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Breve Storia dell'Impero Romano
by Alloranews
"Se qualcuno dovesse contemplare il popolo romano come un singolo individuo e rivedere tutta la sua vita, come è nato, come è cresciuto, come è arrivato a quella che può essere chiamata la maturità della sua virilità e come in seguito, per così dire, abbia raggiunta la vecchiaia, troverà che è passato attraverso quattro fasi di progresso.
Il primo periodo, quando era sotto il dominio dei re, è durato per quasi 400 anni, durante i quali ha lottato con- tro i suoi vicini, nelle immediate vicinanze della capitale.
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Questo periodo sarà la sua infanzia. Il suo periodo successivo si estende dal consolato di Bruto e Collatino a quello di Appio Claudio e Quinto Fulvio, uno spazio di centocinquanta anni, durante i quali il popolo romano ha soggiogato l'Italia.
Era un'epoca di attività estreme per i suoi soldati e le loro braccia, e può quindi essere chiamato la sua gioventù.
Il periodo successivo è dato dai centocinquanta anni fino al tempo di Cesare Augusto, durante il quale si è diffusa la pace in tutto il mondo.
Questa è stata la virilità e, per così dire, la maturità robusta dell'impero.
Dal tempo di #Cesare #Augusto fino ai nostri anni vi è stato un periodo di non meno di duecento anni, durante il quale, a causa della inattività degli imperatori, il popolo romano, per così dire, è divenuto vecchio e perduto la sua potenza, salvo che sotto il dominio di Traiano di nuovo mosse le braccia e, contrariamente alle aspettative generali, ancora una volta ha rinnovato il suo vigore con i giovani". (Floro, Epitoma, I 1, 4-8)
All’inizio, fu definito un miasma, perché lo si credeva causato da aria malsana. Nel 1348, re Filippo VI di Francia ordinò alla facoltà di medicina dell’Università di Parigi d’indagare su quale potesse essere la causa di quella terribile moria.
Oggi avrebbe riunito tutti quei virologi che vediamo discettare in televisione. I migliori medici di quel periodo riferirono, il 20 marzo 1348, che l’origine più plausibile del morbo doveva essere ricercata in una congiunzione astrale fra Saturno, Giove e Marte nella Casa dell’Acquario. In quell’epoca i medici erano anche astrologi.
La loro diagnosi fu saggia, tutto sommato, in quanto avrebbero potuto cavarsela dicendo che la colpa era degli ebrei, come in effetti alcuni dotti fecero in Germania e in Austria, e a causa di ciò, in migliaia furono bruciati vivi.
La risposta astrologica non provocò guerre e omicidi: accusando le stelle - come farà Don Ferrante nei “Promessi Sposi”non crearono nuove vittime.
La peste permise anche di realizzare grandi fortune in poco tempo e incoraggiò pensieri lascivi, come appare nel “Decameron” di Giovanni Boccaccio, anziché pietosi. Questo può forse essere spiegato con un meccanismo naturale di auto-conservazione.
