L'Airrre! Numero 6 - Anno 2

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L’Airrre! Anno 2 - Numero 6 - € 2,00

Periodico Salutiese

22 Giugno/21 Settembre 2022

L’editoriale Carissime lettrici e carissimi lettori,

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onostante le oggettive difficoltà, continua con successo l’attività associativa secondo quanto programmato. Nel mese di maggio ci sono state due iniziative degne di nota. Domenica 8 è stato intestato il giardino lungo la via del fiume a Paolo Sacchi. Con questa ultima giornata si è concluso il percorso di celebrazioni che avevamo deciso di organizzare per onorare al meglio le eroiche gesta del nostro giovane compaesano. In sinergia con l’Amministrazione Comunale e con il Gruppo Parrocchiale, negli scorsi anni sono stati organizzati due eventi: il primo nella Sala Toscana di Rassina (il 10 Ottobre 2020) ed il secondo dentro la Cappellina dei Caduti (il 07 Novembre 2021) con la posa della lapide. Nella Cappella, oltre alla lapide del Sacchi è stata posta anche una lapide a ricordo di un altro martire di guerra: Angiolo Brezzi. Un sincero ringraziamento al M.llo Vincenzo Maggi che si è speso molto per la buona riuscita di queste iniziative. Domenica 22 maggio, all’interno della manifestazione regionale denominata “il Capodanno dell’Annunciazione” su richiesta del CRED dell’Unione dei Comuni, abbiamo ospitato circa 80 persone. La giornata è iniziata con una vista nella nostra

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splendida Pieve, successivamente in passeggiata sono state accompagnate dalle nostre guide del GES (Gruppo Escursionisti Salutiesi) a Santa Maria del Bagno dove, con il contributo degli scout, è stato raccontato il restauro degli edifici e revocato il culto delle acque per cui il Santuario mariano era famoso. La mattinata, come nostro solito, si è conclusa con un momento conviviale proposto dai nostri cuochi. Il fatto che Salutio sia stato scelto dai funzionari del CRED per questa ricorrenza, ci rende orgogliosi e rappresenta un’ulteriore prova del buon nome che la nostra associazione e, più in generale il nostro paese, gode negli ambienti istituzionali. Un’altra iniziativa importante ancora da venire sarà il concerto che si terrà nella Pieve di Sant’Eleuterio domenica 24 luglio. “Naturalmente … Pianoforte” un’associazione di Pratovecchio che circa 10 anni fa ha dato vita ad una manifestazione musicale e che oggi è riconosciuto come uno dei momenti culturali più importanti del Casentino. Ci ha chiesto di poter effettuare un concerto nella nostra Chiesa. Una richiesta accolta molto favorevolmente da Noi, da don Enrico e dal Gruppo Parrocchiale. Anche in questo caso vale quanto detto sopra: importanti associazioni hanno piacere di interagire con noi e questo è sicuramente un riconoscimento gratificante del nostro lavoro. Un episodio imbarazzante invece, riguarda l’Annunciazione attribuita

Un momento dell’intitolazione dei giardini al nostro eroe risorgimentale Paolo Sacchi

a Simone Pignoni presente nella nostra Pieve da molti anni. E’ venuto fuori che il dipinto non è nostro ma appartiene all’Oratorio di San Filippo Neri di Castelfranco di Sopra, un paese del Valdarno. La soprintendenza, con una formale comunicazione scritta, spiegando lo sbaglio a suo tempo avvenuto, ne ha imposto la restituzione. Da ricerche effettuate internamente, non sono state trovate tracce documentali che confutassero quanto affermato dall’Ente, così il dipinto dovrà essere restituito. La data per la restituzione è stata fissata in Domenica 27 Giugno. Prima della restituzione, però, abbiamo richiesto un incontro con i vari attori interessati alla tela, dove nell’occasione argomenteremo le nostre tesi

e soprattutto faremo presente che la gestione dell’intera faccenda, da parte degli incaricati indicati, non ha avuto quella necessaria sensibilità e delicatezza nei confronti della nostra parrocchia e dei suoi parrocchiani che solitamente viene attivata quando si affrontano situazioni così imbarazzanti. Non sarà una giornata piacevole, ma comunque siamo certi di riuscire a trasformare una criticità in un momento di condivisone e crescita. Questo episodio non inciderà sul resto dei tesori di Sant’Eleuterio e soprattutto non cambierà il nostro positivo e propositivo atteggiamento. Airrre!!! Alessandro Falsini

LA RICORRENZA DEL CAPODANNO TOSCANO

al 2015, la Regione Toscana ha introdotto la ricorrenza del Capodanno dell’Annunciazione per ricordare che in antichità, nella nostra regione, l’anno civile iniziava il 25 marzo. Fin dal Medioevo, infatti, la Chiesa cattolica aveva collocato il Capodanno facendolo coincidere con la Festa dell’Annunciazione, in corrispondenza del nono mese antecedente la nascita di Gesù (nono mese ab incarnatione Domini cioè dall’incarnazione del Signore in Gesù). In seguito, con l’introduzione del calendario gregoriano nel 1582, l’inizio dell’anno venne spostato al 1º gennaio, ma Pisa ed altre città toscane tra le quali Firenze (sotto la cui giurisdizione cadeva anche Arezzo) continuarono a considerare il 25 marzo come il loro Capodanno cosa che, alla festività, valse l’appellativo di Capodanno Toscano. Il calendario toscano che vedeva la fine dell’anno vecchio e l’inizio del nuovo a Marzo di ogni anno restò in vigore per secoli nel

Granducato di Toscana fino a quando, nel novembre 1749, il Granduca Francesco III di Lorena emise un decreto che fissava anche per la Toscana il 1º gennaio come data iniziale dell’anno civile, uniformandosi a quanto già in vigore nel resto d’Italia e d’Europa.

I cuochi della Proloco di Salutio

Quest’anno il CRED dell’Unione dei Comuni del Casentino ha scelto Salutio come luogo per ricordare il patrimonio culturale e storico lasciato dal Capodanno Toscano nella vallata casentinese, per l’eccezionale quantità di quadri dedicati all’Annunciazione

presenti nella sua Chiesa (vi sono dedicati ben 2 quadri, un affresco e fino a qualche tempo fa due altari laterali oggi rimossi) fissandone la data di celebrazione per Domenica 22 Maggio. L’iniziativa si è svolta con successo. I numerosi ospiti giunti in paese da varie località hanno potuto visitare la bella Pieve di Sant’Eleuterio; poi con un trasferimento a piedi sotto la guida degli amici del GES, abili conoscitori del territorio salutiese, si sono trasferiti a Santa Maria del Bagno dove hanno potuto visitare chiesa e locali annessi aperti occasionalmente dal gruppo scout AGESCI AR 14 di Arezzo e da ultimo gustare i piatti preparati dalla cucina della Proloco di Salutio. La giornata si è conclusa piacevolmente nel pomeriggio con la visita alla Maestà del Bagno con grande soddisfazione di tutti. Irene Renna e Nicola Fognani

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LA BATTITURA

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er chi lavorava la terra la battitura era uno dei periodi più importanti dell’anno, quando il lavoro dei campi iniziava a dare i frutti. Nelle aie, dopo la mietitura, i contadini avevano formato con il grano le masse, la fase successiva avveniva con l’arrivo della trebbiatrice qualche settimana dopo. Questa infatti separava la paglia dai grani e i contadini insaccavano i grani che in seguito avrebbero portato a macinare. Il lavoro richiedeva la presenza di un trattorista. Arrivava con la trebbiatrice e dirigeva il lavoro e gli imboccatori che prendevano il grano per poi buttarlo nella macchina. Questi si spostavano di aia in aia per tutto il periodo della battitura che cominciava di solito con l’arrivo dell’estate. Oltre che un periodo di intenso lavoro era anche un momento di festa, le massaie preparavano il pranzo e i contadini si ritrovavano nell’aia in lunghe tavolate per mangiare tutti insieme e festeggiare la fine del lavoro: era infatti anche chiamata “festa del raccolto”. A Salutio Donato Innocenti possedeva quattro macchine e si occupava della battitura di vari poderi che andavano dal Casentino fino all’aretino, arrivando fino alla Valdichiana. Con lui lavorava il nipote più grande Fulvio Falsini, che fin dai 14 anni nei periodi estivi lascia il lavoro nella bottega del Tai per occuparsi della battitura con le macchine del nonno. Fulvio svolgeva il ruolo di trattorista e con lui c’erano quattro imboccatori, per loro il periodo lavorativo poteva durare anche quaranta giorni. Una volta arrivati nell’aia del contadino (di solito alle 4 del mattino) facevano suonare ripetutamente la sirena per richiamare tutti al lavoro. Le persone che arrivavano si dividevano i vari compiti: qualcuno insaccava il grano, altri levavano la pula e il pagliolo, altri ancora scioglieva la manna per poi passarla all’imboccatore che la buttava nel battitore. Alle 6 veniva fatta una prima colazione, era più che altro uno spuntino veloce per arrivare alle 9 quando veniva fatta la vera e

propria colazione che di solito comprendeva pane con affettati (la maggior parte delle volte prosciutto e salame). Poi si tornava a lavoro fino alle 12 e si concedevano il pranzo. Le pietanze del pranzo variavano a seconda delle zone, in Valdichiana di solito era a base di ocio: minestra con il brodo di ocio, l’ocio lesso o il coniglio fritto. I macchinisti mangiavano insieme al padrone, o al fattore, e i contadini nell’aia. Nei poderi più grandi potevano esserci fino a 20 persone. In alcune zone del casentino, dove i poderi erano più piccoli e più distanti, anziché mangiare nell’aia mangiavano in casa del contadino. Dopo il pranzo la macchina veniva spostata in un’altra aia e si ricominciava a lavorare fino a sera. Cambiando zone, oltre alle pietanze variavano anche le usanze. Infatti, in alcuni paesi, la sera dopo la cena verso le 22, c’era il suonatore e nell’aia si concedevano qualche

ballo finchè stremati dalla stanchezza Fulvio e i suoi imboccatori andavano a dormire nel capanno, ormai vuoto, sul tendone della macchina. Durante il lungo periodo della battitura potevano ovviamente succedere degli inconvenienti, ad esempio se nella macchina andavano giù due mannelle di grano, la ruota che lo sgranava si bloccava e questo veniva chiamato “il resto”. Oppure nello spostamento da un podere all’altro, vista la pesantezza dei macchinari e le strade dissestate, poteva esserci difficoltà nel tragitto. Sentire racconti della vita contadina dovrebbe essere spunto di riflessione e insegnamento: nonostante la fatica e le difficoltà del lavoro, la mietitura e la battitura erano momenti di aggregazione, convivialità, collaborazione e le persone a quei tempi avevano principi e valori che purtroppo col tempi si sono persi. Intervista a Fulvio Falsini di Mery Cipriani

Scene di vita contadina - La battitura

UN PESCE DI NOME MALLORY

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n questi primi sei mesi dell’anno, un giovane salutiese si sta facendo apprezzare nelle piscine toscane per i risultati che sta ottenendo nella categoria Propaganda: Samuele Fognani, detto Mallory, nipote della Mara del Mulino, figlio del nostro direttore e della nostra collaboratrice Irene. Sta tenendo alto il nome del paese nelle gare di nuoto a cui partecipa. Specialista della disciplina principe del nuoto, i cento metri stile libero, nella prima uscita di Empoli nel febbraio scorso, è salito sul secondo gradino più alto del podio. Un ottimo risultato che gli rende onore e che rappresenta la continuità acquatica salutiese. In paese abbiamo avuto atlete di ottimo livello in questa disciplina. Le sorelle Giulia e Benedetta Andreoni, figlie della Linda Vigiani, per anni hanno effettuato con successo l’attività agonistica

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arrivando a gareggiare per il campionato italiano. Tutt’oggi sono in attività. Ancor prima di loro tutta una serie di ragazzi e ragazze si sono avvicinati all’acqua imparando a nuotare in luoghi leggendari del nostro territorio. Le piscine della nostra infanzia erano: la pozza del Poro Amerigo, vicino alla passarella di Valdiscranna (oggi non c’è più la passarella e neanche la pozza); la pozza del Casotto, vicino la chiusa dove parte il berignolo del Molino; il Pozzone del Bonano alla confluenza del fiume di Faltona con il Salutio. Lo stile adottato da parte di tutti noi, arrangiato, era secondario rispetto allo stare a galla. Mi ricordo però in maniera vivida, anche se è passato mezzo secolo, un modo di nuotare particolarissimo ma non per questo meno efficace, adottato da Leandro Falsini detto Curio: quello del Cane.

Curio nuotava a Cane! Testa perpendicolare fuori dall’acqua, braccia e gambe sottacqua che mosse con movimento rotatorio in avanti permettono il galleggiamento e l’avanzamento. Inguardabile per i puristi del nuoto. Fra la razza canina poteva essere benissimo scambiato per un perfetto Terranova intento in un’operazione di soccorso. Ma tornando al “pesce di nome Mallory”, che con serio impegno e dedizione ha aumentato il numero delle sedute di allenamento settimanali, preparandosi al meglio per le prossime sfide che lo attendono, cercando in ogni gara di migliorare la sua prestazione, onorando così lo spirito sportivo ed anche la tradizione natatoria salutiese, gli auguriamo una buona bracciata ed Airrre!!! Alessandro Falsini

Samuele Fognani sul trampolino di partenza

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THE INTERVIEW UNA FAMIGLIA DI PILOTI: LA PASSIONE PER LO SPEED DOWN DA SALUTIO FINO ALL’ EUROPA!

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distanza di 12 anni dal grande evento organizzato dalla Proloco a Salutio che ospitò, nel 2010, una gara di campionato italiano, a cui partecipò Andrea, il babbo della Famiglia Lapini, da sempre di Ornina, abbiamo deciso di intervistarli per scoprire l’ evoluzione del loro percorso e della loro grande passione per lo Speed Down. Abbiamo parlato con il figlio maggiore, Emanuele, che ci racconta con grande entusiasmo la semplicità con cui nasce l’ amore per uno sport. Potresti descrivermi i carretti con cui correte oggi? I carretti con cui corriamo sono macchine gravitazionali con 4 freni a disco, gli ammortizzatori anteriori e posteriori, raggiungono bene i 100 km di velocità. Sono aerodinamici e costruiti da un produttore. Il nostro per esempio è di Bolzano e costruisce per persone in tutta Europa. La nostra categoria è riconosciuta dalla FISD (Federazione Internazionale Speed Down). Abbiamo comunque scoperto che ogni regione italiana ha un nomignolo per questa categoria di sport: si parla infatti della corsa dei carretti in Toscana, dei carrioli in Emilia Romagna, delle carrozzelle nel Sud Italia. Il costo dei carretti varia e arriva anche a 7000 €, in relazione soprattutto alla casa costruttrice. Nella manutenzione siamo invece autodidatti: ad occuparsene sono specialmente mio babbo Andrea e mio fratello Stefano, che puliscono e lubrificano i cuscinetti, che rimangono il motore delle macchine. Ogni carretto poi ha il suo numero, assegnato in base all’arrivo del campionato italiano precedente e attribuito dalla Federazione Italiana. In poche parole cambia in relazione al tuo piazzamento nel campionato italiano dell’anno precedente. Ci racconteresti come funzionano le gare e come siete entrati a far parte di questa realtà? Le gare in famiglia si fanno insieme, si corre tutti nella stessa categoria. Nel 2010 ha iniziato il babbo Andrea nell’occasione della gara di Salutio, dove ha corso in coppia con Daniele Ghinassi. Noi figli eravamo a fare il tifo. Dall’anno successivo invece abbiamo iniziato a correre anche noi. Il 20 maggio ho fatto il mio esordio, che coincide con la mia prima vittoria a Rosina, a Chitignano. Correvo con dei kart senza motore, in una prova di campionato italiano, e arrivai primo su almeno una decina di piloti. Questa vittoria è stata per me un trampolino, mi ha spinto a coltivare questa passione. Stefano invece già a 8 anni gareggiava. La mamma Rosy è sempre presente, ed è la prima sostenitrice di tutti. Durante tutte le corse ognuno ha il suo mezzo, e la sfida di campionato coesiste insieme alla sfida interna di famiglia. E’ come se ci fosse un altro campionato a parte, quello tra di noi. A legarci non è solo la gara ma anche tutto quello che riguarda questo sport. E’ molto bello darsi consigli, riguardare i video delle prove insieme, confrontarli e cercare di capire i nostri errori. Tecnicamente è necessario iscriversi alle gare tramite il sito, decidiamo in autonomia le località proposte dal calendario del campionato italiano. Ogni volta che arriviamo e visitiamo un posto, cerchiamo di comprendere le tradizioni e le categorie storiche. E’ un modo di conoscere per noi tante altre persone e tante realtà. Le gare si tengono in tutta Italia, noi stessi abbiamo partecipato a gare da Bolzano fino alla Calabria. Di recente ne sono state organizzate anche in Sicilia. Altro aspetto affascinante di questo sport è che ci permette di scoprire posti e paesini sperduti, che hanno un fascino tutto loro. Ogni gara porta in queste piccole realtà tante persone, e anche lavoro per ristoratori e albergatori. Nei dettagli ogni corsa è programmata sia in tratti di strada cittadina che in strade più periferiche, vicino ai boschi. Sono sempre tratti chiusi e messi in sicurezza con protezioni. Una gara classica prevede quattro discese, di cui una di prova e tre di gara. Per la classifica finale vengono prese le due migliori discese. E’ sempre il cronometro a individuare il vincitore: tramite l’utilizzo di fotocellule vengono presi i tempi con cui si stila la classifica. Fino all’ultimo non puoi

mai sapere che posizione raggiungi. Domenica, per esempio, sono arrivato in seconda posizione per 77 centesimi di secondo, a Freggina. Non avendo i riferimenti degli altri, quando guidi è una sfida contro te stesso, che richiede testa e massima concentrazione per prestare nel migliore dei modi. Altro aspetto che ci entusiasma particolarmente è la diversità che caratterizza ogni gara. Ogni volta infatti è una sfida nuova: qualsiasi discesa è una scoperta. Possiamo studiarla prima della gara attraverso i video di chi ha corso l’anno precedente, attraverso la lettura delle cartine, il sabato mattina generalmente facciamo un giro a piedi alla ricerca dei punti più pericolosi, individuando le zone di staccata e le traiettorie, ma non è semplice. La discesa non è come un circuito, da fare e rifare; il percorso gara cambia sempre. Infine ci tengo a sottolineare che il nostro è uno sport green, senza inquinamento, ci si diverte in maniera sana. Il motto dello Speed Down è “velocità, ecologia e passione!”. Vi sono mai capitati incidenti durante le discese? Si, proprio domenica, mi è capitato un incidente! Ho picchiato contro una rotoballa di quattro quintali, in seguito ad una curva. Esiste una linea sottile tra il vincere una gara e andare a muro, purtroppo a volte si supera e succede qualche scontro. Sarei dovuto stare più attento, ma so benissimo che il rischio fa parte di questo sport. Il mio motto rimane “ chi non risica non rosica! ”. Quali sono i vostri allenamenti? I nostri allenamenti sono le gare con validità minore, quelle regionali, a cui partecipiamo per divertimento e per prepararci al meglio per le gare italiane. Di regola sono previsti tre giri di prova il sabato e uno la domenica mattina. Ci racconti le più belle vittorie ? Le vittorie più significative sono state diverse. Per mio fratello è stata sicuramente la gara di campionato europeo, in cui si è posizionato terzo. Eravamo in provincia di Torino, nel 2017, Stefano aveva solo 14 anni. In seguito alla gara c’è stata la premiazione nel podio, con l’inno. E’ stato un momento molto emozionante per tutta la famiglia. Quell’anno lì ha vinto anche la coppa Europa. Per me invece la gara più emozionante è stata in un’altra categoria: eravamo io e mio babbo nel 2016 in provincia di Prato. Correvamo a coppia nei carretti classici, una prova di grande fiducia dove io guidavo e lui frenava. Abbiamo vinto il campionato italiano. Un’altra grande soddisfazione è stata far parte della scuderia Ferrari. Abbiamo partecipato a un campionato sponsorizzato dalla Ferrari che ci ha permesso di partecipare a una premiazione al Mugello e una a Monza. In quell’occasione siamo stati premiati da piloti di Formula 1 come Charles Leclerc, Sebastian Vettel, Giancarlo Fisichella e Emerson Fittipaldi. Infine siamo riusciti a vedere anche l’azienda a Maranello. Per noi queste sono emozioni indescrivibili: una grande soddisfazione arrivare a Maranello da Salutio! Tutto grazie alla Proloco Salutio, che ha rispolverato questo gioco della tradizione permettendoci di conoscerlo. Avete qualche progetto per il futuro? Si, tra i progetti di famiglia c’è quello di partecipare al campionato europeo a fine luglio in Germania, a 18 km da Dresda. È la prima volta che andremo a correre all’estero. Io ho già visitato il percorso nel ruolo di segretario della Federazione Internazionale, ma sarà emozionante tornare lì in veste di pilota e rappresentare la nazione. Il campionato europeo è una grande festa, il giovedì ci sono le sfilate e le bandiere esposte in tutto il paese. Ringraziamo la famiglia Lapini per averci concesso questa intervista, augurandole tanta fortuna e ancora tante vittorie. Airrre!

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Silvia Sassoli

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Mi ricordo…non solo la storia del pallone Salutiese Cronache Pallonare

Continua dalla quinta...

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n altro torneo a cui abbiamo partecipato per varie che hanno portato il Salutio a disputare campionati di seconda edizioni era quello in notturna di Pratovecchio. Si categoria. Un anno la prima squadra del Comune siamo stati giocava nello stadio vecchio, quello lungo la via noi in seconda categoria il Rassina e la Pieve era in terza. Le provinciale dove adesso organizzano la festa del- regole non scritte della società, applicate anche oggi dagli atla birra. In una partita di semifinale molto sentita, contro tuali dirigenti, sono sempre state queste: chiudere la stagione il Talla, il portiere avversario (Remo Bardelli) in uscita su di senza debiti, comportarsi correttamente in campo, divertirsi un pallone alto, ruppe con il ginocchio la mascella a Leonar- e fare cene. I risultati, sono sempre stati secondari a questi do Illiberi. Fu un intervento involontario. Fu invece studiata principi. (Attenzione però a non semplificare. Questa è una volontariamente la spennata che ci fecero. La mattina dopo filosofia ben precisa che ha un significato profondo! Il viagsembrava che per Salutio fosse nevicato. Le penne di pollo gio conta più della meta!). Il Beppe Tondelli, facente funzioni erano perfino arrivate sui tetti. Sento ancora le imprecazioni di segretario, tutti gli anni mandava il bilancio alla FIGC. Un del nostro spazzino, il Bruno, che dovette ripulire il paese. anno, la Federazione ci premiò per il comportamento virtuoso Non credo l’abbiamo presa bene… . regalandoci un completo di maglie rosso-nere. Le regole oggi La finale giocata qualche sera dopo con nostra soddisfazione imposte nel mondo del calcio dalla FIFA riguardanti il fair play fu persa dai tallesi. Aspettammo sulla strada il loro passaggio. finanziario noi, di nostra iniziativa, le abbiamo applicate con Fu un casino! Noi mezzo secolo di avevamo fermato anticipo. i tallesi con lenIn paese venivazuoli, cori, ecc… no effettuati anchi era riuscito a che altri “sport”, passare arrivò a giochi effettuati Talla dicendo che dai più grandi, la i salutiesi avevagenerazione dei no preparato un nostri genitori. Il agguato e stavano più tradizionale picchiando quelli erano le bocce. che non erano riIl pallaio, finché usciti a passare. Alvaro CipolleVennero giù i rinschi non vi coforzi, carabinieri struì casa, era nel compresi. suo campo. Anni La via era piedopo venne reana di gente che lizzato al fiume, urlava, persone in fondo al camaffacciate alla fipo dello zio Palle nestra, una voce (Andrea Falsini), urlò: “Marescialed infine il Mero Squadra del Salutio al torneo Città di Bibbiena - 1972 lo, li disperda!”. (Omero Falsini) Fortunatamente ne costruì due conon successe niente di grave tranne sfottò e qualche “vaffa”. perti a casa sua. Avendo a disposizione due pallai, i giocatori si Il tutto si sistemò in un’oretta. Anni dopo, in una situazione divisero in due categorie e la linea di confine, oltre all’abilità, inversa, la spennata gli fu resa con gli interessi. Nonostante era definita dalla posta in palio. Grandi giocatori sono stati: lo in quell’occasione non fu raggiunta la finale, il Beppe Minella zio Palle forte in tutti i tiri; il Lasco (Oscar Bianchini) il re del (Giuseppe Cincinelli), visti gli ottimi risultati pagò la pizza ai mezzo peso; il Donato (Donato Ducci) giocatore potente con giocatori allo Chalet di Bibbiena e con un bel gesto, regalò le forza nelle braccia molto portato a bocciare da terra; il Mero borse da gioco. forte nel giocare al punto; il Bendoni (Giuseppe Maestrini) abiIl Beppe Minella è stato il primo presidente dell’A.C. Salutio le nel bocciare a volo (era uno dei pochi che riusciva a portare quando nel 78’ fu creata la società ed iscritta la squadra al cam- la parabola della palla senza sforzare per tutta la lunghezza pionato di terza categoria. La decisione fu presa in una riunio- del pallaio); il Tito (Tito Simoni) puntista che tornava volenne tenutasi nel salotto del Fulvio Falsini. Ero presente. Furono tieri da Firenze per giocare a bocce. richiamati i ragazzi che giocavano fuori ed iniziò un’avventura che dura tutt’ora. Il Mister era Marcello Fumagalli. Non po- Continua … teva essere diversamente. I primi campionati, non avendo il Alessandro Falsini campo, furono giocati a Rassina. Abbiamo avuto squadre forti

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GLI ATLETI DEL CENTRO IPPICO SALGONO ANCORA SUL PODIO

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ltre le attività sportive del nuoto e del calcio che hanno visto coinvolti diversi salutiesi, anche l’equitazione negli ultimi anni ha appassionato alcuni giovani di Salutio. Grazie al Centro Ippico Antares, situato su una delle magnifiche colline di Salutio, guidato da Olga e Leonardo, diversi giovani di Salutio con la passione per l’equitazione hanno potuto esprimere a pieno il loro amore e la loro bravura a cavallo in diverse gare. Così le gare dei nostri giovani sono iniziate il 20 Marzo 2022, grazie alla gara sociale organizzata nella stessa Salutio da Olga e Leonardo, nel maneggio del Centro Ippico Antares, che ha visto partecipare diversi centri ippici toscani, portando al primo posto Francesca Vigiani nel Cross Country della categoria C2. Nel corso di questa gara “amichevole” anche i giovanissimi (oltre alla prova di orientamento a piedi e di terreno vario a cavallo) si sono potuti cimentare per la prima volta nel “Cross ludico”, con il solo scopo di far conoscere questa particolare pratica ai più piccoli, senza punteggio e ovviamente in maniera molto più semplificata rispetto al reale Cross Country. Un modo divertente e differente di andare a cavallo. Il 23 e il 24 Aprile partecipano alla prima tappa del Campionato Italiano TREC e del TREC Giovanissimi, presso il Centro Fattoria Argentina a Villa Bartolomea (VR), nel Veneto. Quest’anno, a differenza dello scorso anno, a rappresentare la regione Toscana non c’era solo il centro ippico Antares di Salutio, ma anche altri due centri ippici toscani. La giornata di sabato 23 è stata caratterizzata da un maestoso sole che ha portato gli atleti, di tutte le categorie, allo svolgimento delle attività di P.O.R. (prova di orientamento e regolarità) e P.P.A. (prova di padronanza delle andature) senza alcun intoppo. Durante la notte una fitta pioggia ha messo a dura prova il terreno per gareggiare, peggiorato dalla stessa che ha continuato a cadere fitta nel pomeriggio di domenica 24, portando a spostare il “terreno di gara” in un altro punto del maneggio in cui il terreno stesso aveva migliori condizioni per poter procedere con le gare. Così la domenica si sono svolte le prove di P.T.V. (prova di terreno vario) per tutte le categorie. Al termine delle gare, la giuria si è riunita per il conteggio dei punti e le conseguenti premiazioni. Gli atleti del centro ippico Antares di Salutio hanno ottenuto, ognuno nella loro categoria, le seguenti vittorie: - la squadra Toscana composta da Giada Beatrice Tofan, Bianca Marri, Mario Pazzini e Selene Fiorini (tutti del centro ippico Antares) ottiene il primo posto per la P.O.R nella categoria G2 - Bianca Marri ottiene il secondo posto nella seconda prova de la P.O.R. (il labirinto) nella categoria G2 - Giada Beatrice Tofan ottiene il terzo posto nella seconda prova de la P.O.R. (il labirinto) nella categoria G2 - Lavinia Fioretti ottiene il secondo posto nella seconda prova de la P.O.R. (il labirinto) nella categoria G3

- Rachele Falsini ottiene il terzo posto nella terza prova de la P.O.R. (il labirinto) nella categoria G3 - Francesca Vigiani ottiene il primo posto per la P.P.A. nella categoria C1 per gli Young Rider - Francesca Vigiani ottiene il primo posto nella classifica generale per la categoria C1 Young Rider - Selene Fiorini ottiene il secondo posto nella classifica generale per la categoria G2 - Giada Beatrice Tofan ottiene il terzo posto (a pari merito con un concorrente del Lazio) nella classifica generale per la categoria G2 Queste meritatissime vittorie dimostrano quanta passione e dedizione i ragazzi e gli insegnanti hanno per questa pratica sportiva. Il freddo e la pioggia invernale non hanno fermato i ragazzi e gli istruttori, che si sono preparati per queste gare con grande successo senza mai dimenticarsi di divertirsi. Mai dimenticare che i complimenti vanno fatti anche ai cavalli, bravi e pazienti che non hanno mai ceduto né durante gli allenamenti, né durante le stressanti gare. A breve, il centro ippico Antares, con i suoi ragazzi, parteciperanno ad altre gare ancora da programmare, ma che a prescindere dal risultato saranno esperienze importanti di vita e di socializzazione con tutti gli appassionati di equitazione di tutta Italia. Buon allenamento, buone gare e buon divertimento ragazzi, istruttori e cavalli! Serena Decembrini

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Anno 2 - Numero 6

22 Giugno/21 Settembre 2022

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C’ERA UNA VOLTA O FORSE C’E ANCORA

C’

UNA STORIA PER BAMBINI E PER BAMBINI CRESCIUTI

era una volta o forse c’è ancora, nella Foresta Dei Fiori di... insomma si.. parla di una bambina che indossava sempre un Rossi, un tasso vecchio e saggio che viveva in una casetta cappuccio rosso.. e questa bambina va nel bosco da sola per andare di legno blu. La Foresta Dei Fiori Rossi era conosciuta a casa della nonna ed un lupo cattivo cerca di fare del male ad enin tutta la radura, la sua particolarità era che lì nascevano solo fiori trambe ma poi viene ucciso da un cacciatore..” rossi! Era come entrare in un enorme fragola! C’erano gli abitanti La Signora Volpe, che durante tutta la spiegazione aveva camminato che erano gli animali della foresta, gli alberi, i frutti e fiori che na- avanti e indietro per la stanza per la curiosità si fermò improvvisascevano solo di colore rosso. Per questo veniva chiamata la “Foresta mente, guardò il suo amico ed esclamò: “Signor Tasso, da quando Dei Fiori Rossi”. nelle tue storie i lupi sono cattivi e le bambine sono innocenti? Non Se tutti conoscevano questo posto fatato in pochi conoscevano la stanno sempre così le cose, ci sono lupi buoni e lupi cattivi, bambicasetta blu del Signor Tasso. Nessuno lo andava a trovare, non era ne buone e bambine cattive! Tu scrivi per i bambini e le tue storie un abitante ammirato nella foresta. devono insegnare a conoscere, non a giudicare senza conoscere”. Sapete perché? Il Signor Tasso, abbassò lo sguardo e rispose: “Amica mia, io sono Perché il Signor Tasso era un scrittore di storie per bambini. Adesso stanco di scrivere storie solo per te che sei una mia vecchia amica e starete pensando che è un bel lavoro scrivere favole ed è vero. Il pochi altri bambini. Se ciò che racconto non piace devo fare come nostro amico però non raccontava storie comuni, raccontava storie fanno gli altri scrittori: inventarmi dei nemici e degli eroi che anche diverse, forse troppo vere. se non sono reali vanno bene cosí». Signor Tasso scriveva di principesse che salvano principi in pericolo, La Signora Volpe sentì un calore che le proveniva dai piedi, iniziò a di cani che si innamomuovere freneticamenravano di gatti invece te le zampe, i denti erache dei loro simili, di no sempre più stretti, lupi che abbracciavaanche la testa iniziava no pecore, di streghe quasi a farle male, i pucattive che diventavano gni chiusi e rivolti verbuone. Le sue storie so il basso. La Signora non erano storie comuVolpe gridò: “Non creni e si sa, quello che si devo che avresti rinunconosce poco a volte ciato a quello in cui preferiamo evitarlo. O credi per avere succesancor peggio, far finta so, sono veramente dedi non vederlo. lusa ed è meglio che me Ma torniamo al Signor ne vada!” E se ne andò, Tasso, nessuno andava sbattendo la porta della a trovarlo se non la sua casetta blu. migliore amica, la SiIl Signor Tasso posò gnora Volpe. La Signola penna, la storia che ra Volpe era la creatura stava scrivendo lo stava Disegno di Giada Tofan più importante nella annoiando e la litigata vita del Signor Tasso. con la sua amica del Non so se a voi è mai capitato, ma il Signor Tasso quando aspettava cuore lo aveva distratto. Si mise alla finestra, osservando fuori e la sua amica si metteva di fronte alla porta, impaziente di vederla pensando che l’unica che in quel momento avrebbe potuto consoarrivare saltellando dalla stradina che conduceva alla casetta blu. larlo sarebbe stata la Signora Tasso. La Signora Tasso era sua moglie, Faceva avanti e indietro dalla finestra alla porta, muovendo le mani era morta molti anni prima e il Signor Tasso quando pensava ai movelocemente, sorridendo e immaginando come sarebbe stato il loro menti passati con lei i suoi occhi diventavano lucidi e bagnati, la sua pomeriggio insieme. Quando aspettava la sua amica si sentiva agi- bocca debole, non riusciva nemmeno a parlare quando pensava al tato e saltellava, insomma il Signor Tasso tornava giovane quando suo grande amore. La pancia era come se fosse stretta da una corda aspettava la Signora Volpe! e si sentiva al sicuro e protetto solo se stava rannicchiato sulla polAdesso iniziamo a raccontare cosa successe quel giorno d’estate nella trona mentre guardava fuori. Pensò e ripensò a quello che la Signora Foresta Dei Fiori Rossi nella casetta blu dello scrittore Signor Tas- Volpe gli aveva detto, e sotto tutto quel pelo nero e bianco, nel suo so. Chiudete gli occhi perchè dovete immaginarvi questo giorno cuore, sapeva che aveva ragione lei. in ogni movimento, profumo e oggetto. Il nostro saggio amico era “Basta pensieri!” esclamò fra sé il Signor Tasso “Devo proseguire la seduto alla piccola scrivania di legno marrone quando fece irruzione storia!”. l’amica volpe. Il saggio scrittore era rimasto al punto in cui il cacciatore arrivava a “Ciao vecchio amico, che combini?” casa della nonna della bambina con il cappuccio rosso e uccideva il “Salve cara amica, sto scrivendo una storia..” Rispose a bassa voce il lupo. Il Signor Tasso scriveva e scriveva, senza neppure pensare. “Il Signor Tasso. cacciatore prese un coltello e lo infilò nella pancia del lupo, mise nel “Fantastico! Non vedo l’ora di leggerla! Di cosa parla?” Chiese cu- corpo del povero animale dei sassi enormi..” riosa la Signora Volpe. Il Signor Tasso, che fino ad ora aveva scritto senza riflettere iniziò a “Beh, amica mia.. ancora non è conclusa, ma l’idea sarebbe quella farlo, molto intensamente. La sua pancina pelosa iniziò a produr6

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re strani rumori, un senso di nausea lo invase, cercava di guardare fuori dalla finestra per distrarsi, ma la gola diventava sempre più piccola e secca. „Basta!“ Urlò il Signor Tasso «Non riesco ad andare avanti, io non sono nato per scrivere storie così, aveva ragione la Signora Volpe!». Impugnò la storia che stava scrivendo e corse fuori con direzione la tana della sua migliore amica. Durante il tragitto parlava ad alta voce e pieno di agitazione: “Devo assolutamente sbarazzarmi di questa storia e scriverne un’altra che possa insegnare ai bambini il valore di tutti gli animali, anche di quelli che spesso pensiamo essere cattivi”. Camminava e camminava a testa bassa, a passo veloce quando improvvissamente il suo nasino umido captò uno strano odore. “Sembra l’odore di quando dimentico i miei mestoli di legno accanto al fornello..” pensò fra sé il Signor Tasso. La tana della Signora Volpe era sempre più vicina e l’odore sempre più intenso che quasi il nostro amico non riusciva a respirare. Alzò la testa, guardo meglio e vide le fiamme provenire dalla tana della sua amata amica. Improvvisamente il Signor Tasso si bloccò, il sudore iniziò a scorrergli nella fronte e nella schiena, le mani e le zampe iniziarono a tremare. Il povero animaletto iniziò a guardarsi intorno, ad urlare disperato “Amica mia, cosa sta succedendo? Non voglio che tu te ne vada per sempre, dobbiamo parlare ancora tanto, devi sapere che avevi ragione e che scriverò solo storie che fanno conoscere la verità ai bambini!” Le fiamme erano sempre più alte, l’odore sempre più intenso e Signor Tasso sempre più sicuro che non avrebbe mai più rivisto la sua amica volpe. Improvvisamente, tra il fumo che avanzava, vide tre sagome: due molto grandi e al centro una piccola e gracile come la sua vecchia amica. Strizzò gli occhi, allungò il musino in avanti, era proprio lei, la Signora Volpe. La dolce amica camminava affaticata e vicino a lei, a destra e a sinistra due grossi lupi che la aiutavano a camminare. Il Signor Tasso corse incontro alle sagome ormai non più misteriose ed abbracciò forte la sua amica. “Cari lupi, siete stati davvero coraggiosi ad entrare nella tana della

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Signora Volpe” disse singhiozzando per la gioia il Signor Tasso”. Avete salvato la cosa più preziosa che mi rimane e per questo ve ne sarò per sempre grato! Scriverò una storia su di voi! Sui lupi si, scriverò sui lupi. Sui lupi buoni e forti perché tutti devono sapere che i lupi non sono cattivi. Scriverò di due lupi che salvarono una volpe speciale”. Il Signor Tasso e la Signora Volpe dopo aver ringraziato i lupi ed averli invitati a cena nella casetta blu se ne andarono, a braccetto, come sempre. Arrivati su un ponte il Signor Tasso impugnò il foglio con la storia della bambina con il cappuccio rosso e lo fece volare lontano, nel vento. “Ecco Signora Volpe, vola via questa storia. Non ho più dubbi su quello che dovrò fare da qui in avanti” disse il Signor Tasso stringendo le manine della sua grande amica. “Oggi mi sono reso conto di quanto la vita sia importante, oggi l’ho capito più che mai, e non voglio sprecare la mia a scrivere cose inutili. Voglio che i bambini conoscano la verità e sappiano giudicare tutto quello che incontrano nel loro percorso. Io continuerò a scrivere storie vere e quando il mondo sarà pronto alla verità avrà tanto materiale da leggere”. La Signora Volpe lo abbracciò forte e disse dolcemente “Grazie amico mio”. La storia che Signor Tasso aveva fatto volare continuava a volteggiare e volteggiare nell’aria ancora invasa dal fumo, fino a che non cadde e una mano la raccolse. Per questo probabilmente la conoscete già la storia della bambina con il cappuccio rosso, perché qualcuno l’ha trovata. Siamo convinti che adesso la leggerete con occhi e cuore diversi. La storia del Signor Tasso e della Signora Volpe è una storia che esiste ancora e non che c’era una volta. Affidatevi alle persone giuste, portate avanti le vostre idee, non giudicate ciò che non conoscete, prima o poi qualcuno vi capirà e quel qualcuno poi lo insegnerà a qualcun’ altro e così via creando una linea magica e non un cerchio che si chiude su se stesso. Angelica Tinti

IL MIO PRIMO ANNO CALCISTICO NEL SALUTIO

uest’anno ho deciso di unirmi alla squadra del mio paese, il Salutio. Dopo quasi due anni fermo a causa del Covid 19 che aveva impedito di praticare attività ad agonistiche di gruppo, ho iniziato ad allenarmi con la squadra a settembre 2021, con la classica preparazione estiva. Così ho iniziato piano piano a conoscere i vari compagni di squadra e le persone della società. Devo ammettere che la prima metà di campionato è stata un po’ frustrante, poiché nonostante agli allenamenti mi impegnassi e mi divertissi molto, non riuscivo a trovare il mio spazio all’interno della squadra. Fortunatamente tutti i compagni mi hanno sempre fatto sentire uno di loro e alla fine, senza arrendermi, sono riuscito a trovare il mio posto. E’ stato un momento indimenticabile, segnare il mio primo goal in squadra, si sono stretti tutti intorno a me facendomi quasi commuovere. Purtroppo in campionato abbiamo sfiorato per una manciata di punti i playoff, siamo rimasti così un po’ con l’amaro in bocca, ma al tempo stesso anche piuttosto soddisfatti visto che eravamo una delle squadre neopromosse. Arrivare a metà classifica nel primo anno non era poi così banale e scontato. Il campo sportivo è sicuramente uno dei migliori tra quelli delle squadre del nostro campionato, vista la cura e la dedizione con cui viene accudito: gli spogliatoi sono sempre puliti e la parte

Il lanciere salutiese a guardia dell’ingresso del campo sportivo R. Ducci e a destra Alessio Vagnoli, new entry dell’anno 2021-2022

esterna è stata da poco riverniciata di un bellissimo blu, colore della squadra, dando un tocco di novità all’ambiente circostante che lo rende più speciale di quello che già è. Spero di riuscire a togliermi tante soddisfazioni con questo gruppo. FORZA LANCERI!!!!!

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Alessio Vagnoli 7


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IL BISNONNO AMERICANO

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ra l’inverno dell’anno 2018 e finalmente coronavo un sogno: il rintracciamento dei parenti americani dei quali non si avevano più notizie da oltre 40 anni. Una ricerca iniziata negli anni ‘90 senza mai ottenere alcun risultato, poi con l’avvento dei social ed in particolar modo di facebook, è cambiato tutto. Ma facciamo un passo indietro anzi partiamo dall’inizio, quando il mio bisnonno Niccolò Simoni, classe 1885, decise agli inizi del secolo scorso, come tante migliaia di altri connazionali, di emigrare verso gli Stati Uniti con il desiderio e la speranza di migliorare le condizioni di vita proprie e della sua famiglia. Non fu una scelta facile perché dovette lasciare a casa una moglie e due bambini piccoli, mio nonno Gino di soli 5 anni e suo fratello Pietro (detto “il Moro”) di anni 3, che fu il padre di Rossana, Niccolina e Simonetta. Così nel marzo del 1913 salpò dal porto di Genova la Princess Irene, la nave che lo avrebbe condotto, insieme ad altri giovani emigranti come lui, alla destinazione del porto di New York dopo un lunghissimo viaggio di due settimane. Mi è difficile immaginare quali possano essere state le condizioni in cui viaggiavano questi poveri ragazzi con in mano una valigia e un biglietto di sola andata verso l’ignoto. Poi c’era l’arrivo al controllo immigrazione di Ellis Island a New York, dove gli immigrati di tutta Europa facevano tappa obbligatoria per il controllo medico con il quale, a seconda delle condizioni di salute, veniva decretato l’ingresso oppure l’espulsione. Niccolò superò quel controllo e la sua destinazione finale era già nota fin dal giorno della sua partenza. Avrebbe dovuto proseguire via terra fino alle miniere di carbone di Fairmont nello stato dell’Illinois, dove lo aspettava un duro lavoro in miniera. Non si sa in che condizioni vivesse in questi primi tempi, quello che si sa è che mandava regolarmente denaro in Italia per il mantenimento della famiglia. Fece il suo primo rientro a casa nel 1920 ma, per evitare che decades-

se il suo permesso di soggiorno, dovette far rientro negli Stati Uniti dopo soli 3 mesi, giusto il tempo necessario per prolificare una terza volta. Infatti, nel 1921 nacque la sua terza figlia Gina, ma la vide per la prima volta quando lei era già adulta. Nel frattempo però Niccolò ottenne la cittadinanza americana nel 1928 e questo rese più semplice le pratiche burocratiche per far trasferire tutta la famiglia in America. Intanto le sue condizioni di vita miglioravano perché dopo 5/6 anni di lavoro in miniera aveva cominciato un altro lavoro per “arrotondare” e infatti mise a fare il barbiere a tempo perso. Ben presto si rese conto che guadagnava più a fare il barbiere che il minatore e, all’inizio degli anni ’20, si dedicò a tempo pieno a questa attività abbandonando per sempre la dura vita del minatore. Sua moglie e i suoi figli, originari di Bicciano, verso la fine degli anni ‘10 si erano trasferiti a Salutio ed abitavano nella casa che si affaccia nella piazzetta della Cappellina, che poi acquistarono nel 1927 grazie anche agli aiuti dei dollari americani. La stessa casa nei cui fondi il mio nonno Gino ha portato avanti per tanti anni la sua attività di calzolaio del paese. Gli anni ‘30 furono decisivi per il trasferimento della famiglia in America. Niccolò ottenne il visto per sua moglie e per tutti e 3 i suoi figli ma nel frattempo Gino e Pietro si erano sposati e avevano già dei figli e alle loro famiglie il visto non fu concesso. Quindi fu deciso che solo la moglie Argenta e la figlia Gina avrebbero intrapreso il viaggio. E’ curioso pensare come una semplice banalità burocratica, come ad esempio il visto negato alle mogli di Gino e Pietro, abbia modificato permanentemente la vita di diverse persone e persino la storia stessa di Salutio: se mia nonna avesse ottenuto quel visto, nemmeno io sarei qui adesso a scrivere questo articolo. E così Gina e la mamma Argenta partirono nell’aprile del 1939, giusto in tempo per evitare gli orrori della 2° guerra mondiale. Gina conobbe per la prima volta il suo babbo all’età di 18 anni! In Italia la guerra dilagava ma in America l’eco-

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nomia era fiorente e in forte sviluppo. Gli affari di Niccolò andavano bene e la sua azienda di barber shop includeva diversi dipendenti. Terminata la guerra fu pianificato un ritorno in Italia di alcuni mesi per visitare i figli Gino, Pietro e le loro famiglie. Questo fu un grande evento per i parenti che venivano in Italia, ai quali fu persino dedicata una pagina di un giornale locale (in figura), ma lo fu soprattutto per Salutio. I Salutiesi più attempati ricorderanno quella domenica mattina di Pasqua del 1949 [17 Aprile 1949 N.d.R.] dove una buona parte del paese stava riunita davanti alla Pianta Grossa (vedi foto di gruppo in figura) ad aspettare l’arrivo di questa grande automobile, che a quel tempo era ancora una novità. Qualsiasi cosa che portarono fu una novità per Salutio, comprese le gomme da masticare, i cosiddetti chewing-gum, che qui nessuno sapeva cosa fossero e a cosa servissero. E poi pensate a mio nonno Gino e a suo fratello che rividero il loro babbo dopo ben 29 anni! Erano due mondi completamente diversi che si incontravano. Niccolò morì nel 1955 dopo alcuni anni di malattia a causa di una brutta paralisi. Sua figlia Gina, che nel frattempo si era sposata ed aveva un figlio, provò a portare avanti la sua attività ma presto si ammalò e

dopo vari ictus cerebrali morì nel 1975 a soli 54 anni. Praticamente da quel momento in poi i nostri contatti con suo figlio e i vari nipoti si interruppero, anche a causa dell’impossibilità di parlare la stessa lingua. Mio babbo Sergio e mio zio Sirio (ma anche la nonna Rina) hanno contribuito molto con i loro racconti a farmi affascinare a questa storia e a spingermi a cercare i lontani parenti. Perciò dopo essermi messo in contatto con loro per la prima volta, con l’utilizzo di facebook, non ho esitato a pianificare un incontro. Nell’estate del 2019 ho preso un volo per Chicago e sono arrivato nella piccola e anonima cittadina di Danville nelle sterminate pianure dell’Illinois dove vivono i miei biscugini che mi hanno accolto come si accoglie un vero parente. E’ stato molto emozionante il nostro incontro ma lo è stata ancor di più la videochiamata che abbiamo fatto con l’Italia: Sergio e Sirio hanno rivisto il loro cugino Nickie per la prima volta dopo ben 70 anni! E ho saputo molti nuovi aneddoti sul mio bisnonno che hanno arricchito le mie conoscenze sulla vita di questo lontano antenato. Non è un caso se anche il mio secondogenito si chiama Niccolò. Fabrizio Simoni

LE FAMIGLIE SIMONI E CONNER CON I FIGLI IN VISITA AI FRATELLI IN ITALIA Fabrizio Simoni è riuscito a trovare un articolo ritagliato da una copia di un giornale locale di Danville scritto in occasione del rientro in patria del suo bisnonno nel 1949; una testimonianza storica del clamore con cui venne accolto dagli abitanti di Danville, il viaggio di ritorno in patria di Niccolò Simoni, della moglie e della famiglia della loro figlia. Forniamo volentieri la traduzione di questo articolo, per la freschezza e l’entusiasmo che trapela dalla descrizione del lungo viaggio che avrebbero intrapreso i parenti americani di Fabrizio.

Le famiglie Simoni e Conner con i figli in visita ai fratelli in Italia

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residenti di Danville che il 5 Aprile salperanno da New York sul S.S. Vulcania verso l’Italia sono Mr. e Mrs. Nick Simoni insieme alla figlia e al loro cognato Mr. e Mrs. Myles Conner e al loro figlio Nickie di 8 mesi e mezzo, tutti residenti al 51 di S. Gilbert Street. Mr. Simoni arrivò a Danville 28 anni fa mentre Mrs. Simoni e la figlia Gina, ora Mrs. Conner arrivarono qui 10 anni fa. La famiglia potrà riabbracciare i figli/fratelli Gino calzolaio e Pietro muratore insieme alle loro famiglie in Italia. Attraccando al Porto di Genova Domenica 16 Aprile, per Pasqua, troveranno ad aspettarli Gino e Pietro che penseranno ad accompagnarli a Salutio, in Italia, a casa loro, dove le famiglie potranno rimanere insieme per 4 mesi. I residenti locali torneranno a Danville alla fine di Agosto. Mr. Simoni non rivede i figli da 28 anni. Quando viveva in Italia Mr. Simoni era un contadino ma ora è il proprietario della SimoniBarber Shop al 6 di S. Hazel Street in Danville, negozio in cui lavora da 26 anni. Mr. Conner, nativo di Danville, è il figlio di Mr. e Mrs Myles Conner residenti al 402 di W. Madison Street. E’ impiegato presso E.G.Shinner& Co. Inc. al 22 di E. Main Street. Questo è il suo primo viaggio all’estero. Nelle didascalie delle foto: la famiglia di Nick Simoni (sotto) e la famiglia di Myles Conner (sopra) hanno ricevuto visti, passaporti e tutti i documenti necessari per il viaggio all’estero e presto salperanno per l’Italia, la loro ex-casa, per trascorrervi l’estate.

Niccolò Simoni all’età di 23 anni (foto scattata nel 1908)

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17 Aprile 1949, Pasqua. I salutiesi aspettano l’arrivo degli americani

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Traduzione di Nicola Fognani L’Airrre! Periodico stagionale di informazione locale della Proloco di Salutio

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ORIGAMI: LE MANI CHE COSTRUISCONO SOGNI

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l primo modello che proponiamo in questo numero è quello dell’Aeroplanino di carta in una forma diversa da quella classica. In generale, un semplice, ma efficacissimo, modo per far volare la carta è quello di appesantire la punta, ribaltandola su se stessa verso il centro del foglio e dando, poi, forma alle ali. Il sistema della punta pesante, e chiusa, è alla base per la buona realizzazione di ogni aeroplanino ci carta ma, attenzione, più sarà pesante più grandi dovranno essere le ali. Per quanto riguarda il formato delle ali non vi sono limitazioni né di forma (si possono usare con lo stesso sistema anche rettangoli, triangoli, cerchi, poligoni, ecc.) né di dimensioni (a patto di mantenere una certa rigidità del modello), né di tipo di carta, che non si deve strappare con troppa facilità e deve essere sufficientemente leggera. Ma il trucco è sempre quello: se si piega un foglio, a forma di una figura geometrica regolare, e ne si appesantisce il vertice, questo vola sia esso un quadrato, un rettangolo, un trapezio, un triangolo, un esagono o un rombo. Tra gli esempi proposti di aerei anche quella che potremmo definire Ala volante, un banale foglio quadrato rettangolare ripiegato davanti per appesantire la parte anteriore e piegata a plissé (a fisarmonica); credetemi anche questa vola! Nelle istruzioni, accessibili inquadrando il QR Code, vi presentiamo alcune idee sviluppate su questi principi: volare con la creatività! Altro modello di questo numero è il Bicchierino/Cappello ovvero un bicchiere, perfettamente ermetico, e un cappellino che si realizzano con le stesse pieghe. Entrambi si formano partendo da un foglio quadrato, piegato sulla diagonale. Considerate che con un quadrato

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ENIGMISTICA SALUTIESE

a cura di Daniele Santori

ANAGRAMMA Xxxxxx voci sento innalzare laude solenni ed inni austeri quando da solo torno a pregare entro la pieve coi miei pensieri di Xxxxxxx in Yyyy’Yyyyyyyyy presso gli altari e nel presbiterio.

di 20 cm si ottiene un cappello con diametro ed altezza di, circa, 8 cm. Stesse proporzioni per il bicchiere. Ovviamente, per il Bicchiere si sconsigliano la carta del giornale (troppo inchiostro) e i fazzolettini (troppo assorbenti) mentre vanno bene i fogli di quaderno e quelli da fotocopie. Infine vorrei presentare anche un gioco/concorso per coinvolgere maggiormente gli appassionati di origami, che vede la realizzazione di un modello come descritto nelle istruzioni del QR Code. Oltre alla carta, serviranno due stecchini/bacchette tipo quelli delle tovagliette o bastoncini da spiedo, un fiammifero di legno e dello scotch adesivo come si vede dal disegno da applicare sull’”omino”. A voi cercare di capire come realizzare l’omino le cui istruzioni si trovano praticamente dappertutto su internet. I primi 3 che porteranno il modello (ben fatto), proposto attraverso le informazioni scaricabili dal QR Code, riceverà un pacchetto di carta origami dal sottoscritto. Infine, nell’obiettivo di facilitarvi la comprensione delle istruzioni per la realizzazione dei modelli, ho avuto il permesso dal Centro Diffusione Origami di utilizzare il loro file pdf con la Simbologia per i modelli origami, che qui allego accessibile da un QR Code apposito. Adesso inquadra con il tuo telefono il QR Code associato agli origami proposti. Potrai così scaricare le istruzioni per la realizzazione dei modelli. Buona Piega!

Soluzioni n. 5

Andrea Peggion

CINEMA a cura di Antonella Nangano

QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE GB 1994 Regia: Mike Newell Cast: Hugh Grant, Andie Mac Dowell, John Hannah, Kristin Scott Thomas, Rowan Atkinson.

Clamoroso successo di pubblico nei cinema inglesi, Quattro matrimoni e un funerale è, con Full Monty, il film britannico di maggiore successo internazionale dell’ultimo ventennio del secolo scorso. Fece di Hugh Grant un divo segnando l’inizio della sua collaborazione con lo sceneggiatore Richard Curtis con cui avrebbe girato successivamente anche Notting Hill, il dittico di Bridget Jones e Love Actually. Il film è una irresistibile commedia rosa ma dai risvolti paradossali e sarcastici, banale solo in apparenza dove, a dispetto degli sviluppi amorosi, il punto focale è quello dell’amicizia, declinata nelle sue diverse accezioni. La sceneggiatura perfetta, con quell’humor tipicamente british e le eccellenti interpretazioni degli attori, rendono questo film molto spassoso e divertente per tutta la durata della storia eccetto che per la scena del funerale dove l’atmosfera cambia radicalmente e la commozione prende il sopravvento. Durante la cerimonia, infatti, viene letta una delle poesie più belle di Wystan Hugh Auden, impegnato scrittore di sinistra, ironico e sarcastico, demistificatore della cultura borghese dello scorso secolo, molto noto e ammirato nell’ambiente newyorkese. La poesia si intitola Blues in memoria (tit. or. Funeral Blues); a chi conosce un po’ di inglese consiglio di leggerla anche in lingua originale perchè ovviamente è molto più emozionante. CINEQUIZ Da quale famosissimo film western americano è stata presa questa battuta?: “Vedi, il mondo si divide in due categorie: chi ha la pistola carica, e chi scava. Tu scavi.” RISPOSTA CINEQUIZ 5° NUMERO Frankenstein Junior

BLUES IN MEMORIA

E POESIA

Fermate tutti gli orologi, isolate il telefono, fate tacere il cane con un osso succulento, chiudete i pianoforti, e tra un rullio smorzato portate fuori il feretro, si accostino i dolenti.

Incrocino aereoplani lamentosi lassù e scrivano sul cielo il messaggio ‘Lui è morto’. Allacciate nastri di crespo al collo bianco dei piccioni, i vigili indossino guanti di tela nera.

Lui era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est ed Ovest, la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica, il mio mezzogiorno, la mezzanotte, la mia lingua, il mio canto; pensavo l’amore fosse eterno: avevo torto. Non servono più le stelle: spegnetele anche tutte, imballate la luna, smontate pure il sole, svuotate l’oceano e sradicate il bosco; perché oramai nulla ha più senso. Funeral blues Stop all the clocks, cut off the telephone, Prevent the dog from barking with a juicy bone, Silence the pianos and with muffled drum Bring out the coffin, let the mourners come.

He was my North, my South, my East and West, My working week and my Sunday rest, My noon, my midnight, my talk, my song; I thought that love would last forever: I was wrong.

Let aeroplanes circle moaning overhead Scribbling on the sky the message ‘He is Dead". Put crepe bows round the white necks of the public doves, Let the traffic policemen wear black cotton gloves.

The stars are not wanted now; put out every one, Pack up the moon and dismantle the sun, Pour away the ocean and sweep up the wood; For nothing now can ever come to any good. Wystan Hugh Auden

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La cucina di Moreno NANA IN PORCHETTA Un caro saluto a tutti i lettori!

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n questo numero voglio parlare di un piatto assolutamente irresistibile e che non può mancare nelle tavole toscane. L’anatra (nana) in porchetta è uno dei piatti classici della nostra terra e immagino che ogni famiglia abbia i suoi modi ormai tramandati per fare questo piatto in modo unico. Io vi propongo la mia versione della ricetta che, se non avete mai provato a farla, sarà una sorpresa di sapori e profumi. Si può usare sia l’anatra sia il germano (varietà più piccola e selvatica) e nel periodo estivo anche l’oca (ocio) fa una bellissima riuscita.

INGREDIENTI

• Anatra • Lardo di suino a cubetti • 4/5 Fette di Pancetta di suino • Finocchio selvatico (rametti) • Fiore e semi di finocchio • Sale • Pepe • Aglio, almeno due capi • Rosmarino e Salvia

PREPARAZIONE

In una piccola pentola portate a bollore un po’ di acqua, al momento che bolle aggiungete i due capi d’aglio (in camicia) e i rametti di finocchio e lasciate cuocere per circa 10 minuti. Pesate l’anatra calcolando 20 gr di sale per ogni kg di carne. Per un’anatra di 2 kg circa basteranno 40/45 gr di sale. Mescolate il sale e il pepe fino ad ottenere un colore nocciola e a questo punto aggiungete abbondante fiore di finocchio: il condimento è pronto. Adesso prendete l’anatra facendo attenzione di aver tolto tutti i residui delle penne, magari aiutandovi con una piccola fiamma. Fate delle piccole incisioni nel petto e nelle cosce e riempitele con i dadini di lardo che serviranno a renderla più tenera e saporita. Passate ora l’anatra nel condimento precedentemente preparato, facendo attenzione a farlo assorbire tutto sia all’esterno che all’interno dell’animale. Con un colino separate l’aglio e i rametti di finocchio dall’acqua di bollitura avendo cura di non gettarla: con questi riempite l’interno dell’animale e con le mani strofinate anche l’esterno. Mettete all’interno anche la salvia e stendete all’esterno il rosmarino. Coprite con le fette di pancetta che devono fasciare la nostra anatra. Con lo spago legate bene e disponete l’animale in una pirofila o in una teglia abbastanza capienti. L’ideale sarebbe eseguire questo procedimento il giorno prima della cottura. Prima di andare in forno a 180/200° aggiungete nella base della teglia un paio di mestoli dell’acqua usata per la cottura dell’aglio e coprite con la carta stagnola. Durante la cottura, di almeno un paio d’ore, controllate spesso che il liquido non si sia asciugato, in caso aggiungete ancora acqua e girate l’animale più volte. Quando ritenete vicino il termine della cottura togliete la carta stagnola e fate rosolare bene l’anatra sopra e sotto. Togliete dal forno e fate riposare per 30 minuti prima di servire. Se avete piacere intorno a metà cottura potete aggiungere nella teglia delle patate a tocchetti che, grazie ai condimenti, risulteranno un contorno prelibato. La nana in porchetta è un piatto molto ricco e per questo non si può che associarle un vino rosso. Ritengo che un classico Gallo Nero del Chianti sia veramente ottimo, ma il mio amico sommelier Giulio Petri mi suggerisce anche un Nebbiolo Piemontese oppure un rosso della Valtellina. Il lavoro sarà lungo e richiederà impegno ma il risultato sarà da leccarsi i baffi.

Buon appetito! Moreno Innocenti

i nuovi nati a Salutio Diego Piras 10 giugno 2022

L’Airrre! Proprietà: Proloco di Salutio. Editore: Proloco di Salutio. Direttore Responsabile: Nicola Fognani. Vice Direttore: Massimo Moro. Segreteria di Redazione: Moira Detti. Editor: Paolo Tondelli. Grafico: Sansai Zappini. Redattori: Silvia Sassoli, Giulia Lodovini, Angelica Tinti,

Serena Decembrini, Corinna Bendoni, Nicola Fognani.

I Mercoledì golosi di Salutio Anche quest’anno le calde sere dei Mercoledì salutiesi saranno accompagnate dal furgoncino dei gelati di Enrico e Letizia, della gelateria ParadIce di Ponte a Poppi. Ogni Mercoledì, dal 15 Giugno fino alla fine dell’estate, ci coccoleranno con i loro gustosi gelati e le loro golosissime crepes alla nutella, per la gioia di grandi e piccini! Un momento che riesce a raccogliere tutto il paese, come un appuntamento non programmato. Così, tra le risate dei bimbi e le chiacchiere degli adulti, Salutio si riunisce. A Mercoledì!

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Fotografo/Film Maker: Niccolò Tinti, Nadia Veschi. Vignettisti: Maria Tondelli, Nicola Mazzi. Collaboratori: Simone Falsini, Alessandro Falsini, Mery Cipriani,

Roberto Moro, Silvano Sonni, Moreno Innocenti, Ivonne Casali, Irene Renna, Nicola Mazzi, Lorenzo Tofan, Antonella Nangano, Franco Acciai, Sandra Sonni, Don Erik, Elisabetta Maestrucci, Associazione Calcio Salutio, Manuel Piras, Daniele Santori, Giuliano Reich. _______

La presente pubblicazione sarà distribuita con uscite trimestrali. Punti di distribuzione:

punto informazioni IAT di Salutio.

Info@prolocosalutio.it

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