ARTE
NELLE ANTICHE STANZE
di Casa Riva Luisa Negri
Alla Pinacoteca Zust di Rancate una mostra (visitabile anche online) sulle vicende pubbliche e private della nobile e potente famiglia elvetica. Una storia ripercorsa attraverso dipinti, suppellettili, documenti e cimeli che raccontano molto anche del profondo legame della casata con il territorio di Varese
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ino a fine febbraio alla Pinacoteca Zust di Rancate è in corso la mostra (visitabile anche attraverso i canali social e digitali) “Uno sguardo sul collezionismo privato nella Lugano del Sette e Ottocento: le quadrerie Riva”, a cura di Edoardo Agustoni e Lucia Pedrini-Stanga. In mostra sono una settantina di dipinti di eccellenti artisti, soprattutto di Giuseppe Antonio Petrini, del quale la famiglia Riva fu tra i maggiori committenti. Ma anche suppellettili, argenterie, miniature, importanti documenti e cimeli, nonché preziosi volumi della casa. Dei 400 libri appartenuti al conte Giovanni Battista (1704-1774) è stato possibile studiare l’insieme grazie a un prezioso manoscritto dell’Archivio Storico della Città di Lugano. Al centro della rassegna è la storia dell’aristocratica e potente famiglia elvetica che dal ‘500 ebbe importanti relazioni, anche parentali, con il territorio italiano. In particolare, il milanese e il Varesotto. I curatori della mostra ne hanno pazientemente ricostruita la genealogia. Mercanti in origine, poi magistrati, notai, proprietari terrieri e potenti banchieri, attraverso relazioni di affari o religiose e matrimoniali i Riva ampliarono potere e influenza a nord verso gli altri cantoni svizzeri, di lingua francese e tedesca. A destra, Studiolo. Pagina a fianco, Giovanni Migliara, Donne al lavatoio
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Ricerca storica e tecnologia si intrecciano, si fa più vicina e viva la magia del racconto di uomini e donne vissute in un passato lontano, che pure non è spento. E continua ad essere storia presente. Grazie anche a questa mostra, supportata da chi della famiglia è tutt’ora erede e sostegno, con la Fondazione Palazzo Riva