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Di chi è la colpa se i servizi consolari sono lenti?

di Esposito Emanuele

Sappiamo tutti benissimo che, purtroppo, la burocrazia italiana è un male inguaribile, ma la politica certamente non ha saputo dare risposte concrete a questo fenomeno che assilla milioni di italiani, soprattutto all'estero.

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Fino a pochi mesi fa, per rinnovare un semplice passaporto bisognava prenotarsi e l'appuntamento non arrivava dopo qualche giorno, ma addirittura dopo sei mesi se si era fortunati, nonostante il progresso della digitalizzazione.

Oggi il servizio è migliorato? Non tanto. È vero che hanno eliminato la prenotazione e si può andare tutti i giorni, ma basta fare la solita fila, come capita in qualsiasi ufficio pubblico. Tuttavia, c'è sempre un "però". Il servizio è garantito solo per un'ora e mezza al giorno, e perché? Semplicemente manca il personale, mancano le risorse umane.

Tengo a precisare che questo commento, chiamatelo come preferite, non è una critica ma un appello serio a quei signori politici o parlamentari di lungo corso che per anni hanno solo promesso senza poi realizzare nulla.

I fatti parlano chiaro: bisogna assumere persone e non concentrarsi solo sulla telematica, perché dietro ogni PC c'è sempre un uomo, giusto?

Il problema riguarda quei po- veri impiegati locali, i cosiddetti contrattisti. È importante specificare che queste figure vengono assunte tramite concorso, con prove scritte, orali e informatiche. La maggioranza di loro è laureata e possiede un bagaglio culturale e di studio altamente qualificato. Non sono degli incompetenti, come qualcuno sui social cerca di far credere.

Peccato però che, a differenza del personale di ruolo, questi impiegati vengano sottopagati. Il loro contratto prevede uno stipendio base in euro, al quale non vengono applicate le ritenute dell'Erario italiano, ma le tasse statali locali.

Considerando che il tasso di cambio tra euro e dollaro è diminuito negli ultimi anni, insieme all'inflazione e all'aumento delle spese, i calcoli sono semplici. Un impiegato locale percepisce in media 40.000 euro lordi. Se consideriamo il tasso di cambio tra euro e dollaro, questa persona riesce a prendere circa 60.000 dollari all'anno. Dopo aver detratto le tasse, ci si può immaginare cosa rimane nelle tasche di un impiegato. Ovviamente, come tutti i comuni mortali, devono pur vivere: affitto, acqua, gas, luce, trasporto, assicurazione medica, cibo, scuola e tutto ciò che serve per vivere "dignitosamente". Speriamo solo che non si verifichi mai un'emergenza, perché in quel caso sarebbe un vero problema. Ovviamente, questi calcoli sono basati sulla vita in Australia, ma possiamo applicarli anche agli Stati Uniti. Se invece si vive in paesi del Sud America, la vita è meno costosa e lo stipendio permette di vivere un po' meglio.

Non si possono paragonare gli stipendi di un paese estero con quelli percepiti in Italia, perché i costi della vita sono diversi. Quello che può sembrare uno stipendio da fame in Australia è uno stipendio da ricchi in Africa.

Chi lavora presso le sedi estere come impiegato assoluto viene assunto con un contratto che tiene conto delle dinamiche locali e percepisce uno stipendio in base al mercato del lavoro locale.

Sapete che i contratti prevedono che una persona assunta oggi percepisca lo stesso stipendio di una persona con 20 anni di servizio? Non esistono promozioni o aumenti di stipendio.

Gli elementi che in qualsiasi altra realtà lavorativa sono considerati per progressioni di carriera, bonus e aumenti salariali non hanno rilevanza qui. Gli stipendi sono fermi da decenni e nessuno si preoccupa di considerare il costo della vita. I contratti locali non prevedono bonus di fine anno o tredicesime. Questo è un vero e proprio scherzo!

È chiaro perché il personale si licenzia e c'è uno scarso interesse a partecipare ai concorsi, che in alcune sedi sono addirittura andati deserti. Se poi si vince il concorso, dopo pochi giorni si rinuncia all'incarico, come è successo a Sydney, perché ci si rende conto che lo stipendio è insufficiente per vivere decentemente!

Chi svolge quotidianamente il lavoro di centinaia di posti vacanti negli uffici consolari all'estero?

Gli impiegati locali, che da anni svolgono anche mansioni superiori e sono costretti a fare ore e ore di straordinario come norma, dovendo svolgere le mansioni di due o a volte addirittura tre persone contemporaneamente!

Ci chiediamo perché gli uffici consolari all'estero non funzionano? Sorvolando sulla gestione degli uffici, sicuramente quanto esposto è uno dei motivi principali. Tutto il peso ricade sul personale locale, numericamente insufficiente, oberato di lavoro, senza vantaggi aggiuntivi, senza prospettive di carriera, con una copertura sanitaria parziale e con stipendi fermi da decenni, che si avvicinano alla soglia di povertà.

In un sistema amministrati- vo normale, i numerosi sacrifici che il personale locale compie quotidianamente per soddisfare le richieste del MAECI e di una clientela sempre più numerosa ed esigente dovrebbero essere ricompensati con riconoscimenti, anche per garantire che tali dipendenti non decidano di licenziarsi a causa dell'esaurimento fisico e psicologico. Nulla di tutto questo avviene. Si preferisce mettere a rischio la rete consolare, ignorando i diritti dei lavoratori italiani all'estero e dimostrando un totale disinteresse nei confronti dei cittadini italiani stessi.

Ma la colpa di tutto questo è semplicemente della politica, dei parlamentari che avete forse votato. Anni di chiacchiere senza mai concludere nulla. Quindi, la prossima volta che andate al consolato o scrivete commenti sui social, prendetevela con coloro che avete mandato in Italia a rappresentarvi, perché loro hanno fatto tutto tranne che rappresentarvi.

La verità, cruda ma reale, è che questi poveri dipendenti sono usati come scudi dalla pubblica amministrazione, mentre i parlamentari eletti godono di un bel stipendio, tutto pagato, e si permettono di venire a darci lezioni morali dicendo che si stanno muovendo. Questo problema va avanti da anni, e guarda caso, chi governava? La nostra pazienza ha raggiunto il limite della sopportazione, perché l'indifferenza di Roma lede la nostra dignità di cittadini, ma soprattutto colpisce questi impiegati che devono far fronte a un carico di lavoro stressante, anche a causa dei vari capi ufficio.

La colpa dei disservizi non è degli impiegati, ma di coloro che avete votato!

Local schools are being urged to get involved in this year’s Prime Minister’s Spelling Bee to promote literacy.

Member for Werriwa, Ms Anne Stanley MP, said the spelling bee, hosted by Kids News, is a fun way for students to develop a passion for words.

“Spelling bees are a lot of fun, and they have wider benefits like helping children develop confidence and a real love of words and language - said Ms Anne Stanley MP - Literacy skills provide a fundamental base to learning other skills.”

Ms Stanley said schools in Werriwa can register to take part in this free competition by Friday, 18

August by visiting: www.spelling-bee.com.au.

“I would love to see all our local schools getting involved in the Prime Minister’s Spelling Bee,” said Ms Stanley MP.

“It is a great way for schools and their students to develop a love for words and spelling, which helps to improve literacy, comprehension, and critical thinking.”

Lillian Spackman ha festeggiato il suo 80° compleanno

Lillian Spackman ha festeggiato il suo 80° compleanno con i suoi amici al villaggio Scalabrini di Chipping Norton, dove è residente ed insieme al marito Mick, la figlia Debbie e la nipote Mia. Lillian ha anche festeggiato il suo compleanno speciale con

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