Storioni - Masterclass di Fumetto contemporaneo con Sara Colaone

Segno* / Masterclass di fumetto contemporaneo

STORIONI

Atez / Carlesso / Colaone / Daffara / Gaspari Guarneri / Macchi / Parrilla / Pastore / Vidali / Zilioli

Segno* / Masterclass di fumetto contemporaneo con Sara Colaone

STORIONI

Storie, storioni e storielle, raccontate a mezza voce, lette di nascosto, con la pila sotto alle lenzuola quando tutti gli altri dormono; tramandate, distorte e accartocciate, nel fruscio delle pagine o liquefatte nello scroll di un tablet, che ci fanno esclamare: “Che storia!” Anzi, “che storione!”

Per ogni storia –o storione che sia– ci vuole una figura potente, capace di attraversare la realtà e guizzare nell’immaginario. Ed eccolo, lo storione, animale d’acque dolci e salmastre, simbolo delle acque dell’Adda, che risale deponendo le sue preziose uova e si rigenera, facendo fiorire leggende e racconti. Ma lo storione è anche il biscione fantastico, emblema di una natura misteriosa e mai completamente addomesticata, il drago Tarantasio che dimora nelle acque dell’antico lago Gerundo o il mostro legato alla storia di San Giorgio, che imprime la sua leggenda nella geografia del territorio attraverso la forma delle anse del fiume.

Lo storione nuota lento, se ne frega delle chiacchiere sul suo conto, e ci mostra un luogo dove immaginazione e realtà si incrociano: le pagine disegnate dalla masterclass di fumetto contemporaneo Segno*. Qui i paesaggi classici del Parco Adda Nord e di Crespi d’Adda si piegano e riesplodono nei racconti fantastici di Maria Guarneri, Atez ed Eva Daffara. Lo scorrere del tempo si contrae, talvolta investendo l’esperienza del presente come nella gita scolastica raccontata da Gaia Carlesso, o diventando personificazione di memoria storica attraverso le figure femminili evocate con delicatezza da Cristiano “Macrileo” Macchi, o ancora raccontando la reazione alla tragedia come punto si volta personale e collettivo, come nel fumetto di Luca Vidali. Personaggi, luoghi e tempi si fondono nelle enigmatiche tavole di Giampaolo Parrilla, che costruisce rebus visivi, traghettando lo sguardo dei lettori verso leggende che filtrano dal fango delle rive dell’Adda e prendono corpo nelle storie di Chiara Zilioli e Alessandro Pastore, per finire con l’intervento di Pietro Gaspari, che riflette sorridendo sull’individuo e il lavoro.

L’Adda, il Parco e il villaggio di Crespi (sito del Patrimonio Unesco) ritornano con una nuova generazione di autori e autrici, che li reinterpretano nel segno e negli stili del fumetto.

Allora, trattenete il respiro e immergetevi nelle loro storie.

Sara Colaone

AI NANNUFFARI Maria Guarneri

clonk

2195...

È un po’ timido. Non esce spesso.

Ma ha bisogno di stare all’aperto e socializzare.

La Colonia Elioterapica dei Nannuffari è proprio quello che ci vuole, vedrà.

Qui a Crespi d’Adda possiamo vantare secoli di tradizione!

giornata tipo alla colonia elioterapica dei nannuffari

giochi di movimento

esposizione al sole

pasti sani e biologici

giochi di movimento

esposizione al sole

ancora

Psssstt…

Psssstt… Toni!

vieni?

Le femmine non possono stare con i maschi.

Non è vero. Vieni?

Niente corsa. Niente palla.

E un po’ d’ombra, magari.

Promesso.

Sshhh...

A cosa? Non so neanche come ti chiami!

Pronto?

Sono Adua.

Ma che razza di nome è?

Perché, Toni?

È un nome antico!

Anche il mio!

Il mio è Romano.

Forse addirittura etrusco. Mio papà è uno storico.

Lo so. È il diminutivo di Antonio. Vuol dire “fiore d’asino in greco.

NON È VERO! TU NON SAI NIENTE!

Per di qui.

Ove col fiato o con la spoglia tocca Secca piante, erbe aduggia il serpe infame

Ci sono suoni strani. E tu fai le poesie?!

Ne la vorace e cavernosa bocca Regna di larga strage ingorda fame

Ma cosa stai dicendo?

È buio pesto qui dentro.

Ci sono suoni strani.

E tu fai le poesie?!

Tarantasio.

Il mio drago.

eh?

Il drago del lago Gerundo.

Ma a volte risaliva anche il fiume. L’ho salutato l’ultima volta sulla spiaggia dell’isolotto Achilli.

Era bravo.

Per essere un drago.

Tutte balle. i draghi non esistono!

E non ci sono più nemmeno i laghi.

Non è che non esistono.

Sono nelle dighe. Servono per l’acqua da bere.

Un lago è molto più che la sua acqua imprigionata.

Ho visto una vecchia foto.

C’erano dei pazzi che ci facevano il bagno.

Hai mai sentito l’acqua sulla pelle?

Ma sei matta?

Pulirsi con l’acqua è roba di cent’anni fa.

Niente docce soniche.

Da non crederci.

Fine del gioco.

Fidati di me.

Ma sei matta Cadremo di sotto!

Ci stiamo per tuffare!

SUI TUBI?!

NEL MIO FIUME!

Io… Ho fatto il bagno in un fiume che non c’è.

Cioè c’è sempre stato…

Sei sempre stata tu, il fiume.

È ora di tornare a casa, Toni.

Ma io voglio liberarti, Adda!

L’hai già fatto.

Sono libera nei tuoi ricordi adesso.

#1 CRESPI Giampaolo Parrilla

Il mio cotonificio è grande, bello e produttivo.

Qui tutto funziona con perfetto rigore. klang - klang - zing - zing.

Sono andato in Inghilterra per imparare nuove tecniche

ma l’utopia è invece tutta mia.

Voglio progettare in grande, senza sottovalutare alcun dettaglio.

Mettete in fila 5000 filatoi e poi aggiungetene altri 20000.

Assumete 5000 operai e fateli abitare vicino alla fabbrica:

quello che otterrete sarà una perfetta unione tra corpo e macchina.

Il quotidiano lo lascio volentieri ai miei dirigenti.

Il mio ingegnere scoprì una falda che non permetteva il posizionamento delle macchine. Mi sentii perso.

Per la prima volta, venni preso dall’angoscia di perdere tutto.

Tempo dopo la situazione si risolse da sè.

Ma io lo sogno ancora adesso.

Cosa ci succederà quando avranno finito di testare i tessuti sintetici?

Io produco cotone.

E la prossima epidemia di gastroenterite?

Gli operai ormai sentono spesso parlare di socialismo.

Io non lo voglio applicare.

Fa così freddo su questo viale.

Tira sempre vento quando ci passeggio.

A volte mi sembra di scorgere qualche ombra tra le tombe.

Mi hanno appena dedicato una statua, messa lì, proprio davanti allo stabilimento.

Come se fossi già morto.

GITA NEI TEMPI DI CRESPI D'ADDA Gaia Carlesso

MHMM…

NON VEDO MARTA…

ASPETTATE! NON VEDO MARTA!

NEANCH’IO…

MARTA?!

OH…

HO PROVATO A CHIAMARLA, MA C’È LA SEGRETERIA.

PENSO CHE IL CELLULARE SIA SPENTO. PERCHÉ AVEVA LA BATTERIA A TERRA. (TIPICO DI MARTA)

AH! RICORDO CHE PRIMA STAVA MALE…

PENSO CHE SIA RIMASTA AI BAGNI PUBBLICI. POSSO ANDARE A CONTROLLARE? Sì!

!

POVERA MARTA. PROPRIO OGGI LE DOVEVA ARRIVARE IL CICLO! (A ME È ARRIVATO 2 SETTIMANE FA)

VAI, MA Sii VELOCE.

FORSE È RIMASTA AI BAGNI PUBBLICI DA QUELLA VOLTA E NOI L’ABBIAMO ABBANDONATA Lì.

UGH!

QUI NON C’È.

MHMM…

FORSE, NEL FRATTEMPO, È USCITA DAL BAGNO. NON CI HA VISTI E HA INIZIATO A CERCARCI!

!

MI SCUSI, LEI HA VISTO UNA RAGAZZINA BLU CON i CAPELLI LUNGHI? PROVA A GUARDARE Lì.

STA PASSANDO UNA SCOLARESCA.

MHMM Sì… MA NON VEDO MARTA.

FORSE C’È UN INCENDIO?!

DEVO TROVARE SUBITO MARTA E RAGGIUNGERE GLI ALTRI!

!

MA QUEl FUMO?!

ATTENTA SCÈTULINA!

ATTENZIONE!

IL FUMO PROVENIVA DALLA CIMINIERA! FIÙ, PER FORTUNA!

!!

!

SCUSATE IL DISTURBO, PER CASO AVETE VISTO UNA RAGAZZINA BLU CON i CAPELLI LUNGHI?

Sì, MA ADESSO SONO IN GITA E STO CERCANDO LA MIA AMICA

VA BENE…

LA SCUOLA È DA QUELLA PARTE.

CHE CI FAI QUI A QUEST’ORA? DOVRESTI ESSERE A SCUOLA.

MA Lì È DA DOVE SIAMO ARRIVATI! FORSE MARTA HA FATTO QUESTA STRADA PER RITORNARE AL PUNTO DI PARTENZA!

!

MA DI CHI È FIGLIA?

MAI VISTA PRIMA. È PIENO DI FORESTIERI. NON C’È PIÙ PACE!

UAH! CERTO CHE OGGI CI SONO TANTE SCOLARESCHE!

CHISSÀ CHE ORE SONO!

MARTA NON È QUI…

AH!

!

AAH!

MA PERCHÉ INDOSSANO LA MASCHERINA?

MA?!

ahi.

!

SPOSTATI BAMBINA.

!?

PRONTO?

EHM…

DOVE SEi?

MARTA È CON NOI.

UGH.

AH. SIAMO ALL’INFO POINT. RAGGIUNGICI.

Sì…

HEY!

AH, IRENE È TORNATA! ciao.

TI SEi FATTA UN BEL GIRETTO, EH?

GUARDA CHE MARTA È SEMPRE STATA CON NOI!

PIÙ O MENO. CIAO. TUTTO BENE?

COSì COSì. MI SONO FATTA MALE AL GINOCCHIO.

Sì, TU?

CHE DISEGNI?

OH, MI SPIACE.

MA SEi STATA ANCHE TU AL FIUME?!

MA QUESTE BARCHE?!

IRENE POI TI RACCONTO TUTTO. PROMESSO!

DOBBIAMO PARLARE.

UGH Sì…

Sì.

BENTORNATA IRENE.

STORIONI Eva Daffara

Diventeremo ricchi!

Gli imprenditori più giovani di Crespi d’Adda!

Spero che tu abbia spazio in casa per tenerli.

Otto pezzi di Oro Nero...

Quelli di Milano dovranno venire fin qui per comprarle..

Guardali, sono già lì per farsi insultare!

Ha un’aria appetitosa il tuo Oro Nero... ce ne dai un po’?

Oddio, i tre dell’Ave Maria sulla barchetta...

Scordatelo!

Ci siamo sporcati le mani, che credi?

E voi siete abituati ad avere già tutto sul vassoio!

Hai sì e no dieci anni e fai i discorsi di mio nonno.. ma per favore!

Guarda che io ho fatto cose che non puoi manco immaginare...

Certo, e sei pure il più cafone di Crespi d’Adda!

Fiero di esserlo!

Zitti, che ci vengono addosso!

Ragazzi, che succede?

Ci si vede domani!

Che calma c’è oggi, ragazzi...

Non è ancora l’Ora dello Storione!

Storioni!

Sono già qui...

Volano verso la centrale idroelettrica! Tuo padre avrà la sua bella gatta da pelare...

Festazzaaa!!

Che ci fate già qui!?

Ci risiamo...

Che deficienti... vi avevo detto di venire alle sei a fare casino!

La fabbrica è così piena di vita!!

Ma come siamo indaffarati!

Capisco tutto, ma due ore di anticipo no eh!

Non erano questi i patti!

C’è gente che lavora!

Ma siamo solo in venti in tutta la centrale!

Spocco, raduna la squadra "rimozione storioni"...

Nerino, che ci fai qui?

Eh, e noi che stiamo facendo?

Ho saltato il pranzo, sai?

Sempre a cazzeggiare con gli amici, tu...

Ma svegliati...

È da una settimana che va avanti questa storia.

Quelle bestiacce stanno infrangendo il patto millennario stipulato con noi umani!

Non sapete ancora niente?

Fanno così quando sanno che stai mancando di rispetto alle terre dell’Adda!

Loro sentono quando c’è qualcosa che non va, ma non sanno dirtelo perché non hanno memoria!

Proviamo a chiarirci domani... ma sarà dura.

Sono una minaccia per i crespidaddini!

Distruggeranno tutto!

Hanno occupato la centrale.

Oh, mi ricordo di quella volta!

Era l’anno milleottocento... errhmm... sess..

Nerino! Sei qui per il carico di oro nero?

Sì, abbiamo presente.

Però venti pezzi non bastano...

Come il giorno dell’incendio al cotonificio...

Quando vogliono gli storioni sanno essere violentissimi!

Devi darmene almeno una cinquantina per avere la paghetta, mio caro!

Mi spiace ma niente anticipo oggi!

Cantiamo una canzone!

Ehi, brutta giornata?

Ve lo dicevo che Edimio approfitta di noi!

Va’ via!!

Come farò a comprare le sigarette, adesso?

Ma se sai solo scroccare!?

Quelli di sotto ci sentiranno!

Ehi ehi, buoni!

Voi dite di aver perso qualcosa... giusto?

A quanto pare ci sono dei progressi...

Probabilmente.

Sì... forse. È difficile da ricordare!

Dev’essere qua in giro, lo giuriamo!

Quei maledetti pesci faranno anarchia fino a notte fonda!

Ah! È una presa per il culo...

Hai le occhiaie... vai a dormire presto.

Ma che stiamo a fare?!

Grazie mamma.

Che situazione assurda...

Andiamo a casa...

Argh! Non si riesce a dormire con ‘sto brusio!

Skreeeek Skreeeek!!

Dobbiamo pensare a un piano. Farò tutto quello che mi dirai.

Okay Nerino... calma.

Questo era l’ultimo.

Sbrigati!

Buttiamo i cuccioli nell’Adda!

Bravissimo!

Ora filiamo a casa...

Il figlio del capo della centrale.

Guarda un po’ chi c’è...

Ti sei ficcato negli affaracci di Edimio, eh?

Io e i miei colleghi rivendiamo le uova di storione...

Conosco gente in Russia, al mercato del caviale.

Non sapevo che mio figlio fosse coinvolto!

Che vergogna...

Già!

Vuoi dire qualcosa tu?

E adesso?

Quelli di Milano vengono qui per mangiare le uova...

Io... io... non so manco cosa sia, il caviale...

Volevo solo salvare i cuccioli...

Mio figlio non è capace di mentire!

Ha fatto tutto questo per la comunità!!!

Quali cuccioli?

Anche per voi, bestie!! Volevate i cuccioli, no?!

Che è successo?

Ma tutta ‘sta gente perchè è qui?

Boh, volevano vedere quella barca laggiù?

La voglio!!!

Ohhh... che gran barcone!!

Ma che diavolo...!?

Facciamoci un giro!

Ehii!!

Come butta?

C’è un sacco di spazio qui!

Ihh!!

Per Dio!!

Che mostri!

Ai ripari!!

Mamma!!

Aaaah!!!

Tana libera tutti!!

Andiamo a Milano gente!!

Venite, vi aiutiamo a risalire!

Dài non spingete!

Se mia moglie mi vede qui mi lincia...

Che maleducati!

Non avete manco chiesto il permesso!

La prima nave passeggeri verrà domani. Intanto potete guardare l’alba dalle rive dell’Adda!

Sono fiero di te, Nerino.

Non vedremo quei pazzoidi per un bel po’...

Benvenuti tutti, miei cari!

#2 MEDICO Giampaolo Parrilla

Ci sono solo io per 1200 abitanti.

E poi ci sono altri 3000 operai.

Le malattie più frequenti sono quelle che derivano dalla umidità degli ambienti della fabbrica e dal pulviscolo di cotone.

A volte si tratta della perdita di minime falangette delle dita. A volte di infortuni più gravi.

Il signor Silvio sostiene che una cura pronta ed energica sia il primo mezzo per diminuire le conseguenze di una disgrazia sul lavoro.

Non sono i fumi o i veleni ad uccidere, perché qui si usa l’energia idroelettrica.

I bambini sono i più deboli. Uno ogni cinque muore prima dei tre anni.

Quasi ogni famiglia, non soltanto a Crespi, ha perso almeno un bambino.

Mi è stata consegnata una grande abitazione collocata su un piano rialzato rispetto al villaggio, così che il mio occhio vigile non abbandoni mai l’operaio.

Dalle mie finestre sulla collina posso vedere tutto quello che succede.

E soprattutto ho la pace necessaria per poter portare avanti le mie ricerche lontano da occhi indiscreti.

Sicuramente Silvio non ne sarebbe felice.

Ma i bambini non possono lavorare cosi giovani.

Almeno faccio davvero qualcosa, al contrario di quel prete, buono solo a dir messa.

Conosco bene il corpo umano.

Braccia meccaniche, dita motorizzate potrebbero diminuire la fatica di questi operai.

Solo la scienza ci può aiutare.

Silvio mi ha anche chiesto di verificare le assenze per malattia degli operai, che, guarda caso, capitano spesso di lunedì.

Ma io non riscontro mai alcuna frode. Lo giuro.

IL SEGNO Chiara Zilioli

Teresa…

Ricordo nitidamente quel momento.

Come ogni donnA del Segno, mamma stava per trasmettermi qualcosa di veramente prezioso.

Mamma ebbe una vita peculiare.

Nata il giorno di Natale, la sua infanzia fu segnata dalla perdita del padre, mio nonno, scomparso nell’Adda, all’incrocio con la Martesana.

Quel corpo venne ritrovato poi, in circostanze misteriose, dopo innumerevoli preghiere.

Mi ricordo il periodo a La Plata: avevamo un ranch, io e mia

sorella cavalcavamo verso scuola, libere.

Un giorno, un fulmine colpì una casa vicina, così aiutammo la signora che ci abitava.

Per sdebitarsi, la signora trasmesse a mia madre il segno,

una sensibilità che le avrebbe permesso di curare i bisognosi,

al confine tra superstizione e medicina.

Presto, però, ripartimmo per Trezzo: mio padre non voleva che ci sposassimo in terra straniera.

Fu così che mamma portò il segno a Trezzo.

-

i più poveri, che non potevano permettersi le cure mediche, si affidavano alla loro saggezza.

Le donne del segno ricoprivano un ruolo fondamentale.

La fame sedeva alle tavole dei contadini, molti bambini finivano col morirne.

Le pratiche erano le più svariate:

leggevano i vermi,

le donne del segno recitavano preghiere e segnavano i fanciulli,

curavano le slogature.

Erano le dirette eredi delle streghe, bruciate a Cassano nel 1520, sulle sponde dello stesso fiume.

perchè il segno sia efficace, è necessaria la ripetizione dei rituali pater

pater

pater

Devote a San rocco, protettore degli ammalati ed emarginati.

e soprattutto, non accettare mai denaro, ma qualche uovo o presa di tabacco.

ave

gloria

ave

gloria

ave

gloria

/chi·rùr·go/ Dal lat. chirurgus, dal gr. kheirūrgós, comp. di kheír kheirós ‘mano’ e érgon ‘opera’ sec. XVI.

Le donne del Segno non mettono quasi mai le mani sui pazienti se non per le per le slogature. i loro gesti non sono efficaci perché competenti, ma perché fecondati dal "Segno"

Onestà e fede erano fondamentali per mantenerlo. Se una donna del segno prendeva denaro, maltrattava il paziente o sparlava di lui, il Segno veniva revocato.

Teresa!

Diventai infermiera.

Prescrivevo di frizionare con grappa i reumatismi;

Suggerivo anche i dubbiosi, offrivo consiglio a matrimoni pericolanti.

oppure di poggiare riso cotto sulle articolazioni infiammate e ricotta sul collo, per le tonsilliti.

Non potevo fare altro.

In me conviveva saggezza popolare e rigorosità scientifica.

Purtroppo, quando mancai, non riuscii a trasmetterlo a nessuno.

Ma le testimonianze del Segno rimangono nell’aria.

avendo qualche anno in più ho vissuto, nel primo dopoguerra, il periodo in cui operavano le donne col segno; ce n’era una a Vaprio che aggiustava le ossa, le slogature in particolare…

Recitò un po’ di formule, mi prese il piede e me lo mosse Uscii di casa camminando.

Da piccolo ogni tanto mi slogavo le caviglie, mi ricordo mio papà mi portò dalla Breca (in via dei Mille, credo) Non riuscivo ad appoggiare i piedi a terra…

Sarebbe bello averle ancora tra di noi.

Chissà, magari…

Per la “Mericana” la storia è un po’ diversa, soprattutto nel finale, te lo posso assicurare.

LIEVITO MADRE Alessandro Pastore

Tieni luigino, vai al santuario e accendi il cero per la mamma.

Va bene nonna.

Vai Luigino, vai! E non parlare con nessuno.

Luigino che hai combinato?

Non parlare con nessuno.

Chi essere tu?

Sono Luigino.

Tu chi sei?

Chiamami Fannullone.

Dove stai andando?

Devo arrivare al convento.

Mia nonna mi ha chiesto di accendere un cero per la mamma perché non sta bene.

Passa dalla Signora del fiume. Ti potrà aiutare.

Non posso.

…vedrai che potrà aiutarti!

Tu vai!

Parlale…

Dille che ti mando io!

Fermo Lì!

Non ti muovere.

Chi sei?

Sono Luigino. Sto andando al convento.

Mia nonna mi ha chiesto di accendere un cero per la mamma perché non sta bene, ma ora mi sono perso.

Tu chi sei?

La Signora del fiume.

Cos’ha tua mamma?

Da quando ha partorito i miei due fratelli non si è più ripresa e non ha latte per loro.

Il fannullone mi ha parlato di lei.

Aspettami lì.

Dovrai fare delle focaccelle con questo lievito madre.

Sai prepararle?

Penso di sì.

Allora preparerai sette focaccelle. Una ogni giorno, di mattina all’alba. Le impasti con un filo di acqua e farina, poi fai una bella croce sopra.

Una volta cotte, lasciale riposare mezz’ora. Mi raccomando una al giorno per sette volte e solo lei deve mangiarle.

All’ottavo giorno vedrai che inizierà a stare meglio.

Ora vai. Segui il fiume e tra pochi metri sei sulla strada.

Luigino!

Recita cinque Ave Maria!

Luigino hai acceso il cero?

Sì. Il prete mi ha fatto recitare anche cinque Ave Maria.

Che sant’uomo!

Cos’è successo alla maglia? Sistemati, la cena è quasi pronta.

Va bene. Così vado a letto presto.

Che fai nonna? È per la mamma!

Solo un morso!

Scordatela!

Irriverente!

Figlia come stai?

Portami i gemelli.

Luigino vieni coi gemelli!

Che succede?

Guarda mamma!

La settimana dopo Luigino dove stai andando?

Da te al convento per portarti questa scatola.

E cosa c’è dentro?

Questa immagino che sarà da mettere nella parete a fianco la Madonna.

tu cos’hai nella scatolina?

La settimana dopo Guarda coi tuoi occhi. Apri!

Che ci devi fare con un pennello?

L’ha benedetto il Papa per il restauro del quadro della Madonna.

Il suo seno sarà di nuovo visibile, come in origine.

Dovrei portare anche io qualcosa alla Signora del fiume?

LA CORSA DI ALVARO Luca Vidali

#3 OPERAIA Giampaolo Parrilla

Il lavoro in fabbrica è davvero difficile, pesante e noi donne siamo spesso messe in secondo piano, trattate malissimo dai capireparto.

Io lavoro in tintoria, mia madre lavorava in tessitura.

Almeno fino a quando non ha perso la mano sinistra per un incidente sul lavoro.

Lavoriamo 8 ore di lavoro al giorno. C’è il caporale che ci grida sempre.

Per ogni cestello, abbiamo un minuto di tempo. Su un minuto faccio 18 giri. Sono più di 1000 giri all’ora. Più di 10000 giri al giorno.

Quando arriva il tempista, ci prende la paura.

Nel mio reparto per fortuna il capo viene dal mio stesso paese, Trezzo, e non mi ha mai trattato male.

Dopo 8 ore, andiamo a casa rotte. Le braccia, non ce le sentiamo più.

Speriamo che vada tutto bene.

Sabato ci sarà la festa della mietitura a Trezzo, e ci andremo tutte assieme.

Al lavatoio chiacchieriamo, ci confrontiamo e discutiamo dei nostri pensieri, dei nostri problemi.

ROSALIA

NICOLETTA

LINA

FRANCA

Noi ci prendiamo cura una dell’altra.

E io ho cucito il vestito rosso da festa di Maria.

CONCETTA

ENRICA

AGNESE

Oggi parlavo con Rosa che è incinta ed è un po’ preoccupata perché ha già quasi quarant’anni.

PAOLA MARIA LUISA

Io ho perso un figlio subito dopo la nascita, Edoardo.

Speriamo che vada tutto bene.

STORIA DI MATILDE Cristiano "macrileo" Macchi

#4 CAPPELLANO Giampaolo Parrilla

Le Sacre Scritture recitano: “A stento un commerciante sarà esente da colpe, un rivenditore non sarà immune dal peccato.”

Mi è stata affidata una comunità di oltre mille anime qui.

Non ne avevo mai avuta una così grande.

Mi è stata consegnata una grande abitazione collocata su un piano rialzato rispetto al villaggio, così che possa controllarne dalle finestre la vita quotidiana.

Le pulsioni abiette e l’invidia potrebbero creare scompiglio nella comunità e allora io, attraverso la confessione e le mie omelie devo contenerle, e fare in modo che non ci siano turbamenti all’interno delle famiglie.

Il Sig. Crespi mi ha anche detto che il mio superiore diretto è lui e che entrambi rispondiamo a Nostro Signore…

E che se c’è qualcosa che può turbare la comunità, è a lui che devo subito riferirlo.

Passeggio per il villaggio per essere più vicino alla mia comunità.

LODI ORA MEDIA

Vado giornalmente in visita alle case delle famiglie. Al pomeriggio sono in canonica per le confessioni.

Ma nella fabbrica ancora non entro, se non per benedire a Pasqua.

Quel mondo non mi appartiene.

Tutta questa tecnologia non c’entra con la Fede.

Come posso parlare di Dio in mezzo a quell’insopportabile frastuono?

Quando torno a casa, al tramonto, dico un’Ave Maria per ogni abitante di Crespi.

Finisco sempre a tarda notte.

Pregare è quello che posso fare.

CR3-SP1 Atez

Ciao, io e papà abbiamo pensato di lasciarti la casa della zia in custodia per qualche tempo, lei abitava a Craspi d’Adda, lavorava alla fabbrica. è una delle villette bifamiliari del borgo, la riconoscerai subito.

Le chiavi sono nel cruscotto

è sempre stata una donna curiosa tua zia e nella vita si è dedicata anima e corpo al lavoro nonstante in molti la considerassero una vecchia pazza, poveretta.

Amava la meccanica e per qualche motivo usciva di rado di casa

Dai pure una sistemata alla casa, arredala come vuoi, ora che se ne è andata è di nostra proprietà.

C’è anche una piccola cantina al piano inferiore, potresti metterci la lavatrice che ti abbiamo regalato, buona permanenza, ci vediamo a casa, un bacio. Mamma e papà

Ciao! Non sei Lei? Chi sei?

Poco importa, io sono Cr3-sp1. Automa alcoolelettrico della premiata centrale idorelettrica di nostro padre Cristoforo Crespi.

Non fare lo sbigottito, non hai mai incontrato un automa da compagnia Crespi?

Molto male, dovrò spiegarti COSA sono

Ora tu mi vedi qui, scomposto ma in realtà sono stato generato in questa fabbrica nel lontano 1905. Ai tempi la fabbrica si era appena formata e si sviluppava intorno alla centrale idroelettrica. Li vivenao da prima di me le sorelle turbine e idrovore che trasformavano l’acqua del fiume Adda in pura energia elettrica con cui il nostro padre riforniva i suoi figli sulle strutture lungo il fiume. Io ero il loro nipote più giovane.

Aveva un sogno il nostro creatore, creare un luogo di lavoro automatizzato dove ogni cosa produce, ogni cosa crea, tutto è aciaio – acqua – natura e vita.

Il suo paradiso di chiavi a stella e catene di montaggio, di operai meccanizzati in grado di produrre senza mai stancarsi. Io ero la prova

Lo so sono tante informazioni ma ti prego di seguirmi con calma. Io sono un automa da compagnia, giravo per la fabbrica per rallegrare i dipendenti e spostare carichi, nei giorni liberi degli operai facevo compagnia alle famglie radunate in piazza decantando poesie o raccontando di storie dal mondo esterno. Naturalmente per me ai tempi la fabbrica era tutto, povero me.

Ma c’era un lato oscuro che non conoscevo, in realtà la mia nasciata era rivolta a un altro scopo, avevo un altra missione.

In realtà ero anche io parte della raccolta. Ero un automa doppiogiochista.

Infatti il mio vero compito era quello di reacarmi tutte le sere alla locanda di Crespi dove trasformavo gli effluvi alcolici dei dipiendenti in energia elettrica.

Il corpo umano la produce naturalemnte e come piante da cui crescono i frutti io coglievo le loro sbornie per tramutarle in energia.

Non sempre andava bene, dovevo essere lesto e non farmi notare.

Raccolte le energie mi recavo a quello che è stato chiamato mausoleo e poi cimitero, che nasconde in realtà una parte della fabbrica sotterrranea dove Cristoforo eseguiva i suoi esperiemnti. Difatti l’energia che accumulavo era dieci volte superiore a quella che raccoglievamo dal fiume. Il suo piano era di creare altri come me per poi usare l’energia per alimentare i futuri automi che avrebbero sosittuito gli operai.

Poi venne il giorno, non ricordo come successe ma lo capii. Anche io come gli operai però sarei stato sostituito dopo che quelli se ne sarebbero andati.

E cosa avrebbero fatto di me?

Ero nato qui, le mie radici erano qui, se avessero chiuso la fabbrica o la avessero trasformata io che ruolo avrei avuto? Avevo paura, dovevo avvertirli.

Così un giorno di maggio salii sulla più alta delle due ciminiere e incomincia il mio canto: "Amici operai state a bada, colui per cui lavorate ha altri porgetti su di voi,

questo posto, questo luogo è la vostra dimora e la vostra tomba. Ribellatevi e assumente il controllo, producete per voi e per le vostre necessità, non per il guadagnao di altr..."

In men che non si dica cado, inciampo e mi frantumo al suolo.

Ricordo ancora le loro risate, c’è chi si era stupefatto e chi mi sputava addosso.

Solo una bimba mi raccolse, mi portò qui e per cento anni o quasi mi ha accudito, nutrito.

L’unica cosa che so è che i crespi misero da parte il progetto di automazione completa

e scioccati da quanto successo si presero più cura degli oeprai

capendo che forse, anche loro, avevano preso questo luogo troppo sul serio.

Duqnue eccomi qui, sto per lasciarti anche io, ma non disperare. Sei l’ultima persona che conosce la vera storia di Crespi d’Adda non lasciarla scappare.

Ma custodiscila in te, tra i tuoi ingranaggi.

L’Adda lo aveva capito come tramutarsi, da sorgente a poderoso fiume, io l’ho capito solo ora.

Grazie per aver scelto un automa da compagnia Crespi.

L'UOMO VITE Pietro Gaspari

PROPORZIONI Sara Colaone

Tratto Nord dell’Adda, 1490 circa.

Lo vedi? Non è vero che tuo fratello si incontra col forestiero.

Hai mentito, Giovanni!

Ah Ah Ah! Credevi di fregarci!

Parla!

Così non entrerai mai a far parte dell’ordine del Drago.

Niente prove, niente drago.

Capito, storpio?!

Guarda, guarda... hai dato troppa confidenza ai pesci?

Un giorno o l’altro ti prenderà il drago, o le guardie di Vaprio.

Oppure ti troveranno a Cassano, col ventre gonfio come le rane...

Che c’è?

Ti ho messo paura?

Dio non voglia, l’acqua è nostra alleata.

Vedi i lavori? è il canale della Martesana, un giorno ci porterà fino a Milano.

Posso venire con te dal messere?

Vediamo.

Perdonate il ritardo, messere.

Hai portato la mia missiva al Melzi?

Sì, messere.

Bene, bene.

Non perdiamo altro tempo, mettiti lì.

43, 108 15, 21, 21, 5, 116, 92...

A cosa servono queste misure, messere?

è presto detto, sono le misure dell’universo.

Messere, io...

Intendiamoci, questi schizzi non riguardano veramente te...

...riguardano il tuo rapporto col mondo, con l’universo.

Universo?

Cos’è l’universo?

L’universo è l’insieme delle cose terrene e di quelle divine, del conosciuto e dello sconosciuto.

E cosa c’entra il mio corpo con l’universo?

Semplice: il tuo corpo ne è la misura. Si chiamano proporzioni.

il maestro Vitruvio descrisse queste proporzioni nel suo trattato De Architectura...

...e io, cinquecento anni dopo, voglio provare l’esattezza delle sue teorie.

Ecco, il quadrato e il cerchio, la terra e il cielo, riuniti nella perfezione!

i vostri disegni sono strabilianti, messere.

Tutte queste strane macchine...

...dove le avete vedute?

Nel futuro.

E bravo Giovanni!

Adesso ci fai vedere cosa nascondi lì!

Il drago ti strapperà le membra, ti succhierà le budella e lascerà i tuoi resti sulle rive dell’Adda, perché i porci selvatici ne facciano banchetto!

Messer Da Vinci?

è partito all’alba verso Lecco.

Cosa volevi da lui?

Dovevo restituire ques...

Se ti prendo...!

Cosa gli hai rubato?!

Ladruncolo infingardo!

Io non volevo...

Ce l’hai, questa volta?

Ecco.

Oh!

Il futuro.

Ma cosa sono?

i patti sono patti.

Ecco il drago Tarantasio.

Lo ha ricamato mia sorella.

Attento che morde.

Tu sai che cos’è il futuro?

#5 FILATO Giampaolo Parrilla

Atez (Venezia,1989) è un illustratore e street artist formatosi tra Milano e Bologna, ha collaborato con Restart festival e Musei Civici Venezia.

Pubblica su quotidiani e riviste del panorama underground italiano.

Gaia Carlesso (Castelfranco Veneto, 1996) si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna e ha disegnato visual novels con il team SolEtude, fra cui Beyond your Window, che ha vinto come “Miglior gioco italiano di debutto” agli Italian Video Game Awards 2020.

Sara Colaone (Pordenone, 1970) è autrice di fumetti e illustratrice. Fra i suoi libri In Italia sono tutti maschi (de Santis, Oblomov, 2019), Leda, che solo amore e luce ha per confine (Satta e de Santis, Coconino Press, 2016), Tosca (Solferino, 2019), Ti Ho visto (Pelledoca, 2019), Evase dall’Harem (Quella-Guyot e Quella-Villeger, Oblomov, 2020), Georgia O’Keffe. Amazone de l’arte moderne (de Santis, Steinkis, 2021). Insegna Fumetto e Illustrazione all’Accademia di Belle Arti di Bologna.

Eva Daffara (Udine, 1998), illustratrice e fumettista, diplomata in Fumetto e Illustrazione, frequenta il Biennio di Linguaggi del Fumetto all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Partecipa al corso di scrittura critica per l’arte contemporanea II di Attitudes- Spazio alle Arti e ha illustrato la visual novel Emma per la app Nocturama (Nocturama Bononia - Italian Party of Indie Developers e IV Productions).

Pietro Gaspari (Merate, 2000), illustratore freelance e graphic designer, ha creato la campagna di comunicazione per Open Bridge, evento della consulta giovani di Paderno. Ha collaborato inoltre con lo studio di animazione Red Monk nella produzione di motion design video.

Maria Guarneri (Merate, 1986), diplomata in Scenografia all’Accademia del Teatro alla Scala, è illustratrice e game designer per la casa editrice NessunDove. È tra gli artisti di Glitch: A Story of the Not (Jenna Katerin Moran, 2020) e ha coordinato la grafica per le antologie Crescendo Giocoso.

Cristiano “macrileo” Macchi (Milano, 1972), architetto, skater e fumettista, ha disegnato per le riviste Beat Magazine, Lui, e pubblicato le sue illustrazioni nelle raccolte Tarot (2007), Icons (2012), Clarabelle Cow & Co (2015) e I Vanderbilt (2021).

Giampaolo Parrilla (Bologna, 1997) pittore e fumettista, ha lavorato con: UNHCR, Arcidiocesi di Bologna, Teatro Dell’Argine S. Lazzaro. Tra le Residenze artistiche: AIR Madreselva_Uruguay, No More Half Seasons_ Milano LUISS Hub. Tra le mostre: Premio Combat 21, Paratissima 2020_Torino. Ha pubblicato con Edizioni Nuova S1 il fumetto L’Eredità di Babele.

Alessandro Pastore (Bologna, 1984), visual designer e fumettista, ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Cofondatore del marchio di merchandising Pastoraccia. Collabora con la casa editrice Canicola. Pubblica sulla rivista Nuovi Argomenti (Mondadori).

Luca Vidali (Bologna, 1997), illustratore e fumettista, ha studiato presso l’Accademia NEMO di Firenze. Le sue illustrazioni vengono pubblicate da Piazza Grande - Giornale di strada, Resistenza e La Linea Mediana. Dal 2020 è illustratore e art director della rivista Caratteri.

Chiara Zilioli (Cremona, 1997) laureata in Design e Arti alla Libera Università di Bolzano. É graphic designer e videomaker per Satispay.

Autrice di Panem et circenses (tesi di laurea, 2019) ha pubblicato su Amianto Comics: Blu (Amianto Comics, 2020) e in Le storie della Querini (Fondazione Querini Stampalia, 2019).

Il volume raccoglie le storie a fumetti sul paesaggio naturale e umano del Parco Adda Nord e del villaggio operaio di Crespi d'Adda realizzati dagli allievi della Masterclass di Fumetto Contemporaneo condotta da Sara Colaone durante la quarta edizione del progetto ZTC.

Zone a Traffico Culturale Andrea Biffi Produzione esecutiva Walter Carrera Progetto grafico e lettering Cristian Bonomi Ricerca storica e redazione Si ringraziano la Direzione e i funzionari del Parco Adda Nord per il supporto operativo.

I disegni in prima e quarta di copertina sono di Sara Colaone.

I testi sono composti in: Ready For Anything (Nate Piekos, Blambot) Roboto (Christian Robertson, Google) Un ringraziamento particolare: Donatella Pirola, assessore alla Promozione Culturale e Turistica del Territorio, Comune di Capriate San Gervasio Giorgio Ravasio e Lucia Colombo, Associazione Crespi d'Adda Paolo Cossi Stampato a tre colori nel mese di settembre 2021 su carta Fedrigoni Tatami Symbol White da 135 g/m 2 presso Grafica Monti, Bergamo Edizione 4.800 copie Un progetto

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