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Donne emigrate nel mondo
by Alloranews
La storia è ricca di integrazione, realtà vissuta delle donne italiane all’estero
La cura...
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Bruno Ferrero
di Ketty Millecro
In Italia il tema delle migrazioni ha registrato negli ultimi decenni importanti contributi storiografici e le donne migranti sono state oggetto di centinaia di studi.
Tuttavia, fino a poco tempo fa, alla stregua della storia delle migrazioni italiane, che non era riuscita a entrare perfettamente nel modello della storiografia nazionale, la storia delle donne migranti non era riuscita ad essere incorporata in quella delle migrazioni.
Si è assistito al perdurare della doppia esclusione delle donne dalla storia: minoranza all’interno degli studi, che a loro volta registravano una scarsa visibilità nella storia migratoria d’Italia.
La limitata presenza potrebbe essere stata causata dalla mancanza di dialogo tra chi si occupa della storia delle donne e chi delle migranti italiane.
L’immobilità consisteva nel conferimento dei valori e alle generazioni seguenti e, in una sottomessa attesa del ritorno in patria dell’uomo emigrato. Negli anni Ottanta ci sarebbe stato lo sviluppo degli studi sulle migrazioni.
Con i primi studi demografici e della famiglia, iniziati negli anni Sessanta, cominciarono a essere pubblicate ricerche sulla storia delle donne italiane emigrate negli Stati Uniti. Queste non riuscirono ad abbattere la separazione della ricerca tra paese di partenza e aree di emigrazione.
Alcuni studi italiani sulle donne migranti ebbero come obiettivo le aree di insediamento, in modo particolare sugli Stati Uniti. Era il paese in cui le indagini si stavano sviluppan- do verso “women’s studies” e gli “ethnic studies”.

Le studiose italiane tendevano a dare una lettura sulle valenze emancipatorie.
Il passaggio da una società preindustriale e industriale avanzata avrebbe causato difficoltà nella vita delle donne emigrate e nelle loro figlie.
Le studiose statunitensi parrebbe ricostruissero la storia delle immigrate italiane, mettendo in evidenza la cultura etnica, i legami della famiglia e la capacità delle donne di non staccarsi dalle tradizioni.
La storiografia sulle donne immigrate si basava sulla ricerca in vari campi.
La tendenza primordiale era sugli italiani negli Stati Uniti, che con la ricomparsa dell’etnicità negli anni Settanta diede il via a numerose pubblicazioni sugli italoamericani, mettendo al primo posto la donna e la famiglia.
Era, dunque, un’integrazione delle donne nella storia.
La descrizione tracciava un ritratto, dove si esaltava il ruolo delle donne italiane all’interno della famiglia, subordinato all’uomo-marito.
La donna ha acquisito un ruolo sempre più potente, che non è solo quello della matriarca di una volta.
La donna italiana è la speciale figura che in tutti i paesi del mondo rappresenta l’indispensabile alimento della cultura nei vari campi del sapere.

ROLAND MELOSI
Il medico scosse il capo deluso. Il suo paziente non dava segni di miglioramento. Da dieci giorni ormai, l'anziano non reagiva più alle cure. Si era abbandonato sul letto di ospedale e sembrava non avesse più voglia di lottare per la vita. Stanco e rassegnato.
Il giorno dopo, il medico che lo visitava scosse nuovamente il capo. Ma per la sorpresa. Tutti i valori dell'anziano era tornati a posto.
Il vecchietto stava seduto, appoggiato ai cuscini e aveva ripreso colore.
"Ma che cosa le è successo?" chiese il medico. "Solo ieri disperavamo per la sua vita. E adesso tutto funziona a meraviglia! Si può sapere che cosa le è capitato?".
Il vecchietto sorrise. Annuì a lungo e disse: "Ha ragione. Qualcosa è capitato, ieri. Ieri è venuto a trovarmi il mio nipotino e mi ha detto: Nonno, devi tornare subito a casa: la mia bicicletta si è rotta!".

La Saliera...
La dea della terra incrocia le sue gambe con il dio dei mari e dalla loro unione viene prodotto il sale.
Cerere infatti sostiene una cornucopia che simboleggia l’abbondanza.
Le altre figure che compaiono sotto le due principali sono l’Aurora, il Giorno, il Crepuscolo e la Notte. Inoltre compaiono quattro busti di giovani che rappresentano i venti che agitano terra e cielo.
La Saliera di Francesco I, opera di Benvenuto Cellini, talmente preziosa che venne rubata e chiesto un riscatto!
La saliera è l’unica opera di oreficeria di Benvenuto Cellini che è sopravvissuta al tempo, un manufatto di alta oreficeria considerato un capolavoro del manierismo europeo, creata in oro, ebano e smalti.

Benvenuto Cellini realizzò la Saliera di Francesco I tra il 1540 e il 1543. In quegli anni l’artista si trovava in Francia.
Il soggiorno francese diede a Benvenuto Cellini la possibilità di lavorare liberamente con diversi materiali preziosi. Per l’artista fu quindi una grande occasione di esprimersi al meglio delle sue abilità tecniche e creative.
Fu ospitato da Francesco I che gli mise a disposizione molte risorse per le sue creazioni e gli diede la possibilità di realizzare questo suo ambizioso progetto. I due personaggi scolpiti rappresentano la dea Cerere e Nettuno.
I contenitori per il sale e il pepe si trovano sui lati della saliera. Una piccola nave è destinata a contenere il sale che proviene infatti dal mare.
Un tempietto con un arco trionfale e piccole figure invece contiene il pepe che viene coltivato sulla terra.
Carlo IX di Francia donò la Saliera di Francesco I all’arciduca Ferdinando II del Tirolo.
Il sovrano ringraziò in tal modo l’arciduca per aver favorito il suo matrimonio con Elisabetta d’Austria.
La Saliera passò così agli Asburgo e dal 1871 si trova esposta presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Robert Mang rubò La Saliera di Francesco I l’11 maggio del 2003.
In seguito al furto l’uomo chiese un riscatto di 10 milioni di euro che però, secondo le notizie dei media, non fu pagato.
La polizia recuperò così la Saliera, valutata 50 milioni di euro, il 22 gennaio 2006 nel bosco di Zwettl a 90 km da Vienna.