L'Altra Sesto - Dicembre 2020

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QUESTIONE SICUREZZA

Esercito per le strade a Sesto il sindaco ci pensa ancora... Ci vorrebbe l’esercito… Quante volte abbiamo ascoltato questa frase, spesso pronunciata da normali cittadini, altre volte da amministratori e rappresentanti delle istituzioni. Ma a Sesto, città che il sindaco Roberto Di Stefano governa da oltre tre anni, l’esercito c’è già. Solo che al primo cittadino che, proprio sul tema sicurezza aveva scardinato il fortino rosso, la presenza dei militari nella nostra città non basta più. Pare infatti che da mesi il sindaco pensi di chiedere un aumento delle unità in servizio nella nostra città. Operazione Strade sicure a Sesto dal 2017 E dire che nel luglio 2017 proprio Di Stefano aveva dato il via anche a Sesto alla “Operazione Strade Sicure”. Niente di nuovo, beninteso. L’Esercito Italiano conduce l’Operazione “Strade Sicure”, su territorio nazionale, ininterrottamente dal 4 agosto 2008 per la prevenzione e contrasto della criminalità e del terrorismo. Una pattuglia dinamica impegnata in alcune aree sensibili della città come piazza Primo Maggio (stazione F.S.), Sesto Rondò e piazza Oldrini. L’allora neo sindaco era stato perentorio dichiarando: “La città aspettava questo segnale da molti anni. Purtroppo una sinistra ideologica e lontana dalle esigenze dei cittadini si è sempre opposta, persino quando Milano ha attuato una scelta simile in diversi quartieri e punti sensibili”. Il caso del terrorista Amri Aveva ragione. I tempi erano maturi. Solo pochi mesi

prima il terrorista Anis Amri, che aveva falciato e ucciso con un tir 12 persone a un mercatino di Natale a Berlino, era stato fermato e ucciso dalla polizia dopo che aveva estratto la pistola e ferito uno degli agenti proprio nella stazione ferroviaria della nostra città, ce lo ricordiamo tutti. L’impegno dell’esercito contro il Covid-19 Così come ricordiamo tutti l’impegno dell’esercito nel controllo del rispetto delle limitazioni anti covid la scorsa primavera. Un impegno serio e responsabile: mirato a responsabilizzare i cittadini e non certo a “punirli” per un’autocertificazione errata o incompleta. Ma infatti, il problema non è certo la presenza dell’esercito per le strade sestesi quanto piuttosto le ragioni che hanno portato il sindaco Di Stefano a pensare ad una eventualità simile. Dopo oltre tre anni di governo, l’inces-

sante e ottimo lavoro di polizia e carabinieri e più di 600 daspo urbani comminati dalla polizia locale, la sicurezza è ancora un problema a Sesto? Lo scorso anno, il sindaco aveva detto chiaramente che costante presidio del territorio aveva portato alla creazione di un modello Sesto in tema di sicurezza. Eppure… Eppure oggi sta pensando di chiedere Cosa possono fare i militari Ma cosa possono fare concretamente i militari? Si è parlato spesso di azione deterrente, in realtà le cose non stanno proprio così. Il militare infatti, equiparato ad un “agente di pubblica sicurezza”, può identificare persone, fermare un individuo sospetto e, se necessario, effettuare anche delle piccole indagini sul posto. Può inoltre agevolare il passaggio della polizia su un luogo del delitto e pattugliare il territorio. Essendo anche un pub-

blico ufficiale, come ribadito dalla giurisprudenza, un soldato non può arrestare (al massimo immobilizzare), può sparare solo in caso di estrema necessità, farsi aiutare (se serve) da una guardia giurata, difendersi se attaccato con forza e ha diritto alle garanzie sulla legittima difesa. Questione (anche) di tempi C’è poi la questione legata ai tempi. Tempi difficili. Perché in questa emergenza coronavirus, le forze armate hanno già avuto (con la sanità militare) un ruolo importante a supporto delle strutture ospedaliere, con la mobilitazione di medici, infermieri e tecnici di laboratori militari. Diversi stabilimenti militari, tra l'altro, sono stati convertiti alla produzione di dispositivi medici. Dobbiamo infatti considerare che il Dipartimento militare di medicina legale di Padova è, insieme al Centro Ospedaliero Militare di Milano,

l’unica struttura sanitaria dell’Esercito presente nel Nord Italia e svolge attività istituzionale di tipo medico legale e clinico ambulatoriale a favore di Forze Armate, Corpi di Polizia e altri Enti dello Stato. Dobbiamo considerare anche che il contingente destinata all’operazione strade sicure e autorizzato fino al 31 dicembre 2020 è di oltre 7 mila militari e che in questi mesi sono state aggiunte 500 unità per far fronte all’emergenza covid. C’è poi da considerare che questa operazione prevede la possibilità di impiego di personale militare appartenente alle Forze Armate solo “per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità, in determinate aree metropolitane ovvero a difesa di siti reputati particolarmente sensibili”. Esistono queste specifiche ed eccezionali esigenze? Se sì, quali sono? O forse il vero obiettivo del sindaco è quello di aumentare il numero dei militari agli angoli delle strade nella convinzione che così i cittadini si sentano più sicuri? Torniamo all’eterna questione: sicurezza o percezione di sicurezza? Insomma, l’esercito sta già facendo la sua parte sia in termini di sicurezza che di salute pubblica e forse non è questo il momento storico di chiedere loro uno sforzo aggiuntivo se l’idea è quella di aumentare la percezione di sicurezza verso fine mandato. Sempre a meno che, per il nostro sindaco, Sesto non sia ancora un posto insicuro come quando governava la sinistra.

Il paradosso invernale dei parcheggi sestesi In ottemperanza alle disposizioni del Governo per il sostegno alle imprese di pubblico esercizio - duramente colpite dalle restrizioni legate alla pandemia in corso - titolari di concessioni o di autorizzazioni concernenti l’utilizzo del suolo pubblico, la Giunta Comunale, con deliberazione n. 252 del 15 ottobre 2020, ha prorogato l’esenzione del pagamento della Tosap. È stata portata sino a fine anno (31 dicembre 2020). Il fenomeno ha prevalentemente interessato il centro storico cittadino, con il “sacrificio” di quasi un centinaio di parcheggi gratuiti, in una zona già in alta sofferenza, accettato dai residenti quale contributo solidale rispetto alle perdite economiche sofferte dai commercianti locali (soprattutto, bar e piccoli ristoranti). Le oasi riservate alle consumazioni all’esterno hanno animato le vie del centro di Sesto San Giovanni, trasformandolo in una piccola località di riviera. Il fenomeno si è protratto si è quando le miti temperature di inizio autunno hanno consentito ai consumatori di fer-

marsi all’esterno dei locali. Con l’arrivo del freddo pre-invernale, ancor prima che entrassero in vigore le restrizioni delle zone rosse (prima) e arancione (in seguito), tra i beneficiari delle concessioni gratuite, solo pochi audaci si erano attrezzati per affrontare colonnine di mercurio più basse, con l’installazione di pareti mobili protettive e soluzioni da esterno per il riscaldamento. I più, invece, hanno finito per mantenere l’occupazione dell’area concessa, con presidi fissi quali piantane di ombrelloni e fioriere decorative, senza tuttavia che vi fosse l’utilizzo. Si è determinato perciò l’anomalo fenomeno per cui “preziosissime” aree di sosta libere risultavano sottratte alla “fame di parcheggio”, tutto a causa a seguito di iniziative economico-commerciali non più attive nella parte esterna dei locali e anche in virtù delle prescrizioni in corso sino allo scorso 13 dicembre. È stato evidente a tutti l’aumento del fenomeno, soprattutto serale, della “gincana” degli automo-

bilisti residenti alla ricerca dell’ultimo posto libero o di uno degli stalli a pagamento (strisce blu) che, a differenza del lavaggio strade, non sono state sbloccate dall’amministrazione comunale. Adesso che la Lombardia tutta è stata inserita in “zona gialla”, che quindi possono ripartire le consumazioni all’esterno, con l’inverno ormai alle porte e con la scadenza ormai prossima della proroga, l’auspicio è che, anche in previsione delle festività natalizie, i beneficiari che non avranno intenzione né di attivare misure di contenimento del freddo, né di andare oltre la proroga, con la stessa solidarietà reciproca verso i residenti che li hanno sin qui sostenuti, restituiscano alla fruizione ordinaria di sosta libera, anticipatamente rispetto alla scadenza del 31 dicembre prossimo, i parcheggi ora occupati e non utilizzati, al fine di attenuare per tutti un disagio non più sopportabile. Ciceruacchio


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