Vita #04

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IDEE

Ong Boom di cooperanti, ma attenzione alle polizze da tour operator

climatiche e sociali difficili. È necessario accompagnare alla prevenzione protocolli adeguati a cui attenersi senza eccezioni, la registrazione nel sito appositamente realizzato dalla Farnesina (“Viaggiare sicuri”, nella sezione attività umanitarie e di cooperazione) e munirsi di una tutela assicurativa adeguata a rispondere ad ogni esigenza. I rischi, infatti, possono essere molteplici e non devono essere sottovalutati. Tra le fattispecie di rischio che possono coinvolgere i cittadini italiani nel mondo, avverte l’Unità di Crisi della Farnesina, «la più insidiosa è oggi certamente quella determinata dalla crescente aggressività di gruppi terroristici che compiono attentati o sequestri di persona», ma anche lo scoppio di guerre in aree considerate fino a quel momento sicure, o ancora lo sviluppo di epidemie e pandemie improvvise, come successo nell’ultimo anno.

di CINZIA GIUDICI presidente Siscos

S

ono più di 22mila (dati di Open Cooperazione) i cooperanti italiani all’estero che risultavano attivi nel 2019. Negli ultimi sei anni, il numero di operatori che partecipano a progetti di cooperazione allo sviluppo è duplicato e si parla solo di dati relativi a cooperanti ufficialmente registrati. Purtroppo le buone intenzioni spesso non bastano e la tendenza, sempre più diffusa prima della pandemia, quando viaggiare era facile, a partire “impreparati”, si può pagare a caro prezzo: la cooperazione internazionale è balzata più volte dinanzi ai riflettori della cronaca per avvenimenti anche gravi, che l’hanno messa in cattiva luce dinanzi ad una opinione pubblica spesso distratta. Il mestiere del cooperante è un mestiere assai più qualificato rispetto all’immagine a cui viene spesso associato. I cooperanti sono professionisti retribuiti e altamente specializzati, che lavorano per l’attuazione di programmi di sviluppo, ovvero strategie con obiettivi precisi.

Negli ultimi sei anni, il numero di operatori che partecipano a progetti di cooperazione allo sviluppo è duplicato, ormai sono oltre 22mila Normalmente fanno parte, anche come consulenti, di organizzazioni che posseggono protocolli di sicurezza basati su standard internazionali. E che rispettano, spesso ampliandole, le indicazione che via via nel tempo le Ong si sono date, in accordo con la Farnesina e la sua Unità di Crisi. Le raccomandazioni non differiscono troppo nel corso degli anni: prima di partire per una missione, è necessario informarsi e prepararsi. La sicurezza personale degli operatori all’estero dipende infatti dalla solidità e preparazione dell’organizzazione, ma anche e soprattutto dalla responsabilità dei singoli individui. La migliore garanzia contro possibili emergenze è la prevenzione, che però può non bastare. Si tratta sicuramente di un requisito necessario, ma non sufficiente a garantire il massimo della tutela a chi opera in condizioni ambientali,

Oltre al contesto di emergenza però, esiste la dimensione non meno importante della quotidianità. Durante la vita di tutti i giorni possono capitare piccoli episodi legati a malattie, malattie tropicali, cadute, incidenti domestici, punture di insetto e incidenti stradali. Tutte situazioni che richiedono cure anche di piccola entità, ma che possono comportare spese ingenti e che risultano necessarie per il proseguimento delle proprie mansioni. Assicurarsi è prima di tutto una scelta di buon senso, ma anche un dovere morale nei confronti di se stessi. Bisogna però prestare molta attenzione allo strumento assicurativo a cui si accede, perché il mercato è pieno di polizze a basso costo, con coperture che si scoprono parziali o addirittura senza copertura per alcuni dei rischi più importanti per un operatore: il rischio guerra, quello per le malattie tropicali o quello per la puntura di insetti. Garanzie essenziali, queste, che dovrebbero essere presenti in ogni polizza visti i problemi oggi all’ordine del giorno nello scenario mondiale. La sicurezza dei cooperanti non può essere sacrificata sull’altare del risparmio: sono ancora troppi i cooperanti coperti da polizze generiche e inadeguate al contesto in cui operano. Le polizze da tour operator o da businessman che fa una toccata e fuga in Africa non servono a nessuno, men che meno servono polizze multirischio adattate all’occorrenza. Secondo un’indagine svolta da Info-Cooperazione, che ha intervistato più di 250 professionisti del settore in forma anonima, più del 40 % di loro non si ritiene soddisfatta dei provvedimenti adoperati dall’organizzazione di provenienza per tutelare la propria sicurezza. È necessario quindi che organizzazioni e cooperanti si affidino a strumenti assicurativi adeguati e affidabili, che nel momento del bisogno ne possano tutelare a pieno la salute. In questo scenario, Siscos può essere la scelta giusta: come associazione senza finalità di lucro nata nel 1982 per volontà delle Ong proprio per seguire i cooperanti e i volontari nella loro opera, svolge un importante ruolo di patronato, consigliando, orientando, seguendo e aiutando gli associati nella scelta dello strumento assicurativo adatto al loro scopo, caratteristica che la rende un punto di riferimento per tutto il settore. Non si tratta di un broker o un mero intermediario assicurativo, ma di chi vuole mettersi al fianco delle organizzazioni, con un incastro di polizze costruite ad hoc per chi si impegna sul campo, frutto di decenni di lavoro e di esperienza.

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aprile 2021


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