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ACS & Allianz Partners - Una partnership dinamica , caratterizzata da un impegno instancabile per l'eccellenza da vantaggi esclusivi per i membri ACS:
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IL COMMENTO
05 Le nuove generazioni, il futuro del nostro club!
CIRCOLAZIONE STRADALE
07 Circolazione stradale, quali le novità del 2025?
APPROFONDIMENTO
08 La guida autonoma arriva in Svizzera
AZIENDE
12 Dal Ticino a tutta la Svizzera: ecco la XEV YOYO
TEST AUTO
14 Hyundai Tucson: confronto tra due anime ibride
17 Kia Picanto: Completa e in formato tascabile
TRIBUNA GIURIDICA
19 Occhio ai solleciti di pagamento delle multe estere in Svizzera
AMBASCIATORE ACS
20 Nuova stagione, nuovo lavoro!
FORMAZIONE DI GUIDA
21 ACS e FC Lugano: una giornata all’insegna della sicurezza
SICUREZZA STRADALE
22 Meno incidenti, ma più vittime: l’analisi sui sinistri stradali in Ticino nel 2024
INTERVISTA
24 Trent’anni di Formula 1 tra passione e telecronache
SPORT
26 Motorsport ticinese in festa! Campionati ticinesi ACS 2024, i premiati
AUTO D'EPOCA
28 Gli anniversari automobilistici del 2025
SOMMARIO IMPRESSUM
ACS - Sezione Ticino via Trevani 5 - CP 564 - 6601 Locarno Tel. 091 751 46 71 www.acs.ch - locarno@acsti.ch
Organico
Presidente: Simone Gianini, Bellinzona Vice presidente: Raide Bassi, Lugano-Cadro
Membri di comitato: Elvezio Codoni, Chiasso
Alex Farinelli, Comano
Sabrina Gendotti, Massagno
Gianmarco Balemi, Tenero
Direttore: Benjiamin Albertalli, Mendrisio
Dopo il malaugurato “no” popolare alla “Fase di potenziamento delle autostrade 2023” e la notizia del maggior costo di 14 miliardi (oltre ai 16 già stanziati) per l’implementazione del “Programma d’offerta 2035” delle ferrovie, il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) ha incaricato il Politecnico federale di Zurigo di esaminare e definire le priorità per i progetti di ampliamento previsti per tutti i vettori di trasporto.
Se questo (nuovo) approccio – che prevede una valutazione complessiva dei bisogni di mobilità (integrata, globale) a livello nazionale – convince, sono almeno due gli elementi, a cui bisognerà però prestare particolare attenzione.
Da un lato, in termini generali, sarà importante che alla strada (e in particolare alla rete nazionale) venga riconosciuta la sua imprescindibilità, sia perché oltre il 40% del traffico privato e il 70% di quello delle merci viaggia oggi sull’autostrada, sia perché permette il tragitto finale tra i grandi centri di smistamento ferroviari e il destinatario. Se non si vorrà convivere con una rete ferroviaria sovraccarica, quando non permanentemente al limite del collasso, in un paese stretto (è proprio il caso di dirlo) tra i propri confini geografici, per ogni eventuale modifica nella pianificazione dello sviluppo delle autostrade andranno analizzate le conseguenze, non solo economiche, ma anche proprio di impatto concreto sulla mobilità generale della popolazione svizzera.
Dall’altro, pensando al Cantone Ticino, bisognerà far sì che, data la prova dell’efficacia, ma a fronte di risorse finanziarie limitate, non vengano privilegiati solo progetti dell’altipiano, dimenticando quelli nei Cantoni di frontiera. Lo sviluppo del nostro Paese deve continuare ad essere omogeneo, a garanzia anche dell’unità nazionale, tanto tra Zurigo e Basilea, quanto – solo per fare un esempio – tra Bellinzona e Locarno.
Per questi motivi, sarà importante che nei vari gremi consultivi che sono stati annunciati dal Consigliere federale Albert Rösti per accompagnare l’epocale processo di analisi delle priorità e integrazione dei grandi investimenti ferroviari e stradali, l’Automobile Club Svizzero si faccia sentire e sia considerato, essendo più necessario che mai il punto di vista dei tanti automobilisti che nel segno della libertà di scelta del mezzo di trasporto si aspettano soluzioni efficaci, realizzabili, ma pure equilibrate.
Proprio anche per dare maggiore solidità e continuità alla posizione di ACS vale quindi la pena – pure in questo caso: ora più che mai – raccogliere l’invito del direttore centrale, Fabien Produit, che a pag. 5 di questo numero sprona i nostri soci a farsi promotori, soprattutto verso le giovani generazioni, della partecipazione alla vita del nostro club.
Forza ACS, che c’è bisogno di te!
Simone Gianini Presidente ACS - Sezione Ticino, Consigliere nazionale
Redazione
Nicola Mazzi / locarno@acsti.ch
Stampa: Tipografia Stazione SA via Orelli 29, CP 563, 6600 Locarno Tel. 091 756 01 20 - Fax 091 752 10 26 www.editore.ch - info@editore.ch
Progetto grafico e impaginazione
Giuseppe Gruosso
Tipografia Stazione SA, Locarno
Fotografie Automobile Club Svizzero
Apparizione 6 volte l’anno, distruibuzione gratuita a tutti i soci ACS
INSERZIONI PUBBLICITARIE
ACS - Sezione Ticino via Trevani 5 - CP 564 - 6601 Locarno Tel. 091 751 46 71 www.acsti.ch - locarno@acsti.ch
Numero 1 febbraio/marzo 2025
Prossimo numero aprile/maggio 2025
In copertina Hyundai Tucson
Urus SE
Urus SE rappresenta la fase successiva del percorso di Automobili Lamborghini verso il passaggio completo alle vetture ibride. SE, in quanto prima versione PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) del Super SUV di lusso, definisce un nuovo standard nell’intero segmento in termini di comfort, prestazioni, efficienza, emissioni ed esperienza di guida. Il propulsore termico ed elettrico eroga una potenza di 800 CV e contribuisce a una riduzione incredibile delle emissioni, pari all’80%. Potenza, velocità, modalità di guida uniche e miglioramento della dinamica rendono Urus SE una vettura rivoluzionaria, destinata alle persone proiettate al futuro. lamborghini.com
Cari lettori,
Il 2024 è stato un anno molto intenso per l’ACS. Gli eventi, i viaggi, come pure le uscite e i raduni organizzati dall’ACS sono stati tutti contraddistinti da un notevole successo. Tuttavia, abbiamo anche notato come i soci più giovani siano talvolta restii nel prendere parte a queste manifestazioni: il concetto di club presenta una connotazione tradizionale che le nuove generazioni, a volte, non comprendono o verso cui nutrono qualche riserva.
Tuttavia, i club automobilistici non sono pensati unicamente per gli appassionati più esperti. Ecco alcuni dei motivi per cui, secondo noi, è importante coinvolgere i più giovani ovvero perché dovrebbero trovare il coraggio di fare questo passo.
Apprendistato: sviluppare competenze in meccanica, organizzazione e gestione di eventi.
Cultura automobilistica: scoprire la storia e le innovazioni del settore automobilistico.
Occasioni di relazione: incontrare appassionati, collezionisti e professionisti del settore automobilistico.
Spirito d’appartenenza: condividere una passione comune e contribuire alla modernizzazione dei club.
Guida responsabile: rendersi più consapevoli sui temi della sicurezza stradale e scoprire la guida sportiva in totale sicurezza, con una supervisione professionale.
Divertimento accessibile: osare e partecipare, perché gli eventi motoristici sono più accessibili di quanto si possa pensare, sia per i partecipanti sia per gli spettatori. Basta esserci, indipendentemente dal modello di auto che si guida, si possiede o si sogna!
Transizione tecnologica: sviluppare i club automobilistici per integrare le nuove tecnologie nelle loro attività.
In qualità di soci ACS, condividendo le nostre esperienze o invitando i nostri cari a partecipare agli eventi ACS, agiamo anche in qualità di ambasciatori naturali. Gli scambi intergenerazionali non possono che arricchire e permettere ai giovani di beneficiare delle conoscenze dei più esperti, mentre i soci esperti beneficiano dell’energia e delle idee fresche dei giovani.
Ci auguriamo di ritrovarvi, insieme ai vostri amici, parenti e conoscenti, in occasione dei prossimi eventi ACS.
Fabien Produit
Segretario generale dell'Automobile Club Svizzero
9’000 abbonati: non un semplice numero.
Contattaci per promuovere la tua attività sulla nostra Rivista.
SUL RUMORE EVITABILE
Dal 1° gennaio 2025 sarà espressamente vietato generare rumori evitabili, in particolare rumori di fondo, attraverso gli impianti di scarico. Le violazioni saranno soggette a multe fino a 10.000 franchi svizzeri, il cui importo sarà stabilito, caso per caso, dal tribunale.
SULLE STRADE SVIZZERE
A partire dal 1° marzo 2025, i conducenti di veicoli dotati di un pilota automatico autostradale omologato potranno utilizzarlo senza dover tenere le mani sul volante. Nelle auto con sistemi di guida autonoma di livello 3, i conducenti potranno lasciare il volante durante la guida, ma dovranno rimanere sempre pronti a riprendere il controllo qualora la situazione lo richieda.
Ciò significa che sarà vietato leggere giornali, scrivere messaggi o guardare film durante la guida. La sfida per i conducenti consisterà nel mantenere l’attenzione e una visione d’insieme del traffico, nonostante la monotonia della guida assistita. I sistemi di guida autonoma possono infatti essere facilmente sopravvalutati, riducendo la consapevolezza della situazione stradale.
Come funzionano esattamente questi nuovi sistemi? Quali sono i loro limiti? Cosa si deve fare quando tali limiti vengono raggiunti? In futuro, i conducenti dovranno essere in grado di rispondere a queste domande e agire di conseguenza. La nuova base giuridica impone quindi ai costruttori l’obbligo di fornire informazioni dettagliate sui sistemi di automazione presenti nei veicoli. Da parte loro, i conducenti saranno tenuti a conoscere e rispettare tutte le istruzioni e le informazioni sulla sicurezza fornite dal costruttore.
I veicoli senza conducente (livello 5) saranno quindi autorizzati a circolare su percorsi designati, ma dovranno essere monitorati da un operatore in un centro di controllo remoto. Inoltre, sarà consentito ai veicoli parcheggiare autonomamente senza la presenza di un conducente, purché ciò avvenga in parcheggi o aree di sosta appositamente designate e segnalate.
ALLA GUIDA E DI AUTOMAZIONE
DIVENTANO PARTE INTEGRANTE
DELLA FORMAZIONE
DEI CONDUCENTI
Dal 1° luglio 2025, la conoscenza dei sistemi di assistenza alla guida e di automazione sarà verificata sia nell’esame teorico che in quello pratico per il conseguimento della patente di guida per autovetture e motocicli.
Dal 1° luglio 2025 si applicheranno nuove norme ai veicoli non motorizzati. I requisiti tecnici e la categorizzazione delle biciclette elettriche saranno adeguati. Verrà creata una nuova categoria “ciclomotori elettrici pesanti”, i quali potranno avere un peso totale massimo di 450 kg e potranno essere testati in gruppo per l’autorizzazione, seguendo un processo simile a quello delle motociclette. In precedenza, tali veicoli erano autorizzati come motoleggere. Queste modifiche comporteranno anche un adeguamento delle norme di circolazione. Come in passato, il simbolo «bicicletta» si applicherà alle biciclette e ora a tutte le sottocategorie di biciclette a motore, comprese le e-bike veloci e lente, gli escooter fino a un massimo di 20 km/h e altri veicoli a propulsione elettrica con velocità massima di 20 km/h.
Il simbolo del cartello «pista ciclabile» assumerà un nuovo significato. Come in precedenza, il simbolo «ciclomotori» includerà le biciclette elettriche veloci, i ciclomotori a benzina (ciclomotori veloci) e la nuova categoria di «ciclomotori elettrici pesanti». Le aree di circolazione segnalate con il divieto di transito per i ciclomotori non potranno più essere percorse con questi veicoli, nemmeno a motore spento.
All’esame pratico sarà necessario conoscere le principali funzioni di assistenza alla guida.
Il simbolo del cartello «pista ciclabile» assume un nuovo significato.
Il «divieto di circolazione per ciclomotori» si applica ora anche ai ciclomotori elettrici pesanti.
A partire dal 1° marzo 2025 i conducenti di veicoli dotati di un pilota automatico autostradale omologato potranno utilizzarlo senza dover tenere le mani sul volante e sarà pure autorizzata – a determinate condizioni – la circolazione di veicoli senza conducente. Per fare chiarezza su cosa sarà possibile fare abbiamo interpellato Lorenzo Cascioni, vice-direttore di USTRA e responsabile della divisione Circolazione stradale.
ACS: Dal primo di marzo sarà possibile guidare una vettura dotata di pilota automatico autostradale. Ci ricorda come si è giunti a questa decisione?
Lorenzo Cascioni: Già nel 2017 erano state presentate diverse mozioni parlamentari che chiedevano l’autorizzazione della guida automatizzata in Svizzera, affinché si potesse sfruttare il potenziale associato a questa nuova tecnologia per il miglioramento della sicurezza stradale e lo sfruttamento delle infrastrutture stradali esistenti. Successivamente, il Parlamento ha modificato la Legge federale sulla circolazione stradale (LCStr) e ha concesso al Consiglio federale l’autorità di regolamentare alcuni casi di guida automatizzata. Nell’esercizio di tale autorità, il Consiglio federale ha emanato la nuova ordinanza sulla guida automatizzata, che entrerà in vigore il 1° marzo 2025.
Voi, come USTRA, in che modo intervenite? Qual è la vostra competenza in merito a questa normativa?
L’USTRA assiste i Cantoni nell’espletamento dei loro nuovi compiti, come l’autorizzazione dei tratti di strada su cui potranno circolare i veicoli senza conducente e dei parcheggi in cui sarà possibile lasciare il proprio veicolo e farlo posteggiare in autonomia. L’USTRA emette anche direttive e istituisce gruppi di consulenza a cui è possibile rivolgersi, se necessario. Infine, controlla anche che i veicoli a guida automatizzata soddisfino tutti gli standard necessari all’omologazione.
Il pilota automatico autostradale (Livello 3) è certamente la novità che concerne più da vicino gli automobilisti, in quanto consentirà a chi possiede un veicolo che ne è dotato di lasciare il volante durante la guida in autostrada. Dove e a quali condizioni sarà possibile utilizzarlo?
Una volta attivato il sistema, il conducente potrà togliere le mani dal volante, ma dovrà rimanere pronto a intervenire nel caso in cui il sistema ne richieda l’uso. Ciò
significa che non potrà, per esempio, leggere una rivista o guardare un film sul cellulare. Tuttavia va precisato che sarà possibile usare questa funzione solo sui veicoli dotati di un pilota automatico autostradale omologato. Attualmente, nessun veicolo è stato omologato per questo scopo né abbiamo al momento ricevuto richieste in questo senso da parte dei costruttori. Per ottenere l’omologazione, un pilota automatico autostradale deve in ogni caso poter funzionare con l’infrastruttura esistente.
Oltre a ciò, i veicoli senza conducente (Livello 5) saranno autorizzati a circolare su tratti designati. Ci può spiegare quali saranno le caratteristiche di questi veicoli, dove potranno essere utilizzati e a quali condizioni?
Parliamo, in questo caso, di veicoli pensati principalmente per il trasporto di passeggeri o merci. Questi veicoli potranno circolare solo su tratti di strada delimitati e autorizzati dalle autorità cantonali e do -
vranno essere sottoposti a un monitoraggio a distanza. Ogni proprietario di un veicolo senza conducente dovrà infatti prevedere la presenza di un operatore pronto a intervenire. Questo operatore può essere situato in una centrale a distanza e deve intervenire se il veicolo raggiunge i propri limiti tecnici e ne fa richiesta; il veicolo può eseguire la manovra di guida suggerita dall’operatore solo se ciò non compromette la sicurezza stradale. Se necessario, l’operatore deve anche contattare gli eventuali passeggeri tramite un sistema di comunicazione installato a bordo.
Veicoli come questi sono sicuri?
Nell’ambito della procedura di omologazione, viene verificato il rispetto dei requisiti normativi, emanati dall’ONU o dall’UE. Una volta omologati, i veicoli a guida automatizzata devono essere sottoposti a monitoraggio da parte del costruttore e
Livello 0
Nessuna automazione
dell’USTRA per verificarne la conformità e la sicurezza. Grazie a queste misure, la sicurezza è garantita sin dalla fase iniziale. A medio termine, i veicoli a guida automatizzata rappresentano un’importante opportunità in termini di sicurezza stradale. È importante ricordare che 9 incidenti su 10 sono causati da errori umani.
Quali saranno le implicazioni in caso di incidente?
In Svizzera, tutti i veicoli in circolazione devono essere assicurati per la responsabilità civile, al fine di coprire i danni (lesioni personali e danni materiali) subìti dalle vittime di incidenti. La guida automatizzata non cambia nulla: i veicoli continuano a essere assicurati allo stesso modo e la vittima di un incidente può agire direttamente contro l’assicuratore. Come in precedenza, la compagnia di assicurazione può rivalersi
Solo sistemi di avvertimento, guida interamente affidata al conducente.
Livello 1
Guida assistita
Controllo longitudinale (cruise control) o trasversale (mantenimento di corsia), ma il conducente deve monitorare costantemente.
Livello 2
Automazione parziale
Il sistema gestisce sia il controllo longitudinale che trasversale in alcune situazioni, ma il conducente deve essere pronto a intervenire subito e deve mantenere le mani sul volante.
Livello 3
Automazione condizionata
Il sistema guida senza necessità di sorveglianza continua, ma il conducente deve riprendere il controllo su richiesta.
Livello 4
Automazione elevata
Il veicolo gestisce tutte le situazioni previste dal programma (es. guida in autostrada) e si arresta in sicurezza se il conducente non risponde.
Livello 5
Automazione totale
Guida completamente autonoma in qualsiasi condizione, senza necessità di un conducente.
Giuridicamente occorre sottolineare che i livelli da 3 a 5 trasferiscono la responsabilità della guida dal conducente al sistema automatizzato.
sulla persona assicurata. Può agire contro l’assicurato se questo è responsabile di un incidente «al volante» di un veicolo a guida automatizzata. Se invece il sistema di guida automatizzata non ha funzionato correttamente ed è all’origine dell’incidente, la compagnia di assicurazione può rivalersi sul costruttore del veicolo.
Terminiamo infine con il parcheggio autonomo. In cosa consiste?
Nei parcheggi e autosili omologati a questo scopo, sarà possibile lasciare la vettura, che posteggerà autonomamente. Tali parcheggi saranno autorizzati dalle autorità cantonali e conformi agli standard tecnici richiesti per la gestione automatizzata del parcheggio. Questo sistema riduce il tempo necessario per trovare un parcheggio e facilita le manovre nei parcheggi affollati. Intervista a cura di Nicola Mazzi
PILOTA AUTOMATICO AUTOSTRADALE: A CHE PUNTO SONO LE CASE AUTOMOBILISTICHE?
Dal 1° marzo, in Svizzera sarà possibile guidare veicoli dotati di un pilota automatico autostradale ma, come avete potuto leggere nell’intervista a Lorenzo Cascione, attualmente nel nostro Paese nessun veicolo è ancora omologato per questa funzione. BMW è, insieme a Mercedes-Benz, l’unico costruttore automobilistico ad aver attualmente ottenuto in Germania un’omologazione per la guida autonoma di Livello 3. Diversamente da quanto previsto dalla legislazione Svizzera, nel momento in cui si attiva la guida autonoma (cosa possibile solo in autostrada e fino a un massimo di 60 km/h) il conducente può dedicarsi ad altre attività e la responsabilità, in caso di incidente, viene assunta dal costruttore. Un vero cambio di paradigma. Abbiamo quindi posto al portavoce del BMW Group per la guida autonoma alcune domande in relazione alle novità previste in Svizzera.
BMW dispone già di un veicolo che potrebbe essere autorizzato per tale uso?
Con la combinazione del Driving Assistant Plus (Guida assistita di Livello 2) e del Personal Pilot (Guida assistita di Livello 3), BMW è il primo costruttore a combinare i vantaggi di una funzione di Livello a “mani libere” e di una funzione di Livello 3 nello stesso veicolo, ovvero la BMW Serie 7. Ciò significa che offriamo ai nostri clienti la migliore gamma di funzioni del settore. Inoltre, lavoriamo continuamente per migliorare le nostre funzioni di guida semi-automatizzata e
automatizzata e, ad esempio, estenderemo la disponibilità dell’assistente autostradale in Europa con la futura BMW “Neue Klasse”.
BMW è già in contatto con le autorità svizzere per ottenere o richiedere l’omologazione? In caso affermativo, quando possiamo aspettarci che venga venduta in Svizzera una BMW che possa essere utilizzata con questa funzione?
Seguiamo molto da vicino i vari mercati e vogliamo offrire ai nostri clienti il miglior valore aggiunto possibile. La Svizzera è un mercato importante per BMW. Attualmente stiamo lavorando alle offerte per la guida assistita di Livello 3 in diversi mercati, in linea con i vari requisiti e condizioni di autorizzazione, ma al momento non possiamo dire di più.
L’omologazione è possibile anche per i veicoli già presenti sul mercato e dotati di ADAS avanzati (ad es. con Driving Assistant Plus)? In caso affermativo, il proprietario di un modello attuale può sfruttarne i vantaggi, ad esempio aggiornando il veicolo o il software?
Il retrofit di una funzione di Livello 3 non è possibile su un veicolo che non ne è originariamente dotato. Questo perché sono necessari hardware aggiuntivi, come radar, sensori e cablaggio. Non è quindi possibile effettuare un aggiornamento solo via software.
Importata e distribuita in Svizzera da un’azienda tutta ticinese, scopriamo tutti i dettagli di questo veicolo compatto, elettrico ed economico perfetto per i contesti urbani.
Il mercato dei quadricicli elettrici ha vissuto, negli ultimi anni, una rinnovata vivacità, con l’arrivo di numerosi nuovi modelli. Tra le più recenti novità approdate sul mercato elvetico spicca la XEV YOYO, una micro-car elettrica nata da una start-up con sede tra Hong Kong e Torino. In Svizzera, il veicolo è importato e distribuito dalla ticinese MoSport SA di Manno.
DALLE DUE
ALLE QUATTRO RUOTE
Fondata nel 1988 da Giancarlo Romano, MoSport nasce come azienda specializzata nell’importazione e distribuzione di veicoli, prevalentemente motociclette. Nel
corso degli anni, ha ampliato il proprio raggio d’azione, diversificando le attività. Oggi, il gruppo MoSport opera in tre settori principali: oltre all’importazione e alla distribuzione, dispone di un’officina specializzata nella manutenzione di moto e di un ampio showroom dedicato alla vendita, che include marchi prestigiosi come KTM, Husqvarna e molti altri.
“Offriamo modelli di moto e veicoli di alta qualità, selezionati per soddisfare le esigenze di tutti gli utenti della strada, garantendo al contempo prezzi competitivi”, sottolinea Matteo Gatto, consulente vendite di MoSport. Tra i veicoli esposti spiccano moto come la Kove, che ha partecipato con successo alla leggendaria Parigi-Dakar, e i
quad Wolf-X di Loncin, apprezzati per il loro design grintoso e le prestazioni offroad.
Da qualche mese, i riflettori sono puntati sulla XEV YOYO, una micro-car elettrica che si inserisce nel segmento inaugurato nel 2011 dalla Renault Twizy. Questo settore si è evoluto nel tempo, avvicinandosi sempre più al concetto di automobile, come dimostrano modelli recenti quali la svizzera Microlino e, appunto, la XEV YOYO.
L’idea di importare e distribuire questo veicolo in Svizzera nasce due anni fa, grazie alla visione di Giancarlo Romano, che
ha creduto nel potenziale di questi mezzi. “Cercavo un veicolo innovativo e l’ho trovato a Torino, dove stavano sviluppando la XEV YOYO. Ho deciso di portarla in Svizzera, convinto che potesse essere una soluzione ideale anche per il Ticino”, racconta Romano.
Dal giugno 2024, MoSport ha avviato l’importazione e la distribuzione della XEV YOYO, costruendo da zero una rete di vendita che conta già numerosi partner in tutta la Svizzera e che è destinata a crescere ulteriormente. Nei primi mesi sono stati venduti circa 30 esemplari, e per incentivare la diffusione del veicolo, l’azienda offre la possibilità di testarlo gratuitamente per una settimana. “Vogliamo far conoscere i
vantaggi di questa vettura, che rappresenta una novità per molti ticinesi”, spiega Gatto.
XEV YOYO:
La XEV YOYO è una micro-car elettrica progettata per i contesti urbani, pur potendo anche circolare in autostrada. Dotata di un motore elettrico da 7,5 kW, può raggiungere una velocità massima di 90 km/h e offre un’autonomia di circa 150 km, grazie alla batteria da 10,3 kWh. Il tempo di ricarica completa, tramite connettore di Tipo 2, è di circa 5 ore e mezza.
Lunga appena 2,53 metri, la YOYO è agile nel traffico cittadino e particolarmente economica nei costi di gestione. Essendo
omologata come quadriciclo, le spese per assicurazione e imposta di circolazione sono paragonabili a quelle di una moto. A differenza di altri veicoli della stessa categoria, il suo abitacolo chiuso la rende utilizzabile tutto l’anno, anche in condizioni meteorologiche avverse.
In Europa, la XEV YOYO può essere guidata a partire dai 16 anni, ma in Svizzera è necessario essere maggiorenni. Il prezzo di vendita è di 17’990 franchi svizzeri, con una garanzia di tre anni.
In Ticino, la XEV YOYO è disponibile presso Motomix a Manno e Garage Vallone a Magliaso.
Testo Nicola Mazzi
Ibrida standard o Ibrida Plug-In? Abbiamo messo alla prova la rinnovata Hyundai Tucson con entrambe le motorizzazioni: due filosofie diverse, che all’atto pratico risultano però più simili di quanto si possa pensare.
Ai più sembrerà la stessa Hyundai Tucson di prima. In effetti, il recente aggiornamento ha comportato ritocchi estetici minimi e quasi impercettibili, lasciando tuttavia spazio a diverse novità nei contenuti e nella tecnologia, tra cui le motorizzazioni elettrificate. Oltre a una variante “Mild Hybrid” (in cui il piccolo sistema elettrico funge solo da lieve supporto al motore a combustione), in Svizzera sono disponibili anche una “Full Hybrid” (capace di percorrere brevi distanze a velocità limitate anche con la sola trazione elettrica) e una “Plug-In Hybrid” (con batteria ricaricabile
tramite presa di corrente, in grado di percorrere svariate decine di chilometri anche ad andatura autostradale).
Abbiamo recentemente provato queste ultime due motorizzazioni, entrambe con trazione integrale e cambio automatico a sei rapporti, accomunate dal “cuore” a benzina, ovvero un 1.6 turbo a iniezione diretta, il cui lieve depotenziamento (ora si ferma a 160 CV) è stato compensato con un altrettanto lieve incremento prestazionale del propulsore elettrico. La versione ibrida standard (HEV) aggiunge un’unità elettrica da 65 CV con batteria al litio da 1,49 kWh, mentre la Plug-In Hybrid (PHEV) si avvale di un motore da 98 CV con accumulatore da 13,8 kWh.
Entrambi gli esemplari provati presentano lo stesso, completissimo, allestimento “N Line Lux” dai toni sportiveggianti, comprensivo di sospensioni regolabili con assetto di base lievemente più sportivo. La differenza di prezzo è di circa il 10% tra le due versioni (43.900 CHF per la ibrida standard e 48.900 CHF per la PHEV), a fronte di un comportamento su strada molto simile, seppur con alcune differenze. La PHEV è leggermente più potente, con 253 CV contro i 215 CV della versione ibrida standard, ma è anche più pesante di quasi 170 kg. Quando la sua batteria si scarica, i consumi non sono molto dissimili da quelli della versione non
ricaricabile: entrambe richiedono, in media, circa 8 litri di benzina ogni 100 chilometri percorsi. Tuttavia, la PHEV può vantare un’autonomia reale di circa 50 km in modalità puramente elettrica, con una significativa riduzione del consumo di benzina per coloro che possono ricaricare regolarmente la batteria.
Al volante di entrambe si apprezzano l’equilibrio generale, con buone doti di aderenza, compostezza e vivacità tra le curve. La versione ibrida standard risulta lievemente più agile nei cambi di direzione grazie alla minore massa, mentre la PHEV offre doti di accelerazione più brillanti grazie alla maggiore potenza. La sterzata è piuttosto sensibile e precisa su entrambe, con un buon assorbimento delle asperità stradali e un’insonorizzazione di qualità. Il cambio automatico è dolce e rilassante, sebbene non particolarmente sportiveggiante in modalità manuale.
L’abitacolo è ovviamente identico su entrambe le versioni, con un’eccellente qualità costruttiva e una plancia rinnovata che sfoggia due grandi schermi appaiati da 12,3» ciascuno per il cruscotto digitale e il sistema multimediale. Il divano posteriore è spazioso, frazionato in tre parti e dotato di climatizzazione anche per i passeggeri posteriori. Lievi differenze si riscontrano
nella capacità del bagagliaio: 616 litri sulla ibrida standard, 558 litri sulla PHEV, che a causa dell’ingombro della batteria perde anche 10 litri di serbatoio (passa cioè da 52 a 42 litri), senza tuttavia incidere in maniera significativa sull’autonomia complessiva, parzialmente compensata dall’autonomia elettrica.
Per quale optare? La scelta dipende dalla possibilità di ricaricare regolarmente la vettura a tariffe vantaggiose e dal numero di chilometri percorsi quotidianamente. Generalmente, confrontando una motorizzazione ibrida standard con una plug-in sullo stesso modello, le differenze sono evidenti: al di là della possibilità di viaggiare per decine di chilometri in modalità elettrica, le plug-in costano sensibilmente di più, il peso aggiuntivo influenza negativamente la dinamica di guida nonché i consumi a batteria scarica. Tuttavia, con la Hyundai Tucson, all’atto pratico le conclusioni sono sorprendentemente diverse: la versione Plug-In Hybrid introduce numerosi vantaggi senza particolari compromessi rispetto alla Full Hybrid, risultando una scelta particolarmente interessante. La differenza di prezzo è contenuta e ammortizzabile in tempi relativamente brevi, le prestazioni sono superiori e l’incremento di peso è relativamente contenuto e non compromette sensibilmente le doti dinamiche. Se si ha la possibilità di ricaricare l’auto regolar-
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mente, la scelta della PHEV è relativamente scontata. Senza nulla togliere all’equilibrio generale e all’ottimo compromesso della ibrida standard.
Autore Benjiamin Albertalli
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PER VIAGGI ALL’ESTERO
■ CH (adesivo o magnetico/rimovibile) per auto e moto – Da CHF 1.–
■ Patente internazionale – CHF 50.–
■ Carnet de Passages en douane – Da CHF 230.–
■ Procure per la guida di un veicolo di terzi – Gratuita per i soci
■ Vignette ambientali per Germania e Francia
VIGNETTE E PEDAGGI
■ Vignetta Svizzera
■ Vignette Austria (10 giorni, 2 mesi, 1 anno)
■ Telepedaggio Europeo
SICUREZZA E FORMAZIONE
■ Teoria per allievi conducenti (software + libro) – Da CHF 35.–
■ “L” per allievi conducenti (auto e moto) – Da CHF 4.50
■ Disco orario (con raschia ghiaccio integrato) – CHF 6.–
■ Giubbotto catarifrangente – CHF 8.–
■ Kit pronto soccorso – CHF 30.–
■ Custidia per licenza di circolazione – CHF 5.–
Si dice che portino fortuna. Sono vegetariane, colorate e per la simpatia che ispirano, vengono utilizzate in agricoltura biologica. Ma le coccinelle sono anche dei formidabili predatori.
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KIA PICANTO
L’evoluzione nel design si combina a dotazioni di categoria superiore, assistenti alla guida inclusi. Al volante spiccano equilibrio e agilità, adatti sia al relax sia alla guida briosa.
Anche la classica «citycar» evolve, adottando tecnologie e caratteristiche delle categorie superiori: è il caso dell’ultima evoluzione della Kia Picanto. Lunga appena 3,61 metri, vanta un corredo avanzato di sistemi di assistenza alla guida e dotazioni di buon livello tra cui climatizzazione automatica e ruote da 16 pollici nel ricco allestimento GT-Line in prova. Il recente restyling ha inoltre conferito un aspetto ancora più personale e accattivante.
Alla guida la piccola coreana si distingue per la stabilità e la precisione di traiettoria, offrendo anche un buon dinamismo nei tratti più guidati, grazie a un assetto equilibrato, una tenuta di strada solida e uno sterzo re-
l’accelerazione non è fulminea nemmeno con il motore più potente – un “milledue” a quattro cilindri– e, in autostrada, la rumorosità aumenta con la velocità. Tuttavia, queste caratteristiche sono comuni alle auto pensate prevalentemente per l’uso urbano.
Il piccolo 1.2 aspirato si rivela comunque fluido, elastico e adeguatamente vivace. La trasmissione automatizzata a cinque rapporti (un cambio elettroattuato) è apprezzabile nella marcia fluida e rilassata, mentre nelle accelerazioni più decise mostra qualche incertezza e cambi di marcia un po’ lenti. Tuttavia, la selezione manuale delle marce permette di compensare parzialmente questi aspetti. Per quanto riguarda i consumi, la Picanto richiede circa 6 l/100 km su percorsi misti.
L’abitacolo, pur compatto, sorprende per la buona abitabilità, offrendo spazio sufficiente anche per persone di statura elevata. Il divano posteriore risulta sfruttabile senza eccessive costrizioni. Il design interno è curato e accogliente, con un ampio schermo multimediale da 8”. Il bagagliaio, con una capacità di 255 litri, include un pratico doppio fondo che massimizza la versatilità di carico.
Testo AS
SCHEDA TECNICA
Kia Picanto
Motore: Quattro cilindri 1,2 litri, benzina aspirato
Potenza e coppia: 79 cv (58 kW), 113 Nm
Cambio: Automatico robotizzato a cinque rapporti
Trazione: Anteriore
0-100 km/h: 16,5 secondi
Velocità massima: 159 km/h
Consumo medio: 5,7 l/100 km (omologato)
Prezzo: da 23’150 CHF
Con l’adesione ACS Premium oltre agli esclusivi vantaggi del Club e dei nostri partner, usufruite di prestazioni assicurative più complete in caso di soccorso stradale, d’annullamento viaggi, nonché della protezione giuridica viaggi e circolazione, così come di protezione in caso di utilizzo di veicoli a noleggio e veicoli appartenenti a terzi.
Torna con una certa regolarità il tema del perseguimento delle violazioni del codice stradale, compiute al di fuori del proprio Stato di domicilio. In particolare per gli automobilisti svizzeri che commettono delle infrazioni in Italia, la questione sensibile è quella del ricorso dei Comuni italiani a società svizzere o estere per incassare le multe rimaste impagate. Infatti, se con la Germania, l’Austria e la Francia vigono accordi che prevedono lo scambio facilitato di informazioni e l’assistenza giudiziaria anche per l’incasso delle multe disciplinari, quello tra Svizzera e Italia non prevede nulla di tutto ciò. Non sono quindi rari i casi di solleciti da parte di società d’incasso che, su incarico di città italiane, spediscono anni dopo, senza che vi siano oramai più le prove necessarie, minacce di pagamento con l’aggiunta di esorbitanti costi di riscossione.
A seconda di quanto quelle richieste siano minacciose, superficiali e costose nei confronti del destinatario, possono adempiere le fattispecie penali della minaccia (art. 180 CP), della coazione (art. 181 CP) o addirittura dell’estorsione (art. 156 CP), ri-
spettivamente quella dell’art. 271 del Codice penale svizzero, che punisce chi compie in Svizzera un atto senza autorizzazione per conto di uno Stato estero.
Per frenare questo fenomeno, il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) aveva provato a perseguire gli amministratori di una società con sede nel Canton Vaud che, su incarico della Città di Torino, aveva intimato a un automobilista svizzero di pagare una multa e le relative spese di sollecito – lievitate sino a CHF 542.35 – per aver circolato anni prima senza autorizzazione in una zona a traffico limitato. Irrilevante per il procedimento, ma forse non per aver spinto l’automobilista a sporgere denuncia, era il fatto che la multa (di CHF 120.40) fosse in realtà già stata pagata. Oppostisi alla proposta di condanna, gli organi della società hanno sostenuto di non essersi resi conto di agire illecitamente, visto che l’incasso di multe estere tramite società private sarebbe frequente.
Se il Tribunale penale federale e la Corte di appello penale hanno confermato la condanna proposta dall’MPC, con sentenza dello scorso anno il Tribunale federale (TF) ha invece, in ultima battuta, sca-
gionato gli amministratori, rilevando che in fin dei conti, nel caso specifico, si trattava ancora di un ultimo sollecito (consentito) e non già del primo passo (proibito) di una procedura d’incasso, questa sì riservata alla sola autorità statale da attivare sulla base di una sentenza estera cresciuta in giudicato.
Anche se il perseguimento di simili comportamenti sembra quindi essere ancora lontano, vi è da sperare che le società incaricate moderino finalmente i toni, che i Comuni italiani siano più accurati nelle modalità d’intimazione e incasso delle loro multe e gli automobilisti svizzeri ancor più attenti nel non farsi mettere sotto indebita pressione. Ciò, beninteso, con la premessa che le multe, se giustificate, vanno pagate, anche per evitare di incorrere in problemi maggiori (che possono arrivare sino alla confisca del veicolo), recandosi ancora all’estero senza aver regolato tutte le proprie pendenze.
A cura di Simone Gianini, avvocato e notaio, partener Studio legale Barchi, Nicoli, Trisconi, Gianini (Lugano e Bellinzona) Presidente ACS - Sezione Ticino
La stagione 2025 inizia con un nuovo entusiasmante compito per me: ora lavoro come consulente sportivo per il Team Intact GP nella classe Moto2. Il mio ruolo? Sono l’interfaccia tra il pilota e il capo tecnico, un collegamento che assicura che i dettagli tecnici e il feedback del pilota si fondano senza soluzione di continuità. È un lavoro di responsabilità che richiede non solo competenza ma anche molta sensibilità.
Per me il fascino sta nel far parte del team che elabora le strategie sul muretto dei box e allo stesso tempo essere vicino ai piloti che danno il massimo e lottano per i centesimi di secondo in pista. Poiché in questa nuova veste sono spesso in viaggio, posso sempre contare sull’Automobil Club Svizzero (ACS) in caso di imprevisti.
Allo stesso tempo, il mio impegno come co-conduttore alla SRF rimane intatto. Questo offre un’ampia gamma di opportunità. Da un lato, il lavoro tecnico e sportivo ai box, dall’altro, la sfida di trasmettere in diretta e con competenza storie emozionanti sulla MotoGP.
Questa combinazione di consulente, mediatore e commentatore televisivo rende la stagione molto speciale per me. Non vedo l’ora di affrontare i nuovi compiti, le sfide e, naturalmente, le emozionanti battaglie tra i piloti.
Il 2025 sarà un anno intenso e non vedo l’ora che inizi!
Tom Lüthi
La Sezione Ticino di ACS ha recentemente avuto il piacere di ospitare una delegazione dell’FC Lugano e alcuni giocatori della Prima squadra, impegnati nella realizzazione di contenuti video per i canali del club bianconero. L’evento è stato un’opportunità per migliorare le competenze di guida e approfondire la conoscenza della dinamica del veicolo, con particolare attenzione alla sicurezza e al controllo in situazioni complesse.
Grazie alla collaborazione con AUTORS, concessionaria Renault per il Ticino nonché sponsor di FC Lugano, i partecipanti hanno potuto testare vetture di ultima generazione, tra cui le nuove R5 E-Tech, reinterpretazione elettrica della storica Renault 5 degli anni ’70, e la Rafale, equipaggiata con un motore ibrido plug-in da 300 cavalli e trazione integrale. Questi modelli hanno permesso ai giocatori di affrontare esercizi
su asfalto bagnato e superfici scivolose, sperimentando il comportamento del veicolo in condizioni di guida reali.
La giornata si è articolata in due fasi: una parte teorica e una pratica. Durante il modulo teorico, gli istruttori dell’Istituto RASS, partner di ACS, hanno illustrato i principali aspetti della dinamica di guida, fornendo indicazioni preziose per gestire situazioni critiche come la frenata d’emergenza e la guida su superfici a bassa aderenza.
Nella sessione pratica, i partecipanti hanno applicato le nozioni apprese, esplorando anche le potenzialità delle vetture messe a disposizione da AUTORS. Gli esercizi, oltre a rappresentare un’esperienza formativa stimolante e divertente, hanno permesso di testare i sistemi di sicurezza e assistenza alla guida, come il controllo della trazione e della stabilità, l’ABS e, nel caso della Rafale, la trazione integrale.
Analogamente a quanto organizzato per il Football Club Lugano, ACS organizza corsi di guida su misura per aziende, offrendo un’opportunità unica per migliorare la sicurezza stradale e rafforzare lo spirito di squadra. Grazie alla flessibilità della proposta, i corsi possono essere adattati alle specifiche esigenze di ogni realtà, trasformandosi anche in attività di team building coinvolgenti e formative. Questi corsi combinano teoria e pratica per permettere ai partecipanti di acquisire competenze fondamentali nella gestione del veicolo in situazioni critiche, il tutto in un ambiente stimolante e interattivo. Un’occasione perfetta per unire apprendimento e collaborazione, rendendo la formazione un’esperienza utile, sicura e divertente. Scopri come personalizzare il tuo corso con ACS contattando il nostro ufficio di Locarno: 091 751 46 71 / locarno@acsti.ch
Con Renato Pizolli, portavoce della Polizia cantonale, tracciamo un bilancio relativo agli incidenti stradali avvenuti lo scorso anno in Ticino. Se da un lato, purtroppo, vi è stato un incremento dei decessi (rispetto a un anno molto positivo come il 2023), d’altro lato gli incidenti sono in diminuzione costante. A contare sono diversi fattori come la prevenzione, le infrastrutture più sicure e il progresso tecnologico dei veicoli.
Negli ultimi decenni, il numero di incidenti stradali in Ticino e a livello nazionale ha mostrato una tendenza alla diminuzione. “Un risultato positivo derivante da molteplici fattori”, spiega Renato Pizolli, “quali le iniziative di prevenzione, il progresso tecnologico dei veicoli, le attività di controllo dapartedelleforzedipolizia,nonchéilsensibile aumento del traffico sulle strade, che
limita la velocità di circolazione”. Tuttavia, nonostante questi progressi, la velocità, la disattenzione e il consumo di alcolici rimangono tra le cause principali degli incidenti. Se si osservano i dati recenti, emerge un andamento altalenante dei decessi sulle strade ticinesi. «Per quanto riguarda il 2024, in base ai dati attualmente in nostro possesso, si registra una leggera diminuzione degli incidenti della circolazione stradale”, afferma Pizolli. “In particolare, gliincidenticonferimentilieviegravisono diminuiti di circa il 20%”. Tuttavia, se nel 2023 si era registrato uno dei dati più bassi di sempre con 7 incidenti mortali e 8 vittime, il 2024 ha visto un incremento significativo, con 18 incidenti mortali e 19 vittime, tra cui 3 pedoni. “Inquattrocasi”, aggiunge, “la causa principale è con tutta probabilità riconducibile a un malore”.
Rispetto al resto della Svizzera, il Ticino si mantiene in linea per numero di incidenti, feriti e decessi. “È importante lavorare sempre in maniera allineata anche nell’inserimento dei dati statistici”, sottolinea Pizolli, evidenziando come la sicurezza stradale della regione sia paragonabile a quella del resto del Paese. Questo confronto con il resto della nazione permette di comprendere meglio il livello di sicurezza raggiunto e le aree in cui intervenire per migliorare ulteriormente la situazione.
Per quanto riguarda la prevenzione, ci sono ancora margini di miglioramento. “La prevenzione è un concetto molto strutturato e che si sviluppa a più livelli”, spiega Pizolli. “Da una parte c’è sicuramente l’aspetto della sensibilizzazione e della creazione di un senso di rispetto delle regole e del concetto di prudenza. Un altro aspetto fondamentale è quello delle infrastrutture, senza dimenticare il contributo della
tecnologia e l’importanza delle attività di sanzione in caso di infrazioni”. In questo contesto, il progetto «Strade sicure» riunisce diversi partner – tra cui anche la Sezione Ticino dell’Automobile Club Svizzero – per individuare soluzioni comuni ai problemi legati alla sicurezza stradale. Un lavoro di squadra che si estende anche a campagne di comunicazione mirate, volte a sensibilizzare i cittadini e a promuovere una cultura della sicurezza condivisa. L’innovazione tecnologica ha indubbiamente rivoluzionato la sicurezza dei veicoli, con un impatto significativo sulla prevenzione degli incidenti. “L’impatto della tecnologia è stato significativo e ha contribuito concretamente a migliorare la sicurezza stradale. Tuttavia, ogni medaglia ha il suo rovescio: se da un lato offre numerosi vantaggi, dall’altro può anche favorire distrazioni e momenti di scarsa attenzione”. Oltre alle numerose sollecitazioni provenienti dalla tecnologia presente nei
veicoli, esiste il rischio che i conducenti deleghino eccessivamente a questi sistemi la gestione delle situazioni di pericolo, riducendo in alcuni casi il livello di attenzione alla guida. Questo fenomeno evidenzia l’importanza di un’educazione continua sui limiti della tecnologia, per garantire che i conducenti rimangano consapevoli e vigili al volante.
In conclusione, sebbene i dati mostrino una generale tendenza alla riduzione degli incidenti, l’attenzione alla prevenzione e alla sicurezza stradale deve rimanere una priorità. Grazie a una combinazione di sensibilizzazione, innovazione tecnologica e controllo delle infrazioni, l’obiettivo rimane quello di rendere le strade sempre più sicure per tutti. Solo attraverso una sinergia tra istituzioni, cittadini e imprese sarà possibile migliorare ulteriormente i risultati e garantire un ambiente stradale più sicuro per le generazioni future.
Il telecronista della RSI
Loris Prandi racconta la sua lunga esperienza nel “circus”: un universo motoristico in continua evoluzione che, nonostante i cambiamenti, continua ad affascinare giovani e meno giovani, come dimostrano i dati sugli ascolti che certificano come quello della Formula 1 sia il pubblico rimasto più fedele nonostante il passare degli anni.
ACS: Come è nato il suo interesse per il giornalismo e la Formula 1?
Loris Prandi: Fin da bambino amavo leggere e scrivere. Già alle scuole medie ho iniziato a lavorare: il mio primo stage estivo lo feci al Corriere del Ticino, poi ho collaborato con vari giornali, riviste e con Radio 90.6, la prima radio “libera” del Cantone. Dopo aver studiato Scienze politiche all’U-
niversità di Losanna, nel 1993 ho superato un concorso per praticanti redattori sportivi all’allora TSI. Lo sport era il settore ideale per fare esperienza, e io ero appassionato di ogni disciplina, Formula 1 compresa.
Il mio esordio “televisivo” nel Circus è stato a Comano: mi occupavo di coprire i commenti inviati dopo le telecronache da Pablo Foletti. Dopo qualche anno, ho inizia-
to a realizzare interviste nel paddock, fino a debuttare come commentatore in alternanza con Giuseppe Dionisio e Roberto Gurian.
Ci sono telecronisti che hanno influenzato il suo stile?
Ho cercato di prendere il meglio da tutti. Oltre ai “nostri”, seguivo Mario Poltronieri ed Ezio Zermiani sulla Rai, Jean-Luc
Moncet e Pierre Van Vliet su TF1, e Jacques Deschenaux sulla TSR. Ma i veri maestri che mi hanno introdotto in questo mondo sono stati Giuseppe Dionisio, Roberto Gurian e Sergio Noseda, che curava le interviste per la radio, oltre ai colleghi romandi come Jacques, Christian Fehlbaum, Roland Christen e Luc Domenjoz.
Si ricorda la prima gara commentata?
Certo, era il Gran Premio del Belgio a Spa-Francorchamps nel 2001. Quella gara fu segnata dal terribile incidente di Luciano Burti, la cui Prost finì sotto una barriera di pneumatici. Però i miei primi Gran Premi da inviato li seguii già nel 1990 per Il Dovere, grazie al caporedattore sportivo Luigi Bertoglio, che mi diede l’opportunità di entrare nel paddock.
Come è cambiato negli anni il lavoro di chi segue giornalisticamente la Formula 1?
All’inizio c’era molta più libertà di movimento e i rapporti con team e piloti erano più diretti, persino con i grandi nomi. Oggi il paddock è blindato, e ottenere un’intervista può richiedere mesi di preprazione, a meno che non si rappresenti una grande TV internazionale o un giornale di rilievo.
Ricordo ancora quando, da giovane reporter con il pass al collo, sentii qualcuno mettermi una mano sulla spalla: girandomi mi ritrovai davanti Bernie Ecclestone, che
Foto:
A sinistra - GP Monza: i tifosi della Ferrari scaldano sempre l’ambiente al GP di Monza.
Sopra a sinistra - GP Montecarlo: per ammirare da vicino le monoposto, nessun Gran Premio è meglio di Montecarlo.
Sopra a destra - A Monza i tifosi Ferraristi scaladano sempre l'ambiente!
voleva capire chi fossi. All’epoca si conoscevano tutti, e un volto nuovo non passava inosservato. Oggi, invece, l’accesso è rigidamente controllato e la distanza tra media e squadre è aumentata.
Ha mantenuto rapporti con alcuni piloti?
Non seguendo la F1 “sul campo” è più difficile, ma sento ancora con piacere Franco Forini (ero alla prima di Lesmo a Monza al suo debutto in F1 nel 1987) e Davide Valsecchi. Tra gli ex piloti mi capita di incontrare Jean-Pierre Jarier, che è una vera miniera di aneddoti gustosi e divertenti.
La RSI segue tutte le gare in loco?
No, per ragioni economiche. Una volta si riusciva a viaggiare qualche volta anche fuori Europa, ma oggi si selezionano gli appuntamenti più vicini, come Monte Carlo e Monza. La grande maggioranza delle gare le commentiamo dalla cabina a Comano. Certo, essere sul posto fa la differenza: puoi vedere la gara con i tuoi occhi, anticipare le situazioni nei box e cogliere dettagli che sugli schermi sfuggono.
Qual è il circuito con il pubblico più appassionato?
Monza senza dubbio per l’incredibile tifo Ferrari. Ma anche Messico e Brasile hanno un pubblico straordinario. Ogni circuito ha le sue peculiarità: gli inglesi sono molto competenti, i giapponesi sfegatati. A Monte Carlo, invece, si possono vedere le monoposto da vicino come in nessun altro posto.
È vero che oggi le gare sono più noiose rispetto al passato?
Durante il dominio di Schumacher le corse non erano sempre spettacolari: lui vinceva e dietro c’erano pochi sorpassi.
Negli ultimi anni, invece, lo spettacolo è migliorato, soprattutto nelle lotte per le posizioni di rincalzo e le ultime stagioni sono state avvincenti fino all’ultima gara.
Quanto è importante il commentatore tecnico?
Fondamentale. Io lavoro con Andrea Chiesa e Alex Fontana, e avere un ex pilota accanto è un grande valore aggiunto. Oggi le informazioni arrivano in tempo reale e bisogna saperle interpretare. Inoltre, il colpo d’occhio di un pilota può essere decisivo: nel 2009, al GP d’Ungheria, un oggetto colpì il casco di Felipe Massa, causandogli un incidente. In cabina, Andrea Chiesa si accorse subito di quale fosse la causa, mentre le notizie ufficiali giunsero solo diverse ore dopo.
Come immagina la F1 del futuro?
La Formula 1, già da qualche anno, sta andando verso un futuro sempre più “green”: motori ibridi, stop ai test privati, ricerca su carburanti meno inquinanti. Tuttavia, per sua natura, questo sport non potrà mai essere del tutto ecologico.
A livello mediatico, la F1 è sempre più globale, e oggi i social media e le serie Netflix hanno cambiato il modo di raccontarla. Il problema è che lo show è diventato molto “patinato”: i piloti appaiono tutti amici, rispettosi delle regole, politicamente corretti. Un tempo, invece, emergevano personalità forti come Piquet, Senna e Prost, che non avevano paura di dire ciò che pensavano.
Oggi i piloti sono più controllati, ma lo spettacolo in pista resta. E finché ci sarà competizione, la F1 continuerà ad affascinare anche i più giovani, come fece con me.
Intervista a cura di Nicola Mazzi
La Sezione Ticino
dell’Automobile Club
Svizzero (ACS) ha reso omaggio ai più bravi sportivi nei vari campionati automobilistici. Molti i personaggi di spicco presenti alla serata.
Isuggestivi spazi di Bentley Lugano, concessionario esclusivo per il Ticino dello storico marchio britannico, ha fatto da cornice a una serata speciale per tutti gli appassionati di motori. La Sezione Ticino dell’Automobile Club
Svizzero (ACS) ha infatti celebrato, lo scorso 30 gennaio, i migliori sportivi della stagione in un evento che ha unito emozione, passione e la voglia di guardare al futuro con determinazione.
Più di un centinaio di invitati si sono ritrovati per rendere omaggio ai talenti che hanno lasciato il segno nelle competizioni automobilistiche nella passata stagione. Sul palco, tra applausi e sguardi carichi di ammirazione, si sono alternati campioni affermati e giovani promesse.
La serata è stata introdotta dall’intervento di Benjiamin Albertalli, direttore di ACS, che ha messo in evidenza alcuni aspetti importanti per l’associazione. “Il motorsportnonèsolovelocitàecompetizione, ma anche passione, sacrificio e dedizione”, ha dichiarato, ricordando l’importanza del
sostegno ai piloti e ai team, e sottolineando l’impegno dell’ACS nel mondo delle corse e non solo.
A prendere la parola è stato poi Simone Gianini, presidente di ACS Ticino, che con orgoglio ha ricordato il ventesimo anniversario della Sezione, celebrato nel 2024. Un traguardo importante, che testimonia l’impegno costante nella difesa degli automobilisti e nella promozione del motorsport, attività per le quali è necessario fare squadra per rafforzare la base associativa e quindi incrementare il numero di soci.
La cerimonia di premiazione, moderata dal noto commentatore sportivo Roberto Gurian, ha reso quindi omaggio ai migliori sportivi affiliati ad ACS, conferendo inoltre premi speciali per meriti sportivi a Kevin Gilardoni, Kim Daldini e Christian Bralla.
Coppa ACS Ticino
Daniele Luedi
Federico Bernasconi
Ottavio Stevan
Campionato Kart – Super Mini
Albert Tamm
Campionato Kart – KZ2
Ethan Frigomosca
Paolo Castagnetti
Cesare Delea
Campionato Kart – Monomarcia / DD2
Christian Canonica
Alberto Franchini
Nicole Maffeis
CAMPIONATI TICINESI ACS 2024, I PREMIATI
Trofeo storico Rally – Piloti
Ivan Butti Rusca
Matteo Galfetti
Campionato Velocità
Christian Bralla
Mario Bertocchi
Aramis Cereghetti
Campionato Rally - Piloti
Stefano Mella
Kim Daldini
Mirko Puricelli
Campionato Rally – Navigatori
Marco Menchini
Gea Daldini
Pietro Ravasi
Pietro Galfetti
Trofeo storico Rally – Navigatori
Giuseppe Ricciardi
Matteo Galfetti
Meriti sportivi
Kevin Gilardoni
Christian Bralla
Kim Daldini
Trofei
• Roger Krattiger: Kevin Gilardoni
• Flavio Finardi: Kim Daldini
Il 2025 segna anniversari importanti nel mondo dell’automobile, un’occasione per ricordare marchi e modelli che hanno fatto la storia. Dai giganti dell’industria ai modelli che hanno segnato epoche, ripercorriamo insieme questi traguardi.
Sono due le case automobilistiche che festeggiano traguardi importanti nel 2025.
Chrysler compie 100 anni dalla sua fondazione nel 1925: un secolo di vita nel corso del quale si è consolidata come uno dei principali marchi americani. Oggi, tuttavia, appartiene al gruppo Stellantis e la sua produzione si limita unicamente a due minivan, tra cui l’ultima generazione della Voyager.
Audi, invece, festeggia 60 anni dall’inizio della sua era moderna, avviata nel 1965, quando Volkswagen rilanciò il marchio. Il primo modello fu la “Serie F103” – ufficiosamente chiamato Audi 72 – derivato da un precedente modello DKW con motore a due tempi. La vera svolta per il marchio arrivò negli anni ’80 grazie a modelli dotati di numerose innovazioni tecniche (come l’Audi 100 della Serie C3) e al leggendario sistema di trazione integrale “quattro”.
Nel 1955 debuttavano due modelli destinati a diventare leggende.
La Citroën DS, presentata al Salone di Parigi, rivoluzionò il concetto di automobile con il suo design avveniristico e le sospensioni idropneumatiche. Con oltre 1,4 milioni di esemplari prodotti, è ancora oggi considerata un capolavoro ingegneristico, oltre che un’opera d’arte su ruote.
Dall’altra parte dell’Atlantico nasceva la Ford Thunderbird, una delle prime “personal luxury car” americane. Con una produzione che si è estesa ininterrottamente per dieci generazioni dal 1955 al 1997, la Thunderbird ha lasciato un segno indelebile nella cultura automobilistica statunitense. Il modello si distingueva per il suo design elegante, diventando un simbolo dello stile americano. Dal 2002 al 2005 è stata proposta un’undicesima generazione, caratterizzata da linee retrò ispirate alla prima generazione.
Alfa 75, Autobianchi Y10 e FIAT Uno Turbo
L’Alfa Romeo 75, lanciata nel 1985 per celebrare il 75° anniversario del marchio, è stata l’ultima Alfa progettata prima dell’era Fiat e, per lungo tempo, anche l’ultima Alfa Romeo a trazione posteriore. Progettata con uno schema transaxle, cioè con il cambio ubicato al retrotreno per una migliore ripartizione delle masse, è ancora oggi molto amata dagli appassionati.
L’Autobianchi Y10, presentata lo stesso anno, ha invece ridefinito il concetto di city car premium grazie alle sue finiture, alle dotazioni di alto livello, ai motori vivaci (la “Turbo” vantava 85 CV e toccava i 180 km/h di velocità massima) e alla disponibilità della trazione integrale, diventando molto popolare tra coloro che cercavano un’auto compatta ma raffinata.
Infine, la FIAT Uno Turbo, con il suo motore turbo da 1.3 litri, ha reso accessibili le prestazioni elevate in una vettura compatta, diventando un riferimento tra le “hot hatch” dell’epoca. Capace di superare i 200 km/h, era una delle vetture più veloci della sua categoria, conquistando rapidamente i giovani appassionati dell’epoca.
Nel 1975 facevano il loro ingresso nel mercato due modelli europei destinati a un grande successo.
La BMW Serie 3, nata con la generazione E21, ha venduto oltre 16 milioni di unità in tutto il mondo, diventando il punto di riferimento tra le berline sportive premium fino ai giorni nostri. Già a partire dalla seconda generazione, denominata E30, la Serie 3 è stata declinata in svariate varianti di carrozzeria (berlina, coupé, familiare, cabrio) e ne è in seguito derivata una versione sportiva: la M3. La BMW Serie 3 è oggi giunta alla sua settima generazione.
Parallelamente, nello stesso anno al Salone di Ginevra veniva presentata la Volkswagen Polo. Con circa 20 milioni di esemplari prodotti, è tra le vetture di maggior successo della casa di Wolfsburg, diventando una delle preferite dagli automobilisti europei. Giunta attualmente alla sesta generazione, dal 2013 al 2016 si è ritagliata un posto d’onore nella storia dei rally, vincendo per quattro anni consecutivi il campionato mondiale con Sébastien Ogier.
Tra gli anniversari da celebrare nel 2025 ci sono anche quelli di automobili legati indissolubilmente al grande e al piccolo schermo.
Nel 1975 debuttava infatti la Ferrari 308 GTB, una delle più belle e apprezzate berlinette della casa di Maranello, con il suo design firmato Pininfarina e il motore V8 centrale. Con il tempo, la 308 GTB è diventata un’icona delle Ferrari a motore centrale, anche grazie alle apparizioni nel telefilm (oggi diremmo serie TV) “Magnum P.I.”, benché in quel caso nella versione GTS (Spider).
Nel 1995 veniva lanciata la BMW Z3, prima roadster moderna della casa tedesca, resa celebre anche dalla sua apparizione nel film “GoldenEye” di James Bond, la quale diede poi il via a una collaborazione durata per tre lungometraggi. La versione Coupé debuttò nel 1998.
Sembra ieri, eppure sono passati già 20 anni dal debutto di due icone moderne quali la Bugatti Veyron e l’Aston Martin V8 Vantage.
Nel 2005, ovvero sette anni dopo che il gruppo Volkswagen acquisì i diritti legati allo storico marchio francese, la Bugatti Veyron ridefinì il concetto di hypercar grazie ai suoi 1.001 CV erogati da un motore a 16 cilindri dotato di quattro turbocompressori e alla velocità massima di oltre 400 km/h, diventando un simbolo di velocità, ingegneria e lusso.
Dall’altra parte, l’Aston Martin V8 Vantage rappresentava un inedito modello d’ingresso nel prestigioso mondo del marchio inglese. Grazie al suo design iconico, raffinato e senza tempo, nonché alle prestazioni assicurate dal suo V8 e a un prezzo concorrenziale (poco superiore a quello di una 911 Carrera S e non molto dissimile da quello di una Mercedes SL 500 o una BMW M6), fu un grande successo, tanto da essere ancora oggi una delle Aston Martin più vendute nella storia del marchio.