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2017
Zone a Traffico Culturale
ESTATE
ADDA, il fiume femmina
ZTC la poetica Le culture dell’Adda intrattengono un millenario colloquio col fiume. Una decisiva ragnatela d’acqua sostiene l’economia di questa valle: potente è colui che possiede non latifondi ma concessioni idriche. Sulla riva, l’Adda convoca antiche cartiere, mulini, falegnamerie, tessiture che da fine Ottocento le centrali idroelettriche accelerano in attività industriali: gli impianti Edison di Cornate d’Adda, quello Enel di Trezzo sull’Adda, il villaggio operaio di Crespi d’Adda, la cartiera ex-Binda e la Velluti Visconti di Modrone a Vaprio d’Adda, il Linificio Canapificio Nazionale di Fara d’Adda e Cassano d’Adda. Le località rivierasche, dove l’economia si sgranchisce da agricola a industriale, portano nel nome il proprio segreto d’acqua: mettono al lavoro la dea Adda; mutano in dispositivo idraulico il fiume, che i Celti veneravano in figura di capricciosa divinità. Questa conversione dal sacro all’operoso scandisce un dramma storico in tre atti.
[sacri-ficio]
L’Adda è una liquida ninfa, davanti a cui inginocchiarsi tremanti. Le sue acque irruenti appartengono agli dèi e non all’uomo, cui è proibito manometterle. Al cielo, egli tributa in libagione la grata parte di qualsiasi bene estragga dalla Natura.
[opi-ficio]
I mortali addomesticano il fiume, che diventa risorsa laica: l’acqua non è più abitata dagli dèi ma si offre al più efficiente sfruttamento. L’uomo modifica l’Adda a immagine e somiglianza delle proprie esigenze irrigue, di navigazione e industriali.
[arti-ficio]
È possibile ricollocare artisticamente l’ansia produttiva dell’industria nell’antico rispetto per un fiume sacro? Dall’Adda mistica e intoccabile a quella offesa e saccheggiata, l’arte può dare sintesi a queste opposte esperienze, mettendole in equilibrio.
ZTC: il progetto
Le Zone a Traffico Culturale sono cantieri che, occupando siti o monumenti del patrimonio culturale, attivano dinamiche locali e stimolano la produzione culturale condivisa e collaborativa coinvolgendo gruppi di cittadini nella realizzazione di eventi/opere proposti alla comunità e al territorio. Le ZTC rappresentano l’innesco di un processo che può portare alla costruzione di Fabbriche Culturali di Prossimità, promuovendo il protagonismo della comunità locale. Sono luoghi di valore culturale che hanno subìto una perdita di senso, generalmente legata alla trasformazione della funzione per cui erano nati: sono tipicamente i siti del patrimonio industriale, come il villaggio operaio di Crespi d’Adda, Patrimonio dell’Umanità Unesco; ma sono anche beni culturali minori come ville, castelli, luoghi di fede, di pregio culturale e artistico ma esclusi dalle principali rotte turistiche o dai grandi eventi culturali generalmente concentrati in aree urbane o metropolitane. Lo scopo di una ZTC è quello di creare un nucleo di artigiani locali della cultura che si impegnino nella creazione e organizzazione di un evento culturale specificamente ideato per restituire senso al luogo che lo ospita, riscoprendone il genius loci; una temporary factory, una piccola comunità artistica che si impegni nella realizzazione di un prodotto culturale condiviso e creato con un percorso partecipativo.
La forza propulsiva e di cambiamento dell’arte, la rende strumento di rianimazione di un luogo. La creazione di una ZTC, attraverso la masterclass, è un’esperienza di lotta artistica in un clima di condivisione: fare arte è l’antidoto alla dis-abitazione dei luoghi. La ZTC parte dall’identificazione del luogo e di un artista figurativo o performativo che ricopre il ruolo di formatore per la comunità locale: guiderà gli allievi nel percorso creativo. Il gruppo verrà raccolto sul territorio mantenendo un’attitudine inclusiva ed anti-talent. Verranno realizzate masterclass contemporanee dedicate a differenti arti ma trasversali, in connessione tra loro, e tutte si concluderanno con un evento (concerto, mostra, festival, narrazione…) per restituire alla comunità la produzione culturale.
ZTC 1 / Il lavoro: spazi, suoni, corpi
L’Adda è il fiume della rivoluzione industriale e dell’elettrificazione italiana nel tardo ‘800, ma fin dal rinascimento le sue acque fornivano energia alle ruote idrauliche di Milano. Sulle sue rive ospita edifici e siti del patrimonio industriale, luoghi del lavoro oggi spopolati, svuotati, ammutoliti. Teatro, musica e fotografia indagheranno questi spazi alla ricerca delle tracce di corpi, voci, suoni, sguardi che li hanno abitati.
ZTC 2 / Il paesaggio: uomo vs natura I panorami del fiume hanno affascinato molti artisti e osservatori della natura, a partire da Leonardo da Vinci, Luigi Vanvitelli, Bernardo Bellotto… La valle dell’Adda ha il carattere severo e selvatico di una dea, “dissacrata” dall’uomo che ha eretto castelli, monasteri, ponti, opifici e centrali. Qui, l’uomo ha costruito le sue opere pensando alla bellezza, integrando i manufatti nelle forme naturali. Curatela, fotografia e scrittura metteranno in mostra e narreranno il viaggio nel tempo del paesaggio abduano. [Inverno 2017]
e ZTC / Gli eventi
Il progetto promuove un calendario parallelo di eventi culturali sostenendo e valorizzando la creatività, le capacità e l’impegno di associazioni e artisti del territorio. Il calendario aggiornato è disponibile online.
/ estate 2017 /
/ ZTC 1 / il lavoro: spazi, suoni, corpi /
COG IN THE MACHINE masterclass musica
Partiamo dal fatto che il mondo digitale proceda da un occultamento: quello dei cavi, prima di tutto. Perché non vuole mostrare l’oscenità dei meccanismi. Proprio come il mondo classico non rappresentava il realismo dei propri altari sacrificali. Che abbia reso definitivamente immateriale quello che la civiltà dell’elettricità aveva solo cominciato a rendere trasparente? Quali sono le nuove macchine dell’artigianato musicale? Come cablare le nuove macchine in equilibrio tra l’analogico e il digitale? E quale musica queste nuove macchine dovrebbero propagare? Una musica sociale, contro la dispersione – “per evadere dall’evasione” (Fausto Amodei) - , che scopra i garbugli dei cavi fatti di quotidianità, aspirazioni e lotte. Nei luoghi dell’elettricità e del paternalismo, Morgan accompagna a riappropriarsi della macchina attraverso la canzone che abbia memoria e futuro.
Morgan Marco Castoldi, in arte Morgan, è nato a Milano il 23 dicembre 1972. È musicista, scrittore, maître à penser, uomo di cultura. Scopre presto la musica, inizia a suonare molto giovane la chitarra, poi passa al pianoforte ed in seguito si innamora perdutamente del sintetizzatore. Fonda nel 1991 i Bluvertigo, band per la quale compone musiche e testi, pubblicando dal 1995 album tra i quali Acidi e Basi, Metallo Non Metallo, Zero. Da solista pubblica dal 2003 Canzoni dell’appartamento (Premio Tenco) Da A a A, E’ Successo a Morgan, Morganicomio. Pubblica il remake di Non al denaro, non all’amore né al cielo inciso nel 1971 da Fabrizio De André ed ispirato all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, due volumi di Italian
con Raffaele Stefani Songbook in cui reinterpreta brani di Piero Ciampi, Sergio Endrigo, Domenico Modugno, Umberto Bindi, Domenico Modugno, Piero Ciampi, Pino Donaggio, I Gufi, Roberto De Simone, Charles Aznavour, Rodolfo De Angelis, Sergio Endrigo, Luigi Tenco, Giorgio Gaber e molti altri. E’ regista teatrale nell’opera lirica Il Matrimonio Segreto di Domenico Cimarosa al Teatro Coccia di Novarae nel 2014 compone le musiche e i brani per l’adattamento teatrale per la regia di Gabriele Russo al testo Arancia Meccanica di Anthony Burgess. In televisione è partecipa come giudice a otto edizioni di XFACTOR e ora è giudice ad AMICI. Nel 1998 pubblica con Bompiani Dissoluzione e nel 2014 con Einaudi il suo libro autobiografico Il libro di Morgan.
/ estate 2017 /
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CORPI AL LAVORO masterclass teatro
Quando un lavoratore firmava il contratto con il Signor Crespi, gli veniva anche assegnato un posto al cimitero del villaggio, per sé e la sua famiglia. Era la prima affermazione di una estrema cura del corpo, o meglio di una cura del corpo in quanto tale. Poi, in fabbrica, la filatura del cotone richiedeva una grande quantità di congegni, mossi da forze potenti e spinti agli estremi limiti di velocità, in ambienti insalubri. Il corpo doveva essere presidiato e mantenuto in salute, per essere produttivo. Infine, un altro corpo, quello architettonico, più grande, perfetto e funzionale, racchiudeva i corpi dei lavoratori. I corpi ricordano, parlano, sono il luogo dove il potere si inscrive. I corpi ridotti a parte insignificante di una massa sterminata di comparse, ritrovano la consistenza della singolarità attraverso una drammaturgia che restituisce voce, suoni, nomi ai loro vissuti irripetibili. Guidati da Massimo Negri e Luca Stano in un percorso tra gli spazi e i dati documentali disponibili, i partecipanti alla masterclass esplicitano nei loro corpi, i vissuti singolari inscritti nei corpi anonimizzati che a Crespi vissero e lavorarono. Massimo
Negri
Direttore Scientifico del Master in Museologia Europa all’Università IULM di Milano e docente di museologia all’Università di Padova. Ha collaborato alla progettazione di corsi di alta formazione nel settore dei beni culturali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Collabora con università, fondazioni e musei di diversi paesi in materia di exhibition planning e di aggiornamento professionale. Membro del Comitato Scientifico del Museo del Duomo di Milano, del Comitato Scientifico del MUSIL di Brescia, del Comitato Scientifico del Museo Fratelli Cervi. È direttore della fondazione olandese European Museum Academy.
Luca
Stano
Attore, regista, drammaturgo e acting coach. Ha iniziato la carriera come autore e attore in Norvegia presso NorgeTV, si diploma come attore presso la Civica Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe”, studia poi a Los Angeles e Londra, lavora in teatro con M. Schmidt, Carrozzeria Orfeo e S. Mabellini. Diverse le sue regie teatrali e la sua produzione per cortometraggi cinematografici. Sono molti gli spot tv nazionali di cui è protagonista per la regia, tra gli altri, di L. Lucini e G. Capotondi. Per il cinema ha lavorato di recente come acting coach per l’opera prima “Babylon Sisters” di G. Roccati.
/ estate 2017 /
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SPAZI RITRATTI
masterclass fotografia
Se l’aristocrazia si rappresenta nell’incisione e nel ritratto pittorico, l’industria trova la propria immagine di modernità proprio nello sviluppo fotografico. Della centrale idroelettrica «Alessandro Taccani», sull’Adda di Trezzo, si conservano numerose lastre di vetro che restituiscono il cantiere; ugualmente di Crespi d’Adda, villaggio operaio lungo il fiume, oltre un centinaio sono gli sviluppi da lastra di vetro. Questi scatti si collocano esternamente alla scena fotografata, essendo immagini di rappresentanza promosse dalla proprietà: testimoniano efficienza, disciplina, padronanza; rincuorano circa la bontà del progresso tecnico, che offre a tutti un’occasione di miglioramento sociale. Le centrali idroelettriche, le industrie in attività o dismesse rappresentano ancora questo messaggio? Quale genius loci abita i luoghi industriali che attendono la riconversione? Il silenzio e la vastità monumentale di fabbriche, un tempo risonanti di operai e suoni industriali, non inducono nostalgia ma ispirano nuove interpretazioni. La fotografia può forse essere la prima arte capace di trasformare la percezione di questi spazi. Quale punto di vista può interessare il fotografo odierno nel racconto del patrimonio industriale dell’Adda? Come indagare e rappresentare la mise en intrigue di corpi, luoghi spazi, tempi? Luca
Campigotto
Luca Campigotto (Venezia, 23 febbraio 1962) è un fotografo italiano. Si è laureato a Venezia in storia moderna con una tesi sull’epoca delle grandi scoperte geografiche. Dall’inizio degli anni novanta ha legato la propria ricerca al tema del viaggio, realizzando progetti a colori e in bianconero sulle città di notte e i paesaggi selvaggi. I suoi lavori principali sono dedicati a Venezia, Il Cairo,
i paesaggi di montagna della Grande Guerra, New York e Chicago. Come ha scritto W. Guadagnini: «[...] le sue fotografie slittano ben presto in un’altra dimensione, che è quella dell’immaginario. Un immaginario che davanti allo spettacolo naturale cerca non un Altro da sé, né la conferma delle proprie certezze, ma i modi per rendere visibile la dismisura dell’emozione».
Vuoi “fare” la cultura?
/ CANDIDATURE /
ZTC vuole stimolare la produzione culturale partecipata dai cittadini: per questo le Masterclass sono dedicate a giovani artisti o amatori dell’arte che vogliano approfondire o completare il proprio percorso formativo e artistico sotto la guida di un artista professionista; parallelamente la Redazione ZTC offre l’opportunità a giovani appassionati di comunicazione di diventare “social reporter” e di realizzare la copertura stampa e social delle Masterclass e degli eventi di progetto.
[A] LE MASTERCLASS 20 ALLIEVI parteciperanno a ciascuna Masterclass (produzione musicale, fotografia, teatro) per realizzare collettivamente produzioni artistiche originali e arricchire la propria formazione artistica. I temi, gli obiettivi e i docenti delle masterclass sono presentati sul sito del progetto.
Partecipa a ZTC! Sono previste 3 masterclass estive e 3 autunnali per ciascun anno del progetto; nel corso del 2017 e 2018 circa 200 giovani avranno l’opportunità di prendere parte attivamente – e gratuitamente - al progetto con due modalità: [A] e [B]. Ci si può candidare a partecipare a una ZTC esclusivamente compilando l’apposito modulo sul sito www.zoneatrafficoculturale.it La partecipazione è gratuita; i requisiti per essere selezionati come partecipanti (e la strumentazione eventualmente richiesta) variano in relazione alla masterclass scelta e sono indicati sul sito.
[B] LA REDAZIONE ZTC 10 SOCIAL REPORTER racconteranno il progetto day-by-day: questo include seguire le masterclass live e documentarle attraverso fotografia e video; realizzare brevi live streaming o video blog; curare l’editing e la postproduzione dei materiali; preparare testi, grafiche e curare la pubblicazione sui canali social del progetto.
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ZTC i luoghi CRESPI / LE MASTERCLASS ESTIVE Ex scuole S.T.I., Visitor Center Cristoforo Benigno Crespi acquista nel 1877 gli 85 ettari disegnati dal convergere del Brembo in Adda. Da questo fiume deriva l’acqua per la centrale idromeccanica, poi idroelettrica (1909), che movimenti un cotonificio. L’imprenditore realizza alloggi, servizi e strade attorno allo stabilimento, fondando il villaggio operaio (1878). L’attività impegna un colmo di 3600 operai (1928), residenti e pendolari. Dopo la crisi del 1929, il villaggio passa di proprietà svariate volte; nel 1995 merita dall’UNESCO il titolo di Patrimonio dell’Umanità. Le masterclass sono realizzate con il patrocinio del Comune di Capriate San Gervasio negli spazi messi a disposizione nel Visitor Center recentemente allestito. Città di CAPRIATE SAN GERVASIO Provincia di Bergamo
TREZZO / L’EVENTO FINALE ESTIVO Centrale Taccani, fabbrica di luce. Dopo tre anni di cantiere e quindici tra burocrazie e chiarimenti tecnici, l’industriale Cristoforo Benigno Crespi inaugura nel 1906 la centrale idroelettrica oggi Enel di Trezzo, intitolata ad Alessandro Taccani. Qui l’architetto Gaetano Moretti veste di perfetta architettura la perfezione ingegneristica di Adolfo Covi, ispirando le forme dell’impianto a quelle del vicino castello visconteo. L’edificio restituisce la profonda speranza di allora nel progresso tecnico: dinamo e turbìne sono già il dinamismo e il tùrbine che ispirano i Futuristi. L’evento è realizzato grazie alla disponibilità di Enel Green Power, con il patrocinio del Comune di Trezzo sull’Adda, inserito nel calendario del GCT - Giugno Culturale Trezzese.
[CAPOFILA]
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