L'Altra Sesto - maggio 2020

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L’ALTRA VOCE

DENTRO SESTO

25 APRILE

Una destra che non ha il senso delle istituzioni e della misura.

L’assenza di una vera politica per la salute dell’ambiente

Abbiamo salvato la nostra memoria comune.


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OSSERVATORIO SULLA CITTA’

Parallelismo e propaganda: Sesto come il Governo? La politica è all’origine di ogni decisione. A qualsiasi livello. Cambia il modo di fare politica a seconda degli interpreti, ma non sempre. Si è arrivati ad un punto dove le differenze si sono annullate in nome della platea da accontentare: la folla. E’ l’alternativa al popolo ma si ispira al populismo vecchia maniera. Così succede che componenti della Giunta di Sesto San Giovanni criticano, quasi quotidianamente, decisioni e comportamenti del governo Conte, che ha occupato lo spazio su facebook anziché rispondere alle domande dei giornalisti attraverso le conferenze stampa. Gli stessi trascurano la realtà locale del proprio sindaco che del profilo facebook ha fatto il suo canale ufficiale per annunciare ogni cosa, senza contradditorio. Ma nella vita quotidiana cosa significa tutto questo? Spesso si ricava questa sensazione: si parla tanto e si realizza poco. Si lascia lo spazio alla propaganda e si toglie all’impegno concreto, quello delle decisioni importanti per sviluppare il territorio e per garantire un futuro ai cittadini. In gergo più semplice si dice “mischiare le carte”. Questa riflessione nasce da episodi che abbiamo potuto rilevare nella nostra città nei momenti decisivi. Quando bisogna assumersi le responsabilità di decisioni importanti, anche in un periodo difficile come questo attuale del covid 19. In tema sanitario registriamo come l’assessore Antonio Lamiranda, all’inizio della pandemia, ha esaltato il comportamento e le precau-

zioni tenute nell’organizzazione della gestione nella casa di riposo La Pelucca, dando una notizia rassicurante sulla condizione degli ospiti. Un po’ come la Protezione civile nazionale che ha continuato a predicare provvedimenti, materiali, tutti a favore dei cittadini mentre gli italiani hanno faticato e trovano difficoltà a reperire mascherine, disinfettante, tamponi per gli esami ecc… Così è successo alla Rsa sestese dove alle parole rassicuranti dell’assessore dopo alcuni giorni è venuta fuori una verità diversa, portata in evidenza dai parenti degli ospiti: anziani malati di covid 19, personale sanitario ammalato che ha messo in crisi l’assistenza stessa alle persone, morti sospette. Su questo tema sono state chieste spiegazioni con interrogazioni e lettere dirette alla Giunta Di Stefano, per conoscere la verità sulla situazione della casa di riposo, senza avere nessuna risposta ufficiale. Silenzio assoluto dall’istituzione Comune, che ricordiamo è di-

La squallida propaganda con guanti e mascherina

rettamente interessato in quanto La Pelucca è Fondazione con partecipazione pubblica. La risposta è stata lasciata al consiglio di amministrazione della Rsa che ha provato a riportare un po’

Si parla tanto e si realizza poco. Si lascia lo spazio alla propaganda e si toglie all’impegno concreto di chiarezza, minimizzando la preoccupazione dei parenti pur ammettendo che la situazione interna non era rose e fiori. E solo in seguito c’è stata la sanificazione della sede e solo da pochi giorni si è saputo che sono stati fatti i tamponi a tutti, compresi gli asintomatici. Il tutto sempre attraverso l’ufficio stampa della Rsa. Un altro episodio che conferma questo comportamento da parlare alla pancia

Non abbiamo molta fiducia nei social, ricettacoli di frustrazioni, maldicenze ed odio. A maggior ragione ne abbiamo per quanti ne fanno uso ed abuso, spesso rasentando l'indecenza. Anche durante i drammatici giorni della pandemia, siamo stati "omaggiati", di questa sconcezza. La stessa comunicazione politica ed istituzionale ne ha fatto largamente uso, sostituendola in tutto o in parte alla comunicazione ufficiale. Dietro la "volontà" dichiarata di agevolare il rapporto diretto con i cittadini, molti presidenti di regione, assessori, sindaci e anche ministri ed esponenti politici a vario livello, ne hanno approfittato per la loro continua e sgradevole

della “folla” e non dare risposte concrete è stato quello della pista ciclabile che da viale Marelli di Sesto arriva fino a San Babila, centro di Milano. Il comune meneghino del sindaco Giuseppe Sala (Pd) ha deciso di creare dal nulla una alternativa all’uso dei mezzi pubblici (MM, Tram, Bus) che sono il problema di rischio contagio per la ripresa del lavoro e della vita normale nella Fase 2, facendo tracciare sulle strade principali (viale Monza, corso Buenos Aires) la pista ciclabile per dare spazio all’uso delle bici. Una soluzione con tanti problemi. La critica da parte degli amministratori di Sesto è arrivata puntuale, mentre non danno risposta alla condizione della pista ciclabile cittadina incompleta, malridotta in molti punti. Le denunce di cittadini che si scontrano sui marciapiedi dove la pista ciclabile è senza regole di sicurezza non sono prese in considerazione. Le richieste di allungare e migliorare il tracciato esistente sono igno-

propaganda. Mentre la gente comune faceva una fatica enorme a reperire guanti e mascherine, uomini politici ed esponenti istituzionali postavano selfie coperti di mascherina, di volta in volta e a seconda delle circostanze con il logo della città, piuttosto che della Regione, o di qualche ente o associazione. Una caduta di stile che non solo offende i propri amministrati, ma che è un insulto a chi si è sacrificato per far fronte a questa sciagura, e a chi con questa pandemia ci ha lasciato la vita. Quei sorrisi che hanno accompagnato i vostri post, sarà per noi difficile dimenticarli, così come sarà difficile in futuro darvi ancora un briciolo di credibilità.

rate, ma si criticano le scelte altrui. Se prendete un po’ del vostro tempo e andate a consultare i profili del sindaco Di Stefano e degli assessori della Giunta troverete solamente foto e parole di servizi che funzionano a meraviglia, decisioni che sembrano fatte solo a vantaggio dei sestesi che hanno reso la città una tra le migliori dell’area metropolitana. Propaganda così come quella del governo Conte. Tante parole e promesse ma nella realtà si muove qualcosa nei settori dove il privato ancora investe in qualcosa, a volte con ricadute per il sociale. L’esempio più eclatante è quello del settore sportivo: i lavori sull’area della piscina scoperta sono partiti per creare un servizio che non è rivolto certamente al ceto medio sociale della città, mentre si toglie lo spazio del campo Dordoni all’utilizzo di atleti locali, regionali e nazionali che rimarranno senza uno spazio di allenamento; così come pure le scuole che su quell’impianto svolgevano i campionati studenteschi. Il tutto nel silenzio più assoluto perché la “folla” è contenta dei post su facebook e aspetta di vedere comparire un nuovo post per metterci un like. A volte senza leggere nemmeno i contenuti. Così succede che il sindaco nel giorno della festa della mamma dà notizia della sua visita al cimitero, con tanto di foto davanti alla lapide dei genitori deceduti, ma la risposta-commento della “folla” è stata: “Bravo sindaco, un abbraccio alla mamma”. Francesco Pontoriero


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CORONAVIRUS

La disastrosa gestione dell’emergenza in Lombardia

Il disastro prodotto dalla gestione lombarda dell’emergenza è sotto gli occhi di tutti. Qualche dato oggettivo nel momento in cui sto scrivendo: - 14.389 deceduti ufficiali (a cui si sommano almeno altri 10.000 deceduti non ufficiali), cioè il 49% del totale dei deceduti ufficiali in Italia; - Un carrozzone completamente inutile in fiera Milano che i è costato 21 milioni che potevano essere impiegati in altro e che langue vuoto perché realizzato quando non serviva più; - Favori alla sanità privata, non da ultimo il via libera per test sierologici a pagamento senza nemmeno stabilire un tetto di spesa; - Completa mancanza di contenimento dei casi; - Completa assenza di presìdi

Quei morti invisibili della nostra città.

di protezione per medici e personale ospedaliero con la conseguenza di avere migliaia di contagi e centinaia di morti all’interno del personale ospedaliero stesso (oltre a numerosi contagi tra i pazienti). Ce ne sarebbero molti altri (vogliamo parlare della gestione delle RSA?) ma limitiamoci a questo e facciamo il punto della situazione. È iniziata la fase 2, molto light per fortuna. Perché per fortuna? Perché una fase 2 dovrebbe partire quando il trend del numero delle persone malate (contagiate ma non ancora guarite né decedute) è in calo da parecchi giorni consecutivi ed il numero stesso è calato fortemente; quando ci sono strategie e strumenti per prevenire l’insorgenza di un nuovo picco di contagi e applicando regole diverse a

L’ecatombe nelle residenza per anziani e la cattedrale nel deserto dell’ospedale alla Fiera sono paradigmatici del disastro zone diverse quando la situazione non è omogenea su tutto il territorio nazionale. E invece? Invece nulla si sa degli strumenti e delle strategie predisposte per limitare le probabilità di un nuovo picco. Invece in Lombardia il numero dei positivi è diminuito ieri (5 maggio ndr) per la prima volta mentre in altre regioni è in calo da anche 2 settimane. In Veneto

Si chiamano morti. Sì morti. Fra poco vi spiego. Qui si parla di riaperture, bar, ristoranti, jogging, piscine, palestre, calcio, partite, promozioni e retrocessioni, pizze e distanziamenti. E poi mare, vacanze, montagna, voglia di evadere, uscire, stare ancora insieme. Andare tutti sui Navigli a bere qualcosa insieme. Parlare e ridere, giocare, divertirsi, tagliarsi i capelli e fare la spesa come e quando si vuole. Insomma, farsi tutti i fattacci propri. Tutti all’inizio dicevate: andrà tutto bene. Bene, anzi no. Malissimo. Come siamo cambiati? Sicuramente usiamo maggiormente Internet, siamo più ingrassati, siamo diventati tutti pizzaioli provetti e sfornato torte che manco Ernst Knam. E tutti a capire se potremo andare all’estero, magari sulle spiagge di Bali, o vedere gli amici per uno Spritz. Interessante. Edificante. Anche perché i soliti

è in calo da 19 giorni: nella regione si è passati da 10.800 positivi a 7.100, un calo del 35%. Invece, a proposito del calo di cui sopra, Lombardia e Veneto vengono trattati allo stesso modo e allo stesso modo dell’Umbria in cui i positivi sono 176. Assurdo! Insomma, gestione poco chiara a livello centrale, piena di errori anche gravissimi, a livello regionale ma, per fortuna, abbiamo un sindaco che ha gestito le cose al meglio… Cosa ha fatto? Le uniche azioni intraprese sono state fatte per pura propaganda: dalla consegna a mano delle mascherine fuori dai supermercati con fotografo al seguito, alle visite al pronto soccorso per consegnare le pizze (sempre con fotografo al seguito), allo sbraitare contro chi esce e

soloni lo scorso mese di marzo ci dicevano che il mondo sarebbe cambiato. Sicuramente in meglio, facendoci apprezzare le cose che davvero contano della vita. Già, lo Spritz conta davvero, come lo jogging. A proposito, mai come in questo periodo ho scoperto che siamo un popolo di atleti, tutti al parco a correre, fare flessioni, fare una vita salutare. Ma per favore. Per favore veramente. Intanto solo a Sesto si contano 100, dico 100, ribadisco 100, morti. Morti ammazzati dal Coronavirus. Tutti deceduti senza il conforto di un congiunto… sì, sono i morti “invisibili”, che servono per fare numero nel bollettino quotidiano che sentiamo e leggiamo in tutti i tg. Ah, intanto è arrivato il voucher per il monopattino. E alla radio continua a passare il messaggio: saremo tutti migliori…

non mantiene le distanze per poi fare selfie (sempre loro) praticamente abbracciato alle persone. Ha usato la voglia di informazioni delle persone per pompare il suo profilo facebook: ricordiamo che i dati di Sesto sono stati pubblicati esclusivamente sul suo profilo facebook fino alla fine di aprile, circa. Ha sbraitato contro il governo che dava pochi soldi per poi usarli malissimo: il contributo per l’emergenza alimentare di 431.000 euro è stato gestito all’insegna del “chi prima arriva meglio alloggia” avendo applicato solo il criterio dell’ordine di arrivo delle richieste e solo per chi aveva una connessione internet, gli altri si dovevano arrangiare. Insomma, un disastro! Michele Segoloni


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TRA VOLONTARIATO E POLITICA

IL RUOLO DELLE OPPOSIZIONI

I “samaritani” col santino elettorale in tasca

La doppia sconfitta del PD sestese (e la maggioranza ringrazia)

Le associazioni di volontariato costi- uffici quando è necessario e il ruolo tuiscono un Patrimonio inestimabile lo richiede, non per dirigere, per per la nostra città. Negli anni si sono quello paghiamo già dirigenti e cosusseguiti diversi interventi atti a ri- ordinatori, non per chiedere vis a durre i trasferimenti agli enti locali, vis al malcapitato dirigente di turno, da parte del Governo centrale e a ca- in forma del tutto estemporanea, di scata dagli Enti sovraccomunali. Il risolvere il problema del suo quarlavoro dei volontari assurge spesso tiere. Esistono tempi, metodi e proa rango di servizio pubblico. Lo cedure che opposizione ma, sanno bene partiti e Liste civiche che soprattutto maggioranza, non posnon mancano di avere sono scordarsi di la propria associazione rispettare. Qualdi riferimento, collettori cuno pensa addidi voti travestiti da sarittura che i Troppe volte capita maritani con il santino Consiglieri comudi vedere realtà sempre in tasca. Crenali tutti, debbano di volontariato, dete sia davvero corsorvegliare sul lasociale e culturale, retto mischiare sempre voro della Giunta l’uno e l’altro ruolo, trasformarsi in stabili comunale. Anche quello politico con macchine di consenso quest’anno, a due quello del volontario? dalle elezioni, politico, in organismi anni Io assolutamente no. si verificherà la di propaganda Un politico o un accomoltiplicazione di parte. lito di riconosciuti delle Associazioni. E’ sbagliato. gruppi politici che si Costruite ad hoc veste spesso da volonper la prossima tario, soprattutto se non tornata elettorale, manca di documenavamposti d’avvitarlo, mi fa sempre dubitare della cinamento all’elettore indeciso, sincerità del suo gesto. quello che può essere convinto con Un Consigliere comunale che si il “siamo quelli che tagliano l’erba”, spende sempre documentandolo, che “regalano le uova di Pasqua”… come volontario, a me pare non E quelli che, se ce lo dice il Sindaco abbia capito quale sia veramente la ci crediamo. Perché siamo Consinatura dell’Istituzione che è chia- glieri comunali attivi e non abbiamo mato a rappresentare. Non è un di- tempo per stare dietro a queste cose pendente comunale e quindi, politiche. piacerebbe vederlo frequentare gli Eros de Noia

Se governare richiede equilibrio e città e primo partito sui banchi della capacità, fare opposizione richiede minoranza. E' successo che alla congrandissimo equilibrio e grandis- vocazione in piena pandemia del sime capacità. Una democrazia sana Consiglio Comunale con all'ordine si basa sul bilanciamento dei poteri del giorno il bilancio, i partiti e i moe sul ruolo di vigilanza e di con- vimenti di minoranza avevano trollo da parte dell'opposizione. Un espresso la volontà di farlo in regiorno a Boston, dove eravamo moto, per evitare di creare difficoltà ospiti di un amico, durante il tour di e problemi sia ai consiglieri che alconoscenza della città abbiamo fatto l'apparato tecnico comunale. visita al palazzo coLa maggioranza si munale. All'ingresso era opposta e l'opposiamo stati colpiti sizione aveva deciso dalla presenza di un Il ruolo delle opposizioni di disertare la seduta grosso elefante in carin segno di protesta. è cruciale per il tapesta con il muso Tutti d' accordo, alfunzionamento della meno così sembrava. rivolto all'ingresso. Alla nostra richiesta struttura democratica. E invece il PD, in sul significato di modo autonomo deFare opposizione quella presenza, ci ha significa contrastare, cideva di inviare un risposto" Vedi, da noi controllare e costruire consigliere in segno il ruolo dell'opposidi presenza politica i presupposti per zione è cruciale, imin consiglio, vanifiportantissimo, forse l’alternativa. Ma, forse, cando di fatto l'iniil PD lo dimentica. più di chi governa. ziativa concordata e Dalla sua capacità di mettendo in difficontrollo e di sagge coltà le altre forze di controproposte diopposizione. pende la nostra democrazia e il Al di là dell'essere d'accordo o meno buongoverno della città. L'elefante sulla scelta aventiniana, la decisione fa da guardia alla democrazia" A del PD ha minato non tanto la comSesto l'opposizione dovrebbe impa- pattezza dell'opposizione ma la sua rare ad essere opposizione. stessa credibilità, e ha reso un serviLo dovrebbe per se stessa ma so- gio alla maggioranza che naturalprattutto per la città. E invece? A mi- mente può gongolare felicemente. nare la necessaria compattezza che Risultato: doppia sconfitta, sopratdovrebbe caratterizzarla ci ha pen- tutto per il PD. sato proprio il PD, primo partito in

Torni a casa dopo aver visto la morte e...

La forzata chiusura in casa e l'impossibilità di muoversi ci ha bloccato a Sesto, durante uno dei nostri soggiorni mensili. Abbiamo avuto la possibilità di valutare con un certo distacco e con molta freddezza le cose della città. Come hanno reagito i cittadini innanzitutto, come hanno risposto le istituzioni. Un nostro cugino, operatore sanitario in un importante ospedale milanese durante questa pandemia, un giorno in una lunga telefonata ci ha confidato il suo stato d'animo. Eravamo nei giorni di criticità maggiore, erano le 10 di sera ed era appena tornato dal lavoro. Aveva preso servizio alle 6 del mattino. Stravolto con la voce rotta dalla commozione mista a rabbia, ci aveva confidato dell'assoluta precarietà del proprio lavoro, con scarsissimi strumenti di sicurezza. Quello era il periodo

in cui mancavano le mascherine anche per medici e infermieri, col dramma di persone sofferenti che si spegnevano come candele, una dietro l'altra senza conforto e senza possibilità di essere aiutate all’interno di una situazione caotica senza controllo e senza indirizzo istituzionale. Con rabbia concluse: "… Torni a casa dopo aver visto la morte ora dopo ora, e nella casella della posta ti ritrovi due mascherine chirurgiche non sigillate con tanto di lettera a mo di propaganda da parte del sindaco. Viene voglia di mandare tutti a quel paese. Io non credo più in questa politica". Come dargli torto, ai danni del virus bisogna aggiungere quelli consumati da questa politica con la P minuscola e da amministratori capaci solo di essere degli incapaci.


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POST EMERGENZA

Una proposta di civiltà: un tributo a chi se ne è andato Questa pandemia che da qualche mese ci colpisce in modo drammatico ha fatto anche nella nostra città decine di vittime, soprattutto tra la popolazione più anziana e fragile. Nella nostra regione, la Lombardia, si sono verificato quasi la metà dei contagi e dei morti di tutta Italia ed è evidente che questo è frutto disastroso di una politica sanitaria che i governi del Pirellone hanno da decenni scelto, quella della distruzione della sanità territoriale per fare degli ospedali l’unica risposta alla richiesta di salute dei cittadini. Nel corso degli anni i medici di famiglia sono stati ridotti a ruoli marginali, spesso oberati di adempimenti burocratici, e sono scomparsi i centri di medicina del lavoro, i consultori, i medici scolastici e tutto quello che un tempo in Lombardia, ed ancora ora in altre regioni continua a dare una risposta immediata e capillare ai bisogni di salute dei cittadini. Il dramma è che

ora il centro del contagio è stato l’ospedale, anche per la assoluta mancanza di controlli e di dotazioni di presidi sanitari persino per il personale più esposto. Sono partito da questa constatazione per avanzare alla nostra Amministrazione comunale una proposta di civiltà. Uno dei drammi supplementari che hanno vissuto le famiglie che hanno perso i loro cari in queste settimane è stato quello di non avere potuto neppure dare l’ultimo saluto ai defunti. Nessun fune-

STRETTAMENTE PERSONALE

In quella lettera di cinquant’anni fa c’era scritto... Il lungo lockdown che ci ha imposto questa pandemia da Coronavirus, ha dato la possibilità a molti di noi di rimettere in ordine, libri, documenti, lettere e foto dandoci la possibilità di consumare gran parte delle lunghe ore trascorse forzatamente in casa. Tra le tante cose che mi è capitato di avere sottomano, mi ha colpito una lettera che non ricordavo più di aver ricevuto e che invece avevo conservato. È datata 2 ottobre 1969 e a spedirla fu un amico con cui avevo trascorso gran parte della mia gioventù. Una lettera breve ma di un'attualità incredibile. "Caro amico mio, stare a Milano non credo sia per te facile; non mi riferisco solo ed esclusivamente a difficoltà logistiche di ambientamento e di ordine pratico. Penso piuttosto al tuo essere, ai tuoi modi di fare e di agire che necessariamente dovranno mutare. Tu per lungo tempo, forse per sempre, rischi di essere ospite a Milano e ospite anche nella tua Napoli. Sarai per molti un ibrido, mai lom-

bardo e non più napoletano. Come se tu fossi stato colpito da un virus che ha messo in difficoltà il tuo apparato respiratorio. Hai bisogno di aiuto, che non sarà più naturale ma solo artificiale. Anche se guarirai, non riuscirai più a far tuoi i profumi nostri e confonderai l'aroma di un caffè in un bar milanese con quello di un nostro espresso, che come tu sai è carico non solo di aroma e di tanta socialità. Non disperare comunque, per te ci sarà sempre un caffè sospeso. Giovanni" Una lettera datata, ma attuale, bella ma straziante, intrisa di pessimismo dovuto al distacco umano, ma speranzosa col caffè sospeso. Oggi a di stanza di più di cinquant’anni posso affermare con certezza di non essere diventato lombardo di adozione, ma di appartenenza e di non avere mai smesso di essere napoletano di natura, dentro e fuori. Mi sono vaccinato contro il virus dell'immigrazione forzata. Pasqualino Di Leva

rale, nessun cordoglio per parenti, amici. Sono scomparsi anche personaggi importanti della città, come il parroco della Rondinella don Agostino Sosio , il dottor Ennio Serio, medico storico, Quinto Vecchioni, giornalista ed organizzatore culturale e dello spettacolo, Andrea Cuomo, commissario dei volontari della Croce Rossa, il decano dei giornalisti cittadini Rino Felappi, Pio Di Marino, consigliere comunale e dirigente sportivo, Cesare Invernizzi, Pio Gianni, per decenni attivi-

sta della Pro Loco e Francesco Della Torre Maestro del Lavoro e scrittore sestese. Persone che hanno dato molto alla città nella loro vita e che tanti sestesi avrebbero voluto salutare partecipando ai loro funerali.Purtroppo questo non è potuto avvenire. Chiedo al Sindaco e all’Amministrazione comunale che, una volta finita questa terribile pandemia, si impegnino a organizzare una cerimonia pubblica e civica per ricordare tutti insieme questi cittadin scomparsi. So che a livello nazionale si sta pensando di istituire una giornata per ricordare tutti i morti di questi mesi terribili e mi sembra una iniziativa lodevole. La nostra città potrebbe anche organizzare un ricordo particolare per chi ha dato molto a Sesto e se ne è andato senza nemmeno la possibilità di tributare loro un saluto. Giorgio Oldrini


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VILLAGGIO FALCK

PATRIMONIO AMBIENTALE

Gli alberi della Pelucca sono salvi

La mancanza di una seria politica ambientale sul territorio

Per la realizzazione del progetto che punta alla valorizzazione Villaggio Falck aumentando i posti auto e rendendo le strade più accessibili, la Giunta ha previsto e chiesto all’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste di abbattere ben 90 alberi, alcuni secolari. A fronte del ricorso presentato da un cittadino sestese, il Tribunale di Monza ha bloccato l’intervento. Esponenti sestesi delle Associazioni ambientaliste come l’ex Consigliere comunale Orazio La Corte, Associazioni che da anni si battono per la tutela civica ed ambientale del territorio come l’Associazione Sottocorno, Gruppi Facebook come Sesto Male, non hanno di certo girato la testa davanti alla cancellazione di quello che era un polmone verde, inserito nel Piano di Governo del Territorio tra i beni storici ambientali del Comune di Sesto San Giovanni. L’abbattimento di alcune piante, a fronte degli interventi per il Piano per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), approvato nel luglio 2016 su proposta di Delibera Consiliare, era sicuramente comprensibile, sembra però poco credibile che la fruizione delle strade del Rione, possa passare per l’abbattimento di un numero così cospicuo di piante. Esposti e raccolte firme come quella lanciata dalla pagine SESTO MALE, non hanno convinto gli esponenti della maggioranza che, si è fermata solo davanti all’intervento del Giudice. Valorizzare un’area significa obbedire ciecamente alle richieste dei residenti del Rione oppure, gli interventi dovrebbero rispondere ad una visione più ampia di bene comune? Polemiche sterili per il Presidente della Consulta dell’Ambiente. Una questione di grande importanza per l’Associazione Sottocorno che denuncia l’inosservanza delle regole e: “la mancanza di una politica ambientale seria sul territorio”. L’Associazione ha pagato cara la sua posizione, dato che la sua pagina Facebook è stata presa di mira dai soliti leoni da tastiera che non hanno risparmiato insulti. Eros de Noia

Del progetto di abbattimento degli alberi lo abbiamo appreso dalla pagina Facebook SESTOMALE, dalla quale venne lanciato un appello a firmare una petizione per fermare i lavori al Villaggio Falck che prevedevano l’abbattimento di 95 platani, di cui alcuni secolari, tutti sani, per un progetto di riqualificazione e adeguamento delle barriere architettoniche. Ancora oggi non comprendiamo il motivo della scelta di tale progetto, né è stata spiegata, sappiamo però che c’è sempre un altro modo di progettare la città e salvaguardare il verde e gli alberi, forse costa di più e lascia meno parcheggi, forse non si salvavano tutti e 95 i platani (magari solo la metà), ma c’è sempre un altro modo. Crediamo che non si sia tenuto conto dell’importanza di quest’area verde nel contesto urbano. Ci siamo così uniti all'appello fatto chiedendo direttamente al sindaco che venisse presa in considerazione la possibilità di revisionare tale progetto, senza avere al momento né risposte né giustificazioni. Non abbiamo però “digerito” il modus operandi con il quale si è arrivati a tale situazione, stiamo parlando di un progetto di riqualificazione rimasto nascosto ai gruppi di lavoro che invece in città hanno titolo di esprimersi a riguardo, ovvero alla consulta dell’ambiente e alla consulta P.E.B.A. (tavolo di progettazione partecipata per la riduzione delle barriere architettoniche) alle quali partecipiamo, ovvero alle commissioni preposte ad esprimersi su tali argomenti e ai

dettagli del progetto, soprattutto quando si parla di alberi secolari e in salute di PROPRIETÀ COMUNALE. Con tale mancanza, che reputiamo grave, riteniamo che si sia venuto meno al rispetto delle normative vigenti. Infatti c’è tutto il discorso a livello urbanistico, poiché il villaggio venne inserito, dalla precedente giunta, nel PGT della città come “bene storico documentale”, in questo modo l’Ente comunale pose a tutela l’intero Villaggio comprese le alberature dei viali e delle strade, alberature d’epoca avente un indubbio valore storico, ambientale e paesaggistico. I platani del villaggio Falk sono quindi tutelati rientrando nelle alberature previste dal 1 comma, lettere b) e c) dell’art. 7 della Legge 10/2013. Per poter intervenire sulle alberature protette, il Comune avrebbe dovuto fare una variante al proprio PGT stralciando il Villaggio dall'elenco dei beni storici documentali. A nostro avviso il Comune non solo non ha rispettato la legge 10/2013, ma ha violato il proprio Regolamento sul verde cittadino, che vieta l’abbattimento degli alberi, salvo casi ben specifici previsti dall'art. 8, punti b) e c) nel dettaglio: b) dall'albero o dalla siepe provengano pericoli non altrimenti eliminabili per persone o cose; c) l’albero sia ammalato e la sua conservazione non sia possibile. Condizioni che devono essere accertate da professionisti e non autodichiarate. Qui si inserisce l’analisi eseguita da ERSAF Lombardia, chiamata ad esaminare i platani in

data 11 ottobre 2019, dove l’ispettore Fitosanitario dichiarava che i platani erano tutti sani sul Ceratocystis platani (fungo agente di cancro colorato) per cui si poteva procedere all'abbattimento senza particolari precauzioni. Non siamo stupidi e lo abbiamo sempre detto, il rispetto delle norme per l’accesso ai disabili in una città nata urbanisticamente male avrebbe previsto sicuramente l’abbattimento di qualche albero, ma tra qualche albero e l’abbattimento di tutti i platani (praticamente un bosco) c’è una differenza enorme, nel 2020 il taglio di alberi per una amministrazione è, e deve essere l’ultima spiaggia e non l’evento più semplice con una progettazione “scolastica” che di fatto ha previsto l’abbattimento dell’unico polmone verde “storico” presente nell'area nord della città, che giusto per ricordare, è un S.I.N (Sito di Interesse Nazione) a causa dell’inquinamento accumulato negli ultimi decenni. Per quello che ci riguarda, i cento e passa alberi che verranno piantumati, promessi a compensazione, servono solo per nascondere il danno procurato da chi non comprende la differenza ambientale che c’è tra un albero secolare (capace di assorbire tonnellate di Co2, polveri sottili e la capacità di fungere da termoregolatore per l’ambiente) e una pianta di pochi centimetri che deve iniziare a crescere, annotando ancora una volta, e con rammarico, la mancanza di una politica ambientale seria sul territorio. Associazione Sottocorno


L’Altra Sesto - Maggio 2020 - pag 7

BENI COMUNI

CIMITERI

Polemiche sterili su una scelta dei cittadini della zona

Le mani della giunta sulle tombe dei sestesi

Premetto che, come condiviso in varie riprese nelle sessioni di consulta dell'ambiente, il tema dello stato delle piante a Sesto San Giovanni è a tutt'oggi, dopo alcuni interventi principalmente di messa in sicurezza, ancora molto critico. Infatti, tranne rare eccezioni, solo i filari su pochi viali sono stati manutenuti periodicamente mentre tutto il resto è stato lasciato all'abbandono da almeno vent'anni. Questo perché non esisteva un budget e una pianificazione con stanziamento di fondi per la cura del verde. Da un paio di anni c'è un budget dedicato al verde finanziato e quindi strutturale che permette intervento su piante e giardini per riportare la città ad un minimo di dignità che merita. Sul tema villaggio Falck ho invitato tutta la consulta, a suo tempo, alla presentazione dei progetti proposti alla cittadinanza che comunque pre-

vedevano importanti interventi sui platani per la messa in sicurezza e nella quale i più si sono molto lamentati non solo dello stato di abbandono delle piante ma anche dalle conseguenze sulle abitazioni. In ogni caso è stata scelta una soluzione che privilegia gli spazi comuni e la comodità con parcheggi alternati a piante a basso fusto. La scelta è logica con una popolazione che invecchia ed ha bisogno di comodità in una zona di Sesto ad oggi poco servita da mezzi pubblici che quindi necessita anche di spazi per auto (carico e scarico) oltre che di panchine e luoghi di ritrovo. Contestualmente alla riqualificazione evidentemente prende forma il PEBA che alla stessa maniera si rende utile e necessario. Non capisco come si sia potuto discutere molto su una scelta degli stessi cittadini che abitano quella zona soprattutto perché fenomeni

incresciosi di sicurezza per quei platani già si sono verificati nel 2018. Forse solo polemica sterile? D'altronde è tanto facile lamentarsi senza mai coinvolgersi. Per quanto riguarda la consulta non ci siamo purtroppo più visti, in particolare sul tema del verde, dalla presentazione del progetto definitivo per cui i pareri espressi sono personali. La Consulta ha impostato un lavoro che mira all'istituzione di un registro delle piante sul territorio magari con una mappatura dello stato di salute ed un monitoraggio degli abbattimenti e ripiantumazioni. Il mio lavoro in questo ambito è finalizzato a pianificare (termine spesso sconosciuto) e indirizzare il futuro. Federico Pogliaghi, Vice Presidente commissione consiliare di controllo

Essere stati tra i primi comuni a riaprire i cimiteri non ha impedito alla giunta di sfiorare un clamoroso autogol. “Oggi con un gruppo di volontari abbiamo iniziato a togliere i fiori secchi dalle tombe e dalle gallerie al cimitero nuovo, ci sembra un gesto di attenzione verso i nostri defunti in attesa che i loro cari possano andare a trovarli...”. Probabilmente, mentre scriveva queste parole sui social, l’Assessore al commercio con delega ai servizi cimiteriali, Maurizio Torresani, si aspettava di ricevere un sacco di complimenti per aver continuato anche a mantenere il camposanto di piazza Hiroshima e Nagasaki in uno stato decoroso. Peccato che le cose siano andate un po’ diversamente. Ma facciamo un passo indietro e analizziamo meglio questa scelta. Sono stati tolti dei fiori secchi? Forse anche qualche vasetto? Sì. Comprendiamo le ragioni igieniche, o il mantenimento del decoro urbano. Ma vogliamo metterci per un istante nei panni di nonna Pina o zio Ezio che, dopo settimane chiusi in casa tornano finalmente sulle tombe dei loro cari defunti non ci trovano più il loro vasettino o i fiori che avevano comprato loro stessi? Nessuno ha spiegato loro che è stato tolto per “fare pulizia”. Né, tantomeno gli ha chiesto il permesso di farlo. Certo, l’intenzione era palesemente buona ma perché tempo ed energie degli ottimi operatori cimiteriali non sono stati impiegati nella sistemazione di tutte quelle tombe che sono in condizioni precarie a causa della vicinanza con piante ad alto fusto, che crescendo le hanno coperte? Per non parlare dei possibili rischi per le persone più anziane che hanno difficoltà di deambulazione. Forse, prima di lanciarsi in queste iniziative estemporanee andrebbero valutate meglio le conseguenze delle stesse e soprattutto priorità di una struttura come il cimitero nuovo di Sesto. Questione di opportunità e rispetto. Sara Gueddouda


L’Altra Sesto - Maggio 2020 - pag 8

POLITICA E COMUNICAZIONE

Il linguaggio “da bar” di certi politicanti “Mi piace ogni (tanto) farli inca***re perché ti vengono dietro” e “anche oggi ho fatto inca***re i mangia bambini nostalgici, missione compiuta”. Oppure ancora “Si prolungano la chiusura delle scuole, avremo tante Franzoni”. Sì, “si prolungano”. Refusi a parte, quelli capitano a tutti, specie a chi scrive con il proprio smartphone, questi sono solo alcuni post di esimi rappresentanti delle istituzioni sestesi che parlano in pubblico come se fossero al bar. Su Facebook ce ne sono decine di questo tenore. Anche peggiori. Gli autori sono aspiranti Winston Churchill sestesi che si esprimono come ‘er monnezza. Tanti che diventa persino difficile selezionare i peggiori. Ma per intenderci la battuta del sindaco a San Valentino con la first lady che recita “ormai a Sesto di rosso sono rimasti solo i cuori” è di gran lunga la più fine ed elegante. Andy Warhol una volta disse: “naturalmente si possono avere delle cattive maniere, se si sa come usarle”. Ma tanto nella politica nazionale che in quella locale c’è chi

non solo non sa cosa siano le buone maniere, ma nemmeno sa come usare quelle cattive. Volgarità e nefandezze sono entrate a far parte del linguaggio politico nel corso degli anni, ma non è ammissibile che chi ricopre un incarico pubblico si rivolga ai cittadini con tale grossolanità. Il punto è che dietro questo linguaggio si cela spesso un vuoto di contenuti rimpiazzato da una volgarità che dovrebbe, almeno nelle intenzioni degli autori, essere spiritosa. Ci vuole tanto ad esprimersi con rispetto, seppur nelle diversità, senza dover essere scurrili, rudi e cafoni? Questo vale per tutti, ma in particolar modo per consiglieri, assessori e rappresentanti delle istituzioni che dovrebbero dimostrare un po’ di rispetto per il ruolo che ricoprono. E invece urlare per far sentire la propria voce più forte dell’altro, con buona pace della forma e dei contenuti. La buona educazione è segno di dignità, non di sottomissione (Theodore Roosvelt). Sara Gueddouda

DEMOCRAZIA AL TEMPO DEL VIRUS

Il Consiglio è online ma l’assessore è... offline Dalla notizia, in Italia, del primo caso autoctono di Covid-19 (un soggetto contagiato dalla malattia pur non essendo stato nei luoghi epicentro del coronavirus), in data 21 febbraio u.s., sono trascorsi tre mesi durante i quali la macchina comunale a Sesto San Giovani ha dovuto adeguare il proprio funzionamento alle misure imposte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) per il contenimento di quella che nel tempo si è configurata come una pandemia. Consigli Comunali a porte chiuse, come il primissimo - di lì a pochi giorni dall’esplosione dell’emergenza sanitaria, il 25 febbraio - o, ancora, la seduta del 24 marzo per l’approvazione del Bilancio, rimandabile a termini di legge (le forze di opposizione vi hanno provato), ma che la squadra di governo in città ha voluto a tutti i costi confermare, assembrando un numero non indifferente di persone nell’aula riservata ai lavori. Che cosa n’è stato dell’assunto dell’art. 73 comma 1 del Decreto 17/03/2020, conosciuto come ‘Cura Italia’, che recita testualmente: “Al fine di contrastare e contenere la dif-

fusione del virus COVID-19 e fino alla data di cessazione dello stato di emergenza […], i consigli dei comuni, delle province e delle città metropolitane e le giunte comunali, che non abbiano regolamentato modalità di svolgimento delle sedute in videoconferenza, possono riunirsi secondo tali modalità, nel rispetto di criteri di trasparenza e tracciabilità […]”?.

Tra l’altro, dal giugno del 2019 il Comune di Sesto San Giovanni può contare su un assessorato a cui compete la responsabilità, tra le altre, delle tecnologie e dei servizi di comunicazione informatici. Titolare è Marco Lanzoni, ex colonna di “Sesto nel Cuore”, lista scomparsa formalmente e sostanzialmente dalla compagine di maggioranza, ma di cui non è possibile dimenticarsi, visto

che ha consentito l’entrata sulla scena politica locale o la conferma di non pochi tra consiglieri e assessori. Ci domandiamo: avrà partecipato almeno il nostro, considerata la partita affidagli, al webinar gratuito sull’uso e le funzionalità del sistema di videoconferenza GoToMeeting che ANCI Lombardia aveva organizzato per la data del 16 aprile scorso, in considerazione della “adesione considerevole” a questo strumento da parte delle amministrazioni regionali? Il costo della licenza, così come quello per l’assistenza tecnica, di cui si farà carico la stessa ANCI Lombardia, sono pari a zero sino a fine giugno prossimo. GoToMeeting permette il collegamento dei partecipanti alle sedute della Giunta, così come del Consiglio Comunale, di cui sono registrate le riunioni, che possono anche essere trasmesse in streaming live. Della questione non si trova tuttavia traccia sulla pagina Facebook ufficiale che l’assessore utilizza assiduamente per tutte le sue comunicazioni ufficiali e non. Sarà anche per questo che i lavori del Consiglio non sono più stati convocati? Ottavia E. Molteni


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TEMPI MODERNI

Da Nenni ai social, dalle idee alle urla Lo storico comunista Paolo Spriano in un lungo articolo pubblicato su L'Unità nel 1977, definì il grande leade socialista italiano Pietro Nenni, il più grande giornalista politico italiano. Nenni usava un linguaggio limpido, accessibile a tutti. Aveva il dono della semplificazione, senza sprofondare mai nello slogan propagandistico e irrazionale. Non abusò mai delle sue capacità esplicative per la pura e semplice propaganda, pur conoscendo a fondo la psicologia delle masse e dei lettori a cui si rivolgeva. Ci fu sempre in lui anche un fondo salutare di scetticismo, teso a far sì che ciò che scriveva servisse per discutere e non facesse da carta assorbente. Era un politico di primo piano e scriveva sull'Avanti il giornale socialista di cui fu direttore.

Nenni sapeva distinguere la comunicazione ufficiale istituzionale da quella di parte. Da vicepresidente del consiglio e ministro degli Esteri parlò sempre tramite comunicati ufficiali. Amava ripetere che le Istituzioni vanno rispettate nella sostanza e nella forma. Altri tempi, altra politica, altri politici. Oggi assistiamo alla degenerazione della comunicazione. Si fa uso e abuso

dei social, solo ed esclusivamente per fini propagandistici. Una propaganda ininterrotta, fatta di vuoto cosmico senza alcun costrutto, spesso bieca e offensiva. Le istituzioni sono diventate come un mercato rionale, dove attrae più clienti chi grida di più. Spesso, anzi quasi sempre la merce che vendono è di scarsissima qualità. A Sesto ormai, questo mercato perenne è gestito in prima persona dal Sindaco e dalla sua maggioranza, incapaci cronici di amministrare, ma attivissimi sui banchi del mercato... Ma è un mercato destinato al fallimento. Nessun cliente, nemmeno il più fedele si fa fregare due volte. Se, la frutta comprata è marcia anche se la vendi a poco, resta marcia per sempre. Ghino Di Tacco

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

I corretti criteri per le nomine pubbliche Il Direttore Paolo Vino mi chiede di indicare quali sono i criteri con i quali si sceglievano i dirigenti delle società ed enti partecipate dal Comune. Cercherò qui di spiegare quali, secondo me e la mia esperienza, sono i requisiti di chi deve dirigere queste società. 1) C’è un problema di competenza e quindi l’attenzione deve essere alla scelta di persone che abbiano conoscenza ed esperienza del tema di cui si occupa la società o l’ente che i prescelti sono chiamati ad amministrare. Significa che devono essere scelti tra le persone che per titoli di studio, per campi di attività, per livello e competenze acquisite, per intelligenza devono offrire garanzie di capacità. 2) C’è un problema di rappresentanza, in quanto le differenti forze politiche hanno il diritto di essere presenti. So che questo è un tema delicato e una certa demagogia attacca questa mia opinione. Ma credo che gli eletti rappresentano idee, interessi, strategie dei cittadini che hanno votato in base alle loro convinzioni e che esprimono punti di vista legittimi circa le

scelte che una Amministrazione deve fare. Non si tratta solo di avere nei Consigli persone che controllino l’operato della maggioranza, ma che portino il loro bagaglio di convinzioni per fare scelte che siano di tutta la città, non solo di una parte. Per questo escludere coloro che rappresentano le minoranze è un errore che non danneggia solo una parte politica, ma la città. 3) C’è un problema di rotazione negli incarichi, in modo che non ci sia chi resta troppo a lungo in un ruolo. Del resto la legge che giustamente stabilisce che un sindaco non possa essere eletto più di due

volte alla sua carica, offre una indicazione chiara su quale deve essere il comportamento da tenere anche per altri ruoli nella Amministrazione. 4) C’è da difendere il ruolo delle donne, non solo per quello che stabilisce la legge circa le quote, ma perché spesso esprimono modi differenti di vedere le attività e la vita e dunque sono un arricchimento importante dell’amministrare. 5) C’è il tema della autonomia dei Consiglio di amministrazione e dei loro membri. Al Sindaco e al Consiglio comunale spetta l’indicazione e la nomina dei presidenti e dei Cda, ma poi questi debbono avere l’autonomia e quindi la responsabilità di condurre le società o enti loro affidati. Dentro una linea politica generale che il Consiglio comunale indica, ma con possibilità e capacità autonoma. Applicare queste linee naturalmente non è facile. Ma rifiutarle impoverisce le società, gli enti, dunque la città. Giorgio Oldrini

In spregio alle Istituzioni e ai Cittadini di Paolo Vino Consigliere comunale Giovani Sestesi

Ma dove è finito il senso delle istituzioni in questa città? Proprio non riesco ad abituarmi, nonostante ormai sia al governo dal 2017, ad una maggioranza che confonde volutamente forma e sostanza per alimentare una campagna elettorale senza sosta. Forse dovrei, ma proprio non ci riesco. Qualcun altro sembra averlo fatto, anche a dispetto del proprio ruolo, ma questo è un altro discorso... Qualsiasi provvedimento, misura o informazione di carattere locale viene puntualmente comunicata in poche righe sui social network, corredata dall’immancabile selfie e poi, forse, veicolata per quelli che dovrebbero essere invece i suoi canali di diffusione naturali: comunicati stampa e sito web comunale. Forse, nemmeno sempre. È la comunicazione al tempo dei social obietterà qualcuno. No, è una strategia malcelata per apporre la propria misera bandierina, infischiandosene del senso delle istituzioni e del rispetto per i propri cittadini prima ancora che per le forze d’opposizione. Un miscuglio di vita privata, opinioni politiche e notizie di carattere istituzionale nel nome della banalizzazione. Una semplificazione figlia di un vuoto politico ma anche della volontà di ridurre la vita democratica della città a una passerella. Non a caso questa è la giunta che ha convocato meno consigli comunali di tutta la storia cittadina. Tra un po’ di questo passo arriveremo magari a ricevere gli atti del consiglio (quando se ne farà uno) su Whatsapp con tanto di faccine... Fin dal primo giorno l’andazzo è stato questo e non è mai cambiato. E se nei primi tempi si poteva ingenuamente attribuire ad una presunta inesperienza nel ruolo di governo, coi mesi è diventato fin troppo evidente di come, in realtà, fossimo di fronte alla ingegnerizzazione di un sistema propagandistico. Con tanto di topiche incluse come l’annuncio via social (anzitempo) dei test sierologici in Multimedica. Fosse l’unica... “La libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione” scriveva Giorgio Gaber in una delle sue canzoni più celebri. Qui a Sesto i cittadini sono liberi di mettere like o condividere i post dei politici e, quando osano dissentire vengono travolti dagli insulti dei soliti pasdaran del sindaco. La verità è che post si possono cancellare o modificare, un comunicato stampa o altri canali ufficiali no, al massimo si possono rettificare. Una giunta che teme il confronto sa bene cosa scegliere. E cosa evitare.


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SERVIZI PUBBLICI

Centri estivi comunali tra caos e retromarce Anche se lo stato di pandemia ha alterato la percezione comune del tempo, l’estate 2020 non è poi così lontana. Mentre il Comitato Genitori Nidi di Sesto San Giovanni lancia, attraverso la propria pagina Facebook, un sondaggio per tastate il polso ai genitori con piccoli in età prescolare, l’Assessore Roberta Pizzochera - con deleghe riguardanti i progetti relativi all’Educazione e alle Politiche per l’Infanzia - si appella a un definendo comitato strategico (composto da ATS, dirigenti scolastici e Coordinamento dei Comitati Genitori), con prima riunione fissata per il 19 maggio p.v., per formulare una risposta a diversi quesiti, tra cui quello riguardante il futuro dei CRE (Centri Ricreativi Estivi). Dopo l’annuncio che il bando è in via di aggiudicazione definitiva, null’altro di consistente è arrivato dal tavolo degli addetti ai lavori. Tale è almeno l’impressione che si ricava nel leggere le dichiarazioni più recenti sul punto dell’Assessore Pizzochera: “Ancora non sappiamo le modalità con cui potranno svolgersi i centri ricreativi estivi. […] in Comune, abbiamo incontrato i parroci della città e insieme a loro abbiamo

cominciato a ragionare sulle disponibilità delle parrocchie per accogliere i bambini”. Eppure, solo nel novembre scorso, il Sindaco Roberto Di Stefano attaccava una di queste strutture, ubicata in via Pisa, tuonando, perentorio: “La Chiesa non è un centro sociale”. Forse, invece, in fondo lo è, vista la sua definizione, legata a luoghi in cui si svolgono “attività sociali, ricreative, culturali

e simili” (fonte: il nuovo dizionario De Mauro)… Ricordiamo che, dall’insediamento dell’attuale amministrazione comunale, si sono susseguiti: 1) la ‘sforbiciata’ del 2018, che aveva ridotto a quattro due per ogni fascia (infanzia e primaria) - i CRE (Centri Ricreativi Estivi) cittadini operativi, con esclusione all’ultimo momento delle strutture Marzabotto e Marx, pri-

vando così di un importante servizio (ormai è fatto noto e iscritto agli atti) le aree più lontane dal centro urbano, là dove si concentrano gli edifici di edilizia residenziale pubblica e quindi le famiglie con maggiori necessità di contenimento della spesa economica - 2) gli interventi del 2019 sulle tariffe, di importo al contempo più basso rispetto all’anno precedente, ma più alto rispetto al 2017. Ai giorni nostri (dobbiamo però affidarci a quanto riporta la pagina del sito Sestosg.net dedicata ai “centri estivi 2019”, perché un’analoga ricerca per il 2020 fornisce zero risultati), dovremmo poter contare (il condizionale è d’obbligo) sui CRE Tonale2 di Viale Italia, Corridoni e Marx per l’intervallo 0-5 anni; mentre per la scuola primaria, sul Galli di Via Podgora, sul Martiri e sul Marzabotto. Vista la crisi economica che attanaglia il nostro Paese e il mutato quadro lavorativo, riteniamo che, se a vincere non sarà la paura dell’altro, raggiungere il numero minimo di 35 iscritti a settimana per sede richiesto allora per l’apertura non sarà così difficile. Ottavia E. Molteni

COMMERCIO

Quel sostegno che non c’è per il commercio di vicinato Partiamo da una considerazione ovvia: questa pandemia ha cambiato, forse per sempre, il commercio delle piccole imprese di vicinato. Sicuramente si sono viste solidarietà e forza per far fronte alla crisi causata da questo virus. Durante qil periodo di lockdown, per il commercio di vicinato e per i cittadini, sono stati adottati strumenti adeguati che potessero soddisfare le esigenze dei cittadini e le piccole imprese stesse. Si è attuato il sistema digitale dell’aiuto impresa online: un aiuto che le piccole imprese in difficoltà possono richiedere tramite il canale del comune. Oppure ancora “Negozi a casa tua”, il sistema di richiesta di spesa a domicilio. Infine “regala una spesa”, con la quale si mette a disposizione la propria attività per offrire una spesa. Nel concreto sono questi gli strumenti messi in campo dall’amministrazione per il sostegno del commercio. Ma stanno funzionando? In realtà si tratta di misure palesemente insufficienti che incentivano solamente il cliente e non la piccola impresa che, nonostante tutto, continua ad avere le proprie tasse da pagare a fronte di profitti

prossimi allo zero. Per poter trovare un equilibrio e quindi un rilancio del commercio di vicinato occorre creare liquidità per le imprese che si trovano in netta difficoltà. Come? Tramite la sospensione o l’eliminazione di alcune tasse vigenti per queste piccole im-

prese, come ad esempio la Tosap o la tassa sulle insegne. Piccoli e semplici gesti ma dal grande significato che implicano fiducia e sostegno al commercio delle piccole attività del comune. E invece, oggi a Sesto San Giovanni troviamo ancora il progetto “Vado a

Sesto” che prevede agevolazioni fiscali per le imprese che aprono nella città. Un progetto nato nel 2015 ai sensi della Legge Regionale del 2014 “Impresa Lombardia: per la libertà di impresa, il lavoro e la competitività”. Un progetto che l'amministrazione ritiene particolarmente utile per attrarre imprese e aziende sul territorio sestese. Si tratta di agevolazioni fiscali per chi sposta o apre la sua impresa a Sesto San Giovanni e non manovre di agevolazione per chi fa già girare l’economia in città. Un po’ troppo poco per una città snodo cruciale per il commercio milanese. Occorrerebbe pensare a misure più incisive come il contenimento dei canoni d’affitto dei locali a destinazione commerciale o produttiva e al contenimento delle tasse comunali per incentivare investimenti in ricerca e sviluppo. E poi ancora una valorizzazione del centro storico, la promozione dello sviluppo occupazionale nel territorio comunale e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile nel territorio comunale. Antonio Saponara


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VIVIBILITA’ URBANA

AMBIENTE E INQUINAMENTO

Imprese intrappolate nel traffico verso la “piattaforma”

Non è la plastica ad inquinare, a farlo siamo noi

Bloccati in azienda o quasi. È il curioso destino delle imprese che operano in via Copernico a Sesto e che, in questi giorni, sono costrette a far fronte con un paradossale fuori programma. Già, perché proprio in via Copernico ha sede anche la piattaforma ecologica di Sesto San Giovanni. Fin qui niente di strano, se non fosse che le regole anti contagio applicate giustamente dagli operatori della piattaforma all’ingresso della stessa fanno sì che i mezzi di cittadini e imprese che devono scaricare dei rifiuti si incolonnino nella stretta via che costeggia il campo Manin formando code interminabili. Tra misurazione della temperatura corporea e accessi contingentati alla struttura, il problema è che le code di automobili in attesa del proprio turno si allungano sempre più. Risultato? Non si passa né in un senso né nell’altro. Tantomeno se si guidano mezzi pesanti. E tra le aziende che hanno sede in via Copernico ce n’è proprio una di trasporti e logistica. “L’altro giorno ho chiamato la polizia locale per cercare di capire come risolvere il problema ma gli agenti mi hanno detto che non potevano farci nulla e che avrei dovuto rivolgermi al sindaco” dice Claudio Fraconti, titolare di una delle imprese che hanno sede in zona e vice presidente nazionale della Federa-

zione Trasportatori Italiani. Oltre ai disagi, questa situazione porta anche a momenti di tensione; proprio pochi giorni fa, facendo manovra, un camion ha urtato leggermente una delle vetture ferme in coda graffiandola costringendo gli involontari protagonisti della vicenda alla rituale compilazione della classica constatazione amichevole. Se è vero che questa situazione inedita ha costretto tutti a ridefinire le proprie abitudini e le proprie priorità, l’amministrazione comunale dovrebbe porre attenzione almeno a quei luoghi sensibili nei quali i cittadini si recano per usufruire dei servizi comunali, proprio come la piattaforma ecologica. Per il momento, però, non c’è stato alcun intervento da parte della giunta che non si è accorta di questa criticità oppure non ha ancora deciso come agire per risolvere il problema. Intanto le code di auto in attesa si fanno sempre più lunghe, specie nel pomeriggio come testimoniano le immagini. Considerando le vicissitudini dei mesi scorsi nella raccolta dei rifiuti e la necessità di lavorare da parte di aziende sestesi che, come tutte, stanno ripartendo dopo la fase di lockdown questa appare come una situazione da non sottovalutare.

La plastica inquina! Questa afferma- plastica, bensì un suo uso intelligente. zione è sulla bocca di tutti. Ma Perché pensiamo che il vetro o i mesiamo davvero convinti che la pla- talli siano riciclabili e la plastica no? stica inquini? E’ stata proclamata Questo deriva da una campagna di una sentenza prima ancora di avere disinformazione e soprattutto di informazioni precise. Si parla mancanza del senso civico. spesso di “folclore ambientalistico”, La colpa dell’inquinamento è solo ovvero il trarre conclusioni senza nostra, dell’ignoranza e della manaverne verificato i dati. Pensiamo canza di senso civico. Il potere del che la plastica inquini perché non si consumatore finale è immenso nelscioglie e non degrada. Ma il vetro l’indirizzare le scelte delle industrie si degrada? Un pezzo di ferro si de- e siamo noi come individui che dobgrada? E poi perché la plastica si do- biamo pretendere che si parli di rivrebbe sciogliere? Tenete conto che ciclo della plastica fin dalla sua quello che si scioglie non si vede e origine (ovvero da quando vengono non si sa bene dove vada a finire, concepiti i prodotti). Introdurre mentre quello che vediamo lo pos- l’impronta ambientale ed il riciclo siamo riutilizzare. nella catena di produzione significa Scientificamente si parla di “im- eliminare un problema che potrebbe pronta ambientale”, ovvero dell’in- diventare insostenibile (ci riferiamo sieme delle risorse naturali che un alle discariche generiche, se non agli oggetto consuma dalla sua nascita inceneritori). (materie prime) al suo declino. Se La plastica porta ad una riduzione guardiamo una bottiglia di vetro, ad dell’impronta ambientale ma dobesempio, il suo peso è circa 24 volte biamo gestirla e riutilizzarla, nulla quello dell’analoga in plastica e di più. Se buttiamo un pezzo di plaspendiamo il stica in un bosco doppio per il non dobbiamo suo trasporto. pensare “tanto Pensiamo che la plastica Una bottiglia qualcuno lo racinquini perché non si può essere riucoglierà”, opscioglie e non degrada. tilizzata 8 volte pure “non è il Ma il vetro si degrada? al massimo giardino di casa Un pezzo di ferro prima di essere mia”, bensì renrifusa; durante diamoci conto si degrada? E poi perché queste fasi serche quel bosco è la plastica si dovrebbe vono prodotti nostro, così come sciogliere? Siamo noi a chimici aggresil pianeta su cui dover agire e intervenire sivi e tanta viviamo. correttamente acqua per la sua Solo con una a difesa dell’ambiente. pulizia. Ma le seria e traspabottiglie di plarente attività di stica possono informazione e essere anche loro riciclate. Teniamo di sviluppo del senso civico riuscianche conto che il vetro fonde a remo a vincere non la battaglia alla 1500°C contro i 280°C della plastica, plastica, bensì la battaglia contro dunque il consumo energetico per l’inquinamento per un pianeta ed la produzione del vetro è 5 volte più una condizione di vita migliore per elevato rispetto a quello della pla- tutti noi. Ma come fare tutto ciò? tica. Se consideriamo tutti questi Prima di tutto introducendo nelle aspetti notiamo che l’impronta am- scuole una cultura sul riutilizzo dei bientale della plastica è nettamente materiali, nonché il senso civico nei inferiore rispetto al vetro e, dunque, nostri figli. In secondo luogo è nela plastica inquina meno del vetro. cessario vincere l’ignoranza e la stuDiscorsi analoghi posso essere fatti pidità della gente introducendo a confronto della carta, del metallo sistemi per la raccolta della plastica ed addirittura del cotone, materiali (sono già molte le iniziative di inverso i quali la plastica vince ancora centivo, come il rimborso di una in termini di impronta ambientale. cauzione se si restituisce la bottiglia Pensiamo anche all’uso della pla- di plastica). Purtroppo tanta gente stica in molti settori: dal medicale non ha interesse per il prossimo (siringhe, apparecchi medicali, ma- (come se vivesse su un altro piascherine), all’automobile (airbargs, neta!) e per questi ultimi è necessacomponenti alleggeriti per ridu- rio introdurre sistemi di incentivo zione consumi, sistemi di prote- economico, che sembra essere zione individuale), agli l’unico strumento al quale sono senelettrodomestici fino all’aerospa- sibili. Pensiamo con il nostro cerziale. Pensate per un momento di vello e condividiamo i nostri dubbi avere la vostra autovettura comple- senza essere influenzati da visioni tamente realizzata in metallo e parziali e distorte (se non vincolate vetro; il suo peso sarebbe almeno 5 da altri interessi economici). Le novolte l’attuale con un consumo di stre piccole ed insignificanti azioni carburante immenso. Riflettete quotidiane possono essere devaanche sulle capacità della plastica di stanti e cambiare il mondo. Domani conservare ed aumentare la vita dei potrebbe essere già troppo tardi e cibi, riducendo drasticamente lo pertanto agiamo oggi, subito e con spreco alimentare e la carica batte- determinazione. rica. La plastica non ha sostituti e pertanto la vera soluzione al proPaolo Rossi blema non è l’eliminazione della Cimplasta Srl


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