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PERIODICO DEL LECCE CLUB CENTRO DI COORDINAMENTO FONDATO NEL 1974 • 7 NOVEMBRE 2018
RITORNO AL FUTURO di MARIO DE LORENZIS *
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nche gli arbitri possono sbagliare. Solo uno stupido potrebbe pensare che siano infallibili. E allora diamo per buona la tesi che a Pescara la pessima direzione di gara del signor Di Paolo sia dipesa solo da una serata negativa. Ci resta tuttavia il dubbio che a sbagliare, nella circostanza, non sia stato il solo Di Paolo. Davvero non riusciamo a capire perché ad arbitrare una sfida come quella dell’Adriatico sia stato designato un fischietto abbruzzese. Alla fine della fiera al Lecce, che pure ha commesso diversi errori, si può contestare ben poco. Ci ha messo muscoli, cuore e cervello, ma il risultato era segnato. E quel che brucia è che oltre alla beffa c’è il danno delle squalifiche che pesano in vista della successiva trasferta di Cosenza. Ma il punto è un altro. La serie B è un campionato infernale, lungo e duro e noi tifosi lo sappiamo bene. Non sogniamo miracoli. Però una cosa è bene dirla subito: la squadra, la società, la città e il Salento tutto, meritano rispetto. Perché non siamo nati ieri, abbiamo una storia e un passato onorevole e quando le cose vanno male, ci rimbocchiamo le maniche e con lealtà e passione ricominciamo a lavorare per tornare ai livelli che questa terra merita in ambito sportivo (e non solo... anche questo tema sarebbe interessante...). E allora, dagli organi federali è lecito attendersi l’attenzione dovuta, quella che in questa prima parte della stagione non sembra esserci stata, designazione e arbitraggio di Pescara a parte. Sono passati meno di tre mesi dall’avvio del campionato di serie B e se ne sono viste di tutti i colori, tra ricorsi, controricorsi, sentenze che sbugiardavano gli stessi pronunciamenti dei giudici endofederali e ordinari e via discorrendo. Per fortuna lo sport non si ferma e la competizione sportiva prosegue e coinvolge i tifosi delle 19 squadre in lizza. Il nostro Lecce, tornato tra i Cadetti dopo un’assenza di otto anni, sta riscuotendo unanimi consensi da tifosi e addetti ai lavori. Ne va dato atto al gruppo dirigente, presieduto da Saverio Sticchi Damiani, che ora è chiamato a consolidare questo patrimonio. CONTINUA A PAGINA 6
RIVOLUZIONE MELUSO LA SQUADRA C’È MA LA B È UN INFERNO
NONSOLOCALCIO VERONA, IL SALENTO E IL LECCE NEL CUORE
L’AFFETTO DEI TIFOSI PER LOPRIENO INDOMITO STOPPER
RISPETTO
PER Il
lECCE
Lo scippo di pescara Scandaloso quel che è successo allo stadio “Adriatico” in PescaraLecce. Un arbitro che non sapremmo come definire si è reso protagonista in negativo in una partita spettacolare e combattuta, nella quale i giallorossi di Liverani erano stati capaci di recuperare il doppio svantaggio (come successo a Foggia). L’avezzanese Aleandro Di Paolo è infatti un vicino di casa dei pescaresi, proprio come il Quarto Uomo Di Martino che arrivava da Teramo. La doppia espulsione di Calderoni e Meccariello ha lasciato i salentini in 9 contro 11, agevolando la vittoria dei biancazzurri che, fino all’89°, erano stati incapaci di segnare il gol decisivo, rischiando anzi la figuraccia contro un combattivo e lucido Lecce. La designazione già alla vigilia aveva creato qualche perplessità per il fatto che anche il fischietto fosse abruzzese. Quanto successo poi campo ha purtroppo confermato l’inopportunità di quella scelta da parte del designatore, lasciando a squadra, società e tifoseria giallorosse tanto amaro in bocca, ma la consapevolezza che questo gruppo ha carattere da vendere.
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PERIODICO DEL LECCE CLUB
di STEFANO MEO
Il diesse giallorosso ha lavorato per una squadra d’alta classifica ma il campionato è lungo e, come dimostra la sconfitta di Pescara, pieno di insidie. La lezione del “caso Chiricò” e la comunicazione difficile tra società, squadra e tifosi. Quel che occorre è una iniezione di umiltà, nel segno del rispetto dei ruoli, della trasparenza e della consapevolezza del valore di un club e di una Città na rivoluzione copernicana, imprescindibile, ardita, coraggiosa, necessaria, che in questo primo scorcio di campionato ha portato il Lecce a guardare dall’alto in basso la maggior parte degli avversari. i tifosi sognano, la società anche (ma si morde la lingua) e Liverani ha un bel da fare a tenere tutti con i piedi ben ancorati per terra. Già, perché il campionato è ancora lungo e c’è da correggere la gestione globale della gara (come insegnano le partite con palermo, Foggia, crotone e pescara) e registrare la difesa che a volte balla troppo. a gennaio andrà in scena un’altra competizione dopo gli aggiustamenti di mercato e, per accendere eventuali speranze, bisognerà aspettare il prossimo mese di marzo quando la serie B entrerà nella dirittura finale. Qualcuno lo dimentica, ma è sempre così. per non farsi trovare impreparato, in estate il diesse Mauro Meluso ha rivoltato la rosa come un calzino ed i risultati gli stanno dando ragione: diciannove acquisti, undici cessioni ed un organico tutto nuovo consegnato al tecnico che ha già girato la chiave, messo in moto una macchina performante e iniziato a pigiare sul gas. Gli interventi sono stati chirurgici ed hanno riguardato tutti i reparti con l’innesto di elementi esperti, di livello, ed adatti alla categoria. dopo un carosello di nomi è arrivato Mauro Vigorito (dal Frosinone) che ha avvicendato perucchini in porta. difesa nuova di zecca con Biagio Meccariello (Brescia), Lorenzo Venuti (Fiorentina), Marco calderoni (Novara), Fabio Lucioni (Benevento), riccardo Fiamozzi (Bari) e, ombrellino nel drink, lo svincolato cesare Bovo che a dispetto dell’età garantisce qualità ed esperienza. oltre ai riconfermati cosenza, riccardi e Marino. a centrocampo c’è un olandese ancora tutto da scoprire: Thom Haye (Willem ii) e poi Jacopo petriccione (Bari), Manuel scavone (parma) oltre all’ “usato garantito” Lepore, Mancosu, arrigoni, Tsonev, Tabanelli e armellino. rivoluzionato anche il reparto of-
IL DIRETTORE SPORTIVO DEL LECCE MAURO MELUSO. IN BASSO FILIPPO FALCO IN AZIONE NEL MATCH CONTRO LA SALERNITANA
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RIvOluzIOnE MEluSO
fensivo con andrea La Mantia (entella) che garantisce fisicità e padronanza dei cieli sui palloni alti, simone palombi (Lazio) una seconda punta di qualità, molto duttile, che ha nel suo curriculum una presenza in europa League (Lazio-Vitesse 1-1) e otto gettoni con la nazionale Under 21, stefano pettinari (pescara), Filippo Falco ed il riconfermato Giuseppe Torromino. discorso a parte merita l’ingaggio di cosimo chiricò. Un vero e proprio autogol della società che, ignorando i precedenti poco felici
in maglia giallorossa ed anche dopo del giocatore brindisino, lo ha riportato a Lecce sperando in una plusvalenza e scatenando le ire di una parte della tifoseria. Liverani lo ha mandato in campo in occasione di Lecce-salernitana nei 12’ finali che sono bastati a scatenare il caos malgrado la sua buona prestazione. La solita parte di tifosi ha contestato le scelte del tecnico e della società e dopo un acceso faccia a faccia il club ha deciso di metterlo fuori rosa e di cederlo alla Ternana in serie c (ma il giocatore ha rifiutato).
“Lecce, Chiricò non piace agli ultrà e il club lo fa fuori” titolava la Gazzetta del Mezzogiorno il 14 settembre scorso aggiungendo: “La società si arrende, ‘Non è disponibile, ci serve serenità’”. Una brutta pagina che si poteva evitare con un minimo di buon senso. ora sarà ceduto a gennaio e si spera che il prezzo non lo facciano gli altri… Una situazione analoga si verificò nella stagione 2004 quando pantaleo corvino, allora diesse del Lecce, decise di riportare nel salento antonio conte che aveva concluso il suo rapporto con la Juventus. anche allora la solita parte di tifosi insorse non dimenticando l’esultanza di conte dopo un gol rifilato proprio al Lecce e l’affare saltò. “Provai a prendere Conte nel 2004 - racconterà corvino nove anni dopo - ero diesse del Lecce e avevo ingaggiato Zeman. Volevo avere un allenatore in campo, non solo un gran centrocampista e Conte era perfetto. Ci mettemmo d’accordo, firmammo i contratti. Tutto fatto. Ma i tifosi del Lecce fecero casino, non lo volevano più vedere e scoppiò un mezzo caos”. alla fine lo stesso conte tornò sui suoi passi: “È un ragazzo sensibile e mi disse: direttore non me
la sento più - ha concluso corvino - non sono benvoluto a Lecce ed è meglio per tutti se strappiamo il contratto. E così feci a malincuore”. corsi e ricorsi storici dei quali non se ne sente proprio la necessità che accadono però a tutte le latitudini dove c’è un rettangolo verde, una squadra ed i suoi tifosi.Ma, diatribe a parte che costituiscono anch’esse il sale del calcio, resta la grande avventura giallorossa nella nuova dimensione sportiva certamente più consona alla tradizione e alle aspettative della città. il presidente saverio sticchi damiani ne è consapevole e il nuovo traguardo raggiunto è anche merito suo: “Per noi è una grande soddisfazione rappresentare la Puglia nel campionato cadetto insieme al Foggia - disse il 25 agosto scorso alla vigilia della tenzone agonistica - Sarà un campionato durissimo perché nella serie cadetta piccoli dettagli ti coinvolgono nella lotta per la promozione o per la retrocessione. La parola d’ordine è conservare la categoria e sono felice perché le operazione di mercato programmate sono andate a buon fine”. e i sogni dei tifosi? rimettiamoli nel cassetto. almeno per ora.
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SERIE B
QuAnDO Il CAlCIO Dà I nuMERI Tra dubbi e ricorsi il campionato va
di GIANLUIGI CARPENTIERI
vevamo tirato un sospiro di sollievo, quando alla fine dell’estate si era dato il via al Campionato 2018/19 di Serie B, quello che rivedeva nuovamente in campo il Lecce dopo diversi tentativi di promozione andati a vuoto. A lungo c’era stata la diatriba sul numero delle squadre partecipanti, ovvero le 19 regolarmente promosse o confermate sul campo (come in realtà è stato)
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o le 22 auspicate da un manipolo di squadre ricorrenti, dalla Virtus Entella al Catania. Ma ecco che dopo ben nove giornate, la pronuncia del Tar del Lazio, che aveva accolto il ricorso della Ternana a cui si erano affiancate Siena, Novara e Pro Vercelli, aveva rimescolato le carte e lasciato la patata bollente nella mani di Gabriele Gravina, neo-presidente della Federcalcio per dirimere la questione. Dicevamo il caos. E infatti si diceva che
GABRIELE GRAVINA
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la nona giornata del campionato, quella del derby pugliese a Foggia, rischiasse di saltare. Si paventava lo stop del torneo fino a marzo, forse ancora il ripartire a ventidue (tre squadre ripescate tra le quattro sopra citate, a cui c’era da aggiungere anche l’Entella) e andare avanti tra recuperi infiniti mantenendo i risultati già acquisiti sul campo. Nel frattempo, Mauro Balata, presidente della Lega B, ha presentato ricorso urgente al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar del Lazio. L’assemblea straordinaria della FIGC ha quindi recepito la pronuncia dell’organo giudicante e lasciato le cose come stavano. Almeno per ora…
A NICOLA LOPRIENO, INDOMITO STOPPER DEGLI ANNI ‘70, L’AFFETTO DEI TIFOSI GIALLOROSSI
A SINISTRA, NICOLA LOPRIENO CON GIANNI RIVERA. SOPRA, CON SAVERIO TOSCANO, MICHELE LORUSSO, ANGELO CARELLA E PASQUALE LOSETO. A DESTRA CON LORUSSO. FOTO ARCHIVIO LECCE CLUB
«Dai “Colino”, anche stavolta vincerai tu» di UMBERTO VERRI
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a notizia della malattia (sLa) che ha colpito Nicola Loprieno ha creato dolore e profonda amarezza nel popolo giallorosso del Lecce. Lui, stopper indomito e insuperabile, adesso sta lottando con le ultime forze che gli restano per fermare quel terribile avversario che lo sta facendo soffrire come nessuno si aspettava. “colino”, come tutti lo chiamavano a Lecce, è stato e continua ad essere uno dei baresi più amati dalla tifoseria salentina che, è bene dirlo, non è stata mai prodiga di affetto e di simpatia verso la squadra del Bari e tutti i giocatori provenienti dal capoluogo della nostra regione. sono stati ben 30 i calciatori baresi che, nel corso dei 110 anni di calcio nella nostra città, hanno indossato la maglia del Lecce. da Guardavaccaro a pasquale Loseto, da angelo Maccagni ad angelo carella, da Francesco palmieri ad antonio chimenti. ed ancora da Traversa a Taiano, da Bitetto a Toscano, da ambrogio alfonso a Nicola chiricallo. e tanti, tanti altri, uno su tutti Michele Lorusso (478 partite e due
gol) e Nicola Loprieno, oggi 75enne, ma appena 31enne quando dal Matera arrivò a Lecce. Tanti i baresi alla corte del Lecce, dunque. Lui, però, “colino” Loprieno è stato capace di farsi amare più di tutti, superando nell’affetto della nostra gente anche gli stessi calciatori leccesi. ingaggiato del Lecce nel luglio del 1974 dopo aver giocato per sei stagioni nel Matera (serie c) si mise subito in evidenza disputando 35 partite ad alto livello. Quel Lecce, guidato da Nicola chiricallo (altro barese, deceduto nel marzo del 2004) si classificò al terzo posto con 47 punti all’attivo. in B fu promosso il catania, primo con 57 punti. da quel luglio del 1974 fino al luglio del 1977, Loprieno fu impiegato nei quattro campionati giallorossi in 93 partite di cui 68 in serie c e 10 in serie B, oltre ad altre 14 gare di coppa, riuscendo sempre ad avere la meglio sull’avversario di turno. Memorabile la battaglia ingaggiata e vinta contro Graziani, attaccante del Torino neo-campione d’italia. era il 5 settembre del 1976 ed il Lecce di Mimmo renna (neo-promosso in B) riuscì a compiere l’impresa più clamorosa del primo turno di coppa italia di quella stagione, sconfiggendo il Torino di Gigi ra-
dice per 2-1 (gol di Loddi e Montenegro). ebbene, in quella sfida tutte le attenzioni furono rivolte ai duelli Graziani-Loprieno, subentrato al 15’ della ripresa ad un Lorusso non in ottima giornata. Un grande difensore, ma soprattutto un grande uomo Nicola Loprieno, di professione postino, barese di nascita, salentino d’adozione. svolgeva il suo lavoro di portalettere a Bari, ma si fece trasferire a Lecce appena la squadra del presidentecommissario solombrino lo prelevò dal Matera. ed appena arrivato nella nostra città, “colino” si circondò da sinceri amici, tanto che uno di loro (pure postino, antonio Leucci) si offrì di sostituirlo, consentendo così a Loprieno di non saltare neppure un allenamento. e “colino” (non tutti lo sanno, ma è così), pur avendo una gamba lievemente più corta dell’altra, seppe ripagare la generosità dell’amico e di tutta la tifoseria giallorossa disputando quattro campionati da autentico mastino della difesa, diventando al tempo stesso l’uomo-simbolo di quel Lecce promosso in B dopo 27 anni di inferno in c. ora “colino” sta lottando contro la sLa. Forza Loprieno ed anche stavolta ce la farai a vincere tu!
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PERIODICO DEL LECCE CLUB
NEL PROSSIMO NUMERO TANTE NUOVE RUBRICHE
Una rivista tutta da scoprire... Rieccoci: il glorioso Giallorosso, come avevamo promesso a maggio, riprende le sue pubblicazioni. Lo state leggendo in edizione digitale ma non abbiamo rinunciato al supporto cartaceo, che utilizzeremo per numeri speciali e pubblicazioni di pregio che potrete aggiungere alla vostra collezione. L’idea, che condividiamo con amici e lettori, è quella di essere presenti con il magazine con una cadenza bimensile. Presto nuove rubriche si aggiungeranno a quelle tradizionali. Qualche anticipazione? “Pensieri in libertà”,“Amarcord”, “Giochi e sorteggio premio con il GialloRosso” e ancora...
I COLORI DEL CALCIO IL ROSA E IL NERO
Il significato della sconfitta FABIO LIVERANI
INNOVAZIONE O ILLUSIONE?
“vAR” (nOn) BASTA lA PAROlA Grida vendetta l’arbitraggio di Pescara-Lecce di EUGENIO CORRADO
I di TOTI CARPENTIERI
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er mestiere siamo abituati a guardare ai colori e a ragionare su di essi, cercando di comprendere quale sia il significato del loro “simbolismo”, e questo in qualsivoglia occasione e a prescindere dal tema. Rammentando che ogni colore, nella sua singolarità e nell’impiego associativo, può e deve essere letto come segno/segnale e/o simbolo culturale. Nella sua percezione immediata, nella progressione nel tempo, e nella prevalenza dell’uno sull’altro o sugli altri. Come accaduto vivendo la partita Lecce-Palermo, nella quale abbiamo subito la prima sconfitta casalinga di questa nuova stagione di Serie B, pur facendo una prestazione che il mister Liverani ha definito “di crescita”. Ecco, allora, il rosa e il nero sulle maglie degli ospiti. Sul nero, sappiamo tutto, o fors’anche di più nel suo essere il colore del caos e del disordine, oltre che della prima materia alchemica, ma è nella prevalenza del rosa la chiave e il significato della partita. Considerando che, nella sua accezione negativa, il rosa può rappresentare una mancanza di volontà, un stato emotivo particolarmente eccessivo e una sorta di smodata cautela nel fare o compiere una qualsivoglia azione. Anche quella di giocare una partita di pallone. Come in realtà è accaduto nell’ultima mezz’ora dell’incontro. Peccato!
l calcio ha iniziato da poco il suo percorso di avvicinamento alla tecnologia quale supporto all'operato dell'arbitro nelle situazioni dubbie o di difficile interpretazione. Var è il nuovo termine del calcio moderno. Un'idea made in italy che sta trovando applicazione (lenta) anche in altri paesi europei e non, e che ha trovato la sua consacrazione ai Mondiali in russia. Video assistant referee, ovvero arbitri che esaminano sui monitor solo determinate azioni e che suggeriscono all'arbitro in campo la corretta valutazione. ormai da tempo, nel tennis prima e poi anche nella pallavolo ed in altri sport, la tecnologia ha fatto il suo ingresso con telecamere in grado di assegnare correttamente un punto alleviando così la posizione dell'arbitro da unico, discrezionale ed insindacabile giudice di campo. Un ruolo che ha messo gli arbitri di calcio spesso in difficoltà ma anche talvolta abusato dalla stessa classe arbitrale. La storia calcistica è piena di “casi controversi”, di goal fantasma, di “mano de dios”, di situazioni che hanno generato discussioni infinite che ancora oggi riecheggiano nella dialettica tra tifosi. Basti pensare al “goal-non goal” di Turone in un memorabile Juventus-roma del 1981 solo per citare uno dei più “contrastati” episodi che, all'epoca, valse lo scudetto alla Juve proprio a danno della roma. per non parlare del goal di mano di Maradona in argentina-inghilterra ai Mondiali di Messico '86 di fronte a centomila spettatori nello stadio azteco; un “furto” storico. Ma di esempi in tal senso ve n'è una vasta collezione negli anni. episodi che hanno contribuito ad alimentare
il dubbio dello strapotere esercitato da alcuni club, guarda caso sempre i più grandi, a scapito delle cosiddette “provinciali”, sempre più relegate a ruolo di vittime sacrificali che, nella migliore delle ipotesi, ricevevano l'onore delle armi ed i complimenti del potente di turno. e noi giallorossi leccesi ne sappiamo qualcosa. Noi espressione di un calcio minore in termini di potentato di palazzo che a questa logica spesso abbiamo dovuto soccombere. ora arriva il Var quasi a voler riportare il calcio ad un livello più giusto. Uno strumento di equità quindi. La centralità dell'arbitro e la decisione finale, quindi la sua discrezionalità, restano proprie del direttore di gara. insomma, il vero potere resta quello economico e gli attori sono il triangolo composto da Torino-Milano-roma, con buona pace per tutti gli altri che a questo gioco-business sono chiamati nel ruolo di comprimari, anche se lautamente compensati, ma pur sempre comprimari. Ma il Var è da considerarsi ancora solo un esperimento. La sua applicazione, al momento, è limitata in italia alla sola serie a con esclusione delle categorie inferiori. Quasi come se la “svolta democratica” dovesse essere testata prima per i potenti e poi, se sarà il caso, per tutti gli altri. Un'ulteriore prova è il fatto di non essere ancora stato omologato da FiFa e UeFa. Ma sarà solo questione di tempo. La falsa rivoluzione sarà estesa a tutti e tutti crederanno che il gioco più bello del mondo sarà tornato all'origine, quando a vincere scudetti erano il Grande Toro, il Genoa, la pro Vercelli, il Bologna. in fondo a questo servono le illusioni. a proposito di illusioni, a quando il Var anche in serie B e nei campionati minori? L'arbitraggio di pescara-Lecce urla vendetta.
Il Giallorosso - 7 NOVEMBRE 2018 • Anno XLIV • Iscritto al n° 155 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 2.11.1974. Direttore responsabile: Pierpaolo Sergio. Direttore editoriale: Mario De Lorenzis. A questo numero hanno collaborato: Toti Carpentieri, Gianluigi Carpentieri, Eugenio Corrado, Stefano Meo, Umberto Verri. Fotografie: Ivan Tortorella, Archivio Lecce Club. Pubblicità - Redazione: “Il Giallorosso” - Via Carlo Massa, 31- tel. 0832/396493 - E-mail: lecceclubccasd@libero.it Edizione: ASD Lecce Club Centro di Coordinamento - www.lecceclub.com • facebook.com/lecceclubcc/
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di UMBERTO VERRI
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uando fu inaugurato ufficialmente (2 ottobre 1966), lo stadio “Via del Mare” fu paragonato a un piccolo gioiello sportivo, quasi unico in tutta la puglia, poiché aveva la pista d'atletica realizzata grazie ai fondi coni. per una città come Lecce, dove aveva fatto da cornice alle tante vittorie (ma anche sconfitte) della squadra giallorossa il vetusto ed antiquato in terra battuta “carlo pranzo”, quel nuovo stadio con manto erboso, con tribune eleganti e proprie per ciascun settore (centrale, est, Laterali, curve Nord e sud) fu accolto con grande entusiasmo non solo dai tifosi, ma anche dai dirigenti salentini che, per dar lustro a quella struttura, organizzarono (in primis l’avv. Marcello indraccolo) amichevoli di grande prestigio internazionale come quella con lo spartak Mosca, con l’argentina e con il santos del grande pelè. Quasi un tempio del calcio salentino, quel nuovo “Via del Mare”. da custodire e proteggere per poterlo tenere in vita il più a lungo possibile e nelle migliori condizioni. Ma il tempo passa per tutti, anche per il “Via del Mare” che, in seguito alle nuove, grandi imprese calcistiche della squadra, cominciò a non essere più adatto ad accogliere il numero sempre crescente di tifosi in forte aumento grazie anche alla prima storica promozione del Lecce in serie a. Un evento che portò allo stadio spettatori delle vicine calabria, campania e Basilicata. e così, per merito del vulcanico e compianto presidente Franco Jurlano, fu deciso (estate 1985) di abbattere quasi completamente il vecchio impianto, creandone uno nuovo da completare, però, fra luglio e settembre. obiettivamente, non sembrava essere cosa semplice. invece, il miracolo ci fu e fu
SALVIAMO LA TRIBUNA EST
Il “vIA DEl MARE” STA CADEnDO A PEzzI Inaugurato il 2 ottobre del 1966, il “piccolo gioiello” è la Casa del calcio salentino. Il presidente Franco Jurlano e il costruttore Costantino Rozzi nel 1985 fecero le cose in grande,
ANDREA TABANELLI
portando la capienza a oltre 60mila mila spettatori. Ora la Tribuna Est, cuore dei tifosi, ha bisogno di interventi di risanamento da fare subito, chi deve intervenga senza indugiare oltre.
compiuto dal costruttore ascolano costantino rozzi il quale, in appena 97 giorni, consegnò alla società del Lecce un impianto che poteva ospitare 55mila spettatori e che era tecnicamente consono alle esigenze della tifoseria salentina ed a tutte le regole della Figc. Un gran bello stadio, che ebbe una nuova inaugurazione in pompa magna: infatti fu disputata la gara amichevole fra italia e Norvegia, alla quale assistettero ben 65mila spettatori. Uno stadio al bacio, verrebbe da dire. invece, oggi con il Lecce nuovamente ritornato in B, quel vecchio “gioiello” ha bisogno di essere ritoccato e rimesso a nuovo in diversi settori. e tra questi, quello che più sembra creare problemi e, possibili rischi pericolosi, è il settore della Tribuna est, da sempre cuore pulsante della tifoseria giallorossa e sede preferita dai tifosi del salento. il grido d’allarme sulla “vetustà” e, quindi, sulla inadeguatezza della est è stato lanciato dalla commissione di controllo sulle strutture del “Via del Mare” all’inizio di questa stagione. ed è stato detto a chiare lettere che si tratta di una situazione da sanare presto e bene (così come è stato fatto per il manto erboso) in modo da non avere problemi per il futuro. ristrutturare la est è facile e semplice, vale a dire che ci sono gli strumenti tecnici per farlo ed anche in breve tempo. L’unico, grande ed insuperabile ostacolo (per il momento) è rappresentato dal forte costo del restauro della est data la dichiarata assenza di soldi da parte dell’amministrazione comunale, proprietaria della struttura. come andrà a finire? Noi temiamo che la storia possa andare per le lunghe. e, sinceramente, non sarebbe un bel biglietto da visita per nessuno: per i tifosi salentini e per quelli ospiti. Redazione Il Giallorosso
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PERIODICO DEL LECCE CLUB
vEROnA GIAllOROSSA
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ra le varie realtà del mondo dell’associazionismo della bella ed elegante città di Verona, è attiva dal 2004 l’associazione socio-culturale “Gli Amici del Salento di Verona”, presieduta da Giovanni Martes, originario di cerfignano, frazione di santa cesarea Terme, ma residente a Verona da oltre 30 anni. Lo scopo dell’associazione è quello di far conoscere, attraverso le proprie attività, i diversi aspetti che anche la terra del salento è in grado di offrire. Lo scorso 5 ottobre è stata una data da ricordare per tutti gli amici che ne fanno parte, visto che il Lecce si è imposto proprio in quel di Verona per la gioia di tutti i simpatizzanti per i colori giallorossi. ci riferisce il presidente Martes: “Il forte spirito di identificazione nelle proprie origini e, al contempo, la grande motivazione alla coesione con il territorio veronese che l’associazione è riuscita a costruire negli anni, rappresentano una preziosa occasione di aggregazione e incontro tra le varie comunità”. ecco spiegato come i tifosi fuori sede vivano il rapporto con la squadra giallorosa: “Abbiamo ancora tutti nella mente e nel cuore la magica serata che abbiamo vissuto, coronata dallo straordinario risultato finale della gara del Lecce allo stadio ‘Bentegodi’ dove non abbiamo fatto assolutamente mancare il nostro sostegno. Il legame di tantissimi salentini che per motivi professionali o di studio vivono lontani dalla terra d’origine, si rispecchia anche nel calcio, assicurando, ora come nel passato, il proprio caloroso sostegno al Lecce ogni volta che la nostra squadra gioca in trasferta in Veneto o nelle altre città vicine. Per esempio, nei campionati in Serie A del 2009 e 2011, in occasione delle partite Chievo-Lecce, abbiamo avuto il piacere di organizzare un incontro ufficiale con una rappresentanza di tifosi leccesi e clivensi con i rispettivi accompagnatori ufficiali delle due
“Gli Amici del Salento di Verona” è un’associazione presieduta da Giovanni Martes, che vuole far conoscere, attraverso le proprie attività, i diversi aspetti che il Salento offre. Lo scorso 5 otA SINISTRA IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE SOCIO-CULTURALE “GLI AMICI DEL SALENTO DI VERONA”, GIOVANNI MARTENS, ORIGINARIO DI CERFIGNANO MA VERONESE D’ADOZIONE
tobre è stata una data da ricordare per tutti gli amici che ne fanno parte, visto che il Lecce si è imposto proprio in quel di Verona per la gioia di tutti i simpatizzanti per i colori giallorossi.
per conoscere l’associazione e le sue attività: • www.gliamicidelsalento.it • FB Gruppo “GLi aMici deL saLeNTo di VeroNa” • FB pagina “Gli amici del salento di Verona”
EDITORIALE/SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
squadre per uno scambio di gagliardetti e di un in bocca al lupo. Ci sarebbe piaciuto ripetere quest’iniziativa anche col Verona per provare a cancellare episodi spiacevoli del passato e far emergere atteggiamenti positivi tra le due tifoserie e tra i tifosi salentini e l’U.S. Lecce. Se da una parte apprezziamo gli sforzi della società per assicurare la competitività della squadra, dall’altra occorre comprendere anche i sacrifici dei tifosi giallorossi che assicurano presenza e sostegno in ogni incontro sia in casa, che in trasferta”. i dirigenti, gli associati e il sindaco
di Verona, Federico sboarina, avrebbero dovuto dar vita ad un incontro conviviale, ma l’anticipo al venerdì della gara ha creato problemi logistici che hanno indotto le parti a rinviare l’appuntamento ad altra occasione. pertanto, Giovanni Martes lancia un invito: “Un incontro con i dirigenti della squadra del Lecce potrebbe essere programmato per la metà del mese di maggio in occasione della tradizionale Festa Salentina organizzata ogni anno dall’associazione nella città scaligera e che per il 2019 giunge alla sua 15ª edizione”. Redazione Il Giallorosso
Il nostro è un appello e al contempo una dichiarazione di disponibilità piena alla collaborazione presente e futura, nel rispetto della propria identità, della storia e del ruolo di ognuno. Ci sentiamo di farlo perché il Lecce Club, che è memoria storica per aver vissuto in prima fila il lungo cammino del club giallorosso, ha la consapevolezza del valore della presenza nel panorama calcistico nazionale, in ambito sportivo ma anche sociale e di peso “politico”. Il nostro appello va a chi detiene il pacchetto di maggioranza dell’U.S. Lecce ma anche alla classe imprenditoriale e politica regionale e salentina. Come insegna l’esperienza dell’era-Jurlano, occorre rinsaldare l’assetto societario, formando un Consiglio di Amministrazione economicamente più forte, che possa garantire la gestione in serenità del presente e sappia aprire nuove strade per il futuro. Ma è vitale anche poter contare sul sostegno delle istituzioni, oltre naturalmente sul calore e la presenza dei tifosi e degli sportivi di un’intera provincia che nel Lecce identifica il migliore brand di promozione del territorio, come testimonia il racconto della vitalità degli Amici del Salento di Verona. Ma lo confermano anche i gruppi sparsi in tutta Italia e all’estero che, in maniera spontanea o organizzata, hanno il Lecce nel cuore, anche a distanza. Forse non si tornerà più ai 55mila spettatori del primo campionato di Serie A, ma al “Via del Mare” potrà rivedersi un pubblico da almeno 25mila presenze, che oggi è ancora una chimera. Questo gruppo ha già fatto tanto, attingendo alle proprie tasche per conquistare l’obiettivo atteso da tutta la piazza. Oggi è tempo di fare quadrato, mettere da parte eventuali dissapori e differenze di vedute e camminare uniti, ringraziando magari chi si è allontanato per propria scelta da questa dirigenza e dando massima trasparenza alla comunicazione verso tutta la tifoseria del Salento. Il cammino è lungo e difficile. Il Lecce deve ricostruirsi un ruolo da protagonista nel calcio che conta e, siccome l’ambiente pallonaro italiano è pieno d’insidie di ogni genere, è bene crearsi gli… anticorpi giusti per reagire a qualsiasi imprevisto. Mario De Lorenzis * Presidente Lecce Club Centro di Coordinamento