Villa Nazareth, n.88 dicembre 2020

Poste Italiane S.p.A. Spedizione in Abbonamento postale aut. n° 145/2006 – Periodico ROC. In caso di mancato recapito inviare al CSL Roma Affile per la restituzione al mittente previo pagamento resi – Taxe perçe – Tassa riscossa – Roma.

Periodico a carattere culturale

Codice ISSN: 2611-1012

Anno XXXII, nr. 88, dicembre 2020

Nella Storia, accanto alle nostre storie Sulle orme di Helsinki: don Achille tra impegno diplomatico e comunità

S E MIN A R I

ASS OC IAZ IONE

COMU NITÀ

Esplorazioni spaziali e AI, gli scenari attuali tra scienza e etica.

Roberto Paolo De Vito nuovo vicepresidente.

Pier Silverio Pozzi, quando insegnare è condividere.

SOMMARI O E COLOPHON

Editoriale del Card. Pietro Parolin

DONAZIONI A VILLA NAZARETH

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Da oggi una modalità in più

Primo piano

Ci sono tanti modi per sostenere il nostro Collegio universitario, uno di questi è l’addebito ricorrente sul proprio conto bancario.

Basta compilare il modulo allegato alla presente pubblicazione per autorizzare la Fondazione Comunità Domenico Tardini Onlus ad addebitare in forma ricorrente un importo prefissato stabilito da te. Con questa nuova modalità il donatore non sosterrà alcun costo e potrà stabilire in anticipo la periodicità e l'esatto importo della donazione, che rimarrà fisso nel tempo fino a quando non deciderà di revocare il mandato. Per aderire all’iniziativa bisogna avere un conto corrente presso qualunque istituto bancario. Il servizio può essere attivato sia dai clienti persone fisiche, sia dalle persone giuridiche (società o enti).

Per attivare la donazione tramite addebito ricorrente sul proprio conto corrente: compila e firma il modulo allegato al nostro periodico, invia la scansione via email a amministrazione@villanazareth.org o spedisci per posta il modulo a Fondazione Comunità Domenico Tardini Onlus c/o Amministrazione.

Via D. Tardini 35 – 00167 Roma

F I N O AL 31 GE N N A IO 2021

Anche quest'anno Villa Nazareth partecipa all'iniziativa “Il mio dono” di Unicredit a sostegno delle organizzazioni non profit impegnate nel sociale.

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Sulle orme di Helsinki di Giacomo Baiocchi

Cultura Il lato oscuro dell’Universo di Elisa Gnucci 7 Spacecraft and mission oriented! di Leonardo Rezza 8 Aspetti storici, politici ed economici legati all’esplorazione spaziale di Claudia Antonucci 9 L’Intelligenza artificiale sta già diventando più intelligente di noi? di Ilaria Di Sannio 10 Un viaggio fatto di domande, tra dubbi e certezze incontrovertibili di Giuseppe Palumbella 6

Comunità 11 Don Achille e Villa Nazareth: le radici e lo sguardo verso il futuro di Giuseppe Piccoli 12 L' Associazione tra bilanci e prospettive di Massimo Moretti 13 L' Associazione incontra i neolaureati 13 Esperienze all’estero al tempo del Covid-19 14 Spiritualità – Lessico comunitario: Servizio di Fr. Giandomenico Placentino 15 Spiritualità: Nuovi incontri spirituali per gli studenti di Don Luigi Castangia e Don Luigi Salonia 16 VN OFF: Rocco Antonio Montone 17 Quando insegnare è condividere: un ricordo di Pier Silverio Pozzi di Anna Maria Cimino, Vincenzo Rosito, Tonino Casamassimi, Margherita Elia 19 La solidità di un’esistenza Dall' omelia di don Giuseppe Bonfrate durante la celebrazione (10 ottobre 2020) 20 I volti nuovi della comunità 21 Consigli di lettura 22 Notiziario 22 Lauree

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Partecipare è facile: leggi le istruzioni a pagina 15.

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Periodico a carattere culturale

Codice ISSN: 2611-1012

Anno XXXII, nr. 88, dicembre 2020

Villa Nazareth Periodico a carattere culturale Aut. n. 676/89 del 4/12/1989 REDAZIONE

Via Domenico Tardini 35 00167 Roma redazione@villanazareth.org 06 895981 EDITORE

Fondazione Comunità Domenico Tardini ONLUS DIRETTORE RESPONSABILE:

Giovanni Augello Nella Storia, accanto alle nostre storie Sulle orme di Helsinki: don Achille tra impegno diplomatico e comunità

SEMINARI

ASSOC IA ZION E

COM UN ITÀ

Esplorazioni spaziali e intelligenza artificiale, gli scenari attuali tra scienza e etica.

Roberto Paolo De Vito nuovo vicepresidente.

Pier Silverio Pozzi, quando insegnare è condividere.

STAMPA

Mandato in stampa il 04/12/2020 presso Postel S.p.A., Roma.

REDAZIONE:

Domenico Caparello Maria Collevecchio Rosarita Digregorio Valentina Santagata Francesca Scarlatella DIREZIONE ARTISTICA

Stefano Orfei GRAFICA

Cosmin Fane Cozma Fabiana Rasile Dario D'Amato FOTO

Ala Dabija Azzurra Forzese

HANNO COLLABORATO

Claudia Antonucci Giacomo Baiocchi Don Giuseppe Bonfrate Salvatore Calvelli Tonino Casamassimi Don Luigi Castangia Anna Maria Cimino Ilaria Di Sannio Margherita Elia Elisa Gnucci Rocco Antonio Montone Massimo Moretti Giuseppe Palumbella Rita Di Pasquale Giuseppe Piccoli Fr. Giandomenico Placentino Leonardo Rezza Vincenzo Rosito Don Luigi Salonia

DICEMBRE 2020 • 2

ED I TO R IA LE

Con memoria grata verso il futuro La Chiesa accompagna il nostro cammino di Avvento, almeno nelle prime due Domeniche, con altrettanti brani tratti dal Vangelo di Marco. Dopo l’invito alla vigilanza, “fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento” (Mc 13,33), che abbiamo ascoltato nella prima domenica, la seconda ci riporta all’inizio del racconto di Marco: “Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio” (Mc 1,1). Proseguendo, leggiamo: “Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea proclamando il vangelo di Dio e diceva: Il tempo è compiuto e il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel vangelo” (Mc 1,14-15). Gesù predica, dunque, il vangelo di Dio che, per l’evangelista Marco, è lui stesso. Nel Nuovo Testamento il termine “vangelo” condensa la riflessione profetica soprattutto di Isaia: “Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: Regna il tuo Dio” (Is 52,7). Il vangelo è Gesù stesso, è lui il lieto annuncio, la parola di liberazione che annuncia la salvezza.

Gesù dunque è parola che ci libera; ma da cosa ci libera? Sempre il Vangelo di Marco, nel capitolo da cui è tratto il brano della seconda domenica di Avvento, dopo aver riportato il giudizio di Gesù sulle belle costruzioni e sulle pietre del tempio (“Non sarà lasciata qui pietra su pietra, che non venga distrutta”, Mc 13,2), dice che Egli era seduto di fronte al tempio con Pietro, Giacomo, Giovanni e Andrea. Gesù che ci prepariamo ad accogliere nel Natale ci libera dal tempio da cui, seguendo la composizione di luogo, prende le distanze. Ci libera cioè da una mentalità per cui Dio si debba conquistare, addomesticare, in qualche modo sedurre con i sacrifici e le decime. La nascita del Cristo, invece, afferma che Dio è l’assolutamente prossimo al punto

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da farsi uomo. È il dono gratuito del Padre. E noi, immersi nella sua stessa vita per il dono del Battesimo, possiamo vivere la sua identica relazione con il Padre come vocazione.

Il Natale è la consapevolezza che ciascuno di noi è chiamato a vivere come Gesù, amare al modo di Gesù, giudicare la storia al modo di Gesù, vivere le relazioni al modo di Gesù. È proprio dell’esperienza di Villa Nazareth indicare la prospettiva di giocarsi la vita come l’ha vissuta Gesù.

In questa prospettiva noi custodiamo, nella memoria grata, la vicinanza con il Cardinale Achille Silvestrini.

Questo che ci prepariamo a celebrare è il secondo Natale che vivremo senza di lui il cui dies natalis – lo ricordo – è stato il 29 agosto 2019. In occasione dell’incontro organizzato dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede per i 45 anni dagli Accordi di Helsinki per ricordare il Cardinale Silvestrini e l’Ostpolitik vaticana, l’Ambasciatore Sebastiani ricordava come egli “fu soprattutto testimone e interprete di quegli anni pionieristici in cui prese forma il dialogo tra il Vaticano e i Paesi dell'Est, sempre con l’animo e la mente impegnati sul fronte dello sviluppo del dialogo interreligioso e dei rapporti socio-politici senza pregiudizi”. Noi abbiamo conosciuto e apprezzato lo sguardo lucido e profetico come anche il suo rendersi libero da pregiudizi per avviare cammini e processi sapendo attendere con pazienza quanto Dio andava costruendo sia nelle biografie personali dei ragazzi e delle ragazze di Villa Nazareth, che nella Chiesa e la storia dei Paesi.

Un altro momento per cui essere grati al Signore è stata l’Assemblea dell’Associazione Comunità “Domenico

Tardini” che abbiamo vissuto a fine ottobre. Momento comunitario in cui ci siamo confrontati su come coltivare grandi sogni. Abbiamo compreso che questo significa manifestare nella nostra vita quotidiana quella stessa vita di Dio in noi e i doni a essa connessi: intelligenza, passione per lo studio, amore per la comunità e la società. A Roberto Paolo De Vito, nuovo VicePresidente eletto in quella circostanza, auguriamo un proficuo lavoro a servizio dell’Associazione.

Concludo con il mio personale augurio a tutti e a ciascuno di voi e lo faccio affidandomi alle parole – che diventano preghiera – di Efrem il Siro: “In questo giorno della venuta di Dio presso i peccatori, non si esalti, nella propria mente, il giusto sul peccatore. In questo giorno della venuta del Signore dell’universo presso i servi, anche i signori si chinino amorevolmente verso i propri servi. In questo giorno, nel quale si è fatto povero per noi il Ricco, anche il ricco renda partecipe il povero della sua tavola. Oggi si è impressa la divinità nell’umanità, affinché anche l’umanità fosse intagliata nel sigillo della divinità!”

(Inni sulla Natività).

Buon Natale! La nascita nel tempo dell’Unigenito Figlio del Padre ci liberi da ogni schiavitù (cfr. colletta del 18 dicembre) e riempia il nostro cuore di consolazione e di speranza, perché, fissando lo sguardo su Cristo, saldi nella fede, testimoni di carità operosa, con il pensiero rivolto alle cose del cielo, contribuiamo, come singoli e come comunità di Villa Nazareth, a trasformare i nostri difficili giorni – giorni di tribolazione – in un tempo di possibile rinascita sociale.

Card. Pietro Parolin

PR IM O P IA N O

Sulle orme di Helsinki In ricordo di don Achille Card. Achille Silvestrini.

di Giacomo Baiocchi

L

come si devono mettere a frutto i talenti ricevuti nel servizio degli altri, soprattutto dei più deboli e svantaggiati.” Di don Achille è stato ricordato in primis il suo impegno tra i giovani a Villa Nazareth, ma soprattutto le sue doti di “negoziatore attento e diplomatico finissimo”. Sebastiani ha infatti evidenziato il ruolo di testimone e interprete di quegli anni pionieristici che sancirono l’avvicinamento della Santa Sede ai Paesi dell’Est: la cosiddetta Ostpolitik vaticana. Come è noto, Silvestrini partecipò a tutte le fasi, da Helsinki a Ginevra, della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, conclusa con l’accordo firmato nel 1975 da 35 delegazioni nazionali. La Dichiarazione di Helsinki costituì un passo significativo per la riduzione delle tensioni della guerra fredda e il ritorno della L’Ambasciatore Sebastiani ha voluto Santa Sede nel consesso della diplosottolineare come l’evento sia stato mazia internazionale. “Silvestrini - ha voluto “per ricordare uno straordina- commentato l'Ambasciatore - intuì rio uomo di Chiesa, un uomo che con la il valore di un’assise in cui si riuniva parola e con l’esempio ci ha insegnato l’Europa una e cristiana”.

o scorso 14 settembre nel chiostro di Palazzo Borromeo, sede dell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, si è tenuta la conferenza dal titolo “A 45 anni dagli Accordi di Helsinki, il Cardinale Silvestrini e la Ostpolitik vaticana”, promossa dalla stessa ambasciata in omaggio a don Achille, a poco più di un anno dalla sua scomparsa.

L’iniziativa ha visto la partecipazione del nostro Presidente, il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin e del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ad introdurre i lavori è stato l’Ambasciatore Pietro Sebastiani, mentre il Prof. Carlo Casula dell'Università degli Studi Roma Tre e nostro associato e Gennaro Acquaviva, Presidente della Fondazione Socialismo, sono intervenuti con ulteriori contributi sulla figura di don Achille.

Il Cardinal Parolin ha ricostruito puntualmente il percorso con cui la Chiesa scelse di collocarsi sulla scena internazionale in modo inedito rispetto all’epoca del “grande schiacciamento” nei Paesi a regime marxista e stalinista. Ha ricordato che a più riprese, sia Agostino Casaroli che Achille Silvestrini, hanno avvertito le difficoltà e le incomprensioni, emerse nella Chiesa cattolica, a proposito della Ostpolitik, giudicata da alcuni come una politica non lungimirante. Il Card. Silvestrini, invece, respinse nettamente questa interpretazione e offrì come testimonianza della scelta di fondo a favore della adesione e partecipazione alla Conferenza di Helsinki l’opinione di Paolo VI, per il quale, come scriveva lo stesso don Achille, “si faceva forza del fatto che sul piano dei principi la Santa Sede 'è competente a titolo speciale', e che dunque era un bene costringere gli avversari a riconoscere diritti, quand’anche esso, come nel caso del blocco sovietico, fossero poi denegati all’atto pratico, perché – sono sempre parole di Paolo VI – quando il DICEMBRE 2020 • 4

PR I M O PI A N O

diritto è riconosciuto, anche se poi non concluso Parolin - come la Conferenza è osservato, ha forza in sé”. Le basi della di Helsinki sia stata, dai suoi preamboli Ostpolitik vaticana erano state poste alle sue conseguenze di lungo periodo, proprio da San Paolo VI nell’enciclica uno di quei momenti della storia in cui – per usare un’espressione cara a Papa Ecclesiam Suam del 1967.

Francesco – i protagonisti si preoccupaIl Segretario di Stato ha ricordato come rono più di avviare processi che di occula Santa Sede abbia profuso il proprio pare spazi”. impegno in favore della proposta di una Conferenza europea avanzata dagli Anche il Presidente Conte si è soffermato Stati del Patto di Varsavia, andando sul significato storico e politico della “avanti con buona volontà e fiducia, ma Conferenza di Helsinki, riconoscendo senza fretta”, per utilizzare le parole di che l’intensa e convinta attività diplomadon Achille. È risaputo che fu proprio tica portata avanti da Silvestrini non solo lui, a Helsinki e a Ginevra, con grande si è rivelata utile a proteggere le forme abilità e coraggio, a condurre le compli- di dissenso nei Paesi del blocco soviecate trattative con le delegazioni degli tico, ma ha posto anche le basi per quella Stati del Patto di Varsavia, a predomi- dirompente azione che poi si realizzerà nanza sovietica, e le portò a buon fine. con il pontificato di Wojtyla. Secondo Non mancarono ulteriori gesti signi- Conte, l’attività diplomatica di Silvestrini ficativi, come l’adesione, sollecitata si è alimentata della “consapevolezza teodall’Unione Sovietica, della Santa Sede logica che la luce misteriosa che illumina al Trattato di non proliferazione delle la coscienza degli uomini non può mai armi nucleari. Proprio Silvestrini fu essere spenta, neppure dalla più spieCapo-delegazione della Santa Sede alla tata delle istituzioni. Questa teologia Conferenza dell’Onu sull’uso dell’ener- della grazia lo portava a vedere uomini gia atomica del 1971 e alla Conferenza sul attorno a sé, non nemici”. Il Presidente Trattato di non proliferazione delle armi del Consiglio si è poi soffermato su un atomiche del 1975. “Appare evidente - ha aspetto preminente della personalità

Il Card. Pietro Parolin incontra il Presidente Giuseppe Conte a margine dell'incontro.

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di Silvestrini, quello di educatore: “Di Achille Silvestrini colpisce la capacità di declinare la sua vocazione non solo nelle vesti di esperto diplomatico ma anche in quelle del servitore umile e silenzioso, votato all’accudimento spirituale e all’educazione dei più giovani. Erano i giovani, per l’appunto, oggetto della sua più attenta e appassionata cura pastorale”.

Conte ha ricordato come egli stesso fu personale testimone, “avendo svolto attività di volontariato subito dopo la laurea a Villa Nazareth, del suo sorriso incoraggiante, del suo sguardo benedicente, del profondo rispetto che lui ha avuto sempre per la persona, anche la più umile, anche la più modesta e la piccola”.

Dalla testimonianza di Giuseppe Conte emerge l’eccezionale figura di religioso e diplomatico che fu innegabilmente don Achille, uomo che ha segnato indelebilmente le più importanti vicende della storia socio-politica degli ultimi tempi, lasciando la sua inconfondibile impronta di profonda umanità, di straordinaria cultura, di peculiare abilità diplomatica, di incrollabile fede religiosa.

Nel continuare a tracciare la personalità di Silvestrini, Carlo Casula lo ha descritto come “religious servant” della Chiesa e “civil servant” della società italiana. Dopo aver evidenziato i tratti salienti della sua carriera diplomatica, Casula ha consegnato all’auditorio una citazione di don Achille, che interpellato sull’emergenza della seconda Guerra del Golfo rispondeva: “L’esperienza mi ha portato a pensare che il dialogo si svolge più facilmente partendo dai valori religiosi, ciascuno a partire dal proprio libro sacro, piuttosto che da premesse di carattere diplomatico di stile occidentale. Il dialogo religioso permette di cogliere meglio alcuni valori fondamentali di rispetto delle persone per cercare i beni fondamentali dell’uomo”.

Gennaro Acquaviva, a chiusura della giornata, ha ricordato il lavoro svolto da Silvestrini per la revisione del Concordato lateranense stipulato tra la Città del Vaticano e la Repubblica Italiana nel 1984. Alla base della sua azione c’era il principio di collaborazione tra lo Stato nazionale e la Chiesa Cattolica, indicati come gli elementi fondativi dell’Italia. •

CULTUR A

Presentazione della Summer School ad Arabba

Il lato oscuro dell’Universo di Elisa Gnucci

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di spiegare tutte le osservazioni astronomiche del suo tempo: la gravità è una forza istantanea tra due masse, inversamente proporzionale al quadrato della distanza. Ad essa si contrappone quella di Albert Einstein, completamente differente in quanto non si avvale del concetto di forza: ogni massa incurva lo spazio-tempo ed è responsabile, in determinate situazioni, del moto dei corpi. Questa curvatura, ha spiegato il professore attraverso un’immagine piuttosto singolare, è una specie di ciotola nello spazio-tempo, a cui nessun oggetto può resistere. Quando la Terra non potrà più ruotare intorno al Sole, ad esempio, sarà costretta a cadere verso il centro di questa ciotola.

Einstein è stato il primo a calcolare il valore corretto per la curvatura della luce, la cui deflessione venne inizialmente studiata per conoscere lo spostamento delle stelle quando si trovano a passare in prossimità del Sole sulla Il primo a parlare di gravità è stato sfera celeste. Le osservazioni vennero Isaac Newton nel 1687, con la pubbli- eseguite nel 1919 durante una eclissi cazione della celebre teoria in grado solare totale, che permise di percepire

ual è la relazione tra gravità, curvatura e buchi neri? A questa domanda abbiamo cercato di rispondere con l’aiuto del prof. Luciano Rezzolla, astrofisico e direttore dell’Istituto di Fisica Teorica dell’Università Goethe di Francoforte, nostro ospite in occasione della Summer School di Arabba.

Il relatore ha dato inizio alla conferenza con un’immagine suggestiva: se si lascia cadere un neonato egli spontaneamente aprirà le braccia per cercare di aggrapparsi a qualsiasi oggetto trovi. Si tratta di un test per controllare che il sistema neurologico funzioni correttamente; quando un bambino è appena nato ha un istinto che si chiama “Riflesso di Moro”. A che cosa è dovuto questo istinto? Alla nozione della gravità che, sebbene inconscia, l’uomo ha sin da subito. Con il tempo essa viene sostituita da una sempre più razionale e consapevole. Esiste poi una terza nozione, che Rezzolla ha denominato “immaginativa”.

le Stelle vicine al Sole. Il principio di curvatura della luce non è altro che un effetto di lente gravitazionale.

E come si misura la curvatura? Se prendiamo un oggetto di massa m e raggio r, il rapporto m/r si chiama compattezza ed è un numero puro, che aumenta con l’aumentare della curvatura. La nostra difficoltà nel comprendere questo fenomeno è legata al fatto che viviamo sempre in uno spazio-tempo piatto, o quasi; è per questo - ha spiegato il prof.

Rezzolla - che certi effetti sono difficili da immaginare.

Come appaiono i buchi neri, ci sono foto che li ritraggono? Il professore li ha descritti come entità relativamente piccole ma estremamente compatte.

In altre parole, essi consistono in una quantità incredibile di massa compressa all’interno di una piccola regione. La presenza di questi oggetti influenza l’ambiente che li circonda in modo estremo, distorcendo lo spazio-tempo e surriscaldando qualsiasi materiale intorno. È possibile addirittura osservare i buchi neri con sistemi sofisticati come VLBI (Very-Long-Baseline-Interferometry).

Quest’ultimo sincronizza le strutture dei telescopi in tutto il mondo e sfrutta la rotazione del nostro Pianeta per creare un enorme telescopio di dimensioni pari a quelle della Terra, in grado di osservare ad una lunghezza d’onda di 1,3 mm. La foto che mostra per la prima volta il confine invalicabile di un buco nero è stata sviluppata grazie all’osservazione simultanea di otto radiotelescopi in tutto il globo, un’impresa scientifica senza precedenti compiuta da un team di oltre 200 ricercatori situati in diversi stati, ovvero Messico, Hawaii, Arizona e Spagna.

La prima immagine di un buco nero è stata annunciata il 10 aprile 2019: è una silhouette oscura, la linea dell’orizzonte degli eventi che nessuno aveva mai visto prima, dove spazio e tempo si accartocciano e tutto ciò che ne valica il limite viene risucchiato e dal quale nemmeno la luce può emergere. La foto ha fatto il giro del mondo e in 24 ore è stata vista da circa 4,5 miliardi di persone.

L’intervento del prof. Rezzolla, qui ripercorso solo a grandi linee, ci ha permesso di confrontarci con una tematica assai complicata ma che, senza dubbio, incuriosisce tutti noi, rendendola accessibile anche ai meno esperti. • DICEMBRE 2020 • 6

C U LTU R A

studenti durante l'attività con la dott.ssa Nicoletta Stella.

T EA M B UIL DIN G CON L A B USI N E SS COAC H N ICO L E T TA ST E LLA

Tra le attività volte ad incrementare le soft skills degli studenti del nostro collegio universitario, dalla Summer School 2020 tenutasi ad Arabba hanno preso il via alcuni incontri sul team building guidati dalla business coach, nonché ex studentessa del collegio, Nicoletta Stella.

Gli incontri sono proseguiti anche nel nostro collegio a Roma e hanno riguardato in un primo momento tutti gli studenti e successivamente quelli con un incarico annuale o biennale nell’ambito della comunicazione (social media, fotografia, grafica e redazione), gli incaricati del coordinamento degli studenti e infine gli studenti che si dedicano all’organizzazione delle attività culturali.

Partendo dall’analisi dei punti deboli e degli errori e individuando dei goals da portare a termine entro scadenze ben definite, l’obiettivo degli incontri è stato quello di promuovere una maggiore coordinazione, comunicazione e programmazione all’interno dei vari team e tra i gruppi. • di Salvatore Calvelli

DICEMBRE 2020 • 7

Studenti del collegio durante il seminario.

Spacecraft and mission oriented! di Leonardo Rezza

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on queste parole un ingegnere aerospaziale descriverebbe l’intervento della dott.ssa Leila Lorenzoni, ingegnere di sistema per le missioni su Marte dell’ESA (European space agency), nostra ospite lo scorso 31 luglio durante la consueta Summer School di Arabba, che quest’anno è stata dedicata al tema “L’uomo e lo spazio”, in occasione del cinquantenario dall’allunaggio. Le missioni esplorative su Marte sono state al centro della conferenza telematica che ha suscitato grande interesse nella comunità studentesca. Grazie alla dott.ssa Lorenzoni e alla sua lunga esperienza nel settore delle missioni spaziali - in particolare su Marte - siamo riusciti ad approfondire il tema declinandolo non soltanto da un punto di vista tecnico e scientifico, ma anche filosofico, etico e giuridico. Partendo dai primi tentativi di allunaggio negli anni '60, abbiamo ripercorso la breve storia della corsa allo spazio, analizzando i meccanismi operativi e le varie tipologie di missioni (Flyby, Orbiter, Lander, Rover), fino ad arrivare a parlare di ‘ammartaggio’ e del lavoro attualmente in corso per quanto riguarda le

Conferenza con la dott.ssa Leila Lorenzoni

esplorazioni del pianeta rosso, ancora esclusivamente di tipo robotico. La dott. ssa Lorenzoni ci ha raccontato delle principali missioni finora sviluppate, soffermandosi in maniera dettagliata su quelle che l’hanno riguardata in prima persona.

Ricordiamo, tra queste, la MRO della NASA nel 2001, la collaborazione con l’ESA in qualità di ingegnere dei sistemi di volo per le missioni Exomars del 2016 e quelle in corso di preparazione per il 2022. L’incontro ha rappresentato senz’altro un’esperienza nuova e di grande valore formativo, stimolando la nostra curiosità verso argomenti complessi e particolarmente settoriali ma estremamente affascinanti.•

C U LT U R A

Aspetti storici, politici ed economici legati all’esplorazione spaziale di Claudia Antonucci

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erché l’esplorazione spaziale? Quali sono i benefici che questa porta alla nostra vita quotidiana? Le risposte a queste due semplici domande ci sono state date durante la conferenza del 10 ottobre che si è inserita all’interno della Summer School sul tema “L’uomo e lo spazio” che ha avuto inizio lo scorso Luglio ad Arabba. L’appuntamento di ottobre ha chiuso, quindi, il ciclo di conferenze sul tema concentrandosi sugli aspetti storici, politici ed economici legati all’esplorazione spaziale.

Ad aprire i lavori il prof. Alfredo Roma, economista e consulente per l’industria aerospaziale, sul tema “La storia e le ragioni dell’esplorazione dello spazio”. La relazione si è aperta con un excursus sui primi passi mossi dalla scienza verso la comprensione dello spazio e della volta celeste, passando da Galileo e Copernico, fino ad arrivare alla costruzione delle prime agenzie spaziali. Successivamente, il professore ha illustrato le varie tappe della corsa allo spazio del 900, le quali sono state fondamentali affinché l’uomo superasse, per la prima volta, i confini dell’atmosfera terrestre, grazie al russo Gagarin, il 12 Aprile 1961. Durante lo stesso anno, anche

Claudia Antonucci e Ferdinando D'Elia durante la presentazione della conferenza

l’americano Shepard riuscì nella stessa impresa. Questi traguardi permisero a Neil Armstrong e Buzz Aldrin di mettere piede sul suolo lunare il 20 Luglio del 1969. Da quel momento in poi anche i privati iniziarono ad interessarsi all’esplorazione spaziale. In seguito, il relatore ha posto l’accento sullo statuto dello spazio. Esso, infatti, è res nullius, ossia “cosa di nessuno” e, per questo motivo, può essere usato solo per scopi civili e qualsiasi ricerca effettuata deve essere resa pubblica.

Per valorizzare questo aspetto, è stato necessario stipulare trattati internazionali volti a regolarizzare l’esplorazione spaziale e il suo utilizzo.

Il secondo relatore della conferenza è stato il prof. Andrea Sommariva, economista specializzato nello sviluppo dell’economia spaziale. Il suo intervento, dal titolo “Space Economy alla luce dell’entrata dei privati nelle attività spaziali”, ha illustrato quali sono le prospettive dell’economia spaziale nei prossimi quindici anni. Il professore ha esordito con una riflessione molto importante: il mercato è capace di affrontare e superare autonomamente i pericoli dovuti alla comparsa dei privati nell’esplorazione spaziale o c’è bisogno di un legislatore? Purtroppo, ad oggi, il dibattito è ancora aperto e, di conseguenza, è impossibile avere una risposta definitiva.

Grazie alle risorse energetiche presenti nello spazio e sulla Luna, siamo all’inizio di una nuova grande rivoluzione economica. Nei prossimi trent’anni, il nostro satellite sarà una fonte molto importante per la Terra e, per questo motivo, è prevista la costruzione di una stazione spaziale attorno ad essa. La Luna, oltre ad essere importante per la presenza di ghiaccio che caratterizza la sua superficie, potrebbe anche essere un’alternativa innovativa che ci permetta di ridurre notevolmente i costi del carburante in vista di future missioni spaziali su Marte.

Sommariva ha inoltre illustrato l'obiettivo di un progetto che prevede la costruzione di macchinari capaci di trasformare l'energia solare in energia elettrica. Purtroppo, però, questi sono molto costosi, sia dal punto di vista della produzione, sia per quanto riguarda il loro trasporto nello spazio. Per ovviare a questi problemi, un'alternativa sarebbe quella di procedere alla loro costruzione direttamente sulla Luna. In questo modo l'uomo potrebbe finalmente usufruire delle risorse presenti nello spazio, rimaste finora inutilizzate.

L’ultimo intervento è stato tenuto dall’ingegnere Stefano Ferretti, dottore in tecnologie innovative spaziali, sul tema “Space Capacity Building in the XXI Century”. Il relatore ha affermato che, negli ultimi cinque anni, l’Unione Europea ha sviluppato una nuova strategia incentrata sull’individuo. Questa nuova visione si va a proporre come nuovo paradigma da seguire. Si è palesata la necessità di competenze e, soprattutto, di finanziamenti. Negli ultimi anni, questa necessità è stata soddisfatta dalla comparsa di aziende private, quale, ad esempio, SpaceX, fondata dall’americano Elon Musk. L’avvento dei privati ha reso evidente il bisogno di un accordo fra le diverse parti per la regolamentazione dell’esplorazione spaziale.

In conclusione, gli interventi del prof. Alfredo Roma, del professore Andrea Sommariva e dell’ingegnere Stefano Ferretti hanno fornito ulteriori spunti di riflessione, creando visione nuova e più consapevole sul futuro dell’esplorazione spaziale. • DICEMBRE 2020 • 8

C U LTU R A

L’Intelligenza artificiale sta già diventando più intelligente di noi?

è un giovane scienziato che interagisce con la prima intelligenza artificiale del pianeta. Il film conferma l’imminente entrata dell’intelligenza artificiale nella nostra realtà, iniziando ad interrogarsi sulle interazioni che eserciteranno le macchine sull’uomo e vedendo fin dove si potranno spingere i sentimenti dell’uomo verso il computer e viceversa.

Nella giornata del 6 novembre è stato l’intervento del prof.

Enzo Maria Le Fevre Cervini, docente di Governance del Digitale presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università della Tuscia, a dare inizio al ciclo di conferenze. Nella sua relazione ha sottolineato il notevole impatto dell’AI nell’economia e nel mondo del lavoro. Dopo aver contestualizzato e analizzato tre grandi fasi di sviluppo dell’AI, ha definito quest’ultima come una serie di tecnologie che oggi è nel suo primario sviluppo, grazie alle capacità dell’essere umano, meramente legate alla sua intelligenza biologica. Da secoli ormai, l’uomo coesiste con macchine che sostituiscono o migliorano le nostre capacità, e oggi stiamo imparando ad integrare con un mezzo artificiale ciò che eravamo soliti fare con la nostra intelligenza biolodi Ilaria Di Sannio gica. È l’uomo a dare l’input e grazie all’uomo la tecnologia vero che nel futuro le Intelligenze Artificiali computeriz- può fare grandi cose, come diceva Tim Cook: “La tecnologia zate diventeranno molto più intelligenti di noi, che rube- da sola non basta. Serve umanità. La tecnologia può fare ranno tutti i nostri posti di lavoro, che le nostre risorse e gli grandi cose. Ma non vuole. Non vuole fare niente. Questo esseri umani si estingueranno? Può una macchina pensare? ruolo spetta a noi. Spetta ai nostri valori”.

Le Fevre ha inoltre descritto il grande aiuto che tale tecnoQuali decisioni della nostra vita possiamo affidargli?

Sono queste le domande più comuni che vengono poste ogni logia, affidabile e sostenibile, è in grado di offrire al settore volta che si parla di AI, ed è proprio da questi interrogativi pubblico e come i governi stanno tentando di integrarla. che la Comunità di Villa Nazareth ha dato inizio al semina- Interessante è stata la presentazione di un caso studio, nello rio autunnale dal titolo “L’intelligenza artificiale tra etica e specifico l’applicazione dell’AI nella gestione delle sentenze innovazione”, tenutosi dal 6 al 7 novembre 2020. Gli studenti in Argentina: Prometea, un sistema predittivo utilizzato in hanno approfondito il tema, ormai parte integrante di molti molti settori della giustizia argentina che assiste i giudici e il aspetti della nostra vita, concentrandosi sull’impatto che back-office a rendere il proprio lavoro più veloce e accurato.

AI ha nella vita dell’uomo in relazione a vari ambiti, come A seguire l’intervento di Piero Poccianti, presidente dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale, il quale si è sofferquello economico e legislativo.

Il seminario ha avuto inizio giovedì con la proiezione del film “Ex mato sulla grande sfida dell’intelligenza artificiale, che è quella machina”, scritto e diretto da Alex Garland, il cui protagonista di aumentare il benessere delle persone in una modalità che sia sostenibile per il pianeta.

Poccianti ha aperto il suo intervento offrendoci un bignami sull’intelligenza artificiale e su quella che ritiene essere l’intima ispirazione dell’essere umano: creare una macchina in cui si riflettano appieno le proprie capacità, in particolare la capacità di percepire, ragionare, ed infine imparare da esempi, da cui le diverse applicazioni del Machine Learning. Esistono, infatti, macchine che in determinati compiti e in contesti ben definiti sanno fare cose al pari e, in alcuni casi, meglio dell’uomo.

Il prof. Poccianti si è poi soffermato sull’aspetto etico dell’intelligenza artificiale; con lo sviluppo dell’AI in numerosi campi di applicazione si porranno sempre più questioni etiche relative al nostro rapporto con le macchine. Da un lato bisognerà assicurarsi che le AI non siano dannose per gli esseri umani, dall’altro sarà necessario riflettere sulla morale delle stesse macchine; diventa, pertanto, fondamentale definire e rispettare determinate regole etiche al fine di limitare gli effetti negativi delle macchine, sia attuali che futuri. Da qui il bisogno di analizzare il contesto in cui viviamo, il cosiddetto Antropocene e il modello economico tradizionale, che considera il capitale e il lavoro come risorse scarse, e l’ambiente come un bene infinito. •

È

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C U LT U R A

Un viaggio fatto di domande, tra dubbi e certezze incontrovertibili di Giuseppe Palumbella

“U

n viaggio fatto di domande”. Sono queste le parole con cui Paolo Benanti, professore presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana, ha aperto il suo intervento durante il seminario intitolato “L’intelligenza artificiale tra etica e innovazione”, tenutosi a Villa Nazareth lo scorso 7 novembre. Un viaggio alla scoperta del rapporto tra il pilastro dell’etica e l’intelligenza artificiale, che potremmo definire un nuovo gradino nella grande scala della conoscenza. Il prof.

Benanti ci ha invitato ad osservare e riflettere su come questa nuova tipologia di progresso scientifico possa indurci ad un cambiamento epocale, laddove con esso si intende semplicemente cambiare alcuni dei modi di vivere che ci caratterizzano.

Già in passato l’uomo ha lasciato che la tecnologia trasformasse alcuni aspetti della sua quotidianità, pertanto dov’è la novità?

Sicuramente nella nostra capacità di porci delle domande. In epoca filosofica – ha sottolineato Benanti – si rispondeva alle domande, anche le più complesse, attraverso la ricerca di un fine; con il tempo si è passati ad indagare sulle cause per cui una determinata cosa accade. Oggi siamo abituati a porgere le nostre domande alla tecnologia, al nostro computer, al nostro smartphone, che ci rispondono mediante la correlazione. Qui entra in gioco la superiorità dell’uomo rispetto alla macchina, perché nel momento in cui una macchina ci fornisce delle risposte solo in base alla correlazione, l’uomo resta comunque in grado di indagare il fine o le cause di un avvenimento, o di interrogarsi sulla finalità o il motivo per cui prendere una determinata decisione rispetto ad un’altra. Non sempre, infatti, il principio di correlazione ci porta alla soluzione migliore ma, al contrario, potrebbe anche indurci in errore. Alcuni studi hanno avanzato l’idea di insegnare il dubbio alle intelligenze artificiali: l’idea di base è che queste ultime possano prendere decisioni migliori se dotate di incertezza. Una buona macchina potrebbe essere considerata tale in base alla capacità di dubitare delle sue stesse decisioni, di mettersi in discussione. Tuttavia questo senso di incertezza non preclude la possibilità di commettere ugualmente errori di grande portata. Uno sviluppatore impiegato in questo campo da Google, dice che: “Se un’auto a guida autonoma non conosce il suo livello di incertezza, può fare un

Luca Tribuzio e don Claudio presentano il seminario

errore fatale: e questo può essere catastrofico”. In questo caso a chi andrebbe addebitata la colpa? A riflettere insieme a noi su questo quesito c’è stato il prof. Andrea Bertolini, docente di Diritto Privato presso l’Istituto Dirpolis della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Numerosi e recenti studi hanno elaborato la possibilità di fornire a queste intelligenze artificiali una “personalità elettronica”: ma fino a che punto possono essere considerate dei soggetti, anche in prospettiva giuridica? Bertolini ha affermato che un passaggio di questo genere sarebbe incontrovertibile, per un solo semplice motivo: non esiste alcuna tecnologia che abbia una percezione di sé, o che abbia l’autonomia di porsi un fine, un obiettivo che guidi la sua esistenza.

Qualsiasi intelligenza artificiale è sprovvista di autocoscienza.

Durante il suo intervento, inoltre, Bertolini ci ha guidati nell’analisi dell’interessante rapporto di interazione tra uomo e macchina; tante sono le applicazioni create per interagire con l’uomo: dalle app dei nostri smartphone, a forme di tecnologia più avanzate, utilizzate per scopi terapeutici, ad esempio per “curare” la solitudine degli anziani. Ma sappiamo bene, o meglio, dovremmo sapere – ha aggiunto Bertolini – che una macchina non potrebbe mai sostituire l’uomo nell’interazione con un altro individuo. Ed è proprio su questo importante aspetto che il prof. Bertolini ci ha invitato a porre il nostro sguardo: quello dell’assiduo controllo umano sulla tecnologia. Alcuni studiosi hanno interpretato la soluzione della “personalità elettronica” come un modo, da parte dei produttori e delle aziende, di scampare dalle proprie responsabilità. In effetti, è utile precisare che questo status consentirebbe alle intelligenze artificiali di essere assicurate come individui, ed essere ritenute responsabili per i danni prodotti. Dovrebbe forse, questa soluzione, portarci a riflettere su una possibile intenzione dell’uomo di “lavarsene le mani”? Dovremmo interrogarci piuttosto su quali conseguenze ne deriverebbero. Per guidare l’innovazione verso un autentico sviluppo umano, che non danneggi le persone, è importante affiancare l’etica alla tecnologia. Questo porterebbe alla creazione di un linguaggio universale che ponga l’uomo al centro; che ci rammenti che la macchina è al servizio dell’uomo e non viceversa. • DICEMBRE 2020 • 10

CO MUN ITÀ

Don Achille e Villa Nazareth: le radici e lo sguardo verso il futuro di Giuseppe Piccoli

“O

ggi è un giorno di memoria e di gratitudine”, esordisce il Cardinale Pietro Parolin: “Siamo anzitutto grati al Signore per averci fatto parte del dono della conoscenza e dell’amicizia del Cardinale Achille Silvestrini. Poi siamo grati per aver potuto vivere e condividere la storia di grande profezia e carità di Villa Nazareth”.

Così, la commemorazione è stata l'occasione per ricordare don Achille e per interrogarci su come proseguire il cammino di Villa Nazareth, a cui egli “ha dedicato gran parte della sua vita di pastore”.

Il punto di partenza è nelle tre icone evangeliche: la parabola dei talenti (Mt 25, 14-30), la lavanda dei piedi (Gv 13, 14ss) e la pagina degli Atti che racconta l’incontro di Filippo con l’Etiope (Atti 8 ,26-39).

La parabola dei talenti richiama alla responsabilità dei doni ricevuti. Nel testo evangelico, al suo ritorno il padrone chiede conto della fiducia data ai suoi tre servi. A ciascuno ha distribuito un numero diverso di talenti. I primi due servi sono stati operosi, capaci di rischiare, e quindi vengono riconosciuti dal Signore come servi buoni. Mentre il terzo servo, che aveva un'immagine distorta del padrone, ha avuto paura e ha sotterrato il suo talento. Non ha rubato, ma al tempo stesso non ha avuto cura del dono ricevuto perché attraverso questo non ha portato frutti.

“Ecco una prima eredità di don Achille: a Villa Nazareth si coltiva la consapevolezza che la vita è un dono che abbiamo ricevuto, ciascuno con il proprio DICEMBRE 2020 • 11

Massimo Moretti guida la visita dell'Associazione alle Logge di Raffaello in Vaticano l'11 luglio 2020.

Il 24 ottobre si è tenuta a Villa Nazareth la commemorazione del cardinale Silvestrini: “Don Achille: radici e ali per un futuro condiviso”. Aperta da un intervento del nuovo presidente, il cardinale Pietro Parolin, è proseguita con le riflessioni di Giuseppe Piccoli (“Don Achille e la diaconia della cultura: un testimone per i nostri tempi”) e Carlo Casula (“Don Achille e Villa Nazareth di fronte all'università e alla società in mutamento”).

Sara Pennatini, direttrice del Collegio, è intervenuta con “Una panoramica del Collegio oggi”, mentre Renato Cibin e Antonio D'Arcangelo hanno raccontato due fasi storiche differenti: il primo con un ricordo sull'esperienza umana e formativa degli studenti negli “anni della diaspora”; il secondo, giovane associato, con una testimonianza sugli anni più recenti. •

carattere e la propria intelligenza. Siamo chiamati a fare progetti grandi e a non lasciarci vivere; siamo chiamati a pensare in grande perché, mettendo a frutto quanto ricevuto per grazia, alla fine della vita faremo parte della gloria di Dio”.

Ma che significa pensare in grande?

“Coltivare sogni grandi significa manifestare nella nostra vita quotidiana quella stessa vita di Dio in noi e i doni a essa connessi: intelligenza, passione per lo studio, amore per la comunità e la società”.

La seconda icona, la lavanda dei piedi, ci restituisce un altro aspetto dell'eredità di don Achille.

Nel cenacolo Gesù compie due gesti: l'istituzione dell'Eucarestia e la lavanda dei piedi. Sono quelle che Léon Dufour definisce “le due memorie del cristiano”.

“Due memorie”, spiega don Pietro, “inscindibilmente intrecciate per cui l’Eucarestia è ordinata alla vita”. Infatti, “solo rendendoci disponibili a un Messia servo dell’uomo, che s’inginocchia dinanzi alla mia fragile umanità e lava i piedi e li bacia, solo così diventiamo capaci di servizio. Non perché abbiamo un modello da imitare, ma perché abbiamo ricevuto la stessa vita di Cristo in noi”. “È proprio la centralità dell’Eucarestia”, aggiunge, “che ci rende comunità in grado di servire l’umanità”. E don Achille stesso “mai ha perso occasione di richiamarci il grembiule, il servizio, il rendere la nostra parte con intelligenza e creatività”.

La terza icona, l’incontro di Filippo con l’Etiope, ci permette di entrare in un altro

aspetto fondamentale dell'eredità di don Achille: la diaconia della cultura, che è la sintesi perfetta del discorso sui talenti e “le due memorie del cristiano”.

Papa Benedetto XVI, parlando della missione di Villa Nazareth nel Sessantesimo anniversario della fondazione, l'11 novembre 2006, aveva affermato: “È importante che qualcuno arrivi accanto a chi è in cammino e gli annunci ‘la buona novella di Gesù’, come fece Filippo. È qui adombrata la ‘diaconia’ che la cultura cristiana può svolgere nell’aiutare le persone in ricerca a scoprire Colui che è nascosto nelle pagine della Bibbia come nelle vicende della vita di ciascuno”.

Oggi, come comunità, abbiamo l'urgenza di riflettere “su quanto possiamo fare per costruire una cultura che combatta lo scarto e assuma la dinamica dell’inclusività e della dignità per ogni uomo e per ogni donna”, sottolinea il Cardinal Parolin.

Infine, ricordando l'esortazione di Papa Francesco durante la sua visita a Villa Nazareth (18 giugno 2015) ad avvicinarsi ai problemi, ad uscire da se stessi e rischiare, don Pietro spiega che “è questo l’atteggiamento da assumere nel quotidiano della vita della nostra Associazione”. E conclude: “Non si può essere coraggiosi se non si ha anche l’ardire di rischiare: rischiamo sull’intuizione profetica del Cardinale Tardini, rischiamo sulla forza trainante e coinvolgente della storia del Cardinale Silvestrini, rischiamo sul rinnovato gusto del Vangelo. Così daremo futuro alla nostra famiglia”. •

”

COM U N I TÀ

L'associazione tra bilanci e prospettive Sintesi della relazione di fine mandato del vicepresidente Massimo Moretti in occasione dell’ultima Assemblea dell’Associazione Comunità Domenico Tardini del 25 ottobre 2020.

S

e ho scelto di impegnarmi a Villa generosa del cardinale Pietro Parolin che, Nazareth lo devo all’esempio di diversi nello sconforto della perdita di don Achille, amici, ma in particolare alla motivazione è tornato a Villa Nazareth e ha accettato di ricevuta da Lida e Pier Silverio Pozzi, padre camminare insieme a noi. fondatore della nostra Associazione che da Non intendo richiamare tutti i convegni, le poco ci ha lasciati: a loro rivolgo a cuore visite e gli appuntamenti culturali vissuti aperto il mio primo pensiero, il mio affet- insieme a Roma, Turi, Sulmona, Venezia, tuoso saluto. A don Claudio il mio grazie Cremona: le newsletter che abbiamo introper il suo ascolto e per lo spendersi senza dotto a partire da febbraio 2019 sono pubriserve in questa lunga fase di transizione. blicate sul sito internet e di volta in volta gli Sono grato a p. Fausto Gianfreda SJ per la associati si sono potuti informare sulla vita preghiera e le parole di incoraggiamento della nostra comunità. Tra le riforme più che hanno accompagnato il mio mandato. importanti del triennio menziono l’introNell’assenza fattiva di un Presidente, con duzione del voto elettronico che oggi ci condon Achille affettuosamente presente, ma sente di eleggere con la massima partecipaimpossibilitato ad agire direttamente, ho zione il nuovo Vicepresidente. sperimentato una vicepresidenza forte- Attualmente l’Associazione conta 439 iscritti, mente condivisa con gli amici del Consiglio: di cui 260 attivi e con diritto di voto. Si tratta un gruppo di persone innamorate di Villa di un risultato incoraggiante dovuto in gran Nazareth, interessate al bene della nostra parte all’impegno di Gabriela Rostani della Associazione, ognuno secondo la sua com- Tesoreria che ha portato a compimento una petente singolarità. Desidero ringraziare in paziente opera di recupero. I compiti istitumodo speciale Giuseppina Rosato e Michele zionali dell’Associazione - come le vicende Brescia della Segreteria per avermi affian- della successione alla presidenza e del rincato giorno per giorno nell’organizzazione novo dei componenti del Consiglio della della vita associativa con il loro consiglio, Sacra Famiglia di Nazareth hanno dimol’indefesso lavoro e la loro amicizia. Infine strato - impongono massima serietà e esprimo tutta la mia gratitudine per la guida responsabilità nella determinazione e nella 2 5 OT TO B R E 2020

Associazione, Roberto Paolo De Vito nuovo vicepresidente Roberto Paolo De Vito è entrato a Villa Nazareth nel 1983. È iscritto all’Associazione Comunità Domenico Tardini dal 2000 ed è stato eletto per due volte nel Consiglio e nel Collegio dei Probiviri. Ha lavorato alla prima modifica del Regolamento associativo nel 2010 e si è occupato dell’organizzazione dei Gruppi locali promuovendo le attività del Gruppo Centro. È avvocato con attività

prevalente in materia di diritto di famiglia e minorile, dopo aver conseguito un Master di II livello presso la Lumsa. Dal 2008 è mediatore penale in collaborazione con gli uffici giudiziari e dal 2012 è socio Aimef (associazione italiana mediatori familiari). È consulente legale del Consultorio familiare diocesano di Latina. Vive a Latina, dal 1999 è sposato con Alessandra ed è padre di Livia e Riccardo. •

regolarità dello status di associato. Ci sono parti del progetto formativo e del nostro statuto sulle quali dobbiamo ancora lavorare.

L’art. 5 richiama l’esigenza di un “progressivo cammino nutrito di preghiera personale e di ascolto della Parola, di approfondimento delle verità rivelate mediante lo studio biblico e teologico, di partecipazione alla vita ecclesiale”. Oltre ai due ritiri annuali e alle messe comunitarie, sentiamo che la nostra offerta è ancora debole o demandata a realtà esterne a noi. Dobbiamo poi continuare a ragionare su quali siano le povertà alle quali riferirci nel mondo di oggi. Il progetto formativo prevede un impegno concreto “a seguire tutti i laureati e a sostenere in particolare modo coloro che hanno maturato la propria adesione alla missione e ne condividono i valori”, prevedendo una Commissione di orientamento e coordinamento che credo sia uno dei compiti improrogabili dell’Associazione.

Nella vita personale (art. 7) i membri dell’Associazione sono chiamati ad attuare i valori di Villa Nazareth con attenzione particolare alle proprie regioni d’origine. Abbiamo tanti segni e testimonianze di questo impegno, ma manca un momento di sincera condivisione dei cammini personali. C’è poi l’art. 8: come l’Associazione aiuta i propri membri, attraverso la promozione dei gruppi regionali.

Nonostante diverse iniziative e la creazione di una rinnovata struttura finalizzata alla gestione centrale dei gruppi regionali, soltanto in alcune zone d'Italia si sono potute organizzare attività, occasioni speciali per far conoscere Villa Nazareth nei territori e per scoprirne i bisogni culturali e le povertà alle quali corrispondere.

Le vicende della successione hanno contribuito ad allargare la conoscenza degli statuti da parte della Comunità e vi è un’acquisita consapevolezza sui compiti istituzionali dell’Associazione chiamata a collaborare maggiormente con le due fondazioni per progettare a medio e lungo termine il modo in cui incarnare la nostra peculiare missione educativa e caritativa. È importante che Villa Nazareth continui a essere la casa di tutti, riservando spazi qualificati per l’organizzazione delle attività dell’Associazione, con una programmazione comune che favorisca l’osmosi indispensabile e originaria tra associati e comunità studentesca. L’art. 7 del nostro statuto prevede che per i membri desiderosi di dedicarsi in modo continuativo alle finalità dell’Associazione e ai servizi di formazione di Villa Nazareth siano previste nel regolamento norme particolari. Tale proposito mirava a garantire per i formatori

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CO M U N I TÀ

un cammino di crescita nella comunità (il formare i formatori a cui spesso ci ha richiamati Pier Silverio Pozzi). Credo vada meglio pensata la modalità di cooptazione degli associati nella vita della residenza, prevedendo un confronto con il Consiglio dell’Associazione che potrebbe vagliare - insieme alla direzione della Onlus – la scelta di coloro che desiderano impegnarsi.

Con la nomina del nuovo Vicepresidente e la nomina da parte della Segreteria di Stato del nuovo consiglio della Fondazione Sacra Famiglia di Nazareth, a seguito di ampie e

partecipate consultazioni promosse dall’Associazione, le tre componenti istituzionali sono finalmente nella condizione di operare sinergicamente e di progettare il futuro della nostro Comunità. Torna a questo punto necessario più che mai dare seguito all’invito di papa Francesco all’unità. Come un dono, si presenta ora al nostro studio l’ultima enciclica Fratelli tutti: molti passi di questo straordinario documento ci interpellano inesorabilmente. Possiamo ritrovarci nell’evocazione di una “fraternità aperta” che permette di riconoscere, apprezzare e

amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita. Citando ancora le parole del nostro don Pietro, siamo esortati a “tornare in Galilea, dove tutto è cominciato” ma non lo potremo fare singolarmente. Scrive il papa che per perseguire “uno sviluppo umano integrale” c’è bisogno “di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti”.

Con questa maturata convinzione passo il testimone e confermo tutto l’impegno nei servizi che mi saranno richiesti. •

L ' ASS OC IA ZIONE IN CON TRA I NEO LAUREATI

“Esserci con una testimonianza piena ed accompagnare gli studenti restituendo i talenti ricevuti”: è questo l’ideale che guida l’Associazione Comunità Domenico Tardini, da sempre a sostegno della gratuità e del servizio per l’altro. Sabato 24 ottobre, quasi come imprescindibile punto di partenza, il Consiglio ha voluto incontrare i neolaureati appena associati e quelli in procinto di farlo. Tante sono state le voci dei giovani che hanno raccontato la loro esperienza, condividendo aspetti della propria vita professionale e cristiana. L’ex vice presidente dell’associazione, Massimo Moretti, ha presentato il progetto formativo e la realtà associativa, caratterizzata da riunioni periodiche ma anche da incontri spirituali che creano

occasione di condivisione e comunità. Da parte degli studenti è emersa la necessità di creare una rete di rapporti tra i giovani laureati, che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro, e l’associazione, che può offrire loro l’accoglienza e le opportunità formative a sua volta ricevute, sulle orme del cardinale Domenico Tardini. La realtà associativa non offre soltanto l’occasione di svolgere un servizio all’interno della comunità, ma continua ad essere testimone dei valori di Villa Nazareth nella vita sociale, professionale ed affettiva.• di Rita Di Pasquale

E S P ER IE N ZE A LL’ E ST E RO AL TEMPO DEL COVI D-19

Anche quest’anno alcuni studenti di Villa Nazareth, non lasciandosi scoraggiare dalla generale situazione di incertezza e precarietà determinata dall’emergenza sanitaria da Covid-19, sono partiti verso diverse destinazioni, al fine di maturare esperienze all’estero in ambito accademico e personale, pronti ad immergersi in nuovi contesti, aperti allo scambio culturale tra numerosi studenti di provenienza internazionale. Tuttavia, se alcuni di loro hanno intrapreso il progetto Erasmus consapevoli che questa esperienza non avrebbe trovato piena corrispondenza con le loro

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aspettative a causa delle limitazioni vigenti, altri hanno dovuto affrontare, in modo del tutto inaspettato, la pandemia da Covid-19 a centinaia di chilometri dal loro Paese. Le testimonianze dei ragazzi offrono una visione inedita di un’esperienza percepita diversamente nell’immaginario collettivo. Le difficoltà, infatti, non si sono lasciate attendere, ma grazie ai mezzi digitali a disposizione, al supporto dei servizi universitari e alla collaborazione di associazioni studentesche, il disagio posto dalle norme di sicurezza vigenti è stato ridotto, per quanto possibile. Aderire al progetto

di mobilità all’estero, durante un anno che pone incessanti criticità, avrà soddisfatto, almeno in parte, l'esigenza degli studenti di misurarsi con nuove realtà? • Leggi le loro storie sul sito web di Villa Nazareth: www.villanazareth.org/ esperienze-allestero-al-tempo-del-covid-19/

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COM U N I TÀ

L ESS I CO CO M UN ITA R IO

Servizio /ser·vì·zio/ sostantivo maschile

Lettera immaginaria di Simon Pietro ai ragazzi di Villa Nazareth di Fr. Giandomenico Placentino, monaco di Bose

C

arissimi amici e amiche, permettetemi di rivolgermi a voi con tono confidenziale. Vorrei sussurrarvi parole di audacia e di tenerezza, per infondervi speranza in questi tempi così duri e irrorare il terreno della nostra umanità ferita di philía, éros, agápe: scegliete voi quale declinazione dare alle infinite sfaccettature dell’amicizia e dell’amore, che dà senso alle nostre vite e tramuta l’io e il tu in un noi. Ho imparato l’abbiccì dell’amore da Gesù che un tempo si rivolse a noi suoi discepoli chiamandoci “amici”. Solo in un clima di amicizia piena e traboccante, è possibile l’incontro autentico, l’intrecciarsi di ciò che più ci sta a cuore. Ed è con questo stato d’animo che vorrei sostare con voi su quel gesto di Gesù, imbarazzante e profetico, che ha segnato la mia esistenza e che continua a sfidare la nostra chiesa di oggi. Quell’episodio è stato per me la culla della mia rinascita e per voi è l’icona di Villa Nazareth. Tutti siamo chiamati a lavarci i piedi gli uni gli altri, facendoci servi, “schiavi”, l’uno dell’altro. Il servizio è dunque la parola chiave della vita di Gesù e il programma mozzafiato per l’intera nostra vita che aspira alla felicità.

Riavvolgiamo allora con dolcezza il nastro dei ricordi di quella cena, ultima con Gesù, narrataci dall’evangelista Giovanni (cf. Gv 13, 1-20). Quella sera il Signore Gesù era risoluto, consapevole della sua ora, l’ora di passare da questo mondo al Padre, l’ora dell’evento decisivo.

Quell’uomo che aveva fatto della sua

vita una gestazione d’amore, da lì a poco avrebbe generato sulla croce nient’altro che amore. Nessuna parola di rivalsa o di odio. E non dimenticherò mai quello che fece durante quel pasto. A un certo punto, Gesù “si sollevò” nel più puro silenzio e fece un’azione rituale che scardinò il mio modo di pensare le relazioni, un gesto sovversivo e vi spiegherò perché, composto da sette azioni puntuali: si alzò; depose le vesti; prese un asciugamano; lo cinse attorno alla vita; versò acqua nel catino; lavò i nostri piedi; li asciugò. Sì, proprio i piedi, quella parte di corpo incrostata di fango e di escrementi, insudiciata dimora di tagli e ferite. Lavò i piedi e li accarezzò per asciugarli. Senza riserve. Con delicatezza estrema. Attraverso questo gesto, Gesù volle narrarci un nuovo modello, un nuovo modo di stare accanto agli altri, un nuovo stile di convivenza per l’umanità intera. Lavò i piedi a tutti noi, che poi lo avremmo abbandonato e tradito. Non è stato un gesto di filantropismo ostentato di chi continua a stare al centro dell’attenzione. Quella sera, Gesù ci lasciò l’esempio. Fu un vero e proprio rito di costituzione di gruppo, di una nuova comunità, che vive di servizio reciproco e nient’altro. Non si trattò di un gesto che è mera simbolizzazione di umiltà. Gesù, deponendo le vesti e prendendo un asciugamano che si legò alla vita a mo’ di grembiule, fece il gesto tipico degli schiavi, per dimostrare che lo schiavo è in grado di ottenere frutti che il padrone non può neppure sperare.

Gesù operò un rito di inversione di status: il suo ruolo di Maestro e Signore non era quello di comandare e essere servito e riverito; la missione di Gesù, Signore e Maestro, era quella di servire e riverire. Attraverso quel rito, un’azione sociale dotata di forza trasformatrice, Gesù denuncia – quel “segno” è ancora vivo ai nostri giorni – gli eccessi di chi è al potere per comandare e per dominare sugli altri. Ecco perché Il Suo è un gesto sovversivo. L’etica del servizio ha il primato assoluto e contesta ogni forma di potere e di dominio arbitrario per generare vita e libertà. Cari giovani, spero di non avervi tediato con questi brevi ma vividi frammenti di memoria. Puntate gli occhi sull’uomo di Nazareth, il Dio-concoi, e perdonatemi se non ho consigli o ricette facili per aiutarvi a vivere questo tempo così drammatico. Vi invito solo a non aver paura. Il distanziamento fisico non ceda il posto all’indifferenza, la paura del contagio non intacchi la vostra capacità di spargere amore e contagiarvi di bellezza ovunque voi siate.

Non è questo più il mio tempo. È il vostro momento! Siate creativi: scoprirete infiniti modi per servirvi gli uni gli altri.

E ricordatevi che “non c'è in un'intera vita cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi” (Luigi Pintor). Buon cammino di servizio autentico, gratuito e disinteressato, nelle vostre case, a Villa Nazareth, o ovunque voi siate.

Vostro, Simon Pietro •

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CO M U N I TÀ

S PI R I T UALITÀ

Nuovi incontri spirituali per gli studenti di Don Luigi Castangia e Don Luigi Salonia

C

hi diceva che la religione è l’oppio dei popoli probabilmente non aveva tutti i torti! La religione può imbrigliare, può in qualche modo ingannare l’uomo se non permette la sua piena maturazione ed espressione dell’umano. Essere uomini equivale a lasciarsi scalfire, a mostrare vulnerabilità di fronte al mondo circostante, alle esigenze che la vita propone: non è rifugiarsi in un futuro utopico che diviene luogo di fuga. Essere uomini è ritenere che nulla di ciò che è umano

I loro talenti, un dono per tutti.

Anche per te!

In questo anno segnato dalla pandemia da Covid-19, a Villa Nazareth abbiamo fatto tutto il necessario per continuare ad ospitare i nostri studenti nel Collegio universitario in totale sicurezza.

Abbiamo cambiato abitudini.

Ci siamo dati nuove regole, con l’adozione di uno specifico protocollo.

Lo abbiamo fatto per continuare a garantire ai nostri studenti un’esperienza formativa ricca che possa valorizzare la dimensione integrale della persona.

Tuttavia, non nascondiamo le difficoltà dovute alla perdurante situazione d’emergenza.

Per questo motivo, ti invitiamo a sostenere Villa Nazareth partecipando ad una iniziativa del

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possa essere estraneo a sé, è “inter-esse”, stare con l’altro. Solo in questo modo la religione non è disprezzo del “mondo”, solo in questo modo la religione è fede.

Proprio con questa consapevolezza di fondo, quest’anno noi assistenti spirituali abbiamo voluto proporre ai nostri giovani universitari di Villa Nazareth un percorso che potesse essere umano, troppo umano. Un percorso che non prescinda dall’elemento base, che resta sempre il rapporto con se stessi e con l’“A/altro”. L’idea che c’è dietro il cammino di fede di quest’anno è paradigmaticamente rappresentata dalle matrioske, il cui nucleo essenziale, la matrioska centrale piccola e vulnerabile, su cui è possibile costruire l’impianto di fede, è l’uomo, l’umanità. Se si è uomini si può essere poi uomini di fede, uomini che sanno scorgere nella quotidianità i segni di quella Presenza che non è distopica ma che colloca lì dove si vive, che anzi propone di diventare Uomini completi, maturi, super-uomini!

Se si conosce se stessi, e ci si ri-conosce davanti al Signore, allora non può che esserci un terzo passaggio, quello del ritrovarsi comunità, del conoscersi “fratelli tutti”. Quanti sforzi nelle nostre comunità, anche parrocchiali, per volersi bene.

Come se si potesse vivere per sforzo, per esercizio di volontà…

tutto gratuita: “Il mio dono – 1 voto, 200.000 aiuti concreti”, promossa da Unicredit. Il progetto mette a disposizione 200mila euro complessivi a favore di chi opera nel sociale. Per fare in modo che Villa Nazareth riceva una donazione cospicua è necessario raccogliere quanti più voti possibili. L’organizzazione che riceverà più voti, infatti, avrà una quota più consistente delle risorse a disposizione. Si può votare utilizzando il proprio indirizzo e-mail (modalità consigliata). L’inserimento dell’indirizzo e-mail non genera spam. È possibile, inoltre, moltiplicare il proprio voto per 6: basta effettuare, sempre dallo stesso sito web, una donazione di almeno 10 euro, inserendo la mail con cui si è votato. Ma attenzione: se si utilizza la stessa carta di credito per fare più donazioni, il bonus di voti aggiuntivi verrà applicato una sola volta.

Salvo poi ricadere sempre negli stessi problemi relazionali.

Quello ecclesiale è il terzo momento – ce lo insegna l’esperienza di Francesco d’Assisi. Se non si è uomini non si può essere uomini di Dio; se non si è uomini di Dio non si può essere uomini di Chiesa.

Le proposte degli incontri mirano a questo: si è pensato di diversificare e personalizzare i cammini in base alle esigenze personali e spirituali di ciascuno.

Don Luigi Salonia si occuperà di consolidare le basi, le fondamenta dell’umanità dei ragazzi, proponendo degli incontri su tematiche di politica, morale o attualità; don Luigi Castangia, invece, seguendo quei ragazzi che si sono già aperti ad un orizzonte di fede, proporrà la lettura di “Le lettere di Berlicche” di Lewis, libro che può essere letto ad una molteplicità di livelli, da quello romanzesco a quello allegorico-spirituale.

Il nostro desiderio è quello di poter far maturare in loro scelte consapevoli e profonde, in un’ottica di una formazione integrale. In breve, non vorremmo “stonarli”, “drogarli” tramite forme di religione che non diano spazio all’umano, quasi anestetizzandone la portata dolorosa, quasi distraendoli per volgersi altrove. Quello che ci proponiamo è contribuire a costruire uomini veri, che stiano davanti a Dio e che si riscoprano fratelli. •

Si può votare fino al 31 gennaio 2021. Con il tuo sostegno, i talenti dei nostri studenti potranno diventare un dono per tutti. Anche per te.

Vota su villanazareth.org/ilmiodono2020

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V N OF F

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occo Antonio Montone, 37 anni, di origini lucane, è entrato come residente a Villa Nazareth nel 2002. Si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore nel 2008 con tesi svolta in collaborazione con l’Imperial College di Londra. Si è poi specializzato in Cardiologia nel 2015 e ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Cardiologia nel 2020 sempre presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Nel 2014-2015 ha svolto una fellowship clinica e di ricerca in Cardiologia Interventistica presso il Royal Papworth Hospital di Cambridge (UK).

Attualmente lavora come Cardiologo Interventista e di Terapia Intensiva Cardiologica presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS di Roma. Ad agosto 2020 in occasione del Congresso annuale della Società Europea di Cardiologia ha vinto lo Young Investigator Award, premio assegnato alla miglior ricerca originale svolta da un ricercatore under40.

Ad ottobre 2020 ha vinto un grant di 450.000 € assegnato dal Ministero della Salute in qualità di principal investigator per un innovativo progetto di ricerca che ha come obiettivo lo studio dei meccanismi alla base dell’infarto a coronarie normali e dei possibili approcci terapeutici per questo tipo di patologia.

Spesso chi si avvia allo studio della medicina è mosso da uno slancio umanitario che poi deve fare i conti con lunghi e duri anni di studi tecnici.

Come si tiene viva la scintilla iniziale?

VN OFF Rocco Antonio Montone

Il pericolo non lo vedo tanto lungo il percorso di studi, quanto negli anni successivi di attività lavorativa. La scintilla si mantiene viva non abituandosi al dolore, non cedendo all’indifferenza verso la sofferenza altrui. È un rischio che noi medici corriamo costantemente. La fede mi è di grande supporto in questo. Ogni volta che mi trovo di fronte ai malati più gravi l’immagine della Passione di Cristo con l’espressione “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” mi torna in mente, aiutandomi ad avere 'compassione' verso il paziente che ho davanti, e a comprendere il mistero della sofferenza con una prospettiva non più umana e contingente.

Il Covid ci ha consegnato l'immagine del medico eroe. E tuttavia abbiamo scoperto anche il vostro lato umano: la paura, la commozione, il disorientamento, la stanchezza. Come si rimane lucidi e razionali di fronte ad una situazione così soverchiante?

In queste ultime settimane la paura e la stanchezza stanno prevalendo. È difficile rimanere lucidi di fronte ad una patologia che riempie rapidamente di pazienti intere corsie di ospedali e che aggredisce in maniera così dura il sistema sanitario ed il personale che vi lavora all’interno. La virtù della fortezza mi sta aiutando a mantenere la fermezza e la costanza nello svolgere ogni giorno la mia missione di medico, di marito e di genitore. Perché come

potrai immaginare, la paura per noi medici non finisce con il turno in ospedale, ma ci accompagna a casa, quando rientriamo dai nostri cari.

La cardiologia, la branca che ti ha premiato per i tuoi studi innovativi, è ad alto tasso di specializzazione.

L'accesso alle cure migliori e più innovative per tutti rimane un'utopia o ritieni possibile una sanità d'eccellenza a portata di ogni cittadino?

La cardiologia ha conosciuto enormi progressi tecnologici negli ultimi anni e gran parte dell’aumento dell’aspettativa di vita media si è ottenuto grazie ai progressi della ricerca cardiovascolare. Questo ha ovviamente comportato un innalzamento significativo dei costi dell’assistenza. Tuttavia, posso certamente dire che riusciamo ancora a garantire le cure migliori ai nostri pazienti che si trovano ad affrontare una patologia acuta (es. infarto miocardico, scompenso cardiaco acuto, etc.). Lo stesso non possiamo dirlo per i cardiopatici che si trovano nella fase cronica della patologia e che devono effettuare dei controlli periodici per prevenire le riacutizzazioni. È inutile nascondere che l’accesso alle cure è inevitabilmente privilegiato per i cittadini più facoltosi o dotati di polizze assicurative. La risposta che dobbiamo dare è quella di potenziare il nostro Sistema Sanitario Nazionale, difendendone l’universalità in modo da rispondere al bisogno di cure di ogni cittadino.• DICEMBRE 2020 • 16

CO M U N I TÀ

M EM O R IA

Quando insegnare è condividere: il ricordo di Pier Silverio Pozzi di Anna Maria Cimino

di trasmettere tutta la gioia che provava nel farlo. Attraverso i suoi numerosi aneddoti, Pier Silverio ci ha letteralmente spara i passi che mi sono più cari del de beneficiis di Seneca, lancato le porte di mondi nuovi: ci ha presi per mano e ci ha ce n’è uno che recita “la ricompensa delle buone azioni fatto rivivere non solo la Villa di Tardini, ma anche il ’68 e gli consiste nelle azioni stesse” (IV 1.3): ecco, non penso vi sia frase anni d’oro di una Rai ancora in grado di essere nazionale-popomigliore per descrivere la grande umanità che ha contraddi- lare, tenendo insieme l’impegno politico di Nanni Moretti e le stinto, in vita, Pier Silverio Pozzi. Questa sua umanità lo ha paillettes di Gloria Gaynor. Pier Silverio ha sempre fatto tutto reso, infatti, una delle colonne portanti di Villa Nazareth, ma questo senza vanti, ma con fede e con coscienza, con lo spirito soprattutto un punto di riferimento per chi – come me – è di chi ha come unico intento quello di donarsi. Con lui, Villa ha entrato a far parte della comunità quando ormai don Achille perso un Maestro in grado di insegnare tanto, consegnando la e la professoressa Angela Groppelli avevano dovuto iniziare a propria storia nelle mani dell’altro. fare i conti con la malattia e con gli acciacchi dell’età. La cultura immensa di Pier Silverio e i successi che hanno segnato il suo cammino professionale non lo hanno trasformato in un di Vincenzo Rosito superbo, ma sono diventati la materia stessa della sua generosità e gli strumenti attraverso cui, per anni, ha camminato egli anni a venire ricorderemo Pier Silverio per la al fianco di ognuno di noi. Immancabile alle riunioni della benevolenza dello sguardo. Come dimenticare il Commissione Cultura, Pier Silverio sapeva sempre offrire il volto proteso verso l’interlocutore, gli occhi vigili e penproprio contributo all’organizzazione degli eventi, rimanendo sosi, la voce coinvolta in una conversazione che con lui si tuttavia un passo indietro rispetto a noi studenti, per fare in faceva ampia, intensa, dilatata? Lo sguardo benevolo di modo che fossimo noi gli animatori della vita culturale del col- Pier Silverio resterà per Villa Nazareth quello di un educalegio, che fossimo noi a scegliere cosa fare in base alle nostre tore che in maniera costante e discreta, con perseveranza esigenze e ai nostri interessi, e infine per fare in modo che fos- e competenza, ha accompagnato intere generazioni. Lo ha simo noi ad imparare come ci si muove in un mondo in cui una fatto con la presenza e con la massima qualità dell’educabuona metà della vita lavorativa è rappresentata dalle relazioni. tore: essere in grado di gioire e compiacersi per i progressi Nel proprio modo di entrare in relazione con noi ragazzi, Pier dell’altro. A lui dobbiamo l’intuizione e la speranza che Silverio ha sempre saputo custodire una sana e sincera curio- Villa Nazareth possa continuare a essere un luogo di edusità, per cui nessuno si è mai sentito a disagio nel dialogare con cazione informale. L’educazione è informale non quando lui: senza mai guardarci dall’alto in basso, era sempre pronto ad è priva di “forma”, ma nella misura in cui assorbe il calore ascoltare e ad accogliere le nostre idee, ed era anche in grado dell’amicizia, se viene incoraggiata dall’affetto disarmante

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COM U N I TÀ

di uno sguardo benevolo. Pier Silverio è riuscito a dialogare con molte generazioni. Con dedizione fedele si è preso cura non della forma, ma delle persone che sono passate negli anni nelle residenze universitarie. Il suo stile, che non potrà e non dovrà essere dimenticato, era riconoscibile da un tratto peculiare: invitare alla ricerca umana e intellettuale affondando lo sguardo nella storia e coltivando una speranza di progressiva trasformazione del mondo presente.

I suoi inviti alla lettura, i suoi richiami agli eventi passati sono adesso una traccia formativa da valorizzare convintamente. Quella di Pier Silverio non era semplice passione per la storia, ma la conferma di un’intuizione educativa cui Villa Nazareth non può rinunciare: la memoria storica, alla luce dell’Incarnazione del Figlio di Dio, è sempre principio di trasformazione del mondo, è coinvolgimento comunitario in una storia di salvezza e di liberazione. Dal momento in cui l’angelo parlò a Maria, lo storico non può più fare a meno di essere anche discepolo. Quando lo sguardo di Pier Silverio affondava nei ricordi, emergeva anche la passione di un discepolo che insieme a una comunità, quella di Villa Nazareth, aveva avuto una storia con Dio. Perché il cristianesimo è nella storia “principio di non appagamento”, trasformazione dell’ordine presente, impresa di sovvertimento, opera di giustizia a favore degli oppressi. L’ultimo libro di cui Pier Silverio mi ha parlato è stato Pedagogia degli oppressi di Paulo Freire. Mi disse del suo entusiasmo nel leggerlo cinquant’anni fa, riflettemmo insieme su come quel testo, riedito proprio nei giorni in cui Pier Silverio ci lasciava, potrebbe ispirare oggi i passi di Villa Nazareth. Nella recensione che ne fece nel 1971, molti riconosceranno la sua idea di formazione: “Alfabetizzare significa coscientizzare, cioè porre in discussione la vita globale della comunità, il suo stile, i suoi atteggiamenti di risposta alle sfide della realtà”.

di Tonino Casamassimi

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o incontrato Pier Silverio a Villa Nazareth nell’autunno del 1961. Da poche settimane avevamo iniziato il secondo anno del liceo classico. Un nuovo assistente per gli studenti della scuola media. Rimanemmo sorpresi perché non era proprio il giovanotto appena diplomato che di solito Villa Nazareth accoglieva come assistente degli studenti e per quella sua iniziale calvizie che lo faceva sembrare “più vecchio” dei suoi 24 anni. Ci avevano detto poi che era stato anche alcuni anni in seminario e questo faceva aumentare la nostra perplessità sulla sua capacità a rapportarsi con gli studenti secondo i tradizionali metodi educativi “più laici” allora seguiti dagli altri assistenti.

Silverio, come poi abbiamo continuato a chiamarlo più familiarmente, era entrato a Villa in un periodo particolarmente delicato e difficile, un periodo di transizione in cui mons.

Samoré, dopo la morte del Cardinale Tardini, aveva da poco assunto la responsabilità della continuazione del progetto di Villa Nazareth. L’impegno per tutti i responsabili del collegio, a partire da mons. Silvestrini, dalla prof.ssa Groppelli, era di assicurare che tutti i ragazzi continuassero a vivere e a studiare in un ambiente sereno nella convinzione che Villa Nazareth non avrebbe mai chiuso.

Sono convinto che in questo periodo di studio e assistenza ai giovani Silverio abbia maturato e iniziato a far proprio il progetto di Villa Nazareth comprendendone il valore, gli ideali e l’originalità.

Se oggi rendiamo merito a don Achille e alla signorina Groppelli che dopo la chiusura di Villa Nazareth hanno dato vita ad una comunità di studenti e laureandi che ispirandosi agli ideali di mons. Tardini hanno in un certo modo assicurato la continuità del progetto di Villa Nazareth, dobbiamo riconoscere anche il contributo prezioso di Silverio che è stato negli anni il collaboratore più presente e ascoltato per don Achille e la signorina. Direi, anzi, che l’impegno di Silverio, fedele alle finalità del fondatore, sia stato determinante sia nel periodo della chiusura a favore degli studenti e nella promozione della nascita dell’Associazione e, dopo la riapertura, nell’evoluzione e sviluppo di Villa Nazareth a Collegio universitario.

Impegno che ha mantenuto ininterrottamente fino alla sua morte e che è stato per me e per quanti hanno collaborato con lui nelle varie istituzioni di Villa Nazareth un esempio di dedizione generosa e convinta alla proposta di Tardini: far fruttificare i propri talenti per il servizio agli altri. di Margherita Elia

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Pier Silverio con i nipoti il giorno del suo 82° compleanno, 29 ottobre 2019.

vevo molto pensato a Pier Silverio nelle settimane precedenti la sua scomparsa. Rileggendo gli articoli pubblicati da don Achille sul giornalino di Villa Nazareth, mi erano sorte tante domande su avvenimenti e persone. Quando avevo cercato di capire chi avrebbe potuto darmi le risposte che cercavo, il nome di Pier Silverio si era affacciato spontaneamente. Pier Silverio custodiva la memoria di Villa Nazareth e volentieri raccontava episodi ed aneddoti per capire alcuni passaggi della nostra storia. Nel Consiglio dell’Associazione aveva promosso la realizzazione dell’Archivio Tardini e nel 2015, in occasione del DICEMBRE 2020 • 18

CO M U N I TÀ

1961-62 Pier Silverio entra a Villa Nazareth come assistente.

Qui con don Achille sta esaminando i volumi arrivati dagli Stati Uniti.

Convegno per il 40° degli Accordi di Helsinki, di cui era stato uno degli organizzatori, aveva trovato delle interviste di don Achille per alimentare il patrimonio archivistico relativo al suo operato. Non erano solo i grandi avvenimenti ad attirare la sua attenzione. Una volta mi aveva orgogliosamente raccontato di possedere tutti i numeri del giornalino di Villa Nazareth che, al di là delle apparenze, rappresentavano, a suo parere, una fonte storica di rilievo. Ho compreso tutto il valore delle sue parole leggendo quei giornalini in maniera sistematica. Prima ancora che custode della memoria, Pier Silverio è stato uno dei protagonisti della storia di Villa Nazareth attraverso una presenza costante, fedele e attiva. Il passare degli anni non ha inciso sul suo attaccamento e sul suo impegno ed anzi era lusingato dello stretto rapporto di collaborazione che gli studenti volevano mantenere con lui. Nel 2018 aveva partecipato alle elezioni del Consiglio dell’Associazione, dopo esserne stato primo Vice Presidente, con entusiasmo e spirito di servizio. Se don Achille e la prof.ssa Groppelli sono stati i punti di riferimento di Villa Nazareth dopo la riapertura, Pier Silverio insieme a Lida sono stati la dimostrazione vivente di come un progetto personale di coppia, di famiglia e di professione possa essere vissuto come vocazione all’interno di una comunità ed anzi insieme ad una comunità. Da studentessa Pier Silverio e Lida mi sono sempre sembrati una famiglia nella famiglia. Vedevo in loro la classica dimensione famigliare all’interno della grande famiglia di Villa Nazareth. Oggi siamo arrivati quasi ad un punto di svolta per la storia di Villa Nazareth: molti dei protagonisti ci stanno lasciando e con loro una storia non scritta presente solo nella memoria di un numero sempre più ristretto di persone. Non possiamo permetterci di perderla, ma dobbiamo proseguire sulla strada aperta da Pier Silverio e impegnarci affinché alle nuove generazioni di studenti sia permesso di conoscere la storia e le radici di Villa Nazareth.•

La solidità di un’esistenza Dall'omelia di don Giuseppe Bonfrate alla celebrazione delle esequie di Pier Silverio Pozzi

“O

gnuno a suo modo può comprendere che cosa sia la solidità di un’esistenza, l’inestinguibile sete di pienezza che la sostanzia. Per Silverio era la fede che non si dissipava in un dire vuoto, simile al rame risonante e allo squillante cembalo di chi vive senza metterci amore, e la verità nell’amore. Ci sono state stagioni della sua esistenza in cui i fiumi sono straripati e i venti si sono abbattuti, ma la casa non è caduta. La casa dei suoi affetti, delle sue passioni, di quello in cui riponeva la sua incondizionata fiducia, innocente, simile a quanto nel Vangelo è richiesto: se non diventerete come bambini, segreto della sua capacità di rimanere nella sua età, e nello stesso tempo farsi contemporaneo alle giovani generazioni. Fiducia che lo rendeva talvolta incontenibile, per quella prodigalità che si spoglia per vestirci, negli inarrestabili racconti, nei discorsi e nelle attenzioni: quella casa ha retto gli urti della vita, e Silverio si è rivelato fedele, sempre con

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la schiena ritta. Nei suoi passaggi non ha voluto perdere nulla coltivando il desiderio di raccogliere e non disperdere, come è stato per le sue origini romagnole mai smentite nel suo radicamento romano; come è avvenuto coi suoi molteplici interessi, con i tanti traguardi raggiunti, che sono divenuti ulteriori partenze, fino all’ultimo. Era convinto che gli spazi non si occupano, ma si attraversano con l’unica urgenza che è favorire, col proprio servizio, che siano luoghi di libertà, di crescita, e di formazione alla responsabilità”.

Leggi l'omelia completa sul nostro sito: www.villanazareth.org/la-solidita-di-unesistenza/ Inquadra il QR Code con la fotocamera del tuo smartphone

COM U N I TÀ

Nuovi ammessi al collegio

I volti nuovi della comunità ST U D EN T I

ST UDE N T E SSE

Binetti Claudia Barletta (BT) Medicina UCSC - Roma

Palumbo Beatrice Ercolano (NA) Fisica Sapienza

Badhan Saneh

Caushllari Klorinda Korçe (Albania) Medicina (4° a.)

Sapienza

Piccini Giorgia Mercatello sul Metauro (PU) Economia e management LUISS

Dinatale Gaetano Fisica

Panzarino Maurizio

Dibenedetto Valeria Barletta (BT) Medicina UCSC - Roma

Prendi Anxhela Scutari (Albania) Medicina Sapienza

D'Ippolito Pierluigi

Business Administration (2°a.)

Fedelfranco Giulia Adelfia (BA) Giurisprudenza Sapienza

Scarlatella Francesca Gesualdo (AV) Medicina UCSC - Roma

Lerna Claudio

Iovino Valeria Carsoli (AQ) Ingegneria gestionale Sapienza

Sfrecola Angela Barletta (BT) Studi storico artistici Sapienza

Sapienza

Salerno Flavio Mattia

Nato Vincenzo Simone

Accademia Nazionale di Danza

Mangiacotti Miriam San Giovanni Rotondo (FG) Mediazione linguistica LUMSA

Sabaudia (LT)

Matematica (2° a.)

Sapienza

Molfetta (BA) Sapienza

Lamezia Terme (CZ) Chimica

Sapienza Martina Franca (TA)

Scienze delle amministrazioni e delle politiche pubbliche(L. Magistr.)

Viterbo

Ingegneria aerospaziale

Palumbella Giuseppe

San Ferdinando di Puglia (BT) Filosofia

Sapienza

Casamassima (BA) Tor Vergata

Púcuta Ricardo Maurizio

Venezia (VE)

Ingegneria civile

Sapienza

Palermo

Sapienza

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CO N SIG L I D I LE TTUR A

MA R IO TOS O (A C URA DI) – I NTRODUZ IONE DEL PR E S ID E N TE D E L CO N SI GLIO DEI MINISTRI G I U S E P PE CON T E

Cardinale Achille Silvestrini Faentina Editrice, 2020

GI ULI O MI CHELI N I E MARCO CASS U TO MO RS ELLI ( A C U RA DI )

CA LO G ERO CA LTAG I RO N E E A N G ELO T U MMI N ELLI ( A C U RA D I )

La Bibbia dell’amicizia.

Brani dei Neviim. Profeti commentati da ebrei e cristiani

Tecnologie della comunicazione e forme della politica

San Paolo, 2020

Il volume ripercorre la vita del Cardinale Achille Silvestrini, nato a Brisighella, diocesi di Faenza, il 25 ottobre 1923, e venuto a mancare il 29 agosto 2019. A diciannove anni entra nel Seminario Diocesano faentino dove, il 13 luglio 1946, viene ordinato sacerdote. Dal 1952 frequenta la Pontificia Accademia Ecclesiastica e il 1° dicembre 1953 entra nel servizio diplomatico della Segreteria di Stato. Nel luglio 1973 viene nominato Sotto-Segretario del Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa. Dal 1988 al 1991 è Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, poi Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali tra il 1991 e il 2000. Viene creato e pubblicato cardinale il 28 giungo 1988 da S. Giovanni Paolo II.

E M AN UE L E CAST E L LI

Cinquanta studiosi ebrei e cristiani si soffermano sui primi cinque libri della Bibbia (Torah o Pentateuco) con una lettura basata sulle proprie tradizioni, attraverso nuove originali introduzioni a ogni libro e commentando passi scelti tra i più significativi. Lo scopo non è quello di arrivare a una lettura unificata della Bibbia nella quale le diversità si stemperino fino ad annullarsi, ma quello di conoscere meglio le rispettive letture e interpretazioni, accettando che esse possano essere diverse.

All’interno del volume il contributo di Massimo Gargiulo “Natan e la colpa di David”.

Collana della Fondazione del centro di studi filosofici di Gallarate, Morcelliana 2020

La relazione tra le tecnologie della comunicazione e le forme della politica ha assunto un’importanza nevralgica.

La ricerca filosofica e i suoi percorsi riflessivi sono sollecitati ad ampliare il loro perimetro, per indagare le capacità e le potenzialità inedite, per i corpi individuali e collettivi, che sono esaltate dall’uso degli strumenti tecnologici, senza però ignorarne i limiti. Andando decisamente contro corrente, si tratta di volgere le competenze tecnologiche a forme più attive e più partecipative di un impegno politico che sappia farsi carico del compito di realizzare con uno sforzo comune la buona condizione esistenziale di ogni persona.

Il volume accoglie un contributo di Consuelo Panichi.

La nascita del titolo nella letteratura greca.

Dall’epica arcaica alla prosa dell’età classica

SALVATO RE SAT TA

De Gruiyter, 2020

il Mulino, 2020

Transeuropa, 2020

Esaminando le forme di comunicazione letteraria tra età arcaica e classica, questo libro ricostruisce per la prima volta l'emergere dell'uso dei titoli nella letteratura greca, indaga sistematicamente le cause del fenomeno, ne ricerca le conseguenze e gli effetti nella tradizione manoscritta dei classici greci.

L’epistolario inedito tra Salvatore Satta e Pietro Calamandrei documenta l’intenso rapporto di “comunanza di idee, di sentimenti, di disperate speranze” tra i due grandi giuristi-scrittori, e le fasi dell’elaborazione dei romanzi di Satta. Ma anche la temperie politica e culturale del primo decennio dell’Italia repubblicana.

L’epistolario è integrato da lettere inedite di interlocutori di Satta, giuristi, letterati e politici, e da due suoi inediti: uno scritto giuridico e un saggio su Oscar Wilde. Due saggi di A. Guiso e C. F. Casula introducono e contestualizzano la documentazione.

Tre sono i temi principali di questa raccolta poetica: l'universale interrogativo sull'esistenza umana e sul ruolo dell'irrazionale nelle nostre vite; l'incontro con nuovi orizzonti; la crisi delle democrazie contemporanee, una crisi che passa dall'anomia nei rapporti interpersonali alla distruzione dell'ambiente. Il componimento “L'errare del cerchio” – da cui il volume prende il titolo - conclude la raccolta.

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Lettere a Pietro Calamandrei (1939-1956) A CURA DI ANG ELA G U I D O E CARLO FELI C E CAS U LA

MA RI A N G ELA ROSATO

L’errare del cerchio

COM U N I TÀ

N OT IZ IA RIO

NAS C ITE

15/07/20 Nascita di Tommaso Maria, figlio di Gabriele e Mariarita Tucciarone.

14/10/20 Nascita di Alessandra, figlia di Michele e Antonella Perrone.

16/11/20 Nascita di Manuel Guastaferro, figlio di Nicola (secondogenito di Michele) e Annalisa Vorzillo.

B AT TE SIM I

10/10/20 Battesimo di Tommaso Maria Tucciarone, figlio di Gabriele e Mariarita, celebrato da Padre Salvatore Sessa ad Aquino (FR).

N O M IN E

11/09/20 Nomina del Prof.

Giuseppe Busia a Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione.

M AT R IMO N I

22/08/20 Matrimonio di Francesco Zinchiri e Roberta Caruso, celebrato nella parrocchia del SS. Nome di Gesù ad Alghero.

08/10/20 Scomparsa di Pier Silverio Pozzi, uno dei fondatori, animatore e per anni vice presidente dell'Associazione Comunità Domenico Tardini.

12/10/20 Scomparsa della Sig.ra Angela Secchi Puggioni, madre di Cristina, nostra associata.

02/11/2020 Scomparsa di Francesco Saverio Binetti, padre della nostra studentessa Claudia.

07/11/20 Scomparsa della Signora Ilde Rosati, madre del nostro ex alunno Fabio.

09/11/20 Scomparsa della sig.ra Nadia Silvestrini, moglie del Prof.

Bruno Silvestrini, cugino di Don Achille.

17/11/20 Scomparsa del Prof. Silvio Medaglia, filologo e classicista, caro amico di Villa Nazareth.

21/11/20 Scomparsa del Sig. Ruggiero Sozio, padre del nostro associato Fiorenzo.

AGENDA DI VI LLA

Giornate dei nuovi ammessi.

12/10/20

INCONTRI CULTURALI

Incontro culturale conclusivo della Summer School estiva dal titolo “L'uomo e lo Spazio” con Alfredo Roma (aerospace consultant, ex presidente ENAC e ECAC, Andrea Sommariva (SDA Bocconi), Stefano Ferretti (ESA).

24/10/20

INCONTRI CULTURALI

Commemorazione del Card. Achille Silvestrini: “L’eredità di don Achille: radici e ali per un futuro condiviso”.

Santa Messa di suffragio celebrata dal Cardinale Pietro Parolin.

25/10/20

ASSOCIAZIONE

Visita guidata dal Prof. Massimo Moretti presso le Logge Vaticane, Cappella Paolina, Sala Clementina.

25/10/20

CELEBRAZIONI

19/08/20 Scomparsa di Nello Coppi, ex alunno della prima generazione e associato.

Conferenza presso l'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede dal titolo “A 45 anni dagli accordi di Helsinki, il Cardinale Silvestrini e la Ostpolitik vaticana”. Sono intervenuti l'Ambasciatore Pietro Sebastiani, il Card. Pietro Parolin, il Presidente del Consiglio Prof.

Giuseppe Conte, il Prof. Carlo Felice Casula e il Prof. Gennaro Acquaviva.

Assemblea annuale ordinaria dell'associazione.

29/08/20

26/07/20 Scomparsa del Sig. Amerigo Andreatta, padre di Marco, nostro associato.

26-27/09/20

INCONTRI CULTURALI

11/07/20

ATTIVITÀ DELLE RESIDENZE

LU T TI

14/09/20

Celebrazione eucaristica nel primo anniversario della scomparsa del Card. Achille Silvestrini presieduta da S.Em.za Card. Matteo Zuppi presso la Collegiata di San Michele di Brisighella.

04/09/20

CONCORSO

Concorso di ammissione a.a. 2020-2021.

ASSOCIAZIONE

Elezione del vicepresidente dell'Assocazione, Avv. Roberto Paolo De Vito e dei tre probiviri, Avv. Michela Di Benedetto, Prof.

Massimo Moretti, Avv. Bianca Palombelli.

ATTIVITÀ DELLE RESIDENZE

26/07-01/08/20

SUMMER SCHOOL

Summer School ad Arabba (BL) dal titolo “L'Uomo e lo Spazio”. Durante le giornate la Dott.ssa Nicoletta Stella (Business Coach) ha tenuto un incontro sul team working.

6-7/11/20 SEMINARI

Seminario autunnale degli studenti dal titolo “L’intelligenza artificiale, tra etica e innovazione”.

06/11 Sessione I: “Storia e attualità dell’Intelligenza Artificiale. L’impatto economico ed ambientale”, sono intervenuti Enzo Maria Le Fevre Cervini (Docente di Governance del Digitale presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università della Tuscia), Piero Poccianti (Presidente dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale).

07/11 Sessione II: “Sfide etiche e giuridiche nel campo dell’Intelligenza Artificiale”, sono intervenuti Paolo Benanti (Professore presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana) e Andrea Bertolini (Docente di Diritto Privato presso l’Istituto Dirpolis della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa).

09/11/20

CELEBRAZIONI

Santa Messa di trigesimo in suffragio di Pier Silverio Pozzi, celebrata presso la Chiesa di San Fulgenzio a Roma, da Mons.

Claudio Celli e Don Giuseppe Bonfrate.

L AU RE E

28/02/2020

16/07/2020

16/07/2020

17/07/2020

D OT TO R ATO DI R IC E R C A

LAUREA MAGI STRALE

L AU RE A MAGIST RAL E

L AU RE A MAGIST R A LE

Alessandro Leopardi Dottore di ricerca in cività dell'Asia e dell'Africa (XXXII ciclo) Tesi: La grammatica cinese di Giacinto Bicurin, relatore prof. Federico Masini, Università degli Studi di Roma “Sapienza”.

Federica Distante Dottore in giurisprudenza.

Tesi: Profili di responsabilità del datore di lavoro nello stress lavoro-correlato, relatore prof. A. Vallebona, correlatore prof. R. Lener, Università degli studi di Roma “Tor Vergata”.

Mariangela Rosato Dottore in scienze politiche e relazioni internazionali.

Tesi: Il principio di laicità nel costituzionalismo europeo: il caso italiano e il caso francese..., relatore prof.

Roberto Nania, correlatore prof. Paolo Mezzanotte, Università degli Studi di Roma “Sapienza”.

Maria Simoniello Dottore in interpretariato e traduzione. Tesi: Le nuove minoranze linguistiche: scenari attuali e prospettive future a vent’anni dalla legge n.

482 del 1999..., relatore prof.

Vittorio Ganfi, correlatore prof. ssa Lucilla Pizzoli, Università degli Studi Internazionali di Roma “UNINT”.

DI C E M B R E 2020 • 2 2

CO M U N I TÀ

22/07/2020

23/07/2020

27/07/2020

07/10/2020

L AU R E A T RIE N N A LE

LAUREA MAGI STRALE

L AU RE MAGIST RAL E

L AU RE A T RIE NNAL E

Eleonora Cappa Scienze internazionali e diplomatiche. Università degli Studi di Bologna “Alma Mater Studiorum”.

Angelo Zanni Dottore in matematica.

Tesi: Decay estimates for hyperbolic systems, relatore Prof. Piero Antonio D’Ancona, Università degli Studi di Roma “Sapienza”.

Marco Portararo Giurisprudenza. Tesi: I progetti di Riforma del Bicameralismo Italiano: genesi e criticità, relatore Chiar.mo Prof. Francesco Perchinunno, Università degli studi di Bari Aldo Moro.

Claudia Secci Ingegneria gestionale. Tesi: La birra: composizione, classificazione, produzione e attuale mercato, relatore Prof. Giulio Malucelli, Politecnico di Torino.

08/10/2020

12/10/2020

22/10/2020

22/10/2020

L AU R E A M AGISTR A L E

LAUREA TRI ENNALE

L AU RE A T RIE NNAL E

L AU RE A MAGIST RAL E

Antonello Raponi Dottore in ingegneria. Tesi: Modellizzazione di colonne a bolle slurry: regimi fluidodinamici ed effetto del solido sospeso, relatore prof.

Marco Vanni, correlatori prof.

Antonio Buffo e prof. Daniele Marchisio, Politecnico di Torino.

Emilio Tempera Scienze aziendali. Tesi: La Green Economy e la Socialità: il caso ENI, relatore prof.ssa Maria Teresa Bianchi, Università degli Studi di Roma “Sapienza”.

Roberto Di Pasquale Chimica. Tesi: Materiali compositi a base di nanotubi di carbonio e materiali inorganici, relatore prof.

Robertino Zanoni, Università degli Studi di Roma “Sapienza”.

Giovanni Antonio Garroni Dottore in medicina e chirurgia. Tesi: Ridotta suscettibilità all’ipertensione arteriosa nei sardi di genere maschile portatori del polimorfismo funzionale inserzione 12T nel gene ATP1A1, relatore prof. Nicola Glorioso, Università degli Studi di Sassari.

26/10/2020

27/10/2020

30/10/2020

30/10/2020

L AU R E A MAGISTR A LE

LAUREA MAGI STRALE

L AU RE A MAGIST RAL E

L AU RE A T RIE NNAL E

Azzurra Nardi Dottore in scienze delle professioni sanitarie della prevenzione.

Tesi: Il rischio da lavoro notturno in operatori sanitari:.., relatore prof. ssa Francesca Cardoni, correlatori prof. Giuseppe La Torre e prof. Stefano Simonazzi, Università degli Studi di Roma “Sapienza”.

DI C EM B R E 202 0 • 2 3

Pierfrancesco Lavarra Dottore in giurisprudenza.

Tesi: Frode in processo penale e depistaggio: un’analisi critica dell’art. 375 c.p., relatore prof. Filippo Bottalico, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”.

Ahmed Adem Hussien Dottore in ingegneria elettrotecnica. Tesi: Grid Connected Wind Power Plants, relatore prof. Luigi Martirano, Università degli Studi di Roma “Sapienza”.

Marco Monaco Informatica. Tesi: Tempi di convergenza e distribuzioni stazionarie in dinamiche di opinioni con agenti “Stubborn”, relatore prof.

Francesco Pasquale, Università degli studi di Roma “Tor Vergata”.

Fondazione Comunità Domenico Tardini in Villa Nazareth Organizzazione non lucrativa di utilità sociale Via Domenico Tardini 33-35, 00167 Roma tel. 06 895981 C.F. 96099160580 fondazionetardini@pec.it segreteria@villanazareth.org www.villanazareth.org La Fondazione opera con sistema di gestione della qualità

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