L'Altra Sesto - Giugno 2021

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Giugno 2021

La sala di preghiera sarà realizzata in via Luini su un’area di circa 2500 mq

Il sindaco tuona sui social che Sesto non sarà mai La Mecca d’Italia ma nel PGT le aree pubbliche per le attrezzature religiose ci sono e l’opposizione lo attacca duramente AMIANTO NEL NIDO

VIABILITA’ E PARCHEGGI

EX COLONIA COMUNALE

Come è possibile che ci sia ancora questo veleno?

La sosta selvaggia continua in via Edison

Rota Imagna, la fotografia di una vergogna tutta sestese


L’Altra Sesto - Maggio/Giugno 2021 - pag 2

IL PARADOSSO

LA PROPOSTA DELL’EX SINDACO

Sesto Città dello Sport ma... con i centri sportivi ai box

Oldrini: ricordare tutti i sestesi che sono stati portati via dal Covid-19

Il paradosso tutto sestese è che dall’erba alta. Nei mesi scorsi è quella che sarà la città europea partita la prima fase del progetto per lo sport 2022 al momento ha di riqualificazione del centro con diversi impianti sportivi fermi ai una serie di operazioni che prebox oppure abbandonati. vedono: la sistemazione dei due Proprio così. Pensiamo alla pi- campi da tennis in terra rossa, la scina estiva Carmen Longo i cui posa del nuovo sintetico sul lavori di riqualificazione dovreb- campo da tennis al coperto, la bero concludersi (nella migliore realizzazione di due campi polidelle ipotesi) proprio nel 2022. valenti da calcetto e tennis (coLa rinnovata piscina perti e riscaldati Longo sarà dotata di d’inverno), il miuna nuova vasca da glioramento delle 800 metri quadrati, ridue palazzine Il 2022 sarà anche modellata su quella l’anno delle elezioni degli spogliatoi e attuale con zona relax della segreteria. e quello che nelle con getti idromassagAnche in questo intenzioni della gio, zona per nuoto e caso, però, è diffimaggioranza corsi, zona scivoli, cile stimare una avrebbe dovuto spray park di 100 data di fine lavori metri quadrati, con essere un asso nella esatta. profondità dai 10 ai 40 Certamente la manica potrebbe centimetri. È previsto diffusione della rivelarsi un un ristorante con sala pandemia ha ralboomerang interna e spazio outlentato, spesso door. Sarà inoltre addirittura bloccreato un giardino, cato per mesi una zona solarium e cantieri e lavori spazi multifunzionali per lo in tutto il mondo, ma la sensasport. zione è che la nostra città sarà difAllo stesso modo, alla piscina De ficilmente pronta per questo Gregorio, sono ancora in corso i appuntamento. Tra l’altro, il 2022 lavori di riqualificazione sia degli sarà anche l’anno delle elezioni spazi interni che esterni. amministrative e quello che nelle Per non parlare del centro spor- intenzioni della maggioranza tivo Falck di via General Cantore avrebbe dovuto essere un asso dove il campo da calcio versa in nella manica potrebbe rivelarsi condizioni di abbandono, invasa un pericoloso boomerang.

Il centro sinistra e quel candidato che (ancora) non si trova

Il centrosinistra cittadino dovrebbe esaltare la propria eterogeneità, evitando la ricerca ossessiva di una candidatura unica da anteporre al centrodestra. Almeno nella prima fase, questo potrebbe consentirgli di occupare uno scenario più ampio nella scena politica e far confluire forze , soggetti ma soprattutto quell’elettorato che alle ultime elezioni amministrative, aveva premiato il cosiddetto civismo di Sesto Nel Cuore e che dopo la sua disintegrazione, è rimasto orfano. La credibilità nella politica, anche, anzi soprattutto in quelli che presentandosi come nuovi, lindi, fuori dai giochi del potere, avevano carpito la loro fiducia, oggi è praticamente a zero. In questi anni, di governo della città

Caro Direttore,

stati solo sfiorati da questi eventi tragici. come sappiamo tutti, purtroppo, Mi sento di fare una proposta, in questi tanti mesi di pandemia quella di dedicare una giornata molti cittadini e cittadine sestesi per ricordare tutti insieme, senza ci hanno lasciato, o per le conse- divisioni di ruoli, di militanze poguenze dirette del covid o per litiche, di credo religioso, di qualaltre patologie che probabilmente siasi natura, chi se ne è andato. sono state aggravate dall’emer- Ognuno potrebbe partecipare, genza in cui ci siamo trovati a vi- ovviamente rispettando tutte le vere. Oltre tutto in misure di prevenquesto duro pezione, ricordando il riodo spesso tante e proprio caro e intanti sono morti sieme tanti di coRicordare tutti senza nemmeno il loro che sono stati insieme senza conforto della preparte della vita di divisioni di ruoli senza di parenti, questa nostra città. amici e persino i fu- di militanze politiche Una sorta di ceridi credo religioso di monia nella quale nerali o non si sono qualsiasi natura. potuti svolgere o lo ricordare chi se ne è sono stati in condiandato e ripartire Una sorta di zioni difficili, con cerimonia nella quale per il futuro di un contingentaSesto San Giovanni. ricordare chi se è mento dei presenti Naturalmente si andato e ripartire all’ultimo, estremo deve discutere saluto. dove, quando e Questo costituisce, come fare e probaa mio parere, una bilmente si poferita grave nella coscienza e trebbe creare un piccolo gruppo negli affetti più profondi delle di persone indipendenti ed autopersone, di chi se ne è andato e di revoli che organizzino la cerimochi è rimasto, spesso doppia- nia, ripeto senza discriminazione mente addolorato, per la perdita alcuna e con l’unico scopo alto di di una persona cara e per la soli- ritrovare il senso di comunità e di tudine. Ma è stato anche un mo- risarcire chi se ne è andato in somento critico per l’intera litudine e chi in solitudine è rimacomunità, per la città tutta anche sto. di coloro che per fortuna sono Giorgio Oldrini

da parte del centrodestra, l’attuale opposizione ha stentato e stenta ancora a definire la propria identità strategica. Ad oggi, un vero leader riconosciuto e riconoscibile su cui possono convergere larghi strati dell’elettorato non c’è. Eppure di personaggi che possono fare la differenza ce ne sono, sia nella sinistra più radicale, che nel mondo civico, piuttosto che nelle forze più rappresentative. Ad oggi però, non c’è nessuno che riscontra un’adesione discretamente unitaria. Giocano molti fattori: non solo egoismi personali, che pur ci sono, ma soprattutto la debolezza politica ed organizzativa che ancora caratterizza queste forze e movimenti, dopo questi anni di relegamento ai margini delle decisioni

politiche amministrative. Gli spazi in politica non possono essere abbandonati. Succede come su un treno affollato, appena ti alzi, c’è subito qualcuno che ti ruba il posto.


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Non voglio abituarmi alla rassegnazione

In questi giorni giravo placidamente per la città. A piedi, eh. L’ho attraversata in lungo e in largo: dal centro storico sino al Rondò, tagliando per Marelli, tornando su per la Rondinella. Deviando poi per Cascina Gatti, la Bergamella e tutte le altre zone cittadine. Qualche idea me la sono fatta. Voi direte: su che cosa? La risposta è la seguente: se stavamo meglio quando si stava peggio. Esatto: insomma, il passaggio dai comunisti alla Lega ha portato un miglioramento

urbanistico, di decoro e nella sicurezza nella nostra amata Sesto San Giovanni? Sarebbe troppo facile che rispondessi io. Oddio, la mia idea, come vi ho detto, me la sono fatta. Serve ora la vostra. Sono onesto, e voglio partire da un assunto: fare il sindaco, o meglio amministrare una città, grande o piccola che sia, non è mai facile. Ebbene, ho parlato con amici, anziani, clienti dei supermercati e casalinghe. In generale, pare che la “rassegnazione” sia il sentimento che aleggia

maggiormente nei nostri concittadini, già segnati dalla tragicità della pandemia. Insomma, “tanto non cambia mai niente, chiunque vada lassù pensa solo ai fatti suoi e basta”. Già, tipica frase da bar. Ma che è uscita più volte dalle bocche dei sestesi. Ed è proprio questo il sentimento più pericoloso per la democrazia: accontentarsi e piegarsi alla rassegnazione. Sesto è bruttina, dai, diciamo la verità. Ma qualcosa di meglio si può e si deve fare. O no?

LA POLEMICA

Nemici o avversari: chi ha creato il problema?

Nicoletta Pini

La scomparsa del consigliere Vincenzo Di Cristo, capogruppo del M5S, avvenuta nei giorni scorsi, ha creato alcune polemiche. Il personaggio politico è stato apprezzato da ogni parte, ma ha suscitato un certo clamore la sua decisione di non “volere nessuna presenza della maggioranza al funerale”. Una volontà rispettata, anche se un ex assessore ha criticato questa decisione. Infatti Nicoletta Pini, che fu assessore al Bilancio, uscita di scena in un momento particolare della programmazione finanziaria del Comune e mai rimpiazzata, ha fatto la sua considerazione con precise valutazioni politiche. Scrive l’ex assessore: “…il lutto è una delle esperienze più dolorose che l’essere umano possa sperimentare, è quel momento in cui le persone abbandonano le divergenze e le diverse vedute per stringersi insieme nel dolore della perdita. Non è un momento divi-

sivo, anzi al contrario inclusivo visto il suo percorso politico e il perché una persona, soprattutto suo comportamento durante gli chi fa sana politica, adotta un at- ultimi mesi, ci offre una chiave di teggiamento verso gli altri carat- lettura diversa. Ci ha fatto capire terizzato da un costante impegno che nella sua attività politica di di comprensione del prossimo… contrasto ad alcune decisioni non L’empatia politica arriva anche a condivisibili di questa giunta, dissolvere quella gerarchia che dove l’ex assessore Pini è stata naturalmente si crea all’interno di parte, non è stato riscontrato da un gruppo sociale e favorisce la parte sua un comportamento corcomprensione reciproca, aiuta a retto quale si deve a un avversavedere i problemi da punti di rio politico bensì giudizi e vista altrui e aiuta ad imparare ad risposte arroganti di chi ti pone avere fiducia e rispetto per le per- sulla sponda del nemico da comsone anche molto diverse, fine ul- battere e “umiliare”. Tutto questo timo della buona politica volta al Di Cristo lo aveva capito sulla bene comune…Non apprezzo e propria pelle e lo diceva agli non approvo questa moda poli- amici. Raccontava della tracotica tutta sestese di tanza che si troescludere un avvava costretto a versario politico vivere nelle sedute dalla partecipaconsiglio coGli esponenti del Pd del zione al cordoglio munale e nelle come presa di posi- che hanno espresso commissioni. Tratil desiderio di non zione, perché non tato, appunto, non dovrebbero esi- avere rappresentanti da avversario ma stere nemici ma della giunta attuale nemico. E proprio solo degli avverper questo nei suoi avevano le loro sari….”. momenti di ragioni ideologiche. ultimi Condividiamo lucidità ha chiesto ogni parola dell’ex Nel caso di Di Cristo che nessuno delc’è una chiave di assessore: la sua inl’attuale giunta saterpretazione della rebbe stato gradito lettura diversa sana politica, dei al suo funerale. valori che dovrebCome dargli torto bero portare a stare nel vedere giornalvicino a tutti i cittamente cosa scridini senza arroganze e comporta- vono sui post amministratori e menti da maestrini e soprattutto simpatizzanti e i giudizi che senza reiterare accuse agli scon- danno agli avversari politici. fitti quotidianamente. Nicoletta E, quindi, riteniamo che l’analisi Pini dice di non condividere que- dell’ex assessore Pini è giusta nelsta “moda sestese” mettendo tutti l’impostazione e sbagliata nel menello stesso giudizio, mentre c’è rito. Se oggi a Sesto ci sono una differenza enorme che non “nemici” e non avversari politici vuole vedere. Gli esponenti del non è certo per la volontà di chi Pd che hanno espresso il deside- sta in minoranza, bensì per il rio di non avere rappresentanti comportamento di chi non si acdella giunta attuale avevano le contenta di avere vinto le elezioni loro ragioni ideologiche (Penati e ma da quattro anni continua a Rivolta) e, forse, anche valuta- umiliare le minoranze. I nemici a zioni oggettive di comporta- Sesto sono un prodotto di questa mento. amministrazione. Nel caso di Vincenzo Di Cristo, Francesco Pontoriero

Ciao, Vincenzo

Vincenzo Di Cristo

Mercoledì dovevamo prendere un caffè insieme, era tanto che lo desideravamo, io e te con Daniela ed Eleonora ed invece sabato mattina ricevo la telefonata che non avrei mai voluto ricevere. Mi sono sentito come quei cartoni animati che fotogramma dopo fotogramma, perdono un pezzo della loro figura. Ci eravamo sentiti due giorni prima e con il tuo solito entusiasmo e la tua passione politica, avevamo progettato il futuro del movimento cinque stelle nella nostra città, di come proseguire quel cammino che senza di te non saremmo mai riusciti ad intraprendere. Per noi eri il faro, la guida, un trascinatore. Ci eravamo conosciuti 14 anni fa ed anche se su fronti politici diversi, da subito era nato tra noi un rapporto di stima e rispetto, un rapporto diventato poi un’amicizia sincera, un’amicizia vera che porterò sempre nel cuore, tanto da farci dire: “Peccato non esserci conosciuti prima”. Mi ricorderò sempre quando in un consiglio comunale di dieci anni fa dove discutevamo di bilancio, tu eri stato l’unico dell’opposizione rimasto in aula, perché tu sei sempre stato rispettoso delle istituzioni e di chi non la pensava come te. Sto scrivendo queste righe con gli occhi lucidi. Ho trovato la forza ed il coraggio che tu hai sempre trasmesso a chi ti stava vicino, ma non e’ facile. Mentre scrivo questo ho la tua figura e il tuo sorriso davanti a me, quel sorriso che ti ha sempre fatto amare da tutti. Ciao Vincenzo, ovunque tu sia. Daniela ed Eleonora nel loro dolore, possono solo essere fiere di te anche se questo non e’ sufficiente a riportarti tra noi. Ci hai salutato troppo presto ed hai lasciato molti orfani in città. Ciao Vincenzo sei stato un grande. Moreno Nossa


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ASILO DI VIA BENEDETTO CROCE

A Sesto c’è ancora amianto nel 2021, ed è in un nido! Come è possibile?

Pensavamo che fosse stato ormai individuato e rimosso, perlomeno dai luoghi “vissuti” (l’Italia l’ha messo al bando nel 1992 con la Legge 257). Invece si deve purtroppo parlare ancora di amianto e dove meno risulta accettabile. Fibre di questo insieme di minerali cancerogeni risultano infatti presenti, a seguito di analisi e verifiche, presso l’asilo nido di via Benedetto Croce. Il “nemico” non è tuttavia nuovo. Lasciamo parlare in merito gli atti: “Tra le problematiche evidenziate nel piano del censimento amianto 2021, il responsabile dell’amianto incaricato dall’A.C. ha riscontrato la presenza di fibre di amianto nella colla delle piastrelle in pvc. Attualmente la situazione è in sicurezza in quanto la suddetta superficie, come evidenziato dai vari piani del censimento che si sono realizzati negli anni, è stata confinata tramite la

Vergognoso che ci sia ancora amianto in città e che lo si trovi oltretutto in una struttura che ospita neonati e bimbi piccolissimi. Ma qualcuno aveva mai controllato? posa di una nuova pavimentazione in pvc; a seguito di quanto sopra evidenziato, visto comunque l’obbligo normativo non solo di mettere

Case, case e ancora case. Più macchine e traffico nella città del futuro?

in sicurezza, ma di bonificare la presenza di amianto dai siti comunali, l’A.C. ha la necessità di predisporre una manifestazione di interesse, volta a recepire la volontà da parte degli operatori presenti sul mercato a realizzare i lavori di bonifica”. Amianto addio, quindi, in questa struttura, come in altre nove in città per le quali è previsto un non meglio precisato finanziamento (regionale?) da 1,8 milioni di euro. Riguarderà coperture, pavimentazioni e tubature (sino alla messa al bando, specialmente tra gli anni Sessanta e Ottanta del secolo scorso, l’amianto era comune negli edifici pubblici quali, appunto, scuole e ospedali). Comprensibile l’allarme delle famiglie con bimbi al Croce una volta appreso della presenza di fibre del materiale nella colla di fissaggio

"Com’è bella la città, com’è grande la città, com’è viva la città, com’è allegra la città”… Così Giorgio Gaber in una famosa canzone che denunciava l’inurbamento eccessivo della Milano del boom economico che giorno dopo giorno si ingrandiva a dismisura, in maniera disordinata e senza una seria programmazione. Allora eravamo negli anni sessanta e l’Italia cercava nello sviluppo industriale la strada per la sua ricostruzione. L’esodo di massa di lavoratori dal Sud, piuttosto che dalle province povere del Nord, rese molto difficile il compito degli allora amministratori che si trovarono a fronteggiare i fabbisogni minimi: della casa, delle scuole, dei trasporti. Ci misero impegno, ma la disperazione della fame rappresentata dall’esodo dei migranti , spesso li travolse, contribuendo ad uno sviluppo urbanistico complicato e a volte disordinato. Oggi abbondantemente nel ventunesimo secolo, leggere i piani di sviluppo di alcuni comuni, soprattutto quelli

delle piastrelle e della necessità di procedere subito alla loro rimozione. Tanto più che nell’avviso pubblico indagine di mercato per i lavori ultimati nel periodo di chiusura legato alle festività natalizie andiamo perciò indietro di pochi mesi - si leggeva di “interventi relativi il rifacimento della pavimentazione in pvc tramite la posa di nuova pavimentazione in pvc”, accanto all’adeguamento antincendio e alla messa in sicurezza dei solai. Per quanto riguarda invece i lavori da poco avviati, che riguarderanno anche il guardino (con rimozione di frammenti di vetro in un’area esterna, posa di un tappeto di erba sintetica e di una rete oscurante verde sulla recinzione), un effetto immediato ha comportato la necessità di spostamento, sicuro sino a

alle prese con il recupero delle ex aree industriali, vengono i brividi. Si premia l’incapacità programmatica e una visione cinica del governo del territorio. A Sesto, da quello che abbiamo potuto ascoltare, si prevede sulle ex aree Falck, un insediamento di circa quindicimila nuovi abitanti. Una città nella

fine anno, dei piccoli utenti dell’asilo nido dagli spazi in cui avevano imparato a sentirsi sicuri a quelli di Piccoli e Grandi in via Tonale senza tener conto né di necessità strutturali né dell’impatto emotivo sui piccoli. Un disagio nel disagio giacche già nel febbraio scorso erano emersi problemi di organico con conseguente tagli al servizio erogato e contrazione dell’orario, solo da fine aprile riportato alle ore 18. Due assenze per maternità di cui solo una al momento coperta. Nel corso di una videoconferenza in data 12 aprile 2021, il responsabile del Servizio Nidi del Comune ha parlato ai genitori preoccupati per la situazione costantemente rattoppata di un blocco delle assunzioni imposto al Comune. Notizia che ha indotto il comitato di gestione del nido Croce - insieme con quelli di

Corridoni, Croce, Marx, Nievo e Savona - a indirizzare una richiesta di chiarimenti allo stesso, oltre che al Sindaco e all’assessore alla partita, Roberta Pizzochera. Ottavia E. Molteni

città, già fortemente urbanizzata, che denota incapacità, disinteresse e soprattutto inettitudine, Su quelle aree, per la loro posizione, per il ruolo strategico di ricucitura urbana che hanno, si doveva pensare ad un uno sviluppo ponderato, con una forte concentrazione di servizi, con scelte che premiassero lo sviluppo ambientale, con percorsi alternativi al traffico pesante, con la presenza di eccellenze produttive di ricerca e di formazione. Niente di tutto ciò. Case, case e solamente case, sulla parte che resta, tantissima per altro, non occupata dalla città della salute. Non sappiamo e non ci interessa sapere, quale studio architettonico l’abbia elaborato. Sappiamo invece, chi sono i decisori politici. Questo ci basta, per giudicarli. " Com’ è bella la città , com’è grande la città... Con le réclames sempre più grandi, coi magazzini le scale mobili, coi grattacieli sempre più alti. E tante macchine sempre di più."


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SOSTA A PAGAMENTO

Aumentano i dehors, e anche le strisce blu Uno degli effetti della pandemia è stato quello di permettere a bar e ristoranti di occupare marciapiedi e sedime stradale, prima destinato ai parcheggi, per sistemare tavolini esterni ai locali, dato che per lungo tempo era vietato servire i clienti all’interno. E’ stata una decisione nazionale che ha permesso a questi commercianti di acquisire gratuitamente spazi per far fronte alla crisi dovuta al Covid. Anche Sesto San Giovanni ha visto nascere molti di questi “dehors” in tante parti della città, con un aumento della vivacità cittadina, ma con un aggravarsi dei problemi di parcheggio in molti quartieri, soprattutto in quelli in cui, data la vetustà degli edifici, non ci sono box di pertinenza. Ma un problema ulteriore incombe. Infatti nei mesi scorsi la giunta comunale ha approvato una delibera che modifica il piano parcheggi cittadino aumentando a dismisura il peso sui cittadini. Infatti gli attuali posti a pagamento (strisce blu) passano da mille a 5 mila e viene rivista tutta la disciplina per i parcheggi riservati ai residenti (le strisce gialle) istituite a suo tempo nelle zone nei

pressi delle fermate della metropolitana. Si era scelto di riservare ai residenti questi posteggi perché ogni mattina arrivavano pendolari dalla Brianza che lasciavano la loro vettura e prendevano la Mm per andare a Milano e la riprendevano la sera. In questo modo però diventava spesso difficilissimo per i residenti trovare un posto dove parcheggiare

la loro vettura. Ora la giunta sostiene che questa scelta è sbagliata e vuole cambiare il tutto. E oltre ad aumentare di 5 volte il numero dei parcheggi a pagamento, lieviterà considerevolmente anche il costo orario, almeno del 20 per cento. La applicazione della delibera per ora è sospesa, ma presto potrebbe essere attivata. Giorgio Oldrini

COPIA E INCOLLA

Identità civica ma non troppo. Quale identità? Identità Civica. uno dei frammenti della decomposizione politica di Sesto nel Cuore, ha affisso un manifesto con il suo logo, davvero bruttino, e con il sottotitolo "Il coraggio delle scelte": niente di male, se non fosse che questo slogan sia la perfetta scopiazzatura dello slogan usato dalla Lista popolare per Sesto alle scorse amministrative. Un modo abbastanza curioso per lanciare la campagna elettorale che denota mancanza di fantasia, oltre ad una scarsissima capacità politica e programmatica. D’altronde ci troviamo difronte un gruppo cosiddetto civico , che difronte alle difficoltà e ai problemi politici subito emersi in giunta che portarono all’abbandono del vicesindaco Caponi e dell’allora assessore Tittaferrante, non esitò ad abbandonare il proprio Capitano, e scelse l’ancora di salvezza lanciata da Di Stefano e company per continuare a vegetare politicamente. Sì, perché di questo si tratta, di vegetare. In questi anni di presenza in giunta e in Consiglio Comunale di questo gruppo si sono perse le tracce. Gli attuali rappresentanti non hanno mai avuto la forza e la capacità di esprimere una

proposta, un progetto minimo, almeno un idea per la città. In provincia di Pistoia, c’era un valido medico di base che ad ogni elezione comunale presentava una propria lista. Si scontrava con dei giganti e normalmente perdeva. Mai la soddisfazione di eleggere un consigliere, Finchè ad una tornata elettorale, approfittando di una lite scoppiata a sinistra tra Pci e Psi che da sempre governavano, riuscì finalmente ad eleggere cinque consiglieri su venti, diventando l’ago della bilancia per la formazione della nuova giunta e dell’elezione dl sindaco. Spinto dai suoi eletti, scelse di appoggiare una coalizione un pò sgangherata, composta da tre

democristiani e tre socialisti che relegò all’opposizione i nove consiglieri del Pci. Alla presentazione della nuova giunta, con la sua proverbiale onestà disse: "Oggi si celebra il funerale della mia lista civica, nata per costruire e finita per demolire. Abbiamo vinto perdendo la nostra originalità, e abbiamo perso vincendo con il nostro egoismo”. Dopo tre mesi il medico di base, eletto vicesindaco, si dimise e tornò a tempo pieno dai suoi pazienti. In consiglio e in giunta rimasero gli eletti del suo gruppo. che negli anni del loro mandato riuscirono a collezionare un record: il silenzio attivo nell’inutilità. Il Guardiano del faro

Moderati, non molli In un sistema politico in cui si fronteggiano i sovranisti di destra e i populisti a sinistra, c’è una vivace ma frammentata famiglia politica che per convenzione viene posizionata nel centro. Raggruppa i riformisti, i progressisti e i liberali: i loro detrattori, però, li chiamano moderati. Dici moderato e pensi al cerchiobottista, al democristiano, a quello che non prende mai una posizione chiara e, perché no, anche al paraculo. Il tiepido riscontro dell’elettorato è inequivocabile e non lascia spazio a dubbi. Le politiche radicali e nette, quelle che non conoscono la mediazione fra i diversi interessi in gioco, riscuotono ancora consenso e fiducia. Ci si dovrebbe domandare, allora, perché questi moderati si ostinino a calcare la scena politica e come mai non si rassegnino all’irrilevanza elettorale. Nella vita privata desideriamo ricercare l’equilibrio e la composizione dei conflitti, ma siamo invece disposti a consegnare la res publica all’apparente decisionismo degli estremisti. Si fa la gara a chi aumenta la spesa pubblica, ma nessuno pare davvero interessato a efficientare l’esistente e a verificare se gli obiettivi prefissati siano stati raggiunti; ci si lamenta della sfrenata competizione mondiale, ma non si fa nulla per ridurre il gap con gli altri Paesi (si spera che siano gli altri a peggiorare). Eppure, il declino economico e sociale dell’Italia è sotto gli occhi di tutti e non è un caso che il nostro Paese sia il principale beneficiario del Recovery Fund. Una pioggia di denari che è stata accolta con lo stesso paradossale entusiasmo con cui un malato grave potrebbe ricevere una generosa dose di antidolorifici. Le soluzioni facili (da qualcuno dette dei “sintomi spacciati per rimedi”) sono formidabili sulla carta, ma difficilmente funzionano. Del resto, basta addebitare gli insuccessi a qualcun altro e il gioco è fatto. Poteri forti, banche, UE, chi ha governato prima, mandarini di Stato, imprenditori/prenditori, la lista è sempre work in progress a seconda degli animi del momento. Se il gioco non dovesse funzionare, si può sempre abbandonare i cavalli di battaglia delle origini e abiurare i principi etici a cui ci si era legati. L’elettorato ha memoria corta e individua il proprio leader politico non sulla base di valori condivisi, ma per simpatia e tifo. Proporsi come forza pragmatica e seria in una politica costantemente in fibrillazione è faticoso. Il confronto difficilmente è sul merito delle questioni, perché spesso scivola sulle appartenenze e sul discredito personale. Chi non grida e non attacca l’avversario ogni santo giorno viene visto come uno fiacco, spento o sfigato: un moderato insomma. Si sbagliano. Si è moderati nel modo di esprimersi e nella ragionevolezza delle soluzioni proposte. Anche se sono in minoranza, difendono con determinazione i loro valori identitari e promuovono con risolutezza i loro progetti. Del resto, sono gli estremisti a diventare moderati una volta arrivati al potere, mai il contrario. Un motivo ci sarà. Massimiliano Rosignoli


L’Altra Sesto - Maggio/Giugno 2021 - pag 6

PGT: la sconfitta di politica, cittadini e della città A brevissimo il Sindaco leghista di Sesto San Giovanni porterà in adozione in Consiglio Comunale il "suo" nuovo strumento urbanistico generale: il Piano di Governo del Territorio altrimenti definito "il Piano del Sindaco", ad indicare le scelte importanti e di lungo periodo che si decidono per una Città. Nel nostro caso una Città importante: la quinta della Lombardia. Da ex leghista (anche se non più tale ormai da diversi anni), confesso di aver provato un certo rammarico e senso di nausea nell'aver letto questo nuovo Piano e mi sono venuti in mente i tempi in cui a Sesto, soprattutto la Lega Nord ed io stessa, avevamo molto combattuto per riservare alla "nostra" storia, identità e radici un ruolo fondamentale nelle trasformazioni; opponendoci in modo forte a speculazioni, al "palazzinaresimo", ad interventi troppo massicci ed avulsi sia dal contesto che da un reale mercato edilizio che non fosse solo un mercato finanziario. Per partire dalle esigenze dei cittadini, nell'idea che un Piano

Urbanistico debba essere la garanzia della democrazia e di un futuro inteso anzitutto in senso egualitario e giusto. Un futuro che dovrebbe garantire a tutti l'accesso alla casa, al lavoro, alla sicurezza, ai trasporti, al proprio "credo" religioso, alla qualità della vita. Senza trascurare lo slancio metropolitano che oggigiorno per Sesto diventa un imperativo, se si vuole evitare di rimanere un piccolo sobborgo di Milano. Ecco, questo nuovo Piano Urbanistico, invece, credo proprio che rinunci a tutti quegli ideali. Sostanzialmente si tratta di un "copia e incolla" dell'attuale Piano Urbanistico fatto dalla "Sinistra", anch'esso assai bruttino per la verità, con alcuni rimaneggiamenti in senso peggiorativo: edificabilità aumentata ovunque, altezze massime degli edifici senza alcun limite anche nella Città Costruita, modalità di attuazione delle trasformazioni senza alcun senso e attenzione e "barattabili" di volta in volta tra Operatori immobiliari e Giunta Comunale (quindi direttamente con la parte po-

litica), coperte dalla "benedizione" che i membri della Commissione Paesaggio saranno, bontà loro, costretti a dare su tutto, anche se non servirebbe. Temi centrali per la nostra Città, quali l'edilizia sociale, la sicurezza, la riqualificazione delle periferie, la garanzia dell'aumento dei Servizi, la qualità del vivere il "post pandemia", il dialogo metropolitano, il ragionare su un 17,5% di popolazione straniera che qui abita, la garanzia di attuare davvero aree a verde interne alla Città di cui c'è un gran bisogno, la qualità di ogni trasformazione, l'aiuto ai commercianti, il senso di appartenenza sestese e altro ancora..... non esiste in questo nuovo Piano. Il Sindaco, forse perchè di Milano e non di Sesto come quasi tutta la sua Giunta, ha politicamente rinunciato ad accettare una sfida per Sesto: dotarla di un Piano adeguato ed innovatore. Ha rinunciato a tutti gli ideali sia della Lega sia per i suoi cittadini. Ha preferito voler apparire, come fa di solito, e portare frettolosamente in

adozione un Piano che fa abbastanza ridere, per non dire piangere. Isomma....non un Piano per la nostra Città, ma solo un Piano per chi oggi amministra la nostra Città. Una spilletta da attaccarsi alla giacca, forse per dire : "io l'ho fatto", ma senza pensare che questo Piano resterà per lungo tempo, mentre lui, mi auguro, possa andare in altri lidi. Mi domando come possano i Consiglieri leghisti votare un simile scempio urbanistico. Loro che da lungo tempo sono nella Lega....loro, e non solo loro, che si devono ingoiare un'area di vaste dimensioni in via Luini dedicata alla moschea quando nel 2017 gridavano "NO alla Moschea in Via Luini". Loro che ci metteranno la faccia e che tradiranno tutto quello che per anni e anni a Sesto ha detto la Lega. Loro che rinunciano ad un Piano per la gente e tra la gente, "svendendosi" all'offerente più forte. Ma come disse un grande storico: " Se i cittadini preferiscono la cattiva urbanistica, che l'abbiano!". Alessandra Tabacco

NEL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

La moschea a Sesto si farà. E sarà ancora più grande?

Il proclama sui social, come sempre, è roboante. Gli esiti concreti molto meno. All’indomani del consiglio comunale sul Piano di Governo del Territorio (PGT), il sindaco Roberto Di Stefano ha tuonato su Facebook: «Sesto non sarà La Mecca d’Italia. I sestesi possono stare tranquilli. Lo abbiamo già detto molte volte e ieri lo abbiamo ribadito: a Sesto San Giovanni, con noi, non verrà costruita la moschea. Lo abbiamo confermato anche nel nuovo Piano di governo del territorio approvato ieri sera in Consi-

glio comunale». Peccato che le cose non stiano esattamente così a sentire l’opposizione. Durante la dichiarazione di voto, l’ex sindaco del PD, Monica Chittò ha detto: «Sul programma elettorale del sindaco depositato in comune c’era scritto chiaramente e vergognosamente che la sala di preghiera avrebbe ospitato 4 mila fedeli e quella struttura è più piccola di quella che andrede a votare, non prendeteci in giro». Paolo Vino, capogruppo della Lista Giovani Sestesi, aggiunge: «La cer-

tezza è che la moschea si farà e il centrodestra dovrà andare a spiegarlo al proprio elettorato. L’unica area per attrezzature religiose nel PGT è proprio quella di via Luini sono circa 2500 mq quindi un edificio di circa 750 metri quadri circa. Noi abbiamo sempre detto che la questione della moschea andava condivisa ma la maggioranza non ha fatto altro che fomentare paure ingiustificate». Senza contare che, per ben due volte, questo Comune e questa amministrazione hanno «perso» i contenziosi proprio con il centro cultu-

rale islamico. I giudici sono sempre stati chiari: il diritto di culto deve essere garantito e nessuna norma urbanistica può calpestare questo diritto. Proprio l'ultima sentenza invitava l'amministrazione a sedersi a un tavolo con la comunità musulmana per trovare una soluzione condivisa nel rispetto di un diritto riconosciuto. Insomma, al di là delle dichiarazioni di circostanza, l’impressione è che si possa dire addio grande moschea a Sesto... E dare il benvenuto ad una moschea ancora più grande.


L’Altra Sesto - Maggio/Giugno 2021 - pag 7

ABCDEROS

Il nuovo analfabetismo è quello informatico Un fiorire di libri scritti da leader di Partito o meglio, scritti da qualcuno per loro, perché , a vederli girare di piazza in piazza, viene veramente da chiedersi quando avrebbero potuto scriverli e soprattutto come, dato che sentendoli parlare, viene in mente di tutto tranne di avere davanti delle buone penne. L'ho scritto più volte, se un politico parla troppo e soprattutto alla pancia è perché qualcuno, anzi, pare a molti, vuole sentirgli dire ciò che più gli piace. Assecondare è sempre più spesso la chiave per conquistare preferenze. La verità è che cavalcare la frustrazione è da miserabili ma, purtroppo, funziona e, se la frustrazione non si presenta bella e pronta, bisogna inventarla, allevarla e aspettare che cresca per poi cucirsela addosso ed essere capaci di farsi identificare come i suoi curatori. A cascata,dal livello nazionale, si passa a quello locale dove troviamo sui social centinaia di pagine fotocopia di Sindaci,( che fortunatamente

ci risparmiano i loro tomi), quello di Sesto San Giovanni può essere annoverato tra i più attivi, tappezzate di post che ricalcano fedelmente la "linea" del leader. Poco importa se il risultato è uno scollamento sociale che provoca violenza, stimola l'ignoranza o il bacchettonismo più feroce, tutto è sacrificabile sull'altare della propaganda. Ci sentiamo un po' come quella bambina ritratta in un manifesto di propaganda del dopoguerra. Corre felice ma rischia di essere schiacciata da un grande carro armato. Il manifesto, firmato democrazia Cristiana, recita in stampatello maiuscolo :" SALVA I TUOI FIGLI". Ce ne sono tanti che, come quella bambina indifesa, rischiano di essere travolti dal carro armato della propaganda, un'arma letale incapace minimamente di prendersi la responsabilità di filtrare e anzi, sguazza nel non detto, nell'impreciso o addirittura nella spudorata e volontaria falsità. Non è ammessa ignoranza ma, a

quanto pare, da alcuni è più che accettata o almeno, caldamente auspicata tanto, nessuno dei tuoi compagni di viaggio si permetterà mai di macchiarsi del delitto di lesa maestà. È sempre quella la mancanza più grande: la consapevolezza del danno che viene provocato e l'indifferenza davanti al dolore fabbricato a "regola d'arte". Contro tutto questo ci si deve esprimere, si deve combattere, fornire a tutti gli strumenti necessari per riconoscere la truffe propinate da una propaganda impietosa e spietata. Dal 1861 al 1951 l'analfabetismo passò dal 78 al 13%. I passi significativi li facemmo soprattutto dopo, con la caduta del Fascismo, la nascita e la maturazione della Repubblica. L'incapacità di discrezione, di non comprendere cosa del web sia genuino o inventato, è parte di un nuovo e terribile nemico che certa politica, vigliaccamente, cerca di utilizzare per accrescere il consenso: l'analfabetismo informatico. Eros de Noia

L’AUTOGOL

La demagogia della giunta sul nuovo centro islamico

L’assessore Antonio Lamiranda

La destinazione d’uso dell’area di via Luini, resta la stessa scelta dalla giunta Oldrini nel Pgt e fatta propria dal sindaco Chittò. In sostanza viene riconfermata la possibilità di costruire un luogo di culto. In parole povere, la Comunità islamica, che attualmente occupa l’area con una struttura provvisoria potrà concorrere per la sua acquisizione e costruire la propria Moschea. Dopo tanta demagogia, proteste vibranti, mobilitazione di cittadini con la pa-

rola No alla Moschea, la Giunta Di Stefano al momento dell’approvazione del nuovo Pgt, che in tante sue parti è stato cambiato radicalmente, non ha avuto la forza e il coraggio di essere conseguente alla sua demagogica propaganda, che l’ha caratterizzato in tutti questi anni, e che le aveva consentito sull’onda dell’emotività di conquistare il Comune. Si è fermata all’ultimo chilometro, così come succedeva a Franco Bitossi, corridore ciclista

degli anni settanta che in vista del traguardo, colpito da crisi di panico si inchiodava sui pedali e non riusciva a vincere la corsa. Dopo il consiglio comunale che ha sancito a maggioranza questa scelta, il sindaco tenta di recuperare col solito e trito post su Fb, dichiarando ai quattro venti che : "...comunque la Moschea a Sesto non si farà mai" . Affermazione tanto ridicola, quanto inutilmente difensivista. Di Stefano sa benissimo che una volta destinata ad area di culto , non potrà mai e poi mai impedire alla Comunità islamica di partecipare per l’acquisizione dell’area e costruirsi la struttura che ritiene idonea. Se voleva essere coerente con le sue promesse, spesso sceneggiate, avvallate dalla presenza in loco di Salvini e Meloni, questo era il momento adatto. Bastava depennare la scelta di luogo per ospitare funzioni religiose di quel posto. Non lo ha fatto. Questa è la realtà. Tutto il resto sono chiacchiere. Bla bla bla. Noi restiamo fedeli alle nostre posizioni, senza demagogia e senza urla e sceneggiate con sceriffi e vice sceriffi im-

provvisati. Si proceda in concordia, si coinvolgono tutte le comunità religiose presenti sul territorio, e si trovi indicriminatamente posto per tutti, nel rispetto degli altri, del luogo che viene scelto per ospitarli, ma soprattutto dei valori, civili e democratici della città.


L’Altra Sesto - Maggio/Giugno 2021 - pag 8

IN VIA EDISON

La sosta selvaggia continua... Le immagini che avevamo pubblicato sulle pagine di questo giornale parlavano chiaro. Non servivano commenti ed erano (anzi sono) la rappresentazione di un malcostume che va avanti da tempo. In via Edison, da mesi ormai, esiste un vero e proprio caos parcheggi con decine di auto ferme in doppia fila al centro della carreggiata nello spazio riservato ai pedoni. Non una zona qualsiasi ma la «casa» dell’assessore all’innovazione Marco Lanzoni, sempre solerte nel denunciare situazioni di degrado cittadino con il suo fedele smartphone. Insomma, anche senza una segnalazione da parte di qualche cittadino, dal palazzo municipale avrebbero dovuto accorgersi del problema. E invece... Cosa è cambiato a due mesi da quella denuncia? Per il momento nulla. L’assessore Lanzoni, dopo aver certamente letto l’articolo in questione, non si è ancora mosso e lo stesso, evidentemente, hanno fatto i suoi colleghi alla partita dal momento che le auto in sosta vietata continuano ad ostruire il passaggio creando anche una situazione di potenziale pericolo per i pedoni. Un’inerzia da parte della giunta che la dice lunga sulle priorità di

una amministrazione che è sempre pronta a farsi immortalare in qualche selfie ma che, di fronte ad altre immagini, gira la testa da un’altra parte e fa finta di non vedere. Oppure, peggio ancora, tollerà situazioni come questa. Ma se qualcosa di analogo accadesse non in via Edison ma in una delle strade del centro storico? Ognuno tragga le

proprie conclusioni. Un’inerzia che stupisce se si considera invece come in altre parti della città la sosta sia stata regolata in maniera puntuale, attraverso l’utilizzo di strisce blu. Va bene che fino al 31 luglio prossimo tutta la sosta a pagamento è temporaneamente libera, ma la situazione in via Edison non c’entra

nulla con la gestione del servizio di sosta in città. Da parte nostra, continueremo a fare informazione denunciando questa e altre situazioni di degrado fino a quando chi di dovere non provvederà a risolverle nell’interesse di tutti i cittadini sestesi. Nel frattempo, la sosta selvaggia continua.

L’ANALISI CRITICA

Il doppio fronte della giunta, tra volgarità e auto-elogi In questi mesi l'Amministrazione Di Stefano appare sempre più impegnata su due fronti, in uno sforzo sostenuto in particolare da Roberto DI Stefano e Antonio Lamiranda. Il sindaco sembra interessato quasi esclusivamente ad agitare le paure del suo elettorato più radicale, berciando in maniera scomposta e, spesso, al limite della volgarità contro i cosiddetti clandestini: esempio luminoso di questa propaganda è l'ultimo video in cui Di Stefano urla il suo rifiuto ad accogliere in città anche uno solo dei disgraziati che sbarcano sulle nostre coste in fuga da una vita impossibile. Al di là della volgarità dell'approccio, quello che mi colpisce di più è che un figlio di immigrati, come è Di Stefano, i cui genitori probabilmente avranno subito le discriminazioni che molti settentrionali infliggevano ai meridionali appena sbarcati al nord, sia diventato un vero e proprio aguzzino dei nuovi migranti, oltretutto dimenticando tutte le autoattestazioni di 'cristianità' che lui e quelli della sua parte spesso proclamano, nella speranza di attirare il voto dei cattolici più sprovveduti. L'assessore Lamiranda, invece, da un lato, è impegnato in una gara di esaltazione del proprio lavoro al limite del grottesco, dall'altro, si butta in pensosi post di commento su tutta la politica italiana, sempre mettendo a confronto i suoi (supposti) meriti con i demeriti di quelli che egli indica come

suoi avversari alla pari, anche se è verosimile che molti di loro ignorino non le opere, ma l'esistenza stessa di Lamiranda: penso in particolare ai post contro il sindaco di Roma Virginia Raggi o contro quello di Milano Giuseppe Sala, paragonando i problemi di città come Roma e Milano a quelli di Sesto, con un atteggiamento che non può non suscitare ilarità in chi ha ancora un minimo di spirito critico... A tutto questo si aggiunge il diluvio di annunci sulle prossime mirabolanti realizzazioni di questa Giunta, con rendering (cioè immagini virtuali) che vengono spacciati come foto della realtà del territorio; l'unica cosa certa, però, per adesso è il diluvio di aumenti di spesa sulla testa dei cittadini: dalla TARI al pagamento della sosta, tutto aumenta vertiginosamente, senza alcun rispetto dei problemi dei Sestesi. Purtroppo però per adesso l'opposizione, a parte i meritori sforzi di Paolo Vino, sembra incapace di rispondere con vigore: molti dei suoi esponenti dicono che si stanno organizzando per poi partire al meglio... speriamo che non sia troppo tardi. A tutto questo si aggiunge il dolore per la prematura scomparsa di Vincenzo Di Cristo, forse il più preparato dei consiglieri di opposizione, capace di essere incisivo senza mai scadere nell'attacco personale: la perdita è grave e forte il dolore di tutti i Sestesi perbene... Franca Landucci


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L’OSSERVATORIO SULLA CITTA’

La politica è una sola: cambiano gli interpreti Le idee camminano con le gambe degli uomini. Pietro Nenni lo sosteneva per dimostrare che la politica non è una scienza esatta, ma subisce l’influenza delle persone. Sono i personaggi che si muovono sulla scena che adattano la politica alle proprie esigenze di immagine, contenuto e prospettiva. Succede, spesso, che i comportamenti di questi politici non soddisfino i desideri dei cittadini “illusi” di trovare risposte alle proprie esigenze. Aspettative di tutti i cittadini e non solo di quelli che condividono ideologicamente ogni decisione di chi detiene il potere. Vista da una prospettiva idealista la Politica, come spiegava Aristotele, non dovrebbe essere l’esercizio di un potere assoluto sugli uomini ma l’interpretazione del “comando” su cittadini liberi e uguali che tiene conto del loro consenso per arrivare allo scopo di operare per il bene dei governati e non solo dei governanti. Non vogliamo essere utopisti (anche se l’utopia è la più reale delle realtà possibili) ma ci sorprende la disinvoltura spesso utilizzata per portare acqua “al proprio mulino” a prescindere dalla realtà che ci circonda. Sesto San

Cinisello e Cologno, entrambe con sindaco leghista, operano con maggiore sensibilità per i bisogni dei residenti e nel rispetto dei valori storici cittadini Giovanni è un modello fuori da questi concetti base della Politica che garantisce a tutti le condizioni entro i quali si può realizzare la vita umana, ma dimostra di essere una costruzione artificiale per garantire la sicurezza propria. Questa considerazione scaturisce dai comportamenti tenuti in momenti particolari dove sono stati messi in discussione (e anche vanificati) modelli funzionali alla vita sociale e sportiva di Sesto. Ostruzionismi ai valori fondanti della memoria storica come la medaglia al valor militare negata in cerimonie di commemorazione o di rappresentanza della città. La singolarità di questo modo di operare con una politica spicciola è testimoniata anche da situazioni che si scontrano con le decisioni prese in due comuni a noi vicino: Cologno Monzese e Cinisello Balsamo, entrambe con sindaco leghista, che operano con maggiore sensibilità verso i bisogni dei residenti e nel rispetto dei valori storici cittadini. Andiamo agli esempi concreti. A Cologno Monzese la comunità musulmana ha chiesto di poter svolgere la festa di fine Ramadan in uno spazio aperto; un parco pubblico nella zona del quartiere City. La risposta del sindaco, e della sua giunta, è stata positiva con la con-

Questa non è la nostra città di Paolo Vino Consigliere comunale Giovani Sestesi

cessione dello spazio e la presenza delle forze dell’ordine per rispettare le regole della mascherina e delle distanze. Il parco è stato affollato da centinaia di musulmani che hanno potuto portare a termine la loro preghiera nel rispetto delle loro tradizioni e in piena libertà così come ha sottolineato lo stesso sindaco nel rimarcare che a tutti è dovuto il diritto di svolgere le proprie tradizioni nel rispetto delle regole, senza preconcetti. Cinisello ha operato con una decisione altrettanto importante per i propri cittadini: ha approvato una delibera che offre (gratuitamente) gli spazi sportivi delle scuole e altre strutture a tutte le associazioni che colpiti dal Covid 19 sono entrati in una difficoltà senza ritorno, le cui conseguenze sarebbero ricadute direttamente su tutti i cittadini. Ed ecco l’offerta del sindaco e della giunta cinisellese mettere in condizione le società sportive di poter riprendere le proprie attività e dare risposte alle migliaia di iscritti che altrimenti si sarebbero trovati “orfani” perché le società dove sono tesserati sono state messe in ginocchio dalla pandemia. Cosa è successo a Sesto? Rimanendo sempre in questi due settori dobbiamo riscontrare che fin dal momento delle elezioni (giugno 2017) la giunta Di Stefano (prima forzista e poi leghista) ha combattuto con ogni mezzo la presenza dei musulmani che stavano realizzando la moschea in via Luini. Un ostracismo proseguito con la negazione del Palasesto per la festa del Ramadan e una continua “guerra” alla comunità araba per impedire di portare a termine il progetto che avevano ottenuto e dove avevano investito molti soldi, basandosi sulle disposizioni dell’amministrazione comunale. E ancora oggi c’è una tregua armata dovuta alle sentenze che hanno dato ragione alla comunità musulmana, ma la giunta di Sesto impedisce ogni tipo d’intervento nella speranza di fare saltare tutto. Le cose non sono andate meglio nello sport, malgrado il sindaco ha esaltato la nomina a Sesto città europea dello sport per avere aderito

a un “concorso” che ha promosso l’idea con tanto di medaglia e pergamena, mentre nella realtà le cose vanno diversamente, in particolare nei cosiddetti sport poveri dove c’è solo la mano del volontariato. Ne è testimone la pista di atletica del Dordoni di via Rovani che ormai

Le sentenze hanno dato ragione alla comunità musulmana ma la giunta di Sesto impedisce ogni tipo di intervento nella speranza di far saltare tutto... sembra arrivata ad una svolta definitiva: escludere la società Geas dalla gestione per avere le mani libere sull’utilizzo di questa area che si trova di fronte alla piscina scoperta in costruzione e dove gli interessi sono solo dei privati. C’è il sospetto che il Geas sia di ostacolo agli interessi dei privati che stanno investendo soldi per creare una realtà che di sociale non ha assolutamente niente. L’ultima decisione presa dalla giunta porta verso questa ipotesi: sono stati negati i soldi per l’energia elettrica (diecimila euro) mettendo il Geas in una condizione di rinunciare a svolgere l’attività al Dordoni dove si allenano centinaia di ragazzi e ragazze che non pagano nessuna iscrizione per essere gestiti dai tecnici e per tutto il resto. Un impianto utilizzato dalle scuole cittadine per la festa di fine anno con una specie di mini olimpiadi studentesca. Tutto buttato nel cespuglio, senza considerare che fine faranno tutte quelle persone che finora hanno potuto utilizzare le piste. Possibile che a Sesto si sia passati da un movimento di massa nel settore dello sport a una presenza solo delle società “ricche” o che sono gradite alla giunta, a prescindere dal considerare lo sport come salute? Francesco Pontoriero

Sesto San Giovanni è e sarà sempre la mia città. Quella che si prefigura nel Piano di Governo del Territorio (PGT) voluto e adottato da questa maggioranza, semplicemente, non è Sesto. Perché è una copia sbiadita della nostra città. Noi non ci riconosciamo il un PGT miope, destinato a relegare il quinto centro della Lombardia in una periferia di Milano o Monza. La questione del centro islamico è solo la punta dell’iceberg di un documento che, letto attentamente e con il supporto di professionisti del settore urbanistico svela anche dell’altro. Ma oltre ai numeri c’è di più. La politica non deve solo prendere delle scelte, ma deve saperle condividere con la città che amministra. Non le deve «raccontare» ai cittadini ma prendere con loro e per loro. Esattamente il contrario di quanto ha fatto l’assessore all’urbanistica Lamiranda che - apprendo - ha rifiutato il confronto con il comitato di via Acciaierie e via Mazzini che, da mesi, attende chiarimenti dall’amministrazione circa i palazzi di 60 metri che dovrebbero sorgere sulle aree ex Falck, a pochi metri di distanza dalle loro abitazioni e che molti residenti ritengono una eventualità inaccettabile. Peccato che in un’intervista su Il Giorno, tre mesi fa l’assessore avesse dichiatato che: «Abbiamo scelto di liberare spazio a terra, andando in verticale, proprio per dare più vivibilità in generale. Ci sarà un corridoio di protezione e opere a mitigazione. Faremo una commissione ad hoc e dialogheremo con il comitato». Ma questa giunta fin dal suo insediamento ha preferito il braccio di ferro al dialogo e al confronto. Non è questa la nostra idea di città. Ma abbiamo la consapevolezza che molto presto avremo la possibilità di offrire ai sestesi una visione - o meglio un progetto - alternativo a quello che ha ispirato un PGT miope per non dire peggio. Come Giovani Sestesi stiamo già lavorando ad una serie di progetti concreti da presentare alla città. L’urgenza è quella di voltare pagina rispetto alle promesse roboanti, ai proclami da social network e ai «libri dei sogni» che questa maggioranza ha provato a vendere ai sestesi per quattro lunghissimi anni. Con un risultato che è sotto gli occhi di tutti. Italo Calvino scrisse: «D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda». E saper dare risposte concrete a domande autentiche farà la differenza.


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C e n t r o a u t o r i z z a t o V i a s a t


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L’ODISSEA DELLA EX COLONIA

IGIENE URBANA

Rota Imagna, un disastro tutto sestese

Ladurner progetterà la nuova biopiattaforma

Per molti di noi è uno scrigno magico dei in toscana, vicino al mare, si trova in una ricordi. Uno scrigno ormai irriconosci- località turistica tuttora molto gettonata bile. Già, perché la ex colonia sestese di mentre Rota Imagna, come tanti altri Rota Imagna, prima teatro delle urla fe- paesini in quelle (e altre) valli patisce il stose di tanti bambini e ragazzini che lì progressivo spopolamento. Per renderpassavano parte delle loro lunghe, ma- sene conto basterebbe fare un giro lì per giche vacanze estive da anni è avvolta vedere decine di cartelli con la scritta nel silenzio e nell’incuria generale. Da «vendesi» o «affittasi». Edifici con metrapiù di trent’anni la ex ture più abbordabili colonia versa in uno e in condizioni evistato di abbandono dentemente migliori totale, con la natura rispetto alla ex coloLa politica, per che si sta riapprornia sestese. anni, si è piando dei propri La giunta, si diceve, dimenticata della vorrebbe provare a spazi. Un edificio pericolante che stride ex colonia sestese venderla, partendo con l’immagine da da un prezzo basei di Rota che oggi cartolina offerta dal di 1,2 milioni di euro è un inno alla vicino centro estivo il che, francamente, della chiesa evangeappare come una incuria... lica «Villaggio Resevalutazione totalgone». mente fuori merIl punto è che la policato. Ma chi l’ha tica, per anni, si è dimenticata della ex effettuata, ha visto la ex colonia dal vivo colonia, rimandando il suo destino a almeno una volta? O si è limitato a prendata da definire. Il risultato è sotto gli dere la valutazione del borsino immobiocchi di tutti: la ex colonia comunale se- liare della zona rispetto alla metratua stese di Rota Imagna è un inno all’incu- dello stabile? Saremmo davvero felici di ria. Non che dovesse diventare la essere smentiti, ma siamo convinti che priorità in agenda per una città che deve moltodifficilmente il comune potrà tropreoccuparsi di riconvertire e riqualifi- vare acquirenti interessati a cifre simili care centinaia di migliaia di metri qua- considerando che alla cifra monstre di drati entro i propri confini, ma la 1,2 milioni di euro andrebbero aggiunti sensazione è esattamente quella di essere centiniaia di migliaia di euro per il rifadi fronte a un problema dimenticato per cimento completo del palazzo. Ai posteri troppo tempo. E il tempo, in questo caso, l’ardua sentenza. Certo, vedere la coloè tutt’altro che galantuomo. Perché ven- nia in quello stato per chi l’ha vissuta è dere un edificio di quel genere sarebbe un pugno nello stomaco, ma tant’è. già stato complesso anni fa, figuriamoci Avremmo voluto sapere anche qual è la adesso che, evidentemente, si tratterebbe posizione dell’amministrazione locale, di abbatterlo e ricobstruirlo dal mo- per capire cosa significa per loro dover mento che in questo stato è impensabile convivere con un edificio fatiscente siqualsiasi altro tipo di soluzione. mile, ma il primo cittadino di Rota ha Similitudini, troppe, con un’altra ex co- preferito non rilasciare alcuna dichiaralonia sestese, questa volta a Bibbona. zione. Pazienza. Con una differenza sostanziale: l’edificio

Ladurner Enviro Srl, società che fa le strutture già esistenti, cioè l’atcapo alla Divisione Impianti del tuale termovalorizzatore e il depuGruppo Ladurner Ambiente, si è ratore, che già è dotato di due aggiudicata, in qualità di capofila di biodigestori”, informa il gruppo alun raggruppamento temporaneo di toatesino in una nota. imprese, la progettazione esecutiva La digestione anaerobica, applicata e la realizzazione della nuova bio- al trattamento della frazione orgapiattaforma di Sesto San Giovanni nica della raccolta differenziata, è (Milano) di difatti un processo Gruppo Cap, la che tramite la prosocieta’ pubblica duzione di biogas, che gestisce il sersfruttato per la proPrimo progetto vizio idrico inteduzione di energia simile in Italia. grato della citta’ elettrica e termica, metropolitana di La piattaforma sarà consente di limiMilano, per un tare gli impatti amcarbon neutra importo contrated priva di emissioni bientali tuale di 44 milioni ottimizzare i prodi Co2 di origine cessi gestionali e di di euro. «Si tratta di un importante recupero. È il fossile progetto altaprimo progetto in mente innovativo, Italia di questo tipo: unico in Italia, nel di fatto si inaugura un campo del trattamento dei fanghi modello di recupero che potrebbe derivanti dalla depurazione delle essere esportato anche in altre città. acque per la produzione di energia La particolarità è l’impatto ecosostetermica e fertilizzanti e della dige- nibile, visto che la piattaforma sarà stione anaerobica per il trattamento “carbon-neutra”, ovvero priva di dei rifiuti umidi per la produzione emissioni di Co2 di origine fossile. di biometano: sarà una simbiosi tra

Risarcito l’architetto Sarno per ingiusta detenzione La quinta Corte d'appello di Milano ha deliberato un risarcimento di 80mila euro per ingiusta detenzione all'architetto Renato Sarno, che era stato arrestato in uno dei rami dell'inchiesta monzese su un giro di tangenti (il filone riguardo all'ex area Falck di Sesto San Giovanni) che aveva coinvolto l'ex sindaco di Sesto ed ex presidente della

Giro d’Italia, la giunta «buca» Ospitare il Giro d’Italia, come accaduto in altre occasioni, è sempre un momento di festa per la nostra città nonché un appuntamento eccezionale per i tanti appassionati di ciclismo. Tutto bene, fino a qui. Quello che è mancato non è certo il divertimento, quanto piuttosto un sistema di comunicazione efficace delle chiusure programmate per il passaggio della corsa. Tante le lamentele da parte di cittadini che si sono ritrovati imbottigliati in mezzo al traffico per mancanza di una segnalazione adeguata delle

strade che, ovviamente, erano state chiuse per consentire il passaggio dei corridori verso il traguardo di Milano. E questo nonostante il lavoro della polizia locale che si è impegnata per cercare di gestire al meglio la situazione. Tante le criticità: dalla chiusura dello svincolo della Crocetta di Cinisello sulla Statale 36 fino alle modifiche della viabilità nei pressi di via Picardi. Forse, invece di infilarsi il completo da gara e farsi ritrarre nell’immanacabile foto sui social pronto a pedalare sulle strade sestesi del Giro, il sin-

daco Roberto Di Stefano (e il suo vice Antonio Lamianda, assessore alla viabilità) avrebbe dovuto verificare che le modifiche alla viabilità fossero adeguatamente segnalate e comunicate ai cittadini che, fin dalle prime ore del mattino, si sono trovati a fare i conti con lunghe code nei principali snodi viabilistici cittadini. Ben venga il Giro d’Italia con la sua festa i suoi colori (il rosa su tutti) e il carico di storia di una competizione leggendaria. Ma la prossima volta meglio non bucare sulla viabilità.

Provincia di Milano Filippo Penati (poi assolto), che all'epoca era vicepresidente del Consiglio regionale. Sarno era stato arrestato a ottobre 2012 e aveva trascorso 134 giorni in carcere e 48 ai domiciliari prima che le accuse contro di lui, una volta che questo filone d'inchiesta era passato alla Procura di Milano, venissero archiviate nel 2017.


L’Altra Sesto - Maggio/Giugno 2021 - pag 12 L’Altra Sesto - Dicembre 2020 - pag 16

11 giugno 2021


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