Albero della vita 30anni

L'albero della vita

30 anni

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Unitre

UNITRE è un grande e verde albero della vita

Ricordando i trent'anni

L'albero della vita 30 anni UNITRE

Elsa Caggiani E’ bello ritornare insieme in questa sala Consiliare, dopo cinque anni, per celebrare il nostro trentesimo anniversario.

Proprio in questi giorni una ricerca ha dimostrato quello che tutti noi stiamo percependo: l’età dell’ invecchiamento si è spostata di molto negli ultimi decenni.

Gli anni 70/80 hanno visto sorgere una nuova società dinamica, con adulti (uomini e donne) che, dopo una vita lavorativa o di famiglia, raggiunta una maggiore libertà e sicurezza economica, hanno voluto arricchire di senso la propria terza età, non ritenendo sufficienti le tradizionali prospettive di “casa e bar”.

La risposta a questa nuova richiesta è partita proprio dalla stessa società civile che ne sentiva l’esigenza: prima a Torino, su modelli francesi, poi in varie parti d’Italia e il 30 gennaio 1989 qui a Mogliano, dove 14 fondatori, donne e uomini, con il favore dell’amministrazione pubblica, ma in modo assolutamente autonomo e libero, hanno costituito l’Unitre. I nostri principi fondamentali sono: l’Unitre è aperta a tutti, senza alcuna distinzione; si basa sul volontariato e ha come fini la socializzazione e il dialogo intergenerazionale attraverso la cultura.

E cultura vuol dire vivacità intellettuale, interesse, creatività, volontà di mettersi in gioco, anche grazie alle amicizie che si formano nella frequenza alle varie attività.

I primi iscritti erano un centinaio: ora siamo quasi 750 e gli iscritti nei vari anni sono stati più di 2000. I docenti (tutti volontari) erano 7, ora sono 66.

Da tre mesi di lezioni per 7 discipline, siamo a passati a interi anni accademici, con 40 diverse discipline, e più di 1000 ore di lezione l’anno. Gli iscritti approfondiscono i loro interessi più disparati, socializzano nei loro corsi e nelle nostre feste, leggono il nostro giornale che è pubblicato quattro volte l’anno, Mostra dele bambole (Pigotte) partecipano alle nostre visite culturali e ai nostri viaggi. E naturalmente la socializzazione crea l’inclusione: spesso abbiamo tra i nuovi studenti persone provenienti da fuori Mogliano, che vi si trasferiscono perché in pensione, magari per avvicinarsi ai figli. Spesso anche vedovi e vedove, che trovano un motivo significativo per reagire al proprio dolore.

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UNITRE Mogliano Veneto

Tutta questa attività si basa sul volontariato dei docenti e di una sessantina di iscritti, che da utenti sono diventano parte attiva. Le ore di volontariato nella nostra associazione sono state l’anno scorso 11.160, di queste 3.335 sono state rivolte all’esterno dell’Associazione (Biblioteca, coro in parrocchie e case di riposo, Pigotte per l’Unicef). Questo anno abbiamo introdotto una nuova iniziativa di volontariato: Il coro dell' Unitre la lettura registrata per persone ipovedenti.

Abbiamo collaborato e collaboriamo con l’Amministrazione pubblica, con le Scuole di primo e secondo grado, di Mogliano e dintorni: in particolare abbiamo distribuito il nostro libri sulla Grande Guerra alle scuole elementari, medie e superiori. Ricordo che l’anno scorso abbiamo affiancato l’Amministrazione Comu­ nale in tutte le scuole di primo e secondo grado di Mogliano sul Progetto Don Milani.

Quest’anno per tre volte abbiamo collaborato con l’Amministrazione Comunale e in particolare con il Liceo Berto, ad ottobre nella settimana dedicata a Giuseppe Berto, a gennaio con la donazione al Liceo, grazie all’aiuto di una nostra iscritta, di quattro opere figurative dell’artista Chiara Lorenzetto e in questi ultimi giorni con due incontri della nostra Ester Jacchia Frezza con gli studenti in occasione della Giornata della Memoria.

Collaboriamo infine attivamente con le altre associazioni di Mogliano Veneto e della provincia (Apio, Polisportiva, Amici della Ester Jacchia Frezza al Liceo Berto Musica, CSV).

Insomma chi nel nostro territorio, dal semplice cittadino, agli amici delle altre associazioni, all’ autorità comunale e provinciale, cerca cultura, socializzazione, volontariato, soprattutto ma non solo nella Terza Età, sa di trovare nella nostra associazione la risposta alla sua richiesta.

Questa dunque è l’Unitre oggi: una certezza consolidata, un mattone importante nella costruzione di una società più umana e inclusiva.

Cosa possiamo sperare per il futuro?

Vorremmo una sede scolastica dedicata a noi, dove poter svolger la nostra attività dalla mattina alla sera, senza le inevitabili difficoltà che nascono dal rapporto con altre sia istituzioni scolastiche o parrocchiali.

Vorremmo passare il nostro testimone ad iscritti entusiasti, che salvino i valori fondamentali dall’Unitre, ma possano apportare nuove energie, nuovi stimoli, nuove proposte.

Vorremmo essere modello per la nascita nel territorio di altre associazioni che si riconoscano nei principi dell’Unitre.

Vorremmo coltivare e riuscire ad incrementare i rapporti con i giovani di tutte le scuole di Mogliano e dintorni e con le altre Associazioni.

Vorremmo infine che la nostra Unitre continui ad essere un laboratorio instancabile ed entusiasta di vita, di cultura, di amicizia, un ponte di esperienza e saggezza che unisce fra loro le tre età dell’uomo.

L'albero della vita

L'albero della vita 30 anni UNITRE

Paolo Mammuccari UNITRE: il grande e verde albero della vita. Un’immagine incisiva creata dal primo presidente dell’Unitre, Giancarlo Brunello.

L’albero da lui immaginato era grande, frondoso e dal tronco contorto.

Quando, anni dopo, mi fu richiesto dall’allora segretaria dell’Unitre, Anna Barison, di disegnare il nostro logo da porre sui manifesti e sui libretti che avevamo preso l’abitudine di stampare, ho ideato qualcosa di simile, ma non uguale. Ho pensato alla frase di Brunello: l’albero ha ampie radici ben salde nel terreno (la storia da cui proviene) si erge alto e dritto (la nostra vita), si apre con rami larghi e con fronde e foglie sempre verdi (i nostri legami affettivi, le nostre relazioni). Le radici profonde assicurano all’albero la sua staticità e la possibilità di resistere a situazioni avverse, superandole e continuando a vivere. Fronde abbondanti rappresentano la buona salute dell’albero e la sua continua crescita. Il sempreverde rassicura una continuità di vita.

C’è un grande equilibrio nel profilo dell’immagine, inserita in un semicerchio. E’ l’equilibrio della saggezza che abbiamo raggiunto attraverso le esperienze della nostra vita. L’albero è quindi il simbolo della nostra realtà.

L’albero è anche il simbolo della nostra Associazione: le radici sono inserite nel territorio. Il tronco delle nostre esperienze sostiene i rami: le proposte culturali e sociali, varie ed ampie.

Le foglie sempreverdi simboleggiano il continuo rinnovamento di questo progetto portato avanti con attività continue ed articolate.

Una storia lunga trent'anni Renzo De Zottis Oggi festeggiamo i soci fondatori, i docenti e gli studenti di una storia lunga trent’anni.

Tutto è iniziato nel 1989, da molti punti di vista un’era geologica fa.

Cadeva il muro di Berlino e sembrava che con gli anni Novanta si aprissero al mondo scenari nuovi e pieni di speranza. Sembrava.

Non si parlava di spread, non esistevano parole come globalizzazione, cellulare, euro, social media e la Cina non pareva ancora così vicina.

Lo spazio temporale che ci separa da quel fatidico ultimo anno degli anni Ottanta risulta poi ancora più evidente e vistoso nella offerta culturale, oggi resa possibile in modi e tempi allora impensabili.

Un altro mondo, un’altra società, insomma.

Ed é difficile oggi immaginare una iniziativa che vada oltre una frettolosa fruizione, che non si consumi nello spazio di un tweet. A meno che, ed è per l’appunto il caso dell’Unitre, non possegga una validità intrinseca capace di soddisfare bisogni effettivi, quelli associativi e quelli culturali appunto.

E se oggi siamo qui a celebrare tre decenni di crescita continua e di traguardi sempre nuovi lo dobbiamo a queste donne e a questi uomini che fin dall’inizio hanno creduto profondamente nella formidabile forza della comunità, nel contagioso effetto­domino del contributo disinteressato, nel valore senza tempo di quella che una volta si usava chiamare “formazione permanente” e che, a ben guardare, non è altro che la sintesi perfetta di quello che rappresenta l’Unitre.

Oggi è il loro giorno. Meritano tutto il nostro affetto e il nostro ringraziamento per la loro dedizione a quella che era nata come una coraggiosa scommessa ed è diventata, grazie anche al contributo di tutti quelli che sono venuti dopo, un magnifico e rigoglioso albero della vita.

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La nostra esperienza di "docenti" e di "studenti" Io credo di avere sempre saputo, fin da piccolissima, che avrei fatto l’insegnante, non so per quale motivo, forse perché mia madre lo era e mi piaceva l’idea di fare il suo stesso percorso di vita.

Devo dire che ho sempre vissuto con entusiasmo il mio lavoro: il mio rapporto con i ragazzi è sempre stato improntato al reciproco rispetto e mi piaceva poter formare quelle giovani vite e insegnare loro il bello della letteratura italiana e far conoscere la storia del nostro Paese.

Ovviamente non si trattava solo di trasmettere dati, ma di seguirli anche nell’acquisizione di un metodo di lavoro e di comportamento che avrebbero dovuto accompagnarli per tutta la loro vita.

Compito ambizioso, ma che non ho mai smesso di perseguire anche se non sempre con gli stessi risultati. Ancor oggi “incontro “ ex allievi in Facebook che mi ricordano momenti e particolari della nostra vita in comune.

Quello era il mio mondo, la mia dimensione, e lo è stato per tutta la mia vita da adulta. Ma ad un certo punto è arrivato il momento di lasciare la scuola. Pensavo che finalmente avrei potuto dedicarmi alle piccole cose che , per ovvi motivi, avevo dovuto trascurare: poter fare qualche bel viaggio, andare al cinema, visitare un museo, avere più tempo da dedicare alla lettura. Ma non avevo fatto i conti con la realtà: non avevo calcolato che la scuola era parte di me e senza l’impegno dell’insegnamento mi sentivo priva delle coordinate che mi avevano aiutato a gestire la mia vita per molti anni. Mi mancava il rapporto con i ragazzi e i colleghi, in altre parole con quello che era stato il mio mondo per quarant’anni.

Ero disorientata e così ho seguito il consiglio della mia amica e collega Maria Grazia Boksich che mi aveva suggerito di prendere contatto con l’Unitre. L’incontro con la Presidente Prof.ssa Elsa Caggiani è stato piacevole e coinvolgente. Mi ha subito proposto di collaborare tenendo alcune lezioni di storia o di letteratura italiana e così è stato.

Finalmente potevo riprendere il mio percorso di “insegnante” anche se per brevi periodi ed ho capito quanto mi mancasse quel pezzo di vita che avevo lasciato andando in pensione.

Ovviamente la realtà con cui dovevo rapportarmi era diversa rispetto a prima: mi trovavo di fronte a degli adulti che mi Corso di Inglese dedicavano un po’ del loro tempo.

Mi stupivano e mi stupiscono ancora l’attenzione e l’interesse con cui i miei nuovi “allievi” partecipavano e partecipano ai nostri incontri.

La mia esperienza all’Unitre è stata veramente gratificante: ho dovuto imparare a gestire il tempo che avevo a disposizione (anche se non sempre ci riuscivo, costringendo i partecipanti a fermarsi un po’ più a lungo) e soprattutto dovevo imparare a rivolgermi ad un pubblico diverso da quello a cui ero abituata: il linguaggio e i riferimenti necessari ad affrontare i temi trattati dovevano essere rivisti, ovviamente, ma tutto si è svolto nel migliore dei modi grazie proprio alla collaborazione di quelli che amo chiamare i miei “Nuovi Allievi”, che, fra l’altro, mi hanno insegnato molte cose su cui forse prima non mi ero 5

UNITRE Mogliano Veneto

Rosabruna Zennaro

mai soffermata: il fatto che varie persone, anche se non più giovanissime, avessero ancora desiderio di imparare o di riprendere argomenti studiati a scuola e che adesso venivano loro riproposti magari in chiave diversa.

Soprattutto devo ringraziarli perché mi hanno permesso di sentirmi nuovamente utile e attiva.

Alcune persone mi seguono fin dall’inizio del mio nuovo percorso e sono loro grata quando vedo che partecipano agli incontri con domande mai banali, perciò non mi resta che ringraziare l’Unitre, le persone che hanno collaborato con me nel realizzare le lezioni e in particolare i “ragazzi” che continuano a seguirmi senza l’obbligo, tipico della scuola, ma per il semplice piacere di ascoltare cose che magari credevano di avere dimenticato e che adesso scoprono di avere sempre saputo.

L'albero della vita 30 anni UNITRE

Maria Grazia Boksich L'anno scorso doveva essere, per me, l'ultimo di insegnamento all'Unitre: avevo deciso che, compiuti i settant’anni, era giunto il momento di ritirarmi.

Avrei finito il mio corso di conversazione e poi sarei andata definitivamente “in pensione”.

Poi mi sono ritrovata a chiedermi come avrei trascorso i miei lunghi pomeriggi di libertà: la vista è sempre più debole, faccio fatica a leggere, i programmi televisivi del pomeriggio non sono sicuramente stimolanti, e d'inverno non ho certo in mente di fare lunghe passeggiate.

Ho capito che, riprendendo con un primo corso di inglese, avrei potuto riprovare l'emozione di ricominciare ancora: nuove persone, nuove esperienze e magari nuove amicizie!

E infatti quando entro in classe, so di aver fatto la scelta giusta.

Il mio non è solo un impegno, è un momento di condivisione e di confronto, di collaborazione tra insegnante e persone disposte a mettersi in gioco, sapendo che alla nostra età non è facile imparare una lingua straniera.

Negli anni passati ho anche messo alla Corso di Inglese prova le capacità comunicative degli studenti, facendo con loro dei bei viaggi in Inghilterra, esperienze sempre interessanti e utili!

Io ho dato parte del mio tempo all'Unitre, ma ho ricevuto tanto in cambio: la gioia di sentirmi utile, di partecipare alla tante attività proposte (specialmente i bellissimi viaggi) ma la cosa più bella è stata, ed è l'amicizia di tante persone: parlo di amicizie vere, non solo conoscenze, su cui contare e con cui condividere gioie e problemi di questa età matura.

Quando si dice che l’Unitre è una grande famiglia, posso affermare che non c'è modo migliore per spiegare come la vivo io, da quasi 23 anni!

P.S.: La nostra esperienza è duplice: di docenti e di studenti, infatti Rosabruna frequenta da lungo tempo il Corso di Inglese e Maria Grazia quello di Francese, quindi conosciamo le difficoltà di assimilare cose nuove alla nostra età e questo ci aiuta ad adeguare la nostra attività di “docenti”.

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E' solo l'amore per la letteratura, la voglia di fare qualcosa con persone che ormai ti sono diventate amiche, conoscere differenti punti di vista relativi allo stile di uno scrittore...che spinge ogni martedì mattina ad incontrarci, quest'anno alle 9, abbandonando quindi il tepore del letto abbastanza presto, noi di una "certa età"? NO. A mio parere la motivazione principale è quella di considerare la lettura di gruppo come un atto sociale e conviviale.

Leggere a casa un testo e poi riunirsi per leggerlo a voce alta e, guidati dall'insegnante, rispettare le pause, modulare la voce in modo opportuno per scandagliarne il significato più profondo ed infine soffermarsi sulle sensazioni che scaturiscono dalle parole e sulle emozioni che esse richiamano è gustare settimanalmente qualcosa di speciale.

Col passare del tempo (è questo il terzo anno dell'esperienza) abbiamo imparato a conoscerci meglio e a scambiarci punti di Lettura interpretata vista e sentimenti perché, quando si parla di un libro e del suo autore, si parla anche di se stessi.

Per me leggere ad alta voce è come recitare: c'è sempre qualcuno che ti ascolta; tu cerchi di coinvolgere quel pubblico e, rendendo il più possibile realistica la scena, emo­ zionarlo.

Lo scorso anno, leggendo una "superba" descrizione di Bassani, mi si è rotta la voce dall'emozione e non ero più in aula, ma fuori...pinta da folate di vento.

Il silenzio che alita tra noi, quando uno legge, fa vibrare la voce che quasi ti riecheggia nelle orecchie e, talvolta, ti appare sconosciuta.

Ultimo, ma non meno importante, apprezzo il rispetto che abbiamo l'uno dell'altro e di ciò molto merito va alla prof. Gabriella.

I miei primi venticinque anni Cecilia Barbato Tengo tra le mani l’osella di vetro di Murano che ho ricevuto per i miei 25 anni di frequenza dell’Unitre. Vista contro luce è luminosissima, con l’albero verde dai contorni nitidi in leggero rilievo: davvero bella!

Mi ricorda anni significativi della mia vita, nei quali ho potuto coltivare i miei interessi culturali e sviluppare qualche abilità che cominciava a germogliare.

Ho conosciuto docenti capaci di ampliare gli spazi conoscitivi di noi allievi e molti compagni di corso, uomini e donne, con cui avrei poi stretto relazioni di amicizia e condiviso esperienze e aspettative.

Ricordo il laboratorio “Invito alla scrittura” che ho frequentato per molti anni: ne era l’anima Matilde Caponi, docente straordinaria per le doti professionali e umane, capace di coinvolgere sugli argomenti più disparati, su cui ci si poteva esprimere in tutta libertà, senza 7

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Adriana Terzano

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reticenze o falsi pudori. Sapeva ascoltare, consigliare, offrire proposte e opportunità. Volle perfino concretizzare la sua / nostra esperienza di anni in un “corto” girato da una giovane regista: entusiasmante per noi essere le co­protagoniste. E non fu la sola avventura!

L’interesse che sapeva suscitare mi portò, un giorno, a visitare il Museo Medioevale di Cluny a Parigi. Ci aveva parlato, anni prima, presentandoci il romanzo “La dama e l’unicorno” di Tracy Chevalier, dei sei arazzi fiamminghi che avevano ispirato l’autrice e la cui storia era ancora avvolta nel mistero. Non me ne ero dimenticata! Fu emozionante ammirarli proprio lì in una sala buia, illuminati da una serie di piccoli fari che ne esaltavano la bellezza.

Ricordo le lezioni di un’altra docente, Grazia Aricò, con i suoi mirabili percorsi nel mondo della poesia del ‘900, con cui affascinava gli ascoltatori sempre numerosissimi. Mai avrei pensato che saremmo diventate amiche. Presso il Liceo Statale di Mogliano dove aveva insegnato aveva fondato, con altri colleghi, il premio di scrittura “Liceo G. Berto” per studenti e ne era stata la presidente.

Conservo ancora alcuni appunti sulle sue lezioni, le sue pubblicazioni di poesie e racconti e l’ultima raccolta di liriche intitolata “Il Melograno”, che mi chiese di presentare nella sala Don Bosco del Collegio Astori.

Purtroppo dovette lasciare l’Unitre per seri motivi di salute che spensero la sua vita dopo qualche anno, lasciando un grande vuoto.

Ho cominciato a capire veramente la musica grazie agli insegnamenti del Prof. Paolo Padula. Un po’ tardi, lo riconosco, ma sono stata un’allieva molto attenta e credo di aver colmato, certo non completamente, le mie lacune iniziali. Non avevo mai ascoltato un docente di musica capace, come lui, di trasmettere emozioni. Non ho dimenticato il forte impatto con il “Miserere” di Arvo Part che sembrava penetrare l’anima, o le esecuzioni di Claudio Abbado.

L’insegnante è stato capace di affinare la sensibilità di noi allievi, spiegando le strutture dei brani scelti, facendo cogliere la voce dei vari strumenti e permettendo così di intendere al meglio il linguaggio dei compositori. Da diversi anni il corso di “Storia della musica” è tenuto da Luisa Bassetto con altrettanta competenza e bravura.

Sarebbe lungo l’elenco dei docenti che ho conosciuto e di cui mi sento debitrice, li ho ammirati e ancora ammiro e a tutti loro va il mio pensiero riconoscente.

Ricordo i volontari impegnati nell’organizzazione delle visite e dei viaggi culturali, vere immersioni nella storia, nella bellezza e nell’arte. E mi fu chiaro, scoprendo quanto queste esperienze mi avevano dato anche in termini di ricerca interiore, la frase di John Steinbeck “Non sono le persone che fanno i viaggi, ma i viaggi che fanno le persone”.

Il mio pensiero corre ora a Franca Macrì, che faceva parte del gruppo visite culturali oltre ad essere impegnata nell’insegnamento della lingua inglese: ci eravamo conosciute oltre dieci anni fa, proprio durante un viaggio a Roma, ed era nata una bella amicizia tra noi ed altre coppie presenti, tanto da frequentarci spesso anche fuori dal contesto dell’Unitre.

Nell’arco di tanti anni i componenti del gruppo sono cambiati, ma intatti rimangono l’impegno e la disponibilità di coloro che li hanno sostituiti.

Mi sembra strano, entrando nella segreteria, non vedere più dietro il lungo bancone la figura di Anna Barison, un vero pilastro della nostra Associazione, dotata di un’indiscutibile grinta e di un cuore generoso. Ma altri continuano il suo lavoro con precisione e spirito di servizio.

Intanto sono arrivate nuove energie, nuovi strumenti, idee e proposte. L’approccio più tecnologico di oggi è certo per tutti un valore aggiunto.

Da diversi anni l’Unitre è aperta, con varie iniziative, anche alle più attuali istanze del Territorio: c’è lavoro per tutti, per i più anziani e, sicuramente, per i nuovi soci.

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La festa del trentennale Nel 2009 per festeggiare il ventennale della nostra Unitre è stato pubblicato un libro in cui si raccontavano i suoi primi passi: il nascere dei vari Corsi e dei Laboratori, i primi viaggi, l’attività dei volontari ed altro. Una copia è presente nella nostra sede per ricordare, a chi lo desiderasse, come eravamo.

A distanza di 10 anni siamo pronti a festeggiare il nostro trentennale, una tappa veramente importante, con un’altra pubblicazione: un inserto speciale a colori del nostro giornale “L’Albero della vita” In questo inserto abbiamo pensato di Inaugurazione della nuova sede ripercorrere i momenti più salienti di questi ultimi 10 anni e per questo, oltre a consultarci con gli iscritti più anziani, vere e proprie memorie storiche dell’Unitre, abbiamo sfogliato le pagine dei nostri libretti e riguardato le fotografie raccolte in tutti questi anni.

Quanti ricordi e quanti avvenimenti in così breve spazio di tempo!

Alcuni riguardano l’Unitre di Mogliano come Associazione. Nel 2010 ci siamo insediati nella nostra nuova sede. Nel 2011 abbiamo adottato un nuovo statuto che prevede tra l’altro – unico tra tutte le altre Unitre ­ l’allargamento dei diritti di elettorato a tutti gli iscritti. Nel 2014 abbiamo celebrato il venticinquennale con una bella e sentita cerimonia in Sala Consigliare del nostro Comune alla presenza del Sindaco e di varie Autorità, con la consegna del distintivo d’oro e d’argento e Venticinquennale dell’Osella in vetro di Murano ai soci fondatori e agli iscritti venticinquennali.

Si sta anche procedendo all’informatizzazione di tutta l’attività burocratica dell’Associazione.

Non vogliamo parlare solo di questo, ma anche, e soprattutto, dei progetti culturali che l’Unitre di Mogliano ha portato avanti in questi dieci anni.

Vorremmo per prima cosa ricordare tutte le personalità di rilievo che in questo periodo sono venute a parlare nelle nostre aule: Amos Luzzatto (tra le figure più significative dell'ebraismo italiano del dopoguerra, ex Presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane) che ha tenuto un incontro Amos Luzzatto indimenticabile sulla Memoria del Genocidio ebreo, Mario Lancisi (giornalista e scrittore, autore di un libro su Don Lorenzo Milani, del quale ha splendidamente ricordato la figura), il prof. Francesco Sabatini (notissimo linguista, filologo e lessicografo, Presidente onorario dell'Accademia della Crusca) che ha tenuto una lezione 9

UNITRE Mogliano Veneto

Giuseppe Ragusa

L'albero della vita 30 anni UNITRE

Prof. Francesco Sabatini sfoglia il libro della Grande Guerra

sull’Origine del linguaggio e la Neurolinguistica, il prof.

Cesare De Michelis (docente di Letteratura Italiana moderna e contemporanea presso l'Università di Padova, editore, vicepresidente della Biennale di Venezia) che ha tenuto una apprezzatissima conferenza su Giuseppe Berto in occasione del Centenario della nascita dello scrittore, nostro illustre concittadino, il dott. Vittorio Borraccetti (già Procuratore capo di Venezia, componente della Direzione Antimafia e membro del Consiglio Superiore della Magistratura), relatore della seguitissima conferenza “La funzione del Giudice nel sistema dei poteri pubblici”, il Presidente nazionale dell’Unitre dott. Gustavo Cuccini, l’ex Soprintendente per i Beni artistici e storici di Venezia, Padova e Treviso Anna Maria Spiazzi, la giornalista RAI Patrizia Alessandra Tamburini Giustarini, il proprietario dell’Harry’s Bar di Venezia Arrigo Cipriani, Riccardo Calimani (noto scrittore e giornalista ebreo), Antonio Fojadelli (Procuratore capo della Procura di Treviso).

Sono state svolte conferenze nelle quali sono state ricordate figure di donne importanti nella storia di Mogliano: il soprano Toti dal Monte (con la presenza della figlia, l’attrice Marina Dolfin), Carolina De Stefani Motta (rifondatrice della Filanda di Campocroce), l’imprenditrice Alessandra Tamburini (che abbiamo l’onore di annoverare tra i nostri iscritti), protagonista di un interessante incontro sulla sua famiglia e sulla sua impresa, Ester Jacchia Frezza (nostra storica iscritta sin dalla fondazione), che ha ricordato le traversie del padre perseguitato dalle Leggi razziali del Fascismo e costretto all’esilio in Svizzera.

Abbiamo partecipato alla fondazione del Comitato del gemellaggio del nostro Comune con la cittadina francese di Lisieux.

Un avvenimento culturale storico, e nello stesso tempo letterario, è stato il progetto “Grande Guerra”, molto complesso e diversificato, nato dall’impegno del generale Giuseppe Frascella, a quel tempo vicepresidente Gemmellaggio con Lisieux Unitre. Il progetto comprendeva più iniziative: un ciclo pluriennale di conferenze tenute dallo stesso generale Frascella, e dai professori Renzo de Zottis, Maddalena Antoniazzi e Luigino Scroccaro; diverse visite sui luoghi della Grande Guerra; un concorso su questo argomento per gli studenti delle Scuole secondarie di 1° e 2° grado delle province di Treviso e Venezia; la collaborazione di tutti gli iscritti nell’inviare documenti, fotografie e ricordi familiari pertinenti a quel triste periodo, che hanno portato alla pubblicazione, nel 2014, del libro “Testimonianze della Grande Guerra – Cento anni dopo”. Nel libro sono stati pubblicati anche i testi dei vincitori del concorso per le scuole, nonché le fotografie di materiali inviati a corredo. Il libro ha avuto un lusinghiero 10

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successo non solo tra i nostri iscritti ma anche nelle Scuole del territorio dove è stato distribuito, ed è stato premiato durante la manifestazione “Per ricordare 1915­1918” tenutosi a Torino il 21 Aprile 2017.

Non va dimenticato l’impegno civico dell’Unitre verso le recenti tragedie storiche, affinché ne rimanga sempre viva la memoria: dall’Olocausto ebraico (abbiamo visitato il Ghetto di Venezia in occasione dei suoi 500 anni e una nostra delegazione è sempre presente in occasione delle commemorazioni del Giornata della Memoria che avvengono nel nostro Comune), al genocidio armeno (una conferenza della dottoressa Nadia Pasqual), all’esodo istriano­dalmata (conferenze del gen.

Frascella).

Un altro evento culturale di notevole impegno è stata la Celebrazione del 40° anniversario della morte di Giuseppe Berto. Le varie attività, infatti, hanno visto in prima linea i nostri iscritti che hanno contribuito attivamente al successo di alcuni momenti significativi, primo fra tutti il posizionamento dei Cartigli che ricordano i luoghi di Mogliano in cui l’autore ha vissuto o ha citato nelle sue opere.

Abbiamo anche organizzato due Convegni: il primo nel 2012 in occasione dell’Anno europeo dell’anziano, “Quali politiche per la Terza età in Europa, in Italia, e nel Veneto” con il dirigente regionale del Terzo Settore dr. Mario Modolo e con Alberto Franceschini, presidente del CSV di Treviso; il secondo nel 2013 è stato un corso sulla comunicazione, tenuto dalla dr.ssa Viviana Ballini e che ha visto una numerosa partecipazione dei nostri volontari.

Per quel che riguarda l’attività didattica, in questi 10 anni, oltre ai vari Laboratori già presenti, ne sono stati creati di nuovi: i corsi di Yoga, Fotografia, Ballo, Teatro, Poesia, Scrittura autobiografica, Lettura interpretata e Linguaggio cinematografico hanno portato nuova linfa e viva partecipazione all’Unitre.

Le feste di apertura e chiusura dell’Anno Accademico e le altre feste sociali, sono state arricchite con spettacoli teatrali, canti e danza con artisti di alto livello professionale.

Il Gruppo viaggi ha organizzato numerose visite culturali e vari viaggi in Italia e all’estero che hanno contribuito ad arricchire il patrimonio di conoscenze dei partecipanti.

Permetteteci di citare anche la rinascita, nel 2016, del nostro Giornale “L’albero della vita”.

Promotori sono stati il prof. Corrado Balistreri Trincanato, che ha avuto l’intuizione di far riprendere vita ad una voce culturale importante della nostra associazione, e che è stato il nostro primo coordinatore editoriale, e il vicepresidente dr. Giuseppe Ragusa che ha concretizzato il progetto. Il Giornale ha assunto oggi una veste tipografica raffinata ed una

densità di contenuti veramente notevole, e ha una tiratura media per numero di circa 400 copie.

Infine un pensiero commosso a chi ci ha lasciato: Anna Barison, la nostra prima storica segretaria, e i nostri docenti Franca Macrì, Silvana Prantil e Bruno Carnevali.

Concludendo questo articolo, non possiamo, da parte nostra, non ringraziare chi in qualsiasi modo ha condiviso il percorso dell’Unitre: la nostra Presidente e il Consiglio direttivo, i docenti, gli studenti, tutti i nostri stimati ed indispensabili volontari, i nostri Revisori dei conti, le Amministrazioni pubbliche e religiose del nostro territorio, le altre Associazioni di Promozione sociale e sportiva di Mogliano, l’Unitre nazionale e chiunque collabori a far sì che non manchino mai l’entusiasmo e l’energia per portare avanti gli inestimabili valori della nostra Unitre.

Buon trentennale a tutti!

Scatti delle nostre attività