Il Foglietto n. 31/2011

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Se un uomo sogna da solo, il sogno rimane solo un sogno... ma se molti uomini sognano la stessa cosa, il sogno diventa realtà. H.Camara

E DIT ORIALE

ATTUALITA’

martedì 27 settembre 2011

LA REVOCA DELLA CONVENZIONE DANNEGGIA ANCHE TANTI PAZIENTI TUTT’ALTRO CHE FESTA

La notte (fonda) dei ricercatori di Adriana Spera Venerdì si è tenuta in trenta paesi europei la terza notte dei ricercatori, promossa dalla Commissione Europea nell'ambito del Programma Quadro in Ricerca e Sviluppo Tecnologico. In Italia, dove la ricerca non è una priorità, la manifestazione, per la prima volta è uscita dai confini dell'EmiliaRomagna (regione promotrice fin dalla nascita attraverso la propria Agenzia per l'innovazione e il trasferimento tecnologico) ed ha coinvolto istituzioni universitarie di altre Regioni e istituti di ricerca come Cnr, Inaf, Enea, Ingv. Venti gli eventi, dislocati in 10 regioni. Hanno partecipato migliaia di spettatori, ma solo 400 ricercatori e docenti a tempo indeterminato. Assenti giustificati i precari. Lo stesso rettore dell'università di Bologna, commentando le assenze, ha detto: "per i ricercatori c'è del buio, ma loro possono illuminare la notte". Come, non è dato sapere, alla luce dei provvedimenti che hanno destabilizzato e posto sotto tutela ministeriale università e ricerca, riportandole indietro nel tempo. Il governo non ha un progetto preciso, se non quello di aziendalizzare e imbavagliare la ricerca. in questi mesi abbiamo assistito alla cancellazione di enti volta esclusivamente a mandare a casa i precari. L'Italia è ormai il fanalino di coda nei finanziamenti alla ricerca con l'1,13% del Pil e appena lo 0,6% degli occupati. Questi i dati nazionali ma le sperequazioni tra una regione e l'altra sono enormi. La Calabria è in coda. Ed è proprio in Calabria che si registra l'ultimo dei paradossi, con la Regione che sta facendo di tutto per far chiudere i battenti a un centro d'eccellenza (vedere articolo a fianco) nel campo della ricerca pubblica, così finendo per favorire gli interessi della sanità privata.

Il caso

Promozioni last minute, dirigenti sulle barricate L’art. 1, comma 32, della manovra di agosto ha fatto sobbalzare la nutrita schiera dei dirigenti pubblici, molti dei quali riescono a ottenere last minute (a meno di tre anni dalla quiescenza) una ricca promozione. Dal primo ottobre 2011, ai fini del calcolo della pensione verrà conteggiato esclusivamente lo stipendio antecedente la promozione. Sic transit gloria mundi.

Scopelliti dà scacco matto al Cnr, a picco la ricerca pubblica in Calabria altera parte, vale a dire il Cnr, revocasdi Ivan Duca La notizia data in esclusiva dal se l’importante convenzione, con Foglietto lo scorso mercoledì, 21 set- grave danno per tanti pazienti, ora tembre, ha avuto una vasta eco in tutta costretti a pagare le prestazioni sanitala Regione Calabria e, in particolare, rie. La forte denuncia del Foglietto, nel cosentino. L’Istituto di scienze neu- ripresa da diversi organi di stampa e rologiche (Isn) del Cnr, con sede a reti televisive regionali, ha costretto Mangone, alle porte di Cosenza, dal 21 Scopelliti a fornire giustificazioni, che settembre non opera più Solo un intervento però sono apparse tutt’altro che convinin regime di convenzione con la Regione. Da anni, del vertice del Cnr centi. La revoca, infatti, sarebbe stata l’Isn costituisce un centro può scongiurare sollecitata da un di eccellenza a livello europeo, riconosciuto lo smantellamento “tavolo tecnico” il 19 luglio e adottata dalla anche dai recenti Panel di valutazione del Cnr, che dell’Isn di Mangone giunta (presieduta da eroga annualmente oltre 8000 presta- Scopelliti) il 1° settembre, in quanto la zioni diagnostiche altamente speciali- materia era stata ritenuta di competenstiche a favore di migliaia di pazienti za del commissario ad acta per la saniaffetti da malattie quali sclerosi multi- tà (lo stesso Scopelliti). In pratica, si pla, sclerosi laterale amiotrofica, sarebbe trattato di un vizio formale Alzheimer, nonché malattie cerebrova- facilmente superabile, senza alcuna scolari e neuropatie periferiche su base soluzione di continuità dell’operatività genetica. Tutto ciò non è bastato a evi- della convenzione. Sta di fatto, vicevertare che la Giunta regionale inaudita sa, che senza la denuncia del Foglietto

FATT O

la vicenda sarebbe passata sotto silenzio, come dimostra il fatto che dal 1° al 21 settembre il silenzio è stato davvero assordante. L’auspicio di tanti ora è che tutto possa al più presto tornare come prima, per superare la sgradevole interruzione, consentendo al personale dell’Istituto di ricerca di riprendere a pieno l’attività e ai pazienti di poter continuare a usufruire dell’importante servizio. Perché ciò possa realizzarsi, appare necessario l’autorevole intervento degli organi di vertice del Consiglio nazionale delle ricerche che, dallo scorso giovedì, sono nel pieno delle loro funzioni. E’ questa la strada maestra da percorrere per difendere l’autonomia e l’indipendenza dell’importante Istituto di ricerca, non avallando lo smantellamento della struttura di Mangone, ma rafforzandola e concentrando in essa tutte le risorse umane, finanziarie e strumentali oggi impiegate nella Regione.

Sapete che...

CENTRALE

I Tar provano a smaltire oltre 500 mila ricorsi di Biancamaria Gentili Come per tutte le emergenze che si verificano in Italia, anche per la giustizia amministrativa sta per partire un piano di smaltimento ricorsi. Peccato, però, che si tratta di una emergenza cronica, che si protrae da qualche decennio e che costringe centinaia di migliaia di cittadini ad attendere “secoli ”per ottenere una sentenza, sia dal Tar che dal Consiglio di Stato. Dopo aver sperimentato, con scarso successo, lo strumento dell’invio della lettera all’avvocato del ricorrente, con la quale, dopo cinque anni dalla presentazione del ricorso, il Tar o il Consiglio di Stato chiedono se lo stesso ricorrente sia ancora interessato alla causa (in caso contrario si procede alla definitiva archiviazione del fascicolo), scatterà a breve un programma straordinario. A metterlo a punto è stato il Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa (una sorta di Csm del Tar e del Consiglio di Stato), F OGLIETTINO

che ha istituito delle sezioni stralcio, che per diventare operative attendono l’emanazione di un decreto da parte del ministero dell’Economia. A operare in queste sezioni non saranno ex magistrati a riposo ma in attività, che avranno modo, con questo lavoro straordinaria, di arrotondare i loro già robusti stipendi. Ma, in particolare al Consiglio di Stato, bisognerà fare i conti con un’altra emergenza, causata dall’esodo massiccio di magistrati che si è registrato seguito della manovra estiva 2010 su stipendi e buonuscita. A lasciare precipitosamente Palazzo Spada sono stati una ventina di togati. Ma risultati positivi sullo smaltimento dell’arretrato si potrebbero sicuramente ottenere vietando ai magistrati sia gli incarichi extragiudiziari, come i molto remunerativi arbitrati, che i numerosi comandi presso organismi politici. Su questo fronte, però, la disponibilità è scarsa. Se non nulla.

Istat, quando non c’è chiarezza c’è polemica A dodici giorni dalla fatidica data del 9 ottobre, quando gli italiani dovranno compilare il questionario del XV Censimento della popolazione, non si placa la polemica sulle coppie conviventi dello stesso sesso, che, in un primo momento, l’Arcigay era convinta che sarebbero state contate. In occasione della conferenza stampa di presentazione dell’evento, il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, di fronte alla puntuale e inequivocabile domanda da parte di una giornalista dell’Ansa ha tutt’altro che chiarito quale sia l’intenzione dell’ente: obscurum per obscurius. Una cosa è certa ed è la posizione del Garante della Privacy, che con un documento del 16 febbraio 2011 aveva indicato le corrette modalità per rilevare l’importante fenomeno. Modalità che l’Istat non ha inteso adottare. La conseguenza è che il dato non potrà essere reso noto. Se l’organo di vertice del’Istat lo avesse detto con chiarezza, la polemica sarebbe finita. Così non è stato, alimentando false speranze tra chi crede che il dato verrà fuori. Pia illusione.

Il Foglietto dopo 8 anni in rassegna stampa Cnr Il 23 settembre, in concomitanza con l’insediamento ufficiale del nuovo cda del Cnr, Il Foglietto, a 8 anni dall’inizio della sua pubblicazione, ha fatto capolino nella rassegna stampa dell’ente di piazzale Aldo Moro. E’ la fine di uno sgradevole ostracismo, che invece persiste da parte dell’Istituto nazionale di statistica. Ma, come si sa, il tempo è galantuomo.

Per il nuovo sito web non c’è pace all’Istat La settimana scorsa Il Foglietto ha ironizzato sul nuovo sito web dell’Istat, che nella versione in inglese si esprime, in parte, in italiano. Lo stesso sito è oggetto anche di un’aspra critica da parte dell’autorevole lavoce.info che censura la modalità di presentazione dei grafici sul Pil. Immediata la replica di Giovannini e la controreplica dei lettori.

Censimento coppie gay, iniziativa di Lannutti (Idv) La querelle sulla mancata conta censuaria delle coppie conviventi dello stesso sesso è finita in Parlamento. Elio Lannutti, senatore dell’Italia dei Valori il 15 settembre ha presentato a Palazzo Madama una dettagliata interrogazione (n. 4 05874) sulla materia.


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A breve un altro attacco alle pensioni Anche se con armi diverse, partiti compatti nel distruggere l’attuale previdenza di Adriana Spera Manovra dopo manovra ci sono due sole certezze: le misure adottate non bastano a risolvere il problema del debito pubblico né a portare il sistema economico italiano fuori dalla crisi. Proposte e controproposte dimostrano lo stato confusionale del governo e la sua subalternità al sistema bancario e alla Confindustria. Maggioranza e opposizione in gara per accattivarsi i consensi dei poteri forti. Ma se per la destra tale atteggiamento è comprensibile, in quanto in linea con la propria base elettorale, per il centro sinistra evidenzia, invece, un atteggiamento di casta. Ma, se la politica naviga a vista, non sembrano più illuminate le parti datoriali e gli operatori finanziari. Per tutti (anche se qualcuno, come la Lega, fa melina per sopravvivere) un unico comune denominatore: l'inasprimento del sistema pensionistico come panacèa per sortire dalla burrasca. I membri delle commissioni lavoro di Camera e Senato, di ogni parte politica, si sono detti tutti favorevoli ad intervenire sulla previdenza. Le posizioni sono variegate. Se il falco

Cazzola (Pdl) propone la pensione a 65 anni per tutti e contributivo subito, il leghista Pini è favorevole a condizione che la riforma non sia inserita all'interno di altri provvedimenti di legge e che sconti per le donne almeno un anno a figlio. In casa Pd, come sempre, convivono diverse scuole di pensiero. Se Marina Sereni si dice favorevole, a patto che ciò possa garantire pensioni decenti ai lavoratori

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più giovani, Tiziano Treu è per il contributivo e per l’innalzamento progressivo dell'età pensionabile fino ai 70 anni. Per Milana (Api) le pensioni d'anzianità vanno gradualmente abolite. Mentre gli Stati Uniti adottano la ricetta Buffet (tassazione progressiva a prescindere dal tipo di reddito e patrimoniale) e rinvestono il gettito per abbattere il debito e produrre nuova occupazione, in Italia si continuano a sfornare provvedimenti che, deprimendo la domanda, impediscono sia un rilancio dell'economia che un maggior gettito per l'erario. Confindustria, il maggior promotore del taglio delle pensioni e dell'innalzamento dell'età pensionabile, dimentica che un altro taglio ai redditi comporterà un'ulteriore contrazione dei consumi e quindi della produzione. In realtà, però, il suo obiettivo è quello di finanziarsi, il più a lungo possibile e a costo zero, col tfr dei lavoratori. I sostenitori della solidarietà intergenerazionale meglio farebbero a mandare subito i genitori a casa, con pensioni decenti, per far posto ai figli. E' l'unica soluzione che garantisce la sostenibilità del sistema pensionistico.

giurisprudenza E’ rischioso notificare atti sul posto di lavoro E' inammissibile il ricorso, per nullità della notificazione. all'unico controinteressato, allorché sia stato notificato a quest'ultimo presso l'ufficio in cui presta servizio, non a mani proprie, ma a mani di altro dipendente dello stesso ufficio. La decisione si basa sul fatto che di norma l'addetto ad un ufficio non ha l'onere di consegnare la corrispondenza personale ai colleghi, per cui la notifica effettuata a mani di un collega di lavoro del destinatario non conferisce adeguata certezza sulla consegna del plico. L’orientamento è comune sia all'impiego pubblico che a quello privato. Invero, la notifica a mani presso la sede di lavoro del destinatario non a mani proprie, è valida solo se il consegnatario ha l'onere di consegnare, a sua volta, al vero destinatario tale tipo di corrispondenza (Cons. St. , sez. VI sent. 15 settembre 2011 n. 5136 Pres. Coraggio, Est. Atzeni).

COLOMBO (INRAN): LE CONSERVE ONSERVE NUTRIZIONE

I L CASO EVASIONE. ITALIA SEMPRE PIU’ PAESE DI POVERI RICCHI

Spetta tutta l’anzianità quando si cambia ente

Mario Colombo, presidente dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran), ha trasmesso qualche giorno fa alle organizzazioni sindacali una nota con la quale ha comunicato che "per ritardi non imputabili a questo Istituto connessi ad adempimenti di bilancio ed alle tabelle di equiparazione di ex INCA, non è possibile integrare al momento nello Statuto e nel Regolamento l'ex Istituto Nazionale per le Conserve Alimentari. Pertanto, al fine di dare stabilità giuridica a questo Istituto in relazione all'accorpamento con Ense (Ente nazionale sementi elette, ndr) ed ai seguiti attuativi di competenza, si procede, senza frapporre indugi, alla formale deliberazione con invio degli atti al Ministero vigilante per i provvedimenti di conseguenza". Non una parola di Colombo sulla natura e sulla causa degli asseriti ritardi.

Al Forum Ambrosetti, quest'anno intitolato "Lo scenario di oggi e domani per le strategie competitive”, Tremonti ha ricordato agli astanti - indignati per il ventilato pagamento da parte dei più ricchi del contributo di solidarietà - che solo 796 italiani dichiarano più di 1mln di euro di reddito e 3.691 più di 500mila. Ormai la politica del ministro appare schizofrenica, visto che, da un lato, striglia gli industriali recalcitranti di fronte ai prelievi fiscali e lancia una campagna di spot contro gli evasori "parassiti", dall'altro taglia le risorse destinate alla lotta all'evasione. Tremonti però si è guardato bene dal dire che l'86% di quei contribuenti al top sono lavoratori dipendenti, come risulta dalle rilevazioni del 2009. In attesa dei dati ufficiali, le Acli - sulla base di oltre 1,3mln di dichiarazioni elaborate dai loro Caf - hanno reso noto che il reddito medio degli italiani è 21.933 euro. In un anno si è perso, al netto dell'inflazione, l'1,07% del potere d'acquisto, un prelievo occulto di 235 euro che diventano 373 euro per i lavoratori dipendenti, cui si stanno per aggiungere altri 350 euro con la riduzione delle detrazioni. Nella graduatoria è sempre in testa la Lombardia 29.930€ (+0,2% e -1,48% al netto dell'inflazione), fanalino di coda la Puglia con 16.763 euro. Mentre nel Molise i redditi scendono del 2,72%, a sorpresa, crescono di più in Abruzzo (+2,15%, +0,65% netti) e ci sono diminuzioni anche in regioni tradizionalmente con un'economia florida, come Marche e Emilia Romagna.

In caso di passaggio da una amministrazione pubblica ad un’altra, sia per disposizione di legge che su domanda, il lavoratore ha diritto a conservare tutta l’anzianità maturata presso l’ente di provenienza. A riconoscere il principio è stata la Corte di Giustizia dell’Ue con sentenza relativa alla causa C108/10. Il contenzioso vedeva come protagonisti lo Stato italiano e una lavoratrice della scuola, fino al 1999 facente parte del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) degli enti locali e dall’anno successivo trasferita nei ruoli del personale Ata dello Stato e inquadrata in una fascia retributiva corrispondente a 9 anni di anzianità, a fronte dei 29 maturati nell’amministrazione di provenienza.

ORA NON ENTRANO NELLA

I L FATT O

DI

C ODA

Trattenimenti in servizio, lavoratori in balìa degli enti di Antonio Del Gatto “Resto anch’io? No, tu no”. Non si tratta di una rivisitazione del titolo della famosa canzone di Enzo Jannacci, ma della paradossale situazione in cui può venire a trovarsi il dipendente pubblico, a seguito di una delle tante disposizioni contenute nella tristemente nota “manovra di agosto” (divenuta legge il 16 settembre). Al compi-

mento del 65° anno di età, il dipendente - soprattutto se non ha raggiunto il massimo della contribuzione - può chiedere all’ente di essere trattenuto in servizio fino a un massimo di due anni. Se fino al 2008, per l’amministrazione era un obbligo accogliere l’istanza, con l’entrata in vigore del decreto legge 112/2008, è diventata una mera facoltà. E addirittura, con la citata “manovra d’agosto”, è venuto anche meno l’obbligo per l’amministrazione di dare riscontro all’istanza,

IF

così applicandosi il silenzio-diniego. Di L OGLIETTO contro, al compimento del 40° anno di DELLA RICERCA contribuzione da parte del lavoratore, a prescindere dall’età anagrafica dello Supplemento a IlFoglietto stesso, all’ente è data facoltà, salvo il Agenzia di informazione on line preavviso di sei mesi, di risolvere unilate- Reg.Trib. Roma 136 dell’8/4/2004 ralmente il rapporto di lavoro. In quest’ul- Editrice: Nameless Line Inc Anno VIII numero 31 timo caso, il trattamento pensionistico • Direttore responsabile: Maurizio Sgroi scatterà dopo un anno, durante il quale il Redazione Vicolo del Buon Consiglio, 31 dipendente verserà contributi a vuoto, 00184 - Roma - tel 064819930-fax 0662204550 vale a dire ininfluenti ai fini del calcolo e-mail: redazione.ilfoglietto@usirdbricerca.it • Progetto grafico : Bios della pensione.


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