DAILY#7 82. Mostra del Cinema di Venezia - September 2, 2025 Venews+Ciak

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82. VENICE FILM FESTIVAL

Aperfect balance between classics and new entries today. The queen of tense, rigorous cinema and the first woman to win an Academy Award, in 2008, with The Hurt Locker, is back to Venice: with A House of Dynamite, Kathryn Bigelow once again treads the line of American and global fears. The cast includes Idris Elba, Jason Clarke, and Rebecca Ferguson. Also competing is François Ozon with L’Étranger, adapted from Camus, while Sofia Coppola (Out of Competition) presents a portrait of Marc Jacobs, fashion designer and a close collaborator of hers. Another American heavyweight, Gus Van Sant – recipient of the Campari Passion for Film award – appears with Dead Man’s Wire, based on the true story of a private, armed vendetta. Much anticipation also surrounds two debuts making the leap from music videos to narrative cinema. A master of perspective and of a striking analog style, the British director Oscar Hudson – showing at SIC with Straight Circle – has already made a name for himself with brilliantly conceived music videos. On the urban-aesthetic front, Colombian director Stillz makes his feature debut with Barrio Triste, a story rooted in the social reality of his country. Cool.

Coolness

Equilibrio perfetto tra classici e novità oggi al Lido. Torna Kathryn Bigelow, regina di un cinema teso e rigoroso e prima donna a vincere un Oscar per la regia nel 2008 per The Hurt Locker, presentato proprio qui a Venezia. Con A House of Dynamite, Bigelow ancora una volta corre lungo il filo delle paure americane e globali. Nel cast, Idris Elba, Jason Clarke (già con Bigelow in Zero Dark Thirty) e Rebecca Ferguson In gara anche François Ozon, con L’Étranger tratto da Camus. Seconda regista oggi al Lido, Sofia Coppola ci consegna un ritratto dello stilista e sodale Marc Jacobs: Marc by Sofia (Fuori Concorso - Non Fiction) promette di viaggiare sul filo tra glamour ed intimismo, tra superficie e scavo interiore, come nelle migliori prove della regista. Altro fuoriclasse USA, il grande Gus Van Sant, premiato con il Campari Passion for Film e presente Fuori Concorso con Dead Man’s Wire, storia vera della vendetta privata – e armata – di un piccolo imprenditore che nel 1977 tenne sotto tiro per sessantatré ore il titolare di una compagnia di credito immobiliare. Grande attesa per due debutti di passaggio dal videoclip al cinema narrativo. Maestro della prospettiva e di un sorprendente stile analogico che rifiuta la CGI e abbraccia la complessità, il britannico Oscar Hudson, alla SIC con Straight Circle, si era già fatto notare per video di grande intelligenza realizzativa come No Reason di Bonobo e Lift dei Radiohead. Sul fronte dell’estetica urbana, tra eccessi e virate autoriali che lo hanno portato alla ribalta grazie ai videoclip per Bad Bunny, il colombiano Stillz debutta nel cinema con Barrio triste (Orizzonti), storia radicata nella realtà sociale del suo Paese. Cool.

press conferences palazzo del casinò

11.15 VENICE IMMERSIVE

12.00 MARC BY SOFIA (Fuori Concorso – Non Fiction)

12.40 ETTY (Fuori Concorso – Series)

13.20 L’ÉTRANGER (Venezia 82)

14.00 A HOUSE OF DYNAMITE (Venezia 82)

14.40 DEAD MAN’S WIRE (Fuori Concorso -Fiction)

QUANDO VIVI IL CINEMA, SI VEDE.

8.30 Sala Grande

VENEZIA 82 press - industry

A HOUSE OF DYNAMITE

Kathryn Bigelow (112’) v.o. inglese st. italiano/inglese

8.30 Sala Darsena

VENEZIA 82 press - industry L’ÉTRANGER (THE STRANGER)

François Ozon (122’)

v.o. francese st. italiano/inglese

8.30 PalaBiennale

FUORI CONCORSO - SERIES

tutti gli accrediti

PORTOBELLO 1-2

Marco Bellocchio (120’)

v.o. italiano st. inglese

8.30 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI press - industry THE OZU DIARIES

Daniel Raim (139’)

v.o. giapponese, inglese, mandarino, francese st. inglese/italiano

8.30 Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC press - industry FESTA IN FAMIGLIA (FAMILY FEAST)

Nadir Taji (19’)

v.o. arabo st. italiano/inglese COTTON QUEEN

Suzannah Mirghani (93’)

v.o. sudanese st. italiano/inglese

9.00 Sala Giardino

VENEZIA SPOTLIGHT pubblico - tutti gli accrediti

À BRAS-LE-CORPS (SILENT REBELLION)

Marie-Elsa Sgualdo (96’)

v.o. francese st. italiano/inglese

9.00 Sala Astra 1

FUORI CONCORSO

pubblico - tutti gli accrediti GOFFREDO FELICISSIMO?

Franco Maresco (20’)

v.o. italiano st. inglese BOOMERANG ATOMIC

Rachid Bouchareb (21’)

v.o. francese st. italiano/inglese HOW TO SHOOT A GHOST

Charlie Kaufman (27’) v.o. inglese st. italiano/inglese

9.30 Sala Casinò

FUORI CONCORSO - SERIES press - industry ETTY 4-6

Hagai Levi (182’)

v.o. olandese, tedesco st. italiano/inglese

9.30 Sala Astra 2

FUORI CONCORSO - SERIES

pubblico - tutti gli accrediti ETTY 1-3

Hagai Levi (152’)

v.o. olandese, tedesco st. italiano/inglese

11.00 Sala Grande

VENEZIA 82 press - industry L’ÉTRANGER (THE STRANGER)

François Ozon (122’)

v.o. francese st. italiano/inglese

11.00 Sala Perla

GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry

DAROON-E AMIR (INSIDE AMIR)

Amir Azizi (104’)

v.o. farsi st. italiano/inglese

BARRIO TRISTE Orizzonti

DIVINE COMEDY (KOMEDIE ELAHI) Orizzonti

Italy, France, Germany, Türkiye, 98’)

di Stillz con Juan Pablo Baena, Samuel Velazquez, Tomas Tinoco Higuita, Bryan Erlin Garcia, Samuel Andres Celis, Brahian Acecedo, Samuel Ruiz, Estiven Salazar, Jose Arley Marin Gonzalez (Colombia, USA, 84’)

Conosciuto per l’estetica iper-pop dei suoi videoclip – molti realizzati in collaborazione con il rapper e produttore discografico Bad Bunny, che appare anche nel film – Stillz firma il suo primo lungometraggio, prodotto da Harmony Korine. Stillz_Regista, fotografo e direttore creativo statunitense di origini colombiane, noto per il suo stile visivo crudo e poetico, profondamente legato alla cultura urbana. Ha collaborato con artisti come Bad Bunny, Rosalía e J Balvin, firmando videoclip che hanno ridefinito l’estetica del pop latino contemporaneo, fondendo suggestioni vintage, sensibilità street e uno sguardo marcatamente cinematografico.

Known for the hyper-pop aesthetic of his music videos – many created in collaboration with rapper and producer Bad Bunny, who also appears in the film –Stillz makes his feature debut, produced by Harmony Korine. Stillz_An American director, photographer and creative director of Colombian descent, recognized for his raw yet poetic visual style deeply rooted in urban culture. He has collaborated with artists such as Bad Bunny, Rosalía, and J Balvin, creating music videos that have redefined the contemporary Latin pop aesthetic by blending vintage references, street sensibilities, and a distinctly cinematic gaze.

Adele Spinelli

They told stories with no endings. Boys vanished into light. I wanted to find the place where they went

The film is not about the wins and the losses. It’s about what happens when winning becomes the enemy, and we can all correlate to that pressure
Dwayne Johnson

Bahram is an IranianAzeri filmmaker marked by years of censorship and frustration: his films, shot in the northwest of the country, have never been granted permission to be screened. After yet another rejection, he decides to hop on a Vespa with his producer Sadaf and bring his work directly to the audience. Their journey unfolds through absurd bureaucracy, clandestine deals, and a reality that grows increasingly surreal, culminating in an unexpected finale. With Divine Comedy, Ali Asgari returns to Venice to portray, with irony and elegance, the contradictions of contemporary Iran, offering a powerful indictment of a system paralyzed by draconian rules. Ali Asgari_An Iranian director and screenwriter (Tehran, 1982). After graduating in Iran, he moved to Rome to study at DAMS. He made his international debut with the short films Tonight Is Not a Good Night for Dying (2011), Barbie (2012), and The Baby (2014), presented at major festivals including Cannes, Venice, and Berlin. In 2017 he returned to the Lido with his first feature Disappearance, followed by Until Tomorrow (Ta farda, 2022) and Kafka in Tehran, which screened in Un Certain Regard at Cannes in 2023. Maria Casadei

intervista

Ilsuo cinema mescola spesso realtà e finzione. È una scelta artistica o politica?

Quando realizzo un film cerco di seguire la mia visione, ma in Iran bisogna fare i conti con permessi e controlli. Per questo motivo lavoro con attori meno noti o con persone che interpretano versioni di se stesse: mi permette di aggirare alcuni vincoli e mantenere la storia autentica. Nel caso di Komedie Elahi, il protagonista è interpretato da un regista che ha realmente avuto problemi con la censura e che quindi porta con sé un’esperienza che rende tutto più vero. Il film è stato girato a Teheran quasi clandestinamente, chiedendo permessi per cose che in realtà non volevamo filmare. Una scelta artistica, quindi, ma anche una necessità.

Il film potrà essere visto in Iran?

No, e questo è parte della sua storia. Parla appunto di un regista che non riesce a mostrare il suo lavoro nel proprio Paese. Oggi però la digitalizzazione rende impossibile bloccare del tutto un film: lo mettiamo online e in un modo o nell’altro arriverà anche agli spettatori iraniani. So che il mio lavoro comporta dei rischi – a volte mi fermano, mi ritirano il passaporto – ma fa parte del mio mestiere. E continuo a farlo.

Usa spesso l’ironia per raccontare realtà drammatiche. È una forma di resistenza?

Sì, l’ironia è un’arma potente contro il potere. Ridere diventa un modo per svelare le contraddizioni della censura e per rendere i messaggi più immediati. In Iran i film che passano il vaglio del Ministero sono per lo più opere di propaganda, religiose o commedie leggere. I miei film invece riflettono i miei pensieri senza compromessi. Komedie Elahi mostra come a volte la salvezza arriva imparando a dire “no”. È proprio quello che impara il regista protagonista, rifiutando di piegarsi al sistema...

Director's cuts

Rejecting the regime

We know Ali Asgari well from his previous works. After his last participation at Venice Festival, he is back with an astonishing film addressing the themes of rejecting the regime, censorship, and ideological oppression in Iran, his home country, a nation suffering under one of the most severe religious and political dictatorships of our time. Yet, Asgari presents these heavy topics in a comedic and surreal tone, demonstrating that it’s possible to tackle serious issues with a great lightness, without sacrificing the power of the message.

with Bahram Ark, Sadaf Asgari, Hossein Soleimani, Bahman Ark, Mohammad Soori, Amirreza Ranjbaran (Iran,

Focus

Tra i cineasti europei contemporanei, François Ozon è forse il più sfuggente alle definizioni. Nato a Parigi nel 1967, si è imposto fin dagli anni ’90 come una delle voci più originali del cinema francese. La sua forza sta nella capacità di attraversare i generi con naturalezza: dal melodramma alla commedia, dal thriller psicologico al film storico. Ogni nuovo titolo sembra smentire il precedente, eppure tutti portano la sua firma, riconoscibile per l’ironia sottile, la libertà narrativa e l’attenzione ai rapporti di potere, familiari e sociali. Ozon osserva i suoi personaggi con uno sguardo acuto mettendo in scena desideri repressi, identità ambigue e tensioni quotidiane. Il suo cinema è al tempo stesso leggero e crudele, giocoso e inquieto. Sempre in movimento, il cinema di Ozon si afferma come uno spazio di libertà totale, capace di sorprendere, destabilizzare e sedurre, mescolando leggerezza e gravità, provocazioni ed emozioni, rivelando al contempo le zone d’ombra dell’intimo e dei rapporti sociali.

François’s five

8 donne e un mistero (2002) Giallo musicale, con otto dive del cinema francese, che trasforma il delitto in una pièce teatrale.

Swimming Pool (2003)

Thriller sensuale e ambiguo, come un gioco di specchi tra realtà e immaginazione.

Potiche (2010)

Commedia brillante che, con leggerezza e ironia, ribalta i ruoli di potere. Catherine Deneuve interpreta la moglie relegata a “bella statuina”..

Nella casa (2012)

Thriller narrativo sul rapporto tra un professore e un allievo, premiato al Festival di San Sebastián.

Frantz (2016)

Raffinato melodramma in bianco e nero che indaga colpa e riconciliazione dopo la guerra.

Changes

La versione di...

Albert

[…] mi aprivo per la prima volta alla dolce indifferenza del mondo. Nel trovarlo così simile a me, finalmente così fraterno, ho sentito che ero stato felice, e che lo ero ancora

Albert Camus (1913-1960), Premio Nobel 1957, pubblica nel 1942 il racconto Lo Straniero, uno dei testi più letti, studiati e analizzati nel secolo scorso. Breve la vicenda: il protagonista Meursault è un modesto impiegato ad Algeri, allora colonia francese. Sembra vivere giorno per giorno, stessi gesti, stessi incontri. Odia la domenica, perché c’è troppo tempo libero, che trascorre seduto alla finestra a guardare la vita sottostante. Sembra apatico, indifferente a tutto: alla morte della madre, al rapporto con Marie e perfino all’omicidio compiuto sotto un sole infuocato, mentre «il sudore accumulato nelle mie sopracciglia cadeva sulle palpebre e le copriva con un velo caldo e grosso». Pochissimi i discorsi indiretti. Il protagonista sembra privo di spessore, eppure sincero fino in fondo nel negare valore al matrimonio e a Dio e nel rifiutare ogni pentimento per un atto compiuto quasi per caso. Il racconto si inserisce nel grande dibattito dell’esistenzialismo, in cui Kierkegaard e, più ancora, il Kafka de Il Castello appaiono più vicini a Camus di quanto non lo fosse Sartre. Nella serenità quotidiana del protagonista ritroviamo la riflessione su Il mito di Sisifo, anch’esso del 1942, testo che costituisce il riferimento teorico de Lo Straniero, in particolare il capitolo dedicato alla “libertà assurda”: «Se fossi albero tra gli alberi… questa vita avrebbe un senso, o meglio il problema non si porrebbe, perché farei parte del mondo… ma l’uomo… l’inferno del presente è finalmente il suo regno». Accettare la vita nella sua dimensione anche ridicola è l’unico modo per arrivare ad una semplice felicità. Sisifo alla fine può ancora essere felice (curiosamente in occasione dell’appena trascorsa Biennale Danza, il Nuovo Balletto di Toscana gli ha dedicato una pièce tra le migliori della stagione).

Loris Casadei

Almeno a livello di grande pubblico non sempre è ricordato fra i massimi registi americani, qual è, Joseph L. Mankiewicz, autore di film geniali come Lettera a tre mogli, Eva contro Eva e La contessa scalza, accomunati da un audace disegno metanarrativo che si realizza attraverso l’uso dei flashback. Un esteso flashback compone anche la parte centrale del bellissimo House of Strangers (Amaro destino, 1949): storia quasi shakespeariana di tradimento, odio e vendetta, costruita intorno a una figura gigantesca di padre-padrone, Gino Monetti (un magnifico Edward G. Robinson), e ai suoi quattro figli. Siamo nell’ambiente italoamericano e l’italiano irrompe spesso nei dialoghi. Questo film parte come un thriller e si sviluppa come un mélo. Mentre i dialoghi tra i co- protagonisti Richard Conte e Susan Hayward sono schermaglie fulminanti che sarebbero degne di una screwball comedy, in un contesto diverso (Mankiewicz, uncredited, scrisse i dialoghi del film, sceneggiato da Philip Yordan). È, Gino Monetti, “un uomo cattivo”, come lo giudica Susan Hayward? È fondamentalmente un uomo ossessionato, haunted; come ossessionati, haunted, sono tutti i Monetti. Ed è veramente una haunted house la grande casa vuota nel finale, dominata dal ritratto di Gino che guarda verso l’osservatore ed è un vero e proprio personaggio del film. Così quando usciamo all’aria aperta dopo il delirante climax ci rendiamo conto di aver visto – in senso metaforico ma non per questo meno reale – una storia di fantasmi. Giorgio Placereani

House of Strangers (Amaro destino)

di Joseph L. Mankiewicz (1949, USA, 101’)

Restauro: Walt Disney Studios, The Film Foundation

Un fatto di cronaca realmente accaduto ispira De Santis nella realizzazione di Roma ore 11: il 15 gennaio 1951, durante una selezione per l’assunzione di una dattilografa, il crollo di un palazzo provoca una tragedia. Elio Petri, allora giornalista de L’Unità, segue l’inchiesta, contribuisce alla sceneggiatura e lavora come aiuto regista, assorbendo lo stile e l’impegno nel cinema militante del suo mentore. Il suo reportage è scritto con tale forza narrativa che verrà pubblicato in volume nel 1956 con una prefazione di Cesare Zavattini. Nel film De Santis ritrae scenari inediti di un mondo spietato e senza scrupoli, segnato da una disoccupazione dilagante. Grazie alla scrittura di Petri, lo spettatore incontra una moltitudine di esseri umani travolti da un destino tragico: si supera così la visione neorealista del “pedinamento” zavattiniano, approdando a una ricerca attiva sul campo, all’interno di un cinema ancora popolare. Oggi, con l’abitudine di inglesizzare ogni tecnicismo, si definirebbe instant movie quest’opera dall’alto impatto visivo che all’epoca fu osteggiata dalla classe politica e sottoposta a censura per l’immagine impietosa della società italiana che restituiva. Nonostante ciò, resta un film di sorprendente attualità, sia per le tematiche trattate sia per il modo innovativo in cui è stato girato: lo stile di regia “all’americana” di De Santis verrà assimilato in toto dal suo allievo Petri. Tra gli sceneggiatori compare anche il bellunese Rodolfo Sonego, autore tra i più grandi nella commedia all’italiana. Andrea Zennaro

Roma ore 11 di Giuseppe De Santis (1952, Italia, 105’)

Restauro: Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale

Ph. LeonidasArvanitis

Daniel Raim ci conduce in un ritratto intimo della vita e dell’eredità di Yasujirō Ozu, tra i più grandi registi e sceneggiatori del cinema giapponese. Da giovane cinefilo nel Giappone degli anni ‘20 a maestro riconosciuto a livello internazionale per capolavori come Sono nato, ma…, Tarda primavera e Viaggio a Tokyo, il documentario restituisce il suo straordinario percorso. Attraverso diari e lettere personali, interviste e materiali d’archivio, Raim ci accompagna in un viaggio alla scoperta della vita e dell’opera di Ozu, raccontate con le sue stesse parole.

Sveva Campagnaro

The Ozu Diaries di Daniel Raim (USA, 139’)

Male/female gaze_Tra scopofilia e voyeurismo, il male gaze è ampiamente e giustamente messo in discussione nella sua vocazione dominante e violenta. Da Sartre in poi, lo sguardo maschile è ritenuto responsabile dell’oggettivazione del corpo – primariamente femminile – nonché di assoggettamento, passivizzazione e gerarchizzazione. Il female gaze invece, ancora minoritario nelle arti come nel cinema, da De Lauretis a Irigaray cerca di costituirsi non come antagonista del maschile, ma come nuovo soggetto portatore di istanze diverse, più libere e fluide, meno ossessionate dal controllo, tanto nelle intenzioni che nelle forme. Da Alice Guy-Blaché, prima donna a dirigere fin dai tempi del muto uno studio di produzione, nonché regista con al centro le donne, a Ida Lupino, che negli anni ‘50 ha affrontato temi considerati tabù, fino ad Agnès Varda, vera e propria icona del cinema universale, e a Chantal Akerman, le voci femminili hanno continuamente rimodellato la visione cinematografica. Quest’anno due interpreti opposte del female gaze si fronteggiano simbolicamente al Lido e portano la sfida a un secondo livello, più globale: Kathryn Bigelow, in Concorso con A House of Dynamite e Sofia Coppola, Fuori Concorso con Marc by Sofia. A far loro compagnia, altre 25 autrici sparse nelle sezioni principali e collaterali di questa 82. Mostra, ancora solo un quarto rispetto ai loro colleghi uomini. Se Bigelow si può considerare di fatto interprete femminile del male gaze, con il suo cinema ancorato a generi e alle forme tradizionalmente di dominio maschile (action, war movie), Coppola al contrario è alfiera di uno sguardo orgogliosamente fluido ed empatico, più allineato al femminile irigarayano. Una contesa ideale e simbolica si apre quindi qui a Venezia e non può che essere “transezionale”. Nel Concorso principale, oltre a Bigelow, sono 6 le autrici su 21 complessive. Tra esse, per introspezione e fluidità espressiva, avviciniamo al “team Coppola” Enyedi, Fastvold e Qi, mentre più ibride le posizioni di Ben Hania (più politica e critica) e Donzelli (più vicina ai generi). Fuori Concorso, dove le registe, compresa Coppola, sono 5 su 15, si prefigurano più sensibili e liberi gli sguardi della britannica Jackman e di Martel, mentre di approccio più diretto e documentaristico quelli di Poitras e Pollard. Stesso rapporto nella sezione Orizzonti, dove le autrici sono 4 su 15 complessivi e tutte per sensibilità e stile vicine a un cinema che privilegia intimismo ed empatia. La SIC brilla per partecipazione femminile (5 su 9), mentre alle Giornate degli Autori e Notti Veneziane lo sguardo femminile può contare su 4 rappresentanti su 17. C’è da sperare che la sfida superi anche i confini di genere e ogni altra stereotipia. Ne abbiamo tutti bisogno.

Call for Entries

l cinema è per noi – afferma Miuccia Prada, Presidente e Direttrice di Fondazione Prada – un laboratorio di idee e un importante strumento di formazione culturale. Da più di vent’anni la Fondazione indaga in varie forme questi linguaggi sostenendo un’idea di cinema libera, esigente e visionaria». Ieri al Venice Production Bridge è stata presentata la call for entries di Prada Film

Fund 2025. Iniziativa annuale dedicata al sostegno del cinema indipendente, il Fondo, le cui candidature sono aperte fino al 17 ottobre 2025, è del valore complessivo di 1.5 milioni di euro pari a un contributo economico per progetto fino a 250.000 euro.

Fondazione Prada vuole così coprire una prospettiva ampia e inclusiva, che mira a sostenere film eterogenei per linguaggio, scala produttiva e visione artistica, garantendo agli autori piena libertà creativa e contribuendo alla pluralità e alla vitalità del cinema contemporaneo. «L’obiettivo – ha sottolineato Paolo Moretti, Head of Fondazione Prada Film Fund – è offrire un supporto concreto alla realizzazione di opere dal forte valore artistico che spesso non trovano spazio nelle logiche del mercato, ma che risultano pienamente coerenti con il nostro percorso di ricerca». Criteri di ammissibilità e modalità di partecipazione sono disponibili su fondazioneprada.org.

Mariachiara Marzari

Gus Van Sant

Formatosi negli ambienti del cinema indipendente, ha inizialmente realizzato opere di denuncia, spesso caratterizzate da una forte vocazione alla ricerca e alla sperimentazione. Se i suoi primi film ruotano attorno a personaggi dall’ego sperduto, precipitati negli abissi della droga e privi di qualsiasi speranza di redenzione, con il passare del tempo il regista è entrato nella cattedrale hollywoodiana, realizzando opere più convenzionali, con un linguaggio cinematografico classico, che hanno incontrato un ampio consenso di pubblico e critica. Will Hunting – Genio ribelle (1997), scritto e interpretato dal duo Matt Damon e Ben Affleck, e Scoprendo Forrester (2000) sono due esempi di film di grande successo che raccontano storie di giovani tormentati dal fuoco del dissenso. Nel 1991 Van Sant realizza Thanksgiving Prayer, cortometraggio sperimentale con William S. Burroughs, padre della Beat Generation, che aveva già recitato in Drugstore Cowboy (1989). Nel 1998 torna invece a interrogarsi sulla tecnica cinematografica con un remake di Psycho tale e quale l’originale hitchcockiano. Con Paranoid Park (2007), invece, il regista scompone completamente la narrazione che, grazie ad un montaggio elaborato, continua a riavvolgersi su se stessa creando una sorta di spaesamento nello spettatore. Ma è con lo sconvolgente Elephant (2003) che il regista mette a frutto tutto il suo bagaglio artistico, firmando un film che è insieme avanguardia, denuncia politica e shock sensoriale.

THE EVENING SOUL OF THE VENICE VENICE HOTEL FROM 17:00 TO 00:00

Opera Aperta

Il Padiglione della Santa Sede alla 19. Mostra Internazionale di Architettura sceglie il Festival per mettere in dialogo architettura e cinema. Opera Aperta, titolo del Padiglione, vuole raccontare l’esperienza architettonica dal punto di vista dello sguardo, presentando attraverso la proiezione di stralci di documentari il punto di vista speciale di due incredibili registi francesi, Ila Beˆka e Louise Lemoine, che hanno rivoluzionato il modo di raccontare l’architettura contemporanea attraverso il cinema. Se le mostre sfruttano mappe, dati e mock up per informare, lo strumento cinematografico permette esperienze emotive e suscita suggestioni: non spiega, fa conoscere, non insegna, svela. Per Ila Bêka & Louise Lemoine l’opera nasce su questa soglia e sceglie l’accesso dall’interno...

Ila Beˆka e Louise Lemoine

Oggi h. 11.30

Spazio Incontri Hotel Excelsior

ore 11.00 | SALA LAGUNA proiezione THE GENTLE SOCIETY

A film about kindness, presence and timeless elegance di Simone Yang con Eva Herzigova e Fernando Lindez 10’, Italia, 2025 promosso da Trussardi

ore 16.00 | SALA BIANCA proiezione

IL CINEMA DELLA FRONTIERA ADRIATICA

LA BAMBINA CON LA VALIGIA di Gianluca Mazzella 120’, Italia, 2025

ore 18.00 | RIVA DI CORINTO (in caso di pioggia, ore 23.30 Sala Laguna) masterclass SOUNDTRACK

Motta in dialogo con Massimo Coppola promosso da Isola Edipo

ore 21.00 | SALA LAGUNA proiezione NOTTI VENEZIANE

TONI, MIO PADRE di Anna Negri 109, Italia, 2025

EFocus

Yervant Gianikian

Angela Ricci Lucchi di Andrea Zennaro

La coppia di cineasti ha seguito un percorso sperimentale di riscoperta di materiali d’archivio, restituendo nuova vita, tramite la tecnica del found footage, a sequenze abbandonate alla polvere e segnate dal deterioramento del tempo. Grazie a un dispositivo da loro inventato, la camera analitica, sono riusciti a recuperare le immagini su pellicola in nitrato infiammabile dei primi anni del secolo scorso e a studiarne il singolo fotogramma. Costruita per il film Dal Polo all’Equatore (1986), la macchina consentì di ri-fotografare le pellicole e di dar vita a una nuova opera visiva: il materiale proveniva dall’archivio di Luca Comerio che, con la sua Prevost 35mm, aveva filmato le trincee e i campi di battaglia della Prima guerra mondiale e le violenze del colonialismo. Il recupero di queste pellicole diventa occasione di rielaborare le atrocità del Novecento – è il caso di Uomini, anni, vita (1991), dedicato al genocidio degli armeni di Turchia – o di riflettere a posteriori sulle devastazioni della guerra attraverso le immagini dei mutilati che vengono rimessi in sesto con protesi artificiali (Oh! Uomo, 2004). Dopo la morte nel 2018 della compagna Angela, Yervant elabora il lutto trasformando in immagini i quaderni che lei per tutta la vita aveva riempito di appunti, ricordi e disegni ad acquerello. Ne nasce la trilogia I diari di Angela – Noi due cineasti (2018-2025), una sorta di home movie artistico e poetico che travalica la vita stessa.

Ritmi creativi

Terza puntata live, di cinque in programma, de L’Atto Creativo, promosso da Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia – Scuola nazionale di Cinema e San Servolo Srl. Nell’anfiteatro dell’isola – a una fermata dal Lido Casinò – protagonista oggi Tony Esposito, musicista, compositore e percussionista, indiscussa leggenda della world music italiana e internazionale. Ideatore di strumenti unici come il Tamborder, grazie al suo personalissimo sound caratterizzato da un’inconfondibile matrice ritmica riesce ad imporsi già dalla fine degli anni ‘70 sulla scena napoletana del cosiddetto blues metropolitano, a fianco dei grandi musicisti partenopei del tempo tra i quali spiccava, inutile ricordarlo, Pino Daniele. Steve Della Casa dialoga con lui, indagando i processi di costruzione di un successo.

L’Atto Creativo | Tony Esposito

Oggi h. 17.30 | Anfiteatro, Isola di San Servolo

uropa e Stati Uniti, due universi contrapposti raccontati da due cineasti vicini e distanti. Due film apparentemente lontani, il delizioso e potentemente drammatico Made in EU del bulgaro Stephan Komandarev e il ritratto borghese à la Woody Allen di After the Hunt di Luca Guadagnino, si offrono come un dittico speculare sul destino dell’umano arenato sulle secche del disincanto euroscettico e sulle difficoltà delle élites culturali americane. Intorno alle derive della coscienza individuale si giocano due pellicole che usano linguaggi diversi. Da un lato un neorealismo ‘caldo’ per il film che narra la storia del numero zero del Covid in Bulgaria, non a caso una operaia dei sobborghi di Sofia dove sono fiorite le aziende del made in EU a basso costo e alta produttività per il tessile del Continente. Komandarev lo costruisce usando un affresco corale in cui l’Europa appare più un marchio che una comunità politico-istituzionale; un’etichetta da esibire tra precarietà e disincanto. Dall’altro lato il film di Guadagnino che affonda nella psicologia stanca di un microcosmo chiuso quale è la comunità accademica americana, sottoposta ai dilemmi etici di uno scontro generazionale tra i boomer, che insegnano, e gli Z, che imparano ma

1900 volte Des Bains

Eppur si muove. Già. Qualcosa di importante e di bello sta finalmente crescendo nel contesto sempre un po’ precario per quanto riguarda l’entertainment di qualità, le venue di alta gamma, della Mostra del Cinema, per troppo tempo confinata nei suoi esclusivi cento metri a tracciare il confine di una roccaforte luminosa e però rinchiusa tra le sue mura. Da qualche anno, infatti, si è registrato con piacere il lievitare di nuovi spazi in cui vivere il festival oltre il suo primo recinto. Sul fronte deluxe della miglior hotelerie, per anni vi è stato solo e soltanto l’epicentro della Mostra, l’Excelsior, che tale rimane naturalmente, affiancato in forme altre dall’Hungaria e da Villa Laguna. Grande, assordante assente il Des Bains, un vuoto che davvero immalinconisce. E però non tutto attorno a questo leggendario, letterario hotel fin de siècle ha il colore, il tono della malinconia. Da due anni, infatti, la Pagoda, lo storico ristorante in spiaggia del Des Bains, e lo stabilimento tutto dell’hotel sono stati oggetto di un radicale, quanto rapido percorso di rinnovamento, se non proprio di rinascita. Des Bains 1900 il nome del complesso rilanciato e gestito dalla società DB Lido Srl, premiato quest’anno come miglior Beach Club del litorale veneto. Tre ristoranti tra cui lo storico Pagoda, dall’essenziale eleganza, e il Reef al piano terra in spiaggia, più smart ma sempre di livello per lunch più informali, e un’area lounge che in queste ultime estati è stata teatro di riuscitissime serate on the beach con musica live e dj di primo piano della scena nazionale e internazionale, il tutto curato dal dj per eccellenza di Venezia, Tommy Vee. Un club, perché di questo si tratta nella migliore accezione del termine, che vive tutta l’estate come epicentro della migliore nightlife e della miglior ristorazione lidense, ma che nei dieci giorni della Mostra riporta il Des Bains al posto che storicamente gli spetta, vale a dire nel cuore centrale dell’universo festival. Party privati delle più importanti distribuzioni per i loro film in Mostra, ma anche spazio aperto per aperitivi e cene in una dimensione glam dall’indiscutibile fascino storico, che dà però del tu al futuro facendo propri i linguaggi e le tendenze internazionali del miglior entertainment contemporaneo. Moxy B

contestano. Il caso moralmente aporetico di un insegnante di filosofia che, malgrado la mole del suo sapere, abusa di un’allieva woke, diventa il racconto allegorico di una situazione politica, sociale e culturale che connota oggi il Paese. Made in EU, presentato nella sezione Venezia Spotlight, indaga la frattura tra i valori fondativi del progetto europeo e la loro traduzione concreta in vite segnate dalle illusioni di progresso. After the Hunt, invece Fuori Concorso, trasforma il mondo universitario in allegoria della polis: un luogo dove il sapere dovrebbe essere emancipazione e diventa invece arena di sospetti, manipolazioni e tradimenti. Sul piano simbolico, il film bulgaro mette in scena un’Europa ‘esterna’, osservata dai margini: corpi e destini collettivi che raccontano la periferia del sogno comunitario. Guadagnino mostra invece un’America ‘interna’ e come ‘internata’ (dagli attacchi del potere presidenziale e da una logica del denaro svilente): un laboratorio di nevrosi che rivela la fragilità dei principi illuministi quando la conoscenza perde la sua funzione etica, quando nevrosi, egoismi e bramosie hanno il sopravvento su di una umanità che molto conosce, anche di filosofia, ma che poco sa applicare quel che conosce.

Cine-philo
Il Padiglione della Santa Sede dialoga con il cinema

11.00 Sala Astra 1

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico 14+ - tutti gli accrediti

KAGI (ODD OBSESSION)

Kon Ichikawa (107’)

v.o. giapponese st. italiano/inglese

11.15 Sala Darsena

VENEZIA 82 press - industry

A HOUSE OF DYNAMITE

Kathryn Bigelow (112’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

11.15 PalaBiennale

VENEZIA 82 tutti gli accrediti THE SMASHING MACHINE

Benny Safdie (123’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

11.15 Sala Giardino

FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry I DIARI DI ANGELA - NOI DUE CINEASTI. CAPITOLO TERZO (ANGELA’S DIARIES - TWO FILMMAKERS. CHAPTER 3)

Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi (123’) v.o. italiano, francese, inglese, dialetto piemontese st. inglese/italiano

11.30 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti HOUSE OF STRANGERS

Joseph L. Mankiewicz (101’) v.o. inglese st. italiano

13.30 Sala Perla

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti ARCA

Lorenzo Quagliozzi (20’) v.o. inglese st. italiano/inglese

STRAIGHT CIRCLE

Oscar Hudson (109’)

v.o. inglese, inglese antico st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

14.00 Sala Grande

FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti

MARC BY SOFIA

Sofia Coppola (97’)

v.o. inglese st. italiano/inglese

14.00 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico - tutti gli accrediti ROMA ORE 11

Giuseppe De Santis (109’) v.o. italiano st. inglese

14.15 Sala Darsena

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti KOMEDIE ELAHI (DIVINE COMEDY)

Ali Asgari (98’)

v.o. farsi, azero st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

14.15 Sala Giardino

VENEZIA SPOTLIGHT press - industry AMMAZZARE STANCA. AUTOBIOGRAFIA DI UN ASSASSINO (TIRED OF KILLING. AUTOBIOGRAPHY OF AN ASSASSIN)

Daniele Vicari (129’)

v.o. italiano, dialetti calabrese, varesotto, siciliano st. italiano/inglese

14.30 PalaBiennale

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti

HARÀ WATAN (LOST LAND)

Akio Fujimoto (99’) v.o. rohingya, bengali, inglese st. italiano/inglese

14.30 Sala Astra 1

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI pubblico 14+ - tutti gli accrediti

MATADOR

Pedro Almodóvar (106’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

14.30 Sala Astra 2

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti HOLOFICTION

Michal Kosakowski (102’) senza dialoghi st. italiano

15.00 Sala Casinò

FUORI CONCORSO - SERIES pubblico - tutti gli accrediti ETTY 4-6

Hagai Levi (182’) v.o. olandese, tedesco st. italiano/inglese

16.00 Biennale

Match Point Arena

CARTIER – THE ART AND CRAFT OF CINEMA tutti gli accrediti, senza prenotazione CONVERSAZIONE CON JANE CAMPION

E TANYA SEGHATCHIAN

Conduce Stéphane Lerouge

16.15 Sala Grande

VENEZIA 82 pubblico - tutti gli accrediti

L’ÉTRANGER

(THE STRANGER)

François Ozon (122’) v.o. francese st. italiano/inglese

16.15 Sala Corinto

VENEZIA CLASSICI - DOCUMENTARI pubblico - tutti gli accrediti THE OZU DIARIES

Daniel Raim (139’) v.o. giapponese, inglese, mandarino, francese st. inglese/italiano

16.45 Sala Perla

GIORNATE DEGLI AUTORI pubblico - tutti gli accrediti ANOCHE CONQUISTÉ TEBAS (LAST NIGHT I CONQUERED THE CITY OF THEBES)

Gabriel Azorín (112’) v.o. portoghese, latino, gallego st. italiano/inglese A seguire incontro con gli autori/Q&A

17.00 Sala Darsena

ORIZZONTI pubblico 14+ - tutti gli accrediti

BARRIO TRISTE

Stillz (88’)

v.o. spagnolo st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

17.00 PalaBiennale

VENEZIA 82 pubblico 14+ - tutti gli accrediti

THE TESTAMENT OF ANN LEE

Mona Fastvold (137’) v.o. inglese st. italiano/inglese

17.00 Sala Volpi

FUORI CONCORSO - NON FICTION

pubblico - tutti gli accrediti

KIM NOVAK’S VERTIGO

Alexandre O. Philippe (77’) v.o. inglese st. italiano/inglese

17.00 Sala Astra 1

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti SONGS OF FORGOTTEN TREES

Anuparna Roy (77’) v.o. hindi, inglese, assamese st. italiano/inglese

17.00 Sala Astra 2

ORIZZONTI pubblico - tutti gli accrediti SONGS OF FORGOTTEN TREES

Anuparna Roy (77’) v.o. hindi, inglese, assamese st. italiano/inglese

17.15 Sala Giardino

FUORI CONCORSO - NON FICTION

pubblico - tutti gli accrediti

I DIARI DI ANGELA - NOI DUE

CINEASTI. CAPITOLO TERZO (ANGELA’S DIARIES - TWO FILMMAKERS. CHAPTER 3)

Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi (123’) v.o. italiano, francese, inglese, dialetto piemontese st. inglese/italiano A seguire incontro con gli autori/Q&A

19.00 Sala Grande VENEZIA 82 pubblico 14+

A HOUSE OF DYNAMITE

Kathryn Bigelow (112’) v.o. inglese st. italiano/inglese

19.00 Sala Casinò

ORIZZONTI press - industry HIEDRA (THE IVY)

Ana Cristina Barragán (99’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

19.00 Sala Volpi

ORIZZONTI press - industry HUMAN RESOURCE Nawapol Thamrongrattanarit (122’) v.o. thai st. italiano/inglese

19.15 Sala Corinto

SETTIMANA DELLA CRITICA - SIC@SIC pubblico 14+ - tutti gli accrediti

SANTE (SAINTS)

Valeria Gaudieri (19’) v.o. italiano st. inglese ROQIA Yanis Koussim (94’) v.o. arabo algerino st. italiano/inglese

19.15 Sala Pasinetti

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI tutti gli accrediti

HOUSE OF STRANGERS

Joseph L. Mankiewicz (101’) v.o. inglese st. italiano

19.30 Sala Darsena

FUORI CONCORSO press - industry

IN THE HAND OF DANTE

Julian Schnabel (151’) v.o. inglese, italiano st. italiano/inglese

19.30 Sala Perla

FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry

REMAKE

Ross McElwee (116’) v.o. inglese st. italiano/inglese

19.30 Sala Astra 2

FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti

KIM NOVAK’S VERTIGO

Alexandre O. Philippe (77’) v.o. inglese st. italiano/inglese

20.00 PalaBiennale

VENEZIA 82 pubblico 14+

A HOUSE OF DYNAMITE

Kathryn Bigelow (112’) v.o. inglese st. italiano/inglese a seguire

VENEZIA 82 pubblico

L’ÉTRANGER

(THE STRANGER)

François Ozon (122’) v.o. francese st. italiano/inglese

20.30 Sala Astra 1

FUORI CONCORSO - SERIES pubblico - tutti gli accrediti ETTY 1-3

Hagai Levi (152’) v.o. olandese, tedesco st. italiano/inglese

21.00 Sala Giardino

VENEZIA SPOTLIGHT pubblico - tutti gli accrediti AMMAZZARE STANCA.

AUTOBIOGRAFIA DI UN ASSASSINO (TIRED OF KILLING. AUTOBIOGRAPHY OF AN ASSASSIN)

Daniele Vicari (129’) v.o. italiano, dialetti calabrese, varesotto, siciliano st. italiano/inglese

A seguire incontro con gli autori/Q&A

21.30 Sala Grande

CERIMONIA DI PREMIAZIONE pubblico - tutti gli accrediti PREMIO CAMPARI PASSION FOR FILM A GUS VAN SANT

FUORI CONCORSO DEAD MAN’S WIRE

Gus Van Sant (105’) v.o. inglese st. italiano/inglese

21.30 Sala Casinò

ORIZZONTI press - industry

HUMAN RESOURCE

Nawapol Thamrongrattanarit (122’) v.o. thai st. italiano/inglese

21.30 Sala Volpi

ORIZZONTI press - industry HIEDRA (THE IVY)

Ana Cristina Barragán (99’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

21.30 Sala Astra 2

FUORI CONCORSO - NON FICTION pubblico - tutti gli accrediti

KIM NOVAK’S VERTIGO

Alexandre O. Philippe (77’) v.o. inglese st. italiano/inglese

21.45 Sala Pasinetti

VENEZIA CLASSICI - RESTAURI tutti gli accrediti

ROMA ORE 11 Giuseppe De Santis (109’) v.o. italiano st. inglese

22.00 Sala Corinto

GIORNATE DEGLI AUTORI press - industry VAINILLA

Mayra Hermosillo (96’) v.o. spagnolo st. italiano/inglese

22.00 Sala Perla

FUORI CONCORSO press - industry IN THE HAND OF DANTE

Julian Schnabel (151’) v.o. inglese, italiano st. italiano/inglese

22.30 Sala Darsena

FUORI CONCORSO - NON FICTION press - industry REMAKE

Ross McElwee (116’) v.o. inglese st. italiano/inglese

Opera Prima

Accesso in sala consentito solo fino a 10 minuti prima della proiezione. La prenotazione è obbligatoria per pubblico e accreditati./ Access will be allowed only 10 minutes before screening time. Reservation is required for

Direttore responsabile Venezia News Massimo Bran Redazione Marisa Santin (coordinamento editoriale), Mariachiara Marzari (immagine e comunicazione), Paola Marchetti (direzione organizzativa), Davide Carbone, Chiara Sciascia, Andrea Falco, Fabio Marzari Luca Zanatta (graphic design) Hanno collaborato Nicola Davide Angerame, Loris Casadei, Maria Casadei, Massimo Macaluso, Richard McKenna, Giorgio Placereani, Roberto Pugliese, Riccardo Triolo, Delphine Trouillard, Andrea Zennaro

Adele Spinelli, Alberto Marzari Sveva Campagnaro, Verdiana Karol Di Maria Stampa CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it redazione@venezianews.it www.venezianews.it/daily2025

82. VENICE FILM FESTIVAL

in Mostra

SALA DARSENA

VDI GIORGIO GOSETTI

MEMORIA (E SEZIONI)

DI VENEZIA 82

enditore: “Bisognano, signore, almanacchi?”. Passeggere: “Almanacchi per l’anno nuovo? Credete che sarà felice quest’anno nuovo?”. Venditore: “Oh illustrissimo sì, certo”. Passeggere: “Come quest’anno passato?”. Venditore: “Più più assai”.

Arrivati a metà Mostra questo è già il tormentone più in voga al Lido. Ma non c’ è bisogno di Giacomo Leopardi e delle sue OperetteMorali per sapere che tanti giudizi sono inquinati dal confronto con l’anno passato. Lo spettatore tipo sentenzia di fretta, in stile social e con la voracità di chi sta già passando in un’altra sala. Sono spettatore poco propenso a tranciare giudizi a caldo su un cartellone che alla fine risulterà brillante e con almeno cinque film da portae a casa come un tesoro. Del concorso non parlo per rispetto; estrerrò dalle altre sezioni quattro titoli che consiglio di non lasciar scolorire nel calderone di Venezia 82. Dalla Settimana della critica pesco Roqia di Yanis Koussim; dalle Giornate degli Autori Memory di Vladlena Sandu; da Orizzonti Il rapimento di Arabella di Carolina Cavalli e dall’inedita sezione Spotlight Calle Malaga di Maryam Touzani. Lingue diverse, diverse culture e anche generi che spesso si mescolano utilmente. Cosa hanno in comune oltre che la capacità di sorprendere, non annoiare, cercare un pubblico oltre il recinto festivaliero? Il tema della memoria, che quest’anno attraversa come un fiume carsico la creatività di tanti registi sottilmente angosciati dalla stessa, sinistra profezia: il mondo sta precipitando in una catalessi del pensiero e del ricordo, come se un oscuro morbo di Alzheimer insidiasse tutte le culture. Questi film possono piacere, inquietare, emozionare oppure potete rigettarli; ma di sicuro non ci lasciano indifferenti. “Più più assai che l’anno passato”. n

PER I FILM su FERRARI,

MASERATI E BUGATTI a pag. 5

A HOUSE OF DYNAMITE

Rebecca Ferguson e Idris Elba sono due alti funzionari della Casa Bianca costretti a fronteggiare una situazione decisamente critica: un missile atomico di provenienza ignota è stato lanciato contro gli Stati Uniti e loro sono impegnati in una corsa contro il tempo per scoprire chi sia il responsabile del lancio e come reagire all’attacco.

È questo il punto di partenza del thriller A House of Dynamite, sesta partecipazione di Kathryn Bigelow (quarta in concorso) alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dopo Strange Days (fuori concorso, 1995), The Weight of Water (2000), K-19: the Widowmaker (fuori concorso, 2002), The Hurt Locker (2008, premio Osella per la migliore fotografia e premio Arca Cinema Giovani come miglior film) e Zero Dark Thirty (2012). Il film segna anche il ritorno alla regia di Bigelow a otto anni di distanza del precedente Detroit, dramma storico dedicato agli scontri di Detroit del 1967, scatenati dall’intervento della polizia in un bar privo di licenza che, dal 23 al 27 luglio, causarono 43 morti, 1.189 feriti, oltre 7.200 arresti, più di 2.000 edifici distrutti, portando a processo tre poliziotti accusati dell’omicidio di tre afroamericani. Dopo la narrazione romanzata di quei drammatici eventi, legati a un episodio relativamente circoscritto, questa volta sembra che la regista voglia affrontare una riflessione più ampia sulla politica americana e sui conflitti globali. A House of Dynamite segna così il ritorno di Bigelow al genere che le riesce meglio: un thriller carico di tensione e di sottotesti politici, dove riesce a coniugare un viscerale realismo al ritmo dinamico e incalzante, da sempre distintivo del suo stile registico.

Da tenere d’occhio soprattutto la collaborazione di Bigelow con Noah Oppenheim, ex presidente della NBC News che, con Jackie, nel 2016 ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura alla 73ª Mostra di Venezia e ha già affrontato la narrazione di una crisi alla Casa Bianca nella serie Zero Day, da lui scritta con Eric Newman e interpretata da Robert De Niro n

CHECK-IN

Il regista Daniele Vicari e il cast di Ammazzare stanca approdano al Lido ricordando i giornalisti uccisi a Gaza.

25 ANNI DALLA PARTE

L’ÉTRANGER

Tratto dall’omonimo romanzo di Albert Camus, da cui Luchino Visconti trasse nel 1967 l’omonimo film con Marcello Mastroianni nei panni del protagonista, il film è stato per il regista francese una prova non semplice da affrontare. «Finora avevo adattato solo opere meno conosciute e meno rinomate – commenta Ozon - Affrontare un capolavoro che tutti hanno letto, e che ognuno ha già messo in scena nella propria mente, è stata una sfida immensa. Ma il mio interesse per il libro era più forte delle mie apprensioni, così mi ci sono buttato con una certa leggerezza». Ambientato ad Algeri nel 1938, L’Étrangerracconta la vita di Meursault, un tranquillo e modesto impiegato sulla trentina, a cui tutto sembra scivolare addosso. Partecipa al funerale della madre senza versare una lacrima, il giorno dopo inizia una relazione occasionale con Marie, una collega, per poi tornare rapidamente alla solita tranquilla routine. Ma la sua medietà viene scossa dal vicino, Raymond Sintès, che lo trascina nei suoi loschi affari, finché su una spiaggia, in una giornata torrida, si abbatte la tragedia. «Immergermi in L’Étranger ha significato riconnettermi con una parte dimenticata della mia storia personale. Mio nonno materno era giudice istruttore a Bône, in Algeria, e nel 1956 era sfuggito a un attacco, evento che aveva accelerato il ritorno della mia famiglia nella Francia continentale – ricorda il regista - Lavorando su documenti e archivi e incontrando storici e testimoni dell’epoca, mi sono reso conto di quanto tutte le famiglie francesi abbiano un legame con

MARC BY SOFIA

Francia, 2025. Regia Francois Ozon. Con Benjamin Voisin, Rebecca Marder, Pierre

120’

l’Algeria, e di quanto pesi il silenzio che spesso grava ancora sulla nostra storia comune». Benjamin Voisin, che interpreta il protagonista, torna a lavorare con Ozon, dopo Estate’85, per cui il giovane attore venne candidato al Premio César e vinse il premio Lumière per la migliore promessa maschile. n

Fuori Concorso – Venezia 82

USA, Regia Sofia Coppola Produzione A24, Important Flowers, This Machine Durata 97’.

«Un doc vivace», così il direttore della Mostra Alberto Barbera ha definito Marc by Sofia, il nuovo lavoro - in anteprima fuori concorso nella sezione non fiction - con cui Sofia Coppola ritrae l’amico e stilista Marc Jacobs Non un semplice documentario sulla moda, ma il racconto di un sodalizio umano e artistico, nato negli anni Novanta tra le notti newyorkesi, consolidato dall’iconica sfilata in strada organizzata nel 1994 con Spike Jonze, e cresciuto fino a diventare parte integrante dell’immaginario di un’epoca. Coppola, che già nei giorni scorsi qui a Venezia si è resa protagonista di una masterclass, sceglie di raccontare Jacobs non solo come stilista, ma come testimone di una generazione che ha trasformato la moda in linguaggio culturale ed estetico. «LavisionediCoppolaèquelladiunanarratricevisiva, capace di filtrare una carriera complessa attraverso un’estetica limpida e coerente – ha raccontato Barbera –. Il documentario include anche preziosi materiali sulla celebre performance urbana messa in scena da Jacobs e Kim Gordon, una sfilata improvvisata tenutasi in strada, fuori dalla venue ufficiale della fashion-week: un gesto di rottura che dice molto dell’attitudine anti-establishment dello stilista». Il legame di Sofia Coppola con la moda, d’altra parte, è da sempre parte integrante della sua poetica cinematografica, una lente unica che la regista e sceneggiatrice newyorkese ha utilizzato, e continua ad utilizzare, per rielaborare miti comuni di giovinezza e femminilità, da Il giardino delle vergini suicide a Marie Antoinette, Lost in Translation, The Bling Ring fino al suo recente Priscilla, presentato proprio qui al Lido due anni fa.

Claudia Giampaolo

LEONE D’ORO ALLA CARRIERA PER KIM NOVAK

La novantaduenne diva statunitense, icona della settima arte per ruoli come quello da protagonisita femminile de La donna che

DEAD MAN’S WIRE

Fuori Concorso –Venezia 82

USA, 2025 Regia Gus Van Sant Interpreti Bill Skarsgård, Dacre Montgomery, Colman Domingo, Al Pacino, Cary Elwes

Distribuzione BIM Durata 105’

Gus Van Sant manca da Venezia da oltre trent’anni, ed è un peccato, perché la Mostra gli ha dato anche una soddisfazione in passato, la Coppa Volpi a un eccezionale River Phoenix in Belli e Dannati. Era il 1991 e due anni sarebbe tornato in Laguna con Cowgirl – Il nuovo sesso, che invece ebbe pochissima fortuna (e andrebbe rivisto oggi per rivalutarlo non poco). Avanti veloce e siamo al 2025, e fuori concorso arriva Dead Man’s Wire, suo primo film da sette anni a questa parte, un thriller basato su una storia vera, quella di Tony Kiritsis, che una mattina, nel 1977, decise che era giunto il momento di mandare un segnale forte alla sua banca, a suo parere rea di averlo truffato sul contratto di mutuo. Decide così di andare nella sede centrale, prendere in ostaggio il responsabile del suo disappunto, il signor Richard Hall, legargli un cavo attorno al collo collegato al grilletto di un fucile a canne mozze. La richiesta di Kiritsis era semplice: cinque milioni di dollari, nessuna conseguenza penale e le scuse dall’istituto di credito. «Abbiamo cominciato a girare il film nel novembre del 2024, e in breve tempo, a mano a mano che il mondo intorno a noi cambiava, abbiamo notato parallelismi inquietanti tra la nostra storia e gli eventi globali in corso» - ha dichiarato il regista - «Ciò ha reso il progetto allo stesso tempo attuale e scomodo. Spero che il film non causi troppa angoscia, sebbene riconosca che stiamo vivendo tempi molto difficili, e forse un certo disagio è inevitabile». Di progetti scomodi Van Sant è esperto, basti pensare a Drugstore Cowboy, Elephant, il film ispirato alla strage di Columbine con cui vinse il Festival di Cannes, ma è anche un abile narratore di storie che restano impresse, come Will Hunting o Scoprendo Forrester Dead Man’s Wire è un film che unisce queste due sue anime cinematografiche, a cui si aggiunge la sua straordinaria capacità di casting. Nei panni di Kiritsis troviamo Bill Skarsgård, a cui si affiancano Dacre Montgomery, Colman Domingo, Al Pacino e Cary Elwes

Alessandro De Simone

AMMAZZARE STANCA. AUTOBIOGRAFIA DI UN ASSASSINO

Nella sezione Spotlight di Venezia 82 approda il nuovo film di Daniele Vicari, Ammazzare stanca. Autobiografia di un assassino. La storia, vera, è quella di Antonio Zagari (Gabriel Montesi), un ragazzo che negli anni Settanta si ribella al suo destino criminale come affiliato alla ‘ndrangheta. Pluriomicida, figlio di Giacomo (Vinicio Marchioni), un boss calabrese trapiantato in Lombardia, capisce di non essere fatto per quella vita: uccidere diventa un peso insostenibile, il sangue lo nausea. Mentre i suoi coetanei si ribellano nelle fabbriche, nelle università, nelle piazze, in lui cresce il rifiuto per l’esercizio del potere e per la ferocia del genitore. Il film è liberamente ispirato al memoriale che Zagari scrisse in carcere: «E il suo punto di vista inedito», sottolinea Vicari parlando a Ciak, «fa luce su un pezzo di storia del nostro Paese» Nel libro comunque «non c’è moralismo». Anzi, quando il protagonista «racconta le azioni omicide alla quali

VENEZIA SPOTLIGHT

partecipa, si diverte a farlo senza freni inibitori, tanto che alcuni episodi ricordano Scorsese e Tarantino, come se fosse andato al cinema a vedere i loro film. Antonio inciampa su sé stesso, è uno sconfitto totale, un marginale. Sulla propria miserevole esistenza è il primo a ironizzare» Tra le maggiori licenze rispetto al testo originale, il personaggio di Angela (Selene Caramazza) che, «appena accennato nell’autobiografia, è stato inventato di sana pianta». Nel cast troviamo anche Rocco Papaleo, «che amo molto», dice Vicari, «non ha limiti, è uno di quegli attori capaci di trovare sempre delle strade innovative per sé stessi»

M.M.

Italia, 2025. Regia Daniele Vicari. Con Gabriel Montesi, Vinicio Marchioni, Selene Caramazza, Andrea Fuorto, Thomas Trabacchi, Pier Giorgio Bellocchio, Rocco Papaleo. Durata 129’.

Lottin, Denis Lavant, Swann Arlaud Durata

in Mostra

LE PAROLE DI…

THE SMASHING MACHINE

Dwayne Johnson: «Questo film era qualcosa che desideravo davvero fare. Ho avuto la fortuna di costruire una carriera importante, ma dentro di me c’era sempre una vocina che diceva: “E se potessi fare di più?” A Hollywood tutto ruota intorno al botteghino, e spesso ti ritrovi in una categoria prestabilita. Ho realizzato film di successo e altri meno, ma ho capito che era il momento di seguire il mio desiderio di andare oltre».

Emily Blunt: «Ero felice che ci fosse una donna coinvolta, perché dietro le porte chiuse ci sono molte cose da dire su cosa significhi vivere con un combattente. Ho conosciuto bene Dawn, generosa nel raccontare la sua storia con alti, bassi, rimpianti e amore profondo. È stata una relazione incredibilmente emozionante da portare sullo schermo».

PORTOBELLO

Fabrizio Gifuni: «Quella di Tortora era un’epoca in cui la tv aveva una credibilità gigantesca, il fatto che un intero Paese gli salti alla gola e non veda l’ora di divorarlo apre interrogativi universali: successo, invidia, un istinto barbaro per cui ognuno di noi conserva la speranza di veder cadere una persona famosa, o c’è altro? Si era permesso di dire che la tv pubblica era un jet guidato da dissennati e per questo fu tagliato fuori, scrisse cose di fuoco sulla P2, c’era una parte d’Italia che aveva qualche conto in sospeso con lui».

ACCOGLIENZA TRIONFALE PER MARCO BELLOCCHIO

Un lungo, lunghissimo applauso ha accolto il cast di Portobello ieri in conferenza stampa. Commosso Marco Bellocchio: «Ricordo Campanile Sera quando le tv erano nei bar, ma ai tempi di Portobello avevo altri interessi, noi intellettuali di sinistra lo guardavamo con un certo distacco. Tortora mi era sostanzialmente estraneo, non mi era antipatico come dice qualcuno, ma mi ha colpito molto lo stupore negli occhi di quest’uomo quando venne arrestato, ammanettato, coperto di insulti. La scintilla di questa serie è stato il libro di Francesca Scopelliti, compagna di Tortora, con le lettere che le scrisse dal carcere». n

QUANDO

IL CINEMA AIUTA IL TERRITORIO

Un parterre ricchissimo di players dell’audiovisivo italiano: produttori, broadcaster e Presidenti delle Film Commission di varie regioni, riuniti nel panel Il cinema e le serie tv per il territorio organizzato da Filming Italy di Tiziana Rocca e moderato dal direttore di Ciak Flavio Natalia . Ad aprire l’evento il regista Bille August che ha spiegato come nella scelta dei luoghi in cui ambientare le storie conti “l’autenticità rispetto a ciò che si vuole ritrarre”. August ha ambientato a Torino il suo Conte di Montecristo coprodotto da Rai Fiction “È stato interessante scoprire come angoli di Torino siano diventati Parigi o Marsiglia” ha scherzato Paolo Manera , direttore della Film Commission Torino Piemonte, tra le regioni più apprezzate e attive del nostro Paese. “Altro esempio lampante di legame tra storie audiovisive e territorio - ha detto Maria Pia Ammirati, direttrice di RaiFiction - è Il Commissario Montalbano. Vigata è una cittadina immaginaria che abbiamo ricreato utilizzando tante location di alcuni paesi della Sicilia. Una sorta di laboratorio narrativo, economico e sociale” “La serialità può aiutare con forza il territorio ad affrontate i suoi problemiha notato Omar Schillaci, vicedirettore vicario di Sky TG24 e nuovo responsabile dei nuovi programmi Sky – e ne è un esempio quanto avvenuto a Scampia, il quartiere degradato di

A VENEZIA RIFLETTORI SU ALFONSO CUARÓN

Un viaggio tra le luci e le ombre (letteralmente) di Alfonso Cuarón, quello della masterclass della Biennale alla Match Point Arena moderata da Stéphane Lerouge, in cui il regista messicano ha ripercorso la sua carriera, partendo dal primo film in cui ha collaborato con Michael Seresin, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, passando per il Leone d’oro (e pluripremiato agli Oscar) Roma, finendo con Gravity «Michael è presente nella mia vita da moltissimo tempo, abbiamo le stesse idee su come utilizzare la luce, ci piacciono gli stessi film, e condividiamo gli stessi riferimenti cinematografici. Quando Chivo (Emmanuel Lubezki), il dop che aveva seguitoquasituttiimieilavorifinoaquelmomento,mi ha detto che non avrebbe potuto esserci, ho pensato subito a lui, perché ha la capacità di rendere l’ombra ancora più densa e ricca di sfumature» «È il film più dark della saga - ha chiarito Seresin a proposito dell’HarryPotter di Cuarón - aveva bisogno di essere avvolto dall’ombra, che io amo nella vita come nel cinema. Tutti parlano sempre della luce, ma dove c’è luce,c’èombra,cheèlapiùattraente. Alfonso per me ha realizzato il film perfetto sotto ogni punto di vista, Y tu mamá también lo vedo e lo rivedo negli anni e ne sono ancora convinto» Alessandra Farro

Produttori, top manager, broadcaster e film Commission a confronto in un convegno organizzato da Tiziana Rocca e condotto dal nostro direttore

Napoli, dopo Gomorra la Serie, trasformatosi in un faro acceso su una realtà degradata. Ora le Vele stanno venendo abbattute per far spazio a realtà urbane più vivibili”. L’audiovisivo è anche un’industria di rilievo per il sistema Italia: “È il più industriale dei settori culturali – ha notato Alessandro Usai, Presidente Ani-

ca - oltre che il più itinerante, per sua natura. Penso che il rapporto tra cinema e territorio sia uno di quei casi di vantaggio reciproco” “Noi produttori - ha aggiunto Chiara Sbarigia , Presidente APA - siamo felici dello sviluppo delle Film Commission: molti professionisti ora si trovano sui territori” “Siamo la quinta industria più importante del Paese e un asset importante per il turismo”, ha sottolineato la produttrice Federica Lucisano , Ad di IIF. “Il cinema - ha sostenuto Anna Maria Morelli , Ad di The Apartment , produttrice de La grazia di Sorrentino - diventa ispirazione per il territorio, fornendo al pubblico nuovi scenari, prima non valorizzati”. Dal Capo delle

Ore 10.00. TROPICANA 1. Presentazione bandi cinema 2025 - Fondazione Sardegna Film Commission Ore 11.00. TROPICANA 2 Trento Film Festival presenta “Il cinema di montagna: da Free Solo alle Otto Montagne” Ore 11.00. TROPICANA 1. Gli eventi dell’esercizio cinematografico: ANEC: Giornate professionali di cinema – SORRENTO. FICE: Incontri del cinema d’essai a Gorizia, - ACEC Progetto fotografico Sale della Comunità: lo spazio in vita” Ore 11.30. SALA INCONTRI. Focus su Architettura e cinema. Con Mons. Davide Milani, Card. José Tolentino de Mandonça, Pietrangelo Buttafuoco, Alberto Barbera, Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti, Ila Beka e Louise Lemoine. Ore 12.00. TROPICANA 2. Presentazione della III Edizione del Tropea Film Festival, in programma dal 14 al 20 settembre L’immagine ufficiale della locandina 2025 rende omaggio a Ugo Tognazzi, a 35 anni dalla sua scomparsa. Ore 12.00. SALA LAGUNA - Trussardi presenta il corto. The gentre society con Eva Herzigova e Fernando Lindez. Ore 13.00. - SALA LAGUNA - Presentazione di Confiteor, come scoprii che non avrei fatto la rivoluzione. Con Bonifacio e Antonio Angius, Simonetta Columbu, Edoardo Pesce, Michele Manca, Massimiliano Nocco e la partecipazione amichevole di Giuliana De Sio e Geppi Cucciari. Ore 14.00. TROPICANA 2. Presentazione dell’ottavo Believe Film Festival, a Verona dal 23 al 26 ottobre Ore 15.00. PARATIE (Hotel Excelsior) Un caffè con… a cura della redazione del Corriere della sera. Ore 15.00. TROPICANA 1. Formazione e innovazione: Corso per Data Analyst intitolato a Robert Bernocchi - Fondazione Anica Academy Ore 15.00. TROPICANA 2. Presentazione Documentario «The six billion dollar man” Panel con regista Eugene Jarecki –Promosso da Sileo Production Ore 16.00. MATCH POINT ARENA. Per la sezione Cartier, the art and craft of cinema, conversazione con Jane Campion e Tanya Seghatchian. Conduce Stéphane Lerouge. Ore 16.00. TROPICANA 2. Presentazione Programma Montecatini International Short Film Festival 2025 Ore 17.00. TROPICANA 2. Parità di genere: come lo sguardo femminile sta cambiando la realtà - a cura di Fondazione Ente dello Spettacolo Ore 17.00. REEF BEACH. Per Motivi incontro con Chiara Carcano e Arianna Bertoncelli. A seguire Chiara Bassermann, Michelangelo Vizzini, Gaja Masciale e Romana Maggiora Vergano. Ore 17.15. BLUE MOON. Divulgazione digitale: un incontro con Roberto Recchioni, Giorgia Manfé, Gianluca De Angelis, Serena Marletta, Mauro Zingarelli. Ore 18.00. CASA DEGLI AUTORI. Cineteca di Milano presenta Lo spettacolo del tennis 1980 1990 di Serge Daney. Presenta Silvia Pareti con Giogio Gosetti. Ore 18.00. RIVA DI CORINTO. Soundtrack, dialogo con Motta coordinato da Massimo Coppola. A cura di Isola Edipo Ore 21.00. CAMPARI LOUNGE - Party Trussardi - Campari Passion for Film Award - Premiato Gus Van Sant con Bill Skarsgård, Dacre Montgomery, Colman Domingo, Cary Elwes, Myha’la e Al Pacino. (solo per inviti).

Ore 21.30. SALA GRANDE. Cerimonia di premiazione del Campari Passion for Film a Gus Van Sant.

operazioni di Freemantle Valerio Fiorespino è giunto un contributo dalla visuale internazionale: “Spesso - ha notato - siamo utili ai territori fuori stagione, con le nostre produzioni di centinaia di persone. Ma il rapporto tra storie e territorio può essere ripensato in chiave strategica”. “Ogni film o serie tvha ricordato Paolo Del Brocco, Ad di RaiCinema - è una piccola economia che arriva nel territorio. In Italia il cineturismo ha generato miliardi di euro”. “Il nostro lavoro – ha sottolineato Jacopo Chessa , Presidente di Italian Film Commission e di Veneto Film Commission - sta facendo riscoprire realtà come Treviso, o Vicenza, con una forte ricaduta sulla percezione del pubblico”. “La riconoscibilità dei luoghi più famosi - è intervenuta Titta Fiore , Presidente della Film Commission campana - non basta più, bisogna lavorare sulle bellezze meno conosciute” Nicola Corigliano , top manager di Intesa, la banca del cinema, ha illustrato novità e vantaggi del rapporto con il credito ai produttori, mentre Andrea Agostini, Presidente della Fondazione Marche Cultura, ha riepilogato i risultati della forte spinta impressa di recente al fondo marchigiano per l’audiovisivo. Una proposta concreta è giunta da Luigi Lonigro , direttore di 01 Distribution e dei Produttori e Distributori Cinematografici: “Va creata una

rete di comunicazione tra tutti i soggetti coinvolti che consenta di accedere alle info e alle Film Commission di partecipare fin dall’inizio al processo produttivo” “Anche gli esercenti, presidio sociale importante per il territorio – ha notato infine il Presidente ANEC Mario Lorini – vanno coinvolti prima dell’uscita dei film, per valorizzare al meglio il prodotto” n

RISCOPRIAMO ROMA ORE 11

Riportato alla luce dal restauro del Centro Sperimentale di Cinematografia, Roma ore 11 è un film del 1952 prodotto da Titanus e Transcontinental Films per la regia di Giuseppe De Santis, che a qualche anno di distanza dal suo Riso Amaro esplora di nuovo un mondo quasi tutto femminile. Il cineasta utilizza un tragico fatto di cronaca come espediente narrativo per tratteggiare un affresco neorealista della disoccupazione delle donne nell’immediato Dopoguerra. Sceneggiato in collaborazione con Cesare Zavattini, il lungometraggio nacque da una ricerca effettuata con Elio Petri. Proiezioni alle 14 in Sala Corinto e alle 21.45 nella Sala Pasinetti. Repliche domani. n

FESTA E PREMI PER FERRARI, LAMBORGHINI, MASERATI E BUGATTI

Una celebrazione dei marchi Ferrari, Lamborghini, Maserati e Bugatti attraverso il cinema è in programma domani al Lido, nel corso di una iniziativa condotta dal presentatore Rai Beppe Convertini, a partire dal pomeriggio e fino a sera tra l’Excelsior e il Palazzo del Cinema e che coinvolgerà anche Ciak. Nel corso della giornata, sono in programma le consegne di tre diversi riconoscimenti: l’Italian Excellence in International Films Award, il Ciak Diamond Special Award e il Premio Amici per il Cinema. L’Italian Excellence in International Films Award premierà le famiglie Ferrari, Lamborghini, Maserati e Bugatti, insieme a personalità come Bobby Moresco e Annie Bezikian e ad Andrea Iervolino, produttore dei quattro film Sarà invece il direttore di Ciak a consegnare ad Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra del Cinema di Venezia, il Ciak Diamond Special Award per lo straordinario attribuito alla difesa e promozione della cultura cinematografica. Il Premio Amici per il Cinema, consegnato durante la cena di gala alla Terrazza Campari, andrà ad Aquino Reato (Cinema sotto le Stelle), Davide Dall’Asta (Impresa 21), Gerry Talozzi (Sixteen), Jessica Grosso e Francesco Leonardo Zampol (Zampol) e al produttore esecutivo Guglielmo Marchetti. La serata si concluderà con il Formula One Ciak Disco Party, confermando il legame tra cinema, mito automobilistico e Made in Italy. n

DAL MURO DI IPPOLITI…

LIDOLAND

Il red carpet con regista e cast di The Smashing Machine

Grandi protagonisti Dwayne Johnson ed Emily Blunt

Due esempi di messaggi ironici e, spesso, molto creativi che popolano il tradizionale spazio curato dal noto volto televisivo.

Orizzontali

ENIGMISTI

1. Il film in concorso di László Nemes

5. Lo è Drago messo al tappeto da Balboa. 6. Il Federico di 8 1/2 9. La religione del Corano. 10. Facebook è FB, Instagram è… 12. Lungometraggio drammatico del 1982 interpretato da Magdalena Montezuma 15. È la moglie di Brignano in Poveri ma ricchi (cognome).

La Caccia al… di Hitchcock

È famosa quella glaciale.

Distribuiva i film di Bruce Lee

Supporto ancora usato da Guadagnino e pochi altri.

Pseudonimo dell’attore Hovakim Tamiryants

Prima parola del titolo di un film dei fratelli Coen con Bardem

Siamo d’accordo che lo è Pulp Fiction

Il regista de Una giornata particolare (iniz.).

Il Lido ne è circondato.

Lo suona Paolo Conte

È certamente troppa nel Palabiennale (iniz.).

Città italiana dove è ambientato Il Posto, di Ermanno Olmi premiato a Venezia.

Regista di Barbarella (iniz.).

Marco Bellocchio presenta il suo Portobello

in Mostra

STRAIGHT CIRCLE

SIC – Concorso

Id., Regno Unito, 2025. Regia Oscar Hudson. Interpreti Luke Tittensor, Elliot Tittensor, Neil Maskell. Durata 1h e 48’.Christos Loulis. Durata 1h e 35’.

«Beckett e Kafka, Tati sotto acido, Lynch che scrive dalle zone di guerra»: troviamo tutto questo, secondo la Delegata generale e Direttrice artistica della Settimana Internazionale della Critica Beatrice Fiorentino, in Straight Circle, primo lungometraggio di Oscar Hudson (già pluripremiato per i suoi corti). E ci sono i grandi e tragici temi della contemporaneità nella vicenda di due soldati nemici stanziati al confine di un deserto che, d’un tratto, dimenticano la propria fazione di appartenenza. Da queste premesse, prosegue Fiorentino, Straight Circle, fra split-screen, grandangoli e scomposizioni dello spazio, ci mostra la «follia del confine come concetto arbitrario, spazio mentale, di potere». È anche il giorno di Arca, il corto di Lorenzo Quagliozzi in gara per SIC@SIC

Emanuele Bucci

ANOCHE CONQUISTE TEBAS

GDA – Concorso

Spain, Portugal, 2025. Regia Gabriel Azorín. Con Santiago Mateus, António Gouveia, Oussama Asfaraah, Pavle Čemerikić. Durata 112’

In un pomeriggio invernale, António e Jota tornano dal fronte con i loro amici, alla ricerca di un antico bagno termale romano. Scherzano tra loro mentre guadano le paludi, ma c’è qualcosa di misterioso in queste sorgenti termali: le acque sembrano influenzare l’umore degli uomini, dando loro il coraggio di dire cose che non hanno mai detto. «Il pubblico viaggerà attraverso uno spazio fisico e le pieghe del tempo, e sembrerà immerso in un’altra dimensione – spiega il regista -. Nell’intimità di una notte buia, António confessa la sua solitudine a Jota. La finzione mi dà l’opportunità di mostrare personaggi che si raccontano cose che io non ho osato dire ai miei amici. Mi interessa ritrarre questo tipo di intimità tra uomini e mostrare la mascolinità nella sua forma più vulnerabile».

Tiziana Leone

in Mostra

Direttore Responsabile: Flavio Natalia - In Redazione: Emanuele Bucci, Biagio Coscia, Oscar Cosulich, Alessandro De Simone, Alessandra Farro, Claudia Giampaolo, Davide Di Francesco (web), Tiziana Leone - Grafica: Guido Benigni - Collaboratori: Vania Amitrano, Giulia Bianconi, Mattia Pasquini, Flavia Salierno, Annalisa Zurlo - Foto: Maurizio D’Avanzo - Stampa: CHINCHIO INDUSTRIA GRAFICA www.chinchio.it

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LA QUINTA STAGIONE

GDA – Concorso

Italia. 2025. Regia Giuseppe Carrieri. Con Caterina Ceraudo, Martina Caruso, Valeria Piccini, Antonia Klugmann, Cristina Bowerman, Isabella Ragonese. Durata 1h.

«Questofilmèunraccontocheattraversaluoghiesensazioni,evocandolacucinacomeunadimensione lirica del gesto e della possibilità. I racconti delle chef coinvolte superano il semplice senso del gusto per condurci lungo l’itinerario del tempo vissuto e condiviso. Perché La quinta stagione è, prima di tutto, un sentimento del fare e del sentire, che unisce creatività e libertà. Proprio come ci hanno mostrato — e svelato — le protagoniste, nei loro segreti custoditi negli sguardi, radicati nei paesaggi della nostra cultura». Così il regista Giuseppe Carrieri racconta il viaggio nei sapori della terra nato da un’idea di Paola Valeria Jovinelli e narrato da Isabella Ragonese, dove cinque grandi firme della cucina italiana si raccontano libere da pregiudizi e convenzioni con le proprie scelte fatte di sapori, creatività e storie, quasi a evocare i fasti della popolare serie The Bear

Oscar Cosulich

I DIARI DI ANGELA - NOI DUE CINEASTI. CAPITOLO TERZO

VENEZIA 82 - Fuori concorso

Italia, 2025. Regia Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi. Voci narranti Yervant Gianikian, Lucrezia Lerro. Durata 2h e 3’.

È una lunga frequentazione quella di Yervant

Gianikian e Angela Ricci Lucchi con la Mostra di Venezia, e ci rimanda alle sperimentazioni più radicali del secolo scorso: come nel 1976 in cui la coppia presentò al festival Cataloghi – Non è altro che gli odori che sente, diffondendo durante la proiezione profumi tramite fornelletti riscaldati. Oggi, a sette anni dalla scomparsa di Ricci Lucchi, l’autore italo-armeno porta al Lido I diari di Angela – Noi due cineasti. Capitolo terzo, proseguendo, dopo i precedenti atti del 2018 e del 2019, la ricostruzione poetica del percorso condiviso assieme alla collega e compagna, sulla scorta dei diari illustrati di quest’ultima e dei video realizzati dalla coppia. Stavolta, ad affiancare il regista come voce narrante c’è la scrittrice Lucrezia Lerro, rievocando anche il periodo della malattia di Ricci Lucchi. «La nostra vita artistica e la vita reale hanno coinciso perfettamente - ha detto Gianikian parlando del suo rapporto con quest’ultima -. Filmavamo per noi e nel frattempo ci dedicavamo a dei lavori sulla violenza, Prigionieri della Guerra o Pays Barbare,citoquialcuninostrifilm,perricordareilcomune impegno di denuncia sulcolonialismo,sulfascismoesullaviolenzadellaguerra» Em. Bu.

A DARIO ARGENTO IL PREMIO SIAE

DI PINO GAGLIARDI

Dario Argento arriva al Casinò di Venezia ancora visibilmente provato dalla recente crisi respiratoria, e viene subito accolto dalla prima di una lunga serie di standing ovation del pubblico per celebrare il maestro dell’horror. Il regista di Profondo Rosso (che compie 50 anni) è al Lido per ricevere il Premio alla Carriera intitolato dal 2023 ad Andrea Purgatori, conferitogli dalla Società Italiana degli Autori e Editori, main partner delle 22e Giornate degli Autori. Il Presidente SIAE Salvo Nastasi lo ha premiato Argento consegnandogli una targa con riprodotta la registrazione alla Società fatta dal regista nel 1969 per il film L’uccello dalle piume di cristallo «Il cinema italiano negli anni ’60 ha prodotto capolavori, film meravigliosi. Anche quelli degli anni ’70 erano belli come erano grandi quegli anni, dedicati ai giovani. Negli anni ’80 invece è cominciato il declino del cinema e nel 2000 ancora di più. Solo recentemente si sta riprendendo anche grazie all’ANAC, l’Associazione Nazionale Autori Cinematografici, che ha spinto i giovani a fare cinema», ha dichiarato Argento n

GUERRE STELLARI

Lights. Camera. Action!

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