VARESEFOCUS - SPECIALE PMI DAY

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SPECIALE PMI DAY 2019/2020

VARESEFOCUS


nuova sede

Amca Elevatori & showroom Areability • Viale dell’Unione Europea 20, Gallarate (Va)


presentazione

Quando si parla di industria, ciascuno di noi, istintivamente, richiama alla memoria un diverso scenario, a seconda del suo vissuto personale. Ma com’è l’industria vista attraverso gli occhi di un ragazzino di 13 anni? Lo abbiamo chiesto direttamente a loro, ai protagonisti dell’edizione numero 10 del Pmi Day varesino. Studenti e studentesse che, armati di taccuini e penne, hanno fatto visita alle nostre aziende per poi raccontarle. Scattando una fotografia quanto più sincera e onesta possibile. Ecco cosa troverete sfogliando le pagine di questo speciale numero di Varesefocus: il racconto schietto, diretto e disinibito del mondo dell’impresa visto attraverso gli occhi di chi, senza filtri e sovrastrutture, si affaccia timidamente e senza pretese al mondo del lavoro, ignorandone quasi del tutto le regole e le modalità. Il risultato di questi testi, redatti prima dell’avvento del Coronavirus, è un quadro di speranza, una ventata d’ottimismo che, speriamo, possa accompagnarci in questi tempi tutt’altro che facili.

Roberto Grassi Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese

Il Pmi Day, la giornata nazionale della piccola e media impresa voluta ed organizzata in tutta Italia da Confindustria all’interno della settimana della Cultura d’Impresa, nell’edizione 2019 ha tagliato il traguardo dei 10 anni di attività. Tracciando un bilancio di quanto fatto finora e di quanto ancora si possa e si debba fare, mi viene in mente solamente un aggettivo: imponente. Imponente è il numero di ragazzi che hanno “invaso” le aziende del territorio per avvicinarsi ai valori della cultura d’impresa. Imponente è la macchina organizzativa messa in piedi per realizzare un progetto come il Pmi Day, che per intere settimane mobilita decine e decine di persone. Importante l’entusiasmo che le aziende dimostrano per questa iniziativa. Più di 4.300 studenti di 194 classi provenienti da 37 istituti, 150 aziende di tutti i settori, per un totale di oltre 170 visite aziendali in 4 settimane: questi i numeri del #PmiDay2019, iniziativa che nel corso del tempo si è trasformata nel più consistente evento di orientamento allo studio del Varesotto. Nella scelta del percorso di studi, la conoscenza dell’economia del territorio è un fattore imprescindibile, seppur fin troppo spesso sottovalutato da ragazzi e famiglie: per questo motivo ogni anno le imprese della provincia di Varese scelgono di aprire le porte ai giovani studenti in procinto di scegliere a quale scuola superiore iscriversi.

Giancarlo Saporiti Presidente del Comitato Piccola Industria di Univa


SPECIALE PMI DAY 2020

VARESEFOCUS

INDICE DELLE IMPRESE PARTECIPANTI Acof Olga Fiorini Cooperativa Sociale A.C.S.A. Steel Forgings Spa ADR Spa Afros Spa Airport Handling Spa Alfredo Grassi Spa Artes Srl Asietti & C Srl Asset Srl ATL Spa Belfor Italia Srl Besani Srl BFM Srl Brevetti Montolit Spa BTSR International Spa Carcano Trasporti Spa Carl Zeiss Vision Italia Spa Castaldi Lighting Spa Centro Style Spa Cesare Galdabini Spa Cibitex Srl Comerio Ercole Spa Copying Srl Costruzioni Meccaniche Luigi Bandera Spa Creazioni Bip- Bip Srl C.R.S. Srl Cumdi Srl Dama Spa Dermakim Srl Desmet Ballestra Spa - Mazzoni Lb Soap Deufol Italia Spa

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DSC Group Srl Ecodyger Srl Società Benefit Elios Spa Elmec Solar Srl Enrico Cantu’ Assicurazioni Srl Eolo Spa Erco Pizzi Srl F.lli Tognella Spa Fadis Spa Faeber Lighting System Spa Fimi Srl Forgiatura Marcora Srl Frabar Srl G. Tosi Spa Tintoria Galli Edizioni Srl Galstaff Multiresine Spa Gedy Spa Giovanni Bottigelli Spa Giovanni Brugnoli Spa Giovanni Clerici & Figli Spa GM Inox Srl Goglio Spa Hupac Spa ICR Incisione Cilindri Rotocalco Spa Ilma Plastica Srl IMP Spa Impreglon Italia Srl Inticom Spa Irca Spa IVNG Spa La Giardiniera Srl La Termoplastic Fbm Srl La Tipografica Varese Srl Lae Srl

Presidente Roberto Grassi Direttore editoriale Vittorio Gandini Periodico di economia, politica, società, costume, arte e natura in provincia di Varese.

Direttore responsabile Davide Cionfrini

84 90 92 94 98 100 108 110 112 114 116 118 120 124 126 130 136 138 140 145 148 150 154 156 158 162 164 166 170 172 174 176 178 182

Direzione, redazione, amministrazione Piazza Monte Grappa, 5 - 21100 Varese T. 0332 251.000 - F. 0332 285.565 M. info@varesefocus.it reg. n. 618 del 16/11/1991 - Trib. Varese


Lamberti Spa Lati - Industria Termoplastici Spa Lavorazione Sistemi Lasi Spa Lazzati Industria Grafica Srl Leggiuno Spa Lindt & Sprungli Spa Litocartotecnica Pigni Srl Litografia Valli Srl Lodetex Spa Lu-Ve Spa Mazza Sollevamenti Srl Meba Srl Merletti Srl Metaltech Srl Micromec Srl Mirage Spa Missoni Spa MMB Srl Mpg Manifattura Plastica Spa Noaw Srl NTT Srl Nupi Industrie Italiane Spa Omnia Plastica Spa OVS Villella Srl Pasticceria Zamberletti Pool Service Srl Primetals Technologies Italy Srl Quaker Srl Ratti Luino Srl Repi Spa Rettificatrici Ghiringhelli Spa Rialti Spa Riganti Spa Rodolfo Comerio Srl Progetto grafico e impaginazione Paolo Marchetti In redazione Davide Cionfrini Silvia Giovannini

184 188 192 196 198 200 206 209 212 214 218 220 222 225 228 230 232 234 236 238 242 244 246 248 254 258 260 264 266 268 270 274 276 278

Salvini Giovanni Srl Samic Spa Savinelli Srl Secondo Mona Spa Sesa Spa Simec Group Srl Sior Srl Solarspot International Srl Spii Spa Spm Spa Stampamatic Srl Struqture Srl Swk Utensilerie Srl Swm Motorcycles Srl TD Group Srl Tecnosteel Srl Tema di Cunati Giancarlo & C Sas Tessitura Carlo Bassetti Spa Tessitura Marco Pastorelli Spa Texta Srl Tintoria Crespi Giovanni & C Srl TMC Transformers Spa e Tesar Spa T M R Cederna Fodere Spa Toma Advanced Biomedical Assays Spa Torcitura Fibre Sintetiche Spa T.S.G. Srl Ugo Basile Srl Vago Spa Verve Spa Viar Valvole Srl Vodafone Automotive Spa Whirlpool Emea Spa Yanmar Italy Spa Za-Ber Srl

Alessia Lazzarin Chiara Mazzetti Maria Postiglione Segreteria di redazione Barbara Brambilla, Viviana Maccecchini

La rivista è stata chiusa il giorno 14 settembre 2020

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SPECIALE

2019

acof olga fiorini cooperativa sociale

Teoria e pratica s’incontrano

Nel mese di novembre 2019, noi ragazzi della 3B della Scuola Secondaria di Primo Grado “E. Crespi”, siamo Classe 3B stati accompagnati dai nostri docenti Scuola presso la Acof di Schweitzer Busto Arsizio. Poiché Busto Arsizio quest’anno dobbiamo scegliere il nostro futuro percorso scolastico, ci è stata data questa grande opportunità, di visitare cioè una realtà che vanta di un’ampia

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offerta formativa e di poter intervistare direttamente personale qualificato che lavora in questa azienda. Non appena arrivati in sede, alcuni docenti ci hanno accolto in una grande stanza dove ci hanno spiegato com’è strutturata la scuola, quali sono le sue offerte formative e che tipo di qualifiche permette di conseguire. Acof, cooperativa sociale onlus, da più di 50 anni al servizio dell’educazione dei giovani, nasce nel 1997 come evoluzione dell’Istituto professionale per l’Industria e l’Artigianato “Olga Fiorini”, già esistente dal 1956. I docenti ci hanno spiegato che inizialmente la signora Olga Fiorini, ancora oggi alla guida della scuola, avviò corsi di specializzazione per la formazione di operatori qualificati nel settore dell’abbigliamento, proprio perché a Busto Arsizio e dintorni ci fu, a partire dagli anni ‘50, un grande sviluppo dell’industria tessile. In seguito, spinti dall’esigenza di


dove gli alunni stavano svolgendo alcune attività didattiche. Qui, alcuni di noi, hanno posto domande su cosa stessero facendo gli studenti, come ad esempio nell’aula di sartoria dove alcune ragazze stavano cucendo delle tasche ad un paio di jeans. Nell’aula di informatica, dove altri ragazzi lavoravano al computer, abbiamo chiesto per esempio quante ore al giorno passassero davanti al pc e che tipo di attività svolgessero. Nell’aula di grafica invece, gli studenti stavano progettando una locandina pubblicitaria e su nostra richiesta, ci hanno spiegato le varie fasi di elaborazione del progetto. Terminata la visita, ognuno con i propri gadget che ci hanno gentilmente offerto, siamo rientrati a scuola contenti di aver vissuto questa esperienza e con le idee molto più chiare sulla realtà e l’organizzazione di questo Istituto.

formare nuove figure professionali per cui vi era molta richiesta, nacquero nuovi indirizzi come quello di Grafica, il Liceo Scientifico Sportivo “Marco Pantani”, il Liceo delle Scienze Umane, il Liceo Artistico indirizzo design della moda oltre al Liceo Internazionale per l’Innovazione e l’Istituto professionale sportivo. Dopo averci fornito una globale visione della scuola, le nostre “guide” ci hanno chiesto se avessimo delle domande da fare o avessimo bisogno di chiarimenti. Le domande più frequenti sono state, per esempio, quanti e quali indirizzi ci fossero, quali sbocchi professionali poter conseguire, il numero di iscrizioni in media all’anno, il costo della retta per i vari indirizzi, gli orari e l’organizzazione dei corsi. Durante la visita guidata all’interno dell’Istituto, siamo stati accompagnati in aule di informatica, laboratori e classi

Acof, cooperativa sociale onlus, da più di 50 anni al servizio dell’educazione dei giovani, nasce nel 1997 come evoluzione dell’Istituto professionale per l’Industria e l’Artigianato “Olga Fiorini”, già esistente dal 1956

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SPECIALE

2019

a . c . s . a . steel forgings spa

Un viaggio lungo la lavorazione dei metalli Le piace il suo lavoro? Si, molto.

“Cosa la appassiona di più del suo lavoro di ingegnere? Tutto, in particolare seguire tutto il processo produttivo e poter quindi avere una visione d’insieme”

Cosa la appassiona di più del suo lavoro di ingegnere? Tutto, in particolare seguire tutto il processo produttivo e poter quindi avere una visione d’insieme. Quando ha iniziato gli studi, aveva già in mente di svolgere questo lavoro nel settore metalmeccanico? No, inizialmente no, infatti sono un ingegnere elettronico. Due pregi e due difetti del suo lavoro? Del mio lavoro mi piace praticamente tutto, perché è la mia passione quindi non trovo difetti, solo pregi. Che impatto ambientale ha la sua azienda? Cos’ha fatto e cosa farà per ridurre al minimo le emissioni che produce nel vostro processo produttivo? Ovviamente l’Unione Europea e la legislazione italiana hanno stabilito delle precise normative finalizzate alla minimizzazione dell’impatto ambientale: noi lavoriamo rispettando tali indicazioni e normative.

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Classe 3C

Scuola Med Mornago

ia

“Del mio lavoro mi piace praticamente tutto, perché è la mia passione quindi non trovo difetti, solo pregi”

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SPECIALE

2019

adr spa

Un’azienda che funziona come un’orchestra Qual è il suo ruolo nell’azienda? Sono Responsabile delle Risorse Umane. Sono contenta di poter accogliere voi, ragazzi delle medie. Lo scopo principale della giornata di oggi è quello di aiutarvi a orientarvi nella scelta futura e mostrare quali competenze sono necessarie per lavorare in un’azienda.

Quali caratteristiche deve avere un prodotto di qualità? Un prodotto per essere di qualità deve essere versatile, modulare, stabile, semplice, intelligente, forte e flessibile, adatto per ogni necessità e utilizzabile in qualsiasi condizione. Queste caratteristiche sono essenziali anche per chi entra nel mondo del lavoro

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Di che cosa si occupa l’azienda ADR? L’azienda si occupa della produzione di assali per veicoli trainati, in particolare in Italia per macchine destinate all’agricoltura. Dispone di 12 consociate in alcuni stati d’Europa, in Cina e India, negli Stati Uniti e in Brasile. Qual è il rapporto con il cliente? Per la nostra azienda è fondamentale il rapporto di fiducia che si instaura tra cliente e produttore. I diversi settori dell’azienda (dagli uffici che si occupano di acquisti, contabilità, ricerca, progettazione alle aree di produzione) devono collaborare in modo da garantire un prodotto apprezzato. Ciascuno deve fare la propria parte, come in un concerto. I musicisti di una grande orchestra con strumenti diversi suonano in modo armonico la stessa melodia. Così avviene in un’azienda. Quali caratteristiche deve avere un prodotto di qualità? Un prodotto per essere di qualità deve essere versatile, modulare, stabile, semplice, intelligente, forte e flessibile, adatto per ogni necessità e utilizzabile in qualsiasi condizione. Queste caratteristiche sono essenziali anche per chi entra nel mondo del lavoro. La capacità di collaborare e lavorare in gruppo si


Classe 3B

apprende fin dal periodo scolastico. Le soft skills sono le capacità personali importanti in qualsiasi contesto. Esse influenzano il modo in cui ci poniamo di fronte alle richieste. Lavorare su di sé, essere empatici, il saper far fatica e instaurare buone relazioni con gli altri sono le competenze da coltivare fin dai banchi di scuola, perché è ciò che voi ragazzi dovete acquisire per avere successo nel mondo del lavoro.

Scuola A. Manzoni Uboldo

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afros spa

SPECIALE

2019

La bellezza del poliuretano Tratto dal blog di Varesefocus www.varesefocus.it Un’impresa che ha come clienti altre imprese, per il 98% estere, per le quali sviluppa, progetta e costruisce macchinari e impianti non solo per l’industria della refrigerazione, ma anche per la componentistica dell’automobile, pannelli isolanti per l’edilizia, imbottiture, schiume flessibili per l’arredamento. Parliamo della Afros di Caronno Pertusella, un’azienda all’avanguardia, attenta all’innovazione, alla ricerca e alla sicurezza, come hanno potuto vedere con i loro occhi gli studenti della classe 3E dell’Istituto Leonardo Da Vinci di Saronno, in occasione della visita allo stabilimento della società, che ha partecipato al progetto di Orientamento del Pmi Day. La prima parte della visita si è svolta in aula, dove i ragazzi hanno potuto conoscere la storia della Afros, fondata a metà degli anni ‘60 e incontrare le varie figure professionali che ci lavorano, dalla responsabile della sicurezza, a collaudatori e progettisti. L’attività dell’impresa di Caronno Pertusella è focalizzata sul dosaggio e la miscela delle resine che servono poi a produrre il poliuretano, un polimero che serve a realizzare una grande quantità di materiali. Dai divani, alle suole delle scarpe, dai cruscotti delle

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auto e dalle macchine per le protesi per i denti fino ai sedili e ai materassi. “Alla Afros lavorano diverse figure professionali - ha spiegato Ester Losa, Responsabile delle Risorse Umane - la formazione è molto importante, ma altrettanto lo sono la passione e la motivazione, ingredienti fondamentali che fanno ottenere i risultati”. Non è quindi solo la tecnica a contraddistinguere il lavoro che si svolge quotidianamente alla Afros, il cui nome, non a caso, deriva da Afrodite, dea dell’amore, che con la sua bellezza emerge dalla schiuma (di poliuretano).

Ester Losa: “Alla Afros lavorano diverse figure professionali. La formazione è molto importante, ma altrettanto lo sono la passione e la motivazione, ingredienti fondamentali che fanno ottenere i risultati”


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SPECIALE

2019

airport handling spa

Un viaggio sulle nuvole Caro diario, questa è stata una delle giornate più divertenti e interessanti della nostra vita, perché siamo andati a visitare l’aeroporto di Malpensa! Appena arrivati abbiamo lasciato le nostre giacche in uno stanzino e poi abbiamo preso posto in un’aula abbastanza grande con 4 televisioni giganti e circa 5 scrivanie (unite in un’unica sola) dove sedevano i responsabili dei vari settori. Abbiamo passato circa un’ora a conoscere le compagnie aeree e il tipo di servizi a terra che Airport Handling svolge per loro. Ci è stato mostrato un filmato di quello che tutti hanno definito “il lavoro più bello in aeroporto”, per la libertà e le soddisfazioni che riesce a dare: l’agente di rampa. Dopo la chiacchierata, siamo usciti dalla stanza, abbiamo indossato dei cartellini di riconoscimento e poi ci siamo avviati verso il gate d’imbarco di Emirates! Lì ci aspettava un’hostess di terra. Durante il viaggio per arrivare al gate ci siamo divertiti a vedere le facce stupefatte dei passeggeri. Infatti, vedevano passare, dove solo lo staff poteva, dei ragazzini e in più saltavamo tutte le file. Al momento in cui siamo saliti sull’aereo siamo rimasti tutti (perfino le prof.) con il fiato sospeso! Era fantastico. Già solo la classe Economy

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ci sarebbe bastata per un viaggio in giro per il mondo. Tuttavia, quando siamo saliti al piano superiore... altro che fiato sospeso! I posti della First Class sembravano delle vere e proprie stanze con a disposizione di tutto e di più, anche una televisione. Una volta scesi dall’aereo, la hostess ci ha portati nella zona Lounge di Emirates, dove i viaggiatori si fermano per rilassarsi, mangiare e bere. Cose che abbiamo fatto anche noi, ma un po’ meno silenziosamente! ☺ Una volta finito di divertirci, siamo tornati nell’aula iniziale e ci hanno regalato delle bellissime sacche. Abbiamo salutato le nostre guide un’ultima volta e poi siamo saliti sul pullman per tornare. È stata una giornata magnifica, ci siamo divertiti molto e allo stesso tempo abbiamo imparato cose nuove. Vedere e stare a contatto con le persone che lavorano in Airport Handling ci ha permesso di conoscere e capire quanto sia complesso ma affascinante questo mondo, dove ci sono tante attività diverse che servono a far partire tanti bellissimi aerei!

Questa è stata una delle giornate più divertenti e interessanti della nostra vita, perché siamo andati a visitare l’aeroporto di Malpensa


Classe 2B

Scuola G.B. Monte Laveno

ggia

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SPECIALE

2019

alfredo grassi spa

Dove la passione si indossa Quante persone sono impegnate nell’azienda? In quali attività ? Nelle diverse sedi lavorano 1.550 persone. Qui in Italia la quasi totalità svolge lavoro di ufficio e di ricerca. La maggior parte dei dipendenti giovani ha un contratto a tempo determinato o indeterminato? I nuovi collaboratori vengono assunti con contratto a tempo determinato. Alla scadenza, nella maggior parte dei casi,

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viene trasformato in tempo indeterminato. Come sono organizzate le giornate lavorative? Turni, orario flessibile... In questa azienda non si lavora sulla turnazione, ma su giornata lavorativa. Gli orari di ingresso e uscita sono flessibili. Quali requisiti/titolo di studio sono richiesti per essere assunti, signor Roberto Grassi? In questa impresa il titolo di studio


Classe 3B/3C

Scuola C. Carminati Lonate Pozzolo

maggiormente richiesto è l’istruzione tecnica, di diverse specialità. La competenza tecnica è necessaria per utilizzare i macchinari, per lavorare negli uffici e per collaborare con l’estero. Per alcune figure professionali è richiesta la laurea. Grande importanza è data alla conoscenza delle lingue straniere, se ne richiedono una o due. Requisiti fondamentali sono curiosità e voglia di fare. C’è più collaborazione o competizione tra i dipendenti? I dipendenti tendono a collaborare tra di loro, ovviamente la competizione è presente, in base alle ambizioni individuali. Le persone che lavorano qua rimangono molto legate, tanto che è nata l’Associazione “Amici della Grassi 1925”. Questa Associazione ha lo scopo di mantenere unite le persone (dipendenti ed ex) e creare aggregazione. Nel parco dell’azienda inoltre è presente uno spazio in cui i dipendenti, nel tempo libero, possono svolgere attività fisica. Come società siamo anche molto attenti alle necessità dei dipendenti: stiamo per esempio testando lo smart working per alcuni ruoli in azienda e soprattutto per aiutare le mamme che devono conciliare lavoro e famiglia. Da dove provengono le materie prime che utilizzate? Il cotone proviene dall’Egitto e dagli Stati Uniti, i tessuti sintetici invece da Italia

e Svizzera. Dall’Italia arrivano i filati, da Ginevra la pasta di tessuto. È elevata la percentuale di prodotti che scartate perché non conforme ai vostri standard? No. Da alcuni anni la nostra impresa ha avviato progetti di recupero per i dead stock. I prodotti finiti per noi non più vendibili perché fuori moda o standard vengono dati alla onlus Humana che li invia nei paesi in via di sviluppo dove acquistano una “seconda vita”. I tessuti inutilizzati invece vengono “riciclati” dalla nostra startup Grassi 10k che crea abiti pensati per il mondo del fashion. Per quali motivi avete centrato le vostre ricerche sui biotessuti? Abbiamo investito in biotessuti perché la nostra azienda ha una mission green, per questo cerchiamo di ridurre gli sprechi e di creare tessuti a basso impatto ambientale. Da alcuni anni, per esempio, abbiamo allestito pannelli fotovoltaici sull’intera copertura del nostro stabilimento di Lonate Pozzolo e abbiamo creato un grande parco con pannelli solari in Romania.

In questa impresa il titolo di studio maggiormente richiesto è l’istruzione tecnica, di diverse specialità. La competenza tecnica è necessaria per utilizzare i macchinari, per lavorare negli uffici e per collaborare con l’estero

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SPECIALE

2019

Prima che un prodotto venga immesso sul mercato quanto tempo passa dalla sua ideazione? Dall’ideazione alla creazione e immissione sul mercato di un prodotto passa circa un anno. Il tempo di confezionamento di ogni singolo prodotto va dai 250 ai 300 minuti. Lei quale titolo di studio ha? Le è utile per svolgere il suo lavoro? Ho effettuato esperienze parauniversitarie all’estero. Sì, il titolo di studio che possiedo è utile per dirigere l’azienda, altrettanto importante però è la conoscenza delle lingue straniere. Le piace il suo lavoro? Chi la affianca? Sì, il lavoro che svolgo mi piace. Nel 1925 Alfredo Grassi fonda l’azienda produttrice di tessile tecnico dando inizio alla storia

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Le partnership di valore con aziende leader in Italia e all’estero ci aiutano, con le loro tecnologie, perché ci permettono di realizzare capi con elevate caratteristiche richieste dalla nostra azienda


della Grassi 1925: oggi la direzione del gruppo è passata a me (Roberto Grassi) e a mio cugino. Ci tengo a sottolineare che siamo una realtà totalmente italiana e a collaborazione familiare. Per gestire questa attività è necessario avere validi collaboratori, preparati e motivati. La vicinanza a Malpensa influisce positivamente o negativamente sulla vostra attività? Malpensa è un ottimo “veicolo” per merci e persone. Certo ci sono anche da tenere in considerazione gli svantaggi ambientali. A livello commerciale sono comunque maggiori i vantaggi. Malpensa è il più grande centro di smistamento commerciale e punto nevralgico per l’esportazione e l’importazione. Anche la SEA è cliente della Grassi; infatti, riforniamo le divise e l’abbigliamento da lavoro per il personale dell’aeroporto. Questa azienda ha risentito della crisi economica?

Ad essere sincero la crisi economica non è stata particolarmente sentita. Devo però riconoscere che il biennio peggiore è stato il 2010/2011, il migliore il 2018/2019. Quale tipo di percorso formativo consiglierebbe di portare avanti in base alle esigenze che riscontra nella sua azienda? Ritengo che, ad oggi, siano richieste delle figure lavorative specializzate e formate in specifici ambiti; quindi, il consiglio è quello di intraprendere degli studi tecnici che possano così garantire la formazione e l’istruzione di lavoratori qualificati. Qual è il contributo che si ottiene dalla collaborazione con altri marchi ed aziende? Le partnership di valore con aziende leader in Italia e all’estero ci aiutano, con le loro tecnologie, perché ci permettono di realizzare capi con elevate caratteristiche richieste dalla nostra azienda.

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SPECIALE

2019

artes srl

Come si progetta un’etichetta autoadesiva

Grazie all’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, gli alunni delle classi terze, delle scuole secondarie di primo grado della provincia, hanno avuto la possibilità di visitare alcune piccole e medie imprese del territorio a scopo orientativo, in vista della scelta della scuola superiore. La nostra esperienza Frequentando la scuola ad Arcisate, abbiamo visitato un’azienda del nostro comune, la Artes Srl. Un’impresa nata nel 1973 specializzata nella realizzazione di etichette autoadesive. Arrivati, siamo stati accolti dall’ingegner Airoldi, che, prima di farci cominciare la visita, ha fatto una breve presentazione generale sulla fabbrica e sulla sicurezza sul lavoro. Terminata la spiegazione, siamo stati

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accompagnati nell’ufficio di progettazione, in cui abbiamo visto addetti specializzati progettare al computer la forma e le caratteristiche di ogni etichetta. L’ufficio operativo si collega al centro della fabbrica, dove, a gruppi di circa cinque persone, abbiamo potuto seguire, passo per passo, la realizzazione delle etichette che l’azienda produce per Lindt. Per mostrarci un’altra parte della fabbrica, l’ingegnere ci ha accompagnato nel magazzino dove vengono conservati oltre 200 materiali diversi, per la realizzazione delle etichette, tra carta adesiva e vari tipi di materiali plastici adesivi. Tra curiosità e tante domande la

Frequentando la scuola ad Arcisate, abbiamo visitato un’azienda del nostro comune, la Artes Srl, un’impresa nata nel 1973 specializzata nella realizzazione di etichette autoadesive


Classe 3C

visita finisce, ma non prima di aver assistito all’ultima parte della lavorazione delle etichette: in un’altra ala della fabbrica, altri operai rimuovono dalle stampe flessografiche le etichette terminate. In seguito, i rotoli con le etichette vengono tagliati e confezionati per mandarli all’azienda interessata. Sempre in questo reparto, ci vengono mostrati tanti altri macchinari, ognuno con caratteristiche diverse e tutti impiegati per fasi e procedimenti diversi, come, ad esempio, una macchina per fustellare le etichette neutre.

Scuola B. Bossi Arcisate

Appena terminata la visita, usciti dal centro di lavorazione della fabbrica, siamo tornati agli uffici amministrativi, dove abbiamo trovato un paio di tavoli interamente occupati da pizzette e dolci vari.

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SPECIALE

2019

asietti

srl

Siamo fatti di un altro stampo Persone intervistate: Adelaide, proprietaria (A), Luca, dipendente, figlio di Adelaide (L) e Francesco, caporeparto (F)

un rosario su chiavetta USB. Siamo riusciti ad accontentarlo, ma l’oggetto in sé si è rivelato un vero e proprio fallimento.

Da chi e quando è stata fondata l’azienda? Con quale scopo? A: L’azienda è stata fondata negli anni ‘60 da mio zio e da mio padre. Lo scopo principale era produrre articoli in collaborazione con grandi aziende, principalmente alimentari, per pubblicizzarle.

Quali tipologie di oggetti produce l’azienda? L: Inizialmente producevamo oggetti pubblicitari di grandi aziende come posacenere, oggi produciamo anche oggetti sportivi come ciaspole o parti di attrezzature da sub, accessori e pezzi di apparecchiature come quadri elettrici e macchine per il caffè.

C’è stato un prodotto in cui avete creduto e puntato ma alla fine si è rivelato un insuccesso? L: Sì, un cliente aveva chiesto di produrre

Qual è il passaggio più difficile nel processo di lavorazione? La trasformazione della materia prima. Il materiale arriva sotto forma di granuli, successivamente viene riscaldato e mandato nello stampo: raffreddandosi si ottiene il prodotto finito 20

& c.

La vostra azienda, considerati i problemi d’inquinamento ambientale, si sente minacciata dalla lotta contro la plastica? L: No, non ci sentiamo minacciati perché produciamo soltanto prodotti durevoli nel tempo. Utilizzate anche materiale riciclato per i vostri prodotti? L: Nell’industria viene riciclato il materiale difettoso che viene macinato da una macchina apposita. Poi il materiale macinato viene fuso per fabbricare altri prodotti. In un prodotto si può mettere al massimo il 10% di materiale riciclato. Chi si occupa di pensare e ideare i prodotti che vengono realizzati qui? L: Il cliente porta l’idea e noi realizziamo gli stampi.


Classe 3B

Scuola A. Manzoni Besnate

Qual è la parte più bella del lavoro che svolge? L: La parte più bella del mio lavoro è l’aspetto tecnico. F: La realizzazione di un prodotto perfetto.

Qual è il passaggio più difficile nel processo di lavorazione? L: La trasformazione della materia prima. Il materiale arriva sotto forma di granuli, successivamente viene riscaldato e mandato nello stampo: raffreddandosi si ottiene il prodotto finito.

Quale è la parte più delicata del suo lavoro? L: Trasformare il materiale attraverso lo stampaggio e rispettare la qualità dei prodotti. F: L’organizzazione e andare d’accordo con gli altri dipendenti. Qual è la parte più difficile nel suo ruolo di lavoratore? F: Gestire il personale e organizzare il lavoro. L: Riuscire ad accontentare il cliente, perché molte volte le richieste sono esigenti.

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asset srl

SPECIALE

Dove l’acqua non è mai sprecata

2019

Classe 3B

Scuola A. Toscanin i Arsago Sepri o

Cosa producete in questa azienda? Produciamo erogatori d’acqua, water dispenser, che vengono venduti dai nostri clienti a famiglie, ai bar e ai ristoranti.

Come mai avete pensato a questo tipo di prodotto? Per ottimizzare l’acqua del rubinetto. Come potete leggere su una parete della nostra sala riunioni: “Why do we carry water when it can flow?” In che anno è nata questa azienda? L’azienda opera da circa 15 anni, ma questa sede di Arsago è nuova, è stata inaugurata ad aprile 2019. Quanti dipendenti avete? Al momento circa 55, ma stiamo crescendo e assumeremo più persone. Come è organizzato il lavoro? Siamo suddivisi in vari uffici: - ufficio commerciale che gestisce la vendita dei prodotti finiti; - ufficio tecnico che si occupa di definire le specifiche tecniche di macchine

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customizzate; - ufficio acquisti che compera i vari pezzi che servono per costruire le nostre macchine; - ufficio produzione che assembla il tutto; - ufficio qualità che si occupa di controllare il corretto funzionamento delle macchine e il lavoro degli operai. Fate anche prodotti su misura per un cliente? Sì, cerchiamo di esaudire qualsiasi richiesta. Vi è mai successo che un prodotto venisse venduto danneggiato? Ogni tanto può succedere; in questo caso rimediamo, innanzitutto scusandoci per il disagio e successivamente mandando al cliente una macchina nuova e funzionante. Cerchiamo, comunque, di ridurre questi errori allo 0% grazie anche all’ufficio qualità.

Salvatore Bono, Responsabile Ingegneria e Produzione: “Il nostro obiettivo è quello di offrire ai giovani l’opportunità di avvicinarsi alla realtà delle medie imprese”


Producete per intero una macchina o i vostri prodotti vengono finiti da altre aziende? Assembliamo tutta la macchina e compriamo i vari componenti da altre aziende. I filtri che arrivano da una filiale della Brita, la nostra capogruppo, in Inghilterra. Quale titolo di studio serve per lavorare da voi? Assumiamo diplomati o laureati in differenti percorsi o indirizzi di studio perché abbiamo bisogno di tecnici, periti, commerciali e ingegneri gestionali. Quali sono i requisiti richiesti per lavorare in un’azienda come questa? Sicuramente occorre sapere lavorare in team: è fondamentale inoltre conoscere la

lingua inglese oltre che essere competenti nel proprio ambito. Per quale motivo avete aderito al progetto Pmi Day? Il nostro obiettivo è quello di offrire ai giovani l’opportunità di avvicinarsi alla realtà delle medie imprese. Ci auguriamo che la vostra esperienza diretta qui da noi vi abbia fornito degli spunti di riflessione sulle vostre possibili scelte future. Vi abbiamo raccontato anche la passione e l’orgoglio che ciascuno di noi, dai magazzini, agli uffici, alle linee di produzione, mette quotidianamente nel fare il proprio lavoro.

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atl spa

SPECIALE

2019

I veicoli industriali e commerciali del domani Tratto dal blog di Varesefocus www.varesefocus.it “Avere un buon rapporto con i clienti e con l’ambiente”: questa la mission della ATL di Fagnano Olona, efficacemente

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sintetizzata da Stefano Fontanive, Responsabile della Comunicazione dell’azienda, concessionaria ufficiale di Iveco, che si occupa della vendita di veicoli industriali sia nuovi che usati, oltre che dell’assistenza, delle riparazioni e della


distribuzione dei ricambi. Il settore del trasporto e della logistica è altamente tecnologico grazie allo sviluppo che i veicoli industriali e commerciali hanno conosciuto e stanno tuttora conoscendo, come hanno potuto constatare di persona gli studenti della classe 3E della scuola media di Cassano Magnago, che grazie alla partecipazione al Pmi Day 2019, hanno potuto visitare lo stabilimento di Fagnano Olona. “Oggi parliamo ad esempio di assistenza predittiva - ha spiegato Fontanive - una tecnologia presente sul camion che, attraverso un algoritmo è in grado di prevenire un guasto; stesso discorso vale per la guida predittiva che, ad esempio attraverso delle mappe tridimensionali, aiuta e facilita il lavoro degli autisti”. Uno dei momenti più partecipati e che ha visto coinvolti maggiormente gli studenti è stato quello della “visita” della cabina di una motrice di un Tir di nuova generazione, contraddistinta da tantissime innovazioni, tecnologiche

e non, a disposizione del lavoro degli autisti. “Il futuro del settore del trasporto è strettamente legato a quello della logistica - ha proseguito il Responsabile della Comunicazione -. Fornire un servizio di stoccaggio della merce è molto importante”. Alla ATL lavorano persone specializzate in meccatronica, ma anche ragionieri, commerciali, segretarie, geometri. “La differenza nel mondo del lavoro la fa la voglia di fare sacrifici e di trovare la parte divertente di ciò che si fa” ha concluso Fontanive. Non dimentichiamoci dell’ecologia. Un numero sempre maggiore di aziende di trasporto sta passando a soluzioni sostenibili, ad oggi si parla di GAS CNG o LNG, che oltre a dare un decisivo contributo alla salvaguardia dell’ambiente, offrono una serie di vantaggi. I veicoli a gas offrono un’alternativa, pulita e sostenibile al diesel. A parità di prestazioni il 15% di emissioni di CO2 in meno, con meno rumore e meno carburante”.

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belfor italia srl

SPECIALE

2019

L’azienda che interviene in caso di sinistri Lo scorso 29 novembre 2019, la nostra classe, la 3B dell’Istituto comprensivo Toscanini di Casorate Sempione, si è recata presso l’azienda BELFOR di Cardano al Campo per partecipare all’evento Pmi Day, dedicato al progetto di Orientamento. Siamo stati accolti calorosamente dall’Amministratore Delegato Filippo Emanuelli e da tutto il suo team, a cui abbiamo rivolto alcune domande. Di cosa si occupa la vostra azienda? La BELFOR è una multinazionale che si occupa di intervenire in caso di incendi, allagamenti, alluvioni o terremoti, recuperando ambienti e macchinari delle industrie danneggiate o di prevenire le conseguenze di tali disastri.

Dove e come intervenite? Il nostro campo d’azione si estende praticamente a tutto il mondo, con interventi rapidi, volti a recuperare i macchinari e i locali liberandoli dal fango o dall’acqua, permettendo così all’azienda di ricominciare la Classe 3B produzione nel più breve tempo possibile. Scuola Un esempio recente A. Toscanin è il nostro intervento i a seguito del sisma in Casorate

Sempione

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Emilia Romagna del 2012, dove i danni subiti dai caseifici rischiavano di mettere in ginocchio l’economia locale. Cosa consiglia ai ragazzi della nostra età, alle prese con la scelta delle scuole superiori? Uno dei motivi che ci spingono a partecipare al Pmi Day è la nostra fiducia nella formazione dei ragazzi e delle ragazze. Buona parte del nostro team è composto da giovani che hanno fatto studi tecnici, arricchiti a volte da una laurea in Chimica o in Ingegneria. Il nostro settore è alla continua ricerca di persone curiose e preparate. C’è spazio anche per gli studi umanistici? Sì, nella nostra squadra abbiamo diversi collaboratori con alle spalle una laurea triennale o magistrale in Lettere. Si occupano per lo più di comunicazione sui social media, della gestione dei contenuti dei nostri siti e delle risorse umane.


ANNO XXI · N.5

SETTEMBRE 2020

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besani srl

SPECIALE

2019

Una lezione nel mondo del lavoro Ad accoglierci c’è il signor Mario Riva, uno degli attuali titolari della Besani Srl, azienda di piccole dimensioni della provincia di Varese, con 28 dipendenti. Insieme a lui partiamo alla scoperta del mondo dei tessuti. Il caporeparto Fabio Maistrello ci mostra il funzionamento delle macchine che, guidate da computer, con più di 2.000 aghi e fili di cotone e seta creano tessuti con combinazioni di colore diverse e anche molto complesse. Tocchiamo con mano la consistenza delle stoffe. La signora Stefania Tresoldi, l’altra titolare della ditta, ci mostra il campionario e i tessuti di moda, passati e futuri, poi risponde alle nostre domande. Quando e da chi è stata fondata l’azienda? L’azienda Besani è stata fondata nel 1969 dai signori Besani Pietro, Riva Alberto, (padre del signor Mario Riva) e Classe 3A Tresoldi Antonio (mio padre).

Scuola Giovanni XX III Castelvecca na

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Che cosa produce l’azienda? L’azienda produce per il 99% tessuti a maglia, 100% cotone, tinto e mercerizzato in filo,

mercerizzato nuovamente in pezza e lavora per marchi prestigiosi quali ad esempio Hugo Boss, Louis Vuitton, Gucci, Valentino. Esportate i vostri prodotti anche all’estero? Certamente! Il 70% dei nostri prodotti viene esportato ed il restante 30% viene venduto in Italia.


Avete altre sedi, oltre a questa? No. Che impatto ambientale ha la vostra azienda? I nostri prodotti sono al 100% green e si riciclano gli imballaggi. Questo ci ha

I nostri prodotti sono al 100% green e si riciclano gli imballaggi, non vengono usati prodotti chimici, i prodotti non hanno un grande impatto ambientale e i nostri tessuti sono tutti made in Italy

permesso di avere tre certificazioni: non vengono usati prodotti chimici (Impegno Detox di Greenpeace preso a Settembre 2014), i prodotti non hanno un grande impatto ambientale (Certificazione OekoTex STeP) e i nostri tessuti sono tutti made in Italy (Traceability & Fashion di Unionfiliere). Come fate a progettare i tessuti che saranno di moda nel futuro? Ci avvaliamo di stilisti esterni e facendo dei sondaggi. Stiamo già preparando la collezione dell’estivo 2021. Consiglierebbe questo lavoro a noi ragazzi? SÏ, lo troviamo bello e interessante. Ringraziamo la signora Tresoldi e gli altri che ci hanno guidato nella visita e torniamo a scuola.

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bfm srl

SPECIALE

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Come si costruiscono Stampe Flessografiche, Avvolgitori e Traini Il 26 novembre la 3B della Scuola “A. Moro” di Solbiate Olona ha visitato la BFM. Nell’ambito del progetto Pmi Day, che offre la possibilità agli studenti di visitare le aziende del territorio.

La tua formazione? Il liceo linguistico e poi l’università.

La prima intervistata è Simona, figlia del presidente Romano Colombo.

Quali lingue ritieni indispensabili? Inglese, francese, tedesco, spagnolo, russo, arabo e cinese.

Di che cosa si occupa l’azienda? Della costruzione di Stampe Flessografiche, Avvolgitori e Traini per linee di estrusione film in bolla.

Giudichi il tuo lavoro monotono? No, perché mi permette di girare il mondo.

La tua azienda rispetta l’ambiente? Sì, lavoriamo rispettando le tre R: Reduce, Recycle, Reuse.

Qual è la tua mansione? Lavoro nell’ufficio commerciale.

La classe, poi, incontra Marco, Responsabile Commerciale.

Quanti sono i dipendenti? Circa 40.

La tua formazione? Ho lavorato in produzione per 10 anni, poi all’ufficio tecnico e infine alle vendite. Da quanti anni lavori alla BFM? Un anno e mezzo, nel settore da vent’anni.

“Il vostro lavoro è impegnativo? È un lavoro di concetto. Un nostro errore crea una catena di altri errori”

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Nell’azienda si organizzano corsi di aggiornamento? Sì, sulla sicurezza e alcuni più tecnici. Si fanno straordinari e trasferte?


Classe 3B

Scuola A. Moro Solbiate Olona

Giudicate il vostro lavoro monotono? No, i macchinari sono diversi e il nostro è un lavoro a 360 gradi. Il vostro lavoro è impegnativo? È un lavoro di concetto. Un nostro errore crea una catena di altri errori. La classe ritorna a scuola con la consapevolezza che ogni lavoro va svolto AVVOLGITORI AUTOMATICI PER LINEE SOFFIO-ESTRUSIONE con impegno e passione. AUTOMATIC WINDERS FOR EXTRUSION BLOWN FILM LINES

Gli straordinari sono una consuetudine: un’ora la sera e il sabato mattina. Inoltre, viaggio spesso in tutto il mondo. Hai mai pensato di cambiare lavoro? In passato ho cambiato diverse aziende, ma mai settore. Com’è il rapporto con il tuo titolare? Confidenziale. Gli studenti intervistano Davide e Claudio, disegnatori tecnici. La vostra formazione? Siamo periti elettronici. Da quanti anni lavorate alla BFM? Più di 5 anni, ma siamo disegnatori da più di 15. • • • •

A singola o doppia stazione, configurazione Back to Back e/o Face to Face Sistema di avvolgimento: a Contatto – Assiale / Gap – Misto Ciclo automatico di avvolgimento controllato da Touch screen & PLC Siemens Macchina equipaggiata di dispositivi di sicurezza secondo la normativa UE

• • • •

Single or double station, configuration Back to Back and /or Face to Face Winding systems: Surface contact – Axial /Gap – Mixed Fully automatic winding cycle, controlled by Touch screen & PLC Siemens Equipped with all safety devices, according to 31 EU Rules


SPECIALE

2019

brevetti montolit spa

Tutto il necessario per l’edilizia Persone intervistate: Sig. Montoli (titolare), Riccardo (operaio), Marco (tecnico), Mariella (addetta all’ufficio vendite). Quando è stata fondata l’azienda, signor Montoli? È stata fondata nel 1946, nell’immediato dopoguerra, quindi come potete capire è molto vecchia, ma non lasciatevi ingannare, perché è un’impresa moderna! È cresciuta molto velocemente fino agli anni ‘70, inizialmente era solo uno scantinato. Successivamente si è trasformata in un’azienda vera e propria in quegli anni. Viene costruito il primo stabilimento attorno al 1955 dove vi era anche la casa dei miei

nonni e poi ampliato negli anni; ne viene poi costruito un secondo lungo la strada parallela che anche in questo caso viene ampliato aggiungendo capannoni sino ad arrivare ad oggi. Chi ha fondato l’azienda? Perché questo nome? Mio nonno, Vincenzo Montoli, l’ha fondata ben 73 anni fa. Il nome deriva dal nostro cognome “Montoli” più “IT” che è l’abbreviazione di Italia. Come nasce l’azienda? È nata dalle idee di mio nonno, era molto creativo: un vero e proprio inventore. Abbiamo incominciato producendo cesoie per lamiera, poi piano piano la produzione si è espansa, diventando com’è adesso. L’azienda è sempre stata qui o c’è stata un’altra sede? È partito tutto da uno scantinato alla Folla di Malnate, poi un secondo scantinato più grande a Cantello e dal 1955 sono stati costruiti i primi stabilimenti veri e propri.

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Classe 3A

Questa azienda ha ottenuto qualche riconoscimento? Brevetti Montolit è una delle più note società al mondo per la produzione di utensili per piastrellisti. Ha avuto molti riconoscimenti internazionali, tra cui l’ambito premio europeo “Mercurio d’oro” e il mondiale “Ercole d’oro”. Cosa producete nell’azienda? La Brevetti Montolit produce diverse linee di prodotti per la lavorazione di piastrelle, pietra e materiali edili. Ci occupiamo anche di mettere in vendita i nostri prodotti in tutto il mondo. Nello specifico produciamo: tagliapiastrelle, macchine per tagliare mattoncini che servono per marciapiedi e parcheggi e, infine, utensili diamantati. Che cosa sono i brevetti? I brevetti sono invenzioni che non possono essere copiate. Un brevetto dura 20 anni. Quanti dipendenti lavorano nell’azienda? In questa azienda lavorano 45 dipendenti e, oggi ve ne presenterò 3: Marco che controlla i materiali tramite foto, disegni e strumenti di misura; Riccardo che controlla altri componenti anche con strumenti di misurazione laser e, infine, Mariella, la nostra impiegata del settore vendite.

Scuola G. Bonomi Dumenza

sono 3: il titolo di scuola superiore, la conoscenza di almeno una lingua straniera e una competenza informatica. Però, molti nostri dipendenti hanno anche la laurea, ma in molti casi si sono laureati in tutt’altra materia; un esempio è il nostro addetto al controllo dei pezzi che è un geologo! L’impegno e la voglia di imparare cose nuove, oltre alla capacità personale, il più delle volte sono tratti distintivi. Da quanto tempo lavora in questa azienda? Io lavoro qui dal 1995, da quando ho terminato gli studi ed essendo il nipote del fondatore ho da sempre frequentato la società, maturando sin da piccolo interesse per la meccanica.

Quali sono i requisiti per entrare nell’azienda? I nostri requisiti base

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SPECIALE

2019

Quando i pezzi entrano in azienda cosa succede, Marco? Io mi occupo del controllo e della catalogazione dei vari prodotti che entrano nell’impresa, ovvero verifico se rispettano i requisiti necessari tramite immagini, strumenti di misura e disegni. Se non rispettano i parametri vengono restituiti al mittente, se sono corretti, invece, vengono posti dentro scatoloni e impilati sugli scaffali. A Riccardo chiediamo: i pezzi prima di essere montati vengono controllati di nuovo? Io mi occupo di controllare i pezzi nelle fasi di montaggio. Per esempio, alcuni li metto in un macchinario che indica se sono dritti, più nello specifico, li metto su un apposito supporto e faccio scorrere un laser per tutta la lunghezza del pezzo in modo da misurarlo e accertarmi che siano diritti. Come sei arrivato qui? Sono arrivato qui grazie al progetto di alternanza scuola-lavoro. Ho dovuto creare, durante i mesi di progetto, una serie di schede di controllo della produzione, questo lavoro è piaciuto molto all’azienda e quando ho finito gli studi, a luglio del 2019, mi hanno chiamato chiedendomi se fossi interessato ad un lavoro in azienda come tecnico. Perché usate la vernice in polvere per i vostri pezzi? Noi utilizziamo la vernice in polvere perché non ha solventi ed è recuperabile. Per verniciare utilizziamo un robot che è in grado di ripetere i movimenti del braccio umano. I pezzi metallici vengono lavati, asciugati e verniciati per poi finire nel forno. Una volta cotti cambiano tonalità, e, ogni volta che devo cambiare vernice devo cambiare dei filtri interni per non

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inquinare il colore sul prodotto. I pezzi delle macchine ci arrivano appesi a dei ganci e trainati da una catena. Si può riciclare la vernice in eccesso? Sì, la vernice che non viene distribuita sul pezzo ed arriva sul fondo della cabina o sui filtri viene raccolta in un imbuto che la trasporta nuovamente alla pistola di verniciatura per essere spruzzata. Come si asciugano i materiali verniciati? La catena li porta in uno speciale forno dove stanno per circa 40 minuti alla temperatura di 180 gradi.


Quando un prodotto è pronto come viene imballato e spedito? I nostri materiali vengono imballati in scatoloni con imbottiture interne in spugna per prevenire ogni danno che il viaggio può causargli.

Conosceva già l’azienda? Sì, conoscevo i Montoli perché lavoravo in un’azienda che forniva loro alcuni materiali.

Quanti autocarri e motrici arrivano in un giorno? La fase di spedizione avviene solitamente al pomeriggio perché al mattino si preparano le merci da caricare. In media in un giorno si può arrivare a 40 camion!

Come si faceva a vendere nel passato i prodotti in giro per il mondo? Nel passato l’unico modo per farci conoscere era portare in grandi fiere i nostri prodotti e cercare clienti che a loro volta potessero rivenderli nei loro Paesi. Spesso si cercavano persone emigrate dall’Italia per poter vendere i nostri prodotti all’estero, in quanto molti anni fa nessuno in azienda conosceva le lingue.

Fin dove arrivano i prodotti che vengono spediti? Escono dall’Europa? I nostri materiali vanno in molti stati e continenti: Australia, Nuova Zelanda, Germania, Spagna. Spediamo in tutto il mondo. Possiamo fare anche un giro nel nostro piccolo museo e nella sala esposizione. Chi incontriamo in questi locali? Io sono Mariella, mi occupo dell’ufficio vendite. Ricevo gli ordini che arrivano dai nostri clienti, lo si fa via internet, ma anche tramite fax o telefonate. Come funziona il settore di vendita italiano, Mariella? In Italia abbiamo diversi venditori che visitano i clienti per proporre tutte le novità, i clienti o i venditori stessi ci inviano gli ordini, noi cerchiamo di dare il miglior servizio. Ha dovuto passare qualche esame per entrare in azienda? Sì, sono entrata tramite un esame di 100 domande! Ma credo che oltre a quello si siano basati molto sul colloquio che abbiamo avuto.

Quanti prodotti avete nel catalogo? Circa 850.

Adesso come fate? Ora commerciamo in tutto il mondo grazie a personale preparato che visita i vari Paesi alla ricerca di nuovi clienti, siamo molto agevolati anche da sistemi di comunicazione informatici come il sito web o i canali social.

L’azienda è nata dalle idee di mio nonno, era molto creativo: un vero e proprio inventore. Abbiamo incominciato producendo cesoie per lamiera, poi piano piano la produzione si è espansa, diventando com’è adesso

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btsr international spa

SPECIALE

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L’innovazione che si tocca con mano

Il giorno 19 novembre 2019, noi alunni delle classi 3A e 3C dell’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII di Marchirolo, abbiamo avuto l’opportunità di visitare il quartier generale dell’azienda BTSR International Spa di Olgiate Olona. Durante la visita ci sono state illustrate le fasi e le aree dove avviene la produzione. Alla fine del percorso abbiamo avuto l’occasione e l’onore di intervistare l’amministratore dell’azienda: Tiziano Barea. Ci ha colpito ed entusiasmato la semplicità nel raccontare il suo percorso personale e professionale e la sua capacità di C creare innovazione. 3 e Classe 3A Riportiamo alcune la o u c S domande che gli I II X X i abbiamo rivolto n n a Giov durante la visita.

Marchirolo

Che cosa significa BTSR? BTSR sta per: Best Technology Study Research.

Quali ruoli rivestono i vostri dipendenti? I dipendenti hanno ruoli differenti e molto diversi tra loro: vi sono coloro che si occupano della progettazione e dell’innovazione; ci sono i commerciali

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addetti alle vendite; quelli specializzati nell’assistenza tecnica; gli addetti alla produzione; ci sono gli addetti all’assemblaggio dei componenti dei sensori e infine gli addetti del controllo del funzionamento dei macchinari. Avete mai avuto reclami? Una volta dei clienti si sono lamentati dei nostri prodotti perché in essi era contenuto dell’acido cloridrico che corrodeva i sensori. Non è stata colpa nostra ma di una nostra azienda fornitrice. Così abbiamo


Visitare la BTSR è stata un’esperienza che ci ha arricchito, sia per aver scoperto come funziona un’impresa multinazionale, sia per aver avuto modo di relazionarci con un imprenditore che ci ha parlato come un padre, spiegandoci di non arrenderci di fronte ai nostri sogni dovuto sostituire tutti i nostri prodotti in tutto il mondo. Per fortuna tutti hanno compreso il nostro problema. Il Sig. Barea ci ha informato, inoltre, che oltre al quartier generale ci sono anche delle sedi a Shangai, Buenos Aires e

Kernersville (USA); 12 tecnici specializzati lavorano in tutto il mondo portando assistenza alle macchine che ne hanno bisogno. Abbiamo scoperto che BTSR utilizza una tecnologia Hi-tech, ovvero ad altà tecnologia. Gran parte del lavoro, infatti, proviene dalle macchine. Inoltre, viene adoperato un sistema SMT (Surface Mounting Technology), che consiste nell’assemblare gli elementi sulle loro superfici. Ci è stato illustrato che l’azienda è in continuo sviluppo perché dalla prima invenzione nel 1981, un sensore per filo di cotone, è arrivata a produrre sensori dotati di scanner destinati all’utilizzo in tutti i settori tessili: medico, con la produzione di fili riassorbenti e stoffe per l’abbigliamento di personale e pazienti; settore dell’abbigliamento e settore tecnologico con fili metallici e i filamenti per i cinturini degli orologi. Visitare l’azienda e poter parlare con l’amministratore è stata un’esperienza che ci ha arricchito, sia per aver scoperto come funziona un’impresa multinazionale, sia per aver avuto modo di relazionarci con un imprenditore che ci ha parlato come un padre, spiegandoci di non arrenderci di fronte ai nostri sogni. Perché inseguendoli si possono realizzare facendo del bene, oltre che a noi stessi, anche a tanti altri uomini.

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SPECIALE

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carcano trasporti spa

Sempre in movimento Il 13 novembre scorso, ci siamo recati alla Carcano Trasporti di Induno Olona, accompagnati dal proprietario Luigi Carcano, che ci ha aperto le porte della sua azienda. Per prima cosa, tiene a spiegarci le funzionalità e gli obbiettivi che la sua ditta promuove. I suoi dipendenti si impegnano costantemente ad effettuare “consegne veloci ed efficienti”. Di che cosa si occupa la sua impresa? La nostra impresa, che lavora soprattutto con le multinazionali, si occupa di trasporti, di logistica e da poco anche di packaging, ovvero il confezionamento di merci su richiesta. Prestiamo molta attenzione alla codificazione.

Luigi Carcano: “Credo che un direttore, oltre che a dirigere, debba impegnarsi a dare il buon esempio”

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Quali sono le caratteristiche che differenziano la vostra azienda di trasporti dalle altre? Noi effettuiamo trasporti a livello nazionale, a domicilio e a temperatura controllata per prodotti parafarmaceutici e alimentari. Qual è stato il suo percorso di studio? Sono un ragioniere. Sono nato e cresciuto in azienda e questo è sempre stato un


Classe 3C Scuola B. Passerini a Induno Olon

lavoro di famiglia e credo che non ci sia un modo migliore per apprendere questo mestiere!

Quali competenze devono avere i dipendenti per essere assunti? Innanzitutto, per lavorare, è necessario possedere una cultura generale e un’ampia conoscenza delle lingue: in ditta organizziamo anche dei corsi di lingua inglese. Nei giovani, però, ricerco soprattutto voglia di lavorare e di innovare, oltre che una buona competenza tecnologica. Come è organizzata una giornata lavorativa? Lavoriamo sempre su più turni, circa 8 ore al giorno. L’azienda apre generalmente alle 7:00 e chiude alle 20:30. Qual è il suo ruolo in questa azienda? Io, essendo il proprietario, ho un ruolo molto importante e di grande

responsabilità. Credo che un direttore, oltre che a dirigere, debba impegnarsi a dare il buon esempio. Siete una ditta green? Crediamo che diminuire l’impatto ambientale sia un grande passo per ogni azienda. Per questo stiamo trasformando in Euro 6 i camion e abbiamo intenzione di alimentarli a metano o elettricamente. Organizzate stage per gli studenti? Sì, siamo molto fieri del fatto di ospitare sempre più ragazzi per l’alternanza scuolalavoro. Dopo l’intervista ci hanno portato nel cuore della ditta di packaging recentemente acquisita dalla Carcano, dove abbiamo visitato i vari settori e assistito al duro lavoro e all’impegno degli operai, addolciti però da un cuore di cioccolato che stavano confezionando e che ci hanno gentilmente offerto. Ringraziamo il Signor Carcano per questa splendida opportunità e per il cioccolatino gentilmente regalatoci al termine della visita!

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SPECIALE

2019

carl zeiss vision italia spa

Nell’ottica dello sviluppo Perché l’azienda ha questo nome? L’azienda ha origini tedesche, infatti è nata in Germania nel 1846 e prende il nome dal suo fondatore Carl Zeiss. Cosa produce Carl Zeiss? L’impresa produce e commercializza una vasta gamma di prodotti ottici, meccanici, ed elettronici. In particolare, il nostro stabilimento di Castiglione Olona progetta, produce e commercializza lenti da vista, lenti a contatto, strumenti d’analisi e misura del canale ottico e lenti da sole. Quanti dipendenti ci sono qua a Castiglione Olona? Il sito produttivo di Castiglione Olona conta circa 400 dipendenti.

Noi studenti della classe 3A ci siamo recati a Castiglione Olona per visitare l’azienda Carl Zeiss. Il responsabile del personale e altri suoi collaboratori, ci hanno accolto e fatti accomodare in una sala dove, anche tramite la visione di un video, ci è stato illustrato e spiegato di cosa si occupa l’impresa e ci hanno parlato delle diverse filiali che esistono in Italia e all’estero. Abbiamo interagito con gli operatori dell’azienda ponendo loro alcune domande.

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“Perché l’azienda ha questo nome? L’azienda ha origini tedesche, infatti è nata in Germania nel 1846 e prende il nome dal suo fondatore Carl Zeiss”


Classe

3A Scuola A. Vido letti Varese

Dopo aver terminato l’intervista ci hanno accompagnati nei reparti produttivi, per conoscere le lavorazioni che producono il prodotto finito: la lente. Molto interessanti i vari processi di trasformazione e poi lo smistamento del prodotto finito nelle diverse città, a seconda degli ordini, tramite un macchinario. Durante il tour sono state chiarite e soddisfatte anche le nostre curiosità e i nostri dubbi. Più volte ci è stato chiarito e sottolineato che la Zeiss è un’azienda orientata allo sviluppo, al vedere oltre. Tornati alla reception dell’azienda, abbiamo ricevuto, gentilmente, da parte della Zeiss, dei gadget. A fine visita, eravamo contenti di aver avuto modo di capire come funziona una simile azienda e di come siano tanti i ruoli diversi; inoltre abbiamo capito che in una fabbrica non c’è solo l’operaio che lavora, ma anche altre figure professionali come ingegneri e chimici. Siamo tornati a scuola con nuove informazioni per il futuro mondo del lavoro.

A fine visita, eravamo contenti di aver avuto modo di capire come funziona una simile azienda e di come siano tanti i ruoli diversi: siamo tornati a scuola con nuove informazioni per il futuro mondo del lavoro

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SPECIALE

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castaldi lighting spa

Un progetto illuminante Quando è stata fondata l’azienda? È stata fondata nel 1938 dall’ingegner Castaldi e si chiama con l’attuale denominazione dal 2011.

Siete un’azienda unica o avete altre sedi? Abbiamo la sede di Cassano Magnago e una a Torino: una fa il progetto, l’altra azienda lo realizza. Lavorate solo per l’Italia o anche per altri Paesi? Anche per l’Italia (40%), ma soprattutto per l’estero (60%), in particolare per gli Emirati Arabi. Attualmente stiamo lavorando per l’aeroporto di Dubai. Quanti dipendenti avete? Ci sono 75 dipendenti che lavorano per 8/10 ore al giorno. Ci sono stati infortuni in questa azienda? Uno tre anni fa, ma non grave. Avete subito la crisi economica di questi anni? Sì, prima vendevamo principalmente

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Classe 3D

in Italia, poi con la crisi, per non fallire, abbiamo cominciato a vendere anche all’estero.

Scuola E. Galvaligi Solbiate Arn o

Ci sono stati dei licenziamenti in questi anni? Sì, per motivi disciplinari. Che tipo di diploma o specializzazione serve per lavorare in questo settore? Dipende, se si lavora negli uffici serve un diploma di Istituto Tecnico Meccanico, se invece si lavora manualmente non serve un titolo di studio specifico: è importante conoscere l’inglese e saper utilizzare il computer. C’è più lavoro manuale o intellettuale? Il lavoro di produzione è manuale, quello di progettazione utilizza l’intelletto.

Quali sono i vostri prodotti più venduti? Il Rullex, un faretto che si colloca nel terreno e il Bubble, un sistema a incasso per illuminare le facciate esterne degli edifici. Ogni giorno vendiamo circa 100/150 prodotti. Vi piace il vostro lavoro? A me personalmente sì.

Quando è stata fondata l’azienda? La Castaldi Lighting Spa è stata fondata nel 1938 dall’ingegner Castaldi e si chiama con l’attuale denominazione dal 2011

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centro style spa

Uno sguardo attento alle persone Conoscenza, capacità e comportamenti: ecco gli ingredienti per riuscire nel mondo del lavoro. È quanto abbiamo imparato noi alunni della 3A dell’Istituto comprensivo Silvio Pellico visitando, il 18 novembre scorso, l’azienda vedanese Centro Style, nell’ambito del Pmi Day 2019 promosso da Univa. Ad accogliere la nostra classe,

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accompagnata dagli insegnanti Morena Maineri e Fabrizio Pastori, è stato Alberto Sala, responsabile delle Risorse Umane che, rispondendo alle nostre domande, ci ha presentato l’impresa, attiva sul territorio da 44 anni. “Nata nel 1976 per volontà dell’imprenditore varesino Francesco Conti, la Centro Style è cresciuta fino a


Classe 3A

Scuola S. Pellico Vedano Olona

“Nata nel 1976 per volontà dell’imprenditore varesino Francesco Conti, la Centro Style è cresciuta fino a diventare un’importante realtà lavorativa del Varesotto, leader nella produzione di occhiali e accessori. I nostri prodotti sono distribuiti in 80 paesi di tutti i continenti e solo in Italia serviamo 10.000 ottici”

Vedano, dove sono impiegate 150 persone, divise tra progettazione, assemblaggio, controllo qualità e logistica.

Cosa serve perché un’azienda funzioni? Le risorse di cui un’azienda ha bisogno sono certamente i capitali. Ma ciò che fa la differenza sono le risorse umane. Per riuscire nel proprio lavoro occorrono il sapere offerto dalla scuola, il saper essere dato dalla famiglia e dalla società e il saper fare, che ci dà l’azienda se siamo disposti a impegnarci e metterci in gioco. L’incontro è stato molto istruttivo, ma ciò che ha catturato di più la nostra attenzione è stata la visita ai 2 magazzini di stoccaggio, entrambi automatizzati, in particolare il secondo, dotato di 8 robot: 4 al piano terra e 4 al primo piano, che prelevano i prodotti da inviare alla clientela, consentendo di evadere 1.000 ordini al giorno. È stata un’esperienza interessante, che ci ha chiarito le idee rispetto alla scelta della scuola superiore che saremo chiamati a fare.

diventare un’importante realtà lavorativa del Varesotto, leader nella produzione di occhiali e accessori - ha detto Sala -. I nostri prodotti sono distribuiti in 80 paesi di tutti i continenti e solo in Italia serviamo 10.000 ottici”. Come avviene la produzione? La produzione avviene in Asia ed Europa, mentre progettazione e distribuzione del prodotto sono compito della sede di

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cesare galdabini spa

Amare cio che si fa La Cesare Galdabini Spa è stata fondata nel 1890 da Cesare Galdabini, il bisnonno di Luigi, l’attuale proprietario. Lo scopo iniziale dell’azienda era la riparazione e la manutenzione di macchine per l’industria tessile. Con il passare degli anni, però, l’impresa si è evoluta sempre di più, orientandosi verso la costruzione di macchine utensili, come le macchine di prova, le presse idrauliche e le raddrizzatrici. Durante tutto questo tempo si è espansa sempre di più fondando nuove sedi in Europa, a Zurigo, a Detroit negli Stati Uniti e a Pechino, in Cina, oltre a quella principale a Cardano al Campo. La maggior parte dei clienti della Galdabini lavorano nel settore automobilistico e si rivolgono all’azienda per acquistare i pezzi necessari alla costruzione di macchinari. La produzione è divisa in settori, in ognuno dei quali i lavoratori svolgono un compito ben preciso: gli addetti all’ufficio tecnico si occupano della programmazione dei software, 50 operai si dedicano alla costruzione e alla produzione dei macchinari, alcuni ingegneri lavorano alla progettazione dei prodotti; c’è, poi, chi si dedica all’acquisto e alla gestione dei materiali, 15 dipendenti si occupano della vendita e dell’assistenza ai clienti, che consiste nel raccogliere le loro esigenze e lamentele al fine di migliorare e perfezionare ulteriormente la produzione. Anche la costruzione è organizzata allo stesso modo: gli operai si dividono le mansioni; c’è chi si occupa della produzione interna, chi lavora nel magazzino e chi si dedica al montaggio. Nell’azienda

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lavorano magazzinieri, fresatori, tornitori, montatori, collaudatori, gli addetti all’ufficio spedizioni, che si occupa di spedire i prodotti ai clienti, gli addetti al controllo qualità. Ogni dipendente lavora circa 8 ore al giorno e riceve uno stipendio rapportato alla mansione che svolge all’interno dell’azienda. Ma quali sono le competenze che una persona deve possedere per essere assunta nell’azienda? Durante la visita è emerso che i lavoratori devono conoscere le lingue e saper utilizzare con cura e attenzione i macchinari e gli strumenti in loro dotazione. Per alcune aree di lavoro, per esempio quelle che presuppongono l’utilizzo dei macchinari, è preferibile essere in possesso di un diploma tecnico con indirizzo meccatronico e aver frequentato un ITS. Ma, soprattutto, bisogna coltivare una grande passione per ciò che si svolge, perché l’unico modo per sentirsi gratificati del proprio lavoro e per conseguire obiettivi sempre più alti è AMARE CIÒ CHE SI FA!


Classe 3A

Scuola G. Buzzi Re schini Saltrio

La maggior parte dei clienti della Galdabini lavorano nel settore automobilistico e si rivolgono all’azienda per acquistare i pezzi necessari alla costruzione di macchinari

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SPECIALE

2019

Proiettati verso il futuro Da chi è stata fondata l’azienda? Quando e per quale motivo? L’azienda è stata fondata nel 1890 da Cesare Galdabini, il mio bisnonno (racconta Cesare Galdabini ndr.). In passato si occupava del settore tessile e della produzione di macchinari per la deformazione della lamiera. Perché la società ha questo nome? Il nome dell’azienda deriva dalla decisone del fondatore, che ha scelto di intitolarla col cognome di famiglia e i successori hanno deciso in seguito di mantenerlo.

Classe 3B Scuola G. Buzzi Reschini Saltrio

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Da chi vengono maggiormente richiesti i vostri prodotti? Essendo un’impresa

di livello internazionale, le richieste provengono da svariati Paesi, sia europei che extraeuropei come America e Cina. Dato che i prodotti vengono richiesti in grandi quantità dall’estero si è deciso di fondare nuove sedi, come ad esempio a Zurigo, Detroit e Pechino. Quanto costa mediamente un vostro macchinario/prodotto? Il costo dei nostri prodotti arriva fino ai 2,5 milioni di euro; i macchinari di prova (i più numerosi) hanno invece un prezzo che si aggira sui 30mila euro. Qual è stato il primo prodotto che avete creato? In passato producevamo macchinari per lavorazioni tessili, ma con il passare del tempo abbiamo deciso di ampliare le nostre attività e rivolgerci a più settori, creando nuovi macchinari innovativi.


Qual è il prodotto più complesso che create? Le macchine più complesse da creare sono quelle richieste dai clienti con esigenze specifiche, quindi realizzate su misura. Qual è il prodotto più venduto? Le macchine di prova sono il nostro prodotto più venduto; per via delle molteplici richieste se ne costruiscono a lotti da 10 a 20 macchine alla volta, a seconda delle esigenze dei clienti.

macchinari si muovono e sono comandati grazie a vari software. Qual è l’età media dei vostri dipendenti? L’età media varia e si aggira tra i 30 e i 40 anni. Quindi abbiamo personale abbastanza giovane. Quante ore lavorano al giorno i vostri dipendenti? I nostri dipendenti lavorano in media 8 ore al giorno, ma in base alle necessità arrivano a lavorare fino a 10 ore nei periodi in cui c’è una maggiore richiesta di lavoro.

presses - Technical features

Quale percorso scolastico bisogna seguire per lavorare nella vostra azienda? In base all’impiego nell’azienda, si intraprendono percorsi di studi differenti: il più consigliato è un percorso che prepari i ragazzi in ambito informatico e meccatronico, intraprendendo, dopo la Scuola Secondaria di II grado, anche un ydraulic circuit design has resulted in the development percorso di specializzazione (ad esempio solutions for movement The working speeds l’ITS). Percontrol. alcuni settori è importante n the sector; thanks to the ENERGY technology, anche essere formatiSAVE nell’ambito della Finanza e del Marketing. La formazione y high production rates with cost savings. comunque non si conclude mai, perché siamo sempre proiettati verso il futuro ail is paramount tonoi plant engineering in order to obtain: e proponiamo soluzioni e tecnologie in anticipo sulle esigenze del momento.

ation between hydraulics and mechanics

accessible piping importante conoscere complete absenceÈof shocks and vibrationsle lingue? E l’informatica? cushion

dimensions

È importante conoscere le lingue perché, essendo la nostra una società che lavora a livello internazionale, si sta a contatto con Paesi esteri e di conseguenza c’è la necessità di essere versatili nell’ambito linguistico. Le lingue da conoscere assolutamente sono l’inglese, ma anche il tedesco. Le competenze informatiche sono anche molto importanti: come avete visto durante la vostra visita in azienda tutti i diversi

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SPECIALE

Una mattinata alla Galdabini

Venerdì 29 novembre 2019, le classi terze della scuola secondaria di Saltrio hanno visitato l’azienda Cesare Galdabini 2019 Spa, con sede a Cardano al Campo, in occasione del Pmi Day. Una giornata che serve a promuovere le piccole e medie imprese del territorio. Quest’azienda è stata fondata nel 1890 da Cesare Galdabini. Inizialmente riparava soltanto macchine industriali, ma poi si è evoluta fino a produrre macchine utensili come presse idrauliche, macchine di prova e raddrizzatrici. L’azienda si è espansa fino a vendere il 75% dei suoi prodotti all’estero. Arrivate alla Galdabini, le classi sono entrate in una sala conferenze, in cui sono state fatte vedere varie diapositive che raccontavano la storia dell’impresa. Successivamente gli studenti sono stati accompagnati da un addetto all’interno della fabbrica in cui hanno osservato, come prima cosa, una macchina di prova che serve a testare la resistenza dei vari materiali. In seguito, i ragazzi hanno potuto osservare una pressa idraulica, che serve a dare forma ai vari pezzi di metallo, e una raddrizzatrice, che raddrizza vari cilindri di metallo. L’addetto ha, poi, condotto le classi in un magazzino robotizzato, dove viene effettuato il controllo qualità, una verifica Classe 3C sulla conformità Scuola degli articoli prodotti G. Buzzi Re e infine a vedere il schini funzionamento di Saltrio un’alesatrice-fresatrice che trasforma il pezzo grezzo in prodotto finito.

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La sede di Cardano al Campo Alla fine della giornata i ragazzi hanno intervistato l’Amministratore Delegato, Luigi Galdabini. Durante l’intervista l’AD ha riferito che l’azienda lavora per il settore automobilistico, per quasi tutte le principali case. L’impresa conta circa 120 persone, nelle due sedi di Cardano al Campo e Zurigo e, per lavorare in questo tipo di azienda, è consigliato seguire un percorso di studi a indirizzo tecnico. La visita alla Cesare Galdabini è stata molto interessante e ha fatto capire a tutte le classi cos’è e come funziona il mondo del lavoro.


Un’azienda di sogni e speranze “Bisogna avere passione nel proprio lavoro”: è stata l’affermazione che ci ha colpiti maggiormente nel corso della mattinata. Come e quando è nata la sua azienda, Ingegner Cesare Galdabini? Nel 1890, il mio bisnonno Cesare Galdabini, esperto nel settore, è stato incoraggiato da conoscenti, amici e familiari a fondare l’azienda. Ci sono altre sedi oltre a questa di Cardano al Campo? Sì, le altre sedi si trovano a Zurigo, a Pechino e negli USA. Quanti dipendenti lavorano nella sua azienda? In totale sono presenti 120 dipendenti, tra cui 12/13 donne. Le donne costituiscono il 10% dei nostri lavoratori. Qual è l’età media dei lavoratori? L’età media dei lavoratori nell’azienda è intorno ai 38 anni. Quali sono le varie mansioni? Le mansioni si suddividono in 2 settori: gli operativi, che lavorano direttamente sul pezzo e i gestionali, che lavorano in ufficio. Gli operativi sono: i magazzinieri, il controllo qualità, i tornitori, i fresatori, i rettificatori, i montatori, i collaudatori e il laboratorio. I gestionali sono: il direttore operativo, l’ufficio spedizioni, la pianificazione, la gestione materiali e l’assistenza clienti.

Di cosa si occupa quest’azienda? La Cesare Galdabini produce macchine utensili, ovvero raddrizzatrici, presse idrauliche e macchine di prova, destinate per l’85% all’estero. Le più vendute sono le macchine di prova. Quanto può costare una macchina, in generale? Una macchina, in media, può costare 2 milioni e mezzo di euro. Quali sono le macchine più vendute? Le nostre macchine più vendute sono, senza dubbio, le raddrizzatrici.

e 3D

Class Quali sono le conoscenze e Scuola le competenze G. Buzzi Reschini richieste per lavorare alla Saltrio Galdabini? Prima di tutto, l’addetto deve avere passione per poter intraprendere questa carriera. Un’altra cosa importante è che il dipendente deve conoscere almeno 3 lingue straniere, l’inglese in primis, il tedesco, il francese o lo spagnolo. Quali sono i vostri competitors? I nostri principali competitors sono le aziende tedesche. Vi definite un’azienda ecologica? Sì, assolutamente, il lavoro deve andare di passo con la salute dell’uomo.

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cibitex srl

SPECIALE

2019

Produrre secondo una filosofia green L’8 novembre la 3A dell’Istituto “A. Moro” di Solbiate ha visitato la l’azienda Cibitex, per il progetto Pmi Day. Noi studenti siamo andanti alla scoperta delle aziende del territorio. La prima intervistata è Martina, responsabile Marketing. Di che cosa si occupa l’azienda? L’azienda si occupa del finissaggio dei tessuti e della progettazione, assemblaggio e vendita in tutto il mondo di macchine tessili. Qual è la tua mansione? Responsabile marketing: presento la Cibitex ai clienti in Italia, all’estero e oggi a voi studenti. E la tua formazione? Il liceo linguistico e le scienze sociali all’università.

Classe 3A Scuola A. Moro na Solbiate Olo

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Quanti sono i dipendenti? Circa 25 persone. Che macchine possiamo osservare in officina? Alcune a controllo numerico che vengono impostate dagli operai.

La classe, poi, incontra Massimo, ingegnere energetico. Da quanti anni lavori alla Cibitex? Da 4 anni. Nell’azienda si organizzano corsi di aggiornamento? Sì, ho frequentato di recente un corso di inglese.


È possibile fare straordinari e sono necessarie trasferte all’estero? Gli straordinari sono una necessità, così come le trasferte all’estero. Pensi che il tuo lavoro sia pericoloso? No, periodicamente vengono, però, organizzati corsi sulla sicurezza per evitare incidenti. Gli studenti intervistano Milena, Amministratore Delegato della Cibitex. Come si controlla la presenza dei dipendenti? Lo si fa timbrando il cartellino e grazie ad una App lo si può fare anche dall’estero. È importante per voi produrre nel rispetto dell’ambiente? Teniamo molto all’ambiente: chiamiamo questa attenzione “Filosofia Green”, per questo abbiamo un impianto fotovoltaico. Ai piani alti la classe vede al lavoro Paola, supporto commerciale, Roberto, Sales Manager e Marco, Presidente.

Quali sono le caratteristiche più importanti per lavorare da voi? Conoscere le lingue, anche quelle orientali, essere disposti a viaggiare, avere competenze digitali e formarsi di continuo, perché le normative cambiano e occorre adeguarsi. Fondamentale è aggiungere un pizzico di passione

Noi studenti siamo andati alla scoperta delle aziende del territorio. La prima intervistata è Martina, responsabile Marketing di Cibitex: “L’azienda si occupa del finissaggio dei tessuti e della progettazione, assemblaggio e vendita in tutto il mondo di macchine tessili” 53


SPECIALE

2019

comerio ercole spa

Credere in un sogno Giovedì 28 novembre 2019 abbiamo visitato la Comerio Ercole di Busto Arsizio e per un giorno siamo diventati giornalisti, curiosi di conoscere meglio questa azienda così importante e così vicina a noi. La sua storia iniziò nel 1885 grazie al sogno di un giovane tecnico specializzato: Ercole Comerio. Insieme a sua moglie,

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decise di fondare un’attività di riparazione dei macchinari utilizzati dalle industrie tessili. In pochi anni l’azienda fece una tale esperienza da cominciare, essa stessa, a costruire macchinari. Nel 1900 partecipò addirittura all’Esposizione Internazionale di Parigi per poi proseguire in tutto il mondo. Ecco l’intervista ai dipendenti dell’azienda.


Classe 3A

Scuola Schweitzer Busto Arsizio

Di cosa si occupa oggi la Comerio Ercole? L’azienda si occupa di produrre macchine per la lavorazione della gomma, della plastica e dei tessuti tecnici.

Un turno di lavoro dura 8 ore e si lavora spesso anche il sabato. Quanto guadagna un lavoratore al mese? Dipende dal settore d’impiego e da quanto il lavoratore ha studiato ed è specializzato. Dove si esportano i vostri prodotti? In tutto il mondo. Soprattutto in America, Russia e Cina, ma anche in molti altri Paesi. Quanti prodotti vende l’azienda all’anno? Tante macchine singole e circa 10-12 impianti completi all’anno; ci vuole circa un anno per questi impianti dalla progettazione e produzione fino ad arrivare allo smontaggio, trasporto e rimontaggio dal cliente. La vostra è un’azienda di livello mondiale? Sì, lo è in quanto il nostro fatturato è prevalentemente destinato all’export.

Quanti dipendenti ha l’azienda? L’azienda, oggi, conta circa 200 dipendenti.

Da questa visita abbiamo capito che per riuscire a lavorare un giorno in un’azienda di questo livello, occorre impegnarsi e scegliere una scuola adatta, ma che è anche molto importante credere sempre in un sogno.

Si sente spesso parlare di sicurezza sul lavoro. Quali attenzioni dedicate a questo aspetto? I lavoratori sono tutelati dalle norme e ci sono alcuni dipendenti specializzati nel prevenire gli infortuni con una costante attività informativa e di formazione e nel soccorrere l’infortunato. Quanto dura il turno medio di un lavoratore?

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SPECIALE

2019

copying srl

In un’ottica innovativa e futurista Signor Mauro Vitiello, che cosa l’ha spinta a continuare l’attività paterna in un’ottica innovativa? Mio padre noleggiava stampanti per A 3 e ss la C aumentare l’utilizzo della carta. Io, Scuola invece, nel rispetto Sally Mayer dell’ambiente e in un’ottica paperless, te a Cair ho modernizzato il business dell’azienda, introducendo la digitalizzazione dei documenti.

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Possiamo, quindi, ritenere la sua un’azienda green? Nel nostro piccolo l’azienda cerca di prestare attenzione alla sostenibilità ambientale. La scelta delle auto elettriche per i dipendenti e la creazione di una struttura industriale a basso impatto ambientale seguono i principi dell’economia circolare. Nelle mie scelte, penso al vostro futuro e a quello dei miei figli. Che cosa consiglia a chi vorrebbe fondare un’azienda green? Sicuramente viaggiare. Il viaggio è il miglior libro che si possa avere nello zaino.


è la passione per questa attività. Nell’azienda io, con il contributo dei miei collaboratori, cerco sempre l’innovazione. Il terzo è l’ambiente lavorativo perché i miei dipendenti sono anche degli amici, con i quali condivido anche i momenti di svago... fare impresa e fare sport.

Ho visto questo tipo di struttura industriale, per la prima volta, nel Nord Europa e ne sono rimasto affascinato. Quale titolo di studio è richiesto per essere assunti nella sua azienda? Molti dipendenti, alcuni dei quali sono miei compagni di scuola, sono diplomati, altri hanno una laurea in economia o in legge. Conoscere l’informatica è comunque essenziale per svolgere il nostro lavoro. Qual è l’emozione che la fa alzare la mattina con l’entusiasmo di andare al lavoro? Molti sono i motivi che mi spingono a raggiungere il posto di lavoro con entusiasmo. Lavoro, innanzitutto, per la mia famiglia e vedo il futuro nella vostra generazione. Il secondo motivo

Una curiosità signor Vitiello, perché nel suo acquario ci sono solo carpe giapponesi? Ho scelto questa specie di carpa perché in Giappone rappresenta la perseveranza, qualità essenziale in tutti gli ambiti della vita. Amo, inoltre, per la cultura e per la filosofia di vita l’Oriente e in particolare il Giappone. Grazie Signor Vitiello per averci ricevuto nella sua accogliente azienda e per averci aiutato a riflettere sull’importanza delle nostre scelte future.

L’azienda cerca di prestare attenzione alla sostenibilità ambientale. La scelta delle auto elettriche per i dipendenti e la creazione di una struttura industriale a basso impatto ambientale seguono i principi dell’economia circolare

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SPECIALE

2019

Un’azienda green Quale indirizzo di studi ha scelto alle scuole superiori? Ho frequentato un istituto tecnico ed ho scelto l’indirizzo elettronico-informatico. Ripensandoci, forse avrei dovuto fare il liceo scientifico! Ho conseguito il diploma e in seguito ho frequentato la facoltà di economia all’università Cattolica. Mi sono poi iscritto a vari corsi e master sull’information technology che mi appassionavano sempre di più. Dove ha iniziato a lavorare nei primi anni della sua carriera? Ho lavorato come assemblatore e montatore di mobili, ma dopo 6/7 mesi mi sono accorto che non faceva per me. Ho fatto altre esperienze lavorative anche all’estero per capire quale fosse la mia strada. Che cosa l’ha spinta ad entrare in questa azienda? Voleva fare proprio questo mestiere oppure aveva altri sogni nel cassetto? Il motivo che mi ha spinto ad entrare in azienda è stato quello di portare avanti l’impresa di famiglia, costruita da mio padre. Ho sempre voluto fare l’imprenditore, seguendo anche le orme di mio padre e ho realizzato gran parte dei miei sogni, tra i quali viaggiare alla scoperta di nuovi Paesi. Consiglierebbe questa professione ai giovani di oggi? Perché? Certo, lo consiglierei ai giovani perché sono la generazione digitale che ha a disposizione nuove tecnologie ed esperti nel settore e l’Italia in questo campo

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promette bene! È un lavoro stimolante che ti mette sempre alla ricerca di nuove idee e richiede di essere aggiornato. Bisogna avere curiosità verso l’innovazione. Di cosa si occupa la Copying? Quali servizi offre ai suoi clienti? Si occupa della gestione documentaria, della fatturazione elettronica e della archiviazione online. Offriamo ai nostri clienti anche una formazione digitale gratuita, di cui si occupa la società “Sartorie Digitali”. Il sistema di documentazione digitalizzata è molto richiesto perché aiuta a risolvere varie problematiche, tra cui la dematerializzazione del cartaceo.

Quali competenze sono richieste per fare questo mestiere? Le competenze che richiediamo dipendono dal lavoro che si vuole fare in azienda ma principalmente cerchiamo persone dinamiche, intraprendenti, motivate, capaci di organizzarsi e lavorare in team.


Classe 3D Lei di quale settore si occupa nello specifico? Che cosa le piace di più del suo lavoro? Essendo Amministratore Delegato, mi occupo soprattutto di programmare e dirigere i vari progetti curati dall’azienda. Mi piace il fatto di “sentirmi a casa” e di trasmettere questa sensazione anche ai miei collaboratori. Non abbiamo orari di lavoro fissi ma flessibili: l’importante è che, a fine giornata, il lavoro sia stato svolto al meglio e ci aiutiamo molto a vicenda. Spesso, al posto delle solite riunioni, facciamo passeggiate e giri in mountain bike per parlare e risolvere problematiche di lavoro in contesti diversi da quelli del classico ufficio. L’azienda è concepita come una squadra e non ci sono gerarchie ma ruoli differenti. L’ambiente lavorativo deve mettere a proprio agio chi ci lavora: per questo abbiamo realizzato spazi relax, un ufficio open space luminoso, una zona fitness, un angolo-giochi per bambini destinato ai figli dei nostri colleghi. La qualità della vita influisce su quella del lavoro: per questo abbiamo ottenuto la certificazione di “azienda che promuove la salute e il benessere”. Svolge mansioni difficili o complesse? Ritiene interessante o noioso il suo impiego? Di difficile c’è tutto. La complessità è il risultato dell’impegno che ci metti nello svolgere il lavoro: se il lavoro è risultato facile, vuol dire che non hai dato il massimo; se, invece, il lavoro è risultato complesso e sei riuscito a svolgerlo comunque bene, vuol dire che hai dato il meglio di te. Di sicuro, se ti impegnerai di più, ti sentirai più soddisfatto di te stesso. La complessità è quindi una soddisfazione che ti realizza. Non è mai noioso, ma sempre nuovo e

Scuola G. Galilei Tradate

diverso; ad esempio in collaborazione col Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, stiamo elaborando un sistema in grado di riconoscere le persone tramite delle fotocamere con le quali si capisce l’identità dei visitatori la loro età e i loro interessi. Come è cambiata l’azienda nel corso degli anni? L’azienda, nel corso degli anni, è cambiata tanto: prima era un luogo in cui si noleggiavano stampanti; oggi si è trasformata in un’azienda di gestione dati e molto altro. Quindi si è evoluta in meglio! Durante un viaggio a Singapore ho avuto un’illuminazione e dopo aver visitato a Valencia una struttura futuristica in legno, ho voluto costruire in Italia un’azienda di archiviazione online a impatto zero. La struttura dell’edificio è ecosostenibile, completamente rivestita in legno, sfrutta le acque del fiume sottostante, diventando un edificio di categoria A. Come è l’organizzazione interna dell’azienda? L’azienda è suddivisa in 4 parti: finanziariaamministrativa, tecnica, commerciale, ricerche e sviluppo. I dipendenti sono 25/26 e sono in gran parte uomini; ci sono purtroppo solo 6 donne. Ed è un vero peccato perché per me le donne dovrebbero rappresentare la vera forza del lavoro in questa società. Sono una risorsa preziosa e fanno la differenza!

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Pietro Conti

Luciana Bottazzini

Francesca Bossi

Lorenzo Cipolletta

Andrea Colombo

Vanessa Barea

Martina Giorgetti

Andrea Marcora

Giorgia Munari

Andrea Bottini

Jacopo Novello

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costruzioni meccaniche luigi bandera spa

Si parte con il made in Italy Costruzione Meccaniche Luigi Bandera è stata fondata nel 1947 da Luigi Bandera come officina meccanica costruttrice di estrusori per materie plastiche, un macchinario essenzialmente composto da un cilindro riscaldato in cui ruotano una o due viti. Bandera è oggi un’azienda internazionale, riconosciuta a livello mondiale come leader nella progettazione e produzione di impianti completi di estrusione per materie plastiche, che rimane comunque profondamente radicata nella tradizione del made in Italy. Bandera produce impianti di granulazione, impianti di estrusione di film rigidi e lastre per il settore degli imballaggi rigidi e altri settori industriali e impianti di estrusione di film in bolla, con spessori molto bassi, per il settore degli imballaggi flessibili e per il settore agricolo. L’obbiettivo di Bandera è quello di soddisfare i propri clienti offrendo impianti progettati per garantire Classe 3C produzioni sicure e affidabili con elevate Scuola prestazioni qualitative, Schweitzer che assicurino consumi Busto Arsizio energetici minimi, con tecnologie d’avanguardia per la lavorazione di materie termoplastiche innovative (riciclate e/o biodegradabili)

e proponendo tecnologie e processi che permettano una riduzione sostenibile del peso degli imballaggi. Tutti gli impianti Bandera sono progettati su misura secondo le esigenze e le richieste del cliente. Alcune parti vengono realizzare internamente mentre altre vengono acquistate da fornitori esterni e successivamente assemblate nei propri reparti produttivi. Terminata la costruzione, la linea è pronta per essere spedita al cliente e per trasportarla vengono utilizzati solitamente dagli otto ai dieci tir; poi ovviamente per avviare l’impianto l’azienda invia i suoi tecnici dal cliente per il montaggio e il collaudo e ci vorrà ancora quasi un mese di lavoro per far sì che l’impianto sia funzionante. Un impianto Bandera per l’estrusione di film rigido può essere lungo oltre 30 metri, produrre anche oltre 2000 kg/h di materiale plastico e per realizzarlo ci vogliono 6-8 mesi e può costare diversi milioni di euro. All’interno dell’azienda trovano impiego dirigenti, ingegneri chimici, elettrici e meccanici, addetti alla ricerca e sviluppo, tecnici-disegnatori, tecnici-operai, impiegati commerciali, amministrativi, logistici e di assistenza ai clienti; collabora frequentemente con l’Istituto Tosi ospitando alcuni studenti per periodi di stage o alternanza scuola-lavoro. Ora, dopo aver raccontato un po’ di curiosità dell’azienda Bandera, passiamo all’intervista.

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SPECIALE

2019

Il giorno 19 novembre siamo stati ospitati dall’azienda Luigi Bandera e abbiamo fatto un’intervista al dirigente ed ai dipendenti. Cos’è l’estrusione? L’estrusione è un processo di produzione industriale grazie al quale un materiale termoplastico viene reso fluido, costretto a passare attraverso una filiera o testa di estrusione per ottenere la sezione desiderata e poi raffreddato per mantenere la forma ottenuta (ad esempio tubi, film o lastre). Cos’è il “film”? Il film è una sottilissima pellicola utilizzata

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principalmente nel settore dell’imballaggio. Può essere più o meno rigido a seconda della materia prima utilizzata e degli spessori con il quale viene prodotto. Film rigidi trovano applicazione per esempio nell’industria degli imballaggi per alimenti e sono utilizzati per produrre vaschette; film flessibili vengono utilizzati, per esempio, per realizzare sacchetti. Cosa produce la vostra azienda? La nostra azienda non produce materiali plastici, ma impianti d’estrusione per le materie plastiche che permettono al nostro cliente di lavorarli per ottenere il prodotto desiderato.


Chi è il cliente? Il cliente è una azienda che realizza prodotti in plastica con la tecnologia dell’estrusione. Come si svolge una vendita? Direttore Amministrativo: Il cliente viene nella nostra azienda per vedere i nostri impianti e descrivere le caratteristiche volute della macchina che desidera farci costruire. Una volta scelta la funzione del macchinario, i nostri ingegneri progettano la macchina e gli operai la realizzano. Quando l’impianto è pronto viene trasferito al cliente generalmente tramite camion oppure via nave. Alcuni nostri tecnici si recano dal cliente per montare e avviare la macchina. Cosa si intende per linee? Ingegnere: Non è una catena di montaggio; per linea di estrusione si intende un macchinario/impianto completo, dalla fase in cui viene inserita la materia plastica da lavorare all’interno dell’estrusore fino alla fase in cui avviene la raccolta del prodotto finito ottenuto. Cosa sono le calandre? Ingegnere: È un macchinario, essenzialmente composto da dei rulli/ cilindri rotanti fra i quali viene fatto passare il materiale plastico fuso per raffreddarlo ed ottenere un film/lastra dello spessore desiderato. Quanti operai servono per far funzionare un impianto? Ingegnere: Normalmente servono da 2 a 3 operai. Quanto può durare in media un macchinario? È fondamentale la manutenzione dell’impianto: un impianto ben manutenuto può lavorare per oltre 10 anni.

I pezzi delle linee li fabbricate autonomamente oppure li fate costruire da altri? Ingegnere: Alcuni componenti vengono realizzati internamente, per esempio le viti degli estrusori, mentre altri componenti vengono acquistati da fornitori esterni. Come immagina la sua azienda nel futuro? Direttore Amministrativo: Penso che in futuro i nostri macchinari, già idonei al riciclo, daranno un grande contributo per riutilizzare la plastica. Ringraziamo il dirigente e i dipendenti per aver contribuito all’intervista.

Bandera produce impianti di granulazione, impianti di estrusione di film rigidi e lastre per il settore degli imballaggi rigidi e altri settori industriali e impianti di estrusione di film in bolla, con spessori molto bassi, per il settore degli imballaggi flessibili e per il settore agricolo

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L’impresa di raccontare

UN NUOVO MODO DI COMUNICARE.

www.univa.va.it www.varesefocus.it varesefocus

Qualsiasi sia il tuo strumento UNIVA e Varesefocus sono sempre con te. Nuovi contenuti, nuova forma, nuovi mezzi di comunicazione. Varesefocus da oggi è molto più multimediale, con la presenza di articoli, fotografie e video per dare vita a un’informazione diversa. Vogliamo raccontare storie di imprese, fenomeni dell’economia e del territorio che ci circonda. Anche il sito dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese è più ricco, pronto per accompagnare le imprese verso i nuovi scenari dell’industria 4.0.

generazionedindustria

@univa_stampa


creazioni bip bip srl

Valorizzare il made in Italy Come si può in un panorama economico come quello attuale, che pare puntare più su quantità e prezzi inferiori, difendere l’antica qualità dei materiali e del made in Italy? Per rispondere a questa e ad altre domande ci siamo improvvisati giornalisti per un giorno e abbiamo intervistato la titolare dell’azienda Creazioni Bip Bip di Besnate. Come nasce l’azienda? Nasce nel 1974, come azienda di pigiami e homewear a conduzione familiare a Besnate, in provincia di Varese. Quante persone lavorano in azienda? La nostra è una realtà produttiva di piccole-medie dimensioni. Nell’attuale organico contiamo circa 15 dipendenti. Quali figure professionali lavorano nell’azienda? Sono diverse le figure professionali di cui necessitiamo. Una per ogni passaggio produttivo che, partendo dall’idea, permette

di ottenere il prodotto finito. Il grafico si occupa di ideare le immagini da applicare alla stoffa dei pigiami, il tecnico di maglieria definisce i tagli delle stoffe secondo i modelli ideati dalla nostra modellista, il personale di linea gestisce i macchinari produttivi e realizza le parti dei pigiami che verranno successivamente assemblate per ottenere il prodotto finito. Come in ogni azienda ci sono i ragionieri che si occupano della contabilità e magazzinieri che imballano e spediscono i prodotti.

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SPECIALE

Classe 3C Scuola D. Alighieri Varese

2019

Tutte le fasi di produzione avvengono in Italia? Certamente, la nostra fabbrica è al 100% italiana, ogni nostro pigiama deve essere rigorosamente made in Italy. È una scelta che ci rende orgogliosi. Quali fibre vengono utilizzate? Vengono impiegate solo fibre di elevata qualità (cotone pettinato, lino, lana, seta) e fibre sintetiche selezionate di tipo poliacrilico ed elastam.

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A chi è rivolta la vostra produzione? Creiamo pigiami per uomo e per bambini con colori accesi e immagini divertenti, prodotti oversize e homewear comodi e funzionali. Perché dovremmo preferire un pigiama Bip Bip ad un altro prodotto? Semplice, per acquistare capi di stile unico ed esclusivo con tessuti pregiati e per valorizzare i prodotti delle industrie italiane. Un consiglio ai giovani per lavorare nella vostra azienda. La nostra azienda, come tutte le aziende, ha bisogno di personale giovane, intraprendente e preparato sempre pronto ad affrontare nuove sfide per mantenere alto il livello dei nostri prodotti.

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Pigiami di famiglia Che storia ha quest’azienda? Creazioni Bip Bip nasce nel 1974. Mio padre Lauro Novati, attuale amministratore unico, rappresentante di prodotti di abbigliamento intimo, ha cominciato a sviluppare con la cognata Giannina e il fratello Sergio dei prodotti per conto suo: è stato un successo! Da lì l’impresa si è ingrandita. Che ruoli si possono svolgere in questa azienda? Finanza e controllo di gestione, ragioniere, perito tessile, sviluppo prodotto, designer, marketing, responsabile vendite e commerciale. Vendete i vostri prodotti al pubblico o ad altre imprese (catene di abbigliamento)? Il 99,8 % del nostro fatturato si sviluppa nel canale B2B (business to business = da azienda ad azienda). Vendiamo a distributori e grossisti, che rivendono a negozianti ed anche ai negozianti stessi, in queste percentuali: 97% Italia in tutte le regioni, 3% estero in Belgio, Classe 3B Francia, Repubblica Ceca, Polonia, Scuola Portogallo, Spagna. Giovanni XXIII Il restante 0,2% viene venduto direttamente al Castelveccana consumatore sul nostro sito internet. Fate innovazione? Si fa innovazione di prodotto e

di processo dove necessario ed indispensabile (reparto taglio e stesura per la produzione, reparto informatico per e-commerce) soprattutto sfruttando al massimo sistemi e software informatici. Siete attenti all’ambiente? Sì, tra le varie azioni che compiamo in tal senso, offriamo prodotti di qualità superiore alla media e quindi con maggior durata nel tempo. Siamo attenti alle emissioni, ottimizziamo i processi di produzione e di spedizione delle merci per ridurre al minimo l’impatto ambientale. Effettuiamo svariate donazioni di prodotto

a piccole associazioni locali che a loro volta devolvono il ricavato ad associazioni benefiche locali. Tutti i materiali sono prodotti a norma di legge e certificati. La certificazione più importante è quella richiesta su tessuti e filati: STANDARD 100 OEKO- TEX.

Il 99,8 % del nostro fatturato si sviluppa nel canale B2B

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SPECIALE

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c . r . s . srl

Lezioni di cromo o di vita?

L’impresa che la nostra classe 3D ha visitato il 14 novembre scorso è la C.R.S, un’azienda metalmeccanica che D 3 e s da oltre 30 anni è s Cla leader nel settore Scuola delle lavorazioni di D. Alighieri cromatura dura e superfinitura di rulli Varese calandra, sia nuovi sia da rinnovare, nonché nella lavorazione di rettifica di cilindri di grandi dimensioni. A organizzare l’incontro nell’ambito delle iniziative per l’orientamento alla scuola superiore è stata l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Al nostro ingresso nello stabilimento siamo stati accolti dalla titolare in persona, la signora Raffaella, imprenditrice per tradizione familiare. Ed è proprio a lei che abbiamo rivolto le domande per la nostra intervista durante la visita. “L’azienda, fondata nel 1936 e acquisita da mio nonno nel lontano 1952, nasceva nel centro di Gallarate come officina per la galvanizzazione e pulitura dei metalli - racconta l’imprenditrice - poi mio padre si specializzò in meccanica e diede un’impronta più definita alla produzione, quella odierna appunto. Nel 1999 ci fu la svolta: vennero fatti investimenti, iniziati i lavori per costruire il nuovo stabilimento

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nella zona industriale e per introdurre innovazioni nella produzione con le nuove tecnologie”. Cosa si produce esattamente nell’azienda? Eseguiamo la lavorazione della superficie di cilindri, pistoni, rulli di proprietà dei nostri clienti; le nostre lavorazioni sono rivolte al mercato dei produttori e utilizzatori di macchine per materie plastiche, carta, cartone, macchine da stampa; ci rivolgiamo ai costruttori di rulli calandra, incisi, da laminatoio ed al settore dell’oleodinamica. Gli operai specializzati in diverse mansioni lavorano i cilindri, seguendo le specifiche di un disegno tecnico. Questi subiscono vari processi di lavorazione: dalla rettifica, alla sgrassatura, alla sabbiatura e cromatura. In cosa consiste la cromatura? Il cromo è un riporto che conferisce durezza e resistenza all’usura ai cilindri, che verranno impiegati nei diversi macchinari, permettendo molti anni di produzione. Il rullo viene immerso in una soluzione di acido cromico per il tempo necessario ad ottenere il deposito richiesto: il processo può richiedere da un’ora alle 14-15 ore, a seconda dello spessore da depositare. I rulli calandra che escono da questo reparto, vengono utilizzati dai nostri clienti


per produrre lastre di vari materiali (come il plexiglass), che devono essere perfette. Quindi, la superficie del rullo deve essere a sua volta perfettamente lucida, come lo specchio in cui ci si specchia la mattina. Occorrono 4 settimane di lavoro per rifare tutti i processi necessari per ripristinare un cilindro calandra. Ecco il motivo per cui si richiede la massima competenza e attenzione anche nei minimi particolari.

Quanti sono gli addetti impiegati in questa azienda? In tutto sono 19, tra cui 2 impiegati in mansioni di ufficio e 17 operai nell’officina assegnati alle varie lavorazioni. Che scuola occorre frequentare per lavorare nella sua azienda e quali competenze vengono richieste? Gli impiegati devono avere una

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SPECIALE

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preparazione tecnico-commerciale offerta da una scuola di amministrazione, finanza e marketing. Per le mansioni meccaniche tecniche, invece, una buona preparazione è data dall’ITIS o dal CFP. Le competenze richieste per lavorare in quest’azienda sono di tipo tecnico meccanico, conoscenza dell’inglese e capacità di calcolo preciso e di amministrazione. Lavorare in questa azienda può arrecare danni alla salute? La risposta è semplice: tutti gli operai seguono corsi di formazione, informazione ed addestramento sulla sicurezza, eseguono esercitazioni periodiche ed hanno in dotazione i dispositivi di protezione individuale, divisa, guanti, scarpe infortunistiche, maschera con filtri e occhiali protettivi, ma vengono anche periodicamente sottoposti a controlli medici; inoltre, esiste un piano di controlli ambientali e manutenzioni periodiche ai macchinari ed impianti per verificare l’efficacia delle misure a tutela dell’ambiente e della sicurezza. Quali sono gli orari di lavoro? Gli orari di lavoro settimanali sono dalle ore 8:00 alle ore 12:00 e dalle 14:00 alle 18:00; (gli orari possono essere flessibili), mentre il sabato dalle ore 8:00 alle 12:00. Come mai avete bisogno di lavorare anche il sabato? Uno dei punti di forza della nostra azienda è la flessibilità: da sempre veniamo incontro alle esigenze dei clienti che possono avere delle richieste urgenti e noi adattiamo la nostra programmazione di lavorazioni. I ragazzi prendono appunti con interesse ed hanno un atteggiamento serio,

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cercando di sentire le parole della signora Raffaella fra i rumori dello stabilimento. Il lavoro delle macchine e degli operai intanto prosegue a ritmo sostenuto. “Ancora domande, ragazzi?” Chiede l’imprenditrice lasciando trasparire l’orgoglio di potere parlare a noi giovani della sua azienda di famiglia. Quando la signora accenna al padre che lei da bambina vedeva solo a tarda sera, dopo la lunga giornata di lavoro nella fabbrica e questo fino all’ultimo giorno della sua vita, si coglie anche un velo di commozione.

Tutti gli operai seguono corsi di formazione, informazione ed addestramento sulla sicurezza, eseguono esercitazioni periodiche ed hanno in dotazione i dispositivi di protezione individuale, divisa, guanti, scarpe infortunistiche, maschera con filtri e occhiali protettivi, ma vengono anche periodicamente sottoposti a controlli medici


Sì... i ragazzi hanno altre domande... I clienti sono della zona oppure arrivano dall’estero? C’è concorrenza? Buona parte dei clienti è della provincia di Varese, importante distretto dei costruttori di macchine per materie plastiche, ma abbiamo clienti in tutta Italia e qualche cliente utilizzatore estero. Sono i nostri clienti che esportando i loro prodotti all’estero. Sono loro la nostra finestra sul mondo. La nostra azienda non acquista materie prime direttamente all’estero: insieme all’anidride cromica, per poter produrre le nostre “materie prime” sono l’energia elettrica, forza lavoro e …tanta passione. Infatti, il segreto per realizzare qualsiasi cosa – sottolinea la signora Raffaella – è la passione, perché il lavoro richiede rinunce e sacrifici. Con alcuni competitor si intrattengono buoni rapporti di collaborazione, malgrado la concorrenza. Insomma, molto si basa sui rapporti, dalle più piccole, alle grandi cose. C’è un regolamento d’azienda? Ci sono delle regole particolari da rispettare? L’azienda è una comunità. Una comunità lavorativa e ovviamente ci sono delle regole comportamentali perché se si sbaglia è pericoloso per sé stessi e per l’azienda: è necessario il rispetto delle procedure e dei tempi di lavorazione, dei macchinari, della sicurezza. Periodicamente vengono organizzati corsi sulla sicurezza e l’osservanza delle regole è fondamentale. Inoltre, per lavorare insieme ci vogliono sinergie: grande collaborazione e il rispetto reciproco sono alla base del lavoro di un’azienda. Nel 2007 abbiamo ricevuto la prima certificazione del nostro sistema

di gestione ambientale secondo la normativa UNI EN ISO 14001 e la salvaguardia dell’ambiente è per noi una regola a cui attenerci con grande attenzione. L’intervista finisce, le nostre riflessioni sulla visita continuano. Abbiamo imparato tanto. Grazie all’Unione Industriali ci siamo tuffati per un paio d’ore nel vivo di un contesto lavorativo: abbiamo visto, ascoltato, non solo letto dalle pagine di un libro. Abbiamo seguito, grazie alle parole della signora Raffaella, la storia di una famiglia che ha lavorato, si è impegnata tanto e con sacrifici, fino a creare un’azienda, costruendo lavoro per sé e per gli altri. Ci è piaciuto che a capitanare la C.R.S ci fosse un’imprenditrice: è bello pensare che una donna si possa occupare oltre che della famiglia, anche della gestione e dello sviluppo di un’azienda. Abbiamo capito che per lavorare in un’impresa, come in qualsiasi comunità ci deve essere il rispetto reciproco, che occorre lavorare insieme, avere idee differenti per poi unirle e creare... creare non solo un progetto, ma anche un legame fra le persone. L’imprenditrice ha insistito su un punto, durante l’intervista: “Non sottovalutate le vostre possibilità, investite su voi stessi e preparatevi bene con impegno, studio e partecipazione al vostro futuro perché, anche se una cosa può sembrarvi difficile e insolita, non significa che non sia fattibile”. Grazie alla signora Raffaella e grazie all’Univa che ci hanno permesso di vivere un’esperienza diversa e ci hanno aiutato ad ampliare le nostre conoscenze.

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I NUMERI del varesino 2019 4300 studenti 194 classi 37 istituti della provincia di Varese 150 aziende di tutti i settori

oltre 170 visite


cumdi srl

Un sogno lungo una vita Il giorno 20 novembre 2019 siamo andati alla Cumdi. Azienda che produce utensili piccoli e precisi per tutti i tipi di macchinari. Classe 3B Abbiamo potuto intervistare il fondatore Scuola dell’azienda, Giuseppe V. Sereni Niesi, 71 anni, calabrese di Francavilla Angitola. Germignaga Eravamo molto curiosi di scoprire cosa si cela dietro tutto quello che vediamo esternamente. Dopo aver visitato tutta l’azienda la prima domanda è stata: “Qual è l’obiettivo dell’azienda?” La risposta breve: porsi fra il produttore di

La mia impresa è nata grazie a un sogno metallo duro ed il costruttore di utensili, con investimenti importanti dal punto di vista tecnico ed economico. Il signor Niesi sembrava molto emozionato e ho sfruttato la sua disponibilità per chiedergli da dove fosse partita l’idea di creare un’azienda. Ha

iniziato a raccontare: l’impresa è nata grazie ad un sogno! Niesi proviene da una famiglia contadina ed ha sempre desiderato aprire un’impresa tutta sua in Svizzera dato che i suoi zii, che lavoravano lì, li aveva sempre considerati dei Re Magi. Adora il suo lavoro e quando si ama ciò che si fa, come ci ha detto, tutto viene svolto con piacere, diventa quasi un “non lavoro”. Mentre prosegue nella spiegazione, mi sorge una domanda: “Da dove viene il nome Cumdi?” Risponde: “Cumdi, all’inizio, era una

Cumdi, all’inizio, era una sigla: Costruzione Utensili Metallo Duro Integrale. Dopo un po’ di tempo però ho dovuto cambiare l’azienda cambiando anche il nome. Tolti i punti tra le lettere lo ho fatto diventare una parola senza significato

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sigla: Costruzione Utensili Metallo Duro Integrale. Dopo un po’ di tempo però ho dovuto cambiare l’azienda cambiando anche il nome. Tolti i punti tra le lettere lo ho fatto diventare una parola senza significato”. Durante l’intervista, mi sono ricordata che sponsorizza alcune squadre sportive e ho chiesto il motivo di questa scelta. Ha sorriso in modo dolce e ha detto che crede in noi giovani. Questo è

anche il motivo per aver voluto un’azienda “green”: non ha intenzione di inquinare il nostro futuro. Sono uscita dal suo ufficio contenta e soddisfatta perché ho scoperto che a volte dietro una scelta apparentemente normale, come aprire una società, si cela un grande sogno, un’aspettativa importante e la voglia di dare un futuro migliore a tutti.


Classe 3C Scuola V. Sereni

Germignaga

Venerdì, 26 novembre 2019, la classe 3C ha visitato la società Cumdi di Germignaga, che lavora il vidiam, un materiale composto per l’80% da tungsteno e per il 20% da cobalto. Ho scelto di intervistare due operai perché, nel

A colloquio con l’industria complesso, sono la forza maggiore che sostiene l’azienda. Sono Jawar e Giacomo, 21 e 33 anni e lavorano con la stessa macchina. La prima domanda è stata da quanti anni lavorano in questo settore. Hanno risposto, rispettivamente, da due anni e mezzo e da dieci. Successivamente ho voluto scoprire come si sono preparati per la loro professione. Hanno risposto che avevano frequentato il CFP di Luino e fatto l’apprendistato proprio alla Cumdi. Poi ho chiesto del primo giorno di lavoro ed entrambi hanno risposto

che è stato faticoso mentalmente ma i colleghi sono stati generosi e, vedendo che erano giovani e con voglia di fare, li hanno accettati subito. Ho anche fatto loro la richiesta di descrivere l’aspetto più positivo del lavoro: hanno risposto che è la compagnia di colleghi disponibili. E quello più negativo? Entrambi hanno subito detto che il lavoro è stancante, per cui ho chiesto quale fosse il loro orario di servizio: Jawar inizia alle 8 e finisce alle 14, mentre Giacomo finisce alle 18, cinque giorni la settimana. Per concludere mi incuriosiva sapere quale fosse il paese straniero con cui commerciano maggiormente e mi hanno spiegato che, dal 2018, il 30,54% del loro fatturato lo ricavano dalla Germania. Dopo esserci salutati sono tornato in classe e alla fine della giornata ho fatto una riflessione: la visita mi ha aperto un’enorme porta su un settore di lavoro che non sceglierò, ad essere sincero, ma che comunque rimane fondamentale come tutti gli altri. Realizzare l’intervista è stata un’esperienza significativa per me e spero di ripeterla più avanti, dato che per il mio futuro c’è anche l’opzione del giornalista!

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dama spa

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Un look tutto made in Italy Intervistati: Paolo Zanetta, responsabile della produzione (P) e Andrea Schiavon, Assistant Operation Manager (A) Da quanto tempo esiste l’azienda? P: L’azienda è stata fondata nel 1921 dalla famiglia Dacò e acquistata nel 1956 da Paolo Dini. Inizialmente si trovava in un altro stabile, poi nel 1957 ci siamo spostati nella sede attuale. Nel 1976 è stato creato il marchio Paul&Shark. State lavorando a nuovi tessuti più tecnologici? A: Sì, il Typhoon 20.000. L’innovativo trattamento progettato in esclusiva da Paul&Shark in grado di garantire elevate prestazioni impermeabili e antivento in ogni condizione atmosferica, grazie a una membrana ultrasottile che non consente alle gocce d’acqua di penetrare nel tessuto. Riusciamo a ottenere così un tessuto completamente idrorepellente. La membrana è concepita con una struttura molecolare che possiede elevate proprietà traspiranti, facilitando la circolazione dell’aria e assicurando la massima traspirazione.

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Da quanto tempo esiste l’azienda? L’azienda è stata fondata nel 1921 dalla famiglia Dacò e acquistata nel 1956 da Paolo Dini. Inizialmente si trovava in un altro stabile, poi nel 1957 ci siamo spostati nella sede attuale. Nel 1976 è stato creato il marchio Paul&Shark


Classe 3C

Quanti macchinari ci sono in totale nell’azienda? P: 92, di cui 42 circolari, gli altri sono rettilinei. A: Le macchine rettilinee producono i singoli “pezzi” (i colletti, le maniche, i polsini), che poi vengono cuciti a formare il prodotto finito. Da dove arrivano le macchine per la macchinatura del tessuto? A: Quelle circolari dalla Germania o dall’Italia, quelle rettilinee dal Giappone o dalla Cina. Da dove provengono i filati? A: Li acquistiamo dalle migliori filature italiane; il cotone è coltivato in Egitto. Perché si mette la cera sul filo, prima di lavorarlo? A: Perché lo fa scorrere più facilmente ed evita che si surriscaldi o che si rompa. Cosa succede quando si rompe il filo? A: Le macchine hanno dei sistemi di

Scuola Villa Valerio Casciago

bloccaggio automatico per preservare il tessuto rimanente. A cosa servono le luci che vediamo sotto ai macchinari? A: Per evidenziare eventuali imperfezioni nella trama. Perché le macchine da cucito sembrano diverse? A: Perché hanno funzioni diverse, ci sono “taglia e cuci”, “attacca bottoni”, macchine “da rimaglio”. Quanti dipendenti ci sono? P: 370 tra impiegati ed operai, più 70 commessi. Quanti punti vendita ci sono? P: Circa 2.000.

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SPECIALE

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dermakim srl

La famiglia dei prodotti chimici per concerie La filosofia aziendale che Dermakim Srl persegue da 50 anni è quella di contribuire nel panorama produttivo nazionale della chimica, realizzando prodotti sempre più efficaci e sicuri per permettere alle concerie di mettere sul mercato pelli e pellami di qualità adeguati alle richieste dei vari settori. Dermakim cura in modo particolare il rapporto con i clienti al fine di raggiungere obiettivi e traguardi che tengano conto di uno sviluppo sostenibile. Durante la nostra visita in azienda, abbiamo intervistato l’ingegner Gianluca Venturini. Qual è il ruolo che lei ricopre all’interno dell’azienda e quale titolo di studio possiede? Sono un ingegnere chimico e mi occupo della direzione produttiva dell’azienda e della ricerca e dello sviluppo. Per ricoprire questa posizione ho fatto degli studi liceali e ho conseguito una laurea in Ingegneria Chimica. Precedentemente ho lavorato presso altre grandi aziende del settore chimico. La scelta di spostarmi in Dermakim è stata dettata dalla possibilità di poter controllare e dirigere tutte le fasi del processo produttivo. Quali altre figure professionali sono presenti nell’azienda? Nella sede di Arcisate è presente un perito chimico e un consistente numero di operai

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che sono addetti al controllo dei macchinari per la produzione e confezionamento di prodotti finiti sia liquidi sia in polvere. Quali titoli di studio sono richiesti per svolgere queste mansioni? Il perito chimico ha un diploma di Istituto Tecnico, mentre gli operai hanno effettuato percorsi formativi differenti e sono in continuo aggiornamento. Quali sono gli aspetti negativi e positivi del suo lavoro? L’aspetto positivo di lavorare in questa azienda è che, essendo in pochi, siamo come una famiglia unita e abbiamo un rapporto speciale sul piano umano che


in altre aziende spesso non è presente. L’aspetto negativo, invece, è che, essendo in pochi non possiamo permetterci di essere assenti per troppo tempo, perché il lavoro si accumulerebbe. Pensa che la sua professione sarà richiesta in futuro? Spero di sì, soprattutto perché questo campo contribuisce in modo determinante allo sviluppo del settore del lusso e della moda che sono due settori molto importanti per la crescita del PIL nazionale. Perchè le piace lavorare in questa azienda? È stimolante lavorare in questa azienda perché c’è un clima positivo caratterizzato da una reciproca stima di rispetto e collaborazione. Che cosa produce questa azienda? Dermakim prepara prodotti chimici liquidi e in polvere per il trattamento delle pelli.

Questi prodotti vengono poi venduti alle concerie. I pellami infatti, dopo la macellazione dell’animale devono essere subito trattati, al fine di evitare la decomposizione rimuovendo tutti i residui organici. Per ogni tipo di pelle sarà necessario un trattamento chimico specifico. Molti sono gli oggetti di uso comune che vengono realizzati in pelle: divani, borse, calzature, interni di automobili. In quali paesi esportate i vostri prodotti? I nostri prodotti vengono richiesti da molti paesi europei, dalla Russia, dall’Ucraina, dalla Turchia e da alcuni Paesi asiatici. Non abbiamo rapporti con il mercato nord-americano per la diversa normativa in merito al trattamento delle pelli.

Classe 3D Scuola B. Bossi Arcisate

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desmet ballestra spa

Saponette che “scivolano” per il mondo

Tratto dal blog di Varesefocus www.varesefocus.it Una realtà mondiale che ha origine tra Belgio e Italia: Desmet Ballestra Spa – Mazzoni LB. I ragazzi della Scuola Secondaria B. Croce di Ferno, nell’ambito del progetto Pmi Day 2019, hanno visitato

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l’azienda ed hanno avuto la possibilità di scoprire cosa si cela dietro ad una realtà che opera a livello globale. Fabrizio Angelini, Direttore Operativo, ha raccontato brevemente ai giovani studenti della 3A la storia di Desmet: “Fondata nel 1946, Mazzoni LB è una società di ingegneria e produzione leader mondiale


nella progettazione e fornitura di impianti e macchine per la produzione di sapone e glicerina. L’azienda dal 2017 fa parte del gruppo Desmet Ballestra. Impianti che vengono venduti in tutto il mondo. Abbiamo clienti in India, in Africa, in Sudamerica per esempio”, precisa Angelini cercando di rendere bene l’idea ai ragazzi in termini di distanze. Ma più nello specifico, è proprio nello stabilimento di Busto Arsizio che si producono macchinari ed impianti che vengono installati nei saponifici. Salute, sostenibilità ma anche riduzione dei costi sono i principi su cui si basa la produzione industriale di Desmet. La realizzazione delle saponette sembra andare per la maggiore rispetto ai saponi liquidi. “Una tendenza, degli anni ‘80, quella di preferire la tradizionale saponetta ai saponi liquidi, che oggi sta tornando di moda”, afferma infine il Direttore

Operativo spiegando ai ragazzi quali sono i reali benefici della tradizionale saponetta. Colorata, profumata, efficiente, safe e green.

Fabrizio Angelini: “Fondata nel 1946, Mazzoni LB è una società di ingegneria e produzione leader mondiale nella progettazione e fornitura di impianti e macchine per la produzione di sapone e glicerina”

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deufol italia spa

Un tuffo nel mondo del lavoro Il giorno 5 novembre 2019 siamo andati a visitare la Deufol-Italia Spa nell’ambito del progetto Pmi Day. Un percorso di orientamento attraverso il quale poter conoscere le aziende del territorio. È stata un’esperienza molto interessante perché abbiamo avuto modo di approfondire alcuni temi che avevamo già affrontato in classe sulle dinamiche del mondo del lavoro al giorno d’oggi. Visitare un’azienda ed ascoltare gli addetti e le figure professionali che ci parlavano di come si svolge una giornata lavorativa, ci ha dato la possibilità di comprendere il tema in questione da un altro punto di vista. La direttrice ci ha spiegato che l’azienda in origine era italiana, nata nel 1982, per diventare successivamente, nel 2000, una multinazionale tedesca. Ci ha poi illustrato il tipo di lavoro che si svolge nell’impresa e le mansioni principali. Ci ha spiegato che la Deufol-Italia Spa è un operatore logistico che ha esperienza in vari settori. In particolare, si occupa: di fashion (orologi, gioielli, accessori moda),

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Esperienze come questa, ci avvicinano al mondo del lavoro e ci fanno meglio comprendere che nulla può essere improvvisato ma anzi, che per ottenere validi risultati bisogna essere competitivi sul mercato


Classe 3D Scuola G. Salvemini Varese

di tessile, di prodotti e componentistica nell’ambito dell’automotive e relativi spare parts. Siamo poi scesi in reparto dove abbiamo potuto capire meglio come si svolge l’attività lavorativa: abbiamo approfondito il concetto di organizzazione aziendale e compreso meglio il complicato sistema di domanda e offerta. Inoltre, ci hanno spiegato come avvengono gli ordini e le spedizioni: era tutto molto efficiente ed organizzato e si capiva che ognuno sapeva esattamente cosa fare come in un incastro perfetto. Esperienze

come questa, ci avvicinano al mondo del lavoro e ci fanno meglio comprendere che nulla può essere improvvisato ma anzi, che per ottenere validi risultati bisogna essere competitivi sul mercato. Pertanto, sono necessarie le conoscenze e le competenze adeguate.

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dsc group srl

La programmazione di software come forma d’arte Il giorno 25 novembre 2019 due delle classi terze del nostro istituto hanno visitato l’azienda DSC Group di Lonate Pozzolo e scoperto direttamente da alcuni membri della società molte informazioni su questo dinamico mondo lavorativo. Noi, classe 3A, riportiamo qui la nostra intervista, cercando così di raccontarvi tutto quello che abbiamo scoperto grazie alla disponibilità di chi ci ha accolto. Qual è la storia della vostra azienda? La nostra azienda è nata nel 2007, dunque un’impresa relativamente giovane, dato che in campo informatico i cambiamenti sono repentini. Dal 2007 ad oggi infatti ci sono state molte innovazioni in campo informatico che hanno favorito la nostra crescita. Cosa producete? La nostra azienda si chiama DSC, ciò significa Dynamics Solutions & Consulting: produciamo software per aziende di ogni tipo, in base ai bisogni del cliente. Noi lavoriamo a stretto contatto con il cliente per capire quali sono le sue esigenze, poi queste vengono comunicate al team di sviluppo, che si occuperà di sviluppare il software.

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Cos’è un software? È un portale attraverso il quale il cliente può esprimere un bisogno; è l’opera di una persona che, usando il linguaggio di programmazione, fa sì che la macchina possa rispondere ad ordini impartiti. Questo è possibile grazie agli algoritmi, sequenze di informazioni grazie alle quali la macchina può svolgere dei compiti ben precisi: i programmatori li sviluppano durante la programmazione, considerata da molti dei nostri dipendenti un’arte.


Classe 3A

Come può la programmazione essere un’arte? Si crea da zero un prodotto, mediante il quale esprimere una visione della realtà. È una forma di espressione, dunque un’arte. Perciò siete un’azienda informatica. Ma cosa significa informatica? L’informatica è la scienza che affonda le radici nella matematica. Si prende il procedimento matematico e lo si trasforma in algoritmo, cioè quel codice al quale la macchina risponde, una descrizione di procedu ra in altri termini. Noi con la programmazione progettiamo sistemi di intelligenza artificiale: caratteristiche tipicamente umane, come la percezione visiva, temporale e la capacità decisionale, vengono attribuite alla macchina, grazie a sistemi fondati su codici. Andando sul concreto, potremmo pensare di vedere un magazziniere che, con delle cuffiette, sente il software che gli dice cosa prendere e dove collocarlo; ancora, possiamo pensare a un software capace di valutare, traducendo in numeri il giudizio che noi esprimiamo a parole, tutte le volte che in rete siamo chiamati a dare una nostra opinione. Infine, potremmo pensare a tutti quei casi nei quali il software è in grado di comprendere le nostre preferenze, quindi prevedere le nostre scelte e proporci anticipatamente dei suggerimenti. Collaborate con qualche azienda o lavorate da soli? In ambito informatico si deve collaborare: ognuno è specializzato nel proprio settore. Collaborando, possiamo lavorare in vari ambiti. Il nostro principale partner è Microsoft. Quali figure lavorano nella vostra azienda?

Scuola C. Carminati Lonate Pozzolo

Il nostro team è composto da vari specialisti, tra cui il project manager, cioè il coordinatore del team di sviluppo, il quale gestisce il progetto e pianifica i tempi della programmazione; c’è poi il consulente applicativo, colui che potrebbe non saper scrivere codici perché ha il compito di comprendere come si possano tradurre le esigenze del cliente; il processo si completa con il developer (o sviluppatore), il quale realizza l’opera richiesta, traducendo l’esigenza in codici.

L’informatica è la scienza che affonda le radici nella matematica. Si prende il procedimento matematico e lo si trasforma in algoritmo, cioè quel codice al quale la macchina risponde, una descrizione di procedura in altri termini

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SPECIALE

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Ci sono poi altre figure, come il responsabile commerciale, che tenta di capire ciò che vuole il cliente e mantiene con lui una relazione. Per farci conoscere abbiamo bisogno di una gamma pubblicitaria di alto livello, a questo infatti serve il responsabile del marketing, che nella nostra azienda è una persona laureata in lettere che ha saputo coniugare il suo studio umanistico alle esigenze delle nuove tecnologie. Il responsabile amministrativo, infine, gestisce le pratiche interne all’azienda. Qual è la maggior difficoltà nel vostro campo di lavoro? La maggior difficoltà è capire le esigenze del cliente riuscendo anche ad esaudirle con delle nuove scoperte in ambito informatico. Bisogna conoscere a fondo l’azienda che ci chiede il software per elaborare un prodotto corrispondente alle aspettative. E cosa invece vi appassiona? In questo tipo di lavoro bisogna essere molto desiderosi di fare, di imparare cose nuove, di trovare delle innovazioni che possano far crescere l’azienda. Scopriamo sempre qualcosa che non sapevamo anche attraverso i colloqui con i nostri clienti, che gestiscono aziende di ogni tipo. Potremmo dire che se si fa un lavoro come il nostro non si smette mai di imparare e di conoscere. Dobbiamo sempre stare al passo perché è un campo in cambiamento continuo, ma noi siamo dinamici e ci annoieremmo in altro modo. Com’è il vostro ambiente lavorativo? Il nostro ambiente di lavoro è tranquillo e condiviso: lavoriamo insieme, collaboriamo, siamo davvero un team. In questo ci aiutano anche dei momenti che

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vanno al di là della giornata lavorativa, come il consueto viaggio insieme che organizziamo annualmente, con meta, una città europea. Le uscite però sono anche lavorative, infatti una volta all’anno partecipiamo ai NavTech Days, eventi nei quali le maggiori aziende introducono novità informatiche ai visitatori. Infine, vorremmo chiedervi quali requisiti servono per poter un giorno lavorare insieme a voi? Innanzitutto, la voglia di studiare sempre, in modo continuo, anche dopo il diploma o la laurea: bisogna essere aggiornati e volenterosi nell’apprendere le novità. È necessario essere curiosi, intraprendenti e avere la capacità di assumersi qualche rischio. Sicuramente ci vuole una formazione scolastica appropriata: un diploma di istituto tecnico, meglio se informatico o una laurea in ingegneria gestionale o informatica. Ma, come vedete, tra noi lavora anche una laureata in lettere, dunque ciò che conta di più è la voglia di aggiornare la propria formazione scolastica, essere flessibili in poche parole. È certo che riteniamo indispensabile anche la capacità di lavorare in team, condividendo idee, passioni ed esperienze.

La nostra azienda si chiama DSC, ciò significa Dynamics Solutions & Consulting: produciamo software per aziende di ogni tipo, in base ai bisogni del cliente


Classe 3D

Il giorno 25 novembre 2019 le classi 3A e 3D della scuola secondaria Carminati di Lonate Pozzolo, in occasione del Pmi Day, hanno avuto la possibilità di visitare l’azienda DSC Group. Siamo stati accolti da Andrea D’Alì, Amministratore Delegato e fondatore di DSC Group. Massimiliano

Scuola C. Carminati Lonate Pozzolo

Di cosa si occupa l’azienda? Sviluppa software e hardware per altre aziende, gestendone anche la parte documentale oppure offrendo assistenza tecnica nella realizzazione di portali. La DSC Group però è soprattutto un team di professionisti specializzati in diversi campi.

Quando l’informatica diventa creativa Colombo, Innovation Manager, ci ha spiegato, anche in modo pratico e divertente, l’applicazione del codice informatico. Infine, ad accompagnarci in questa visita è stata Chiara Valli, responsabile marketing. A lei abbiamo rivolto alcune domande, con lo scopo di conoscere meglio l’azienda che ci aveva “aperto le sue porte”. Cos’è la DSC Group Srl? È un’azienda informatica nata nel 2007.

Quali sono le figure professionali presenti nella vostra azienda? Le figure professionali vanno dal project manager al consulente applicativo e infine allo sviluppatore. Inoltre alla DSC vi è un responsabile commerciale, un responsabile marketing e uno amministrativo. Quale titolo di studio è necessario per poter lavorare presso la vostra azienda? Per lavorare presso la DSC occorre un diploma di maturità tecnica o liceale oppure un diploma di laurea preferibilmente in ingegneria informatica o gestionale, ma altre sono le qualità che un nostro candidato deve possedere. A cosa fa riferimento? Il nostro candidato “ideale” deve avere la voglia di aggiornarsi, una mentalità “elastica” aperta alle innovazioni e anche la maturità di assumersi la responsabilità del proprio operato, la capacità di lavorare in team condividendo esperienze.

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Quali sono gli aspetti positivi e negativi del lavorare presso la vostra azienda? Tra gli aspetti positivi soprattutto, l’occasione di conoscere e approfondire gli argomenti del campo dell’informatica. È stimolante progettare sempre nuovi software per soddisfare le esigenze dei clienti. In quei momenti “creativi” ci si sente quasi un artista. Però nello stesso tempo occorre molta concentrazione e attenzione. Tenendo presente quanto lei ha appena detto, le chiedo come la DSC tenta di abbassare lo stress dei suoi impiegati? La DSC è consapevole che la mole di lavoro e l’impegno richiesto al suo personale è molto alto e questo potrebbe causare stress e impossibilità a svolgere le attività ricreative personali, proprio per questo l’azienda ha destinato alcuni locali, all’interno dell’edificio, a tale scopo come la zona relax, la palestra, un bar. Come descriverebbe l’ambiente di lavoro? La DSC ritiene che un buon team, formato da persone con forti legami di amicizia,

Per lavorare presso la DSC occorre un diploma di maturità tecnica o liceale oppure un diploma di laurea preferibilmente in ingegneria informatica o gestionale

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si traduce in una efficace forza lavorativa, proprio per questo organizza per i propri dipendenti occasioni di tempo libero che talvolta diventano dei veri e propri viaggi, anche in città europee. L’azienda partecipa a degli eventi importanti? Uno tra gli eventi più importanti al quale abbiamo partecipato è il NavTech Days, un avvenimento che, in più giorni densi di conferenze e workshop, permette ai partecipanti, provenienti da molti Paesi del mondo, di confrontarsi, di scambiarsi idee che possono generare nuovi progetti. La partecipazione ad eventi del genere sicuramente ha un feedback positivo per tutti i dipendenti dell’azienda, non soltanto per coloro che vi hanno partecipato direttamente, perché è stimolo ad ulteriori miglioramenti e innovazioni all’interno dell’azienda. Siamo giunti alla conclusione di questa giornata e ringraziamo la DSC Group per aver dato a noi ragazzi dell’Istituto Comprensivo Carlo Carminati la possibilità di conoscere una realtà lavorativa importante del nostro territorio.



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ecodyger srl

Come un rifiuto organico diventa sostenibile Siamo gli alunni della classe 3F della Scuola Secondaria di Primo Grado “L. Da Vinci” di Somma Lombardo. Ci troviamo a Comignago, piccolo comune in provincia di Novara, poco distante dalla nostra scuola, precisamente presso l’azienda Ecodyger. Con noi ci sono le insegnanti Laura Erini e Mariella Crupi. Abbiamo la preziosa opportunità di conoscere l’Ing. Umberto e il sig. Claudio che rispondono gentilmente alle nostre domande. Quali studi avete compiuto prima di entrare in azienda? Umberto: Ho frequentato il Liceo Scientifico. Inizialmente ero convinto di diventare insegnante (magari di una delle materie umanistiche, che mi appassionavano in particolare), poi però ho

L’azienda ha brevettato un “dispositivo” per il trattamento, la riduzione drastica e la valorizzazione della frazione umido-organica 90

scelto la Facoltà di Ingegneria e mi sono laureato in Ingegneria Gestionale. Non preoccupatevi quindi se non siete ancora sicuri di cosa “fare da grandi”! Claudio: Ho studiato Informatica, pur avendo già la passione per il Marketing, settore di cui mi occupo attualmente. Di cosa si occupa l’azienda? L’azienda ha brevettato (e ora produce) un “dispositivo” per il trattamento, la riduzione drastica e la valorizzazione della frazione umido-organica (resti di verdura, frutta, carne e pesce, anche ossa e crostacei, materiali biodegradabili e compostabili). Il macchinario viene riempito fino a 35 chili e tramite un processo di 7 ore riduce lo scarto fino al 90%, elimina l’acqua, i cattivi odori e i batteri e lo trasforma in residuo secco, che può essere usato anche come “compost”. Questo elettrodomestico può entrare nelle nostre case? Umberto: Per il momento il macchinario è per uso “professionale” e quindi è rivolto a ristoranti, ospedali, mense scolastiche, caserme, case di riposo, villaggi turistici, navi da crociera, ma non escludiamo che


Classe 3F

in futuro ognuno di noi possa avere in casa un mezzo così utile per aiutare l’ambiente. Ecodyger è una società benefit. Cosa significa? Umberto: L’impresa lavora per generare profitto (è lo scopo di tutte le aziende!), ma anche per produrre un “beneficio comune” (sulla comunità, sull’ambiente) e lo deve dichiarare nel proprio Statuto. Cosa significa “Economia circolare”? Economia circolare significa che lo scarto deve rigenerarsi, perché lo smaltimento dei rifiuti è un grosso problema oggi. I rifiuti infatti finiscono nelle discariche, negli inceneritori e sono trasportati anche all’estero su grossi camion. Grazie a questo dispositivo, lo scarto è invece trasformato in una risorsa. Quali requisiti servono per entrare nell’azienda? È da tener presente il curriculum

Scuola L. da Vinci Somma Lombard o

professionale, ma si dà molta importanza alla capacità e alla volontà di lavorare in gruppo. Siamo curiosi. Qual è la distanza da casa vostra al luogo di lavoro? Umberto e Claudio: Abitiamo a circa mezz’ora di auto, ma questo per noi non è mai stato un problema. Sono le 11.30. La nostra visita, addolcita da pasticcini e patatine, si conclude. È stata un’uscita interessante: ringraziamo l’azienda per la disponibilità e per le informazioni che sicuramente ci aiuteranno per la nostra futura scelta lavorativa.

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SPECIALE

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elios spa

Si aprono le porte sul nostro futuro Noi alunni della classe 3D della scuola secondaria di primo grado “S. Pellico” di Vedano Olona il giorno 11 dicembre 2019 ci siamo recati presso l’azienda Elios di Venegono Superiore. Una volta arrivati siamo stati accolti dal titolare dell’azienda, dottor Grassi e da alcuni responsabili: il signor Roberto, addetto al controllo

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qualità, il signor Marco, responsabile della produzione e il signor Francesco, che segue le attività svolte dall’officina. Dopo averci spiegato ciò di cui si occupa l’azienda, siamo stati divisi in tre gruppi ed è iniziata la visita. L’officina: ci hanno spiegato l’uso della fresa, del tornio e dell’elettroerosione (macchina che sfrutta


Classe 3D

Scuola S. Pellico Vedano olona

delle scosse elettriche) e infine la macchina a ultrasuoni che, grazie al calore, fa entrare corpi esterni all’interno della plastica molto velocemente. La produzione: si utilizzano dei macchinari che trasformano granuli di plastica in un prodotto finito. Il controllo qualità: grazie a dei macchinari i dipendenti controllano che le misure del prodotto siano uguali a quelle richieste dal cliente. Terminata la visita, abbiamo avuto un momento di confronto, durante il quale abbiamo posto alcune domande relative al mondo del lavoro.

Abbiamo avuto l’opportunità di avvicinarci a una realtà nuova che ci ha delineato un possibile indirizzo per il nostro futuro

Quali requisiti deve avere il vostro dipendente? Il dott. Grassi ci ha risposto che i requisiti principali che i dipendenti devono avere sono la conoscenza di lingue straniere e passione per il lavoro che svolgono. Da quanti dipendenti è formata la vostra azienda? L’ azienda è formata da 36 dipendenti.

Com’è il clima di lavoro? Il clima di lavoro è sereno e quasi famigliare. Questa opportunità molto formativa ci è stata offerta dall’ Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Ringraziamo l’azienda per la calorosa accoglienza e la fantastica mattinata che abbiamo passato in loro compagnia, perché abbiamo avuto l’opportunità di avvicinarci a una realtà nuova che ci ha delineato un possibile indirizzo per il nostro futuro.

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SPECIALE

2019

elmec solar srl

Alla ricerca della sostenibilità

Gli studenti di terza media dell’Istituto comprensivo di Porto Ceresio, hanno visitato la Elmec Solar nell’ambito del Pmi Day. Gli alunni Classe 3A sono stati accolti da Federica Manenti, Scuola Elena Pellegrini, E. Fermi Gabriele Lissoni, Porto Ceresio Nicoletta Nazzari e Francesca Pettenuzzo e hanno potuto assistere ad una lezione stimolante sulle energie rinnovabili, sulle direttive del protocollo di Tokyo e sulle buone abitudini che si possono acquisire quotidianamente per aiutare il pianeta. In seguito, gli esperti dell’azienda hanno mostrato da vicino l’impianto fotovoltaico installato sul tetto dell’edificio, spiegandone le caratteristiche tecniche e il processo attraverso cui i raggi del sole vengono trasformati in energia pulita. Tornati in aula, i ragazzi hanno posto diverse domande interessanti sull’azienda e sui loro obiettivi sostenibili. Riguardo ai pannelli fotovoltaici, quando smettono di essere efficienti, come vengono smaltiti? Oggi i nuovi pannelli solari sono prodotti per durare circa 25 anni. Il loro rendimento

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nel tempo si riduce in maniera lenta ma graduale e, quando smettono di funzionare, vengono smaltiti come rifiuti RAEE, ovvero rifiuti di apparecchiature tecniche ed elettroniche, in centri di raccolta specifici. Per tale servizio, infatti, il produttore o l’importatore dell’impianto, deve pagare l’eco contributo RAEE. Quasi tutti i materiali presenti nei pannelli, come vetro e silicio, vengono riutilizzati. Le vostre tecnologie Elmec Solar sono acquistate maggiormente dalle aziende o dai privati? Se parliamo di numeri, i nostri clienti sono maggiormente i privati. In termini di grandezza degli impianti, le aziende. I costi per convertire un’azienda o un’abitazione al rinnovabile sono elevati? Lo Stato italiano agevola i consumatori? Di certo l’istallazione dei pannelli rappresenta un investimento di non poco conto, ma a lungo termine, con il risparmio sui consumi, tali costi vengono ammortizzati. Lo Stato italiano fornisce alcuni incentivi come l’accesso alla detrazione fiscale del 50% in 10 anni. Secondo voi, l’Italia può diventare uno stato competitivo a livello di sostenibilità? Quello che spesso non viene detto è che l’Italia ha raggiunto una buona riduzione di


Oggi i nuovi pannelli solari sono prodotti per durare circa 25 anni. Il loro rendimento nel tempo si riduce in maniera lenta ma graduale e, quando smettono di funzionare, vengono smaltiti come rifiuti RAEE

emissioni di anidride carbonica rispetto agli anni scorsi, anche se gli obiettivi UE 2030 devono ancora essere raggiunti. Quindi, sì: l’Italia può diventare competitiva. Avete altre sedi in paesi esteri? Se sì, quali? No, operiamo solo in Italia. Utilizzate anche voi impianti fotovoltaici come quelli che proponete ai vostri clienti? Certamente! Questo edificio è alimentato da energia fotovoltaica e geotermica.

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Classe 3D

SPECIALE

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A lezione di green Il 26 novembre 2019, durante la giornata del Pmi Day, noi ragazzi di terza media dell’I.C. “Fermi” di Besano e di Porto Ceresio, nell’ambito del Progetto “Orientiamoci”, abbiamo visitato un’azienda del territorio: la Elmec Solar, parte del gruppo Elmec, che si occupa di energie rinnovabili. L’impresa nasce negli anni ‘70 e nel corso degli anni si è specializzata in vari settori: energie rinnovabili, informatica e stampa 3D. Noi, in particolare, abbiamo visitato il sito di Elmec Solar di Brunello che si occupa di pannelli solari. Quelli da loro utilizzati producono più di 300 watt. All’interno dei

Scuola Media Besano

pannelli si trovano dei filamenti metallici di rame e argento che raccolgono energia generata dal movimento degli elettroni, ogni pannello misura 1x1,70 m e pesa 20 chili. Elmec Solar, per i suoi impianti, utilizza 2 tipi di pannelli: monocristallini e policristallini. Nel 1997, con il Protocollo di Kyoto, il mondo, per la prima volta, ha capito che c’erano una serie di problemi legati all’ambiente: inquinamento, spreco di acqua e degrado ambientale, che si dovevano ridurre. Solo in Europa nel 2016


si è calcolato oltre il 32% di consumi di petrolio, il 24% di gas naturali, il 14% di nucleare e rinnovabili. Per il 2020 l’Europa si è posta degli obiettivi da raggiungere: 20% riduzione consumi energetici, 20% produzione proveniente da fonti rinnovabili, 20% riduzione delle emissioni gas serra. In Italia, con l’ausilio di energia idroelettrica e fotovoltaica, abbiamo raggiunto questi risultati. L’Europa ha difatti innalzato gli obiettivi: entro il 2030 dovremmo ridurre i consumi energetici del 32%, arrivare ad un 32% di produzione energetica proveniente da fonti rinnovabili e ridurre del 40% le emissioni del gas serra. Ringraziamo la Elmec Solar per l’ospitalità, in particolare, Federica Manenti, Elena Pellegrini, Gabriele Lissoni, Nicoletta

Nazzari e Francesca Pettenuzzo, che ci hanno accompagnato durante tutta la visita e consigliamo anche ad altri studenti di fare un’esperienza simile in azienda. Noi abbiamo imparato tanto!

L’impresa nasce negli anni ‘70 e nel corso degli anni si è specializzata in vari settori: energie rinnovabili, informatica e stampa 3D

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SPECIALE

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enrico cantù assicurazioni srl

Assicuratori per passione

Redazione di Varesefocus www.varesefocus.it Passione fa rima con assicurazione. A spiegarlo ai ragazzi della 3A della scuola media “Leonardo da Vinci” di Saronno è stato proprio Enrico Cantù, Titolare dell’omonima agenzia di assicurazioni, parte del Gruppo Generali. È un’impresa complessa e multisfaccettata quella raccontata ai giovani studenti: una vera e propria azienda che punta da sempre sulla voglia di innovare e non si ferma mai. Una grande realtà assicurativa a Saronno e in

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altre 10 sedi sul territorio, pensata proprio, anche logisticamente, per essere presenti nella vita quotidiana dei clienti. “Prima di tutto siamo una grande squadra – ha spiegato ai ragazzi Cantù – con l’ambizione e l’obiettivo di crescere ancora sia nei numeri che nella qualità. Vitale per noi è la formazione continua, per poter garantire ottima consulenza e ottimo servizio: non solo per fornire pronto intervento e per risolvere eventuali problemi, ma per diffondere il valore della prevenzione. Alla garanzia del brand e del prodotto, si aggiunge il valore aggiunto dei rapporti umani, della relazione discreta ma costante con il cliente”. Una realtà che ha aperto le porte ai ragazzi per il Pmi Day, così come si apre al territorio. “La vicinanza alle persone e al territorio (l’agenzia oltre che a Saronno è a Gallarate, Misinto, Tradate, Sesto Calende, Somma Lombardo,


Enrico Cantù: “Prima di tutto siamo una grande squadra, con l’ambizione e l’obiettivo di crescere ancora sia nei numeri che nella qualità. Vitale per noi è la formazione continua, per poter garantire ottima consulenza e ottimo servizio”

Solaro, Cassano Magnago e Ceriano Laghetto) – aggiunge l’imprenditore – si dimostra anche con le azioni di sostegno e supporto alle iniziative locali: sportive, culturali e di volontariato. Un impegno costante di responsabilità sociale, da parte di tutto il team, in cui crediamo molto”. A far entrare i ragazzi nel mondo delle assicurazioni, in generale, è stata, invece, Claudia Pianezze, che in agenzia si occupa anche di comunicazione, sia tradizionale che digitale, che ha raccontato la storia delle assicurazioni e il loro ruolo nell’economia attuale. I ragazzi sono rimasti letteralmente incantati nell’ascoltare: oltre alla storia della più grande agenzia Generali della provincia, Enrico Cantù ha svelato il proprio percorso personale, non privo di difficoltà, soprattutto all’inizio, e le scelte che l’hanno portato a concretizzare il suo sogno professionale con tenacia. E con passione appunto.

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eolo spa

SPECIALE

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I pionieri dell’interconnessione Giulia Corgatelli, lei che lavora nelle Risorse Umane di Eolo, che percorsi di studi ha fatto? Anche se ho frequentato il Liceo Classico il mio sogno è sempre stato diventare un medico per poi accorgermi che ero destinata a lavorare a contatto con le persone.

Le onde radio vengono trasmesse dal ripetitore, al riflettore dell’antenna, quindi alla casa del cliente. Quanti tipi di parabole esistono? Esistono 3 tipi di parabole, 2 delle quali hanno il riflettore esterno ed una terza con il riflettore interno che consente la trasmissione di 100 Mega.

Iperconnessi(one) Consiglierebbe questo lavoro? Sì, lo consiglierei ai ragazzi che hanno uno spirito pioneristico e voglia di lavorare. Da quanto tempo fa questo lavoro? Dal 2014. Quante ore lavora? Circa 8 ore al giorno. Quando e come è nata l’azienda? L’azienda è nata nel 1999 con il nome di NGI che offriva spazio nei server per i videogiocatori; nel 2006 Luca Spada ha avuto una brillante idea e nel 2007 nasce Eolo con lo scopo di offrire connessione internet tramite onde radio attraverso dei tralicci. Come funziona il sistema onde radio?

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Pensa che il Wi-Fi tramite onde radio sia migliore rispetto alla connessione via cavo? Sicuramente il Wi-Fi tramite onde radio, rappresenta un’innovazione per quanto riguarda il mondo della tecnologia


Classe 3A

Scuola D. Alighie Varese

ri

(ecofriendly) in quanto non si utilizzano per la costruzione di questi prodotti dei materiali esauribili. Quindi posso affermare che bisogna essere fiduciosi nella nuova tecnologia, perché ha dato origine ad alternative valide ed ecosostenibili. Infatti, tutti i materiali che utilizziamo non influiscono negativamente sulla nostra salute. Perché questa azienda si chiama Eolo? Il nome di questa azienda si ispira al Dio del vento Eolo con lo scopo di arrivare dove gli altri non arrivano. Pensa che l’azienda sia abbastanza conosciuta? Sì, è abbastanza conosciuta anche grazie alle numerose pubblicità in radio, sui social e negli ultimi anni anche in televisione. Pensa che l’azienda abbia intenzione di espandersi anche all’estero? Dato che Eolo è l’unica azienda che produce internet tramite onde radio, al momento pensiamo a rafforzare la rete solo in Italia, specialmente nelle isole dove siamo più deboli. Quant’è la media dello stipendio? Solitamente lo stipendio varia a seconda del lavoro che una persona svolge, lo stipendio minimo varia tra i 1.000 e i 1100 euro al mese.

Quali mansioni si possono svolgere? Le mansioni che si possono svolgere sono numerose e diversificate fra loro: da ricordare è sicuramente il fatto che ogni giorno lavorano e collaborano per l’azienda oltre 10.000 persone. Contribuite alla salvaguardia dell’ambiente? Ci stiamo impegnando a ridurre l’uso della plastica, infatti abbiamo dato a tutti i nostri collaboratori una borraccia ecosostenibile. Quali sono i valori dell’azienda? I nostri valori sono: consistenza, passione, trasparenza, innovazione, disponibilità. Che cosa si intende per trasparenza? La trasparenza per noi rappresenta un punto di forza, una colonna portante

Il Wi-Fi tramite onde radio, rappresenta un’innovazione per quanto riguarda il mondo della tecnologia (ecofriendly) in quanto non si utilizzano materiali esauribili

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SPECIALE

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della nostra azienda: infatti le nostre informazioni sono sempre veritiere ed esaustive. Ci sono più uomini o più donne all’interno dell’azienda? Nell’azienda il 70% è costituito da uomini e il 30% da donne. Anche se in minoranza quasi tutte svolgono un ruolo dirigenziale. Qual è lo scopo di Eolo? Lo scopo nonché l’obiettivo di Eolo è quello di garantire il diritto ad una connessione internet efficace. Infatti, il nostro slogan è “arrivare dove gli altri non arrivano”.

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a Roma e una a Busto Arsizio divisa in 2 strutture differenti: campus e headquarter. Come si lavora nel campus? L’ambiente è molto confortevole per i lavoratori, i quali all’interno possono svolgere diverse mansioni, a volte anche in gruppo, grazie ai numerosi spazi ricreativi che si ispirano ai salotti domestici. Qual è l’età media dei dipendenti? La maggior parte dei dipendenti ha un’età media di 32 anni.

A cosa si ispira Eolo? Eolo si ispira a diversi personaggi sia storici che attuali, come gli alpinisti che cercano di raggiungere sempre gli obbiettivi che si pongono, collaborando fra loro.

Com’è impostata la giornata all’interno dell’azienda? L’azienda è operativa dalle ore 8:00 alle ore 22:00: alle ore 11:00 riunione tra i capi reparto, alle ore 13:00 c’è la pausa pranzo nella mensa interna gratuita, alle 16:30 pausa caffè e dalle 18:30 alle 22:00 uscita in base alle mansioni che si svolgono.

Quante e dove sono le sedi di Eolo? Le sedi di Eolo sono 3: una a Padova, una

La ringraziamo per l’ospitalità e per averci dedicato parte del suo tempo lavorativo.


Classe 3G Scuola D. Alighieri Varese

Pionieri delle onde radio Come prepararsi al futuro? Provando ad allargare lo sguardo oltre i confini di un’aula (anche virtuale), entrando in un’azienda per conoscere un po’ di cultura del lavoro. Il giorno 21 novembre 2019 la classe 3G ha avuto la possibilità di visitare Eolo, a Busto Arsizio, grazie all’iniziativa Pmi Day, prevista dal Progetto Orientamento dell’I.C. Varese 5 “Dante Alighieri” e organizzata da Univa. Muniti di badge e per un giorno tutti “giornalisti”, in sala conferenze, gli alunni della classe 3G hanno potuto intervistare Giulia Corgatelli, che si occupa di Risorse

Il nome dell’azienda si ispira a Eolo, il Dio dei venti, perché la nostra connessione viene diffusa tramite onde radio, naviga libera nell’aria

Umane. Subito è iniziata l’intervista. Chi è Eolo? Eolo è un’azienda che vende connessione internet tramite onde radio. La società che oggi conosciamo è stata ideata nel 2006 da Luca Spada ed è stata realizzata nel 2007. L’idea del fondatore è nata dalla necessità di avere una connessione in casa sua, in una zona dove la connessione via cavo non c’era. Nel 1999 Spada aveva già creato una società (si chiamava NGI ovvero Net Gamers Italia) che forniva spazio server ai videogiocatori. Oggi l’azienda è cresciuta tantissimo, forniamo servizi di connettività ultraveloce alle zone a bassa densità abitativa, non coperte dai servizi tradizionali. Il nostro slogan è: “Internet dove gli altri non arrivano”. Perché l’azienda si chiama così? Il nome si ispira a Eolo, il Dio dei venti, perché la nostra connessione viene diffusa tramite onde radio, naviga libera nell’aria. Abbiamo notato la vostra mascotte in manifesti pubblicitari e in spot televisivi. Assomiglia un po’ a Eve, il robottino dell’animazione Wall-e. Cosa rappresenta per voi? La nostra mascotte si chiama Eolino. È un robottino simpatico e un po’ pazzerello, sfreccia velocissimo da tutte le parti. La sua velocità simboleggia proprio la velocità della nostra connessione. È la rappresentazione grafica di ciò che è l’azienda. È stato disegnato dalla Pixar. Eolino non è altro che un concentrato di tutte le caratteristiche dell’azienda e le tiene insieme. Qual è la vostra missione? Solitamente un’azienda nasce per un motivo profondo e vero, non solo

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per guadagnare soldi e arricchirsi. Il nostro è quello di garantire il diritto alla connessione, tenendo al centro la persona, con lo scopo di migliorare la qualità della vita e portando valore alle organizzazioni. Qual è la vision di Eolo? Nelle aziende c’è sempre un’immagine che racconta e descrive quello che le organizzazioni fanno. La nostra vision si ispira agli alpinisti, rappresenta i vari gruppi di lavoro in cordata, tutti con lo stesso obiettivo: portare internet dove il cavo non arriva. Quando si è in cordata, è necessario il contributo di tutti per arrivare in cima alla montagna e se qualcuno rallenta oppure accelera, allora anche tutti gli altri rallenteranno o andranno più velocemente. La stessa cosa vale nell’organizzazione di quest’impresa: svolgendo il proprio compito, ognuno compie un pezzettino del lavoro che servirà a raggiungere l’obiettivo. Tutti

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devono lavorare facendo attenzione a non ostacolare gli altri in modo che il lavoro sia migliore. Noi ci definiamo “pionieri” che tracciano strade che non sono state ancora tracciate. Ciò che usiamo spesso dire e che ci contraddistingue è lo “spirito pionieristico”. Sappiamo che ogni azienda ha dei valori. Quali sono i vostri? I nostri valori sono la trasparenza, che consiste nel dire le cose come stanno, la passione, ovvero sentirsi parte dell’attività, l’innovazione, quindi aggiornarsi e, infine, la consistenza, che significa fare le cose con qualità e costanza. Quanti sono i dipendenti di Eolo? I dipendenti sono circa 500 distribuiti nelle 2 sedi di Busto, una di Padova e una a Roma. Oltre a questi 500 collaboratori, Eolo collabora anche con circa 2.700 società commerciali, 2.000 società di


installatori certificati per un totale di circa 10.000 persone coinvolte. Ci sono diversi profili professionali: i sistemisti, i programmatori, i progettisti della rete, l’assistenza clienti, i venditori, gli addetti al marketing. Qual è la percentuale di uomini e di donne che lavorano in Eolo? In Eolo lavorano per il 70% uomini e per il 30% donne. Anche se la percentuale di donne che lavorano a Eolo è molto bassa rispetto a quella degli uomini, tra le donne ci sono moltissime persone che coprono ruoli di responsabilità. Però, in fatto di stipendio, non c’è alcuna distinzione tra uomo e donna. Lei si occupa di Risorse Umane e dunque dei colloqui per l’assunzione, della selezione del personale. Che tipo di dipendenti cercate? Cerchiamo persone motivate e serie, che abbiano voglia di imparare, dotate di spirito pioneristico e che abbiano sviluppato specifiche competenze nel nostro campo. Nello specifico, quali sono le competenze richieste? Le competenze “hard skills” cioè le competenze tecniche e professionali, ad esempio per la programmazione di software. Ci sono anche le “soft skills”, che riguardano il carattere di una persona che si vuole sempre mettere in gioco. Infine, ci sono le competenze che possiamo definire “normali” cioè quelle di tipo tecnico, linguistico, elettronico ed umanistico. È prevista una formazione continua all’interno dell’azienda? In Eolo è obbligatorio per tutti i

dipendenti fare almeno un corso di formazione e/o di aggiornamento all’anno, partendo dal presupposto che la formazione, nello specifico, dipende strettamente dal ruolo che un lavoratore svolge all’interno dei diversi dipartimenti dell’azienda. Che differenza c’è tra la connessione via cavo e quella satellitare? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi? La differenza fondamentale tra le due è che la connessione satellitare usa le onde radio per “parlare” con le BTS (Base Transceiver Station), mentre quella via cavo consiste in cavi che portano la connessione nelle case. Lo svantaggio della connessione via cavo è che per raggiungere le case bisogna scavare e non sempre il cavo può arrivare a tutte le abitazioni. Lo svantaggio della connessione satellitare invece è che l’antenna, per riuscire a parlare con le BTS, non deve incontrare ostacoli fissi nel suo “percorso”. La nostra connessione funziona indipendentemente dagli eventi atmosferici. Eolo arriva a più di 100 Mega? Sì, siamo la prima azienda anche a livello mondiale che arriva ai 100 Mega, con onde radio. Avete piani di espansioni all’estero? In questo momento no perché stiamo puntando esclusivamente ad espanderci quanto più possibile in Italia, dove abbiamo ancora molto margine di crescita, in particolar modo nelle aree e regioni del sud della penisola. Per ora siamo presenti in circa 6.000 comuni italiani e vorremmo concentrarci su questi, per offrire loro il miglior prodotto possibile. La nostra tecnologia non è così

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facilmente trasferibile. Se noi dovessimo portare Eolo in qualche altro stato europeo dovremmo istallare delle BTS e questo implicherebbe studiare l’orografia del posto per capire dove è meglio collocarlo. Utilizzate fonti rinnovabili? Sì, usiamo delle fonti rinnovabili, come ad esempio l’energia solare e geotermica. Stiamo inoltre lavorando per ridurre al minimo il consumo di plastica all’interno dell’azienda, sia da parte delle produzioni che da parte dei dipendenti. E ora possiamo permetterci qualche domanda personale? Certamente. Da quanto tempo lavora nell’azienda? Dal 2010 in azienda, dal 2014 lavoro nelle Risorse Umane. Come si è preparata per il suo lavoro? Quali abilità ritiene necessarie per svolgerlo? Come le ha acquisite? Dopo aver studiato al Liceo Classico, mi sono iscritta all’università, alla facoltà di Scienze dell’Educazione e dei Processi Formativi. Per il mio lavoro è necessario avere buone capacità di ascolto e saper interpretare i segnali del proprio interlocutore. Le abilità le ho acquisite con il tempo e l’apprendistato. Ho avuto modo di imparare e lavorare con persone serie e competenti e questo è stato per me molto utile. La frase che più rappresenta il mio percorso di vita è di Luca Spada: “Dalle sconfitte si impara tanto”. Quale aspetto ritiene più interessante del suo lavoro? Lei è contenta del suo lavoro? Sono felice di lavorare in un’azienda

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innovativa. Mi trovo bene in quest’azienda e mi piace molto il mio lavoro, l’aspetto più bello è quello di potersi confrontare con le persone, proprio come sto facendo oggi. Questo lavoro permette di imparare cose, anche di sé stessi, parlando con gli altri. Alla nostra età voleva fare questo oppure altro? Alla vostra età volevo fare il medico. E così, dopo il Liceo Classico, ho fatto il test per accedere alla facoltà di medicina, test che non ho passato. Ho quindi cercato di capire quale fosse la caratteristica di quel ruolo che avevo in mente e che volevo sviluppare e ho scoperto che il lavoro che faceva per me era un lavoro a contatto con le persone. Al termine dell’intervista la classe ha visitato il campus di Eolo, sfilando silenziosamente tra gli uffici e le zone ricreative aziendali. La visita a Eolo è stata molto utile perché abbiamo appreso moltissime informazioni riguardanti l’azienda e il mondo del lavoro, in genere. Ci ha consentito di riflettere sulle nostre scelte future, sulle competenze da acquisire, sulle opportunità che offre il nostro territorio. Abbiamo capito che sono importanti la curiosità, la voglia di fare e di trovare soluzioni e che da un’idea può nascere un’impresa. Alla fine della mattinata ci siamo sorpresi a rivolgere a noi stessi una domanda: in futuro qualcuno di noi sarà “pioniere”, diventerà imprenditore? Ringraziamo la dottoressa Giulia Corgatelli per la sua generosa disponibilità e, in generale, tutti coloro che ci hanno accolto cordialmente e hanno organizzato questa visita in azienda.


Passione, disponibilità e innovazione Cos’è Eolo, dottoressa Corgatelli? Eolo è un’azienda che porta connessione internet “dove gli altri non arrivano” e la distribuisce tramite onde radio. Quando nasce Eolo? Qual è la sua storia? L’azienda venne fondata nel 1999 con il nome di NGI (Net Gamers Italia) come realtà rivolta ai videogiocatori; nel biennio 2006-2007 nasce Eolo, realtà che si proponeva di portare internet agli utenti, inizialmente via cavo e successivamente attraverso la trasmissione tramite onde radio. Nel 2016 il nome dell’azienda passa ufficialmente a Eolo. Nel 2018 una compagnia americana riconosce le potenzialità di questa tecnologia e crede in Eolo, investendo capitale per finanziarla e farla crescere. Chi è il fondatore di Eolo? Il fondatore è Luca Spada e, come per altre grandi aziende e altri imprenditori geniali, tutto partì dal suo garage.

Quanta gente lavora in Eolo? Quando nel 2012 l’azienda ha aperto la sede a Busto Arsizio vi lavoravano una sessantina di persone. Oggi il numero di occupati si aggira intorno ai 500. Però insieme all’impresa lavorano circa 500 società di operatori, 2.000 società di installatori (di parabole o tralicci), 2.700 società di partner commerciali che rivendono i prodotti Eolo. Come funziona la tecnologia di cui si serve Eolo? Eolo invia attraverso BTS (Base Transceiver Station, tralicci sui quali sono installate antenne) le onde radio che arrivano alle parabole installate nelle case dei clienti. Quali sono i pilastri su cui si fonda Eolo? L’azienda è fondata su 5 pilastri: passione verso il proprio lavoro, disponibilità ad ascoltare i problemi dei clienti, trasparenza, chiarezza nella comunicazione tra colleghi ma soprattutto verso i clienti, consistenza, cioè impegno e qualità nel proprio operato e innovazione, tensione a creare prodotti sempre nuovi. Dove sono le sedi? La sede centrale di Eolo si trova a Busto Arsizio, ripartita in 2 unità; ci sono inoltre altre 2 sedi, a Roma e a Padova. Qual è la missione? La missione di Eolo è quella di portare la connessione internet in tutta Italia. Curiosità... I tralicci di Eolo, collocati in tutta Italia, distribuiscono internet a 6.200 comuni italiani e servono circa 1200.000 clienti.

Classe 3A

Scuola A. De Amicis Busto Arsizio

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SPECIALE

erco pizzi srl

Passione di padre in figlio

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Classe 3A Scuola A. Manzoni Besnate

Buongiorno sig. Emiliano Di Franco, in occasione del Pmi Day noi alunni di 3A ci siamo trasformati in giornalisti, ecco le nostre domande per lei, dirigente e figlio del fondatore: Da chi è stata fondata l’azienda e quando? Il fondatore è stato mio padre, Michelino Di Franco: l’azienda è nata nel 1974.

Che cosa produce la vostra azienda e quanti dipendenti ha? L’azienda produce pizzi e tulle rigido ed elastico in filati naturali, artificiali e sintetici e vi lavorano 22 persone. Da dove provengono le materie prime che lavorate? Il nylon dall’Italia, il cotone principalmente dal Pakistan, la lana dalla Cina e dall’India, la viscosa da Cina, India e Indonesia. Quali figure professionali ci sono in azienda? Un disegnatore, operatori ai telai, capiturno per complicati lavori di messa a punto, capireparto, 2 addetti al controllo qualità, 2 al campionario, 2 persone al commerciale e altre 2 per amministrazione e contabilità.

Quali talenti occorrono per lavorare in questa azienda? Una buona vista, manualità, voglia di imparare, pazienza e passione

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Quali talenti occorrono per lavorare in questa azienda? Una buona vista, manualità, voglia di imparare, pazienza e passione.

Avete dei clienti esteri? Se sì, quali? Abbiamo dei clienti esteri: sono aziende che producono per brand importanti e conosciuti in tutto il mondo.

Che tipo di formazione deve avere chi vuole lavorare in questa azienda? Per la produzione è bene essere un perito tessile, in ambito commerciale è necessario conoscere bene almeno 2 lingue e per l’amministrazione è bene essere contabili.

Producete rifiuti? Come avviene il loro smaltimento? I nostri rifiuti sono scarti di tessuto, che vengono raccolti in un container e portati in discarica.

Ci sono corsi di aggiornamento che i dipendenti devono fare o si impara lavorando? Si impara soprattutto lavorando, però si possono fare corsi di aggiornamento presso l’azienda tedesca che produce i nostri telai.

Avete telai all’avanguardia: pensate di investire ancora per l’azienda rispetto all’innovazione? Sì, ma ultimamente le fabbriche producono solo nuove macchine che accelerano la produzione e a noi interessa la qualità, non la quantità.

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SPECIALE

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f . lli tognella spa

Le persone fanno la differenza Qual è la mission della sua azienda? Produrre in Italia e vendere nel mondo. Che cosa producete? Principalmente valvole di produzione oleoidropneumatiche, quindi operiamo nel settore meccanico. Qual è il suo ruolo all’interno dell’azienda? Sono proprietario e amministratore. Se dovesse descrivere il suo lavoro con un aggettivo, quale userebbe? Impegnativo. Quante ore di lavoro svolge ogni giorno? Dieci.

Ha realizzato i sogni che aveva da bambino? Sì, ma per ora solo in parte. Ho ancora dei sogni nel cassetto da realizzare. Come ha scelto il suo lavoro? Sono cresciuto in questo ambiente, ho svolto altre mansioni in aziende del settore meccanico a Milano, poi il grande passo nella mia azienda. Qual è stato il momento più bello della sua carriera lavorativa? Il momento più bello è stato nel 1997, quando abbiamo aperto la nuova sede dell’azienda a Somma Lombardo. Un traguardo importante.

Che studi ha fatto? Ho frequentato la scuola superiore, indirizzo di Ragioneria, poi l’Università. C’è qualcosa che vorrebbe cambiare nel suo lavoro? Penso che apportare dei cambiamenti sia indispensabile per diventare più moderni, per affrontare nel modo migliore le sfide del futuro. Le piacerebbe cambiare lavoro? No, amo il mio lavoro.

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Quali sono i pro e i contro del suo lavoro? Svolgere un lavoro che ami è sicuramente l’aspetto positivo, ma nulla si ottiene senza sacrifici


Classe 3G

Scuola L. da Vinci Somma Lombardo

Quali sono i pro e i contro del suo lavoro? Svolgere un lavoro che ami è sicuramente l’aspetto positivo, ma la complessità del lavoro comporta anche la necessità di rinunciare alle tue passioni. Nulla si ottiene senza sacrifici. Consiglierebbe il suo lavoro ad un’altra persona?

Lo consiglierei, ma solamente ad una persona disposta a impegnarsi totalmente. Per lei il lavoro è una passione oppure una necessità? È in primo luogo una passione. Se potesse avere un muro bianco su una facciata dell’azienda e potesse scrivere le parolechiavi su cui si fonda, che cosa scriverebbe? Ci scriverei la data di fondazione dell’azienda. Era il 1957. Ritiene che ci siano differenze tra le donne e gli uomini nel suo lavoro? No, sono le persone in sé a fare la differenza.

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fadis spa

SPECIALE

Innovazione nella tradizione

2019

Siamo stati invitati a visitare l’azienda FADIS (Fabbrica Dipanatrici Solbiate) di Solbiate Arno e abbiamo posto alcune domande a Debora Carabelli, l’Amministratrice Delegata che coordina l’azienda con i suoi 3 fratelli. Chi è FADIS e cosa produce? FADIS è un’industria manifatturiera che progetta, produce e vende macchine per la lavorazione dei filati. È la più antica azienda famigliare che fabbrica roccatrici, che esiste ormai da 59 anni e fu fondata da mio nonno Giuseppe con l’amico Armando. Insieme crearono la prima dipanatrice.

Classe 3C

Scuola E. Galvaligi Solbiate Arno

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Quali sono i vostri rapporti con l’estero? Abbiamo deciso di realizzare tutti i nostri prodotti in Italia, ma comunque partecipiamo a molte fiere

in tutto il mondo per far conoscere i nostri prodotti. Per noi sono molto importanti i rapporti con l’estero e infatti esportiamo e commerciamo con più di 70 Paesi nei vari continenti. Come avete fatto ad affrontare la crisi degli ultimi anni? La crisi per noi è stata un’occasione per rinnovarci. L’azienda ha avuto una forte crescita e ha scalato le classifiche italiane, vincendo numerosi premi (arrivando anche tra le prime 500 aziende Champion


italiane) ed investendo molti soldi per rinnovare lo stabilimento e costruire avanzati magazzini salvaspazio. Qual è stato il momento lavorativo che vi ha dato maggiori soddisfazioni? Ciò che ci dà più orgoglio è tutto il duro lavoro che abbiamo compiuto per rinnovare completamente la fabbrica. Abbiamo lavorato molto, c’è stato bisogno di riscrivere tutti i programmi e di ripensare l’azienda, ma abbiamo avuto ottimi collaboratori e questo ci ha permesso di crescere moltissimo, donandoci tanta soddisfazione. Quali migliorie avete apportato per la salvaguardia dell’ambiente? Nel 2010 abbiamo installato un impianto fotovoltaico non del tutto autosufficiente, infatti d’inverno siamo costretti ad acquistare una parte dell’energia necessaria, ma d’estate ne produciamo in abbondanza e la rivendiamo all’Enel. Inoltre, utilizziamo solo contenitori in plastica che durano a lungo nel tempo, che adoperiamo per contenere i nostri componenti e che somministriamo ai nostri fornitori per evitare un continuo spreco di materiali; per lo stesso motivo prossimamente regaleremo ai nostri dipendenti anche delle borracce ecologiche, per eliminare completamente le bottiglie di plastica. Quali sono le competenze richieste per essere assunti in FADIS? Tutto dipende dal ruolo per cui si fa richiesta di assunzione. Per la contabilità bisogna aver fatto ragioneria o finanza e marketing; se si vuole fare il bilancio occorre aver frequentato l’università, per lavorare ai macchinari è necessario aver frequentato l’ITIS o meccanica e così via.

Ma per qualsiasi lavoro bisogna comunque saper parlare le lingue, specialmente inglese, le quali stanno acquisendo sempre maggiore importanza. Qual è la percentuale di dipendenti donne? Gli amministratori delegati sono 4, di cui 3 donne. Secondo noi è importante avere un equilibrio tra maschi e femmine, però ognuno ha caratteristiche specifiche che lo portano ad essere più propenso per un lavoro piuttosto che per un altro. Quindi ognuno ha un ruolo fondamentale all’interno dell’azienda. Cosa fate per la formazione dei vostri dipendenti? Abbiamo organizzato diversi eventi per favorire la formazione continua dei nostri dipendenti. Queste occasioni sono state pensate principalmente per informare gli sviluppatori (i quali devono continuamente essere aggiornati sulle nuove tecnologie) ed i contabili e anche corsi per migliorare la comunicazione tra colleghi. Non si smette mai di imparare, bisogna avere sempre voglia di crescere, di migliorarsi e di essere curiosi. Noi studenti ringraziamo moltissimo la FADIS per questa esperienza magnifica, per averci fatto visitare la fabbrica e per averci fatto comprendere la varietà di lavori presenti in un’azienda.

FADIS è un’industria manifatturiera che progetta, produce e vende macchine per la lavorazione dei filati

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faeber lighting system spa

SPECIALE

Passione illuminazione

2019

Classe 3A

Scuola A. Manzoni

Qual è il suo ruolo nell’azienda, Fabrizio Stucchi? Da quanti anni lavora qui? Sono il responsabile dell’Ufficio Tecnico, lavoro in Faeber da una decina d’anni.

Quali studi bisogna fare per lavorare in questa azienda? Uboldo Ci sono varie possibilità: ci si può diplomare in un istituto tecnico, come Andrea, che si occupa di sicurezza e ha frequentato un tecnico geometra oppure in un liceo scientifico come Silvia, che si occupa di progettazione industriale e Francesco, meccanica e industria o ancora presso un istituto professionale come Alessandro. Si possono proseguire poi gli studi per ottenere una laurea in ambito scientifico (spesso al Politecnico di Milano). Quali capacità sono richieste? Servono una grande professionalità, la conoscenza delle lingue (soprattutto l’inglese), curiosità, dinamismo e volontà di continuare a studiare e aggiornarsi. Di che cosa si occupa l’azienda? Produzione di grandi impianti di

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illuminazione, ad esempio nelle gallerie, stadi, chiese e strade. Come avviene il lavoro? Si parte da un’idea che viene riprodotta prima con uno schizzo a mano, poi si costruisce un modello al computer, prima


bidimensionale, poi tridimensionale (con programmi come AutoCAD e Creo); si realizza quindi un prototipo in alluminio. Il prototipo viene testato nel nostro laboratorio, ad esempio provando la sua resistenza al calore e all’acqua. Il prodotto viene poi realizzato nella nostra officina. Qual è il significato del vostro logo? Il simbolo rappresenta la forma di un fascio di luce: il nome sta per Fabbrica Apparecchi Elettrici BERgamo perché la ditta è nata negli anni ‘60 a Bergamo; come tutte le imprese ha avuto alti e bassi. Grazie per la vostra ospitalità e disponibilità!

Quali capacità sono richieste per lavorare in quest’azienda? Servono una grande professionalità, la conoscenza delle lingue, soprattutto l’inglese, curiosità, dinamismo e volontà di continuare a studiare e aggiornarsi

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fimi srl

SPECIALE

2019

La tecnologia guida il mondo Redazione di Varesefocus www.varesefocus.it “È l’innovazione che guida il mondo”: questo il motto che ha accompagnato, per tutta la visita, i ragazzi della classe 3D dell’Istituto Comprensivo “Leonardo Da Vinci” di Saronno, che nell’ambito del

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progetto Pmi Day, hanno visitato la Fimi Srl di Saronno. Un’azienda dove “non concepiamo la tecnologia come valore in sé ma la utilizziamo per i benefici che essa può offrire alle persone, migliorandone la qualità della vita. Sviluppiamo soluzioni tecnologicamente all’avanguardia per contribuire a rendere


possibili nuovi e promettenti scenari che hanno l’obiettivo di una sempre maggiore sicurezza e una migliore qualità dei servizi sanitari resi al cittadino”. Appartenente al gruppo Barco, con sede in Belgio, l’azienda varesina sviluppa, produce e commercializza soluzioni di visualizzazione per applicazioni medicali (displays, terminali wireless, nuove soluzioni di “user interfaces” per gli ospedali, ecc.). La società di Saronno è ben riconosciuta nel mercato dei sistemi medicali e fra i suoi clienti annovera i leaders mondiali di questo settore, anche se ovviamente andando in un ospedale - non è semplice riconoscere come prodotto a Saronno dalla FIMI il display di un sistema a raggi X, di un’apparecchiatura a risonanza magnetica o di un sistema robotico per la chirurgia minimamente invasiva. Innovazione tecnologica, qualità e affidabilità dei prodotti sono i punti chiave e gli obiettivi irrinunciabili della FIMI. I ragazzi lo hanno potuto constatare di persona visitando i Laboratori di Ricerca e Sviluppo, i moderni reparti di fabbricazione dove l’attenzione e la professionalità degli operatori è abbinata all’automatizzazione delle linee produttive e dei severi controlli qualitativi.

Spesso tecnologia e sostenibilità sembrano appartenere a due mondi separati. Non è il caso di FIMI e della Barco. “Sono tre i pilastri della sostenibilità per noi” si legge di nuovo sul sito di Fimi: “Verso il pianeta riduciamo il nostro impatto e quello dei nostri clienti. Investiamo sulla sostenibilità del lavoro coinvolgendo il nostro personale e incoraggiandolo a crescere in un ambiente di lavoro sano e inclusivo. Svolgiamo un ruolo attivo nelle comunità in cui operiamo, rispettando i più rigorosi standard etici aziendali che ci aspettiamo vengano osservati anche dai nostri fornitori e offrendo opportunità ai meno fortunati”. Un viaggio molto interessante, dunque, quello che hanno fatto gli studenti in visita alla Fimi. Un viaggio alla scoperta della tecnologia, delle sue capacità di migliorare la vita della comunità. Ma anche un viaggio “safe and green” nel rispetto dell’ambiente e delle persone.

“Le nostre soluzioni aiutano gli ospedali a fornire ai loro pazienti la migliore assistenza sanitaria possibile, contribuendo in alcuni casi a salvare vite umane”

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SPECIALE

2019

forgiatura marcora srl

Dove si lavora l’acciaio Persona intervistata: Roberta Marcora, responsabile Sicurezza e Ambiente

Qual è il vostro concetto di azienda? Classe 3D Sicuramente un Scuola gruppo di persone che lavorano in team. D. Alighieri Il concetto di squadra Olgiate Olona è fondamentale e ogni ruolo è indispensabile, dall’operaio al dirigente. La nostra azienda inoltre tende a formare il personale per poi assumerlo, gran parte dei nostri dipendenti ci hanno lasciato perché sono andati in pensione. Quindi possiamo anche dire che la nostra azienda è un po’ come una seconda famiglia.

Lavoriamo diverse tipologie di acciaio fino a creare dei pezzi sgrossati o finiti. Questi pezzi sono spesso componenti di altri macchinari che noi forniamo ad altre aziende

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Cosa producete? Lavoriamo diverse tipologie di acciaio fino a creare dei pezzi sgrossati o finiti. Questi pezzi sono spesso componenti di altri macchinari che noi forniamo ad altre aziende, i nostri clienti appunto. L’acciaio, visto da fuori, sembra tutto uguale, in realtà la sua composizione chimica varia e può renderlo un materiale di alta o bassa qualità. Noi siamo un’azienda medio/ piccola, ma i nostri clienti sono fedeli, perché sanno che forniamo loro pezzi su misura e di prima qualità. Quante ore al giorno lavora lei? E i suoi dipendenti? L’orario giornaliero dei dipendenti è dalle 8:30 alle 17:30, ma nei periodi in cui c’è molto lavoro possono essere richiesti degli straordinari. Per quanto riguarda me… [ride] non ci sono orari! Quando si ricopre un ruolo di responsabilità, non si può staccare fino a quando il lavoro non è terminato, se necessario lavoro anche 10/12 ore al giorno. Può elencare aspetti positivi e negativi del suo lavoro? Sicuramente l’aspetto che preferisco è, come ho già detto prima, il fatto di lavorare in una realtà relativamente piccola. Avere un contatto diretto con le persone all’interno di un ambiente quanto più


possibile familiare. D’altro canto, questo è anche l’aspetto più complicato da gestire: relazionarsi con le persone, conoscere le loro storie e conciliare la cosa con le esigenze aziendali, mantenendo il giusto distacco e un buon clima… non è sempre facile [sorride]! Consiglierebbe questo lavoro ai suoi figli? Ho una bambina ancora piccola, adesso ha 6 anni e vuole fare la ballerina [ride]! L’unica cosa che le consiglierò quando sarà più grande, e che consiglio invece a voi in questo momento, è studiare per provare a fare quello che vi piace. Io alla vostra età volevo fare l’insegnante. L’ho anche fatto per qualche anno, ma poi la vita a volte ti porta a fare scelte che non avevi neanche preso in considerazione. Quello che posso dirvi è che lo studio è importante, indipendentemente da quello che farete perché vi darà l’opportunità di fare una scelta. Se invece volete un suggerimento più concreto, vi consiglio di studiare bene le lingue! Io ho dovuto studiare inglese a 40 anni ed è stato molto faticoso, per questo ho iscritto mia figlia ad una scuola bilingue, così non dovrà fare la fatica che ho fatto io!

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SPECIALE

2019

frabar srl

Un’immersione nel mondo dei giocattoli Può presentarci brevemente la sua azienda? La sede centrale dell’azienda Frabar è situata a Brunello, in provincia di Varese. È una fabbrica a gestione familiare che produce, sin dal 1951, giocattoli per l’infanzia. L’azienda si trova nel Nord Italia, quindi in una posizione molto favorevole, perché ciò ci consente di commerciare facilmente con tutta l’Europa. Attualmente, il 90% della merce prodotta viene esportato all’estero. Tutti i prodotti sono al 100% made in Italy.

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Chi sono i proprietari dell’azienda? Frabar è un’azienda familiare fondata nel 1951 dal sig. Francesco Bardelli, arrivata oggi alla terza generazione. Quali tipi di giocattoli producete? L’azienda produce principalmente giochi in plastica da usare all’aperto, in spiaggia o in giardino per esempio; molti di questi vengono utilizzati anche negli asili e nelle scuole. Può farci qualche esempio?


Classe 3B Produciamo tricicli, tagliaerba giocattolo, hula hoop, bocce, frisbee e molto altro! Questi giocattoli sono sicuri? Certo! Siamo molto attenti, sappiamo benissimo che verranno dati in mano a dei bambini! Tutti i nostri prodotti sono sottoposti a severi test per la sicurezza del giocattoli e sono certificati CE. Producete solo giocattoli in plastica o utilizzate altri materiali? Produciamo prodotti in plastica e abbiamo recentemente inserito un nuovo materiale: il poliuretano. Non si potrebbe sostituire la plastica con il legno? Purtroppo, per costruire dei giochi in legno occorrerebbe una manodopera diversa rispetto a quella presente nell’azienda e bisognerebbe, comunque, abbattere moltissimi alberi. L’azienda è consapevole dei grossi danni che la plastica provoca all’ambiente, se utilizzata in modo non responsabile; per questa ragione sta lavorando a un progetto innovativo che prevede di fabbricare i propri prodotti riciclando il materiale ricavato dallo scarto dei prodotti utilizzati per realizzare pannolini per neonati.

L’azienda produce principalmente giochi in plastica da usare all’aperto, in spiaggia o in giardino per esempio; molti di questi vengono utilizzati anche negli asili e nelle scuole

Scuola B. Luini Luino

Precisamente, come avviene la creazione dei vostri prodotti? Tutto ha inizio con la fusione di piccoli pezzi di plastica trasparenti, miscelati con del colorante, a volte nella miscela vengono aggiunti anche pezzi di giocattoli difettosi. In seguito, in base al tipo di giocattolo che deve essere prodotto, la miscela viene messa in appositi stampi e, successivamente, un macchinario raffredda e rende dure le plastiche modellate con l’uso dell’acqua. Alcuni articoli, realizzati con plastica morbida, richiedono che la miscela venga introdotta in un macchinario che modella la plastica attraverso l’aria. In ultimo, i prodotti vengono assemblati, etichettati, imballati e messi nei magazzini su appositi bancali, in modo da essere pronti al momento della spedizione. A quanti gradi viene scaldata la plastica prima di arrivare allo stampo? La plastica, prima dello stampo, viene scaldata a 200 gradi ed esce a 40 gradi dopo circa 20 secondi. I vostri prodotti vengono venduti al dettaglio? No, i nostri prodotti vengono venduti solamente all’ingrosso e poi i vari negozi li vendono al dettaglio o online. I macchinari funzionano autonomamente o richiedono l’intervento di un operaio? Tutti i macchinari sono programmati al computer, ma c’è bisogno di un controllo tecnico.

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SPECIALE

2019

Che cosa contengono i vostri giocattoli, oltre naturalmente la plastica? Alcuni giocattoli (quelli in plastica morbida) contengono aria, altri, ad esempio le bocce, sono riempiti con acqua. Una curiosità: i prodotti che vendete sono ideati da voi? Certamente! Cerchiamo sempre di fabbricare giochi di nostra invenzione. Come viene determinato il prezzo di ogni prodotto? Il prezzo è stabilito dall’azienda in base alla manodopera richiesta e con i componenti del prodotto. I giochi sono tutti dotati di un codice, in modo da poter rintracciare rapidamente il percorso di vendita che hanno compiuto. Producete molti scarti di lavorazione? L’azienda non produce scarti di plastica, in quanto, ogni volta che un giocattolo presenta un difetto di forma o di colore, la plastica viene fusa nuovamente e riutilizzata

come materiale per la costruzione di un nuovo giocattolo. La vostra azienda ha una o più sedi? La nostra azienda è costituita dalla fabbrica vera e propria che avete visitato e da una sede secondaria a Gazzada, specializzata nella produzione di palline di spugna e bocce. Abbiamo un altro stabilimento produttivo a Castelletto Ticino destinato alla produzione di palle e palloni in poliuretano. A proposito di palle e palloni di spugna, come si realizzano? Per fare palle e palloni utilizziamo il poliuretano. Ha una lavorazione particolare; Si miscelano due componenti liquidi che per reazione chimica si dilatano fino a riempire lo stampo. Il prodotto ottenuto è una spugna morbida. Collaborate con altre imprese? Vi sono diverse imprese che collaborano con noi, per effettuare alcuni trattamenti speciali della plastica e per produrre i vari articoli. Queste aziende sono anch’esse presenti sul territorio? Sì, ad esempio la Decathlon. Quante persone lavorano in questa azienda? Al suo interno lavorano 50 dipendenti, di cui 40 sono addetti al magazzino e al controllo delle macchine e 10 sono impiegati negli uffici. Ogni dipendente lavora 8 ore al giorno, dal lunedì al venerdì, dalle 8:00 alle 12:00 e dalle 14:00 alle 18:00. Sono impiegati anche 7 dipendenti con disabilità, inseriti nel nostro progetto “Isola formativa”, finalizzato a insegnare un mestiere e inserire nel mondo del lavoro anche le persone con difficoltà.

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C’è un buon rapporto tra voi e i vostri dipendenti? Di regola, se i nostri dipendenti hanno bisogno di aiuto o hanno un imprevisto, ne parlano con noi e cerchiamo di trovare una soluzione. Sinceramente, non avete mai avuto qualche problema con i dipendenti? No, mai, perché cerchiamo sempre di venire incontro alle esigenze dei nostri dipendenti, dato che la nostra è un’azienda familiare. Vi è rispetto reciproco, pur avendo tutti ruoli differenti. Per l’azienda è importante la sicurezza sul posto di lavoro? La sicurezza è molto importante all’interno dell’azienda: infatti, ogni operatore sa esattamente come comportarsi in caso di emergenza. Nella fabbrica sono presenti punti di ritrovo dotati di estintori, pulsanti di emergenza e idranti. Tutti i dipendenti periodicamente fanno esercitazioni antincendio e di evacuazione. Vendete i vostri prodotti anche online? No, li vendiamo solo a grandi negozi. Per caso, avete subito o dovete fronteggiare la concorrenza del mercato cinese? La nostra è stata una delle poche aziende a non aver avuto ricadute negative a causa della concorrenza cinese, in quanto prodotti simili ai nostri, essendo spesso molto voluminosi, avrebbero un costo di trasporto elevatissimo dalla Cina all’Italia. Inoltre, i prodotti di questa azienda, al contrario della maggior parte di quelli cinesi, sono certificati secondo la normativa europea e sicuri per i bambini di tutte le età. E questo è una garanzia per gli acquirenti.

In che modo promuovete negli altri stati europei i vostri giochi? Tutti gli anni, esponiamo i nostri giochi in una fiera in Germania. Che requisiti bisogna avere per lavorare in una fabbrica come la vostra? Per lavorare in fabbrica bisogna studiare. La stessa cosa vale per lavorare in ufficio, ma in più occorre conoscere le lingue e saper usare il computer. Noi cerchiamo sempre di assumere persone diplomate e “portate” per questo lavoro. Quali sono le principali lingue da conoscere? Ormai bisogna conoscere molte lingue, soprattutto nel nostro settore. Le principali sono l’inglese e il tedesco. All’interno dell’azienda si tengono corsi di formazione? All’interno della società ci sono diversi corsi di formazione, da quelli per imparare a guidare il muletto a quelli per conoscere le varie norme di sicurezza.

Per fare palle e palloni utilizziamo il poliuretano. Ha una lavorazione particolare: si miscelano due componenti liquidi che per reazione chimica si dilatano fino a riempire lo stampo. Il prodotto ottenuto è una spugna morbida 123


SPECIALE

2019

g . tosi spa tintoria

Scoprendo il colore

Redazione di Varesefocus www.varesefocus.it “Ormai per noi il Pmi Day è diventato una tradizione”, spiega Francesca Orsenigo della G. Tosi Spa Tintoria di Busto Arsizio, che nel 2019 ha aperto le porte alle classi 3C della scuola “E. De Amicis” di Busto Arsizio e 3C della scuola “B. Croce” di Ferno. Un’esperienza che per gli studenti si è trasformata non solo in un viaggio alla scoperta del mondo del lavoro, dell’industria e del tessile, ma in un vero e proprio percorso creativo. La Tintoria Tosi,

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infatti, è un’azienda storica del territorio che ancora oggi è punto di riferimento nel settore della nobilitazione dei filati e nella stampa ink-jet. In parole semplici, l’azienda lavora ogni giorno filati greggi e tessuti per dar loro quelle caratteristiche di colore, solidità, stampa e design, che li rendono perfetti per tessuti, capi di abbigliamento e complementi d’arredo. Arricchendoli di quelle caratteristiche che li rendono unici per chi li indossa. La giornata dei ragazzi è, quindi, soprattutto, un tuffo nel colore: quel colore che vedranno poi sui capi finiti dei negozi delle nostre città. Quel


Francesca Orsenigo: “La G. Tosi è ancora oggi un punto di riferimento nel mercato, partner prezioso di imprese fortemente rappresentative del made in Italy, alla ricerca continua di nuove idee per soddisfare i propri clienti: una competenza tintoriale costruita in oltre 100 anni di storia”

colore che anticipa tendenze moda, o le conferma, che racconta di abitudini e desideri, evoca passioni e contesti. In Tosi, quindi, possono imparare come nasce un colore, come si trasforma un’idea in una ricetta di tintura e come un disegno diventa tessuto camminando attraverso un affascinante percorso di macchinari che tingono, stampano, asciugano e nobilitano il filo e il tessuto. In Tosi i ragazzi percepiscono la magia del seguire la strada di un filo che da greggio si colora in mille tonalità per poi diventare parte dei vestiti che indossano tutti i giorni. Durante la visita in azienda, poi scoprono, insieme, il racconto di una filiera fondamentale per il territorio, quella del tessile e di un’azienda che, nel suo percorso e nella sua evoluzione, ha scritto molti capitoli della nobilitazione tessile italiana: “Superato un periodo di crisi, la G. Tosi, infatti – spiega Francesca Orsenigo – è ancora oggi un punto di riferimento nel mercato, partner prezioso di imprese fortemente rappresentative del made in Italy, alla ricerca continua di nuove idee per soddisfare i propri clienti. Una competenza tintoriale costruita in oltre 100 anni di storia: oggi la terza generazione alla guida dell’azienda punta all’eccellenza anche nel campo della sostenibilità per un tessile moderno, friendly e rispettoso dell’ambiente e delle persone. Aprire le porte dell’azienda ai giovani è una giusta e naturale tappa di questo nuovo percorso”.

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galli edizioni srl

SPECIALE

Pagina (green) dopo pagina

2019

Classe 3C Scuola G. Carducci Gavirate

Da quanti anni è aperta questa impresa, signor Vanoli? L’azienda è nata nel 1981 ma tracce di questa legatoria, come veniva chiamata una volta, risal-gono al 1700.

Quante persone vi lavorano? Nelle 2 aziende, “Galli” e “Galli edizioni”, lavorano 50 dipendenti. Di questi, 40 sono operai, 10 lavorano in ufficio.

Come nasce un libro Negli ultimi anni avete avuto un incremento dell’attività? Negli ultimi anni l’azienda ha avuto incrementi costanti. Come siete stati influenzati da tecnologia e informatica? L’azienda è stata influenzata molto dalla tecnologia e dispone attualmente di macchinari all’avanguardia che semplificano molto il lavoro.

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Vi siete preoccupati dell’impatto ambientale? L’azienda è attenta all’impatto ambientale e si è dotata della certificazione “ISO 14.000”. Inoltre, per alcune commesse viene usata la carta riciclata. Come mai avete avuto bisogno di espandervi? La società si è ingrandita sia per l’incremento costante di lavoro, sia per i problemi di spazio dovuti all’unione della ditta “Galli” e della ditta “Galli edizioni”.

L’azienda è stata influenzata molto dalla tecnologia e dispone attualmente di macchinari all’avanguardia che semplificano molto il lavoro


Quanti concorrenti avete? In provincia di Varese la nostra impresa ha 4 o 5 concorrenti, mentre sul territorio nazionale ha un’elevata concorrenza. L’azienda inoltre produce solo per clienti italiani. Che cosa offrite di più rispetto alle altre aziende? Il nostro servizio è più capillare ed è di qualità. Cosa offre di più la vostra società rispetto a quelle cinesi? Sicuramente la qualità. L’innovazione vi ha causato dei problemi? No, non abbiamo avuto problemi. Siamo

riusciti a stare al passo. I problemi sono nati con la crisi economica; tuttavia, grazie alla qualità dei nostri prodotti, siamo riusciti a stare in piedi.

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SPECIALE

2019

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La tipografia green Giovedì 28 novembre 2019 noi alunni della classe 3A di Germignaga siamo andati in visita alla tipografia Galli a Gavirate. Nella prima parte della visita abbiamo posto delle domande ai responsabili dell’azienda. Il proprietario della tipografia Galli ci ha spiegato che l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese è una associazione che serve ad avvicinare le aziende in modo che possano lavorare insieme e aiutarsi a vicenda, inoltre ci ha parlato molto bene dell’iniziativa a cui abbiamo partecipato, il Pmi Day. Questo progetto è stato creato

per guidare noi giovani nella scelta del nostro futuro. Una delle prime domande che abbiamo rivolto riguardava la differenza sostanziale tra le imprese italiane e quelle estere ed il motivo per cui tanti giovani decidono di andare all’estero. Abbiamo appreso che questa differenza è data dalla difficile burocrazia italiana. In Italia i tempi per avviare progetti di sviluppo sono lunghissimi. Inoltre, ci hanno spiegato come avviene l’inserimento di neodiplomati/laureati nel nella loro realtà lavorativa: viene offerta loro la possibilità di uno stage. Abbiamo poi esposto l’argomento di una ricerca che abbiamo fatto relativa al settore industriale e come dal 2013 al 2018, dopo una forte crescita delle piccole medie imprese, nel 2018 si è registrato un calo a livello economico


con la conseguenza del calo di lavoro. La risposta sta nel fatto che le aziende più grosse e conseguentemente più competitive hanno costretto le più piccole ad un passo indietro tanto che alcune di esse hanno dovuto chiudere i battenti. Un’altra considerazione che è emersa dal confronto con il signor Galli è che le Pmi non spariranno poiché le grandi industrie si concentrano sulla quantità a differenza delle piccole medie imprese che si concentrano sulla qualità, questo è il vero punto di forza delle aziende italiane. Abbiamo poi ipotizzato di diventare degli imprenditori ed abbiamo chiesto quale dovrebbe essere il settore in cui investire: il direttore che ha una più ampia panoramica della realtà industriale del varesotto ha detto che il settore dell’aeronautica è in continuo sviluppo e che può offrire grandi possibilità di realizzazione professionale. Per concludere ci è sembrato doveroso chiedere quali strategie mettono in atto per salvaguardare il pianeta. La Tipografia Galli si impegna a riciclare tutto ciò che è possibile e ci ha messi a conoscenza, con grande modestia, del fatto che hanno

L’azienda è attenta all’impatto ambientale e si è dotata della certificazione “ISO 14.000”. Inoltre, per alcune commesse viene usata la carta riciclata

importanti certificazioni in merito a ciò. Inoltre, ha confermato che utilizzano materiali quasi del tutto riciclati e che la carta da loro utilizzata proviene da foreste certificate FSC (Forest Stewardship Council). Dopo aver risposto alle nostre domande in modo esauriente siamo stati accompagnati nel cuore pulsante della ditta dove avviene la produzione vera e propria. Il Pmi Day è stato indetto per orientarci e per guidarci nelle scelte della nostra futura carriera lavorativa e secondo noi questa visita è stata molto interessante non solo dal punto dal punto di vista del lavoro Classe 3A della Tipografia stessa ma anche Scuola perché ci hanno fatto V. Sereni capire l’importanza di lavorare in una Pmi. Germignaga Ringraziamo per l’attenzione mostrataci.

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SPECIALE

2019

galstaff multiresine spa

Passione resina e chimica Abbiamo svolto una breve intervista al direttore operations Luca Mandelli e ad alcuni dei suoi colleghi della Galstaff Multiresine di Mornago, con la speranza di appassionare altri giovani alla vita in azienda. Nella nostra provincia, i settori produttivi più sviluppati sono: quello tessile, metalmeccanico, siderurgico, ma il più importante è quello destinato ai mezzi di trasporto aerei, ovvero di aeroplani ed elicotteri, famosi in tutto il mondo ed è per questo motivo che la nostra provincia è chiamata “con le ali”. La Galstaff Multiresine è invece, un’impresa nata negli anni ‘60, per la produzione di vernici. Successivamente ha iniziato a produrre resine,avendo abbandonato la produzione di vernici. Attività che continua tutt’oggi. Le “vernici” esistono da moltissimi anni (circa 30.000, pensiamo alle pitture rupestri), ma con il passare del tempo hanno subito notevoli cambiamenti: fino all’800 si è utilizzata la pittura a base di olio di lino,

solvente. Questa impresa presenta 3 sedi in Lombardia: Agrate Brianza, Garbagnate Milanese e, quella che abbiamo visitato per voi, l’azienda di Mornago. Cominciamo con qualche domanda sull’azienda. I vostri prodotti sono destinati solo ad aziende o anche agli acquirenti? I nostri prodotti vanno solamente ad altre aziende, che poi produrranno con le nostre resine le vernici. Partecipate alle fiere? A quale scopo? Partecipiamo regolarmente alle principali fiere europee ma non solo. Infatti, oltre a quella di Milano, visitiamo anche quella di Dubai,Shanghai e SanPaolo. Questo ci permette di avere sempre nuovi contatti, di farci conoscere e di mostrare di essere attivi e presenti. Qual è il Paese per il quale lavorate di più? L’Italia, che corrisponde al 20% del fatturato, poi ci sono i paesi del Nord Africa, come Egitto e Algeria, Brasile, Francia, Germania e Spagna, Medio Oriente, Australia e, per ultimo, il mercato indiano.

L’industria chimica incontra i ragazzi nota già agli antichi Egizi. La prima fabbrica di vernici è stata inaugurata nel 1790 in Inghilterra, in Italia comparirà molto tempo dopo, nel 1860. Oggi le vernici contengono resina, degli additivi, i pigmenti e un

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È mai calata la produzione? Sì, chiaramente ci sono stati alti e bassi,


Classe 3E

Scuola D. Alighie Varese

sempre comunque con un trend di crescita positivo. In quanto alla sicurezza, cosa mi può dire? L’obiettivo delle regolamentazioni in ambito della sicurezza è diminuire il rischio di infortuni e di morti sul lavoro. Purtroppo, ce ne sono ancora molti. .Nelle attività produttive il rischio è elevato. Non si possono prevedere gli infortuni, ma in tutte le operazioni è obbligatorio l’uso di guanti, mascherine e occhiali e vengono seguite rigorose procedure di sicurezza. Quanto si lavora? Dipende, ci sono 3 turni da 8 ore ciascuno. Ognuno però ha il suo reparto e quindi i suoi turni, come quello dei chimici che lavorano 39 ore a settimana. La sorveglianza anch’essa è a turni ma è 24 ore su 24. Quanto si guadagna? Dipende: un capo azienda ha uno stipendio più alto di un operaio, inoltre maggiore è la capacità ed il lavoro svolto, maggiore sarà il guadagno.

ri

Sono previsti corsi d’aggiornamento nel vostro impiego? Offrite stage? In questa azienda ai lavoratori vengono proposti corsi di formazione ed alcuni sono obbligatori. Per quanto riguarda gli stage, ci capita di accogliere ragazzi interessati, nello specifico periti chimici, meccanici o elettrotecnici. Che impatto ha la vostra azienda sull’ambiente? Essendo un’industria chimica, la nostra impresa ha un impatto abbastanza importante sull’ambiente. Non abbiamo scarichi fognari, quindi non andiamo ad influire pesantemente sui corsi d’acqua. Facciamo attenzione a non inquinare perché la cattiva gestione di sostanze e rifiuti pericolosi può danneggiare, in modo più o meno duraturo, l’ambiente. Occorre seguire delle regole e delle procedure per ridurre al minimo questi rischi.

I nostri prodotti vanno solamente ad altre aziende, che poi produrranno con le nostre resine le vernici

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Partecipate all’economia circolare? Per quello che possiamo, sì. Naturalmente è difficile per noi, perché i rifiuti che noi produciamo non sono riciclabili, ma ci impegniamo a farlo e cerchiamo costantemente di migliorare. Questo lavoro può in qualche modo nuocere alla salute? È sempre più raro infortunarsi sul lavoro, grazie alle macchine che evitano agli operai di entrare in contatto con eventuali sostanze nocive; inoltre gli operai sono dotati di protezioni apposite. Dott. Mandelli, la scuola superiore che ha frequentato l’ha aiutata in questo lavoro? Io ho frequentato il liceo classico, ma senza sapere cosa avrei fatto dopo. Mi sono poi laureato in chimica. Comunque, non esiste neanche oggi una scuola che prepari completamente per questo lavoro, infatti si impara lavorando, accumulando esperienza. Nel tempo il suo ruolo nell’azienda è cambiato? Certo che sì, come in qualsiasi lavoro: appena entri non ti possono assegnare il compito di capo generale o comunque un ruolo molto importante. Ovviamente col passare del tempo si migliora e si impara e, impegnandosi, si riescono a raggiungere degli incarichi più prestigiosi. Consiglierebbe questo lavoro ad un ragazzo? Sì, ma solamente se lo appassiona. Bisogna metterci voglia e impegno, perché solo così si possono ottenere i migliori risultati e avere numerose soddisfazioni. E per finire, un’ultima domanda: chiediamo al co-fondatore e presidente dell’azienda

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Galstaff Multiresine, l’ingegner Paolo Tancini, che cos’è per lui un’azienda: “Un’azienda non è solamente un luogo nel quale entrano materie prime che poi escono sotto forma di prodotto finito, ma è un insieme di persone e lavoratori che collabora, che si aiuta a vicenda e che si impegna ogni giorno affinché si ottenga un prodotto eccellente; è un luogo dove i dipendenti utilizzano ogni giorno nuove tecnologie e si ingegnano per poter mandare avanti l’azienda e, di conseguenza, l’intera società”. Abbiamo capito quindi, cari concittadini, che un’impresa è importante per la città nella quale si trova, perché contribuisce alla crescita e modernizzazione della stessa. Soprattutto in una società nella quale è necessario stare “al passo coi tempi”. Ringraziamo dunque il presidente, il direttore e il personale dell’azienda Galstaff Multiresine per il loro impegno in tal senso e per la collaborazione e ospitalità dimostrateci.

Essendo un’industria chimica, la nostra impresa ha un impatto abbastanza importante sull’ambiente. Non abbiamo scarichi fognari, quindi non andiamo ad influire pesantemente sui corsi d’acqua


Il giorno 14 novembre 2019, la Galstaff Multiresine Spa di Mornago, ha aperto le porte agli alunni della classe 3F della scuola secondaria “Dante Alighieri” di Varese per spiegare come funziona la produzione delle resine sintetiche e delle vernici e per orientare gli alunni verso il mondo del lavoro. I responsabili dei vari settori hanno saputo intrattenere egregiamente i ragazzi mostrando, con l’aiuto di un video, come sono nate le vernici, passando per varie tappe temporali: dalla preistoria fino al secolo scorso. È stata spiegata la composizione delle vernici e il processo di polimerizzazione con cui si producono le resine. È stato descritto tutto ciò che l’azienda produce e sono stati fatti passare, tra gli alunni, alcuni degli oggetti che hanno mostrato come vengono utilizzate le resine.

Passione resina Ma non solo: i giovani visitatori hanno avuto la possibilità di soddisfare la propria curiosità osservando da un computer i macchinari in funzione, verificando che tutto fosse in regola e vedendo il modo in cui viene cambiata la temperatura all’interno dei contenitori della resina. Tante le domande che sono state poste. Pronte le risposte dei responsabili che hanno chiarito il perché non fosse possibile entrare nella industria per ragioni di sicurezza. Le domande hanno spaziato in ambiti assai diversi: da quando ha avuto inizio la produzione di vernici, indicata intorno agli anni ‘60, e successivamente di resine a dove avviene ora la produzione, precisamente negli stabilimenti di Agrate Brianza, Garbagnate Milanese e Mornago; dal numero dei dipendenti impiegati, circa 150 in totale, al fatturato, calcolato intorno a 80 milioni, di cui però solo il 20% circa è utilizzato in Italia. La Galstaff esporta nei

Paesi del Nord Africa, in Brasile, nell’Est europeo e in Asia, soprattutto in India. Come tutte le aziende chimiche presenta dei rischi sia per le persone, sia per l’ambiente, ma, come è stato risposto dal responsabile del settore, le leggi attuali prevedono significativi interventi per la sicurezza e la tutela dell’ambiente. Infatti, questa azienda favorisce un’adeguata sostenibilità ambientale relativamente alle emissioni gassose, i rifiuti e il loro smaltimento. Quali sono le figure professionali impiegate in tale azienda? Non solo i laureati in chimica, ma anche in economia e in ingegneria. Sono necessari i periti chimici, meccanici e gli esperti nelle lingue e nell’informatica. Il guadagno e il numero delle ore lavorative riguarda la posizione occupata e tiene conto delle competenze e della professionalità dei dipendenti. Gli addetti agli impianti hanno 3 turni lavorativi di 8 ore ciascuno (dalle 6:00 alle 14:00, dalle 14:00 alle 22:00 e dalle 22:00 alle 6:00). I chimici lavorano fino a 39 ore alla settimana e tutti gli altri dipendenti hanno la giornata lavorativa di 8 ore. Ulteriori domande hanno evidenziato nelle risposte la soddisfazione di svolgere un lavoro impegnativo, ma interessante. Il sogno nel cassetto realizzatosi? Per alcuni, sì; per altri lo è diventato durante il percorso Classe 3F lavorativo. Al termine Scuola della interessante presentazione i ragazzi D. Alighieri hanno trovato una Varese gradita sorpresa: una abbondante e ricca merenda. È stata gustata senza fare troppi complimenti!

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Qual è la storia della sua azienda? L’azienda è sul territorio dagli anni ‘60. Abbiamo iniziato producendo vernici e ora produciamo principalmente resine sintetiche. Ha fondato lei l’azienda? Sì, l’ho fondata io con un mio collega e da qui deriva il nome Galstaff. Non ho deciso io di fare questo lavoro, è stata la vita a portarmi qui e a farmi vivere questa splendida avventura. Le cose succedono per caso. Cosa produce l’azienda? Questa azienda produce resine sintetiche per vernici. Prima produceva vernici composte da additivi, resina solvente e pigmenti. Quanto è importante il lavoro di squadra? Il lavoro di squadra è essenziale per ottenere dei buoni risultati. Sul lavoro si creano dei rapporti costruttivi che aiutano a crescere. A volte nascono dei conflitti, ma per il bene dell’azienda si cerca di passare oltre.

Classe 3A Scuola Media Mornago

Che tipo di abbigliamento bisogna avere? I chimici devono indossare camice e occhiali di protezione, perché la sicurezza sul lavoro è molto importante.

Che studi ha fatto? Ho frequentato il liceo scientifico. Ho iniziato l’università ma non l’ho finita perché ho voluto entrare subito nel mondo del lavoro. Da ragazzo aveva in mente di fare questo lavoro? No, da ragazzo pensavo a ben altro e non sapevo cosa avrei voluto fare nella vita. Poi però, la mia esperienza mi ha portato qua ed è iniziata la mia avventura. Perché ha deciso di fare questo lavoro? Inizialmente ho deciso di comprare un’azienda con il mio socio, ma ancora non sapevamo dove ci avrebbe portato. Alla fine, è nata questa azienda di cui vado molto fiero.

Un lavoro che dà gioia

Quali competenze bisogna avere per entrare nell’azienda? Il titolo minimo indispensabile per entrare nell’azienda è il diploma di perito chimico.

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Quanto tempo trascorre in azienda? Lavoro circa 8 ore al giorno 5/6 giorni a settimana.

Dunque, non si è mai pentito della sua scelta? No, non me ne pento perché il mio lavoro mi dà gioia. Qualche giorno di più e qualche giorno di meno.


La chimica che appassiona Come è nata la sua azienda? La Galstaff è stata fondata negli anni ‘60 da due soci, Galli e Staffelli, per poi essere rilevata negli anni ‘90 da Multiresine (di proprietà mia e del mio socio). In quale settore è inserita la sua azienda? È inserita nel settore chimico. Quali misure di sicurezza sono necessarie in questo tipo di azienda? Essendo un’azienda che tratta materiali chimici e quindi potenzialmente tossici, sono necessarie misure di sicurezza sia per i lavoratori sia per l’ambiente. A questo proposito, l’impianto è dotato di sfiatatoi controllati sia da tecnici dell’azienda sia da enti esterni. L’obiettivo è quello di ridurre al minimo le emissioni di sostanze tossiche nell’ambiente. Quando aveva la nostra età, aveva già in progetto di diventare titolare d’azienda? Quali motivazioni l’hanno spinta a fondare un’impresa piuttosto che scegliere un lavoro da dipendente? Alla vostra età pensavo solo a studiare. Per tanti anni mi sono occupato di compravendita di aziende finché un giorno, con il mio socio, abbiamo deciso di rilevare questa società e di dedicarci esclusivamente ad essa. Così è iniziata una nuova avventura. Quali vantaggi e quali svantaggi comporta il ruolo che lei ricopre? Svantaggi non ne trovo, ho la possibilità di conoscere persone nuove e interessanti e ho l’opportunità di viaggiare parecchio. All’inizio della vita della Galstaff, qual è stata la difficoltà maggiore?

La burocrazia! Documenti su documenti, una grande perdita di tempo. Quante ore di lavoro richiede il suo ruolo? La mia giornata inizia intorno alle 7 del mattino e termina intorno alle 20-21 di sera, ma mia moglie sa che non ho orari: a volte capita di dover risolvere problemi nelle filiali estere e, quindi, di dover essere reperibile, dati i fusi orari, anche in orari notturni. Quale percorso scolastico ha seguito? Ho frequentato il liceo scientifico, poi l’università, ma non l’ho finita perché ho iniziato a lavorare. Quali profili professionali sono richiesti nella sua azienda? Soprattutto periti chimici e ingegneri. Che rapporto ha con i suoi dipendenti? Dovreste chiederlo a loro! Diciamo che dipende dalle situazioni: ci sono momenti in cui c’è molta tensione, soprattutto se siamo chiamati a risolvere situazioni complicate. Per la sua esperienza, quali sono le lingue più utili nel mondo del lavoro oggi? L’inglese ovviamente è dato per scontato, io aggiungerei lo spagnolo, il portoghese e il tedesco. I tedeschi parlano molto bene l’inglese, ma sono più contenti se si parla loro nella loro lingua madre.

Classe 3D

Scuola Media Mornago

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gedy spa

Il design come prima cosa Il giorno 15 novembre 2019 la classe 3B dell’istituto “G. Schiaparelli” di Origgio ha visitato l’impresa Gedy Spa per svolgere una visita formativa sul mondo del lavoro. La suddetta azienda si occupa del design e della realizzazione di arredi per il bagno. La Gedy è nata nel 1953; inizialmente la società produceva accessori in plastica, poi, dal 1994 ha iniziato ad elaborare i suoi prodotti in metallo. Per rappresentare le varie sfaccettature nell’ambito del loro lavoro, la nostra classe ha deciso di intervistare Pier, Giovanna, Stefano e Andrea; rivolgiamo loro le seguenti domande:

Di cosa ti occupi in azienda? Stefano: Lavoro in Gedy da 6 mesi, mi occupo di sicurezza e manutenzione, assicurandomi anche che tutti gli operai siano dotati di guanti, scarpe antinfortunistiche, luci. Giovanna: Nel 1986 ho iniziato a lavorare come operaia, poi B 3 e s s dal 1995 ho avuto un Cla avanzamento di livello Scuola ed ho cominciato ad i l aparel i h c S occuparmi del personale, . G quindi dell’assunzione Origgio e licenziamento dei dipendenti, dell’individuazione e

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risoluzione delle diverse problematiche che si presentano nell’ambito lavorativo. Andrea: Sono impiegato nel settore logistico, pertanto mi occupo dell’organizzazione del lavoro nel magazzino dell’azienda. Pier: Lavoro in Gedy dal 1998 e sono il direttore operativo di questa azienda. Avete svolto anche altri lavori oppure quello alla Gedy è il vostro primo impiego? Stefano: Prima di questo ho svolto molti altri lavori, come per esempio, l’istruttore in palestra: mi occupavo degli impianti sportivi e ho lavorato anche nelle case di riposo. Ora, da qualche mese, lavoro alla Gedy e devo dire che mi trovo molto bene. Giovanna: Prima di essere assunta qui, ho lavorato per una cooperativa, sempre nella Gedy invece ho lavorato in magazzino; svolgendo al meglio il mio lavoro sono riuscita ad essere promossa e ora lavoro in

Il segreto è aiutarsi reciprocamente, lavorare in sintonia, rendendo così tutto quello che si fa più “leggero”


amministrazione. Andrea: Ho deciso di lavorare qui già dall’inizio e devo dire che non mi pento di questa scelta. È difficile coordinare le vostre attività lavorative? Risposta collettiva: Il segreto è aiutarsi reciprocamente, lavorare in sintonia, rendendo così tutto quello che si fa più “leggero”, mantenendo e migliorando i rapporti che si sono instaurati con il tempo. Quando eri piccolo ti vedevi già proiettato in questo ambito lavorativo oppure avevi interessi diversi? Stefano: Avrei voluto studiare al conservatorio, poi però ho scelto di fare il liceo scientifico, che mi ha permesso di lavorare qui. Giovanna: Già dall’inizio avevo un particolare interesse per il settore

dell’amministrazione, dopo un grande impegno sono riuscita a coltivare la mia passione, fino ad arrivare a lavorare nell’ufficio delle risorse umane della Gedy. Andrea: Fin da quando ero bambino volevo fare l’ingegnere, anche se non sapevo bene cosa fosse. Pier: Sin da piccolo mi ero “messo in testa” che da grande avrei fatto l’ingegnere. Cosa ne pensate del vostro capo? Stefano, Giovanna e Andrea: Il nostro capo è molto bravo e competente nel suo campo. Inoltre, è anche simpatico e comprensivo nei nostri confronti. Dalle parole dei nostri 4 lavoratori abbiamo appreso un concetto molto importante e che ci sarà utile per il futuro: bisogna sempre aiutarsi e fare squadra. Una macchina, infatti, per funzionare, ha bisogno di tutti gli ingranaggi!

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giovanni bottigelli spa

Il PVC che arreda le case Redazione di Varesefocus www.varesefocus.it Come spiegare a dei ragazzi e a delle ragazze di terza media cosa fa un’impresa specializzata nella produzione di foglie di polivinilcloruro (PVC)? Il compito è, in realtà, più arduo a parole che nei fatti, come hanno potuto constatare gli studenti della classe 3B dell’Istituto Comprensivo “G.A. Bossi” di Busto Arsizio. È a loro che, nell’ambito del Pmi Day 2019, ha aperto i propri cancelli la Giovanni Bottigelli Spa. Azienda storica che opera da 80 anni nel comparto della calandratura. Altro parolone difficile per dei giovani che sono alle soglie

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della scelta della scuola superiore da frequentare. Ma, mai come in questo caso, è il prodotto a raccontare l’azienda meglio di tanti giri di parole. La Giovanni Bottigelli Spa, infatti, da un latto produce tele cerate con i più vari disegni e fantasie, dall’altra, dalla tavola al flooring (pavimentazione), realizza una vasta gamma di accessori per la casa. Per quanto riguarda le tele cerate, il prodotto realizzato si chiama Wondertex, ossia una foglia di PVC stampata o in tinta unita, liscia o goffrata, unita ad uno strato di tessuto non tessuto in polipropilene. Parliamo di rotoli che vanno dai 120 ai 160 centimetri di altezza per 20 metri di lunghezza. Questa la


base con cui poi vengono realizzate anche le singole confezioni di tovaglie per la casa, con le fantasie di Natale che vanno per la maggiore e che, durante il periodo delle feste, abbelliscono e, in un certo senso, addobbano le tavole di molte case italiane e non solo. Ma l’impiego delle tele cerate della Giovanni Bottigelli Spa di Busto Arsizio può essere anche quella dei completi di arredo. E, quindi, oltre alla copertura delle tavole anche le custodie per abiti o il rivestimento di pavimenti. Altro filone di prodotti è quello degli accessori per tutta la casa, ossia tovagliette americane, proteggi tavolo (anche in cristallo) stampato e tappetini in vinile. Prodotti che vengono, oltre che realizzati dalla A alla Z, anche confezionati per essere pronti alla vendita. Ma c’è anche un terzo mercato di sbocco per i prodotti della Giovanni Bottigelli. Grazie alle sue caratteristiche di praticità, leggerezza, impermeabilità e facilità di pulizia, il PVC risulta, infatti, il materiale ideale per svariate tipologie di applicazioni.

Un esempio? Quello delle tensostrutture utilizzate per le coperture di giardini e piscine o per l’allestimento di grandi eventi. Ma il PVC è anche utile al settore dell’infanzia per le coperture di seggiolini e fasciatoi, per creare scatole portaoggetti che aiutano a tenere in ordine la casa, raccoglitori di archivio per gli uffici. Ecco, dunque, come una visita aziendale del Pmi Day può spiegare per immagini ai ragazzi come dietro un’espressione tecnica “foglie di polivinilcloruro (PVC)” si celi tutto un mondo di prodotti di uso quotidiano che noi tutti abbiamo nelle nostre abitazioni. “Aderiamo al Pmi Day perché pensiamo sia importante far vedere a dei ragazzi del territorio che ci sono ci sono ancora tante aziende manifatturiere. La nostra è una produzione storica, insieme a quella del settore tessile per la provincia di Varese, ci fa quindi piacere mostrare ai giovani che esistono ancora aziende che fanno questo tipo di prodotto”, spiegava Anna Pisaniello del marketing durante una vista dell’edizione 2018 del Pmi Day.

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giovanni brugnoli spa

Un mondo a colori Martedì 19 novembre 2019, in occasione del Pmi Day, una manifestazione per conoscere e visitare le industrie organizzata dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, la nostra classe si è recata alla ditta tessile Giovanni Brugnoli di Busto Arsizio. Arrivati in azienda, siamo stati accolti da uno B 2 e ss la dei proprietari, C Massimiliano Denna, Scuola e da altri lavoratori B. Bellotti che avevano mansioni diverse e che ci Busto Arsizio hanno accompagnato spiegandoci le varie fasi della lavorazione dei tessuti. Un video intitolato “Dal filo al tessuto” ci ha introdotti alla visita di questa azienda, che da oltre 65 anni produce tessuti a maglia circolare. Siamo stati divisi per osservare da vicino le fasi di lavorazione.

uno scanner per far apparire una foto sullo schermo del pc. Si salvano i dati dell’immagine modificata su una chiavetta che poi verrà inserita nella macchina. Seconda tappa: visita al reparto macchine, con l’aiuto di Fabio, il Responsabile. Dove siamo ora? Quelle che vedete sono macchine circolari: ci sono diversi aghi che girando intrecciano il tessuto e producono il prodotto. Per far funzionare la macchina basta inserire una chiavetta che contiene le informazioni per fabbricare il tessuto. Quanto tessuto producete ogni anno? Non produciamo ogni anno la stessa quantità di tessuti, dipende dalle richieste. Le macchine sono accese anche di notte? Sì, sono sempre funzionanti. Terza tappa: la campionatura.

Fila tutto a colori Prima tappa: la progettazione, con l’aiuto di Massimo. Che tipo di lavoro fa? Sono addetto alla parte grafica. Usa il computer? Sì, lo uso per progettare il tessuto: utilizzo

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Marinella ci ha mostrato come i tessuti sono ordinati in diversi scaffali per colore e per nome affinché possano essere spediti, in campione, ai clienti.

L’ultima tappa si è tenuta nell’ufficio di Michela. È un’azienda familiare? Da quanti anni esiste? Sì, la Brugnoli è un’azienda familiare che esiste dal 1952.


La visita è stata molto interessante, perché abbiamo visto con i nostri occhi come si producono i tessuti che poi diventano i vestiti che indossiamo. È stato anche bello scoprire che in una viuzza non lontano dalla nostra scuola c’è una ditta dove si producono tessuti non solo belli, ma anche ecosostenibili e ottenuti con processi a basso impatto ambientale.

Quante persone vi lavorano? All’incirca 100 persone, suddivise tra l’azienda Brugnoli e una tintoria acquistata successivamente: possiamo così dire che il tessuto Brugnoli è prodotto da noi in ogni fase, dalla tessitura del filo, alla tintura, al finissaggio e al controllo qualità. Che titolo di studio si deve avere per lavorare in questa ditta? Non per forza una laurea, ma è importante conoscere le lingue.

Quelle che vedete sono macchine circolari: ci sono diversi aghi che girando intrecciano il tessuto e producono il prodotto. Per far funzionare la macchina basta inserire una chiavetta che contiene le informazioni per fabbricare il tessuto

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Dal filo al tessuto Giovanni Brugnoli Spa è un’azienda tessile della realtà imprenditoriale del territorio varesino. È stata fondata a Busto Arsizio nel 1952 da Giovanni Brugnoli e vanta un’altissima esperienza nello studio, creazione e produzione di tessuti a maglia circolare per abbigliamento, mare, intimo, sport, e activewear. Intervista al referente del settore produzione. Questa azienda cosa produce? La nostra azienda realizza tessuti utilizzando filati e fibre di altissima qualità quali lane fini, cotoni, viscose, crepes, lurex, poliammidi, anche 100% biologiche. Quali sono le fasi più importanti del vostro processo produttivo? Si tratta di un processo moderno e completo che comprende la tessitura, la tintoria, i finissaggi e il laboratorio di controllo di alta qualità.

Classe 2C

Scuola B. Bellotti Busto Arsizio

Qual è la macchina più importante del vostro ciclo produttivo? Come funziona? Si tratta della macchina a maglia circolare creata nel 1952, è costituita da un telaio che lavora il filato proveniente dalle bobine e dalla presenza di oltre 700 aghi che intrecciano e lavorano il tessuto che ultimato viene trasportato fuori e tagliato.

Intervista a un operaio della produzione.

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Abbiamo notato che i macchinari sono molto rumorosi, come fate a lavorare a concentrarvi? La nostra impresa è molto attenta alla sicurezza, infatti noi operai siamo dotati di tappi, cuffie e altre protezioni per le orecchie. Intervista al referente del settore design e progettazione. Siete attenti alla sostenibilità? I vostri tessuti sono ecosostenibili? Siamo molto attenti all’ecosostenibilità. Nel corso degli anni abbiamo costantemente aggiornato i processi produttivi e utilizziamo per i nostri macchinari energie rinnovabili che contribuiscono ad un minor impatto ambientale. Oggi produciamo un’intera collezione di 70 articoli con tessuto in poliammide biologica derivata dalla pianta del ricino, grazie alla tecnologia Br4. Parlateci della vostra campionatura dei prodotti. In ditta abbiamo molti scaffali che contengono tantissimi “tipetti”, ossia campioni di tessuto diverso per fibra e colore che vengono rinnovati ad ogni collezione. Molti sono articoli ecosostenibili, come i Br4, che hanno ottenuto 2 brevetti a livello europeo come tessuti elastici creati con poliammide bio-based e per il processo produttivo a basso consumo di acqua ed energia. I nostri agenti vanno spesso alle fiere e a incontri di settore per mostrare le nostre collezioni ai clienti, che possono personalizzare a loro piacimento.

Qual è il tessuto di punta che realizzate? Il nostro prodotto di punta, che oggi è diventato trasversale a numerosi articoli, è l’Exsplosive One. Un tessuto elastico e compressivo con un confort eccezionale,


che rende i capi perfettamente aderenti al corpo e al tempo stesso leggeri come una seconda pelle. Come create le fantasie sui tessuti? Si lavora con una tavoletta grafica, con la quale si disegnano le figure sui tessuti (ogni quadratino visibile sul computer è un punto maglia), in base al tipo di tessuto si scelgono la serie di aghi più adatti: monofrontura è una serie composta ognuna da 12 aghi; doppia frontura 2 serie di aghi. Intervista al referente del settore commerciale e marketing.

qualità dei filati al fine di realizzare proposte tessili moderne e competitive. E infine, quali sono i vostri obiettivi per il futuro? Di sicuro la sostenibilità per l’ambiente, mantenere la più alta qualità delle materie prime e ricerca sui tessuti tecnologici che rispondano alle esigenze più moderne del mercato. Intervista all’imprenditore Roberto Denna, Presidente dell’azienda.

Quali sono i vostri clienti? I nostri clienti sono tra i brand più importanti dell’alta moda e dell’abbigliamento commerciale, per citare alcuni esempi: Prada, Hermes, Lacoste. Quante richieste di acquisti avete in media al giorno? Al giorno abbiamo in media 40 richieste e chissà, magari anche quella di un brand famoso! Come fate a capire se un vostro prodotto è stato contraffatto e quindi non è originale? Molto semplice in verità, se anche un solo punto maglia di un tessuto viene cambiato, tutto il prodotto risulterà diverso, inoltre il materiale risulta di solito più scadente. Come fate a valorizzare il made in Italy? La qualità è una scelta che ogni azienda deve fare al suo interno. Per difenderci da prodotti di bassa qualità ci concentriamo su 2 aspetti: per prima cosa garantiamo competenza nella personalizzazione dei tessuti e disegni dei nostri articoli e in secondo luogo selezioniamo un’ottima

Si sente soddisfatto del lavoro svolto dall’azienda e dai suoi collaboratori? Un imprenditore non deve mai sentirsi arrivato e tirare i “remi in barca”. Nella nostra azienda bisogna sempre guardare avanti. La ricerca di nuovi filati, unita alle tecnologie più evolute, fanno la differenza e la classe dirigente ha il dovere di sperimentare sempre prodotti e materiali ogni giorno, pensando anche alle generazioni future.

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giovanni clerici e figli spa

La storia del futuro del tessile Alla fine dell’accurata visita in azienda, il cordiale signor Montonati, contitolare con il cugino Filippo Clerici dell’azienda ha risposto ad alcune domande che ci eravamo precedentemente preparati in classe. Quali competenze occorrono per svolgere questo lavoro? Per questo lavoro occorre un diploma e una qualifica specifica per i vari macchinari. Quali sono stati i cambiamenti dell’azienda nel corso del tempo? I cambiamenti sono stati un grande sviluppo, soprattutto in campo tecnologico ma anche in campo edile con un restauro della struttura. Quali sono i progetti per il futuro? Arrivare a trattare anche tessuti completamente artificiali. Quali sono le sue aspettative dai dipendenti? Il gruppo dei miei dipendenti è come una grande famiglia e da loro mi aspetto carisma e voglia di lavorare. Quanto vi impegnate nell’aspetto ecologico? L’azienda è munita di un impianto di depurazione delle acque reflue e di

impianti di abbattimento delle emissioni in atmosfera che elimina il tasso di inquinamento da noi rilasciato nell’aria. Quali sono state le sfide da affrontare nel corso degli anni? Dato che l’azienda esiste da più di un secolo le difficoltà sono state molteplici, ma la più ostica è sicuramente stata la crisi per cui abbiamo perso il 30% del nostro fatturato. Avete rapporti con aziende o clienti esteri? Le nostre relazioni con l’estero sono molto buone, infatti collaboriamo molto frequentemente con Austria e Regno Unito. Il suo lavoro le dà soddisfazioni? Il mio lavoro mi dà grandissime soddisfazioni. Quanti dipendenti ci sono in azienda? Attualmente ci sono 54 dipendenti.

Il concetto è uno: “Seminiamo oggi per raccogliere domani”

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l’acquisto di materia prima. SPECIALE

Qual è l’orario lavorativo? Le macchine lavorano a ciclo continuo mentre gli operai hanno turni da 8 ore, dalle 6:00 alle 14:00 e dalle 14:00 alle 22:00. Quando si è presentata la necessità di consegne urgenti, è stato introdotto un turno dalle 22:00 alle 6:00 di mattina.

2019

Nella produzione il ruolo dell’operaio è ancora fondamentale? Le macchine hanno facilitato molto il lavoro dell’operaio, ma senza l’uomo le macchine non funzionano quindi la presenza dell’operaio è ancora fondamentale.

Ci sono dipendenti donne? Al momento solo una. Che progetti ha per questa azienda? Il concetto è uno: “Seminiamo oggi per raccogliere domani”. Quando è stata fondata l’azienda? Nel 1869: nel 2019 sono stati festeggiati i 150 dell’azienda. È a conduzione familiare? Sì, l’attuale è la sesta generazione ma è già subentrata anche la settima. Cosa vi ha spinti a svolgere questa attività? Continuare la tradizione familiare, molta voglia di fare, abbondanza di acqua necessaria per la lavorazione e di vie di comunicazione che hanno favorito

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Cosa indossano gli operai? Sono obbligatori: scarpe antiinfortunistiche, occhiali, guanti, cuffie (quando il rumore supera la soglia degli 80 decibel), camici (quando necessario). Quali sono le norme di sicurezza? Si sono mai verificati incidenti? Le norme di sicurezza sono quelle obbligatorie previste dalla legge; non si sono mai verificati incidenti gravi. Avete degli obblighi verso l’agenzia delle dogane? Sì, infatti dobbiamo compilare dei moduli per tutte le merci in entrata. Ci sono corsi di aggiornamento obbligatori sul lavoro e sulla sicurezza? Sì, ne abbiamo appena sostenuto uno. Qual è il prodotto più trattato?

Classe 3A/3F Scuola L. Majno Gallarate


Nobilitiamo soprattutto tessuti destinati al settore della moda. Quali scuole avete frequentato? Istituti tecnici, professionali specializzati in meccanica, chimica tessile e tintoria. Lavorate prodotti destinati all’estero? Sì, vengono acquistati soprattutto dalle multinazionali. La crisi del 2008 ha pesato sulla vostra produzione? Sì, la crisi ha pesato molto sulla nostra produzione; fino al 2013 è stata molto dura, ma credendoci siamo riusciti a superarla.

Che tipi di tessuti vi chiedono gli attuali clienti? Ci sono differenze rispetto a quanto producevate una volta? Prima facevamo principalmente fodere per interni, prodotti a mono fibra ed ora abbigliamento soprattutto maschile e poco femminile a più fibre. Quindi c’è una differenza di composizione fibrosa che ora è più variegata. Perché non avete delocalizzato la produzione in un paese dove il costo della manodopera è più basso? Perché noi siamo finitori conto terzi, una volta ci era stato chiesto di delocalizzare ma non abbiamo voluto perché avrebbe significato licenziare i nostri collaboratori.

I prodotti da voi trattati vengono venduti a multinazionali? Sì, ad esempio Zara, ma anche altri marchi come Gucci, che però vengono forniti da diverse aziende. Quanto tempo impiegate per produrre un solo prodotto? Generalmente una settimana. Le piace il suo lavoro e lo consiglierebbe ad altri? Sì, mi piace molto il mio lavoro. La cosa più bella è avere passione, fare ciò che amiamo, ma soprattutto amare ciò che si fa. Siete soddisfatti del vostro lavoro? Sì e cerchiamo anche di soddisfare sempre i clienti, sperando che ritornino da noi. Quali sono le differenze tra un tessuto prodotto da voi ed un altro prodotto ad esempio in Cina? Il prodotto italiano punta più alla qualità e soprattutto viene realizzato con criteri di sostenibilità ambientale e sociale.

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SPECIALE

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gm inox srl

Le mille facce dell’acciaio Da quanto tempo esiste l’azienda? L’azienda esiste da 46 anni. È un’azienda a conduzione familiare? No, è una Srl cioè una società a responsabilità limitata. Da cosa prende il nome la ditta? Sono le iniziali del vecchio proprietario Che cosa producete? Produciamo e lavoriamo componenti in acciaio come condotti per oleodotti e altri componenti meccanici. Quali sono le materie prime che utilizzate e chi i vostri fornitori? La materia prima è l’acciaio fornito da fonderie del nord Italia. Quanti dipendenti ci sono? Nella ditta lavorano circa 20 lavoratori.

Facciamo la raccolta differenziata: i liquidi di scarto delle lavorazioni vengono raccolti in una vasca all’esterno e vengono smaltiti, mentre i trucioli vengono riciclati, mandandoli in fonderia per essere riutilizzati 148

Avete altre sedi in Italia o all’estero? Sì, i proprietari hanno altre 2 aziende, una a Villadosia e una a Mornago per lavorazioni diverse. Esportate all’estero? Se sì, verso quale Paese principalmente? Lavoriamo anche con Paesi esteri, ad esempio con la Norvegia.


Classe 3B

È necessario un titolo di studio per la mansione che svolge? Se sì quale? Siccome l’azienda punta molto sulla qualità dei prodotti, è necessario che i dipendenti abbiano una specializzazione che permetta di acquisire competenze specifiche per il lavoro svolto. Essendo un’azienda meccanica, saranno necessari diplomi forniti da scuole del settore tecnologico ad indirizzo meccanico. Le piace il suo lavoro? Si, è molto interessante. Ci sono stati momenti di crisi? Se sì, come li avete superati? Ci sono stati momenti di crisi prima che venisse comprata dalla famiglia Zema che per rendere l’azienda competitiva e per ampliare il mercato ha puntato soprattutto sulla qualità dei prodotti. Queste caratteristiche hanno permesso la collaborazione con la Norvegia.

Scuola G. Carducci Gavirate

Avete dovuto modificare gli impianti per rispettare l’ambiente? Se sì, come? Non abbiamo dovuto modificare gli impianti perché dall’inizio tutto era già adeguato alla normativa. Facciamo la raccolta differenziata e due volte all’anno i rifiuti vengono smaltiti. Per quanto riguarda i liquidi di scarto delle lavorazioni, vengono raccolti in una vasca all’esterno e vengono opportunamente smaltiti mentre i trucioli vengono riciclati mandandoli in fonderia per essere riutilizzati.

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goglio spa

SPECIALE

2019

Dalla carta velina alla plastica, che diventa risorsa Buongiorno! Ciao ragazzi. Come si chiama? Sono il signor Osvaldo Bosetti.

Quando è nata e come si chiama questa azienda? Questa azienda è nata nel 1850 e si chiama Goglio. La sede centrale si trova a Daverio. Perché questa azienda è più conosciuta delle altre? Perché offre non solo un prodotto, ma un sistema di prodotti e servizi per il confezionamento. In questa azienda tutti i processi produttivi vengono fatti all’interno.

L’arte di trasformare la plastica in risorsa

Abbiamo iniziato a produrre imballaggi flessibili e non rigidi perché abbiamo testato che in un autotreno l’imballaggio flessibile occupa spazio 29 volte in meno di un imballaggio rigido

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Quali sono le voci di produzione da cui si ricava il fatturato? Il fatturato proviene principalmente dagli imballaggi del caffè che sono il nostro principale prodotto. Cosa sono gli imballaggi flessibili? Sono una grande innovazione. Gli imballaggi flessibili sono tutti quei contenitori non rigidi che possono essere utilizzati per raccogliere o avvolgere diversi oggetti o alimenti e possono assumere svariate forme.


Perché avete iniziato a produrre imballaggi flessibili? Abbiamo iniziato a produrre imballaggi flessibili e non rigidi perché sono più sostenibili di altre soluzioni: ad esempio in un autotreno l’imballaggio flessibile occupa spazio 29 volte in meno rispetto a un imballaggio rigido. Quando si piega, un imballaggio flessibile occupa un volume uguale a quello di un foglio. Qual è la seconda risorsa dopo il caffè? L’imballaggio del pomodoro, ed è sviluppato principalmente in Italia e Cina. Prima di mettere i pomodori nel sacchetto bisogna sterilizzare sia il prodotto che il contenitore e questo permetterà di conservare meglio e più a lungo. Quali sono i settori di mercato? Caffè, cibi, piatti pronti, asettico,

Classe 3A Scuola B. Bossi Arcisate

alimentari, cosmetica, detergenti, bevande. Le macchine dell’azienda le spegnete o le lasciate sempre accese? Le lasciamo accese perché la riaccensione frequente costerebbe e consumerebbero molto di più, facendo in questo modo si lavora a turni, quindi anche di notte. Quanto fattura il gruppo Goglio in un anno? L’azienda fattura circa 375 milioni di euro all’anno.

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SPECIALE

2019

Dalla carta velina agli imballaggi alimentari Buongiorno Direttore, è disposto a rispondere a qualche domanda? Si, non c’è problema. Quando è nata la ditta e che cosa fabbricava alla sua nascita? L’azienda Goglio nacque a Rho nel 1850, e ai suoi inizi lavorava la carta velina a protezione degli abiti e dei cappelli, poi i sacchetti di carta. Ora invece di che cosa si occupa? Produciamo imballaggi plastici flessibili multistrato sia per alimenti che per altri scopi (ad esempio piatti pronti, bevande, pet food, detergenti). Noi produciamo bobine di laminato e sacchetti già preformati destinati al trasporto dei prodotti alimentari e non, proteggendoli dal deterioramento o dalla contaminazione. A cosa serve un imballaggio? L’imballaggio è molto importante: serve per proteggere al meglio il contenuto. È preferibile un imballaggio flessibile, ad esempio una busta molto sottile, come un foglio perché occupa molto meno spazio quando è vuoto rispetto ai classici barattoli o flaconi. Il risparmio di spazio permette una riduzione dei costi di trasporto e logistica, in quanto vi è un rapporto 1:29 in volume occupato da vuoto a favore del flessibile, che risulta essere la soluzione più sostenibile. Quali sono le fasi di produzione degli imballaggi? Prima di tutto produciamo il film di polietilene partendo dal granulo, che, una volta fuso negli estrusori a bolla, si

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trasforma in bobine di film termosaldante. La bolla prodotta dagli estrusori viene divisa ed avvolta in due bobine. Il film prodotto, che verrà utilizzato come strato saldante per poter sigillare il sacchetto una volta riempito, andrà unito ad uno strato barriera tipo film di alluminio e ad uno strato stampato, per rendere riconoscibile il prodotto al consumatore. Le fasi produttive sono quindi: estrusione; incisione cilindri rotocalco; stampa; abbinamento; taglio; confezione; sterilizzazione nel caso in cui debba contenere un prodotto sterile. Che tipi di plastica utilizzate? Utilizziamo 4 principali tipi di plastica: poliestere, polietilene, polipropilene, poliammide. Perché proprio la plastica flessibile? Perché il materiale flessibile è più semplice da trasportare e occupa meno spazio, infatti un camion che trasporta confezioni flessibili equivale a ventinove camion contenenti barattoli. L’imballaggio permette il trasporto in maniera più facilitata, protegge dall’ossidazione e dall’umidità. Prima di essere riempito, se necessario, viene sterilizzato per togliere i batteri.

L’imballaggio è molto importante: serve per proteggere al meglio il contenuto


Per cosa vengono utilizzati i sacchetti flessibili? Vengono utilizzati per imballare prodotti come caffè, prodotti alimentari, cosmetica e detergenza, pet food, piatti pronti, conserve vegetali in asettico (pomodoro e frutta) e prodotti industriali (granulo o prodotti chimici). Il caffè viene confezionato sottovuoto oppure viene applicata al sacchetto la valvola monodirezionale di degasazione, per permettere al CO2 rilasciato dal caffè di fuoriuscire. Senza la valvola le confezioni si gonfierebbero e rischierebbero di esplodere. Come sono fatti gli imballaggi, i laminati flessibili? Sono fatti da diversi strati di materiali, che uniti insieme hanno le caratteristiche migliori per conservare e proteggere i prodotti: ad esempio un film di poliestere che viene stampato a rotocalco tramite cilindri incisi, con un foglio di alluminio e uno strato di polietilene. Come fate a fare i disegni sul film? Inizialmente viene creato il disegno, la bozza di stampa richiesti dal cliente, poi incidiamo per la stampa rotocalco un numero di cilindri che dipende dalla grafica colori. Il processo di incisione avviene tramite una puntina in diamante sul cilindro in rame. Tutto il sistema è robotizzato. Il cilindro inciso successivamente viene immerso nell’inchiostro per eseguire la stampa. Se necessario, usiamo vecchi cilindri che riportiamo allo stato originale con un lungo processo di rigenerazione e li riutilizziamo. Oggi le confezioni rimangono uguali come a un tempo o avete adottato dei cambiamenti? C’è sempre un’evoluzione. Oggi ad esempio

abbiamo studiato l’impiego della plastica da riciclo e compostabile; a differenza della plastica riciclabile si può buttare nell’umido e può essere trasformato dai batteri, nell’arco di centottanta giorni, diventerà humus. Quanto tempo serve per produrre un film? Dai 40 metri al minuto ai 300 al minuto, in base alla tipologia di materiale. Qual è il numero massimo dei colori di un film? Sono 10 colori. Voi siete un’azienda internazionale? Sì, noi vendiamo in tutto il mondo. Molto interessante. Ma l’azienda ha sedi solo in Italia? No, abbiamo sedi in tutta Europa, in America, in Brasile, in India, in Giappone ed in Cina. Nelle varie sedi nel mondo ci sono 1800 persone, di cui 750 lavorano nella sede centrale a Daverio. Ci può dire un’altra cosa prima di andare, qualcosa sulla plastica? Noi abbiamo realizzato per primi il sacchetto flessibile per contenere pomodori in grande quantità (fino a 1.500 litri) e per inquinare meno, perché l’imballaggio flessibile è sostenibile. Si parla tanto dell’inquinamento della plastica nei mari; ricordiamo però che la plastica inquina solo perché gli uomini la abbandonano nella natura e non la smaltiscono correttamente.

Classe 3B Scuola B. Bossi Arcisate

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hupac spa

SPECIALE

Il circuito del trasporto intermodale

2019

Hupac SA, società fondata nel 1967 a Chiasso, è il principale gestore di rete nel trasporto intermodale in Europa; ha collegamenti con la Svizzera, l’Italia, la Germania, l’Olanda, il Belgio, la Polonia, la Russia e la Cina e può contare su circa 150 treni al giorno, 540 persone equivalenti a tempo pieno, 7.300 moduli carro di proprietà e 21 locomotive di linea o manovra. Il terminal di Busto Arsizio-Gallarate, inaugurato nel 1972, rappresenta uno snodo di fondamentale importanza per la società, come ha spiegato Francesco Russo, il nostro intervistato.

Classe 3F

Scuola G. Galilei Tradate

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Data la complessità della vostra realtà industriale, quali sono i vostri obiettivi di sicurezza? I nostri principali obiettivi di sicurezza riguardano la prevenzione di incidenti nei terminal e sulle linee ferroviarie, l’integrità delle unità di carico e il regolare funzionamento della flotta carri. Hupac rispetta le norme di legge in materia di sicurezza. Mettiamo a disposizione gli

strumenti, le risorse e i processi necessari a garantire un sistema di gestione della sicurezza adeguato, promuoviamo ogni iniziativa atta a prevenire inconvenienti o incidenti che possano compromettere la sicurezza e i nostri collaboratori sono formati adeguatamente per assolvere


alle loro funzioni in modo cosciente e responsabile. La sicurezza è il risultato di un gioco di squadra, che vede coinvolti collaboratori, partner, clienti e autorità di controllo. Come pensate di migliorare i trasporti? Il nostro obiettivo primario è il potenziamento della mobilità strada/ rotaia. Questo tipo di trasporto è stato introdotto in Europa cinquant’anni fa e oggi rappresenta un’importante opzione per il trasporto merci. Questo sistema di traffico combina diverse modalità di trasporto in un’unica filiera, sommando così i rispettivi vantaggi. Il settore conta circa 140 operatori. Come pioniere del trasporto combinato e leader nel transito alpino, Hupac si impegna per il costante potenziamento del sistema. Attraverso portali OCR controlliamo lo stato delle unità di carico intermodali che trasportano la merce, e tramite la piattaforma “WOLF” consentiamo alla clientela di seguire le varie fasi del trasporto combinato. Grazie a questo sistema, siamo stati premiati nel 2018 per la miglior logistica dell’anno. Oggi si parla molto di “green economy”: in che modo la vostra azienda pensa di poter incrementare la propria attività e allo stesso tempo tutelare l’ambiente? Hupac ha adottato il trasporto intermodale, che permette di ridurre le emissioni annue di anidride carbonica dell’89% e si è impegnata a ridurre l’inquinamento acustico, dotando i treni di freni a disco a bassa emissione fonica: il tema del rispetto ambientale è uno dei maggiori punti di forza del gruppo. Dal punto di vista dell’ambiente, il traffico costituisce un problema concreto. La logistica accetta questa sfida: con il concetto di Green Logistics essa mira a trasformare le

strategie, le strutture e i sistemi logistici per dar vita a processi logistici più rispettosi dell’ambiente e più efficienti nei termini di risorse impiegate. Scopo della Green Logistics è la creazione di un valore di impresa duraturo equilibrando efficienza economica ed efficienza ecologica. Il tema della Green Logistics sarà di grande attualità per gli anni a venire. C’è possibilità di viaggiare e confrontarsi con i lavoratori delle altre filiali o sedi? All’interno del nostro settore lavorativo ci capita frequentemente di viaggiare per confrontarci con i clienti; ritengo questo aspetto del nostro lavoro importante per la formazione e l’arricchimento delle conoscenze personali. Il Gruppo Hupac è composto da 22 società, con sedi in Svizzera, Italia, Germania, Olanda, Belgio, Polonia, Russia e Cina. Ogni società agisce in un preciso ambito, per proporre soluzioni avanzate e rendere più efficiente la risposta complessiva del Gruppo. Aperti al cambiamento e amanti delle sfide, diamo il massimo per migliorare il sistema intermodale e condividerne i frutti con il mercato. Coinvolgiamo i collaboratori nel sostenere i nostri principali valori: responsabilità, correttezza, rispetto. Bisogna studiare molto per svolgere questo lavoro? Per poter svolgere questo tipo di lavoro bisogna studiare molto e continuare a tenersi aggiornati, per fornire al cliente un servizio sempre più ricco e affidabile e per essere sempre competitivi sul mercato. Si aspettava di fare questo lavoro? No, infatti il mio percorso di studi spazia dal campo scientifico a quello umanistico. È importante studiare e avere l’umiltà per poter raggiungere i propri obiettivi.

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SPECIALE

2019

icr - incisione cilindri rotocalco spa

Una lezione davvero speciale In occasione della X edizione del Pmi Day, promossa dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, noi, ragazzi della 3C della Scuola Media di Origgio, abbiamo avuto l’occasione di effettuare una lezione straordinaria in... azienda. Siamo stati invitati a visitare la società ICR-Incisioni Cilindri, Rotocalco di Origgio, aderendo così al Progetto “Pmi Day - Industriamoci” che ha, tra gli altri, lo scopo di favorire l’orientamento di noi giovani nel mondo del lavoro. Giunti in loco, siamo stati accolti da

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Gianmatteo, Responsabile Commerciale, che gestisce il rapporto tra clienti e azienda da ormai 12 anni. Ci ha descritto con pazienza e professionalità tutti i passaggi di produzione che si svolgono all’interno dell’impresa. Incuriositi dal percorso illustrativo, lo abbiamo intervistato. Cosa produce la vostra azienda? Produciamo cilindri per la stampa di etichette e imballaggi alimentari, ormai dal 1976.


Per quanto mi riguarda, ho frequentato il Liceo Scientifico, poi l’università per laurearmi in Economia Aziendale, ma la formazione richiesta è varia: si va da un percorso tecnico/professionale ai diplomi di laurea. In questa azienda, come in tante altre, sono richieste diverse capacità, a seconda dell’ambito in cui lavori. Progettazione, produzione, amministrazione, commerciale, direzione: per ciascuna di queste aree, vi sono degli studi specialistici. In questa azienda si effettua l’alternanza scuola-lavoro? Sì, c’è questa opportunità; se poi il ragazzo mettesse in luce particolari competenze, potrebbe essere facilmente assunto. Quanti cilindri vengono prodotti e qual è il costo di un pezzo? Si lavora su ordinazione: in media, 70/80 cilindri al giorno, per un totale di circa 19.000 all’anno; il prezzo varia dai 250 ai 2.000 euro, dipende dalla grandezza del cilindro. Quanti sono i lavoratori di questa impresa? Sono circa 70, prevalentemente uomini, le donne ricoprono ruoli per cui non è richiesto uno sforzo fisico continuo, quindi non in produzione ma in amministrazione, gestione personale. Quale titolo di studio è necessario per essere assunti?

Produciamo cilindri per la stampa di etichette e imballaggi alimentari, ormai dal 1976

Un’ultima domanda: questa ditta è green? Sì, le sostanze inquinanti vengono trattate per non inquinare e gli scarti di produzione vengono ceduti ad altre imprese per il riciclo dei materiali. Prendersi cura dell’ambiente è un dovere di tutti. A fine intervista, il nostro cicerone ci ha salutato, congratulandosi con noi per l’impegno e l’attenzione che abbiamo assunto durante la visita e ci ha donato un simpatico gadget. Questa lezione ci ha dato un’ulteriore conferma: il futuro è nelle nostre mani e dobbiamo impegnarci per Classe 3C raggiungere i nostri obiettivi. Scuola Da parte nostra: AZIENDA PROMOSSA... A PIENI VOTI!

relli G. Schiapa Origgio

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SPECIALE

2019

ilma plastica srl

Paraurti (e plastica) per tutto il mondo Il giorno 8 novembre, la classe 3C della Scuola Secondaria di Primo Grado “E. Fermi” di Comerio, nell’ambito del progetto Pmi Day 2019, ha visitato l’azienda ILMA Plastica di Gavirate. Dopo la visita dei vari reparti di amministrazione, di progettistica e di lavorazione, accompagnati da personale cordiale e disponibile, alcuni ragazzi si

sono trasformati in giornalisti e hanno posto domande relative all’esperienza della mattinata ad Alessandra Caraffini, responsabile del personale. Che cosa significa la sigla ILMA? La sigla ILMA sta per Industria Lavorazione Materiale Autartico. Infatti, le origini dell’azienda, risalgono all’epoca prebellica, quando il fondatore iniziò l’attività con la produzione di beccucci per pipe.

La plastica come alleata dell’ambiente

Noi produciamo principalmente stampi per parti plastiche di medie e grandi dimensioni. In particolare, paraurti e bagagliai per marchi automobilistici importanti

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Visto che la plastica viene spesso demonizzata, quali provvedimenti avete


adottato per smaltire gli scarti e ridurre l’inquinamento? Per affrontare il problema dell’inquinamento ambientale, gli scarti vengono macinati e riconvertiti in flake per poter essere riutilizzati come materia prima. Inoltre, non utilizziamo plastiche ad alto tasso inquinante. Vengono regolarmente eseguiti test per verificare l’impatto sull’ambiente dei nostri prodotti. Avete contatti con aziende o mercati esteri? In quali paesi? È quindi necessario conoscere altre lingue oltre all’inglese? Sì, assolutamente, infatti l’85% dei nostri scambi avvengono con aziende estere. Riguardo alle lingue, è molto importante conoscere l’inglese, ma richiediamo anche il tedesco e il francese, dato che questi sono i paesi con cui commerciamo di più. Uomini e donne svolgono le stesse mansioni? Fanno gli stessi turni di lavoro? La loro retribuzione è uguale? Prima di tutto bisogna sapere che in ILMA

lavorano soltanto 20 donne su 200 addetti perché il lavoro in fabbrica è prevalentemente maschile, in quanto richiede forza fisica. Le donne svolgono principalmente lavori amministrativi e di precisione. La retribuzione è uguale o la differenza è poca. Per scelta aziendale le donne non fanno turni notturni.

Classe 3C Scuola E. Fermi

Comerio

In che cosa è specializzata la vostra produzione? Noi produciamo principalmente stampi per parti plastiche di medie e grandi dimensioni. In particolare, paraurti e bagagliai per marchi automobilistici importanti come Lamborghini, Audi, Mercedes, Maserati, Toyota e altri oggetti quali contenitori industriali e componenti d’arredamento.

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SPECIALE

2019

Paraurti per tutto il mondo Cosa producete? Produciamo parti di auto in plastica, soprattutto paraurti. Quanto tempo ci si mette per progettare un oggetto al computer? Ci si mettono 2-3 mesi.

Classe 3D Scuola Media Leggiuno

Quali sono le fasi di lavorazione del materiale? Le fasi di lavorazione del materiale sono 3:

sgrossatura, controllo, finitura. In cosa consistono? La sgrossatura consiste nel ripulire il ferro, il controllo nel verificare che il pezzo è perfetto, la finitura nel definire l’oggetto. Come arriva la plastica? La plastica arriva sotto forma di cisterne o contenute in sacchi di grandezze diverse. Quanto tempo ci si impiega per realizzare un pezzo?

L’imballaggio è molto importante: serve per proteggere al meglio il contenuto. È preferibile un imballaggio flessibile: una busta molto sottile o un foglio per esempio, occupano molto meno spazio quando sono vuoti rispetto ai classici barattoli.

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Ci si impiega dai 3 ai 4 mesi. Quante ore si lavora al giorno? Otto ore. Quale scuola va fatta per lavorare in azienda? L’istituto tecnico o l’istituto professionale.

“Quali sono le fasi di lavorazione del materiale? Le fasi di lavorazione del materiale sono 3: sgrossatura, controllo, finitura”

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imp spa

SPECIALE

2019

A lezione di valori d’impresa Redazione di Varesefocus www.varesefocus.it “Investire in tecnologie sempre più avanzate e in risorse umane preparate e motivate rimane sempre e comunque l’arma vincente di un’azienda che si sforza di acquisire le esigenze dei propri clienti e

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di fornire agli stessi le soluzioni adeguate”. È così che Alberto Proserpio, fondatore e Presidente dell’azienda saronnese IMP Spa definisce la filosofia che ispira da sempre il lavoro della sua impresa a cui, nell’ambito del Pmi Day 2019, hanno fatto visita gli studenti della 3C dell’Istituto Comprensivo “Leonardo da Vinci” di Saronno.


Ragazzi e ragazze che hanno potuto toccare con mano i principi che sono alla base delle attività di un’azienda che dal 1978 si occupa della progettazione e costruzione di stampi per la lavorazione di resine termoplastiche e termoindurenti destinati alla produzione di componenti di alta precisione. Automotive, elettrodomestici, meccanico, elettronico, elettrotecnico, elettromeccanico, informatico, telecomunicazioni, medicale, alimentare e tessile. Questi i settori che vengono serviti dalla IMP. Impresa che fa del legame con il territorio un fattore fondamentale di competitività. Un elemento questo coerente con l’adesione dell’azienda al Pmi Day e che emerge con estrema chiarezza navigando sito internet aziendale: “IMP - si legge - vede l’opportunità di fare industria manifatturiera in Italia, con forte radicamento nel proprio territorio, dal quale guardare al mondo e dal quale partire per raggiungere destinazioni sempre più lontane, dove portare con i propri prodotti know-how e tecnologia”. Sono parole che possono spiazzare i ragazzi, legati come sono ad un immaginario collettivo costruito intorno ad un mondo dell’industria dipinto come una realtà spinta solo dalle motivazioni del business. A fare da carburante propulsivo dell’azione della IMP sono, invece, anche altri valori: “Tecnica, fiducia, convinzione, ottimismo ed entusiasmo”. Scrive ancora il fondatore Proserpio sulla propria vetrina web: “Lo sviluppo dell’area tecnica ha premesso ai nostri clienti di acquisire le migliori proposte tecnologiche scegliendo e riconoscendo il nostro ‘fare’, in sostanza premiando il nostro lavoro. La società è così cresciuta come ora appare facendo perno sulla capacità di promuovere tecnologia vincente, espressa con coraggio dai tecnici preposti e partecipanti allo sviluppo”. Risultato: l’azienda è oggi uno dei leader nel proprio settore. Come c’è

riuscita? “Creatività innovativa, qualità senza compromessi, competitività della produzione, massima flessibilità, ottimizzazione del servizio”. La lezione ai ragazzi è servita. “Abbiamo accolto con grande piacere questi ragazzi e abbiamo preparando loro un percorso di conoscenza che non si limitasse alla nostra azienda ma che li accompagnasse prima di tutto a conoscere la plastica e tutti i polimeri derivati dal Petrolio e le molteplici possibilità di riuso e riciclo. Abbiamo chiesto poi ai ragazzi a fine visita di darci un feedback compilando un piccolo commento e ci ha piacevolmente stupito che quasi tutti al termine reclamavano più tempo per poter vedere meglio e con più calma i reparti che tanto li hanno incuriositi. Siamo felici di averli accompagnati in questo breve viaggio nel mondo dell’industria”, commentava Pietro Insinnamo della IMP sulle pagine del volume “Le imprese per gli studenti del territorio”, ideato per celebrare l’edizione da record del Pmi Day 2018.

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SPECIALE

2019

impreglon italia srl

L’azienda che ricopre tutto

Che cos’è un’impresa? Un’organizzazione complessa formata da varie persone, ognuna delle quali ha un determinato ruolo e lavoro da svolgere, un’attività economica basata sulla produzione e sui servizi

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Mercoledì 20 novembre 2019 la classe 3A della scuola media “G. Schiaparelli” ha visitato l’azienda Impreglon Italia Srl, nell’ambito del progetto Pmi Day. La giornata dedicata alle piccole e medie imprese. Innanzitutto, che cos’è un’impresa? Un’impresa è un’organizzazione complessa formata da varie persone, ognuna delle quali ha un determinato ruolo e lavoro da svolgere. Essa è un’attività economica basata sulla produzione e sui servizi. Durante la visita i ragazzi hanno visitato i 3 ambienti che costituiscono l’azienda: produzione, magazzino e ufficio. Hanno inoltre avuto modo di intervistare lo staff lavorativo.


Classe 3A Scuola elli G. Schiapar Origgio

Negli uffici la classe ha incontrato Luca Garone, Ceo di Impreglon, il quale ha risposto alle curiosità degli alunni. Di cosa si occupa Impreglon? Impreglon si occupa di rivestimenti in grado di modificare le caratteristiche di un determinato prodotto, rendendolo adatto a vari tipi di esigenze: antiaderenza, anticorrosione, resistenza ad alte temperature, antiusura e scorrimento. Quante persone lavorano nell’azienda? Lo staff è formato da 30 persone che permettono il giusto funzionamento della stessa. Qual è il tuo compito? Impreglon ha rapporti con l’estero? Sì, commercia con Germania, Stati Uniti e Sud-Est asiatico. È in forte crescita il mercato asiatico. Inoltre, Impreglon ha un contratto di Licenza con l’azienda tedesca Aalberts. Nella zona della produzione gli studenti hanno potuto ammirare i processi e le varie fasi di lavorazione. Hanno intervistato un addetto, che si occupa della sabbiatura.

In cosa consiste il tuo lavoro? Io elimino i residui dei vecchi rivestimenti e, grazie al corindone, rendo ruvide le superfici per renderle adatte alle successive lavorazioni. È pericoloso il tuo lavoro? Utilizzando le giuste precauzioni posso lavorare tranquillamente e senza subire danni. Infine, i ragazzi hanno visitato il magazzino, dove hanno conosciuto gli operai che si occupano del controllo in entrata e in uscita del prodotto. Questa fase è stata spiegata loro da Daniele. Qual è il tuo compito? Io controllo il prodotto finito prima di riconsegnarlo al cliente attraverso particolari strumenti che mi aiutano a verificare la qualità del pezzo.

“Impreglon ha rapporti con l’estero? Sì, commercia con Germania, Stati Uniti e Sud-Est asiatico. È in forte crescita il mercato asiatico”

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SPECIALE

2019

inticom spa

L’intimo made in Gallarate

Quali motivazioni l’hanno spinta a lavorare in questo settore, Dott. Paolo Masciandaro? Per la curiosità e la voglia di lavorare in un’azienda dopo la precedente esperienza nel settore finanziario come consulente. Lei è l’ad di Inticom, ma quante ore lavora al giorno?

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Dipende. In media 12/13 ore al giorno. Quando è stata fondata l’azienda? È stata fondata nel 2001. Perché l’azienda è stata fondata proprio a Gallarate? L’azienda nasce dalla collaborazione tra la famiglia Cimmino, con esperienza nel


Classe 3B settore retail ed una famiglia di Samarate (la famiglia Garda) esperta di prodotto. Nel 2011, con l’unione tra la famiglia Cimmino e la famiglia Carlino (proprietaria del marchio Carpisa) nasce il Gruppo Pianoforte. L’azienda ha sempre avuto lo stesso nome dalla fondazione oppure è cambiato? Ha sempre avuto lo stesso nome. Da dove deriva il nome Yamamay e perché la scelta di questo nome? Deriva dal nome scientifico di un baco da seta proveniente dal Giappone, il Bombix Yamamay. Il Cavalier Cimmino Luciano, sfogliando un libro della scuola di avviamento professionale, lesse la storia di questo baco da seta e, colpito dall’esoticità del nome, lo scelse. Il nome è affascinante anche perché è un palindromo, cioè si può leggere da destra a sinistra nello stesso modo.

Attualmente ci sono 1.313 negozi in 52 paesi, di cui 900 solo in Italia: 2.300 sono le persone occupate in 10 paesi. Il volume di vendita totale è intorno ai 500 milioni di euro, 28 milioni sono i pezzi venduti e 14 milioni gli scontrini emessi

Scuola L. Majno Gallarate

Quante sedi avete in Italia e all’estero? Attualmente ci sono 1.313 negozi in 52 paesi, di cui 900 solo in Italia: 2.300 sono le persone occupate in 10 paesi. Il volume di vendita totale è intorno ai 500 milioni di euro, 28 milioni sono i pezzi venduti e 14 milioni gli scontrini emessi. Quale dei 3 brand Carpisa, Yamamay, Jaked è il più venduto? Yamamay e Carpisa. In futuro prevede che l’azienda si interesserà ad altri prodotti? L’azienda nel corso degli anni si è sempre interessata ad altri prodotti come testimoniano la nascita della collezione Yamamay Beauty e Yamamay Home. Perché non pensare ad una linea Yamamay Spa o Yamamay Cafè o Yamamay Nails, per esempio? Dove si trovano le vostre sedi di produzione? Si trovano per il 60% circa in Cina, in Bangladesh, Vietnam, Sri Lanka, India, Albania e Marocco. All’inizio l’azienda produceva altro? No. L’azienda si è sempre occupata di intimo. Come si attua la produzione, con quali macchinari e tecnologie? Vengono utilizzate macchine che tagliano,

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SPECIALE

2019

che cuciono, ma molto lavoro è manuale.

un Head of Designer.

Quali figure professionali si occupano della produzione? Ci sono figure che si occupano dell’ideazione, del disegno e della realizzazione dei modelli, quindi sono designer, modelliste, sarte. Poi ci sono altre figure professionali come il buyer, il Product Manager, il Quality Manager, figure occupate nell’area Ricerca e Sviluppo.

Quali sono le fasi decisionali e di progettazione che portano alla realizzazione di un determinato prodotto? La progettazione è il frutto di un processo decisionale condiviso tra diversi attori: merchandising, stile, visual, commerciale, marketing e comunicazione.

Quanti sono gli occupati in questa azienda? Sono circa 200 a Gallarate, come gruppo gli occupati sono circa 2.000, solo in Yamamay 900. Quali strategie di marketing vengono adottate per promuovere l’azienda? L’azienda investe molto in marketing ed advertising: cataloghi, affissioni sul territorio nazionale, campagne stampa, sponsorizzazioni e campagne sui principali social e online media (Facebook, Instagram, sito internet). Chi disegna i vostri capi? Uno staff creativo coordinato dalla Dott.ssa Barbara Cimmino (Product Director) e da

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Quali persone famose indossano i vostri capi? Per Yamamay, ad esempio, Cristiano Ronaldo e Giorgina Rodriguez. Importanti testimonial sono stati Jennifer Lopez, Emily Ratajkowski, Naomi Campbell, Bob Sinclair, Marica Pellegrinelli, Eva Erzigova, Bar Rafaeli. Per Jaked: Federica Pellegrini, Massimiliano Rosolino, Marco Orsi, Fabio Scozzoli. Per Carpisa: Penelope Cruz, Joaquin Cortes. Come fate a contattare le persone famose? L’ufficio Comunicazione e Marketing, oltre a ricevere sollecitazioni dalle agenzie, contatta personaggi noti, in linea con la strategia da perseguire e l’immagine del brand.


Noi ci siamo!

Seguici

A luglio 2020 il Gruppo di Varese contava 215 iscritti: un gruppo multiforme per genere, età ed appartenenza dell’impresa al gruppo merceologico e dal cui confronto emerge un Movimento dinamico e attivo.

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romuovere la cultura d’impresa e migliorare la competitività imprenditoriale, sostenere lo sviluppo economico e valorizzare il ruolo sociale dell’imprenditore, favorire il confronto costruttivo di esperienze, idee e opinioni, agevolare il dibattito positivo e dialettico con un coinvolgimento attivo e formativo. È questa la mission del Movimento perseguita con diverse iniziative: dalla cultura d’impresa alla formazione, dall’orientamento alle visite aziendali, dalla vita associativa a quella interassociativa.

Attività che il recente lockdown dovuto alla pandemia non ha fermato. A partire da quelle sul fronte Education come racconta la Presidente del Gruppo, Giorgia Munari: “Nostro compito è da sempre quello di promuove le attività di orientamento al fine di contribuire alla formazione della classe dirigente del domani e, anche in un contesto così delicato, abbiamo scelto di metterci in gioco supportando la didattica a distanza. Ne siamo felici perché gli Istituti del Territorio e gli studenti hanno risposto con entusiasmo e partecipazione aderendo numerosi al progetto”. In particolare, sono state due le attività di education portate avanti, la simulazione dei colloqui di lavoro e gli incontri di orientamento: “nelle due iniziative rivolte agli studenti dell’ultimo anno delle scuole superiori abbiamo creato momenti di riflessione sul mondo del lavoro e avvicinato il mondo scuola al mondo impresa: attraverso le nostre testimonianze è stato possibile diffondere la cultura d’impresa tra i giovani che, seppure virtualmente, sono entrati in azienda approfondendone i ruoli, le competenze e le progettualità” racconta Jacopo Novello, Vice Presidente del Gruppo con delega all’Education. Il Gruppo ha organizzato diversi incontri formativi in modalità webconference dedicati alla Comunicazione, allo Smart working e, in collaborazione con

Il Gruppo Giovani Imprenditori è un Movimento di persone costituito nell’ambito dell’Unione Industriali di Varese la cui appartenenza, espressione di un’imprenditoria dinamica e propositiva, ha carattere personale: Giovani, perché di età compresa tra i 18 e i 40 anni Imprenditori, perché per farne parte è necessario avere responsabilità di gestione nell’impresa, regolarmente iscritta all’Unione

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la società di servizi dell’Unione, Univa Servizi, all’approfondimento degli aspetti legati alla maturità digitale nelle aziende. “Il nostro Gruppo punta molto sulla formazione con molteplici obiettivi: migliorare le competenze e le abilità degli iscritti, creare momenti di confronto e riflessione, approfondire tematiche e argomenti di interesse ed attualità”, così Martina Giorgetti, Vice Presidente con delega alla Formazione.

no di noi abbia affrontato con determinazione i cambiamenti necessari”. Il prossimo appuntamento sarà in autunno con un corso sul “Futuro Anteriore”. L’obiettivo? Guidare gli iscritti attraverso le dinamiche peculiari del cambiamento e prefigurare nuovi scenari, affrontando le difficoltà e mantenendo l’attenzione centrata sui vantaggi. Un argomento di attualità da poter applicare immediatamente nelle azioni quotidiane.

A completare il quadro delle attività alcuni incontri virtuali nei quali gruppi di giovani si sono confrontati sui cambiamenti, le novità e le criticità di questo difficile periodo: un’occasione di aggregazione e di conoscenza da cui sono emerse visioni variegate come sostiene la Vice Presidente Vanessa Barea con delega al Marketing: “Sono stati incontri molto apprezzati dai partecipanti finalizzati a confrontarci e agevolare il dibattito in un momento così delicato. Interessante vedere come ogni realtà aziendale abbia gestito la situazione e come ognu-

Il Movimento a livello nazionale vanta un totale di circa 13.000 iscritti e Riccardo Di Stefano è il Presidente neoeletto dei Giovani Imprenditori di Confindustria. Trasformazione digitale, formazione continua, competitività e sostenibilità, Made in Italy e catene globali del valore: queste le parole chiave delle linee programmatiche della nuova presidenza.

SEI UN GIOVANE AMBIZIOSO E CURIOSO DEL MONDO IMPRENDITORIALE? CONTATTACI! 0332 251000 I WhatsApp 334 3040479 I segreteria.ggi@univa.va.it I www.ggi.univa.va.it articologgi.indd 1

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irca spa

SPECIALE

Un’eccellenza culinaria

2019

Classe 3G

Il 25 novembre 2019 la classe 3G della scuola media “Ismaele Orlandi” si è recata in visita d’istruzione all’azienda IRCA di Gallarate. Gli studenti si sono ritrovati nell’Academy e sono stati guidati

Scuola I. Orlandi Cassano Magnago

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da Massimo Cestaro, HR Director e dalla sua collega Veronica Orlando, Event & PR Manager. Arrivati all’interno dell’Academy i ragazzi si sono accomodati e l’HR Director, tramite alcune slide, ha iniziato a presentare l’azienda e i suoi obiettivi. Al termine della presentazione due ragazzi si sono fatti volontari per aiutare Paolo


Parinetti, R&D Specialist, a preparare le margarine. I 2 compagni hanno poi riferito la loro esperienza al resto della classe: hanno diviso la sfoglia in quadrati e successivamente si sono divisi i ruoli. Mentre uno di loro bagnava con l’acqua le sagome, l’altro piegava le sfoglie. Dopo averle fatte cuocere per alcuni minuti, le hanno sfornate e tagliate per offrirle agli altri compagni e alla professoressa. Quando sono tornati il direttore ha risposto ad alcune domande: “Dov’è nata IRCA”, “Com’è nata?” e “Che cosa produce?” ed ecco che cosa hanno scoperto. Il nome “IRCA” significa “Industrie Riunite Chimiche Alimentari” e prende il nome dalla precedente realtà dell’azienda, ossia la produzione di aromi di liquori. È una società nata in Italia, a Gallarate, nel 1919 e che, quindi, nel 2019 ha compiuti 100 anni. IRCA è un’industria alimentare che produce molte varietà di cioccolato ma anche inclusioni come creme, alimenti e decorazioni per dolci. Ogni giorno sperimenta nuove tipologie di prodotti creati sulla base delle variazioni delle tendenze moderne dei consumatori. Tutto questo avviene nelle sale “One to Many” dove i dipendenti

possono imparare dagli ambassador e nelle sale “One to One” dove dipendenti e ambassador realizzano il vero e proprio processo di creating. IRCA è inoltre fornitore di cioccolato e altri ingredienti per aziende che producono prodotti finiti. Ascoltando il parere dei ragazzi è emerso che la visita aziendale è stata molto utile da un punto di vista dell’orientamento perché ha dato loro una visione più concreta di come funziona un’azienda e di che cosa significa lavorarci.

IRCA è un’industria alimentare che produce molte varietà di cioccolato ma anche inclusioni come creme, alimenti e decorazioni per dolci. Ogni giorno sperimenta nuove tipologie di prodotti creati sulla base delle variazioni delle tendenze moderne dei consumatori 171


SPECIALE

2019

ivng spa

La sicurezza della provincia prima di tutto

Perché visitare un’azienda all’età di 13 anni? L’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, come di consueto, anche nel 2019 ha accolto gli alunni delle classi terze della Scuola Secondaria di Primo Grado nelle proprie aziende per avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro, in un periodo della vita degli adolescenti che implica una scelta molto importante: quale scuola intraprendere dopo gli esami? I.V.N.G. Spa di Gallarate, il 25 novembre, ha aperto le porte agli alunni di 3E della scuola Majno. Ad accoglierli il Cda, nella persona del dr. Merlo, Presidente dell’azienda, che si occupa di vigilanza. Chi ha fondato l’azienda? Nel 1950 Mario Merlo, padre dell’attuale presidente, fonda il primo istituto di vigilanza, con lo scopo di tutelare una città diversa da quella che viviamo oggi; i Classe 3E dipendenti dell’azienda, muniti di bicicletta, Scuola avevano il compito di L. Majno sorvegliare le abitazioni e le aziende rientranti nel Gallarate territorio del Comune di Gallarate. Oggi l’impresa è ben più complessa, con una

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struttura che comprende, oltre all’Istituto di Vigilanza, anche ELMA Group Service e EYESWISS, le quali offrono un servizio di Global Service e di progettazione di sistemi di videosorveglianza ad alto livello tecnologico. Appena entrati gli alunni, curiosi ed interessati, sono stati accolti nella sala conferenze e, dopo un primo momento di ascolto, si sono improvvisati giornalisti per un giorno, ponendo agli interlocutori domande relative all’azienda. L’ospitalità del personale ha permesso agli studenti di approfondire le loro conoscenze riguardo l’ambito del lavoro e della sicurezza non solo fisica ma anche in rete.


La responsabile del personale ha inoltre spiegato loro il suo ruolo all’interno dell’azienda e la sua attività rispetto alle assunzioni, soffermandosi sull’importanza, oltre di un buon curriculum, dell’immagine che ciascun richiedente di lavoro deve avere. La visita ha permesso ai gruppi di visitare la centrale operativa dove gli impiegati lavorano e ricevono chiamate ventiquattro ore su ventiquattro. Supervisionando le aree poste in tutela, hanno visitato altresì il deposito mezzi dove gli studenti hanno avuto modo di salire a bordo di un furgone blindato con tanto di cassaforte predisposta per il trasporto valori. La visita si è conclusa con una merenda, offerta dall’azienda, che ha soddisfatto il palato degli studenti e, al momento dei saluti ogni studente ha ricevuto un gadget con sopra riportato il nome dell’azienda

come ricordo della giornata. Il giudizio degli alunni sul progetto è estremamente positivo perché ha permesso loro di capire che lo studio, l’impegno e l’immagine che ciascuno costruisce di sé, sono fondamentali per accedere al mondo del lavoro.

Nel 1950 Mario Merlo, padre dell’attuale presidente, fonda il primo istituto di vigilanza, con lo scopo di tutelare una città diversa da quella che viviamo oggi 173


SPECIALE

2019

la giardiniera srl

Occhiali per tutti i gusti Redazione di Varesefocus www.varesefocus.it Occhio attento, da vero osservatore. È questo quello che serve per scoprire e conoscere quello che si cela dietro alla produzione industriale di occhiali da vista. E i ragazzi della classe 2C della Scuola Secondaria “E. Fermi” di Venegono Inferiore, nell’ambito del progetto Pmi Day, hanno avuto l’opportunità di toccare con mano l’esperienza maturata nel corso degli anni dalla Giardiniera Srl di Venegono

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Inferiore. Design, tecnologie avanzate, innovazione e soluzioni “fresche” sono solo alcune delle caratteristiche degli occhiali firmati dall’azienda varesina. “È sempre emozionante vedere questi ragazzi che si avvicinano alla nostra realtà manifatturiera e sgranano gli occhi quando capiscono quanto lavoro sta dietro ognuno degli occhiali che realizziamo”, affermava Stefania Antognazza, Direttore Generale delle Vendite, durante l’edizione 2018 del Pmi Day. Entusiasmo che è stato confermato anche quest’anno da parte dei ragazzi “la


loro naturale curiosità riaffiora e riescono ad immergersi in un mondo per molti di loro completamente nuovo”, ha proseguito Antognazza. Quasi 50 anni dalla sua fondazione. Costruita nel 1973 da Gianluigi Antognazza, La Giardiniera è un’azienda italiana di medie dimensioni specializzata nella produzione di occhiali sia in plastica iniettata che in acetato. “La nostra sfida è quella di offrire soluzioni innovative e personalizzate, realizzando prodotti di alta qualità, esportando i nostri occhiali in tutto il mondo. In stretto contatto con i nostri clienti, curiamo il processo dall’ideazione alla produzione, valorizzando il “bello e ben fatto” italiano. I nostri occhiali sono realizzati con tecnologie all’avanguardia e manodopera altamente specializzata nella sede storica di Venegono Inferiore, offrendo la garanzia di un prodotto 100% made in Italy”: Questa la mission dichiarata dell’impresa. I ragazzi sono stati guidati nel loro tour da Pier Giorgio Antognazza, Titolare della Giardiniera. Hanno visitato tutta la produzione. Dal montaggio dell’occhiale

di plastica, sia iniettato che in acetato, ai test per il controllo qualità e verifica degli standard per la vendita. Ma le curiosità non finiscono qui. Una chicca particolare ed interessante riguarda il settore della cosmesi. Settore per cui La Giardiniera realizza prodotti di vario genere come contenitori per cosmetici e anche alcuni elementi componentistici dei Phon.

Stefania Antognazza: “È sempre emozionante vedere questi ragazzi che si avvicinano alla nostra realtà manifatturiera e sgranano gli occhi quando capiscono quanto lavoro sta dietro ognuno degli occhiali che realizziamo” 175


SPECIALE

2019

la termoplastic f . b . m . srl

Gira la padella il manico lo fanno loro Guardare il manico delle pentole di casa è stata una vera rivelazione: molti di loro sono prodotti dall’azienda di Arsago Seprio che siamo andati a visitare nell’ambito del nostro percorso scolastico di orientamento alla scuola superiore. La zona industriale del nostro piccolo paese è molto attiva, ma non sapevamo che ci fosse La Termoplastic F.B.M., una fabbrica leader nella produzione di manici in materiale termoindurente, che vende in più di 60 paesi nel mondo e ha ben 3 fabbriche all’estero (in Brasile, Cina e Messico).

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“I nostri nonni hanno iniziato con il manico delle caffettiere ed ora, 50 anni dopo, produciamo accessori unici che esprimono eccellenza ed ergonomia” ci dicono due dei membri della famiglia proprietaria dell’azienda. Portano avanti i valori dell’imprenditorialità ed esperienza di famiglia, ma sono orgogliosi di aggiungere anche: “Continuiamo a guardare avanti nella ricerca di innovazione, garantendo con i nostri prodotti quell’italianità che si traduce nel bello, nello stile e nella qualità dei materiali”. Molte sono le figure


Classe 3C

Scuola A. Toscanin i Arsago Sepri o

professionali che lavorano in azienda per garantire questo risultato: manager, ma anche e soprattutto tecnici e operai. Alle nostre domande: “Quali requisiti o titoli di studio bisogna avere per essere la persona che si occupa della progettazione o della produzione?” Le risposte sono state puntuali ed esaurienti: un’adeguata esperienza e preferibilmente laurea per le mansioni di dirigenza e management (economia, ingegneria, lingue), diplomi degli Istituti Tecnici, ma anche delle scuole professionali (contabile, meccanico, meccatronico, elettricista) per gli altri ruoli. “Durante il colloquio per essere assunti in azienda bisogna arrivare con un buon

“I nostri nonni hanno iniziato con il manico delle caffettiere ed ora, 50 anni dopo, produciamo accessori unici che esprimono eccellenza ed ergonomia” ci dicono due dei membri della famiglia proprietaria dell’azienda

profilo, ma soprattutto dimostrare di avere le idee chiare e... voglia di fare”, ci sentiamo anche dire. Da ultimo la nostra curiosità riguarda il rispetto dell’ambiente. “Tutto è regolato da certificazioni che attestano la sostenibilità ambientale, tutta la nostra produzione e i materiali di scarto entrano nel circolo del recupero e quindi non inquinano”, ci spiegano le maestranze. Questa risposta ci è piaciuta molto: “La Termoplastic F.B.M. è davvero una bella azienda… ed è green!”

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SPECIALE

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la tipografica varese srl

Stampando chilometri di libri

Ha scelto questo lavoro da solo/a o con la famiglia, signor Gianandrea Redaelli? Quando ero bambino Classe 3C venivo sempre a trovare mio nonno Scuola in azienda. È in quei A. Frank momenti che mi è venuta la grande Varese passione per l’Azienda. Quando sono cresciuto ho fatto altri lavori ma, ad un certo punto della mia vita mi sono reso conto che questo forte sentimento che avevo mi stava chiamando, la fabbrica mi “chiamava”.

L’azienda funziona 24 ore al giorno, quasi 7 giorni su 7. Lavoriamo soprattutto d’estate, per stampare i libri di scuola di mezza Europa

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Il gioiello industriale che produce per i più grandi editori europei Quali sono le skill, i valori più richiesti per fare questo lavoro? Bisogna fare una scuola specifica? Sì e no, non serve una scuola specifica per fare questo lavoro, ma nonostante questo c’è una scuola che ti prepara più delle altre: il CFP. Devi avere interesse, passione e voglia di lavorare. Che cosa l’ha spinta a fare questo lavoro? Lavora per passione o per altro? Lavoro perché è giusto lavorare. E il lavoro è una delle mie passioni: il mio bisnonno ha dato vita a questa azienda e tutti assieme cerchiamo di coltivarla. Si sveglia avendo voglia di lavorare o le capita come a noi studenti quando non


abbiamo voglia di andare a scuola? Qualche giorno è più difficile degli altri, come per tutti. Però ho scelto un lavoro che mi piace, e quindi i giorni buoni sono sempre di più di quelli “no”! Qual è l’obiettivo del suo lavoro e di questa azienda? L’obiettivo è stampare i libri per la scuola e per il divertimento per l’Italia e per tutto il resto del mondo. Considerate che circa un terzo dei libri di scuola italiani sono fatti qui! Quante ore a settimana si lavora in azienda? A che ora si inizia e a che ora si finisce? Si può fare la pausa pranzo o spuntino? Si lavora anche sabato e domenica?

L’azienda funziona per 154 ore a settimana, si inizia alle 6:00 del mattino: il primo turno è dalle 6:00 alle 14:00, il secondo turno va dalle 14:00 alle 22:00, mentre il terzo dalle 22:00 alle 6:00. Spesso lavoriamo a ciclo completo, anche i sabati e le domeniche. Ci sono giovani in questa azienda? E donne? Sì, certo. Senza giovani non c’è futuro, e nel rilegare i libri le donne sono più brave! Quante possibilità ci sono di trovare lavoro in una Pmi? Ripeto, contano la passione e la voglia di lavorare bene: c’è sempre bisogno di persone così.

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SPECIALE

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“Non è solo stampare cose, ma molto di più” C’era una volta... la storia di questa impresa è incominciata ben 92 anni fa. La Tipografica Varese, di proprietà della famiglia Redaelli, è un’azienda che produce prevalentemente libri scolastici per tutte le età, libri interamente prodotti con materiali made in Italy e con carta proveniente da foreste certificate (per ogni albero abbattuto per fare la carta ne viene piantato uno). Il loro motto è: “Non è solo stampare libri, ma molto di più”. In fabbrica entrano rotoli di carta che sono lunghi 10

chilometri ed escono libri. La bobina, dopo essere stampata, viene tagliata, cucita, e sul dorso mettere della colla prima della copertina. Venerdì 29 novembre 2019 la nostra classe si è recata in visita presso questo gioiello industriale e gli studenti sono diventati giornalisti per un giorno. L’azienda, tradizione di famiglia, stampa testi scolastici, romanzi e cataloghi e ha diversi reparti: prestampa, stampa, legatoria. Il processo di stampa inizia nella sala della prestampa dove le lastre di alluminio appositamente trattate vengono incise da una macchina laser e successivamente immerse in


Classe 3E Scuola A. Frank Varese

copertina viene incollata e infine il libro tagliato sulle tagliatrici trilaterali, per poi imballarle pronte per la spedizione. Il signor Gianandrea Redaelli, direttore dell’azienda, si è mostrato disponibile nel rispondere alle nostre domande. Quanto le piace il suo lavoro? Dipende da tante cose, ma sostanzialmente mi piace.

un bagno di sviluppo. La lastra viene successivamente portata alla rotativa, una particolare macchina stampante. Il processo di stampa è eseguito con i 4 colori fondamentali volte: la prima stampa in nero, la seconda in ciano (cioè blu) la terza in magenta (cioè rosso), la quarta con il colore giallo. Tutti questi processi danno origine alla stampa finita. La copia passa per il forno dove viene fatta asciugare e successivamente viene piegata, e controllata al pulpito. Le segnature stampate vanno in legatoria dove delle cucitrici rilegano il libro, la

Quanto è la paga media per un dipendente appena assunto? La paga media è intorno ai 1.200 euro. È fondamentale lavorare in gruppo? Dipende dai vari reparti. In alcuni è fondamentale, ma in altri non serve. Quali caratteristiche deve avere il personale? Il personale deve essere sveglio e reattivo.

In fabbrica entrano rotoli di carta lunghi 10 km, ed alla fine del percorso il risultato è un libro. Non è un semplice prodotto, ma una storia che tutti noi ci prendiamo a cuore

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lae srl

SPECIALE

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Le griglie sono di sicurezza Redazione di Varesefocus www.varesefocus.it Quattro unità produttive che coprono una superficie di oltre 7.000 metri quadri: queste le dimensioni della Lae Srl di Caravate. Azienda specializzata nella produzione di griglie per ventilatori, che i ragazzi della classe 3A della Scuola Secondaria di Caravate hanno avuto la possibilità di visitare grazie al progetto Pmi Day. L’azienda, fondata

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nel 1973, inizialmente si occupava della produzione di accessori in filo metallico per elettrodomestici. Alla fine degli anni ‘70, la Lae ha iniziato a produrre griglie per ventilatori, in principio solo di piccole dimensioni e poi, successivamente, sempre più grandi. “I macchinari necessari alla produzione sono stati interamente progettati e realizzati in azienda”, si legge sul sito internet dell’impresa che “tra il 1980 e il 1989 ha avuto una forte crescita, sviluppandosi a livello europeo”. Gli studenti hanno potuto vedere, nella pratica, la destinazione d’uso delle griglie per ventilatori. Condizionamento, refrigerazione, riscaldamento, zootecnìa, macchine per l’agricoltura e movimento terra, automotive, impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (impianti eolici) sono solo alcuni esempi di produzione. Ma a cosa servono le griglie? Proteggono da eventuali incidenti che potrebbero verificarsi avvicinandosi inavvertitamente ad un ventilatore in momento. Per questa ragione devono essere accuratamente progettate e prodotte secondo le norme antinfortunistiche vigenti, rispettare i criteri di rumorosità dei ventilatori senza ostacolare il normale flusso dell’aria. La qualità delle griglie riveste dunque un ruolo fondamentale. Costruite per i clienti, in base alle loro


esigenze, le griglie sono realizzate con sofisticati sistemi di progettazione e collaudo: ci sono diverse dimensioni e forme, per ogni griglia si utilizzato materiali e trattamenti superficiali differenti. “Lae dispone al suo interno di impianti sofisticati per i trattamenti superficiali, fondamentali per garantire la qualità delle griglie ed un’ottimale tempistica nelle consegne – si legge ancora sul sito aziendale –. Gli impianti sono di 3 tipi: di verniciatura per prodotti ‘indoor’, per prodotti ‘outdoor’ e di brillantatura di prodotti in acciaio inossidabile”. Insomma, tutto un nuovo mondo da scoprire e da esplorare per i giovani studenti in procinto di scegliere a quale scuola superiore iscriversi.

L’azienda, fondata nel 1973, inizialmente si occupava della produzione di accessori in filo metallico per elettrodomestici. Alla fine degli anni ‘70, la Lae ha iniziato a produrre griglie per ventilatori

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SPECIALE

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lamberti spa

Chimica, che passione! Perito chimico per un giorno Che studi ha svolto e perché ha scelto questo lavoro? C’è una selezione? Ho fatto il Liceo Classico e ho scelto questo lavoro... per caso! Avevo in mente di fare l’avvocato, ma un amico mi ha

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portato con lui a fare il test di Ingegneria e l’ho passato. Poi, finiti gli studi, ho avuto l’occasione di lavorare qui. Le persone che lavorano nei laboratori sono periti chimici e molti di loro hanno una laurea in chimica. Certamente c’è una selezione, anzi, bisogna affrontare più di un colloquio per essere assunti. Quando è nata l’azienda? Lavorate con l’estero?


L’azienda è nata nel 1911, ha più di 100 anni! Ci sono diverse sedi e lavoriamo in Europa, Asia, America e Africa. Quanti reparti avete? Abbiamo 4 reparti produttivi e diversi laboratori. Ne visiterete alcuni, come quello della stampa su tessuti, di applicazione delle vernici e di controllo qualità. Quale è stata la passione che vi ha guidati fino ad oggi? Quella per la chimica: è impensabile oggi vivere senza, come avete visto nel video che vi abbiamo proiettato! Qual è stato il vostro più grande successo? Penso che ogni giorno, se fai le cose bene e lavori bene, sia un successo. Siete stati colpiti dalla crisi del 2008? Purtroppo, sì, ma ora stiamo lavorando bene,

in alcune aree i macchinari non vengono mai spenti. Alcuni non sarebbe conveniente spegnerli il sabato e riaccenderli il lunedì, così l’azienda lavora sempre con dei turni. Quante ore a settimana si lavora? Quante pause fate in un giorno? Si lavora circa 40 ore a settimana e le pause sono programmate in base al contratto di lavoro. I lavoratori si lamentano? Certo! Come in tutte le situazioni della vita, ci sono sempre lamentele, ma è importante ascoltare quelle costruttive, per migliorare sempre. Si guadagna bene? Gli stipendi sono regolati da un contratto nazionale del lavoro.

Classe 3B Scuola Anna Frank Varese

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Passione chimica La chimica è indispensabile, infatti quasi tutti gli oggetti che utilizziamo quotidianamente sono il risultato di un processo chimico, anche se troppo spesso ce ne dimentichiamo. Ecco perché è stata utile, formativa e divertente la visita effettuata in data 26 novembre 2019 dalla classe 3D dell’Istituto Anna Frank di Varese presso l’impresa Lamberti di Albizzate, in occasione del progetto Pmi Day 2019. La fabbrica Lamberti è un’organizzazione complessa, con 4 reparti produttivi, specializzata nella chimica per il cuoio, la carta, le estrazioni petrolifere, la ceramica l’agro e il food. Lamberti si trova

ad Albizzate ed è nata nel 1911. Nella provincia di Varese, ad Albizzate, la ditta annovera 350 dipendenti. L’azienda chimica vende i suoi prodotti ad aziende che, a loro volta, li trasportano ai supermercati e ad altri negozi per la vendita al dettaglio. Le domande rivolte dagli studenti al direttore di stabilimento dell’azienda e ai dipendenti hanno ricevuto risposte originali e certamente interessanti. Alla domanda “In una scala da 1 a 10 quanto è felice di fare questo lavoro?” La risposta è stata fulminante e provocatoria: “Mi piacerebbe aprire un ristorante”. “Le piace il lavoro che fa?” “Sì, mi piace molto”. “Quale scuola ha fatto alle superiori?” “Ho fatto il Liceo Classico”. “Da dove è nata l’idea di fare questo lavoro?” “Ho scelto per puro caso, ma sono


Classe 3D

Scuola Anna Fran k Varese

molto soddisfatto perché il lavoro è molto vario”. “La crisi del 2008 vi ha colpiti? Se sì, in che modo?” “La crisi ci ha colpiti. In particolare, nel settore petrolifero, è stata una crisi profonda ma l’abbiamo superata con successo”. “Ascoltate le lamentele dei lavoratori oppure le ignorate?” “Teniamo in considerazione la parte buona delle lamentele per poter migliorare. Ci arrivano spesso attraverso i rappresentanti sindacali delle varie aree”.

“Ci sono infortuni sul lavoro?” “Avvengono pochi infortuni in questa fabbrica, in media 1-2 infortuni all’anno di tipo comportamentale, e per questo organizziamo tanti corsi di formazione”. “Ci sono più macchine o lavoratori?” “Non abbiamo impianti altamente automatizzati, ma sono controllati dai lavoratori. Il numero delle macchine e dei dipendenti è uguale”. “Un’impresa si misura con insuccessi e fortune: qual è stato il suo successo più grande?” “Non ho un successo particolare ma credo che ogni giorno ci possano essere dei piccoli successi di cui gioire”. “Premiate i vostri lavoratori più capaci e volenterosi in qualche modo?” “Ovviamente sì. Ogni anno viene assegnato un piccolo premio ai lavoratori più validi”. “Assumete anche giovani senza esperienza, insegnando loro il lavoro o preferite puntare su persone già capaci?” “Sì, assumiamo anche giovani volenterosi”.

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SPECIALE

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lati

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industria termoplastici spa

Giornalisti (per un giorno) alla scoperta del futuro Quale percorso di studi occorre per svolgere il suo lavoro, dottor Davide Lotti? Personalmente sono laureato in chimica. Per svolgere il mio lavoro può servire in alternativa una laurea in biologia o comunque in una materia scientifica.

“Il futuro è nelle vostre mani, ragazzi”

Quali competenze sono richieste nel suo lavoro? È fondamentale conoscere bene le sostanze chimiche, la legislazione relativa alla sicurezza e saper comunicare in lingua inglese.

necessita di collaborazione, soprattutto con gli addetti allo studio, all’acquisto e alla vendita dei materiali.

Si tratta di un lavoro faticoso, che richiede impegno e responsabilità? Il mio lavoro non comporta una fatica fisica, ma piuttosto di tipo mentale; certamente richiede molto impegno e responsabilità, in quanto è nostro compito valutare attentamente la sicurezza dei prodotti che l’azienda deve immettere sul mercato. Si tratta di un lavoro individuale o sono necessari collaborazione e lavoro di squadra? Si tratta sicuramente di un’attività che

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Il lavoro comporta una costante attività di aggiornamento? Sì, è necessario essere costantemente aggiornati, in particolare sulla legislazione in materia, non solo italiana, ma anche quella stabilita dall’Unione Europea. È soddisfatto del suo lavoro? Sicuramente, perché so che il mio lavoro contribuisce a immettere sul mercato prodotti di elevata qualità e che risultino il meno possibile inquinanti per l’ambiente.

Classe 2A Scuola A. Ferrarin Venegono Superiore


Qual è il suo ruolo all’interno dell’azienda? Sono il Direttore delle Risorse Umane. Quali studi occorrono per svolgere il suo lavoro? Ho una laurea in Economia, conseguita presso l’Università Bocconi di Milano. Da quanto tempo svolge questo lavoro? Svolgo questo lavoro da 20 anni. La mia esperienza lavorativa inizia in aziende private italiane, nella quali mi occupavo di Marketing e Comunicazione. Ho assunto poi responsabilità nell’ambito delle certificazioni volontarie di sistema. Il mio percorso professionale è proseguito con l’acquisizione delle competenze necessarie per assumere il ruolo di Direttore delle Risorse Umane. Quali competenze sono richieste nel suo lavoro?

Lavorare nell’ottica del miglioramento Sono fondamentali le conoscenze nell’ambito delle materie giuridiche ed economiche; inoltre devo avere una buona padronanza nell’uso delle tecnologie informatiche e della Classe 2B lingua inglese. Il Scuola mio lavoro si basa sulla relazione A. Ferrarin con le persone, Venegono Superiore quindi devo avere

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la capacità di ascoltare i loro bisogni e le loro richieste per risolvere i problemi che si presentano. Ho il compito di riprendere i dipendenti, quando i loro comportamenti non sono appropriati. Quali sono gli orari di lavoro? L’orario normale di lavoro è fissato dalla legge in 40 ore settimanali. L’articolazione dell’orario degli operai in Lati è su 3 turni: dalle 6 alle 14, dalle 14 alle 22 e dalle 22 alle 6. La durata dei turni non può superare le 8 ore. Per quanto riguarda gli impiegati il loro orario è di 8 ore nell’intervallo 8 - 18:30, con la possibilità di flessibilità in ingresso di 1,5 ore. Si tratta di un lavoro faticoso? Il mio non è un lavoro faticoso fisicamente, ma è impegnativo a livello mentale. Devo presidiare i vari adempimenti normativi, a tutela dei lavoratori e della Società; inoltre la funzione Risorse Umane è fondamentale per lo sviluppo e il benessere delle persone nell’ambito dell’attività lavorativa,

in linea con i valori, la cultura aziendale e la missione di Lati. Richiede impegno e responsabilità? È un lavoro di responsabilità, che richiede anche molto impegno, perché mi devo relazionare con diverse funzioni aziendali (Direzione generale, Amministrazione, Produzione) e anche gestire i rapporti con consulenti esterni. È un lavoro individuale o sono necessari collaborazione e lavoro di squadra? Il lavoro di squadra è fondamentale per raggiungere gli obiettivi fissati e programmare quelli futuri. Il lavoro comporta una costante attività di aggiornamento/formazione? Devo essere aggiornata costantemente e garantire anche la formazione dei dipendenti, indispensabile per la loro crescita umana e professionale. È soddisfatta del suo lavoro? Mi ritengo molto soddisfatta del mio lavoro, il confronto con le persone è una continua fonte di arricchimento. Ha possibilità di “fare un salto di qualità”? Sì, in termini di nuovi strumenti e tecnologie informatiche, così come di organizzazione del personale. Bisogna sempre lavorare nell’ottica del miglioramento. Quali misure di protezione usate sul posto di lavoro? Lavorando con il computer, le misure di protezione sono basse. Se devo muovermi all’interno dell’azienda, i rischi aumentano, quindi devo rispettare le procedure di sicurezza.

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Volare in alto con la passione È soddisfatta del suo lavoro, dottoressa Michela Conterno? Tantissimo: è un lavoro molto vario, multidisciplinare, per cui non seguo ogni giorno solo una materia ma tutte: economiche, finanziarie, di gestione, tecnico-produttive. Mi piace il fatto che l’imprenditoria abbia una responsabilità sociale, l’idea di dare lavoro, di creare una comunità che abbia un’identità nella ragione stessa dell’impresa e mi piace il contatto con le persone sia all’ interno dell’azienda che all’esterno. Quali competenze sono richieste? A mio parere le competenze principali, che dovrebbe avere un imprenditore, sono di strategia, quindi capire come l’azienda si posizionerà in futuro, dando così una spinta al miglioramento, alla continuità e allo sviluppo. La seconda è relativa alla gestione delle persone: perché l’impresa abbia successo bisogna motivarle e ottenerne l’appoggio proprio per andare verso uno scopo comune. Il suo lavoro di Amministratore Delegato comporta una costante attività di aggiornamento-formazione? Sicuramente, io personalmente dedico tantissime ore alla mia formazione durante l’anno, soprattutto il confronto con l’esterno è una fonte di miglioramento. Quali sono i profili professionali che operano nell’azienda? Noi abbiamo tutta una serie di funzioni che sono il cuore della società:

Classe 2C Scuola A. Ferrarin Venegono Superiore

produzione, acquisti, ricerca e sviluppo, vendite. Poi ci sono le funzioni a supporto come le risorse umane, la parte amministrativa finanziaria, il controllo di gestione, ambiente e sicurezza. Secondo lei quali sono oggi le esigenze fondamentali delle piccole e medie imprese? Per un’azienda come la nostra le esigenze sono di trovare manager competenti che possano supportare l’imprenditore nel far fronte alle sfide del momento: ci si deve confrontare tutti i giorni con dei cambiamenti esponenziali fuori dall’azienda, cioè le moderne tecnologie, la digitalizzazione, quindi essere al passo coi tempi dal punto di vista dell’informatica, delle competenze digitali, delle nuove tendenze come può essere la sostenibilità che ci riguarda direttamente come azienda produttrice di materie plastiche. In che modo, un’azienda che produce plastica, riuscirà a limitare l’impatto ambientale? Una delle soluzioni può essere quella di proporre materiali biodegradabili e compostabili. Un altro filone per noi molto importante è l’economia circolare, cioè riutilizzare le materie plastiche per ritrasformarle. In tutta la filiera è quindi molto importante garantire il corretto smaltimento e il riutilizzo delle materie plastiche.

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lavorazione sistemi lasi spa

Costruendo robot meccanotronici

Il 20/11/19, con una breve passeggiata, la nostra classe 3D della scuola media Orlandi di Cassano Magnago si è recata alla Lasi di Classe 3D Gallarate, in occasione Scuola del Pmi Day. Fondata I. Orlandi nel 1969 dalla famiglia Boggio, Lasi produce Cassano Magnago interruttori e dal ‘81 si occupa di elettronica. Abbiamo avuto il piacere di intervistare il direttore amministrativo dell’azienda, Giuseppe Boggio.

Mitsubishi, Toyota, FIAT (500L).

Come mettere in azione un robot Sig. Boggio, cosa significa la sigla Lasi? Significa Lavorazione Sistemi. Che cosa produce in particolare? Si producono schede elettroniche per il funzionamento di auto, robot e computer. Con quali case automobilistiche collaborate? Collaboriamo con Alfa Romeo (Mito),

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Quale titolo di studio occorre per lavorare alla Lasi? Dipende dalla mansione svolta: può bastare un diploma, ma in certi casi è richiesta la laurea.

È richiesta la conoscenza delle lingue straniere? Sì, in particolare l’inglese e ultimamente anche il cinese mandarino, per tenere i contatti con i fornitori. Quante sedi e quanti dipendenti ha l’azienda? Lasi ha 4 sedi con 400 dipendenti totali, di cui 150 a Gallarate.


Quante ore lavorative si svolgono al giorno? Dalle 8 alle 9 ore di lavoro, distribuite su 3 turni: dal mattino al primo pomeriggio, dal primo pomeriggio alla sera e un turno di notte. Fate attenzione alla salute dei vostri dipendenti? Organizziamo per i nostri dipendenti visite mediche importanti direttamente all’interno dell’azienda. È prevista la costruzione di una palestra da utilizzare nella pausa pranzo. In che modo garantite la sicurezza sul lavoro? Attraverso indicazioni sul comportamento da tenere e sulle protezioni da indossare.

Lavorano più uomini o donne? La maggioranza è composta da donne, circa il 60%. Termina così un giorno di scuola all’insegna della tecnologia e dell’informatica, che ci ha consentito di toccare con mano quanto questi settori ormai siano parte integrante delle nostre vite quotidiane.

Lasi ha 4 sedi con 400 dipendenti totali, di cui 150 a Gallarate

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SPECIALE

Meccanotronici cercasi Intervista a Giuseppe Boggio, figlio dei fondatori dell’azienda e proprietario.

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Di cosa si occupa in azienda? Mi occupo dell’economia e della finanza, sono il ragioniere dell’azienda. Le piace il suo lavoro? Io ho ereditato questo lavoro dai miei genitori, quindi non ho nessun merito rispetto alla scelta. All’inizio avrei voluto fare l’ingegnere aerospaziale però non ho terminato gli studi perché, quando mia madre si è ammalata, mio padre mi ha proposto di venire a lavorare nella nostra azienda ed io per aiutarlo sono rimasto; ho scoperto poi che è un lavoro che mi piace. Dove ha studiato? Ho studiato al Liceo Scientifico di Gavirate.

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Che indirizzo di studio bisogna scegliere se si vuole lavorare in futuro nella vostra azienda? Se studi elettronica sei molto avvantaggiato, al giorno d’oggi c’è anche

Se studi elettronica sei molto avvantaggiato, al giorno d’oggi c’è anche meccatronica che sarebbe perfetta per venire qui


Classe 3C

Scuola I. Orlandi Cassano Magnago

meccatronica che sarebbe perfetta per venire qui. Quanti dipendenti ci sono nella vostra azienda? A Gallarate sono 150 operai, in Svizzera solo 15. Ha in mente di cambiare qualcosa nell’azienda? Sì, avevo in mente di allestire una palestra in azienda dove ci si può allenare per massimo 30 minuti al giorno prima o dopo l’orario di lavoro o durante la pausa pranzo. Avevo intenzione di aggiungere anche una libreria

ed una sala svago. Luca Zaffaroni, un operaio di linea nel reparto SMD, ha svolto i suoi studi all’istituto professionale Ipsia. Le piace di più lavorare in gruppo o individualmente? Lavorare in team è più complesso ma dà molte più soddisfazioni perché i risultati sono migliori. L’importante è che i miei compagni siano collaborativi. Quali requisiti bisogna avere per essere assunti in questa azienda? È importante studiare, sicuramente sei avvantaggiato se conosci più di una lingua. L’inglese bisogna conoscerlo bene. Quando era piccolo aspirava a fare questo lavoro o aveva altri progetti? Volevo fare il direttore d’azienda perché era il lavoro di mio padre.

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SPECIALE

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lazzati industria grafica srl

Grafica, stampa e packaging da oltre 200 anni Quando nasce l’industria grafica Lazzati? L’azienda nasce nel 1802 a Gallarate e con oltre 200 anni di attività è una delle realtà più longeve nel territorio. Nel 2003 la fabbrica è stata trasferita nella sede attuale di Casorate Sempione a pochi chilometri di distanza. Come si chiama e quale ruolo ricopre nell’azienda? Mi chiamo Fausto e sono Responsabile Commesse. Mi occupo della supervisione del progetto, dalla sua ideazione fino alla consegna del prodotto finito.

La vostra azienda si occupa solo di grafica? Non solo di stampa e grafica, ci occupiamo anche di cartotecnica e packaging (astucci, scatole, cofanetti, espositori, custodie). Molti di questi prodotti si trovano comunemente nei supermercati 196

Quale percorso di studi ha intrapreso e per quale ragione? Ho deciso di frequentare la Scuola Professionale Grafica e Stampa proprio dopo una visita in un’industria grafica all’età di 13 anni.


Classe 3A

Quanti sono i dipendenti della Lazzati? Sono circa 40. Quali sono le loro mansioni? Alcuni sono impiegati nel reparto progettazione e nel reparto relazione con i clienti e la gran parte dell’azienda è occupata dalla stamperia con i suoi addetti. Che studi hanno fatto i progettisti? La maggior parte di loro ha frequentato la Scuola Professionale Grafica e Stampa. La vostra azienda si occupa solo di grafica? Non solo di stampa e grafica, ci occupiamo anche di cartotecnica e packaging (astucci, scatole, cofanetti, espositori, custodie). Molti di questi prodotti si trovano comunemente nei supermercati. Avete tanti clienti? Sì, non solo provenienti dall’Italia ma anche dalla Svizzera e dalla Germania.

Scuola A. Toscanini Casorate Sempio ne

Attuate strategie “Green” per la salvaguardia dell’ambiente? Prestiamo molta attenzione e cura nello scegliere le materie prime. La carta utilizzata, infatti, ha la certificazione “FSC”, che conferma che per ogni albero da cui si ricava la carta vengono ripiantati 3 alberi. L’azienda ha un buon fatturato? Sì, ha un buon fatturato, grazie alla clientela numerosa e affezionata che negli anni ci ha sempre riconfermato. Solo negli ultimi decenni c’è stato un calo delle vendite e dei profitti dovuto alla concorrenza internazionale che propone prodotti a più basso costo.

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leggiuno spa

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Al servizio dell’Alta moda Redazione di Varesefocus www.varesefocus.it È una storia affascinante quella ascoltata il 27 novembre 2019 dagli studenti della 3C della scuola media di Leggiuno in visita alla Leggiuno Spa, azienda tessile che dal 1908 lavora con lino e cotone. Un’azienda che nel 2008 ha festeggiato il centenario della fondazione, un numero, il 100, ricorrente: l’azienda vanta infatti un ciclo produttivo 100% made in Leggiuno. Un processo che inizia dalla colorazione delle rocche fino alla realizzazione del tessuto. La possibilità di tingere i filati

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direttamente a Leggiuno permette, infatti, di rispondere velocemente alle richieste del cliente e di realizzare coloriture esclusive. Dunque, un ciclo produttivo integrato e flessibile di alta qualità. Preparazione, tessitura, tintoria, stampa e finissaggio avvengono tutte nell’unico stabilimento di Leggiuno. Il controllo diretto della

“Respect” è l’espressione che Leggiuno ha scelto per indicare il proprio impegno a favore dell’ambiente. Un impegno che passa dalla scelta di materie prime sostenibili, attraverso un processo produttivo a basso impatto ambientale e la salvaguardia dei principi del lavoro dignitoso


produzione e gli investimenti continui garantiscono un efficiente servizio al cliente. Sempre attuale dunque la spiegazione di Filippo Lessanutti, Responsabile Amministrativo in Leggiuno Spa, rilasciata durante il Pmi Day 2017 e ripresa da Varesenews: “Seguiamo tutto il processo del prodotto, cosa che oggi succede in pochissime aziende. Partiamo dai filati per arrivare alla creazione dei tessuti che verranno usati, per lo più, per la realizzazione di camicie. La tendenza di oggi, invece, è esternalizzare i diversi processi per fare in modo che il lavoro sia più snello ed economico”. Un tema molto importante è stato infine toccato durante la visita: la sostenibilità. Respect è l’espressione che Leggiuno ha scelto per indicare il proprio impegno a favore dell’ambiente. Un impegno che passa dalla scelta di materie prime sostenibili, attraverso un processo produttivo a basso impatto ambientale e la salvaguardia dei principi del lavoro dignitoso.

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lindt & sprüngli spa

Il cioccolato che viaggia in tutto il mondo La nostra classe, la 3A dell’Istituto Comprensivo Passerini di Induno Olona ha potuto visitare la Lindt di Induno Olona nella mattinata di giovedì 12 dicembre 2019. Questo è stato possibile grazie ad una iniziativa promossa dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese: il Pmi Day. Nel 2019 c’è stata la decima giornata nazionale delle piccole e medie imprese e, a noi ragazzi, è stato concesso di conoscere cosa e come produce un’azienda ma anche quali sono le competenze richieste per poter svolgere alcune mansioni. Questo appuntamento è di fondamentale

doverosa introduzione ha lasciato la parola ai dipendenti della Lindt. Ognuno di loro ci ha illustrato il proprio lavoro e gli studi che ha compiuto per arrivare a svolgere quel compito. Silvia, si occupa di Risorse Umane e lavora in azienda dal 2007. Si è diplomata al liceo linguistico e ha conseguito una laurea in Scienze Politiche. Le chiediamo quali sono gli indirizzi di laurea più idonei per poter svolgere il suo lavoro. Per svolgere il suo lavoro le lauree che sono utili sono: Economia, Scienze Politiche, Giurisprudenza, Psicologia. Tutte parole nuove per noi, con un significato che ancora non riusciamo precisamente

Il cioccolato che va nel mondo, parte da Induno Olona importanza per la scelta del percorso scolastico che siamo tenuti a compiere in questo periodo e permette di avvicinarci per la prima volta al mondo del lavoro. Queste sono state le parole di Bruno, il nostro accompagnatore, il quale ci ha consigliato di scegliere la scuola superiore ascoltando e dando voce alle nostre sensazioni e di non preoccuparsi di quella strana agitazione… è normale avere paura di sbagliare. Bruno ci attendeva all’interno dell’azienda e dopo una prima e

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a dare, ma sono concetti che fanno parte del mondo del lavoro e che con il tempo sicuramente capiremo. La Lindt per lei rappresenta l’esperienza lavorativa più significativa e importante, dove ha veramente imparato e conosciuto il mondo del lavoro ed è cresciuta professionalmente. Ci segnala che alcuni talenti italiani, dipendenti che si distinguono positivamente in diversi campi, accettano sfide internazionali e vanno a lavorare anche in altre sedi


all’estero. L’azienda offre ottime possibilità, bisogna avere tanta passione. Ci racconta la storia della Lindt. È la storia di come un sogno diventa realtà. La storia di come una singola persona, con le giuste nozioni e compiendo le scelte giuste, riesce a dare il via a un’impresa di grandissime dimensioni. Il gruppo Lindt nasce nel 1845 e ora è un’azienda multinazionale specializzata nel settore della produzione e vendita di prodotti dolciari e nella produzione di cioccolato di alta qualità. La storia di Lindt in Italia inizia con la Bulgheroni Spa, fabbrica di caramelle, nata nel 1909. Nel 1947 affianca la produzione di cioccolato grazie ad un accordo di licenza con la casa madre. Nel 1984 viene costruita la nuova unità produttiva di Induno Olona grazie alla continua crescita del marchio Lindt. Nel 1997 il gruppo Lindt acquisisce la Caffarel, che ancora oggi conserva la sua identità di marchio. Nel 2014, invece, acquisisce una società

americana produttrice di cioccolato, la Russel Stover. Attualmente l’azienda ha 10 sedi produttive. Il cioccolato è un prodotto con una produzione stagionale dove si toccano le massime richieste a Pasqua e Natale. Tra il 60 e l’80% della produzione del sito di Induno raggiunge il mercato estero. I canali di vendita sono di 3 tipi: moderno (grande distribuzione organizzata), tradizionale (negozi specializzati dolciari, bar, pasticcerie) e i negozi monomarca Lindt che hanno raggiunto il numero di circa 50 in Italia. Nel 2018 l’azienda, in collaborazione con le scuole superiori, Classe 3A accetta di far parte del progetto alternanza Scuola scuola-lavoro, dando B. Passerini disponibilità ad ospitare Induno Olona gli studenti di quarta

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all’interno degli uffici, (circa 5/6 all’anno). Noi siamo il primo gruppo di terza media che l’azienda ospita al suo interno nell’ambito del progetto Pmi Day. È il turno di un’altra ragazza, Alberta, che si occupa di Trade Marketing all’interno del dipartimento vendite. Nasce a Roma, frequenta il Liceo Classico e si laurea in Economia Aziendale. La sua passione per il cibo la spinge a scegliere aziende alimentari dove lavorare. Carrefour, Haribo e da un anno lavora in Lindt. Il suo compito consiste nel pianificare le attività che aiutano a vendere al meglio i prodotti Lindt sul mercato. L’azienda vende ai negozi, che sono i clienti intermedi, che a loro volta vendono all’utente finale, noi consumatori golosi di cioccolato. Questo è un circolo che deve essere positivo: se i negozi vendono bene i prodotti Lindt, continueranno ad acquistarli e l’azienda continuerà a guadagnare. Alberta, analizza continuamente i dati del venduto, studia come far crescere i propri clienti e come mettere in pratica queste idee. Le competenze richieste per coprire questo ruolo sono organizzazione, gestione dello stress, creatività, analisi dei dati, capacità relazionali e lavoro di squadra. Il consiglio che ci lascia è quello di seguire le nostre passioni, altrimenti si lavora insoddisfatti e tutta la nostra vita ne paga le conseguenze. Si presenta Lorenzo, Key Account Manager e Maître Chocolatier. Inizia i suoi studi alla scuola alberghiera, la sua passione per la cucina lo porta a frequentare diversi corsi di approfondimento. Viene assunto in Lindt con il compito di creare nuovi prodotti. Il prodotto che Lindt propone deve essere buono, fresco e bello. Da un anno è

responsabile nazionale di una tipologia di prodotti per un utilizzo professionale. Un Key Account Manager, in questo settore, deve essere di supporto tecnico e commerciale ai clienti in Italia, deve fare in modo che ogni anno sempre più clienti acquistino il prodotto. I motivi che lo spingono a lavorare in questa azienda sono l’amore per il cioccolato, la passione per i viaggi e la sfida continua. Lui in questa azienda si sente a casa. Il consiglio che ci dà Lorenzo è quello di mangiare tanto cioccolato Lindt… ovviamente! È poi il turno di Maria Vittoria, Ingegnere di Processo e capo reparto di produzione. Ha frequentato il Liceo Scientifico e si è laureata in Ingegneria dei Materiali. Il suo lavoro consiste nel seguire tutte le attività di un reparto per avere il prodotto finito con la massima produttività e il minimo spreco. In particolare, la sede di Induno Olona è specializzata nella produzione delle boule. Il compito di Maria Vittoria è quello della gestione del personale, ottimizzare le perfomance del suo reparto e supervisionare/garantire la qualità. Deve interfacciarsi con tutti i reparti all’interno dell’azienda. Le sue competenze devono essere la capacità di prendere decisioni, saper lavorare in gruppo, doti organizzative e produttività. I motivi che hanno spinto Maria Vittoria a scegliere questo lavoro si trovano nella non ripetitività dei suoi compiti e nel fatto che ricopre un ruolo centrale. Il suo consiglio è di fare quello che ci piace.


Termina la serie degli incontri Roberto, Direttore del Factory Store di Induno Olona (Store Manager). Lui nasce perito informatico, lavora al Brico per potersi pagare gli studi e comincia a conoscere il mondo aziendale. Nel 2014 arriva alla Lindt e dal 2016 ricopre il ruolo di Direttore. Quali sono i compiti di un direttore? Gestire i rapporti con i clienti, organizzare le offerte, ordinare i prodotti, curare i rapporti con il team, organizzare il lavoro dello staff e garantire loro la dovuta formazione, nonché essere responsabile dell’igiene e del rispetto delle regole. Perché ha scelto di ricoprire questo ruolo? Perché mi piace stare a contatto con le persone, insegnare il lavoro ad altri. Ci dice che ci vuole impegno, tanto impegno per raggiungere gli obiettivi che ci proponiamo. Abbiamo chiesto quali sono le misure che l’azienda ha adottato per salvaguardare l’ambiente. La risposta è stata immediata: l’azienda è sempre stata attenta e sensibile all’argomento e che in particolare il 2019 è stato un anno importantissimo sotto questo punto di vista. L’idea di partenza era di garantire una pausa buona, sana e soprattutto eco-friendly. Si è riusciti a realizzare un nuovo progetto “acqua plastic free”: le bottigliette dei distributori automatici sono compostabili, solo i tappi sono in plastica e vengono raccolti e donati ad associazioni no profit. Nelle aree adibite alla pausa ci sono fontanelle d’acqua che forniscono acqua fresca e gratuita. In tutta l’azienda sono stati installati punti di raccolta di rifiuti differenziata, serve l’impegno e la collaborazione di tutti i dipendenti per eseguire correttamente lo smistamento dei rifiuti. La mensa presso la sede non produce più scarti di plastica perché sono stati sostituiti gli imballaggi monouso con stoviglie e bicchieri riutilizzabili. Inoltre,

l’azienda si promette di consumare sempre meno carta. L’obiettivo comune dell’azienda è quello di crescere sempre su tutti i fronti. La nostra visita si conclude qui e il nostro zainetto delle conoscenze è sicuramente più ricco. Abbiamo conosciuto delle persone che ci hanno parlato dei loro percorsi di studio e di lavoro, ci hanno fornito consigli utili e preziosi in questo periodo della nostra vita. Ci è stato dedicato del tempo e ci è stata donata esperienza. Abbiamo chiaramente percepito che dietro ad una società sana e di successo c’è passione e un gruppo di persone. Non un computer o un macchinario automatizzato. A questo punto il mondo del lavoro fa un po’ meno paura. C’è la voglia di impegnarsi per poter essere anche noi un giorno una di queste persone che affermano di sentirsi a casa propria nell’azienda in cui lavorano. Ultima cosa, ma sicuramente non per importanza, abbiamo assaggiato veramente il cioccolato più buono del mondo!

L’azienda è sempre stata attenta e sensibile alla salvaguardia dell’ambiente. In particolare il 2019 è stato un anno importantissimo sotto questo punto di vista

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L’azienda in cui è bello lavorare Per conoscere il mondo del lavoro la nostra classe ha visitato la Lindt di Induno Olona, grazie ad una iniziativa promossa dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, il Pmi Day. Com’è nata la Lindt? La Lindt è nata in Svizzera a metà del 1800 quando David Sprüngli inventò il cioccolato in forma solida e qualche anno dopo Rodolphe Lindt diede origine ad un metodo nuovo per la raffinazione del cioccolato: il concaggio. Sprüngli e Lindt unirono il loro business e diedero inizio al gruppo Lindt & Sprüngli. Nel 1909 è nata la fabbrica di caramelle Bulgheroni Spa in viale Valganna a Varese: questa famiglia ha successivamente acquistato con grande acume imprenditoriale la licenza per iniziare a distribuire i prodotti a marchio Lindt e così è iniziata la commercializzazione dei prodotti del marchio. Nel 1993 c’è stata l’acquisizione della società Bulgheroni da parte del Gruppo Lindt. Com’è cresciuto il Gruppo Lindt & Sprüngli? Il gruppo Lindt è cresciuto in maniera esponenziale nel corso del tempo, grazie a diverse acquisizioni in Francia e in Germania, all’acquisizione dell’azienda Bulgheroni nel 1993, all’acquisizione di Cafarel nel 1997 e all’ultima grande acquisizione del 2014 di Russel Stower, un’azienda americana diventata famosa

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per le sue amate praline e anche grazie alla comparsa di una delle sue scatole di cioccolatini nel film Forrest Gump. Quante sedi produttive Lindt esistono? E quante filiali? Esistono 10 sedi produttive Lindt in Europa e America, un totale di 24 filiali commerciali nel mondo ed ognuno degli stabilimenti produttivi è specializzato, in particolare, nella produzione di una specifica gamma di prodotti. Qual è la produzione principale di Induno Olona? E quella degli altri stabilimenti? Induno Olona è la maggiore produttrice di boule. Mentre gli stabilimenti in Germania producono soprattutto i coniglietti e gli orsetti di cioccolato e in Francia, invece, si producono le tavolette della gamma Excellence. Quali sono i dati della crescita dell’azienda? Nel 2018 il fatturato annuo è stato più di 4 milioni di franchi svizzeri. Tutti i paesi hanno guadagnato in quota di mercato e sono stati aperti diversi negozi Lindt in Italia. Quali sono i periodi di maggiore vendita? I periodi di maggiore vendita dei prodotti sono quelli di Pasqua e Natale. Infatti, i dipendenti da 700 passano a circa 850900 con contratti a termine e contratti


Classe 3B

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temporanei per sostenere il picco di produzione. Come viene distribuita la produzione del sito di Induno Olona? Più dell’80% raggiunge il mercato estero, cioè le altre Lindt del mondo. Invece, il restante 20% è riservato alla distribuzione in Italia. Come avviene la distribuzione in Italia? Essa avviene su 3 canali: quello moderno (vendita ai supermercati e agli ipermercati come Esselunga e Coop), quello tradizionale (negozi dolciari e bar) e il canale dei negozi monomarca Lindt, che sono una cinquantina su tutto il territorio italiano. Che rapporto ha la Lindt con le scuole? Gli incontri dell’azienda con le scuole, le testimonianze e le lezioni sono sempre più frequenti, oltre all’alternanza scuolalavoro; a questo proposito Lindt aderisce al progetto di Generazione d’Industria di Univa con gli istituti tecnici del territorio, cioè una collaborazione per cui le scuole scelgono alcuni studenti da inserire negli uffici per un periodo di 2/3 settimane. Perché ai dipendenti di Lindt piace lavorare in questa azienda? Lindt è un’azienda solida, seria, dinamica, innovativa e creativa. Alle persone che ci lavorano piace perché è una società premium, in costante espansione e

che offre ottime possibilità lavorative anche in campo internazionale. Piace per la grande attenzione alle persone e per la collaborazione che c’è fra i suoi dipendenti. Quali sono i ruoli principali in Lindt? Il Maître Chocolatier, il quale ha il compito di creare nuovi prodotti e assicurarsi che siano sempre ottimali (freschi, buoni e belli), tramite un panel di assaggiatori esterno e uno interno. Il Key Account Manager è responsabile di una tipologia di prodotti specifici, che vengono utilizzati per la creazione di dolci, e garantisce, quindi, supporto tecnico e commerciale a tutti i clienti. L’Ingegnere di processo produttivo analizza e monitora il processo produttivo, cerca di ottimizzarlo e garantire la massima produttività, ottimizzare cioè il più possibile il tempo di produzione e fare in modo che lo spreco sia il meno possibile. Il Caporeparto di produzione, che si occupa di sicurezza in termini di prevenzione, formazione e informazione della propria squadra di lavoro, monitora i dati di produzione e garantisce la qualità del prodotto finito senza difetti, interfacciandosi con i vari reparti dell’azienda. Lo Store Manager, che è il responsabile del punto vendita Lindt, gestisce i rapporti con i clienti, organizza le promozioni e le offerte, ordina i prodotti e amministra la consegna, forma il team lavorativo e lo staff, è attento alle norme di sicurezza all’interno del negozio. Cosa ha fatto Lindt nell’ultimo periodo a favore dell’ambiente? Lindt nel 2019 ha dato vita al progetto “Plastic Free”, che ha fatto sì che non ci fossero più materiali di plastica in mensa e nelle macchinette distributrici di acqua e che ci fosse più attenzione ai rifiuti.

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SPECIALE

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litocartotecnica pigni srl

Scatole per tutti i gusti Il 6 novembre 2019, in occasione del Pmi Day, noi ragazzi della classe 3E di Tradate ci siamo recati in visita alla Litocartotecnica Pigni di Gorla Maggiore. Abbiamo avuto la possibilità di conoscere la realtà di un’azienda e di avere un primo contatto con il mondo del lavoro. Siamo stati accolti Classe 3E da Patrizia Pigni, una Scuola delle titolari nonché G. Galilei membro del Consiglio di Amministrazione Tradate che insieme a Marco Banfi, Responsabile della produzione, ci ha rilasciato un’intervista. Com’è stata creata questa azienda? Quando e da chi? P.P. L’azienda è stata creata da mio padre Augusto Pigni, linotipista per “Il Giorno”. È stata fondata nel 1963. All’inizio era una tipografia in seguito, per via delle nuove esigenze del mercato, si è dedicata al packaging. In principio le scatole venivano usate per la confezione dei tessuti, quando il settore tessile era particolarmente fiorente, oggi sono destinate al comparto alimentare. Qual è il ciclo produttivo di un vostro prodotto? P.P. Il ciclo produttivo prevede diverse fasi: la pianificazione, la prestampa, la stampa offset, la fustellatura, la finestratura e

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l’incollatura. Che cosa fate per la tutela dell’ambiente? Usate carta riciclata? Come vengono smaltite le sostanze che utilizzate? P.P. Usiamo cartone riciclato ricavato dalla raccolta differenziata e carta di fibra vergine, certificata, realizzata con legno proveniente da foreste gestite responsabilmente, con particolare attenzione a tutte le fasi della catena di custodia. Per lo smaltimento degli inchiostri, ci rivolgiamo ad aziende specializzate in questo settore. Oggi si parla dell’eventualità di introdurre la “plastic tax”. Con la riduzione in futuro dell’uso della plastica, la vostra azienda potrebbe incrementare la produzione? P.P. Ci auguriamo che la produzione possa aumentare, ovviamente si tratterà di un cambiamento graduale non solo per i costi da affrontare ma anche per le nuove esigenze da soddisfare. Se dovesse avvenire, non prima del 2025. In quali condizioni di sicurezza lavorano i vostri dipendenti? M.B. Ci sono leggi specifiche per garantire la sicurezza che in ambito lavorativo è di primaria importanza. Esiste un esperto della sicurezza per la valutazione dei rischi. Ogni volta che ci dotiamo, ad esempio, di un macchinario nuovo si procede sempre con la valutazione dei rischi. I lavoratori


sono muniti di attrezzatura antinfortunistica come guanti, scarpe, otoprotettori. Un rischio può essere anche l’esposizione a sostanze chimiche, che si esaminano con attenzione per individuare le misure protezionistiche e preventive opportune. Senza dare nulla per scontato! Quali opportunità di formazione e crescita professionale offre la vostra azienda ad un giovane? Quale titolo di studio occorre per entrare a far parte del vostro team? P.P. In ogni ambito c’è la possibilità di imparare qualcosa di nuovo. Si prediligono i giovani ben motivati che vengono affiancati per un periodo. È un momento importante non solo per la formazione ma anche perché durante questa fase possono rendersi conto se si tratta del loro contesto lavorativo. Determinanti sono poi le loro attitudini per individuare il settore dove collocarli. Si assicura in questo modo formazione e crescita all’interno della nostra attività. Il titolo di studio richiesto è il diploma, meglio tecnico, conseguito con voti alti. La nostra azienda accoglie anche i ragazzi in alternanza scuola-lavoro.

Pensa che l’azienda in cui lavora possa essere il passato, il presente o il futuro di questo settore? Quali sono i vostri punti di forza rispetto alla concorrenza? P.P. È di sicuro il presente, ma ci auguriamo vivamente di progredire e rinnovare la nostra azienda così da essere proiettati verso il futuro. M.B. Un nostro punto di forza è sicuramente l’efficienza. Più il sistema è complesso più dobbiamo essere efficienti nel modo di lavorare. Ogni fase di lavorazione viene seguita con cura e precisione. Rispettiamo le date di consegna e usiamo macchinari innovativi. Un altro punto di forza è la qualità. C’è sempre la voglia di migliorare, bisogna cercare di fare il meglio possibile. I prodotti realizzati da questa azienda devono essere sempre al top. Un lavoro eccellente alla fine gratifica sempre!

Quali consigli si sente di dare a noi ragazzi per il nostro avvenire? P.P. Vi consiglio di scegliere con consapevolezza la scuola superiore da frequentare. Partecipate a tutti gli open day, ai laboratori, alle lezioni aperte, a tutto ciò che è previsto per l’orientamento. È una decisione importante da prendere per il vostro futuro. Considerate le materie che vi piacciono di più e le vostre predisposizioni, in modo di arrivare ad una scelta ponderata. Oggi c’è una vasta gamma di possibilità sul territorio senza doversi allontanare. Ai miei tempi, purtroppo, non era così!

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VARESEFOCUS

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www.varesefocus.it

info@varesefocus.it


litografia valli srl

Storia e tecnologia s’incontrano Per avvicinarci al mondo del lavoro, il progetto di orientamento ha permesso la visita alla Litografia Valli di Induno Olona. Nella prima parte della visita abbiamo potuto rivolgere domande ai proprietari dell’azienda. Per iniziare abbiamo chiesto: Quando è nata e come si è formata l’azienda? L’azienda è nata più di 50 anni fa nel 1968 per volontà di nostro padre, il sig. Giuseppe Cesare Valli, grazie alle sue capacità imprenditoriali. È nata con lo

La maggior parte dei clienti sono grandi aziende, anche se qualche volta si eseguono piccole commesse per privati o piccole aziende

scopo di creare un’attività nella quale in futuro potessero lavorare i suoi 3 figli. Originariamente aveva sede in Varese. L’azienda si è poi trasferita a Induno Olona dove tuttora continua la sua attività. Quanti dipendenti lavorano presso la vostra azienda? All’inizio siamo partiti con 5 dipendenti ora ce ne sono in tutto 26. Avete delle norme di sicurezza da rispettare? Si possono presentare dei rischi? I rischi sono relativamente pochi, non essendo un’attività particolarmente pericolosa. A tutela della sicurezza del lavoratore esiste comunque una normativa sulla sicurezza alla quale tutte le aziende devono fare riferimento il D.LGS.81/08. La legge regolamenta visite mediche, corsi di formazione per i dipendenti, attrezzatura antinfortunistica necessarie a seconda dell’attività, come le scarpe che tutti all’interno dell’azienda portano. Lo scopo è di limitare anche le più minime disattenzioni che spesso sono la maggior causa di incidenti sul lavoro. Quante sono le ore lavorative giornaliere di un dipendente? Le ore sono 8 intervallate da circa 1 ora e 30 di pausa pranzo.

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Quanto è mediamente uno stipendio lavorativo? C’è un contratto collettivo, e lo stipendio varia a seconda della mansione e dall’anzianità. Si parte da un minimo di 1.100/1.200 euro mensili. Avete un periodo in particolare durante l’anno con maggior richiesta lavorativa? Il lavoro diventa più frenetico quando si avvicinano le festività o quando c’è una scadenza da rispettare. Che tipo di clienti frequentano questa azienda? Privati o industrie? La maggior parte dei clienti sono grandi aziende, anche se qualche volta si eseguono piccole commesse per privati o piccole aziende.

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Occorre un titolo di studio per venire a lavorare qui? Sì, serve un diploma professionale, a differenza di molti anni fa in cui si poteva iniziare a lavorare dopo la terza media. C’è un dipendente che lavora in litografia dall’età di 15 anni. Accettate progetti di alternanza scuolalavoro? Sì, proprio in questo momento abbiamo un ragazzo che ha aderito all’iniziativa. Da dove provengono e qual è

Classe 3D

Scuola B. Passerini Induno Olon a


il costo dei vostri macchinari? Hanno quasi tutti provenienza dalla Germania con costi molto elevati. Alcuni superano i 2 milioni di euro. Che genere di macchinari avete? Il più grande macchinario presente in questa litografia è una macchina da stampa denominata Heidelberg Speedmaster CX102 5 colori con verniciatura e un formato massimo di stampa di 72x102 cm. Ci ha impressionato perché è in grado di stampare alla velocità di 16.500 fogli all’ora il che permette di aumentare la capacità produttiva. Le speciali lastre di alluminio utilizzate da questa e dalle altre macchine da stampa sono prodotte completamente in automatico da un sofisticato macchinario denominato: Suprasetter Computer to plate (o CTP). Nell’azienda si stampa anche su supporti rigidi come il Forex, il Dibond e persino il legno. Per questo tipo di stampa si utilizza una stampante Dust Jnkjet. Questa tipologia di stampa è utilizzata per i più

svariati materiali pubblicitari. I pannelli vengono prima stampati e poi tagliati a Laser con un Plotter da taglio nelle varie dimensioni e sagome richieste. Gli stampati subiscono molto spesso altre lavorazioni come il taglio, la piega e la rilegatura. Per ognuna di queste lavorazioni c’è un macchinario specifico. Dopo aver risposto a queste domande i signori Valli ci hanno accompagnato all’interno dell’azienda per visitare i macchinari di cui ci avevano parlato prima. Alla fine del nostro percorso abbiamo concluso con una bella merenda tutti insieme, organizzata dallo staff stesso, che abbiamo gustato con molta voracità. Questa esperienza è stata molto interessante e formativa e ci ha permesso di affacciarci sul mondo del lavoro comprendendone le richieste. Ringraziamo la famiglia Valli per averci dedicato un po’ del loro tempo lavorativo per questa intervista. Ci farebbe piacere partecipare ad altre iniziative di questo genere.

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lodetex spa

SPECIALE

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L’orchestra che fa nascere le tende più belle Tratto da Varesenews www.varesenews.it È il ritmico rumore dei telai a riecheggiare nel capannone. Ce ne sono una cinquantina, uno dietro l’altro. Ogni telaio ha il suo spartito e la musica che ne esce è fatta di fili intrecciati, trame e ordito:

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uno diverso dall’altro e uno più bello dell’altro. Perchè alla Lodetex di Busto Arsizio non si producono tessuti come gli altri. In questo grosso stabilimento della zona industriale di Sacconago entrano rocchetti di filo ed escono stoffe pregiate, che diventeranno le tende più belle di mezzo mondo. Ci lavorano 40 persone,


ma le presenze in fabbrica per un giorno sono più che raddoppiate e l’età media si è più che dimezzata: la Lodetex ha infatti aperto le sue porte a 2 classi di terza media delle scuole Bossi di Busto Arsizio in occasione del Pmi Day. Ad accoglierli e ad accompagnarli in questo viaggio tra colori e ricami il responsabile commerciale Davide Bonsignore e il Presidente dell’azienda, Farhanghi Shahrokh. Un nome, il suo, non esattamente della tradizione industriale bustocca ma che si è legato strettamente alla storia della città fin dagli anni ‘70, quando dopo una laurea in ingegneria al Politecnico di Milano è arrivato in azienda e poi ne ha preso il controllo. Negli ultimi anni le scelte strategiche dell’azienda sono state focalizzate sulla qualità della produzione e sulla flessibilità. Per questo motivo Lodetex ha deciso di investire in tecnologia, strutture e risorse umane, dotandosi di un reparto produttivo composto da 50 telai tra i più sofisticati ed automatizzati e al tempo stesso di uno staff di 40 collaboratori altamente specializzati. L’azienda ha puntato ad una semi-verticalizzazione, implementando un reparto di finissaggio, tintoria e stampa digitale costituito da macchinari di ultima generazione che permette di ottenere tessuti con mani ed effetti unici ma al tempo stesso consente all’azienda di lavorare in piena efficienza offrendo alla propria clientela il miglior servizio in termini di qualità e flessibilità. Tutto ciò ha permesso inoltre all’azienda di sviluppare un nuovo finissaggio anti virale ecocompatibile che può essere applicato a tutta la collezione. Oggi la Lodetex continua a produrre con uno spirito familiare, in azienda lavorano infatti come amministratori entrambi i

figli di Farhanghi, Nicola e Luca, con uno sguardo Internazionale. “Il 90% della nostra produzione va all’estero. La flessibilità e l’attività dinamica dell’azienda (spiega Farhanghi Shahrokh) è resa possibile dalla presenza di uno staff interno responsabile dello studio e della produzione di nuovi articoli che garantisce un continuo rinnovamento dei prodotti offerti e una collaborazione con i suoi clienti per la produzione di tessuti esclusivi personalizzati. Oltre 90% della nostra produzione va all’estero, oggi bisogna tenere presente che “rispetto al passato i clienti sono molto cambiati: non ci sono più i grossisti o i tappezzieri e si deve cercare sempre nuove soluzioni e nuovi prodotti”. Quando nel 2008 la grande crisi colpì, la risposta dell’azienda fu quella di investire aggiungendo alla storica tessitura anche la tintoria, stampa digitale e il reparto del finissaggio dei tessuti. Una decisione che ha permesso all’azienda di superare la tempesta e continuare a navigare.

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SPECIALE

2019

lu - ve spa

Un’avventura fortunata e refrigerante

Giovedì 5 dicembre 2019, la classe 3C ha svolto delle lezioni “fuori” dall’aula. I ragazzi hanno partecipato, Classe 3C in collaborazione con Univa, ad Scuola un’interessante A. Manzoni iniziativa, grazie alla quale hanno potuto Uboldo far visita a un’azienda locale. Ad aprire loro le porte e a ospitarli per una mattinata è stato il “quartier generale” uboldese della LuVe Group, multinazionale produttrice degli scambiatori di calore ad aria per la refrigerazione (commerciale e industriale), il raffreddamento di processo per applicazioni industriali e il condizionamento dell’aria (civile, industriale e di precisione) con uffici e stabilimenti non solo in altri Paesi europei come Finlandia, Polonia, Rep. Ceca, Svezia e Russia, ma anche in altri continenti, per esempio in India, Cina e USA. Giunti in azienda verso le 9:00, gli studenti hanno dapprima assistito alla proiezione di un video in inglese e di slide, attraverso cui il dottor Paolo Borsani, Responsabile delle Risorse Umane, ha illustrato loro la storia della LuVe e le sue attuali produzioni. Poi, guidati

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L’industria che produce il freddo da Valentina Marazzi e Fabio Bruno, Responsabili della Sicurezza, hanno visitato vari reparti, assistito al lavoro degli operai, ricevuto informazioni sul funzionamento di qualche macchinario,

Per molti ragazzi è stata una sorpresa scoprire una realtà industriale all’avanguardia sotto vari aspetti e attenta a operare in modo ecosostenibile, nel rispetto delle normative europee per la salvaguardia dell’ambiente


visto all’opera un braccio robotico e ascoltato le spiegazioni di alcuni dipendenti. Per molti ragazzi è stata una sorpresa scoprire nel proprio comune una realtà industriale all’avanguardia sotto vari aspetti e attenta a operare in modo ecosostenibile, visto che lavora nel rispetto delle normative europee

per la salvaguardia dell’ambiente e gode di Certificazione Eurovent. È stata anche una lezione di vita, poiché gli alunni hanno constatato che in un’azienda vale ciò che si sentono ripetere spesso in classe: lo spirito di squadra permette di conseguire grandi risultati! La scolaresca ha apprezzato l’iniziativa e anche la possibilità di apprendere in modo coinvolgente, gli interventi del personale che li ha guidati nell’esperienza. Molti si sono sentiti incoraggiati dalle parole di Valentina Marazzi, Responsabile della Sicurezza: “Con impegno e determinazione si raggiungono alti obiettivi. Io sono entrata qui con mansioni modeste, ma sono stata notata e valorizzata, così nel tempo ho fatto carriera”. Oppure dal congedo finale del signor Bruno: “Studiate, ragazzi, studiate!”, raccomandazione inevitabile per i giovani visitatori, che si stanno accingendo alla scelta della scuola superiore!

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SPECIALE

2019

Un’avventura fortunata Uboldo, 5 dicembre. Cosa sarà del nostro futuro? Quale scuola Superiore sento mia? Cosa mi piacerebbe fare o diventare? Tanti i quesiti che affollano la nostra mente in questo momento particolare della nostra vita. È vero, 13 anni non sono tanti, ma siamo comunque chiamati a scegliere. Tra le varie proposte del progetto Orientamento anche questa: la visita ad un’azienda del nostro territorio, per vedere da vicino il mondo del lavoro, per molti di noi lontano, sconosciuto, immaginario. Noi siamo stati accolti

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dalla Multinazionale presente nel nostro paese: la Lu-Ve, sperando che il nostro futuro possa essere, come per loro, “un’avventura fortunata”. Una calorosa quanto refrigerante comunità aziendale Accolti dal Responsabile del Personale, il dottor Paolo Borsani, la curiosità è diventata sempre più viva. Cosa producete? Noi siamo una ditta leader nel settore della refrigerazione: siamo impegnati nella produzione di impianti di raffreddamento di vario tipo, che vanno dalle celle poste sotto i banconi dei supermercati, alle porte di vetro dei frigoriferi, agli impianti di condizionamento delle sale operatorie fino agli aeroporti. Insomma, tutto quello che comporta la catena del freddo.


Quanti sono i dipendenti? Nella sede uboldese abbiamo circa 450 collaboratori, tra parte amministrativa e operai, ma abbiamo diverse sedi in varie parti del mondo, dall’Europa, all’Asia e anche all’America, siamo un’importante multinazionale con 14 sedi commerciali. Tra i vostri principi ci sono la ricerca e il rispetto per l’ambiente? Certo. Infatti, noi collaboriamo con il Politecnico di Milano, nello specifico con la Facoltà di Ingegneria e altre 22 Università e centri di ricerca al mondo, perché crediamo molto nella politica green e siamo sempre alla ricerca di prodotti che possano svolgere la loro funzione a basso impatto ambientale. Per questo abbiamo ricevuto delle certificazioni europee che

Siamo una ditta leader nel settore della refrigerazione: siamo impegnati nella produzione di impianti di raffreddamento di vario tipo, che vanno dalle celle poste sotto i banconi dei supermercati, alle porte di vetro dei frigoriferi, agli impianti di condizionamento delle sale operatorie fino agli aeroporti

Classe 3D Scuola A. Manzoni Uboldo

ci motivano a migliorarci continuamente, facendo nostro il motto “I migliori dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti”. L’esperienza è proseguita con la visita ai reparti produttivi sotto la stretta sorveglianza di Valentina Marazzi, Responsabile della Sicurezza.

Simpatica quanto professionale, ha raccontato da dove è partita, studi classici, a dove è arrivata, lasciandoci importanti messaggi: “Non accontentatevi mai. Sappiate che il mondo del lavoro richiede disciplina, rispetto, responsabilità per sé stessi e per gli altri. La gavetta è importante per crescere e imparare. Credete in voi stessi e nelle vostre capacità”. E ha concluso facendo sua una frase di Adriano Olivetti: “La fabbrica è un luogo di lavoro dominato dal progresso, dalla giustizia, ispirato dalla bellezza”.

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mazza sollevamenti srl

SPECIALE

Dove si producono le gru

2019

Classe 3B Scuola med ia San Macario

Buongiorno con chi ho il piacere di parlare? Salve, io sono Luca, sono l’ingegnere dell’ufficio tecnico della ditta e svolgo anche il compito di designer. Quando e come ha iniziato a fare questo lavoro? Ho iniziato questo lavoro 15 anni fa.

Qual è stato il suo percorso di studio? Ho frequentato 2 anni il Liceo Scientifico, dato che non mi piaceva mi sono iscritto all’ITIS dove ho terminato le scuole superiori; ho poi proseguito gli studi prendendo 2 lauree. Quali difficoltà ha incontrato nel suo percorso di studio? È stato molto difficile anche perché ho dovuto cambiare scuola varie volte senza mai ambientarmi veramente. Cosa significa per lei lavorare qui? Per me lavorare qui ha molta importanza, anche perché mi piace, mi diverte ed è l’azienda di famiglia.

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Lei è il capo, in cosa consiste il suo lavoro? Non mi piace definirmi capo, tutti noi siamo un team, prendiamo le decisioni insieme. Come mai i carroponti sono tutti gialli? Sono tutti gialli per una questione di sicurezza, così sono più visibili. Come vede il mondo del lavoro e la sua mansione tra 10 anni? Il mondo del lavoro tra 10 anni lo vedo sicuramente molto progredito e la mia mansione la immagino sempre uguale. Quale consiglio darebbe ai futuri lavoratori o ai ragazzi che devono scegliere una scuola o un lavoro? Io consiglio di scegliere una scuola o un lavoro che piace perché solo così sarà piacevole. Se lei avesse un colloquio con un ragazzo diplomato al liceo e un ragazzo dell’ITIS o comunque di un Istituto Tecnico, chi assumerebbe? Per lavorare come operaio la pratica è una delle cose principali. Ma se tutti e due hanno la stessa manualità e sono allo stesso livello assumerei il liceale, perché non solo può lavorare in officina ma anche in altri campi.


Quando ero ragazzo mi piaceva la matematica ed ero molto bravo. Dopo le scuole medie ho studiato ragioneria all’istituto Tecnico-Commerciale di Gallarate. Cosa significa per lei lavorare qui? Per me lavorare qui significa far parte di un team e so che le azioni che faccio hanno conseguenze su tutta l’azienda. La Mazza Sollevamenti è come una seconda casa, una seconda famiglia. Come vede il mondo del lavoro tra 10 anni? Vedo il mondo del lavoro in evoluzione: ci saranno ancora sicuramente i computer e le fatture elettroniche, ma spero che la carta non si userà più così da rispettare di più gli alberi e l’ambiente. Invece chi è lei? Si può presentare per favore? Ciao, io sono Claudio Galli. In azienda mi occupo dell’amministrazione, ricoprendo il ruolo di contabile: mi occupo di controllare i pagamenti, le entrate e le uscite. Quando e come ha iniziato a fare questo lavoro? Ho iniziato nel 1985. Dopo aver terminato la scuola superiore, non volendo continuare gli studi, sono andato a lavorare subito in azienda. Sfortunatamente però l’impresa in cui lavoravo prima di venire qui, che si occupava della costruzione di macchine per disabili, fallì. Qui alla Mazza Sollevamenti era appena andata in pensione la moglie del capo, che si occupava proprio della contabilità e io presi il suo posto. Cosa ha studiato per arrivare a questo punto?

Che consiglio darebbe ai futuri lavoratori e a chi leggerà l’intervista? Un consiglio che darei è di inseguire i propri sogni e le proprie passioni con consapevolezza; consiglio di studiare anche le cose che non ci sembrano interessanti perché prima o poi serviranno e voi non smetterete mai di imparare. Fate sempre il vostro lavoro con passione e lasciate aperte più porte possibili.

Vedo il mondo del lavoro in evoluzione: ci saranno ancora sicuramente i computer e le fatture elettroniche, ma spero che la carta non si userà più così da rispettare di più gli alberi e l’ambiente 219


meba srl

SPECIALE

2019

L’elettronica senza segreti Redazione di Varesefocus www.varesefocus.it L’11 novembre 2019 la Meba Srl ha aperto le porte della propria azienda agli studenti della classe 3A della Scuola Media Carducci di Gavirate. Una visita che ha permesso agli studenti di scoprire l’interessante mondo dell’elettronica: l’azienda gaviratese infatti produce ed assembla componenti elettronici ed elettromeccanici e garantisce ai propri clienti una filiera tracciata in

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ogni sua fase, dall’assemblaggio smt passando per il pth arrivando ai collaudi e al conformal coating. Tutti i processi sono controllati e organizzati da un sistema gestionale creato e sviluppato internamente. Ogni linea produttiva elettromeccanica invece prevede l’assemblaggio semiautomatico o puramente manuale progettato nell’ottica di eliminare ogni attività a non valore aggiunto. E per finire il settore dell’automotive, per il quale l’azienda


gaviratese processa prodotti quali ad esempio i Comandi radio-volante, il cambio Selespeed, commutatori ed interruttori. Gli studenti hanno potuto comprendere meglio come per Meba non è mai una questione di sola tecnologia, ma di una costante ricerca per volgere al meglio la tecnologia al servizio del cliente. A tal fine l’azienda ha creato un’organizzazione dinamica, efficiente, capace di dare un servizio completo. Un’attenta pianificazione delle risorse permette la gestione efficace dell’impresa, la flessibilità mentale, prima ancora che nei sistemi produttivi, consente la crescita continua che asseconda le dinamiche di mercato e consolida ogni nuova conoscenza acquisita e ogni nuova esperienza. “Da sempre Meba è attiva nel sostenere

progetti come il Pmi Day, volti a dare voce al mondo del lavoro, alla sua complessa e articolata realtà, con il coinvolgimento di giovani, le nuove leve del futuro. Gli studenti mostrano sempre un grandissimo interesse e sono affascinati all’operatività dell’azienda: la loro curiosità non ha limiti. L’ingresso nei reparti di produzione, l’interazione con i diretti responsabili, l’ampia panoramica presentata dalla Direzione hanno contribuito a rendere l’incontro molto gratificante per tutti. Essere portabandiera del mondo imprenditoriale è per Meba un privilegio, soprattutto in questi anni di grandi e complesse sfide. La speranza e l’impegno per il futuro sono diretti a mantenerne alto il nome, per continuare a dare lustro all’industria italiana”.

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SPECIALE

2019

merletti srl

Al centro dello scenario industriale aeronautico La prima impressione è di meraviglia. Mai avremmo pensato di conoscere una realtà così importante. La Dott.ssa Sabrina Merletti è ben lieta di offrirci parte del suo tempo. Da quanto aderite al progetto Pmi Day Industriamoci? Da 4 anni. Ci piace condividere la nostra esperienza con gli studenti; confidiamo che

Collaboriamo con clienti e fornitori italiani e internazionali. Si tratta di un sistema verticalizzato, in cui si parte dall’acquisto della materia prima per arrivare alla vendita con certificazione

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una delle scelte future di qualche nostro giovane visitatore possa ricadere sulla nostra attività. Ci auguriamo che il nostro territorio possa contare sempre su energie locali e offrire opportunità di crescita ai giovani, evitando loro di cercare altrove esperienze lavorative. Quante aziende aderiscono al progetto Pmi Day Industriamoci? Sono circa 150, tutte nel territorio della provincia varesina. Quali benefici avete tratto dall’adesione a tale progetto? L’opportunità di conoscere altre aziende locali e l’obiettivo di avvicinare gli studenti alle realtà lavorative territoriali. Cosa ha ispirato la nascita della vostra impresa? L’azienda nasce nel 1972, dall’idea dei miei genitori, Gianluigi e Narcisa. Il nonno lavorava come falegname presso la società dei Caproni. Famosa impresa del settore metalmeccanico che rappresentò una delle più importanti aziende aeronautiche italiane. Avete collaborazioni con l’Italia e con


Classe 3A

l’estero e dove in particolare? Collaboriamo con clienti e fornitori, italiani e internazionali. Si tratta di un sistema verticalizzato, in cui si parte dall’acquisto della materia prima (i fornitori) per arrivare alla vendita con certificazione (il cliente). Siete soddisfatti del vostro lavoro? Molto, ma cerchiamo di migliorare ogni giorno. Il nostro obiettivo è di inserire ogni anno almeno un cliente in più che ci fornisca anche solo un prodotto. Questo per differenziare e variare la produzione.

Scuola A. Toscanin i Arsago Sepri o

Quanto tempo impiegate per portare a termine un lavoro? Noi lavoriamo su commessa, forniamo ciò che chiede il cliente. Per questo ogni oggetto è diverso ed ha un processo di costruzione che varia da diversi giorni a diversi mesi, dipende anche dai materiali necessari per la costruzione. Che tipo di specializzazione richiedete ai vostri dipendenti? I nostri collaboratori sono di 2 categorie: produttivi e colletti bianchi. I primi devono avere autonomia nel settore macchine utensili, conoscenza e abilità operativa sui macchinari. I colletti bianchi sono coloro che lavorano in ufficio, sono o Tecnici o Commerciali. I Tecnici devono avere conoscenze relative alla produzione e analisi di documentazione tecnica e specifiche tecniche (cicli operativi, disegni...); i Commerciali devono avere conoscenze di gestioni di sistemi informatici. Tutti devono ben padroneggiare la lingua inglese. Che scuola ha frequentato lei per svolgere il suo lavoro e di cosa si occupa in particolare? Ho frequentato il magistrale, ho partecipato al concorso per insegnare e mi sono specializzata per il sostegno ad alunni in difficoltà. Ho iniziato a lavorare presso la scuola primaria di Arsago, ma poi ho deciso con mio fratello, che aveva concluso gli studi liceali scientifici, di portare avanti le scelte dei nostri genitori, favoriti anche dalle nostre conoscenze di lingua inglese.

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SPECIALE

2019

Io mi occupo prevalentemente degli aspetti commerciali e del controllo qualità. Quali sono le competenze dell’Ufficio amministrativo? L’Ufficio amministrativo si occupa di contabilità ma anche di questioni fiscali. Per esempio, nel trovare finanziamenti per fare investimenti. Quali vantaggi possono trarre i ragazzi come noi dall’esperienza diretta presso la vostra azienda? “Scoprire” i propri interessi, quindi elaborare un’ipotesi di inserimento lavorativo futuro. Alla fine della visita Sabrina Merletti saluta così noi studenti: “Siamo entusiasti di avervi ospitato e di avervi illustrato la nostra attività, la tecnologia ed i continui

I nostri collaboratori sono di 2 categorie: produttivi e colletti bianchi. I primi devono avere autonomia nel settore macchine utensili, conoscenza e abilità operativa sui macchinari. I colletti bianchi sono coloro che lavorano in ufficio, sono o Tecnici o Commerciali

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investimenti che ci permettono di stare al passo nel panorama industriale aeronautico di oggi. Vedervi così curiosi di come vengono realizzati i particolari aeronautici di elicotteri e velivoli del panorama industriale italiano e mondiale è stato per noi simbolo di orgoglio e speranza per un futuro pieno di soddisfazione”. Ringraziamo l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese per la splendida occasione.


metaltech srl

L’unione tra metallo e tecnologia In questo periodo si sente molto parlare di aziende che per i più vari motivi sembrano destinate a fallire, compromettendo il futuro dell’industria italiana. Sarà davvero così per tutte? Per la Metaltech di Vergiate no di certo: tramite delle semplici domande fatte ad uno dei 4 proprietari, possiamo rivelare di più di quanto si immagini. Come nasce l’azienda Metaltech?

All’inizio, nel 1984, era di mio padre e quando è passata a me ed ai miei fratelli, nel 1996, abbiamo deciso di cambiare il precedente nome in Metaltech, per simboleggiare l’unione tra il metallo e la tecnologia. Posso definirla un’azienda di famiglia. Cosa produce la Metaltech? Produciamo diverse attrezzature per aerei

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Classe 3B

SPECIALE

Scuola D. Alighieri Varese

2019

ed elicotteri, delle più varie dimensioni. Non c’è un tempo standard per produrre. Le dimensioni dei pezzi possono variare da pochi millimetri a 3 metri. Lavoriamo inoltre per il settore medicale e il settore degli elettrodomestici. Quanti siete? Non in molti: la nostra è un’azienda piccola, suddivisa in 4 proprietari, tra cui io e 11 operai. L’età è la più varia: c’è chi viene

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a lavorare a 19 anni e chi scopre questo mestiere a 40. Da piccolo spesso venivo qui a dare una mano a mio padre. Cosa consigliereste ai giovani che vorrebbero intraprendere un lavoro in questo campo? A livello di scuole un Istituto Tecnico ci vorrebbe, ma in qualsiasi caso bisogna studiare e fare le cose con passione, quella che mio padre ci ha trasmesso per questa carriera, senza obbligarci. Quest’azienda che tipo di impatto ecologico ha? Direi positivo, come testimoniano i pannelli fotovoltaici sul nostro tetto. Spero che vengano inventati nuovi metodi dal pollice verde, è molto importante.


Avete altro da raccontarci? Beh, potremmo parlare di quanto sia importante lavorare in un luogo sicuro, evitando così disastrosi incidenti. Potremmo anche parlare del nostro orario di lavoro, piuttosto flessibile. Lo dico perché ci sono persone che, vivendo con i propri figli e la propria moglie, fanno meno straordinari di chi è appena entrato in azienda. Questo dipende anche dalle esigenze economiche di ciascuno, perché chiaramente le 8 ore, se sommate a quelle di straordinari, fanno aumentare la paga. Grazie e arrivederci. A voi! Devo dire la verità, prima di fare questa intervista, l’ambiente in un’azienda non mi affascinava particolarmente, ma ho capito non solo che, come dice il signor Menzago, sono le piccole aziende, insieme alle medie, a trainare gran parte dell’economia italiana, ma anche che con la passione e l’impegno si possono raggiungere grandi traguardi.

Produciamo diversi materiali per aerei ed elicotteri, delle più varie dimensioni. Non c’è un tempo standard per produrre. I pezzi più piccoli di solito in 10 centimetri raccolgono molte più difficoltà di un pezzo grande

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SPECIALE

2019

micromec srl

L’azienda che produce teste di miscelazione Ing. Fusé, che cosa produce la sua azienda? Produciamo teste di miscelazione che vengono montate su macchine dosatrici per la produzione di manufatti in poliuretano e facciamo parte del gruppo internazionale, italiano, Cannon che è il maggior produttore mondiale di queste macchine.

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Quali competenze servono per utilizzare le macchine di questa azienda? Bisogna saper leggere i progetti, saper “comunicare” con la macchina tramite computer o cellulare e tenersi continuamente aggiornati riguardo al funzionamento delle attrezzature. Bisogna, inoltre, conoscere le lingue per approcciarsi con le altre aziende ed eventuali tecnici specializzati ospiti.


Classe 3A ia Scuola Med San Macario

Ing. Fabio quali sono gli aspetti positivi e negativi del suo lavoro? Tra gli aspetti positivi c’è quello di aver seguito la mia passione per la meccanica, inoltre mi trovo in un ambiente stimolante. Un aspetto negativo del mio lavoro è il dover avere più mansioni da fare: ciò rende il mio ruolo più difficoltoso, ma allo stesso tempo meno noioso perché mi spinge continuamente a risolvere nuovi problemi. Qual è stato il suo iter di studi? Ho frequentato il Liceo Scientifico e poi Ingegneria Gestionale all’università. Arrivato nel mondo lavorativo ho capito però che il solo studio non basta e che molte competenze si apprendono con l’esperienza. Sig. Luca qual è il suo ruolo nell’azienda e c’è qualcosa che cambierebbe nel suo lavoro? Mi occupo della produzione e sono abbastanza soddisfatto del mio lavoro perché non è monotono. Quante ore lavora alla settimana e qual è il suo rapporto con il capo? Lavoro 40 ore alla settimana a meno che un particolare progetto non mi imponga di fare qualche straordinario. Se ci sono discussioni con il capo si tratta di esprimere diversi punti di vista, il tutto nel pieno rispetto dell’altro.

Sig.ra Canziani quali mansioni si svolgono negli uffici? Negli uffici ci occupiamo di acquistare tutto ciò che serve per la produzione e per la gestione dell’azienda: c’è un ufficio preposto al controllo dei pezzi, un ufficio per l’acquisto dei materiali e lavorazioni, un ufficio per la programmazione della produzione e io mi occupo dell’amministrazione contabile e finanziaria, gli stipendi, il rapporto con le banche, con i fornitori e clienti. La laurea in lingue mi ha aiutato nei rapporti con i clienti stranieri. Grazie dell’opportunità che ci avete concesso e grazie dei consigli che ci avete dato e che ci aiuteranno nella scelta della scuola secondaria.

Quali competenze servono per utilizzare le macchine di questa azienda? Bisogna saper leggere i progetti, saper “comunicare” con la macchina tramite computer o cellulare e tenersi continuamente aggiornati riguardo al funzionamento delle attrezzature

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SPECIALE

2019

mirage spa

Passione occhialeria Quale ruolo occupa all’interno dell’azienda e da quanto tempo vi lavora? Sono il proprietario di Mirage, un’azienda di famiglia fondata da mio padre, Carmine Milone, nel 1962 nella cantina della sua abitazione a Varese. Dal 1984 la società si è trasferita nella sede odierna. Iniziai a lavorare da molto giovane, dopo aver lasciato la scuola, essermi cimentato come giardiniere e aver soggiornato alcuni anni in Inghilterra; poi sono tornato deciso a continuare l’attività di famiglia. Quindi suo padre era un imprenditore venegonese? La storia di Carmine è interessante: lui era pugliese e, negli anni ‘50 del secolo scorso, con un treno era arrivato fino a Milano senza portare con sé nulla, neppure il biglietto ferroviario. Si era poi trasferito a Varese dove aveva conosciuto sua moglie, lavorando proprio in un’impresa di occhiali! Insieme iniziarono la produzione artigianale di montature, dal momento che le numerose ore di straordinario non venivano pagate in moneta ma in “pezzi”. Così i miei genitori accumularono in cantina molti elementi con cui poterono successivamente lavorare in proprio. È dunque un’azienda nata dall’amore di due persone e dalla passione per il lavoro. Quanti dipendenti conta l’azienda? Ci sono 100 dipendenti nelle 2 sedi sul territorio, tra cui i tre figli di Carmine

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(Cristiano, Matteo, Monica) e la nipote (Jessica). Cosa fa l’azienda per minimizzare l’impatto ambientale? L’azienda cerca di essere il più possibile ecosostenibile poiché il plesso è fornito di un impianto fotovoltaico, di riciclo dell’acqua di raffreddamento e di luci a basso consumo. Che tipo di lavorazioni si svolgono? Alcune riguardano il processo delle presse ad iniezione che fabbricano astine frontali: queste macchine sono 12 e 4 di esse sono


Classe 2A

elettriche, quindi necessitano di solo 3 chili di olio; la plastica che viene utilizzata è una poliammide sotto forma di granuli BIO. Una volta usciti dalla lavorazione i prodotti sono lucidi e quindi non verniciabili: con un processo chiamato burattatura (nell’altra sede dell’azienda) vengono resi opachi, dunque verniciabili. Un altro processo è quello della tampografia: con 2 tamponi, uno per il logo e l’altro per la scritta “Made in Italy”, vengono marchiate le montature. Prima di creare una qualsiasi montatura però, in uno studio a parte, vengono disegnati i prototipi a computer poi, tramite stampanti 3D, vengono creati, piegati e mostrati ai vari clienti: se piacciono inizia la produzione vera e propria.

Scuola E. Fermi Venegono In feriore

L’azienda cerca di essere il più possibile ecosostenibile poiché il plesso è fornito di un impianto fotovoltaico, di riciclo dell’acqua di raffreddamento e di luci a basso consumo

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SPECIALE

2019

missoni spa

Mille e più sfumature di colori Buongiorno. Siamo i ragazzi della Scuola media di Sumirago e vorremmo intervistarla. Può fare una breve presentazione dell’azienda? Certamente! Sono Ottavio Missoni, nipote del fondatore.

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Ci racconti un po’ di questa azienda. Quando è nata? È nata nel 1953 a Milano, poi ci siamo trasferiti qui a Sumirago. Cosa producete?


Classe 3A

Scuola E. Fermi Sumirago

Inizialmente producevamo vestiti sportivi, da ginnastica. Ora invece abbigliamento elegante. Lei da quanto lavora qui? Lavoro qui dal 2010 e ho visto questa azienda crescere e aumentare anche di personale. Quindi lei ha molte responsabilità! Sì. Devo dire che ne ho molte.

Ci racconti un po’ di questa azienda. Quando è nata? È nata nel 1953 a Milano, poi ci siamo trasferiti qui a Sumirago Cosa producete? Inizialmente producevamo vestiti sportivi, da ginnastica. Ora invece abbigliamento elegante

Perché ha scelto di lavorare qui? Perché ci lavoravano i miei genitori e quando da piccolo venivo a vederli ho scoperto la mia passione. Che studi ha fatto? Anche se la specializzazione richiesta è la tessitura, io ho studiato prima al Liceo scientifico, poi lingue all’Università. Quanto è importante la lingua inglese? Molto. Sia per i viaggi all’estero, sia perché è essenziale nell’ambiente del commercio, anche se di questi tempi è molto importante anche il cinese. Grazie mille. È stato interessante. Arrivederci. Grazie a voi! Ciao!

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mmb srl

SPECIALE

Lavorazioni meccaniche di precisione

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Classe 3B Scuola

Media Mornago

In che anno è stata fondata l’azienda? Nel 1928, poi nel 2016 c’è stato un cambio di proprietà. L’azienda ora è di proprietà di un Fondo di Investimento che si propone di aumentarne il suo valore, tramite investimenti in tecnologia e risorse umane.

Qual è l’orario di lavoro? Si apre alle 6:00 e si chiude alle 21:00. Alcuni lavoratori effettuano il loro lavoro a turni (dalle 6:00 alle 13:30 oppure dalle 13:30 alle 21:00). Altri lavoratori effettuano il loro lavoro a giornata (dalle 8:00 alle 12:00 e dalle 13:30 alle 17:30). Le ore lavorative giornaliere possono arrivare anche fino a 10. Si lavora

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anche il sabato mattina (a fronte di ordini in portafoglio consistenti). Che titolo di studio è necessario per entrare a fare parte dell’azienda? Diploma di scuola professionale (3 anni) oppure diploma di perito meccanico. È soddisfatto della sua azienda? Sì, ne sono molto soddisfatto. È mai successo un infortunio sul lavoro? È capitato in passato. A febbraio 2020 sono 2 anni che non ne avvengono. È soddisfatto del lavoro dei suoi dipendenti? Sì, sono soddisfatto. Le persone che si impegnano nel proprio lavoro vengono premiate.


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SPECIALE

2019

mpg manifattura plastica spa

La plastica è una risorsa, basta imparare ad usarla Le classi terze della scuola Orlandi di Cassano Magnano stanno svolgendo diverse attività relative all’orientamento e, grazie al progetto Pmi Day, hanno avuto la possibilità di visitare un’impresa della zona. I ragazzi di 3F si sono recati il 25/11/2019 all’azienda MPG Manifattura Plastica Spa. Cosa si produce in MPG? MPG è un’impresa manifatturiera che opera nel settore della plastica, nata nel 1976. L’azienda produce imballi in plastica rigida per il settore alimentare (ad esempio vaschette per il gelato, per i formaggi, tappi per omogeneizzati e latte in polvere). Le materie prime utilizzate sono polipropilene PP e polistirolo HIPS e PS che attraverso i processi di iniezione e di termoformatura si fondono ad alte temperature negli stampi. Quante persone lavorano in azienda? Il numero attuale dei dipendenti è di 63 persone. Durante i periodi di alta stagione, viene inserito personale a tempo determinato. Quanto si lavora e quanto si produce? Gli operai lavorano su 3 turni, 5 giorni

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su 7. Nei periodi di alta stagione lo stabilimento può funzionare anche 7 giorni su 7. L’accensione delle macchine e l’inizio della produzione possono richiedere molto tempo. I turni giornalieri sono così organizzati: primo turno 6:0014:00, secondo turno 14:00-22:00, terzo turno 22:00-6:00. Ogni imballo ha delle caratteristiche ben precise (dimensione, spessore, ecc.) per questo ogni macchina

Cosa si produce in MPG? MPG è un’impresa manifatturiera che opera nel settore della plastica, nata nel 1976. L’azienda produce imballi in plastica rigida per il settore alimentare


Classe 3F

Scuola I. Orlandi Cassano Magnago

ha una diversa produzione oraria in funzione delle difficoltà del pezzo e del numero di impronte dello stampo.

A titolo di esempio alcuni stampi producono 12.000 pezzi al giorno, altri circa 450.000. Cosa ne pensate riguardo all’inquinamento causato dalla plastica? Non è la plastica che inquina, ma l’uomo. Se l’individuo fosse più attento l’inquinamento della plastica non sarebbe un problema così grande come quello di oggi.

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SPECIALE

2019

noaw srl

Dalle affettatrici alle macchine per fare i waffles Quando è stata fondata l’azienda? Perché è stato scelto il nome Noaw? L’azienda è stata fondata nel 1974 dalla famiglia Battiston: Narciso, Omero, Aldo, Walter; e il nome Noaw è l’acronimo dei nomi dei 4 fratelli fondatori. Ad oggi quanti proprietari ha avuto l’azienda, Ing. Antonietta Galeotafiore? Proprietaria dell’azienda è sempre stata la famiglia Battiston, ad oggi posseduta al 70% dal General Manager Oreste Battiston. Quali prodotti vengono realizzati e venduti? Le affettatrici sono il prodotto di punta dell’azienda, ultimamente sono state introdotte le inteneritrici e le macchine per fare le crêpes e i waffles. Le affettatrici si distinguono in verticali o gravità e in totalmente manuali, le classiche a volano ed elettriche, tra cui si distinguono le semiautomatiche. Chi ha progettato le affettatrici? Tutte le affettatrici Noaw sono state progettate dall’ufficio tecnico interno.

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Quali sono stati i primi modelli e quali nomi avevano? I primi modelli sono stati T2, T3 e T4 e il nome deriva dalla passione dei titolari per la Ferrari, infatti corrispondono ai nomi di alcuni modelli di Ferrari dell’epoca. Ad altre affettatrici è stato dato il nome di TWS e TAS, dove W stava per Walter e A stava per Aldo (2 dei fratelli fondatori) ed alcune di queste sono ancora in produzione.

Le affettatrici sono il prodotto di punta dell’azienda, ultimamente sono state introdotte le inteneritrici e le macchine per fare le crêpes e i waffles


Classe 3A

Scuola E. Galvaligi Solbiate Arno

Quali sono i nuovi modelli? E il nuovo logo? I nuovi modelli rispondono alle esigenze attuali dei clienti, che, oltre alla funzionalità e affidabilità date per scontate, richiedono semplicità di utilizzo e pulizia e un design più accattivante, ad esempio nello showroom è possibile visionare una vasta gamma di prodotti. I modelli più venduti sono l’affettatrice a gravità 300G all’estero e in Italia i modelli verticali. Per le affettatrici a volano si è deciso di utilizzare un logo diverso da quello aziendale (rosso e blu) perché più in sintonia con il design retrò

delle macchine. Lavorate solo per l’Italia o anche per l’estero? Il 15% per il mercato nazionale, l’85% per il mercato estero: Europa, Sudafrica, Asia, America, Australia. In particolare, 2,5% Australia, 35% USA e Canada, 8% Messico, 18% Europa. Lavorate anche per altre aziende? Il lavoro viene svolto su commessa, non si lavora per il magazzino. Le affettatrici vengono vendute a rivenditori che poi servono principalmente a supermercati, negozi, mense, bar, ristoranti. La Noaw è un’azienda autonoma poiché possiede a Cavaria una fonderia nella quale vengono fusi e stampati il 100% dei pezzi in alluminio che vengono poi assemblati da operai specializzati per la produzione di affettatrici.

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SPECIALE

2019

Che tipo di lavoro svolgete e quante ore in media di lavoro si svolgono ogni giorno? Il lavoro è di 2 tipi: di ufficio o amministrativo e meccanico assemblaggio componenti e fonderia. Le ore sono in media 8 (ma ci sono anche part-time), l’orario di inizio/fine è diverso tra sede principale e fonderia. Quali competenze vengono richieste nei vari campi: amministrativo/commerciale/ operativo? Nel commerciale diploma o laurea e molto importanti sono la conoscenza delle lingue, non basta più solo l’inglese fluente ma anche una seconda lingua tra cui francese, spagnolo e tedesco. L’azienda promuove una formazione linguistica interna per

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favorire la conoscenza delle lingue. Nel campo operativo occorre il diploma. Quante persone lavorano nelle varie sezioni? In totale sono 60 dipendenti di cui una quindicina nei vari uffici. Sono presenti donne non solo negli uffici, ne abbiamo un paio che lavorano in magazzino e una in fonderia, nonostante il duro lavoro. Quante donne lavorano in azienda e che ruoli ricoprono? Le donne in totale sono 13 e lavorano principalmente negli uffici. Con che mezzi vengono trasportate all’estero le affettatrici? Il trasporto avviene per i clienti oltreoceano


solitamente via mare attraverso container, se il cliente lo richiede anche via aerea ma è molto costoso a causa del peso e dell’ingombro del prodotto. Altrimenti il trasporto è via terra, su strada. Quali competenze servono per questo lavoro? Dipendono dai diversi settori ad esempio per l’area amministrativa Finanza e Marketing, per il settore della produzione perito meccanico. Questo lavoro è quello che ha sempre voluto fare? Non esattamente, io sono laureata in Ingegneria Gestionale e pensavo più a un lavoro di gestione della produzione, poi a seguito delle esperienze vissute mi sono indirizzata verso un’area più tecnica, infatti sono attualmente il responsabile dell’ufficio tecnico. È stato difficile imparare? È soddisfatta del suo lavoro? C’è stato un periodo di formazione, ma la mia laurea mi ha permesso di inserirmi in questo nuovo settore. Sì, sono molto soddisfatta sia a livello personale che professionale, tanto da non pesarmi la strada che faccio per venire al lavoro (circa 80 chilometri al giorno). Quante ore lavora un dipendente? Normalmente 8 ore contrattuali, ci sono, come dicevo, contratti part-time. Varia solo l’orario: in fonderia si inizia molto presto per beneficiare delle ore meno calde e si termina prima alle 15:00. Che cosa bisogna studiare per svolgere questo lavoro? È un’attività più impegnativa dal punto di vista intellettuale o fisico?

Bisogna essere laureati con indirizzo tecnico. Ci sono delle strutture high-tech tipo pannelli solari? Noaw sta investendo molto nella tecnologia produttiva, spinta anche dall’industria 4.0, acquisendo centri di lavoro e implementando un’isola robotizzata in fonderia. Ci sono stati infortuni sul lavoro? Se sì di che percentuale e di che tipo? La percentuale è bassa ma possono accadere visto che il montaggio delle affettatrici avviene a livello manuale, nonostante i dipendenti siano tutti dotati di strumenti di protezione individuale e le macchine abbiano le sicurezze richiesta dalla normativa vigente. Il vostro settore ha subìto gli effetti della crisi economica? Nel 2008 – 2009 c’è stata la grande crisi economica, la nostra azienda è comunque riuscita a sopravvivere e a rafforzarsi, puntando principalmente sui mercati esteri.

Noaw sta investendo molto nella tecnologia produttiva, spinta anche dall’industria 4.0, acquisendo centri di lavoro e implementando un’isola robotizzata in fonderia

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ntt srl

SPECIALE

2019

Innovazione e rispetto per l’ambiente s’incontrano

Classe 3C

Scuola G. Salvemini Varese

Il 4 novembre 2019, noi alunni della 3C della scuola Salvemini di Varese, abbiamo visitato l’azienda NTT di Fagnano Olona. Siamo stati accolti con gentilezza dal sig. Adriano Moioli, uno dei soci fondatori di questo luogo davvero interessante in quanto a innovazione e rispetto per l’ambiente. Abbiamo infatti

La NTT è una startup della terza età, costituita ponendo speciale attenzione al territorio: zero solventi, risparmio energetico, ambiente lavorativo sicuro e pulito

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saputo che qui si attua la spalmatura senza solventi di tessuti e laminati tecnici (per camici anti-raggi X, schermature per aeroporti, gommoni, arredamento, teloni per camion). È una startup della terza età, costituita ponendo speciale attenzione al territorio: zero solventi, risparmio energetico, ambiente lavorativo sicuro e pulito. Il sig. Moioli ci ha detto che sono gli unici ad utilizzare un impianto di spalmatura senza solventi e che stanno cercando di trovare partnership importanti per sfondare nel mercato, anche al fine di diffondere in Europa un

brevetto che salvaguardi l’ambiente. Abbiamo visitato il macchinario che è stato inventato proprio qui, con un grande investimento da parte degli ideatori e ci siamo proprio resi conto della cura e dell’attenzione dei lavoratori dell’azienda. La cosa che ci ha colpiti di più è proprio la pulizia del luogo e la totale mancanza di odori chimici. Ci ha stupiti l’entusiasmo dei soci e la voglia di farci conoscere la loro idea innovativa. Ci piacerebbe un domani dopo gli studi lavorare in un ambiente bello e pulito come questo. Il sig. Moioli è stato davvero accogliente e gentile e ci ha spiegato in modo molto chiaro, anche attraverso esempi pratici, come funziona questo tipo di spalmatura. Abbiamo inoltre potuto toccare con mano i diversi tipi di tessuti e laminati.

“Abbiamo visitato il macchinario che è stato inventato proprio qui, con un grande investimento da parte degli ideatori e ci siamo proprio resi conto della cura e dell’attenzione dei lavoratori dell’azienda”

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nupi industrie spa

SPECIALE

Tubi per tutti i gusti

2019

L’Unione degli Industriali della provincia di Varese, nell’ambito del progetto Pmi Day, ci ha permesso di visitare la Nupi Industrie Italiane Spa di Busto Arsizio, con l’intento di avvicinare i ragazzi al mondo del lavoro. Noi studenti abbiamo fatto un sopralluogo nei capannoni e abbiamo intervistato il dirigente Marco Genoni e il padre, Luigi Genoni. Come nasce l’azienda? L’azienda all’origine si chiamava Plastica Imolese. Nel 1972 venne acquistata dagli attuali proprietari che la chiamarono Nuova Plastica Imolese, il cui acronimo è Nupi. Oggi ha un nuovo nome: Nupi Industrie Italiane Spa, un’eccellenza italiana nel mondo. Che cosa produce? Produce tubazioni in materiale plastico per il trasporto di acqua calda e fredda nelle abitazioni, di gas, di benzina e del diesel nelle stazioni di servizio. A Busto vengono prodotti i raccordi con le presse ad iniezione mentre a Bologna vengono Classe 2A prodotti i tubi con gli estrusori per le materie Scuola plastiche.

B. Bellotti Busto Arsizio

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Avete delle filiali? In Italia ci sono 3 stabilimenti: a Busto Arsizio, a Castel Guelfo e ad Imola;

abbiamo anche una filiale negli USA, in South Carolina. Qual è il fatturato della società? Il fatturato annuo della società è di circa 90 milioni di euro. Come avete affrontato la crisi del 20082009? Nupi è stata coinvolta nella crisi mondiale dalla quale è definitivamente uscita nel 2015, grazie al fatto che l’azienda era ben capitalizzata: i soci hanno lasciato gli utili in azienda evitando che questa si indebolisse ulteriormente. Oggi la Nupi esporta il 70-75% dei suoi prodotti in 50 Paesi del mondo. Qual è l’attività principale dell’azienda? È la trasformazione di materiale plastico (acquistato sotto forma di granuli polimerici) in tubi e in raccordi attraverso la fusione dei granuli. Oltre all’attività produttiva, viene anche eseguita attività logistica di stoccaggio e di spedizione della merce ai clienti. Qual è l’impatto che l’azienda ha sull’ambiente? L’impatto che la Nupi ha sull’ambiente è minimo, anche se viene considerata un’azienda energivora. Infatti, negli ultimi anni la società ha fatto 2 grossi investimenti: nel 2010-2011, a Busto Arsizio e a Castel Guelfo, sono stati installati impianti fotovoltaici che


producono energia elettrica. Il secondo investimento, fatto circa 2 anni fa, è stato l’impianto di rigenerazione, che ha avuto un costo di circa 2,5/3 milioni di euro. Questa istallazione permette di produrre energia elettrica utilizzando gas metano. L’azienda inoltre non porta nulla o quasi in discarica, in quanto usa gli scarti della produzione per nuovi prodotti. Ciò che non è possibile riutilizzare viene destinato al termovalorizzatore che, bruciando, produce energia elettrica per la produzione di acqua calda per scaldare le case. Quali sono le competenze richieste per lavorare in questo settore industriale? Sono quelle amministrative (ragionieri, laureati in economia e commercio) o tecniche (periti e ingegneri). Quante sono le ore di produzione? La produzione è continua, 7 giorni su 7. In azienda c’è sempre qualcuno che

lavora per sfruttare al meglio gli impianti che sono molto costosi e complessi. Con l’Industry 4.0 sono stati introdotti robot e questo richiede particolare attenzione. Qual è lo spazio che occupano le donne? La percentuale di dipendenti donne è maggiore in amministrazione; gli uomini sono più numerosi in produzione. Quali interventi vengono fatti per garantire la massima sicurezza all’interno dell’azienda? La Nupi dà molta importanza alla sicurezza: ha una certificazione di sicurezza aziendale e il personale viene istruito per evitare gli infortuni. Partecipate alle fiere per farvi conoscere? Sì, anche se una volta era molto più importante; oggi, con le nuove tecnologie, i potenziali clienti ci possono conoscere anche attraverso internet.

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SPECIALE

2019

omnia plastica spa

Gli occhialini da piscina di Micheal Phelps sono di produzione varesina Il 13 novembre 2019 siamo andati a visitare la Omnia Plastica, un’azienda di Borsano, nell’ambito del progetto Pmi Day-Industriamoci. Lì abbiamo incontrato l’Amministratore delegato Luca Maria Castellanza al quale abbiamo rivolto alcune domande per avere chiarimenti sull’attività dell’impresa. Quando è nata la Omnia Plastica? È nata nel 1950, grazie ad un’intuizione di Pierino Castiglioni e della sua famiglia. Di cosa si occupa? Si occupa dello stampaggio di materie plastiche e realizza una produzione molto varia di oggetti e di materiali per diversi usi. Ad esempio, produce caschi per moto e da sci, occhialini da piscina, come quelli usati anche da Michael Phelps. Questi sono stati realizzati proprio su richiesta dell’atleta che voleva degli occhialini che consentissero una maggiore visione laterale, per tener d’occhio gli avversari durante le gare. L’Omnia Plastica produce anche i semafori per le Ferrovie dello Stato

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e gli scudi e i manganelli della polizia e anche le maschere antigas (marchio Bell Safety). Questi oggetti vengono non solo prodotti ma anche testati nella ditta di Borsano. Si realizzano anche prodotti per il life style e l’oggettistica, lampade per dentisti e per arredo. Una unità produttiva della fabbrica si occupa invece dell’estrusione e polimerizzazione di semilavorati. Signor Castellanza, lei è l’Amministratore Delegato dell’azienda. Come ha fatto ad arrivare a ricoprire questa posizione? Che scuola ha fatto? Ho frequentato il Liceo Scientifico e poi mi sono laureato in Chimica Industriale. Ho fatto anche l’insegnante per un periodo della mia vita e mi piaceva. Non ho solo studiato ma ho anche lavorato sodo, a partire dalla posizione di operaio per poi fare carriera, tutto grazie all’impegno e alla serietà che non possono mai mancare se vuoi riuscire nella vita. Com’è organizzato il suo lavoro?


Classe 3D

Scuola E. De Amicis Busto Arsizio

Spesso viaggio per lavoro. Visito le nostre filiali in Olanda, Asia (India, Qatar, Arabia Saudita), Sud Africa e America, per controllare i processi produttivi. Quali lingue è utile conoscere per fare il suo lavoro? Sicuramente l’inglese, il francese, il tedesco ma anche il russo, il cinese, lo spagnolo e l’arabo.

robot per lavorare la plastica e sono tutti controllati da giovani specializzati, molto preparati. Ci siamo accorti che tutti in fabbrica lavorano insieme. Quanto è importante il lavoro di squadra? Sono convinto che sia fondamentale, così come è importante andare d’accordo, perché questa modalità di lavoro consente di dividere i compiti e allo stesso tempo di moltiplicare i successi. Quali sono i vostri clienti? Abbiamo partner prestigiosi come Ferrari, Brico, la Polizia di Stato, le Poste italiane e le Ferrovie italiane, solo per fare degli esempi.

Come si lavora in fabbrica? Ci sono vari edifici e in ciascuno di essi si realizzano prodotti diversi. In questo complesso lavorano circa 50 persone.

Il vostro lavoro è molto importante, ma cosa fate per l’ambiente? È vero che produciamo lavorati e semilavorati della plastica ma nei limiti del possibile utilizziamo materiali riciclabili.

Quanto è utile la tecnologia? È fondamentale, infatti qui utilizziamo

Grazie per la sua disponibilità, da parte della 3D del De Amicis e buon lavoro!

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SPECIALE

2019

o . v . s . villella srl

Volare in alto sognando con passione

O.V.S. Villella Aerospace è un’azienda varesina, fondata nel 1975 da Peppino Villella a Sesto Calende. Specializzata Classe 3E in saldature aeronautiche, collabora Scuola con grandi Società del A. Vidoletti settore aeronautico. Il 28 novembre Varese 2019 ha aperto le sue porte a un gruppo di studenti dell’Istituto “Angelo Vidoletti” di Varese e il Cavalier Peppino Villella ha personalmente presentato ai ragazzi l’impresa. Dopo aver parlato di orari di lavoro e requisiti necessari per far parte della squadra, il Cav. Villella ha spronato i ragazzi ad impegnarsi sempre al massimo ed a cogliere ogni opportunità che la vita offre, come fece lui stesso 45 anni fa. Quando è nata l’azienda e in che cosa è specializzata, signor Villella? È nata nel 1975. È specializzata nella costruzione di componenti e strutture

Un sogno che ha preso il volo

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aerospaziali, saldature, lavorazione della lamiera, tubi, meccanica, assemblaggi, controlli non distruttivi e processi galvanici. La produzione media annua è di circa 12.000/15.000 pezzi. Che tipo di competenze bisogna avere per essere assunto? Competenze tecniche, meccaniche, aeronautiche, saldature manuali, conoscenza dell’inglese e competenze informatiche. Com’è nata questa sua passione?

Competenze tecniche, meccaniche, aeronautiche, saldature manuali, conoscenza dell’inglese e competenze informatiche sono le comptenze richieste


Ho sempre voluto creare qualcosa di innovativo e importante. Non mi sono mai tirato indietro. Si può arrivare ovunque si voglia, mettendoci passione, impegno e coraggio. Come avviene l’assunzione del personale? Attraverso colloqui che svolgo personalmente. Decido soprattutto in base alle competenze tecniche ed alla voglia di fare, a quanto in realtà la persona davanti a me voglia crescere e imparare. Può spiegare il metodo con cui viene controllata la validità dei pezzi? Vengono fatti test durante i quali ci si assicura che non ci siano difetti in ogni singolo pezzo, per esempio, per le saldature, viene fatta una radiografia. Se si evidenzia anche solo una imperfezione

che non soddisfa i requisiti applicabili, i pezzi vengono scartati. Per quali aziende produce i pezzi? Ne abbiamo in quasi tutto il mondo, in particolare, negli USA e in Europa dove ci sono i nostri clienti più importanti come Leonardo, Boeing, GE Avio, Liebherr, Collins Aerospace, Safran, Dornier. Servono certificazioni per la produzione e la vendita dei componenti? Certo. Noi siamo stati tra le prime Aziende in Italia a ottenere la certificazione NADCAP, ente di qualificazione a livello mondiale, per i processi speciali. Quanti dipendenti avete? A oggi da noi lavorano 140 dipendenti. Per le assunzioni vengono fatti colloqui quasi ogni giorno.

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SPECIALE

2019

Volare in alto con la passione Il Pmi Day, già da qualche anno, è un evento che coinvolge ben 140 aziende che operano nel territorio della nostra provincia: Varese. Questa iniziativa, organizzata da Univa, ha dato l’opportunità, a noi ragazzi di terza media, sia di conoscere quali sono le competenze richieste dal mondo del lavoro, sia di osservare da vicino la realtà produttiva locale. Inoltre, ci ha permesso di apprezzare l’impegno e la passione che l’imprenditore, unitamente ai suoi collaboratori, mette nella realizzazione dei prodotti e nell’esecuzione dei servizi che offre, nonché la determinazione dell’intera

Produciamo circa 2.000 componenti per campione all’anno. Ogni pezzo è il risultato della sinergia dei diversi reparti tecnici e delle molte professionalità interne all’azienda che collaborano al fine di consegnare al cliente un prodotto altamente efficiente e funzionale

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azienda nel raggiungere i risultati prefissi e i progetti futuri. Il 19 novembre 2019 l’O.V.S. Villella Aerospace, specializzata nella costruzione di componenti e strutture aerospaziali e in processi di saldatura aeronautica, ha aperto la porta d’ingresso alla nostra classe: la 3H. Questa azienda, come la maggior parte delle piccole e medie imprese, è il cuore pulsante dell’economia industriale lombarda. Appena giunti a Sesto Calende siamo stati accolti dall’Amministratore dell’azienda, il Cavalier Peppino Villella, il quale, dopo averci dato il benvenuto, ci ha fatto consegnare da una sua dipendente dei simpatici badge, quindi ci ha affidato ad un suo valido collaboratore, il signor Fabrizio. Quest’ultimo ci ha condotto nella sala conferenze, nel frattempo si è unito al nostro gruppo il signor Bruno, che lavora all’Univa di Varese, il quale ha tenuto a precisare che il progetto che ci ha condotto fin qui può essere un valido suggerimento nella scelta della nostra scuola futura e conseguentemente nell’individuazione del lavoro che ci piacerebbe intraprendere. Detto questo ha lasciato la parola a Fabrizio che ci ha presentato l’attività di cui si occupano, lasciando poi libero spazio alle nostre domande. Signor Fabrizio da quanti anni lavora per O.V.S. Villella e qual è la sua mansione? È da 22 anni che lavoro in questa azienda e attualmente sono responsabile dell’ingegneria di produzione. Quando e da chi è stata fondata questa azienda? La O.V.S. Villella è stata fondata nel 1975 dal Cavalier Peppino Villella, all’epoca


dipendente della SIAI Marchetti, ed inizialmente effettuava soprattutto saldature per il settore motociclistico. Nel 1990 è stata ampliata costruendo il primo capannone di fianco al quale nel 2005 è sorto il secondo. Nel 2017 è stata inaugurata la sua ultima unità produttiva, portando la superficie coperta a 6000 mq. Quante persone lavorano nella vostra azienda? Abbiamo circa 140/145 dipendenti. Vi siete occupati sin da subito del settore aereonautico? Inizialmente realizzavamo soprattutto saldature per il settore motociclistico e navale e successivamente per il settore aereonautico. Quali lavorazioni eseguite? La nostra azienda è leader nella costruzione di strutture aeronautiche con lavorazione di tubi, condotti e lamiere, inoltre siamo specializzati nelle lavorazioni meccaniche , nei processi di controlli non distruttivi, assemblaggio e saldatura, controlli non distruttivi, trattamenti galvanici e verniciatura.

Classe 3H Scuola D. Alighieri Varese

anche il design dei prodotti. Quindi realizzate anche pezzi su misura? Sì, il cliente ci fornisce il progetto del pezzo da lui richiesto e noi ci occupiamo di tutte le fasi di industrializzazione e produzione per ottenere il prodotto finito. Quanti pezzi realizzate in un anno? Produciamo circa 15.000 componenti all’anno. Ogni pezzo è il risultato della sinergia dei diversi reparti tecnici e delle molte professionalità interne all’azienda che collaborano al fine di consegnare al

Scegliete voi il design dei vostri prodotti? Alcuni clienti ci incaricano di curare

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SPECIALE

2019

cliente un prodotto altamente efficiente e funzionale che rispecchia i requisiti aeronautici.

essere uno strumento di incremento della competitività, oltre che elemento di pregio della società.

Da dove provengono i materiali che utilizzate? Le materie prime e la normaleria per la maggior parte sono importati direttamente dagli Stati Uniti.

Ritenete la rete un utile strumento di pubblicità? Avete un vostro sito web? Sì, infatti, abbiamo un nostro sito internet: www.ovsvillella.it. Per far conoscere la nostra realtà, ad esempio, abbiamo dedicato una pagina alla nostra storia e alle lavorazioni con i particolari che realizziamo, alle certificazioni da noi possedute. Inoltre vi è anche uno spazio nel quale sono indicate le figure professionali da noi ricercate e i requisiti che i candidati devono avere per poter lavorare con noi.

Quali costruttori di velivoli si avvalgono dei vs. servizi? Tra i nostri clienti vi sono diversi costruttori aeronautici, come ad esempio Boeing, Leonardo, Thai, Dornier, Safran, Ge Avio. Quanto fattura la vostra azienda? Il fatturato medio annuale di questa impresa è di circa 12/13 milioni di euro. Qual è uno dei maggiori punti di forza della vostra azienda? I continui investimenti in attività di ricerca e sviluppo. Ciò ci consente di realizzare prodotti estremamente complessi e di soddisfare un segmento di mercato ad alto contenuto tecnologico. Quale impatto hanno le vostre lavorazioni sull’ambiente? Siamo molto sensibili all’ambiente ed alla salute dei ns. collaboratori rispettando tutte le leggi e norme previste, utilizzando principalmente prodotti ad impatto ambientale minimo. Pensate che sia opportuno investire nella formazione del personale? Per noi è fondamentale. Un’adeguata formazione del personale può davvero fare la differenza. Spesso, soprattutto nel nostro Paese, la formazione e l’informazione del personale sono considerati un costo per le aziende quando, invece, potrebbero

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A tal proposito, vorrei chiederle quali competenze sono richieste ad un disegnatore meccanico? Il disegnatore meccanico deve essere in grado di sviluppare disegni relativi alle parti, assiemi strutturali dei velivoli o loro componenti elaborando la documentazione tecnica prevista dalle procedure di riferimento. Nello specifico, il disegnatore progettista meccanico sviluppa disegni di dettaglio relativi sia a particolari sia ad assiemi strutturali attraverso l’utilizzo degli strumenti informatici di disegnazione ad elevato contenuto di integrazione; deve garantire la rispondenza e l’osservanza delle normative, degli standard ed il rispetto dei criteri di controllo della configurazione; deve eseguire interventi finalizzati a contribuire alla soluzione di problemi e/o inconvenienti di carattere produttivo e di prestazione. Lungo il percorso tra i reparti dell’azienda il signor Fabrizio si è reso nuovamente disponibile a soddisfare le nostre curiosità.


Signor Fabrizio, ci può illustrare le varie fasi di produzione dei vostri manufatti? Generalmente il processo che porta alla realizzazione della maggior parte dei prodotti che realizziamo è composto da una fase di industrializzazione con la trasformazione dei requisiti tecnici richiesti dal cliente in documentazione di lavoro (cicli, fogli operativi, programmi per le macchine utensili, ecc.) e da una fase di produzione per la realizzazione e controllo del prodotto finale. Ma come è possibile passare dalla progettazione di un dato manufatto alla sua realizzazione? E quali strumenti devono essere utilizzati? Terminata la fase di industrializzazione, si passa alla lavorazione del materiale grezzo per ottenere un primo pezzo del prodotto da realizzare, per far ciò si possono usare macchine manuali controllate da tecnici specializzati o macchine dotate di un software che l’operatore programmerà con parametri

Il nostro punto di forza sono i continui investimenti in attività di ricerca e sviluppo. Ciò ci consente di realizzare prodotti estremamente complessi e di soddisfare un segmento di mercato ad alto contenuto tecnologico

diversi a seconda delle operazioni che dovranno essere eseguite per poter creare il particolare progettato. Prima abbiamo visto una fresatrice, a che cosa serve? La fresatrice è un macchinario per mezzo del quale i tecnici modellano il materiale grezzo in forme complesse, attraverso l’asportazione dei trucioli. Ha parlato anche di processi galvanici, mi può spiegare lo scopo di questo procedimento? Il trattamento galvanico è una sequenza di lavorazioni. Vengono utilizzate soluzioni acquose contenenti acidi, basi ed additivi specifici, effettuate in vasche allineate. Le vasche di processo sono sempre seguite da una o più vasche di lavaggio per l’eliminazione dei residui che restano sui pezzi trattati. Dopodiché i pezzi devono essere essiccati per evitare la formazione di macchie di umidità e per garantire l’assenza di attacco dalla corrosione. Come fate a garantire la perfetta funzionalità dei pezzi che i vostri clienti vi chiedono di installare sugli aerei? Eseguiamo una serie di controlli di qualità ad esempio radiografie, misurazioni (misurazione 3D, misurazione massa) e test di durezza, particelle magnetiche e liquidi penetranti. Ringraziamo l’O.V.S. Villella Aerospace per aver reso possibile questa giornata ed averci mostrato che si può volare in alto con la passione e che con le competenze e la voglia di fare si possono ottenere grandi risultati. È stata un’esperienza molto interessante ed educativa, che non dimenticheremo: il nostro primo passo nel mondo del lavoro.

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SPECIALE

2019

pasticceria zamberletti

I giusti ingredienti per il successo Diciamo la verità: uscire una mattina da un’aula di scuola per entrare in un laboratorio di pasticceria non è esperienza di tutti i giorni e l’idea ci è subito piaciuta un sacco! Non avevamo, però, la minima idea di cosa volesse dire lavorare in mezzo al cioccolato, allo zucchero, alle creme... e abbiamo capito fin da subito che non si tratta di un mestiere semplice. La prima cosa che ha colpito un po’ tutti è stata che ogni lavorazione avviene perlopiù in maniera tradizionale, cioè a mano, anche se poi tocca a certe macchine eseguire gli interventi più pesanti. Ma in un mondo ipertecnologico, non potevamo immaginare che la manualità potesse avere ancora tanto spazio. Certo, la preparazione professionale conta eccome,

Un dolce tuffo però sia il titolare di Zamberletti, Davide Steffenini, che la Responsabile Marketing Jessica Renna, ci hanno ricordato che la passione è alla base di tutto e per noi, che proprio in questi giorni stiamo scegliendo la scuola superiore dove iscriverci, è stato importante che ce lo abbiano ricordato. Anche perché senza passione non potremmo mai fare un mestiere come il pasticcere, che richiede anche 12 ore al giorno di lavoro, giorni di festa compresi.

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Un marchio, come quello di Zamberletti, è un’autentica “istituzione” a Varese e ci ha colpito molto vedere il laboratorio (è stato divertente indossare camice e cuffietta, immedesimandoci nei panni del pasticcere per una mattina) dietro il banco del bar: significa che produzione

La prima cosa che ha colpito un po’ tutti è stata che ogni lavorazione avviene perlopiù in maniera tradizionale, cioè a mano, anche se poi tocca a certe macchine eseguire gli interventi più pesanti. Ma in un mondo ipertecnologico, non potevamo immaginare che la manualità potesse avere ancora tanto spazio


solo mescolando tutti questi “ingredienti” e consumo avvengono in breve tempo si possono raggiungere grandi obiettivi, e sotto gli occhi di tutti. Tanta fortuna si deve all’impiego di materie anche partendo da livelli modesti. Davide, per esempio, ha iniziato prime di qualità, alla scelta di eliminare ogni tipo di a lavorare a soli 16 anni come lavapiatti e poi come aiuto conservante artificiale, pasticcere mentre studiava all’aiuto offerto da un amico molto all’Istituto Alberghiero. Conciliando lavoro e particolare come... C la ss e 3B Giambattista: così studio, ha potuto portare avanti il suo sogno. tutti chiamano il Scuola lievito madre che I sacrifici gli hanno A. Vidoletti permesso, infatti, a soli viene rinnovato Varese 23 anni, di aprire una ogni giorno da quasi pasticceria a Varese, tutta mezzo secolo. La sua. storia del fondatore, È grazie soprattutto al Antonio Zamberletti marketing e all’invenzione o (inventore del famoso innovazione che il marchio Zamberletti “Dolce Varese” nel 1949) e di Davide, l’attuale proprietario, insegna che continua a vivere.

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SPECIALE

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“Benvenuti nella mia azienda”: è con queste parole che siamo stati accolti lunedì 13 gennaio 2020 da Davide Steffenini, giovane titolare di Zamberletti a Cassano Magnago. L’occasione ci è stata offerta dall’Unione degli Industriali di Varese che, con un’organizzazione impeccabile, ci ha dato l’opportunità di conoscere una realtà lavorativa a noi vicina. Il nome Zamberletti nel campo della pasticceria è da sempre noto a Varese. Ma che dietro ad esso si nascondesse un giovane trentenne, ci ha davvero sorpresi. Abbiamo incontrato il referente del progetto Pmi Day dell’Unione degli Industriali, il dottor Bruno Palmieri, che ci ha supportato in questa bellissima

abbattitori che arrivano ad una temperatura compresa tra i -20 e i -40 gradi centigradi: ci sono familiari, poiché spesso li abbiamo visti in televisione in trasmissioni che si occupano di cucina. In effetti il contesto sembrava molto familiare e ci siamo resi conto che tutto è svolto con semplicità, ma anche con grande professionalità e interamente a mano. L’azienda non utilizza conservanti, se non naturali, come ad esempio il freddo: ci sono infatti dei grandi frigoriferi dove vengono fatti riposare gli impasti ancora crudi, come quelli per le brioches, che hanno tempi di lievitazione molto lunghi, anche di 24 ore. Da qui siamo passati poi nella zona produttiva, il cuore della pasticceria, dove erano all’opera dei dipendenti che, con una enorme perizia, preparavano pizzette, biscotti e panini. Li abbiamo ammirati per la loro grande manualità che consentiva di creare pezzi perfettamente uguali. Ci sono venute in mente molte domande da fare al titolare, ad esempio gli abbiamo chiesto: “Qual è ora il suo ruolo all’interno dell’azienda?” Ci ha risposto: “Oggi mi occupo della ricerca delle materie prime che provvedo a selezionare di persona: ad esempio il rhum con cui facciamo i babà viene distillato da un mio amico e ciò mi permette di realizzare un prodotto di grande qualità, sebbene più costoso rispetto a quello della grande distribuzione”. Continua Davide Steffenini: “Ragazzi, ricordatevi sempre, che nella vita bisogna fare tutto con grande passione ed impegnarsi al massimo. Qualunque scelta voi facciate, fatela seguendo il vostro cuore, non arrendetevi alle prime difficoltà e soprattutto, continuate a studiare: io studio più ora di quado andavo a scuola!” Queste parole sono state per noi incoraggianti perché Davide ci ha offerto

Grandi sacrifici per dolci passioni esperienza. Insieme a lui abbiamo conosciuto anche la Responsabile Marketing, Jessica Renna. Dopo aver indossato camici e cuffie ed aver scattato foto di rito, ci siamo diretti nel magazzino e poi nella zona cosiddetta “primaria”, dove arrivano le materie prime e al termine della lavorazione vengono depositati i prodotti finiti pronti per essere distribuiti nelle diverse sedi dei negozi. Ci siamo quindi spostati nella zona cottura, dove abbiamo avuto l’occasione di vedere alcuni forni Classe 3D in funzione e in uno in particolare stava Scuola cuocendo proprio il A. Vidoletti famoso “Dolce Varese” che noi tutti conosciamo Varese bene. In questa zona sono presenti anche degli

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il suo esempio proprio in questo periodo in cui anche noi ragazzi siamo chiamati a scegliere una scuola superiore che ci indirizzerà ad una professione. Gli abbiamo quindi domandato: “Quale è stata la sua formazione professionale?” Ci ha risposto: “Dopo aver frequentato per 5 anni un Istituto Alberghiero, sono stato assunto in alcuni ristoranti. Successivamente ho lavorato per un’importante pasticceria della zona, Buosi, dove ho appreso i segreti della lavorazione del cioccolato. Infine, sono passato anche per Milano, a lavorare per il famoso Peck. È stata per me una grande opportunità di crescita professionale perché a scuola si apprendono tante cose utili e basilari, ma poi è con l’esperienza sul campo che si impara davvero un mestiere”. Un altro insegnamento per noi. Chiediamo: “Com’è nata l’idea di aprire una pasticceria in proprio?” Ci risponde: “Ho sempre avuto questo progetto ed i

miei genitori mi hanno appoggiato, anche economicamente, credendo nel mio sogno”. “È un lavoro che le ha richiesto sacrifici?”, ci sorge spontanea la domanda. Ci risponde: “Molti, ma se credi e tieni a ciò che fai non ti pesa. Quando i miei amici uscivano a divertirsi, io andavo a lavorare: avevo orari pesanti, ma questo lavoro è fatto così: non ci sono feste, anzi è proprio in quei momenti che si lavora di più, persino nel giorno di Natale!” Ci ha offerto una golosa merenda ed abbiamo continuato la nostra intervista, chiedendogli: “Avete delle ricette segrete?” Ci ha riposto: “Sì, dietro ad ogni prodotto c’è una ricetta particolare che abbiamo curato nei dettagli, provando e riprovando, assaggiando e facendola assaggiare, non accontentandoci mai, andando incontro a successi, ma anche a fallimenti”. Chiediamo: “Qual è il dolce più venduto?” Ci dice: “È sicuramente il ‘Dolce Varese’ che Carlo Zamberletti ha creato fin dagli anni ‘30 e che continuiamo a sfornare e vendere in grandi quantità, soprattutto nelle feste natalizie e in estate, quando a Varese arrivano molti turisti che vogliono assaggiare il dolce tipico del nostro territorio”. “È contento di quello che ha realizzato?” Ci risponde: “Sì, ma ho ancora tanti obiettivi… anche la scelta di rilevare questa ditta proprio a Cassano Magnago, tra Varese e Milano e vicino a Malpensa è stata strategica perché mi piacerebbe aprire altri negozi nel milanese”. Per concludere in modo ancora più piacevole questa interessante esperienza, alcuni di noi si sono diretti al bancone dei dolci ed hanno assaggiato la famosa veneziana, soffice e ricoperta di granella di zucchero e dei pasticcini freschissimi. Non avevamo alcun dubbio sulla qualità dei prodotti, che avevamo appena visto uscire dai forni!

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SPECIALE

2019

pool service srl

I fornitori dei parrucchieri Com’è nata l’idea di aprire un’azienda di tinture per capelli? Questa azienda è nata da un’idea di mio padre (dice il signor Cattaneo) che inizialmente lavorava presso un negozio di distribuzione di prodotti professionali per capelli ai parrucchieri. Cosa produce l’azienda? Ci occupiamo di tricologia (prodotti per capelli), in particolare di tinte.

Mercoledì 13 novembre 2019 la nostra classe 3C del plesso Sally Mayer si è recata all’azienda Pool Service di Cairate. I signori Cattaneo e Ferrari ci hanno spiegato quello che avviene all’interno dell’azienda. Come e quando è nata la vostra azienda? L’azienda nasce nel 1996 e da quel momento è sempre stata in forte crescita. Nel 2018 è stata ceduta ad un fondo londinese, poiché dal 2012 il fatturato è aumentato notevolmente. Infatti, l’azienda è passata da avere 40 dipendenti agli attuali 130, distribuiti in 3 siti tra produzione e uffici.

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Come e quando è nata la vostra azienda? L’azienda nasce nel 1996 e da quel momento è sempre stata in forte crescita. Nel 2018 è stata ceduta ad un fondo londinese, poiché dal 2012 il fatturato è aumentato notevolmente


Classe 3C

Scuola Sally Mayer Cairate

Quanto producete? Abbiamo 4 linee di produzione tinte che in 16 ore lavorative producono cadauna 20.000 tubi. Poi abbiamo 5 linee di prodotti tricologici in flaconi che producono in 16 ore lavorative circa 35.000 flaconi. Quali sono, in breve, i principali passaggi del controllo qualità? I passaggi principali sono 4. Controllo

materie prime: si controllano le materie prime e i flaconi; riempimento: prima di riempire il flacone si controlla il colore della tinta attraverso uno strumento chiamato colorimetro. Secondo controllo: consiste nel verificare il prodotto all’interno del contenitore dopo un giorno dal riempimento. I prodotti tricologici vengono controllati con densimetro (per la densità), viscosimetro (per la viscosità), phmetro (per il ph). Ultimo step la spedizione: il prodotto finito e imballato viene spedito. Che scuola bisogna frequentare per svolgere questo tipo di lavoro? Consiglio di frequentare una scuola che dia un’alta preparazione in ambito chimico.

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primetals technologies italy srl

SPECIALE

2019

Impegno, passione e coraggio... siderurgico Classe 3B

Scuola Sally Mayer Cairate

Nell’ambito del progetto Pmi Day, la Giornata Nazionale della Piccola e Media Impresa, l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese ha dato agli studenti l’opportunità di visitare le aziende del territorio. Anche noi della classe 3B della scuola “Sally Mayer” abbiamo approfittato di questa opportunità e, il 27 novembre scorso, siamo

La Primetals Technologies si occupa di pensare, progettare e costruire gli impianti per la produzione dell’acciaio. Qual è il compito dell’Amministratore Delegato all’interno dell’azienda? Il ruolo dell’Amministratore Delegato è di gestire le attività che si svolgono in azienda, ma l’azienda non è il luogo in sé, bensì un gruppo di persone, con a capo un leader. Funziona un po’ come il lupo con il suo branco: non esiste un lupo senza il branco e non esiste un branco senza il lupo.

stati accolti alla Primetals Technologies di Marnate. Un’impresa che si occupa di siderurgia, guidata da personale brillante, rispettosa dell’ambiente e con grandi prospettive per il futuro. Abbiamo incontrato l’Amministratore Delegato, Ernesto Bottone, una persona solare che ci ha spiegato il funzionamento dell’azienda in modo scherzoso e simpatico.

Quando è nata questa impresa? Primetals è stata fondata nel 1886 dall’ingegner Pomini e nel tempo ha contribuito allo sviluppo del nostro territorio. All’inizio vi lavoravano oltre 2.000 operai, ma il numero si è ridotto quando, intorno agli anni ‘70, è stata ceduta ad un’altra società. Oggi sono impiegate 140 persone, di cui 30 sono donne. Ognuno lavora in un ambito diverso: ci sono i project manager, i tecnici commerciali, gli ingegneri meccanici, i ricercatori di sviluppo, i supervisori, gli addetti alla sicurezza, i segretari... e molti altri.

Di che cosa si occupa nello specifico l’azienda?

Quali competenze bisogna possedere per lavorare in questa azienda?

Una giornata dedicata all’industria

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Principalmente serve passione, tanta passione! E ovviamente specifiche competenze. La conoscenza della lingua inglese è fondamentale, come anche l’utilizzo di specifici programmi informatici. La Primetals cerca dipendenti dinamici: basti pensare che io ho iniziato come aiutante di un tubista e grazie alla passione per questo lavoro, che mi ha portato anche lontano da casa, sono diventato Amministratore Delegato. L’azienda apre le porte alle giovani menti per far conoscere questo tipo di attività e puntare in alto: c’è bisogno di menti e braccia per confermarsi leader nel settore ingegneristico, tecnologico e ambientale.

grazie a sistemi avanzati gli impianti da noi progettati e costruiti non emetteno polveri sottili nell’ambiente circostante e quindi l’impatto ambientale è pari a zero. Lo scarto che viene ottenuto dalla produzione di bobine di acciaio, travi per ponti e rotaie per treni, viene riutilizzato a sua volta per nuove lavorazioni. Anche l’acqua viene recuperata per pulire e raffreddare i macchinari.

Potete definirvi un’industria green? Sì, certo! E vi spiego il perché. La Primetals è considerata un’industria “green” in quanto

Ringraziamo lei e il suo staff per la disponibilità e per averci permesso di visitare la vostra azienda.

Quali sono i progetti per il futuro? Oggi le macchine all’interno dell’industria sono guidate e sotto controllo dell’uomo, ma in futuro l’obiettivo è di riuscire ad automatizzarle così da poter applicare l’industria 4.0.

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SPECIALE

2019

L’impresa resiliente In data 20 novembre 2019 ci siamo recati in visita alla Primetals Technologies Italy Srl di Marnate dove abbiamo intervistato l’Amministratore Delegato Ernesto Bottone. L’impresa ha 140 dipendenti ed è leader mondiale nel campo della laminazione dei prodotti lunghi per l’industria siderurgica. Nel corso dell’intervista è emersa molte volte la parola “resilienza” che come termine tecnico indica la capacità di resistere e assorbire gli urti, mentre in senso più generale indica la capacità di essere pazienti e di uscire dai problemi. Ci può spiegare concretamente di che cosa vi occupate? Che cosa producete? Ideiamo progetti per la realizzazione di macchine che lavorano l’acciaio in impianti siderurgici. Lavorate anche per il mercato internazionale? La nostra azienda lavora per il 90% per il mercato internazionale, principalmente per America, Asia, India, Cina e Giappone. In Italia non abbiamo materie prime per produrre l’acciaio quindi ci sono alti costi di produzione. Riusciamo ad essere competitivi perché i nostri prodotti sono di qualità superiore. Più il prodotto è buono, più il cliente è soddisfatto. L’azienda per cui lavora è interessata ai problemi ambientali? Noi abbiamo a cuore i problemi ambientali, infatti cerchiamo di produrre impianti con impatto ambientale minimo, abbiamo bidoni per la raccolta differenziata e non usiamo bottigliette di plastica, ma boccioni

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di plastica riciclata. L’azienda ha mai affrontato momenti di crisi? Come ne è uscita? L’azienda dipende dal mercato, che è ciclico ed è composto da momenti alti e da altri bassi. Per un’azienda è meglio prevenire le crisi mettendo da parte le risorse finanziarie. Non abbiamo mai dovuto procedere a dei tagli di personale. I momenti di crisi comunque servono per cambiare, sperimentarsi, mettersi in gioco e migliorarsi. Quali sono le diverse mansioni previste nella vostra azienda? Sono diverse le figure lavorative impiegate: dai manager ai venditori. Ma fondamentalmente la mansione più importante e ricercata è quella dell’ingegnere. È mai capitato che qualcuno si infortunasse durante l’orario di lavoro? Purtroppo è capitato, ma per fortuna poche volte perché per l’azienda la sicurezza è molto importante, tanto che abbiamo 2 persone che si occupano di questo a tempo pieno. Investire in sicurezza significa investire in qualità. Come è organizzata la giornata lavorativa? Sono previste trasferte all’estero? Il lavoro non è organizzato su turni, ma si lavora a giornata dalle 8:00 alle 18:00. Sono previste trasferte all’estero perché abbiamo anche una sede in America. Da quando lavora qui ha visto notevoli cambiamenti nell’organizzazione del lavoro? La tecnologia ha cambiato notevolmente l’organizzazione del nostro lavoro. Prima


Classe 3B

Scuola G. Galilei Tradate

tutto era scritto e programmato su carta, mentre adesso tutto è digitale. Quanto sono importanti per l’azienda i rapporti interpersonali? I rapporti interpersonali sono molto importanti per il clima lavorativo, amo lavorare qui. Quale percorso di studi bisogna intraprendere per lavorare nella vostra impresa? Quali caratteristiche deve avere chi aspira a lavorare per voi? Il percorso di studi dipende dalla figura

professionale, ma per tutti è indispensabile una buona conoscenza della lingua inglese, saper lavorare in gruppo e aver voglia di viaggiare e saper usare alcuni software come Autocad o 3D drawing e avere delle competenze Office. È opportuno aver già lavorato in altre realtà o assumete anche neodiplomati? Assumiamo anche neodiplomati provenienti da istituti tecnici e meccanici, non ricerchiamo solo ingegneri. Quali sono le prime parole che le vengono in mente quando pensa al suo lavoro? Impegno, passione e coraggio. Qual è stata la soddisfazione più grande in questi anni? Quella di avervi qui oggi, voi giovani siete il futuro.

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SPECIALE

2019

quaker srl

La sicurezza prima di tutto Il 20 novembre 2019 abbiamo visitato l’impresa Quaker di Tradate; i nostri reporter hanno avuto l’occasione di intervistare Antonella Alfonsi, delegata alla sicurezza. Quale scuola ha frequentato per fare il suo lavoro? Quando ero ragazza volevo fare l’architetto, ma i miei genitori volevano che lavorassi all’interno del settore del commercio e così ho fatto. Ho frequentato ragioneria, lavorando poi per

Le piace la sua posizione in azienda? Amo il mio lavoro perché mi piace tanto comunicare con la gente. Sono Responsabile della sicurezza, quindi mi occupo di controllare che i lavoratori operino in sicurezza e mi accerto che abbiano le protezioni e facciano bene il loro lavoro

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un commercialista. Ho poi aperto una società informatica. Dopo la mia seconda gravidanza, ho preferito lavorare in un’azienda come dipendente: la Quaker. In che cosa consiste il suo lavoro? Le piace la sua posizione in azienda? Sono Responsabile della sicurezza, quindi mi occupo di controllare che i lavoratori operino in sicurezza e mi accerto che abbiano le protezioni e facciano bene il loro lavoro. Amo il mio lavoro perché mi piace tanto comunicare con la gente. Come tutti i dipendenti, lavoro circa 8 ore al giorno, ma quando c’è molto lavoro, capita anche di stare in fabbrica per 12 ore di seguito. Si fanno assemblee tra i responsabili dei vari reparti? Tutte le settimane si fanno riunioni dove si parla del proprio lavoro e si cercano di risolvere i problemi insieme, perché la cosa più importante è comunicare. Si lavora più individualmente o con gli altri? Nel mio ruolo, bisogna lavorare specialmente in gruppo, ma altri lavori richiedono un impegno individuale. Nonostante questo, l’obiettivo è quello di lavorare in gruppo e condividere le informazioni.


Ha tempo libero? Sì, sto con la famiglia, a volte mi dedico anche ai miei hobby, come quello del bricolage e di costruire e riparare oggetti come volevo fare da ragazzina. Ci sono stati molti cambiamenti nella fabbrica o problemi finanziari? Come si reagisce? Di cambiamenti in azienda non ce ne sono stati molti, ma quando succedono bisogna essere pronti e accettarli nonostante sia complicato, perché possono insegnarti nuove esperienze. Per fortuna questa azienda lavora molto bene e non ha

difficoltà finanziarie. Altre aziende in cui ho lavorato invece sì e sono state davvero situazioni difficili da affrontare. La fabbrica sta crescendo molto? La Quaker è sul mercato globale e sta continuando a crescere grazie alla collaborazione che ha tra le sue sedi in tutto il mondo e al suo ottimo lavoro presso i clienti.

3C Classe 3A Scuola G. Galilei Tradate

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SPECIALE

2019

ratti luino srl

Il made in Italy nel mondo Caro lettore, se stai leggendo questo articolo probabilmente sei interessato a ciò che abbiamo fatto la mattina del 26 novembre scorso. Quella mattina ci siamo recati alla società Ratti Luino Srl di Rancio Valcuvia (Cassano Valcuvia) che da poco ha compiuto 150 anni. Dopo avere visitato l’industria, il proprietario ci ha concesso di porgli alcune domande, che ci hanno permesso di scrivere questo articolo. Che cosa si produce in Ratti? L’impresa produce macchinari tessili venduti in tutto il mondo, utilizzati per il

settore medico e per il vestiario. Da dove arriva la materia prima per costruire le macchine? I prodotti vengono importati principalmente dall’Italia e ciò è un vanto per l’impresa. Quali sono i principali clienti? I principali clienti sono grandi multinazionali o altre industrie fondamentali per l’economia globale, perché i macchinari italiani sono tra i migliori sul mercato (alcuni componenti di essi compiono 23.000 giri al minuto per torcere il filo!). Quanti dipendenti conta l’azienda? Nello stabilimento lavorano circa 45 dipendenti. Come vengono costruiti i macchinari? Gli operai ottengono i pezzi per costruire i macchinari attraverso un magazzino automatico che ordina le parti mancanti attraverso un software. Il processo di costruzione dura circa 4 mesi e, prima di essere venduti, avviene un controllo qualità in cui vengono analizzati e corretti eventuali difetti. La Ratti Luino offre varie possibilità: si può lavorare nel settore tecnico, amministrativo o commerciale e ci è stato spiegato che il requisito fondamentale

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Classe 3D Scuola B. Luini Luino

non è il grado di istruzione, ma la buona volontà. I clienti vengono accolti in una sala apposita dove vengono loro mostrati i vari tessuti e se il compratore preferisce qualcosa di più specifico basta richiederlo e verrà subito progettato. Spesso i fili vengono progettati addirittura da artisti.

Che cosa si produce in Ratti? L’impresa produce macchinari tessili venduti in tutto il mondo, utilizzati per il settore medico e per il vestiario

Quindi, caro lettore, speriamo di non averti annoiato, ma interessato almeno un po’ al mondo dell’industria.

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SPECIALE

2019

repi spa

Lavorare con passione e curiosità Le piace lavorare in questo campo? Certo, lo faccio con molto piacere. Da quanti anni svolge questo lavoro? Dal 1973, circa 47 anni. In che cosa consiste il suo lavoro? Il mio lavoro consiste nel vedere se tutti i miei dipendenti stanno svolgendo il loro lavoro in modo adeguato e corretto. Giro anche il mondo per trovare nuovi mercati e quindi potenziali clienti.

Qual è la cosa che ama di più del suo lavoro? È quella di scoprire ogni giorno delle novità. Bisogna essere sempre curiosi e appassionati. Il mio consiglio è di fare e farsi tante domande, essere sempre curiosi e lavorare con passione

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Qual è la cosa che ama di più del suo lavoro? È quella di scoprire ogni giorno delle novità. Bisogna essere sempre curiosi e appassionati. La cosa che le piace di meno del suo lavoro? Alla parte amministrativa e finanziaria preferisco la parte tecnica, produzione e laboratorio. Cosa pensava di fare quando era piccolo? Da piccolo mi sarebbe piaciuto molto fare l’Ufficiale di Marina. Che scuola superiore ha frequentato? Liceo Scientifico.


Classe 3B

Scuola S. D’Acquis

Lonate Cep

to

pino

Alla fine del mio percorso scolastico non avevo le idee chiare sul lavoro che volevo andare a svolgere però ora sono molto soddisfatto. Ha svolto altri lavori prima di questo? Sì, facevo l’impiegato di banca.

Ha frequentato l’università? Sì, ho fatto l’università e al terzo anno sono passato da Ingegneria a Economia e Commercio. Le sono servite quelle nozioni per il lavoro che svolge? Non del tutto ma in buona parte. Alla fine del suo percorso scolastico aveva le idee chiare sul lavoro da scegliere?

È soddisfatto del suo lavoro ed è felice? Sì, sono molto soddisfatto del mio lavoro: rimango al lavoro pur potendo andare già in pensione. Oggi cosa sogna per il suo futuro? Oggi il mio sogno è quello di ampliare l’azienda. Cosa consiglia a dei ragazzi? Il mio consiglio è di fare e farsi tante domande, essere sempre curiosi e lavorare con passione.

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SPECIALE

2019

rettificatrici ghiringhelli spa

A tu per tu con le rettificatrici Martedì 12 novembre 2019 è stata una giornata particolare per noi alunni della 3C della scuola media “B. Luini” di Luino: ci siamo avvicinati al vastissimo e sconosciuto mondo del lavoro, visitando l’impresa Rettificatrici Ghiringhelli, realtà storica della zona. Ci ha accolti e seguiti per tutta la visita la nipote del fondatore, la dottoressa Patrizia Ghiringhelli. La visita è iniziata in “aula”, dove la dottoressa ci ha illustrato tutti i passaggi della vita aziendale, dall’incontro con il cliente alla realizzazione delle macchine, fino alla consegna. Dopo questa presentazione ci ha condotti nei vari reparti. La prima sezione visitata è

e amministrativi. Tornati in “aula” abbiamo posto le nostre domande. Quando è nata l’azienda? Nel 1921 mio nonno Giuseppe Ghiringhelli e l’amico Mario Pisoni aprirono una piccola officina meccanica dedita alle lavorazioni meccaniche conto terzi. Nel 1935, capì che c’era la necessità di un prodotto come le rettificatrici senza centri. Andò in Germania per visionare ed acquistarne una, ma una volta rientrato in Italia, d’accordo con l’amico Mario Pisoni decise di progettare e costruire la prima rettificatrice senza centri GP. Cosa si produce? Produciamo rettificatrici senza centri.

Ordine, precisione, qualità e lavoro di squadra stato il magazzino, molto organizzato e ordinato, contenente tutti i pezzi per la produzione delle rettificatrici senza centri. Siamo rimasti strabiliati alla vista di queste macchine “perfette” e “perfezionatrici”, i preziosi prodotti di quest’impresa. Successivamente abbiamo visitato gli uffici, dove lavorano ingegneri, designers

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Quali sono i valori fondamentali per Ghiringhelli? Ordine, precisione, qualità, sicurezza e lavoro di squadra.

Cos’è per voi il lavoro di squadra? È un’opportunità per condividere il raggiungimento dell’obiettivo finale che per noi è la soddisfazione del cliente. Quanti dipendenti lavorano in azienda? Ci sono 55 dipendenti interni ma contando i collaboratori esterni arriviamo a 100 persone.


Classe 3C Scuola B. Luini Luino

Le piace il suo lavoro? Se sì, perché? Mi piace molto perché mi ha sempre offerto nuove opportunità di confronto e di conoscenza. Perché avete deciso di fare questo progetto con le scuole? Per far conoscere ai ragazzi le aziende del territorio perché siamo consapevoli della responsabilità sociale che abbiamo. Far conoscere ai giovani quali sono le richieste del mercato del lavoro è

importante per compiere delle scelte per un giusto percorso di studi. Al termine della visita siamo stati congedati con dei simpatici gadget e dei cioccolatini, ma soprattutto con delle conoscenze in più e qualche nuovo input per il futuro.

Siamo rimasti strabiliati alla vista di queste macchine “perfette” e “perfezionatrici”, i preziosi prodotti di quest’impresa

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SPECIALE

2019

Una chiacchierata a tu per tu con WhatsApp Patrizia Ghiringhelli: Buongiorno ragazzi. Cosa ne pensate della visita di oggi? Avete delle domande da farmi? 3E: Sì, mi incuriosisce come nasce l’azienda? Patrizia Ghiringhelli: L’azienda nasce nel 1921, da due appassionati di meccanica, che decisero di costruire una piccola azienda vicino alla stazione di Luino. 3E: Chi è stato il promotore? Patrizia Ghiringhelli: Il promotore è stato Giuseppe Ghiringhelli, mio nonno e un suo amico Mario Pisoni: infatti, è per questo che l’azienda ha mantenuto il logo

3E: Grazie mille Patrizia Patrizia Ghiringhelli: Di niente, se avete altre domande chiedetemi pure Tino: Io ne avrei una: ti piace il tuo lavoro? Perché? Patrizia Ghiringhelli: Sì, il mio lavoro mi piace tanto perché è quello che ho sempre voluto fare ed è quello per cui ho studiato, anche se mio padre non ha mai insistito affinchè facessi parte dell’azienda. Tino: Quali lingue sai? Patrizia Ghiringhelli: Io so l’inglese, il francese e il tedesco Nico: Cosa vuol dire “Rettificatrici senza centri a controllo numerico”?

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Patrizia Ghiringhelli: Sono macchinari che sono progettati a seconda delle richieste dei clienti. E che producono mezzi per le altre macchine impiegate in vari settori e che rettificano pezzi che servono per produrre altre macchine. Nico: Avrei altre domande. Avete mai preso decisioni drastiche? Patrizia Ghiringhelli: No, per ora no e speriamo di non doverne prendere nemmeno in futuro. Nico: Avete grandi rivali? Patrizia Ghiringhelli: No, in Italia ci sono un paio di concorrenti ma i nostri veri competitor sono i costruttori tedeschi. Nico: Quale scuola hai dovuto frequentare per lavorare qui? Patrizia Ghiringhelli: Ho frequentato il corso PACLE presso l’istituto Ghislanzoni delle Suore Orsoline di Milano e poi mi sono laureata in Scienze Politiche. 3E: Di che cosa si occupano principalmente gli operai? Patrizia Ghiringhelli: I collaboratori hanno ruoli diversi all’interno dell’azienda. Vi sono ingegneri che si occupano ad esempio di progettazione e disegnazione; gli addetti all’officina, al montaggio, al collaudo che producono ed assemblano i pezzi che compongono le nostre rettificatrici; l’addetto all’ufficio acquisti che si occupa degli approvvigionamenti; il direttore commerciale responsabile delle vendite e del post-vendita e molte altre figure. 3E: Poi mi incuriosisce sapere come gestite il commercio estero? Patrizia Ghiringhelli: Le vendite all’estero vengono gestite dal commerciale che promuove e propone le nostre rsc a potenziali utilizzatori. Il suo compito è quello di individuare delle esigenze produttive e proporre la soluzione


migliore per soddisfarle. Se è bravo e capace di convincere l’utilizzatore che la nostra rsc è il macchinario ottimale per lui, riesce a concludere la trattativa e vendere la macchina. Nico: Quali sono i Paesi che vi richiedono maggiormente questa tipologia di prodotti? Patrizia Ghiringhelli: Wow ragazzi, siete pieni di domande! Sono Germania, Cina, Francia, Svizzera, Turchia, Spagna e Sud America. Nico: Avete mai avuto un periodo di poca richiesta o crisi negli ultimi anni? Patrizia Ghiringhelli: Il settore delle macchine utensili ha affrontato una grave crisi nel 2009 e sta vivendo una fase di forte rallentamento. 3E: Avete grandi progetti per il futuro? Patrizia Ghiringhelli: Sì, quello sempre! 3E: E state anche sviluppando qualche nuovo macchinario particolare con tecnologie più avanzate? Patrizia Ghiringhelli: Per noi ogni commessa è uno sviluppo perché racchiude nuove soluzioni e nuove applicazioni. Noi non produciamo macchine in serie, ma ogni rettificatrice senza centri è la soluzione ideale ad una specifica esigenza produttiva. Non escludiamo quindi che anche nel 2020 svilupperemo nuove tecnologie. Tino: Esiste un personale che si occupa solamente del commercio estero? Patrizia Ghiringhelli: Sì, non è solo

Classe 3E Scuola B. Luini Luino

il Direttore Commerciale in azienda ad occuparsi del commercio estero. Vi sono anche i collaboratori che si occupano della promozione dei nostri prodotti, dell’organizzazione di fiere, dell’accoglienza dei clienti e di molto altro ancora. 3E: Grazie mille per tutto!!! Tino: Ok, grazie Patrizia per la disponibilità. È stato un piacere conoscerti. Nico: Grazie davvero per la disponibilità. Patrizia Ghiringhelli: Ciao ciao ragazzi

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SPECIALE

2019

rialti spa

Una grande lezione in una piccola azienda

In occasione del Pmi Day, il giorno dedicato alle piccole e medie imprese, promosso dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, il 6 novembre 2019 noi 25 ragazzi Classe 2C abbiamo visitato Scuola l’azienda Rialti Spa, G. B. Monte fiore all’occhiello della ggia provincia di Varese. Laveno Mom Un’impresa che nasce bello nel 1985, a Golasecca. Trasferitasi nel 1990 a

Sesto Calende, opera dal 2007 nella città di Taino. È una società a conduzione familiare, tutta italiana, avviata nella produzione e nel commercio di compound di polipropilene. Negli ultimi 30 anni si è impegnata soprattutto nello sviluppo delle competenze e delle tecnologie, per garantire ai suoi clienti una qualità

Negli ultimi 30 anni l’azienda si è impegnata soprattutto nello sviluppo delle competenze e delle tecnologie, per garantire ai suoi clienti una qualità sempre maggiore e dare infinita vita a uno dei materiali più consumati al giorno d’oggi: la plastica

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sempre maggiore e dare infinita vita a uno dei materiali più consumati al giorno d’oggi: la plastica. La Rialti Spa collabora con famose case automobilistiche. Gli operai attualmente impiegati sono 85, al lavoro dal lunedì alle 6:00 su 3 turni sino al sabato alle 6:00. Le mansioni da loro svolte richiedono una carriera scolastica e/o universitaria brillante e una consapevole padronanza delle lingue, a dimostrazione del fatto che un’ottima preparazione di base è, in ogni settore, un vero e proprio trampolino di lancio. Abbiamo apprezzato molto l’attenzione per la sicurezza (anche noi durante la visita abbiamo indossato il casco e il giubbotto catarifrangente), i macchinari altamente tecnologici e la disponibilità del personale, pronto a rispondere alle nostre curiose domande. È stata un’esperienza educativa e formativa, una vera e propria lezione, grazie alla quale siamo entrati in contatto con il mondo del lavoro. Un mondo in cui, tra non molti anni, anche noi muoveremo i primi passi.

Valorizzare gli scarti industriali All’interno di un interessante momento formativo, nel corso della visita, gli studenti hanno potuto scoprire di più riguardo l’attività di valorizzazione di scarti industriali. In che modo? Visitando gli spazi produttivi, il laboratorio controllo qualità e toccando con mano le materie prime utilizzate per la produzione di compound di polipropilene, caratterizzati da elevati standard qualitativi e utilizzati principalmente nel settore automotive. I ragazzi si sono dimostrati interessatissimi circa il tema della sostenibilità, ponendo numerose domande ai dipendenti sulla natura degli scarti utilizzati e le innumerevoli applicazioni a cui i prodotti finiti sono normalmente utilizzati, interessandosi addirittura sulla tipologia di percorso formativo che sia necessario intraprendere per poter diventare tecnici di laboratorio. La partecipazione a quest’iniziativa e ad ulteriori progetti attivati con altri istituti scolastici locali pongono la Rialti Spa in prima linea nella promozione del settore plastico all’interno del territorio della provincia di Varese, contribuendo a renderlo più attraente in termini di accettazione sociale e interesse da parte delle nuove generazioni ad intraprendere una carriera di studi o lavorativa in questo comparto.

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riganti spa

SPECIALE

2019

Una passione d’acciaio Redazione di Varesefocus www.varesefocus.it Armati di caschetto e giubbotti di sicurezza, sfidando la pioggia battente e divisi in piccoli gruppetti, gli studenti della 3B dell’Istituto Comprensivo “A. Galvaligi” di Solbiate Arno sono

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andati alla scoperta della Riganti Spa. L’occasione era il Pmi Day 2019, il progetto di orientamento organizzato a livello nazionale da Confindustria e a livello locale dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, in collaborazione con le aziende del territorio. Guidati dal Titolare Marco


Riganti, i ragazzi hanno potuto toccare con mano, anche se solamente per una mattinata, quello che fa una realtà manifatturiera attiva da quasi 130 anni. La storica impresa, che sorge proprio al centro di Solbiate Arno, è stata infatti fondata nel 1891 e rappresenta una delle principali aziende europee nel campo degli acciai stampati a caldo. Specializzata nello stampaggio di piccole e medie serie, di pezzi con peso compreso tra i 5 e i 1.800 chili, in ogni tipo di acciaio, secondo il disegno e le specifiche del cliente, la Riganti, grazie alla elevata integrazione verticale dell’unità produttiva, è in grado di fornire pezzi stampati grezzi, trattati termicamente, parzialmente o completamente lavorati e pronti per l’assemblaggio, certificati dalle più importanti società di classificazione. “Il mondo è un luogo fantastico ma difficile, pieno di opportunità da cogliere. Non dovete e non potete stare fermi, non aspettate che le cose accadano da sole. Le aziende sono un patrimonio per la nostra provincia e voi ragazzi siete il futuro delle nostre imprese, abbiamo bisogno di voi”: questo l’appello che Riganti ha rivolto ai giovani, in procinto di scegliere a quale scuola superiore iscriversi, dopo un giro tra forni, colate di acciaio e stampi roventi. Ma prima che gli studenti facciano ritorno in aula, Marco Riganti ha un ultimo consiglio per il loro avvenire: “Per la scelta del vostro futuro, parlate ed ascoltate chi vi conosce bene, genitori, professori o chi stimate, non fatevi influenzare solo dai vostri amici ma poi,

scegliete voi in base ai vostri desideri e alle vostre passioni: ognuno di voi è speciale, diverso ed il futuro è vostro e solo vostro! Il mio suggerimento è quello di studiare molto, di prepararsi con curiosità e serietà: senza preparazione e competenza tutto diventerà più difficile. Un ultimo invito accorato: studiate le lingue”.

Marco Riganti: “Il mondo è un luogo fantastico ma difficile e sempre più complesso ma, pieno di opportunità da cogliere. Non dovete e non potete stare fermi, non aspettate che le cose accadano da sole. Le aziende sono un patrimonio importantissimo per la nostra provincia e voi ragazzi siete il futuro delle nostre imprese, abbiamo bisogno di voi”

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SPECIALE

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rodolfo comerio srl

Dove tutto parte dal cuore In occasione del Pmi Day (la giornata della Piccola e Media Impresa), organizzato da Univa, i ragazzi della classe 3D, nel pieno del periodo delle scelte da compiere per il proprio futuro, il 13 novembre scorso, si sono recati in visita alla storica azienda di Solbiate Olona, nata nel 1878. Pieni di curiosità, gli improvvisati giornalisti sono stati accolti alla Rodolfo Comerio da Manuela Meroni, Responsabile Risorse Umane, che nella moderna sala corsi ha presentato le figure portanti dello staff.

I nostri clienti sono localizzati soprattutto in America, Australia, Cina e India, dove il mercato è emergente e molto forte. Il nostro fiore all’occhiello, la calandra più grande del mondo, è arrivata addirittura fino in Cina

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Di cosa si occupa la vostra azienda? È specializzata nella progettazione e costruzione di impianti di calandratura per gomma e plastica. Come si realizzano progetti così importanti? Tutto parte da un foglio bianco, una matita e una gomma (spiega Lorenzo Erbetta, Responsabile della progettazione). Il disegno tracciato a matita è fondamentale, solo successivamente si passa alla progettazione, a cura dell’ufficio tecnico. Dopo (spiega l’ing. Stefano Piona) la fase più importante è quella di elaborare i disegni per costruire i pezzi che compongono il macchinario. I modelli in 3D (aggiunge Erbetta) sono fatti con software avanzati. A chi sono destinati i vostri prodotti? I nostri clienti sono localizzati soprattutto in America, Australia, Cina e India (risponde Nicola Fedele, Responsabile Commerciale), dove il mercato è emergente e molto forte. Il nostro fiore all’occhiello, la calandra più grande del mondo, è arrivata addirittura fino in Cina. Questa azienda crede nei progetti di alternanza scuola-lavoro? Certo! (interviene Meroni). Due esempi


sono i nostri collaboratori qui presenti: Gioele, disegnatore meccanico e Luca, specializzato in meccatronica. Anni fa, studenti del “Facchinetti” di Castellanza, sono venuti a fare uno stage e ora sono assunti. Cosa cercate in un ragazzo da assumere? Per noi (risponde ancora Manuela Meroni) è fondamentale la capacità di saper lavorare in squadra e non aver paura di mettersi in gioco. Bisogna aver voglia di imparare, mettere passione e cuore in ciò che si fa e cercare ogni giorno di fare qualcosa in più del giorno precedente. La nostra azienda è sempre alla ricerca dell’eccellenza. Ho anche un consiglio per voi ragazzi: fate molta attenzione ai social, perché ciò che viene postato rimane e gli “scheletri nell’armadio” potrebbero influire in vista di una futura assunzione.

Quali studi sono più adatti per entrare in Rodolfo Comerio? Si possono frequentare scuole tecniche, diventare periti meccanici o meccatronici ed essere abili nel disegno tecnico. Siete un’azienda green? Certamente: i nostri macchinari, in questi ultimi anni, producono sempre meno fumi e meno rumorosità. Al termine i ragazzi, accompagnati dall’ing. Piona e da Antonio Palazzo, Responsabile delle macchine utensili, hanno fatto un tour davvero interessante tra i reparti dell’azienda per vedere da vicino la linea di produzione.

Classe 3D Scuola Sally Mayer Cairate

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SPECIALE

2019

salvini giovanni srl

L’arte della flessibilità

Tratto dal blog di Varesefocus www.varesefocus.it È anche un viaggio nella storia e non solo nell’impresa quello che hanno fatto i ragazzi della 3B della scuola media di Caravate alla Salvini Giovanni, non lontana dal loro istituto. Una storia ultracentenaria quella dell’azienda, cominciata nel lontano 1914, quando Giovanni che la fondò, dopo alcuni anni

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trascorsi a lavorare in Germania, decise di mettersi in proprio e aprire un’attività nel campo degli arredi sacri. Da quella prima iniziativa imprenditoriale, la lamiera di ottone e alluminio diventarono “i semi” da cui sviluppare le richieste dei clienti. Passarono gli anni e a Giovanni subentrò il figlio Pietro, che decise di orientare la produzione nel campo della pesatura, con la realizzazione di piatti per bilance, che rimarrà fino alla metà degli anni ‘80 il core


business dell’azienda. Durante gli anni ‘40-‘50 anche gli accessori in ottone per le navi da crociera italiane e la produzione di fornelli elettrici a marchio “Fa.te.s” contribuirono alla crescita e alla continuità produttiva. Nel decennio successivo, il nipote del fondatore, anche lui Giovanni, fece un grosso salto tecnologico sostituendo la tornitura in lastra con l’imbutitura idraulica, con enormi vantaggi economici in termini di volumi e di tempi. Poi le trance meccaniche sempre più potenti e le nuove tecnologie CNC di piegatura e taglio e la saldatura Mig/Mag robotizzata. Negli anni continuarono gli investimenti tecnologici per rimanere al passo con le richieste del mercato, in termini di costi, flessibilità e velocità di evasione. Oggi la quarta generazione della famiglia

si è inserita per continuare ad offrire ai propri clienti, sia in Italia che all’estero, principalmente Svizzera e Spagna, una continuità produttiva, con un’attività incentrata sulla deformazione a freddo delle lamiere: imbutitura, tranciatura, piegatura, punzonatura, taglio laser, rifilatura e bordatura, saldatura robotizzata Mig/Mag di qualunque materiale. Diversi i settori di sbocco, raccontati ai ragazzi del #PmiDayVarese nel corso della visita ai reparti produttivi: dall’automotive, al settore alimentare, dell’illuminotecnica, dell’arredo bagno o delle fonti alternative. A questo vanno aggiunte tutta una serie di lavorazioni quali saldatura, assemblaggi, montaggi fastners, bussole, minuteria, che vanno a completare gli articoli, insieme a tutti i servizi di trattamento necessari.

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samic spa

SPECIALE

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Cosa fa l’azienda dietro casa

Redazione di Varesefocus www.varesefocus.it Competenze tecniche, predisposizione ad imparare, capacità di condividere i progetti: questi i requisiti per un buon lavoro aziendale secondo la Samic Spa. Un biglietto da visita chiaro per i ragazzi della scuola media in visita per il Pmi Day 2019. In particolare, è stata la 3A della Scuola Secondaria “S. D’Acquisto” di Lonate Ceppino a trascorrere una mattinata nell’azienda specializzata nel settore della costruzione e montaggi

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dell’impiantistica industriale. E non poteva essere altrimenti, perchè a guidare l’impresa, nonché il tour dei giovani studenti di terza media, è stato Giancarlo Saporiti, Presidente del Comitato Piccola Industria dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, recentemente rieletto per il secondo mandato. “Crediamo molto in questa iniziativa, perché sentiamo sia fondamentale cercare di trasmettere a voi giovani cosa stia dietro ad una realtà produttiva come la nostra”: queste le parole di Giancarlo Saporiti, alla guida dell’impresa di


famiglia, al fianco del fratello Fabio e della sorella Lorena. “Molte volte – ha proseguito Saporiti – i ragazzi ignorano del tutto cosa faccia l’azienda dietro casa e noi oggi siamo qui per mostrarglielo”. E in men che non si dica silenzio, gli studenti rivolgono lo sguardo all’uditore e rimangono rapiti dal racconto della

Giancarlo Saporiti: “Crediamo molto in questa iniziativa, perché sentiamo sia fondamentale cercare di trasmettere a voi giovani cosa stia dietro ad una realtà produttiva come la nostra”

storia della Samic, che dal 1965 realizza componenti per impianti petrolchimico, oil&gas e centrali termiche. Partendo dallo studio ingegneristico, passando per una progettazione 3D fino ad arrivare al lavoro dei saldatori, una delle figure più specializzate dell’intera azienda. Un consiglio per i giovani interessati ad una carriera in una realtà internazionalizzata e in espansione come la Samic? “Studiare e prepararsi, perché la competitività a livello mondiale è sempre più alta: abbiamo sempre più a che fare con paesi emergenti in cui l’istruzione è molto valida”, ha ribadito poi Saporiti. “Aprendo le porte delle nostre comunità aziendali, invitiamo i ragazzi a metterci alla prova. Domande, dubbi, perplessità e persino critiche: ci aspettiamo di tutto da loro e siamo disposti a metterci completamente a nudo, in estrema semplicità ed onestà, pur di trasmettere l’impegno, la dedizione e lo spirito di sacrificio che ci spingono ogni giorno”, spiegava Saporiti nel corso della conferenza stampa di presentazione della nona edizione del Pmi Day, svoltasi nel 2018: una massima valida oggi come allora.

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SPECIALE

2019

savinelli srl

La fabbrica delle pipe La fabbrica di pipe Savinelli è un’azienda familiare nata nel 1876 a Milano come negozio, ora diventato bottega storica. La zona di Comerio è molto adatta alla fabbricazione di pipe, infatti la fabbrica Rossi, marchio ora di proprietà Savinelli, produceva 100.000 pipe al giorno, tanto che il treno passava direttamente dentro all’azienda. Partiamo con intervistare un’impiegata dell’azienda. Buongiorno, siamo qui per farle qualche domanda sulla Savinelli. Quando è stata fondata l’azienda? L’azienda fu fondata nel lontano 1876 a Milano da Achille Savinelli quando aprì in centro a Milano uno dei primi negozi al mondo per fumatori. Ci può spiegare come è suddivisa questa azienda? L’azienda è suddivisa in settori: il piano terra è dedicato alla produzione di pipe, ai piani superiori sono collocati gli uffici amministrativi legati alla vendita dei nostri prodotti, all’esterno troviamo appositi spazi dove viene scaricato, conservato e fatto seccare il legno che verrà successivamente utilizzato per la produzione. All’interno della vostra azienda, ci sono delle norme da rispettare? Sì certo! In tutta la struttura è vietato

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fumare, in alcune zone del piano terra è obbligatorio portare i tappi per le orecchie, poiché i macchinari che utilizziamo sono alquanto rumorosi. Alcuni operai hanno l’obbligo di utilizzare guanti in caso di utilizzo di prodotti chimici o vernici. È invece facoltativo indossare un camice per non sporcarsi con le vernici utilizzate o i trucioli di legno. In questa fabbrica ci sono molti macchinari? Che funzione hanno? Sì, in gran quantità. Sono macchinari necessari per levigare, lisciare. modellare e intagliare il legno che utilizziamo.

Il nostro cavallo di battaglia è la novità. Ogni anno fabbrichiamo una pipa speciale e innovativa che cambia nel nome e nell’aspetto. Questo è indispensabile per poter aver un buon commercio


Classe 3B Scuola E. Fermi Comerio

Ogni pipa ha il proprio bocchino, prodotto con un materiale plasticoso simile al plexiglass. Quante ore al giorno lavorate? Lavoriamo circa 8 ore al giorno.

Come si crea una pipa? Di che materiale è fatta? La pipa deriva dalla radica di Erica Arborea. La radice di questa pianta viene tagliata a cubetti e lasciata seccare in cassette di legno o plastica dai 3 ai 5 anni. Dal ciocco, viene intagliata prima la testa, poi la canna ed infine la culatta. Quando la pipa è pronta, viene lucidata, stuccata, modellata e marcata a nome Savinelli con la provenienza e il nome della serie (Leonardo, Raffaello, Eleganza, Fantasia).

Il vostro lavoro è molto impegnativo? Io lo definirei stressante a volte; è capitato in alcune occasioni, di non poter vendere una serie di pipe ad alcuni dei nostri clienti per dettagli di poca importanza per noi lavoratori, ma di grande importanza per il compratore. Ad esempio, volevamo chiamare una Pipa “8” poiché è ritenuto un numero fortunato in Cina dove noi abbiamo un gran commercio. Successivamente abbiamo pensato di chiamare la Pipa “88” cosicché portasse doppia fortuna. Abbiamo realizzato la Pipa e la scatola per essa, ci sembrava un

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SPECIALE

2019

lavoro fantastico e ne eravamo entusiasti. Un compratore tedesco però dopo averla visionata, si rifiutò di acquistarla, per cui abbiamo dovuto ritirarla dal mercato. Come ultima domanda vorremmo chiedervi quale è il vostro cavallo di battaglia? Il nostro cavallo di battaglia è la novità. Ogni anno fabbrichiamo una pipa speciale e innovativa che cambia nel nome e nell’aspetto. Questo è indispensabile per poter aver un buon commercio. Faremo ora qualche domanda al caporeparto della Savinelli. Qual è la sua mansione in azienda? Sono caporeparto. Quanti dipendenti lavorano in Savinelli? Ci sono 38 dipendenti. Da quanto tempo lei è dipendente? Sono dipendente da circa 42 anni. Si trova bene in questa azienda? Si, mi trovo bene, altrimenti non sarei qui. Da bambino, il suo sogno nel cassetto era fare questo lavoro? Non avevo idee chiare, volevo fare di tutto. Come voi, credo. Ultimo, non per importanza, un operaio. Perché hai deciso di lavorare in questo settore aziendale? Perché mi piacciono le pipe e la loro lavorazione. I reparti devono essere costantemente all’opera, per cui noi operai non abbiamo un posto fisso, ruotiamo di volta in volta e così vediamo le diverse fasi lavorative.

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Quanti giorni lavori? Da lunedì a venerdì. Quanti operai siete? Siamo in 28 operai. Fate delle fiere? No, però vendiamo su siti web. Qual è il tempo di preparazione di una pipa? Circa 4-5 anni, un tempo lungo dovuto all’essicazione della radica, un legno pregiato tratto dalla radice del noce. La vostra impresa inquina molto? Fortunatamente no. Grazie per il tempo che ci avete dedicato, le vostre risposte ci sono state molto utili.



secondo mona spa

SPECIALE

Dietro alle quinte dell’elicottero

2019

Oggi, 13 novembre 2019, ci troviamo nell’azienda “Secondo Mona” di Somma Lombardo per un’intervista ad un rappresentante della famiglia e ai responsabili dei vari settori.

Classe 3E

Scuola L. da Vinci Somma Lom bardo

Che cos’è Secondo Mona? Secondo Mona è un’azienda aeronautica in cui si progettano e producono componenti per aerei ed elicotteri sia civili che militari, destinati poi ad industrie più grandi come ad esempio Leonardo (azienda aeronautica del territorio), che costruirà il vero e proprio aereo o elicottero, integrando le diverse componenti realizzate dalle aziende specialiste fornitrici. Nell’impresa lavorano più di 290 dipendenti, sia donne sia uomini, che vengono ben retribuiti, ciascuno in base alla propria formazione, competenza professionale e ruolo di responsabilità. Le figure assunte in azienda sono specializzate e con elevate competenze tecniche, che abbiano conseguito almeno un diploma di scuola superiore che può variare dall’indirizzo aeronautico, meccanico, chimico, informatico a quello economico e di marketing.

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Come nasce Secondo Mona? L’impresa nasce più di 100 anni fa da Secondo Mona, bisnonno di Claudia e Riccardo Mona che oggi gestiscono l’azienda insieme ad una squadra di figure manageriali. In un primo momento era


L’ambito più importante di questa azienda è sicuramente la produzione, ma tutto nasce dalla capacità di prendere contratti commerciali

nata come officina per la costruzione e riparazione di biciclette e motociclette poi, pochi anni dopo con la nascita delle prime attività pionieristiche di volo sui campi dell’attuale aeroporto di Malpensa, si è evoluta verso attività di costruzione e manutenzione di parti di aerei. Il logo dell’azienda è stato modificato varie volte nel corso della sua storia seguendo i gusti e gli stili della comunicazione. L’attuale logo blu col gabbiano risale agli anni ‘80 a cui più di recente è stata aggiunta la bandierina rossa con l’anno di fondazione. Cosa c’entra il volatile che si trova sul logo con la vostra industria? Il volatile è un gabbiano, al quale tutti tengono moltissimo. Il gabbiano è stato inserito nel logo da una fotografia tratta dal figlio del fondatore Ing. Bruno Mona, che, mentre studiava in Svizzera al Politecnico di Zurigo, riuscì a fotografare un bellissimo gabbiano in volo che pensò potesse ben rappresentare l’attività dell’azienda paterna. Come funziona l’area commerciale dell’azienda? L’ambito più importante di questa azienda è sicuramente la produzione, ma tutto nasce dalla capacità di prendere contratti commerciali. Quindi servono competenze anche in questo ambito, pur rimanendo un’attività di vendita di tipo tecnico e che non è rivolta al consumatore; si vende ad altre aziende dello stesso settore (quello aeronautico). Molti sono anche i clienti esteri, per cui serve sicuramente sapere molto bene l’inglese: il commercio internazionale è maggiore rispetto a quello nazionale. Come funziona questa azienda? Secondo Mona è un’azienda strutturata che vede al vertice un Presidente, due

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SPECIALE

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Amministratori Delegati e un Direttore Generale e subito sotto i Direttori delle aree principali dell’azienda (Amministrazione e Finanza, Tecnico e Commerciale, Produzione, Qualità). Sotto ancora ci sono diversi Responsabili di funzione o di reparto che hanno sotto di loro degli uffici con degli impiegati o delle aree produttive con degli operai. Il Direttore Amministrativo e Finanziario è colui che si occupa della gestione amministrativa dell’azienda. L’attività si può riassumere in 3 macroaree: elaborazione della contabilità generale, controllo dei costi di gestione, gestione del personale. Il Direttore Tecnico e Commerciale è colui che sviluppa il business dell’azienda, tiene i contatti coi clienti, elabora le proposte tecniche e commerciali verso i clienti, gestisce l’ufficio tecnico che studia, progetta, disegna e qualifica tutti i nuovi prodotti, supervisiona l’ufficio

commerciale che gestisce il portafoglio ordini clienti e verifica l’avanzamento della produzione dei singoli prodotti fino alla fatturazione e spedizione dei prodotti ai vari clienti in tutto il mondo. Il Direttore di Produzione è colui che supervisiona tutto il processo produttivo a partire dall’ingegneria di produzione che fa i cicli di lavorazione di ogni prodotto e alla pianifica che lancia i programmi di produzione e fino al magazzino. La Produzione vera e propria è suddivisa a sua volta in diverse aree produttive che sono: i vari reparti dell’officina meccanica, i processi speciali di trattamento dei metalli, i controlli dimensionali, il montaggio e il collaudo. In ogni reparto produttivo si trovano diversi operai specializzati. Ogni area produttiva possiede macchine specializzate per quella specifica lavorazione meccanica (ad esempio torni, frese, centri di lavoro a controllo numerico, rettifiche, trance) piuttosto che attrezzature ed impianti molto specifici come i forni, i bagni galvanici e i banchi di collaudo. Come funziona la produzione dei componenti di un aereo? Dalla progettazione alla costruzione del componente di un aereo possono passare diversi mesi fino ad arrivare ad alcuni anni per sistemi molto complessi. Per questo tutto ciò che viene fatto in azienda deve essere realizzato alla perfezione. I pezzi prodotti devono essere uguali ai progetti, se anche di pochi millimetri le misure di un apparecchio dovessero essere sbagliate. I pezzi vanno scartati La costruzione di un aereo è un processo molto complesso e costoso che richiede la collaborazione industriale di molte aziende, spesso di paesi diversi e specializzate in diverse aree tecnologiche. La Secondo Mona è specializzata nella progettazione e

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costruzione di sistemi carburante che si compongono di diverse tipologie di pompe, valvole e sonde di misura. L’azienda produce inoltre anche altri componenti quali azionatori per funzioni speciali di bordo e sottoassiemi e ganci per i carrelli di atterraggio. Questa azienda produce anche il sistema che fai il fumo colorato per le Frecce Tricolori. Come sono le macchine che vengono utilizzate in Secondo Mona? Le macchine impiegate nella produzione dei componenti degli aerei sono molte e soprattutto moderne. Le macchine in Secondo Mona sono state comprate da vari produttori: quelle di colore azzurro sono italiane, altre, invece, vengono dal Giappone o dalla Svizzera ad esempio. Queste ultime sono tipicamente di colore grigio. Per lavorare in questa azienda bisogna saper maneggiare macchinari che lavorano tramite pannelli informatici attraverso i quali si possono dare i comandi. In azienda si trovano pannelli elettronici e schermi touchscreen con i quali si può interagire e con i quali si possono fare diverse azioni. Si può vedere lo stato di un macchinario in base a 3 colori: se le spie assumono un colore verde vuole dire che la macchina è in funzione, se lo schermo diventa rosso sta a significare che il macchinario è spento, mentre se è azzurro la macchina presa in esame è accesa, ma non ha nessuna fase di lavorazione. Tramite i monitor si può anche controllare le schede utensili di ogni singolo prodotto, sulle quali si trova tutto ciò che bisogna fare con quell’oggetto e il progetto che bisogna seguire e la descrizione dell’utensile. Al contrario, invece, nell’area di montaggio, le macchine non ci sono, perché qui il lavoro è manuale, si tratta di assemblare diversi componenti fino a fare il prodotto finito che

poi andrà testato su dei banchi di collaudo per vedere se funziona bene. L’impresa è anche munita di stampanti 3D di cui ne fa uso nei suoi progetti. Come funziona il magazzino? L’attività in Secondo Mona è aggiornata anche nell’ambito del magazzino: ora i magazzini non sono più come una volta, non hanno infiniti cassetti e scaffali dove bisogna cercare; ora è tutto automatizzato con dei computer e conservato in scaffali sovrapposti in verticale modulabili a seconda della dimensione dei pezzi da immagazzinare per salvare più spazio possibile. Quanto è importante l’inglese in azienda? La lingua inglese è da sempre molto importante in azienda perché l’inglese è la lingua ufficiale del settore aeronautico. Infatti, non solo chi lavora nell’area commerciale deve saperlo per comunicare con paesi esteri, ma anche tutti gli operai che ci lavorano all’interno devono conoscere l’inglese almeno ad un livello di base di lettura poiché molta documentazione di lavoro è in inglese. Chi ci ha accompagnati in questo progetto e chi ha dato una risposta alle nostre domande? Oltre che alle professoresse, nel giro di questa magnifica azienda ci hanno accompagnato e hanno dato una risposta alle nostre domande molte persone: Claudia Mona, Amministratore Delegato e quarta generazione di questa azienda, Cinzia Petroni, Responsabile delle Risorse Umane in Secondo Mona, Sergio Bellotti, Responsabile dell’area montaggio, Massimo Inserra, Responsabile Officina meccanica e Giovanna Anzini, Funzionario nell’area sindacale dell’Unione Industriali di Varese.

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sesa spa

SPECIALE

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Ambizione e tradizione Noi ragazzi della 3A della Scuola Secondaria di I grado “D. Alighieri” di Olgiate Olona, il 5 novembre scorso, abbiamo incontrato i dott. Carlo e Luca Santori, alla SESA Spa. C’era anche il dott. Bruno Palmieri, referente di Univa. Abbiamo rivolto al Dott. Santori alcune domande per capire come è organizzata la sua impresa e che cosa chiede oggi il mondo del lavoro a dei giovani come noi.

di un’assunzione, la cura della propria immagine, una sana ambizione che spinge a portare un proprio personale contributo all’azienda, il desiderio di migliorarsi. Mio fratello Luca si occupa della produzione: ha appena concluso un corso di aggiornamento sulla sicurezza. È molto importante non smettere mai di studiare e di formarsi. Nostro padre è addetto al settore commerciale.

Abbiate sane ambizioni

Chi lavora alla SESA? Con quale titolo di studio?

Chi è il fondatore dell’azienda? Chi la dirige ora? Mio nonno ha fondato questa azienda nel 1950. L’azienda è diretta da me, mio padre e mio fratello. Io mi occupo dell’Amministrazione, Classe 3A inoltre controllo il Scuola bilancio e seleziono D. Alighieri anche il personale cercando di capire Olgiate Olona le motivazioni di chi cerca lavoro presso di noi. A questo proposito ha molto peso, al fine

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La SESA produce stampi originali in acciaio per laminati, cioè lastre che servono a decorare il simil-legno in modo che assomigli il più possibile al legno naturale. Le lastre misurano fino a 6,5 metri per 2,5 metri e possono pesare anche oltre 500 chili


Circa una settantina di persone. Potete riconoscere il loro ruolo (dal Presidente all’operaio) anche attraverso il colore del casco. Per essere assunti bisognerebbe almeno aver frequentato il secondo anno delle superiori, molto meglio se si possiede il diploma di maturità o la laurea. Che cosa produce l’azienda? Con quale procedimento? La SESA produce stampi originali in acciaio per laminati, cioè lastre che servono a decorare il simil-legno in modo che assomigli il più possibile al legno naturale. Le lastre misurano fino a 6,5 metri per 2,5 metri e possono pesare anche oltre 500 chili. Per arrivare al prodotto finale sono necessari diversi passaggi. Il primo, la rettifica, vede l’utilizzo di un potente nastro abrasivo che serve per preparare la superficie della lamiera di acciaio. Successivamente alla lamiera viene impresso il motivo decorativo per

corrosione. Segue poi la cromatura che protegge gli stampi. Questi vengono poi ispezionati e presentati al cliente. Dove esportate i vostri prodotti? Solo il 3% dei nostri clienti si trova in Italia. Esportiamo soprattutto all’estero, sia in Europa (Spagna, Francia, Germania) che in Paesi extraeuropei (India, Giappone, Australia, Sud-America). La SESA, nel corso della sua storia, è stata rinnovata? Quando? Sì, l’azienda si è aperta al mercato internazionale grazie alla lungimiranza di mio padre che la guida dagli anni ‘70. Perché ha scelto questo lavoro? Mio nonno mi ha insegnato ad amare l’azienda di famiglia fin da bambino. Ho in seguito capito, da adulto, che veramente la SESA mi avrebbe permesso di realizzare me stesso, conquistare la fiducia dei miei genitori e del mercato, di realizzare i miei sogni.

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Classe 3C

SPECIALE

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Come e quando è nata la vostra azienda? SESA nacque 70 anni fa per opera di mio nonno. In seguito, è passata a mio padre che la gestisce tuttora. Com’è organizzata la vostra impresa? È un’azienda medio – piccola, a gestione familiare, con 75 dipendenti. A me piace pensarla come una piovra: al centro siamo io (l’Amministratore Delegato), mio padre (il Presidente) e mio fratello (Responsabile della produzione). Ci sono, poi, i vari impiegati specializzati, i Responsabili alle corrispondenze estere, i contabili, gli addetti al controllo qualità e gli operai.

Tradizione di famiglia Che cosa producete esattamente? In che quantità e come? Noi facciamo stampi in acciaio molto costosi

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Scuola D. Alighieri Olgiate Olona

che servono a produrre una vasta gamma di finiture per laminati, imitando materiali come legno, cuoio e marmo. Ne produciamo circa 6.000 all’anno e ognuno ha un disegno diverso (a seconda della richiesta del cliente). Per produrre ogni stampo, acquistiamo un particolare tipo di lastre d’acciaio dall’Austria e dalla Svezia, le modelliamo, rendendole sottili, tramite una serie di rulli. Successivamente sono necessarie diverse lavorazioni come la sabbiatura, la cromatura e un bagno nell’acido. Tutto il processo di lavorazione può durare settimane. Una lastra può arrivare a costare fino a 90.000 euro.


Come sono divisi i vari compiti all’interno di SESA? Nell’ufficio lavorano contabili, corrispondenti esteri e disegnatori. Gli operai sono divisi in base al colore del casco che indossano: quelli con il casco rosso sono i Responsabili della qualità e della produzione, quelli con il casco arancione sono gli assistenti del capo di produzione, quelli con il casco giallo sono tutti i vari operatori. Mio fratello e i suoi assistenti lo indossano blu e il casco bianco, il Presidente, lo indossa solo mio padre.

È stato difficile arrivare ai livelli dove siete ora? Anni fa mio padre, demoralizzato dal mercato italiano, tentò di lanciare i propri prodotti sul mercato europeo e fu una scelta giusta poiché successivamente la richiesta italiana iniziò a calare notevolmente. Oggi i nostri stampi sono venduti, quasi totalmente all’estero, a grandi industrie di fama mondiale, come Ikea. Nel nostro settore, siamo i secondi al mondo per fatturato e i primi per qualità. Perché ha scelto di fare questo mestiere? Per passione e continuare la tradizione della mia famiglia. Quali sono gli aspetti positivi e negativi del suo lavoro? Gli aspetti negativi sono il rischio, la preoccupazione per un possibile fallimento e per un ipotetico calo della richiesta mondiale dei nostri prodotti. Gli aspetti positivi sono la soddisfazione personale, il successo raggiunto e, di conseguenza, la crescita del fatturato.

Pensa che la sua professione sarà richiesta nei prossimi 10/15 anni? Penso di sì. Noi di SESA proviamo continuamente a migliorarci, modernizzando i macchinari e seguendo la richiesta mondiale di prodotti sempre più specifici e particolari. Per questo motivo è probabile che tra 10/15 anni i prodotti che ora commerciamo saranno sostituiti da una loro versione più moderna. In conclusione, penso che quest’azienda possa ancora crescere molto ed espandersi sempre di più. Ad un giovane che desiderasse intraprendere la sua professione, quali consigli darebbe? Gli direi di studiare e d’impegnarsi al massimo, con spirito di sacrificio, per inseguire il proprio sogno.

SESA nacque 70 anni fa per opera di mio nonno. In seguito, è passata a mio padre che la gestisce tuttora

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SPECIALE

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simec group srl

L’impiego universale di rulli e cilindri Nicolò Della Torre, le chiediamo cosa produce la vostra azienda? Simec è un’azienda che produce diversi tipi di rulli e cilindri, che possono essere utilizzati per tantissimi scopi diversi: dalla decorazione delle borse alla costruzione dei veli da cui sono formati lo Scottex e la carta igienica o, ancora, per la realizzazione delle confezioni di biscotti o di birra. Quando è nata l’azienda? Ha sempre avuto questo nome? L’azienda è stata fondata nel 1960 da mio nonno Renato e da suo fratello. Il nome è cambiato negli anni sia per la divisione dei due fratelli, che per la scelta di aver ampliato e diversificato i prodotti da proporre alle aziende. Quante ore al giorno lavorano le vostre macchine? L’attività delle macchine dipende sostanzialmente dalla quantità di lavoro che abbiamo da svolgere e soprattutto dalle scadenze che abbiamo accordato con i nostri clienti. Nei periodi più intensi i macchinari possono continuare a lavorare anche durante la notte. Quali sono stati i suoi studi? Mi sono diplomato da poco alla ragioneria Tosi di Busto Arsizio, lavoro solo da 3 mesi e penso che si veda!

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Come mai ha scelto di fare questo lavoro? A dire la verità dopo gli studi non avevo idea di cosa fare, è stato più che altro questo lavoro a scegliere me! Mi sono detto che era ora di conoscere più da vicino l’attività della mia famiglia e


Classe 3B

piano piano mi ci sono appassionato. L’aspetto che amo di più di questo lavoro è la possibilità di vedere come i nostri prodotti siano in realtà presenti ovunque: vedendo un rullo è forse un po’ difficile da immaginare, ma gran parte dei prodotti che trovate al supermercato sono realizzati anche grazie a noi... sarebbe impossibile immaginare un mondo senza Simec!

Scuola D. Alighieri Olgiate Olo na

Ha mai pensato di cambiare questo lavoro? Come ho detto prima, ho iniziato da poco, quindi no, per ora non l’ho mai pensato. In realtà spero di non arrivare mai a pensarlo, ma di riuscire a portare avanti l’azienda come hanno fatto i miei nonni e genitori prima di me.

L’aspetto che amo di più di questo lavoro è la possibilità di vedere come i nostri prodotti siano in realtà presenti ovunque: vedendo un rullo è forse un po’ difficile da immaginare, ma gran parte dei prodotti che trovate al supermercato sono realizzati anche grazie a noi

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SPECIALE

2019

sior srl

Competenze per il futuro Quale percorso di formazione è necessario per lavorare nella vostra azienda, Presidente Gambarelli? Sicuramente un diploma o una laurea in informatica facilitano l’inserimento, ma non escluderei altri percorsi di studio; da noi per esempio lavorano due ingegneri gestionali e un laureato in filosofia. A livello personale le attitudini più importanti sono la capacità di analisi e di sintesi e una grande passione per il proprio lavoro.

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Quanti dipendenti ci sono nella vostra azienda? Di che fascia d’età e sesso? Ci sono 23 dipendenti, di cui 8 sono donne. Ci avvaliamo inoltre di alcuni collaboratori esterni, per cui la forza lavoro è di circa 30 unità. L’età media è di circa 40 anni. Siamo costantemente interessati all’inserimento di giovani con alte potenzialità. Qual è il vostro prodotto più venduto? Noi forniamo soprattutto servizi:


progettazione e realizzazione di sistemi informativi integrati e di software applicativo, migrazione di sistemi informativi da diverse piattaforme con nostri convertitori automatici, modernizzazione di applicativi, outsourcing applicativo. In questi ambiti, oltre agli ERP più diffusi, vengono utilizzati applicativi progettati e realizzati al nostro interno. Ad esempio, NEMO (New Market Operator) è il nostro prodotto per la presentazione dei cataloghi e la raccolta degli ordini di vendita. Viene utilizzato su tablet con sistemi operativi diversi e permette di trasmettere gli ordini raccolti al sistema gestionale. Quali macchinari “di nuova generazione” impiegate? Il nostro lavoro comporta inevitabilmente di essere continuamente aggiornati sia sull’hardware che sul software presenti sul mercato. Negli ultimi tempi abbiamo posto particolare attenzione, oltre che alla evoluzione degli elaboratori e delle reti, ai tablet e agli smartphone.

Collaboriamo con alcune “software house” delle nostre dimensioni, per integrare i loro prodotti nei nostri progetti e viceversa. Collaboriamo anche con importanti “system integrator” nei progetti per grandi aziende e multinazionali

Qual è il processo alla base della creazione di un software? Quali i fattori da prendere in considerazione? E quali i tempi richiesti? La realizzazione di un software applicativo parte dalla definizione delle necessità informative; si individuano poi i “database” necessari, i loro collegamenti e le modalità del loro aggiornamento, si sceglie il linguaggio di programmazione, si stendono le istruzioni in funzione delle specifiche di analisi. A queste fasi fa seguito il test, prima a livello unitario e poi di sistema. I tempi di realizzazione dipendono dalla Classe 3A complessità del problema; possono Scuola variare da pochi giorni A. Frank a diversi mesi.

Varese

Collaborate con altre aziende? Collaboriamo con alcune “software house” delle nostre dimensioni, per integrare i loro prodotti nei nostri progetti e viceversa. Collaboriamo anche con importanti “system integrator” nei progetti per grandi aziende e multinazionali, nei quali vengono utilizzati applicativi come “Dynamics AX” della Microsoft o ACG della IBM. Vi piace questo lavoro? Quali sono le più grandi soddisfazioni che vi ha dato? Sì, i nostri collaboratori sono appassionati del loro lavoro. Le più grandi soddisfazioni si hanno quando i progetti realizzati rispondono alle esigenze dei clienti; quando ci contattano per farci i complimenti e ringraziarci dell’ottimo lavoro svolto, ci sentiamo molto gratificati!

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SPECIALE

2019

solarspot international srl

Giornalisti per un giorno In occasione del Pmi Day noi alunni della 3B della scuola secondaria di primo grado Dante Alighieri di Cocquio Trevisago abbiamo fatto visita alla Solarspot di Cocquio Trevisago. Quest’azienda, situata nel nostro paese, crea e installa dei sistemi di illuminazione ibridi tra luce naturale e LED. Il giorno della visita ci hanno accolti e guidati durante tutto il percorso il Direttore dell’azienda e sua figlia che svolge un ruolo manageriale, che hanno risposto alle nostre domande.

Quali abilità e conoscenze sono richieste per lavorare in questa azienda? È importante conoscere almeno 2 lingue, essere abili in matematica e in disegno tecnico. Quali lavorazioni vengono effettuate? Laminazione, assemblaggio, taglio, tranciatura, punzonatura e imballaggio finale. Quanti dipendenti ci sono? Sono presenti 11 dipendenti e 2 stagisti. L’imprenditore è anche il Direttore? Sì, l’imprenditore e il direttore coincidono. Anche gli stagisti utilizzano i sistemi di sicurezza? Sì, anche se non ci sono mai stati infortuni gravi. Quali sono le vostre misure di sicurezza per prevenire eventuali infortuni o malattie professionali? Per prevenire gli infortuni vengono utilizzati: guanti, scarpe antinfortunistiche, maschere, cuffie antirumore e caschetto.

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Classe 3B

Scuola D. Alighieri Cocquio Tre visag

o

Ogni quanto fate le visite mediche aziendali? Le visite vengono effettuate una volta l’anno. Avete gli addetti al primo soccorso e la segnaletica di sicurezza? Sì ad entrambe le domande.

Avete un medico competente o medico del lavoro? Abbiamo sempre avuto un medico, ora in pensione, sostituito con uno specialista che collabora, per questi compiti, con un’azienda di servizi.

Quanto costa un Solarspot? Il modello base del prodotto costa 400 euro più l’installazione e l’IVA. Il costo dipende dalla potenza (diametro), dalla lunghezza, dal tipo d’installazione e dalla quantità totale di sistemi acquistati. Avete dei social media o un sito internet? Da chi vengono gestiti? Sì, vengono gestiti internamente.

Quali abilità e conoscenze sono richieste per lavorare in questa azienda? È importante conoscere almeno 2 lingue, essere abili in matematica e in disegno tecnico

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spii spa

SPECIALE

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Dai banchi di scuola ai banchi di lavoro

Classe 3B

Scuola L. Da Vinci Saronno

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SPII Spa: dai banchi di scuola ai banchi di lavoro Classe 3B, Scuola Da Vinci, Saronno Tra le vie e le rotonde di Saronno, i ragazzi della classe 3B, bagnati da una pioggia battente, ma felici, approdano

alla società SPII (Studio Professionale di Ingegneria Industriale), specializzata nella produzione di componenti ferroviari. Pronti per capire il mondo del lavoro, gli studenti, muniti di taccuini (gentilmente offerti dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese) e penne, intervistano i lavoratori dei vari reparti. Dopo essere stati accolti calorosamente dalla coordinatrice dei progetti e da un meraviglioso e gustosissimo buffet,


sono state illustrate le caratteristiche dell’azienda multinazionale e sono iniziate le nostre domande. La studentessa Marta chiede a Giulia, Project Coordinator: Che scuola hai frequentato? Inizialmente non avevo idea del mio futuro, ma, grazie all’aiuto dei miei genitori, insieme abbiamo deciso che avrei frequentato il Liceo Scientifico, per poi laurearmi in Ingegneria dei Materiali. Perchè hai scelto questo lavoro? Il mio percorso scolastico mi avrebbe dovuto portare alla ricerca in laboratorio, ma questa prospettiva non mi ispirava e SPII mi ha dato subito l’opportunità di mettermi in gioco. Ora iniziamo il viaggio all’interno della società. Abbiamo qui Manuel che ci racconta della sua esperienza. Lo studente Filippo chiede all’operaio del montaggio: Qual è il tuo percorso scolastico? La mia passione per la meccanica e la voglia di mettere in pratica ciò che studiavo mi ha portato a frequentare un

Istituto Professionale. Quante ore al giorno lavori? È faticoso? Lavoro circa 8 ore al giorno e un lavoro non diventa faticoso se si ha tanta determinazione e voglia di fare. Infine, siamo passati agli uffici degli ingegneri. La studentessa Alessia chiede a Fabio, progettista: Che scuola ti ha portato a questo lavoro? Ho conseguito il diploma di Liceo Scientifico, per poi specializzarmi in Ingegneria Aereospaziale. In che cosa consiste il tuo lavoro? Il mio lavoro consiste nel progettare al computer quello che poi realizzeranno gli operai. Dalle interviste svolte, i ragazzi si sono fatti un’idea del mondo del lavoro, passando dalla produzione alla vendita. I lavoratori risultano fieri e felici del proprio impiego e da questa visita i ragazzi hanno appreso il valore di ogni mansione, dalla più semplice alla più prestigiosa.

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spm spa

SPECIALE

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Qualità e servizio tra fashion, automotive e sport Quand’è nata l’azienda? L’azienda è nata nel 1954.

C’è richiesta di posti di lavoro? La richiesta di lavoro c’è sempre.

Cosa significa “SPM”? È l’acronimo di Sigilli in Plastica e Metallo.

Di quant’è lo stipendio medio mensile? Circa 1.500 euro.


Classe 3A

Scuola D. Zuretti Mesenzana

Quanta plastica e metallo vengono impiegati in un anno e di conseguenza di quant’è la spesa? Vengono impiegati circa 6.000.000 di euro di plastica, metallo e altri componenti. Che studi ha fatto lei? Liceo Scientifico tradizionale.

Qualità, servizio e giusto prezzo La classe 3B della scuola media di Mesenzana ha posto al Presidente dell’azienda, l’ingegner Giovanni Berutti, le seguenti domande. Quando è nata l’azienda? La nostra azienda è nata nel 1954 come officina meccanica, poi si è specializzata negli odierni settori, ossia fashion, automotive e sport. La giornata lavorativa ha la durata di 8 ore, 39 settimanali pagate però come 40. Ci sono mai stati periodi di crisi? Sì. L’ultimo trimestre a cavallo tra il 2008 e il 2009 è stato un periodo di sofferenza per l’azienda ed è stato necessario ridurre le ore lavorative. A partire dal 2010 abbiamo cominciato a crescere stabilmente ogni anno.

Che tipo di studi bisogna fare per lavorare in questa azienda? Studi richiesti sono lauree o diplomi in discipline tecniche, meccaniche, elettroniche e di economia e commercio. Come trova nuovi clienti? In ambito automobilistico i clienti conoscono già l’azienda, mentre in ambito sportivo e della moda attraverso pubblicità e i social. Che fine fanno gli scarti delle lavorazioni? Gli scarti vengono reimpiegati come materie prime seconde.

Classe 3B Scuola D. Zuretti Mesenzana

Come si attira la clientela? La clientela si attira partecipando a eventi inerenti ai nostri settori come fiere. È il consumatore che incentiva la produzione e mai l’imprenditore che forza la domanda. In 3 semplici parole qualità, servizio e giusto prezzo.

Se si trovasse in un nuovo periodo di crisi, delocalizzerebbe? No, preferirei affrontare nuovamente un periodo di crisi con la stessa strategia del precedente. Inoltre, non sposterei la sede dell’azienda, perché in altri paesi non troverei gli stessi dipendenti e quindi l’azienda non produrrebbe come

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Non nego che a volte ci siano delle difficoltà, ma quando si superano si hanno grandi soddisfazioni. L’azienda è ben strutturata e abbiamo responsabili per ogni settore con specifici ruoli di coordinamento che facilitano il lavoro di gestione.

SPECIALE

2019

nel suo paese d’origine. Preferisco avere costi di manodopera maggiori e più automazione, in modo da produrre più pezzi. È difficile gestire un’azienda con più di 200 dipendenti?

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La clientela si attira partecipando a eventi inerenti ai nostri settori come fiere. È il consumatore che incentiva la produzione e mai l’imprenditore che forza la domanda


L’azienda che va alle Olimpiadi È difficile dirigere un’azienda con più di 200 dipendenti? Ovviamente non è facile. Ci sono però dei validi collaboratori che mi aiutano nella gestione dei 3 settori dell’azienda. Avete mai pensato di delocalizzare in paesi meno sviluppati? No, anche se alcune aziende ci hanno chiesto di delocalizzare vicino alle loro filiali; così da diminuire il costo dei trasporti. Abbiamo deciso di rimanere in Italia perché siamo legati al nostro territorio e abbiamo risolto il problema del costo del lavoro grazie all’automazione: così facendo invece di pagare 10 lavoratori ne paghiamo uno per controllare il macchinario.

Cosa succede se l’azienda entra in crisi? Se l’azienda entrasse in crisi potremmo metter in cassa integrazione alcuni operai grazie ai fondi che vengono pagati all’Inps. Così facendo avremmo la possibilità di diminuire le ore lavorative in attesa che il periodo di difficoltà finisca. Qual è il settore che vi dà più soddisfazione? Il settore che ci dà più soddisfazione è sicuramente quello che si occupa della produzione dei loghi automobilistici; il secondo è il settore della produzione di materiale di sci. Due dei nostri operai sono andati a lavorare alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022; l’ultimo è quello che si occupa della moda. Per entrare a far parte della vostra azienda che percorso dovremmo intraprendere? Per lavorare negli uffici si dovrà frequentare una scuola che approfondisca le lingue, come ad esempio il Liceo Linguistico o un Istituto Tecnico; mentre per lavorare come operaio si dovrà fare uno IEFP o un istituto professionale.

Classe 3C

Scuola D. Zuretti Mesenzana

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SPECIALE

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stampamatic srl

Un’azienda nata dall’idea di un imprenditore che sognava di fare l’insegnante Noi alunni della 3A della Scuola Secondaria “Dante Alighieri” di Cocquio Trevisago abbiamo visitato la Stampamatic Srl in occasione del Pmi Day e abbiamo potuto

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conoscere questa realtà industriale presente sul nostro territorio dal lontano 1978. L’azienda si occupa della realizzazione di stampi in metallo. Appena entrati siamo


Classe 3A

Scuola D. Alighieri Cocquio Tre visag

o

stati subito colpiti dalla passione con cui il signor Masciocchi, proprietario della società, parlava del suo lavoro. Sig. Masciocchi, come è nata l’idea di aprire questa azienda? L’idea è nata alla fine degli anni ‘60, quando nel territorio di Varese gli stampi in metallo erano molto richiesti, per cui era facile mettere in piedi un’impresa di successo. Che studi ha fatto per arrivare a fare l’imprenditore? Non ho lauree ed ho un percorso di studi non completo.

La Stampamatic si occupa della realizzazione di stampi in metallo. Appena entrati siamo stati subito colpiti dalla passione con cui il signor Masciocchi, proprietario della società, parlava del suo lavoro

Per lavorare in questa azienda serve la conoscenza di discipline particolari? Senza dubbio la matematica, la geometria e il disegno tecnico. Qual era il suo sogno da bambino? Il mio sogno era quello di fare l’insegnante, pensate un po’! A me piace parlare con voi ragazzi che rappresentate il futuro del mondo del lavoro. Quante ore lavora al giorno? Circa 12. Il mio lavoro è la mia passione. Lavorare in questa impresa è pericoloso? Bisogna stare sempre molto attenti ai macchinari e si devono eseguire le operazioni con precisione. Per fortuna in questa ditta capitano pochissimi infortuni. Invece lei, signor Luca, che formazione ha e che ruolo svolge? Sono perito meccanico e faccio l’operaio. Qual è la motivazione che l’ha portata a scegliere questo mestiere? Sicuramente la passione per il disegno meccanico, per la matematica, per la geometria e per la precisione. Per fare questo lavoro cosa serve? Tanta voglia di sporcarsi le mani!

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struqture srl

SPECIALE

Qualità, sicurezza e ambiente

2019

Abbiamo iniziato ponendo alcune domande a Maurizio, Ingegnere Energetico della Struqture Srl.

Classe 3A Scuola E. Fermi Comerio

Come è iniziato il suo lavoro? Cercavo un lavoro che mi gratificasse e ho trovato l’ingegner Aimetti, il proprietario di Struqture, che mi ha accolto nella sua impresa.

Ci sono mai stati rischi di chiusura per questa azienda? No, mai. Si è sempre evoluta, anche

Gli elementi per avere successo sono la curiosità, essere bravi a comunicare e saper risolvere i problemi

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se abbiamo aiutato aziende che poi purtroppo sono fallite. Vi portate del lavoro da finire a casa? A volte sì, ma raramente. Più che altro continuiamo a riflettere e a cercare una soluzione per i clienti, perchè il nostro compito è, appunto, trovare sistemi innovativi che li possano soddisfare.


Aziende di quasi tutti i tipi, ma soprattutto aziende metalmeccaniche. Qual è la cosa che le piace di più del suo lavoro? La cosa che mi piace di più è interagire con le persone, in generale il rapporto umano.

Quali sono gli elementi per avere successo? Gli elementi per avere successo sono la curiosità, essere bravi a comunicare e saper risolvere i problemi. A Michela, Ingegnere per la Sicurezza, abbiamo invece chiesto: Con quali tipi di aziende siete in contatto?

C’è qualcosa che non le piace del suo lavoro? Dipende, ad esempio, i clienti che cambiano idea in continuazione o quando andiamo nelle scuole a parlare di sicurezza e non ci ascoltano, a volte sembra di parlare ad un muro! Se esistesse una macchina del tempo svolgerebbe un altro lavoro? Se sì, quale? No, perchè mi piace molto il mio lavoro, anche se fin da piccola ho sempre sognato di diventare professoressa di matematica.

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SPECIALE

2019

swk utensilerie srl

Una motivazione da voto 10+ 3 dipendenti con ruoli diversi nell’azienda: l’impiegata ai servizi generali e logistica, il Responsabile della qualità e la Responsabile delle risorse umane. Queste le interessanti domande poste loro dai ragazzi. Cosa l’ha spinta a fare questo lavoro? Impiegata servizi generali: Ho saputo da persone conosciute di questa opportunità lavorativa e l’ho colta al volo. Responsabile qualità: La curiosità e la passione. Responsabile risorse umane: La passione.

Mattinata indimenticabile per gli alunni di Gemonio che, per la prima volta, hanno visitato la storica azienda situata nel loro piccolo paese. Hanno conosciuto la storia dell’utensileria che comincia nel lontano 1926 su iniziativa dell’imprenditore Hermann Amos che, da subito, lavora per realizzare utensili di alta qualità. Dopo la visita di questa realtà aziendale, gli alunni sono stati accolti nell’elegante sala conferenze dove hanno potuto intervistare

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Quale scuola ha frequentato per specializzarsi in questo ambito lavorativo? Impiegata servizi generali: Ho frequentato il Liceo Linguistico. Responsabile qualità: Ho frequentato l’istituto tecnico/meccanico. Responsabile risorse umane: Ho frequentato la scuola europea. Quali sono i punti di forza e di debolezza del suo lavoro? Impiegata servizi generali: I punti di forza sono la flessibilità sul lavoro e la forza di volontà, mentre il mio punto di debolezza è cercare di tenere sempre il passo con i giovani. Responsabile qualità: I punti di forza sono il dover lavorare in un’azienda complessa ma stimolante, mentre il mio punto di


Classe 3A

Scuola D. Alighieri Gemonio

questo lavoro è diventato come una seconda casa e mi trovo bene. Responsabile qualità: 10, perché è la mia passione. Responsabile risorse umane: 10, perché mi piace e mi soddisfa.

debolezza è la mancanza di tempo libero. Responsabile risorse umane: I punti di forza sono il dover stare a contatto con le persone e aiutarle, mentre il mio punto di debolezza è il dispiacere di non poter assumere o di dover licenziare alcune persone.

Quindi può dire di aver raggiunto l’obiettivo che si era posto da studente? Impiegata servizi generali: In parte, perché avrei voluto fare l’hostess ma sono soddisfatta. Responsabile qualità: Sì, perché sto facendo quello per cui ho studiato. Responsabile risorse umane: In parte, ma ho ancora molta strada da fare.

In una scala da 1 a 10 quanto è soddisfatto del suo lavoro? Motivi la sua risposta. Impiegata servizi generali: 10, perché

Alla fine della giornata i ragazzi erano incuriositi, soddisfatti e soprattutto consapevoli di quanto sia importante la passione per affrontare ogni tipo di lavoro.

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SPECIALE

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swm motorcycles srl

Una giornata nel mondo delle moto (a gas) Il mondo delle moto affascina quasi sempre alla nostra età e non è detto che a rimanerne coinvolti siano soltanto i ragazzi. La nostra classe è composta da 13 maschi e 9 femmine e tutti, anche se per motivi diversi, sono rimasti contenti della visita alla SWM di Biandronno. Anzitutto perché le parole del signor Bruno Palmieri di Univa ci hanno fatto capire cos’è il lavoro: una organizzazione di tempo e di spazio molto diversa da quella della scuola e in cui la suddivisione dei compiti è fondamentale per ottenere un prodotto di valore.

Numeri che non nascono dal nulla: c’è tutta una storia alle spalle, ad iniziare da quella di due appassionati di moto, Piero Sironi e Fausto Vergani, che l’hanno iniziata nel lontano 1971. Un viaggio, alla riscoperta e valorizzazione del territorio varesino, a cui ha creduto anche l’imprenditore Cinese Mr. Gong Daxin, investendo non solo nel territorio, ma anche nelle competenze. La proprietà, infatti, ha riattivato un’azienda che era stata chiusa da una proprietà estera, riportando al suo interno maestranze Varesine. Tanti fra noi sono rimasti

Dietro una moto, un mondo! Soprattutto se si tratta di un’azienda importante come questa, con 3.500 dipendenti in totale e una presenza sui mercati di mezzo mondo grazie ad una capacità di produzione che ha superato i 100 modelli dal 2015 ad oggi, con 2025 moto prodotte ogni giorno. È molto bello che in una piccola provincia Classe 3C come la nostra esista la una realtà produttiva o u c S i capace di esportare i t t A. Vidole suoi prodotti in tutto il Varese mondo.

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colpiti dalla catena di montaggio, cui spesso pensiamo come a qualcosa di caotico e ripetitivo, ma che qui dà invece un’immagine di ordine e precisione unita ad un altro fatto che ci ha proprio stupiti: dappertutto c’era una pulizia rara da trovare in ambienti di lavoro come questo. E a proposito di pulizia, ci ha fatto molto piacere sapere che SWM smetterà presto di produrre motori Euro4 e passerà agli Euro5 per contribuire a ridurre l’inquinamento atmosferico. Naturalmente, però, la fase lavorativa che ci ha coinvolti di più è stata quella relativa alla progettazione, ultimamente anche in 3D e al design in quanto legata alla creatività

di chi ci lavora. Va bene la tecnologia, ma anche l’immagine è importante! Da questo punto di vista, le ragazze in special modo sono rimaste coinvolte dal compito affidato in azienda ad una dipendente specializzata nella scelta dei dettagli, in particolare dei colori. Non avevamo proprio idea di quanta professionalità ci fosse dietro ad un mezzo di trasporto così diffuso! Un solo rammarico: non aver potuto scattare fotografie nell’ufficio dove si stanno progettando i nuovi modelli: il segreto professionale prima di tutto! E questo ha aggiunto un tocco di “mistero” alla nostra visita.

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SPECIALE

2019

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Una giornata a tutto gas Dopo aver preso informazioni dal sito internet dell’azienda nei giorni precedenti, il 27 novembre 2019 ci siamo recati presso la sede di SWM Motorcycles di Biandronno. Due manager della società, Zanelotto Gianluca e Marchesin Ennio ci hanno parlato della loro società che si occupa di motocicli, dalla progettazione e design dei modelli, alla ricerca di materie prime, alla sperimentazione e allo sviluppo dei modelli, test di prova, controllo qualità per finire con la distribuzione e la vendita. In azienda lavorano circa 100 persone, ci sono 78

sedi in Italia e 28 importatori nel mondo. SWM è composta da 6 reparti, collabora con altre realtà in Francia, Inghilterra e Germania. Il materiale maggiormente impiegato per la costruzione delle moto è l’alluminio, ma anche il carbonio e il titanio. Ci hanno anche detto che ad ottobre hanno chiuso la produzione dei modelli del 2019 e che si stanno preparando per la collezione del 2020. Ci hanno fatto vedere il magazzino dove si trovavano i pezzi delle moto che stavano assemblando e dopo il quale avrebbero fatto tutte le prove per il collaudo. Ci hanno parlato di come le moto vendute sono spedite


Classe 2B Scuola A. Fermi

Venegono Inferiore

a destinazione e ci hanno anche detto che quando i motocicli fanno lunghi viaggi in mare vengono completamente imballati perché non si rovinino nel trasporto. L’azienda è nata nel 1968 ma fu successivamente chiusa e riaperta nel 2015. Vengono prodotte circa 600 moto in un anno e vendute in Francia, Spagna, Nuova Zelanda, Germania e Italia. Collaborano con aziende specifiche di pezzi e materiali, sia in Italia che all’Estero. La giornata passata alla SWM è stata molto interessante perché ci ha dato la possibilità di vedere il mondo del lavoro e capire come funziona un’azienda.

SWM è composta da 6 reparti, collabora con altre realtà in Francia, Inghilterra e Germania. Il materiale maggiormente impiegato per la costruzione delle moto è l’alluminio, ma anche il carbonio e il titanio

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SPECIALE

2019

td group srl

L’azienda che fa tutto Il 16 gennaio 2020 la classe 3H della scuola Vidoletti ha visitato l’azienda TD Group di Galliate Lombardo, che si occupa di pulizia in tutti i sensi, sia attraverso la commercializzazione dei prodotti per l’igiene dell’ambiente sia delle macchine usate nelle aziende e negli uffici. Spesso si parla a scuola di inquinamento, del rispetto dell’ambiente e di servizi al territorio. Non sono obiettivi irraggiungibili, si tratta solo di avere una visione ampia e una mentalità aperta, in modo da promuovere uno stile di vita sostenibile e uno sguardo che comprenda, non solo il singolo individuo, ma un’intera comunità. Sono esempi eloquenti del rapporto tra l’azienda e il territorio. Nel corso della visita il Legale

Siamo di fronte a un’azienda moderna e al passo con i tempi: bell’esempio di ecologia e collaborazione tra industria e persone

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Rappresentante, Diego Trogher, ha risposto alle nostre curiosità. TD Group nasce con 10 dipendenti, e da sempre il suo fondatore si impegna quotidianamente per il rispetto dell’ambiente. Signor Trogher, che cosa offrite ai privati e alle aziende vostri clienti? Noi di TD Group ci occupiamo principalmente di rivendere prodotti e macchine industriali della ditta Karcher; siamo l’unico centro ufficialmente riconosciuto di assistenza in Italia (escluse le isole) per la riparazione dei macchinari. Inoltre, in caso di guasto, il cliente può mettersi in contatto con noi tramite il nostro sito internet, segnalare il problema e successivamente i corrieri vanno a recuperare l’oggetto che in 2 settimane verrà riconsegnato aggiustato al cliente. Forniamo anche servizi complementari come stampaggio di sticker o cartelli per indicazioni o per la pubblicità. Per quanto riguarda l’ambiente, qual è il vostro impegno? Innanzitutto, ricicliamo tutti i materiali e le parti recuperabili dalle macchine irreparabili; inoltre tutto quello che torna indietro dalle vendite online finisce nell’outlet dell’azienda ed è venduto a un prezzo inferiore rispetto a quello normale di vendita. Tutto o quasi viene recuperato:


in azienda ci sono cassoni per raccogliere gli scarti di produzione che verranno successivamente utilizzati come materiale edile e l’acqua utilizzata nell’impianto per il lavaggio delle auto viene riciclata al 95% e alcuni automezzi della ditta sono elettrici. Gli impianti sono aperti al pubblico? Nei giorni festivi gli impianti di autolavaggio, la lavanderia e le stazioni di ricarica per le auto elettriche sono a disposizione del territorio e dei suoi abitanti. Quali competenze devono avere i suoi dipendenti? Devono essere disponibili a ricoprire all’interno dell’azienda vari ruoli a seconda delle necessità. Ad esempio, chi lavora nel negozio si occupa anche di ricevere chiamate di assistenza e si occupa del portale del sito.

Classe 3H Scuola A. Vidoletti Varese

Quali sono i progetti per il futuro? Poiché l’azienda possiede molto spazio di proprietà ancora da utilizzare intorno ai capannoni, il progetto consiste nel realizzare un parco pubblico per le persone che abitano la zona che ne potranno usufruire liberamente cioè gli anziani, i bambini. Siamo di fronte a un’azienda moderna e al passo con i tempi: bell’esempio di ecologia e collaborazione tra industria e persone.

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SPECIALE

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tecnosteel srl

Un viaggio speciale Mercoledì 27 novembre 2019 la nostra classe, la 3A dell’istituto Don Rimoldi di Varese, si è recata in visita presso la Tecnosteel di Brunello, in occasione del Pmi Day 2019. Arrivati alla Tecnosteel, accomodatici nella sala conferenze, ci ha accolti il titolare, Mauro Turci, il quale ha svolto una breve introduzione sull’azienda ed i suoi prodotti: rack per il cablaggio, ovvero armadi per conservare server informatici. Ci ha inoltre spiegato che la ditta ha di recente compiuto 20 anni di attività, un traguardo decisamente significativo. Poi la parola è passata al Direttore Commerciale Stefano Marini. Il nostro compagno Emanuele gli ha chiesto: “Cos’è un server? Si tratta di un dispositivo che memorizza tutte le informazioni che escono dai nostri device: computer, tablet e smartphone”.

abbiamo recepito è che un’azienda, come anche una classe di studenti, dà il massimo se lavora unita e compatta verso il medesimo obiettivo. Emanuele A., ha poi chiesto i nomi di alcuni clienti dell’azienda e Marini ha risposto: “Grandi aziende internazionali quali Vodafone, Tim, Telecom, Aruba, Sky, BNL e molte altre. Un’azienda di soli 80 dipendenti ha un’utenza così grande e importante solo se lavora in modo professionale”. Ensar ha chiesto: “Quale titolo di studio serve per lavorare alla Tecnosteel? Non c’è un titolo di studio preciso, anche se un diploma o una laurea sono certamente ben visti. Ci vogliono principalmente passione, curiosità e voglia di imparare. Io stesso sono passato da operaio a Direttore del marketing”. Dedizione, questo abbiamo imparato. È la chiave del successo nella vita professionale e di tutti i giorni. Dopo questa parte introduttiva, corredata da un video di presentazione dell’azienda e dei suoi prodotti, siamo stati accompagnati nell’area di produzione da Marino Piotti, uno dei fondatori della società. Il primo macchinario che abbiamo visto all’opera è il dispositivo che taglia la lamiera: l’operatore ci ha mostrato anche il funzionamento del software che gestisce la macchina. La tecnologia al servizio dell’efficienza. Successivamente abbiamo visto la fase di piegatura e il taglio laser, che ha affascinato tutti. La nostra compagna Carla ha chiesto al signor

Una lezione speciale Successivamente Michele chiede: “Qual è il segreto per battere la concorrenza? La qualità dei prodotti. Inoltre, bisogna trovare il modo per assecondare le richieste del cliente. Nel mondo del lavoro, oggi, il cliente deve essere al centro di tutti i processi aziendali: sviluppo tecnologico e prezzo competitivo fanno la differenza insieme al lavoro di squadra”. Sul lavoro di squadra, Marini ha molto insistito: “L’unione e l’affiatamento fanno davvero la forza”. L’insegnamento che

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Classe 3A

Scuola Don Rimoldi Varese

Piotti: “Come funziona il laser? Il laser è regolato da un algoritmo che permette di personalizzare il taglio a seconda delle necessità del cliente. Il raggio laser, riflesso da una serie di specchi, viene inviato ed esce da un microscopico orifizio che taglia in modo assolutamente preciso ed efficace. È pertanto possibile effettuare tagli personalizzati e sempre diversi”. Dopo ci hanno portati a visitare la parte tecnica: un tecnico informatico ci ha mostrato quali programmi vengono usati per la progettazione degli armadi, dal semplice Photoshop, che tutti hanno nel loro pc, fino a programmi più sofisticati e specialistici. “Il settore informatico offre ottime possibilità di lavoro per la vostra

il magazzino. Nel reparto verniciatura il signor Piotti ci ha spiegato alcuni procedimenti chimici specifici per la verniciatura: “Studiare scienze e chimica è importantissimo per diventare tecnici di questo settore”. Conclusa la visita, siamo tornati nella sala conferenze dove ci hanno offerto una ricca merenda e dove abbiamo potuto

generazione”, ci ha spiegato il signor Piotti, invitandoci quindi a riflettere sulle scelte di orientamento che a breve dovremo fare. Infine, abbiamo visitato la zona di verniciatura, posa dei vetri ed

ancora porre delle domande al personale dell’azienda. Cesare ha chiesto come sia nata l’impresa e Piotti ha risposto che tutto è nato da 3 persone ed una piccola sede a Varese.

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SPECIALE

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“Col tempo - ha aggiunto - abbiamo avuto bisogno di maggiore spazio e ci siamo spostati nella sede attuale. Prima producevamo pochi armadi al mese, oggi ne produciamo 30.000 circa all’anno”. Un piccolo progetto che, negli anni, è diventato una grande realtà su scala nazionale ed internazionale. Da ultimo siamo stati condotti nell’androne di ingresso dove è esposto un armadio nella sua forma definitiva e abbiamo capito quante persone ci siano dietro ad un prodotto finito. La professionalità di tutti, la collaborazione tra i vari reparti e l’unità tra tutte le persone di questa “famiglia” sono il segreto e la base del successo di questa azienda. Come loro, anche noi dobbiamo individuare i nostri punti di forza, investire su noi stessi per migliorarci e puntare dritti al nostro obiettivo di vita.

I nostri clienti sono grandi aziende internazionali quali Vodafone, Tim, Telecom, Aruba, Sky, BNL e molte altre. Un’azienda di soli 80 dipendenti ha un’utenza così grande e importante solo se lavora in modo professionale

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Al termine della visita, siamo rientrati in pullman e ci siamo confrontati con i docenti e con gli studenti delle altre classi che hanno partecipato al viaggio d’istruzione. In definitiva, è stata un’esperienza molto formativa perché abbiamo avuto la possibilità per la prima volta di entrare in un’impresa e vedere da vicino come funziona il mondo del lavoro. Per noi che, essendo in terza media, dobbiamo scegliere la scuola superiore per il prossimo anno, esperienze come quella del Pmi Day sono estremamente formative. Grazie a questa giornata, orientarci sarà più facile.


Classe 3B Scuola Don Rimoldi Varese

Un viaggio alla scoperta dell’impresa Mercoledì 27 novembre 2019 siamo andati alla Tecnosteel di Brunello e, nonostante la pioggia incessante, siamo stati accolti nel parcheggio dal signor D’Oronzo che ci ha accompagnati in una moderna sala meeting; qui abbiamo conosciuto la Responsabile dell’Amministrazione, la signora Magni, disponibile e accogliente. Ci è stato proposto un video di presentazione dell’azienda, commentato dal signor Turci, Titolare, che ne ha sottolineato la cura del prodotto e l’attenzione alle esigenze del cliente: elementi fondamentali per il successo di un’impresa. Eravamo tutti molto curiosi e impazienti di visitare l’impresa, conoscere le varie figure professionali e avere un’idea più chiara sulla scelta della scuola superiore. Abbiamo visto i reparti taglio e semilavorati, dove spiccavano grandi macchinari: punzonatrici (tradizionali e a laser) e apparecchiature complesse come la pannellatrice “Salvagnini” e la piegatrice, aggiornate al sistema di Industria 4.0, in cui il processo produttivo è gestito e controllato in tempo reale. Il percorso è proseguito con la visita del reparto della verniciatura ed infine dell’assemblaggio. A questo punto

il ciclo produttivo si è concluso: l’armadio è finito e pronto per essere imballato e spedito con tutte le attenzioni e scrupoli per garantire la sicurezza del prodotto. Nel nostro “viaggio” alla scoperta della Tecnosteel abbiamo incrociato gli sguardi di molti operai che ci sorridevano e sembravano felici di mostrarci il loro lavoro; uno di questi è stato anche invitato ad interrompere il suo lavoro per evitare che il rumore prodotto dal suo macchinario coprisse la voce della nostra guida. Abbiamo conosciuto infine il signor Piotti, Titolare dell’azienda e il signor Marini, Responsabile delle vendite. Questo signore, giovanile e disinvolto, ci ha intrattenuto in modo simpatico e scherzoso, ma allo stesso tempo molto professionale, parlandoci della sua esperienza di vita come esempio per noi di crescita personale e lavorativa. Siamo stati molto colpiti dalle sue sagge parole e dal suo invito a impegnarsi, a non avere paura degli ostacoli, ma ad affrontarli con sacrificio, impegno, gioco di squadra e tanta fiducia in sé stessi. Concludendo, siamo certi che la visita alla Tecnosteel sia stata davvero una lezione speciale, che ci sarà utile nel nostro percorso scolastico, lavorativo e di vita.

Abbiamo visto i reparti taglio e semilavorati, dove spiccavano grandi macchinari: punzonatrici e apparecchiature complesse come la pannellatrice e la piegatrice, aggiornate al sistema di Industria 4.0

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SPECIALE

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tema di cunati giancarlo & c . sas

Il motore e le ali necessarie per un velivolo

In data 6/11/2019 la classe 3A della scuola “Leonardo da Vinci” di Somma Lombardo, accompagnata dai professori di lettere e musica, si è recata presso la società Tema di Cunati Giancarlo & C. SAS per una visita didattica. Tema, nata nel 1944, opera

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nel settore dell’aviazione ed aerospazio, produce e testa parti meccaniche per velivoli, compresi droni e aerei militari ed è un’eccellenza del nostro territorio. I ragazzi, accolti calorosamente dal sig. Marco, Responsabile Assicurazione Qualità, hanno


Classe 3A

Scuola L. da Vinci Somma Lom bardo

avuto la possibilità di visitare i vari reparti dell’azienda: gli uffici di progettazione, marketing e risorse umane; il magazzino, dotato di un avanzato sistema di conservazione; il laboratorio con macchinari programmabili elettronicamente; il reparto di controllo dove i componenti vengono testati. Al termine della visita, prima della foto di rito e della pausa ristoro, il sig. Marco ha risposto ad alcune domande sulla sua storia professionale. Che cosa voleva fare all’inizio della sua carriera? Il pilota civile o militare. Poi la vita mi ha portato qui.

Tema, nata nel 1944, opera nel settore dell’aviazione ed aerospazio, produce e testa parti meccaniche per velivoli, compresi droni e aerei militari

Quale titolo di studio ha? Io personalmente ho una Laurea in Ingegneria, anche se per questo lavoro può bastare la maturità superiore. Come ha trovato questo lavoro? In realtà è stata Tema che ha trovato me, dopo alcune esperienze in altre aziende. Che rapporto ha con i suoi colleghi? Molto bello, probabilmente è dato dal fatto che abbiamo tutti un’età simile. Quante ore lavora al giorno? Mediamente in Tema si lavora dalle 8 alle 9 ore, ma capita di dover rimanere di più. Consiglierebbe a noi giovani di fare questo lavoro? Assolutamente, se avete la passione per questo settore.

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SPECIALE

2019

tessitura carlo bassetti spa

Il filo conduttore tra passato e futuro

Nel mese di novembre 2019 noi ragazzi di terza della Scuola Secondaria “Majno” di Gallarate abbiamo partecipato alla decima edizione del Pmi Day (giorno della Piccola e Media Impresa). Il progetto, organizzato da Confindustria, permette di conoscere la realtà industriale del territorio, per scegliere la scuola superiore in modo consapevole. Noi, alunni di 3H,

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abbiamo visitato la Tessitura Bassetti di Gallarate, un’azienda storica che produce prevalentemente camiceria da uomo, ma si occupa di abbigliamento in generale e di stampa. I tessuti che producono sono di ottima qualità e hanno ottenuto quasi tutte le certificazioni. Come veri giornalisti, abbiamo preparato in classe le domande da porre ai dipendenti e, una volta arrivati in


azienda, abbiamo annotato le risposte su un taccuino fornito da Univa. Ne è nata questa intervista. Sappiamo che la vostra industria è stata fondata nel 1875 e che siete la quarta generazione a portarla avanti, ma come è nata l’idea di creare un’azienda tessile? E da chi? L’idea è nata da due componenti della famiglia Bassetti che decisero di spendere la loro fortuna in un’azienda tessile, dato che allora era un settore in via di sviluppo. Abbiamo ricercato nel vostro sito e abbiamo scoperto che state cercando di rendere i processi di produzione sempre più ecosostenibili: nell’arco di un anno, dopo questa svolta, come sono cambiate le cose? La ditta ha sempre avuto una certa sensibilità al tema dell’ecosostenibilità e dell’efficientamento energetico, infatti da più di un secolo è proprietaria di una centrale idroelettrica, tutt’ora in piena attività, nella sede di Verbania. Negli ultimi anni abbiamo posto sempre più attenzione all’utilizzo di sistemi di risparmio energetico (motori inverter, lampade LED). Seguendo la richiesta del mercato, oggi diamo molta più importanza e attenzione all’utilizzo di materiali ecosostenibili, e ad una filiera produttiva che rispetti i requisiti ambientali. Le certificazioni in nostro possesso ne sono la dimostrazione: OEKO-TEX (la sicurezza del tessuto a contatto con la pelle), GRS (tessuto rigenerato), GOTS (cotone biologico), BCI (garantisce buone condizioni di lavoro a chi raccoglie cotone e materie prime). Sapete dirci se avete mai passato momenti di crisi aziendale? Se sì, quali strategie avete adottato per superarli?

Avete avuto delle agevolazioni o aiuti dallo stato italiano? Attualmente stiamo vivendo una crisi mondiale, tra il 2018 ed il 2019, a causa dell’abbassamento dei fatturati e della forte concorrenza dei grandi paesi asiatici (Cina, India). Nonostante questo, non abbiamo mai avuto finanziamenti dallo stato o dalle banche perché la nostra è un’azienda solida. In Italia la disoccupazione è alta. La vostra ditta quanta forza lavoro assorbe? Ci sono dei posti liberi? Noi accogliamo tra 65-70 dipendenti. Attualmente la forza lavoro è al completo. In caso di necessità, le figure ricercate sono tecnici qualificati con esperienza, ma contestualmente lasciamo anche spazio a giovani. Che tipo di percorso di studi devono aver fatto le persone che lavorano nella vostra azienda? Una volta esisteva l’istituto chimico-tessile, ma adesso è stato sostituito dall’Istituto tecnico di moda, designer, estetica. In queste scuole i ragazzi diventano più creativi, e sono meno preparati a svolgere le diverse mansioni nella ditta. Devono essere ulteriormente formati. Quali sono le doti che apprezzate in un giovane che deve essere assunto? Sicuramente le capacità e la preparazione, ma le doti fondamentali sono la serietà che ognuno impiega nel lavoro, il rispetto, l’educazione, la voglia di lavorare, l’impegno e

Classe 3H Scuola L. Majno Gallarate

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SPECIALE

2019

l’umiltà che sono le basi per intraprendere un qualsiasi mestiere. Finita l’intervista, il signor Mauro e la signora Agata ci hanno diviso in due gruppi e ci hanno accompagnato a visitare l’azienda, spiegandoci le diverse fasi di produzione e mostrandoci i macchinari che servono per la produzione del tessuto. Per prima cosa ci hanno mostrato la roccatrice, una macchina dove le rocche (cioè i “gomitoli” di filo) vengono sistemate in base al peso e alla misura; esiste un magazzino dove ci sono tutte le rocche divise per colore e materiale. L’orditura, procedimento in cui i fili dalle rocche vengono avvolti su un supporto in ferro (subbio). Poi l’imbozzimatrice che è una macchina dove il filato avvolto sul subbio viene fatto passare all’interno di una vasca, che contiene la bozzima. La bozzima è una sostanza, fatta con la fecola di patate e alcol polivinilico, che funge da colla per assemblare e conferire maggior resistenza ai fili che poi verranno messi a

La ditta ha sempre avuto una certa sensibilità al tema dell’ecosostenibilità e dell’efficientamento energetico, infatti da più di un secolo è proprietaria di una centrale idroelettrica, tutt’ora in piena attività, nella sede di Verbania

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telaio. Successivamente ci hanno spiegato come funziona il programma tessile (CAD): un grosso database dove vengono studiati, analizzati e rappresentati graficamente tutti i tessuti prodotti. Dopo la programmazione il software sviluppa una scheda tecnica che permette di mettere in atto tutte le procedure utili alla produzione del tessuto. Tutte le pezze finite vengono divise per nome, tagliate e confezionate per essere spedite ai clienti. L’azienda sviluppa due campionari all’anno in base alla stagione. Esso è composto da cartelle dove all’interno si trovano i campioni di tessuti divisi in base alla tipologia e alla fantasia. L’esperienza è stata coinvolgente e molto educativa. Abbiamo avuto la possibilità di vedere come è organizzata un’azienda e quali sono le figure professionali importanti per il suo funzionamento: dall’operaio specializzato, al magazziniere, al responsabile commerciale che si occupa delle vendite. Ci siamo resi conto inoltre che nel mondo del lavoro sono indispensabili oltre a competenze di settore, anche senso del dovere, spirito di sacrificio, disponibilità al confronto e all’ascolto.


tessitura marco pastorelli spa

L’industria tessile delle fibre artificiali e sintetiche Gli alunni della 3B si sono recati in visita alla Tessitura Marco Pastorelli Spa di Gallarate il 6 novembre scorso nell’ambito di un progetto di orientamento, il Pmi Day. I ragazzi si sono dimostrati interessati e incuriositi da una realtà lavorativa del territorio che non conoscevano e hanno rivolto diverse domande alla loro guida all’interno dell’azienda. Ecco l’intervista:

Cosa fate nel vostro ciclo produttivo per l’ecosostenibilità? Ogni passaggio, dal filo al tessuto finito, è costantemente monitorato e tracciato per garantire la qualità made in Italy dei prodotti

Quando è nata questa azienda e cosa producete? La Tessitura Marco Pastorelli Spa ha un’origine commerciale che risale alla fine degli anni ‘40, quando i fratelli Pastorelli, Carlo e Marco, decidono di avventurarsi nel mondo materico della fibra tessile e delle sue molteplici declinazioni. L’azienda registra l’identità del marchio nel 1961 ed avvia il reparto di produzione, stabilendosi a Gallarate. Oggi è a gestione familiare e produce e commercializza fodere per abbigliamento in fibre artificiali, naturali e sintetiche, come seta, cupro Bemberg, viscosa, viscosa FSC, acetato, poliestere, elastam, cotone, cotone BCI e cotone biologico. Quali macchinari usate? Telai ad aria e a pinza per tessitura ortogonale con controllo meccatronico per creare qualsiasi tipo di disegno e logo. Cosa fate nel vostro ciclo produttivo per l’ecosostenibilità? Ogni passaggio, dal filo al tessuto finito, è costantemente monitorato e tracciato per garantire la qualità made in Italy dei prodotti. L’impianto di illuminazione, oggi

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SPECIALE

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completamente a LED ed investimenti in macchinari produttivi delle migliori case internazionali, permettono di ridurre l’utilizzo di energia elettrica ed il conseguente impatto ambientale. Particolare attenzione è rivolta alla gestione dei rifiuti per il cui riutilizzo e/o smaltimento siamo affiancati da aziende autorizzate e specializzate nel settore. La nostra filiera è tracciata Tfashion, certificata OEKOTEX STANDARD 100 ed i nostri articoli sono conformi allo standard for Flarnmability of Clothing Textiles 16 CFR part 1610 del CPSIA. Utilizziamo materie prime ecosostenibili come cupro Bemberg, viscosa FSC, cotone BCI e biologico. Che caratteristiche deve avere un vostro dipendente?

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La formazione specifica si acquisisce frequentando Istituti Tecnici con indirizzo Sistema Moda, con studi nell’ambito tecnico, produttivo e creativo del mondo tessile a 360 gradi. Questo tipo di formazione è sicuramente un’ottima base di partenza per entrare nel mondo del lavoro dove poi sono assolutamente Classe 3B necessari serietà, voglia di imparare e di mettersi Scuola Giovanni in gioco. Chi sono i vostri clienti? La nostra clientela, sia italiana che estera, spazia dal grossista di tessuti fino ai brand di lusso.

XXIII Marchirolo


texta srl

Alla scoperta di come nasce la moda Tratto da Varesenews www.varesenews.it L’export del tessile in provincia di Varese è un business da oltre 960 milioni di euro all’anno. Secondo i dati raccolti dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, esiste una grande domanda in questo settore e sono molte le opportunità di sviluppo. I ragazzi della scuola media Vidoletti di Varese hanno visitato l’azienda tessile Texta Srl di Mercallo giovedì 28 ottobre 2019 in occasione del Pmi Day: l’iniziativa promossa da Univa per avvicinare i

giovani al mondo delle piccole e medie imprese. Fondata nel 2014 e attiva dal 2015, Texta è un’azienda specializzata nello stampaggio di tessuti destinati al mercato dell’abbigliamento, in particolare camicie da uomo, ma anche abiti da donna e costumi da bagno. “Siamo entrati – ha raccontato Massimo Ballabio, Responsbile commerciale di Texta – nel settore del tessile piuttosto tardi, ma abbiamo puntato molto su alcuni aspetti distintivi, in particolare la tecnologia”. Gli studenti hanno visitato i due “cuori” che compongono l’azienda: la parte

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SPECIALE

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creativa dove nascono i disegni e la parte di produzione dove i disegni vengono stampati sui tessuti grazie a una grande stampante digitale. Nel loro ufficio al primo piano, tre artiste hanno il compito di realizzare i disegni e scegliere i colori da stampare sui tessuti. “Ogni volta – hanno fatto sapere le responsabili – che dobbiamo studiare una nuova collezione, cerchiamo ispirazioni in giro per il mondo, sui libri e online”. Appena terminati i disegni, si scelgono i migliori e si osserva come appaiono stampati sui tessuti. “Cotone e lino – ha spiegato Michele Ferrario, titolare e Amministratore delegato della Tintoria Crespi di Busto Arsizio, azienda che fa parte dello stesso gruppo di Texta – sono i due materiali che stampiamo grazie alla stampante digitale, ma lavoriamo anche su seta e tessuti sintetici”. Capace di stampare tra i 3.000 e i 4.000 metri di tessuto al giorno, la stampante digitale permette di risparmiare il 60% di acqua e il 30% di energia elettrica rispetto alle tecnologie tradizionali.

Gli studenti hanno visitato i due “cuori” che compongono l’azienda: la parte creativa dove nascono i disegni e la parte di produzione dove i disegni vengono stampati sui tessuti grazie a una grande stampante digitale 332


tintoria crespi giovanni & c .

Un viaggio nella storia di Busto Redazione di Varesefocus www.varesefocus.it A Busto Arsizio sorge la Tintoria Crespi Giovanni & C. Srl, specializzata nella lavorazione per conto terzi di tessuti di cotone e di lino per abbigliamento e di

tessuti per camiceria tinti in filo. “Quando il mio bisnonno ha intrapreso questa attività, in via Silvio Pellico (dove siamo tuttora) qui era aperta campagna: erano anni di grande fermento, nascevano

tante imprese, c’era tanta voglia di fare”, raccontava l’Amministratore Delegato Michele Ferrario, quarta generazione alla guida dell’impresa di famiglia, con un grande bagaglio di responsabilità sulle spalle, proprio sulle pagine di Varesefocus, in occasione del centenario dell’azienda, caduto nel 2019.

Michele Ferrario: “Siamo passati dall’attività di tintoria di filati a quella di tintoria di tessuti. Un forte sviluppo ha cominciato a mostrarsi dopo la Seconda Guerra Mondiale e si è concretizzato negli anni ‘80 –‘90, durante i quali ci siamo specializzati in tessuti ortogonali di cotone e lino per una clientela prettamente nazionale”

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SPECIALE

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“È cambiato tanto: siamo passati dall’attività di tintoria di filati a quella di tintoria di tessuti. Un forte sviluppo ha cominciato a mostrarsi dopo la Seconda Guerra Mondiale e si è concretizzato negli anni ‘80 –‘90, durante i quali ci siamo specializzati in tessuti ortogonali di cotone e lino per una clientela prettamente nazionale. Attualmente abbiamo 80 dipendenti e la città ci è cresciuta intorno. Insomma, un grande traguardo”. Ma qual è il segreto per

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arrivare a tagliare il traguardo dei 100 anni di attività, con il medesimo slancio di chi un secolo prima aveva iniziato quell’avventura? “Il segreto, o almeno il nostro segreto, è la serietà e l’unione di tutti in azienda, dai titolari fino all’ultimo dei dipendenti neoassunti. I valori che il mercato ci riconosce sono la serietà, la correttezza e la qualità delle nostre lavorazioni. Questo è il risultato di una grande coesione tra tutti i collaboratori”, chiosava l’AD della Tintoria Crespi Giovanni & C. Realtà storica del Varesotto che anche gli alunni della 3D e della 3M dell’Istituto Comprensivo “G.A. Bossi” di Busto Arsizio hanno avuto l’occasione di esplorare, nel corso delle visite aziendali organizzate per il progetto di orientamento Pmi Day, giunto proprio nel 2019 a tagliare il traguardo della decima edizione.


tmc trnsformers spa e tesar spa

Trasformando l’energia Siamo la classe 3C dell’istituto comprensivo “Leonardo da Vinci” di Somma Lombardo e oggi vogliamo raccontarvi una bellissima esperienza: lunedì 25 novembre 2019 abbiamo avuto modo di visitare l’azienda TMC Transformers Spa (acronimo di Transformers Manufacturing Company), che si occupa di produrre trasformatori elettrici a secco sia standard che più particolari (con caratteristiche più specifiche appositamente studiate), abbiamo anche potuto rivolgere qualche domanda ad un dipendente che ci ha accolto in rappresentanza della consociata Tesar, una software house che

L’utilità di un trasformatore a secco spiegato ai ragazzi si occupa di produrre software aziendali. Le due aziende si trovano nello stesso stabilimento industriale: Viale dell’Industria a Busto Arsizio. Siamo stati accolti molto calorosamente da due dipendenti molto giovani e molto cordiali, che ci hanno

da subito pregato di dar loro del tu: uno dei due, Davide, ci ha spiegato la TMC e l’altro, Alessandro, ci ha spiegato invece Tesar. Ecco l’intervista: Buongiorno a tutti e due, di cosa vi occupate nella vostra azienda? Davide: ciao, io lavoro per TMC dove mi occupo di marketing. Alessandro: ciao a tutti, io invece sono un dipendente di Tesar, anche io come Davide mi occupo di marketing, ma sono specializzato nel marketing digitale. Che percorso di studi avete scelto? Davide: ho scelto il Liceo Scientifico siccome non sapevo bene cosa avrei fatto da adulto, in seguito mi sono laureato in economia e marketing, ho avuto poi la fortuna di svolgere uno stage a Dubai. Alessandro: in terza media non avevo la più pallida idea di quale sarebbe potuto diventare il mio lavoro, così anche io mi sono iscritto al Liceo Scientifico, pensando che mi potesse offrire molti più sbocchi per il futuro. In seguito, ho frequentato la facoltà di Ingegneria Gestionale in università, in quel periodo ho scoperto la mia passione per il digitale iniziando a fare qualche video su YouTube, in seguito mi sono appassionato al marketing, che ho imparato da autodidatta.

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Classe 3C

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Che cosa vi ha portato a lavorare qui? Davide: dopo lo stage a Dubai, nel 2018 ho avuto la fortuna di essere assunto da TMC, dove attualmente lavoro da circa un anno e mezzo. Alessandro: io dopo aver studiato marketing ho chiesto all’università la possibilità di effettuare un tirocinio in un’azienda, mi hanno mandato qui e mi è subito piaciuto, così 6 mesi fa sono stato assunto. Che scuole superiori consigliate ai ragazzi che vogliono intraprendere una carriera in questo settore? Davide e Alessandro: ci sentiamo di consigliare meccatronica, elettronica, informatica e amministrazione finanza e marketing, scuole un po’ più orientate verso il lavoro in aziende come le nostre.

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Scuola L. da Vinci Somma Lombard o

Che ruolo hanno i dipendenti nelle aziende? Davide: in TMC lavorano periti meccanici e meccatronici, ingegneri elettrici, impiegati nell’amministrazione e nel commercio, in più abbiamo un team di tecnici che si occupa della manutenzione dei trasformatori anche all’estero e un team commerciale molto preparato, in genere ingegneri molto bravi nella vendita del prodotto.


Alessandro: prima di tutto Tesar offre dei servizi informatici, quindi ovviamente ci servono persone che abbiano una competenza informatica, come per esempio i programmatori; da noi lavorano anche project manager e impiegati di tipo commerciale o amministrativo, soprattutto nella parte economico finanziaria. Com’è lavorare qui? Davide: bella domanda! è molto “tosto”, ma allo stesso tempo molto bello, non mi accorgo del tempo che passa, il che è fondamentale. Alessandro: per me è molto incoraggiante, ogni giorno mi sento stimolato a mettermi alla prova, a imparare cose nuove e a migliorarmi, in più lavoro in un ambiente molto accogliente: prima di arrivare qui ero convinto che essendo giovane e avendo poca esperienza i miei colleghi mi avrebbero trattato come “un novellino”, invece appena arrivato mi sono sentito subito parte di una grande famiglia, siamo un gruppo molto unito. Inoltre vengono proposte molte attività per rendere il lavoro poco monotono e per rafforzare il rapporto tra colleghi, come ad esempio, la sfida a calcetto tra TMC e Tesar che organizziamo una volta ogni 2 mesi. Davide: tra parentesi vinciamo sempre noi (ride) Alessandro: su questo ci sarebbe tanto su cui discutere, ma vedremo alla prossima partita! (ride) Finito il colloquio con i due, abbiamo approfondito la conoscenza della TMC visitando il reparto produzione dell’azienda, dove ci è stata data la possibilità di fare altre domande a Davide: A cosa serve un trasformatore a secco? Serve ad abbassare la tensione elettrica

in modo da poter essere portata ai valori giusti per essere utilizzata in casa o nelle aziende, solo in rari casi svolge anche il lavoro contrario. Da cosa è formato un trasformatore? Un trasformatore è formato da 3 componenti principali: il nucleo, la bobina di bassa tensione e la bobina di media tensione. Producete tutti i componenti dei trasformatori che vendete? Non tutti, il nucleo lo acquistiamo da un fornitore mentre la bobina di bassa tensione e quella di media tensione le produciamo noi. I trasformatori che create sono tutti uguali? No, produciamo sia trasformatori standard, sia trasformatori più specializzati per l’ambiente in cui andranno, con imballaggi protettivi appositamente studiati dal nostro team di ingegneri.

Quanto ci mettete a creare il prodotto finito? Per un trasformatore normale ci vuole all’incirca una settimana, per uno “speciale” può volerci anche un mese, ma la parte più importante del lavoro la svolgono sicuramente gli ingegneri 337


SPECIALE

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Quanto ci mettete a creare il prodotto finito? Dipende dal prodotto che ci hanno richiesto: per un trasformatore normale ci vuole all’incirca una settimana, per uno “speciale” può volerci anche un mese, ma la parte più importante del lavoro la svolgono sicuramente gli ingegneri impegnati nello studio del prodotto che venderemo. Quanto può costare più o meno un trasformatore? Anche questo dipende dal tipo di prodotto richiesto: un trasformatore normale può costare dai 3.000 ai 6.000 euro, un prodotto speciale, a cui sono serviti materiali appositi e un grande lavoro di progettazione può costare dai 700.000 euro fino ad 1.000.000 euro. Chi è solitamente il vostro cliente tipo? È scontato che il cittadino che ha bisogno di corrente in casa non comprerà mai un trasformatore, quindi solitamente vendiamo a grandi aziende che poi si occupano di collocare il prodotto dove occorre. Il vostro è un settore competitivo? Dipende dal prodotto finale, nei trasformatori standard moltissimo, in particolare in Italia, uno dei paesi più avanzati nel settore, per i trasformatori più particolari invece siamo uno dei pochi produttori, quindi non c’è molta concorrenza. In che paesi vendete soprattutto? In Italia o all’estero? La vendita dei nostri prodotti si concentra soprattutto all’estero, per circa il 90%, in particolare in paesi come l’Argentina, perché nel nostro paese ci sono molte

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aziende che, producendo trasformatori come noi, ci farebbero concorrenza. E se un vostro prodotto dovesse essere difettoso? Prima di tutto testiamo ogni prodotto prima di venderlo, quindi è molto difficile che uno dei nostri trasformatori sia difettoso ma, se dovesse accadere, diamo una garanzia valida 2 anni e mettiamo a disposizione il nostro team di tecnici specializzati che entro 48 ore riesce a raggiungere qualsiasi parte del mondo, una volta capito il problema, i nostri tecnici valutano se si deve cambiare l’intero trasformatore o si può sostituire solo un pezzo. Qual è la storia della TMC? TMC è nata 50 anni fa producendo esclusivamente trasformatori elettrici standard. Purtroppo, nel 2016 l’azienda dopo una profonda crisi è fallita, ma nel 2017 la famiglia Palladini, già esperta del settore, l’ha rilevata; la famiglia ha introdotto la produzione di prodotti speciali, sapendo che sarebbero stati molto più convenienti per far fronte alla grande concorrenza. L’azienda ha così riassunto una buona parte dei vecchi dipendenti e molti nuovi giovani, principalmente tramite un contratto di apprendistato. Quali sono le doti necessarie per lavorare in TMC? Dipende, sono molte e variano da settore a settore, ma una dote immancabile è sicuramente la conoscenza della lingua inglese, che al giorno d’oggi è fondamentale in qualsiasi settore, ma specialmente da noi, che esportiamo quasi tutti i prodotti che facciamo. C’è bisogno di una buona conoscenza della lingua, per


tutti, dall’ufficio amministrazione ai tecnici che lavorano nel reparto produzione: la nostra azienda deve avere la certezza che i tecnici che manda all’estero sappiano cavarsela da soli e sappiano comunicare con le persone che hanno attorno. Se poi si sanno anche altre lingue ancora meglio, molti paesi preferiscono infatti che gli si venga parlato nella loro lingua. Cosa pensi se ti viene chiesto di immaginare la TMC nel futuro? Immagino e spero che la nostra azienda crescerà. Il mondo è grande, sogno che potremo diventare una multinazionale, con varie filiali in giro per il mondo. Insomma, in una sola giornata abbiamo

Trasformatori di energia Nell’ambito del progetto Pmi Day, il 22 novembre scorso, abbiamo fatto un’uscita didattica all’azienda TMC Transformers di Busto Arsizio. L’azienda produce trasformatori. Successivamente ad un fallimento è ripartita brillantemente nel 2017, con una più ampia gamma di prodotti. Classe 3G Ma cos’è un Scuola trasformatore? Un L. Majno trasformatore è una macchina che riceve Gallarate energia dalle centrali elettriche e ne riduce il

avuto modo di confrontarci con un mondo diverso dal nostro capendo che, anche se scuola e lavoro sembrano così distanti, in realtà non lo sono poi così tanto. Abbiamo potuto toccare con mano quella che potrà essere la nostra vita in un futuro non così tanto lontano, per questo ci tenevamo a precisare che abbiamo avuto la magnifica opportunità di recarci a visitare un’azienda della provincia grazie al progetto “Pmi Day-Industriamoci” organizzato dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Un progetto che prevede di far vivere a 5.000 ragazzi delle classi di terza media, della provincia, un primo approccio con il mondo del lavoro, in particolare in quello industriale, in modo da far fare a noi giovani delle scelte più consapevoli.

voltaggio, per poi distribuirla nei luoghi pubblici e nelle case. Un trasformatore è formato da 3 parti: un nucleo, le bobine e la copertura in resina, tutti i prodotti vengono fabbricati da loro tranne il nucleo che viene importato da diversi fornitori della zona. Anche se l’unica sede è a Busto Arsizio, il 90% dei clienti è straniero, questo prodotto infatti è molto richiesto all’estero! Unitamente alla TMC, nello stesso stabilimento, lavora la Tesar. Alcuni dipendenti lavorano negli uffici, altri in officina, dove con timing perfetto vengono assemblati i trasformatori. Ma come garantite la sicurezza degli operai che lavorano in officina? L’azienda offre una sicurezza ferrea, tramite il Team Qualità che si occupa di evitare incidenti sul lavoro. Ovviamente i dipendenti in officina indossano protezioni specifiche per evitare infortuni.

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Classe 3E

SPECIALE

Scuola E. Galvaligi Solbiate Arno

Produciamo trasformatori elettrici. L’azienda è stata rilevata da un precedente fallimento nel 2016. Quanti dipendenti lavorano in TMC? 150 dipendenti, di cui 28 donne.

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Producete prodotti per l’estero? Se sì dove? Il 97% viene prodotto per l’estero in particolare per l’Europa: Spagna, Germania, Francia. Fuori dall’Europa i paesi interessati sono invece: California, Nord America e stiamo cercando nuovi sbocchi commerciali.

Due aziende sono meglio di una Cosa produce e quando è stata fondata la vostra azienda?

Oltre ai trasformatori ci sono altri prodotti che vengono venduti? Sì, software prodotti dall’altra azienda del gruppo, la Tesar Spa. Quali sono i costi medi di ogni prodotto? 50 -75.000 euro per quelli piccoli, 100 – 200.000 euro per quelli medi e 500.000 euro per i grandi. Producete tutto internamente alla vostra azienda? No, alcuni pezzi vengono comprati da altre imprese del territorio, come ad esempio il nucleo del trasformatore e poi assemblati. La nostra organizzazione è come un albero, noi siamo il tronco e le altre realtà territoriali i rami.

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Quanto tempo ci vuole in media per creare uno dei vostri prodotti? Il prodotto più semplice 7 giorni, quello più complesso dalle 4 alle 8 settimane. Che diploma devono avere gli addetti che lavorano da voi? Nel settore informatico occorre avere il diploma e un corso di laurea; per fare l’operaio occorre avere il diploma di licenza media e delle competenze specifiche nel settore. Le lingue nel vostro lavoro sono importanti? L’inglese è la lingua fondamentale, ma

anche il tedesco, il russo, il francese, lo spagnolo. La vostra azienda è dotata di pannelli solari? Adottate comportamenti per tutelare l’ambiente? Entro la fine del 2020 la nostra azienda si doterà di pannelli solari e di luci a LED per favorire il risparmio energetico. Come attenzione all’ambiente non utilizziamo bicchieri di plastica e bottiglie, ma dei contenitori di alluminio che vengono riempiti dai dipendenti ad appositi distributori. Come risolvete il problema della sicurezza? Per sollevare i pesi e lavorare praticamente ci sono apposite misure (guanti, elmetti, occhiali). Nell’azienda c’è una specifica segnaletica per il transito dei muletti e degli operatori. Inoltre, ci sono corsi di aggiornamento per la sicurezza ed operatori specializzati. Consigliereste questo lavoro ai giovani di oggi? Sì, lo consiglio di sicuro.

Nel settore informatico occorre avere il diploma e un corso di laurea; per fare l’operaio occorre avere il diploma di licenza media e delle competenze specifiche nel settore

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SPECIALE

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t m r cederna fodere spa

Una giornata in tessitura Il giorno 13 novembre 2019, noi ragazzi della 3E della scuola “A. Righi” di Varese ci siamo recati in un’azienda a Vergiate: la TMR Cederna Fodere Spa. Dopo essere stati accolti, ci hanno condotto all’interno. E abbiamo iniziato a porre domande ai nostri accompagnatori. Che percorso di studio hanno fatto i vostri dipendenti? La maggior parte dei nostri impiegati ha studiato all’ITIS, specializzazione Tessile.

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Che tipo di contratto lavorativo riservate per i vostri nuovi dipendenti? A tempo indeterminato per coloro che lavorano da più tempo, e determinato per le nuove assunzioni. Dopo aver trovato risposta a tutte le nostre domande, una signora ha distribuito dei tappi per le orecchie a ognuno di noi. Le abbiamo chiesto immediatamente a cosa servissero e ce lo hanno spiegato: “Servono per la


Classe 3E Scuola A. Righi Varese

protezione dell’uditoâ€?. Inoltre, ci hanno detto che non solo noi dovevamo usarli, ma anche tutti i lavoratori nella zona produzione. Una volta entrati ci hanno fatto fare un giro fra i macchinari. E abbiamo scoperto quanti metri di tessuto la TMR riesce a produrre in un anno: 6.480.000 metri, quindi 6.480 chilometri! Dopo aver posto altre numerose domande, ci hanno portato in una stanza fuori dalla zona produzione e ci hanno offerto la merenda. A mezzogiorno siamo saliti sull’autobus e siamo tornati a Varese alle 13:00. Ăˆ stata proprio una bella esperienza!

Abbiamo scoperto quanti metri di tessuto la TMR riesce a produrre in un anno: 6.480.000 metri, quindi 6.480 chilometri!

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SPECIALE

2019

toma advanced biomedical assays spa

Il valore aggiunto sono le persone Siamo in Toma Advanced Biomedical per raccogliere informazioni e ascoltare consigli orientativi. Quando Vittorio Grazioli, Amministratore Delegato di Toma termina il suo discorso, iniziano le domande. Qual è la sua formazione? Sono un perito chimico, poi mi sono iscritto all’università: con un percorso di 14 anni (6+4+4) sono diventato dottore in medicina e ho acquisito 2 specialità. Ha scelto in autonomia il percorso di studi? Sì, ma i miei genitori non erano d’accordo con me.

Quante ore lavora al giorno? Circa 18. Da quanto tempo lavora in Toma? Ho rilevato l’azienda lo scorso anno, ma Toma è presente da molti anni sul mercato. Cambierebbe qualcosa del suo lavoro? Nulla ma ogni giorno bisogna rinnovarsi per stare al passo con un mercato in continua evoluzione. Di quale settore produttivo fa parte Toma? Fa parte del settore terziario; offre servizi medici e diagnostici fra cui esami genetici. Toma lavora anche con l’estero? Soprattutto con Nordafrica e Sudamerica. Quanto investe nella ricerca? Moltissimo. Quanto investe sui giovani? Tantissimo, perché sono un fattore importantissimo per l’innovazione. In azienda ci sono

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stagisti e studenti in alternanza scuolalavoro? Sì, gli stagisti provengono da un’università inglese, mentre per l’alternanza scuolalavoro ho appena concluso un accordo con il Liceo Crespi di Busto Arsizio. Quali sono le caratteristiche che cerca in un lavoratore? Cerco persone con idee, serie, competenti, umili, con volontà e la giusta dose di ambizione. Si può lavorare a casa? Non per tutti i lavori, ma è possibile. Quanto conta, per lei, in azienda un buon clima di lavoro? È fondamentale: le persone sono il vero valore dell’azienda. Occorre costruire buone relazioni e valorizzare persone e idee. Vorremmo parlare anche di automazione, economia circolare, ecosostenibilità, ma ci attende la visita. Ci focalizziamo su di noi.

Quali sono le caratteristiche che cerca in un lavoratore? Cerco persone con idee, serie, competenti, umili, con volontà e la giusta dose di ambizione

Che consigli ci dareste per scegliere la scuola superiore? Dovete seguire ciò che vi piace, ascoltare i consigli senza farvi influenzare da persone adulte o amici. Il dottor Bruno Palmieri dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese poi aggiunge: “Non esiste la scuola giusta, c’è la persona giusta”. Bisogna trovare il proprio ruolo usando bene la propria libertà.

Classe 3F

Scuola G. A. Bossi Busto Arsizio

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torcitura fibre sintetiche spa

SPECIALE

2019

Tendaggi, arredamento e abbigliamento possono essere green

Il 19 novembre del 2019, la classe 3 media della scuola “Leonardo Da Vinci” di Maccagno con Pino e Veddasca, si è recata Classe 3A verso le 9:45 presso Garabiolo, un paese Scuola che ospita un’azienda L. da Vinci tessile, che dal 1959 Maccagno c si occupa di torcitura on

Pino Veddas

ca

Quali sono i vostri clienti? I nostri clienti sono tessiture e maglifici che servono aziende molto famose in tutto il mondo come Gucci, Dolce & Gabbana, Armani, Zara e tanti altri

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di fibre artificiali e sintetiche. La Torcitura Fibre Sintetiche Spa si è affermata come una vera protagonista nel settore tendaggi, arredamento, abbigliamento e accessori. In questa impresa lavorano circa 30 persone e hanno dichiarato che il lavoro che svolgono è pesante, ma gratificante quando gli affari hanno un buon fine. I lavoratori hanno anche detto che non ci sono incidenti sul lavoro. Gli alunni hanno intervistato il Direttore e alcuni lavoratori che hanno risposto con sincerità alle domande. Quante pause avete al giorno? La pausa fondamentale al giorno è una e va dalle 12:00 alle 13:30 per turno giornata, 10:00-10:30 per primo turno, 18:00-18:30 per secondo turno, 2:00-2:30 per terzo turno. Quanto è il vostro stipendio? Lo stipendio dei lavoratori è di circa 1.200 euro, ma con il turno di notte il salario può salire fino a 2.500 euro. Quali sono i vostri clienti? I nostri clienti sono tessiture e maglifici che servono aziende molto famose in tutto il


mondo come Gucci, Dolce & Gabbana, Armani, Zara e tanti altri. Perché avete deciso di mantenere la fabbrica in un luogo logisticamente scomodo? (La risposta è stata sbalorditiva!!) Nei paesi come Garabiolo o come tutti i paesi montagnoli l’aria è molto più “buona” rispetto alle cittadine e il colore dei filati inimitabile. Cosa ne pensate dell’economia circolare, Direttore? La torcitura di Garabiolo è una fabbrica green, infatti, il cartone e la plastica che

non utilizziamo, vengono accumulati fino a che, una volta al mese, un camion le trasporta fino ad un’azienda che le ricicla. Ci sono anche dei grandi mucchi di filo inutilizzato e avanzato che viene rivenduto ad un’altra azienda che, attraverso dei passaggi, lo ritorce e crea nuovi utilizzi. Anche gli scarti di ferro, accumulati all’ultimo piano, come la carta e la plastica vengono riutilizzati. Abbiamo realizzato infine un importante lavoro di ristrutturazione all’impianto luci, sostituendole con delle luci a LED, con un’ingente spesa di 40.000 euro, che però verrà coperta in 3 anni dalle bollette meno salate.

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t . s . g . srl

SPECIALE

2019

L’importanza di essere curiosi Il giorno 14 novembre 2019 le classi terze dell’Istituto “A. Moro” del plesso “A. Volta” hanno fatto visita all’azienda T.S.G. situata nella zona industriale di Gorla Maggiore. Hanno incontrato il titolare, il signor Martino Turconi e i titolari della Delfi di Prato, azienda partner, che hanno presentato agli studenti di cosa si occupano le loro aziende, successivamente le classi hanno posto alcune domande per saperne di più. A rispondere è stato il signor Turconi. Buongiorno, di cosa si occupa la T.S.G.? La nostra azienda lavora per conto terzi tessuti di vario tipo e li tinge, in base alle richieste, per poi consegnarli a clienti diversi. Cosa significa T.S.G.? Tintoria stamperia gorlese. Quando è stata fondata? Nel 1987. Che tipo di tessuti tingete? Principalmente fibre sintetiche, ma anche fibre naturali e artificiali.

Su cosa applicate il colore? Applichiamo il colore sui tessuti greggi, principalmente tessuti che serviranno per confezionare giubbotti, ma non solo. Usate lo stesso procedimento per tingere questi 3 tipi di tessuto? No, ci sono 3 sistemi di tintura differenti. Il primo sistema consiste nel movimento del “bagno” (acqua + colorante), mentre il tessuto è fermo. Il secondo sistema consiste nel movimento del tessuto mentre il “bagno” è fermo. Il terzo si basa sia sul movimento del “bagno” sia del tessuto. Si usa lo stesso tipo di colorante per i 3 tipi di tessuti? No, per le fibre naturali ci sono 3 tipi di coloranti: diretti, reattivi e indantrene. Per le fibre sintetiche si intendono poliestere – poliammide e si usano altri coloranti. Per le fibre artificiali si usano gli stessi coloranti delle fibre naturali. A quanti gradi si può tingere un tessuto? Il poliestere da 130 a 135 gradi, la poliammide dai 110 ai 120 gradi. Per tingere la poliammide si utilizzano i coloranti acidi, invece per il poliestere i coloranti sono dispersivi.

Dalla lavorazione alla tintura di tessuti

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Quali sono le fasi per tingere il tessuto? Prima fase: si mette il tessuto


Classe 3A

nel bagno per colorarlo, subito dopo si asciuga, dopo l’asciugatura si applicano eventuali prodotti di finissaggio come appretto, idrorepellente, morbido e infine si avvolgono i rotoli per essere spediti. Quante e quali sono le macchine che avete? Nella nostra azienda ci sono macchine di tintura di ultima generazione tra cui: 9 siluri, 9 jet, 6 jigger, 3 jigger a sottopressione, 3 ramose e una stampa a pigmento. Avete anche un laboratorio? Se sì, c’è una macchina più importante? Sì, il laboratorio è presente; la macchina più importante è quella del colore. Questo tipo di macchina serve a testare un colore su un certo tipo di tessuto ed è totalmente robotizzata.

Scuola A. Volta Gorla Maggiore

Quanti dipendenti lavorano per voi? La nostra è un’azienda di piccole-medie dimensioni: con noi lavorano attualmente 43 dipendenti, ai quali sono assegnati linee di macchine diversificate per reparto. Qual è lo stipendio medio? Lo stipendio medio è tra i 1.100 e 1.150 euro netti al mese, se si aggiungono maggiorazioni turni e notturno ed eventuali straordinari può arrivare a 1.4001.450 euro al mese.

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SPECIALE

2019

Per quanti e quali clienti producete? Produciamo per circa 200 clienti, la nostra società svolge la propria attività manifatturiera per conto di una clientela che a sua volta fornisce tessuti a grandi firme. Fuori abbiamo notato delle lastre: a che cosa servono? Le lastre che vedete fuori si chiamano quadri di stampa e servono per la stampa a pigmento, per fare soprattutto gli striscioni pubblicitari: ci occupiamo anche di questo, abbiamo stampato striscioni per il Giro d’Italia. Vengono studenti per fare alternanzalavoro? Sì, chi viene lavora soprattutto per l’amministrazione e non in produzione. Di cosa si occupa la Delfi? Di commerciare i tessuti che abbiamo tinto. C’è molta concorrenza? Sì, ma la nostra forza è la qualità, quindi i nostri venditori sono sempre pronti a girare il mondo per soddisfare le richieste dei clienti più esigenti.

Produciamo per circa 200 clienti, la nostra società svolge la propria attività manifatturiera per conto di una clientela che a sua volta fornisce tessuti a grandi firme

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Cosa punta a diventare la T.S.G.? Puntiamo a diventare il più ecosostenibile possibile. Per il momento cosa fate per essere ecosostenibili? Utilizziamo pannelli fotovoltaici e pannelli solari, che catturano l’energia del sole per poi trasformarla in energia elettrica per far funzionare le macchine. Grazie per la vostra disponibilità, arrivederci!


Classe 3B

Scuola A. Volta Gorla Maggiore

Che cos’è la TSG? La TSG non è solamente un’impresa, ma sono tutti quelli che ci lavorano. Quali attività si svolgono all’interno dell’azienda? Tintura di tessuti e finissaggio.

Sapete che cosa hanno in comune la colorazione dei tessuti e la preparazione di un passato di verdure? Una pentola a pressione, strano vero? Leggete

Quando è stata fondata? La T.S.G. è stata fondata nel 1987. La nuova sede è stata costruita nel 2005 e nel 2011 sono stati installati i pannelli solari.

L’importanza di chiedersi “perché?” quest’intervista per chiarirvi le idee. Il signor Turconi della T.S.G. ha spiegato, utilizzando alcuni esempi pratici, agli alunni delle classi terza della scuola “A. Volta” di Gorla Maggiore, in che cosa consiste la T.S.G. Dopo aver ascoltato gli studenti hanno svolto una rapida ma significativa intervista.

Quanti dipendenti ci lavorano? Ci lavorano 43 dipendenti.

Quante ore lavora un dipendente al giorno? In media, un dipendente lavora 8 ore. Ma dipende dalle mansioni. Quante persone necessitano per occuparsi di una macchina? Dipende dai macchinari e dalla lavorazione in corso.

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SPECIALE

2019

Di quali tessuti vi occupate? Soprattutto sintetici, per essi ci sono 2 tipi di fibre: il poliestere (che si colora a 130135 gradi) e la poliammide (che si colora a 110-120 gradi). In particolare, prepariamo tessuti per giubbotti, ma anche per striscioni. In quale modo è possibile colorare i tessuti? In 3 modi: nel primo modo la stoffa sta ferma e l’acqua con il colorante passa attraverso di essa; nel secondo la stoffa si muove nel liquido; nel terzo si muovono entrambi. Come fate a far bollire l’acqua fino a queste temperature? Usando lo stesso principio della pentola a pressione. Prima avete parlato dei coloranti, quali tipi ci sono? Dispersivi per il poliestere e acidi per la poliammide. E invece di quali tipi sono le fibre? Naturali, artificiali e sintetiche (poliestere e poliammide o nylon). Le fibre naturali sono lana, cotone, seta, lino. Le fibre artificiali si ricavano da materie prime naturali. Le fibre sintetiche sono ottenute dai derivati del petrolio. Un esempio: avete presente le bottigliette di plastica? I giubbotti che indossate ora sono per la maggior parte ricavati dal riciclo di quelle bottiglie. Ci sono degli operai addetti alla riparazione e alla manutenzione dei macchinari? No, perché non è abituale che un macchinario si rompa, quindi, quando succede, affidiamo la riparazione a tecnici esterni.

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In media quanto tessuto producete all’anno? All’incirca 18 milioni di metri. Quanti clienti avete? Più di 200 all’anno, la nostra società svolge la propria attività manifatturiera per conto di una clientela che a sua volta fornisce tessuti a grandi firme. Grazie mille! Di nulla. Prima che ve ne andiate vorrei dirvi quanto è importante quello che avete fatto voi oggi, non tanto fare un’intervista ma chiedersi il perché. Perché accade questo? Perché per fare ciò ho bisogno di questo? Ecco, chi si chiede “perché” avrà sempre la possibilità di aprire la mente e capire il perché delle cose e quindi riempirsi di cultura, mentre chi non se lo chiede non riuscirà mai ad acculturarsi e a capire come succedono le cose, anche le più banali.

Di quali tessuti vi occupate? Soprattutto sintetici. Per essi ci sono 2 tipi di fibre: il poliestere e la poliammide. In particolare, prepariamo tessuti per giubbotti, ma anche per striscioni


ugo basile srl

Crescere con la ricerca biomedicale Classe 3A

Scuola Giovanni XXIII

Dove si producono apparecchiature per la ricerca biomedica

In occasione del Pmi Day noi alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado Giovanni XXIII di Cittiglio ci siamo recati all’azienda Ugo Basile Srl di Gemonio. L’impresa, che porta il nome del suo fondatore, si occupa della progettazione e fabbricazione di apparecchiature per la ricerca biomedica. Per scoprire che cosa ci offre questa

Cittiglio

realtà lavorativa locale abbiamo deciso di intervistare il suo Direttore Generale, Mauro Uboldi. Buongiorno Direttore, di che cosa si occupa? Mi occupo di controllare e gestire al meglio il lavoro dell’azienda. Quali sono gli aspetti positivi e negativi del suo lavoro?

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Mi piaceva l’idea di utilizzare scienza e tecnologia per migliorare la qualità della vita delle persone.

SPECIALE

Una curiosità: abbiamo dato un’occhiata al vostro sito ed è interamente scritto in inglese. Come mai? Il sito è in inglese poiché ormai è la lingua più diffusa e in questo modo i nostri prodotti possono essere presentati a un più ampio ventaglio di clienti. Oltretutto in Italia i fondi per la ricerca scientifica non sono molti, è più facile collaborare con i grandi Stati esteri come la Cina e gli Stati Uniti.

2019

Ogni giorno ho l’opportunità di occuparmi di cose diverse e questo mi permette di non annoiarmi mai. Ovviamente ho una grande responsabilità sia nei confronti dei miei colleghi che dei nostri clienti. Che cosa l’ha spinta a fare questo lavoro? Credo sia stata la mia passione per la scienza e per tutto ciò che è tecnologico.

Quali sono le strategie migliori per vendere i vostri prodotti? Ci affidiamo molto al sito web e lo facciamo funzionare al meglio, ma contiamo anche su “Google Scholar”, un motore di ricerca specifico per gli studi scientifici, molto utilizzato dai nostri clienti, che appartengono perlopiù al mondo della ricerca e dell’università.

Un’azienda in cui crescere Come fa a trovare i suoi dipendenti, signor Uboldi? Riceviamo numerosi curricula oppure chiedo agli Istituti Tecnici di inviarmi la lista dei maturandi, sulla cui base facciamo dei colloqui. Perché quando siamo entrati ci ha accolto parlando in inglese? Perché la conoscenza della lingua inglese è fondamentale, noi lavoriamo in un contesto internazionale, abbiamo contatti commerciali con l’estero e per lavorare in

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questa azienda bisogna conoscere l’inglese. Da quanto lavora in questa ditta, signor Fontebasso? Lavoro in questa ditta da 20 anni come magazziniere. Consiglierebbe a dei ragazzi come noi di venire a lavorare qui in futuro, signora Sartori? Sì, certo perché la direzione è molto

Classe 3B

Scuola Giovanni XXIII Cittiglio


collaborativa con noi dipendenti, ci sono pochi operai e quindi ci conosciamo tutti e la cosa più importante è che c’è molta sicurezza. Lei in che cosa è specializzato, signor Ivano? Sono specializzato in assemblaggio da banco. In che cosa consiste il suo lavoro? Consiste nell’assemblare e costruire gli apparecchi. Da quanti anni lavora qui? Da circa 20 anni. Lei in che cosa è specializzata, signora Maria? Sono specializzata nel montaggio delle schede elettriche e il cablaggio di cavi. Da quanti anni lavora in questa azienda? Lavoro qui da 15 anni. Le piace l’ambiente lavorativo in Ugo Basile? Sì, molto perché è un ambiente piccolo e tranquillo. Lei invece in che cosa è specializzato, Signor Bruno? Mi occupo dei montaggi meccanici. Da quanto tempo fa questo tipo di lavoro? Lavoro in questa azienda da 15 anni, ma da 2 lavoro in questa specifica posizione. Quante ore lavora al giorno? 8 ore. Lei in che cosa è specializzato, signor Mario?

Mi occupo dei montaggi meccanici. Da quanto tempo lavora in questa azienda? Lavoro in questa azienda da 4 anni. Nella vostra azienda accogliete persone con difficoltà? Sì, nella nostra azienda accogliamo persone con delle difficoltà. Lei che scuola superiore ha frequentato, signor Riccardo? L’IPSIA, un istituto professionale. Da quanto lavora in questa azienda? Lavoro in questa azienda da 13 anni. Quante settimane di vacanza avete in tutto l’anno? Noi abbiamo 2 settimane ad agosto e 2 nel periodo natalizio e quelle previste dal contratto collettivo di lavoro. I vostri prodotti inquinano tanto? No, non inquinano.

La conoscenza della lingua inglese è fondamentale, noi lavoriamo in un contesto internazionale, abbiamo contatti commerciali con l’estero e per lavorare in questa azienda bisogna conoscere l’inglese

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SPECIALE

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Classe 3E

Scuola Schweitzer Busto Arsizio

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vago spa

Il lavoro dà filo da torcere La Vago è una tintoria bustocca fondata nel 1952 e tramandata da 6 generazioni, che si occupa della tintura di materiali come acciaio e titanio e di fibre più tradizionali come lino e cotone. La Vago è riconosciuta a livello europeo e

ha avuto riscontri nella tintura per grandi case nella moda come Gucci e Dolce&Gabbana. Nella nostra attività di orientamento noi, alunni della classe 3E dell’istituto I.C. Crespi, ci siamo recati il 21 novembre 2019 nella tintoria Vago per porre delle domande a Marino Vago, titolare dell’azienda che ci ha accolto così: “Benvenuti a tutti i ragazzi, io sono Marino titolare dell’azienda Vago e sono felice di guidarvi all’interno della tintoria


e mostrarvi tutto il lavoro che c’è dietro a una rocca e a una matassa tinta. Se avete qualche domanda chiedete pure”.

Abbiamo circa 40 dipendenti e mi tocca dire che la componente femminili è di solo 3 persone.

Io ho una domanda, siccome stiamo svolgendo un’attività di orientamento possiamo sapere che scuola superiore ha scelto? Ho scelto il Liceo Scientifico ma l’ho affrontato solo per questioni di amicizia, mio fratello invece ha frequentato il Facchinetti, indirizzo Chimica-tintoria.

I clienti possono monitorare a che punto sono i loro ordini? I clienti possono avere informazioni in tempo reale sul sito della Vago, accedendo con il numero dell’ordine.

Ha sempre desiderato di lavorare alla Vago o aveva altri piani? Ho desiderato lavorare alla Vago sin da ragazzino: certo all’inizio non fu semplice. Ho praticamente svolto tutte le mansioni; l’unica cosa di cui mi sono pentito è stato di non aver mai lavorato in un ambiente diverso. Quante tipologie di colori avete? Abbiamo circa 40.000 colori e alcuni di essi abbiamo dovuto crearli noi: ad esempio una nostra cliente ci ha chiesto di riprodurre il colore di un frammento lavico e il colore che abbiamo riprodotto lo abbiamo nominato “lava”. Purtroppo i colori che non vengono richiesti per più di 5 anni vengono eliminati. Per tingere servono sia prodotti chimici che prodotti naturali come il sale che serve da ponte chimico tra il colore e il tessuto. Il sale è italiano giusto? No, il sale proviene dalle grandi saline austriache. Quanto sale utilizzate ogni anno? Utilizziamo circa mezzo milione di chili ogni anno. Avete tanto personale?

Da dove prendete l’acqua che vi serve per la tintura? La prendiamo da falde in superficie dove l’acqua è meno pulita e meno pura. Quanti Volt ricevete per alimentare l’impianto? Circa 15.000 Volt. Da dove sono controllate e gestite tutte le macchine? Sono controllate da un unico computer generale.

Abbiamo circa 40.000 colori e alcuni di essi abbiamo dovuto crearli noi: ad esempio una nostra cliente ci ha chiesto di riprodurre il colore di un frammento lavico e il colore che abbiamo riprodotto lo abbiamo nominato “lava”

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SPECIALE

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Esiste qualche macchinario innovativo che non è facile trovare in altre fabbriche? Sì, ad esempio abbiamo la mercerizzazione in matasse, ci sono solo 3 aziende in Italia. Solitamente quanto misura il filo di una rocca? In media misura circa 60 chilometri. Attualmente qual è il numero dei vostri clienti? Circa un centinaio. Qual è il fatturato annuo? Circa 7,5 milioni. Avete una posizione scomoda, insomma in questa zona vivono molte persone

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come fate a controllare i gas chimici che immettete nell’aria? La Vago si preoccupa anche dell’aspetto ambientale dell’azienda. Gli scarti vengono messi in un depuratore naturale nel quale dei batteri specializzati si occupano di inglobare impurità e parti degli scarti contenenti molta componente chimica; in questo modo la Vago immette nell’aria nient’altro che anidride carbonica. È una bella cosa insomma, non tutte le aziende hanno a cuore la salvaguardia ambientale. Grazie mille, è sempre un piacere sentirsi lodati per qualcosa che fa bene al pianeta, adesso che ne dite di un bel selfie? Certo!!!


verve spa

Tecnologia e creatività per costruire contenitori Gli alunni della classe 3C, durante la mattinata di mercoledì 6 novembre 2019, si sono recati presso una delle industrie del territorio, la Verve di Vedano Olona,

nell’ambito del Progetto di orientamento Pmi Day, promosso dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Al signor Versiglia, Titolare dell’azienda, sono state rivolte

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SPECIALE

Classe 3C Scuola S. Pellico Vedano Olona

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alcune domande da parte dei ragazzi, per conoscere alcune informazioni e curiosità sulla realtà produttiva considerata, tra le quali: Quando è nata la vostra azienda e con quali obiettivi? Questa azienda è nata a Milano nel 1959, conosciuta inizialmente come “Fratelli Versiglia”, prendendo il nome dalla famiglia fondatrice, era un’industria produttrice di giochi di plastica per bambini, poi si è evoluta nella produzione di contenitori, soprattutto per la cosmetica e ultimamente

Quando è nata la vostra azienda e con quali obiettivi? Nel 1959 era un’industria produttrice di giochi di plastica per bambini, poi si è evoluta nella produzione di contenitori, soprattutto per la cosmetica e ultimamente anche per il food, che comunemente usiamo nel quotidiano

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anche per il food, che comunemente usiamo nel quotidiano. Da chi è nata l’idea? L’idea è nata da due fratelli, Pietro e Gino Versiglia, che prima di iniziare questo impegnativo percorso nel mondo dell’industria erano specializzati in meccanica. Quale mercato avete? Il mercato dell’azienda non è solo a livello nazionale ma europeo e anche mondiale, poiché qui si producono molti tipi di imballaggi per famosissime aziende, che al giorno d’oggi cercano di sensibilizzare sempre di più ad una produzione che sia il più possibile sostenibile, al fine di ridurre al minimo i livelli di anidride carbonica. Quanti dipendenti avete? I dipendenti sono 75 fra operai, impiegati, tecnici e ingegneri, che, in base agli studi effettuati, svolgono ciascuno una diversa mansione all’interno dell’azienda Quanto è impegnativo questo lavoro? Questo lavoro è molto impegnativo, bisogna saper coordinare il lavoro di tutti per poter far funzionare questa azienda e mandare avanti questa industria familiare costantemente alla ricerca di nuovi traguardi in un mercato ogni giorno più competitivo ed esigente.


viar valvole srl

Migliorarsi costantemente In cosa consiste il suo lavoro, Giuseppe Sartore? Nel gestire l’attività dell’azienda. Il suo stipendio è fisso? Sì, in più a fine anno posso dividere gli utili nel caso ci siano. Dove si svolge il suo lavoro?

In azienda e in viaggio. Quali sono le misure di sicurezza? Ogni addetto è munito di casco e altri dispositivi per la prevenzione dei rischi. Perché ha scelto questo nome per la sua azienda? Il nome viene dai due fondatori della mia

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Classe 3B

SPECIALE

Scuola E. Fermi Sumirago

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precedente azienda “Viar Meccanica” che erano Vittorio e Aristide. Di quella azienda ho mantenuto il nome “Viar” e ho aggiunto “Valvole”. Qual è il suo contributo per la salvaguardia dell’ambiente? Aiutiamo l’ambiente in modi diversi. Un esempio è l’installazione di moltissimi pannelli solari. Il suo lavoro è faticoso? Non fisicamente ma mentalmente è molto impegnativo. Quante ore lavora al giorno?

Perché ha scelto questo nome per la sua azienda? Il nome viene dai due fondatori della mia precedente azienda “Viar Meccanica” che erano Vittorio e Aristide. Di quella azienda ho mantenuto il nome “Viar” e ho aggiunto “Valvole” 362

Fino a 10 ore al giorno, ma posso gestire molto tempo per me e la mia famiglia. Vorrebbe cambiare qualcosa nella sua azienda? Bisogna sempre muoversi per migliorarsi costantemente. Ha sempre desiderato svolgere questo lavoro? No. Volevo fare il cuoco. Quanti dipendenti ha assunto? Circa una settantina. È felice? Più che felice, sono sereno.


vodafone automotive spa

Elettronica e telematica per le auto Di che cosa si occupa Vodafone Automotive? Offre soluzioni sia nel campo della telematica che dell’elettronica.

Classe 3A Scuola Villa Valerio Casciago

Di che cosa si occupa in campo telematico? Si occupa di IOT (Internet of Things), cioè mette in connessione tutti i dispositivi (veicoli inclusi) in tempo reale.

Quali sono i vostri prodotti? Sensori di parcheggio, dispositivi antifurto, dispositivi per il monitoraggio della stabilitĂ della vettura. Prodotti per la sicurezza del guidatore. Quante persone lavorano qui? 324 persone. Quali sono le competenze che deve avere una persona che assemblea i vostri prodotti? Occorrono precisione, attenzione,

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SPECIALE

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manualità, cura dei materiali e delicatezza sui prodotti e soprattutto lavoro di squadra. Che studi bisogna fare per lavorare qui? Dipende in quale campo si vuole lavorare, si può lavorare nelle risorse umane, nel settore degli acquisti o della pubblicità, nella progettazione oppure occuparsi dell’assemblaggio. Quindi occorrono ingegneri, ma anche tecnici informatici e laureati in discipline umanistiche o in istituti di marketing. Nella seconda parte della mattinata due ingegneri, Maddalena e Carlo, ci hanno illustrato alcuni progetti a cui stanno lavorando: il primo si chiama App Find my bike per l’azienda olandese Swapfiets, che produce bici con pedalata assistita. Necessitava di un GPS satellitare da inserire sotto la batteria in modo

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da localizzare la bicicletta in caso di furto. Vodafone Automotive, sempre in collaborazione con Swapfiets, sta creando un sistema di blocco della batteria, sempre in caso di furto. In Olanda moltissime persone usano le bici e questa app riesce a trovare la tua in un raggio di 5 metri. Un’altra applicazione (ancora in prova solo per i dipendenti) segna i percorsi fatti in auto e dà punteggi a ogni percorso compiuto, segnalando gli errori che il guidatore ha fatto e dove li ha fatti. Ci hanno spiegato anche che alcune compagnie assicurative potrebbero, utilizzando i dati forniti dalla loro app, fare degli sconti oppure scegliere dei premi per i guidatori. È stata davvero una mattinata interessante, tutti sono stati molto disponibili e gentili: inutile nascondere che molto piacevole è stato anche il coffee break che ci è stato offerto.


whirlpool emea spa

Un puzzle mondiale di rispetto, integrità e inclusione Dopo un video, che illustra le diverse sedi dell’azienda in Italia e all’estero e

l’introduzione della Responsabile del Personale Chiara Valli, visitiamo l’azienda con una guida. Ben equipaggiati con gilet catarifrangente e puntali salva piedi. Ci guidano in un tour della fabbrica

Il pezzo importante di un puzzle mondiale

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di un’isola robotizzata è superiore ai 200.000 euro, a seconda del modello e del numero di robot impiegati.

SPECIALE

I robot andranno a sostituire gli operai? I robot vengono utilizzati nei lavori in cui l’uomo fa fatica, come ad esempio il sollevamento di carichi o lo spostamento dei prodotti finiti nei magazzini.

2019

e capiamo che la sede di Cassinetta si occupa di elettrodomestici da incasso e, in particolare, visitiamo il reparto dove si producono i forni microonde. Dopo la visita al reparto, torniamo in un’aula dell’azienda e facciamo una breve intervista a Chiara Valli, che si occupa della selezione, formazione e comunicazione dell’azienda. Perché il nome “Whirlpool”? Inizialmente l’azienda che risiedeva qui era la Ignis, azienda che ancora oggi esiste. Intorno agli anni ‘40 nacque a Varese la Ignis che venne poi assorbita intorno agli anni ‘60 dalla crescente Whirlpool nata nel 1950 e con a capo il presidente Borghi. Negli anni seguenti la Whirlpool assorbì altre piccole aziende come Indesit, Hotpoint e molte altre. Cosa si produce all’interno della fabbrica? La fabbrica è divisa in tante parti tra cui: i magazzini, gli uffici e le 3 fabbriche produttive (forni, microonde, frigoriferi). Qual è il costo di un robot o di un’isola robotizzata? Il costo di un robot può andare dai 20.000 agli 80.000 euro, mentre il costo

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Alla fine della mattinata ci facciamo un’idea di cosa significhi lavorare in una fabbrica e dei diversi ruoli e delle diverse figure professionali coinvolte in un’azienda di questo tipo.

Classe 3G

Scuola A. Vidoletti Varese

Inizialmente l’azienda che risiedeva qui era la Ignis, azienda che ancora oggi esiste. Intorno agli anni ‘40 nacque a Varese la Ignis che venne poi assorbita intorno agli anni ‘60 dalla crescente Whirlpool nata nel 1950 e con a capo il presidente Borghi


Rispetto, integrità e inclusione La nostra classe giovedì 4 febbraio ha partecipato all’iniziativa Pmi Day presso l’azienda Whirlpool. Che impressione può dare a noi giovani entrare in una grande azienda multinazionale di questo tipo? Ci sembrava di essere in una cittadina, c’erano un’infinità di fabbriche che si occupavano di diversi settori: microonde, forni e frigoriferi. All’inizio siamo stati accolti dalla Responsabile del Personale, per il reparto frigoriferi, Chiara Valli, che ci ha raccontato la storia della Whirlpool di Cassinetta illustrandoci la storia del marchio. “È un’azienda nata nel 1950 negli USA” ha precisato “e in Europa ci

Nello stabilimento di Cassinetta lavorano circa 1.750 persone suddivise in 1.610 operai e 140 impiegati. Nel reparto frigoriferi lavorano circa 900 persone, nel reparto forni circa 400 e nel reparto microonde circa 300. Ci sono 17 linee di assemblaggio che lavorano in 2 o 3 turni, ma solo quella dei frigoriferi opera anche di notte

lavorano 22.000 persone in ben 7 paesi nel campo produttivo”. Incuriositi le abbiamo rivolto molte altre domande. Cosa producono le aziende Whirlpool? Produciamo elettrodomestici per cucina (microonde, frigoriferi, lavastoviglie, forni e piani cottura) e lavatrici con lo scopo di migliorare la vita di tutti. Il nostro primo obiettivo prevede che in fabbrica ci sia: il rispetto, l’integrità, l’inclusione, il lavoro di gruppo e lo spirito di vittoria. Non esiste solo il marchio Whirlpool ma anche il top di gamma Kitchenaid, Hotpoint, Bauknecht, Indesit e Privilege. Qui a Cassinetta produciamo solo elettrodomestici da incasso. Poi nelle varie sedi d’Italia vengono prodotti gli altri tipi di elettrodomestici: a Siena i congelatori a pozzo, a Napoli le lavatrici, a Caringo le parti di ricambio e a Melano i piani cottura. In Europa ci sono molte sedi: in Polonia tre, in Slovacchia una, in Russia una, nel Regno Unito una e in Turchia una. Come siete organizzati qui a Cassinetta? Nello stabilimento di Cassinetta lavorano circa 1.750 persone suddivise in 1.610 operai e 140 impiegati. Nel reparto frigoriferi lavorano circa 900 persone, nel reparto forni circa 400 e nel reparto microonde circa 300. Ci sono 17 linee di assemblaggio che

Classe 3I Scuola A. Vidoletti Varese

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SPECIALE

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lavorano in 2 o 3 turni, ma solo quella dei frigoriferi opera anche di notte. Siamo stati poi raggiunti da un Ingegnere Gestionale, Noemi, che ci ha accompagnato nella visita della catena di montaggio dei microonde facendoci indossare dei dispositivi di sicurezza, come delle pettorine catarifrangenti. Ci hanno anche fornito degli auricolari per ascoltare meglio la spiegazione. Durante la visita ci siamo accorti che gli operai lavorano in totale sicurezza e che nella catena di montaggio gli operai sono facilitati nella postazione del loro lavoro. Gli operai si distinguono con diversi colori in base alle mansioni svolte: gli operai indossano maglie blu, quelli dei tugger indossano maglie gialle, quelli del controllo qualità indossano una maglia verde, le magliette rosse sono i capi dei blu e le magliette bianche sono i capi di tutti. In molte postazioni abbiamo visto che lavorano dei robot. L’automazione nella vostra fabbrica ha sostituito molti operai?

Sì, ma solo nei lavori più pesanti e di maggior precisione, per avere un’oggettività totale. Come organizzate la giornata in fabbrica? Ogni mattina ci riuniamo per parlare della giornata precedente controllando la produzione, la qualità e gli incidenti sul lavoro (nel caso ci fossero stati) con lo scopo di migliorare la qualità del lavoro. Quanti prodotti vengono realizzati in un giorno? Produciamo un microonde al minuto e la produzione viene visualizzata su un monitor per controllare che tutto proceda secondo gli obiettivi prefissati. Nel caso ci fosse qualche problema si accende una spia rossa e il problema viene segnalato al responsabile. Com’è nata la fabbrica Whirlpool a Cassinetta? Esisteva già nel 1946, in questo luogo, la fabbrica Ignis fondata da Borghi. La Whirlpool ha poi rilevato quest’azienda che è situata all’interno della palude Brabbia che si trova in un’area protetta dove si trovano molte specie faunistiche e di conseguenza poniamo molta attenzione ai rifiuti, agli sprechi e al recupero dell’acqua sotto forma di vapore che utilizziamo per gli impianti. Inoltre, molti nostri prodotti entrano nelle case di tutto il mondo ma il principale compratore è l’Ikea che vende elettrodomestici con il suo marchio… ma in realtà sono prodotti dalla Whirlpool! È stata una mattinata interessante ed è stata una sorpresa per noi scoprire che a due passi da casa e da scuola c’è una azienda così grande e importante che distribuisce i suoi prodotti nel mondo.

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yanmar italy spa

Dove meccanica e sostenibilità vanno di pari passo Martedì 12 novembre. Un martedì diverso per noi alunni di 3A della Scuola Media Orlandi di Cassano Magnago, in visita all’azienda Yanmar Italy, per il Pmi Day. Abbiamo incontrato il dottor Palmieri,

rappresentante dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese e il dottor Luca Lenna, Responsabile Risorse Umane dell’azienda, che da 11 anni lavora alla Yanmar. Procediamo con l’intervista, curiosi

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di scoprire qualcosa di più di quest’azienda, che ha come filosofia la costruzione di un futuro sostenibile, con soluzioni relative alla produzione di cibo e al consumo energetico. Dottor Lenna, quando è stata fondata l’azienda? Yanmar Group è nata in Giappone a Osaka nel 1912. Yanmar Italy, invece, è sorta nel 1995 e ha iniziato la produzione nel ‘97. Quante sedi ha e dove? Yanmar Group ha 130 sedi in quasi tutto il mondo, con un headquarter in Giappone. Yanmar Italy ha 2 sedi: una legale a Milano e una operativa a Cassano Magnago, con 126 dipendenti. In Italia, a Firenze, vi è inoltre un’altra azienda del gruppo Yanmar, focalizzata in attività di ricerca e sviluppo, dove attualmente sono impiagati circa 25 dipendenti. Di cosa si occupa? Yanmar Italy produce motori diesel per applicazioni industriali e marine, fabbrica

Siamo curiosi di scoprire qualcosa di più di quest’azienda, che ha come filosofia la costruzione di un futuro sostenibile, con soluzioni relative alla produzione di cibo e al consumo energetico

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inoltre generatori di corrente. I principali prodotti fabbricati dal gruppo si possono invece suddividere in 6 “business unit”: motori industriali, prodotti del settore marino, macchine movimento terra, macchine per la generazione di energia, macchine agricole e componentistica. Cosa significa Yanmar? Yanmar indica una specie di libellula: tale terminologia è stata utilizzata per trasmettere un’immagine di “leggerezza” e “purezza”. È un settore in crescita? La produzione di motori diesel per applicazioni industriali è un business, essendo indispensabile nel settore navale (per quanto concerne la generazione di energia bordo-nave) e ovunque manchi l’energia elettrica. Sono invece in crescita i settori agricolo, elettrico. Con quali paesi commerciate? In che lingua? Abbiamo rapporti con quasi tutto il mondo e parliamo l’inglese; per i rapporti con il Giappone ci sono due madrelingue giapponesi, che conoscono le usanze culturali del Paese. Dopo un tour per i reparti, dove abbiamo osservato la produzione, Luca Denna ha chiarito i dubbi agli interessati ad un futuro nel settore. Si è conclusa così la nostra visita alla Yanmar, dove meccanica ed ecosostenibilità vanno di pari passo nel pieno rispetto della Terra.

Classe 3A

Scuola I. Orlandi Cassano Magn ago


za - ber srl

Una realtà produttiva all’avanguardia

Classe 3E Scuola C. Carminati Lonate Pozzolo

Il 5 novembre 2019 ci siamo recati in visita alla Za-Ber di Lonate Pozzolo. Abbiamo intervistato il responsabile, il signor Bertolli. Cosa si produce alla Za-Ber? Si fanno lavorazioni

meccaniche su richiesta del cliente, si producono pezzi in ghisa per costruire macine. Da quando esiste questa società? Lavoriamo dal 1959 e il 2019 è stato il sessantesimo anniversario di apertura dell’azienda.

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SPECIALE

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Per quale mercato produce? L’azienda produce per il mercato italiano ed estero ed è specializzata in diverse lavorazioni meccaniche tra cui fresatura, tornitura, elettroerosione e verniciatura. Quali studi bisogna fare per lavorare in questa impresa? Bisogna avere delle basi in trigonometria e geometria. Durante la visita ci hanno accolto molto bene e si sono mostrati disponibili a rispondere alle nostre domande. La struttura è all’avanguardia. Ci hanno colpito la grandezza e la potenza dei macchinari e che ogni dipendente ha il proprio ruolo. Grazie a questa visita abbiamo conosciuto un lato lavorativo del nostro Paese.

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Ci hanno colpito la grandezza e la potenza dei macchinari e che ogni dipendente ha il proprio ruolo. Grazie a questa visita abbiamo conosciuto un lato lavorativo del nostro Paese


A presto! Con l’edizione

2020-2021



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