Il Foglietto n. 28/2011

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Se un uomo sogna da solo, il sogno rimane solo un sogno... ma se molti uomini sognano la stessa cosa, il sogno diventa realtà. H.Camara

E DIT ORIALE

ATTUALITA’

mercoledì 7 settembre 2011

TUTTI UNITI, CAVALIERE, DEBENEDETTI, CONFINDUSTRIA, UDC E CERTI SINDACATI IMPRESA DEL MINISTRO GELMINI

Enti di ricerca, ultimato riordino delle poltrone di Rocco Tritto Dopo una lunga e tormentata gestazione, con la nomina dei presidenti, sembra essersi concluso l’ennesimo riordino degli undici enti di ricerca vigilati dal Miur. Ancora una volta si è trattato di una procedura formale, finalizzata a sostituire gli organi di vertice, lasciando praticamente immutato tutto il resto. Anzi, riducendo ulteriormente le scarne risorse, per di più spesso e volentieri anche mal utilizzate. Eppure, ogni volta il ministro “riformatore” parla di svolta epocale, forse per mascherare i veri obiettivi, che sembrano essere quelli di “omogeneizzare” il board alla compagine governativa di turno. In questa occasione, il fine meccanismo introdotto dal decreto legislativo n. 213 del 2009 ha concesso al ministro vigilante il lusso di nominare alcuni presidenti, indubbiamente di prestigio, ma ascrivibili alla opposta fazione politica, mantenendo ben saldo il consiglio di amministrazione, la cui maggioranza alla fine risulterà di stretta fede governativa. Un meccanismo già sperimentato in Parlamento, dove la presidenza di alcune commissioni (Vigilanza sulla Rai, Controllo sulla sicurezza della Repubblica) è affidata a un rappresentante delle opposizioni, mentre più della metà dei componenti delle stesse è espressione dei partiti che sostengono il Governo in carica. Il primo banco di prova per i cda così “riformati” sarà la nomina dei nuovi direttori generali che, legge alla mano, sono i veri detentori del potere reale degli enti pubblici e che, fino a ieri, erano quasi sempre diretta espressione dell’organo di vertice dell’ente. Non sono in pochi a ipotizzare vita difficile per molti dei nuovi presidenti e non si escludono possibili forfait. Chi vivrà, vedrà.

Novità

Trasferimenti infraregionali mano libera per gli enti L’art. 1, comma 29, del decreto legge n. 138/2011, in attesa di conversione, ha rafforzato i poteri degli enti in materia di trasferimento d’ufficio dei propri dipendenti, in barba a qualsiasi previsione contrattuale. Le amministrazioni con più sedi in ambito regionale, potranno procedere senza freni, mentre a livello interregionale bisognerà attendere le modalità dettate dalla contrattazione di comparto.

L’assalto alle pensioni è soltanto rinviato da destra e da sinistra pronti a colpire co per eccellenza, Carlo Debenedetti, di Adriana Spera Durante la I^ Repubblica c'erano, a passando per Confindustria, per l’Udc e volte, i "governi balneari". Ora ne abbia- per sindacati compiacenti, che invocano mo in pianta stabile, che brillano per ulteriori tagli alle pensioni, dimenticando incompetenza e ci rendono universal- gli artt. 2 e 53 della Costituzione. Lo mente ridicoli, tanto che la stampa inter- scippo tentato nei giorni scorsi ai danni nazionale individua nell'operato del di chi ha onerosamente riscattato gli nostro governo una tra le principali anni di laurea e di chi ha regalato allo Stato almeno un anno cause del precario stato di Purtroppo in Italia della propria vita è salute dell'euro. Il problesolo rimandato. L' ma è che all'incapacità manca una cultura ennesima legge di manifesta si somma l'asdi nazione, nel senso riforma del sistema soluta mancanza di una pensionistico è già in cultura di nazione, nel di collettività solidale cantiere in commissiosenso di collettività solidale fondata su valori comu- basata su valori comuni ne lavoro alla Camera ni, d'altronde chi ci governa è uno degli con disponibilità bipartisan a ulteriori epigoni di Reagan e della Thatcher, con- dolorosi tagli. La lotta agli evasori non è vinti sostenitori della necessaria preva- che l'ennesima barzelletta. Le istituzioni lenza dei singoli sulla società. Pure la finanziarie, banche in testa, che detenChiesa, che ogni giorno lancia moniti gono l'86% dei titoli del debito pubblico sull'iniquità del nostro sistema, non paga non si accontenteranno di certo di una l'Ici sul proprio patrimonio (gettito stimato voce di entrata aleatoria, considerata tra i 5 e gli 8 mld). Ciò spiega il coro una- l'ampiezza e la cronicità del fenomeno nime che va dal Cavaliere, al suo nemi- dell'evasione fiscale italica e l'esiguità

FATT O

delle risorse umane e materiali impegnate dallo Stato. Tanto peggio se si affida il compito ai Comuni che forniscono i servizi a domanda individuale senza alcuna verifica fiscale sugli utenti, col risultato che chi meno contribuisce in proporzione al proprio reddito effettivo ha più probabilità di usufruirne. Ben altre certezze avrebbero fornito la patrimoniale, il contributo di solidarietà per tutti i redditi sopra i 90 mila euro (non solo per i dipendenti pubblici) e l'aumento dell'Iva. Si è preferito abbaiare alla luna, tanto poi, quando i conti non torneranno, saranno sempre i soliti a pagare. La ricetta liberista che piace anche a certa "sinistra" ci porta allo sfascio. Occorrono un sistema fiscale progressivo, con contestuale sostegno alla domanda e all'occupazione, finanziamenti a scuola e ricerca, dimezzamento dei compensi e non del numero degli eletti, altrimenti saremo governati dall'oligarchia delle lobbies.

Sapete che...

CENTRALE

Cra, con Sudano verso un monocolore siciliano di Biancamaria Gentili Paolo Cescon non ce l'ha fatta a diventare presidente del Cra. Nominato il 19 gennaio 2011 commissario straordinario dell'ente dal "vigilante" Giancarlo Galan, allora ministro delle Politiche agricole, per porre fine alla gestione di Romualdo Coviello, Cescon era quasi certo, una volta approvato il nuovo statuto del Cra, di sedersi almeno per un quadriennio sullo scranno più alto dell'ente di ricerca di Via Nazionale. Il cambio di guardia al ministero vigilante (Saverio Romano al posto di Galan), avvenuto a marzo, gli è stato invece fatale, visto che Palazzo Chigi, venerdì scorso, ha reso noto che "E' stato altresì deliberato su proposta del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Romano, l'avvio alla procedura per la nomina del professor Domenico Sudano a Presidente del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in F OGLIETTINO

agricoltura (Cra)". Sudano, 71 anni, dottore in lingue e letteratura straniera, funzionario statale in pensione, ex deputato Udc, pensionato d'oro dell'Assemblea regionale siciliana (dove è stato deputato) con un vitalizio da poco più di 3000 euro al mese, è anche coordinatore provinciale del Pid, il partito dei Popolari per l'Italia di Domani, piccola formazione politica guidata proprio dal ministro Romano che, come molti ricorderanno, è indagato dalla Procura di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa. Ora il Cra, con seri problemi sia di precariato che di bilanci - come più volte documentati dal Foglietto - con la designazione di Sudano alla sua guida, cha appare più dettata da meriti politici che scientifici, avrà un governo "monocolore" siciliano. Presidente di Catania, direttore generale (Lo Piparo) di Bagheria e ministro vigilante (Romano) di Palermo.

Giovannini, conoscenza di chi e non di che cosa Il 9 agosto scorso, in una delle tante tavole rotonde organizzate dall'associazione Amici di Cortina per i ricchi vacanzieri estivi dell’amena località montana, è apparso il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini, che con Giuseppe Mussari, presidente del Monte Paschi di Siena e dell’Abi, Antonio Catricalà, presidente dell’Antitrust, Fabio Cerchiai, presidente di Atlantia e dell’ Ania e Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Università di Trento e dell'Ubs Italia Sim, ha disquisito sul tema Liberiamo l'economia. Durante un suo intervento (http://www.youtube.com/watch?v=KYm56HeuICw), Giovannini ha affermato che "Noi viviamo nella società della conoscenza. Peccato che in Italia abbiamo capito che è la conoscenza di chi e non di che cosa". In pratica, tutto ruoterebbe sempre attorno alla millenaria sgradevole pratica della raccomandazione. Non sappiamo se “la conoscenza di chi e non di che cosa” sia operante anche all'Istat. Giovannini, stando al video, non lo ha precisato.

Con 15 direttori tecnici boom di nomine all’Istat Il sogno di milioni di italiani è quello di essere direttore tecnico della nazionale di calcio. All’Istat si accontentano di meno e in 15 ieri, con delibera del presidente, con qualche problema di punteggiatura, sono stati nominati direttori tecnici statistici. Compenso medio annuo, circa 140 mila euro. I nomi coincidono perfettamente con quelli diffusi in anteprima dal Foglietto venerdì scorso.

Sulla nomina all’Ingv, Gelmini sbaglia cinquina Imperdonabile “svista” del ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca nel decreto di nomina del nuovo presidente dell’Ingv. Per la Gelmini, infatti, il neo presidente dell’ente Domenico Giardini “rappresenta, tra la rosa dei candidati proposta, la persona più idonea a ricoprire l’incarico di presidente del Consiglio nazionale delle ricerche” (sic!). Errore di cinquina.

Aspettative e permessi, nuove regole in vigore Pubblicato in G.U. n. 173 del 27 luglio 2011, il decreto legislativo n. 119/2011, contenente importanti modifiche alla legge 4 novembre 2010, n. 183, in materia di congedi di invalidità, parentali e per maternità, aspettative, anche per dottorati di ricerca, e permessi di vario genere.


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Cnr, una sconfitta da 4,2 milioni di euro Il Tribunale di Roma condanna l’ente a un ingente risarcimento a favore della Astaldi di Paolo Vita Il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha perso una causa da circa 4,2 milioni contro la società di costruzioni Astaldi per i lavori di ristrutturazione del Polo Biotecnologico di Milano in via Bassini, effettuati nel 2004. La sentenza di primo grado è stata emessa dal Tribunale Civile di Roma il 6 agosto del 2010, ma davanti al mancato pagamento da parte dell'ente di piazzale Aldo Moro, la società di costruzioni ha provveduto al pignoramento di 4.185.000 euro presso la Banca Nazionale del Lavoro, che gestisce il servizio cassa del Cnr. Così il cda del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dopo aver preso atto della mancanza di denari nel Fondo rischi ed oneri per far fronte a tale spesa a causa del pagamento di un altro risarcimento da 1,4 milioni disposto dal Tribunale di Massa, ha deciso di attingere al Fondo di riserva, malgrado le risorse lì custodite fossero vincolate nella loro destinazione. Vediamo perché il giudice ha condannato il Cnr a pagare l’ingente somma. Il 4 marzo del 1998 il Consiglio Nazionale delle Ricerche

affidò l'appalto ad un associazione temporanea di imprese (Ati) che fallì e fu sostituita dalla Astaldi nel dicembre 2001. Dopo la sostituzione, il Cnr chiese due varianti, definite dal consulente del giudice "di carattere sostanziale", visto che la progettazione iniziale, continua il tecnico nominato dal Tribunale, "era errata per alcuni aspetti e omissiva per altri, causata dall'inadeguata valutazione dello stato

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di fatto, dalla mancata identificazione della normativa tecnica vincolante per la progettazione, dalla violazione delle norme di diligenza nella predisposizione degli elaborati progettuali". Cioè quando il Cnr affidò l'appalto, il progetto era gravemente sbagliato e lacunoso, così in corso di esecuzione l'ente ha dovuto chiedere alla Astaldi molti e rilevanti cambiamenti. Ma una volta ottenuti tali lavori il Cnr non ha voluto pagarli e ha, anzi, ridotto il corrispettivo dovuto alla società perché l'esecuzione delle opere aveva richiesto più tempo rispetto a quanto inizialmente programmato. La difesa del Cnr, rappresentato dall'Avvocatura dello Stato, stando a quanto dice il giudice, non è stata un granché, visto che si è costituita tardi in giudizio e non ha indicato neppure sommariamente alcuni degli elementi su cui si basava la difesa. Adesso che il Cnr ha pagato, resta da vedere se, in caso di conferma della decisione nei successivi gradi di giudizio, l’ente avvierà un’azione di responsabilità nei confronti di coloro che a vario titolo hanno contribuito alla clamorosa débâcle, che ha sottratto importanti risorse alla ricerca.

IL PRIMAT I L CASO PRIMATO DEI DIPENDENTI PUBBLICI LOMBARDIA, NON AL LAZIO DISTRIBUTORI AUTOMATICI IN TESTA ALL’EVASIONE FISCALE

SPETTA SPETTA ALLA

Dai numerosi e interessanti dati contenuti nell’ultimo Conto annuale sul pubblico impiego, redatto dalla Ragioneria Generale dello Stato e relativo all’anno 2009, emerge che, contrariamente a quanto si è soliti sentire, il maggior numero di impiegati a tempo indeterminato della pubblica amministrazione, che complessivamente ammontano a 3.311.582, è presente in Lombardia (12,57%). Nella Regione Lazio, a torto ritenuta la roccaforte del travet, è presente il 12,08%. In terza posizione, la Campania, con il 9,45%, seguita dalla Sicilia con l’8,63%. Le ultime tre posizioni sono invece occupate da Basilicata (1,01%), Molise (0,63%) e Valle d’Aosta (0,35%). Il numero degli occupati nel 2009 ha subito una riduzione rispetto all’anno precedente di circa 64.000 unità (1,89%). Prevale, infine, la presenza femminile con il 55,3%.

I L FATT O

DI

In Italia c'è una "macchinetta" ogni 11 abitanti, che eroga prodotti di largo consumo (caffè, bibite, snack, yogurt biologico, frutta fresca, prodotti dietetici, latte, acqua, film, musica mp3, sigarette, gratta e vinci, scommesse, oggettistica, anticoncezionali, giochi per bimbi, chewing gum, prodotti per automobili e perfino lingotti d'oro). Distributori automatici che si trovano nelle comunità di lavoro e - sempre più spesso - in luoghi aperti al pubblico: ospedali, stazioni ferroviarie, aeroporti, palestre, musei, tabaccherie, stazioni di servizio, scuole, uffici postali. L'Italia è il massimo produttore europeo di distributori automatici e detiene la leadership mondiale di export (70% della quota di settore). Il settore della distribuzione automatica ha generato nel 2010 un imponibile annuo non dichiarato al fisco di circa 48 mld di euro, con un'imposta evasa di 15 mld di euro. E' questa la sintesi della nuova inchiesta condotta da Krls Network of Business Ethics per conto dell'Associazione Contribuenti Italiani, presentata in anteprima a Portoferraio (Isola d'Elba). "A favorire l'evasione fiscale - ha dichiarato Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it - c'è anche la totale assenza di conteggio ufficiale o cartaceo dei guadagni, a differenza di quanto avviene per i registratori di cassa". Per arginare tale evasione, l’Associazione ha chiesto di inserire nella manovra di ferragosto (DL 138/2011) l'obbligo di memorizzare e inviare online al fisco il resoconto delle operazioni effettuate mediante i distributori automatici.

giurisprudenza Dipendente ruba bevanda? Licenziamento eccessivo E' illegittimo, per violazione del principio di proporzionalità delle sanzioni disciplinari, il provvedimento con il quale l'Amministrazione pubblica, a seguito di apposito procedimento disciplinare, ha disposto la destituzione dal servizio di un dipendente, reo di aver perpetrato il furto di una bevanda dal bar interno all'ente di appartenenza. Nella specie, infatti, appare ictu oculi evidente l'abnorme sproporzione tra l'irrogata destituzione e la tenuità della medesima infrazione, in sé ed in relazione al valore del bene sottratto (Cons. St., sez. III sent. 29 luglio 2011 n. 4531 - Pres. Cirillo, Est. Dell'Utri).

Gli indebiti pagamenti vanno recuperati al netto Il recupero delle somme che l'Amministrazione ha indebitamente erogato ad un proprio dipendente deve essere effettuato al netto e non già al lordo delle ritenute fiscali e previdenziali. A ribadirlo è stato il Consiglio di Stato, sezione III, con sentenza 4 luglio 2011, n. 3984 (Pres. Lignani, Est. Lipari). Per i Giudici di Palazo Spada, la ripetizione dell'indebito non può non avere ad oggetto che le somme percepite in eccesso, ma solo quanto effettivamente sia entrato nella sfera patrimoniale del dipendente, non potendosi, invece, pretendere la ripetizione di somme al lordo delle ritenute fiscali (e previdenziali e assistenziali). Ne consegue che la Pubblica Amministrazione, nel procedere al recupero di somme indebitamente erogate ai propri dipendenti, deve effettuare tale recupero al netto delle ritenute fiscali, previdenziali e assistenziali.

C ODA

Scorrimento graduatorie, giustizia sempre più divisa di Antonio Del Gatto La giurisprudenza amministrativa ha ripetutamente qualificato come una mera facoltà, e non un obbligo della pubblica amministrazione, l'utilizzazione della graduatoria nel periodo di efficacia della medesima, essendo una potestà a carattere eccezionale, il ricorso alla quale consegue ad una valuta-

zione pienamente discrezionale che, ove risultasse negativa, dovrà essere motivata. Diverso è l'orientamento della Suprema Corte di Cassazione, secondo la quale, salvo che per specifica disposizione di legge o del bando, tra i posti messi a concorso originariamente debbano essere compresi anche quelli che si dovessero rendere vacanti entro una certa data. L'obbligo di utilizzare la graduatoria entro il termine di efficacia della stessa preclude

IF

all'amministrazione di bandire una L OGLIETTO nuova procedura concorsuale ove DELLA RICERCA decida di reclutare personale, ma non la obbliga certamente all'assunzione Supplemento a IlFoglietto dei candidati non vincitori in relazione Agenzia di informazione on line a posti resisi vacanti che non intenda Reg.Trib. Roma 136 dell’8/4/2004 coprire. Pertanto, una volta adottata la Editrice: Nameless Line Inc Anno VIII numero 28 decisione di coprire il posto vacante, il • Direttore responsabile: Maurizio Sgroi candidato idoneo è titolare di un diritto Redazione Vicolo del Buon Consiglio, 31 soggettivo perfetto all'assunzione e 00184 - Roma - tel 064819930-fax 0662204550 l'amministrazione è obbligata allo e-mail: redazione.ilfoglietto@usirdbricerca.it • Progetto grafico : Bios scorrimento della graduatoria.


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