CULTURA E DIGITALE
Terza pagina LO SPLENDORE
del niente
Intervista alla poetessa e narratrice siciliana Maria Attanasio, prima classificata della 32esima edizione del Premio Chiara. Dello scrittore luinese dice: “La sua prosa è come la luminescenza delle acque dei vostri laghi, profondi come i contenuti di racconti e romanzi”
Maria Attanasio
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A
l principio fu una penna, regalata dai genitori alla loro bimba appena nata, con la segreta speranza che Maria imparasse presto a usarla, come del resto si è impegnata a fare fin da piccolissima. Una scrittrice non la si inventa, la voglia di esprimersi viene al mondo con noi e Maria Attanasio, 77 anni, fresca vincitrice della 32esima edizione del Premio Chiara con la raccolta di racconti “Lo splendore del niente e altre storie”, si è sempre espressa ai massimi livelli, come insegnante, attivista politica del Pci, poetessa e narratrice. Siciliana di Caltagirone, si è avvicinata alla prosa sui 50 anni, dopo una lunga militanza nella poesia, con molti libri lodati dalla critica e ha subito ottenuto premi e consensi pubblicando per una casa editrice tempio della sicilianità come Sellerio. In un video girato da lei stessa per ringraziare gli Amici di Piero Chiara, ha paragonato la prosa del luinese alla luminescenza delle acque dei nostri laghi, che però sono profondi come i contenuti di racconti e romanzi: “Chiara era una lettura quasi d’obbligo quando ero ragazza, assieme agli americani Steinbeck, Hemingway o Dos Passos. I suoi romanzi hanno costruito il mio sguardo verso la scrittura. Ora mi è capitato
Mario Chiodetti
di leggere un suo racconto inedito, ‘Emigranti’, dove è presente la visione su chi resta, con una narrazione assolutamente priva di ogni retorica”. Qual è la Sicilia dei suoi romanzi e racconti? La sua Caltagirone somiglia alla Vigata di Camilleri? Sono radicata alla letteratura siciliana, la mia scrittura ha un rapporto profondo con il luogo, che diventa addirittura personaggio, protagonista di una storia. Del resto non ci sarebbe la narrativa di Sciascia senza Racalmuto o Palermo. Così la mia prosa è Caltagirone e non si manifesta in una pura spazialità, ma nella verticalità delle storie vissute, mentre oggi molta
“Sono radicata alla letteratura siciliana, la mia scrittura ha un rapporto profondo con il luogo, che diventa addirittura personaggio, protagonista di una storia. Del resto, non ci sarebbe la narrativa di Sciascia senza Racalmuto o Palermo”