The Ducker - Issue n.1 - WInter 2020-2021

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issue 1 - winter 20/21


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issue 1 - winter 20/21

EDITORIALE

F

ugit irreparabile tempus, diceva un antico aforisma. In effetti i primi cinque anni di vita della nostra testata sono volati in un baleno. Ma il tempo ha saputo concretizzare il sogno da cui The Ducker era sbocciato, trasformandolo in una realtà tangibile con una propria filosofia e una ben definita attitudine. Questo primo Issue su carta stampata è una nuova tappa che si aggiunge alla quotidianità del web. Con esso custodiamo il desiderio di condividere ciò che l’eccellenza rappresenta per noi. Bellezza e saper fare. Meraviglia e ricordo. Tradizione, storia e innovazioni. Sono i fondamenti che portano al centro della visione del futuro l’essere umano, come il deus ex machina senza il cui talento il mondo del lusso sarebbe privato del suo più grande mentore. Un maestro che non dimentica il diritto all’immaginazione né il potere della fantasia. La creatività merita di essere ascoltata e inseguita. Insieme a un pizzico di sano ottimismo, tutto italiano.

Laura Canepa Editor in Chief theducker.com


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SOMMARIO

issue 1 - winter 20/21

FONDATO E DIRETTO DA LAURA CANEPA DIRETTORE RESPONSABILE MATTEO COTELLESSA PUBLISHER ERNESTO ALESSANDRINI ASSOCIATE PUBLISHER FILIPPO ALESSANDRINI DIRETTORE EDITORIALE EDOARDO CELA ART DIRECTOR MARCO FERRARI MARKETING DIANA DEL MORO HANNO COLLABORATO DAFNE FUNECK, GAIA DE VECCHI, LAURA MURGIA ILLUSTRAZIONI ALESSANDRA SCANDELLA ISCRITTO TRIBUNALE DI MILANO AUTORIZZAZIONE N. 69 DEL 29.02.2016 STAMPA INGRAPH S.R.L. SEREGNO (MB)

FOCUS

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Claudia Andujar per La lotta Yanomami

Il nuovo partenariato culturale tra Fondation Cartier pour l’art contemporain e Triennale di Milano

PROTAGONISTI

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Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Veritatis splendor

Il mecenate protagonista della rinascita della cultura dei mestieri d’arte in Italia, Franco Cologni, si svela in una doppia intervista con Alberto Cavalli, Direttore

GIOIELLI

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PROGETTAZIONE, REALIZZAZIONE E MEDIA SALES

WORLDWIDE EXCELLENCE OF MEDIA PLACE SRL VIA DELLA MOSCOVA 6/8 20121 MILANO ITALIA EDITO DA P.G. DUCK SRL SEDE LEGALE: VIA BORGONUOVO 3 20121 MILANO ITALIA

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Il J12 di Chanel compie venti anni

E li celebra ripercorrendo i grandi successi ottenuti di pari passo con la consacrazione del marchio nell’universo delle lancette

Pierres Précieuses, educazione al Bello

Van Cleef & Arpels e il Museo di Storia Naturale di Parigi presentano una mostra immersiva e sorprendente

OROLOGI

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Uomini di polso

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Luxury Tailor

LIFESTYLE THE DUCKER PER

Generale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte REDAZIONE VIA ARIOSTO 32, 20145 MILANO

Blue Eden

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EALA: Un sogno a cinque stelle

BEAUTY

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Magic Drops



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FOCUS

Claudia Andujar per La lotta Yanomami LA MOSTRA INAUGURA IL NUOVO PARTENARIATO CULTURALE TRA FONDATION CARTIER POUR L’ART CONTEMPORAIN E TRIENNALE DI MILANO Di Edoardo Cela Casa Collettiva vicino alla missione Cattolica sul fiume Catrimani, Roraima, film infrarossi, 1976.


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Il giovane Susi Korihana thëri che nuota, film infrarossi, Catrimani, Roraima, 1972–74

Un ospite decorato con piume di avvoltoio e di falco scattato con esposizione multipla Catrimani, Roraima, 1974

Alberto Cavalli ritratto da Laila Pozzo © Michelangelo Foundation

T

riennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain di Parigi danno vita ad un importante collaborazione che durerà otto anni e, tra le altre iniziative, prevede la presenza di Fondation Cartier all’interno degli spazi espositivi del Palazzo dell’Arte.

Nata nel 1984, la Fondation Cartier pour l’art contemporain si è sempre distinta per il suo mecenatismo d’impresa, favorendo la creatività contemporanea e la diffusione della conoscenza, trovando dunque un partner naturale in Triennale Milano. In questo contesto, La Triennale Milano e la Fondation Cartier pour l’art contemporain, presentano la più importante mostra mai dedicata a Claudia Andujar, fotografa e attivista brasiliana che, fin dagli anni Settanta, dedica la sua vita alla fotografia e alla difesa degli Yanomami, popolazione amerindia tra le più importanti dell’Amazzonia brasiliana. Grazie all’importante ricerca negli archivi della fotografa, l’esposizione, curata da Thyago Nogueira, Direttore del Dipartimento di fotografia contemporanea dell’Instituto Moreira Salles in Brasile, presenta l’opera di Claudia Andujar attraverso più di 300 fotografie in bianco e nero o a colori, un’installazione audiovisiva, documenti storici, oltre ai disegni e un filmato realizzati dagli artisti yanomani. Un’esposizione che sottolinea la fragilità di questa popolazione, oggi non solo minacciata dall’invasione di cercatori d’oro ma anche dal diffondersi del Covid-19, in un contesto globale di crisi umanitaria e ambientale. “Sono connessa agli Indiani, alla terra, alla lotta per i diritti fondamentali. Tutto questo mi commuove profondamente. Ogni atomo è essenziale. Forse ho sempre cercato la risposta al significato della vita in quella essenzialità. E fui condotta là, nella giungla dell’Amazzonia, proprio per questo motivo. È stato uno stimolo. Alla ricerca di me stessa”. Claudia Andujar


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PROTAGONISTI

Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte. Veritatis splendor IL MECENATE PROTAGONISTA DELLA RINASCITA DELLA CULTURA DEI MESTIERI D’ARTE IN ITALIA, FRANCO COLOGNI, SI SVELA IN UNA DOPPIA INTERVISTA CON ALBERTO CAVALLI, DIRETTORE GENERALE DELLA FONDAZIONE COLOGNI DEI MESTIERI D’ARTE, PER RACCONTARCI IL BINOMIO TRA ESTETICA E SAPER FARE. CON UNA ESORTAZIONE: LA RIMEMBRANZA È UNA DELLE CHIAVI PER IL FUTURO Di Laura Canepa

Q

uali traguardi sono stati raggiunti in questi primi 25 anni di vita della Fondazione Cologni?

Franco Cologni. È sempre giusto usare una certa modestia nel parlare di sé: occorre quindi ricordare che non basta una fondazione per cambiare radicalmente le carte in tavola. I traguardi raggiunti sono però visibili: in 25 anni abbiamo portato in Italia un concetto che esisteva nella pratica, ma che nella percezione non era previsto. Abbiamo scosso qualche certezza e qualche prassi inveterata. Il risultato più importante che abbiamo ottenuto è il diverso atteggiamento del grande pubblico nei confronti dei mestieri d’arte, un cambiamento culturale senza il quale le azioni concrete rischiano di essere meno efficaci. Oggi una giovane costumista, un sarto, un ricamatore, un liutaio sono visti dai loro coetanei con grande interesse e favore. Alberto Cavalli. Essendo una piccola fondazione privata dobbiamo essere originali, e quindi proporre progetti efficaci che abbiano sempre un carattere di novità. Come ricordava il Presidente, sono tanti i traguardi raggiunti: più di 200 ragazzi messi a bottega, per esempio. Un numero molto elevato di pubblicazioni attraverso le nostre due collane “Ricerche” e “Mestieri d’Arte”; il titolo di MAM, che in Italia non c’era… e la promozione di valori che 25 anni fa non erano tematizzati, e che oggi lo sono. Sarebbe ambizioso dire che tutto questo è successo grazie a noi, però è giusto dire che anche Fondazione Cologni ha dato il suo contributo.

Franco Cologni ritratto da Emanuele Zamponi

Alcuni pensano erroneamente che parlare di mestieri d’arte sia una nuova tendenza. Se la co-


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società globale aveva da tempo intrapreso. Questa decelerazione, vista in una prospettiva positiva, potrebbe riportare l’uomo, le sue vere esigenze e le sue doti al centro della visione dell’oggi? F.C. La riflessione è importante nella misura in cui si aggiunge un verbo: ritrovare. Occorre recuperare dei valori. La storia dei mestieri d’arte è uguale alla storia dell’umanità. Quanti elementi, che sono stati fondamentali nell’evoluzione umana, si potrebbero recuperare? Ritrovarli comprende il piacere di possederli, non solo come pretesto di comunicazione o egoistico, ma come vettore per autenticare un rispetto verso chi queste cose le ha realizzate e le apprezza. Questa rinascita è molto importante per un mondo che c’era, c’è e ci sarà sempre, ma che non ha sempre rappresentato un vero “ordine del giorno”. La pandemia sta attuando una rarefazione del consumo. È importante che un cliente persegua stile e buon gusto, non certo le cose effimere, banali e inutilmente costose. A.C. Durante il lockdown la nostra Fondazione è stata molto attiva nella comunicazione digitale, proprio per educare e per avvicinare anche un cliente come quello tratteggiato dal dottor Cologni. Abbiamo creato una serie di video intitolati “I segreti del mestiere” in cui gli artigiani presentano il loro lavoro e invitano gli spettatori a cimentarsi, comprendendo quindi quanta abilità ci sia dietro ogni aspetto del saper fare. Abbiamo potenziato il nostro canale digitale Well-made.it e insieme a Michelangelo Foundation abbiamo lanciato la Homo Faber Guide, una guida digitale ai mimunicazione non riguarda valori sani allontana l’obbiettivo di promozione della cultura dell’alto artigianato. Vogliamo sottolineare cosa sia il vero mestiere d’arte? F.C. Un aggettivo che apprezzo, e che raramente si usava in passato per definire i mestieri d’arte, è autentico. L’autenticità significa anzitutto verità, splendore e bellezza che sono i canoni dei mestieri d’arte. Un connubio filosofico che deve essere riscoperto e utilizzato per un nuovo rinascimento del mestiere d’arte, di cui c’è un estremo bisogno. Saper creare e saper fare vanno intesi in binomio: privilegiare l’uno rispetto all’altro porterebbe a squilibri insostenibili per la cultura del bello ben fatto. A.C. L’autenticità di cui parla il Presidente è ciò che fa la differenza rispetto alla tua domanda. È vero quello che tu hai riscontrato ultimamente, ovvero che stiamo assistendo a una sorta di “craftwashing” in cui tutto viene presentato come artigianale, tutto è crafted. Non c’è niente di male nel prodotto industriale, ma è importante l’autenticità di quello che si propone: un prodotto “artigianale” è un prodotto che ha una propria autorevolezza, perché realizzato da un autore, il maestro d’arte. L’autenticità è uno degli undici criteri che Fondazione Cologni ha distillato per identificare l’eccellenza dei mestieri d’arte, delineando quindi il giusto sentiero da percorrere per diventare un vero maestro. Oggi più che mai troviamo importante perpetuare l’autenticità anche nella comunicazione. La pandemia in atto ha provocato un rallentamento nel modus vivendi bulimico e frettoloso che la

La mostra “Mirabilia. Una Wunderkammer per scoprire i mestieri d’arte milanesi” Foto di Emanuele Zamponi

Alberto Cavalli ritratto da Laila Pozzo © Michelangelo Foundation


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PROTAGONISTI

gliori artigiani d’Europa. Se, a causa della pandemia, non possiamo più spostarci, possiamo però ricercare qualche cosa di speciale vicino a noi. “Io continuo a stupirmi. È la sola cosa che mi renda la vita degna di essere vissuta” diceva Oscar Wilde. La ricerca del cosiddetto “émerveillement”, lo stupore legato al bambino libero che vive nell’adulto consapevole, non risulta oggi più che mai fondamentale nel nostro quotidiano? F.C. Giovan Battista Marino scriveva: “È del poeta il fin la meraviglia / parlo dell’eccellente e non del goffo, / chi non sa far stupir, vada alla striglia!”. La meraviglia è poesia, è un piacere che nasce dalla scoperta della bellezza, è cagione di amore, di desiderio. Oggi bisogna ricercarla e ritrovarla, vincendo la pigrizia di un mondo in cui sembra regnare il déjà-vu. Io non sono Oscar Wilde, ma sono una persona eclettica e quindi aperta al mondo, sono curioso e la curiosità è ciò che mi soddisfa. La curiosità e la meraviglia si legano a un concetto di bellezza che è stato rivalutato in senso morale nell’enciclica di Papa Giovanni Paolo II, intitolata Veritatis splendor. Dire lo splendore della verità significa dire che la bellezza è verità. Tutto ciò fa parte della vocazione che io e Alberto Cavalli abbiamo del ritrovamento dell’immateriale nel mondo dei mestieri d’arte. A.C. L’émerveillement è qualcosa che ti coglie di sorpresa e che ti cambia. Cartesio diceva che la meraviglia è alla base della curiosità e la curiosità è la base della competenza. L’incanto nasce spontaneamente dall’incontro con il maestro d’arte, con qualcosa di imprevedibile che diventa

anche una storia. E una storia da raccontare si tramuta a sua volta in un bene relazionale. Lo scorso 19 Ottobre Fondazione Cologni ha inaugurato presso la Triennale di Milano il ciclo annuale di mostre “Mestieri d’Arte e Design. Crafts Culture”. Come è nata questa collaborazione? F.C. È una chicca. È una curiosità non solo per gli addetti ai lavori, ma anche per coloro che sono stimolati dal bello che gli artigiani contemporanei realizzano. A.C. La ricerca di un luogo dove organizzare mostre in maniera permanente ci ha impegnati per tanto tempo. Il Dottor Cologni ci ha spronati a interloquire con tutte le istituzioni. La Fondazione ha sempre lavorato con la Galleria d’Arte Moderna, il Museo Bagatti Valsecchi, il Museo Poldi Pezzoli, il Castello. Noi amiamo promuovere il dialogo, il consenso, la collaborazione. Stefano Boeri si è speso in prima persona durante una fase di grande cambiamento del museo. La Quadreria di Triennale Milano ci è sembrata un luogo propulsivo, di piccole dimensioni, come siamo noi, ma che può diventare il luogo per mostre originali, come anche noi cerchiamo sempre di essere. Uno spazio che servirà anche come fulcro per tutte le nostre attività, per gli ateliers che ospitano i tirocinanti e per la nostra collana editoriale.

Il progetto “Una Scuola un Lavoro. Percorsi di Eccellenza” promuove il tirocinio formativo dei giovani artigiani. Peter Elovich ©Fondazione Cologni dei Mestieri d’arte


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Alberto, lei è il curatore della prima mostra dal titolo “Mirabilia”. Una esposizione che ripercorre dal Rinascimento all’epoca contemporanea la grande vocazione artigianale di Milano.

Sveva Camurati. Insignita del

A.C. Mirabilia è una mostra realizzata in collaborazione con tutte le istituzioni culturali che a Milano si occupano di arti applicate; è quindi stata concepita anche come un momento per valorizzare e celebrare tutte le altre istituzioni milanesi. È una vera e propria Wunderkammer perché delinea nel suo percorso tutte le peculiarità che una camera delle meraviglie aveva nel XVI secolo. Gli oggetti, vicini gli uni agli altri, sono capolavori sorprendenti realizzati da artigiani milanesi contemporanei, in un rapporto ideale con quattro splendidi pezzi rinascimentali. Il loro dialogo esalta lo stupore, ma ispira anche una certa familiarità. Mentre l’arte contemporanea può essere polarizzante, i mestieri d’arte sono molto inclusivi: appartengono alla nostra storia, anche a quella personale di ogni individuo.

Libro d’Oro dell’eccellenza

titolo di MAM-Maestro d’Arte e Mestiere tra i 78 nuovi esponenti dell’edizione 2020 che saranno inseriti nel simbolico artigiana

F.C. L’uomo vero, l’homo faber, non è nient’altro che l’espressione del fare con la mano, con la mente e con il cuore. Ciò definisce un progetto realizzato dal maestro d’arte in cui è racchiuso lo splendore della verità, come abbiamo detto. La rimembranza è un riverbero, una dolcezza creativa non nostalgica: ricordare, nell’ambito della bellezza tipica del lavoro dei maestri d’arte, attribuisce profondità a ciò che si sta vivendo. Un significato personale, umano, senza il quale il ricordo non è più lo stesso.

Doppia Firma 2017, Leonardo Scarpelli e Pierre Marie © Laila Pozzo


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GIOIELLI

Blue Eden Di Laura Canepa

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siste davvero quel particolare tocco di blu tanto ricercato dagli artisti nella storia? Che appartenga a verità o sia soltanto una chimera, Yves Klein sosteneva di averlo trovato. Anzi, aveva perfino brevettato la tonalità precisa che unificava cielo e terra, dissolvendo il piano dell’orizzonte. Custodito in esotiche gemme, il blu perfetto veste le nuove creature dell’alta gioielleria. Capolavori che sublimano la bellezza. Interpretano i volumi dell’architettura e rendono audace il concetto naturalistico. Le cromie si inseguono su altrettante note dalla musicalità intensa. Una melodia allegra maestosa, come i concerti per piano di J.S. Bach.

Piaget, Wings Of Light, anello Dazzling Cascade in oro bianco con uno zaffiro dello Sri Lanka dal taglio a goccia di 3,82 carati, diamanti taglio marquise e taglio brillante.

Boucheron, Contemplation, bracciale Murmure d’Étoiles in oro bianco con una tanzanite cabochon di 150,51 carati, avventurina e pavé di diamanti.

Cartier, [SUR]NATUREL, orecchini Sinopé in oro bianco, due zaffiri ovali del Madagascar per un totale di 9,22 carati, lapislazzuli e diamanti taglio brillante. © Cartier

Chaumet, Perspectives, orecchini Labyrinthe in oro bianco, due zaffiri vivid blue ovali della Birmania per un totale di 13,11 carati, onice, zaffiri, diamanti taglio baguette e taglio brillante.

Bvlgari, Barocko, collana Cabochon Exuberance in oro giallo, tanzaniti, tormaline, rubellite, acquamarina, smeraldi e diamanti.

Pisa Diamanti, anello in oro bianco con uno zaffiro taglio pan di zucchero e diamanti taglio brillante.


e-boutique www.malo.it


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OROLOGI

Uomini di polso Di Laura Murgia

I

l 2020 è stato un anno in cui anche l’orologeria si è dovuta reinventare, trovando nella comunicazione sul web strade alternative ai consueti Saloni di settore. Sul fronte delle proposte questi dodici mesi si sono tuttavia rivelati

particolarmente generosi, con novità attesissime, grandi complicazioni, modelli celebrativi e altri che guardano al passato. Per una carrellata interamente dedicata all’universo maschile.

A. Lange & Söhne

Patek Philippe

Vacheron Constantin

Rolex

Breguet

1815 Thin Honeygold

Cronografo à rattrapante,

Fiftysix

Oyster Perpetual Submariner

Classique Double Tourbillon

«Homage to F.A. Lange»

Ref. 5370P-011

Calendario Completo

Ref. 124060

5345 Quai de l’Horloge

Ref. 239.050

Ref. 4000E/000R-B065

Ref. 5345PT/1S/7XU

Cassa in oro color miele (38 mm), quadrante smaltato bianco, fondello in vetro zaffiro, cinturino in pelle cucito a mano, marrone scuro, fibbia ad ardiglione in oro color miele. Movimento meccanico a carica manuale Calibro Lange L093.1, di Manifattura, decorato e montato a mano. Funzioni: ore e minuti. Edizione limitata a 175 esemplari.

Cassa in platino (41 mm), quadrante in smalto blu Grand Feu, fondello in vetro zaffiro, cinturino in alligatore a squama quadrata cucito a mano, blu crepuscolo lucido, fibbia déployante. Movimento meccanico a carica manuale Calibro CHR 29-535 PS, di Manifattura, Sigillo Patek Philippe. Funzioni: ore, minuti, secondi, cronografo rattrapante con contatore 30 minuti istantaneo, scala tachimetrica.

Cassa in oro rosa (40 mm), quadrante marrone seppia, cinturino in pelle di vitello marrone scuro, fibbia ad ardiglione in oro rosa. Movimento meccanico a carica automatica Calibro 2460 QCL/1, di Manifattura. Funzioni di ore, minuti, secondi, calendario completo con datario a lancetta, giorno della settimana e mese su finestrelle, indicatore di precisione delle fasi lunari.

Cassa in acciaio Oystersteel (41 mm), impermeabile 300 metri, quadrante nero con luminescenza Chromalight, bracciale in acciaio Oyster, fermaglio di sicurezza Oysterlock con chiusura pieghevole e sistema di allungamento Glidelock. Movimento meccanico a carica automatica Calibro 3230, di Manifattura. Funzioni: ore, minuti, secondi.

Cassa in platino (46 mm), quadrante in vetro zaffiro, fondello con incisione, cinturino «Stone» ardesia naturale su caucciù, fibbia déployante con triplice lama in platino. Movimento meccanico a carica manuale Calibro 588N, di Manifattura, numerato e firmato Breguet. Funzioni: ore, minuti. Due tourbillon indipendenti.

Prezzo al pubblico: 33.800 euro

Prezzo al pubblico: 242.662 euro

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A C Q U A D I PA R M A . C O M


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PROTAGONISTI

Il J12 di Chanel compie venti anni E LI CELEBRA RIPERCORRENDO I GRANDI SUCCESSI OTTENUTI DI PARI PASSO CON LA CONSACRAZIONE DEL MARCHIO NELL’UNIVERSO DELLE LANCETTE Di Laura Murgia

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hanel si affaccia nel mondo dell’orologeria nel 1987, con Première, la sua prima creazione realizzata in collaborazione con G&F Châtelain SA, Manifattura situata a La Chaux-de-Fonds, poi acquistata nel 1993. Nei cui laboratori oggi si lavora la ceramica ad alta resistenza che la Maison ha reso un materiale di tendenza, e dove, tra il 2016 e il 2018 sono stati sviluppati i primi movimenti haute de gamme prodotti completamente in-house: Calibre 1, Calibre 2 e Calibre 3. L’apprendimento di nuove tecnologie, ma anche l’acquisizione o l’entrata in partecipazione di realtà strategiche divenute, così, fornitrici principali del brand, hanno caratterizzato la scalata ai vertici del settore da parte della Maison parigina, fino alla più recente partecipazione in Kenissi, annunciata nel gennaio 2019. Un ulteriore salto di qualità, poiché la Manifattura di componenti per orologi con sede a Ginevra è legata a Tudor, e di conseguenza a Rolex. Contestualmente un simbolico filo rosso collega l’ascesa di Chanel alla propria produzione orologiera, e in particolare al modello più emblematico della gamma, il J12, che nel 2020 festeggia i suoi primi vent’anni. Oggetto di un recente restyling estetico ad opera di Arnaud Chastaingt, Direttore dello Studio Creativo, che ha interessato la lunetta, ora più sottile e con più scanalature, la corona incassata, il carattere tipografico dei numeri arabi in ceramica, le lancette ridisegnate, e la cassa dallo spessore leggermente aumentato per contenere il movimento. Perché al rinnovamento del segnatempo ha contribuito dal punto di vista tecnico anche Kenissi, che ha realizzato in esclusiva per la Maison il Calibro 12.1, meccanismo automatico di Manifattura con certificato di cronometro COSC, adottato a partire dalla primavera del 2019. Nato nell’anno 2000 dall’estro dell’allora Direttore Artistico Jacques Helleu, che per il design si ispirò alle sue più grandi passioni, l’automobilismo e la vela, fin dall’inizio il J12 ha trasformato la ceramica in un materiale prezioso, ed eletto due dei colori prediletti da Mademoiselle a tema portante della collezione: il nero, tonalità d’esordio, seguito nel 2003 dal bianco della seconda versione. Bianco e nero sono stati la cifra stilistica di vent’anni di sorprendente audacia creativa e di grande competenza tecnica, che oggi trovano esaltazione massima in una terza, inedita, variante in cui il colore è sostituito dalla trasparenza: l’incredibile J12 X-RAY, prodotto in serie limitata di soli 12 esemplari e scolpito interamente nel vetro zaffiro. Un materiale che al pari della ceramica impone metodi di lavorazione rigorosissimi, utilizzato per la cassa e, per la prima volta in assoluto, per il bracciale. Oltre che in alcune componenti del Calibro 3.1, meccanico a carica manuale, che anima il segnatempo. Libero da ogni schema, nel 2020 il J12 si concede dunque il lusso di celebrare il suo compleanno con una creazione tecnica di altissimo livello, ma anche citando i temi cari all’orologeria Chanel nati dall’estrosa personalità

di Gabrielle. E tra le tante novità propone lo strabiliante J12 Paradoxe, un orologio “paradossale” che spicca per originalità grazie alla netta suddivisione capace di creare una nuova demarcazione combinando la luce con il mistero, dal giorno alla notte. La sua estetica, basata sul taglio e l’associazione di due parti in ceramica di dimensioni diverse, una bianca, l’altra nera, assemblate a formare un’unica cassa, oltre a offrire un’innegabile performance artistica si concretizza in una sfida tecnica unica che dimostra quanto il know-how della Maison sia andato perfezionandosi nel tempo. Un simpatico divertimento sui codici Chanel lo offre infine il Mademoiselle J12 Acte II, il cui charm agganciato alla corona riproduce la sagoma di Coco che indossa il suo cappello preferito e un tailleur in oro bianco ricamati con 224 diamanti taglio brillante (circa 0,54 carati), in contrasto con gli occhi e i capelli in lacca nera. Le ore sul quadrante sono segnate da 12 diamanti taglio baguette (circa 0,2 carati), mentre altri 46 ornano la preziosissima lunetta (circa 3,9 carati). Due le versioni disponibili, in ceramica ad alta resistenza nera o bianca e oro bianco, ciascuna in serie limitata a 20 esemplari.

“Quando avevo 20 anni non c’era differenza tra i sogni e la realtà. Stavo vivendo i miei sogni”. Così si esprime Claudia Schiffer riguardo i suoi venti anni, interpellata in occasione del compleanno del J12. Simbolo degli anni Novanta, volto del profumo Cristalle e Ambasciatrice della moda e dell’orologeria Chanel, ha stretto da sempre un forte legame con la Maison. Foto: Chanel Horlogerie.

Il favoloso destino del J12 è ripercorso nella monografia illustrata dal titolo Instant Éternel a cura di Nicholas Foulkes edita da Thames & Hudson in uscita a gennaio 2021.


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Una prodezza tecnica quella del J12 X-RAY, che Chanel ha realizzato per il ventennale del J12, scegliendo la trasparenza totale del vetro zaffiro per la cassa, il bracciale e alcune componenti del movimento, Calibro 3.1 meccanico a carica manuale. Orologio J12 con cassa di 38 millimetri in ceramica bianca e acciaio, lunetta girevole unidirezionale in acciaio con anello interno in ceramica, quadrante laccato bianco. Impermeabile fino a 200 metri, è equipaggiato con un bracciale in ceramica bianca serrato da tripla fibbia déployante.

Dell’orologio sono previsti soli 12 esemplari, il cui prezzo si attesta sui 625.000 euro. (Foto Chanel Haute Horlogerie)

Prezzo al pubblico: 6.100 euro (Foto Chanel Horlogerie)

Viene realizzato in ceramica nera o bianca, ciascuna versione in serie limitata a 20 esemplari con cassa di 33 millimetri di diametro e movimento al quarzo, l’iconico Mademoiselle J12 Acte II, che trae ispirazione dai principali codici estetici della Maison. Celebrando Coco Chanel con un charm che ne riproduce la figura, arricchita da diamanti, mentre altri diamanti taglio baguette illuminano il quadrante e la lunetta, per un totale di 225 diamanti taglio brillante, compreso quello applicato sul fondello (circa 0,55 carati) e 58 diamanti baguette per circa 4,1 carati. Prezzo al pubblico: 115.000 euro. (Foto Chanel Haute Horlogerie)

Con il J12 Paradoxe la Maison ha dato prova di grande perizia nella lavorazione della ceramica ad alta resistenza. Un materiale estremamente duro da trattare, che ha richiesto l’impiego di macchinari appositi e di speciali competenze per il taglio delle due parti – una bianca, l’altra nera – che vanno a comporre la cassa di 38 millimetri. Il risultato è davvero sorprendente. Prezzo al pubblico: 7.900 euro. (Foto Chanel Horlogerie)


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PROTAGONISTI

Pierres Précieuses, educazione al Bello VAN CLEEF & ARPELS E IL MUSEO DI STORIA NATURALE DI PARIGI PRESENTANO UNA MOSTRA IMMERSIVA E SORPRENDENTE. SANCITA SUL DIALOGO FRUTTIFERO TRA SCIENZA, CULTURA, SOGNO E GIOIELLERIA Di Laura Canepa

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ierres Précieuses sarà aperta al pubblico fino al 14 Giugno 2021. Il desiderio di viverla come esperienza serba la speranza che l’attuale periodo instabile ritrovi presto il suo equilibrio. Visitarla significherà non solo recuperare la nostra attitudine allo spostamento, ma soprattutto il compimento di un viaggio sublime tra scienza ed estetica, in perfetto equilibrio tra il razionale e l’onirico. Per tutte quelle anime curiose e affamate di bellezza, compresa quella che vi scrive, l’esibizione propone l’immersione nella storia per carpire i segreti che la natura rivela dalle viscere della terra. Un’epopea in cui gli attori principali sono i minerali e le pietre preziose. Gemme potenti, ammalianti, magnetiche, ma anche timide, leggiadre, romantiche, beneauguranti. In natura ogni pietra ha la propria indole, un temperamento differente così come diversa è la personalità di ciascun individuo. Ed è proprio l’essere umano, anche lui in costante cammino sul filo del tempo, che la gemma attrae fin dai primordi della civiltà. Percepita come artefice di un’alchemica magia, perché riesce a soddisfare l’ancestrale bisogno di ornarsi, magnificando non soltanto l’estetica, ma anche lo spirito della persona. Tanto che tra i 360 minerali e oggetti d’arte provenienti dalla prestigiosa collezione del Museo spunta una conchiglia datata 90.000 anni A.C. Ritrovata in Algeria è considerata tra i tre più antichi monili conosciuti al mondo. Il delizioso oggetto descrive così bene nella sua minuscola silhouette (appena 1,2 cm di altezza) quanto primordiale sia l’arte dell’ornamento e dichiara non solo le innumerevoli virtù racchiuse in una gemma, ma anche quanto potere un gioiello possa esprimere.

Topazio blu, datato circa 250 milioni di anni. Provenienza: Murzinska (Russia) © MNHN / F. Farges

Clip Oiseau e pendente Walska, 1971-1972. La spilla in oro giallo, smeraldi, zaffiri, diamanti gialli e bianchi, monta un diamante giallo taglio briolette di 96,62 carati appartenuto alla cantante d’opera polacca Ganna Walska, proprietaria del Théâtre des Champs Élysées di Parigi dal 1922 al 1970. Collezione Van Cleef & Arpels Patrick Gries © Van Cleef & Arpels SA

Clip Ballerina, 1952, in platino, oro giallo, turchesi, rubini e diamanti. Collezione Van Cleef & Arpels © Van Cleef & Arpels SA


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Collerette, 1929, in platino, smeraldi e diamanti. Già collezione di Sua Altezza Reale la Principessa Fawzia d’Egitto. Collezione Van Cleef & Arpels. Patrick Gries © Van Cleef & Arpels SA

A fare luce nella comprensione di questi affascinanti intrecci abbiamo Van Cleef & Arpels, una guida di eccellenza, che dal 2003 collabora con il Museo di Storia Naturale nella trasmissione della cultura. Duecentocinquanta le creazioni tratte dalla collezione patrimoniale della Maison, ognuna a custodire in armonia la visione creativa del designer e il saper fare del maestro orafo che ha tradotto pensieri e intuito in forme e volumi. Ogni esemplare si iscrive nella storia della gioielleria come interprete del gusto di un’epoca e suggerisce, non da ultimo, anche una delicata evocazione dell’universo femminile che l’ha indossato e amato. Emerge accanto ad ogni gioiello l’allure delle affezionate clienti di Van Cleef & Arpels. Principesse, sovrane, imperatrici, ma anche donne intraprendenti che nel XX secolo rappresentavano le antesignane delle nostre trend setter. Accanto all’eleganza esotica di Sita Devi Maharani di Baroda, grande amica di Jacques Arpels, troviamo Wallis Simpson Duchessa di Windsor, Daisy Fellowes, Ganna Walska. Tra i magnetici smeraldi della Collerette Art Déco, datata 1929, riscopriamo la passione per le pietre antiche, rivisitate in parure moderne, di Sua Altezza Reale la Principessa Fawzia d’Egitto. Il gioiello svela così la sua valenza emotiva. La qualità cioè di saper esprimere la sensibilità di colei che, scegliendolo, ha sviluppato una sintonia empatica con la natura stessa del monile. Quanta gioia in queste feste mobili! Memorie del passato che tramandano l’energia di savoir-faire e di modernità, di classicismo e di avanguardia, presenti all’unisono e perfettamente bilanciati. Un’educazione al bello e al sapere per mano all’incanto di una grande mostra.

Collier Hindou, 1949, platino, oro giallo, smeraldi e diamanti. Antica collezione di Sita Devi, Maharani di Baroda, Van Cleef & Arpels, Collection Faerber

Clip Oiseau bleu, 1963, in platino, oro giallo, zaffiri, turchesi, corallo e diamanti. Collezione Van Cleef & Arpels. Patrick Gries © Van Cleef & Arpels SA


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LIFESTYLE

Luxury Tailor Di Gaia De Vecchi

Tagli morbidi e over per il nuovo guardaroba Autunno Inverno 2020-2021 che gioca con colori neutri e tonalità sorprendenti. Massimo Alba.

FLUIDITÀ, FILATI PREZIOSI E TESSUTI PRODIGIO DELL’ARTIGIANATO. LA NUOVA MODA MASCHILE INTERPRETA LA REALTÀ CON UNO SGUARDO ATTENTO E ORDINATO

Il modern tailoring reinterpreta i codici dell’heritage attraverso le esigenze contemporanee. Ricerca e sperimentazione tessile overload. Ermenegildo Zegna


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formalità e l’ho rimpiazzato con libertà. Libertà di sentirsi a proprio agio nel vestire”. Massimo Alba delinea con precisione la sua visione estetica, “un approccio sentimentale legato all’idea della qualità e la scelta, sin dall’inizio, di credere nel carattere informale del vestire. Alla radice del progetto c’è il comfort emotivo, sentirsi a proprio agio nei vestiti che indossiamo tutti i giorni”. Lo sguardo attento e curioso del designer crea un mondo di sovrapposizioni, di capispalla avvolgenti, di giacche informali senza struttura interna e di pantaloni ampi in velluti colorati. I tessuti sono naturali, a partire dalle camicie dai colli e dai polsi morbidi, passando per i maglioni garzati, quelli in lana di Yak e il puro cashmere multicolor, fino ai pantaloni baggy in flanella blu o con le pinces in velluto liscio.

Cardigan Patchwork oversize in 100% cashmere, Bandana Series. Alanui.

Un guardaroba elegante e funzionale che mette in primo piano la giacca sartoriale dai volumi morbidi e versatili. Brunello Cucinelli studia nuove interpretazioni del bel vestire maschile con materiali inediti, inserti a contrasto e spirito dinamico. E se da un lato l’abito vuole tessuti ricercati, pantaloni morbidi, grigi metropolitani e blu intensi, i cappotti, caban e parka alternano tessuti tecnici a panni soft in fibre naturali attraversati da colori e fantasie. La maglieria aggiunge note di colore alle lavorazioni classiche e trova nuove applicazioni sull’outerwear dove cashmere, imbottiture in piumino e materiali tech convivono liberamente.

Cardigan jacquard oversize in 100% cashmere, Seattle Sound Series. Alanui.

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inimalismo composto, cura dei dettagli e tessuti naturali. Sono queste le regole dell’abbigliamento maschile di questo Autunno Inverno sospeso, dove l’invito è quello a riscoprire un’eleganza atempora-

Nel mondo casual Made in Italy il cashmere di Alanui si lascia imbottire ed esegue impeccabili lavorazioni jacquard a dimostrare che lusso e ricerca hanno trovato, ancora una volta, il loro equilibrio perfetto. I pullover sfoggiano alpaca iper luxury, i pile mescolano cammello e lana, il cardigan si mostra in una versione fisherman con motivi Aran, intreccio elaborato che prende il nome dalle omonime isole di pescatori irlandesi. Il cashmere italiano diventa materia d’elezione per capi dal lusso indiscusso che migliorano con il tempo.

le e armonica. E se i corsi e i ricorsi storici hanno insegnato che nei momenti di incertezza, o di recessione, la moda punta a una rigorosa qualità e a una pragmatica utilità, i brand adeguano la visione creativa all’imperativo del “Less is more”. Il formale assume toni rilassati, tagli e forme si ammorbidiscono, il casual punta a materie prime d’eccellenza e tessuti ad alto impatto tecnologico. Mantenendo sempre lo sguardo verso il tema della sostenibilità e del tracciamento delle materie prime. Il nuovo lusso sartoriale aggiunge note ecosostenibili grazie a ricerca e sperimentazione materica, sempre più improntate ad un upcycling di altissimo livello. E’ il caso di Zegna, in prima linea nel rivoluzionare continuamente la propria filiera mantenendo l’esclusiva qualità nella produzione tessile. “In Zegna ho il privilegio di sperimentare a tutti i livelli, dall’unione delle fibre fino alle forme sartoriali più evolute. È tutta questione di rimescolare o ibridare le categorie andando oltre i confini convenzionali: è questo il nostro nuovo lessico sartoriale”. Alessandro Sartori, creative director del gruppo Ermenegildo Zegna, racconta il Modern Tailoring del brand, una reinterpretazione più che contemporanea della sartorialità classica. La novità della collezione è il monocromatismo, guidato dalla filosofia #UseTheExistin, la creazione di nuovi tessuti partendo da materiali esistenti, fibre naturali e tecniche. Seguendo la filiera passo dopo passo. “Nel tempo è come se mi fossi stancato del concetto di in-

Caban in shearling, pull girocollo in cashmere con bordi a contrasto, pantaloni cargo, boots in vitello. Brunello Cucinelli.


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PER EALA

EALA: Un sogno a cinque stelle

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pre a marzo 2021 EALA, hotel 5 stelle Lusso, perla esclusiva di ospitalità sulle rive del Lago di Garda. Il progetto nasce dalla volontà della famiglia Risatti, da generazioni attiva nel settore alberghiero lacustre. Ispirato alle leggende celtiche e alla figura maestosa del cigno, che da tempi antichi abita le rive del lago, EALA (cigno in celtico) è un invito a sognare, immersi in una magica atmosfera a cinque stelle, godendo di ogni comfort, in un percorso alla riscoperta del proprio sé e della propria bellezza interiore. EALA si trova a Limone sul Garda, un piccolo borgo che conquista per i meravigliosi scorci, le acque blu del lago e le limonaie, costruite a terrazze ai piedi della Cima della Mughera. Ed è proprio lungo la strada che collega Riva del Garda e Limone che si trova EALA. Progettato per garantire la massima efficienza energetica, l’edificio è stato studiato per integrarsi perfettamente nel paesaggio: all’esterno, grazie ai colori naturali della facciata e al bosco verticale che percorre tutti i piani, si fonde completamente con la roccia. All’interno, l’arredo in stile eclettico, le ampie vetrate che lasciano immergere il visitatore nella natura circostante, il gioco di armonie e contrasti creato attraverso i materiali e le tonalità degli interni, completano questo sogno di bellezza. Suddivisa in 7 piani, la struttura si sviluppa in verticale: il piano terra ospita la reception, due ristoranti e un bar; dal primo al quinto piano si trovano le camere, suddivise in 5 tipologie con stili legati al mondo naturale; al sesto piano la Royal Suite Awen ed EALA LUXURY SPA, che si sviluppa su due livelli; sul tetto, l’esclusivo Panorama Lounge, da cui si può godere di una magnifica vista, e una zona outdoor dedicata agli eventi.

NELL’INCANTEVOLE ATMOSFERA DI LIMONE SUL GARDA


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Passione, innovazione, autenticità, rispetto del territorio e dell’ambiente; un approccio moderno e adult friendly per ospiti sopra i 16 anni: sono questi i cardini dell’ospitalità di EALA. Un impegno quotidiano che si traduce in un servizio d’eccellenza e un lusso soft e contemporaneo, che fa sentire l’ospite al centro dell’esperienza. Dedicata a chi ricerca il massimo relax è l’area benessere, EALA LUXURY SPA: un’area di 1500 mq dotata di saune panoramiche, piscina indoor, infinity pool esterna, sala relax e cabine dedicate ai trattamenti. L’ospite verrà accompagnato dal team di esperti EALA in un viaggio sensoriale di puro benessere, per restituire nuova energia a corpo, anima e mente. Particolare attenzione va alla cucina, guidata dal pluristellato chef Alfio Ghezzi. Italianità, semplicità, ingredienti locali, sostenibilità e alta qualità sono gli elementi portanti della sua offerta, sia durante le cene gourmet che l’ospite potrà sperimentare all’interno dell’incantevole ristorante Fine Dining Senso, sia durante il giorno presso Alfio Ghezzi Bistrot. Entrambi i ristoranti sono aperti anche agli ospiti esterni. Completano l’offerta la zona fitness di circa 80 mq firmata Technogym, e molte attività outdoor, che donano l’opportunità di vivere appieno il Lago e tutto ciò che esso offre, dalle escursioni a piedi o in bicicletta lungo la Ciclovia dei sogni del Garda, al golf, fino a gite in barca o sport acquatici, come windsurf e kitesurf. Un insieme di proposte e servizi che concorrono a rendere EALA la location perfetta per una vacanza da sogno, ma anche per organizzare matrimoni indimenticabili ed eventi esclusivi.

A Natale regala un’emozione EALA mette a disposizione gift voucher dedicati a esperienze inedite e validi per un anno, perfette idee regalo per donare ai propri cari un’esperienza speciale. Basta visitare il sito www.ealalakegarda.com alla sezione “Buoni Regalo e Vouchers” per scoprire come acquistarli.

EALA, My Lakeside Dream Via IV Novembre, 86 25010 Limone Sul Garda, BS, Italia info@ealalakegarda.com T +39 0365 954613


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BEAUTY

Magic Drops Di Dafne Funeck

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n ricercato viaggio nel cuore di note fiorite, speziate e legnose. In grado di evocare l’allure senza tempo di fragranze iconiche e novità esclusive. La magia di un istante è racchiusa in una goccia di profumo.

Hermès Eau Des Merveilles Bleue

Chanel N°5 Eau de Parfum

Tom Ford Black Orchid

Prada La Femme

Gucci Bloom Profumo di Fiori


Milano - Via San Pietro all’ Orto, 26

fedelicashmere.com



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