La Voce del Popolo 2013 23

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ra il 2009 quando sugli schermi comparve “Una notte da leoniâ€?. La commedia di Todd Phillips, che si guadagnò anche un Golden globe, sorprese tutti e lanciò in maniera definitiva Ed Helm (Stu) e Zach Galifianakis (Alan), accanto al giĂ noto Bradley Cooper (Phil). Fu un successo inaspettato. Un successo tanto importante, che ha segnato un nuovo modo di fare cinema; tanto nuovo che lo stesso Todd Phillips, due anni dopo, propone “Una notte da leoni 2â€? che, in uno strano gioco, diviene anche il remake del primo episodio, spostando la location da Las Vegas a Bangkok in Thailandia. Stesse dinamiche narrative con un eccesso, che avrebbe dovuto garantire nuova linfa, quello della volgaritĂ . Un film piĂš sordido, sporco e irriverente del capitolo primo. Ma la storia non finisce qui e il branco, cosĂŹ come lo chiama Alan, si pone proprio lĂ dove non ti aspetti. CosĂŹ come il suo regista Todd Phillips. Nessun addio al celibato, nessuna notte brava con sbornia e percorsi da ricostruire di cose fatte in preda agli effetti collaterali di qualche allucinogeno, misto ad alcool. Niente di tutto questo. “Una notte da leoni

3â€? porta il branco ad affrontare la propria evoluzione. Basta con le ragazzate e le avventure da bamboccioni; basta con gli eccessi tanto per gli eccessi. E questa dichiarazione d’intenti è evidente fin dall’inizio del film in cui Alan, nella scena nota anche dai trailer, trasporta dietro l’automobile una giraffa che, in una scena politicamente scorretta, viene decapitata da un cavalcavia piĂš basso degli altri. Ennesima sfuriata del padre, che gli costa un infarto, e la decisione di portare Alan in una casa di cura per farlo crescere. L’unico modo per convincerlo ad andarci è che sia il branco ad accompagnarlo. Comincia qui il film dei Leoni, con un antefatto prima dei titoli: Mr. Chow (Ken Jeong) scappa dalla prigione di massima sicurezza dove era stato portato alla fine del capitolo precedente. E proprio durante

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