Sala della Comunità 2010 03

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Voce Sas: I teatri del sacro

CRUCIFIXUS A BRESCIA Scene sacre nella cittá

Lunedì 15 marzo ore 20.45: Castello di Brescia, Erodìas di Sandro Lombardi Martedì 16, mercoledì 17, giovedì 18 marzo ore 20.45: Piccolo teatro libero (S. Polo), Barabba con Sergio Maschera Mercoledì 17, giovedì 18, venerdì 19 marzo, Brescia, Abbi cura di lui con Luciano Bertoli Giovedì 18, venerdì 19 marzo, Duomo Vecchio ore 22: El Misterio del Cristo de los gascones compagnia Nao D’Amores Venerdì 19 marzo: Stomaco vuoto Associazione Elea Sabato 20 marzo ore 20.45: Atb Riva Calzoni (Roncadelle), Rock Passion Live Domenica 21 marzo: ore 16, Casa di reclusione Verziano, Ecco l’uomo con Sergio Maschera; ore 20.45, Atb Riva calzoni (Roncadelle), Rock Passion Live

Una scena da "El Misterio del Cristo de los Gascones"

sere solo un mezzo – lo spettacolo – diventava (e ancora oggi diventa) il fine. Così l’originaria tensione religiosa si perdeva (e si perde), oscurata dalla grandiosità degli allestimenti, dallo sfarzo e dalla spettacolarità di costumi, luci, musiche, scenografia, dalla macchina organizzativa, o, al contrario, dal più cervellotico sperimentalismo teatrale, dall’esibizionismo attoriale, dalle rivalità più meschine per ruoli, parti, cariche, incarichi, soldi, poteri, prestigio… Il teatro sacro degenerato fa il verso – male – allo spettacolo “profano”. Proprio ciò di cui non abbiamo bisogno, perché soffriamo di intossicazione generale da show. Il modello di spettacolarizzazione o vetrinizzazione della vita (come dicono alcuni) non solo invade tutti i campi del sociale, dalla politica alla prostituzione, ma finisce con lo schiavizzare le persone (alla domenica non si va più a messa si va all’outlet) in una ricerca di modelli ed esibizione di comportamenti che segnalano una paurosa crisi della personalità: una mancanza di essere che ci porta alla imitazione pappagallesca di tutto e di tutti. Così viviamo senza senso. Lo spettacolo ha “profanato” tutto e tutto il giorno viviamo come se tutti fossimo al Grande Fratello. Solo un video mi può dire che io esisto, che io sono. L’uomo non è più creato a immagine di Dio, ma a immagine dell’immagine di 0 (zero, nulla, nada, pof, miraggio…). I teatri del sacro in un impero del profano, del futile, del volgare, sono oggi una vera provocazione. Qualcosa di sconvolgente, di divergente, di incongruente. I teatri del sacro sono trasgressivi. Parlano di cose pesanti, oscene, fuori cioè dalla scena quotidiana e fuori dalla scena mediale. I teatri del sacro non vogliono spettatori. Vogliono partecipanti. Gente che sa, che fa, che dà. Ecco perché sono importanti. Necessari. Per alcuni teatro e sacro sono degli opposti. Sono come il diavolo e l’acqua santa. Tanti chiedono perché si fa teatro sacro. Non basta la Bibbia? Non basta l’arte immensa della pittura e della scultura dei secoli passati? Non bastano i racconti cinematografici come il "Vangelo secondo Matteo" di Pierpaolo Pasolini o "The Passion" di Mel Gibson? Non ba-

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