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La fase due dopo la peste del 1348
by Alloranews
Dopo il Covid19, come cambierà la nostra società? L’impatto non sarà enorme, come fu per la peste bubbonica che uccise il sessanta per cento della popolazione europea, ma in un certo grado vi saranno dei mutamenti.
Il caos sociale provocato dalla peste, nota come morte nera (1346-1353), proveniente dalle steppe orientali, velocizzò lo sviluppo sociale, affrancando il proletariato, in quanto ridusse le braccia disponibili per lavorare la terra e trasformò decine di milioni di servi, redenti solo a metà, in liberi agricoltori e, nel secolo successivo, in proprietari terrieri.
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La peste fu definita: “Un punto di svolta nella storia umana”. Una dichiarazione drastica, che però contiene più di un seme di verità. Il morbo, certamente, portò a cambiamenti radicali e irreversibili nella società europea, poiché i campi non potevano essere coltivati e i padroni, che vivevano nelle città, dovettero mettersi in competizione fra di loro per l’assunzione dei lavoratori.
I prezzi delle abitazioni crollarono e, come suggerisce Wilhelm Abel, ebbe inizio una vera e propria: “Età dell’oro per i lavoratori salariati”.
Nel secolo successivo, all’arrivo della peste, vincitori e perdenti nelle società europee si scambiarono i rispettivi ruo- li. La nobiltà terriera si trovò schiacciata, dovendo contrastare l’abbassamento dei prezzi dei beni immobili urbani, poiché esistevano molte case vuote e i costi della manodopera salirono: v’era molta richiesta di contadini per lavorare la terra e questi potevano facilmente trovare un lavoro.
Anche le donne trassero dei vantaggi da questa situazione e ne uscirono vincenti perché poterono, in certi casi, chiedere lo stesso salario offerto agli uomini per alcuni lavori e, comunque, poterono migliorare la propria condizione sociale.
Per quanto riguarda la tecnologia, lo spopolamento delle terre causato dal morbo ebbe un impatto importante sullo sviluppo dei nuovi dispositivi che portarono a un risparmio della forza lavoro.
Possiamo affermare, senza tema di smentita, che la peste nera provocò la fine del Medio Evo e l’inizio del Rinascimento, con il declino dell’aristocrazia.
Nel 1347, solo a Firenze vivevano circa 94.000 persone, ma dopo che la peste la colpì, nel marzo del 1348, il numero era sceso a circa 37.000. La stessa percentuale di decessi, circa il sessanta per cento, fu riscontrabile sull’intero territorio italiano.
Il morbo, una volta giunto in Sicilia, grazie a una nave genovese proveniente dalla Crimea, si diffuse come un incendio nelle praterie e risalì inesorabilmente su per la penisola.