UN GRUPPO COESO CHE PUNTA TUTTO SULLA RESPONSABILITÀ D'IMPRESA Massimo Ferrarini, presidente e amministratore unico del Consorzio Coven racconta in questa intervista qual è lo spirito del gruppo, formato da società di gestione medio/piccole accomunate da valori etici, prima che commerciali. Nel farlo, esprime la sua visione di questo Settore, che tenta di uscire dalla crisi generata dalla pandemia.
la responsabilità sociale e ambientale, che puntasse all’innovazione tecnologica per dare nuovo slancio al nostro Settore. Non siamo quindi un gruppo di acquisto, ma un gruppo di imprenditori del Vending, che mirano a innalzare l’asticella del servizio al cliente e lanciarsi in nuove iniziative attraverso l’unione delle forze, mantenendo ognuno la propria individualità ed autonomia.
Com’è nato il Consorzio COVEN? Il Consorzio COVEN nasce nel 2014 con l’obiettivo di aggregare piccole e medie società di gestione del Vending, per valorizzarne l’attività sul territorio e, contemporaneamente, condividere esperienze per individuare le migliori strategie da applicare nei confronti del mercato, dei competitor e del consumatore. Non è certo un’idea nuova, visto che questo tipo di aggregazione è presente nella Grande Distribuzione da almeno un ventennio, per lo più sotto forma di gruppi di acquisto. Il Vending ci è arrivato dopo, quando il mercato di riferimento ne ha dettato l’esigenza. La saturazione dello stesso, unita all’ormai radicata pratica delle acquisizioni da parte dei grandi gruppi rispetto a realtà più piccole, ha fatto nascere in noi l’idea di riunire gestioni di eccellenza in una piattaforma, fondata su valori come
Quanti sono oggi i soci? Oggi siamo 10, dopo l’uscita di Serim che è stata acquisita dal gruppo Sogedai, e riusciamo a coprire tutto il territorio nazionale, dal Friuli alla Sicilia, tranne la Sardegna dove ancora non abbiamo soci. A quanto ammonta il fatturato globale del gruppo? Nel 2019, ovvero nel periodo ante COVID, il fatturato globale del Consorzio ha raggiunto quota 230 milioni. Nel 2020, con l’uscita di Serim e gli effetti della pandemia, il fatturato purtroppo è sceso intorno a 170 milioni, in linea con i dati Confida che per quell’anno registra nel Settore un -30%. Quest’anno osserviamo una leggera ripresa, ma siamo ancora lontani dai risultati del 2019, poiché il segno meno persiste tuttora, anche se si attesta intorno a un -18/20%. Sono numeri che si riferiscono al periodo gennaio/luglio 2021, nella speranza che l’ultimo quadrimestre dell’anno dia una scossa ai consumi, sotto la spinta della ripresa in presenza delle attività didattiche e della riduzione delle ore di smart working negli uffici. I gestori seguono protocolli operativi secondo standard stabiliti dal Consorzio o ognuno mantiene la propria autonomia? Ognuno mantiene la propria libertà rispetto al modus operandi sul territorio, nel rispetto però di un codice etico condiviso, a cui tutti noi cerchiamo di attenerci. Le decisioni vengono prese all’unanimità e molte scelte le operiamo tutti insieme, come la scelta dei fornitori, ad esclusione di quelli del caffè perché, come sappiamo, i gusti cambiano a seconda dell’area geografica ed i soci si adeguano di conseguenza, scegliendo la torrefazione che possa fornire la tipologia di miscela più adatta alle esigenze dei consumatori della sua zona. Come ho già accennato, rispetto ai fornitori non siamo