

Obiettivi chiari in testa
Care lettrici, cari lettori
Tra sei mesi voglio essere in forma per la maratona; tra un anno voglio essere in grado di svolgere la professione che ho sempre sognato; in futuro voglio alimentarmi in modo più sano. Propositi, desideri e obiettivi ci accompagnano lungo tutta la nostra vita. E i vostri obiettivi, quali sono? In questa edizione, a pagina 8 vi indichiamo come realizzare facilmente i vostri progetti.



Chi si pre�gge di mantenersi in forma e in salute durante i mesi più freddi, ha sicuramente già sentito parlare del nuoto d’inverno. La rubrica «Benessere» vi illustra gli e�etti del bagno ghiacciato sul nostro corpo e vi spiega a cosa occorre badare praticando questa attività.
La stagione fredda tuttavia non porta con sé soltanto splendide esperienze in natura, bensì anche una maggiore sollecitazione del nostro sistema immunitario. Conoscete i bene�ci della febbre? Li scoprirete a pagina 14. Abbiamo anche a� rontato il tema della mutazione dei virus e del loro impatto sul nostro organismo. Per saperne di più, vi invitiamo a leggere l’articolo alla rubrica «Lo sapevate?».
Non ci resta che augurarvi di raggiungere i vostri obiettivi e di trascorrere un inverno in salute. Buona lettura e buon rilassamento.
Ci si vede in farmacia.
PROSSIMA EDIZIONE: DICEMBRE 2023.
La vostra farmacista, il vostro farmacista
Editore e inserzioni: Winconcept SA, Untermattweg 8, Casella postale, 3001 Berna, telefono. 058 852 82 00, contact@winconcept.ch; Direzione del progetto, coordinazione e design: STO Pharmawerbung AG, Gallusstrasse 33a, 9501 Wil; Caporedattrice: Jana Berisha, STO Pharmawerbung AG, 9501 Wil; Foto: GettyImages; Stampa: Stämp�i AG, Berna; Cambiamento d’indirizzo: vi preghiamo di rivolgervi alla vostra farmacia Feelgood’s. Ulteriori argomenti e rivista attuale anche su: www.feelgoods-farmacie.ch. Link e raccomandazioni: in chiusura di redazione vengono veri�cati tutti i riferimenti a o�erte di terzi, quali link, app o consigli di lettura riportati nella rivista. Con riserva di eventuali successive modi�che di contenuti, disponibilità e prezzi. Non garantiamo la correttezza dei dati.
Stampato myclimate.org/01-23-4106724 Salute
Caduta dei capelli: che fare?
8 Attivi & dinamici
Passo dopo passo verso il traguardo?
11 Consigli & astuzie
13 Lo sapevate?
Come muta un virus?
14 Temi in evidenza
Febbre: quando il corpo si ribella

17 La farmacia consiglia
Il percorso del farmaco nell’organismo
19 Novità & raccomandazioni
21 Nuove prospettive
Disturbi alimentari: quando tutto ruota
attorno al cibo
25 Gioco-concorso
Cruciverba
26 Vita quotidiana
Cancro al seno – e nulla è più come prima

31 Benessere
Nuotare come gli orsi polari
35 Da e per la Svizzera
Promozione della salute a tutto tondo

CONSIGLI dalla vostra farmacia
SUGGERIMENTI CONTRO LA CADUTA DEI CAPELLI
• Trattate i vostri capelli con delicatezza: solo uno shampoo a ogni lavaggio, non strofinateli, pettinateli con cura, non strappateli, fateli asciugare all’aria o con il phon a temperatura tiepida, evitate pettinature o fermagli troppo stretti.

• Sostanze nutrienti per le radici dei capelli: mangiate possibilmente pesce, legumi, frutta secca e prodotti integrali; chiedete in farmacia integratori quali vitamina B biotina, zinco, selenio e aminoacidi.
• La caffeina è contenuta in numerosi prodotti per i capelli in quanto garantisce una migliore irrorazione sanguigna del cuoio cappelluto.
• Abbinate allo shampoo un massaggio delicato.
Caduta dei capelli: che fare?
Se si perdono più di 100 capelli al giorno per settimane o gli stessi non ricrescono, i medici parlano di caduta dei capelli. Se i capelli si diradano, ne risente non solo l’aspetto, ma spesso anche l’autostima.
Will Smith ha fatto scandalo alla premiazione degli Oscar 2022 quando ha preso a schiaffi il presentatore Chris Rock, colpevole di aver deriso la calvizie di sua moglie Jada Pinkett-Smith. L’attrice soffre infatti di alopecia areata, ossia caduta a chiazze dei capelli. Si tratta della terza forma più comune di caduta dei capelli e colpisce circa il 2% della popolazione, uomini e donne indistintamente e anche bambini. Spesso inizia con una perdita di capelli improvvisa in un’area circoscritta del cuoio cappelluto, cui ne seguono altre, fino, in alcuni casi, alla caduta completa. Più raramente, il disturbo colpisce anche ciglia, sopracciglia, barba o tutti i peli del corpo. Alcune volte persino le unghie. Si ritiene che la causa risieda in una malattia autoimmune in cui i globuli bianchi attaccano le radici dei capelli, provocandone l’infiammazione e la conseguente caduta. Sebbene circa il 30% delle persone colpite soffra di una perdita di capelli permanente, nella maggior parte dei casi il problema scompare entro un anno e non si ripresenta. A seconda dello stadio, il trattamento prevede zinco, forti farmaci antinfiammatori o immunoterapie.
QUANDO LA PERDITA DEI CAPELLI È UN SINTOMO
La caduta diffusa dei capelli, la seconda forma più frequente di alopecia (diradamento dei capelli) in genere si estende a tutto il capo e colpisce più frequentemente le donne, in particolare in seguito a cambiamenti ormonali, gravidanza, assunzione della pillola anticoncezionale o durante la menopausa. Anche la carenza di ferro, una disfunzione tiroidea, la sifilide, alcuni farmaci, la chemioterapia, un’intossicazione, una cattiva alimentazione o lo stress figurano tra le cause dell’alopecia diffusa. È importante chiarire con il medico la causa scatenante per definire la terapia. Trattando il disturbo o cambiando farmaco, la caduta dei capelli, che in tal caso risulta essere un effetto collaterale, scompare.
COLPA DELLA GENETICA?
La forma più comune della perdita di capelli è l’alopecia androgenetica, ereditaria e permanente. Colpisce il 70% degli uomini e il 40% delle donne, ma mentre la perdita di capelli negli uomini inizia precocemente con la stempiatura, seguita dal diradamento sulla nuca e può portare alla calvizie, nelle donne compare di solito solo dopo la menopausa, con sfoltimento tipico in corrispondenza della riga centrale. Sia donne che uomini vivono la caduta dei capelli come una perdita di attrattiva con relative conseguenze psicologiche, ed è pertanto comprensibile che si aggrappino a tutto per arrestarla. Attenzione però: dei numerosi prodotti che promettono di porre rimedio alla fragilità o alla caduta dei capelli, la maggior parte risulta deludente in termini di efficacia.
DIAGNOSI E TERAPIA
Per effettuare una diagnosi corretta, è necessario recarsi dal medico ai primi segni di perdita dei capelli. Dopo un’anamnesi dettagliata, i capelli vengono esaminati attentamente. A seconda del problema, vengono eseguiti test di strappo, analisi capillare, esami del sangue, prelievo di tessuti. L’effetto del Minoxidil sul cuoio cappelluto sotto forma di soluzione o schiuma è scientificamente provato. Efficace anche il finasteride, in compresse, ma adatto solo agli uomini per evitare malformazioni in caso di gravidanza. Il minoxidil è in vendita in farmacia come medicinale da banco. I principi attivi possono causare effetti collaterali che si manifestano solo durante l’assunzione. Un’altra opzione – costosa, complicata e stressante – è il trapianto nelle zone colpite da diradamento delle radici dei capelli prelevate dal paziente.
Suzana CubranovicLa caduta dei capelli può essere permanente o provvisoria.
La forza delle gemme al servizio della gemmoterapia

La gemmoterapia può essere impiegata come coadiuvante in numerosi «disturbi funzionali» e favorisce il recupero dell’equilibrio fisiologico.


Ad esempio:

Problemi ad addormentarsi e a mantenere il sonno


Bruciore di stomaco



Rigurgito acido
Disturbi delle articolazioni
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gravità. Del resto, la secchezza oculare ha un forte impatto sulla qualità della vita.
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Cinque passi VERSO IL TRAGUARDO
IL PRINCIPIO DEL METODO SMART:
1. S sta per specifico: un obiettivo deve essere specifico, ossia definito in modo chiaro e concreto. Ad esempio: voglio perdere dieci chili in un anno.
2. M significa misurabile: per valutare se l’obiettivo è stato raggiunto, sin dall’inizio si definiscono alcuni parametri misurabili. Ad esempio: quando la bilancia segna dieci chili in meno, l’obiettivo è stato raggiunto.
3. A indica che l’obiettivo deve essere attuabile, ossia formulato positivamente, in modo da non perdere la motivazione lungo il percorso. Ad esempio: dimagrisco per migliorare il mio aspetto fisico.
4. R sta per realistico: l’obiettivo deve essere raggiungibile, motivo per cui occorre prevedere il tempo necessario. Ad esempio: perdere dieci chili in un anno è fattibile.
5. T significa definito nel tempo: per raggiungere l’obiettivo, è importante farsi un programma e attenervisi. Ad esempio: perderò dieci chili entro dodici mesi.

Passo dopo passo verso il traguardo?
Che si tratti di perdere peso, di migliorare la propria forma fisica, di smettere di fumare, di superare un esame o di fare carriera, chi desidera raggiungere un obiettivo, oltre ai buoni propositi, ha bisogno di un piano.
Con questi suggerimenti il successo è garantito!
Christian R. è stato in grado di perdere più di dieci chili in un anno. Come è riuscito a superare questa sfida? «Premetto che finora i miei sforzi in questa direzione erano tutti falliti miseramente. Ho sempre desiderato dimagrire e cercato di mettere a frutto questo proposito, ma dopo i primi fallimenti mi sono
DESIDERA RAGGIUNGERE
CHI
sempre arreso», ammette Christian R., capo progetto di un’azienda internazionale. «Solamente quando ho capito che per raggiungere il mio obiettivo avevo bisogno di una strategia efficace, ho iniziato a perdere chili», dichiara. Durante un corso di formazione continua ho sentito parlare dei cosiddetti obiettivi SMART. Il principio è frutto di George T. Doran, consulente per la pianificazione aziendale. Con il suo metodo, grazie a una chiara definizione degli obiettivi e a una migliore pianificazione, è realmente possibile raggiungere i traguardi e non mollare a metà strada. Christian R. si è quindi sentito motivato e ha iniziato a utilizzare questo know-how per il suo obiettivo personale: «Il mio obiettivo era chiaro: volevo finalmente perdere i chili in eccesso e non con una dieta ferrea, bensì praticando più attività fisica e seguendo uno schema alimentare che avrei potuto mantenere a lungo termine».
UN PIANO PRECISO
Con questa formulazione concreta, Christian R. ha posto le basi per il suo intento. Dopodiché si è trattato di impostare questo obiettivo smart, ossia specifico,
misurabile, attuabile, realistico e definito nel tempo. «È stato abbastanza semplice: ho elaborato un piano e definito il mio obiettivo nel modo più chiaro possibile. Ad esempio volevo perdere un chilo ogni mese»: un traguardo parziale di facile raggiungimento, semplicemente rinunciando a 300–500 chilocalorie al giorno, ossia il cornetto al burro a metà mattina, il dessert, la birra dopo il lavoro o il vino a cena. Dopo un paio di settimane, misurando la circonferenza dell’addome e salendo sulla bilancia, Christian notò che stava lentamente perdendo peso, il che lo motivò a continuare. E più si alleggeriva, più aumentava il piacere dell’esercizio fisico e di uno stile di vita attivo. Lentamente la sua routine quotidiana cambiò: iniziò ad esempio a salire le scale per andare in ufficio o a casa, anziché prendere l’ascensore. Oppure a rientrare dal lavoro a piedi attraversando un parco nelle vicinanze e godendo dell’aria fresca anziché utilizzare l’auto e passare la serata davanti al televisore. Inoltre, si procurò una bicicletta e il fine settimana iniziò a fare magnifiche escursioni pedalando nei dintorni. Questo lo ha portato a conoscere persone affini e motivato a non mollare e a mantenere il suo nuovo peso».
COME AFFRONTARE EVENTUALI CONTRATTEMPI IMPREVISTI
«Il raggiungimento di un obiettivo è anche una questione mentale», oggi Christian R. ne è convinto. L’importante è pianificare eventuali imprevisti sin dall’inizio. E questo implica non imporsi regole troppo rigide, che spesso vengono infrante o innescano sensi di colpa. «In caso di imprevisti, anziché arrendermi per la frustrazione e nascondere la testa sotto la sabbia, mi sono concesso delle eccezioni, coccolato e premiato, ma non con il cibo, piuttosto con un bagno rilassante o una lunga passeggiata nel bosco. Dopodiché ho continuato il mio percorso, lentamente, ma con costanza, fino a raggiungere il mio obiettivo».
Christina BösigerUN OBIETTIVO ha bisogno di un piano.
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Vaccinazione antinfluenzale
Un’influenza è fastidiosa, ma nella maggior parte dei casi si risolve in pochi giorni, anche se la stanchezza perdura più a lungo. Gli over 65, le donne in gravidanza, i neonati o i malati cronici in alcune circostanze possono sviluppare gravi complicanze. Per le persone maggiormente predisposte – proprio come per tutti coloro che vogliono ridurre al minimo il rischio di ammalarsi o di contagiare gli altri – il modo migliore per proteggersi è la vaccinazione antinfluenzale. Gli adulti sani possono farsi vaccinare in molte farmacie. Il periodo ottimale va da metà ottobre all’inizio dell’ondata influenzale; la Giornata nazionale di vaccinazione contro l’influenza è a metà novembre. I virus mutano in continuazione, perciò il vaccino viene adeguato di anno in anno alle attuali raccomandazioni dell’OMS.
Rafforzare il sistema immunitario
Per proteggersi con efficacia dalle malattie da raffreddamento o dalle infezioni, il nostro corpo deve poter contare su un sistema immunitario intatto, che può essere rafforzato con diverse misure e sostanze nutritive. Un booster immunologico importante è la vitamina C, che favorisce anche la formazione degli anticorpi. Anche la vitamina B stimola le difese immunitarie, contribuendo alla crescita delle cellule e mantenendo le mucose intatte. La vitamina A supporta il sistema immunitario preservando la pelle e le mucose, le barriere che impediscono agli agenti estranei di penetrare. Vitamina D e zinco sono anch’essi potenti alleati del nostro sistema immunitario. Oltre a un’alimentazione equilibrata, a un’attività fisica regolare e a uno stile di vita sano con poco stress e un basso consumo di alcool e tabacco, potete rafforzare il vostro sistema immunitario con diverse piante medicinali quali echinacea, timo, zenzero e olivello spinoso.
Calore contro il dolore
Articolazioni o tessuti connettivi infiammati? Potrebbero nascondere disturbi reumatici, che si acuiscono nella stagione più fredda dell’anno: in effetti umidità e basse temperature possono irrigidire le articolazioni e rallentare il metabolismo, peggiorando i dolori. Il calore può contrastare questa situazione: stimola la circolazione sanguigna e migliora il trasporto di ossigeno. Il calore rilassa inoltre la muscolatura e lenisce il dolore. Tuttavia non è sempre la soluzione adeguata, ad esempio in caso di infiammazione acuta delle articolazioni o di attacchi reumatici l’infiammazione può aumentare. Nella vostra farmacia potete chiedere consiglio e acquistare diversi prodotti quali cuscinetti riscaldanti, cerotti o impacchi caldi.
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Come muta un virus?
Un’infezione virale non fa necessariamente ammalare. Una malattia infettiva virale si sviluppa solo se il sistema immunologico non riesce a combattere i virus, molti dei quali sono altamente infettivi, si diffondono con grande rapidità e, come se non bastasse, si modificano di continuo. E il corpo spesso non è in grado di reagire o non lo fa con sufficiente rapidità.
I virus sono strutture organiche che trasmettono malattie contagiose e che, in natura, si moltiplicano soltanto all’interno di una determinata cellula di un organismo vivente, la cosiddetta cellula ospite. Non possono vivere autonomamente, dato che non hanno un metabolismo proprio per la produzione di energia. Se un virus penetra in una cellula, induce la cellula ospite a produrre nuovi virus replicando il suo patrimonio genetico, chiamato genoma. Durante questo processo, possono verificarsi piccoli errori casuali, che modificano in modo permanente il genoma virale. Si parla in questi casi di un virus mutato. Nella maggior parte dei casi, queste mutazioni passano inosservate, ma possono rafforzare il virus, permettendogli così di aggirare i meccanismi di difesa dell’organismo o di trovare metodi alternativi per replicare il genoma in una cellula ospite.
Un’infezione virale può essere la causa di una lunga serie di malattie, in parte anche letali. Pertanto è ancora più importante riconoscere e curare tempestivamente l’infezione. Per molte malattie virali, non esistono tuttora trattamenti mirati; nella maggior parte dei casi, la terapia si limita quindi ad alleviare i dolori o attenuare la patologia. A differenza di un’infezione batterica, gli antibiotici non sono efficaci in presenza di un’infezione virale. Questi farmaci bloccano i processi metabolici nella cellula, impe-
dendo all’invasore di moltiplicarsi. Ma i virus non hanno un metabolismo proprio su cui gli antibiotici possono agire. Nei casi più gravi, vengono utilizzati farmaci antivirali che inibiscono la formazione di nuovi virus: vengono usati con successo come creme antiherpes per le labbra, per il fuoco di Sant’Antonio fino agli antivirali per l’Aids o le epatiti. Non tutte le infezioni virali possono essere evitate. Una vaccinazione protegge da determinate malattie virali. Spesso si può prevenire un contagio anche attraverso misure igieniche quali lavarsi le mani o consumare cibi cotti durante le vacanze.
Le mutazioni casuali portano ogni anno nuove infezioni virali pericolose quali SARS, MERS-CoV o Ebola, che possono diffondersi in modo epidemico. Semplici misure d’igiene aiutano a contrastare efficacemente questa propagazione.
Avete qualche suggerimento per la nostra rivista? Scriveteci:
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Winconcept SA, Interventi dei lettori Feel good’s, Untermattweg 8, Casella postale, 3001 Berna
La vostra opinione è importante!Myriel Nyffeler
Febbre: quando il corpo si ribella
La febbre – un aumento della temperatura corporea – si manifesta spesso in concomitanza di un’infezione. La temperatura elevata non fornisce tuttavia alcun indizio sulla gravità della malattia all’origine dell’infezione. Perciò, in presenza di febbre, è importante cercare la causa.
La febbre è un aumento della temperatura corporea al di sopra del valore normale, che a riposo è di circa 37 °C. Responsabile della regolazione della temperatura corporea è una determinata regione cerebrale chiamata ipotalamo. In risposta a un’infezione, una malattia o un’altra causa, l’ipotalamo alza la temperatura corporea. Una temperatura sopra i 38 °C indica che qualcosa non va. Qualche lineetta di febbre non desta preoccupazione, ma una temperatura superiore a 39 °C deve essere trattata.
QUAL È LA FUNZIONE DELLA FEBBRE?
La febbre non è una malattia, ma piuttosto un segno che il corpo sta combattendo una malattia o un’infezione. Di solito contribuisce a debellare i virus o i batteri responsabili dell’infezione: la maggior parte di questi agenti patogeni si sviluppa particolarmente bene a una temperatura normale, ma muore con la febbre.
In caso di infezione, le cellule del sistema immunitario rilasciano alcuni messaggeri, le cosiddette citochine, che stimolano l’ipotalamo a regolare la temperatura corporea verso l’alto. La temperatura elevata com-
promette non solo la moltiplicazione di virus e batteri, bensì attiva anche i globuli bianchi responsabili della loro eliminazione e garantisce una maggiore formazione di anticorpi.
Spesso la febbre è accompagnata da altri sintomi quali ad esempio:
• brividi
• sudorazione
• mal di testa
• dolori muscolari
• stanchezza, fiacchezza
• inappetenza
• disidratazione (perdita di liquidi dovuta al sudore)
QUALI SONO I SEGNALI D’ALLARME A CUI PRESTARE ATTENZIONE IN PRESENZA DI FEBBRE?
Consultate subito un medico se lo stato febbrile comporta anche solo uno dei seguenti segnali d’allarme:
• temperatura oltre i 39 °C da più di 48 ore
• forte mal di testa
• ipersensibilità alla luce
• rigidità nucale o dolore muovendo la testa avanti e indietro
• confusione
• vomito persistente
• disturbi respiratori o dolori al petto
• dolori addominali o dolori alla minzione
• crampi
GLI EFFETTI DELLA FEBBRE SUL CORPO
Per contrastare una perdita di calore, il corpo reagisce all’aumento della temperatura riducendo il flusso sanguigno alla pelle e ai muscoli. Dal canto loro, i muscoli si contraggono per produrre calore. Si creano così i tipici brividi da febbre alta. Con l’aumento della temperatura, aumenta anche la sudorazione, che provoca una perdita di acqua con una conseguente diminuzione del volume di sangue e urina.
• peggioramento dello stato generale, ad esempio apatia
CHE COSA SI PUÒ FARE PER ABBASSARE
LA FEBBRE
• In caso di febbre alta, spogliarsi per abbassare la temperatura corporea e arieggiare il locale, evitando comunque le correnti d’aria
• Bere molto
• Immergersi in un bagno tiepido (non nell’acqua fredda, che potrebbe scatenare uno shock da freddo e un aumento della temperatura)
• Usate di preferenza i termometri elettronici, particolarmente affidabili
• Misurate la temperatura rettale, un metodo molto più affidabile in particolare nei bambini
FARMACI ANTIPIRETICI
• La temperatura superiore a 39 °C può essere abbassata con determinati farmaci, acquistabili in farmacia senza ricetta
• Il farmaco di prima scelta è il paracetamolo: combatte la febbre e i disturbi che l’accompagnano
• I farmaci antinfiammatori (FANS), quali ibuprofene e Aspirina, vengono utilizzati meno frequentemente. Possono tuttavia essere somministrati anche quando la febbre è accompagnata da processi infiammatori, soprattutto in relazione con un’infezione. Non sono invece adatti ai bambini piccoli con febbre ed eruzioni cutanee
• Attenetevi al dosaggio e all’intervallo di somministrazione consigliati per evitare un sovradosaggio; se necessario, per ridurre in modo più duraturo la febbre, alternate paracetamolo e FANS
• Dopo aver assunto il farmaco, controllate se la temperatura è scesa
Sophie Membrez
FEBBRE: IN ALCUNI CASI È RICHIESTA PARTICOLARE CAUTELA
Le donne in gravidanza, i neonati e le persone anziane devono essere monitorate con attenzione in caso di febbre e visitate immediatamente da un medico.
Nei bambini, di regola la febbre raggiunge livelli più elevati rispetto agli adulti. I bebè di meno di sei mesi sono particolarmente a rischio. Una minima percentuale di questi piccoli pazienti tende a sviluppare convulsioni febbrili, che sono una conseguenza di una disfunzione cerebrale temporanea dovuta a una temperatura corporea eccessiva. Il fenomeno interessa soltanto i bambini geneticamente predisposti, e il rischio sussiste solitamente nei bambini di età compresa tra sei mesi e cinque anni.
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Il percorso del farmaco nell’organismo
Molti farmaci vengono ingeriti sotto forma di compresse, ma il nostro corpo ha diverse possibilità di assorbire un principio attivo. La variante migliore dipende da una serie di fattori, primo tra tutti la natura del principio attivo, ma anche quella del paziente.
COMPRESSE, CAPSULE O SUPPOSTE?
Compresse e capsule sono le modalità di assunzione dei medicinali più utilizzate, dette anche forme galeniche. Facili da produrre, mascherano il cattivo gusto del principio attivo, si dosano facilmente e possono essere conservate a lungo. Nel suo percorso attraverso il tratto gastrointestinale, la compressa o la capsula viene sciolta e il principio attivo riassorbito comincia a fare effetto. Per le persone anziane e i bambini, ingoiare un farmaco solido può essere difficile, quindi delle gocce o uno sciroppo rappresentano l’opzione migliore. Una buona alternativa sono anche le compresse orosolubili, da sciogliere sotto la lingua. I vantaggi: agiscono più rapidamente in quanto una parte della sostanza attiva viene già assorbita dalla mucosa orale, evitando il fastidio di inghiottire una compressa o capsula di grosse dimensioni, e possono essere assunte senz’acqua.
A SECONDA DELLA NECESSITÀ
Oltre alle forme orali, ossia ai farmaci che si assumono per bocca, esiste tutta una serie di varianti di assunzione dei medicinali. Per i bambini piccoli si usano spesso le supposte, che si dissolvono rapidamente nel retto grazie alla temperatura corporea, consentendo al principio attivo di venire assorbito nel flusso sanguigno attraverso i vasi sanguigni locali. Si tratta di una soluzione indicata anche in presenza di nausea con vomito.
Alcune sostanze attive, a causa della loro natura, non possono essere assorbite nel tratto gastrointestinale. È il caso di molte molecole di grandi dimensioni, come l’insulina per il diabete o gli anticorpi per le malattie autoimmuni. Queste devono essere iniettate, di solito per via sottocutanea. La maggior parte dei pazienti è in grado di farsi autonomamente queste iniezioni, dopo aver seguito una breve istruzione.
INCOLLARE ANZICHÉ INGOIARE
Anche i cerotti con deposito di principi attivi rappresentano una valida opzione: nicotina, estrogeni o forti antidolorifici possono essere ben assorbiti attraverso la pelle. I cerotti, appena visibili, rilasciano una quan-
tità precisa di farmaco per unità di tempo, garantendo così una concentrazione stabile del principio attivo nell’organismo.
E SE LA SOMMINISTRAZIONE DEVE
ESSERE RAPIDA?
Nel contesto della terapia ospedaliera o in situazioni di emergenza, i farmaci vengono spesso somministrati per via endovenosa sotto forma di flebo o iniezione. In questo modo il principio attivo entra nella circolazione sanguigna subito rispetto alla somministrazione orale.
Sandra MüllerQUANDO ANCHE IL FEGATO DIGERISCE
Quando si assume un farmaco, esso viene assorbito nell’intestino tenue nella vena porta, proprio come quando si ingerisce del cibo. La vena porta è il collegamento diretto tra l’intestino e il fegato, dove il principio attivo viene metabolizzato per la prima volta. In seguito, solo una parte del principio attivo originario viene distribuito nell’organismo, a seconda della funzione epatica e delle proprietà chimiche del farmaco. Questo fenomeno è chiamato effetto di primo passaggio. Utilizzando cerotti transdermici, supposte, compresse orosolubili o iniezioni, questo effetto di primo passaggio può essere aggirato e una maggiore quantità di principio attivo resa disponibile rispetto alla somministrazione orale.







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Cura la caduta dei capelli alla radice

Disturbi alimentari: quando tutto ruota attorno al cibo
Un aspetto tipico del disturbo alimentare è la preoccupazione ossessiva per l’alimentazione, il peso corporeo e l’aspetto fisico. Si distinguono tre forme: l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata o binge eating (abbuffate regolari senza misure di contenimento del peso). Poiché queste patologie spesso si manifestano in forma mista, non sempre è possibile una diagnosi corretta. Seguiamo le tracce di una sofferenza profonda e silenziosa.
I disturbi alimentari sono complessi e ampiamente diffusi. Secondo l’Ufficio federale della sanità pubblica, in Svizzera colpiscono circa 280’000 persone, tra cui molti giovani. I disturbi alimentari nella giovane età adulta si ascrivono quindi tra le patologie psicologiche croniche più frequenti, con inizio durante
I
l’adolescenza. L’evoluzione di un disturbo alimentare ha luogo gradualmente e sembra essere influenzata da una combinazione di fattori, tra cui la predisposizione genetica, il contesto sociale e la salute psichica.
QUANDO L’ANIMA GRIDA AIUTO
I disturbi alimentari in genere non hanno un’unica causa scatenante, ma vantano ragioni diverse e individuali. Un disturbo alimentare è una patologia mentale o psicosomatica con carattere di dipendenza.
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Se notate che un membro della vostra famiglia o cerchia di amici manifesta i sintomi di un disturbo alimentare, parlatene con l’interessato e fategli capire che tenete al suo benessere. È essenziale che le persone affette da disturbi alimentari abbiano accesso a un aiuto professionale e ricevano le dovute cure il prima possibile.
Il trattamento dei disturbi alimentari include una riabilitazione nutrizionale volta a normalizzare il peso corporeo e il comportamento alimentare. La psicoterapia può servire a correggere le convinzioni irrazionali in merito al peso e alla propria immagine, a superare sentimenti problematici e paure e a evitare recidive. I farmaci possono essere d’appoggio a questo processo. A complemento è possibile ricorrere a terapie nutrizionali od offerte di autoaiuto. La buona notizia è che i disturbi alimentari nella maggior parte dei casi si possono curare. Tuttavia, data la cronicità della patologia, il processo di guarigione può durare anni ed è caratterizzato da ricadute.
DISTURBI ALIMENTARI sono estremamente complessi e ampiamente diffusi.












Cause psicologiche come una bassa autostima o eventi traumatici – quali esperienze di violenza, la separazione dei genitori o la perdita di una persona cara, la tendenza al perfezionismo o pretese eccessive imposte a sé stessi possono generare conseguenze fisiche e danni alla salute. Quali ulteriori fattori si citino malattie psichiche di un genitore o la mancanza di modelli positivi. Il comportamento delle persone affette da disturbi alimentari diventa irrefrenabile, esse perdono completamente il controllo sul naturale bisogno di nutrirsi e finiscono per preoccuparsi in modo costante e compulsivo del cibo. Le persone colpite e il loro contesto sociale spesso non sono consapevoli del fatto che i disturbi alimentari nel tempo possono causare seri danni alla salute e gravi squilibri ormonali e metabolici. Danni a cuore, apparato digerente, ossa, denti, cavo orale o disturbi del ciclo mestruale sono solo alcuni effetti collaterali.
Inoltre, più della metà delle persone affette da un disturbo alimentare evidenzia anche una o altre patologie psichiche concomitanti, tra cui spesso depressione e fobie.

RICONOSCERE I SEGNALI D’ALLARME
I disturbi alimentari sono caratterizzati dalla costante preoccupazione per il cibo e il peso corporeo. Rifiutarsi di mangiare o attacchi di fame incontrollata come pure mangiare di nascosto o il terrore di un aumento ponderale – anche nelle persone molto magre –, sono comportamenti assolutamente tipici. Episodi reiterati di consumo di grandi quantità di cibo come pure andare in bagno durante o subito dopo i pasti fanno altresì parte delle modalità comportamentali di chi soffre di un disturbo alimentare, alla stessa stregua della pratica eccessiva di attività sportive o dell’assunzione esagerata di integratori o lassativi per perdere peso. Spesso si arriva a rifiutare il proprio corpo fino a una totale perdita della propria autostima e quindi a un profondo dolore psichico che evolve in una spirale di negatività.
Myriel Nyffeler










































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Condizioni di partecipazione: compilate il tagliando sottostante e consegnatelo presso la vostra farmacia Feelgood’s. Oppure partecipate online su: www.feelgoods-apotheken.ch/it/quiz
Ultimo termine di partecipazione: 30 novembre 2023. L’estrazione a sorte avrà luogo alla � ne di dicembre 2023. I vincitori saranno avvertiti dalla loro farmacia.
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Condizioni di partecipazione
Partecipando al concorso accettate le seguenti condizioni: possono partecipare tutte le persone maggiorenni residenti in Svizzera. Sono esclusi tutti i collaboratori di Winconcept SA e delle farmacie Feelgood’s, le loro famiglie e tutte le persone che vivono sotto lo stesso tetto. La partecipazione non è legata all’acquisto di un prodotto o servizio. I partecipanti confermano i loro dati personali. I dati personali raccolti nell’ambito del concorso saranno trattati in modo confidenziale e non saranno trasmessi a terzi. Possono tuttavia essere utilizzati da Winconcept SA / Farmacie Feelgood’s per scopi promozionali e di marketing. I vincitori saranno informati personalmente. Non verrà scambiata alcuna corrispondenza sul concorso. È escluso qualsiasi ricorso legale. Ultimo termine per la partecipazione è il 30 novembre 2023, alle 24.00.
Cancro al seno – e nulla è più come prima
Con oltre 6’500 nuovi casi l’anno, il carcinoma mammario è il tumore maligno più frequente nelle donne. Mentre in passato si procedeva di regola all’asportazione completa della mammella, oggi con le stesse possibilità di sopravvivenza nel 70% circa dei casi è possibile effettuare un intervento conservativo seguito da una radioterapia.
Fisicamente, le donne sottoposte a un intervento al seno, soffrono spesso di dolori, intorpidimento e disturbi della sensibilità nella zona mammaria. A livello psicologico, invece, un intervento viene percepito come una violazione dell’integrità femminile, essendo
Un seno ricostruito non è mai come UN SENO VERO.
il seno il simbolo della femminilità. Una diagnosi di questo tipo scatena ondate di ansia e di paura. All’inizio, le terapie non lasciano alle pazienti il tempo di riflettere. Quando i medici hanno deciso di intervenire chirurgicamente, cresce la paura. Poi sparisce. Terminata la terapia, quando la donna si trova confrontata con la sua nuova immagine, ritorna la paura: le asimmetrie e la nuova sensazione tattile sono destabilizzanti.
Inga Bekes: In quali casi occorre tuttora ricorrere alla rimozione del seno?
cosmetica. È il caso anche per un seno che presenta più noduli, come pure di un cosiddetto carcinoma mammario infiammatorio. Ci sono inoltre pazienti che non vogliono sottoporsi a un intervento conservativo o non possono sottoporsi al successivo trattamento di radioterapia.
Quali sono i maggiori rischi di un intervento conservativo?
Il rischio maggiore consiste nel fatto che non si interviene in un ambiente sano. I margini del tessuto che viene rimosso devono essere privi di cellule tumorali, altrimenti occorre procedere a un secondo intervento, in alcuni casi persino a un’asportazione secondaria completa della mammella.
Il 70% delle ricostruzioni del seno vengono fatte impiantando protesi di silicone, ossia un materiale estraneo al corpo. Nel 30% dei casi invece si ricorre ai tessuti del proprio corpo. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?
La dr.ssa Inga Bekes, è libera docente e viceprimario presso il Centro di senologia dell’Ospedale cantonale di San Gallo.
Inga Bekes: Nel 30% circa dei casi si rende necessaria una mastectomia, ossia l’asportazione completa della mammella. La causa potrebbe essere un rapporto sproporzionato tra la massa tumorale e il seno colpito, che non consente una terapia conservativa: il tumore è troppo grosso rispetto al seno per poter effettuare una ricostruzione

La ricostruzione con un corpo estraneo, solitamente una protesi riempita di gel di silicone è spesso la prima scelta, dato che questo tipo di intervento è relativamente semplice da eseguire e non prolunga eccessivamente la durata dell’intervento. Dopo la radioterapia, la combinazione tra la superficie cutanea irradiata e il materiale estraneo può diventare problematica. La capsula che si forma attorno all’impianto può indurirsi, provocare dolore, l’impianto può restringersi o causare problemi cosmetici. I risultati a lungo termine per quanto riguarda la durata e la soddisfazione generale delle pazienti sono generalmente migliori con l’impianto di tessuto autologo, ma questo tipo di ricostruzione richiede tempi di intervento e convalescenza notevolmente più lunghi.
Quale è la sfida maggiore nella ricostruzione del seno?
A differenza di una mastoplastica additiva, che consiste nell’inserire una protesi di silicone sotto il
«Dopo l’intervento, ho sviluppato un atteggiamento protettivo e non osavo più fare molte cose.»
«Le conseguenze della chemioterapia – spossatezza, stanchezza, difficoltà di concentrazione – mi hanno accompagnato per anni. Non avevo più fiducia in me stessa.»
«Dopo la diagnosi, pensavo di poter tornare al lavoro dopo al massimo due mesi. Purtroppo non è stato così. Ho dovuto accettare la situazione.»
tessuto mammario esistente, la ricostruzione del seno prevede la rimozione del corpo ghiandolare mammario e la sua sostituzione completa con un impianto. Ecco perché un seno ricostruito – con una protesi o con il tessuto della paziente stessa – non potrà mai sostituire un seno naturale. Oltre alla sicurezza oncologica, ossia l’asportazione completa del tumore, la sfida maggiore consiste quindi nel ripristino della simmetria, per rendere il seno il più simile possibile al suo stato originale e ottenere così la massima soddisfazione nel tempo della paziente.
Come si supera questo trauma?
Una buona rete psicosociale è fondamentale. Oltre alla competenza medica, un centro di senologia certificato offre anche assistenza da parte di psiconcologi e operatori sanitari specializzati nella terapia del tumore al seno, che accompagnano le pazienti dalla diagnosi alla terapia e le seguono anche durante la convalescenza. Partecipare a un gruppo di autoaiuto può essere utile per accettare meglio la malattia e confrontarsi con altre donne che seguono lo stesso percorso.
Suzana CubranovicCONSIGLI dalla vostra farmacia

PREVENZIONE E ACCERTAMENTO
Per principio, qualsiasi cambiamento del seno va approfondito, che si tratti di un nodulo tattile, di un’alterazione cutanea, di una retrazione del capezzolo, di una secrezione di liquido, ma anche di indurimenti o dolore.
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Nuotare come gli orsi polari
Il nuoto invernale fa tendenza. Si dice che una breve immersione nell’acqua fredda rafforzi il sistema immunitario e favorisca il rilascio di ormoni della felicità. Tuttavia, affinché quest’esperienza gelida possa essere anche un piacere, è bene adottare alcune precauzioni.
«Freddolosi astenetevi!» Il nuoto o bagno invernale comporta un breve tempo di permanenza in acque con temperature sotto i 10 °C. Si parla invece di bagni di ghiaccio quando per potersi immergere occorre praticare un buco nel ghiaccio. Il nuoto invernale gode di sempre maggiore popolarità e oggi fa tendenza. In Svizzera sono nati diversi gruppi che propongono questa attività e forniscono le direttive adeguate. Vengono organizzate regolarmente anche manifestazioni pubbliche (cfr. riquadro). La regola più importante nel nuoto invernale è ascoltare il proprio corpo. Le false ambizioni e la voglia di agire in solitaria non sono compatibili con questa disciplina sportiva. Il nuoto invernale non è una competizione, bensì deve servire a ottenere un beneficio per il proprio corpo.

I BENEFICI DEL NUOTO INVERNALE
Il passaggio dal caldo e freddo stimola il sistema immunitario. Aumenta il numero di globuli bianchi, che porta a una migliore protezione dalle infiammazioni. Il freddo attiva anche la respirazione e il sistema
cardiocircolatorio. Perciò è importante che le persone con disturbi cardiocircolatori o con un’ipertensione non trattata consultino un medico prima di immergersi in acque fredde. Il nuoto invernale stimola sì la combustione dei grassi, ma anche l’appetito. Pertanto, se deve servire a perdere peso, è necessaria una grande disciplina. Immergendosi nell’acqua fredda, vengono liberati ormoni della felicità e adrenalina. E questo ha un influsso sulla psiche. La mente si calma e riesce a distanziarsi dal quotidiano. Inoltre, l’attimo che segue il bagno, quando un piacevole calore invade nuovamente il corpo, regala la piacevole sensazione di aver compiuto un’impresa eccezionale.
NUOTO INVERNALE, MA NEL MODO GIUSTO
Lo shock da freddo dopo essersi immersi nell’acqua gelida mette a dura prova l’organismo. Perciò, la regola più importante è: niente bagno in solitaria! I nuotatori dovrebbero rimanere vicino alla riva, dove possono stare in piedi. Il freddo aumenta il battito
Vi sentite stanchi e fiacchi?
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cardiaco e limita la capacità di movimento. È importante anche controllare attentamente la durata del bagno: la regola d’oro è rimanere in acqua al massimo per un numero di minuti pari a quello indicato dal termometro. Quindi, se la temperatura dell’acqua è di sei gradi, nuotare al massimo per sei minuti. La testa non va mai immersa completamente, poiché gran parte del calore viene dispersa proprio attraverso la testa. I capelli devono assolutamente rimanere asciutti. La cosa più importante quando si nuota d’inverno è riscaldarsi dopo il bagno. Vestiti asciutti, un berretto e un tè o una zuppa calda… e ci si sente rinascere! Solo chi in quel momento gode di ottima salute, dovrebbe immergersi nell’acqua fredda. Per praticare questa disciplina sportiva occorre essere molto previdenti, per evitare uno shock da freddo. Una preparazione mentale con meditazione o semplicemente un inizio consapevole aiutano a rendere il nuoto invernale un’esperienza positiva. Per debuttare nelle migliori condizioni, è necessario iniziare la preparazione prima della stagione vera e propria. Nuotare in acque fredde già in tarda estate e in autunno permette al corpo di abituarsi gradualmente a temperature sempre più basse. Anche le docce fredde possono preparare il corpo a vivere quest’esperienza in acque libere. In ogni caso, occorre accogliere l’inverno ben preparati. Poi si possono imitare gli orsi polari una o due volte la settimana!
Kurt MeyerCONSIGLI dalla vostra farmacia


MAI DA SOLI!
Ai principianti di consiglia di unirsi a un gruppo o di iscriversi a una società di nuoto. I nuotatori invernali esperti saranno sicuramente felici di svelare agli interessati i segreti di questo sport! Anche durante gli eventi ufficiali non si è soli. Sul posto, c’è sempre un servizio di sicurezza ben organizzato. Tra le manifestazioni più popolari in Svizzera citiamo la Coupe de Noël a Ginevra. Suddivisi in gruppi di 20 persone, i nuotatori gareggiano su una distanza di 125 metri. Ad inizio dicembre a Zurigo, la Limmat ospita la nuotata di San Nicolao (Samichlausschwimmen ) su una distanza di 111 metri. E il 6 di gennaio, a Brissago, i più temerari si immergono nelle acque del Verbano per la Nodada de la Befana: 80 metri rigorosamente in costume da bagno. Informazioni e iscrizione all’indirizzo: gn1885.ch e samichlausswimmen.ch
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Promozione della salute a tutto tondo
In Svizzera la promozione della salute è in gran parte sostenuta dalla «Fondazione Promozione Salute Svizzera», che si prefigge di migliorare nel tempo la salute della popolazione in tutti i settori.
«Promozione Salute Svizzera» è una fondazione di diritto privato, sostenuta da Cantoni e assicuratori. Su incarico della Confederazione, ha il compito di diffondere e coordinare misure per la promozione della salute e la prevenzione delle malattie nonché di controllarne l’attuazione. A lungo termine l’obiettivo è una migliore salute della popolazione svizzera. Obiettivo raggiungibile informando e motivando le persone ad adottare uno stile di vita sano.
PREVENIRE ANZICHÉ CURARE
I temi della promozione della salute in Svizzera sono molteplici e contemplano sia la salute fisica nel contesto privato e aziendale, in particolare di bambini, giovani e persone anziane, sia la promozione della salute in generale e la prevenzione in termini di attività fisica, alimentazione e dipendenze. La prevenzione assume un’importanza particolare in quanto le diverse misure d’intervento possono
essere attuate singolarmente e generare un sensibile impatto sull’individuo, ma anche sulla società. All’insegna del motto: «Evitare il dolore anziché affrontare cure costose».
PROMUOVERE LA PREVENZIONE
In Svizzera oltre un quarto della popolazione soffre di una malattia non trasmissibile. Tra queste si citino i disturbi cardiocircolatori, l’ipertensione, il sovrappeso e il diabete. Le malattie croniche generano circa il 90% delle spese mediche. Gran parte di esse possono essere evitate con una prevenzione efficace basata su una maggiore attività fisica e un’alimentazione equilibrata. La «Fondazione Promozione Salute Svizzera» ha pubblicato un libro sul tema «Prevenzione di malattie croniche: strategie ed esempi dalla Svizzera» di cui è possibile scaricare una versione gratuita in formato PDF.
Kurt MeyerL’ABBONAMENTO DELLA VOSTRA FARMACIA
Desidero ricevere regolarmente e gratuitamente la rivista della mia farmacia. Compilare il tagliando e consegnarlo alla propria farmacia.
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Leggende o verità?
Il vaccino antin�uenzale protegge dal ra�reddore? Mi ammalerò perché ho preso freddo? È vero che in inverno ci si ammala di più, tuttavia spesso si attribuisce la maggior frequenza dei malanni alle cause sbagliate. Scoprite che cosa è vero e cosa no.
INFLUENZA E RAFFREDDORE SONO
LA STESSA COSA
No. Benché entrambe le malattie siano scatenate da virus, ci sono importanti di�erenze. L’in� uenza è causata dal virus omonimo e può comportare malattie più gravi con maggiori complicazioni rispetto al ra� reddore. Vaccinandosi, è possibile proteggersi dall’in� uenza, ma non dalle malattie da ra� reddamento.
Quindi: è una leggenda!
IL RAFFREDDORE È MOLTO CONTAGIOSO
Alla stregua del Covid-19, anche le malattie da ra� reddamento prevalentemente sono causate da virus che si trasmettono rapidamente da persona a persona con tosse, starnuti o per via aerea. Alcuni di questi virus possono anche sopravvivere a lungo sulle super� ci o sulle mani.
Conclusione: è un dato di fatto!
PRENDERE FREDDO FA AMMALARE
Il freddo in sé non fa ammalare. Per scatenare un’infezione occorrono sempre agenti patogeni quali virus o batteri. Il freddo sottopone semplicemente l’organismo a stress, indebolendo il sistema immunitario e rendendolo più incline alle infezioni.
Conseguenza: è una leggenda!
NELLA STAGIONE FREDDA CIRCOLANO
PIÙ VIRUS
I virus sono presenti anche in estate, ma in inverno si di�ondono più facilmente a causa delle temperature fredde e del basso grado di umidità. Dal momento che hanno bisogno dell’ospite umano per moltiplicarsi, in inverno, negli ambienti chiusi, quando si è a stretto contatto, è più facile che migrino da un ospite all’altro. Perciò è vero!
Con i nostri migliori auguri per la vostra salute:
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Farmacia Generoso, Melano
Farmacia Accademia, Mendrisio
Farmacia Sciolli, Minusio
Farmacia Collina d’Oro, Montagnola
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La prossima edizione sarà pubblicata in dicembre
NEL PROSSIMO NUMERO:
• Quasi nessuna pausa nella vita di tutti i giorni –lo stress è così poco salutare
• Anno nuovo, felicità nuova – Come i nuovi inizi hanno successo
• La malattia di Crohn: tra rischi e opportunità
