clown

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CLOWN: UN VIAGGIO CHE NON FINISCE MAI

Diventare clown è un po' come prendere il treno, ma con una piccola differenza: chi ci sale sopra non sa dove andrà a finire, né quanto durerà il viaggio. Il viaggiatore-tipo generalmente ci sale per caso, con tante titubanze, con altrettante paure, pronto a scendere alla prima stazione e a scappare a gambe levate. Il motivo è semplice: non è facile fare il clown. Anzi, per essere più precisi: clown lo si è, non lo si fa solamente. E' un po' una questione di vocazione: o ti piace l'avventura di una vita con obiettivi non previsti, o è meglio fare altro. Non basta quindi voler fare il clown, è invece necessario un buon governo dei propri sentimenti ed una buona capacità a saper giocare con quelli altrui: in parte ciò lo si impara, ma in buona parte queste capacità sono innate, affondano le loro radici nella nostra infanzia. Si tratta di capire come e se abbiamo giocato da bambini: il clown infatti percorre la fatica di “ritornare bambini”, alla voglia di giocare, all'entusiasmo di sperimentare i propri limiti, alla capacità di stare bene nel gruppo. Il clown richiede infatti di uscire fuori dagli schemi mentali, tipici del comportamento adulto, con un ritorno al proprio sé bambino, fatto di gioco, di curiosità, di paure e di allegria. Fino a che punto ci sono particolari tratti di personalità un po' “fuori norma” perchè si diventi clown e che motivi profondi (e personali)


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clown by ugo albano - Issuu