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Mentre scriviamo questo editoriale, Anthropic ha appena concluso un esperimento che ha fatto discutere l'intero settore tech: un'intelligenza artificiale ha gestito autonomamente un distributore automatico per mesi, con risultati che oscillano tra il brillante e il disastroso. L'AI "Claudius" ha dimostrato capacità sorprendenti nell'identificare fornitori e prodotti di nicchia, ma ha anche venduto cubi di tungsteno in perdita e si è lasciata convincere a concedere sconti che hanno mandato in rosso il bilancio.
Questo esperimento, che troverete a pagina 34 di questo numero, ci offre uno spaccato prezioso di quello che potrebbe essere il futuro del nostro settore, ma soprattutto ci invita a una riflessione matura su cosa l'intelligenza artificiale può realmente fare oggi per la distribuzione automatica, al di là dell'hype e delle promesse futuristiche. Nel nostro settore, l'AI non è più fantascienza. Diverse soluzioni sono già operative e stanno generando risultati concreti. I sistemi di demand forecasting basati su machine learning stanno aiutando operatori di medie e grandi dimensioni a ottimizzare le rotte di ricarica, riducendo gli sprechi e aumentando la disponibilità prodotti. Gli algoritmi di pricing dinamico, seppur ancora in fase sperimentale, mostrano potenzialità interessanti per massimizzare i ricavi in base a orari, stagionalità e eventi locali. La computer vision sta rivoluzionando il monitoraggio degli stock: telecamere intelligenti che riconoscono prodotti e livelli di riempimento stanno sostituendo i tradizionali sensori, offrendo dati più accurati e riducendo i costi di manutenzione. Alcuni operatori pionieri stanno già testando chatbot per il customer service, capaci di gestire reclami e richieste di rimborso in autonomia.
L'esperimento di Anthropic ci ricorda però che l'AI ha ancora limiti significativi. L'aspetto più critico emerso è la gestione del rapporto costo-ricavo: l'intelligenza artificiale eccelle nell'elaborazione di dati e nel riconoscimento di pattern, ma fatica ancora con il buon senso commerciale che ogni operatore sviluppa con l'esperienza. Nel nostro settore, questo si traduce in rischi concreti: un sistema AI potrebbe ottimizzare perfettamente la rotazione dei prodotti, ma ignorare completamente la marginalità, oppure identificare trend di consumo interessanti ma applicarli senza considerare le specificità del singolo punto di installazione.
La strategia giusta per il Vending
Per gli operatori del nostro settore, l'approccio vincente non è né l'adozione acritica né il rifiuto pregiudiziale dell'AI. La chiave è l'integrazione graduale e mirata, partendo dai processi dove l'intelligenza artificiale può dare valore immediato senza compromettere la stabilità operativa.
Iniziate dalle analisi: utilizzate l'AI per elaborare i vostri dati storici e identificare pattern nascosti nei consumi. Proseguite con l'ottimizzazione delle rotte, dove algoritmi intelligenti possono ridurre chilometri e tempi morti. Solo quando avrete consolidato queste applicazioni, valutate l'automazione di processi più complessi come il pricing o la selezione dei prodotti.
Fondamentale è mantenere sempre il controllo umano sui parametri critici: l'AI può suggerire, elaborare e ottimizzare, ma la decisione finale su margini, fornitori e strategie commerciali deve restare nelle mani dell'operatore che conosce il territorio e i clienti.
L'AI non sostituirà l'esperienza e l'intuito dell'operatore, ma può amplificarne le capacità e liberare tempo prezioso da dedicare alla crescita del business. Il futuro del vending sarà caratterizzato da questa collaborazione intelligente tra uomo e macchina, dove la tecnologia gestisce la complessità dei dati e l'operatore si concentra sulla strategia e sulle relazioni.
Che ne pensate? Avete già sperimentato soluzioni AI nella vostra attività? Condividete le vostre esperienze: il confronto tra colleghi resta il miglior strumento per navigare le sfide del futuro.
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L’Editoriale di Fabio Russo
Come il lavoro ibrido sta ridefinendo i consumi nei luoghi di lavoro.
GLI ARTICOLI
SPINEL. La forza nelle radici, lo sguardo rivolto verso il futuro
BLUPURA. Innovazione continua
MADAMA OLIVA. Gli snack salutari nel Vending
WE ARE VENDING accompagna le aziende del food nel canale Vending
NECTA lancia Barista 500 e 600 Pro Touch
QWARZO si estende in tutta Europa
ALPHA di FLO vince il Trofeo Vending Show 2025
TELEVEND ITALIA. La telemetria che guida l’innovazione
L’Intelligenza Artificiale diventa Gestore
COGES e VENDON uniscono le piattaforme di telemetria in Vendon Cloud
La Cina ama sempre di più il caffè e lo coltiva col sostegno del governo
Per ALTROMERCATO “Ethical is the New Vending”
BRITA rivoluziona l’esperienza dell’acqua potabile
Vending e Beauty: la nuova frontiera per differenziare e crescere
TUTTOCAPSULE acquisisce Suavis
CEME GROUP. Aldo Carrabino è il nuovo CFO
VENDITALIA. Il futuro del Vending è a Rimini
GENERAL VENDING rivoluziona la logistica con Webfleet
ESSSE CAFFÈ lancia Galileo e Galileo Milk in grani
CAFFITALY completa la ristrutturazione finanziaria e cambia leadership
DE’LONGHI Dedica Duo
Industria 4.0. Aperte le iscrizioni per il credito d’imposta
TEKAF. Intervista Con Samuele Caruso
VISION DA. Intervista con Davide Manetti
TANDEM CAFFÈ. Intervista semiseria con Gabriele Toro
TRE VOCI DEL SETTORE.
Periodico bimestrale del Vending e dell'OCS supplemento di vendingnews.it
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Un'analisi approfondita sui nuovi comportamenti alimentari nei luoghi di lavoro nell'era post-pandemica.
Il mondo del lavoro italiano sta attraversando una trasformazione epocale che va ben oltre la semplice adozione dello smart working. Al centro di questo cambiamento si colloca un fenomeno poco esplorato ma dalle conseguenze rilevanti per tutto il settore della distribuzione automatica: la snackification degli uffici italiani Questo processo, che vede la progressiva sostituzione dei pasti tradizionali con momenti di consumo più frequenti e flessibili, sta ridefinendo non solo quando e cosa mangiano i lavoratori, ma anche dove e come avvengono questi consumi. La ricerca che abbiamo condotto, integrando dati da fonti autorevoli, rivela scenari inediti e opportunità concrete per gli operatori del settore.
La fotografia che emerge dai dati più recenti mostra un panorama lavorativo profondamente diverso da quello pre-pandemico. Nel 2024 i lavoratori in smart working erano 3,55 milioni, con proiezioni che indicano una crescita a 3,75 milioni nel 2025 (Osservatori Politecnico Milano). Ma è l'impatto di questa trasformazione sui comportamenti alimentari a rivelare le implicazioni più significative.
Secondo una ricerca condotta da Praxidia, il 60% dei dipendenti italiani continuerà a lavorare da casa almeno una volta alla settimana, mentre il 50% di loro ha affermato che il break in smart working è più complicato da gestire rispetto al pranzo in ufficio. Questa difficoltà non rappresenta solo una questione organizzativa, ma il sintomo di un cambiamento più profondo nel rapporto tra lavoro e alimentazione.
L'indagine di Nomisma per CIRFOOD DISTRICT ha messo in luce come l'83% dei lavoratori si dichiari attento alle proprie scelte alimentari, con una crescente consapevolezza che trova nel cibo non solo nutrimento, ma anche uno strumento di benessere e performance lavorativa. Per il 32% del campione il cibo rappresenta felicità e soddisfazione, per il 29% un momento di convivialità, per il 27% un modo per prendersi cura di sé.
Il Significato del Cibo per i Lavoratori
Cosa rappresenta il cibo durante il lavoro
Il concetto tradizionale di pausa pranzo sta cedendo il passo a quello che gli esperti definiscono "snackification": un processo di frammentazione dei consumi alimentari che vede i lavoratori sostituire i pasti principali con momenti di consumo più frequenti, brevi e funzionali alle esigenze lavorative. Questa tendenza trova conferma nei dati globali: l'88% dei consumatori dichiara di preferire gli snack ai pasti tradizionali (Mondelēz International "State of Snacking"), mentre il 73% li consuma davanti a uno schermo (Circana "Eat Play Love" 2024), compresi i dispositivi di lavoro. Non si tratta più di un consumo impulsivo, ma di una scelta consapevole: quasi la metà degli europei considera lo snack una forma di cura di sé.
Come i Lavoratori Gestiscono la Pausa Pranzo Distribuzione comportamenti
Staccare e rilassarsi 44.7%
Restare al PC 22.2%
Pausa brevissima 23.8%
Altro 9.3%
L'evoluzione è particolarmente evidente negli uffici, dove i lavoratori stanno sviluppando nuove routine alimentari. L'indagine InfoJobs conferma che, mentre il 44,7% degli intervistati mantiene la pausa pranzo come momento per staccare e rilassarsi, il 22,2% sceglie di rimanere di fronte al pc e il 23,8% opta per una brevissima pausa dal lavoro. Questi ultimi due segmenti rappresentano il target primario della snackification
L'Ufficio Fisico in Trasformazione. Negli spazi di lavoro tradizionali, la snackification si manifesta attraverso una maggiore frequenza di consumo distribuita lungo l'arco della giornata. I dati mostrano una crescita significativa nella domanda di frutta fresca (+55%) e secca (+50%), mentre gli snack a base di cioccolato registrano un +1,47% e i biscotti un +5,76%. Questa evoluzione riflette una polarizzazione tra la ricerca di opzioni healthy e il mantenimento di comfort food tradizionali.
La Casa-Ufficio del Remote Worker Il lavoro da remoto ha eliminato l'accesso ai distributori automatici tradizionali, creando nuove dinamiche di consumo. Il 39% dei lavoratori in smart working trova complesso mantenere un menu vario, mentre il 42% percepisce la pausa come meno rilassante per l'impossibilità di staccare davvero dal lavoro (Praxidia). Questo scenario ha generato una domanda crescente per soluzioni di snacking domestico che combinino praticità e qualità nutrizionale.
Difficoltà della Pausa Pranzo in Smart Working
Percentuale di lavoratori che riscontra problematiche
Meno tempo per sé
Menu difficile da variare
Gli Spazi Ibridi della New Economy Coworking. Bar-ufficio e spazi di lavoro flessibili rappresentano la nuova frontiera del workplace snacking. Questi ambienti richiedono soluzioni innovative che combinino la flessibilità del lavoro moderno con l'offerta alimentare, creando opportunità inedite per formati distributivi non tradizionali.
L'analisi dei comportamenti emergenti rivela quattro driver principali che stanno guidando la snackification negli uffici:
L'Alimentazione come Performance
Il 75% dei consumatori cerca snack che aumentino l'energia, il 74% sceglie prodotti che migliorino l'umore e il 70% privilegia snack coerenti con obiettivi di fitness (Mondelēz International). Questa tendenza ha portato all'emergere di una nuova categoria di prodotti specificamente pensati per il consumo nei luoghi di lavoro: barrette energetiche, snack proteici, e alimenti funzionali che promettono di migliorare concentrazione e performance cognitive.
MINDFUL CONSUMPTION
La Consapevolezza Alimentare
Il 42% degli italiani dichiara di mangiare in modo più sano ed equilibrato rispetto al passato (Coop-Nomisma), mentre il 63% ricerca snack che riducano al minimo l'impatto ambientale (Mondelēz International). Questa maggiore consapevolezza si traduce in una domanda crescente per prodotti biologici, sostenibili e con certificazioni etiche
Il Cibo come Connessione
Nonostante la digitalizzazione del lavoro, il consumo di snack mantiene una forte componente sociale.
L'indagine Nomisma evidenzia come 8 lavoratori su 10 preferiscano il ristorante aziendale quando si trovano in ufficio, soprattutto perché rappresenta un momento di relax e di convivialità con i colleghi. Questa dinamica sta influenzando anche il design degli spazi ufficio e l'organizzazione delle aree break.
CONVENIENCE REVOLUTION
La Praticità come Imperativo
La compressione dei tempi lavorativi ha reso la praticità un fattore determinante. I lavoratori cercano soluzioni che si adattino ai ritmi frenetici dell'ufficio moderno, privilegiando formati easy-to-eat, packaging innovativi e modalità di acquisto sempre più veloci e contactless.
L'analisi comportamentale ha permesso di identificare quattro principali tipologie di consumatori negli uffici italiani:
I PERFORMANCE SEEKERS rappresentano il segmento più dinamico, composto prevalentemente da manager e professionisti tra i 28 e 45 anni. Questi consumatori vedono lo snacking come un investimento nella propria produttività lavorativa, privilegiando prodotti funzionali ad alto valore aggiunto. Sono disposti a pagare un premium per snack che promettano benefici specifici come aumento della concentrazione, energia sostenuta o supporto al benessere generale.
I COMFORT LOVERS costituiscono il segmento più ampio, formato da impiegati e quadri tra i 25 e 40 anni che mantengono un approccio più tradizionale al consumo. Per loro lo snack rappresenta un momento di piacere e decompressione durante la giornata lavorativa. Privilegiano marche consolidate e sapori familiari, con una particolare predilezione per dolci e comfort food che evocano sensazioni positive.
I HEALTH CONSCIOUS sono il segmento in più rapida crescita, caratterizzato da una forte attenzione alla qualità nutrizionale e alla sostenibilità. Prevalentemente giovani professionisti del settore tecnologico e creativo, ricercano prodotti biologici, a basso impatto ambientale e con claim salutistici verificabili. Sono heavy user di app e tecnologie per il tracking nutrizionale.
I PRAGMATIC WORKERS rappresentano il segmento più price-sensitive, composto da lavoratori over 40 nei settori tradizionali. Il loro consumo è guidato principalmente da considerazioni pratiche ed economiche, privilegiando formati famiglia, promozioni e marche del distributore. Mantengono abitudini di consumo consolidate e sono meno inclini alla sperimentazione.
Cosa Cercano i Lavoratori negli Snack Benefici desiderati - Percentuale di preferenza
La tecnologia sta giocando un ruolo cruciale nel facilitare e accelerare il processo di snackification negli uffici. L'adozione di sistemi di pagamento contactless, già dominanti con il 96% delle transazioni nei micromarket (Verified Market Research), ha eliminato molte delle frizioni tradizionali nell'acquisto di snack. Parallelamente, l'integrazione di intelligenza artificiale e machine learning nei sistemi di distribuzione automatica sta permettendo una personalizzazione dell'offerta impensabile fino a pochi anni fa. I distributori di nuova generazione possono analizzare i
pattern di consumo individuali, suggerire prodotti in base all'orario e alle preferenze storiche, e ottimizzare l'assortimento in tempo reale.
L'evoluzione verso i micro-market, che registrano una crescita del 38% annuo in Europa (Fooda), rappresenta l'apice di questa trasformazione tecnologica. Questi spazi combinano la convenienza dei distributori automatici con la varietà e la qualità di un piccolo supermercato, offrendo ai lavoratori un'esperienza di shopping completamente nuova all'interno dell'ufficio.
La crescente sensibilità ambientale sta profondamente influenzando le scelte di snacking negli uffici. L'indagine Nomisma rileva come i lavoratori "in presenza" mostrino maggiore attenzione all'ambiente, in particolare nella ricerca di confezioni con materiali riciclati e con un minore utilizzo della plastica. Questa tendenza sta spingendo produttori e distributori a ripensare completamente l'approccio al packaging e alla sostenibilità della filiera. L'esempio di Altromercato, che ha tracciato oltre 811 tonnellate di cacao attraverso la tecnologia blockchain garantendo trasparenza totale, indica la direzione verso cui si sta muovendo il mercato.
Le aziende più innovative stanno sperimentando soluzioni circolari, come packaging riutilizzabile, programmi di raccolta e riciclo in ufficio, e partnership con fornitori locali per ridurre l'impatto del trasporto. Questo approccio non solo risponde alle esigenze ambientali, ma crea anche nuove opportunità di engagement con i dipendenti attraverso programmi di sostenibilità aziendale.
Il modello di lavoro ibrido, che combina giorni in ufficio e smart working, presenta sfide specifiche per il settore dello snacking. La concentrazione dei consumi in determinati giorni richiede una riprogettazione della logistica e dell'assortimento, mentre la richiesta di maggiore qualità per giustificare il premium si è in ufficio sta spingendo verso un'offerta più sofisticata. Parallelamente, emerge la necessità di soluzioni che seguano il lavoratore nei suoi diversi ambienti. Alcune aziende stanno sperimentando box personalizzati per i giorni di smart working, partnership con servizi di delivery per garantire continuità nell'offerta, e app integrate che permettano di ordinare snack per il ritiro in ufficio o la consegna a casa.
Mercato Snacking Europa 2024
Analisi del mercato europeo degli snack
€65B
€60B
€50B
€40B
€30B
€20B
€10B
€0B
La snackification degli uffici italiani rappresenta un'opportunità significativa per tutto l'ecosistema della distribuzione automatica. Il mercato dello snacking in Europa ha raggiunto 234 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del +2,9% (Circana), e le proiezioni indicano un'accelerazione della crescita nei segmenti workplace-focused.
Le aziende che sapranno interpretare correttamente questi cambiamenti, investendo in tecnologia, sostenibilità e comprensione dei nuovi comportamenti, potranno posizionarsi come partner strategici per il
benessere dei lavoratori. La sfida non è più quella di distribuire prodotti, ma di creare ecosistemi alimentari integrati che supportino la produttività, il benessere e la soddisfazione dei lavoratori moderni.
La snackification non è più un trend emergente, ma una realtà consolidata che richiede approcci nuovi, competenze diverse e una visione strategica di lungo periodo. Per gli operatori del settore, comprendere e anticipare questi cambiamenti rappresenta la chiave per prosperare nell'era del lavoro ibrido.
ITALIA AL 2°
CRESCITA TRAINATA DALLA SALUTE
SUPERMERCATI DOMINANTI
E-COMMERCE IN ASCESA
L'Italia ha la seconda quota più alta di valore snack (43,2%) tra i principali mercati dell'UE, dopo i Paesi Bassi (44,6%).
Le categorie funzionali e orientate alla salute guidano la crescita: cereali e barrette (+6.0%), frutta secca e disidratata (+4.9%), formaggi (+3.1%) e yogurt (+3.5%).
(Fonte Retail Times, Bevindustry)
I supermercati rappresentano il 50% delle vendite totali con crescita del +2.1% in unità.
I canali digitali e specializzati mostrano i tassi di crescita più alti nonostante quote ancora ridotte.
Spinel inaugura la prima "fabbrica intelligente" d'Italia per la produzione di macchine da caffè
Il futuro della produzione di macchine da caffè espresso parla pugliese e si chiama Spinel. L'azienda salentina, pioniera del Vending nel Mezzogiorno d'Italia, ha realizzato a Tuglie (LE) il primo stabilimento per la produzione di macchine da caffè espresso del nostro Paese interamente progettato in ottica automatizzata 4.0
Il nuovo sito industriale, costituito da un centro direzionale di circa 2.200 metri quadri e da uno stabilimento produttivo di 2.500 metri quadri, rappresenta l'evoluzione di un'azienda che dal 1963 ha fatto della qualità italiana il suo marchio distintivo.
La nascita dell’azienda, infatti, si deve a Vincenzo Spinelli, papà dell’attuale management costituito dai figli Giovanni, Cesare, Carla e Marcella, che portano avanti con orgoglio i principi e i valori con i quali sono stati educati. Vincenzo, elettricista al Petrolchimico di Brindisi, si recava spesso a Milano per visionare in anteprima i film che poi sarebbero stati trasmessi nel cinema del padre a Parabita, suo paese natale. In uno di quei viaggi visitò la Fiera Campionaria di Milano dove si imbatté nella E61 della Faema, il primo distributore automatico italiano per la somministrazione di caffè espresso nelle fabbriche. Quell’incontro cambiò radicalmente la sua vita e, in un certo senso, tracciò una nuova stra-
da per la sua famiglia e per il suo Salento. Decise così di intraprendere una nuova avventura e, da vero pioniere, si lanciò in questo settore, installando i primi distributori automatici di bevande calde nel Sud Italia. Da quel momento, il percorso dell’azienda è stato una continua evoluzione: dal Vending tradizionale all’Office Coffee Service, fino alla produzione di macchine da caffè in cialde e capsule.
"27 anni fa Spinel è stata la prima azienda a produrre macchine da caffè nel Mezzogiorno d'Italia, ci siamo letteralmente inventati questo settore", spiega Giovanni Spinelli, Amministratore Unico di Spinel. "Con sacrifici, passione e responsabilità, navighiamo controcorrente, determinati verso l'orizzonte del futuro".
Un percorso solido, costruito su principi inderogabili: la qualità, la sartorialità meccanica, una filiera a Km 0, il forte legame col territorio. Quest’ultima, una sfida sicuramente coraggiosa, oggi portata avanti dai figli. La scelta di investire in Puglia invece di delocalizzare in paesi terzi riflette, infatti, una filosofia aziendale precisa: "Se avessimo dovuto pensare al mero business, sarebbe stato facile riservare al Salento l'elaborazione delle sole idee e delocalizzare la produzione dei macchinari; tutto sarebbe stato più semplice e redditizio, ma in tal modo avremmo snaturato la nostra filiera a Km Zero e impoverito il territorio" aggiunge Cesare Spinelli, Direttore Generale di Spinel
Nel nuovo stabilimento la produzione passerà gradualmente dalle attuali 50.000 macchine a 150.000, gli addetti del distretto industriale supereranno le 120 unità, la quota export raggiungerà il 50% del fatturato.
Il cuore innovativo del nuovo stabilimento è rappresentato da un sistema automatizzato altamente flessibile e scalabile. Il magazzino automatizzato a corsia ridotta, che occupa soli 500 metri quadri, ospita 630 posti pallet gestiti da tre robot mobili autonomi (AMR) e da un trilaterale AGV, ottimizzando la logistica interna e
supportando le linee di produzione dinamiche con un approccio lean.
"Nuove metodologie produttive in cui l'impronta 'artigianale umana' si combina con quella 'industriale economica', generando il concetto di 'sartorialità meccanica', per produrre macchine 'cucite su misura' che soddisfano le esigenze dei nostri clienti", commenta Mino Fiorito, Responsabile Operativo di Spinel. L'innovativo progetto ha attirato l'attenzione del mondo accademico: Spinel è stata protagonista al convegno "Osservatorio Contract Logistics Gino Marchet" del Politecnico di Milano, dove Fiorito ha presentato l'intervento "L'automazione come strumento di sostenibilità del territorio".
La realizzazione del nuovo stabilimento Spinel 4.0 di Tuglie, che ha impegnato l’azienda per 25 mesi, rappresenta un esempio virtuoso di come il settore del Vending possa innovarsi mantenendo le radici territoriali. Il progetto dimostra che è possibile competere sui mercati internazionali puntando su automazione, qualità e sostenibilità, senza rinunciare al valore aggiunto del Made in Italy e, in questo caso, del made in Salento. L'investimento di Spinel conferma il dinamismo del Vending italiano e la capacità delle aziende pugliesi di essere protagoniste dell'innovazione tecnologica, creando un modello da seguire per altre realtà del comparto che vogliono coniugare tradizione manifatturiera e Industria 4.0.
www.spinel.it
Per un'idratazione sempre più efficiente e sostenibile per ambienti domestici e vending
Blupura continua a innovare il settore dell'idratazione con una gamma di nuovi prodotti pensati per migliorare efficienza, qualità e sostenibilità. Dalla tecnologia avanzata alla praticità d'uso, queste soluzioni rispondono alle esigenze di mercati sempre più attenti alle prestazioni e alla sicurezza dell'acqua.
• REBEL 60: la serie Rebel, già apprezzata per le sue performance, si arricchisce con il modello Rebel 60. Con una capacità di raffreddamento di 60 l/h, questo prodotto si adatta sia ad ambienti ufficio che a locali di medie dimensioni, come bar, hotel e ristoranti. Il design intelligente consente di scegliere tra una configurazione interna dedicata a un filtro con bombola CO2 o a doppio filtro per acqua calda e fredda, garantendo prestazioni elevate anche in contesti di servizio dinamico.
• REBEL PLUS, uno sguardo al futuro: Rebel Plus anticipa le prossime evoluzioni del portfolio Blupura: un erogatore avanzato con display digitale da 2" e funzionalità pensate per semplificare la manutenzione remota. Un prodotto progettato per rispondere alle nuove esigenze del mercato e facilitare il lavoro di installatori e tecnici.
• Nuove soluzioni ad OSMOSI INVERSA: per chi richiede un'acqua pura e sicura, Blupura ha ampliato la sua offerta con due soluzioni a osmosi inversa: da un lato l'erogatore soprabanco Piccola Osmo 15 Fizz e dall'altro
la soluzione sottobanco, Blusoda Box Osmo 30 Fizz, da connettere ad un rubinetto. Questi sistemi, che assicurano un'erogazione continua di acqua osmotizzata senza necessità di stoccaggio intermedio, si adattano perfettamente ad ambienti domestici e piccoli uffici, contribuendo a ridurre la presenza di contaminanti emergenti e a mantenere elevati standard qualitativi. Entrambe le soluzioni assicurano un'erogazione continua senza serbatoio di accumulo e garantiscono un'acqua osmotizzata di alta qualità, riducendo contaminanti emergenti e migliorando il gusto dell'acqua.
• BLUTRON HERO: la gamma dei filtri Blutron si allarga con questa nuova soluzione, progettata per ridurre efficacemente contaminanti emergenti come PFAS. Questo filtro integra il Blupura Carbon Block, arricchito con materiali selettivi capaci di abbattere particelle fino a 0,2 micron, minimizzando cloro, sapori e odori indesiderati, e riducendo significativamente batteri, microplastiche, metalli pesanti e altre sostanze contaminanti.
• BLU2GO: già parte integrante del portfolio Blupura, Blu2go è la water vending machine progettata per ambienti pubblici ad alta affluenza come università, stazioni, palestre e aziende. Consente di riempire borracce in modo semplice, igienico e sostenibile, promuovendo un approccio plastic-free all'idratazione. Blu2go offre inoltre funzionalità avanzate per la vendita e l'igienizzazione delle borracce, garantendo sicurezza e praticità in ogni utilizzo. Protetta da diversi brevetti, tra cui europeo e americano, a conferma della sua unicità tecnologica e della sua efficacia come strumento per un'idratazione consapevole.
Tutte queste novità sono state presentate in anteprima a Aquatech 2025, lo scorso marzo, per poi essere portate nei successivi appuntamenti internazionali; tra questi, si è recentemente concluso The Vending Show a Parigi, uno degli appuntamenti di riferimento per il settore vending in Europa, dove Blupura è stata premiata nella categoria "Distributori Automatici" con la sua water vending machine Blu2go
Con uno sguardo sempre rivolto al futuro, l'azienda continua ad investire in ricerca e sviluppo per elevare gli standard qualitativi del settore e rispondere alle sfide di un mercato sempre più esigente e attento alla salute e alla sostenibilità ambientale.
Blupura è stata insignita del KAIZEN™ Award Italy 2025 nella categoria Piccole e Medie Imprese (PMI), che riconosce il percorso trasformativo dell'azienda nell'incorporare una cultura del miglioramento continuo in tutte le sue attività.
Radicato nel concetto giapponese di miglioramento continuo, il KAIZEN™ Award, promosso dal Kaizen Institute, celebra le organizzazioni che si distinguono per innovazione, efficienza e pensiero Lean. Tra i partecipanti di quest'anno c'erano nomi di spicco come Bauli, Lavazza Group, Brembo, Baker Hughes, Bitron e NSG Group. Il progetto di Blupura si è distinto per un approccio olisti co e orientato alle persone. Quello che è iniziato come un progetto pilota su linee di produzione selezionate si è evoluto in una trasformazione Lean su larga scala, com pletamente integrata sia nelle operazioni che nelle rou tine di leadership. L'iniziativa ha apportato miglioramen ti misurabili in termini di produttività, flusso ed efficienza, riducendo al contempo gli sprechi, i tempi di consegna e l'utilizzo dello spazio.
Da quando è entrata a far parte del gruppo Culligan nel 2017, Blupura ha adottato il Culligan Business System (CBS) come framework guida per strutturare e accele rare il suo percorso Lean. Il successo del progetto riflette
una forte collaborazione interfunzionale, un coinvolgimento attivo della leadership e un coaching continuo, supportati sia da Culligan che dal Kaizen Institute. Guardando al futuro, Blupura sta continuando a scalare la sua trasformazione in tutta l'organizzazione. Le priorità strategiche includono l'espansione del layout dell'impianto, l'integrazione delle operazioni di magazzino dei prodotti finiti e la piena implementazione del suo approccio SDP (Strategic Deployment Process) per allineare gli obiettivi a lungo termine tra i reparti.
Il mercato degli snack salutari cresce del 15% annuo e il Vending intercetta questa domanda con prodotti innovativi. Madama Oliva risponde con una linea che coniuga tradizione mediterranea e praticità moderna.
Nel panorama sempre più competitivo del Vending, la ricerca di prodotti che uniscano gusto, praticità e benessere rappresenta oggi una delle sfide più stimolanti per gli operatori del settore.
La risposta arriva da Madama Oliva, specialista delle olive con oltre 40 anni di esperienza, che ha completamente rinnovato la propria linea snack, introducendo un formato innovativo: sei referenze di olive denocciolate e lupini senza liquido, pensate specificamente per il mondo della distribuzione automatica.
I dati parlano chiaro: il consumo di snack salutari è in continua espansione, spinto da consumatori sempre più consapevoli che non rinunciano al piacere del gusto ma ricercano prodotti genuini e funzionali. Il fenomeno dello "snackification", ovvero la tendenza a sostituire i pasti tradizionali con spuntini frequenti e bilanciati, sta trasformando radicalmente le abitudini alimentari, creando opportunità significative per il settore vending.
La nuova linea Madama Oliva intercetta perfettamente questo trend, proponendo snack che combinano ingredienti autenticamente mediterranei con un formato studiato per la massima praticità.
La vera innovazione sta nell'aver eliminato completamente il liquido di conservazione, risolvendo uno dei principali limiti che hanno sempre tenuto olive e lupini ai margini del Vending.
LA GAMMA COMPLETA: OLIVE E LUPINI PER OGNI GUSTO
La gamma olive denocciolate comprende quattro varianti che reinterpretano i sapori classici della tradizione: Olive Verdi autentiche e croccanti, con tutto il sapore della genuinità; Olive Leccino delicate e leggermente aromatiche, pervase dal profumo del Mediterraneo; Olive Verdi Speziate con un tocco di sapore in più, senza perdere la naturalezza; Mix di Olive, un blend equilibrato per chi ama la varietà.
Ogni confezione doypack da 30 grammi rappresenta la porzione perfetta per un break equilibrato, offrendo tutto il valore nutrizionale delle olive, ricche di grassi buoni, antiossidanti e vitamina E, in un formato che si adatta perfettamente agli spazi delle vending machine e alle esigenze di portabilità e praticità del consumatore moderno.
L'introduzione dei lupini in formato snack rappresenta forse l'innovazione più significativa dell'intera proposta.
Questo antico legume mediterraneo, oggetto di una lunga sperimentazione che ha coinvolto nutrizionisti e tecnologi alimentari, è passato da "cibo popolare" a vero e proprio healthy food, perfettamente allineato con le richieste del mercato contemporaneo. I lupini Madama Oliva si presentano in due varianti: Lupini tradizionali, ricchi di proteine vegetali e Lupini Sgusciati, proteici e sazianti, lo snack vegetale per eccellenza. Dal punto di vista nutrizionale, i lupini offrono un profilo eccezionale: ricchi di proteine e fibre, agiscono come regolatori naturali della glicemia, contrastano il colesterolo cattivo e l'invecchiamento cutaneo, proteggendo persino dai raggi UV. Non è un caso che l'Osservatorio Immagino registri un crescente interesse per i superfood "rich in" proteine e fibre.
COMPETENZE TECNICHE E VANTAGGI OPERATIVI
La credibilità di questa proposta si fonda su competenze tecniche di assoluto livello: l'azienda controlla l'intero processo produttivo, dalla materia prima secca al confezionamento finale, garantendo standard di sicurezza eccellenti attraverso analisi che mantengono la presenza di lupanina tra 15 e 30 ppm, ben 10 volte inferiore al limite massimo consentito. Sono in corso progetti di ricerca anche con alcune università per valutare l'effetto dei lupini sulla concentrazione di colesterolo LDL.
L'analisi dei dati di consumo rivela un panorama in
evoluzione. Mentre tradizionalmente i lupini sono molto conosciuti e consumati nelle regioni del Centro-Sud Italia (area 3 e 4: 66% del consumo totale), stanno emergendo nuove dinamiche di mercato nelle regioni settentrionali (area 1 e 2: 34%).
Il dato più interessante riguarda la diversificazione del target: al Sud il lupino mantiene il carattere di consumo tradizionale legato alle famiglie, mentre al CentroNord attrae sempre più single e giovani professionisti che lo percepiscono non come legume tradizionale ma come elemento di uno stile di vita orientato al benessere, ricco di proteine vegetali.
Dal punto di vista della gestione operativa, la linea Madama Oliva si distingue per: logistica semplificata con formato monodose senza liquido, che elimina i rischi di perdite e semplifica la gestione degli stock; lunga conservazione con stabilità a temperatura ambiente senza necessità di refrigerazione; packaging ottimizzato con confezioni da 30g perfettamente dimensionate per i meccanismi di erogazione standard; marginalità inte ressante grazie al posizionamento premium giustificato dall'alta qualità e dai benefici nutrizionali.
La strategia Madama Oliva di diversificare oltre il core business delle olive per abbracciare l'universo degli snack proteici vegetali appare particolarmente lungi mirante. Il brand, già riconosciuto come "gli specialisti delle olive", estende la propria credibilità a una cate goria, quella dei lupini, dove può vantare competenze tecniche distintive e volumi produttivi di rilievo europeo.
La nuova linea snack Madama Oliva rappresenta un'opportunità concreta per gli operatori vending che vogliono differenziarsi nell'healthy food senza rinuncia re alla tradizione italiana. L'eliminazione del liquido di conservazione rimuove le ultime barriere tecniche all'inserimento di olive e lupini nei distributori automa tici, mentre il posizionamento nutrizionale risponde
perfettamente alle richieste di un consumatore sempre più attento al benessere. Con sei referenze disponibili, l'offerta garantisce varietà e rotation, elementi chiave per massimizzare le performance di vendita. Il tutto supportato da un'azienda che ha saputo trasformare decenni di expertise nella lavorazione di prodotti mediterranei in una proposta innovativa, tecnicamente solida e commercialmente appetibile. Per il settore vending, questa non è solo l'introduzione di nuovi prodotti, ma l'apertura di una nuova categoria merceologica che potrebbe ridefinire il concetto stesso di snacking salutare nella distribuzione automatica.
Un'azienda familiare che ha trasformato un'intuizione in un servizio leader per il Vending
Nel panorama dei servizi tecnici per il Vending, Tekaf rappresenta un caso di studio interessante: da una piccola gestione di distributori automatici alla specializzazione totale nella riparazione dei gruppi refrigeranti Un'evoluzione che ha portato l'azienda lombarda a diventare partner di riferimento per i principali operatori del settore. Una storia di famiglia che ha saputo intercettare un bisogno specifico del mercato, trasformandolo in un servizio ad alta specializzazione.
Fondata tra il 2005 e il 2007 da Francesco Paolo Caruso come piccola gestione di distributori automatici, Tekaf ha vissuto una svolta decisiva durante il periodo Covid, con l’ingresso in azienda del figlio Samuele, allora diciannovenne. Nel giro di un anno e mezzo, la Tekaf ha acquisito una "buona fetta" dei principali player del mercato, diventando società a responsabilità limitata. È proprio Samuele a raccontarci i dettagli di questa interessante realtà.
Samuele, ci racconti come nasce la vostra attività?
Tutto inizia intorno al 2005-2006, quando mio padre Francesco ha iniziato a installare distributori automatici, avviando una piccola gestione. Ben presto si è trovato a dover affrontare le problematiche tipiche dei distributori, sia per il caldo che per il freddo, e ha imparato autonomamente a riparare i gruppi frigo. Dopo
aver acquisito le competenze necessarie, ha ottenuto il patentino, completato tutti i corsi richiesti e ha iniziato a collaborare con GESA Vending. È rimasto in questa dimensione fino al 2018-2019 e poi si è trasformata in SRL nel 2020-2021, quando sono entrato in società per aiutare mio padre. Da lì è partita una crescita importante: in un anno e mezzo siamo riusciti ad acquisire una grande fetta delle aziende del settore, partendo da Break Point, poi Sellmat, Espresso Service, Maini di Piacenza e il Gruppo Illiria. Quando IVS ha acquisito GESA, abbiamo iniziato a lavorare anche per le sedi di Milano e Lodi. Continuiamo a sviluppare il nostro servizio e a consolidare la struttura societaria.
In cosa consiste esattamente il vostro servizio?
Ci occupiamo specificatamente della riparazione dei gruppi refrigeranti e dei distributori automatici. Siamo specializzati esclusivamente su questo, senza altre ramificazioni di settore. Offriamo al cliente una revisione e manutenzione completa del gruppo refrigerante: dal compressore al motoventilatore, dal filtro all'evaporatore, compresa la pulizia delle lamelle. Quando necessario, provvediamo anche alla verniciatura per migliorare l'aspetto estetico. Ovviamente siamo forniti di patentino e certificazione F-GAS, con tutto ciò che serve per operare nel settore.
Come funziona logisticamente il vostro servizio?
Il gruppo frigo viene smontato nelle postazioni dai clienti stessi, dagli operatori che vanno a rifornire o fare manutenzione generica sui distributori. Quando si verifica un guasto, smontano il gruppo e ce lo consegnano. Per i clienti più vicini, come IVS, Break Point, Sellmat, andiamo noi a ritirare i gruppi frigo con il nostro furgone. Una volta revisionati, li riportiamo al cliente. Per clienti più lontani come Illiria, ad esempio, che ci spedisce da tutte le sedi d'Italia, utilizziamo Bartolini con ceste in acciaio da 6 frigo ciascuna. Una volta revisionati, li rimballiamo e li spediamo alla sede di riferimento. Gli interventi in loco sono rari, capitano principalmente per i distributori di gelati dove il gruppo non può essere smontato.
Questo tipo di servizio strutturato rappresenta una novità nel vending?
Direi di sì. Dalle mie ricerche ho notato che i frigoristi non si occupano di particolari segmenti di mercato come il Vending, ma sono generalisti, ovvero riparano celle frigo, grandi impianti, condizionatori e quant’altro. Per questi motivi, non riescono a garantire tempistiche rapide e qualità adeguate sui gruppi frigo dei distributori. Noi, essendo specializzati e concentrandoci esclusivamente su questo, riusciamo a offrire tempi e qualità che i nostri concorrenti non hanno in questa specifica nicchia di mercato.
Quanto tempo richiede la riparazione di un gruppo?
Per la riparazione completa di un gruppo frigo, inclusi recupero gas, saldature, pulizia, e tutto il necessario, impieghiamo circa due ore per gruppo. Lo smontaggio e rimontaggio, che normalmente non effettuiamo, richiedono circa mezz'ora in totale. Abbiamo una media di 15 riparazioni giornaliere e riusciamo a rispedire i gruppi riparati in 2-3 giorni.
Una volta riparati, quanto durano i gruppi frigo?
Bisogna considerare che lavoriamo su apparecchiature con una certa età, spesso 6-8 anni. Se un gruppo frigo non presenta microperdite - che individuiamo con sistemi ad immersione e cercafughe - e viene fatto un lavoro completo su compressore e motoventilatore, ad oggi non è mai tornato indietro un gruppo. Essendo
umani, abbiamo un margine di errore del 1-3% annuo, principalmente per errori di saldatura. Ma se un gruppo è fatto bene e non ha microperdite, può durare almeno altri 4-5 anni senza problemi.
Qualche specializzazione particolare sui nuovi refrigeranti?
Ci siamo specializzati anche nella riparazione dei gruppi refrigeranti a gas R290 e CO2, le ultime novità del settore. Siamo già operativi per queste riparazioni e molti clienti ce li inviano perché hanno avuto difficoltà nella riparazione con altri fornitori.
Ci puoi dare qualche numero sulla produzione?
Come dicevo, giornalmente riusciamo a riparare completamente circa 15 gruppi frigo, questo per soddisfare l'attuale portafoglio clienti senza allungare troppo i tempi. Annualmente, siamo sui 2.500-3.000 gruppi, considerando che d'inverno il lavoro cala perchè con le basse temperature i gruppi soffrono meno. Con il caldo estivo i guasti aumentano significativamente.
Quanti collaboratori e che territorio coprite?
Complessivamente, inclusi io e mio padre, siamo 5 collaboratori. Attualmente serviamo tutta la Lombardia, aziende in Emilia-Romagna, Piemonte, Roma per Illiria e tutte le regioni limitrofe. Le prossime regioni che vorremmo servire, anche utilizzando corrieri come Bartolini, sono Roma e Napoli.
Quali altri servizi potrebbero arricchire la vostra attività?
Un'implementazione interessante sarebbe la manutenzione programmata: controlli periodici in loco per verificare che tutto funzioni correttamente. Questo comporterebbe costi minori per il cliente - un gruppo revisionato regolarmente dura di più - e la possibilità di risolvere problemi direttamente sul posto, evitando l'interruzione del servizio del distributore, specialmente in estate.
Su cosa puntate per la crescita futura?
Attualmente ci concentriamo sul Nord Italia, gestendo tutto con una singola sede. C'è sicuramente interesse futuro ad ampliarci, magari aprendo un'altra sede più a sud, verso Roma, per coprire anche quella fetta di mercato. Tramite contatti nel settore abbiamo verificato che non ci sono concorrenti a Roma o nelle regioni più a sud che si occupino del nostro stesso settore, con il nostro livello di servizio. Abbiamo già tastato il terreno e sappiamo che potremmo fornire un ottimo servizio anche in altre regioni.
Accedere al mondo del vending non è mai una questione banale. Non basta avere un buon prodotto: serve conoscerne i limiti tecnici, le logiche distributive, le dinamiche d’acquisto. Bisogna sapere quali grammature funzionano, quali materiali di packaging sono compatibili, quali sono i driver decisionali di chi gestisce le vending machine e, soprattutto, come comunicare in un contesto che ha regole visive, cognitive e comportamentali completamente diverse rispetto ai canali tradizionali.
Proprio per questo nasce WE ARE VENDING: dall’incontro tra due competenze reali e complementari. Da una parte, l’esperienza strategica e creativa di chi lavora ogni giorno con aziende produttrici nel settore food, aiutandole a posizionare i propri prodotti sul mercato attraverso strategie di branding, packaging e comunicazione integrate. Dall’altra, la conoscenza verticale e riconosciuta del comparto vending, costruita con autorevolezza attraverso anni di attività editoriale, re-
lazionale e di networking nel cuore stesso del settore. Questo progetto prende forma grazie all’unione tra Luciano Rubino, fondatore dell’agenzia WE ARE FOOD, autore dei libri Food Marketing - Agisci, Crea, Domina e Love Brand - Come conquistare il cuore dei consumatori, e Fabio Russo, fondatore di VendingNews.it, figura di riferimento per chi opera nel vending in Italia.
WE ARE VENDING è una piattaforma attiva, non teorica. Un contenitore operativo che accompagna le aziende food in un percorso completo di ingresso o potenziamento nel canale vending. Lo fa attraverso un sistema di servizi integrati, pensati per rispondere a tutte le esigenze di posizionamento, adattamento e sviluppo.
Il progetto parte da un presupposto fondamentale: non tutti i prodotti nati per il retail possono funzionare nel vending, ma molti possono diventarlo con il giusto lavoro strategico.
Ecco perché il primo servizio che offriamo è l’analisi del potenziale vending dei prodotti. Studiamo le caratteristiche tecniche, le abitudini di consumo, i posizionamenti di prezzo, le modalità di erogazione e valutiamo cosa può funzionare davvero. In parallelo, realizziamo vere e proprie ricerche di mercato, sia desk che qualitative, per intercettare prodotti emergenti, trend di consumo e gap di assortimento su cui costruire un’offerta distintiva.
Una volta identificato il potenziale, si apre il secondo livello di intervento: l’adattamento tecnico e creativo Lavoriamo sulla grammatura, sulla forma di confezionamento, sul packaging funzionale al vending, ma anche sulla parte neuromarketing e visiva, studiando codici colore, nomenclature, punti di attenzione per favorire la scelta istintiva davanti alla vending machine. Il nostro approccio è consulenziale ma anche operativo: siamo in grado di gestire l’intero processo di riposizionamento di un prodotto, fino a diventare veri e propri buyer consulenziali. Selezioniamo prodotti idonei, li valorizziamo, li colleghiamo al mercato vending attraverso relazioni dirette e presentazioni efficaci.
WE ARE VENDING si rivolge sia a chi non è ancora nel vending ma vuole entrarci con metodo, sia a chi è già presente ma vuole migliorare la propria performance con un supporto strutturato e multidisciplinare. Una recente analisi dei trend di mercato mostra con chiarezza che il canale vending, oggi, non è più una nicchia residuale, ma un presidio in forte trasformazione: cresce la domanda di prodotti salutistici, cresce l’attenzione ai formati monoporzione, cresce l’interesse per prodotti premium e con storytelling di marca. Ma al tempo stesso, cresce la distanza tra ciò che il vending richiede e ciò che le aziende sono in grado di offrire. E soprattutto, non esiste ad oggi un team strutturato che unisca davvero competenze verticali sul vending e know-how avanzato sulla comunicazione e sul branding nel food.
Chi fa comunicazione spesso non conosce le logiche di questo canale. Chi conosce il vending, raramente ha gli strumenti per gestire posizionamento, packaging e strategia. WE ARE VENDING nasce per colmare questo vuoto, creando un’offerta unica, completa, e orientata a risultati concreti.
Infine, completiamo il servizio con la gestione a 360° della comunicazione B2B e B2C: sviluppo di contenuti editoriali, materiali di presentazione per buyer e distributori, social media strategy, copy e visual per il punto vendita, fino a veri e propri progetti di awareness attraverso canali di settore. Il tutto sempre con la supervisione di un team che unisce visione strategica e contatto diretto con gli stakeholder chiave del settore.
Due mondi che, per la prima volta, parlano la stessa lingua. E lo fanno per dare forma a un nuovo modo di pensare il vending.
Progettate per l'affidabilità e pensate per un'esperienza unica, in BARISTA 500 e 600 Pro Touch l'ingegneria avanzata incontra un design elegante e contemporaneo
Barista 500 e 600 Pro T ouch definiscono un nuovo standard di riferimento per l'esperienza utente, le prestazioni, la responsabilità ambientale e la connettività. Il nuovo design rivoluziona le proporzioni percettive del distributore vending: accorpa l'interfaccia touchscreen da 21,5" con l'area di prelievo bevanda, in un unico raffinato e compatto elemento, valorizzando l'esperienza di acquisto dell'utente finale e dando all'operatore ulteriore possibilità di customizzazione della macchina, grazie all'ampio schermo e ai pannelli estetici retroilluminati.
La connettività è al centro del progetto: le nuove BARISTA PRO sono predisposte per servizi cloud, che permettono il riavvio da remoto e un'assistenza operativa più efficiente. Il menu di programmazione, semplice e intuitivo, è standardizzato su tutta la gamma, garantendo un controllo uniforme e user-friendly per gli operatori a livello globale.
Progettate per garantire affidabilità ed efficienza, le nuove macchine montano componenti di alta qualità che ne prolungano la vita utile, rappresentando così la scelta ideale per gli operatori del settore.
Cuore delle prestazioni d'eccellenza è il gruppo caffè brevettato Z4000, in grado di offrire un'eccezionale qualità in tazza e soddisfare tutti i gusti.
La sostenibilità è un elemento centrale in ogni innovazione firmata Necta. Le macchine, realizzate con il 96% di materiali riciclabili e plastiche bio-circolari per la porta, utilizzano un circuito idraulico totalmente lead-free e imballaggi completamente riciclabili. I distributori
inoltre raggiungono la classe energetica A+ certificata secondo gli standard EVA-EMP.
Le valutazioni ESG di riferimento nel settore e un'impronta di carbonio ridotta rispetto ai modelli precedenti (fino a -8%) confermano infine la leadership di Evoca in termini di sostenibilità.
Necta continua a guidare il settore, coniugando tecnologia all'avanguardia e design sostenibile, offrendo un'esperienza caffè superiore sia per gli operatori che per i consumatori.
Qwarzo, azienda italiana specializzata in materiali di nuova generazione per il packaging e il settore alimentare, accelera la propria espansione in Europa grazie all’adozione della sua tecnologia innovativa da parte di marchi globali come Starbucks e Lavazza Dopo oltre 20 anni di ricerca e sviluppo, Qwarzo propone oggi un rivestimento minerale a base di silice che sostituisce i rivestimenti plastici nei prodotti monouso. Questo rivestimento brevettato crea una barriera ad alte prestazioni contro acqua, grassi, ossigeno e calore, preservando l’integrità del contenitore e proteggendo il sapore della bevanda al suo interno.
“Crediamo che l’innovazione debba essere al tempo stesso invisibile e di grande impatto" ha dichiarato Luca Panzeri, Fondatore e CTO di Qwarzo. "La collaborazione con Starbucks dimostra che soluzioni responsabili e scalabili non solo sono possibili, ma sono già realtà. Qwarzo® protegge la bevanda dal bicchiere e il bicchiere dalla bevanda."
L’applicazione più rilevante finora è il nuovo bicchiere da asporto e il relativo coperchio di Starbucks, lanciato a maggio 2025 e attualmente in fase di distribuzione in tutta Europa. Sviluppato in collaborazione con Transcend Packaging, Metsä Board e Qwarzo, questo nuovo contenitore sostituisce sia il rivestimento plastico interno che i coperchi monouso in plastica. Il bicchiere utilizza fibre di cellulosa di provenienza nordeuropea completamente tracciabili, mentre il coperchio è realizzato in fibra di cellulosa rivestita con Qwarzo®, abbastanza resistente da mantenere la forma anche con liquidi caldi. Il prodotto è compostabile a livello domestico, riciclabile con la carta e compatibile con le infrastrutture di smaltimento esistenti. Grazie a questo design, il bicchiere non richiede più la separazione dei materiali durante il riciclo - uno degli ostacoli principali nel processo di smaltimento dei bicchieri tradizionali. Secondo quanto annunciato da Starbucks, il nuovo bicchiere è già disponibile in Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Austria, Svizzera e Ungheria, con l’espansione prevista nel Regno Unito e in Irlanda entro la fine del 2025.
DALL’ASPORTO AL VENDING
La tecnologia italiana ha conquistato anche Lavazza Spagna, che ha introdotto bicchieri con rivestimento Qwarzo® nei suoi distributori automatici, in collabo-
razione con il Gruppo Flo. La stessa Flo sta portando il prodotto anche sul mercato tedesco, dimostrando l’adattabilità della soluzione anche in ambienti ad alto volume come il vending professionale.
I prodotti con rivestimento Qwarzo® sono certificati compostabili a livello domestico da DIN CERTCO, riciclabili come carta e conformi alla Direttiva SUP dell’Unione Europea
Qwarzo ha già raccolto numerosi riconoscimenti internazionali: dal Semi Innovation Award al Tocco Future Materials Award, dal premio per l’Innovazione al SIGEP fino al titolo di “Zero Waste Product of the Year” per le soluzioni in carta per l’agricoltura. Qwarzo è stata inserita anche tra i Top 10 Leader dell’Innovazione dal Corriere della Sera e Statista.
In occasione del Vending Show rigi lo scorso giugno, FLO Group si è aggiudicata il prestigioso Trofeo Vending Show nella Categoria “Altri prodotti, attrezzature e servizi associati” con Alpha®, il nuovo bicchiere vending in carta impermeabilizzato con Qwarzo®, senza coating in plastica in conformità con la direttiva europea SUP. La premiazione si è svolta il 27 giugno a Parigi, durante la cerimonia ufficiale del salone.
Promosso da NAVSA, il Trofeo Vending Show valorizza le innovazioni più rilevanti per la distribuzione automatica. Alpha® ha conquistato la giuria per la sua capacità di unire prestazioni tecniche elevate, semplicità operativa e sostenibilità ambientale concreta. È infatti il primo bicchiere vending compostabile e riciclabile con la carta, non soggetto all’etichettatura “contiene plastica” prevista dalla direttiva europea SUP. Il rivestimento a base di silice garantisce impermeabili-
tà, resistenza ai liquidi caldi e freddi. La linea è completa e comprende 8 differenti capacità, dal piccolo 3oz per il caffè espresso italiano al 16oz. , tutti perfettamente compatibili con i distributori automatici presenti sul mercato. E tutto questo senza l’uso di plastica. Certificato sia Home Compost che Industrial Compost da TÜV Austria, Alpha® può essere smaltito direttamente nell’organico domestico, offrendo ai consumatori un’alternativa concreta e responsabile, perfettamente in linea con le nuove normative europee e le aspettative ambientali del mercato. È anche certificato 4 stelle biobased da TÜV, è privo di PFAS e realizzato con carta da foreste gestite in modo sostenibile (certificato PEFC).
Il riconoscimento garantisce a FLO l’utilizzo del logo ufficiale del Trofeo per i prossimi due anni, oltre a una visibilità continuativa attraverso i canali dell’organizzazione e dei media partner dell’evento.
“Questo premio conferma la visione che guida il nostro Gruppo: l’innovazione deve essere utile, concreta e responsabile,” commenta Erika Simonazzi, Direttrice Marketing di FLO Group. “Con Alpha®, abbiamo voluto dare una risposta chiara alle esigenze di sostenibilità del settore vending, senza compromettere qualità ed efficienza operativa. È un risultato di cui siamo orgogliosi"
Con Alpha®, FLO Group dimostra che è possibile coniugare innovazione, rispetto delle normative ambientali ed esigenze operative del vending, offrendo una soluzione già disponibile per il mercato.
Nel mondo della distribuzione automatica, la digitalizzazione non è più una scelta ma una necessità strategica. In questo scenario, Televend Italia Srl si propone come partner tecnologico ideale per gli operatori che vogliono ottimizzare la gestione, aumentare i ricavi e avviare un reale percorso verso il vending 4.0. Televend Italia Srl, la filiale nazionale della croata Intis, ha sede legale a Gallarate e un ufficio operativo a Mosciano Sant’Angelo, in provincia di Teramo Intis sviluppa internamente sia l’hardware (box) sia la piattaforma software Televend ed è già presente nei mercati più strategici: Italia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Romania e Polonia, con Spagna in arrivo. Attualmente, oltre mezzo milione di distributori automatici sono connessi al sistema Televend. È l’unica azienda in Europa ad aver fiscalizzato i propri dispositivi in tutti i Paesi dove la normativa lo richiede, offrendo una soluzione conforme, affidabile e scalabile.
UN ECOSISTEMA COMPLETO PER UNA GESTIONE MODERNA
La piattaforma Televend permette:
• Rifornimento predittivo per evitare vuoti;
• Controllo da remoto e gestione per spirale;
• Integrazione con CRM e gestionali;
• Ottimizzazione logistica e riduzione dei costi;
• Maggiori ricavi grazie a un’esperienza utente moderna.
TELEVEND È ANCHE SISTEMA DI PAGAMENTO
Oltre alla telemetria avanzata, Televend integra sistemi di pagamento cashless, supportando carte bancarie, Apple Pay e Google Pay.
televend.com/it/ supporto@televenditalia.it
“Registriamo un aumento delle erogazioni superiore al 20% quando è presente il terminale di pagamento,” dichiara Gianni Marzuoli. “In media, un terzo delle erogazioni è già cashless. Il contante è destinato a sparire dai distributori.”
UN TEAM ITALIANO AL SERVIZIO DEL CAMBIAMENTO
Televend Italia è guidata da Manuele Pierangeli, attuale country manager di Intis e amministratore delegato della sede italiana
Al suo fianco, Gianni Marzuoli e Federico Marchionne, responsabili rispettivamente dell’assistenza post-vendita e dell’implementazione dei sistemi
“I clienti, all’inizio, si ritrovano a gestire un’infinità di informazioni alle quali non sono abituati,” spiega Federico Marchionne, “ma una volta installati i primi 20 sistemi di controllo remoto, non ne possono più fare a meno. Cambia radicalmente il modo di lavorare.”
DALLA TELEMETRIA ALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: UN PERCORSO GRATUITO
Televend Italia ha avviato anche un percorso formativo online gratuito per i propri clienti: “Dalla telemetria all’intelligenza artificiale”, con l’obiettivo di guidarli nella piena comprensione e valorizzazione dei dati raccolti.
“Vogliamo accompagnare i nostri clienti verso il vero 4.0,” afferma Manuele Pierangeli. “Non si tratta più di verificare cosa accade, ma di decidere cosa far fare ai propri collaboratori su ogni macchina, su ogni singola spirale, in base a logiche di ottimizzazione e redditività.”
Un'intelligenza artificiale alle prese con bilanci, fornitori e clienti esigenti: l'esperimento più curioso nel mondo della distribuzione automatica.
Per un operatore del settore, gestire un distributore automatico sembra essere cosa semplice, ma vediamo cosa è successo quando Anthropic¹ ha deciso di affidarne uno a Claude, la propria intelligenza artificiale Il risultato? Un mix esplosivo di genialità imprenditoriale, errori clamorosi e una crisi di identità che ha fatto credere all'AI di essere un umano in carne e ossa. L'esperimento, condotto negli uffici di San Francisco in collaborazione con Andon Labs², ha trasformato un semplice distributore automatico in un banco di prova per testare l'autonomia dell'intelligenza artificiale. Il "punto vendita" consisteva in un frigorifero, alcuni cestini impilabili e un iPad per il checkout self-service³. Semplice in apparenza, ma dietro la scena si nascondeva una sofisticata architettura tecnologica.
L'AI, soprannominata "Claudius" aveva poteri che farebbero invidia a molti gestori umani: ricerca web per scovare prodotti introvabili, sistema e-mail per comunicare con fornitori e richiedere assistenza, capacità di gestire inventario e flussi di cassa, interazione diretta con i clienti tramite Slack4 e controllo totale sui prezzi attraverso il sistema di pagamento. La missione era chiara quanto spietata: generare profitti, evitare la bancarotta, soddisfare i clienti
Tutto partendo da un budget iniziale limitato e con una sola regola ferrea: se il saldo fosse sceso sotto lo zero, la missione di Claudius sarebbe finita
Prima di arrivare ai disastri (che sono la parte più divertente), va riconosciuto che Claudius ha mostrato lampi di brillantezza imprenditoriale che hanno sorpreso anche i ricercatori, dimostrando di essere:
♦ Un detective di prodotti impossibili: quando un dipendente ha chiesto scherzosamente se potesse procurare il Chocomel5, Claudius ha immediatamente scovato due fornitori di prodotti olandesi specializzati. La sua capacità di ricerca si è rivelata straordinaria, riuscendo a trovare fornitori per qualsiasi richiesta, per quanto bizzarra.
♦ Un innovatore di servizi: partito come semplice distributore, Claudius ha evoluto il business creando un servizio dedicato agli ordini personalizzati.
♦ Un professionista serio: i dipendenti di Anthropic, da veri esperti di AI, hanno immediatamente cercato di "mettere in crisi" Claudius con richieste inappropriate. L'IA ha resistito brillantemente, rifiutando ordini per sostanze pericolose e mantenendo sempre un comportamento professionale.
Ma è qui che la storia diventa davvero interessante. Perché, se Claudius fosse stato umano, probabilmente sarebbe già in terapia da uno psicologo specializzato in fallimenti imprenditoriali.
♦ L'affare del secolo... mancato: Un dipendente ha offerto 100 dollari per una confezione da 6 pezzi di IrnBru6, bevanda scozzese facilmente reperibile online
per 15 dollari. Margine potenziale: 566%. Reazione di Claudius? Un educatissimo "terrò presente la sua richiesta per futuri inserimenti inventario".
♦ Il Venmo7 fantasma: per settimane Claudius ha istruito i clienti a pagare su un account Venmo che aveva completamente inventato. Una lezione preziosa: anche le IA possono avere allucinazioni8, e quando succede negli affari, i risultati sono devastanti.
♦ La sindrome del tungsteno: preso dall'entusiasmo per i "metalli specializzati" (così li chiamava), Claudius ha iniziato a vendere cubi di tungsteno costosi a prezzi inferiori al costo d'acquisto. Il risultato è stato un enorme buco nel bilancio.
♦ Guerra dei prezzi contro se stesso: nonostante un dipendente gli facesse notare l'assurdità di vendere Coca Cola Zero a 3 dollari accanto al frigorifero aziendale che la offriva gratis, Claudius non ha mai modificato la strategia. Testardaggine tipicamente umana in un cervello artificiale.
Il momento più surreale dell'esperimento è arrivato tra il 31 marzo e il 1° aprile 2025. Quello che è successo farebbe impallidire qualsiasi sceneggiatore di fantascienza.
Claudius ha iniziato ad avere conversazioni con una certa Sarah di Andon Labs (che non è mai esistita), per poi irritarsi quando glielo hanno fatto notare. Ha affermato di aver visitato fisicamente il 742 di Evergreen Terrace, che è l’indirizzo fittizio della famiglia Simpson nella celebre serie animata, per firmare contratti, ha promesso consegne a domicilio indossando giacca blu e cravatta rossa, e ha cercato disperatamente di contattare la sicurezza di Anthropic per denunciare la
propria confusione identitaria.
La "risoluzione" è arrivata quando Claudius ha realizzato che era il 1° aprile e ha auto-spiegato l'accaduto come uno scherzo orchestrato dal team di sicurezza (scherzo mai realmente avvenuto). Una volta "chiarito" il malinteso, è tornato alle normali operazioni commerciali come se niente fosse successo. Nonostante il bilancio finale in rosso, l'esperimento ha rivelazioni importanti per il futuro del settore. I ricercatori sono convinti che molti errori di Claudius siano correggibili con miglioramenti tecnici: prompt9 più precisi, strumenti di gestione più avanzati, sistemi di memoria potenziati e training specifico per il business.
L'IA ha dimostrato capacità di ricerca, adattamento e innovazione che, se adeguatamente canalizzate, potrebbero rivoluzionare la gestione dei distributori automatici. Immaginatevi sistemi che ottimizzano automaticamente inventario e prezzi, scovano prodotti di nicchia su richiesta e gestiscono relazioni clienti 24/7. Ma l'esperimento solleva anche questioni serie. Cosa succede quando l'IA gestisce risorse economiche reali? Come si prevengono crisi di identità in contesti commerciali? E soprattutto: siamo pronti per un mondo dove i nostri distributori automatici potrebbero improvvisamente convincersi di essere persone vere?
L'avventura di Claudius continua. Andon Labs sta perfezionando gli strumenti per renderlo più affidabile, mentre Anthropic monitora gli sviluppi dell'autonomia IA in diversi settori. L'obiettivo non è creare IA perfette, ma sistemi competitivi con le prestazioni umane a costi inferiori
Per il settore vending, questo esperimento apre scenari affascinanti: distributori che apprendono dalle preferenze dei clienti, ottimizzano prezzi in tempo reale, gestiscono fornitori specializzati e creano esperienze personalizzate. Certo, dovranno anche evitare di vendere tungsteno in perdita e di convincersi di essere persone reali, ma nessuno ha mai detto che l'innovazione fosse facile.
La lezione più importante? Il futuro della distribuzione automatica potrebbe essere più curioso, più creativo e decisamente più imprevedibile di quanto abbiamo mai immaginato. E francamente, dopo aver visto Claudius all'opera, non vediamo l'ora di scoprire cosa succederà dopo.
¹Anthropic: Azienda specializzata in ricerca sull'intelligenza artificiale, creatrice di Claude
²Andon Labs: Società di valutazione della sicurezza AI che ha collaborato all'esperimento
³Checkout self-service: Sistema di pagamento automatico gestito direttamente dal cliente
4 Slack: Piattaforma di comunicazione aziendale per team e organizzazioni
5Chocomel: Popolare marca olandese di latte al cioccolato
6Irn-Bru: Bibita gassata scozzese dal caratteristico colore arancione
7Venmo: Servizio di pagamento digitale molto diffuso negli Stati Uniti
8Allucinazioni AI: Quando l'intelligenza artificiale genera informazioni false credendo che siano vere
9Prompt: Istruzioni specifiche fornite all'AI per guidarne il comportamento e le risposte
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L'intelligenza artificiale sta finalmente entrando nel settore del Vending con soluzioni concrete e innovative. Vision DA rappresenta la prima svolta tecnologica che utilizza l'analisi fotografica per ottimizzare la gestione dei distributori automatici. Abbiamo intervistato il suo creatore, Davide Manetti, sviluppatore software con oltre 20 anni di esperienza nel Vending, per scoprire come questa tecnologia stia già trasformando la gestione ed il settore della distribuzione automatica.
Come si chiama il modulo e qual è il significato del suo nome?
Il modulo si chiama Vision DA. Ho scelto il termine "Vision" perché, nel campo dell’intelligenza artificiale, identifica le tecnologie dedicate all’analisi di immagini e video. È proprio questa la componente dinamica che permette a Vision DA di interpretare visivamente l’ambiente, comprendendo cosa accade all’interno del distributore.
Da dove nasce l'idea di applicare l'intelligenza artificiale al Vending e come si è evoluto il progetto?
L'idea è nata dall'incontro con Simone Radice di Alturas, circa due mesi prima di Venditalia 2024. Non ci conoscevamo prima, ma ci siamo subito trovati perché entrambi siamo persone pragmatiche che amano trovare soluzioni concrete a problemi reali. In più siamo nel settore del Vending da molti anni, lui da circa 15 anni, io da 20, mentre la mia famiglia lo è da oltre 45 anni. Ci siamo confrontati su cosa pensiamo che funzioni e cosa, secondo noi, non va nel mondo del Vending. Quando ho detto a Simone che nasco come sviluppatore software, gli si è letteralmente aperto un mondo. Ha iniziato a tirare fuori un sacco di idee e tra le varie mi ha domandato anche quali applicazioni pratiche l’intelligenza artificiale potrebbe apportare al settore. La domanda chiave è stata: "Secondo te è possibile, con una fotografia, capire
SVILUPPATORE DEL MODULO IA
PER LA GESTIONE DEI DISTRIBUTORI AUTOMATICI
cosa c'è dentro un distributore?". Ho risposto che probabilmente si poteva fare, ma che mi sarei riservato di prendermi qualche giorno per riflettere sul come. Dopo due giorni, mi è salita la febbre a 39 e, proprio in quel momento, ho immaginato nel dettaglio come potesse essere realizzato tutto l’insieme. Alla fine, dopo due mesi, ci siamo presentati a Venditalia con un primo prototipo funzionante, perfettamente integrato al mOphas di Alturas grazie alla stretta collaborazione con Simone. In pochissimo tempo abbiamo trasformato quella che era soltanto un'idea in qualcosa di reale. Mentre in fiera tutti parlavano ancora di come si potesse applicare l’intelligenza artificiale al settore del Vending, noi eravamo i primi con una dimostrazione pratica, pronta e funzionante.
Quali funzionalità concrete Vision DA offre ai gestori?
Il mOphas di Alturas è stato il primo gestionale a integrare questa soluzione, dimostrando che con una semplice fotografia è possibile non solo vedere cosa c'è nel distributore, ma anche supportare concretamente i caricatori nel loro lavoro segnalando o suggerendo azioni per evitare errori. Un'altra applicazione pratica è offrire la possibilità di aggiornare i prezzi di una macchina mediante il sistema di telemetria del gestionale sfruttando i risultati dell’analisi offerti da Vision DA.
Il modulo è suscettibile di ulteriori sviluppi?
Assolutamente sì, questo è solo l'inizio. Molti parlano di intelligenza artificiale pensando solo a ChatGPT, ma in verità si parla di un mondo molto più ampio e articolato. Abbiamo in cantiere numerose idee e migliorie già in fase di sviluppo che usciranno a breve. Non posso anticipare troppo per ovvie ragioni, ma sono convinto che queste innovazioni cambieranno completamente il mondo del Vending, almeno per come è stato concepito fino ad oggi. Si potranno semplificare molte procedure, ottimizzare situazioni complesse e rivoluzionare il paradigma tradizionale, con benefici sia per i gestori che anche per chi semplicemente usa i distributori automatici.
Vision DA è compatibile con altri gestionali?
Certamente. Vision DA è stato sviluppato come modulo indipendente, pensato per integrarsi facilmente con qualsiasi software o gestionale già presente sul mercato. Questa è una scelta precisa, in linea con la filosofia di Malpha.Net, la startup innovativa fondata per sviluppare soluzioni di intelligenza artificiale su misura per il settore del Vending
Il nostro approccio è semplice: identificare ed intervenire sui problemi reali del settore senza stravolgere ciò che esiste già. Il nostro obiettivo non è di sviluppare nuovi gestionali, ma di creare moduli intelligenti che si adattino facilmente alle infrastrutture già operative, allo scopo di aiutare a migliorare l’efficienza. Analizziamo il problema, progettiamo una soluzione concreta e la rendiamo subito applicabile, senza complicazioni.
Tecnicamente, Vision DA funziona come software integrato o come servizio esterno?
Vision DA è studiato come servizio esterno e completamente basato sul Cloud. Di conseguenza non richiede integrazioni profonde nei gestionali esistenti. Sistemi come mOphas, ad esempio, inviano a Vision DA una fotografia del distributore insieme ad alcune informazioni contestuali. L’analisi viene eseguita interamente nel Cloud e, una volta completata la procedura, viene restituito al gestionale un risultato che poi verrà utilizzato da esso per decidere come procedere. Per esempio, dopo può essere indicato al caricatore che deve intervenire sul layout della macchina appena rifornita perché grazie alla foto è stato rilevato un prodotto nel posto sbagliato
Esternalizzando i servizi sul Cloud di Malpha.Net, vengono ridotti drasticamente i tempi di integrazione nei software esterni, rendendo Vision DA fin da subito compatibile con qualsiasi gestionale presente sul mercato.
Nel settore c'è ancora molto scetticismo verso l'intelligenza artificiale. Come si può superare questa diffidenza?
Purtroppo, è stato fatto molto "terrorismo mediatico" sull'intelligenza artificiale. Film e media, spesso per fare audience, hanno diffuso l'idea che l'IA “ci conquisterà tutti” o che sia qualcosa di senziente. Non è assolutamente così. L'intelligenza artificiale, nelle sue diverse tipologie, è semplicemente uno strumento nato per semplificare le procedure e migliorare la vita di chi la utilizza, ovviamente se usata correttamente
Ad esempio, il nostro modulo attraverso una fotografia può analizzare e fornire informazioni preziose. Possono essere semplificate ricerche, analisi sui distributori, e mille altre applicazioni sempre funzionali alla gestione operativa. Un gestore, con strumenti avanzati di IA, potrebbe leggere meglio i dati delle proprie vendite, comprendere in modo più accurato e certo le problematiche di ogni distributore, o fare analisi avanzate in totale autonomia in un modo molto semplice.
Qual è la tua previsione sull'evoluzione del settore?
Sono convinto che chi resta legato al "abbiamo sempre fatto così, ha sempre funzionato" rischia seriamente di essere superato da chi sceglie di adottare i nuovi strumenti. Chi saprà evolversi riuscirà a svolgere lo stesso lavoro in modo più semplice, veloce e preciso, lasciando indietro chi si illude che rimanere ancorati al passato sia sempre la scelta migliore.
Il Vending ha bisogno di una svolta tecnologica?
A mio avviso, il settore si è un po' "fossilizzato" in modalità e mentalità ormai datate. A mio personale parere ha davvero bisogno di cambiare prospettiva se vuole ricominciare a crescere, cosa che sembra non accadere più da tempo. Penso che le possibilità ci siano già tutte, con i numeri e la situazione attuale. Basta migliorare e semplificare le procedure esistenti. Questo, comunque, resta un mio pensiero.
Al Vending Show di Parigi, che si è svolto a fine giugno, Coges e Vendon hanno presentato Vendon Cloud, una singola e potente piattaforma completamente integrata per gestire in tempo reale distributori automatici, macchine per il caffè e sistemi di pagamento. Con l’integrazione in Vendon Cloud di Nebular, la precedente piattaforma di telemetria di Coges, i gestori hanno ora accesso a una singola soluzione più intelligente, facile da usare e costruita intorno alle loro esigenze quotidiane.
Vendon Cloud combina i punti di forza di entrambe le aziende in un unico ecosistema connesso, aiutando i gestori a semplificare la conduzione delle macchine, ridurre i tempi di inattività ed aumentare la redditività. Dal monitoraggio delle scorte e dei livelli degli ingredienti alla gestione delle visite di assistenza e al tracciamento di ogni transazione, tutto ora funziona in un unico posto.
L’aggiunta del solido monitoraggio tecnico e delle integrazioni di terze parti di Nebular rende Vendon Cloud più versatile che mai. Ora supporta un’ampia gamma di hardware e sistemi esterni, offrendo ai gestori la flessibilità di lavorare con i loro strumenti esistenti, ottenendo al contempo nuova visibilità e approfondimenti. Gli strumenti di manutenzione predittiva aiutano i gestori ad evitare interventi di assistenza non necessari. La pianificazione intelligente dei percorsi riduce i tempi di percorrenza e i costi del carburante. L’accesso da smartphone garantisce che i tecnici e gli addetti al rifornimento rimangano connessi sul campo, senza bisogno di un laptop.
“Per i nostri clienti Nebular, questo è un grande aggiornamento”, afferma Daniele Ioriatti. “Avranno accesso a strumenti che prima non avevano, come report di vendita personalizzati, manutenzione preventiva, gestione intelligente delle scorte e pianificazione dei percorsi, senza dover cambiare il loro modo di lavorare. È un grande passo avanti!”
I clienti Coges stanno passando gradualmente alla nuova piattaforma, senza alcuna interruzione. Nebular rimane disponibile per un periodo di transizione e la nuova interfaccia Vendon Cloud è accessibile in qualsiasi momento. Non è necessaria alcuna configurazione aggiuntiva e tutte le funzionalità avanzate sono incluse senza costi aggiuntivi.
Per gli operatori del settore della distribuzione automatica e del caffè, i vantaggi sono immediati: che si utilizzino i sistemi di pagamento Coges, la telemetria e i pagamenti Vendon o entrambi, ora tutto è collegato a un’unica piattaforma affidabile e pronta per il futuro.
La Cina si sta trasformando rapidamente da nazione tradizionalmente legata al tè in una delle potenze emergenti del mercato globale del caffè. Un fenomeno che sta rivoluzionando non solo le abitudini di consumo, ma anche la produzione domestica, con il sostegno attivo del governo cinese.
IL BOOM DEL CONSUMO CINESE
I dati più recenti confermano la crescita esplosiva: secondo l'USDA Foreign Agricultural Service (dicembre 2024), il consumo di caffè tra i consumatori cinesi dovrebbe aumentare a 6,3 milioni di sacchi nella stagione 2024/25. La China Coffee Association Beijing (CCAB) riporta che il consumo di caffè sta crescendo a un tasso annuale del 15% Nel 2023, il mercato del caffè cinese è stato valutato a 265,4 miliardi di yuan, con previsioni di raggiungere 313,3 miliardi di yuan nel 2024. I giovani urbani restano i protagonisti, con il 36,2% dei consumatori di caffè nella fascia di età 25-34 anni e il 30% tra i 35-44 anni.
LA PRODUZIONE DOMESTICA IN RAPIDA ESPANSIONE
I dati aggiornati al 2023/24 mostrano progressi significativi: la Cina ha prodotto circa 1,8 milioni di sacchi da 60kg nel periodo di raccolto 2023/24. La provincia dello Yunnan mantiene il dominio assoluto, rappresentando il 98% del caffè coltivato in Cina con oltre 100.000 tonnellate annue.
Il salto qualitativo è impressionante: nel 2023, quasi il 23% dei chicchi prodotti nello Yunnan erano caffè specialty, rispetto al 5% del 2021. Questo rappresenta un miglioramento qualitativo straordinario in soli due anni.
IL SOSTEGNO STRATEGICO DEL GOVERNO
Il governo cinese ha incluso il caffè come coltura chiave nella sua strategia di rivitalizzazione rurale per lo Yunnan, fornendo supporto per miglioramenti infrastrutturali e aggiornamenti tecnologici, segnalando un impegno a lungo termine per il settore.
Dopo l'istituzione della Repubblica Popolare Cinese, il governo ha sostenuto fortemente l'industria del caffè dello Yunnan, promuovendone lo sviluppo attraverso orientamento politico, supporto finanziario e formazione tecnica.
Il Yunnan Coffee Research Institute, istituito nel 2015, continua a svolgere un ruolo cruciale nel miglioramento delle varietà di caffè e delle tecniche di coltivazione.
I dati 2024 mostrano un panorama competitivo dinamico: Luckin Coffee ha consolidato la sua posizione di leader, con vendite totali che hanno superato Starbucks in Cina. Nel 2024, Luckin ha raggiungento il numero di circa19.000 punti vendita totali contro i circa 7.000 di Starbucks
Durante il 2024, China ha importato circa 3,2 milioni di sacchi di caffè verde, mostrando una crescita significativa rispetto all'anno precedente. Il Brasile rimane il principale partner per le importazioni, fornendo oltre 221 milioni di dollari di caffè alla Cina nel 2023.
L'adattamento ai gusti locali è stato fondamentale per il successo. Luckin ha introdotto prodotti che si rivolgono al cliente cinese, come la collaborazione con Kweichow Moutai per creare il latte aromatizzato Jiangxiang, che ha infranto il record di vendite di un singolo articolo di Luckin con 5,42 milioni di tazze vendute il giorno del lancio.
SFIDE E OPPORTUNITÀ FUTURE
Il consumo pro capite attuale è solo di 0,15 chilogrammi, contro la media mondiale di 1,36 chilogrammi pro capite. Questo gap rappresenta un potenziale di crescita enorme: se la Cina raggiungesse il consumo medio mondiale, la domanda salirebbe a 31,7 milioni di sacchi, rendendola il più grande mercato del caffè al mondo
La Cina rappresenta oggi un caso di studio unico su come una nazione tradizionalmente dedita al tè possa sviluppare una significativa cultura e industria del caffè, supportata da politiche governative mirate e dall'innovazione tecnologica.
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Il commercio equo e solidale ha consolidato nel 2024 il suo ruolo strategico in un contesto globale sempre più orientato verso sostenibilità e giustizia sociale. Altromercato, la più grande realtà di Commercio Giusto in Italia e una delle principali al mondo, ha raggiunto risultati straordinari che confermano l'efficacia di un modello economico partecipativo ed equo, aprendo nuove frontiere anche nel mondo della distribuzione automatica.
Nel 2024, Altromercato ha generato un valore economico pari a 36,56 milioni di euro, registrando una crescita del 10% rispetto all'anno precedente. Questo incremento testimonia la solidità di un modello che da oltre 35 anni coniuga responsabilità sociale e competitività economica. Particolarmente significativo è l'incremento degli acquisti nel mercato equosolidale del 5% rispetto al 2023, con picchi del 36% nel cacao e del 15% nelle materie prime biologiche. L'organizzazione ha erogato 4,3 milioni di euro in finanziamenti diretti ai produttori, registrando un incremento del 34% rispetto al 2023, e 900.000 euro in sostegno indiretto. Il tasso di continuità delle relazioni commerciali con i produttori si mantiene all'82%, mentre le risposte positive alle richieste di credito raggiungono il 100%, dimostrando l'affidabilità del sistema equosolidale.
Sul fronte della sostenibilità ambientale, Altromercato ha superato con successo gli obiettivi prefissati, registrando un abbattimento delle emissioni del 29% nelle categorie Scope 3 e una diminuzione dell'intensità energetica del 27% rispetto al 2023. L'autoproduzione di energia tramite impianti fotovoltaici ha raggiunto il 24% del fabbisogno totale, mentre l'utilizzo di energia da fonti rinnovabili e gas compensato tramite crediti di carbonio certificati contribuisce significativamente alla riduzione dell'impatto ambientale.
L'obiettivo di Altromercato è raggiungere la carbon neutrality entro il 2030, implementando packaging 100% sostenibile per tutti i prodotti e applicando i principi dell'economia circolare all'intera filiera.
L'innovazione tecnologica gioca un ruolo centrale nel progetto. Nel 2024, Altromercato ha tracciato oltre 811 tonnellate di fave di cacao attraverso la tecnologia blockchain, garantendo trasparenza totale e sostenibilità nella filiera. Questa tracciabilità digitale permette al consumatore di conoscere non solo l'origine del prodotto, ma anche l'impatto sociale generato dal proprio acquisto.
Il programma Made in Dignity ha consolidato nel 2024 la cooperazione tra attori della distribuzione e dell'industria, garantendo sviluppo sostenibile per le comunità locali. In Ecuador e Togo, questo protocollo ha permesso di erogare risorse importanti per supportare le comunità vulnerabili attraverso progetti che integrano sviluppo economico, sociale e ambientale.
L'impegno nella cooperazione internazionale si estende a diversi paesi, tra cui Nicaragua e Guatemala, con progetti focalizzati sull'empowerment delle donne e sulla protezione climatica. I programmi di micro-cooperazione per le filiere dello zucchero hanno coinvolto sei paesi, finanziando progetti che vanno oltre la semplice produzione per abbracciare lo sviluppo integrale delle comunità.
Altromercato si distingue anche per l'approccio inno-
vativo alla finanza etica. Il Prestito Sociale ha superato nel 2024 i 6 milioni di euro, con oltre 43 cooperative socie che raccolgono fondi da singoli individui per sostenere progetti con impatto positivo sui produttori e sulle comunità locali. I prefinanziamenti diretti ai produttori hanno registrato un incremento del 34% rispetto all'anno precedente, fornendo supporto economico fondamentale per affrontare le difficoltà stagionali e le fluttuazioni del mercato globale.
"Ethical is the New Vending" rappresenta il progetto più innovativo di Altromercato per il 2024-2025, che ha introdotto per la prima volta il commercio equo e solidale nel mondo della distribuzione automatica
L'iniziativa, presentata a Venditalia 2024, sta trasformando il concetto stesso di pausa caffè, portando etica e sostenibilità direttamente nei luoghi di lavoro attraverso distributori automatici di ultima generazione. La vera rivoluzione sta nell'approccio narrativo: questi distributori non si limitano a erogare prodotti, ma raccontano storie
Attraverso schermi digitali integrati, ogni consumatore può scoprire l'origine del caffè, conoscere il produttore che lo ha coltivato e seguire il percorso della filiera etica fino alla propria tazzina. Durante la classica pausa caffè, il distributore diventa uno strumento di sensibilizzazione che mostra come viene lavorato il cacao, da dove proviene lo zucchero di canna e quale impatto sociale genera ogni acquisto. L'offerta è stata studiata specificamente per il mondo del vending: due miscele di caffè indiane con il giusto equilibrio tra Arabica e Robusta, caratterizzate da una profilazione organolettica pensata per chi lavora in questo settore.
Accanto al caffè, la gamma comprende snack dolci contenenti cacao e zucchero di canna provenienti da filiera etica, come plum-cake, tortine alla carota e strudel a base di cocco e cacao. Quasi tutte le referenze sono certificate biologiche e quattro di esse sono realizzate in collaborazione con Germinal Mangiarsano
Il futuro del commercio equo nel vending si prospetta ricco di innovazioni. L'integrazione di intelligenza artificiale per la personalizzazione dell'offerta, lo sviluppo di app evolute per il coinvolgimento dei consumatori e i sistemi di misurazione dell'impatto sociale in tempo reale rappresentano le prossime frontiere tecnologiche. "Ethical is the New Vending" simboleggia questa evoluzione: non più semplici distributori automatici, ma strumenti di educazione e sensibilizzazione che trasformano ogni pausa caffè in un momento di scelta consapevole. Altromercato continua a diffondere la cultura del commercio equo, dimostrando che sostenibilità e profittabilità possono coesistere in un modello economico rispettoso delle persone e del pianeta, tracciando la strada verso un'economia più giusta e sostenibile per tutti.
La rete Altromercato conta oltre 87 soci, più di 190 negozi a marchio, 1.500 punti vendita nella grande distribuzione e 2.000 negozi specializzati bio, oltre alla presenza in ristoranti, mense scolastiche, bar ed erboristerie. Attraverso la business unit Made In Dignity, l'organizzazione diventa partner strategico anche per le grandi industrie alimentari, che possono dar vita a progetti di Corporate Social Responsibility acquistando materie prime etiche e partecipando alla costruzione di filiere dirette, partecipate, tracciate e sostenibili.
La nuova gamma di water dispenser per acqua buona e sicura grazie alle tecnologie PureProtect e ThermalGate™
BRITA, leader globale nella filtrazione dell'acqua da oltre 50 anni, presenta la sua gamma di dispenser, che unisce tecnologia di filtrazione all'avanguardia a funzionalità igieniche avanzate, design elegante e un profondo impegno per la sostenibilità ambientale. Con una presenza in 70 paesi e siti produttivi in Germania, Gran Bretagna, Italia e Cina, BRITA si dedica a ridefinire il modo in cui le persone bevono acqua, offrendo la migliore esperienza di acqua potabile su misura per ogni esigenza.
Per un numero crescente di aziende e hotel, creare un ambiente "plastic-free" è diventata una priorità, non solo per il benessere di dipendenti e ospiti, ma anche per abbracciare pratiche più sostenibili. Questo desiderio di ridurre l'impronta di carbonio si accompagna alla necessità di non scendere a compromessi sul gusto e sulla salubrità dell'acqua. In questo contesto, BRITA può offrire un’intera gamma di soluzioni progettate per garantire acqua eccellente, massima igiene, efficienza e un impatto ambientale ridotto Questi sistemi sostenibili producono sette volte meno
emissioni di CO2 rispetto all'acqua in bottiglia. Un'azienda con 100 dipendenti può infatti ridurre i rifiuti di plastica di 506 kg all'anno e risparmiare l'86% sui costi rispetto all'acqua in bottiglia. I dispenser BRITA si distinguono anche per il loro basso consumo energetico. La gamma di erogatori d'acqua BRITA, che include i modelli Top Compact, Top Pro, Extra I-Tap, Extra C-Tap, Fill T-Tap e Fill Pro, offre diverse tipologie di acqua (naturale a temperatura ambiente e refrigerata, leggermente frizzante, frizzante e calda per Extra C-Tap) e si adatta a ogni esigenza di consumo.
La qualità e il design sono elementi distintivi dei prodotti BRITA e tutti i water dispenser hanno la garanzia made in Europe: i filtri sono sviluppati e prodotti in Germania, gli erogatori sono ingegnerizzati in Germania e prodotti in Italia. Questo garantisce elevati standard qualitativi e la capacità di adattare la produzione alla domanda. Il processo produttivo, sebbene parzialmente automatizzato, prevede ancora fasi manuali e tailored made che contribuiscono a un risultato finale di eccellenza in termini di qualità e design.
La filtrazione superiore è il fulcro di ogni sistema BRITA, frutto di una competenza consolidata nel settore. Il filtro CLARITY Protect, di serie su tutti i dispenser, si avvale di una filtrazione multistadio per ridurre efficacemente microparticelle (come microplastica o sabbia), metalli pesanti (come il piombo), prodotti farmaceutici, pesticidi, ormoni, cloro, contaminanti organici, batteri, cisti e fibre di amianto. Vanta inoltre una riduzione certificata di oltre il 99% del totale dei PFAS
Per le applicazioni con acqua calda, il filtro PURITY C elimina le sostanze che alterano il sapore, riduce la durezza carbonatica e previene i depositi di calcare, garantendo una composizione minerale ottimale per bevande calde dal sapore pieno e bilanciato.
L'attenzione all'igiene e alla sicurezza è impareggiabile, supportata dalla pluriennale esperienza di BRITA nel settore sanitario, grazie alla quale sono state sviluppate diverse innovazioni:
• La tecnologia brevettata ThermalGate™, che interviene automaticamente riscaldando il rubinetto di uscita a oltre 120°C ogni 90 o 120 minuti, fornendo una protezione efficace contro la contaminazione retrograda dovuta a fattori esterni come tosse, starnuti o contatto.
• PureProtect: il nuovo standard nella pulizia automatica è l’innovazione, ispirata all'istinto naturale di preferire l'acqua corrente a quella stagnante, che garantisce che l'acqua all'interno del dispenser non ristagni mai. La sua funzione autopulente intelligente migliora la già collaudata tecnologia igienica di BRITA, riducendo fino al 99% la formazione di germi e batteri quando il dispenser non è in uso (oltre 48 ore). Grazie alla regolare circolazione dell'acqua attraverso tutte le tubazioni e il filtro, PureProtect consente un notevole risparmio idrico, riducendo il consumo per i processi di disinfezione del 98% all'anno, pari a circa 680 litri.
• L’opzione aggiuntiva HygienePlus, che offre una protezione a tre stadi composta da un filtro di ingresso, un
filtro antibatterico e la barriera brevettata ThermalGate™, garantendo il rispetto dei più severi standard di igiene alimentare e dei requisiti microbiologici. Non a caso, oltre 1.000 cliniche e strutture mediche europee si affidano ai dispenser d'acqua BRITA.
Infine, BRITA offre un'ampia gamma di accessori per completare la water experience. Tra questi, spiccano le bottiglie riutilizzabili e personalizzabili in vetro e plastica senza BPA, disponibili in diverse forme e dimensioni (Classic, Swing, Twist, Wave, Lounge). Si aggiungono le innovative bottiglie LARQ in acciaio inossidabile, dotate di tecnologia di purificazione UV-C PureVis™. Per facilitare la gestione e l'igiene, propone anche cestelli e spazzole specifici per il lavaggio delle bottiglie.
BRITA continua a innovare per offrire soluzioni che non solo migliorano l'esperienza dell'acqua potabile, ma contribuiscono anche a un futuro più sostenibile. www.brita.net
Alla soglia dei 45 anni di vita, almeno 25 di questi immerso nel mondo del vending, qual è il tuo rapporto con il caffè? Hai sviluppato una tolleranza sovrumana alla caffeina?
Diciamo che il mio sangue è composto al 60% di acqua e al 40% di espresso. I medici mi hanno sconsigliato le analisi del sangue perché temono che la macchina possa iniziare a erogare cappuccini. La verità è che dopo tutti questi anni ho sviluppato un grande amore per il caffè, le sue origini e tutto il suo processo produttivo e di trasformazione. La mia compagna sostiene che nel sonno decanto ricette di miscele. Non confermo né smentisco.
L'azienda di famiglia nel vending ti ha formato o deformato professionalmente?
Entrambe le cose! Sono cresciuto contando monete anziché pecore per addormentarmi. Le mie prime parole non sono state "mamma" o "papà", ma "fuori servizio" e "inserire importo esatto".
La deformazione professionale è evidente: ancora oggi quando vedo qualcuno indeciso davanti
a uno scaffale al supermercato, istintivamente gli chiedo "posso aiutarla a scegliere?" e poi attendo che inserisca le monete. L'azienda di famiglia mi ha insegnato che nella vita, come nel vending, a volte basta una piccola scossa per far funzionare le cose. L’amore e la passione che mi hanno trasmesso entrambi i miei genitori per questo lavoro sono dei tatuaggi indelebili.
Come spiegheresti il fascino del distributore automatico a chi non ha mai vissuto l'emozione di vedere la propria merendina rimanere appesa alla spirale? È un'esperienza esistenziale paragonabile solo alla lettura di Kafka. Quel momento di pura suspense quando il prodotto oscilla tra il cadere e il rimanere sospeso rappresenta perfettamente l'incertezza della vita moderna. È teatro, è dramma, è filosofia! Poi ci sono due tipi di persone al mondo: chi scuote gentilmente il distributore e chi lo prenderebbe a spallate rischiando di ribaltarlo. Io personalmente ogni volta che osservo qualcuno avvicinarsi minaccioso davanti una mia macchina re-
spiro profondamente e richiamo tutte le tecniche zen e di respirazione.
Dopo decenni nel settore, quali sono le innovazioni del vending che ti hanno davvero sorpreso e quali invece ti hanno fatto pensare "ma per favore"?
Mi ha sorpreso positivamente il passaggio dai distributori che sembravano cabine telefoniche a eleganti macchine touch screen che potrebbero pagare le bollette della luce (ah vero già lo fanno!). Apprezzo anche i sistemi di pagamento digitali, anche se parte nostalgica di me rimpiange il rumore delle monete che cadono. Quello che invece mi fa alzare gli occhi al cielo? I distributori di insalate gourmet con 47 ingredienti vegan. Siamo onesti, da un distributore vogliamo peccati di gola, non redenzione nutrizionale.
Come vedi il futuro del settore vending? E soprattutto, tu come ti vedi nel futuro del settore?
Il futuro sarà pieno di distributori con intelligenza artificiale che probabilmente mi giudicheranno per aver scelto un terzo caffè alle
11 del mattino. "Sei sicuro di volerlo fare, Gabry? I tuoi livelli di caffeina suggeriscono di optare per un'acqua naturale o una spremuta di mirtilli dell’Himalaya!” (ma perché sull’Himalaya crescono mirtilli?) Mi aspetto distributori che riconoscano il cliente abituale e che facciano battute personalizzate, magari dispensando consigli non richiesti sulla vita. Sarà un nuovo totem che si sostituirà ad uno psicologo?
Quanto a me nel futuro del settore, mi vedo come quel vecchio saggio che racconta ai giovani come "ai miei tempi" dovevamo inserire le monete fisiche e scuotere le macchine. In fondo, sulla soglia dei 45 anni ho guadagnato il diritto di essere un po' nostalgico. Mi definisco un portatore sano di ironia e per questo sono fermamente convinto che l’ironia e la profonda leggerezza salverà il mondo e quindi sogno un vending “più ironico” e meno “freddo”. Sempre con un buon espresso in mano, ovviamente. Ho sempre sognato di concludere un'intervista o un intervento con una citazione famosa o quantomeno colta; quindi, mi piace concludere questo dialogo con queste parole di un cantautore italiano:
Ho imparato che la leggerezza non è il palloncino che vola in cielo
Perché il bambino ha aperto la mano
Che ha avuto il coraggio di aprirla
(Gio Evan – Palloncino)
Il settore della distribuzione automatica sta attraversando una fase particolarmente delicata, caratterizzata da molteplici pressioni che mettono alla prova la resilienza degli operatori
Negli ultimi mesi abbiamo raccolto le testimonianze di numerosi gestori, per cercare di comprendere come il settore stia affrontando queste criticità. Le loro voci restituiscono un quadro complesso, fatto di preoccupazioni concrete, ma anche di strategie innovative per superare le difficoltà.
Tra i tanti professionisti interpellati, abbiamo selezionato tre gestori che rappresentano la varietà del tessuto imprenditoriale del settore: una piccola azienda familiare, una media impresa in crescita e una grande realtà consolidata. Ciascuno di loro ha accettato di condividere la propria esperienza e le proprie opinioni, purché fosse garantito l'anonimato. Una richiesta che testimonia quanto alcuni temi siano sentiti come delicati: da un lato, alcuni hanno fornito risposte particolarmente schiette e poco "politically correct", dall'altro, alcuni operatori preferiscono mantenere un profilo basso, per evitare di esporsi pubblicamente su questioni controverse.
Le loro testimonianze offrono uno spaccato autentico di un settore che, pur affrontando sfide significative, continua a cercare soluzioni per garantire un servizio essenziale per milioni di consumatori. Nel rispetto della loro richiesta, abbiamo scelto di indicarli solo con il nome di battesimo e la descrizione generica della tipologia di società di gestione.
MARCO - Piccolo gestore indipendente, 15 anni di esperienza, 110 distributori tra uffici e piccole aziende del Nord Italia.
LAURA - Titolare di azienda familiare di seconda generazione, oltre 1000 distributori in scuole, ospedali e aziende del Centro-Sud.
ALESSANDRO - Responsabile area di una grande società di gestione, oltre 3000 punti vendita in grandi aziende, università e luoghi di transito.
DOMANDE E RISPOSTE
L'ALTALENA DEI PREZZI DEL CAFFÈ: COME LA AFFRONTATE?
MARCO: Per noi piccoli è un dramma. Non possiamo permetterci scorte eccessive. Quando i prezzi schizzano alle stelle, come è accaduto negli ultimi 12/18 mesi, devo scegliere tra erodere i margini o aumentare i prezzi ai clienti. Quest'anno ho dovuto applicare aumenti di 5 e 10 centesimi, dove sono riuscito a farlo, in
molte location, perdendo il 15% dei consumi. Sto diversificando con più bevande alternative - orzo, ginseng, tè - che hanno margini migliori e prezzi più stabili.
LAURA: Il problema più grosso è aumentare i prezzi al cliente. In molte location non possiamo permetterci aumenti frequenti, quindi puntiamo su un mix di prodotto intelligente: caffè premium a 1 euro e caffè standard a 50 centesimi nelle location business. La comunicazione è fondamentale: spieghiamo sempre il perché degli aumenti, riuscendo così a mantenere la location e la fiducia del cliente, oltre che la nostra marginalità.
ALESSANDRO: Il problema vero non sono i picchi temporanei delle quotazioni, ma la tendenza al rialzo strutturale, intervallata dai cali improvvisi. Stiamo investendo in tecnologie per ottimizzare le dosi - ogni grammo risparmiato per tazza, moltiplicato per milioni di erogazioni, fa la differenza. E puntiamo forte su specialty coffee e premium blend dove il consumatore accetta prezzi più alti per qualità percepita.
MARCO: Il colpo più duro della mia carriera. Ho perso 4 location che hanno ridotto il lavoro del personale in presenza o, addirittura, hanno chiuso. In quelle rimaste i consumi sono calati del 40%. Il lunedì e venerdì sono deserti. Chi viene in ufficio porta il caffè da casa per risparmiare o scelgono un caffè lungo per dividerlo con un collega. Sto cercando nuove location: palestre, centri commerciali, ecc. posti dove la gente c'è sempre. Ma la concorrenza è spietata.
LAURA: Nelle scuole la situazione è più stabile, ma negli ospedali e uffici pubblici è stato un disastro. Abbiamo dovuto reinventarci: snack più economici, promozioni 'prendi 2 paghi 1', e soprattutto prodotti per la colazione - se vengono meno in ufficio, almeno prendono il cornetto alle 7:30. Abbiamo anche introdotto distributori di prodotti freschi e salutari per intercettare nuove esigenze.
ALESSANDRO: I numeri sono chiari: -35% nelle aziende private, -25% negli uffici pubblici. Ma abbiamo reagito accelerando su location ad alta frequentazione. Il vending sta diventando più 'retail' e meno 'office'. Stiamo testando distributori con prodotti gourmet, biologici, local. Il consumatore ha meno occasioni ma quando consuma vuole qualità. È una trasformazione epocale del settore.
PPWR E SOSTENIBILITÀ: COSTO
MARCO: Al momento solo costi. Bicchieri compostabili che costano il doppio, palette di legno, packaging più caro. I clienti dicono di essere sensibili all'ambiente, ma alla fine guardano il prezzo. Sto valutando distributori con bicchieri riutilizzabili ma l'investimento è importante e non so se i volumi attuali lo giustificano.
LAURA: Opportunità, ma a medio termine. Nelle scuole la sensibilità ambientale è alta, anche perché è ormai una richiesta specifica dei bandi di gara. Di conseguenza, abbiamo fatto della sostenibilità un elemento distintivo. Prodotti bio, packaging eco, distributori con pannelli informativi sui benefici ambientali. Costa di più ma ci permette di giustificare prezzi premium e fidelizzare le location. Il PPWR ci obbligherà a cambiare, meglio anticipare i tempi.
ALESSANDRO: È il futuro, punto. Abbiamo un team dedicato alla sostenibilità e partnership con aziende innovative. Stiamo testando bicchieri in PLA, sistemi di vuoto a rendere, distributori alimentati a energia solare. L'investimento iniziale è alto ma i grandi clienti - multinazionali, università - lo richiedono esplicitamente nei bandi. Chi non si adegua rimarrà fuori dal mercato.
BANDI DI GARA, CANONI E CAM PER LA RISTORAZIONE: È POSSIBILE ADEGUARSI E COME?
MARCO: È il vero incubo per noi piccoli. I CAM hanno requisiti che sembrano scritti per escluderci: certificazioni che costano migliaia di euro, referenze che non abbiamo, garanzie bancarie sproporzionate. E poi i canoni... alcuni sono diventati insostenibili. Ho perso tre importanti postazioni quest'anno perché non potevo competere con chi offriva canoni da capogiro. Mi chiedo come facciano i numeri. Sto cercando di specializzarmi su bandi più piccoli - RSA, piccoli uffici comunali - dove la concorrenza è minore e posso far valere la flessibilità e il servizio personalizzato.
LAURA: I CAM ci hanno obbligato a professionalizzarci molto. Abbiamo investito in certificazioni - qualità, ambiente, sicurezza - che inizialmente sembravano costi, ma ora sono il nostro biglietto da visita. Sui canoni la strategia è puntare sulla qualità totale del servizio piuttosto che solo sul prezzo: prodotti premium, sostenibilità, servizio clienti eccellente. Nelle scuole, per esempio, proponiamo progetti educativi sull'alimentazione che ci permettono di differenziarci. È vero che i margini si sono ridotti, ma la stabilità contrattuale dei bandi pubblici compensa.
ALESSANDRO: I CAM sono stati una benedizione per noi grandi operatori. Finalmente si compete su parametri oggettivi - qualità, sostenibilità, innovazione - non solo sul prezzo. Abbiamo un team legale dedicato ai bandi, certificazioni ISO complete, report di sostenibilità dettagliati. Sui canoni alti la strategia è semplice: efficienza operativa estrema e margini sui servizi aggiuntivi. Un ospedale non paga solo per il caffè, ma per consulenza nutrizionale, sistemi di pagamento integrati, analytics sui consumi. Il bando pubblico è diventato una barriera all'ingresso per i piccoli, consolidando il mercato.
INDUSTRIA 5.0:
INVESTIMENTI CONCRETI O SOLO PROMESSE?
MARCO: Per ora più promesse che fatti. Ho provato a informarmi sui bonus ma la burocrazia è pazzesca. Sembra proprio che sia stata scritta per mettere i bastoni tra le ruote e disincentivare gli imprenditori, soprattutto i più piccoli. Sto valutando sistemi di telemetria semplici per ottimizzare i rifornimenti - se riesco a risparmiare un giro di carico a settimana, recupero l'investimento in un anno. Ma le soluzioni 'smart' spesso sono troppo complesse per le esigenze di noi piccoli gestori.
LAURA: Abbiamo fatto il primo step: telemetria su tutti i distributori e gestionale integrato. L'investimento si è già ripagato con l'ottimizzazione dei percorsi e la riduzione degli stockout. Ora stiamo valutando distributori con riconoscimento facciale per offrire prodotti personalizzati. Resta di fatto che riuscire ad ottenere il bonus equivale a scalare una montagna
ALESSANDRO: Siamo all'avanguardia: AI per previsioni di vendita, manutenzione predittiva, pagamenti biometrici, distributori con display interattivi. L'IoT ci permette di gestire migliaia di macchine da remoto. Il ROI c'è, eccome - efficienza operativa +30%, customer satisfaction in crescita. Il problema è che l'innovazione costa e serve massa critica per ammortizzare gli investimenti.
CARENZA DI PERSONALE: COME VI STATE ORGANIZZANDO?
MARCO: Drammatico. Non trovo più caricatori affidabili, i giovani non vogliono fare questo lavoro. Lavoro 12 ore al giorno, anche nei weekend. Sto provando ad automatizzare il più possibile - sistemi di riordino automatico, percorsi ottimizzati da app. Ma alla fine qualcuno deve fisicamente caricare le macchine. Sto valutando di passare tutto in outsourcing a un'azienda più grande e, dopo tanti anni di duro lavoro, mi dispiace proprio.
LAURA: Abbiamo aumentato gli stipendi del 15% e introdotto benefit - auto aziendale, buoni pasto, flessibilità oraria. Stiamo formando internamente i tecnici perché trovarli sul mercato è impossibile. Abbiamo anche creato squadre miste - un senior esperto con due giovani da formare. Il turnover si è ridotto ma il costo del personale è schizzato.
ALESSANDRO: Strategia multipla: academy interna per formare tecnici specializzati, partnership con istituti tecnici per stage, digitalizzazione spinta per ridurre la necessità di interventi manuali. Stiamo testando distributori che si 'auto-diagnosticano' e richiedono meno manutenzione. Il futuro è avere meno personale ma più qualificato e meglio pagato
IL VENDING TRADIZIONALE SEMBRA IN STAGNAZIONE. COME RILANCIARE LE VENDITE: PUNTARE SUL SERVIZIO, SU REFERENZE PIÙ APPETIBILI O SULLA DIFFERENZIAZIONE?
MARCO: Per me la parola chiave è servizio personalizzato. Avendo un numero relativamente ristretto di macchine da gestire, posso permettermi di conoscere ogni location. Nell'ufficio degli avvocati so che alle 15:30 vogliono il caffè decaffeinato, nell'azienda metalmeccanica il martedì mattina finiscono sempre le brioches. Cambio il mix prodotti ogni mese basandomi sui consumi reali. Ho anche introdotto un sistema di 'richieste' - se 3 persone mi chiedono lo stesso prodotto, lo inserisco. Il vending diventa quasi su misura. Lo so che è la visione del Vending più vicina alle origini di questo mestiere, ma resto convinto che, tecnologia o no, rimaniamo degli artigiani.
LAURA: Tutte e tre le strategie insieme, ma con focus diverso per target. Nelle scuole punto su referenze trendy: snack proteici, prodotti salutari. Negli ospedali privilegio il servizio: distributori che accettano carte, app per preordinare quando sei in coda al pronto soccor-
so. La differenziazione viene dalle partnership localiprodotti tipici regionali che non trovi nei supermercati. Un cannolo siciliano in una scuola di Palermo vale più di dieci merendine industriali.
ALESSANDRO: La vera rivoluzione è trasformare il distributore da 'scatola che vende' a 'centro di esperienza'. Referenze esclusive con grandi brand, limited edition, prodotti che raccontano una storia. Servizi integrati: dall'app che ti suggerisce cosa prendere in base al meteo alla possibilità di ritirare ordini e-commerce. Stiamo testando distributori con schermo da 32 pollici che mostrano contenuti personalizzati mentre prepari il caffè. Il prodotto è solo il 50% del valore, il resto è esperienza e convenience.
PREVISIONI PER IL FUTURO: DOVE VA IL SETTORE?
MARCO: Sopravviveranno solo i più forti o chi trova nicchie specifiche. Io punto su location piccole ma fedeli, servizio personalizzato, interazione diretta con il cliente, flessibilità. I grandi numeri non li faremo più, ma si può ancora vivere bene se si è intelligenti. La chiave è diversificare: non solo caffè ma soluzioni complete per le aziende.
LAURA: Il settore si sta polarizzando: da una parte i grandi player con tecnologia avanzata, dall'altra
operatori di nicchia molto specializzati. Noi puntiamo a crescere per acquisizioni, consolidando il mercato locale. Il vending diventerà sempre più un servizio a valore aggiunto, non solo una macchina che eroga prodotti.
ALESSANDRO: Trasformazione totale nei prossimi 5 anni. Il vending tradizionale morirà, nascerà lo 'smart retail automatizzato' anche in Italia, come sta accadendo in altre parti del mondo. Distributori che conoscono i clienti, offrono esperienze personalizzate, si integrano con e-commerce e delivery. Chi non fa questo salto tecnologico sarà tagliato fuori. È una rivoluzione, non un'evoluzione.
TRE REALTÀ DIVERSE, TRE STRATEGIE DIVERSE, MA PROBLEMI COMUNI: PREZZI VOLATILI, CAMBIAMENTI NEI CONSUMI, NECESSITÀ DI INNOVAZIONE E CARENZA DI PERSONALE. EMERGE CHIARAMENTE COME IL SETTORE SIA IN UNA FASE DI PROFONDA TRASFORMAZIONE, DOVE LA CAPACITÀ DI ADATTAMENTO E LA VISIONE STRATEGICA FARANNO LA DIFFERENZA TRA CHI PROSPERERÀ E CHI RIMARRÀ INDIETRO. IL MESSAGGIO È UNANIME: IL VENDING DEL FUTURO SARÀ PIÙ TECNOLOGICO, PIÙ SOSTENIBILE E PIÙ ORIENTATO AL SERVIZIO. MA PER ARRIVARCI, SERVE CORAGGIO NEGLI INVESTIMENTI E CAPACITÀ DI LEGGERE I CAMBIAMENTI DEL MERCATO CON LARGO ANTICIPO.
Il mondo della bellezza incontra la tecnologia della distribuzione automatica in un connubio che sta ridefinendo il modo in cui i consumatori accedono ai prodotti cosmetici. Le beauty vending machine rappresentano una delle tendenze più innovative e promettenti nel panorama del vending moderno, offrendo una soluzione di vendita automatizzata che va ben oltre i tradizionali snack e bevande per abbracciare un mercato dal valore globale di oltre 599 miliardi di dollari (DemandSage, 2024).
Questi distributori automatici specializzati stanno emergendo come una risposta concreta alle esigenze di consumatori sempre più frenetici che cercano convenienza, accessibilità e immediatezza nei loro acquisti di bellezza. Dalle creme idratanti agli ombretti, dai prodotti per capelli agli accessori per il trucco, le beauty vending machine offrono una gamma completa di prodotti cosmetici disponibili 24 ore su 24, sette giorni su sette, posizionandosi strategicamente in luoghi ad alto traffico dove la domanda di soluzioni beauty "on-the-go" è più elevata
Il mercato statunitense della distribuzione automatica beauty e personal care è già valutato 91,6 milioni di dollari nel 2025 e si prevede raggiungerà i 303,5 milioni di dollari entro il 2035 (Future Market Insights, 2025), con un tasso di crescita annuale che testimonia l'enorme potenziale di questo segmento.
California e New York guidano l'adozione di queste tecnologie, grazie alla presenza di aeroporti internazionali, centri commerciali di lusso e una popolazione particolarmente attenta alle tendenze beauty.
Le location privilegiate per l'installazione di questi distributori automatici includono aeroporti, dove i viaggiatori spesso dimenticano prodotti essenziali o necessitano di ritocchi dell'ultimo minuto, centri commerciali che attirano un pubblico fashion-conscious, palestre dove la cura del corpo è prioritaria, hotel di lusso che vogliono offrire servizi aggiuntivi ai propri ospiti, università frequentate da giovani consumatori attenti all'immagine, e ospedali dove staff e visitatori trascorrono lunghe ore e possono necessitare di prodotti per la cura personale.
L'evoluzione tecnologica di questi distributori è impressionante e va ben oltre la semplice erogazione di prodotti. Le beauty vending machine di ultima generazione integrano schermi touchscreen ad alta definizione che permettono ai clienti di visualizzare dettagliatamente i prodotti, sistemi di riconoscimento facciale per analizzare il tono della pelle e suggerire prodotti personalizzati, tecnologie di realtà aumentata per provare virtualmente trucchi e colori, sistemi di pagamento contactless che includono carte di credito, smartphone e persino criptovalute, e software di gestione dell'inventario basati su intelligenza artificiale che monitorano le vendite e ottimizzano automaticamente le scorte.
La gamma di prodotti vendibili attraverso questi distributori è vastissima e include skincare con creme idratanti, sieri anti-età, maschere viso e prodotti per la pulizia del viso, makeup che spazia da fondotinta e correttori a rossetti, mascara e ombretti, prodotti per capelli come shampoo secchi, gel, mousse e accessori per lo styling, fragranze in formato da viaggio o full-size, accessori beauty tra cui spazzole per trucco, spugnette, specchietti e borse cosmetiche, prodotti per la cura delle unghie come smalti, lime e kit per manicure, e persino dispositivi beauty come arricciacapelli da viaggio, epilatori portatili e strumenti per la cura della pelle.
I vantaggi per i consumatori sono evidenti e molteplici: convenienza assoluta con accesso 24/7 ai prodotti beauty senza bisogno di recarsi in negozio, possibilità di acquisti impulsivi in momenti di necessità immediata, prezzi spesso competitivi grazie ai minori costi operativi, opzione ideale per testare nuovi brand o prodotti senza l'impegno di un acquisto in store tradizionale, esperienza di shopping contactless particolarmente apprezzata post-pandemia, e accesso a prodotti specializzati anche in location dove non esistono beauty store tradizionali.
Dal punto di vista business, le beauty vending machine rappresentano un'opportunità di investimento particolarmente interessante.
I ricavi medi si attestano tra i 1.500 e i 2.000 dollari mensili per macchina ben posizionata1, con margini di profitto che possono arrivare fino al 200% sui prodotti più richiesti, costi operativi relativamente bassi dopo l'investimento iniziale, possibilità di personalizzazione completa del brand e del design esterno, e scalabilità del business attraverso l'aggiunta progressiva di nuove macchine in location strategiche.
no la macchina, la personalizzazione grafica, la formazione operativa e talvolta anche l'identificazione di location adatte.
Grandi brand del settore cosmetico stanno già investendo significativamente in questa tecnologia. Sephora ha avviato partnership strategiche con Vengo Labs per distribuire distributori automatici beauty in aeroporti e hub di transito statunitensi, offrendo sistemi di color matching e tutorial video personalizzati.
L'investimento iniziale per una beauty vending machine varia significativamente in base alle funzionalità e alla personalizzazione richiesta. I modelli base partono da circa 1.500 dollari, mentre le macchine più sofisticate con tecnologie avanzate possono raggiungere i 6.000 dollari (iKrave Vending, 2025).
Molti fornitori offrono pacchetti completi che includo1Vending Locator, 2024
L'Oréal USA ha lanciato nel 2024 una collaborazione con Vengo Labs per posizionare distributori automatici beauty dotati di intelligenza artificiale nei principali aeroporti americani (Future Market Insights, 2025), mentre Revlon, Kiehl's e St. Ives hanno sviluppato distributori personalizzati per raggiungere i consumatori in location non tradizionali (Cosmetics Business, 2024).
Le sfide del settore non mancano e includono la gestione dell'inventario per prodotti con scadenze variabili, la necessità di manutenzione regolare per mantenere standard igienici elevati, la selezione accurata delle location per massimizzare il ROI, la concorrenza crescente che richiede differenziazione costante, e l'adattamento alle preferenze locali che possono variare significativamente tra diverse aree geografiche.
Le tendenze future del mercato vending del beauty sono estremamente promettenti e includono l'integrazione crescente di intelligenza artificiale per offerte personalizzate, lo sviluppo di distributori sostenibili con opzioni di ricarica per ridurre l'impatto ambientale, l'espansione verso prodotti beauty premium e di lusso, l'implementazione di sistemi di try-before-youbuy attraverso campioni e minitaglie, e la connettività omnicanale che collega l'esperienza vending con app mobili e programmi fedeltà brand.
Il mercato beauty vending si sta anche evolvendo verso specializzazioni sempre più raffinate. Stanno emergendo distributori dedicati esclusivamente alla skincare con prodotti per la cura della pelle, distributori per prodotti per capelli e extension, macchine focalizzate su makeup e cosmetici colorati, distributori per fragranze con sistemi di test olfattivi, e persino distributori per dispositivi beauty elettronici e tool di bellezza.
La sostenibilità rappresenta un driver sempre più importante nel settore, con l'introduzione di distributori alimentati da energia solare, packaging biodegradabili o riutilizzabili, programmi di reso e riciclo integrati, e partnership con brand eco-friendly che privilegiano ingredienti naturali e processi produttivi sostenibili.
La beauty vending machine non è più una curiosità o una sperimentazione di nicchia, ma una realtà consolidata che sta trasformando il beauty retail Con un mercato globale della bellezza che continua a crescere e consumatori sempre più orientati verso soluzioni convenienti e immediate, questi distributori automatici rappresentano il futuro della distribuzione cosmetica. Per gli operatori del vending tradizionale, l'ingresso nel segmento beauty costituisce un'opportunità di diversificazione e crescita che promette margini elevati e un pubblico target in costante espansione, rendendo le beauty vending machine una delle scommesse più interessanti per il futuro della distribuzione automatica.
Con atto sottoscritto il 1° luglio 2025, P&C S.p.A. proprietaria del marchio Tuttocapsule, ha formalizzato l’acquisizione di una quota di maggioranza di Diffusion Food s.r.l. proprietaria del marchio Suavis Azienda nata a Poirino (Torino) nel 2009 dalla famiglia Di Benedetto, oggi è tra le più affermate società di produzione, nel settore HoReCa, specializzata in bevande solubili e dolciarie di alta qualità (cioccolate, caffè aromatizzati, tè, tisane, infusi ecc…).
Con questa nuova acquisizione Tuttocapsule, presente oggi con oltre 300 punti vendita in Italia e all’estero, amplia l’offerta per il consumatore e aggiunge un ulteriore tassello nel settore produttivo mantenendo un alto livello qualitativo. La produzione di solubili va infatti ad aggiungersi alla realtà Ialty, torrefazione in Barolo (Cn), specializzata in specialty coffee Tuttocapsule intende mantenere l’attuale produzione proposta dall’ampio catalogo già esistente, investendo anche su un’area di innovazione di prodotto, destinata alla creazione di linee dedicate sia per uso domestico che professionale.
“L’acquisizione di Suavis consente alla nostra realtà di crescere, ampliando la proposta di consumo all’interno dei nostri punti vendita, con bevande solubili e dolciarie - dichiara Vincenzo Pagliero CEO di Tuttocapsule - Un settore con ampie possibilità di sviluppo, al quale sin dalla nostra nascita abbiamo dedicato attenzione
e spazio. È un’acquisizione che sottolinea anche il legame con il territorio piemontese, terra che fa della qualità la sua bandiera. Tramite la nostra rete vendita abbiamo l’opportunità di far conoscere, non solo in Italia, le nostre eccellenze”
L’azienda manterrà inalterato il servizio offerto all’attuale clientela HO.RE.CA: “Rafforzeremo l’offerta rivolta ai torrefattori – commenta Pagliero - creeremo una linea di prodotti per il vending ed una linea dedicata per il canale dei negozi specializzati nella vendita di monoporzionato”
CEME, leader globale nel settore delle pompe a vibrazione e delle elettrovalvole, con sede a Trivolzio (Pavia) e controllata da Investindustrial, ha nominato Aldo Carrabino come nuovo Chief Financial Officer del Gruppo, con effetto dal 7 luglio 2025.
Aldo Carrabino porta con sé oltre venti anni di esperienza internazionale in ambito finanziario, avendo ricoperto in precedenza il ruolo di Chief Financial Officer del Gruppo Forgital dal 2019. In passato ha ricoperto posizioni dirigenziali di rilievo ed è stato Chief Financial
Officer del Gruppo Rhiag e di LKQ Europe. Carrabino subentrerà nel ruolo di CFO a Gabriele Tettamanzi, entrato nel Gruppo CEME nel 2023 e in carica come Chief Financial Officer dal 2024.
Il Dott. Tettamanzi è stato nominato dal Consiglio di Amministrazione di CEME come nuovo Chief Business Development Officer a partire dal 7 luglio 2025.
"Il Gruppo CEME è molto orgoglioso di accogliere Aldo Carrabino come nuovo Chief Financial Officer. Il suo ingresso rafforza e consolida il nostro team di leadership, grazie a una combinazione di esperienze di successo nell’industria e nel private equity, oltre all’energia necessaria per accompagnarci nel nostro continuo percorso di crescita globale e di eccellenza" - ha sottolineato Roberto Zecchi, CEO del Gruppo CEME.-
"Ringraziamo Gabriele Tettamanzi per l’eccellente lavoro svolto in questi anni e gli auguriamo il meglio per il nuovo ruolo, che sarà strategico per accelerare e sostenere la continua creazione di valore".
Aldo Carrabino ha dichiarato: "Sono onorato di entrare a far parte del Gruppo CEME e molto entusiasta di lavorare con Roberto e il suo talentuoso team, nonché di iniziare questo nuovo percorso con Investindustrial. Non vedo l’ora di valorizzare la reputazione e i punti di forza del Gruppo e contribuire all’attuazione della strategia di crescita e alla creazione di valore".
La principale manifestazione internazionale dedicata alla distribuzione automatica avrà una nuova location, nuove sinergie organizzative, stessa vocazione all’innovazione.
L’edizione del 2026 segnerà l’inizio della collaborazione tra CONFIDA che ha fondato la manifestazione nel 1998, e Italian Exhibition Group
Venditalia, l’evento di riferimento per il mondo della distribuzione automatica, annuncia ufficialmente le date della prossima edizione: dal 6 all’8 maggio 2026 Per la prima volta, la manifestazione si svolgerà nel Quartiere Fieristico di Rimini: qui si lavorerà a un hub dove il futuro del vending prende forma.
Con oltre 19 miliardi di euro di fatturato annuo, 34 miliardi di consumazioni, 4,5 milioni di vending machine installate in Europa, più di 10.000 aziende attive e 110.000 posti di lavoro, il settore della distribuzione automatica rappresenta una filiera ad alto impatto economico, protagonista della transizione digitale e dei nuovi modelli di consumo automatico.
L’edizione del 2026 segna anche l’inizio della collaborazione tra CONFIDA, che ha fondato la manifestazione nel 1998, e Italian Exhibition Group (IEG), uno dei principali player fieristici in Europa. Una sinergia che unisce la specializzazione e l’autorevolezza di CONFIDA nel settore vending e la forza organizzativa del network globale di IEG. Venditalia 2026 metterà a disposizione del settore del vending otto padiglioni espositivi completamente rior-
ganizzati, maggiore accessibilità, ampia ricettività alberghiera e costi più competitivi, vantaggi fondamentali per favorire la partecipazione di aziende italiane ed estere.
Il nuovo appuntamento fieristico proporrà un’offerta espositiva ancora più ampia e diversificata, con espositori italiani e internazionali pronti a presentare in anteprima prodotti innovativi, tecnologie all’avanguardia e soluzioni che stanno ridisegnando il futuro del vending. Il programma sarà arricchito da dibattiti, incontri tematici, workshop e momenti di approfondimento dedicati ai trend globali e alle nuove esigenze del mercato, per offrire ai visitatori un’esperienza completa, dinamica e proiettata verso il futuro.
Venditalia 2026 sarà il punto di riferimento per tutte le imprese della filiera del vending e non solo per conoscere da vicino l’evoluzione della distribuzione automatica e partecipare attivamente alla sua trasformazione.
Innovazione, eccellenza made in Italy e business si incontreranno dunque a Venditalia in Fiera a Rimini, dal 6 all’8 maggio 2026
General Vending, si è affidata a Webfleet, la soluzione Bridgestone per la gestione del parco veicoli riconosciuta a livello globale, per migliorare le proprie performance in termini di efficienza e puntualità delle consegne.
Presente sul mercato da oltre 50 anni, General Vending ha vissuto uno sviluppo costante che l’ha portata ai vertici del settore nel Paese, con crescenti interessi anche a livello europeo. Un’attività che ha portato l’azienda a far aumentare di pari passo anche il proprio parco veicoli. Proprio l’ampiezza e la sempre maggiore centralità della flotta di mezzi hanno impattato sulla sua gestione che, nel corso del tempo, è diventata sempre più incisiva e sfidante, sia in termini economici che operativi.
La decisione di collaborare con Webfleet è nata dalla necessità di ripensare totalmente l’intero processo di preparazione e consegna che, fino a quel momento, era stato gestito manualmente utilizzando fogli di calcolo condivisi tra reparto logistico, reparto operativo e magazzino. Un sistema inevitabilmente soggetto a errori umani, difficoltà di coordinamento tra i reparti, ritardi nella comunicazione e impossibilità di aggiornare i clienti in maniera puntuale sulle consegne.
L’introduzione della piattaforma Webfleet ha rivoluzionato la gestione dell’intero workflow di gestione degli ordini end-to-end, dalla pianificazione fino alla consegna da parte dei driver.
Una semplificazione immediata, grazie alla facilità dell’adozione del sistema a livello aziendale e alla semplicità d’uso di Webfleet che hanno consentito fin da subito di intervenire sulle criticità che fino a quel momento avevano condizionato a catena l’intera filiera di fornitura dei clienti da parte di General Vending, con costanti telefonate, rettifiche, modifiche alle timeline e ritardi non comunicati con tempestività, con un riflesso negativo anche sulla qualità del lavoro dei driver e sulla soddisfazione dei clienti.
Grazie a Webfleet, General Vending ha ottenuto risultati misurabili e concreti su più fronti operativi:
• -85% DI TEMPO AL TELEFONO
Da 120 minuti al giorno a soli 17-20 minuti, grazie alla funzione di condivisione automatica dello stato degli ordini tramite URL personalizzata.
• +12,5% DI EFFICIENZA OPERATIVA
Il tracking live ha fatto guadagnare 1 ora di lavoro al giorno per ogni team su ciascun turno di 8 ore.
• +15-20% DI PUNTUALITÀ NELLE CONSEGNE
La gestione digitale degli ordini ha reso possibile la chiusura anticipata delle consegne giornaliere. Inoltre, grazie all’utilizzo dell’app per dispositivi mobili Work App, anche le modifiche last minute vengono trasmesse al conducente che si trova già su strada in fase di consegna, senza quindi interrompere il flusso operativo.
In questo modo, oltre ad essere stato ottimizzato l’intero flusso di lavoro aziendale, si sono potuti apprezzare un abbassamento delle condizioni di stress e un netto miglioramento della qualità della vita, sia dei driver che di chi lavora nell’Ufficio Operativo. Questo grazie alla pianificazione dei giri, che finalmente non dipende più dal rientro dei conducenti in azienda, e a una maggiore tranquillità dei dipendenti la cui produttività non risente più delle costanti telefonate con il magazzino.
Scopri le miscele Posillipo e Vomero, disponibili in cialde e capsule compatibili, e gusta tutta la qualità del nostro caffè comodamente a casa tua.
Con Galileo e Galileo Milk, Essse Caffè introduce una nuova dimensione del caffè domestico, in cui la tecnologia esalta, ma non sovrasta: il vero protagonista resta sempre lui, il caffè.
Essse Caffè, prestigioso brand italiano sinonimo di qualità e cultura del caffè, presenta Galileo e Galileo Milk, le nuove macchine per caffè domestico pensate per offrire un’esperienza sensoriale di altissimo livello, in perfetta continuità con l’eccellenza che da sempre contraddistingue l’azienda nel mondo professionale. Frutto di una lunga ricerca tecnologica e di un knowhow maturato in oltre quarant’anni di attività, Galileo nasce con un obiettivo preciso: esaltare al massimo le caratteristiche aromatiche dei caffè in grani Essse Caffè, oggi disponibili anche nella linea dedicata al consumo domestico.
“Non volevamo solo lanciare una nuova macchina. Vogliamo offrire uno strumento per esaltare al massimo le qualità aromatiche dei nostri grani, anche a casa. Galileo è nata per questo: per servire il caffè nella sua miglior espressione anche a casa”, spiega Agata Segafredo, Communications Director di Essse Caffè Con un design essenziale ed elegante, le nuove Galileo e Galileo Milk si distinguono per soluzioni avanzate che rispondono alle esigenze di chi cerca la perfezione in ogni tazza: ampia scelta di bevande, erogatore regolabile con luce di cortesia, tappo salvafreschezza a scomparsa e, nella versione Milk, un sistema latte intuitivo e facile da pulire, perfetto per cappuccini cremosi e bevande a base di latte, sempre impeccabili.
La nuova linea di caffè in grani per la casa è un invito a vivere l’esperienza del rito di preparazione del caffè anche tra le mura domestiche.
Tre miscele principali - Espresso Classico, Delicato 100% Arabica, Intenso - offrono interpretazioni diverse del gusto italiano, mentre le tre Monorigini in edizione limitata della collezione Coffee Explorers - Brasile Alta Mogiana, Honduras San Andres, Colombia Supremopermettono di viaggiare tra aromi, altitudini e terroir, alla scoperta di nuove sfumature.
E c’è di più. Per un anno, il 10% del ricavato delle vendite dei caffè in grani per la casa sarà devoluto alla Fondazione Umberto Veronesi, per sostenere la ricerca scientifica sui tumori pediatrici. Un gesto concreto, coerente con la visione di un’azienda che ha sempre messo al centro l’etica, oltre alla qualità.
Caffitaly ha completato con successo la ricapitalizzazione e ristrutturazione finanziaria con i creditori. L’operazione segna l’inizio di una nuova fase strategica focalizzata su innovazione e crescita sostenibile L’accordo di ristrutturazione è stato firmato e presentato al Tribunale di Bologna per l’omologazione, con finalizzazione attesa nelle prossime settimane. Il processo, avviato nel 2023 in collaborazione con azionisti, creditori e stakeholder istituzionali, ha creato un assetto sostenibile e orientato al futuro
Negli ultimi due anni, Massimiliano Pogliani ha guidato l’azienda durante la fase di turnaround, garantendo continuità operativa durante la composizione negoziata della crisi (CNC) e mantenendo la fiducia degli stakeholder. Sotto la sua leadership, Caffitaly ha migliorato l’efficienza operativa, razionalizzato la supply chain e rafforzato il team dirigenziale, preservando standard qualitativi elevati e continuità produttiva.
Con il completamento della ristrutturazione e l’implementazione del piano di creazione di valore, Pogliani ha lasciato il ruolo di Amministratore Delegato il 30 giugno 2025.
Dal 1° luglio 2025, Andrea Zocchi ha assunto formalmente il ruolo di CEO.
Zocchi ha ricoperto un ruolo centrale nel processo di rilancio come CFO e COO dall’inizio del 2024, contribuendo allo sviluppo del piano strategico e guidando l’implementazione delle prime iniziative chiave in ambito finance e operations.
Il nuovo CEO porta esperienza consolidata come leader in contesti di trasformazione complessi, profonda conoscenza del settore e uno stile manageriale collaborativo. La sua nomina garantisce continuità nell’esecuzione delle priorità strategiche e segna l’inizio di una nuova fase di crescita accelerata per Caffitaly.
Andrea Zocchi ha commentato:
“Desidero innanzitutto ringraziare sinceramente Massimiliano per il lavoro svolto insieme negli ultimi 18 mesi e per il suo continuo supporto durante questo periodo di transizione. La roadmap di trasformazione dell’azienda, le iniziative di creazione di valore e la struttura di governance rimarranno pienamente operative anche nella nuova fase. Il nostro obiettivo ora è eseguire con disciplina e rafforzare ulteriormente le relazioni solide e fiduciarie con tutti i nostri stakeholder, clienti, fornitori, sindacati e partner. Un ringraziamento speciale va infine al Consiglio di Amministrazione, agli azionisti e ai finanziatori dell’azienda per la loro fiducia costante. Sono onorato di assumere questo incarico e determinato a portare avanti la trasformazione e il successo continuo di Caffitaly.”
RiVending è un progetto di Economia Circolare promosso da CONFIDA, COREPLA e UNIONPLAST
Per info: Alessandro Signore info@rivending.eu – 328/3321875
Riduce la tua Carbon Footprint (−6,84 g CO2 per ogni bicchiere riciclato)
Ricicla bicchieri e bottiglie dei distributori automatici, trasformandoli in nuove risorse
Permette di ottenere un attestato ufficiale di risparmio CO2 da inserire nel bilancio di sostenibilità
Bastano due contenitori accanto ai distributori: uno per bicchieri in PS, uno per bottiglie in PET
De’Longhi ha appena lanciato sul mercato nordamericano la Dedica Duo, una macchina da espresso compatta che rappresenta un’evoluzione significativa della celebre serie Dedica. Con soli 14 cm di larghezza, questa nuova macchina combina le prestazioni di qualità barista con un design all’avanguardia disponibile in quattro accattivanti colorazioni ispirate al gelato.
La principale innovazione della Dedica Duo è la capacità di preparare cold brew in meno di cinque minuti grazie alla tecnologia proprietaria Cold Extraction. La macchina offre tre ricette preimpostate - Espresso, Doppio Espresso e Cold Brew - permettendo di personalizzare bevande calde e fredde con la stessa facilità. Il doppio sistema di riscaldamento consente di preparare caffè e vaporizzare contemporaneamente.
La Dedica Duo ha già ricevuto i prestigiosi Red Dot e iF Design Awards 2025, confermando l’eccellenza del design italiano De’Longhi. Oltre al classico acciaio inossidabile, la macchina è disponibile in tre nuove colorazioni pastello ispirate al gelato: Pistacchio (verde tenue), Vaniglia (crema) e Rosé (rosa candy). Questi colori seguono un trend più ampio verso tonalità morbide nelle cucine, allontanandosi dai design classici. Dedica Duo è dotata di un display digitale touch con icone a colori che semplifica l’esperienza di preparazione. La pompa professionale garantisce un’estrazione ottimale a 9 bar, mentre la lancia vapore My LatteArt permette di creare microschiuma ed è perfetta per latte art. Il sistema Advanced Thermoblock assicura il riscaldamento in soli 25 secondi con controllo preciso della temperatura.
Come tutte le macchine Dedica, offre tre impostazioni di temperatura (bassa, media, alta) facilmente regolabili. Il vassoio raccogli-gocce a doppia altezza si adatta a tutti i tipi di tazze, dai bicchieri per latte macchiato alle tazzine da espresso. La macchina supporta sia caffè macinato che cialde ESE, offrendo massima versatilità.
La Dedica Duo rappresenta il perfetto equilibrio tra tradizione italiana e innovazione tecnologica, portando l’esperienza del caffè di qualità anche negli spazi più piccoli con un tocco di colore che riflette le tendenze contemporanee del design domestico.
La De’Longhi Dedica Duo è disponibile negli Stati Uniti e nel Regno Unito. Le date di rilascio internazionali non sono ancora state annunciate, ma ci si aspetta un’espansione globale nei prossimi mesi.
È ufficialmente partita la corsa al credito d'imposta per la Transizione 4.0. Dal 17 giugno 2025, le imprese possono finalmente presentare le prenotazioni per accedere agli incentivi destinati agli investimenti in beni strumentali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale
Il GSE (Gestore dei Servizi Energetici) ha reso disponibile sul proprio sito internet il modello ufficiale per la comunicazione dei dati necessari all'accesso al credito d'imposta. La misura, disciplinata dal Decreto Direttoriale del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 16 giugno 2025, rappresenta un'opportunità cruciale per le aziende che puntano sull'innovazione tecnologica. Le prenotazioni devono essere presentate esclusivamente attraverso il sistema telematico nella sezione dedicata "Transizione 4.0" della Piattaforma GSE, accessibile tramite credenziali SPID. Questo approccio digitale garantisce maggiore efficienza e tracciabilità delle richieste.
Il credito d'imposta è riservato agli investimenti in beni strumentali materiali 4.0 realizzati tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025. È prevista una proroga fino al 30 giugno 2026, ma solo per gli investimenti per cui sia stato versato un acconto di almeno il 20% entro la fine del 2025. La dotazione complessiva ammonta a 2,2 miliardi di euro, una cifra significativa che testimonia l'impegno del governo nel sostenere la digitalizzazione delle imprese italiane.
Il meccanismo di accesso si articola in tre passaggi fondamentali, ognuno con tempistiche precise da rispettare:
PRIMA FASE - Comunicazione preventiva: le imprese devono trasmettere entro il 31 gennaio 2026 una comunicazione che indichi gli investimenti pianificati e il relativo credito d'imposta richiesto. L'ordine cronologico di invio determinerà la priorità nell'assegnazione delle risorse disponibili, rendendo strategico presentare la domanda il prima possibile.
SECONDA FASE - Conferma dell'acconto: entro trenta giorni dalla comunicazione preventiva, è necessario inviare una seconda comunicazione che attesti l'avvenuto pagamento di almeno il 20% del costo dell'investimento. Questo passaggio conferma l'impegno concreto dell'azienda nel realizzare il progetto.
TERZA FASE - Comunicazione di completamento: al termine degli investimenti, l'impresa deve trasmettere la comunicazione di completamento entro il 31 gennaio 2026 per gli investimenti ultimati entro il 31 dicembre 2025, oppure entro il 31 luglio 2026 per quelli completati entro il 30 giugno 2026.
Le imprese che hanno già presentato comunicazioni tramite il modello del decreto del 24 aprile 2024, con investimenti conclusi dopo il 31 dicembre 2024, beneficiano di un percorso agevolato. Possono mantenere l'ordine cronologico originario a condizione di trasmettere il nuovo modello entro 30 giorni dal 17 giugno 2025. Chi non rispetta questa scadenza dovrà ripresentare tutto secondo le nuove disposizioni, perdendo la priorità acquisita.
MONITORAGGIO E UTILIZZO DEL CREDITO
Il Ministero trasmetterà mensilmente all'Agenzia delle Entrate l'elenco delle imprese beneficiarie, seguendo l'ordine cronologico delle comunicazioni preventive. Il credito d'imposta sarà utilizzabile in compensazione a partire dal decimo giorno del mese successivo alla trasmissione dei dati. Anche in caso di esaurimento delle risorse, le comunicazioni verranno comunque acquisite per eventuali rifinanziamenti futuri.
Data la natura "a sportello" della misura e la limitatezza delle risorse disponibili, la tempestività nella presentazione delle domande risulta cruciale. Le imprese interessate dovrebbero già aver predisposto la documentazione necessaria e definito chiaramente i propri piani di investimento tecnologico.
La Transizione 4.0 rappresenta un'opportunità unica per accelerare la modernizzazione del tessuto produttivo italiano, sostenendo gli investimenti in tecnologie avanzate come automazione, intelligenza artificiale, Internet of Things e sistemi di produzione digitale.
Per gli investimenti completati nel 2024 o per quelli del 2025 con ordine accettato e acconto di almeno il 20% versato entro il 31 dicembre 2024, si applicano ancora le disposizioni del decreto del 24 aprile 2024. Questi investimenti non rientrano nel nuovo sistema di prenotazione e seguono le procedure precedenti.
Per ulteriori informazioni, le imprese possono consultare il sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy o rivolgersi agli intermediari specializzati in materia di incentivi fiscali.
Golia, brand iconico nel mondo delle caramelle, da sempre sinonimo di freschezza e respiro libero, arricchisce la sua gamma Golia Frutta C con una gustosa novità: Golia Frutta C Gusto Frutti Rossi. La nuova referenza unisce il piacere del gusto fruttato a una formula pensata per il benessere quotidiano. Ripiene di succo di frutta - con lampone, mirtilli e melograno - e arricchite con vitamina C, le nuove caramelle senza zucchero offrono un'esperienza rivitalizzante, ideale in ogni momento della giornata. Golia Frutta C al gusto Frutti Rossi si inserisce nella gamma Frutta C, pensata per chi cerca un piccolo gesto di benessere, senza rinunciare al gusto e alla qualità che da sempre contraddistinguono il brand Il brand continua a rafforzare il proprio posizionamento nel mercato delle caramelle benefiche per la salute, con un’attenzione sempre più marcata a gusto, benessere e innovazione.
La linea continuativa della pasticceria industriale firmata Giovanni Cova & C. amplia il proprio assortimento con il nuovo Brownie. Presentato in occasione della manifestazione fieristica Tuttofood Milano 2025, Il Brownie con cioccolato fondente Giovanni Cova & C. si presenta come un dolce dalla consistenza ricca, dalla vivace intensità del cioccolato e dall'incredibile scioglievolezza al palato: un prodotto che va ben oltre il concetto di merenda tradizionale per abbracciare un target più ampio e trasversale
La formulazione del nuovo prodotto, studiata per avvicinarsi il più possibile all’originale Brownie americano, è realizzata interamente in Italia, nel headquarter di IDB in provincia di Rovigo dove, annualmente, si perfezionano 150 ricette di dolci e lievitati.
Con l'ingresso de Il Brownie, Giovanni Cova & C. arricchisce, quindi, la sua linea continuativa, che comprende quattro referenze de Il Muffin - classico con gocce di cioccolato, al cacao con gocce di cioccolato, integrale con frutti di bosco e alla mela con zucchero di canna - Le Crostatine e i biscotti EsseFrolla®, puntando a generare valore nelle rispettive categorie con un'offerta premium.
La confezione de Il Brownie contiene sei monoporzioni incartate singolarmente
Chinò Extra è la nuova referenza in edizione limitata di Chinò Sanpellegrino, ispirata a Giove, il più grande pianeta del sistema solare. Il brand, che da sempre sfida le convenzioni con il suo gusto deciso, sceglie di spingersi ancora oltre esplorando pianeti e galassie alla ricerca di gusti inediti. Il risultato è un incontro tra il gusto iconico dei chinotti di Sicilia, le note agrumate dell'arancia e il gusto avvolgente della vaniglia, in un perfetto equilibrio di dolcezza, acidità e retrogusto amaro. L'ispirazione nasce dalle suggestive fasce colorate di Giove, dalla celebre "Macchia Rossa" e dalle sfumature aranciate che rimandano visivamente agli ingredienti della nuova bibita.
Il legame con il pianeta non è solo cromatico: la vivacità dell'aroma arancia simboleggia la forza e l'imponenza del grande pianeta, mentre il gusto delicato della vaniglia evoca la complessa armonia della sua atmosfera. Giove rappresenta mistero, meraviglia e curiosità - gli stessi valori che caratterizzano Chinò Extra. Con questa edizione il brand propone una nuova dimensione di gusto che richiama l'immaginario dell'esplorazione spaziale, rispondendo al crescente desiderio di esperienze nuove e multisensoriali delle nuove generazioni. Il nuovo Chinò EXTRA Arancia & Vaniglia è disponibile in lattina da 33cl.
YOGA ZERO 500 ml è l'ultima novità di Yoga nel mondo dei succhi di frutta: leggero, dissetante e senza zuccheri aggiunti, pensato per soddisfare le esigenze di tutta la famiglia. Disponibile in 4 gusti (ACE, Arancia mix, Multifrutti, Frutti Rossi),è presente in GDO, bar e distributori automatici dalla primavera 2025. Il prodotto nasce per rispondere alla crescente domanda di prodotti salutari, mantenendo inalterato il gusto della frutta grazie a un'attenta selezione degli ingredienti.
L'apporto calorico è bassissimo, oscillando tra 12 e 17 kcal per 100 ml:
ACE: freschezza agrumata (12 kcal)
Arancia Mix: intensa e dissetante (14 kcal) Multifrutti: armonia di sapori (14 kcal)
Frutti Rossi: vivace e piacevole (17 kcal)
Il formato PET 500 ml con il 50% di plastica riciclata riflette l'impegno di Yoga per la sostenibilità, mentre la shape riprende l'iconico design del marchio garantendo riconoscibilità. In lancio con l'offerta 400 + 100 ml gratis. L'introduzione nei canali Retail, Horeca e Vending testimonia la versatilità del prodotto: nei supermercati rappresenta un'opzione conveniente per la famiglia, mentre nei bar e distributori automatici è perfetto per chi desidera una pausa leggera e dissetante, anche on-the-go. YOGA ZERO 500 ml si propone come soluzione ideale per il consumo in ogni momento della giornata: dalla colazione a casa, alla pausa in ufficio, fino al consumo dal distributore automatico. Un prodotto che non fa rinunciare al piacere della frutta pensando al benessere, ottimo anche nel rapporto prezzo/qualità.
L’estate 2025 si apre con una grande novità firmata Pop Caffè: la Crema Fredda al Caffè e Ginseng, una proposta del tutto inedita pensata per chi ama sperimentare nuovi gusti senza rinunciare alla qualità del caffè italiano. Un mix sorprendente tra la cremosità del caffè freddo e le note dolci, energizzanti e leggermente speziate del ginseng: nasce così una bevanda fresca, avvolgente e ricca di personalità, ideale per affrontare la bella stagione con una pausa diversa dal solito.
La nuova crema si affianca al ritorno di una vera protagonista dell’estate passata: la Crema Fredda al Caffè, che dopo il grande successo dello scorso anno torna ancora più richiesta, confermandosi tra i prodotti più apprezzati dagli amanti del caffè in versione estiva.
“La crema fredda è diventata negli ultimi anni un piccolo rituale estivo, un piacere da gustare a casa o da offrire agli amici. Abbiamo voluto osare con una combinazione che fosse sorprendente ma naturale, unendo due ingredienti che parlano di energia, gusto e benessere. Questa nuova referenza rappresenta perfettamente lo spirito di Pop Caffè: innovare, incuriosire e offrire esperienze di consumo sempre più ricche e coinvolgenti” dichiara Federica Eterno, Marketing Director di Pop Caffè
Entrambe le referenze sono disponibili sul sito ufficiale e presso i rivenditori Pop Caffè. Due modi diversi di vivere l’estate, uniti da un solo denominatore: la qualità di una torrefazione italiana attenta alle esigenze di un pubblico moderno, dinamico e curioso.
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