Il Centro - Giugno 2014

Page 1

Anno 8 numero 5 (82) - Mensile gratuito iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Torre Annunziata. Iscrizione n.10 del 9 dicembre 2008 - Contatti: 331.74.88.453; e-mail: info@giornaleilcentro.com ; sito: www.giornaleilcentro.com

Giugno 2014 Prossima edizione: 27 Luglio 2014

il CENTRO Il giornale mensile di ispirazione cattolica della Penisola sorrentina

MESE DI GIUGNO: “PAROLE COME CAREZZE”

19 luglio: l’oratorio riapre con mons. alfano

LA NATO AMERICANA A PIANO DI SORRENTO PER SUOR ALFONSA

DOMENICA 29 GIUGNO SOLENNITà DEI SANTI PIETRO E PAOLO

TRE MIRACOLI PER LA PICCOLA ANTONIA


29 giugno 2014

CENTRO

IL

2

Editoriale di Costanza Martina Vitale

Cronaca&Interviste 4 6 7 8 8 9 10 10 11 14

Un mese con Henri Nouwen Il Mese di Giugno a San Michele Arcangelo di Davide de Gennaro Mons. Alfano e la famiglia francescana Incontro alla sagra di Sant’Antonio di Fabio Vollaro Oratorio San Nicola, nuovo capitolo La riapertura della cappella dopo il restauro di Biagio Verdicchio A Mortora “Ti piace vincere facile?” Cristianità e gioco d’azzardo di Susy Russo I 25 anni di sacerdozio di Don Pasquale Vanacore I festeggiamenti in Diocesi Restauro per la statua di Sant’Antonino La presentazione alla città di Nino Cuomo In libreria con Montale, Pozzi e Caproni Incontri di poesia “Provvidenza e trame nei Promessi Sposi” Incontri in congrega Tre miracoli per la piccola Antonia La devozione della famiglia Aprea per il Patrono di Antonella Coppola Premio Cypraea alla Compagnia Luna Riconoscimento per l’impegno nel sociale

16 17 18 19 20

La favola di Ciò Ciò al Politeama Una coreografia sulla Terra dei Fuochi La Nato a Piano per Suor Alfonsa La storia della prima suora d’Ivrea a Via Carlo Amalfi L’intreccio tra politica e religione L’incontro con Lorenzo Bini Smaghi di Cecilia Coppola I capelli “color noci di Sorrento” Il riferimento alla Penisola nei testi apocrifi di Nino Cuomo “Sorrento gentile” ricorda Eduardo La programmazione nel Chiostro di San Francesco di Nino Cuomo

Parla con noi in modo semplice e veloce: contattaci su WhatApp al num. 3317488453

Rubriche 12 15

Immaturità psico-affettiva e nullità Rubrica di diritto canonico “Non ho l’età” per sposarmi Il caso del Mese di Manuela Abbate Le cappelle e le edicole mariane Rubrica di devozione mariana di Nino Cuomo

22

L’@genda del Centro I prossimi appuntamenti

21

Premio Fair Play per Luca Marini Il gesto altruista del fratello di Valentino Rossi di Antonella Coppola

Sport

© La riproduzione dei testi

contenuti in questa edizione è strettamente riservata.

Per informazioni contattare la redazione al numero 331.74.88.453 oppure tramite l’email info@giornaleilcentro.com


IL

CENTRO

3

29 giugno 2014

Editoriale

Lo strano caso di suor Cristina Scuccia e il Paese degli stonati

N

e abbiamo sentito parlare tutti, anche chi digerisce (per sua fortuna) poca Tv. Lo strano caso di suor Cristina Scuccia, giovane promessa a Dio dall’ugola d’oro che partecipa e vince un talent show italiano, ha fatto il giro del mondo, collezionando fedeli, anzi fans, anzi followers, dai più svariati colori della pelle. Ma su suor Cristina Scuccia pesa il marchio del “Made in Italy”, quello per cui se abbiamo un talento, un’originalità, é giusto risvegliare la nostra atavica vena critica e metterlo in dubbio, sospettare, persino inventare fino alla demolizione anzitempo della buona notizia. Viceversa, se un talento é importato, avrà subito un pass preparato per la mitizzazione a vita. Benvenuti nel Paese delle contraddizioni e dei criticoni, dei tuttologi, delle opinioni mediocri

di Costanza Martina Vitale e affrettate, degli allenatori, dei politici, degli insegnanti e degli intellettuali bella vita. Suor Cristina predicava l’eufonia della Chiesa, il bel suono, che non é solo una delle discipline più alte e insieme più popolari dell’essere umano, ma é, per traslato, anche una filosofia di vita, quella del buon parlare (appunto eu-fonia). “Ho un dono, ve lo dono” disse alla prima apparizione tv. Noi, invece, del dono del buon parlare siamo ancora gelosi, non eufonici, stonati. Ecco, stonati verso un messaggio atteso e cercato di Chiesa pulita, giovane e rock ‘n roll. Suor Cristina, così come ognuno di noi nel proprio paesino, sarebbe dovuta rimanere nella sacralità dei cori ecclesiastici e dei musical di quartiere perché il fenomeno, qui, é sempre demonizzato. Sccccch, siamo in Italia! Direttore responsabile: Costanza Martina Vitale Condirettore: Iole Filosa

Anno 8 numero 5 (82) Mensile iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Torre Annunziata. Iscrizione n.10 del 9 dicembre 2008 Editore: s.c. a r.l. AKMÁIOS iscrizione al R.O.C. n°22022 del 04 febbraio 2012 www.akmaios.it - 331.74.88.453 mail: redazione_ilcentro@yahoo.it info@giornaleilcentro.com ufficiostampa@giornaleilcentro.com Il nostro sito www.giornaleilcentro.com

Hanno scritto su questo numero: Manuela Abbate, Antonella Coppola, Cecilia Coppola, Nino Cuomo, Davide de Gennaro, Iole Filosa, Susy Russo, Biagio Verdicchio, Costanza Martina Vitale, Fabio Vollaro. Impaginazione e grafica: Akmàios - Società di Comunicazione Questo numero è stato chiuso giovedì 26 giugno 2014 Il prossimo numero uscirà il 27 luglio 2014 Tipografia: “Web Sorrento” Via Tordara, 1 - Sant’Agnello Facebook: Il Centro Giornale Twitter: IlCentroTwitt WhatApp: 331 74 88 453


29 giugno 2014

CENTRO

IL

4

Percorsi/1. Il mese di Giugno nella parrocchia di San Michele Arcangelo

Le dolci parole di HENRI NOUWEN

Appunti per una leadership spirituale: “Parole come carezze”. La storia di un prete olandese mite e geniale di Davide de Gennaro

I

l mese di Giugno 2014 è stato più che mai un’opportunità per risiedere nel cuore di Gesù. Il titolo era “Parole come carezze”: udito e tatto insieme per vivere sulla nostra pelle la storia di un grande uomo. Don Pasquale ci ha presentato Henri Nouwen in quattro foto per raccontare un mese di grazia: un uomo di Dio, un uomo inquieto, un prete che cercava un luogo che fosse casa, un leader. La storia è quella di un padre spirituale, un prete olandese mite ma geniale, che ha vissuto con la propria vita le tappe di quello che è stato l’itinerario di Giugno 2014: Vita spirituale, Fragilità, Ritorno a casa e Leadership. “La chiarezza del significato della vita percepita su un letto di ospedale svanisce quando ritornano i molti obblighi quotidiani e ricominciano a dominare la vita. […] Un nuovo principio! Dobbiamo imparare a vivere ogni giorno, ogni ora, sì, ogni minuto, come un nuovo principio, come un’opportunità unica di fare qualcosa di nuovo.” La prima delle quattro settimane di omelie ha avuto come tema la vita spirituale… niente di più difficile! Per capire bene questo primo concetto bisogna partire dalla domanda: “chi sono io?”. Erroneamente potremmo rispondere “io sono quello che gli altri dicono di me”, ma questo genererebbe soltanto uno stile di vita superficiale; ancora “io sono quello che faccio”, ma la vita non è tutto qui; “io sono tutto ciò che ho” non riesce a definire bene chi siamo, perché non ci si può aggrappare soltanto alle cose esterne (che, crollando, ci farebbero considerare dei falliti). La vita spirituale ci impone di chiederci chi siamo e ci sorprende con la risposta più scontata, più semplice ma più bella: “io sono l’amato!”. La prima parola, la prima carezza del mese è stata quella di sentirci amati, pensati, desiderati dall’eternità da Dio. Il secondo passo è stato leggermente più difficile: non appena scopri di essere amato, bisogna imparare a diventarlo; sì, ma come? Attraverso le quattro “note”: scelto, benedetto, spezzato, amato. Siamo scelti perché non siamo nati per

caso, benedetti perché dobbiamo renderci conto della grazia ricevuta; e ancora siamo spezzati perché fragili, anche se abbiamo l’opportunità di rendere “feritoie” le nostre ferite, e siamo dati, perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere. L’ultimo passo della vita spirituale, secondo Nouwen, è l’ospitalità: si può riuscire a fare spazio nel proprio cuore amando i momenti di solitudine e sapendone cogliere i messaggi più profondi. Ospitalità significa creare uno spazio sereno dove l’ospite possa sentirsi accolto. “Spesso parliamo del buon tempo andato, ma quando vi riflettiamo criticamente e lasciamo perdere i nostri ricordi pieni di romanticismo, scopriremo presto che proprio a quell’epoca eravamo in grandi ansie circa il nostro futuro. […] Un modo molto importante per farci amico il dolore è farlo uscire dall’isolamento e condividerlo con qualcuno che può accoglierlo.” La seconda settimana del mese di Giugno è stata incentrata sulla fragilità. Finché non siamo spezzati non possiamo conoscerci per davvero! La nostra unicità deriva appunto da come noi siamo spezzati dentro, nella vita affettiva e in quella sessuale, finché non riusciamo a porre il nostro essere fragili sotto la benedizione di Dio. A cosa serve scappare se non riusciamo ad accettare il nostro essere spezzati? Una soluzione c’è e don Pasquale l’ha brillantemente spiegata paragonando la nostra vita ad un calice. Bisogna innanzitutto prendere il calice della nostra vita (fermandoci un attimo e apprezzandone i momenti di grazia), poi innalzare il calice (raccontando e non nascondendo le nostre debolezze) e infine bere fino in fondo il calice (vivendo la nostra vera vocazione). E’ stato bello renderci conto di quanto le ferite ricevute siano meno importanti di come noi le ricordiamo: il nostro modo di ricordare le cose rende la nostra esperienza più o meno “superabile” e solo con un’anamnesi oggettiva si possono superare montagne insormontabili. E allora è chiaro che la nostra fragilità condivisa può diventare un aiuto per gli altri: i

SEGUE A PAGINA 5


IL

CENTRO

5

29 giugno 2014

SEGUE DA PAGINA 4 veri guaritori sono tali soltanto perché sono dei guaritori feriti, e si riesce a guarire gli altri solo quando si è feriti, non quando si sta bene! Quanto sono vere queste parole, quanto è vera la frase di Baricco: “ciò che dice di più della nostra bellezza, sono le nostre malattie!”. “Una cosa che ho imparato riguardo alla morte è che sono chiamato a morire per gli altri. È fin troppo evidente che il modo in cui muoio influisce su molte persone.” La terza settimana è stata sul ritorno a casa: la casa è il luogo di accoglienza, di pace, ma anche di angoscia, paure, timori; ma la casa dell’amore, in cui sentirsi bene e a proprio agio, è il nostro cuore perché Dio ha deciso di abitare proprio lì. La vera casa è quella in cui si vive la propria intimità spirituale ed è in noi stessi! Per abitare questa casa bisogna imparare a perdonare, a perdonarci, a chiedere il perdono, investendo nel cuore, smascherando le nostre paure, guardando gli altri negli occhi, spogliandoci della nostra fragilità. La vita vissuta nella casa dell’amore è feconda, perché riesce a generare figli nella gratitudine, ed è estatica perché genera una gioia sempre nuova. Ritorno a casa è anche sinonimo di “Figliol prodigo”; come il figlio minore sentiamo spesso un istinto di ribellione e di allontanamento, il vuoto ci attira, sperimentiamo la voglia di tornare a casa solo dopo che ci saremo allontanati. Affascinati dal quadro di Rembrandt sul figliol prodigo, ci siamo resi conto che il peccato ci sfigura, abbruttisce, ma la speranza è riposta in quel piccolo spadino che il figlio minore ha conservato e che rappresenta l’unico segno rimasto della sua identità: aggrappiamoci alla nostra dignità di figli ed iniziamo il ritorno a casa!

“Vi è una relazione intima tra gioia e speranza. Mentre l’ottimismo ci fa vivere come se presto un giorno le cose dovessero andare meglio per noi, la speranza ci libera dalla necessità di prevedere il futuro e ci consente di vivere nel presente, con la profonda fiducia che Dio non ci lascerà mai soli, ma adempirà i desideri più profondi del nostro cuore.” Bisogna quindi imparare ad essere figli, ma anche a diventare padri: bisogna smettere di cercare l’infanzia perduta, parliamo della leadership. Le prime pennellate sulla figura del leader sono state in contraddizione con ogni corso di leadership, di problem solving, di orientamento al risultato: il tema è una leadership del tutto diversa da quella del mercato, è una leadership spirituale. Innanzitutto un leader spirituale deve saper passare dai problemi attuali alla preghiera: un leader autorevole deve riuscire a mettere da parte le urgenze per far entrare Dio nella propria quotidianità; ancora, è fondamentale il passaggio dalla spettacolarità alla ordinarietà, per non rischiare di essere soltanto “fenomeni da baraccone” senza fondamenta ben salde nella fede; infine l’ultimo passaggio è quello dal potere, dal manipolare all’essere guidati, perché il senso di un buon leader è anche e soprattutto quello di essere un buon follower. Bisogna imparare ad essere guida riuscendo a prendere le distanze, attraverso tre direttive: fuggire (dal mondo compulsivo che ci travolge), tacere (il silenzio alimenta il fuoco interiore) e pregare (se Dio entra nella mente ma non nel cuore è totalmente inutile). Il leader è Il principe dell’eccentricità cantato da Renato Zero, una persona che si compromette e si interessa di tutti, che ha fiducia nella vita (ogni cosa accade per un motivo, perché Dio lo vuole!), è un uomo di speranza che trova la luce nell’oscurità. L’ultimo passo di un grande leader, però, non è altri che la morte: l’ultima grande lezione del leader, con la sua Fede, con la sua Storia. Possiamo essere con l’altro soltanto quando l’altro cessa di essere altro e diventa come noi. Mese di Giugno 2014, Parole come carezze.


29 giugno 2014

CENTRO

IL

6

Eventi/1. L’incontro nella chiesa dei frati cappuccini di Sant’Agnello

MONS. ALFANO e la famiglia francescana

L’Arcivescovo: «La Chiesa ha bisogno di piccoli grandi uomini capaci di fare scelte radicali per imitare Cristo» di Fabio Vollaro

I

n occasione della sagra di Sant’Antonio (13 e 14 giugno), organizzata dalla Famiglia Francescana di Sant’Agnello, cioè da OFS, GiFra, adolescenti, araldini, frati e tanti amici che hanno dedicato parte del proprio tempo libero alla preparazione dell’evento, sabato 14 giugno Sua Eccellenza il Vescovo Monsignor Francesco Alfano ha voluto incontrare nella chiesa dei frati cappuccini l’intera fraternità. Così nel pomeriggio, dopo aver terminato i lavori di riallestimento per la festa, prima della messa solenne celebrata dal vescovo, ovvero don Franco, come gli piace esser chiamato, tutto lo staff si è recato in chiesa a dargli un caloroso benvenuto. “La chiesa deve testimoniare la gioia del Vangelo, deve avere il volto della Pasqua e voi avete mostrato tutto questo con la vostra accoglienza!” ha risposto don Franco ai nostri saluti, “Ci tenevo moltissimo ad incontrarvi e a conoscervi, perché amo molto la vostra realtà … credo che vi dirà qualcosa il fatto che io mi chiami Francesco, oppure il fatto che io sia nato il 13 giugno, giorno di sant’Antonio. Se poi questo non vi dice niente, vi farà sicuramente pensare il fatto che più o meno io sia alto quanto san Francesco o sant’Antonio. Scherzi a parte, ammiro molto lo stile di vita di questi due santi, piccoli di stazza, ma entrambi grandi uomini e li ho presi come modello sin da quando giovanissimo entrai in seminario. La Chiesa ha bisogno di persone come loro, che sanno fare scelte radicali, a costo di mortificare loro stessi, pur di imitare Cristo. Io non desidero parlare a lungo, anzi adesso vorrei vi presentasse voi, raccontandomi un po’ la vostra attività.”. Dopo un breve saluto di Prospero, ministro OFS della fraternità di Sant’Agnello, prima Gianni, in qualità di presidente Gi.Fra., e poi altri componenti della famiglia, come Lucia (OFS ed animatrice araldini), Virginia (OFS),

Gianluca, Marco (gruppo adolescenti), Federica (gruppo giovani, GPSC), Annalisa (gruppo giovani, animatrice araldini) e l’araldina Carla, hanno parlato delle attività principali in cui la famiglia francescana è impegnata. In particolare è stata spiegata l’opera del CE.MI. OFS, il centro missionario francescano laico, impegnato in progetti umanitari in Italia e nel mondo, tra cui “Una mano per un sorriso”, attività che permettere a bambini che vivono in un contesto sociale a rischio, di vivere un momento di relax, grazie agli animatori OFS e Gifra, che li accompagnano in due esperienze annuali: il weekend invernale e la vacanza estiva. Si è parlato del servizio svolto settimanalmente alla casa famiglia Miriam, che don Franco conosceva bene, da parte dei gifrini, dell’animazione nelle celebrazioni eucaristiche all’ospedale di Sorrento, presiedute spesso dal Vescovo stesso, della raccolta tappi, e di tutte le iniziative svolte in collaborazione con la fraternità allargata, ossia quella regionale ed in alcuni casi con la Gi.Fra.d’Italia. Lo spirito con cui la famiglia francescana è chiamata a svolgere tutto ciò, non è quello di mettersi in mostra, ma è tentare di fornire all’umanità un segno visibile, mettersi in gioco ed applicare nella vita di ogni giorno il messaggio di Cristo, ovviamente dopo averlo meditato e studiato a fondo. Ciò che è più piacevole sentire però non sono tanto i fatti concreti, ma leggere nel racconto di ogni persona la passione e l’entusiasmo con cui svolge il suo mandato. È stato singolare osservare l’emozione, soprattutto dei giovanissimi, provata nel parlare con don Franco, dovuta anche a quella sorta di timore reverenziale, che però lui ha subito smorzato, accogliendo tutta la comunità come un padre, senza mostrare distacco, ma affetto nei riguardi di ciascuno.


IL

CENTRO

7

29 giugno 2014

Eventi/2. Dopo due anni di lavori, la “grande bellezza” del restauro

ORATORIO SAN NICOLA, nuovo capitolo

Sabato 19 luglio la solenne celebrazione che riaprirà ai fedeli le porte dell’antica cappella carottese di Biagio Verdicchio

F

inalmente la luce … e sarà come voltare pagina, o meglio aprire un nuovo capitolo di un libro mozzafiato. L’estate 2014 dell’Oratorio di San Nicola racconterà innanzitutto la favola di una cappella restaurata, dopo circa due anni, lavori che hanno interessato l’interno e l’esterno della storica cappella, la cui prima pietra fu posta nel lontanissimo maggio del 1334. Per quanto riguarda l’esterno, i lavori si sono limitati alla facciata principale lungo via Santa Margherita; quelli interni dopo aver toccato la cappella, da un paio di settimane hanno visto un gran da fare anche all’interno dell’attuale sagrestia e dei locali per la pastorale. Insomma un restyling in pieno stile, dopo oltre un quindicennio dall’ultima ritinteggiatura dei saloni, e otto anni dalla messa a nuovo del campetto sportivo. Sembra così essersi chiuso un cerchio che dopo oltre 80 anni dall’allargamento della piccola cappellina, non aveva visto nessun cambiamento strutturale (se non per i bagni e la sala biblioteca). L’appuntamento, dunque, sarà per tutti – ma proprio tutti – il prossimo 19 luglio (ore 19.30). Si farà un sacrificio anche per il caldo, consapevoli che per quella data l’estate sarà scoppiata davvero. Alla presenza di S.E. Mons. Alfano, sarà proprio l’eucarestia celebrata nella rinata cappella, a dare un senso a quanto fatto in oltre due anni di lavoro. Saranno presenti le autorità civili della Città di Piano di Sorrento, i rappresentanti della Sovraintendenza ai Beni artistici che hanno seguito passo passo, l’evolversi dei singoli interventi. Sarà presente l’Architetto Franco Ruocco, che ha gestito e coordinato i lavori. E ovviamente Don Pasquale Irolla, che proprio il 30 maggio scorso a conclusione del mese mariano a S. Nicola aveva di fatto annunciato l’arrivo del Vescovo per far festa tutti insieme. Ma anche e soprattutto Don Antonino Guarracino, 95 anni, sicuramente il cantore di una vita dell’Oratorio di San Nicola.Si respirerà aria nuova, o meglio, si guarderà anche la cornice oltre il quadro. L’essenzialità degli arredi, i colori nuovi delle piccole volte,il coro ligneo rimesso a lucido. Difatti in questi ultimi anni, proprio l’estate ha segnato il momento di più ampia visibilità all’esterno, dell’Oratorio. Lo storico show Stelle di una Notte di Mezza Estate spegnerà ad agosto (esattamente il prossimo sabato 3) le 11 candeline, a dimostrazione di un progetto nato come divertimento e che invece è oggi vetrina che racchiude in sé musica, danza, arte, comicità, coinvolgendo giovani da ogni parte della costiera. E proprio quest’anno gli animatori dell’Oratorio hanno pensato bene di unire tutte queste trasformazioni provando a raccontate “come in un film” quanto accaduto in questi mesi. San Nicola come “la

Grande Bellezza”, il film di Paolo Sorrentino trionfatore agli ultimi Oscar. La bellezza di un restauro, di una nuova storia da raccontare. Ma “grande bellezza” pure come viaggio tra i brani, sketch, e scene più belle dei film di ogni tempo. Con tanto di red carpet e photocall per tutti i protagonisti. Ma di questo ci siederemo a parlarne tra un mese, su queste pagine. Adesso lasciamo spazio alla festa, al ritrovo di tanti amici, alunni di ieri e di oggi, che in quella Cappella, in quelle sale hanno visto formarsi, sono cresciute, hanno posto le basi della loro vita affettiva e lavorativa, sotto lo sguardo attento e vigile dei volti in cartapesta della Vergine, e dei Santi Nicola e Luigi. Sarà davvero una festa del cuore, della memoria, ma anche e soprattutto della speranza. Gli investimenti fatti, Parrocchia e Congrega dei Luigini in primis dimostrano che ci saranno d’ora in poi nuove pagine fitte di racconti da scrivere ancora, all’interno del piccolo Oratorio di San Nicola!

Sabato 19 luglio ore 19.30 celebrazione eucaristica di riapertura ai fedeli della cappella dell’Oratorio San Nicola con Mons. Alfano


29 giugno 2014

CENTRO

IL

8 Percorsi/2. Parrocchia di S. Maria di Galatea

A MORTORA “TI PIACE VINCERE FACILE?”

Focus sulla responsabilità di ogni cristiano sul fronte del gioco d’azzardo

Ti piace vincere facile? Vieni, partecipa...e vinci!” con queste parole il settore adulti della parrocchia di Mortora ha inaugurato le attività estive. Lo slogan faceva chiaramente riferimento al tema che avrebbe fatto da linea guida alla serata: il gioco d’azzardo. Come prima cosa si è fatto esperienza del circolo vizioso in cui si entra tra spese, prestiti e acquisti avventati, giocando però con “fantastici euro” finti, successivamente sono intervenuti la Prof.ssa Imma Staiano che ha presentato un excursus storico sul gioco, seguita da Cristoforo Stinca, commercialista, che ha mostrato una panoramica sul gioco d’azzardo in Italia, fornendo dati impressionanti. La problematica del gioco d’azzardo non è un qualcosa di lontano da noi, ci interessa da vicino piu di quanto crediamo, che sia il nostro amico che gioca al poker on line o che sia il ragazzo che si accanisce alle macchinette del tabacchi sotto casa. Proprio questo concetto è stato cardine delle riflessioni del Dott. Daniele Acampora e dell’Avvocato Annalisa D’Amora, il primo presidente e la seconda membro della fondazione EXODUS che si interessa di antiusura e opera sul nostro territorio. Il gioco d’azzardo gioca sulle nostre debolezze e sul potere che hanno i soldi, essi ci fanno sentire forti, ci permettono di colmare il vuoto lasciato dalle nostre mancanze, bypassandole e permettendoci di essere altro rispetto a quello che siamo realmente. E questo è il tasto dolente: i soldi non dicono chi siamo! L’invito finale è stato poi che noi, in quanto cristiani, abbiamo il dovere di esserci, di portare un messaggio fuori dal coro, di “rompere le scatole” e sperare che la nostra voce possa trovare terreno fertile.

di Susy Russo

i 25 anni di sacerdozio di don pasquale vanacore Martedì 17 giugno la Diocesi di Sorrento-Castellammare ha festeggiato il 25° di ordinazione sacerdotale di Don Pasquale Vanacore durante una celebrazione eucaristica dedicata presso la parrocchia di San Giovanni Evangelista, a Bonea, frazione di Vico Equense, con Mons. Francesco Alfano. Per il 2014 questo è il secondo di tre venticinquesimi: a gennaio sono stati ricordati i venticinque anni di ordinazione di Don Giovanni Ferraro, mentre a ottobre sarà celebrato il 25° di Don Ferdinando Di Maio. Don Pasquale Vanacore a marzo scorso è stato nominato da Mons. Alfano responsabile dell’Ufficio Beni Culturali ed Edilizia di Culto della Diocesi SorrentoCastellammare di Stabia. Un compito, in linea con la sensibilità da sempre mostrata dal sacerdote, e che lo vede in prima linea sul fronte della tutela, la cura e il ripristino delle opere d’arte e dei monumenti della Chiesa. Grazie a lui e alla sua grande disponibilità, abbiamo approfondito questo attivo e ricco settore della Diocesi in un’intervista pubblicata nella scorsa edizione all’interno dell’inserto speciale dedicato al Maggio dei Monumenti 2014. A Don Pasquale gli auguri di tutta la redazione.


IL

CENTRO

29 giugno 2014

9

Eventi/3. Il Rotary Club Penisola Sorrentina dà nuova vita al Patrono sorrentino

RESTAURO PER LA STATUA DI sant’antonino

Presentata alla città il 2 giugno, è stata apposta anche una lastra marmorea con la scritta “Fidelitatis exemplum” di Nino Cuomo

S

orrento, nella sua storia secolare vanta la protezione di due numi tutelari, l’uno santo e l’altro laico, Sant’Antonino e Torquato Tasso. Ed il primo è quello più nel cuore di tutti i cittadini dell’intera Penisola Sorrentina. E non solo (molti anni fa, nel giorno della festa del Santo Patrono, 14 febbraio, da Capri partiva sempre una motobarca con cittadini dell’isola per prostrarsi ai suoi piedi nella Basilica a lui eretta, nei secoli, dalla fede dei suoi devoti). Nell’antichità si era soliti porre le statue dei santi patroni all’ingresso della città affidata al loro patrocinio. Sorrento aveva quattro porte, due rivolte verso il Piano ad oriente e verso Massa ad occidente e le altre due alle marine, Grande e Piccola. Sulla prima porta, al lato del Castello, era posizionata la statua di Sant’Antonino (patrono e protettore principale) e sulla seconda quella di S. Bacolo (uno dei quattro vescovi coprotettori). Quando le mura orientali ed occidentali, con le rispettive porte, furono demolite, le relative statue furono trasferite: la prima all’ingresso della città in piazza Tasso e la seconda in una nicchia ricavata sulla facciata della chiesa del S. Rosario (anticamente dedicata proprio allo stesso vescovo). Quella di Sant’Antonino di tufo grigio era posta al di sopra della porta monumentale d’ingresso alla città. Nel corso dei secoli non si sono mai spente la devozione e la fiducia dei sorrentini verso Sant’Antonino (documentazione visiva è nella testimonianza dei dipinti nella Basilica del Santo) e, quando ricorre la “sua” festa la statua in piazza Tasso è sempre oggetto di onore e di addobbi particolari. I sorrentini sono stati sempre – e lo sono ancora – devoti al loro Santo Protettore, al quale in ogni evento fanno ricorso. Sarebbe sufficiente scorrere la storia per registrare i numerosi interventi miracolosi di Sant’Antonino per la salvezza della nostra città e dei suoi abitanti (a parte quelli individuali di cui, nel succorpo della Basilica, c’è ampia testimonianza con gli ex voto). La statua di tufo grigio (la caratteristica pietra ricavabile dalle varie cave in zona e con la quale si edificavano i fabbricati (fino all’avvento del cemento armato) è stata oggetto di vari interventi di manutenzione e di restauro (non tutti realizzati, artisticamente e validamente). Per

tale motivo il Rotary Club Penisola Sorrentina, avendo recepito la gravità delle condizioni in cui la statua del Santo si trovava e che erano necessari interventi decisivi di restauro, ha deciso di promuovere una valida azione di restauro. E con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale ed alcuni imprenditori è stato affrontato il problema, risultato molto più impegnativo del previsto, per le condizioni nelle quali è stata trovata la statua, anche per l’effetto di alcune superfetazioni del passato. Ed il 2 giugno si è proceduto alla presentazione alla Città dei restauri effettuati, ma ciò è avvenuta con una aggiunta del significativo valore storico. Trattasi dell’apposizione di una lastra marmorea recante la scritta Fidelitatis exemplum, inopportunamente sistemata nella parte retrostante della statua ad ai piedi del Santo. Ed è a proposito di questa testimonianza del passato che è necessario aggiungere notizie interessanti per i lettori amanti della storia del proprio paese. Questa lapide fu rinvenuta circa settant’anni fa nell’arenile sottostante la Villa Comunale (dove oggi si è sviluppato il Peter Beach), durante una partita di calcio, non ostacolata per lo stato di abbandono. In occasione di un calcio di punizione, questa lapide (quasi del tutto sommersa nella sabbia) fu causa di un danno al piede del….calciatore, il che convinse tutti ad eliminarla e, scoperto che trattavasi di un reperto archeologico, fu trasportato a casa di Antonino Fiorentino (proprietario e donatore alla Città di Sorrento della sua abitazione, la Villa Fazzoletti) ed, oggi, dal suo erede donata al Comune che l’ha accettata con delibera della Giunta Municipale n.135 del 29 maggio scorso. Con il tempo studiando la storia di Sorrento, fu accertato che trattavasi della lapide esistente sull’arco della porta dell’ingresso alla città dal suo piano ed la scritta fu interpretata come testimonianza della fedeltà di Sorrento al suo Protettore e di questi alla città. Solo dopo alcuni anni ed aver intensificato le indagini storiche si è potuto interpretare Fidelitatis exemplum come testimonianza della fedeltà di Sorrento agli Aragonesi nella lotta contro gli Angioini e con la monarchia spagnola reggente Napoli ed il relativo regno. Sorrento era inclusa fra le città “fedelissime” e, tale fedeltà fu dimostrata fino al 1799, quando con la Repubblica Partenopea, Sorrento resistette

SEGUE A PAGINA 10


29 giugno 2014

CENTRO

IL

10

Percorsi/3. Con la Prof.ssa Marilù Ruggiero tra rime poetiche e prosa

IN LIBRERIA CON MONTALE, POZZI E CAPRONI

C

osa c’è di più confortante il venerdì sera di avere un appuntamento con la poesia? Una settimana difficile, figli, lavoro, problemi vari, per ben tre volte si è conclusa in maniera piacevolissima con gli incontri di Poesia di Marilù Ruggiero alla libreria Mondadori di Piano di Sorrento gestita da Gianni Pepe. Atmosfera morbida, brani che invitavano all’introspezione, le ottime spiegazioni di Marilù sono state un tuffo in sé stessi e in quello che si prova stando a contatto con la Poesia. Ci si è confrontati nientedimeno che con Eugenio Montale e il suo male di vivere, con Antonia Pozzi e il suo amore smisurato, con Giorgio Caproni e le sue donne di riviere. Con Marilù siamo usciti dal quotidiano e per un’ora e mezza abbiamo navigato nelle sensazioni ispirate dalla poesia accompagnati dall’ottima musica eseguita con adorabile grazia da Felice Cacace e la splendida voce di Miryam. E dopo lo spirito, abbiamo rifocillato anche il corpo con i buffets offerti da Gianni e preparati con prodotti provenienti dalle terre di origine degli autori scelti: focaccia genovese per Montale, risotto alla milanese per Pozzi e prosciutto e chianti per Caproni. Questi incontri sono stati anche l’occasione per conoscere persone amanti della poesia e per riconoscere tra gli amici interessi comuni. Grazie Marilù, grazie Gianni.

SEGUE DA PAGINA 9

nella fedeltà ai Borboni fino, quasi, a correre il rischio della sua distruzione dai francesi del gen. Sarazin. Tutto ciò, scopo della donazione, è rimasto al di fuori di ogni testimonianza! Anche aggravato da un’apposizione molto….discutibile, nella parte retrostante della statua, in una posizione, ove non appare molto visibile a chi giunge a Sorrento e priva di ogni indicazione di cosa rappresenti. Normalmente le statue si guardano davanti, non da dietro e se si aggiunge che la lastra marmorea è priva di ogni indicazione appare evidente che la donazione ha superato solo la formalità amministrativa, ma non ha raggiunto lo

“provvidenza e trame nei promessi sposi” in congrega

Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno…” Con queste parole abbiamo dato il via ad una serie di incontri e di riflessioni che hanno avuto come filo conduttore il celebre romanzo di Manzoni, I promessi Sposi. Guidati dalla professoressa Marilù Ruggiero e gentilmente ospitati dal priore Cuccaro nella congrega della SS. Annunziata, ci siamo soffermati sulle vicende dei vari personaggi ed abbiamo analizzato i loro contrasti interiori, l’ incontro con la fede, il momento della conversione. A partire da don Abbondio, pavido ed egoista; Fra Cristoforo, un combattente della fede; Gertrude ed i segreti che si celano dietro la sua mancanza di valori morali; Renzo e Lucia che confidano nella Provvidenza. Questa catechesi ha avuto come titolo “Provvidenza e trame nei Promessi Sposi”. I due promessi ci hanno mostrato come la Provvidenza opera in base a disegni imperscrutabili, le avversità diventano prove che verificano la forza della fede. Essa è una presenza costante che non solo spinge ciascuno di noi a sperare, ma anche ad avere coraggio, a combattere e a non arrendersi mai di fronte ai pericoli ed alle difficoltà. E’ la fede che da a tutti un senso di fiducia nel trionfo del bene. R.C.

scopo storico dell’evento.Forse ciò è da attribuirsi alla mancanza di delicatezza da parte di chi ha avuto il compito di eseguire il lavoro e di rendere l’opera intellegibile a chi ha la fortunata occasione di accorgersi della sua esistenza! Per fortuna non si è voluto procedere con la revoca della donazione per indegnità a riceverla! è stato detto che, forse, si è voluto porre all’attenzione del pubblico un... oggetto misterioso. Almeno ciò giustificherebbe il comportamento degli esecutori dell’opera! Anche se non conforterebbe il donatore!


IL

CENTRO

11

29 giugno 2014

Tradizioni. Festeggiamenti speciali per il Santo Patrono di Poggiomarino

tre miracoli per la piccola antonia

La devozione della famiglia Arpaia per le guarigioni inaspettate. Il rito della “tredicina” con la statua della parrocchia di Antonella Coppola

A

circa trentacinque chilometri di distanza dalla penisola sorrentina, c’è Poggiomarino paese dove risiede chi vi scrive, Comune che, fin dagli ultimi giorni di maggio si concentra nei fervidi preparativi della festa patronale: Sant’Antonio da Padova. Ogni attività commerciale disposta alla vendita di alimentari espone il cartello con il quale si avvisa la golosa clientela che il formaggio tipico della festa è arrivato, infatti in ogni casa non può mancare un pezzetto della ricotta salata, anche a chi non piace- come alla sottoscritta- viene offerto e non si può dire di no. Le bancarelle riempiono piazza De Marinis e via Roma, le giostre nell’aria fieristica attendono i bambini, tutti i rioni si addobbano di palloncini colorati e lumini accessi, ai bambini che riceveranno durante il mese di giugno il sacramento della prima comunione, viene regalato uno stelo di gigli fiore simbolo del Santo. Una festa che invita ogni singolo cittadino a parteciparvi in modo attivo, fin dalla tredicina: ogni giorno, per tredici giorni una famiglia accoglie la statua del Santo, si ci reca in processione recitando il Rosario, una volta giunti nel giardino il sacerdote benedisce la famiglia, tutti i presenti e il giorno dopo la statua viene portata in un altro rione, l’ultimo giorno la processione percorre tutte le strade del paese, non mancano i carabinieri in alta uniforme, i rappresentati dell’amministrazione comunale e di tutte le

associazioni, giunti in parrocchia viene celebrata la messa. Quest’anno la statua che viene sposta in processione è una “statua sostitutiva”, la famiglia Arpaia ha fatto dono alla parrocchia di un’altra immagine del Santo in modo che quella originale non si rovinasse. La piccola di casa Arpaia, dal patrono di Poggiomarino ha ricevuto tre grazie: durante la gravidanza il medico comunicò alla madre che c’erano poche possibilità che portasse a termine la gestazione, in quei giorni la tredicina passava nel suo cortile, pochi giorni dopo, al successivo controllo i valori erano nella norma e il parto fu felice. Una felicità che durò poco tempo, a casa da pochi giorni la neonata ebbe difficoltà respiratorie e la corsa in pronto soccorso fu immediata, la diagnosi fu allarmante e la neomamma non poté far altro che affidarsi alla preghiera. Successivamente le analisi riscontrarono nuovamente l’ottimo stato di salute della piccola tra l’incredulità dei medici e la gioia dei familiari. Passano pochi anni e la bambina cade, si frattura un braccio, cosa da nulla se non fosse che ha un’arteria recisa, l’unica soluzione è amputare l’arto. L’angoscia e il terrore sono di nuovo i protagonisti della vita della famiglia Arpaia, la devozione e le preghiere verso il Santo non si sprecano e accade un piccolo miracolo: tutto si risolve senza interventi chirurgici estremi e Antonia, nove anni e un sorriso dolcissimo, è la bambina più forte del mondo.

BREVE TREDICINA

1. O glorioso sant’Antonio, che hai avuto da Dio il potere di risuscitare i morti, risveglia l’anima mia dalla tiepidezza e ottienimi una vita fervorosa e santa. Gloria al Padre... 2. O sapiente sant’Antonio, che con la tua dottrina sei stato luce per la santa Chiesa e per il mondo, illumina l’anima mia aprendola alla divina verità. Gloria al Padre... 3. O pietoso Santo, sempre pronto a soccorrere i tuoi devoti, soccorri anche l’anima mia nelle attuali necessità. Gloria al Padre... 4. O generoso Santo, che accogliendo la divina ispirazione, hai consacrato la tua vita al servizio di Dio, fa’ che io ascolti docilità la voce del Signore. Gloria al Padre... 5. O sant’Antonio, vero giglio di purità, non permettere che la mia anima resti macchiata dal peccato, e fa’ che viva nell’innocenza della vita. Gloria al Padre...

6. O caro Santo, per la cui intercessione tanti infermi ritrovano la salute, aiuta la mia anima a guarire dalla colpa e dalle inclinazioni cattive. Gloria al Padre... 7. O S. Antonio, che ti sei prodigato per salvare i fratelli, guidami nel mare della vita e dammi il tuo aiuto perché possa giungere al porto della salvezza eterna. Gloria al Padre... 8. O compassionevole S. Antonio, che durante la vita hai liberato tanti condannati, ottienimi la grazia di essere sciolto dai legami del peccato per non essere riprovato da Dio nell’eternità. Gloria al Padre... 9. O santo Taumaturgo, che hai avuto il dono di ricongiungere ai corpi le membra recise, non permettere che io mi separi mai dall’amore di Dio e dall’unità della Chiesa. Gloria al Padre.. 10. O soccorritore dei poveri, che ascolti quanti ricorrono a te, accogli la mia supplica e presentala a Dio affinché egli

mi doni il suo aiuto. Gloria al Padre... 11. O carissimo Santo, che ascolti tutti quelli che ricorrono a te, accogli con bontà anche la mia preghiera, e presentala a Dio affinché io sia esaudito. Gloria al Padre... 12. O sant’ Antonio, che sei stato apostolo instancabile della parola di Dio, fa’ che io possa dare testimonianza della mia fede con la parola e con l’esempio. Gloria al Padre... 13. O amatissimo sant’Antonio, che a Padova hai la tua tomba benedetta, guarda alle mie necessità; parli a Dio per me la tua lingua miracolosa affinché io possa essere consolato ed esaudito.


29 giugno 2014

C

ari lettori eccoci di nuovo al nostro appuntamento mensile della rubrica di diritto canonico e come promesso in questo numero affronteremo l’immaturità psico-affettiva che sovente viene invocata nelle cause ob defectus discretionis iudicii quale condizione da cui sorge questo vizio del consenso. L’affettività è un elemento essenziale della persona umana e sia gli psicologi che gli psichiatri ritengono che all’affettività possa essere ascritta tutta la sfera emozionale. Per immaturità psico-affettiva si intende l’insufficiente integrazione personale nel progressivo cammino di sostituzione dei meccanismi del piacere, del potere e dell’egocentrismo per quelli della conoscenza e dell’oblatività. Questo tipo di immaturità, che consiste in un modo di agire incongruo ed infantile da parte di una persona di età adulta, sorge dall’abnorme evoluzione dell’animo del soggetto che, pur avendo un’età sufficiente, non possiede la dovuta maturità intellettiva e volitiva proporzionata al consenso matrimoniale. Ciò è dovuto all’interruzione del processo di evoluzione delle facoltà critiche. Questo comporta che nel soggetto è impedita anche l’armonica cooperazione tra tutte le facoltà superiori (che si ricordi sono le intellettive, volitive e affettive). Lo squilibrio affettivo emozionale, talvolta, può

CENTRO

IL

12

Diritto Canonico. Il Sacramento del Ma

IMMATURITÁ PISCO-A

Non rende nullo il matrimonio la gene grave e patologica

intaccare la logica e la razionalità della decisione matrimoniale, non consentendo di capire il significato oggettivo del matrimonio e dei suoi diritti e dovere e/o di assumerli. L’immaturità psico-affettiva, infatti, pur consentendo al nubente la possibilità di effettuare il giudizio speculativo (cfr. Il Centro Novembre/Dicembre 2013), intacca la sua capacità di compiere il giudizio pratico della persona o della realtà. Orbene poiché la discretio iudicii per sua stessa natura postula che il nubente sia capace di compiere il giudizio meramente speculativo, il giudizio pratico ed il giudizio pratico-pratico è evidente che colui che non ha la capacità di effettuare il giudizio pratico difetta della sufficiente discrezione di giudizio per celebrare il Matrimonio. La giurisprudenza rotale solitamente ritiene che l’immaturità pisco-affettiva debba essere considerata nell’ambito del defectus libertatis internae dal momento che il nubente non opera una sufficiente deliberazione poiché non riesce, a causa della

“NON HO L’ETà” PER SPOSARMI

Sigfrido e Odétte si conobbero perché frequentavano la stessa parrocchia. I ragazzi intrecciarono subito una relazione sentimentale trascendendo anche ad intimità sessuali a seguito delle quali Odétte rimase incinta. Sigfrido e Odétte, che allora avevano rispettivamente diciannove e sedici anni, non avevano mai pensato al matrimonio che tuttavia accettarono come soluzione all’inaspettata gravidanza dopo aver discusso violentemente con le rispettive famiglie ed aver scartato l’idea di ricorrere all’aborto.

La vita coniugale si rivelò da subito difficile e piena di litigi essendo i due giovani del tutto impreparati alle stessa, cosicchè essi si ritrovarono a litigare anche per futili motivi. Inoltre Sigfrido si comportava anche in modo violento verso Odétte. Si giunse così ad una prima separazione di fatto che, tuttavia, non fu formalizzata a causa della seconda gravidanza di Odétte. Dopo la nascita del secondo figlio, la vita coniugale mutò in peggio fino a quando Sigfrido lasciò definitivamente la casa coniugale e tra le parti fu pronunciata dal Tribunale civile sentenza di separazione. Successivamente Sigfrido presentò al competente Tribunale Ecclesiastico un libello con il quale accusava di nullità il suo matrimonio con Odétte per il capo del vis vel metus gravis viro incussus. Espletata ritualmente l’istruttoria tramite l’interrogatorio delle parti e dei testi, il Tribunale adito emise sentenza negativa. L’uomo attore non prestò acquiescenza e contro la predetta sentenza appellò al Tribunale della Rota Romana ove su istanza della Patrona di parte attrice il dubbio fu ampliato includendo il difetto di discrezione di giudizio da parte dell’uomo attore


IL

CENTRO

13

29 giugno 2014

atrimonio dal punto di vista della legge

AFFETTIVA E NULLITÁ

erica “immaturità” occorre che essa sia di Manuela Abbate*

perturbata armonia della sua persona, né a vincere né a dominare gli impulsi interni. È assolutamente ovvio, ma lo ribadiamo per completezza di discorso, che solo l’immaturità psicoaffettiva che sia realmente grave e patologica comportando un regresso dell’evoluzione e una fissazione delle emozioni, può rendere nullo il Matrimonio, dal momento che questa forma patologica impedisce la corretta stima e valutazione dei diritti e doveri matrimoniali. Diversamente entreremmo nell’ambito di semplici difficoltà psichiche che non possono giustificare la nullità del vincolo. È necessario, tuttavia, precisare che l’immaturità psico-

affettiva di cui stiamo discorrendo non deve essere confusa con quella che in modo generico e non clinico la gente denomina comunemente “immaturità”. La maturità psichica e quella canonica, dunque, devono essere accuratamente distinte. In caso contrario la maturità psichica, che è l’apice dell’evoluzione umana finisce con l’essere confusa con la maturità canonica che è, invece, il minimo che si richiede affinché un Matrimonio sia celebrato validamente. Per dichiarare nullo un matrimonio, dunque, non è sufficiente affermare e dimostrare che al tempo della celebrazione matrimoniale il nubente fosse “genericamente” immaturo, ma si deve provare che detta immaturità – intellettiva, volitiva ed affettiva – avesse un grado di straordinarietà tale da poter essere considerata patologica e, dunque, incidente nella discretio iudicii. Di questo specifico argomento tratterà il caso pratico di questo mese.

«Sono incapaci a contrarre matrimonio: […] 2° coloro che difettano gravemente di discrazione di giudizio circa i diritti e i doveri matrimoniali essenziali da dare e accettare reciprocamente»

tamquam in prima istantia. Per rispondere al dubbio concordato fu incaricato di redigere la perizia ex officio il prof. A che procedette all’esame personale dell’attore. Tralasciamo i rilievi che il Turno Rotale fa sul capo del vis vel metus che non interessano il discorso che stiamo facendo e passiamo ad analizzare il ragionamento fatto dai Giudici sul difetto di discrezione di giudizio. I Giudici del Turno, in primo luogo, pongono in evidenza l’indole di Sigfrido che è descritto sia dalla convenuta che dai testi con «carattere aggressivo, insicuro ed instabile», «chiuso in se stesso», «molto ingenuo ed immaturo», con «indole taciturna […] debole di carattere», «ragazzo idealista, timido e con spunti di tipo aggressivo». Altri due elementi vengono, poi, evidenziati dai Giudici Rotali. Il primo è il fatto che prima della scoperta della gravidanza i due ragazzi che erano eccessivamente giovani (lui 19 anni, lei 16) non avevano mai pensato al Matrimonio, unica possibilità percorribile dopo aver scartato la soluzione dell’aborto. Il secondo è che già subito dopo la celebrazione del matrimonio tra le parti si ebbero litigi durante i quali l’attore si comportò violentemente ed aggressivamente con la convenuta al punto tale che già al terzo anno di matrimonio Odétte voleva chiedere la separazione legale con addebito al marito.

Questi elementi posti in luce inducono i Giudici a porre in evidenza che il processo elettivo nell’attore fu gravemente perturbato. Tale conclusione è, altresì, confermata dalla perizia ex officio in cui il prof. A. afferma che l’attore al tempo della celebrazione matrimoniale era affetto da immaturità psico-affettiva. Nella perizia, infatti, si legge «Immaturitas et ingenuitas furono in Sigfrido abbondantemente presenti. […] Se per “libertà interna” si intende la capacità di autodeterminarsi secondo prospettive di scelta criticamente assunte, con ampia dalle indipendenza componenti affettive del momento o della situazione […], allora debbo dire che in Sigfrido tale dimensione […] era del tutto carente […] mancava la libertà essenziale». Per i Giudici, pertanto, in Sigfrido si ingenerò un conflitto tra la necessità di obbedire ai genitori per non perdere Odétte e il figlio preconcepito e la condizione di grave immaturità psico-affettiva da cui era affetto, detto conflitto gli impedì di scegliere il Matrimonio con la necessaria libertà interna. Ricordiamo che il difetto di libertà interna è una particolare forma del defectus discretioniss iudicii, dunque, detto vizio si ha per moralmente certo.

Manuela Abbate


29 giugno 2014

CENTRO

IL

14

Eventi/4. La Città di Piano di Sorrento celebra la Festa della Musica

Premio Cypraea alla compagnia luna

Il riconoscimento dell’Associazione culturale per chi opera nel sociale. Riconosciuto l’impegno nel campo delle malattie mentali

S

abato 21 giugno il mondo ha festeggiato la Fête de la Musique, ricorrenza nata in Francia nel 1982, sviluppata velocemente in tutto il mondo e portata nello Stivale dall’Associazione italiana per la promozione della Festa della Musica nel 1994, dando così vita ad una manifestazione popolare gratuita aperta ad amatori e professionisti. In quest’ ottica si inserisce il concerto del Ventennale della Festa della Musica Europea, organizzato dall’Associazione culturale Cypraea con il patrocinio del Comune di Piano di Sorrento e inserito nella “Summertime 2014”, la programmazione degli eventi estivi comunale. Sabato 21 giugno alle ore 19.00 presso la Sala consiliare si è tenuto il concerto del Maestro Francesco Pareti, musicista napoletano, dedito all’attività concertistica, all’insegnamento di pianoforte nei Conservatori di Lecce, Matera, Potenza, Benevento e Avellino, alla produzioni lirico-sinfoniche, alla direzione del Coro del Teatro San Carlo e alle traduzioni di trattati di musicologia; e del soprano Nunzia De Falco che affianca le esibizioni in teatri come il Trianon di Napoli, l’Olimpico di Roma, il Flavio Vespasiano di Rieti o il Carlo Felice di Genova con l’attività teorica-letteraria occupandosi dei testi greci sul canto delle Sirene nell’Odissea omerica e nell’Ulisse di Dallapiccola di prossima pubblicazione. Sono stati eseguiti brani di M. P. Costa, G. Donizetti, E. Satie, E. Tagliaferro, M. Moszkowski, W. A. Mozart, G. Verdi, C. Debussy, G. Puccini, G. Gershwin e Leoncavallo. L’evento è stato arricchito ulteriormente dalle danze del Magic Medley Ballet di Marilina Iacono e

Marilina Iacono, direttrice artistica della Compagnia Luna con il Premio Cypraea “L’Angelo della Vita”

dall’assegnazione del Premio Cypraea “L’Angelo della Vita” alla Compagnia Luna per l’impegno nel campo delle malattie mentali giovanili. «Il Premio, istituzionalizzato da tre anni, viene attribuito a coloro che operano nel sociale - spiega Cecilia Coppola, Presidente della Cypraea - e nelle scorse edizioni è stato consegnato al cardiologo Maurizio Santomauro, alle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù di Caterina Volpicelli e a Tina Busto Paone in quanto persone sempre disposte a collaborare quando si riscontra la necessità di sostegno, soprattutto nei confronti dei bambini e dei giovani»

A sinistra: il Magic Medley Ballet e la Compagnia Luna durante la premiazione; a destra la soprano Nunzia De Falco e il Maestro Francesco Pareti


IL

CENTRO

15

29 giugno 2014

Devozione mariana. I luoghi di culto con la raffigurazione della Madonna

LE CAPPELLE E LE EDICOLE MARIANE

A Cesarano S. Maria di Montevergine, a Marina Piccola la Madonna del Soccorso e vicino alla stanza del Tasso la Stella Maris di Nino Cuomo*

S

iamo giunti alla conclusione dell’esposizione delle testimonianze sorrentine di devozione alla Madre di Cristo. Oltre le varie chiese mariane di cui Sorrento è ricca – di cui due con immagini incoronate con decreto del Capitolo Vaticano – esistono molte cappelle particolari, alcune delle quali assurte a veri e propri tempi di grande devozione con annuali celebrazioni. Proprio fra queste due vanno ricordate quella di S. Maria di Montevergine a Cesarano e quella della Madonna del Soccorso alla Marina Piccola, La prima di queste due testimonianze di fede mariana fa parte della parrocchia di Casarlano e, oggi, si presenta nella sua solennità di costruzione e di impostazione, ma, quando essa sorse, nel 1857, era una piccola cappella, di pertinenza dell’Ente Comunale di Assistenza, in un modesto borgo agricolo. Con la realizzazione della nuova strada di accesso, con lo sviluppo edilizio nella zona, l’attuale chiesa è diventata un valido punto di incontro e di vita religiosa. La seconda cappella, quella della Madonna del Soccorso alla Marina Piccola, ha questo titolo da circa quattro secoli, se, nel 1618, la chiesa di Capo Cervo – così era chiamata la Marina Piccola – era ancora intitolata a San Leonardo. Solo nel 1625, per effetto di un quadro, dipinto dal sacerdote Andrea Scarpato, iniziò il culto alla Vergine del Soccorso con la Congregazione laicale omonima, che aveva quale scopo principale il suffregio delle Anime del Purgatorio. Per sostenere tale intento i marinai andavano questuando ed i pescatori versavano una percentuale del guadagno giornaliero. Nel 1866 la Confraternita fu oggetto delle leggi di soppressione di questi enti ed i beni furono riuniti nell’Ente Comunale di Assistenza e la cappella ed il campanile subirono mutilazione per la costruzione della nuova strada di accesso al porto. La festa della Madonna del Soccorso, inizialmente, si celebrava il 5 agosto, poi trasportata al 15 successivo, ma, successivamente, ritornò alla prima data, a seguito di un decreto dell’Arcivescovo, mons. Paolo Suardo del 1678 che lo impediva per la coincidenza con la contemporanea celebrazione della Festa dell’Assunta nella chiesa Cattedrale di cui era titolare. Oggi la festa della Madonna del Soccorso – nella prima domenica di agosto – è la festa della Marina Piccola e dei marinai che operano nel Porto di Sorrento.

Un’altra cappella mariana – privata – è quella Stella Maris nella parte occidentale dell’hotel Tramontano, proprio adiacente alla stanza ove nacque, l’11 marzo 1544, Torquato Tasso. Originariamente trattavasi di una cappella gentilizia dedicata alla “Madonna delle Grazie”, sistemata, nel 1687 sulla via Prospetto, la strada che da S. Paolo conduceva alla Marina Grande (attuale piazza della Vittoria). In questa cappella esisteva un quadro della Madre di Dio e, nel 1887, il proprietario Guglielmo Tramontano restaurò la cappella e, per la devozione riscontrata verso la Vergine da parte dei marinai, intitolò il quadro Stella Maris, titolo che interessò l’intera cappella e che si legge all’esterno della stessa. Per completare questo argomento è opportuno segnalare due “edicole” mariane, oggetto di grande devozione popolare: una esistente in via Fuoro e l’altra in via Marina Grande, all’inizio dei gradoni, incorporata nel muro esterno di Villa Tritone. Quella di via Fuoro è una piccola cappella, dedicata all’Assunzione di Maria Vergine e, fino a qualche anno fa, tutti gli abitanti della zona, alla vigilia della festa dell’ Assunta, si riunivano per recitare il Rosario cantato, secondo un’antica tradizione, risalente a molti anni fa. Questa cappella è gestita dalle donne della medesima strada che ne testimoniano la devozione. La seconda edicola, proprio di fronte all’ingresso all’edificio (una volta scuole) della Suore d’Ivrea, espone una bellissima statua dell’Immacolata, innanzi alla quale non vi è abitante della Marina Grande che, passando, non si fermi per un’Ave Maria. Fino ad anni fa, dal mese di luglio, allorchè si celebrava la Madonna del Carmine, Sorrento era attraversata dalla prima processione mariana, settimanalmente questi riti si protraevano fino ad ottobre – con la celebrazione della Madonna del Rosario. Fu l’Arcivescovo, mons. Raffaele Pellecchia che ne ordinò la soppressione, stabilendo che, ogni anno, si svolgesse una sola processione a mariana, registrandone quasi un abuso. Sorrento mantiene la sua devozione mariana e, sia il Centro Storico, che le periferie, non lasciano passare in silenzio ogni ricorrenza in onore della Madre di Dio.

*Presidente Associazione Studi Storici Sorrentini


29 giugno 2014

CENTRO

IL

16

Eventi/5. Sul palcoscenico di Napoli la scuola di danza di Patty Schisa

LA FAVOLA DI CIò CIò AL POLITEAMA

Una coreografia sulla Terra dei Fuochi per promuovere «la cultura del “pulito” e della “responsabilità”»

A

l Politeama a Napoli la scuola di Danza di Patty Schisa ha presentato la Favola ecologica scritta da Cecilia Coppola “ Cio’Cio’ la busta di plastica” per porre all’attenzione ancora una volta il ruolo importante che questo personaggio svolge da ben venti anni cercando di migliorare, con l’aiuto dei giovanissimi, la sensibilità verso la tutela della Natura che, purtroppo, molti adulti hanno smarrito La didattica ambientale di Cio’Cio’ è iniziata dalle pagine di “ Airone junior” e “Dodo” riviste di G. Mondadori. Un ruolo svolto da più di un decennio in numerose scuole d’Italia e specie della Campania, ricalcando lo scabroso tema dei rifiuti legati al rispetto del territorio in cui si vive, facendo capire in un linguaggio semplice ed accessibile che ridurre, raccogliere, riciclare e riusare ma anche riparare e far rinascere diventano azioni essenziali per vivere nel rispetto della natura e preparare una conoscenza necessaria per crescere in modo sano e quindi far parte di quella cerchia di cittadini onesti e consapevoli. Cio’Cio’ ha animato il palcoscenico del Politeama con tutti i suoi fantastici personaggi del mondo della Terra e del Mare che chiedono aiuto per la tutela della Natura, generatrice di vita. A supporto di questo messaggio Valentina Schisa, figlia d’arte, ha curato ed ideato una singolare coreografia “ Dove finisce la terra “ con i ballerini dei Corsi superiori per accentuare la difficoltà e il pericolo ambientale che il territorio campano sta attraversando, a causa di persone prive di scrupoli che hanno depositato e depositano rifiuti tossici in vaste aree di zone agricole inquinandole a tal punto da trasformarle in trappole mortali per gli abitanti

Da sinistra: Patty Schisa, Cecilia Coppola e Valentina Schisa

del luogo. Gli spettatori hanno visto le giovani danzatrici coprire il pavimento del palcoscenico con secchi di terra dove hanno eseguito una suggestiva danza raccogliendola e cospargendosi di essa in un susseguirsi di gestualità espressione di dolore e di morte. «Questa coreografia sulla Terra dei fuochi – spiega Valentina - è nata in quanto mi sono chiesta perché in una regione come la Campania la terra è stata violentata, sporcata, malridotta, una terra in cui tutti parlano e criticano, da cui molti fuggono ma per la quale nessuno fa nulla di immediato e concreto.Oggi mi domando quando si spegneranno i fuochi, quando chi l’ha distrutta non ci sarà più, a noi giovani e a quelli che verranno dopo di noi di questa terra cosa rimarrà?». «Una cultura del “pulito” e della “ responsabilità” – sottolinea Cecilia Coppola – che renda i ragazzi soggetti attivi del tempo e dello spazio in cui abitano chiamando tutti a fare la loro parte, portandoli a riflettere ed agire con l’aiuto prezioso dei docenti che hanno il compito di sensibilizzarli». In questo suo cammino la Busta Cio’Cio’ ha avuto accanto la Scuola di Danza Patty Schisa che, con entusiasmo e con la grande esperienza, ha organizzato e sta organizzando diverse Tournee con i suoi giovanissimi allievi per una fattiva sensibilizzazione a tale importante problema. Patty, Cecilia e Valentina tre donne di età diversa che da Piano di Sorrento con determinazione, coraggio e creatività coniugano il verbo “ vivere” nel suo significato più sano, più etico e più attento nel cammino di una concreta vigilanza che protegga il diritto alla salute d’ogni cittadino ed educhi al rispetto del valore della vita..


IL

CENTRO

17

29 giugno 2014

Storia. La vetrina permanente di artigianato artistico a Via delle Rose

LA NATO A PIANO PER SUOR ALFONSA

Fu la prima ad abitare la casa delle Suore d’Ivrea a Via Carlo Amalfi. Grazie a lei 9000 donne conseguirono un titolo professionale con i corsi di ricamo

I

l Comune di Piano di Sorrento, in collaborazione con l’associazione culturale FIDAPAPenisola Sorrentina e l’Associazione Turistica Pro Loco Città Piano di Sorrento dal 22 aprile ha dato il via all’istallazione permanente di una “vetrina” per l’artigianato artistico presso il centro culturale comunale di Via delle Rose. L’iniziativa darà l’opportunità ad artigiani, anche emergenti, di mettere in mostra gratuitamente il proprio talento all’interno degli spazi comunali, in una visione di rilancio delle attività tradizionali e di nuovo impulso allo sviluppo delle specificità artistiche. A dare il via alla vetrina di artigianato, un omaggio all’educatrice e maestra d’arte Suor Alfonsa Russo (1 maggio 1910 – 30 ottobre 1992), fondatrice dell’Associazione “Maria Immacolata”, ente di formazione professionale. Suor Alfonsa ha vissuto la pienezza della sua vocazione a Piano di Sorrento, quando a soli 19 anni fu inviata dai superiori nella nuova casa delle Suore d’Ivrea in via Carlo Amalfi, dedita prima alla professione di insegnante e poi di guida per le

giovani donne della parrocchia alle quali insegnò l’arte del ricamo. Dalla sua bravura e dal grande seguito che la sua tempra riscuoteva, nacque a Piano di Sorrento un laboratorio di ricamo artistico con l’intento di creare una possibilità di guadagno nel periodo successivo al dopoguerra. Il laboratorio venne ben presto trasformato in Scuola di Formazione Professionale, su indicazione del Direttore Generale del Ministero del Lavoro e alle dirette dipendenze dell’Ente INIASA a cui affluivano fondi dal Ministero da destinare a corsi di addestramento per lavoratori disoccupati diventando, nel 1969, un Centro di Formazione autonomo costituito sull’Associazione “Maria Immacolata”. Ai corsi di ricamo guidati da Suor Alfonsa fece ben presto visita anche la Nato americana. Si stima che nel corso del tempo siano circa 9000 le allieve che hanno partecipato a corsi di formazione conseguendo anche un titolo professionale. La vetrina di artigianato artistico è visitabile dal lunedì al venerdì dalle ore 16.00 alle ore 19.00 Nella foto: la visita della Nato ai corsi di ricamo


29 giugno 2014

CENTRO

IL

18

Eventi/6. Lorenzo Bini Smaghi al Museo Correale di Terranova di Sorrento

L’INTRECCIO TRA POLITICA E RELIGIONE

La commistione tra valori etici e impegno civico forma idee da praticare nella vita collettiva di Cecilia Coppola

L

orenzo Bini Smaghi, presidente di SNAM e già membro del Consiglio Direttivo della Bce, uno dei più autorevoli esperti di temi europei a livello internazionale, è stato ospite a Sorrento al Museo Correale di Terranova per presentare i suoi libri “Morire d’Austerità” e “33 false verità sull’Europa” che trattano l’attuale situazione politica italiana nella realtà socio - economica e quanto i temi dell’Euro e dell’Europa riguardano tutti da vicino, cittadini e istituzioni, banche e imprese, giovani e anziani. L’incontro è stato organizzato da Gaetano Mastellone, vice presidente dell’Osservatorio Banche e Imprese, e Cecilia Coppola, presidente e fondatrice dell’Associazione Culturale Cypraea onlus. Un evento che ha avuto la partecipazione del Sindaco Giuseppe Cuomo, del Consigliere Massimo Coppola e del Presidente del Museo Marchese Giuliano Buccino Grimaldi. Moderatore del dibattito il giornalista Vincenzo Califano che ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa in quanto ha posto all’attenzione del numerosissimo e qualificato pubblico presente un testimone d’eccellenza del processo europeo nel crescente e diffuso disagio vissuto dalla comunità nazionale sempre più vittima della crisi e dai suoi terribili effetti soprattutto sulla parte della popolazione più indigente e debole. Un’interessante incontro dunque che mi ha fatto riflettere sull’affermazione di Smaghi che uno dei problemi principali della crisi europea e dei motivi per cui è durata così a lungo è la tendenza di chi governa a scaricare su altri la responsabilità allargando l’orizzonte al di là dell’Europa. Bisogna dunque comprendere, secondo me, come necessita soprattutto inculcare una forte educazione alla cittadinanza, riprendendo quei valori etici e morali che portano ad un impegno formativo necessario ad evidenziare la parte migliore della nostra spiritualità che ci viene dalla religione alla quale apparteniamo e facciamo riferimento. Fede, filosofia, cultura, scienza, politica, letteratura devono formare i grani di un unico rosario per acquistare un significato valido a migliorare noi stessi con gli altri e non da soli. Smaghi infatti ha spiegato che gli Italiani devono imparare a lavorare

insieme, che la struttura produttiva del Paese parte dalle piccole aziende, che la nostra società è conservatrice e tende a chiudersi in se stessa, che di fronte all’attuale emergenza non bisogna tassare e discutere, ma pensare al più presto alle riforme della pubblica amministrazione senza affermare che necessita più tempo. La scuola deve attuare cambiamenti validi perché i nostri giovani comprendano che hanno tanto da imparare per avere la possibilità di entrare nel mercato del lavoro dove è vitale conoscere almeno la lingua inglese. Purtroppo i nostro politici focalizzano il loro principale interesse a farsi rieleggere e non ad affrontare le riforme, aspettando fino all’ultimo minuto per prendere decisioni difficili: «Lasciare a lungo i problemi irrisolti è una strategia poco efficace e parzialmente pericolosa ha sottolineato - in quanto l’esasperazione dei cittadini aumenta portando al rischio di salti nel buio». Ho riflettuto su questo concetto e ho messo a fuoco che l’intreccio tra politica e religione, nell’orizzonte ampio delle storie e delle culture umane attraverso l’apporto di discipline e prospettive diverse, affonda le sue radici nel passato e fa comprendere che tale rapporto produce nella vita civile forma e idee da praticare nella collettività. Durante l’incontro è intervenuto anche il Sindaco di Piano di Sorrento, Giovanni Ruggiero, affermando che è necessario sbloccare il patto di stabilità per consentire ai Comuni di investire le risorse di cui dispongono per finanziare la realizzazione di opere pubbliche e mettere in questo modo in moto l’economia. Bini Smaghi ha ricordato infine che «I governi nazionali non vogliono privarsi delle loro prerogative e rimproverano che l’Europa non decide, dimenticandosi che sono proprio loro a non volere che decida. Il percorso è certamente ancora lungo ma non bisogna demordere, nulla è stato creato in un sol giorno». L’Associazione Culturale Cypraea ha offerto all’oratore una conchiglia in madreperla contenente un euro d’argento quale simbolo del mare, fonte di vita e di lavoro soprattutto per la penisola sorrentina.


IL

CENTRO

19

29 giugno 2014

Focus. Il riferimento a Gesù nel libro del Cardinal Gianfranco Ravasi

I CAPELLI “COLOR NOCI di sorrento”

Tutte le sorprese degli scritti apocrifi riportanti la descrizione del figlio di Giuseppe e delle sfumature peninsulari di Nino Cuomo

H

o avuto la fortuna di leggere un libro del Card. Gianfranco Ravasi, “Giuseppe, il padre di Gesù”, e, in appendice, ove sono proposti alcuni scritti apocrifi, ho letto un rapporto, attribuito ad un proconsole romano, Gneo Cornelio Lentulo, con il quale descriveva al Senato la figura di Gesù. Così è riferito: “Statura alta, ben proporzionato, capelli dal colore delle noci di Sorrento mature, dritti fino alle orecchie, increspati i giù con ricci chiari e lucenti, ondeggianti sulle spalle. Fronte liscia e serena, viso senza rughe o macchie, abbellito da un tenue rossore, naso e bocca perfetti... Occhi azzurri, vivaci, brillanti. Barba abbondante e bipartita, dello stesso colore dei capelli….”. Grande è stata la mia sorpresa – e mi consentano i lettori, anche la mia gioia da sorrentino per il richiamo – apprendere che duemila anni fa per descrivere il colore dei capelli di Cristo si facesse riferimento alle noci di Sorrento. Il che mi ha lasciato meravigliato che le nostre noci “mature” fossero già note all’epoca del figlio di Giuseppe. Prima di farne notizie ad altri ho svolto alcune ricerche, iniziando da Internet ed ho potuto accertare, sia che lo stesso Card. Ravasi aveva trattato questo argomento sul mensile Jesus, nel n.6 di giugno 1997, sia che il proconsole romano era realmente esistito (negli Annali di Tacito è riportato con molti particolari, discendente di un ramo della famiglia Cornelia, che aveva aggiunto il cognome Lentulo, derivante dalla circostanza che commerciava in “lenticchie” - in latino lens, lentula); sia che l’aggettivo “mature” indicava la commestibilità, che si otteneva con la maturazione del mallo (quello, verde, che, “acerbo” - quando il frutto è ancora morbido – si usa per produrre il “nocino”) e con la rottura del guscio interno, allorchè il frutto “secco” e mangiabile, è di colore biondo scuro.

Mentre mi accingevo a completare le ricerche nella storia economica di Sorrento, e della sua Penisola, attraverso alcuni libri dei secoli scorsi, il proconsole romano, da un articolo de Il Giornale (del primo maggio scorso), era definito frutto di fantasia non avente richiami storici. Gneo Cornelio Lentulo, al contrario, è realmente esistito, avendo svolto attività militari in Pannonia, di aver ricoperto incarichi in Palestina all’epoca di Cristo, di aver combattuto con Druso figlio di Tiberio di cui godeva la fiducia e, la sua conoscenza delle noci di Sorrento poteva derivare dalla vicinanza di Sorrento con Capri, quando in quest’isola si era trasferito l’Imperatore romano, successore di Augusto. Silenzio assoluto, invece, ho dovuto riscontrare nelle altre ricerche trovando conferma che, all’epoca romana, la terra sorrentina era famosa solo per l’olio, il vino, i formaggi e le carni (bovine e suine). Secondo Stazio era particolarmente apprezzato il vino delle colline, indicato per la sua delicatezza e la sua efficacia curativa per i convalescenti e la sua fama iniziò nell’epoca di Augusto, perché si sperimentò che reggeva l’invecchiamento, mentre le piantagioni di ulivo erano molte estese per la sacralità di questa pianta e si sviluppavano ai piedi della zona collinosa. Secondo la “Descrittione dell’origine, sito e famiglie antiche della città di Sorrento” di Cesare Molignano (1607) la zona “era abbondantissima d’ogni sorte di frutti” e vi era “copia grande di lemoni, di cedri e di melangoli” ed i vini erano “gentili e delicati”, mentre nella “Nuova Guida de’ Forestieri” del Parrino (1815) si apprende che molti autori dell’epoca antica, fra cui Ovidio, ritenevano il vino degno di gareggiare con quelli di Falerno. Ed ancora, nella “Guida della Città di Sorrento” di Carlo Merlo (1857), si legge che in Sorrento vi erano buone carni ed in particolare erano squisite quelle delle vitelle; erano ottimi i formaggi ed il “butirro”.

SEGUE A PAGINA 20


29 giugno 2014

CENTRO

IL

20

Eventi/7. Dal 10 luglio al Chiostro di San Francesco la kermesse d’incontri

“Sorrento gentile” ricorda eduardo

Nel 30° anno dalla scomparsa dell’attore e attore napoletano, la partecipazione del critico teatrale Giulio Baffi di Nino Cuomo

S

iamo alla quinta edizione di un programma di “Incontri con i protagonisti”, ideato e condotto da Giuliana Gargiulo sotto il titolo proposto dal Sindaco, Giuseppe Cuomo, di “Sorrento gentile” in una scia di successi consacrati dalla grande affluenza del pubblico, nella mitica atmosfera del Chiostro di San Francesco. Questa annuale manifestazione estiva, inaugurata il 15 luglio 2010 con Marisa Laurito che presentò “Le ricette del Grane Sud”, continuò con un crescendo che vide, nello storico ambiente francescano, il grande giornalista e scrittore Antonio Ghirelli in una delle sue ultime apparizioni in pubblico prima della scomoparsa e Hafez Aidar, scrittore ed insegnante di lingua araba all’Università di Pavia, concludendosi con Shodo Habukawa, capo dei monaci buddisti shingon. Sul successo del primo anno, continuò nel 2011, con l’immortale Carla Fracci e Beppe Menegatti, con il grande napolenatologo partenopeo Renato De Falco e con i “reali della cucina” Alfonso e Livia Iaccarino. Nell’anno successivo furono ospitati Bruna Chianese, che presentò il libro “Mio padre Sergio Bruni, la Voce di Napoli” e Maria Elefante con il suo libro “A Maria Orsini Natale”, nel ricordo della grande scrittrice vesuviana, di casa in Penisola Sorrentina. L’anno scorso Giuliana Gargiulo ottenne la presenza a Sorrento di Roberto De Simone, per festeggiargli l’80° compleanno e Manuel De Sica nel ricordo del padre Vittorio, al quale aveva dedicato un suo libro “Di figlio in padre”.

SEGUE DA PAGINA 19

Infine, da numerosi studi di Franca Assante (che ha particolarmente studiato la vita nell’area sorrentina, sotto ogni diverso aspetto. nel Settecento) si ricava che Sorrento, nell’antichità era famosa per il suo vino e per la carne di vitella, affermandosi, successivamente con l’olio, i suoi latticini e la carne di maiale, fino, poi, alle coltivazioni del gelso (per la produzione della seta) e poi del noce e degli agrumi. Quindi la coltivazione delle noci risulterebbe citata successivamente a quella del gelso (cioè in epoca sette-ottocentesca). Oggi, invece, abbiamo appreso che anche le noci erano famose fin dall’antichità e, nei primi anni dell’era cristiana (all’epoca della vita di Cristo)! La noce di Sorrento ha raggiunto fama e rilevanza economica nel secolo scorso, quando la ditta Pane di Piano di Sorrento, riuscì ad affermare questo frutto nel commercio anche internazionale, ponendo

Il tradizionale pubblico del Chiostro di San Francesco attende il programma del quinto anno di “Sorrento gentile” che la promotrice della manifestazione non poteva non dedicare al grande Eduardo della cui compagnia è stata attrice (a seguito di un concorso al Teatro San Ferdinando). Per ricordare il 30° anniversario della scomparsa del grande autore ed attore napoletano, il 10 luglio, la manifestazione inizierà celebrando l’evento con la partecipazione del critico teatrale Giulio Baffi, direttore del San Ferdinando e, sette giorni dopo, sarà ricordata Titina De Filippo, scomparsa cinquant’anni fa, con un concerto-ributo di Brunello Cnessa e della sua band. Per l’occasione interverranno Francesco Canessa, ex Sovrintendente del Teatro di San Carlo ed autore del libro “Attori si nasce” e la musicista Brunella Canessa. Per gli ultimi due giovedì di luglio (perché l’intera manifestazione si svolge sempre di “giovedì”) Giuliana Gargiulo ha programmato due eccezionali “incontri”: con Lara Sansone (il 24 luglio) la quale ricorderà una grande attrice, anch’essa legata ad Eduardo, a venti anni dalla sua scomparsa, Luisa Conte (sua nonna), direttrice del Teatro Sannazzaro e con Antonio Lubrano (il 31 luglio), mitico volto delle trasmissioni Rai, “Mi manda Rai Tre” e “Mi manda Lubrano”, il quale presenterà il suo ultimo libro “L’isola delle zie”. Ovviamente la manifestazione continuerà nei “giovedì” di agosto e terminerà, come nelle prime quattro edizioni, con la presentazione dell’Agenda Sorrentina che, quest’anno, sarà impostata con i “quadri di Sorrento nelle collezioni private”. in commercio le “noci Sorrento” una qualità di frutta dal guscio sottile e dalla forma particolare, contemporaneamente alle “noci di Sorrento”, la cui grande produzione si sviluppava nella zona collinare di Vico Equense, mentre a Sorrento gli alberi di noce (come quelli di ulivo) si facevano prosperare negli agrumeti (prima della realizzazione dei pergolati con le “pagliarelle”) perché difendevano dai venti e dalle gelate. E, nelle confezioni da un chilogramma della prima qualità di queste noci, che la suddetta ditta commerciale indicava con il marchio di “due leoni”, se il consumatore trovava cinque frutti in non perfette condizioni, aveva diritto ad un’altra confezione in omaggio. Oggi, una grande quantità di alberi di noci è scomparsa sia per una grave malattia sia per l’uso del legno ricavabile dal tronco con un maggior reddito.


IL

CENTRO

29 giugno 2014

21

Sport. Durante la gara il gesto altruista del fratello di Valentino Rossi

PREMIO FAIR PLAY PER LUCA MARINI

Salva il collega centauro dalla marmitta rovente: il Panathlon Club ne riconosce il valore morale di Antonella Coppola

S

cegliersi come sport il motociclismo ed essere fratello di Valentino Rossi può risultare un cruccio per ingombro e raffronti. Stavolta Luca Marini, quattordicenne fratello di Rossi per l’appunto, merita invece una lode che è semplicemente tutta sua per essersi reso protagonista di un piccolo ma significativo gesto di altruismo. Durante gara1, del CEV (il campionato spagnolo velocità) a Jerez rimasto coinvolto in una caduta con Nicolò Bulega e Wayne Ryan al quattordicesimo giro, il pilota dalla livrea numero 97, rimettendosi in sella si accorge che il collega britannico è bloccato sotto la sua KTM: la marmitta rovente della moto stava ustionando il centauro. Senza pensarci due volte Marini, posa la sua moto a terra correndo in soccorso del motociclista in difficoltà. Un gesto che merita di essere tenuto a esempio e lodato infatti il Panathlon Club, che ha per finalità l’affermazione dell’ideale sportivo dei suoi valori morali e culturali quale strumento di formazione ed elevazione della persona e di solidarietà tra uomini e i popoli, ha conferito a Luca il premio Fair Play il 13 giugno a Pesaro.

Invia o segnala ANCHE TU in redazione ARTICOLI- APPUNTAMENTI - NOTIZIE Scrivi a: info@giornaleilcentro.com Cercaci su facebook: "Il Centro Giornale" Parla con noi su whatapp: 331 74 88 453


29 giugno 2014

CENTRO

IL

22

L’@genda del Centro

Gli appuntamenti in agenda sono segnalati o richiesti espressamente dai lettori.

Per inserire i tuoi invia una e-mail a info@giornaleilcentro.com

• SUMMERTIME 2014 a Piano di Sorrento • • 2 luglio – Villa Fondi – ore 20,30 – Incontri al buio sotto le stelle. Endas Associnema “La vita facile” di Lucio Pellegrini • 4 luglio – Villa Fondi - ore 20,30 I salotti del Venerdì - Alfonso Celotto presenta il suo libro “Il Dott. Ciro Amendola Direttore della Gazzetta Ufficiale”” modera Francesca Attanasio • 5 luglio – Villa Fondi - ore 21,00 - Società dei Concerto Sorrento - ESPEDITO DE MARINO –Voce e chitarra “O ciucciariello:Tributo a Roberto Murolo” • 6 luglio – Villa Fondi – Pro Loco - Animazione per bambini 1 • 6 luglio – Villa Fondi - ore 21,00 Orchestra EUTERROCK Associazione Musicale Euterpe • 8 luglio – Villa Fondi - ore 21,00 Presentazione libro Pan Chalù il destino di un uomo nel vento della storia – (vita di Gaetano Pagano di Melito di Piano di Sorrento scritta dalla prof. Chiara Bianca Maturo) • 11 luglio – Villa Fondi - ore 20,30 I salotti del Venerdì Sergio de Santis presenta il suo libro “L’opera viva” modera Vincenzo Astarita e Mario Mongiovì • 12 luglio – Villa Fondi – ore 20,30 – Incontri al buio sotto le stelle. Endas Associnema “Bel Ami Storia di seduttore” di Declan Donnellan • 13 luglio – Villa Fondi – Pro Loco - Animazione per bambini 2 • 13 luglio – Villa Fondi - ore 20,30 Gruppo Ciro Ferrigno – Associazione Cypraea “Piano di Sorrento:I Palazzi, le Ville, il Castello. L’Arte, la Storia, le Storie. • 15 luglio – Villa Fondi – ore 21,00 Società Concerti Sorrento DUO DI TERNI Roberto Petrocchi clarinetto & Lucrezia Proietti pianoforte “EuropAmerica: Viaggio tra i ritmi dei due Continenti” • 15-16 luglio – Chiostro dell’Immacolata – ore 21,00 – Sorrento Danza – Concorso internazionale IV edizione – Dance Studio di R. Pandolfi. • 16 luglio – Villa Fondi – ore 20,30 – Incontri al buio sotto le stelle. Endas Associnema Moonrise Kingdon – Una fuga d’amore di Wes Anderson. • 17 luglio – Villa Fondi – ore 21,00 Società Concerti Sorrento TRIO MARCHIGIANO – Ginevra Zotti Di Nicola mezzosoprano, Loredana Chiappini soprano Clementina Perozzi pianoforte. “La voce ritrovata:astuzie, intrighi, inganni e sentimenti nell’opera giocosa tra ‘700 e ‘800 • 18 luglio – Chiostro dell’Immacolata - ore 21,00 - Gruppo Teatrale “A Zeza” - Rassegna Nazionale di Teatro Amatoriale “Mascherestive” presenta: “Quanno se magna” • 18 luglio – Villa Fondi - ore 20,30 I salotti del Venerdì Antonella Ossorio presenta il suo libro “La Mammana” modera Antonella Cilento

• 19 luglio ore 11, 00 – Via Bagnulo Torrefazione Maresca – Altroconsumo presenta “il gusto e l’arte del caffè” • 19 luglio – Riapertura ai fedeli della Cappella dell’Oratorio San Nicola. • 19 luglio – Villa Fondi – ore 21,00 Società Concerti Sorrento DUET TANGO Vladimir Zubitsky - fisarmonica /Filippo Arlia – pianoforte: Viaggio nell’America del Sud • 20 luglio – Villa Fondi – Pro Loco - Animazione per bambini 3 • 20 luglio – Chiostro dell’Immacolata - ore 21,00 - Gruppo Teatrale A Zeza - Rassegna Nazionale di Teatro Amatoriale “Mascherestive” presenta: Compagnia “Colpi di scena” di Gravina di Puglia “E’ colpa mia se piaccio alle donne” • 21 luglio -– Chiostro dell’Immacolata - ore 21,00 - Unitrè e Archimede – serata gastronomica di beneficenza. (su prenotazione) • 22 luglio – Villa Fondi – ore 20,30 Ars Harmonia Mundi – Emozioni a confronto • 23 luglio – Villa Fondi – ore 20,30 – Incontri al buio sotto le stelle Endas Associnema La stella che non c’è di Gianni Amelio • 23 luglio – Chiostro dell’Immacolata - ore 21,00 - Gruppo Teatrale A Zeza - Rassegna Nazionale di Teatro Amatoriale “Mascherestive” presenta Compagnia “Imprevisti e Probabilità” di Formia “Neapopuli” • 24 luglio – Villa Fondi – ore 20,30 La Briganta e lo sparviero di Licia Giaquinto Marsilio Rizzoli • 25 luglio – Villa Fondi - ore 20,30 I salotti del Venerdì Stefano Crupi presenta il suo libro “La Cazzimma” modera Marilù Ruggiero • 26 luglio – Villa Fondi - ore 20,30 - Mamme al Centro Il Canta storie:Fiabe e leggende popolari di ieri e di oggi con … La Bottega creativa e favolandia: Costruiamo il Crea-Libro e il teatrino da trasporto. • 27 luglio – Villa Fondi – Pro Loco - Animazione per bambini 4 • 27 luglio – Chiostro dell’Immacolata - ore 21,00 - Gruppo Teatrale A Zeza - Rassegna Nazionale di Teatro Amatoriale “Mascherestive” presenta Compagnia “Le Meteore” di Massa di Somma in “Don Pascà fa acqua a vacca” • 29 luglio – Villa Fondi ore 21,00 Check up diritti – Altroconsumo Compagnia Genovese Beltramo di Torino. • 29 luglio – Chiostro dell’Immacolata – Slow Food e Fidapa – Cena di Beneficenza (su prenotazione) • 30 luglio – Villa Fondi – ore 21.00 – Cinemarci - La Grande Bellezza • 31 luglio – Chiostro dell’Immacolata - ore 21,00 - Gruppo Teatrale A Zeza - Rassegna Nazionale di Teatro Amatoriale “Mascherestive” presenta Compagnia “Il Sipario” di Agropoli



I SALOTTI DEL VENERDÌ 2014 RASSEGNA DI INCONTRI CON L’AUTORE

Villa Fondi de Sangro - Piano di Sorrento VENERDÌ 20 GIUGNO - ORE 20.30

VENERDÌ 4 LUGLIO - ORE 20.30

Massimo Bisotti

Alfonso Celotto

presenta il suo libro

presenta il suo libro

MONDADORI ore 19:00

Il dott. Ciro Amendola, direttore della Gazzetta Ufficiale

Il quadro mai dipinto

MONDADORI

Ore 19.00 - firma copie Libreria inMONDADORI, Piazza Cota

VENERDÌ 11 LUGLIO - ORE 20.30

VENERDÌ 25 LUGLIO - ORE 20.30

Sergio De Santis

Stefano Crupi

presenta il suo libro

presenta il suo libro

Opera viva

Cazzimma

MONDADORI

MONDADORI

Ore 19.00 - firma copie Libreria inMONDADORI, Piazza Cota Tutti gli incontri sono a ingresso libero e si svolgeranno presso Villa Fondi De Sangro, Via Ripa di Cassano 26-34, Piano di Sorrento Comune di Piano di Sorrento

Piazza Cota 17/18 - Piano di Sorrento - Tel. 081/8088619


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.