Il Centro n°58 + allegato

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Anno 6 numero 4 (58) - Mensile gratuito iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Torre Annunziata. Iscrizione n.10 del 9 dicembre 2008 - Contatti: tel. 331.74.88.453; e-mail: info@giornaleilcentro.com ; sito: www.giornaleilcentro.wordpress.com

Aprile 2012 Prossima edizione: 27 Maggio 2012

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CENTRO Il giornale mensile di ispirazione cattolica della Penisola sorrentina

Nel supplemento allegato a questo numero la cronaca dell’insediamento di Mons. Francesco Alfano

«VI racconto mons. felice cece»

Massa: 500 anni per la cattedrale

FEDELI IN ATTESA DEL MESE MARIAno


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Copertina: Mitria e Vangelo di Stefano Tosi

“Diamoci del tu” Lettera aperta a Mons. Francesco Alfano di Costanza Martina Vitale - pag.3

Cronaca & Interviste 5 7 9 10 11 12 16 15 21

«Cece: Vescovo discreto e lungimirante» Intervista a don Carmine Giudici di Costanza Martina Vitale Lettera di Mons. Cece alla Diocesi Il mese di Maggio La Penisola che prega intorno al nome di Maria Due uomini in trasferta per la pace Gli interventi di Don Rito Maresca e del Sindaco Giovanni Ruggiero contro le guerre e le opposizioni di Costanza Martina Vitale Massa: la cattedrale compie 500 anni I festeggiamenti per la posa della prima pietra di V.V. Buon compleanno Joseph Ratzinger Il Papa compie 85 anni Testimone per liberarsi dalla Shoah L’incontro con Paul Schreiner con l’Istituto comprensivo di Piano di Sorrento di Mariella Nica Le processioni di Piano tributano i defunti La bianca, la nera e la storica per Salvatore Iaccarino e Franco Cuccaro di Iole Filosa Tradizioni e fede promosse dalla Pro Loco Il laboratorio di palme, la mostra e il musical di Iole Filosa

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Spettacolo & Società Il nuovo libro di Benedetto XVI “Testimoni del messaggio cristiano” di Rosa Parlato Le parole sono come oasi per lo spirito Il libro “Triduo Pasquale di Mons. Arturo Aiello e “La bellezza - Via al Mistero di Dio” di don Pasquale Irolla di Cecilia Santovito San Paolo scrive ai cristiani di oggi Spettacolo teatrale nella basilica di San Michele Il Forum tiene aperta la biblioteca Orientamento universitario e diritto allo studio di Francesco Bevacqua L’eleganza di “Sua Maestà il gatto” Cecilia Coppola a Villa Fondi

Rubriche

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L’inno commuovente della bellezza Incontri di poesia di Rosa Parlato La Madre sulle colline di Sorrento Rubrica sulla devozione mariana di Nino Cuomo Il vizio dell’errore dolosamente indotto Rubrica di diritto canonico «Non volevo sposare una persona malata» Il caso concreto di Delfina e Dalmazio di Manuela Abbate Così diventi il “mago del singhiozzo” Rubrica di saggezza popolare di Adriana Ciampa è lui l’imitatore ufficiale di Valentino Intervista a Mauro Tononi di Antonella Coppola Clerucus Cup, la serie A del Vaticano Sacerdoti e seminaristi in campo di Adriana Ciampa

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Sport

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Teoria e pratica. Il moto circolare degli incappucciati Rubrica di approfondimento scientifico di Fabio Vollaro con la collaborazione di Marino Russo L’@genda del Centro Gli appuntamenti del mese e gli orari delle messe Il Cruci...Verba Rubrica di svago Oggi cucino per “Il Centro” Rubrica di gastronomia. Gnocchetti di farro con ragù di seitan a cura di Lucia Esposito Il dolore unisce lo sport La morte di Morosini si unisce alle altre tragedie di Francesco Bevacqua Violenza e razzismo sul campo Le multe non bastano di Adalberto Koepke

© La riproduzione dei testi contenuti in questa edizione è strettamente riservata.

Per informazioni contattare la redazione al numero 331.74.88.453 oppure tramite l’email info@giornaleilcentro.com


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diAMOCI DEL TU

Lettera aperta a Mons. Francesco Alfano, Arcivescovo della Diocesi di Sorrento-Castellammare

Costanza Martina Vitale Direttore responsabile: Costanza Martina Vitale Caporedattore centrale: Iole Filosa Caporedattore pagina sportiva: Francesco Bevacqua Anno 6 numero 4 (58) Mensile iscritto al Registro della Stampa presso il Tribunale di Torre Annunziata. Iscrizione n.10 del 9 dicembre 2008 Editore: società cooperativa AKMÁIOS a r.l. Contatti: recapito telefonico redazione 331.74.88.453; recapito telefonico redazione sportiva 340.64.11.806 mail: redazione_ilcentro@yahoo.it info@giornaleilcentro.com ufficiostampa@giornaleilcentro.com Il nostro blog www.giornaleilcentro.wordpress.com Facebook: Il Centro Giornale Twitter: IlCentroTwitt

Hanno scritto su questo numero: Manuela Abbate, Francesco Bevacqua, Adriana Ciampa, Antonella Coppola, Nino Cuomo, Lucia Esposito, Iole Filosa, Adalberto Koepke, Mariella Nica, Rosa Parlato, Cecilia Santovito, Costanza Martina Vitale, Fabio Vollaro Hanno collaborato: Lello Acone, Nino Aversa, Luigi Coppola, Onorato Jr. Esposito, Luigi e Antonio Irolla, Marino Russo, Salvatore Russo, Susy Russo, Pasquale Santovito, Valentino Vasale, Katia Veniero Impaginazione e grafica: Iole Filosa Questo numero è stato chiuso venerdì 20 aprile 2012. L’inserto è stato chiuso domenica 29 aprile 2012 Il prossimo numero uscirà il 27 Maggio 2012 Sede legale: AKMÁIOS a.r.l. Viale Nizza n.47 Sorrento Stampa: Bevacqua, 2° traversa Bagnulo n.13 Piano di Sorrento


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Incontri di poesia. L’occasione per risvegliare il fanciullo del nostro cuore

L’INNO COMMUOVENTE DELLA BELLEZZA

Sant’Agostino descrive il momento in cui Dio e l’umanità si incontrano e il pensiero va a tutti coloro che vivono sulle ali dell’arte di Rosa Parlato “Tardi ti ho amato” di Sant’Agostino Tardi ti ho amato, Bellezza tanto antica e tanto nuova; tardi ti ho amato! Tu eri dentro di me, e io stavo fuori, ti cercavo qui, gettandomi, deforme, sulle belle forme delle tue creature. Tu eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le creature che, pure, se non esistessero in te, non esisterebbero per niente. Tu mi hai chiamato e il tuo grido ha vinto la mia sordità; hai brillato, e la tua luce ha vinto la mia cecità; hai diffuso il tuo profumo, e io l’ho respirato, e ora anelo a te; ti ho gustato, e ora ho fame e sete di te; mi hai toccato, e ora ardo dal desiderio della tua pace

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Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gn 1,31) La bellezza nasce e continua con la creazione. Basterebbe mettersi all’ascolto delle stelle, del sole, della luna, della terra, dei fiori e di tutte le creature per ascoltare l’inno più commovente sulla bellezza che eleva l’animo al Signore. Se ci soffermiamo solo sull’esteriorità di ciò che si vede resta il vuoto della non conoscenza e si finisce col dimenticare che il bello ha un senso, un suo motivo di essere, serve a farci comprendere qualcosa, a conoscere noi stessi, a riconoscere la nostra piccolezza davanti alla grandezza di Dio, a farci diventare più buoni. Platone dice: «La potenza del Bene si è rifugiata nella natura del Bello». Proprio della bellezza ci parla Sant’Agostino in questa toccante poesia e preghiera. Egli ci descrive il momento in cui si è lasciato toccare da Dio in tutta la sua umanità. Parte anche lui dalla bellezza delle creature e di tutto il creato fino a scoprire quella bellezza che, come dice Dostoevskij in una celebre frase, salverà il mondo. È la bellezza di chi sa amare in modo incondizionato e giunge a dare la sua vita per gli altri caricandosi del peso delle nostre cattiverie per ridonare ad ognuno la speranza della redenzione. È la Bellezza del Cristo, la bellezza di uno sguardo puro. «La tua luce ha vinto la mia cecità» dice S. Agostino quando il Volto di Dio, del «pastore bello», lo penetra in profondità. Quanti Santi si sono soffermati a guardare il Volto di Cristo e lo hanno amato fino a farlo brillare nel loro cuore e negli occhi di chi ha avuto la gioia di guardarli! È proprio vero che si diventa ciò che si guarda, ciò che si Ama. Se solo ci soffermassimo a guardare con più amore i nostri sacerdoti, i nostri vescovi, il nostro Papa, la nostra Chiesa, la sofferenza e la povertà di tanti che con coraggio offrono a Dio il loro dolore….

Dirà ancora Sant’Agostino: Dio mio, o mia Bellezza. a Te canto perché anche la bellezza che passa dall’anima dell’artista proviene da Te, Bellezza che tutte la anime trascende. A questa Bellezza l’anima mia sospira giorno e notte. E qui il pensiero va a tutti gli artisti, ai nostri pittori, musicisti, attori, poeti, danzatori, a tutti quei piccoli che amano vivere sulle ali dell’arte per stare più vicini a Dio e con i raggi luminosi delle loro opere illuminano le strade di tutti gli uomini. Che nel nostro cuore arda sempre il desiderio del bello! La superficialità, la distrazione, l’indifferenza, la mancanza di purezza non rendano mai vana la Bellezza e non mortifichino l’Amore.


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Personaggi/1. Don Carmine Giudici racconta i 24 anni dell’ultimo episcopato

«CECE: VESCOVO DISCRETO E LUNGIMIRANTE»

«Le sue scelte pastorali sono state all’avanguardia, per questo non sempre condivise.

Con i fatti sempre vicino agli ultimi»

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di Costanza Martina Vitale

onsapevoli della riservatezza dell’attuale Vescovo uscente, Mons. Felice Cece, nei confronti della stampa, ci è sembrato opportuno poter almeno riassumere in parte il suo lungo episcopato presso la Diocesi Sorrento-Castellammare di Stabia, conclusosi con le dimissioni presentate al Papa per raggiunti limiti di età (76 anni a marzo). Un episcopato che lo ha visto alla guida di una realtà variegata e complessa per ben 23 anni, o meglio 24, come ci corregge Don Carmine Giudici «contando dal luglio del 1988, anno in cui fu nominato amministratore apostolico della nostra Diocesi, tenendone di fatto già in mano le redini dopo la morte del Vescovo Mons. Antonio Zama». Ed è proprio con uno dei suoi collaboratori più fidati, Don Carmine Giudici, parroco della Cattedrale di Sorrento, dove si è insediato il nuovo Arcivescovo Francesco Alfano, che vogliamo ricordare l’operato di Mons. Felice Cece, oggi divenuto Arcivescovo emerito della Diocesi di Sorrento-Castellammare. ► Ventiquattro anni di ministero per Mons. Cece, un periodo piuttosto lungo. Infatti, e non è una cosa consueta. Tra l’altro Mons. Cece è stato consacrato Vescovo, destinato alla sua prima sede di TeanoCalvi, all’età di 48 anni e anche questo è un dato particolare: difficilmente i vescovi, soprattutto italiani, vengono ordinati così giovani. ► Quando è entrato in contatto con Mons. Cece per la prima volta? Io l’ho conosciuto quando ero seminarista nel 1988, anno della sua nomina, e ho vissuto tutti i miei primi venti anni di sacerdozio con lui. È stato il Vescovo che mi ha ordinato e con lui ho collaborato molto, infatti ebbi il primo segnale di fiducia quando ero ancora accolito: avevo appena terminato il quinquennio di studi presso il Seminario di Posillipo quando mi chiese di ricoprire il ruolo di vicerettore presso il seminario diocesano di Castellammare di Stabia. Quando fui diacono mi chiese di essere il vicedirettore della Caritas diocesana in

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Mons. Felice Cece, attualmente Vescovo emerito della Diocesi di Sorrento - Castellammare. Foto di Peppe 105


Mons. Felice Cece durante l’inaugurazione della Biblioteca Diocesna di Sorrento

segue da pagina 5 una condizione particolare nella quale il direttore non era presente, per cui fui subito catapultato in questa realtà a me sconosciuta e nella quale sono rimasto complessivamente quindici anni. ► Cosa ricorda di questi ventiquattro anni di episcopato? Sono stati ventiquattro anni forti e preziosi, anche perché arricchiti da due Visite pastorali, culminati l’anno scorso con la celebrazione del Sinodo diocesano. E in mezzo c’è stata una tale ricchezza di eventi... ► Ci regala un frame in particolare? Credo che l’evento più intenso sia stato la visita del Papa nel marzo del 1992, visita resasi possibile proprio grazie a Mons. Cece che propose a Papa Giovanni Paolo II, durante una visita ad limina, la disponibilità a venire nella nostra Diocesi. Quando Mons. Cece informò il Santo Padre della presenza nella nostra Diocesi dei cantieri navali, il Papa non poté rinunciare poiché proveniva anch’egli da un’esperienza di operaio dei cantieri. La visita del Santo Padre è stata un po’ il cuore di questi anni, insieme a tantissimi altri accadimenti belli della nostra vita diocesana. ► Mons. Cece è una persona molto riservata: cosa può raccontarci in più di lui? Di certo un elemento che abbiamo imparato a conoscere tutti di Mons. Cece è la sobrietà. Cece è una persona essenziale, di una semplicità estrema, disarmante, direi francescana, che non poche volte ci ha spiazzato e ci ha messo in difficoltà. Questa sua sobrietà è stata una grande testimonianza non sempre raccolta all’esterno poiché da essa avremmo dovuto tutti imparare molto, me compreso. Inoltre lo caratterizzano una grande umiltà e una riservatezza che lo ha posto spesso in una condizione diciamo di “nascondimento” rispetto alle attese della stampa locale: non si è concesso volentieri perché credo che sia una persona che custodisce, anche giustamente, questa riservatezza che lo connatura.

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► E come pastore, oltre che come uomo, qual è la testimonianza che ha ricevuto del suo operato? Ritengo sia dotato di una grande lungimiranza, come ha dimostrato in moltissime scelte pastorali. Mons. Cece si è attivato moltissimo per la realizzazione di centri di pastorale giovanile: il centro parrocchiale “A. Zama” a Piano di Sorrento, ad esempio, nasce perché il parroco di fatto del tempo, Don Arturo Aiello, ha trovato subito una sponda nel Vescovo Felice. Per questa, come per altre iniziative simili nel resto della diocesi, è sempre stato determinato affinché si destinassero attenzione e risorse. È stato lungimirante, ancora, nella volontà ferma con cui ha partorito, insieme alla Curia, il Direttorio Liturgico Pastorale luogo in cui sono nate decisioni che riguardano la celebrazione dei sacramenti, la gratuità delle celebrazioni liturgiche, il “meno messe, più messa”, la celebrazione comunitaria di alcuni sacramenti, tutte scelte d’avanguardia come la proposizione delle unità pastorali, tese a favorire la comunione tra diverse parrocchie nell’azione pastorale affinché le realtà più piccole siano sostenute da quelle più grandi. Qui forse è stato poco capito, soprattutto dal clero, perché poi le comunità non fanno altro che raccogliere ciò che hanno raccolto i loro sacerdoti. ► Durante il suo episcopato è stato sempre vicino alle realtà più difficili, è stato questo che lo ha portato a prediligere il territorio di Stabia alla Penisola Sorrentina? È un dato di fatto che la città di Castellammare è una città di 70.000 abitanti ed è la zona della Diocesi dove vive gran parte della popolazione, oltre che esserci una più grande concentrazione di problemi. La sua è stata una scelta di vicinanza che non andava discussa, andava solamente accolta e rispettata. Di iniziative ce ne sono state tante: il centro “Beata Maria Teresa di Calcutta” di Castellammare, che è nato sotto la mia direzione Caritas ma è stato fortemente voluto proprio da Mons. Cece; la comunità “Maria Fanelli” per il recupero dei tossicodipendenti; la Fondazione antiusura “Exodus”; la nascita di diverse mense per i poveri e l’attenzione fortissima a problemi come la disoccupazione. Il Vescovo Cece è sempre stato molto attento alle vicende della Fincantieri con una attenzione prioritaria che forse altre istituzioni non hanno concesso, ossia quella di denunciare con fermezza, ma anche qui con sobrietà, tutti i fenomeni malavitosi e la loro incidenza sul territorio, con particolare riguardo al problema della disoccupazione. Questi episodi non hanno mai avuto risonanza sui media forse perché è stato lui stesso a non volerlo, magari nell’intento di garantire una maggiore efficacia ai suoi interventi e all’azione della comunità ecclesiale ► Ora che Mons. Cece è stato nominato Vescovo emerito della Diocesi Sorrento-Castellammare quali saranno i suoi poteri? Dopo la nomina di Mons. Alfano a nuovo Arcivescovo della Diocesi Sorrento-Castellammare, Mons. Cece ha ricevuto, come da prassi, la nomina ad amministratore

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segue da pagina 6 Alla Comunità diocesana di Sorrento - Castellammare di Stabia Carissimi mi è gradito comunicarvi che il Santo Padre Benedetto XVI, dopo avere accettato le dimissioni da me presentate a norma del can. 401§1 del codice di Diritto Canonico, ha nominato mio successore nella guida dell’Arcidiocesi di Sorrento - Castellammare di Stabia Sua Eccellenza Reverendissima Monsignore Francesco Alfano finora Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi - Conza - Nusco - Bisaccia Vi invito ad accogliere, con gioia e gratitudine al Signore e al Santo Padre Benedetto XVI, la nomina del nuovo Pastore, vero dono di Dio per tutti quelli che riconoscono in lui il segno sacramentale di Cristo Signore, Capo e Pastore della Chiesa. A nome mio e vostro esprimo all’Arcivescovo Mons. Francesco Alfano, insieme con i sentimenti di grande stima per le sue doti umane, spirituali e pastorali, anche gli auguri più sinceri e affettuosi di un ministero apostolico lungo e fecondo. Nel fraterno incontro che ho avuto con lui mi sono fatte interprete dei sentimenti di stima, affetto e disponibilità alla collaborazione pastorale da parte della comunità ecclesiale, nella molteplicità delle sue componenti di presbiterio, comunità religiose e laicato. Invochiamo per lui l’intercessione della Vergine Maria, madre della Chiesa, e la protezione dei Santi Antonino e Catello, patroni dell’Arcidiocesi. Chiedo a tutta la comunità di prepararsi con fervore, entusiasmo e docilità all’accoglienza del novello Pastore che viene a svolgere la sua missione nel nome di Cristo Signore. Augurandovi ogni bene, paternamente vi benedico Felice Cece Arcivescovo

Sul sito della Diocesi (www.diocesisorrentocmare.it) puoi leggere “Quelle notti aspettando l’alba”, il diario integrale di Mons. Francesco Alfano sulle notti che hanno preceduto la nomina ad Arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia

apostolico, carica di reggente che ha ricoperto fino al momento dell’insediamento del Vescovo Alfano il 28 aprile scorso. Nello stesso momento in cui Mons. Alfano ha preso possesso della Diocesi presso la Cattedrale di Sorrento, il Vescovo Cece gli ha ceduto il governo della Diocesi diventando Arcivescovo emerito della stessa. Comunque sia i vescovi emeriti non hanno nessuna funzione particolare, ricevono semplicemente un riconoscimento per il proprio operato rispetto alla Chiesa diocesana che hanno servito. ► Parliamo della venuta del nuovo Arcivescovo Francesco Alfano: come si è preparata la comunità diocesana a questo evento? La comunità intera è stata invitata a pregare e ad accogliere la lettera con la quale Mons. Alfano ha salutato la Diocesi il 10 marzo scorso: una lettera molto bella dove lascia delle consegne a Mons. Cece, ai sacerdoti, alla comunità e in maniera particolarmente diretta ed affettuosa ai giovani. ► Dal 10 marzo, giorno della nomina, c’è stato tempo sufficiente per incontrare Mons. Alfano e metterlo a parte della nostra realtà? Sì, Mons. Alfano ha incontrato prima alcuni collaboratori, il cosiddetto La cattedrale di Sorrento Collegio dei Consultori che è un organismo ristretto di sacerdoti, e i Delegati arcivescovili uscenti per dirimere alcune questioni di carattere organizzativo. Successivamente ha iniziato ad incontrare i sacerdoti delle quattro zone pastorali: la prima zona è quella che comprende i sacerdoti di Sorrento, Massa Lubrense, Capri e Anacapri; la seconda zona comprende i sacerdoti di Sant’Agnello, Piano di Sorrento, Meta e Vico Equense; la terza zona comprende i sacerdoti della città di Castellammare di Stabia e infine la quarta zona comprende i sacerdoti di Gragnano, Lettere, Pimonte, Sant’Antonio Abate, Santa Maria la Carità, Casola, parte di Pompei e paesi limitrofi. In questi incontri abbiamo pregato insieme al nostro nuovo Vescovo e lui ha avuto l’opportunità di un primo ascolto del suo presbiterio. ► Quale augurio sente di fare al neo Arcivescovo della nostra Diocesi? Che veramente sia Vescovo e Pastore secondo il cuore di Dio.


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Devozione mariana. I luoghi di culto nostrani raffiguranti la Madonna

la madre sulle colline di sorrento

Le parrocchie del Capo, Priora e Casarlano custodiscono storie dai profumi antichi di Nino Cuomo

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assando alla rassegna delle chiese mariane site sulle colline di Sorrento, viene spontanea un’osservazione: quasi tutte le chiese sono dedicate alla Madre di Dio, da Priora alla Crocevia, da Cesarano a Casarlano, dal Capo a Li Simoni. I titoli sono i più disparati, tutti riguardanti aspetti devozionali particolari o singolari motivi della vita della Madonna. La parrocchia più antica di Sorrento, dopo quella della Cattedrale, è quella di Priora nella cui chiesa principale, pur essendo la parrocchia intitolata a S. Attanasio (uno dei quattro vescovi santi di Sorrento coprotettori della città insieme a S. Antonino), la devozione principale è rivolta alla Vergine del S. Rosario (nella cui ricorrenza si celebra la principale festa dell’intera comunità), anche se, sull’altare maggiore è venerata la Madonna sotto il titolo di “Mamma della Divina Provvidenza” (in atto di offrire il latte al Divin Figlio, con ai lati S. Antonino e S. Attanasio). Nella navata laterale, sopra un altare in tufo è posta una tela del S. Rosario, alla quale era intitolata la Confraternita che oggi vive sotto il titolo della Immacolata, ove per incarico dei fratelli Curzio e Antonio Sersale, ogni sabato, veniva celebrata la S. Messa. Nella stessa parrocchia, nel lato orientale, esiste un’antica cappella - alla Crocevia - intitolata a S. Maria del Toro, esistente già nel sec. XVII e la sua origine, secondo la tradizione, sarebbe legata ad un fatto miracoloso: un toro, condotto alla monta da un contadino, quando passava per la zona ove, oggi, c’è la cappella, si fermava, s’inchinava e vi restava per alcuni minuti. In questa piccola ed antica chiesa, ogni anno si festeggia S. Maria del Toro nella seconda domenica di settembre. Nella medesima parrocchia di Priora, nella parte occidentale (con accesso carraio dal Capo di Sorrento, con la nuova strada) esiste la terza chiesa mariana della collina occidentale di Sorrento, dedicata alla Purità della Vergine che fu realizzata dai fratelli Francesco e Nicola De Simone (da cui nacque il nome della contrada “Li Simoni”). Sull’unico altare è posta una grande tela, coeva alla fondazione della cappella raffigurante la Vergine Maria. Continuando nella parte occidentale di Sorrento, s’incontra la parrocchia del Capo di Sorrento (distaccata da Priora nel 1732), nella quale esistono due chiese, entrambe dedicate alla Madre di Gesù: quella parrocchiale alla Madonna del Rosario e della Comunione e quella della Confraternita del Carmine, nella quale si venera S.Maria di Costantinopoli, raffigurante la Vergine con il Bambino

Madonna Addolorata di Sorrento - Foto di Onorato Jr. Esposito

ed ai lati angeli con le anime del Purgatorio. Mentre la cappella sotto il patronato della famiglia Correale (successori i Serracapriola) è databile nel XVII secolo, la chiesa parrocchiale è stata inaugurata, dal Cardinale Corrado Ursi il 3 luglio 1982, in sostituzione di quella antica (costruita nel 1630 ed ampliata nel 1769) demolita per la sua posizione di disturbo al traffico stradale, sulla vecchia arteria per Massa Lubrense. Nel lato collinare orientale di Sorrento esiste la parrocchia di Casarlano, che ha la sua origine in funzione di una tradizione secondo la quale una ragazza, mentre pascolava una giovenca si sentì chiamare, senza vedere persona alcuna. All’improvviso, però, vide una donna che, fra rovi e cespugli, la chiamava cercando di attirare la sua attenzione e le affidasse l’incarico di riferire il suo desiderio di veder costruita, in quel luogo, una chiesa in suo onore. Si racconta che, per la mancata adesione della ragazza all’incarico affidatole, alla terza apparizione, la

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segue da pagina 8 “signora” la “schiaffeggiasse”! Forse è una esagerazione, ma certo si provvide subito a realizzare l’edificio sacro e, scavando, si trovò il dipinto concavo su di un muro rappresentante la Madonna, con il bambino sulle gambe, con ai lati S. Pietro e S. Giovanni Battista. La Chiesa fu affidata prima ad un eremita, poi ai Padri Domenicani, fino al saccheggio di Turchi, allorché furono trasferiti al Convento di S. Vincenzo a Sorrento. L’immagine della Madonna di Casarlano è una delle nove immagini mariane incoronate con decreto del Capitolo Vaticano di S. Pietro, per il riconoscimento dei tre requisiti richiesti (vetustà, miracolosità e devozione), evento verificatosi l’11 agosto 1946, nella cui memoria, ogni anno alle ore 12, le campane della parrocchia suonano a distesa. In proposito ancora un eccezionale episodio. Della “Madonna di Casarlano” esiste una

tavola, cinquecentesca, della Vergine con S. Giovanni Battista e S. Giovanni Evangelista, sfregiata dai Turchi che invasero Sorrento nella notte del famoso 13 giugno 1558. Dopo il trasferimento dei Padri Domenicani e la loro soppressione, la tavola fu rinvenuta dai Gesuiti, i quali, nel restaurarla, ne mutarono l’appellativo in “Maria Ausiliatrice” e, andando via da Sorrento, dopo Vico Equense, la portarono con loro ed è custodita nella “Villa Meregrinis” a Napoli. L’altra chiesa nell’ambito della medesima parrocchia, dedicata alla Madonna, è quella di S. Maria di Montevergine a Cesarano, prima in una antica cappella di patronato dell’E.C.A. di Sorrento ed oggi venerata in un nuovo edificio, nel centro della frazione. Molte altre cappelle e nicchie mariane, sparse per Sorrento provano la devozione verso la Madre di Dio nella città di Sorrento.

Itinerari spirituali segnalati dai lettori per prepararsi in preghiera

GLI APPUNTAMENTI DEL MESE DI MAGGIO Gli itinerari spirituali del Mese di Maggio cadenzano da sempre la quotidianità della Penisola, dalle parrocchie che decidono di offrire le prime ore del mattino alla Madre di Gesù, alle comunità che approfittano del clima mite per vivere insieme giornate di convivenza. Di seguito gli appuntamenti delle città di Piano di Sorrento e Sorrento per il mese mariano così come segnalati dai nostri lettori: ♦ Presso la basilica di San Michele Arcangelo a Piano di Sorrento, dal lunedì al sabato, alle ore 06.00 vi è la recita del Rosario e alle ore 06.30 la celebrazione eucaristica ♦ Presso la chiesa di S. Maria di Galatea, a Mortora, Piano di Sorrento, dal 2 maggio al 31 maggio, dal lunedì al venerdì alle ore 20.00 si recita il Rosario e alle ore 20.30 si vive la celebrazione eucaristica. Il primo maggio inoltre ci si incontra al giardino di Pomicino con giochi, pranzo preparato in compagnia e recita del S. Rosario. ♦ Presso la chiesa della SS.Trinità, a Trinità, Piano di Sorrento, dal primo al 31 maggio dal lunedì al venerdì alle ore 19.45 si recita il Rosario, mentre alle ore 20.15 si partecipa alla meditazione sul tema “Signore, insegnaci a pregare”. Inolte il 30 maggio si impone lo Spirito Santo ai cresimandi con Monsignor Francesco Alfano, mentre il 31 maggio la celebrazione eucaristica è dislocata al centro parrocchiale ai Colli per festeggiare un anno dall’inaugurazione. ♦ Presso l’oratorio di San Nicola, a Piano di Sorrento, dal l primo al 31 maggio ci si incontra tutte le sere a partire dalle 19.30. All’interno dell’itinerario spirituale inoltre sabato 1 maggio vi è un Concerto - preghiera del “Coro Genesi” a cura dell’Associazione musicale Tertium Millennium, diretto dal Maestro Roberto Altieri con il soprano Anna Maria Gargiulo; giovedì 6 maggio si celebra la Festa di San Domenico Savio con Solenne

Celebrazione Eucaristica; domenica 9 maggio vi è il Concerto - preghiera dei Pueri Cantores “S. Michele Arcangelo” diretti dal Maestro Carmelo d’Esposito; domenica 16 maggio vi è il Concerto - preghiera della Corale “SS. Prisco e Agnello” di Sant’Agnello diretta dal Maestro Anna Maria D’Esposito; sabato 29 maggio vi è il Concerto - preghiera della Corale “Laus Deo” diretta dal Maestro Marianna Russo; e infine lunedì 31 maggio la celebrazione eucaristica a chiusura del Mese di Maggio viene presieduta da don Pasquale Irolla ♦ Ritroviamo il ritmo mattinero a Sorrento dove, presso la cattedrale dei Santi Filippo e Giacomo, ogni giorno dal lunedì al sabato alle ore 05.45 si recita il S.Rosario dell’Aurora, alle ore 06.15 si celebra la S.Messa con meditazione, alle ore 07.00 si recitano le Lodi mattutine, e alle ore 19.30 si conclude la giornata con la celebrazione del Vespro. Dal 19 al 22 maggio sempre in cattedrale per il Solenne Triduo della Festa di Santa Rita da Cascia il calendario è il seguente: ore 05.45 recita del S. Rosario dell’Aurora, 06.15 S. Messa con meditazione, ore 19.30 Celebrazione del Vespro con meditazione; Martedì 22 maggio festa di S.Rita da Cascia ore 08.30 - 11.30 - 19.00 Sante Messe (con distribuzione dei petali di rose di Santa Rita). Giovedì 31 maggio alle ore 19.00 si conclude l’itinerario del Mese di Maggio con un momento di preghiera.


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Personaggi/2. Don Rito Maresca e Giovanni Ruggiero contro le guerre

DUE UOMINI IN TRASFERTA PER LA PACE

Il Sindaco: «Eliminare la paura e il pregiudizio». Il Parroco: «Cavalchiamo tutti insieme la via dei colori» di Costanza Martina Vitale

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a parola “pace” è un bisillabo complesso perché va unito al verbo giusto. I bambini dopo un litigio non invocano semplicemente la pace ma “fanno la pace”, nel senso che la costruiscono con dei movimenti ben standardizzati e concludono il rito con la scelta dell’oblio, la totale dimenticanza del torto subìto, che è poi la premessa ineludibile del perdono. A parlare della pace in un incontro svoltosi a Sorrento sono stati chiamati Don Rito Maresca e il Sindaco Giovanni Ruggiero, entrambi figli e padri nello stesso tempo della città di Piano di Sorrento, i quali hanno saputo dare quella forza aggiunta ad un evento assistito per la maggior parte da bambini: platea difficile non perché distratta ma perché estremamente esperta dell’argomento. Due uomini in trasferta quindi, se così si può dire, che hanno saputo conquistare e seminare. Don Rito Maresca, cresciuto a Piano, passato per Sorrento e attuale parroco di Massa Lubrense, ha dimostrato di non amare il pulpito. Brandendo il microfono ha superato il tavolo dei saluti per raccontare a tutti, da più vicino, una storia. «Sono un prete giovane venuto qui non con giacca e cravatta, come questi illustri signori, ma con una felpa dell’Italia con scritto sul petto il logo di una delle esperienze di pace più belle che abbia mai compiuto: la JMJ di Madrid 2011. C’erano ragazzi di tutte le nazionalità sotto la pioggia, in piedi, per le strade, abbiamo condiviso tutto e ci siamo divertiti insieme. Pensate se tra sette giorni Dio, per placare la nostra invidia, ci facesse tutti uguali, magari verdi proprio come le sedie di questo Teatro

Sant’Antonino. Non ci combatteremmo più certo, ma che noia mortale!». La storia ha tenuto i ragazzi inchiodati per quasi venti minuti ed è stata un Osanna dei colori e delle differenze che rendono le persone belle nella loro unicità e che danno al termine pace la giusta importanza : «Vedete - continua Don Rito - per questo la bandiera della pace è rappresentata dai colori dell’arcobaleno, perché ci può essere davvero pace solo se conviviamo con le nostre diversità». Al termine del lungo discorso è stato distribuito a tutti i presenti il testo della canzone “Le vie dei colori” di Claudio Baglioni e l’intero teatro ha cantato unanime la storia dei cavalieri: «Avete notato - conclude il parroco che quando ci parla del cavaliere bianco e nero la canzone è più noiosa e poi trotta man mano che arrivano i cavalieri colorati? Senza colori non ci può essere movimento né gioia». Sempre ai giovani si rivolge Giovanni Ruggiero, il suo tono è più pacato ma sempre coinvolgente ed emozionante: «La pace incontra due grandi ostacoli - dice il Sindaco Ruggiero - la paura e il pregiudizio. Entrambi creano un blocco alla realizzazione della pace perché non ci fanno vedere la realtà. Pensate ai bambini e agli adulti: ai bambini si può dire qualsiasi cosa, raccontare anche storie impossibili e loro vi crederanno. Al contrario gli adulti finiscono per non credere nemmeno alle cose possibili». E poi, guardando i numerosi ragazzi in sala, esorta speranzoso: «Dimostrateci voi che la pace è possibile, anche se, a volte, a noi “grandi” sembra irrealizzabile».

A sinistra: Don Rito Maresca, parroco di Massa Lubrense - A destra: Giovanni Ruggiero, Sindaco di Piano di Sorrento


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Eventi/1. Grande festa per il mezzo millennio dalla posa della prima pietra

MASSA: LA CATTEDRALE COMPIE 500 ANNI

Il Cardinale Sepe: «Non è senza significato che nel nome della vostra città come nel vostro stemma campeggi la Madonna della Lobra» di V.V.

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abato 24 marzo 2012 nella chiesa di S. Maria vige, fu pietra dello “scandalo” o meglio dello scontro delle Grazie in occasione dei 500 anni della tra gli abitanti della parte alta della città ed il Vescovo. posa della prima pietra dell’Antica Cattedrale Ed è proprio sul campanilismo che ritornano in mente le di Massa Lubrense, la comunità parrocchiale parole di don Rito riferite alla domus ecclesiae, ma che e civile ha accolto la visita di S. Eminenza il Card. tranquillamente possono essere rivolte in un più ampio Crescenzio Sepe, che ha presieduto la concelebrazione discorso al Comune di Massa Lubrense: «Tu ci credi che eucaristica e ha visitato questa è la tua casa, le per la prima volta vuoi bene? Ne conosci i locali restaurati le bellezze al punto dell’antico episcopio quasi di vantartene in cui è stata allestita con gli altri?». E qui la mostra fotografica mi torna in mente il “500 foto per 500 versetto slogan del anni. La Cattedrale, cinquecentenario, le cattedrali”, a cura «Anche voi venite dell’Archeoclub di impiegati come Massa Lubrense. pietre vive per la In un clima a dir costruzione di un poco festante e edificio spirituale» quanto mai solenne (1pt 2.5), in quanto il saluto, «dell’umile noi come cittadini prete di campagna», La celebrazione eucaristica presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe (in alto) e rispondendo a quelle come lui stesso ama il saluto tra il Cardinale e Mons. Felice Cece (in basso). Foto di Luigi Coppola domande dobbiamo definirsi, don Rito Maresca, è stato sicuramente uno dei essere i primi a credere nella nostra Massa Lubrense e momenti più toccanti della cerimonia con la sua capacità diventare artefici del futuro nostro e della nostra comunità di trasmettere agli uditori il trasporto del momento perché - come ha detto il Cardinale Sepe - «vivete in che egli stesso stava vivendo in cuor suo a nome di un una terra bellissima, in cui proprio le bellezze aprono intera comunità. «Benvenuti nella nostra casa»: così ha più facilmente il cuore». Ed ancora «nello stesso nome esordito, utilizzando l’espressione della vostra città così come nello “nostra casa”, affettuosa e sincera stemma capeggia la Madonna che più volte si era sentito ripetere della Lobra, da delubrum, tempio, nei giorni addietro da chi aveva nel ricordare che su di un antico dato anima e corpo per riportare tempio pagano prese forma la all’antico splendore l’ex cattedrale. prima chiesa massese e così Un benvenuto rivolto a tutti, al dunque la fede in Cristo prende Cardinale, al Vescovo, al Sindaco, a il posto della religione pagana, tutti i fedeli, a tutti gli amici, a tutti la realtà vince sulle apparenze. quelli che erano lì di passaggio, Ed è un cammino che ogni uomo magari solo per curiosità. E ha da fare, perché passano gli benvenuto anche a chi non crede, anni, i secoli, i protagonisti della perché ferito dall’imperfetta storia». Chiudo con un messaggio testimonianza di imperfetti cristiani. Un saluto da lui stesso inviatomi da Don Rito e che mi sento di condividere definito poco rituale e troppo entusiasmato che in tanti con tutti: «Che questo evento abbia fatto breccia nel ricorderanno per la partecipazione, per quell’entusiasmo vostro cuore seminandovi il desiderio di costruire una e per quella capacità di trasmettere con poche parole a nuova Comunità…» nella speranza che con questo V tutti i presenti l’emozione di una comunità che si ritrova centenario si abbandoni l’inutile lamentazione e la sterile a festeggiare cinquecento anni di storia dalla posa della autocommiserazione e che sia un punto di partenza per prima pietra per mano di Mons. Geronimo Castaldo. La una comunità che miri a raggiungere un campanilismo prima pietra che, per quell’innato campanilismo che tuttora sano, che renda tutti parte attiva della comunità.


Buon compleanno JOSEPH RATZINGER Grandi ricorrenze in questo 2012 per Benedetto XVI che ha festeggiato il 16 aprile il suo 85° compleanno e il 19 il 7° anniversario del suo mandato come Capo della Chiesa. «Vi chiedo di pregare per me perché il Signore mi dia la forza di compiere la missione che mi ha affidato» dice alla comunità cristiana il Papa più longevo degli ultimi 100 anni. Ai suoi collaboratori ha chiesto di festeggiare in low profile: niente celebrazioni, piuttosto una giornata di consueto lavoro ma in famiglia in perfetto stile bavarese. E infatti in Vaticano l’ha raggiunto il fratello Mons. Georg Ratzinger e alcune delegazioni tedesche laiche e ecclesiali, nonché gli auguri da parte di tutto il mondo. Nessuna soddisfazione quindi per chi paventava le dimissioni del Pontefice, anzi.

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Recensioni/1. Testimoni del messaggio cristiano

IL NUOVO LIBRO DI BENEDETTO XVI

Un grande abbraccio ai Padri della Chiesa di ieri, di oggi e di domani di Rosa Parlato

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asterebbe anche solo tenere per un attimo fra le mani questo nuovo libro del Papa, “Testimoni del messaggio cristiano”, edito dalla Mondadori, per presentirne tutta la sua preziosità. La copertina candida e luminosa rimanda il cuore alle vesti splendenti e bianchissime di Gesù sul monte della Trasfigurazione, alla luce di Dio, all’alba della Risurrezione. è la luce che vien fuori dal racconto appassionato di Benedetto XVI: una vera, intensa, immersione nelle origini cristiane attraverso gli scritti di tanti Padri della Chiesa. è il desiderio di risalire alle origini, alle radici dell’unico Bene o semplicemente di ritornare all’infanzia apostolica. Emozionante è vedere come verità e amore camminino a braccetto da secoli lungo la “Scala del Paradiso” per raggiungere quella Reggia che tutti noi come pellegrini intravediamo e sogniamo un giorno di raggiungere per dimorare nel Cuore di Dio per sempre. Sì, per sempre, perché l’Amore non conosce morte. Quando Gregorio di Nissa dice che si può salire a Dio nella preghiera mediante la purezza di cuore e l’amore per il prossimo; quando San Gregorio ci esorta a trovare in Dio la vera altezza della vita; quando Girolamo, innamorato della Parola di Dio, sottolinea che ignorare la Scrittura è ignorare Cristo; quando Beda il Vulnerabile, visitando le vicende dell’Antico e del Nuovo Testamento parla di Concordia Sacramentorum e afferma che i sacramenti costituiscono ognuno di noi «non solo cristiano ma Cristo»; quando Agostino comprende che Dio non è così lontano ma si è fatto vicino a noi, divenendo uno di noi… in tutti questi testimoni non si può non trovare quella grande pace che nasce dal sentirsi figli amati e tutt’uno in Dio, non si può non ascoltare la voce di Gesù che domanda con forza: un solo gregge ed un solo pastore. Questo libro è un grande abbraccio a tutti i nostri Padri della Chiesa di ieri, di oggi, di domani: donando la loro vita senza riserve fino alla fine permettono a noi di mettere al centro del nostro cuore Gesù. Guidati dalla certezza del suo bene possiamo anche noi diventare testimoni fedeli e onesti del suo amore amando la vita tutta senza alcun timore e dimostrando nella quotidianità semplice e gioiosa che anche per noi, contagiati dai nostri Padri, Omnia Christus est nobis! (“Cristo è tutto per noi!” Santo e vescovo Ambrogio.)


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Recensioni/2. Le recenti pubblicazioni di don Pasquale Irolla e Mons. Arturo Aiello

LE PAROLE SONO COME OASI PER LO SPIRITO

“Triduo Pasquale” è un crescendo di emozioni che tende alla Pasqua. Donato ai fedeli “La bellezza - via al Mistero di Dio” di Cecilia Santovito

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ue testi, due autori, due ispirazioni e messaggi diversi, ma al tempo stesso due occasioni di sosta e di riflessione, vere e proprie oasi che hanno caratterizzato e scandito per molti il ritmo di questa Pasqua appena trascorsa. Stiamo parlando di “Triduo Pasquale” di Arturo Aiello e di “La bellezza via al Mistero di Dio” di Pasquale Irolla, entrambi i testi editi da Franco Di Mauro Editore. Con “Triduo Pasquale”, S.E. Mons. Arturo Aiello, vescovo della diocesi di Teano - Calvi, già parroco della parrocchia di San Michele Arcangelo di Piano di Sorrento, introduce il lettore nella settimana più importante dell’intero anno liturgico, la Settimana Santa, e in modo particolare focalizza l’attenzione e soprattutto le emozioni di chi legge su ciò che rappresenta il cuore di quei giorni: il Triduo Pasquale. Il racconto fatto in prima persona dall’autore, è suddiviso in tre sezioni, Giovedì, Venerdì e Sabato Santo, e rappresenta un breve, ma intenso percorso, che, in un crescendo di parole, di immagini e persone evocate, liturgie e luoghi della memoria, permette al lettore di vivere tutto il mistero, la profondità e la ricchezza spirituale racchiusi nelle liturgie che contraddistinguono il Triduo Pasquale. La Messa Crismale, la Messa in Coena Domini, lo svelamento ed il bacio della Croce, il silenzio del Sabato Santo, la Veglia Pasquale con la sua antica pedagogia dei segni: Fuoco-Luce-Parola-Acqua-Pane, diventano così spunti di riflessione, occasione per far riaffiorare dal passato, remoto o prossimo, ricordi che si confondono alle volute

di incenso, volti di persone che già da tempo, e per prime, hanno percorso la dura strada della croce, una strada difficile, spesso atroce, ma anche l’unica che conduce alla gioia dell’alba di Pasqua. Di tutt’altro genere, ma anch’esso strumento di riflessione e crescita spirituale in questa Pasqua 2012, è il testo di don Pasquale Irolla, “La bellezza - via al Mistero di Dio”, regalato a tutti i fedeli, al termine della Veglia Pasquale, e che raccoglie le riflessioni della guida spirituale della Parrocchia di San Michele Arcangelo a Piano di Sorrento, da lui tenute nel corso delle preghiere itineranti nell’estate 2010 e introdotte da Fabrizio d’Esposito, giornalista de “Il Fatto Quotidiano” e vicepriore della Confraternita Morte e Orazione di Piano di Sorrento. All’interno è contenuto un inserto di immagini: fotografie di Giuseppe Coppola e quadri di Pasquale Cipolletta. Un itinerario di preghiera, questo, condotto in alcuni dei luoghi più belli della nostra terra, Colle San Costanzo, Santa Maria al Castello, Villa Murat, solo per citarne qualcuno, e che nasce da un unico grande interrogativo: che cos’è la bellezza? Le riflessioni scaturiscono come risposta a questo grande interrogativo, con l’ausilio di Sant’Agostino, San Tommaso o anche solo ispirati dal tramonto suggestivo che il luogo stesso offre, e la bellezza, filo conduttore di questi appuntamenti, è osservata un po’ più da vicino e come in un caleidoscopio, rimanda a noi tutte le sue mille sfaccettature e tutto il suo mistero da contemplare e a cui tendere, mistero, che per un credente conduce direttamente al Mistero di Dio.

SAN Paolo scrive ai cristiani di oggi

Lo spettacolo teatrale del 14 aprile presso la basilica di San Michele Arcangelo

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Oggi dobbiamo vestire di bellezza la verità, perché pulpito e cattedra non bastano. Ci vuole anche il cuore»: è con questo spirito che Padre Ermes Ronchi dell’Ordine dei Servi di Santa Maria si è avvicinato alla stesura rimodernata delle lettere di San Paolo indirizzate all’epoca alle comunità di Atene, Efeso, Damasco, Corinto, Antiochia e Roma ma, in fondo, agli uomini di tutti i tempi. A dar voce all’Apostolo delle Genti la sera del 14 aprile presso la basilica di San Michele Arcangelo a Piano di Sorrento è arrivato un intenso Luciano Bertoli (in foto) che ha curato anche la regia e l’allestimento dello spettacolo teatrale “La mia lettera siete voi. Paolo scrive ai credenti di oggi”. La storia umana e di fede di San Paolo, così straordinaria eppure così comunemente condivisibile è stata accompagnata inoltre dalla musica di Domenico Clapasson, titolare della cattedra di pianoforte principale al Conservatorio “Luca Marenzio” di Brescia, che dal 2007 si dedica maggiormente alla composizione di repertorio sacro (ha musicato, tra l’altro, gli inni di David Maria Turoldo realizzandone un’emozionante versione per coro e orchestra).


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asciamo l’errore sulla qualità diretta e principale di cui ci siamo occupati nei numeri scorsi, sul quale, tuttavia, in futuro potremo tornare al fine di esaminarne l’evoluzione storico-dottrinale di grande interesse e notevole spunto riflessivo al punto tale che ancora al giorno d’oggi sono fiorenti gli studi specialistici sull’argomento, per addentrarci nell’altra ipotesi di error facti prevista dal CIC ossia l’error dolosus. Prima di procedere ad enucleare gli elementi di diritto di tale capitolo di nullità, è opportuno e al contempo doveroso fare una precisazione. Il vizio dell’errore dolosamente indotto su di una qualità personale di una delle parti allo scopo di carpire il consenso matrimoniale dell’altra, che costituisce la seconda eccezione al principio generale dell’irrilevanza dell’errore su di una qualità, è una vera e propria innovazione legislativa dal momento che nella precedente legislazione canonica tale vizio del consenso non era previsto. Il can. 1098 che riguarda appunto l’errore doloso, introduce una prescrizione di diritto positivo con la conseguenza che tale capitolo di nullità potrà essere applicato solo ai matrimoni celebrati dopo il 25 novembre 1983 (data di entrata in vigore dell’attuale Codice di Diritto Canonico) e ciò sul presupposto che tale tipo di errore ricade su di un elemento accidentale dell’atto giuridico (una qualità dell’altro contraente) e sul principio comune tempus regit

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Parola d’avvocato. Il sacramento del Matri

IL VIZIO DELL’ERRORE D

L'error dolosus invalida il contratto quando l parte è voluto per ottenere il consenso matrim actum che è applicabile anche nell’ambito del Diritto Canonico quando non si tratta di principi di diritto naturale e/o divino, che sono semplicemente dichiarati dal Legislatore canonico e che si applicano semper e pro semper indipendentemente dal modo in cui gli stessi vengono esplicitati (sulla differenza tra Diritto Canonico e Ius Divinum cf. “Il Centro” del 26 Settembre 2010). Ciò posto, analizziamo ora la complessa ed articolata disciplina del vizio del consenso espresso ob dolum. In Diritto Canonico è stata assunta la definizione classica del dolo data da uno dei più noti giuristi romani, cioè Labeone e tramandataci da Ulpiano (altro importante giurista romano) secondo la quale per dolo si intende omnis calliditas, fallacia, aut machinatio, quae ad circumveniendum, fallendum, decipiendum alterum adhibetur [ogni astuzia, inganno o macchinazione che si usa per circuire, frodare, ingannare l’altra parte (cf. D. 4, 3, 1) n.d.s.]. Il dolo produce più effetti. Uno primario e diretto che consiste nel suscitare nell’animo dell’agente l’errore (in questo caso di parla di dolo positivo) o

«non volevo sposare una persona malata»

Lei, Delfina: «Ora chi lavorerà nei campi al posto di papà?»

Lui, Dalmazio: «Sono affetto da spina bifida e tu rifiuti ogni rapporto con me» Il Turno Rotale: «L’attrice è stata ingannata per ottenere il consenso matrimoniale»

Delfina e Dalmazio, si incontrarono nel 1990 e subito iniziarono una relazione che durò ininterrottamente fino al mese di novembre 1991 quando i due giovani celebrarono il Matrimonio. Gli sposi stabilirono la loro dimora familiare presso la casa paterna di Delfina, il cui padre era possidente terriero e contadino. Trascorso appena un mese dalla celebrazione delle nozze, Delfina scoprì alcuni certificati medici dai quali risultava che Dalmazio era affetto da “spina bifida”;

il rinvenimento della predetta documentazione comportò che Delfina si sentisse ingannata anche perché Dalmazio, avendo la predetta patologia, non poteva lavorare nei campi. Trascorsi altri tre mesi, durante i quali i rapporti tra i coniugi andarono sempre più deteriorandosi, i genitori di Dalmazio, intervennero per cercare di risolvere i conflitti fra gli sposi, ma Delfina rimase rigida sulle proprie posizioni cosicché Dalmazio fu costretto a fare ritorno presso i suoi familiari. Nel febbraio del 1992 Delfina adì il competente Tribunale ecclesiastico accusando di nullità il suo matrimonio con Dalmazio, tuttavia senza specificare nessun capo di nullità, ma affermando nel libello introduttivo che «il mio fidanzato (a quel tempo) si è comportato nei miei confronti con astuzia, mi ha ingannata per quanto riguarda il suo stato di salute. Dopo le nozze infatti è risultato chiaro che mio marito aveva la scissione della spina dorsale […] Tale malattia secondo il parere


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imonio visto dal punto di vista della legge

spiegare meglio i concetti appena esposti ricorriamo ad un esempio: il matrimonio celebrato con l’assassino di mio padre sarà valido ed efficace purché io sia posta in grado di conoscere effettivamente l’altra parte (ossia che non mi l'inganno su una importante qualità dell'altra sia occultato che l’altra parte è proprio l’assassino di mio padre) cosicché io possa liberamente e deliberatamente moniale di Manuela Abbate* scegliere di celebrare il Matrimonio con lui. almeno confermare nell’agente un errore che era sorto Affinché il Matrimonio sia nullo per dolo son richiesti fortuitamente (dolo negativo). Un altro effetto del quattro requisiti: a) colui che celebra il Matrimonio sia dolo è quello dell’ingiustizia che subisce colui che è stato indotto in errore, giacché dolosamente ingannato; b) che il dolo sia ordito dolosamente ingannato, che è per ottenere il consenso privato della effettiva libertà «Chi celebra il matrimonio matrimoniale; c) che di scelta poiché a seguito del raggirato con dolo, l’oggetto del dolo sia una dolo ordito questi non può ordito per ottenere il consenso, qualità dell’altra parte; d) raffigurarsi correttamente la che l’assenza della qualità realtà e dunque la libertà di circa una qualità oggetto del dolo possa scelta, e conseguentemente dell’altra parte, turbare gravemente la vita anche la sua dignità umana, coniugale. è lesa, coartata ed orientata che per sua stessa natura Nel numero odierno ci nel senso che vuole colui che può perturbare gravemente limitiamo soltanto ad ordisce l’inganno doloso. la comunità di vita coniugale, elencare i predetti requisiti, In ambito matrimoniale rinviando la spiegazione il dolo assume rilevanza contrae invalidamente» degli stessi al prossimo poiché impedisce la corretta Can. 1098 appuntamento. Passiamo, conoscenza del coniuge, impedendo l’auto-donazione coniugale, postulata dal dunque, ad analizzare una fattispecie concreta. Matrimonio per sua stessa natura, e al contempo limitando *Avvocato, diplomata in Diritto Canonico, studentessa dello Studium Rotae l’effettiva libertà di scelta in ordine al Matrimonio. Per

DOLOSAMENTE INDOTTO

medico non permette di lavorare nell’agricoltura, mentre il convenuto sapeva quale lavoro lo avrebbe aspettato». Dalmazio dal canto suo sosteneva che il fallimento dell’unione coniugale fosse da imputare all’incapacità di Delfina di assumere gli oneri matrimoniali; così il Tribunale di primo grado concordò il dubbio per due capitoli di nullità ossia per il dolo da parte dell’uomo convenuto e per l’incapacità da parte della donna attrice. Espletata l’istruttoria il Tribunale di primo grado emise sentenza negativa per entrambi i capitoli di nullità addotti. L’attrice allora appellò al Tribunale di seconda istanza il quale dopo aver disposto un supplemento di istruttoria riformò la sentenza di primo grado solo per il capitolo del dolo dichiarando la nullità del matrimonio tra Delfina e Dalmazio solo per detto vizio del consenso. La causa fu così trasmessa al Tribunale della Rota Romana presso la quale il Turno giudicante ritenne di dover procedere all’esame ordinario e di richiedere un’integrazione di istruttoria. A seguito dell’integrazione richiesta il Turno rotale giunse a dichiarare la nullità del matrimonio di Delfina e Dalmazio per il capitolo del dolo. Il primo rilievo che si deve fare e che, essendo stato celebrato il Matrimonio nel 1991 esso è assoggettato al regime del CIC ’83 per cui la norma sul dolo nel caso di specie trova applicazione. Il secondo aspetto da sottolineare è che nel caso specifico il Turno ritiene che non si tratti di un dolo commissivo, ma di un dolo omissivo, avendo Dalmazio

taciuto opportunamente la patologia dalla quale era affetto, pur avendo ampiamente parlato sia con Delfina sia con il padre di lei della necessità e del dovere di lavorare nei campi. Altro elemento di rilievo è che il Turno rotale riconosce che la qualità oggetto di dolo (ossia la salute fisica) fosse sia oggettivamente, ossia in grado di per se stessa di perturbare la vita coniugale, ma anche e soprattutto soggettivamente rilevante, in quanto Delfina aveva celebrato il Matrimonio con Dalmazio sia perché lui le piaceva, ma anche perché aveva bisogno di un uomo che la potesse aiutare nel lavoro agricolo, essendo il padre oramai invalido e non più idoneo a lavorare i campi. Da ultimo il Turno rotale nota come il rifiuto di qualsiasi rapporto con il consorte, dopo aver scoperto l’inganno, costituisca un idoneo elemento di presunzione a favore della tesi dell’attrice che più e più volte e fin dal libello introduttorio afferma: «Lui mi ha ingannata per quanto riguarda la sua salute […] Sapendo prima del suo difetto non l’avrei mai sposato […] nell’agricoltura c’è bisogno di un uomo forte […] lui poteva fare solo lavori leggeri». Il punto di maggior interesse di tutto il ragionamento del Turno rotale si snoda sulla necessità che il dolo sia stato ordito per ottenere il consenso, infatti nel caso di specie il Turno rileva come il convenuto fin dall’inizio della relazione con Delfina fosse stato reso edotto che nella famiglia dell’attrice fosse necessario l’ingresso di un uomo che lavorasse i campi al posto del padre di lei ormai invalido e ciò nonostante avesse taciuto la patologia della “spina bifida” che lo rendeva inadatto a tale tipo di lavoro. Manuela Abbate


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Ricorrenze. Il racconto di Paul Schreiner sulla deportazione degli ebrei del 1940

TESTIMONE PER LIBERARSI DALLA SHOAh

25 aprile come 27 gennaio. Due giorni per non dimenticare il terrore della guerra e della prigionia di Mariella Nica Il 25 aprile è una festività che non passa mai di mente nel sentire collettivo e che porge il braccio, nel suo significato, ad un’altra importante ricorrenza, la Giornata della Memoria, che cade invece il 27 gennaio. Entrambe rimandano alla liberazione: la prima dal nazifascismo, la seconda dai lucchetti e il silenzio legati ai campi di concentramento. In entrambi i casi fondamentale è il ricordo ed è per questo, “per non dimenticare” che decidiamo di proporre in questo numero l’incontro tra Paul Schreiner, ebreo deportato, e i ragazzi dell’Istituto comprensivo statale di Piano di Sorrento, osservato dagli occhi della professoressa Mariella Nica e avvenuto lo scorso 28 gennaio. Perché il ricordo consapevole persiste nel tempo, non solo nelle ricorrenze.

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anta gente e in sala non fa freddo, eppure io ho freddo... Mi giro e vedo Martina con le lacrime agli occhi e mi domando se ho fatto bene a invitarla all’incontro. Intanto, Paul Schreiner continua il racconto con il suo italiano stentato, e quella lentezza alternata a pause lunghe trascina i miei pensieri alle agonie, altrettanto lente e lunghe, di quei sei milioni di ebrei sterminati senza appello nei campi di concentramento di mezza Europa. La sala del centro culturale di Piano di Sorrento è piena pur essendo sabato e la signora Giuliana Barchiesi De Angelis presidentessa della FIDAPA, l’associazione di donne che ha organizzato tutto ciò, e il Sindaco Giovanni Ruggiero ci danno il benvenuto ricordando che ci sono In alto: Paul Schreiner, sopravvissuto ai campi di sterminio, con Maappuntamenti a cui non si può mancare e chi guida una riella Nica. In basso: gli studenti dell’Istituto comprensivo statale di collettività non può non sentire su di sé il peso morale Piano di Sorrento ed emotivo del 27 gennaio; una data che dal 2000 viene delle Religioni Mediterranee all’Università Suor Orsola ricordata come “La giornata della memoria”, istituita Benincasa, che ci ricorda che il negazionismo è sempre per non dimenticare l’altro 27 gennaio, quello del più diffuso e per i giovani accettare l’idea che forse tutto 1945, quando i russi aprirono i cancelli del campo di quello che si racconta sulla Shoa potrebbe non essere mai concentramento di Auschwitz. successo è anche troppo facile, oltre che comodo. Stiamo tutti molto attenti a seguire le parole di ogni Paul Schreiner, ebreo croato sopravvissuto al massacro, intervento, siamo lì per quello, e ciascun relatore non continua il suo racconto, per lui la sorte è stata diversa, è delude: dal giornalista Nico Pirozzi che ci racconta riuscito a scampare per ben quattro volte alla furia nazista. del suo lavoro di anni sulla Shoa, delle sue ricerche sui Ha salvato la pelle, ma non la certezza degli affetti; è superstiti, della raccolta puntuale delle loro testimonianze un testimone prezioso per tutti noi, ma ha lasciato sul preziose; al prof. Ottavio Di Grazia, docente di storia campo tutto ciò che un bambino della sua età poteva desiderare: l’amore di una madre, il supporto di un padre, la compagnia di una sorella tanto amata. Vedo Giovanni in prima fila molto attento, segue serio lo snocciolare degli eventi raccontati minuziosamente da Paul. Guarda con attenzione le foto che Schreiner ci mostra dal libro, uniche testimonianze della sua storia di bambino, prima che una guerra mondiale, la seconda, gli portasse via l’innocenza. Aveva infatti solo 12 anni quando i suoi occhi hanno visto, dopo la deportazione dei suoi, trucidare il Tutore e con le sue braccia trascinarne il cadavere. E penso ancora a Giovanni, alle sue parole della mattina in classe «Prof, ma in fondo basta vedere un film e della Shoa si sa tutto», e cerco di immaginare i suoi pensieri di ora. Ma poi vengo presa dalle parole di Paul Schreiner, dal racconto della sua vita rapinata di tutto:

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Eventi/2. I gesti della nera e della bianca. Antonio Irolla racconta la storica

LE PROCESSIONI DI PIANO TRIBUTANO I DEFUNTI

Una veste sulla sedia e una rosa per ricordare Salvatore detto ‘o Pellicano. Il saluto al figurante Franco Cuccaro di Iole Filosa

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ono la rappresentazione del dramma umano di silenzioso sigillo di riconoscenza e di affetto per chi ha Dio sulla Terra e questo rende le processioni vissuto lo spirito della congrega fino all’ultimo momento della Settimana Santa già di per sé un evento di vita e continua ora attraverso gli occhi di chi ha amato. severo dai toni sommessi. In questa Pasqua 2012 La tradizionale processione storica di Piano di Sorrento però un filo di vite spezzate ha unito misteriosamente ha infine ricordato Franco Cuccaro, il 7 agosto del 2011 confratelli e figuranti della Penisola Sorrentina. stroncato da un tumore a 45 anni. Abbiamo incontrato La suggestiva ed emozionante Antonio Irolla, uno degli cerimonia d’uscita organizzatori, per conoscere dell’Arciconfraternita più da vicino la storia del Morte e Orazione di Piano giovane carottese dentro e di Sorrento è stata dedicata a fuori la rappresentazione della Salvatore Iaccarino, detto ‘O Passione di Cristo. «Franco Pellicano come la cooperativa all’inizio faceva il soldato sociale che da anni serviva, romano - ci racconta - poi si scomparso all’età di 47 anni propose per il ruolo di ladrone per una leucemia fulminante che ha ricoperto per 20 anni, (leggi “Lettera ad un amico il 2011 è stata la sua ultima scomparso” nell’edizione di apparizione». Accanto a lui settembre 2011). Mentre la La cerimonia d’uscita dell’Arciconfraternita Morte e Ora- come ladrone c’era all’epoca musica e le parole incalzano, zione di Piano di Sorrento dedicata a Salvatore Iaccarino Tonino Ruocco al quale la un attimo prima che le porte si aprano e la Madonna vita non ha riservato un destino migliore: è morto per Addolorata faccia il suo passo verso il sagrato della un infarto che per giorni scambiò per strani episodi di basilica, nella notte una veste riposta su una sedia riporta reumatismo finché il cuore non ha ceduto per sempre. con il pensiero a Salvatore. «La mia vita - dice la voce «Franco era un motivatore ed era profondamente narrante - non è più la stessa da quel giovedì di settembre entusiasta del suo ruolo. C’è un momento, poco prima di dello scorso anno, ho impressa nella memoria del cuore la uscire in processione in cui il regista Ciro Ferrigno si tua malattia, gli ultimi mesi in cui intrattiene con coloro che hanno abbiamo centellinato ogni momento anche parti recitate e ricordo ogni istante, ogni sorriso, ogni che Franco sapeva a memoria ultimo bacio. Carissimo Salvatore non solo la sua parte ma anche a distanza di mesi la tua vita appare quella degli altri. E rimproverava ancora più luminosa». Luminosa bonariamente, ma in tono molto come le “Stelle di Natale” - da sentito, chi non riusciva a qui il tema della Pasqua 2012 dei memorizzare la propria» ricorda confratelli neri - che Salvatore con un sorriso Antonio Irolla. era solito allestire nel vicoletto di «Quest’anno la processione è Santa Margherita per il presepe stata dedicata a lui - continua della confraternita e che nella notte abbiamo pensato di pubblicare della Passione di Cristo sono state una sua foto sotto il programma accese sulle scale della basilica. della processione con la frase Privata e a porte chiuse, invece, “Ciao Franco, ti ricorderemo intimamente d’atmosfera, il sempre con affetto” che sintetizza momento di preghiera della quello che abbiamo provato alla Confraternita della SS. notizia della sua morte, ma nello Annunziata prima della processione stesso tempo non sottopone in cui il pensiero è volato a Salvatore il nostro dolore, quello della attraverso la vicinanza alla moglie e famiglia e di chi lo conosceva ad Cuccaro nelle vesti di ladrone per la rapla figlia presenti alla cerimonia alle Franco presentazione storica del Mercoledì Santo. Foto una spettacolarizzazione che ci quali è stata consegnata una rosa, d’archivio di Interfoto Irolla sembrava inopportuna».


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Eventi/3. La mancanza di fondi non pregiudicherà il diritto allo studio

IL FORUM GIOVANI TIENE APERTA LA BIBLIOTECA

Insieme agli altri Forum una giornata di orientamento universitario dedicato ai maturandi. Bandito il corso di lingua straniera di Francesco Bevacqua

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l Forum dei Giovani di Piano di Sorrento per il diritto allo studio dei giovani carottesi: grazie all’impegno del gruppo presieduto da Alessandro Pane ed in particolare di Gianmario Russo, responsabile dell’iniziativa, gli studenti della città potranno continuare ad utilizzare i locali della biblioteca comunale. Fino a qualche settimana fa il servizio era assicurato dai ragazzi che hanno svolto l’anno di servizio civile ormai concluso, e considerato che per mancanza di fondi le nuove leve inizieranno a svolgere la propria attività solo tra qualche mese, non sarebbe stato possibile permettere l’ingresso. In condizioni normali la biblioteca comunale è aperta al pubblico nel pomeriggio dei giorni dispari della settimana e tutta la giornata dei giorni pari, mentre la presenza di alcuni consiglieri del Forum permetterà a chi non ha la possibilità di studiare in tranquillità nella propria abitazione di usufruire del servizio. Grande successo intanto per la manifestazione che l’Unione dei Forum ha organizzato venerdì 27 aprile al Circolo dei Forestieri di Sorrento. Un’intera giornata dedicata ai

giovani della Penisola sorrentina, un sogno realizzato per tutti gli “amministratori giovanili” che finalmente sono riusciti a unire gli intenti al servizio della comunità. Una giornata iniziata con l’orientamento rivolto agli studenti delle scuole superiori: sono stati invitati gli atenei della Campania che hanno inviato materiale ed addetti ai lavori per rendere più semplice la scelta universitaria ai diciottenni. Nel pomeriggio tempo di premiazioni: premi per i due concorsi, fotografico e giornalistico, indetti dall’organizzazione sulla tematica peninsulare e targhe per le eccellenze sportive della Penisola che hanno coronato un anno davvero spettacolare in cui sono stati raggiunti risultati importanti che devono spingere i Forum ad impegnarsi attivamente per la tutela dei nostri campioni in erba. Sono intanto partiti i bandi di concorso per i corsi di lingua straniera a cui il Forum di Piano sta lavorando da tempo insieme ad altre numerose iniziative che renderanno l’estate giovanile più ricca grazie all’impegno di un gruppo che ha raggiunto obiettivi importanti e si impone quale punto di riferimento per tutti i ragazzi.

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breve. Ci si alza piano, vedo gli alunni che cercano il mio sguardo, si avvicinano: «Siamo senza parole, prof! Aveva la nostra età! Come si può soffrire così? Non potremo dimenticarlo mai», Angela e Valentina sono ancora incredule. «Ma come si fa a vivere senza la propria famiglia? Io al suo posto non avrei saputo come fare a rimanere calma mentre mi cercavano giorno e notte», Elly non si dà pace ancora. Giovanni non dice nulla, è un ragazzo troppo intelligente per evitare una riflessione che gli si impone ora, alla luce di ciò che ha ascoltato e che è molto diverso dal film di cui parlava; poi lo vedo vicino a Paul per la foto e l’autografo su quel libriccino di Nico Pirozzi che parla di Shoa e che contiene le nostre vergognose leggi razziali fasciste del 1938. Giusto. Per non dimenticare. Ma vicino a Giovanni vedo anche tutti i ragazzi che hanno partecipato all’incontro e che cercano ora di salutare Paul Schreiner. Vogliono dirgli grazie, vogliono dirgli che non dimenticheranno mai il suo dolore, ma soprattutto la necessità della sua testimonianza. «Secondo me gli ha fatto veramente bene parlarne e liberarsi, prof, a me sono piaciute molto le cose che ha detto e credo che nessuno, se non lui, ci poteva far capire e sentire quello che ha provato e che noi, invece, cerchiamo di evitare». Sagge parole, Brunella, penso tra me, e le sorrido.

degli affetti e dei beni. Da un giorno all’altro è privato dei cari e dell’azienda di famiglia, una fabbrica di ceramiche con 800 dipendenti, beni che non gli sono stati mai più restituiti. Federica prende appunti, Laura non riesce a distogliere lo sguardo da Paul. Roberta ha gli occhi lucidi, Angela e Valentina sono sedute accanto alla mamma, Elly al papà. Sono tutti in silenzio. Un silenzio che parla più di una classe vociante. Poi Paul chiude il suo intervento leggendo la lettera che il padre ha lasciato a lui e alla sorella prima di essere deportato. Una lettera che è un testamento morale per tutti. Una parte mi colpisce in modo particolare, è l’invito insistente ai figli a non abbandonare lo studio, a provvedere anche da soli alla cultura, alla propria formazione, quale parte fondamentale della vita di ogni uomo. Non c’è dubbio: un padre straordinario. Un padre che nella consapevolezza della morte imminente, cerca di organizzare nei dettagli i loro percorsi futuri e raccomanda ai figli l’unica cosa che nella vita garantisce la libertà e la capacità di discernere: la conoscenza. Paul Schreiner ha 83 anni e ci dice che quella lettera è tuttora il faro della sua vita. è il momento dei saluti, un applauso liberatorio scioglie la tensione dei silenzi troppo lunghi di una serata troppo


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Eventi/4. Un mese denso di iniziative per l’Associazione di Marco D’Esposito

TRADIZIONI E FEDE PROMOSSE DALLA PRO LOCO

Rametti di ulivo e fiori di confetti uniscono le tre parrocchie di Piano. Successo per la mostra “Passi nella notte”, mentre a maggio arriva il Musical di Iole Filosa

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ella scorsa edizione, nell’intervista ad una parte Marino De Rosa di Trinità, che ci hanno fatto da “sponsor” del direttivo (vedi “Il Centro” numero di marzo presso le loro parrocchie coinvolgendo i rispettivi gruppi di 2012) avevamo lasciato l’Associazione Turistica Catechismo. In ultimo dobbiamo dire altri tre grazie: uno agli Pro Loco Città Piano di Sorrento alle prese animatori Acr di Piano per aver organizzato e portato in scena con i primi eventi come nuovo ente locale. Ora, a distanza i simpaticissimi balli che hanno coinvolto grandi e piccini; di un mese, raccogliamo le un altro a tutte le catechiste di somme e la soddisfazione San Michele, Mortora e Trinità degli organizzatori. per la loro partecipazione e La prima sfida ha avuto per il loro supporto; e infine come campo di prova il l’ultimo grandissimo grazie centro parrocchiale “Mons. va a tutti i bambini (e ai loro Antonio Zama” di Piano di genitori) che ci hanno regalato Sorrento, che costituisce per la loro presenza consentendoci il Presidente della Pro Loco, di trascorrere insieme due ore Marco D’Esposito, e gran dense di divertimento, dedicate parte dei suoi collaboratori, un al recupero di una bella punto di riferimento importante tradizione del nostro paese che della propria storia. Venerdì unisce nello stesso tempo tocco 30 marzo sono state così Gli stand allestiti al centro parrocchiale “Mons. Antonio Zana” di Pia- artistico e fede religiosa». no di Sorrento durante il laboratorio di palme. Foto di Nino Aversa coinvolte le parrocchie di San Dedicata alle tradizioni è stata Michele Arcangelo, Mortora e Trinità per la realizzazione anche la Mostra fotografica d’autore “Passi nella notte” di un laboratorio di palme che ha visto partecipare oltre 150 ospitata nel Palazzo Maresca («il nostro ringraziamento bambini del catechismo guidati da uno staff di 25 persone - dicono gli organizzatori - va alle famiglie Maresca e tra animatori e Pro Loco. Il risultato? La creazione di 150 d’Esposito che ci hanno gentilmente concesso l’utilizzo del rametti di ulivo addobbati e oltre 100 fiori di confetti che loro palazzo per l’allestimento dell’intera iniziativa») durante hanno animato e colorato le Benedizioni delle Palme di Piano il Giovedì e il Venerdì Santo. Un percorso di luci e ombre di Sorrento e non solo. «Come organizzatori dell’evento organizzato, in collaborazione con il Centro studi e ricerche - raccontano - è stato bello riuscire a fare gruppo con tre multimediali “Bartolomeo Capasso” e le Confraternite diverse realtà importanti del nostro paese creando un evento della città di Piano di Sorrento, che ha registrato un’affluenza unico che le ha viste tutte contemporaneamente protagoniste. record e al di là di ogni rosea aspettativa. Proprio per questo dobbiamo assolutamente snocciolare un Infine la Pro Loco si è impegnata a riportare a Piano lungo elenco di ringraziamenti. Il nostro primo grazie va a di Sorrento un «prodotto 100% carottese, espatriato a don Pasquale Irolla della parrocchia di San Michele per Sorrento per motivi organizzativi» fino allo scorso anno: il averci supportato nell’ideazione di questa splendida giornata Musical dei giovanissimi della parrocchia di San Michele e per averci concesso l’utilizzo del centro parrocchiale. Un Arcangelo. L’associazione sarà infatti partner e coaltro doveroso ringraziamento va poi a don Mariano per il organizzatrice dello spettacolo teatrale “Lo chiameremo prezioso aiuto “fisico” nell’allestire l’impianto audio e gli Pinocchio”, in perfetta linea con la filosofia della sinergia stand, e per aver presentato e spiegato ai ragazzini tutti i che l’ente turistico di Piano di Sorrento ha attuato già nei momenti del pomeriggio trascorso insieme. Non possiamo suoi primissimi passi. (Per info sull’acquisto del biglietto dimenticare poi don Francesco Iaccarino di Mortora e don vai alla “@genda del Centro” a pag. 22)

Il Palazzo Maresca allestito durante la mostra “Passi nella notte”. A sinistra: le fotografie d’autore con le vesti tradizionali delle Confraternite di Piano di Sorrento. A destra: l’antico pozzo di pietra con i simboli, i martiri canonici.


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Eventi/5.Una mostra sull'interrelazione tra uomo e animali da compagnia

L'ELEGANZA DI “SUA MAESTÀ IL GATTO”

Cecilia Coppola: «Vogliamo favorire una cultura di rispetto per la loro dignità coinvolgendo in primo luogo i bambini»

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elina e originale la mostra dedicata a “Sua Maestà il Gatto. Dalla cartolina postale ai manifesti, dalla letteratura alla canzone, dalla favola all’archeologia” inaugurata domenica 15 aprile e aperta al pubblico fino al 20 maggio presso il Museo “G. Vallet” di Piano di Sorrento dalle ore 10.00 alle 19.00.

l’Assessorato all’Istruzione e l’Assessorato alla Cultura, dell’Ambasciata di Francia, del Comune di Grenoble e della Fondation Brigitte Bardot. Cecilia Coppola, Presidente della Cypraea afferma: «Abbiamo voluto attirare l’attenzione su alcuni principi fondamentali volti a realizzare una maggiore e sempre più corretta interrelazione tra uomo e animali da compagnia, favorendo lo sviluppo di una cultura di rispetto per la loro dignità e coinvolgere in primo luogo i bambini perché vivano l’avventura del museo, appropriandosi delle forme e dei contenuti culturali, trasformandoli nel linguaggio contemporaneo». Di seguito gli appuntamenti in corso della manifestazione: Sabato 19 maggio ore 19,00 Concerto di canzoni francesi (Piaf, Bécaud, Montand, Aznavour…) Ensemble Paris qui Chante ♦ Domenica 20 maggio ore 19,00 Il gatto ballerino incontro con Alberto Testa Esibizione straordinaria dei ballerini della Scuola di Danza del Teatro San Carlo di Napoli ♦ Giovedì 31 maggio ore 9,30 Cerimonia di Premiazione Consegna Premio Cypraea - Giovane Europa ♦

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L’iniziativa, inserita nell’ambito del XIV Settimana della cultura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali (14-22 aprile 2012) è organizzata dall’Associazione Culturale Cypraea, il Museo territoriale della Penisola sorrentina “Georges Vallet”, il Museo Parigino a Roma, con il patrocinio del Comune di Piano di Sorrento,

Viva la

onna

così diventi il “mago del singhiozzo”

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astidioso, anzi, fastidiosissimo, arriva all’improvviso e a volte nei momenti meno appropriati: il singhiozzo. Accanto a noi c’è sempre qualcuno che con il uso «Buuuuuuuh» alle spalle cerca di farcelo passare e infatti lo spavento è tra i rimedi più noti, ma la sapienza popolare non si ferma qui: metti una punta di zucchero sulla lingua, sette sorsi d’acqua di seguito senza respirare, trattieni il respiro per 10 secondi... Chissà quanti altri rimedi esistono, alcuni noti altri un po’ meno. Il migliore modestamente è quello di mia nonna. Metterlo in pratica non è semplicissimo e a volte porta con sé risvolti comici. Affinché possa funzionare è necessaria la collaborazione tra 2 persone, naturalmente una delle due avrà il singhiozzo, l’altra sarà colui o colei che glielo farà passare. Prendi una bottiglia d’acqua (è più facile che con un bicchiere, ma

di Adriana Ciampa

eventualmente va bene anche quello) non importa se gasata o naturale. Invita il tua amico col singhiozzo a piegare la tesa all’ indietro. Tu, per così dire, gli “imboccherai” l’acqua, ma in realtà dalla tua bottiglia non dovrà cadere niente. Mentre starai operando il tuo amico potrebbe alzare la testa dicendo «Ma non sto bevendo» ed è proprio in quell’attimo che si accorgerà che il singhiozzo è passato. Consigli d’uso. Non utilizzare una bottiglia nuova: in tal caso è inevitabile che cada un po d’ acqua o, come è capitato a me, che possa accadere un allagamento. Adesso che conoscete l’arcano forse con voi non funzionerà, perché ovviamente sapete già che non berrete e si andrà ad annullare l’effetto sorpresa, però provatelo provatelo e provatelo su amici, parenti, nipoti, figli, cugini: diverrete subito i Maghi del Singhiozzo.


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il moto circolare degli incappucciati

Il presente articolo è un’applicazione del moto circolare su un piano, studiato in Fisica solitamente al III anno di scuola superiore, da allievi di licei e istituti tecnici.

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urante la processione del Venerdì Santo, Marino Russo (che lavora assieme a me a questa rubrica) rifletteva sul fatto che all’interno di una stessa fila, dovendo andare a velocità costante, in presenza di una curva della strada, il più svantaggiato è il pellegrino che sta più lontano dal centro della curva, ovvero chi deve prendere la curva “larga”. Pensava in particolare ai lampionai delle prime file che hanno la visuale laterale impedita dal cappuccio, e quindi risulta loro difficile regolarsi guardando la posizione del compagno di fila, anche perché con i lampioni più grandi non è facile girarsi a destra e sinistra a ogni svolta. Il nostro appassionato di fisica ha trovato la soluzione al problema dei poveri lampionai. E ovviamente l’ha trovata in una relazione della Meccanica Classica: (1) v=ωxr è questa la legge che lega la velocità [m/s] al raggio della traiettoria circolare [m] nel moto circolare uniforme (velocità costante). Per mantenere una fila allineata, è necessario che tutti i componenti vadano alla medesima velocità angolare ω[rad1/s]. Siccome per le persone che stanno all’esterno, il raggio della traiettoria circolare seguita nella curva è maggiore rispetto a chi sta all’interno e prende la curva “più stretta”, dalla relazione (1) si capisce che chi sta nelle colonne esterne deve camminare a velocità v più alta rispetto a chi si trova all’interno. Chi ama le corse di qualsiasi genere, questa cosa la sa già: se chiamo Δθ l’angolo (in radianti) percorso, la lunghezza dell’arco di traiettoria percorsa è: (2) Δl = r Δθ A parità di angolo percorso, quanto minore è il raggio r, minore sarà Δl [m]; l in parole povere è la distanza percorsa su una curva. Ecco perché un pilota di Formula 1 o MotoGP esperto tende a compiere con il suo veicolo sempre archi stretti, così, a parità di velocità v riesce a superare prima la svolta. La relazione (1), utilizzando tutti i termini che la

di Fabio Vollaro

con la collaborazione di Marino Russo

compongono, appare così: v = (Δθ/Δt)∙r = Δl/Δt dove ω = Δθ/Δt Δt è il tempo impiegato per percorrere l’arco Δl. Si noti che la relazione (1) è un prodotto vettoriale2. Ricordiamo infine che il moto circolare uniforme è soggetto alle forze d’inerzia, perché anche se la velocità v è costante, esiste un’accelerazione centripeta (3) ac = r ω2 = v2/r Ogni corpo, per il fatto di possedere una massa, tende a perseverare nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme (Principio d’Inerzia), quindi un corpo in moto circolare uniforme sarà soggetto a una forza che si oppone alla sua accelerazione: (4) F = - m ac Il segno meno (-) indica che è una forza centrifuga che tende a portarlo verso l’esterno della traiettoria, e dipende dalla velocità (del corpo) elevata al quadrato (relazione 3). Questo spiega perché quando percorriamo un tornante con la nostra macchina e non moderiamo la velocità prima di girare, o anche quando svoltiamo a un incrocio senza decelerare, sentiamo qualcosa che ci spinge all’esterno della corsia, se non fuoristrada. Tale forza dipende soltanto dalla massa m [kg] e dall’accelerazione ac, è chiamata forza apparente, eppure i suoi effetti sono drammaticamente visibili quasi quotidianamente.

NOTE

1) radianti: è un unità di misura adimensionale, per gli angoli. È possibile convertire i radianti in gradi e viceversa, considerando che 1° = π/180 rad. Se ad esempio l’angolo è di 45° Δθ = π/2 rad, circa cioè 1,57 rad. 2) prodotto vettoriale: la (1) si dovrebbe scrivere v = ω x r perché la velocità v è una velocità tangenziale, tangente punto per punto alla traiettoria circolare, ed ha quindi direzione normale sia a r (che va dal centro della circonferenza al punto di tangenza) che alla velocità angolare (che è uscente dal piano). Il suo valore in modulo è pari a rω sen(α), dove α è l’angolo formato da r ed ω. La sottolineatura sta ad indicare un vettore e con ‘x’ indico il prodotto vettoriale.


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L’@genda del Centro

Per segnalare i tuoi appuntamenti nella prossima edizione invia la una e-mail entro il 18 maggio 2012 all’indirizzo ufficiostampa@giornaleilcentro.com

Prenota il tuo biglietto

Puoi chiederlo ai giovanissimi partecipanti e agli organizzatori Carmela Guidone, Emiliana Scala e Carmelo D’Esposito fino al giorno dello spettacolo, il 28 maggio. Per info: - recarsi al negozio Gimkana, Corso Italia nei pressi di Piazza Cota - chiamare 328 13 70 628 (Carmela) - chiamare 346 51 87 769 (Emiliana) ♦ La FAI (Fondo Ambientale Italiano) organizza visite guidate alla Baia di Ieranto secondo il seguente calendario: - martedì 1 maggio in occasione della festa dei lavoratori Antonino De Angelis, presidente Centro Studi e Ricerche F.M. Crawford, accompagnerà i visitatori nel percorso “Sulla Dura Pietra” dedicata alle storie di lavoro e fatica dietro la bellezza di un paesaggio costruito dall’uomo - sabato 12 maggio l’agrotecnico Salvatore Papaccio parlerà di erbe, fiori e piante della Macchia Mediterranea Per qualsiasi ulteriore informazione e per la prenotazione obbligatoria è possibile rivolgersi al numero 335.84.10.253 o all’indirizzo e-mail: faiieranto@fondoambiente.it ♦ Sabato 12 maggio - Festa diocesana degli incontri 2012 “Sempre più in alto!” per l’Arcidiocesi Sorrento - Castellammare di Stabia presso la Reggia di Quisisana con la presenza di Monsignor Francesco Alfano e con il patrocinio della città di Castellammare di Stabia. Inizio ore 15.30. Fine prevista ore 18.30 Per info: 33876.95.610 (Don Francesco), 340.39.41.042 (Benedetta), 339.28.23.247 (Maria Giovanna)

Gli orari delle celebrazioni eucaristiche Sorrento • Cattedrale - Corso Italia Tel. 081.878.22.48. Celebrazioni alle ore 8.30 - 11.00 12.15 - 19.00 • Chiesa del Carmine - Piazza Tasso, 158 - Tel. 081.878.14.16 Celebrazioni alle ore 9.30 - 10.45 11.45 - 19.00 Sant’Agnello • Parrocchia di SS. Prisco e Agnello Piazza S. Agnello - Tel. 081.878.38.17 Celebrazioni alle ore 7.30 - 9.00 - 10.30 - 12.00 - 19.00 • Comunità conventuale dei Padri Cappuccini Corso Crawford - Tel. 081 8781475 Celebrazioni feriali alle ore 07.30 - ore 19.00 in primavera ed estate; ore 18.00 in autunno e in inverno Celebrazioni festive alle ore 09.00 - 11.00 - 19.00 in primavera ed estate; ore 18.00 in autunno ed inverno Recita del S. Rosario alle ore 17.30 ora solare; 18.30 ora legale Piano di Sorrento • Basilica di San Michele Arcangelo Via S. Michele - Tel. 081.878.60.09 Celebrazioni domenicali alle ore 7.00 - 8.30 (congrega)- 10.00 - 11.15 - 18,00 (ora solare) 19.00 (ora legale)

Celebrazioni feriali alle ore 7.50 - 9.00 (casa di riposo) • Parrocchia della Ss. Trinità Via Gennaro Maresca - Tel. 081.808.34.84. www.parrocchiadellasantissimatrinita.it Celebrazioni ore 7.30 (congrega) ore 9.00 - ore 11.00 - ore 11.15 (cappella di S.Pietro) - ore 18.00 (ora solare) - ore 19.00 (ora legale) • Parrocchia di Mortora -Via Mortora - 081.5321961 Celebrazioni domenicali alle ore 7.30 (congrega) - 9.30 - 11.00 - 18.00 (ora solare); 19.00 (ora legale) Meta • Basilica Santa Maria del Lauro Piazza Santa Maria del Lauro - Tel. 081.878.80.50 Celebrazioni alle ore 8.30 - 10.15 - 11.45 - 19.00 Vico Equense • Parrocchia S. Ciro e S. Giovanni Via San Ciro, 13 Tel. 081.879.81.69 Celebrazioni alle ore 8.00 - 10.00 - 11.30 - 19.00 Pompei • Santuario Beata Vergine di Pompei Piazza B. Longo - Tel. 081.857.73.79 Celebrazioni alle ore 6.00 - 7.00 - 8.00 - 9.00 (in altre lingue solo per gruppi) - 10.00 - 11.00 (messa solenne) - 13.00 - 16.00 - 17.00 - 19.00 - 20.00

Congratulazioni e auguri di cuore da tutta la redazione e da nonna Adriana per la tua laurea. Che sia la prima di tante soddisfazioni! Un abbraccio


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Sport/1. Mauro Tononi: pasticciere, dj, cantante e appassionato di motociclismo

è lui l’imitatore ufficiale di valentino

«Credevo fosse irraggiugibile, invece ho il suo supporto morale e apprezza il mio lavoro. Il primo video è realizzato con i fans di Rossi» di Antonella Coppola

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l motociclismo non è solo uno sport per pochi eletti ma è un vero e proprio stile di vita. I fedeli di questa pratica riempiono ogni loro giornata, il lavoro, gli affetti con qualcosa che riguardi un motore e due ruote. Che tu sia avvocato, panettiere, cassiera o muratore, se ami le moto le fai vivere sempre nella tua vita, sotto ogni punto di vista. Mauro Tononi fa il pasticciere ma anche il dj, il cantante e l’imitatore di Valentino Rossi. L’unico ed ufficiale imitatore del campione di motociclismo. Mauro mette in musica, imitando la voce del pilota, i pensieri e le sensazioni che Rossi ha avuto durante la carriera. Ospite de “Il Centro... Campo” ci racconta come ha conosciuto Valentino, la diretta al Chiambretti Night, il suo ultimo album “Pianeta Rosso” e la passione sfrenata per il nove volte campione del mondo che riempie tutta la sua vita. ► Come nasce l’idea del video “San Valentino”? è un’idea nata dopo il video di “A spasso per il borgo”, in cui c’era il matrimonio tra Rossi e la rossa. Siccome questo matrimonio non è ancora fiorito ho creato questo pezzo in cui Valentino cerca di conquistare la Ducati. Ha vinto con tutte le moto, nove titoli mondiali, riuscirà anche a fare sua questa moto. ► Una serenata, quindi. Tu ne fai anche alle ragazze? Era nata appunto come una canzone romantica, poi i fans l’hanno interpretata come una serenata alla Ducati e quindi il video è stato creato sul loro pensiero. Io, invece sono single. ► La moto però ce l’hai? No! Ho solo la patente e guido quelle che mi prestano per i video. ► Perché hai pensato di far cantare Valentino? Tutto è cominciato con una canzone ironica che ho inviato a Guido Meda che a sua volta l’ha passata a Studio Sport. Da quel momento ho pensato di far musica per Valentino e di far cantare i suoi fans.

Mauro Tononi, pasticciere, dj, cantante e ufficiale imitatore di Valentino Rossi nasce a Iseo il 24 Gennaio 1984 e vive a Corte Franca in provincia di Brescia

► Quindi nelle tue canzoni interpreti i suoi pensieri? Sì, interpreto dei brani musicali con la voce di Valentino, facendogli raccontare la sua carriera. Nei video sono io il protagonista o i suoi fans. Ho creato qualcosa che non c’era e sono molto seguito. ► È difficile scrivere una canzone per Valentino? Sì, molto! Devo spaziare su tutto. Prendo ispirazione da ciò che succede come in “Canzone per lei”, nata dopo il saluto alla Yamaha. Ho dovuto studiare tutta la sua carriera, dalle minimoto ad oggi, ho letto i libri, visto dvd e filmati vari. ► La tua canzone preferita dell’album? Bella domanda, cavolo! “Bentornato Valentino” è la mia

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Sport/2. Dal 2007 esiste un vero e proprio campionato per sacerdoti e seminaristi

clericus cup, la serie a del vaticano

Oltre alle regole del calcio, è previsto un cartellino azzurro. Ma quest’anno la Santa Sede nega il patrocinio di Adriana Ciampa

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lericus Cup ovvero anche i Preti giocano a pallone. Nell’immaginario collettivo, soprattutto quello dei nostri padri e nonni l’oratorio era (è) con annesso cortile, il luogo delle partite di calcio dove il prete gioca con il suo gregge. Dal 2007 esiste un vero e proprio campionato ecclesiastico, per intenderci una Serie A del Vaticano, aperto alla partecipazione di seminaristi, sacerdoti iscritti ai collegi universitari, convitti, seminari pontifici che si sfidano a suon di gol. Le regole del gioco sono quelle dettate dal Centro Sportivo Italiano: partite di 60 minuti, 30 a tempo, oltre ai cartellini rosso e giallo esiste il cartellino azzurro 5 minuti fuori dal terreno di gioco. Il tutto si articola su 2 gironi di 8 squadre, partite di sola andata che condurranno verso la qualificazione alla fase finale. Fin dall’inizio, la Clericus Cup ha goduto del patrocino dell’ente della Santa Sede che sovraintende alle attività sportive. Quest’anno, sesta edizione del torneo, il patrocinio è stato però negato. Sappiamo come funziona a volte nel calcio: in questi frangenti quando ci troviamo a sostenere la nostra squadra e i nostri colori, da esseri umani equilibrati ci trasformiamo in Ultras. Questo

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purtroppo è avvenuto anche nella Clericus Cup sui campi dell’oratorio di San Pietro, dove preti e suore tifosi mostrano striscioni non molto felici, ed il fair play viene messo da parte in cambio della vittoria ad ogni costo. Queste sono le principali motivazioni che hanno spinto la Santa sede a toglierne il patrocino. Nel corso degli anni questa competizione pare abbia perso di vista i nobili obiettivi e le varie attività formative ad essa legata per cui era nata. Peccato.

Contrasto tra un attaccante della nazionale messicana della Pontificia Università Gregoriana ed un difensore della Mater Eccleasiae, squadra parrocchiale petriana

e lui l’ha autografata. Successivamente ci siamo rivisti a preferita, ma mi piace anche “A spasso per il borgo”. In Barcellona, la gara storica dell’addio. Poi, nel 2011, ci una c’è l’introduzione di Meda che è molto toccante. Credo siamo trovati faccia a faccia da Chiambretti ed è stato che non riuscirò a farne un’altra così bella. Mi piacciono i divertente. brani che lasciano un’emozione. ► Il tuo ultimo video ha come ► Una che non ti piace? protagonisti i fans di Rossi? “Evviva la moto”, non mi andava Sì, “Grande Valentino” è uscito lo di pubblicarla però è dedicata ai scorso 8 aprile in occasione della più piccoli e quindi l’ho messa. Le prima gara ed è stato girato tra nuove canzoni sono bellissime. Cattolica, Tavullia e Rimini. ► Tutte? ► Il futuro? Sì tutte. Sono sette e fantastiche, Se mi guardo indietro vedo che mi sento molto ispirato, c’ho messo pensavo a Valentino come una dentro tutto, anche Chiambretti. Chi persona irraggiungibile e che non diceva che sarebbe stato difficile sarei mai arrivato a questo punto. arrivare a Valentino ora si ricrede. Ora voglio continuare e fare sempre Vale è stato magnifico con me, ha meglio. Ho in progetto canzoni con apprezzato quello che faccio. la mia voce perché ho anche altro da La copertina dell’ultimo album “Pianeta Rosso” ► Hai il suo supporto morale? dire, la prima sarà dedicata a Marco Sì, almeno morale. Io non invado i suoi spazi, mi basta Simoncelli, s’intitolerà “Un sorriso”. Il prossimo video, ricevere risposta positiva quando gli invio ciò che voglio invece, verrà pubblicato in occasione del primo podio. pubblicare e poi continuo. ► Quando Valentino farà il primo podio? ► Com’è stato incontrarlo? Se non fa il podio lo faccio uscire comunque (ride). La prima volta eravamo al Mugello ed è stato molto ► Matrimonio Rossi-Ducati, ci crediamo? emozionante. Gli ho portato una mia foto nelle sue vesti Fidatevi di un pazzo!


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Sport/3. L’addio a Simoncelli, Bovolenta e Morosini

il dolore unisce lo sport Tre campioni da cui tifosi, mass media e criticoni devono ripartire

è

stata una stagione terribile per lo sport italiano. In rapida successione, tre atleti hanno perso la vita proprio sul campo da gioco, proprio sul luogo dove stavano realizzando i propri sogni e quelli dei propri tifosi. Simoncelli, Bovolenta, Morosini hanno cambiato, tra le lacrime, il nostro modo di vedere lo sport. è singolare che ad andarsene siano stati atleti dai sentimenti cristallini, dal passato complicato, chiari esempi che tutti gli sportivi, di qualunque categoria, dovrebbero seguire. L’usuale pratica italiana di sguazzare nel dolore di una perdita e di eroicizzare facilmente i caduti ha sì avuto luogo, ma in tutti e tre i casi ci si è innegabilmente trovati di fronte ad esempi di sacrificio e abnegazione secondo i reali valori dello sport. Dalla morte di Marco, Vigor e Piermario abbiamo tanto da imparare. Dovrebbero imparare i media, che hanno, soprattutto nel caso del calciatore del Livorno, piazzato morbosamente a tutte le ore le immagini terribili della inutile lotta corpo a corpo di Morosini con la morte; dovrebbero imparare i tifosi, gli ultras, soprattutto le frange violente: lo sport è soprattutto un gioco, che non deve aspettare la morte di uno dei suoi figli per avvicinare ed invitare alla fratellanza. Dovrebbe imparare chi critica gli sportivi; imparare che non esistono solo i Ronaldo, i Messi, i Rossi strapagati che finiscono sulle copertine di gossip e negli annali. Ci sono migliaia e migliaia di atleti che inseguono un sogno calcando i campi delle serie minori, facendoenormisacrificiperemergere,chelascianofamiglie,amiciperguadagnare il pane evitando un gol o segnando un punto davanti a tribune semivuote. Le immagini dei soccorsi a Morosini, le abbiamo viste purtroppo tante volte sui campi di calcio; basta ricordare i casi di Puerta del Siviglia, Feher del Benfica e ultimamente di Muamba del Bolton, tutti e tre colpiti da attacco cardiaco durante una partita. In tutti i casi siamo rimasti sgomenti di fronte alla disperazione assoluta di compagni e avversari; tutti in lacrime, lacrime di disperazione, lacrime di chi ha capito di non essere invincibile, che a volte un sogno bellissimo può trasformarsi in un incubo. Lacrime così lontane dallo stereotipo del calciatore pieno di donne, auto e denaro, del Balotelli fuori di testa che forse gioca una partita in un campo troppo più grande della sua percezione. Immaginate se ciò che è accaduto ai funerali di queste tre glorie sportive, gli abbracci, le sciarpe e le maglie di colori diversi confuse tra di loro diventassero normalità: che grande regalo ci avrebbero fatto! Tra un mese invece staremo di nuovo a parlare di partite su partite, di risultati, insultando, nel migliore dei casi, i tifosi avversari. Il nostro pensiero vola a Simoncelli, Bovolenta e Morosini nella speranza di trovare un senso alla loro partenza, così dolorosa, così ingiusta, nella speranza di poter finalmente vivere lo sport secondo i veri valori che vuole e deve comunicare, senza doverceli ricordare, ancora una volta, piangendo davanti ad una bara. di F.B.

25 violenza e razzismo sul campo

Le multe non bastano La sportività negli stadi, come noto da molto, è uno dei punti cardine sulla quale la FIGC si basa oggi per elevare il livello del calcio italiano. Bisogna dire infatti che negli ultimi anni ci sono stati miglioramenti notevoli sotto questo punto di vista poiché si cerca di dare negli impianti sportivi sempre più spazio alle famiglie e ai bambini, rendendoli quanto più agevoli, educativi e sicuri possibile. Con l’avvenimento della tessera del tifoso si è cercato di creare proprio questo: uno stadio più sicuro. Ma si può dire, visto che ormai è destinata a finire l’era della tessera, durata poco più di due anni, che il tutto sia stato gestito male dagli organi competenti che hanno preso la decisione di tramutarla in una carta fedeltà. I progetti per migliorare ci sono e anche le iniziative, come aprire alcuni settori solo per i bambini delle scuole calcio delle zone limitrofe agli stadi, ma il problema della violenza e del razzismo continua, ancora oggi. Allo stadio infatti ci si può ancora imbattere in striscioni o cori che portano a manifestare un disprezzo non solo sportivo, come possono testimoniare alcuni episodi accaduti a Torino, Roma, Parma, Bergamo e Sassuolo, dove le tifoserie casalinghe hanno accolto con cori inneggianti razzismo le tifoserie ospiti. In alcuni, sempre meno diffusi, casi, si arriva addirittura anche ad agguati, accoltellamenti, violenza su minori o disabili. Tutto per la fede calcistica differente. E non bastano le multe alle società da parte del giudice sportivo a bloccare questo fenomeno, che si prospetta anche in vista della finale di coppia Italia di Roma. Episodi come la recente morte di Morosini dimostrano come si possano superare queste violenze inutili, poiché in suo ricordo qualsiasi sportivo si è unito senza distinzioni di tifoserie per un ultimo abbraccio al calciatore militante nel Livorno Calcio. Quindi si può essere uniti sportivamente, i fatti lo dimostrano, ma bisogna cercare questo miglioramento che non farebbe altro che giovare al bel calcio a cui qualsiasi tifoso vorrebbe assistere ogni volta che ce ne sia l’occasione.

di Adalberto Koepke


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Le soluzioni saranno pubblicate nella prossima edizione (maggio 2012)

Se vuoi proporre un tuo gioco scrivi a info@giornaleilcentro.com

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“I personaggi del Vangelo”�����������ORIZZONTALI: 3 - I Re dell’Oriente che portarono i doni a Gesù Bambino

7 - Gli abitanti di una regione della Palestina che erano considerati ����������� ��������� “stranieri” 8 - Il nome del prigioniero liberato dalla folla in occasione della ���������� �������������������������������������������� #��+���������� Pasqua ���� ���������������������������� ���� ����������������������������� festa di &�� �������� ����������������������������(����� 11 - Si consideravano le persone rispettabili e superiori della VERTICALI: ���������� '��+������� ����������,����� Palestina del tempo di Gesù 1 - Lo era Gesù 12 - La -��+����� �������������(���.����� ����������������� mamma di Gesù 2��� - Il �������� ������������� ���������� ��!� ����������������� ��!�������� nome del sommo sacerdote che processò Gesù /��+�������*������� ������ ���0�� 14 - L’apostolo che rinnegò Gesù 4���"�� - L’apostolo che tradì Gesù 17 - Il tipo miracolo in cui Gesù libera gli indemoniati 5##��$�����������%���� �������������������� ���������������� ���� ��������� � - L’angelo che annunciò a Maria la nascita di Gesù )�� di ��������������������������������������������������� 18 - La ���� donna che stava per essere lapidata dai maestri della legge e 6������������� - La traduzione della parola “Rabbì” dai farisei 9#&�� ��������������� - Il cieco che si mise a gridare per essere guarito da Gesù #1��2����������������������������� �������� ���� ������ 19 - L’apostolo che non credeva alla Resurrezione di Gesù 10 - Uno dei personaggi presenti nella parabola del buon #'�� ������� ������������(����� ����������3���������(�� ��� 21 - Il procuratore romano che decretò la morte di Gesù samaritano, che passò oltre #��� ��������������� �������������� ������� ������������� 22 - Il re#�������������� ��������� che voleva uccidere Gesù Bambino 13 - Gesù ne scelse dodici 23 - Una#-��4� �%���� �������� ���� ��������� �������*����� persona colpita da una malattia contagiosa e incurabile, 15 - Volevano liberare la Palestina dall’occupazione romana #��� ���������������%������������� ���������������������� �� ����������� guarita da Gesù 16 - Il rappresentante dei capi religiosi ebraici nella parabola del !������ ������ 24 - Lazzaro lo era di Gesù buon samaritano #)�� ������� ���������������%��� ���������*������������ #/�� ��������������������������� ����������������� �� 20 - La persona che rassicura le donne dopo la Resurrezione di Gesù 25 - L’abitante di Cirene che aiutò Gesù a portare la croce Tratto da Qumran2.net

SOLUZIONI del cruciverba pubblicato nella scorsa edizione (marzo 2012): Orizzontali: 1 Serpente - 9 Azoto - 10 Ioas - 11 Lira - 12 Ecc - 14 sì - 15 Stanco - 17 Lia - 18 Elia - 19 Gen - 21 Luca - 22 Erode - 23 Olio - 24 Mina - 25 Dec - 26 Araldo - 27 Ob. Verticali: 1 Sales - 2 Ez - 3 Roncalli - 4 Pt - 5 Eolica - 6 Tiro - 7 Eoa - 8 Isaia - 13 Cte - 14 Sindaco - 16 Nicola - 17 Leone - 19 Grido - 20 Cor


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Oggi cucino per .

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il CENTRO a cura di Lucia Esposito

gnocchetti di farro con ragù di seitan La dieta vegetariana si basa su motivazioni spesso ideologiche: il rifiuto di mangiare la carne dipende non tanto dalla negazione di un’alimentazione onnivora, quanto dal discostarsi dal modo in cui oggigiorno la carne viene prodotta. Allevamenti intensivi, maltrattamenti, alimentazioni forzate a base di ormoni ed addizionanti chimici cui troppo spesso gli animali sono sottoposti e che di naturale, purtroppo, conservano ben poco. Questo tipo di alimentazione si basa su di una maggiore attenzione nei confronti della qualità degli alimenti: in genere queste persone prediligono cibi naturali, leggono attentamente le etichette, cercano di evitare tutti gli alimenti addizionati con coloranti, conservanti e simili, alimenti preparati industrialmente. Alimenti principi sono i cerali preferibilmente integrali e legumi combinati con verdure di stagione, frutta fresca e secca, semi, olio d’oliva extravergine e miele; saltuariamente formaggi freschi e uova. La seguente ricetta propone un primo piatto completo, adatto anche a chi decida di accostarsi per la prima volta all’alimentazione vegetariana. ingredienti (per 4 persone): 350 g. patate; 250 g. farina di farro; 1 uovo; 120 g. seitan; 200 g. pomodorini; ½ cipolla; ½ costa di sedano; ½ carota; 2 cucchiai di vino bianco secco; olio d’oliva extravergine; sale; pepe PROCEDIMENTO: Lessate le patate e schiacciatele. Aggiungete l’uovo e un pizzico di sale. Mescolate tutto aggiungendo gradualmente la farina di farro. Lasciate riposare l’impasto per 10 minuti. Nel frattempo tritate la cipolla, il sedano, la carota e il seitan (FASE 1). Mettete le verdure in padella con un cucchiaio di olio, aggiungete il vino e fate cuocere lentamente per 5 minuti. Unite i pomodorini tagliati a pezzi (FASE 2) e cuocete altri 10 minuti, aggiungete quindi il seitan (FASE 3) e lasciate stufare ancora per 15 minuti a fiamma bassa. FASE 1 - “Trito le verdure” Riprendete l’impasto di farro: su un tagliere preparate dei rotolini e ricavatevi gli gnocchetti. Cuoceteli in abbondante acqua salata. Scolateli e versateli in una terrina, condite con il sugo di seitan e serFASE 3 - ”Aggiungo il seitan” vite subito. Focus: Seitan: derivato del frumento, è un vero e proprio concentrato di proteine vegetali. La sua consistenza ricorda un po’ quella della carne. Può essere abbinato a vari alimenti, come le verdure o i legumi. Contiene vitamine del gruppo B, magnesio, potassio e silicio. FASE 2 - ”Aggiungo i pomodorini” Farro: varietà di grano duro molto antico, senza dubbio uno dei cereali più indicati per la sua versatilità, la facilità di cottura, il gusto e le caratteristiche nutrizionali. Il farro è poco calorico (335 kcal/100gr.), infatti, contiene ben il 15% di proteine, è quindi adatto per esser combinato con i legumi e ottenere così piatti gustosi adatti a tutti.



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a braccia aperte e sguardo buono di padre Mons. Francesco Alfano, Don Franco, come ama farsi chiamare e come ha dimostrato anche il giorno del suo insediamento ufficiale nella sua nuova Diocesi, il 28 aprile 2012. L’atmosfera in Piazza Tasso, dove è stato montato il palco che ospita l’altare, è intrisa di emozione. Più di duemila persone a sedere, tante altre al di là delle transenne attendono con trepidazione l’arrivo del nuovo Pastore e osservano gli ultimi preparativi e le disposizioni organizzative degli staff preposti. Qualche minuto dopo le 17.00 si apre la videoproiezione ai lati del palco e appare il viso sorridente di Mons. Alfano. Inizia una lunga processione di abbracci attraversando la zona riservata alla delegazione della Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi - Conza - Nusco - Bisaccia, dove ha donato circa sette anni di episcopato. Una volta in piazza è affidato al Sindaco di Sorrento il saluto da parte della città e delle autorità civili: «Insieme potremo collaborare non solo per il progresso economico e civile, ma anche per quello etico e morale» ha detto Giuseppe Cuomo, dimostrando inoltre apprezzamento per l’attenzione ai giovani espressa nella lettera inviata alla comunità diocesana da Mons. Alfano una volta a conoscenza della sua nomina. Le parole di risposta di Don Franco sono entusiaste e propositive: «Mentre venivo qui sono rimasto affascinato dalla bellezza di questa terra. Lasciatemi ancora incantare! (...) Come cristiani miriamo a costruire una sola e grande città che possa costituire un modello». La processione si ricompone e, tra getti di petali di rosa e grandi rami di palma, il clero di avvia verso la cattedrale di Sorrento dove ad attenderlo ci sono le rappresentanze di circa 50 confraternite dell’intera Diocesi.

segue a pagina II

Supplemento in allegato a “Il Centro” di aprile 2012, n° 58, il giornale mensile di ispirazione cattolica della Penisola Sorrentina

Video dell’insediamento, dei festeggiamenti e video interviste su www.giornaleilcentro.wordpress.com

la croce e l’anello

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Non gli vedrete mai - ci raccontano i fedeli della Diocesi di provenienza di Mons. Francesco Alfano - se non in casi rarissimi, indossare la croce pettorale d’oro, lui porta solo il Tau e l’anello pastorale è fatto di rosari. Maria e Francesco sono i due nomi che il nuovo Arcivescovo della Diocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia porta con sé: un crocifisso francescano nel taschino della camicia e l’anello mariano sulla mano».

Speciale I


segue da pagina II Mons. Alfano viene salutato dal Capitolo della cattedrale e della concattedrale di Castellammare di Stabia e inizia il rito del Possesso Canonico della cattedra che simbolicamente è il luogo che definisce l’autorità e il servizio di un vescovo. Dopo essersi accertati, come da rito, della veridicità della lettera apostolica, viene presentato a Mons. Alfano il documento con il quale Papa Benedetto XVI lo ha nominato Arcivescovo della Chiesa di Sorrento - Castellammare di Stabia perché ha guidato «con prudenza» la precedente Diocesi ed è «fornito di varie virtù umane e sacerdotali». Segue poi il passaggio del Pastorale dalle mani di Mons. Felice Cece, attualmente vescovo emerito della Diocesi, e la firma del verbale, controfirmato da Mons. Felice Cece, don Pasquale Ercolano e don Catello Malafronte. Preceduto dalle confraternite, i seminaristi e in sacerdoti, Mons. Alfano riprende la processione verso Piazza Tasso per la prima celebrazione eucaristica da Arcivescovo di Sorrento - Castellammare di Stabia. Ad aprire la S. Messa il messaggio di Mons. Cece: «Apprezzerete la saggia e amorevole guida di Mons. Alfano per il quale provo rispetto e stima da molti anni, e il grande carisma. (...) Fratello, per la comunità di Sorrento - Castellammare sublime e fascinoso è l’ideale della comunione e dell’unità, che oggi diventa un augurio cordialissimo». Sentite, dirette e sincere le parole di Don Franco durante la celebrazione eucaristica ed il saluto conclusivo: «Permettete che vi apra subito il mio cuore. è per me una gioia indicibile essere qui, con la mia amatissima Diocesi di Sant’Angelo e con la Diocesi di Sorrento - Castellammare, sposa di Dio e oggi voluta bene anche da me (...). Sarebbe bello fare del mondo un’unica famiglia, amando tutti, nessuno escluso. (...) Questa speranza è un sogno che non è affatto utopia». E guardando le centinaia di persone presenti: «In prima fila qui ci sono le autorità ma siamo tutti uguali di fronte a Dio. Nella mia ultima celebrazione commossa presso la mia Diocesi di provenienza ho chiesto a Dio il coraggio del predicatore». In alto: la processione accoglie Mons. Alfano con foglie di palma. In basso: Piazza Tasso gremita con il palco montato per l’occasione

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A destra: il saluto del Sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo; dall’alto verso sinistra: la recita del salmo responsoriale cantato, la salita del clero all’altare, la consacrazione delle ostie,

«la prima gaffe»

A conclusione della celebrazione eucaristica, Don Franco ha invertito i nomi dei santi patroni delle città di Sorrento e Castellammare di Stabia. Ma la gaffe, come lui l’ha chiamata, ha suscitato un sorriso e un applauso tra i fedeli presenti. Una reazione che ha ricordato quella conseguente il «Se mi sbaglio mi corrigerete» di Papa Giovanni Paolo II proprio perché anche Don Franco ha saputo dimostrare subito l’umiltà e l’umanità del Pastore di Cristo.

L’istinto del padre C’è infinita tenerezza nel modo di rapportarsi di Mons. Francesco Alfano con i bambini e prova ne sono i numerosi episodi accaduti durante la giornata di insediamento a Sorrento. Durante la processione che l’avrebbe condotto verso Piazza Tasso una mamma ha fatto un passo in avanti con il proprio bimbo in braccio. Don Franco, vedendolo da lontano è uscito dall’ordine della processione, si è avvicinato, l’ha accarezzato dolcemente e gli ha imposto le mani sul capo. Durante la stessa processione un piccolo si è avvicinato a lui con libro e penna e Mons. Alfano ha dedicato diversi secondi a scrivergli una dedica. Mentre dopo la celebrazione eucaristica si è intrattenuto nello spiazzale della cattedrale con i tanti bimbi presenti e per ognuno di loro ha avuto un bacio di padre.

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un’accoglienza a braccia aperte

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’ultima processione da Piazza Tasso ha avuto come meta conclusiva la cattedrale di Sorrento. Lì è stato preparato un piccolo momento di festa e condivisione, dove tantissimi fedeli, sia della Diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi - Conza - Nusco - Bisaccia che della Diocesi di Sorrento - Castellammare di Stabia, si sono accalcati per un saluto. Mons. Francesco Alfano si è intrattenuto a lungo, ha avuto una parola e una carezza per tutti e, sopratutto, ha guardato tutti negli occhi. Ha abbracciato i seminaristi e ha tenuto spesso tra le mani il viso dei giovani, a lui tanto cari. Non un solo contatto umano vissuto con superficialità o fretta. Il suo sorriso ha rincuorato chi da oggi lo perde fisicamente come punto di riferimento e ha riempito di gioia chi sa di averlo ora a guida della propria comunità religiosa.

Non vuole essere chiamato “Sua Eccellenza”, i titoli onorifici non rientrano nelle sue corde, «Chiamatemi Don Franco» ha detto più e più volte. E quando qualcuno tenta di baciargli la mano, come segno di rispetto e riconoscimento della sua figura episcopale, la ritrae un po’, d’istinto. Il clima familiare e rasserenante si era respirato già durante S. Messa, con la sua voce pacata ma nello stesso tempo colorata di passione per la sua missione, ma l’atmosfera meno formale e più semplice, forse più simile alla sua natura caratteriale, ha fatto uscire ancora più allo scoperto la parte più genuina del nuovo Arcivescovo di Sorrento - Castellammare. Un vero dono, come hanno detto in tanti, di cui far tesoro e con il quale costruire, davvero, una comunità religiosa forte e fortemente credente.

Dicono di lui...

iv

RAFFAELE DE GENNARO, animatore. Piano di Sorrento: Sono rimasto colpito dalla grossa partecipazione a questo avvenimento. Il nuovo Arcivescovo ha passato molto tempo in mezzo alla folla, camminando tra le persone e tendendo a tutti la mano. Alfano ha detto di essersi sentito a casa e di essere stato accolto benissimo. La mia impressione è che si tratti di un pastore giovane ed attivo che spero possa dare un contributo ancora maggiore alla comunità. ZAIRA, Gruppo MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). Castellammare di Stabia: Sappiamo che Mons. Alfano è stato un assistente scout, questo rappresenta una doppia gioia per noi perché potrà sicuramente accogliere e recepire le istanze che provengono da questa realtà su tutto il territorio diocesano. DON GENNARO BOIANO, parroco. Ponte Persica: Mons. Alfano ha già conquistato il mio cuore e quello dei miei ragazzi DELEGAZIONE DI LIONI: Mons. Alfano è una persona affabile, sempre vicina ai problemi della gente. Quando se ne va lascia un vuoto. FRANCESCA, animata della Diocesi Sorrento/Cmare: È stata una bella manifestazione d’affetto, ho visto tanti giovani in piazza che hanno dato una calorosa accoglienza al nuovo Arcivescovo, è bello che i ragazzi siano stati così partecipi. Spero che il nuovo pastore possa fare tanto per la crescita spirituale di noi giovani, mi ha dato l’impressione di una persona giovane dentro. DON ANTONINO DE MAIO: C’è bisogno di un Pastore in mezzo agli uomini che vive evangelicamente la quotidianità. Mons. Alfano mi sembra una persona coraggiosa perché sa di chi si fida, in Chi ha riposto la propria fiducia. GIOVANNI ORSOGNA, diacono della diocesi irpina: Stategli vicino: è un uomo semplice che non se ne sta chiuso in episcopio ma va a cercare la gente con particolare predilezione per giovani e ammalati. Non fatevi scrupoli e bussate alla sua porta.

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lo stemma

l mare è simbolo delle alterne vicende umane che portano insicurezza, smarrimento e senso angoscioso di precarietà in tanti cuori. In questa luce diventa subito evidente l’allegoria della barca: con il bagaglio di esperienze pastorali maturate in Nocera, Sarno e in Sant’Angelo dei Lombardi - Conza - Nusco - Bisaccia, il vescovo andrà a guidare la Chiesa particolare che gli è stata assegnata di Sorrento-Castellammare di Stabia. Le tre vele rigonfie per il vento in poppa, che è senz’altro il soffio potente e fedele dello Spirito Santo, rappresentano la Testimonianza della Carità, l’Annuncio della Parola e la Celebrazione del Mistero, manifestazioni quotidiane e fondamentali di una vita diocesana. La barca della comunità diocesana è guidata dalla luce del Risorto. Lo stemma è completato dal motto “Il Signore ti guiderà sempre” (Is 58,11.).


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