VARESEFOCUS 1/2021 - FEBBRAIO

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Sofinter SMATERIALIZZA L’ENERGIA Michele Mancino

Il Gruppo di Gallarate, specializzato nella realizzazione di impianti e componenti per la produzione di vapore e di elettricità, è in prima linea nello sviluppo delle tecnologie legate all’idrogeno. Ma non solo. La ricerca di combustibili in grado di bruciare senza emissioni di anidride carbonica va avanti anche su altri fronti. Tra i più interessanti, l’ammoniaca e la ossicombustione

N

el 2002 venne pubblicato in Italia un saggio di Jeremy Rifkin dal titolo Economia all’idrogeno, trasformatosi in poco tempo in un best seller. Secondo Rifkin, la smaterializzazione dell’energia coincide con quella dell’attività economica. In particolare, la decarbonizzazione ha significato non solo una progressiva eliminazione degli atomi di carbonio, ma anche la smaterializzazione degli stessi combustibili, passati dallo stato solido (carbone), allo stato liquido (petrolio) e infine a quello gassoso (idrogeno). La Commissione Europea in quello stesso anno dichiarava che l’Europa sarebbe diventata la prima economia completamente integrata e fondata su idrogeno da fonti rinnovabili. Abbiamo dovuto attendere diciotto anni per veder

muovere i primi passi agli stati membri in quella direzione, sotto la pressione di un’opinione pubblica allarmata dall’emergenza climatica. Nel novembre 2020 il Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) ha pubblicato il National Hydrogen Strategy Preliminary Guidance in cui si indicano i principali obiettivi: investimenti per 10 miliardi di euro suddivisi fifty-fifty con il settore privato, 5 gigawatt di elettrolizzatori installati da qui al 2030, 200mila posti di lavoro, un impatto di 1,5 punti percentuali sul Pil e una penetrazione di mercato nei prossimi dieci anni pari al 2% con una prospettiva di crescita al 20% nel 2050. Alcune aziende del settore si sono organizzate da tempo per affrontare il passaggio auspicato da Rifkin e dalla Ue. Tra queste c’è anche il gruppo industriale Sofinter di Gallarate

specializzato nella realizzazione di impianti e componenti per la produzione di vapore per uso industriale e per la produzione di energia elettrica. Del Gruppo fanno parte marchi importanti come Macchi, leader mondiale nella progettazione e costruzione di caldaie industriali e di caldaie a recupero per cicli cogenerativi e AC Boilers formerly Ansaldo Caldaie. Per gruppi strutturati come Sofinter, il tema centrale in questa fase è la gestione della transizione. “Non abbiamo un interruttore — sottolinea Angelo Alfieri, direttore delle risorse umane e comunicazione — e decarbonizzazione non significa che si chiude una fase per passare immediatamente a energie verdi. La transizione va gestita con tecnologie meno impattanti dal punto di vista ambientale e più efficienti, come il turbogas e con misure di mercato adeguate il capacity market è una di queste. Una corretta transizione deve portarci da qui al 2050, come stabilito dalla conferenza di Parigi, con sempre meno emissioni di anidride carbonica e per ottenere questo risultato dobbiamo far sì che gli strumenti siano il più possibile allineati a quegli obiettivi”. In Europa esiste già una finestra di attività piuttosto ampia, grazie soprattutto alle aziende del settore che negli ultimi anni hanno fatto investimenti per farsi trovare pronte per questo passaggio. Sofinter investe circa il 10% delle risorse di ingegneria in ricerca e sviluppo e dispone di uno 21


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