Stefano, che ha tenuto insieme per qualche settimana una coalizione che si è sciolta come neve al sole, è la dimostrazione di quello che il centrodestra è disposto a fare pur di vincere. Dall’altra parte dell’emisfero politico, chi è davvero disposto a proporre un modello di politica completamente diverso? Credo che lo scopriremo presto.


L’Altra Sesto - Aprile 2021 - pag 6

SPECIALE «BENE COMUNE»

Sono commercianti e cura di Sesto San Giovanni Il sindaco fa selfie e propaganda

Questo fotoreportage mostra l’impegno vero delle realtà imprenditoriali sestesi

Roberto Di Stefano Sindaco di Sesto

Grazie ai negozi di vincinato e alle imprese del «Trova le differenze». Questo era il titolo di un celebre passatempo de «La settimana enigmistica», ricordate? Bene. Allora provate a trovare le differenze tra le foto nei box ai lati di queste pagine e queste foto. Cosa notate? Da una parte ci sono il sindaco Roberto Di Stefano e il fido presidente del consiglio Giovanni Fiorino pronti e in posa per un selfie o una foto di fronte ad un’aiuola curata. Nelle altre foto non c’è nulla di tutto questo ma solo un cartello con il nome e il logo del negozio di viciniato o dell’azienda locale che si è impegnata concretamente per preservare il decoro cittadino e curare le aree

Questo è quello che succede quando un commerciante non riesce più a sostenere le spese di manutenzione

verdi. Queste persone, nella maggior parte commercianti sestesi, non si fanno fotografare e non pubblicano sui social la loro immagine ma, con i fatti concreti, si prendono cura della nostra città. Per farlo si sacrificano, specie in un momento delicato come quello che da mesi li obbliga a chiusure forzate e riaperture a singhiozzo. Poi c’è la propaganda di quella politica sempre pronta a mettere il cappello su ogni iniziativa positiva, ma pavida nel prendere le responsabilità quando c’è da fare i conti con i problemi cittadini. L’iniziativa «Bene Comune», avviata ormai da tempo e promossa dalle precedenti amministrazioni

... Solo che qualcuno dei commercianti che si è impegnati negli anni contribuendo alla buona risucita di «Bene comune» è costretto a tirare la cinghia e rinunciare ad offrire il proprio contributo. Per far quadrare i conti o, peggio ancora, perché è stato costretto a chiudere i battenti. Il risultato è quello che vedete nelle immagini qui a fianco con piante malate ed erba ingiallita. Qui non vedrete il primo cittadino Di Stefano fare un selfie o il nostro presidente del consiglio alzare il pollice in segno di vittoria. Qui vedrete solo cosa succede quando chi si occupa davvero del bene comune è con l’acqua alla gola. Queste immagini non finiranno sui social del comune, come se non esistessero. Ma sono reali. Sono sotto i vostri occhi e a due passi da casa vostra. Giudicate voi chi si prende davvero cura di Sesto San Giovanni.


L’Altra Sesto - Aprile 2021 - pag 7

SPECIALE «BENE COMUNE»

imprenditori a prendersi nonostante le difficoltà Ma la politica cosa fa per la cura della città e del verde? Ne approfitta

... E il presidente Fiorino lo imita

Giovanni Fiorino, presidente del consiglio comunale

territorio. Ma la giunta ci mette il cappello... di centro sinistra sta in piedi grazie a commercianti e semplici cittadini. Cosa fa il comune? Lo dice l’amministrazione stessa sul sito web: Se hai adottato un’area verde, ad esempio, puoi piantumare, tagliare l’erba, potare, concimare, pulire e irrigare. Se invece hai scelto un arredo puoi aggiustarlo, sistemarlo, dipingerlo, pensare insomma alla sua manutenzione perché sia sempre pronto ad essere usato da tutti. Il tuo lavoro di cura non verrà retribuito ma l’unica cosa che spenderai sarà il tuo tempo. Cosa facciamo noi? Ti forniamo tutto quello di cui hai bisogno: l’assicurazione, manuali e attrezzi per il giardinaggio, piante, semi, terra, pennelli, vernice e qualsiasi altra cosa ti dovesse servire. Ecco chi si prende davvero cura di Sesto.


L’Altra Sesto - Aprile 2021 - pag 8

IL RICORDO

Giorgio Parmiani, uomo generoso e gentile Non posso dire quando ho conosciuto Giorgio Parmiani. E’ di quelle persone che ricordo da sempre. Ci siamo incontrati nella politica, lui allora nel Psi io nel Pci, poi negli ultimi anni tutti e due nel Pd. Ci siamo incontrati nella Amministrazione della città. Ma anche nella vita di tutti i giorni, nelle molte manifestazioni culturali in cui recitava Itala e perché le nostre figlie andavano alla Scuola civica di danza, e i suoi genitori abitavano nella stessa casa dei miei suoceri e ogni tanto ci si incrociava, e perché abbiamo amici e conoscenti comuni. Detto così sembrerebbe il ritratto della vita di un paesotto di provincia, ma sappiamo che non è la realtà della Sesto San Giovanni che abbiamo vissuto. Perché qui è nato e cresciuto un pezzo importante della cultura industriale e sociale dell’Italia. E perché abbiamo avuto la straordinaria ventura di avere nella nostra città alcune personalità forti che hanno avuto a Sesto le loro radici profonde, ma che hanno saputo

Abbiamo avuto la straordinaria ventura di avere nella nostra città alcune personalità forti che hanno avuto a Sesto le loro radici profonde ma che hanno saputo muoversi nel mondo muoversi in Italia e nel mondo. Sono andati con Sesto nel cuore e nella coscienza, e sono tornati sempre qui riportandoci le idee, i racconti di un mondo grande, hanno diffuso tra di noi l’idea forte che la sestesità, come diceva Giovanni Bianchi, non vuole dire fermarsi al dazio, ma guardare al mondo con coraggio. Penso a Giovanni Bianchi, che è

Chiusura del forno. La sceneggiata alla Mario Merola...

stato Presidente nazionale delle Acli e del Partito popolare e come componente della Commissione esteri della Camera ha intessuto rapporti con tante personalità del mondo: penso a Fiorenza Bassoli sindaco donna e poi senatrice: penso a Filippo Penati, sindaco e poi dirigente provinciale, regionale nazionale del suo e mio partito. Penso ad Antonio Pizzinato, segretario nazionale della Cgil e sottosegretario al lavoro. E naturalmente a Giorgio Parmiani. Ci ha raccontato nel suo bel libro “Tra scienza e politica” di essere nato dal punto di vista politico e sociale nelle fumose stanze dello storico circolo socialista Avvenire. E’ stato dirigente del Psi sestese e giovanissimo è andato a lavorare in Centri di ricerca degli Stati Uniti. E’ stato consigliere comunale del Psi e si è misurato con i problemi affascinanti della ricerca immunologica ed oncologica, ma ha affrontato i problemi della città e della sua gente come assessore comunale e vice sindaco con Fiorenza Bassoli. Lui che aveva preso la parola nei più qualificati centri scientifici del mondo ha organizzato insieme al nostro assessorato alla cultura il Club della

La chiusura del termovalorizzatore è stata salutata in pompa magna dai sindaci del Consorzio, con in testa il primo cittadino di Sesto, città che lo ha ospitato per diversi decenni. Una cerimonia svoltasi tra il tragico e il comico. Una sceneggiata che avrebbe fatto rabbrividire Mario Merola, che di quest'arte ne era il Re. A Sesto, tutto fa spettacolo. Basta postare su Fb, commenti e foto con il sindaco in prima fila sempre allegro e sorridente. La propaganda è l'arte del vendere diceva un vecchio saggio. Aveva ragione, peccato che qui a Sesto si vende solo fumo, un fumo acre e stantio.

Scienza, una delle manifestazioni più alte della storia della città. Per le sue lezioni e per quelle dei personaggi che sono venuti da noi solo perché era Giorgio ad invitarli. Ha fatto lezione nelle Università e nei centri di ricerca del mondo, e ha fatto parte fino all’ultimo del Comitato scientifico dell’Università della terza età dove ha insegnato ai nostri anziani. Per la sua generosità e competenza Monica Chittò quando era sindaca e Fiorenza Bassoli gli hanno chiesto di essere parte importante del Comitato scientifico che ha cercato di dare un contributo alla realizzazione della Città della ricerca e della salute, la speranza per Sesto San Giovanni di avere un futuro all’altezza del suo passato. Ho avuto il privilegio di essere chiamato da Itala qualche anno fa per collaborare alla realizzazione del libro di Giorgio, che lui ha scritto e riscritto varie volte. Un bel libro che parla, come lui stesso dice, di un ragazzo sestese. Lo abbiamo presentato in una serata affollata ed emozionante alla Sala Talamucci della Biblioteca civica con tante e tanti amici che erano venuti per esprimere la loro ammirazione e il loro affetto a Giorgio. Un uomo generoso e gentile, Parmiani. Attento agli altri. Itala mi ha detto che qualcuno le ha scritto che Giorgio è stato un vero gentiluomo. Sono molto d’accordo e in questi tempi in cui spesso sembrano prevalere l’arroganza e le urla offensive e dissennate, voglio ringraziare Giorgio Parmiani per la sua generosità e la sua gentilezza. Anche questo è un prezioso insegnamento che ci consegna. Negli ultimi tempi ha sofferto molto per la sua malattia. Ha avuto al fianco con una forza e un amore straordinari Itala che è stata per lui la compagna che ognuno di noi vorrebbe avere. A lei, alle figlie Lara e Lisa, al nipotino Elia, ai suoi cari e a quanti hanno avuto il privilegio di percorrere periodi lunghi o brevi con lui le condoglianze più affettuose. Giorgio Oldrini

La sostanza è che la trasformazione del temovalorizzatore in un nuovo altoforno chiamato pomposamente Biopiattaformalab, non è altro che una rappresentazione artefatta di una costruzione di digestione anaerobica che produrrà biogas. Il tutto si è svolto con la consueta farsa di una consultazione popolare, mai avvenuta e con un distacco totale dalla realtà in cui sarà attivato. Una realtà critica, che soffre di un inquinamento atavico, dovuto allo smog del traffico e non solo. Si poteva, fare meglio? Senz'altro, magari semplicemente attivare uno studio, sulla sostenibilità ambientale, avviare un

processo di raccolta e smaltimento dei rifiuti con al centro la diversificazione, avviare una politica energetica moderna, basata sullo sviluppo di energia alternativa. Niente di tutto ciò è avvenuto. Le amministrazioni, quella precedente e quella presente, i cui rappresentanti avevano fatto fuoco e fiamma contro il Consorzio, si sono consegnati mani e piedi a quest'ultimo, che fa il suo mestiere e ha messo al centro del proprio business, l'ampliamento delle strutture, per lo smaltimento dei fanghi dei depuratori che gestisce. Un'occasione persa che peserà come un macigno sul futuro della città.

Commercio vs virus A distanza di oltre un anno dall’inizio della pandemia di covid-19 ci troviamo ancora a dover fronteggiare questo terribile virus come se fosse un esogeno sconosciuto che ci trova impreparati. In realtà così non è poiché abbiamo tutti i mezzi per poter far fronte al virus e conviverci, cercando di sconfiggerlo grazie ai vaccini dietro ai quali non bisognerebbe fare speculazioni, introiti e trattative economiche per cercare il solito guadagno, ma avere linee guida precise, stabili e celeri per poter raggiungere in breve tempo la famigerata immunità di gregge. E invece siamo all’ennesimo lockdown, a mio parere finto, stando al numero di persone che circolano per passeggiate e svaghi vari. Restrizioni valide solo per rallentare, ammazzare letteralmente il commercio dei più piccoli che in realtà è la parte di commercio alla base dello sviluppo economico di qualsiasi città. Le continue proteste portate avanti dai vari piccoli commercianti, tanti dei quali non riusciranno più a far fronte ai continui costi e mancati guadagni e non alzeranno più le saracinesche per sempre, hanno dimostrato la totale indifferenza delle istituzioni sia a livello nazionale che a livello locale. Sebbene da un lato si creano decreti ristori, dall’altro questi non sono sufficienti per colmare le forti perdite subite dal continuo e disastroso apri e chiudi. Neppure i finti appoggi delle amministrazioni locali, come ad esempio la riduzione della tosap al 50% o lo stanziamento di fondi di 100000 euro per il rilancio del commercio possono alleggerire la pressione fiscale, sociale psicologica; o ancora iniziative come la baby card e chi più ne ha più ne metta. Ci vuole letteralmente un cambio di passo senza finte e inutili promesse e senza ridicolizzare la fascia o meglio l’anello perno di una catena economica ben salda per la crescita di una città o paese. Detto ciò, criticare non porta benefici: sono della sponda “chi boccia propone” e, a mio parere, per saper ben amministrare una città o un paese occorrono collaborazione e partecipazione. Attraverso queste due azioni avremmo gli strumenti necessari per riaprire in sicurezza. Le amministrazioni locali unite, ascoltando le problematiche e le proposte dei diretti interessati potrebbero farsi portavoce dell’interesse dei commercianti, condividendole e discutendone con i vari organi regionali di riferimento che potrebbero trattare con lo Stato nazionale col pretesto nonché obiettivo preciso di ottenere una soluzione finale condivisa, una duplice arma per risollevare l’economia e per convivere con il virus in sicurezza. A questo proposito volevo sottolineare che, oltre alle varie chiusure forzate, vi è anche l’obbligo dell’adeguamento dei locali d’esercizio alle norme di sicurezza contro il virus. Si pensi a tutte le operazioni di sanificazione, agli strumenti creati di sicurezza contro il virus e ai vari distanziamenti sociali nonché a lavorare su appuntamento. I ristori non nobilitano l’uomo ma è il lavoro che agisce in tal senso. Come dice l’articolo 1 della nostra costituzione “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Nella storia tanti uomini hanno cercato di spegnere i valori della costituzione italiani attraverso giochetti incostituzionali. Non sarà certo un virus a seguire l’onda incostituzionale. Lavoriamo su questo: sui nostri diritti, su ciò che ci restituisce dignità: il lavoro. Antonio Saponara


L’Altra Sesto - Aprile 2021 - pag 9

OSPEDALE DI SESTO

Una storia che continua... Altri dieci anni si sono aggiunti alla storia dell’Ospedale Città di Sesto San Giovanni, il cui primo mezzo secolo di vita è raccontato in un pregevole volume, curato da Vittorio A. Sironi (postfazione di Pasquale Spinelli) e pubblicato da Franco Angeli. Così si legge nella quarta di copertina: “Un piccolo ospedale di città, un grande laboratorio di umanità […] un singolare ‘ospedale aperto’ (titolo scelto per il volume volume, NdR): alla città per dare risposte sanitarie adeguate, ai malati per garantire loro le migliori cure e ai volontari che donano gratuitamente amicizia ai degenti”. Una “culla del volontariato”, come l’ebbe a definire, nel libro, Alessandro Visconti, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Istituti Clinici di Perfezionamento, a cui il nostro nosocomio fece capo sino alla riforma regionale del 2015. La struttura tenne infatti a battesimo un nuovo modello assistenziale destinato a mettere radici in tutta Italia, l’Associazione Volontari Ospedalieri (AVO). Con la fondazione, nel 1961, dell’Ospedale Città di Sesto San Giovanni, un’altra realtà aggregativa, la locale Associazione Volontari Italiani Sangue (AVIS) - creata nel 1937 dopo il gravissimo incidente occorso

a un operaio della Breda a cui fu necessario amputare una gamba, intervento che richiese grandi quantità di sangue da trasfondere al paziente riuscì ad acquisire spazi idonei per l’attività di raccolta sul territorio in completa sicurezza. Il ruolo di Direttore Sanitario dell’AVIS cittadina fu affidato al Dott. Ennio Serio. Il noto medico sestese, scomparso nel maggio scorso, ha diretto dal 1962 al 1995 l’emoteca, il Centro Trasfusionale del nosocomio, uno dei più attivi in campo nazionale. Il nostro ospedale vide tra i suoi pazienti, nel novembre del 1965, un ricoverato illustre, il Premio Nobel

per la Letteratura Salvatore Quasimodo, che dedicò all’esperienza la poesia “Ho fiori e di notte invito i pioppi”. Tra i versi di questa lirica riemergono figure che si legano all’iniziale filiazione della struttura dalla Ca’ Granda di Milano, dove la cura dei malati è da sempre affidata a personale sia laico, sia religioso: “Le monache irlandesi non parlano mai di morte, sembrano mosse dal vento, non si meravigliano di essere giovani e gentili: un voto che si libera nelle preghiere aspre”. Così il grande poeta siciliano, originario di Modica (RG), tratteggiava con la parola il profilo delle consacrate alla

Little Company of Mary Sisters (Piccola Compagnia di Maria) o “blue sisters”, per via del mantello azzurro che ne componeva la divisa. Ci riferiamo alla congregazione religiosa di natura sanitario-assistenziale fondata a Nottingham nel 1877 e trasferitasi a Roma cinque anni più tardi. Le caritatevoli religiose che operarono a lungo presso il nosocomio cittadino arrivavano dall’Irlanda, dove avevano iniziato a muoversi nel 1888 per poi ampliare il proprio raggio d’azione all’intero territorio anglosassone. A Sesto San Giovanni non fornivano unicamente conforto spirituale agli ammalati, ma svolgevano un preciso incarico sanitario di tipo infermieristico, animate dal desiderio di affrontare e trovare una soluzione ai problemi di carattere logistico che la degenza in ospedale degli assistiti metteva in evidenza. Le ‘sorelle blu' sono ritornate ormai da tempo alla casa madre in Irlanda, ma forse è utile che anche oggi - nel momento in cui il nostro Comune sta legando decisamente la propria vocazione alle materie della cura e della ricerca in campo medico con la creazione della Città della Salute - rivolgano il loro attento e amorevole sul nostro territorio urbano. Ottavia E. Molteni

PULIZIA DELLA CITTA’

Tutti quei mozziconi nei vasi, minacciare multe non basta Gli arredi floreali sono uno dei vanti principali della nostra amministrazione comunale. Senza mozziconi di sigaretta, però. Un gesto di inciviltà (gettare le “cicche” nei vasi, come abbiamo visto in uno dei luoghi della socialità per eccellenza, Piazza Petazzi) che sconfessa tutti i tentativi di una squadra di governo cittadino che si muove quotidianamente, tra le altre direttrici, su decoro e controllo. Era solo dell’autunno scorso la campagna di sensibilizzazione, di cui si possono vedere ancora affissi alcuni manifesti, firmata “La tua Sesto pulita è bella” e Impresa Sangalli Giancarlo & C,, operatore che ha in carico la raccolta, trasporto, smaltimento dei rifiuti, oltre che la pulizia delle strade. “La tua casa la presenti così?”, la domanda che spiccava, per colore e dimensione del carattere, su quel documento visivo. “Sicuramente no […] perché tutta Sesto è casa tua”, la replica con le stesse modalità, parlando di mozziconi da non gettare per terra. Veniva poi spiegata, in carattere minuto e senza grassetto, l’importanza di un comportamento amico dell’ambiente, calcolato che un mozzicone senza filtro impiega fino a un anno per dissolversi, altrimenti fino a dieci anni. Sempre in piccolo si ricordava che la trasgressione comporta una multa fino

a 300 euro, di qui l’invito a utilizzare i cestini o, in alternativa, uno dei 50 posaceneri “smart” installati in tutti i quartieri della città. Sono configurati come “grandi sigarette di metallo. Sopra ogni ‘sigarettona” c’è una domanda per te. In base alla risposta che dai, scegli in quale lato del posacenere buttare il mozzicone”, fornendo così un aiuto concreto in materia di corretta differenziazione (testo tratto dal sito istituzionale del nostro Comune). Evidentemente però tali strumenti, che dovrebbero trasformare la pratica sud-

detta in un gioco, non stanno avendo grande presa sulla popolazione dei fumatori. A testimoniarlo sono, appunto, le “cicche” che abbiamo fotografato in una delle fioriere (ma la situazione era analoga anche in molte altre) di Piazza Petazzi, spazio dove troviamo uno dei posaceneri intelligenti installato in corrispondenza all’incirca della svolta su Via Volta. Passi la presenza di locali che servono consumazioni, al momento d’asporto, per gli aperitivi di cui davvero pochi sembra si vogliano privare pur in una fase di emergenza

sanitaria. Passi pure che la piazza, specialmente con l’arrivo dei primi caldi, si riempie (e lo è ancor di più nel fine settimana, così come nei giorni di festa) di persone di ogni età, a cominciare dai bambini che vi vengono con i genitori per giocare a palla, andare in bicicletta o sul monopattino. Resta tuttavia il fatto che fare un passo in più verso un contenitore apposito per gettarvi quel che resta della sigaretta che si è appena finito di fumare rappresenta un cammino di civiltà auspicato caldamente anche dall’amministrazione comunale, di concerto con Sangalli. Un gesto semplice e concreto che non può essere soggetto solo al timore di prendere una multa (lo stesso dicasi, in tempo di Covid-19 per i casi di assembramento di soggetti senza mascherina). Una società che aspiri a essere davvero comunità non può reggersi solo sulla paura della scoperta del mancato rispetto di una regola, pena la corsa obbligata all’installazione di telecamere un po’ ovunque. E, seppur lodevoli, non è possibile contare unicamente sulle attività a posteriori di pulizia, come quelle che, nel corso degli ultimi anni, sono state portate avanti da semplici cittadini a tutela dei beni collettivi, quali, ad esempio, le aree verdi. Ottavia E. Molteni


L’Altra Sesto - Febbraio 2021 - pag 10


L’Altra Sesto - Febbraio 2021 - pag 11

PERCORSI CICLABILI

IGIENE URBANA

Una nuova pista e... quella dimenticata

Gli errori della giunta sulle tasche dei sestesi

Una nuova pista ciclabile lungo viale che ad oggi si presenta con numerosi ratGramsci per collegare la stazione ferro- toppi di asfalto. viaria al Rondò e al sottopassaggio di Avrebbe avuto priorità investire queste collegamento tra via Roma e Viale Ma- risorse per manutenere le piste esistenti relli. e crearne di nuove lungo gli assi che ad La Giunta ha deciso di realizzare una oggi sono scoperti. Si sarebbe ad esempista che si snoderà dalla stazione fino pio potuto progettare una pista lungo all’incrocio con via Garibaldi e da qui si Viale Marelli per connettere Sesto con immetterà sulla pista esistente di Viale Milano; oppure creare un collegamento Casiraghi; sarà poi realizzato un nuovo tra la pista ciclabile che termina in Viale tratto che, correndo a lato della piazza di Italia (incrocio con Via Adige) e il centro Rondò, si connetterà allo scivolo di Via cittadino; oppure ancora mettere in sicuRoma. Secondo il cronoprogramma, i la- rezza il collegamento ciclabile con vori partiranno a setMonza. tembre 2021 e si Il nuovo progetto concluderanno cinque Questa breve pista avrà l’effetto di spomesi dopo, a febbraio stare la mobilità 2022; il costo comples- ciclabile appare più dolce lungo Viale sivo dell’opera è stiGramsci, che però è il frutto di una mato in 400 mila euro, una strada in cui il operazione di finanziato tramite traffico scorre vemarketing politico loce. Sarebbe più bando regionale. Il progetto ha il merito che di progettazione sensato, invece, di completare il collemantenere il traffico ad ampio spettro ciclabile lungo Viale gamento ciclabile tra la pista esistente di Casiraghi, un’arteria Viale Casiraghi (nel che meriterebbe potratto tra Via Rovani e litiche che incentiil Rondò) e il sottopassaggio di Via vino la sua vocazione di strada del Roma. commercio e del passeggio. Insomma, Lascia perplessi, invece, la creazione di questa breve pista ciclabile appare più il una nuova pista ciclabile tra la stazione frutto di un’operazione di marketing poe il Rondò, visto che questi due punti litico (l’Assessore Lamiranda l’ha subito della città sono già collegati dal percorso battezzata bicipolitana) che di progettache si snoda lungo via Montegrappa e zione di ampio respiro. Viale Casiraghi. Il nuovo percorso sarà Rimanendo sul tema della mobilità più breve di 400 metri di quello esistente: dolce, non si hanno più notizie della proil risparmio di “pedalate” è davvero mo- cedura per la selezione dell’operatore desto e non sembra giustificare l’investi- per il servizio sharing dei monopattini. mento richiesto. Lo scorso agosto è stato pubblicato un Il progetto approvato dalla Giunta non avviso per ricercare operatori interessati contiene alcuna valutazione sull’oppor- a gestire il servizio e, da allora, non se ne tunità di avere due percorsi ciclabili che è saputo più nulla. Insomma, va bene incorrono in parallelo a poche centinaia di vestire in mobilità sostenibile, ma facciametri di distanza, né fa accenno allo stato molo con una visione ad ampio spettro. di manutenzione della ciclabile esistente, Massimiliano Rosignoli

L’Amministrazione comunale sta ina- Chittò e dunque l’attuale Ammininellando una serie di ritardi costosi strazione comunale ha avuto 3 anni per le finanze della nostra città, di tempo per decidere dove smaltire quindi per i cittadini. L’ultimo esem- i rifiuti indifferenziati che fino a pio è quello dell’igiene urbana. Nei marzo venivano bruciati dall’imgiorni scorsi infatti è stata richiesto pianto di via Manin al costo di 95 alla ditta Sangalli di prorogare ulte- euro la tonnellata. Un prezzo molto riormente il contratto per l’igiene ur- favorevole, dato che sul mercato si bana, visto che il nostro Comune non bruciano a 110-115 ero. Ma la nostra ha ancora saputo decidere quale delle giunta, arrivata all’ultimo momento, tre aziende che hanno risposto al deve pagare adesso 125 euro. Prima i bando ha presentato l’offerta più van- rifiuti rimanevano a Sesto, adesso dotaggiosa. Si tratta infatti di un con- vranno andare a Brescia con ulteriori tratto pluriennale aumenti dei costi di che mette in gioco trasporto. ben 60 milioni di Nel bilancio di preLa Tari che in euro e che è datato visione il prezzo questi due anni dal dicembre del dello smaltimento è 2019. Allora si calcolato sulla base è aumentata in chiese alla Sangalli spese dello modo esponenziale delle di assumere su di scorso anno, quando per le famiglie sé il compito di teil termovalorizzanere pulita la città sestesi aumenterà tore funzionava. Ma per un anno, al adesso i costi creancora... prezzo di 9 milioni scono, come abdi euro per i “serbiamo visto. La Tari vizi attivi”. Ma che in questi due adesso si chiede sempre alla Sangalli anni è aumentata in modo esponenuna ulteriore proroga al prezzo di 2,3 ziale per le famiglie sestesi crescerà milioni di euro. E’ bene ricordare che ancora, o i maggiori costi verranno quando l’attuale assessore Antonio assorbiti dal bilancio comunale, cioè Lamiranda era all’opposizione fece di in sostanza pagati ancora da noi? tutto perché l’appalto non finisse alla Gli incidenti nei bandi di gara di queSangalli. Salvo poi quando è toccato sta Amministrazione sono ormai a lui decidere, di proroga in proroga, molti. E pesano sulle tasche dei seha affidato alla stessa azienda per due stesi che pagano di tasca propria quevolte il servizio. La Sangalli per Lami- sti errori. Cosa succede per esempio randa divenuto assessore è diventata con il pagamento della sosta in città? buona? E, soprattutto, sarà la volta E con i bandi di alienazione dei locali buona e questa l’ultima proroga? Ma in cui da decenni vi sono le Associanon è l’unico problema nel settore. In- zioni di via Giardini e il cui sfratto è fatti a marzo ha chiuso il termovalo- stato più volte annunciato per metrizzatore di via Manin che con tere in vendita gli immobili? Salvo l’intervento del Cap diventa una bio- poi, dopo vari bandi finiti nel nulla, piattaforma. La decisione era stata as- riconoscere che le Associazioni avesunta dalla giunta guidata da Monica vano ragione? Giorgio Oldrini

Pantalone paga, ma non deve protestare Aumenta la Tari, peggiora il servizio. La raccolta e smaltimento rifiuti lascia sempre più scontenti i sestesi che ultimamente continuano a pagare bollette più pesanti e la città rimane sporca, disordinata. Se qualcuno si azzarda a chiedere spiegazioni dai responsabili di Giunta arrivano risposte piccate: incompetenti capaci solo di criticare perché non si apprezza il lavoro svolto dall’Amministrazione che oltre a svolgere un’attività esemplare ha il merito di avere colmato le lacune della passata amministrazione. Il leitmotiv è sempre lo stesso: colpa della Giunta precedente che direttamente o indirettamente ha lasciato in eredità un disastro. Si addita ancora

Area Sud come capro espiatorio del dopo, da quando è subentrata la ditta Sangalli con un affidamento in emergenza a costi molto alti che i sestesi hanno dovuto subire e pagare aumenti inattesi. Nello stesso tempo la Giunta ha sempre detto che il servizio era temporaneo e che si sarebbe fatta una gara di appalto ad hoc per mettere le cose a posto in modo definitivo. Invece a distanza di tempo la gara non è stata ancora definita e la gestione dei rifiuti comporta altri aumenti per la chiusura del forno inceneritore e l’avvio dei lavori di trasformazione dell’impianto che sarà pronto nella prima fase forse tra un anno. Nel frattempo i rifiuti di Sesto de-

vono essere smaltiti altrove a costi maggiori che finiscono nelle cartelle dei cittadini. Quindi è già stato annunciato un altro aumento della Tari. Tutto questo avviene con la rabbia dei sestesi che aumenta e la delusione degli stessi cittadini che vanno in giro e vedono sporco per strada, sui marciapiedi, nei giardini, sulle panchine. Insomma un lavoro male svolto dalla Sangalli che nel frattempo si trova un’altra proroga del servizio in affidamento diretto in attesa che sia scelta la ditta per il mega appalto da 60 milioni di euro. Così la storia continua con la città in disordine, i cittadini arrabbiati e la Giunta che giustifica tutto e accusa chi non c’è più. E’ stata

stucchevole la polemica scaturita su una domanda di chiarimento fatta dall’ex sindaco Oldrini all’assessore Lamiranda proprio sul servizio dei rifiuti urbani e gli aumenti della Tari dove tra gli interventi si sono creati due blocchi contrapposti: da un lato quelli che con Oldrini volevano solo una risposta e gli altri che facendo scudo all’assessore hanno usato ogni aggettivo per offendere. Ancora una volta la contrapposizione politica ha vinto sulla ragionevolezza dei problemi e sulle risposte da dare a chi chiede semplici quesiti per capire se sia giusto pagare più soldi per un servizio che non brilla per efficienza. Ma tanto paga Pantalone! Francesco Pontoriero


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17 aprile 2021


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