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Sant'Ignazio di Loyola, sacerdote

Iñigo López de Loyola nacque nel 1491 ad Azpeitia, nei Paesi Baschi. Sebbene fosse destinato alla vita sacerdotale come figlio cadetto, desiderava diventare un cavaliere.

Dopo aver trascorso del tempo alla corte di don Juan Velazquez de Cuellar, ministro del re Ferdinando il Cattolico, fu ferito durante la difesa del castello di Pamplona nel 1521. Durante la sua lunga convalescenza, leggendo testi religiosi, maturò una profonda devozione a Gesù Cristo.

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Deciso a recarsi in Terra Santa, Iñigo fece tappa a Montserrat, dove fece voto di castità e abbandonò le sue vesti lussuose per vesti da mendicante. A causa di un'epidemia di peste a Barcellona, dovette fermarsi a Manresa per un periodo di meditazione e isolamento. Durante questo tempo, scrisse una serie di riflessioni che in seguito formarono la base degli Esercizi Spirituali.

Dopo aver visitato la Terra Santa, Iñigo desiderava stabilirsi lì, ma gli fu impedito dal superiore dei Francescani. Tornò quindi in Europa per studiare teologia a Salamanca e Parigi, dove cambiò il suo nome in Ignazio e conobbe i suoi primi compagni. Insieme fecero voto di povertà e si presentarono al Papa per obbedire ai suoi ordini. Nel 1538, Papa Paolo

III diede l'approvazione canonica alla Compagnia di Gesù, fondata da Ignazio. La Compagnia si distinse per il suo zelo missionario e il suo impegno nell'obbedienza al Papa.

Ignazio affrontò la sfida della preparazione culturale e teologica dei giovani, fondando diversi collegi di alta reputazione. Per obbedienza al Papa, Ignazio rimase a Roma a coordinare le attività della Compagnia e ad occuparsi dei poveri, degli orfani e degli ammalati, tanto da meritare l’appellativo di “apostolo di Roma”. Morì nella sua povera cella il 31 luglio del 1556, e le sue spoglie sono conservate nella Chiesa del Gesù di Roma.

"Ho costituito presso il Dicastero delle Cause dei Santi la “Commissione dei Nuovi Martiri – Testimoni della Fede”, per elaborare un Catalogo di tutti coloro che hanno versato il loro sangue per confessare Cristo e testimoniare il suo Vangelo". Così Papa Francesco in una Lettera racconta al mondo di aver costituito la “Commissione dei Nuovi Martiri - Testimoni della Fede” presso il Dicastero delle Cause dei Santi.

"I martiri nella Chiesa sono testimoni della speranza che deriva dalla fede in Cristo e incita alla vera carità. La speranza mantiene viva la profonda convinzione che il bene è più forte del male, perché Dio in Cristo ha vinto il peccato e la morte. La Commissione continuerà la ricerca, già iniziata in occasione del Grande Giubileo del 2000, per individuare i Testimoni della Fede in questo primo quarto di secolo e per poi proseguire nel futuro", spiega il Pontefice nella Lettera.

"Con tale iniziativa non si intendono stabilire nuovi criteri per l’accertamento canonico del martirio, ma continuare l’iniziato rilevamento di quanti, a tutt’oggi, seguitano ad essere uccisi solo perché cristiani", specifica Papa Francesco che annuncia anche che nel 2025 ci sarà una celebrazione ecumenica simile a quella che volle Giovanni Paolo II al Colosseo nel 2000.

"La ricerca riguarderà non soltanto la Chiesa cattolica, ma si estenderà a tutte le confessioni cristiane. Anche in questo nostro tempo, nel quale si assiste ad un cambiamento d’epoca, i cristiani continuano a mostrare, in contesti di grande rischio, la vitalità del Battesimo che ci accomuna. Non pochi, infatti, sono coloro che, pur consapevoli dei pericoli che corrono, manifestano la loro fede o partecipano all’Eucarestia domenicale. Altri vengono uccisi nello sforzo di soccorrere nella carità la vita di chi è povero, nel prendersi cura degli scartati dalla società, nel custodire e nel promuovere il dono della pace e la forza del perdono. Altri ancora sono vittime silenziose, come singoli o in gruppo, degli sconvolgimenti della storia. Verso tutti loro abbiamo un grande debito e non possiamo dimenticarli", si legge nella Lettera.

"La Commissione ora istituita dovrà avvalersi del contributo attivo delle Chiese particolari nelle loro articolazioni, degli istituti religiosi e di tutte le altre realtà cristiane, secondo i criteri che la stessa Commissione elaborerà", conclude la Lettera firmata da Francesco.

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