• AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI AREZZO N. 4/13RS del 23.07.2013 • ANNO VII - TRIMESTRE DICEMBRE 2021•
the progress time • Tabloid di economia e cultura internazionale •
EDITORIALE Di Barbara Ganetti In questa pubblicazione di fine anno ci proiettiamo al 2022 sicuramente con una certezza “la gente è terrorizzata dall’essere etichettata come sessista,maschilista,razzista,imperia- lista,colonialista”. Ed a poco a poco, questa ansia generale ci stà portando all’autocensura e all’andare cauti su qualsiasi tema, poiché queste colpe non vengono attribuite soltanto a chi nel peggiore dei casi le ha effettivamente commesse, “ma a chiunque non si schieri a favore del coro di condanna”. A lasciare queste affermazioni e’ Javier Marías, firma autorevole del quotidiano spagnolo El País. Ripreso nella rassegna stampa del 9 Maggio scorso ed inserito nei migliori contributi della settimana, l’articolo è una vera lente di ingrandimento sul nostro tempo e, su come orami siamo abituati ad un pensiero unico,“il pensiero di massa.” Politicamente corretto:un pensiero che non passa mai di moda, piatto, mai scortese, che vive di ipocrisia ed annichilisce la reale differenza di opinioni attraverso lo schema ben collaudato del montare lo scandalo ogni qual volta qualcuno è un po’ sopra le righe, del successivo linciaggio mediatico e della conseguente “autocensura” delle opinioni scomode per evitare la gogna. “Ia cosa peggiore – spiega Marías – è che la maggioranza dei ‘messi alla gogna’ si lascia intimorire. C’è qualcosa di molto simile al terrore nell’essere additati dalla massa di opinionisti del web, twittatori e giustizieri improvvisati privi di qualsiasi reale competenza specifica che, guardano con bramosia all’arrivo di un nuovo capro espiatorio da condannare. Ma questa dimensione ci porta davvero a renderci conto delle vere violenze, soprusi e discriminazioni che vengono commessi nel mondo di oggi? Un tema caro alla redazione di THE PROGRESS TIME e’ sicuramente quello della parità di genere e i diritti delle donne. In questa pubblicazione grazie al contributo di molte donne provenienti da paesi e settori lavorativi diversi, come la diplomazia,l’arte,la cultura e il turismo proveremo a capire meglio quanto e’ stato fatto e quanto ancora rimane da fare.
“La donna e il cappello spaziale”- Collezione privata ARO’, olio su tela 200 x 170 cm
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ENGLISH VERSION INSIDE
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ECONOMY
DONNE IN DIPLOMAZIA: Le nuove sfide mondiali, i diritti, la politica internazionale, il
sono solo alcuni i fronti in cui le donne di tutto il mondo sono chiamate a rispondere con la forz In questa pubblicazione abbiamo avuto il piacere di aver intervistato tre Ambasciatori donna, rappresentanti in Italia di capire come stà cambiando il ruolo della donna su molti versanti sociali e culturali Di Ivan De Stefano
S.Eccellenza, ringraziandola per la sua disponibilità le pongo subito la prima domanda: Attualmente le donne sono sempre più frequenti in diplomazia in gran parte dei paesi del mondo, ma ancora nettamente poche in percentuale rispetto agli uomini. Naturalmente l’impegno e gli sforzi per arrivare a questi traguardi negli ultimi 50 anni da parte delle donne non sono stati pochi e, ad oggi anche in diplomazia le donne finiscono per scontrarsi con problematiche di genere; come prevede il futuro delle donne in diplomazia e nelle relazioni internazionali? Grazie per l’interesse mostrato nei confronti del mio Paese e per un tema così attuale come il ruolo della donna nella società moderna. A proposito del ruolo e della posizione della donna in diplomazia, vorrei dire qualcosa di più, perché prima di tornare in diplomazia nel 2018 (iniziando nel servizio estero nel 1994), ho passato sedici anni in politica. Durante la carriera politica, sono stata a Capo della Commissione affari giuridici, della Commissione per la sicurezza nazionale, Ministro della Giustizia, Vice Presidente e Presidente del Parlamento, e a capo di uno dei maggiori partiti politici del paese (il partito rappresentato nell’UE dal Commissario Valdis Dombrovskis e dall’attuale Primo Ministro, Krišjānis Kariņš). In tutte le esperienze passate, mi sono ritrovata a competere con rappresentanti di genere opposto. Diffido del sistema delle quote in qualsiasi settore, ritenendo importante le conoscenze e le capacità professionali della persona, ma credo che nella maggior parte dei paesi sia stato fatto troppo poco per dare alle donne opportunità di competere al pari degli uomini. Mi riferisco in particolare ai servizi sociali: asili nido, scuole, attività extrascolastiche per bambini, assistenza all’infanzia, stesse condizioni per uomini e donne in caso di malattia dei figli.Garantire un’istruzione di qualità, indipendentemente dal genere e dallo stato sociale, non è meno importante. Un’altra questione è il concetto tradizionale del ruolo di genere nella società e l’opinione pubblica verso un uomo o una donna in una specifica posizione.Oggi è importante anche la copertura mediatica, ad una donna si chiede ciò che viene completamente ignorato se invece riguarda un uomo. Non ho mai letto articoli in cui si mette in discussione il taglio di capelli o lo stile di un politico o un esponente delle istituzioni uomo. All’uomo non viene mai chiesto come conciliare la vita familiare con le responsabilità lavorative. In Lettonia, il quadro giuridico è tale da consentire a uomini e donne di raggiungere qualunque posizione professionale allo stesso livello, anche se in pratica ci sono delle sproporzioni. Come nel servizio estero che conta uno staff di 575 persone, di cui 367 donne, ma se
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guardiamo al corpo degli Ambasciatori, su un totale di 47, solo 18 sono Ambasciatrici. Siamo comunque molto fieri che le Ambasciatrici lettoni ci rappresentino in un gran numero di paesi europei come Austria, Italia, Repubblica Ceca, Ungheria, Finlandia, Danimarca, Germania, Paesi Bassi, Svezia, Regno Unito, ma anche in Asia centrale e Caucaso (Kazakistan, Georgia), Cina, Giappone e presso l’Unione Europea. Anche il Segretario Generale della Commissione Europea è una collega del servizio diplomatico lettone.La Lettonia conta un’alta percentuale di donne nel sistema giudiziario, tra cui Corti di alto grado e la Corte Costituzionale, e una cospicua rappresentanza femminile tra i professori universitari. Inoltre, alte cariche dello Stato, tra cui quella di Presidente della Repubblica, di Primo Ministro e di Presidente del Parlamento, sono state ricoperte da donne. Questi esempi ispirano le giovani a puntare in alto e a raggiungere obiettivi ambiziosi. Oggi molte donne in diplomazia hanno creato dei gruppi di riflessione con le paritetiche colleghe di altri paesi dove si analizzano molti aspetti, dalla politica, la cultura e la formazione; quanto puo’ diventare influente positivamente la coesione tra le donne in diplomazia e politica estera relativamente alle nuove sfide mondiali? Pensando ai think tank e ai gruppi intellettuali e professionali formati da donne diplomatiche, ritengo che una qualunque formazione intellettuale che analizza gli eventi del mondo che ci circonda, può contribuire positivamente a trovare una soluzione migliore ai problemi e alle sfide mondia li.Le donne riescono a guardare le cose razionali con una certa emotività e da prospettive leggermente differenti, questo può rappresentare un valore aggiunto nel momento in cui si uniscono le forze per affrontare le sfide e trovare soluzioni comuni. Il suo splendido paese risulta un paese molto interessante da conoscere e approfondire non solo per le opportunità commerciali legate alle nuove tecnologie ed alla comunicazione, ma anche per la cultura e la ricerca. La Lettonia risulta essere molto all’avanguardia per attrarre investimenti in diversi settori, fornendo una posizione geografica strategica e dei trasporti efficienti; quali strategie sta adottando il suo Governo per facilitare ed intensificare gli investimenti ed i partenariati italiani? Nel 2020, nonostante le limitazioni dovute al Covid19, siamo riusciti ad attirare investimenti per un valore di 727 milioni di euro e quest’anno potrebbero essere ben oltre 1 miliardo, un grande risultato dopo molti anni di lenta crescita. Le ragioni alla base sono molte, per citarne alcune: la creazione di uno degli ecosistemi migliori al mondo per startup supportate da infrastrutture digitali avanzate; l’introduzione di interessanti incentivi agli investimenti come il “Green
Roma - Il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella con S.E. Solvita Aboltina, nuovo Ambasciatore della Lettonia in Italia
Channel” accelerato, il perseguimento di una politica di investimento estero più dinamica e mirata, nonché la crescente considerazione della Lettonia come paese vantaggioso per il business e di Riga come centro di know-how con un pool di lavoro internazionale in crescita.
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Ad oggi la formazione rimane un obbiettivo comune a tutti i membri della UE; quali investimenti sono previsti dal suo Governo per aumentare gli strumenti formativi e gli scambi culturali dei Lettoni? Gli investimenti nei programmi di mobilità studentesca (Erasmus), rendono la Lettonia la destinazione preferita degli studenti stranieri per l’istruzione di grado superiore e universitario.
Abbiamo quasi 500 società registrate in Lettonia da cittadini italiani e il capitale IDE (investimento diretto estero) accumulato nel secondo trimestre del 2021 è stato di soli 63 milioni di euro, rendendolo quasi invisibile rispetto agli investitori svedesi, tedeschi, norvegesi e di altri paesi.
A questi si aggiungono cospicui investimenti in infrastrutture nel settore della cultura, sport e scienza volti al raggiungimento di più alti standard e iniziative per la conservazione della nostra identità e patrimonio culturale. Questi i principali fattori che contribuiscono a rendere i nostri giovani più saggi, culturalmente preparati e di mentalità aperta.
A fine agosto abbiamo riaperto in Italia l’Ufficio di Rappresentanza dell’Agenzia per gli Investimenti e lo Sviluppo della Lettonia (LIAA). Tra le principali funzioni, l’Agenzia attira nuovi investitori italiani e supporta le imprese italiane, che già operano in Lettonia, ad espandersi. Sono certa che l’approccio dinamico e mirato di questo ufficio, con l’aiuto delle istituzioni pubbliche e delle organizzazioni private, produrrà risultati tangibili e i nostri legami economici diventeranno più forti e diversificati.
La digitalizzazione dei processi educativi è andata relativamente bene e i suoi effetti rimarranno anche dopo il periodo della pandemia, rendendo il settore dell’istruzione più trasparente e reattivo alle opportunità create dalla digitalizzazione. Sebbene negli ultimi due anni gli scambi culturali si sono ridotti, sono emerse nuove forme di interazione e di espressione culturale, prova che la creatività dell’uomo trova sempre la via d’uscita.
Bioeconomia, città intelligenti e mobilità, fotonica e materiali intelligenti, biomedicina, servizi alle imprese globali, energia intelligente e ICT sono ecosistemi in cui incoraggiamo gli investimenti, offrendo supporto attraverso programmi di aiuti statali e iniziative specifiche. Trovare sinergie, integrare le competenze, identificare opportunità in queste realtà industrialideterminerà se i nostri legami economici stanno per entrare in una nuova fase di cooperazione più intensa. Una fase in cui dominerà lo scambio di idee per la creazione e la commercializzazione di soluzioni alla domanda globale, costruite sui reciproci punti di forza espressi nelle joint ventures, nel lavoro fianco a fianco in consorzi di
ricerca e caratterizzati dalla presenza di forti legami istituzionali.
Lettonia : Freedom Monument
In questo contesto, è importante menzionare il progetto Rail Baltica. Progetto greenfield, in corso d’opera, che prevede la realizzazione di un’infrastruttura ferroviaria di collegamento di Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania con la Polonia e con la rete ferroviaria europea a scartamento normale. Questo progetto farà da acceleratore ad uno scambio molto più intenso di persone a livello regionale e viaggiare sarà più semplice e sostenibile.
ECONOMIA
l lavoro e il concetto di famiglia, questi
la Ministra degli Esteri e della Diaspora, S.E. Donika Gërvalla.
za e la tenacia che le contraddistingue.
Ho voluto riportare tutti questi fatti, per ribadire quanto sia importante promuovere politiche che assicurino la piena e paritaria partecipazione delle donne nelle nostre società, economie e governi, e la nostra giovane Repubblica del Kosovo nei 13 anni d’Indipendenza questo lo sta facendo progressivamente. È vero che la pandemia è una crisi che ancora oggi stiamo vivendo, con terribili conseguenze umane, socioeconomiche, politiche che hanno colpito sproporzionatamente le donne. Però, dall’altra parte, è vero anche che questa crisi ha reso più consapevoli anche gli uomini che è necessario intraprendere tutte le misure necessarie per superare le battaglie di genere. Nonostante questi sviluppi, a mio parere per raggiungere la piena parità di genere, abbiamo bisogno di un’agenda globale che affronti politiche trasversali e sistemiche in tutti diversi aspetti della vita delle donne. Una simile agenda, trasformativa e globale, richiede un coordinamento multilaterale, che dovrebbe essere promosso attraverso accordi efficaci sia a livello nazionale che internazionale. Il futuro delle donne è nella promozione dell’istruzione e la promozione della leadership femminile attraverso il rafforzamento di adeguate strutture sociali e educative. Il ruolo delle donne in diplomazia va oltre la garanzia della parità di genere nelle istituzioni di rappresentanza.
Lettonia, Kosovo ed Armenia che ci aiuteranno a
Sig.ra Lendita Haxhitasim, Ambasciatore della Repubblica del Kosovo presso la Repubblica Italiana.
S.Eccellenza, ringraziandola per la sua disponibilità le pongo subito la prima domanda: Attualmente le donne sono quelle a mio avviso che sono state piu’ colpite dalla Pandemia che, come una guerra ha nettamente portato la donna di qualsiasi ceto sociale e professione indietro almeno di 30 anni, rimettendola di colpo in discussione nel lavoro, nella famiglia e in tutti i contesti sociali per i quali aveva sostenuto battaglie di genere e diritti umani. Naturalmente tutte queste battaglie non si sarebbero potute vincere senza il supporto della politica interna e della cooperazione internazionale; a tal proposito come prevede il futuro delle donne in diplomazia e nelle relazioni internazionali? Grazie a voi e alla vostra redazione per l’interesse dimostrato con questa gradita intervista. Per me è un piacere poter scambiare con voi delle riflessioni per la speciale edizione sulle Donne in Diplomazia, questioni che tra l’altro mi sono vicino al cuore, sia personalmente che professionalmente. Vorrei cominciare proprio dalla comparazione che lei ha fatto, sul fatto che le donne sono state più colpite dalla pandemia, come in una guerra… a dire il vero nella Repubblica del Kosovo questa comparazione trova riscontri che sono ancora giovani nella memoria. Come ben sapete, in Kosovo durante la guerra del 19981999, le donne sono state le più colpite in tutti gli aspetti che potete immagi-
nare: da trovarsi all’improvviso senza mariti, padri e figli, fino ad affrontare le terribili atrocità dei crimini e violenze commesse contro di loro, e i traumi che ne conseguono, che sono difficilmente spiegabili a parole. E la grande forza delle nostre donne fece si che loro diventassero le agenti del cambiamento e della solidarietà del loro stesso destino. Attraverso la sensibilizzazione e la promozione delle proprie cause, che avene attraverso lo sviluppo di reti femminili in tutto il Kosovo, hanno rafforzato i principi di parità di genere a tutti i livelli, a partire dal governo fino alla società civile. Poiché la vera uguaglianza si può raggiungere soltanto in condizioni della pace, cosi come il rispetto della libertà e dei diritti umani si può realizzare solo in democrazia, nella nostra giovane democrazia abbiamo visto una politica interna che ha rafforzato la partecipazione delle donne nella politica, che aveva iniziato con una quota di genere di 30% della rappresentanza femminile in parlamento, e che ora grazie agli sviluppi positivi delle ultime elezioni del 14 febbraio 2021 ha superato i 40%. E poi, la conferma di questo trend rosa è arrivata con la S.E. Vjosa Osmani Sadriu, la nostra Presidente della Repubblica che si è insediata a Capo dello Stato, portando così a due il numero delle Presidenti donne nella Repubblica del Kosovo. Ma non finisce qui, nel nuovo Governo abbiamo due donne Vicepremier, e sei ministre, incluso
Affidare alle donne incarichi diplomatici di rilievo, vuol dire promuovere il pieno contributo delle donne al progresso dei diritti umani e nei processi di garanzia e della pace. Con l’inserimento progressivo nella storia delle donne nel settore delle relazioni internazionali, si è confermato il ruolo attivo delle donne come agenti di cambiamento nei processi di pace, sia nelle missioni internazionali di mediazione e negoziazione nell’azioni umanitarie, ma anche nella costruzione e stabilizzazione della pace nel mondo. Questo per il semplice fatto che la sensibilità e professionalità della donna, ha contribuito ad aumentare l’efficacia dei processi internazionali che mirano ridurre i conflitti e stabilire una pace duratura. Elementi importanti che testimoniano che in diplomazia e relazioni internazionali il futuro appartiene alle donne.
mazia ha preso un peso inestimabile nell’impegno per affrontare le grandi sfide di politica estera dei Paesi e delle organizzazioni internazionali. Il ruolo delle donne è sempre più attivo e in espansione. Tuttavia, però non possiamo ancora parlare di diplomazia al femminile, in quanto gli strumenti delle politiche sociali si devono sviluppare ulteriormente per favorire ancora di più l’inserimento delle donne in diplomazia. Maggiore inclusività, contribuisce a modernizzare la cultura organizzativa di ogni amministrazione statale. Quindi più donne dentro i posti chiave istituzionali, si faranno portavoce degli interessi di genere, garantendo in principio la piena applicazione delle normative vigenti, e lo sviluppo di quelle tematiche che altrimenti potrebbero essere ignorate. Dall’altra parte, uno tra i 17 obiettivi globali definiti dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, è anche la parità di genere. Questo indica che oltre al riconoscimento nei confronti dei diritti delle donne, spiega anche che c’è ancora tanto da fare per raggiungere gli obbiettivi concreti come la maggiore occupazione delle donne che è direttamente proporzionale alla crescita economica e al benessere di un Paese in generale. Altri obiettivi, come quelli economici, sociali, ambientali che spaziano dall’agricoltura al turismo, dall’energia alle innovazioni tecnologiche, dall’occupazione giovanile ai fenomeni migratori, sicuramente tutto questo insieme a più donne in politica estera, aiuta a promuovere società più eque, aperte, tolleranti e pacifiche. Oggi le sfide globali sono senza dubbio legate anche al cambiamento climatico, la transizione ecologica verso nuovi modelli di green business e la transizione digitale. Sono pienamente convinta che nessuno possa mettere in dubbio che queste sfide e obiettivi possono essere affrontate dalle donne con la stessa bravura e professionalità, nonché piena dedizione e sensibilità che ci caratterizza! Continua a pag. 4
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THE PROGRESS TIME Ta b l o i d t r i m e s t r a l e di economia e cultura. A U T. T R I B UA L E A R E Z Z O N. 4/13RS DEL 23/07/2013 ANNO VIII Tr i m e s t r e D i c e m b r e 2 0 2 1
Editore Ivan De Stefano
Direttore Responsabile Barbara Ganetti
Collaboratori: Cosetta Chiti Mattia Padella
Stamperia: Centro Stampa Q u o t i d i a n i S . P. A . Vi a d el l’ Indust r i a , 5 2 25030 - Erbusco (BS) L a p u b b l i c a z i o n e e’ s t at a finita di stampare il 13.12.2021
Contatti: Te l . + 3 9 0 3 8 4 2 7 6 0 9 4 redazione@theprogresstime.com
Quanto può diventare influente positivamente la coesione tra le donne in diplomazia e politica estera, relativamente alle nuove sfide mondiali alle quali saremo sottoposti globalmente? Jakupjakupi KOSOVO
La presenza delle donne in diplo-
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ECONOMIA English traslate interview to H.E. Mrs. Solvita Aboltina, Ambassador of Latvia in Italy
His future predictions of women in diplomacy and in international relations? The role of women in modern society and diplomacy is a topical issue. Before returning to diplomacy in 2018, I spent sixteen years in politics as Minister of Justice, Vice-President and President of the Parliament and chairing one of the largest political parties in the country. I am wary over the quota system, believing that professional knowledge and capacity of the individual prevail, but in the most countries too little has been done to give women equal opportunities, especially in welfare issues. Another argument is the traditional role of gender in society and the public opinion towards men and women performing specific positions. In Latvia, women and men can hold any professional role equally, despite of a certain disproportion. For example, in the Foreign Service, women are the majority of the staff, but if we look at the ambassador’s corps, only 18 are lady ambassadors. Anyway, we are proud of being represented by them in a large number of European countries (Austria, Italy, Czech Republic, Hungary, Finland, Denmark, Germany, the Netherlands, Sweden, UK) and other foreign countries (Kazakhstan, Georgia, China and Japan). Latvia have a high percentage of women in the court system and a good representation of women among university professors.Moreover, Latvian women held the highest State representative positions as the President of the Republic, Prime Minister and Speaker of Parliament. Such examples inspire young women to set and achieve high goals. How important is the collaboration of women in diplomacy and foreign policy to the new global challenges? Any professional and intellectual
group analysing facts or issues can contribute to a better solution to the common problems, as think tanks or similar groups of women diplomats.
continuo intervista a S.E. Sig.ra Lendita Haxhitasim, Ambasciatore della Repubblica del Kosovo presso la Repubblica Italiana. Di Ivan De Stefano
mondo, compreso l’Italia. In questo modo, le nostre istituzioni sosterranno iniziative culturali congiunte, per la cultura, lo sport e l’imprenditoria giovanile. Ci saranno dei programmi concreti dove si possono portare nuove idee e proposte, che mirano a far rientrare i giovani dall’immigrazione e dagli studi all’estero. Altrettanto si mira a completare il quadro giuridico per il settore giovanile in linea con le politiche di Unione Europea. Si continuerà a redigere i documenti strategici per il settore giovanile, e rafforzare l’attuazione dei diritti e obblighi derivanti dalla Legge sulla gioventù, sia a livello centrale che locale.
Women are also able to look at rational things emotionally and from a slightly different perspective, which can be useful in the context of finding solutions to new global challenges. What strategies your government adopting to facilitate and intensify Italian investments and partnerships? Last two years FDI growth has been continuing despite Covid pandemic. Government’s efforts to make Latvia a more attractive location for FDI have been paying off. Creating the world’s one of the best ecosystems for startups supported by advanced digital infrastructure that has brought to Latvia numerous foreign startups is just one of many improvements that contributed to a positive outcome. Reopening the Representative Office of Investment and Development Agency of Latvia in Italy is expected to attract new Italian investors and facilitate the expansion of the businesses that have already been working in Latvia putting in the centre sectors, like biomedicine, smart cities, photonics and others that are essential for future development of both countries. Which investments your government planned to increase the educational tools and cultural exchanges of Latvians? Digitalization of education process, large scale investments in the physical infrastructure of culture, sports and science as well excellent connectivity by air and soon by rail makes Latvia an appealing partner for co-operation, an inspirational place for cultural exchanges. Undeniably continues investments in exchange programs of school children and students will continue to be one of the central axes ensuring that youth in Latvia is wise, culturally educated and open-minded.
Photo credits latvia.travel
Turaida Castel of Latvia
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SamirKarahoda KOSOVO
Il suo paese risulta molto interessante per l’Italia, con punti di forza molto chiari: vicinanza geografica con l’Italia - ordinamento fiscale favorevole per gli investimenti - buona mano d’opera a costi sicuramenti contenuti - posizione strategica in UE; nel merito quali strategie ulteriori sta adottando il suo Governo per facilitare ed intensificare gli investimenti ed i partenariati italiani? La cooperazione tra il Kosovo e l’Italia è già ampia e ricopre moltissimi settori di reciproco interesse. Lavoriamo e ci impegniamo ogni giorno che il potenziale esistente venga sfruttato al massimo da ambe due le parti, in modo da facilitare e incentivare gli scambi non solo per le piccole e medie imprese dei nostri Paesi, ma anche per le industrie italiane che intendo investire in Kosovo. Ovviamente che tutto questo, come diceva lei, viene facilitato da elementi come la vicinanza geografica e i fattori demografici del nostro Paese, ma anche da politiche intere che mirano ad agevolare gli investimenti stranieri, offrendo ottime opportunità di investimento in settori e prodotti chiave per il made in italy come ad esempio quelli dell’industria agroalimentare, tessile, meccanica, lavorazione del legno, minerali, energia, turismo, e informatica e tecnologia dei servizi. In Kosovo abbiamo alimentato un clima imprenditoriale attraente, offrendo incentivi agli investimenti sotto forma di regimi fiscali più favorevoli rispetto ad altri paesi dell’UE, attraverso gli accordi bilaterali sulla doppia imposizione, e altri accordi commerciali multilaterali. Noi abbiamo cercato di raggiungere un alto livello di liberalizzazione del commercio estero, firmando gli accordi commerciali – CEFTA (Accordo Centro Europeo di Libero Scambio) CEFTA e l’Accordo di stabilizzazione e associazione con gli Stati membri dell’UE. Inoltre, abbiamo firmato accordi bilaterali che eliminano la doppia imposizione, e trattati che mirano alla protezione degli investimenti con molti Paesi europei. In questa direzione, il giugno scorso abbiamo firmato con l’Italia l’accordo sull’eliminazione della doppia imposizione, incoraggiando così gli investitori italiani ad investire liberamente in Kosovo. Inoltre, per favorire gli scambi, abbiamo adottato normative e legislazioni agevolanti nei confronti degli investitori stranieri. Un quadro legale dunque che assicura una serie di diritti legali agli investitori esteri e semplifica le procedure di
apertura e registrazione delle società nuove. In questo ambito, la legge sulla protezione degli investimenti strategici ha l’obiettivo di creare le condizioni per l’attuazione di progetti di investimento. Il Kosovo, come è noto, gestisce una politica monetaria molto stabile. Il Kosovo è uno dei pochi paesi al di fuori della zona dell’UE che ha introdotto l’Euro come moneta ufficiale. Facilità di fare affari: su 190 paesi, il Kosovo si colloca al 57 ° posto nel Rapporto della Banca Mondiale, Doing Business 2020. Invece per quanto riguarda la facilità di avviare un attività, il Kosovo si colloca in alto, occupando il 12-simo posto della classifica. Il settore dell’ IT informatico promette una prospettiva interessante. Attualmente, la più alta penetrazione di Internet (circa il 90 percento) nell’Europa sud-orientale. Questo è di gran lunga il dato più alto nella regione, addirittura superiore alla media in Europa. Il dinamico mercato informatico offre alle aziende grandi opportunità per i servizi di IT. L’espansione delle infrastrutture con particolare attenzione all’energia e ai trasporti, la continua crescita del settore delle costruzioni e l’estrazione e la lavorazione delle risorse minerarie, offrono ulteriori interessanti opportunità di mercato per le aziende. Senza poi dimenticare il potenziale che potrebbe essere sfruttato dalle aziende che in Italia offrono servizi online come i call center, gestione dati, back office, eccetera eccetera.
Come Ambasciatore del Kosovo in Italia, una delle priorità principali del mio mandato è quella di aumentare lo scambio tra i giovani del Kosovo e quelli dell’Italia. Sono convinta che ci sono così tanti elementi comuni, che vanno esplorati in modo da incentivare e aumentare gli scambi culturali. E ovviamente per farlo, dobbiamo cominciare con la libertà, e cioè facilitare la libera circolazione dei nostri giovani. Ad oggi, nonostante siano soddisfatti ormai da anni tutti i criteri tecnici, i cittadini del Kosovo non godono ancora della libera circolazione nell’area di Schengen, mentre la Commissione Europea e il Parlamento Europeo hanno dato il via libera alla liberalizzazione dei visiti per il Kosovo, il Consiglio dei Ministri dell’UE non ha ancora preso questa storica decisione a favore della libertà di un popolo che ne ha sofferto tanto. Questo è il primo ostacolo che viene sentito molto dai nostri giovani, i quali devono imbattersi in tante barriere burocratiche ancora prima di cominciare a realizzare i sogni e i loro progetti al di fuori del Kosovo. Con l’auspicio che questa terribile pandemia ci abbia resi tutti un po’ più empatici nei confronti della libera circolazione tra Stati, invito a riflettere ora sullo status dei nostri giovani e del nostro popolo, che vivono costantemente con queste restrizioni da quando siamo diventati liberi.
Il suo paese vanta una popolazione che è la più giovane d’Europa, circa il 70% ha meno di 35 anni e, naturalmente la formazione rimane un obbiettivo condiviso da tutti i membri della UE; quali investimenti sono previsti dal suo Governo per aumentare gli strumenti formativi e gli scambi culturali dei Kosovari?
Lo so, suona paradossale, ma questo è un enorme paradosso che viviamo tutt’oggi. Ma noi non ci scoraggiamo, perché lo spirito di libertà è più forte di qualunque burocrazia. Il nostro Governo sta attuando ora delle politiche di sostegno nei confronti delle eccellenze in svariate discipline che vanno dall’arte allo sport. Grazie alla straordinaria bravura dei nostri giovani, oggi il Kosovo ha conquistato le più alte vette internazionali sportive, artistiche e culturali. Seppur siamo stati ammessi a partecipare ai Giochi Olimpici soltanto nel 2016, oggi abbiamo 3 medaglie d’oro olimpiche, tutte conquistate dalle nostre bravissime judoke.
Oltre ad essere una democrazia giovane e vibrante che pulsa in mezzo all’Europa, siamo anche demograficamente giovani e motivati con spiccate capacità imprenditoriali: il 70% della nostra popolazione ha meno di 35 anni, ma va ricordato che questa percentuale di gioventù vanta un alto tasso di formazione e conoscenza della maggior parte delle lingue europee.
Nel mondo della musica e spettacolo, abbiamo artiste e cantanti kosovare di fama mondiale. Per di più, oggi siamo testimoni di un’ascesa dell’industria cinematografica kosovara, guidata tra l’altro in gran parte da donne giovani, che hanno conquistato i grandi schermi in tutto il pianeta, anche là dove non siamo ancora stati riconosciuti, vincendo premi e riconoscimenti internazionali.
Il nostro Governo ha già posto le basi per creare nuove opportunità e rafforzare la cooperazione tra i giovani in Kosovo, ma non solo dentro, ma anche quelli della diaspora, visto che abbiamo una diaspora numerosa e ben integrata in tanti paesi del
Sono fermamente convinta che tutto insieme, fa del Kosovo un Paese con un potenziale enorme che man mano si sta facendo spazio in Italia, in Europa e nel mondo per quello che siamo, nonstante le svariate sfide che affrontiamo a testa alta ogni giorno.
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ECONOMIA
Intervista a S.E. Tsovinar HAMBARDZUMYAN, Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario della Repubblica d’Armenia presso la Repubblica Italiana Di Ivan De Stefano
S.Eccellenza, ringraziandola per la sua disponibilità le pongo subito la prima domanda: Attualmente le donne sono quelle a mio avviso che sono state piu’ colpite dalla Pandemia che, come una guerra ha nettamente portato la donna di qualsiasi ceto sociale e professione indietro almeno di 30 anni, rimettendola di colpo in discussione nel lavoro, nella famiglia e in tutti i contesti sociali per i quali aveva sostenuto battaglie di genere e diritti umani. Naturalmente tutte queste battaglie non si sarebbero potute vincere senza il supporto della politica interna e della cooperazione internazionale; a tal proposito come prevede il futuro delle donne in diplomazia e nelle relazioni internazionali? In molte società le donne sono tradizionalmente considerate come incarnazione della vita, custodi della famiglia e garanti della continuità intergenerazionale. D’altro canto, le donne e le ragazze sono purtroppo maggiormente vittime di aggressione di genere, soprattutto nei conflitti armati, di discriminazione e di molestie. Pertanto, tra le caratteristiche innate delle donne c’è la flessibilità, la tendenza a evitare qualsiasi tipo di aggressione e la ricerca della calma, della pace e della sicurezza. Le donne sono spesso tra le prime a denunciare le guerre, la mancanza di sicurezza, le disuguaglianze. Quindi, se la missione primaria di un diplomatico è mantenere la pace, che è il presupposto per lo sviluppo di tutte le altre relazioni tra gli Stati, allora per le caratteristiche che ho menzionato, le donne sono molto brave in diplomazia. Tra l’aprile e il maggio 2018 l’Armenia ha vissuto eventi e cambiamenti significativi nel suo sistema politico attraverso una pacifica, non violenta Rivoluzione di velluto. Una Rivoluzione che ha comportato drastiche trasformazioni nei campi della democrazia, della tutela dei diritti umani e dello stato di diritto, creando un’atmosfera favorevole e dando un nuovo impulso alle riforme nel Paese. Il successo della Rivoluzione non violenta dell’Armenia è stato assicurato in misura considerevole dal forte coinvolgimento e dalla partecipazione politica attiva delle nostre donne. L’Armenia, in qualità di membro del Consiglio per i diritti umani, ha evidenziato, tra i suoi impegni, l’attuazione del Piano d’azione nazionale nell’ambito della risoluzione 1325 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, “Women, Peace and Security agenda”, ritenendolo strumentale per proteggere le donne che vivono in zone di conflitto e per garantire il loro contributo attivo alla costruzione della pace, alla ricostruzione e alla riabilitazione postbellica. Tenendo in considerazione il fatto che la protezione e la promozione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l’uguaglianza di genere, nonché il ruolo incisivo delle donne in tutte le fasi del conflitto del Nagorno-Karabakh sono delle priorità per l’Armenia, il Governo armeno ha approvato il primo Piano d’azione nazionale per il 2019-2021 e il calendario di attuazione per l’adempimento delle disposizioni della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU “Women, Peace and Security” nel febbraio 2019 che prevede politiche coerenti e coordinate per rafforzare il ruolo delle donne nella governance
S.E. Tsovinar Hambardzumyan
e nella riforma del settore della sicurezza, con particolare riferimento alla loro partecipazione al peace-keeping e alle attività di peace-building. Tra gli altri obiettivi, e al fine di aumentare la rappresentanza politica delle donne nella vita pubblica dell’Armenia, il codice elettorale ha previsto una quota più elevata per la rappresentanza femminile (rappresentanza delle donne del 25% negli organi elettivi invece del precedente 20%). Allo stesso tempo, è stato stabilito di aumentare gradualmente le quote rosa e di portarle, per le prossime elezioni, al 30 per cento. E mi conforta affermare che gli ultimi anni hanno visto un drastico aumento del numero delle donne non solo reclutate nel servizio diplomatico, ma anche promosse come Ambasciatori della Repubblica d’Armenia. Con una nuova tendenza ad aprirsi anche nelle società tradizionalmente patriarcali, spero che la diplomazia del 21° secolo sia rappresentata equamente da uomini e donne. D’altra parte, penso che essere donna non dovrebbe essere un vantaggio in sé. Credo fermamente che la nomina delle donne a cariche di alto rango debba essere basata sul merito e non sul genere. Quanto puo’ diventare influente positivamente la coesione tra le donne in diplomazia e politica estera , relativamente alle nuove sfide mondiali alle quali saremo sottoposti globalmente? Sfortunatamente, noi armeni conosciamo in prima persona le terribili conseguenze per le donne a seguito delle catastrofi naturali e provocate dall’uomo. L’anno scorso l’aggressione contro il popolo del Nagorno-Karabakh perpetrata dall’Azerbaigian non solo ha messo in grave pericolo la vita di 150mila persone di Artsakh, tra cui molte donne e ragazze, ma ha anche provocato una catastrofe umanitaria. Gli attacchi militari, i bombardamenti indiscriminati e sproporzionati da parte dell’Azerbaigian, perpetrati tra l’altro in piena pandemia da COVID-19, hanno pesantemente colpito le infrastrutture civili vitali, comprese le strutture sanitarie e gli ospedali di maternità. In base alla nostra esperienza, credo che le donne diplomatiche siano in una posizione migliore per portare questioni come la violenza sessuale, la tratta di esseri umani, problemi legate all’assistenza sanitaria, programmi socioeconomici e di riabilitazione, tra cui anche la riabilitazione socio-psicologica per le donne e le ragazze che risiedono nei luoghi coinvolti nei conflittio: sono
tutte questioni che altrimenti sarebbero state sottovalutate nell’agenda globale.Pertanto,le donne diplomatiche che rappresentano gli Stati-membri responsabili della comunità internazionale hanno una maggiore responsabilità nell’assicurare il rispetto e la protezione dei diritti delle donne e nell’adempiere a tale responsabilità, garantendo akki stesso tempo, l’attuazione dei documenti internazionali fondamentali sui diritti delle donne, come la Convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, la Dichiarazione e piattaforma d’azione di Pechino, gli Obiettivi globali per l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e altri strumenti chiave.
tive per la cooperazione economica armeno-italiana.
Il suo paese risulta molto interessante per l’Italia, con punti di forza molto chiari:posizione geografica strategica per il mercato Euroasiatico- Unione Doganale con Russia, Bielorussia e Kazakistan, offre un mercato ampio per gli investimenti e la vendita di prodotti e servizi - Capitale umano che vanta un buon grado di specializzazione - Mercato in forte crescita (energie rinnovabili, biomedicale, IT, rifiuti etc.) - Turismo in crescita ,con occhio di riguardo degli occidentali a viaggi legati all’esperienza del territorio ( Arte - Food - Fotografia - Archeologia e la storia ; nel merito quali strategie ulteriori stà adottando il suo Governo per facilitare ed intensificare gli investimenti bilaterali ed i parternariati con l’Italia?
C’è anche un’iniziativa lanciata dal Presidente dell’Armenia, che si chiama ATOM (Advanced Tomorrow). Il suo scopo è quello di creare joint venture con i colossi tecnologici mondiali, e alcuni colossi come Thales, Leonardo, Electronics, Siemens, IBM e Google hanno già mostrato interesse per questa iniziativa.
L’Armenia è un piccolo paese con grandi opportunità per gli investitori. L’Armenia è membro dell’Unione Economica Eurasiatica che consente l’accesso ad un mercato che conta circa 200 milioni di cittadini, con libera circolazione di beni, servizi, capitali e forza lavoro. D’altra parte, l’Armenia sviluppa continuamente il suo partenariato con l’Unione europea, le cui relazioni si basano sull’accordo di partenariato globale e rafforzato UE-Armenia. Data la sua posizione strategica, l’Armenia ha il potenziale per diventare un ponte tra gli stati membri dell’Unione Europea e l’Unione Economica Eurasiatica. Questa circostanza apre nuove strade per una cooperazione multiforme tra Armenia e Italia. Se registrate in Armenia, le aziende italiane possono liberamente accedere al mercato della Russia, del Kazakistan, della Bielorussia. Inoltre, vi è anche la possibilità di raggiungere il mercato dei Paesi del Golfo. L’Armenia ha un sistema bancario molto sviluppato, che è probabilmente il migliore dei paesi post-sovietici. L’Unione europea ha recentemente confermato la sua disponibilità a fornire all’Armenia un pacchetto finanziario di 2,6 miliardi di euro per promuovere le priorità di sviluppo dell’Armenia. Questo crea ulteriori opportunità per le aziende italiane nei settori come quello dell’energia, delle nuove tecnologie, dell’intelligenza artificiale, dell’agricoltura e dell’alimentazione. L’Armenia beneficia anche del sistema di preferenze generalizzate GSP+ dell’UE. Il processo di riforme volte ad aumentare l’efficienza dell’economia armena con il sostegno dei paesi partner dell’UE apre nuove prospet-
Il settore IT, in particolare la tecnologia digitale, è il settore in più rapida crescita della nostra economia. Ci sono circa 1300 aziende che operano in questo ambito in Armenia, il numero dei dipendenti di questo settore arriva a 19.000 e registriamo in media un aumento del fatturato del 20-25% annuo. Grandi investimenti italiani sono stati fatti in Armenia nel Romanelli settore dell’Nicola edilizia, dell’energia dalla società “RENCO”, nel settore dell’abbigliamento dalle società “LOVABLE ITALIANA”, “La Perla”, “Sartis”. La società Italian Stoneware Holding si occupa della produzione di stoviglie in ceramica.
Il governo armeno accoglie con favore gli investimenti esteri e introduce costantemente riforme globali che supportano lo sviluppo del contesto imprenditoriale e migliorano il clima degli investimenti. Il suo paese vanta capitale umano sempre piu’ altamente specializzato, naturalmente la formazione rimane un’obbiettivo condiviso da tutti i membri della UE; quali investimenti sono previsti dal suo Governo per aumentare gli strumenti formativi e gli scambi culturali degli Armeni? Il campo dell’educazione e della scienza è molto importante sia per l’Italia che per l’Armenia. In uno degli angoli più pittoreschi dell’Armenia, dal 2014 funziona il Collegio del Mondo Unito, UWC Dilijan. Questo collegio internazionale a Dilijan è diventato il 14° UWC delle 18 scuole attualmente presenti in questo movimento educativo globale e conta 220 studenti provenienti da 80 paesi. Rende l’istruzione una forza per unire persone, nazioni e culture per la pace e un futuro sostenibile. Pertanto, tutti gli studenti italiani interessati a proseguire la loro formazione all’estero, sono cordialmente invitati in Armenia. Quest’anno la Biennale di Venezia ha ospitato il TUMO Center for Creative Technologies dall’Armenia. Al di fuori dell’Armenia, TUMO ha Hub a Parigi, a Beirut, a Mosca, a Tirana e a Berlino. Anche alcune aziende italiane hanno manifestato interesse all’apertura di TUMO Box in Italia. L’Università Statale di Lingue e Scienze Sociali ‘V. Brusov’ di Yerevan ospita il Centro di Lingua e Cultura Italiana Dante Alighieri, che offre corsi di lingua italiana. Il governo italiano invia due insegnanti di lingua italiana all’anno per insegnare l’italiano nelle Università e nelle scuole di Yerevan.Più recentemente, nell’ambito della visita di Stato in Italia del Presidente della Repubblica d’Armenia, è stato firmato un protocollo d’intesa sulla cooperazione tra l’Università La Sapienza e il Ministero dell’Istruzione e della Scienza dell’Armenia, che ser-
virà come base per la riapertura della Cattedra di Armenistica presso la Sapienza. In Italia l’armeno è insegnato anche nelle Università di Venezia, Pisa e Bologna. Il 4 marzo u.s. il Matenadaran di Yerevan, l’Istituto dei Manoscritti Antichi di Mesrop Mashtots, e il Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Belle Arti e Spettacolo (SAGAS) dell’Università di Firenze hanno firmato un memorandum di cooperazione. Questo nuovo accordo aprirà nuove opportunità per i ricercatori delle due istituzioni per svolgere ricerche congiunte nei campi della storia, della filologia e della cultura dell’Armenia medievale, per pubblicare insieme studi, organizzare conferenze, seminari e scambiare studenti e ricercatori. Il memorandum contribuirà anche all’attuazione di progetti congiunti nell’ambito del Consiglio europeo della ricerca (CER) Orizzonte 2020 e di altri programmi europei (Erasmus +, ecc.). L’Armenia e l’Italia, come due Paesi con un ricco patrimonio culturale profondamente radicato nelle antiche civiltà, hanno sviluppato, negli ultimi 29 anni, una cooperazione più attiva nella sfera culturale, in particolare nel campo della conservazione e del restauro del patrimonio culturale. L’esempio della cooperazione più efficace in questo ambito è il ROCHEMP – il Centro regionale per la conservazione, la gestione e la valorizzazione del patrimonio culturale, frutto di un progetto sviluppato dall’Università di Bologna e dal Ministero dell’Istruzione, della Scienza, della Cultura e dello Sport della Repubblica di Armenia, con il supporto dell’AICS – Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Il progetto mira a istituire in Armenia un “Centro di competenza” in grado di fornire assistenza e supporto nelle future attività legate alla gestione, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio archeologico e culturale in Armenia e nella regione circostante. L’Armenia attribuisce grande importanza alla disponibilità del governo italiano a proseguire questo programma. Sono contenta che ci sia molto interesse tra i turisti italiani e armeni per il patrimonio storico e culturale dei due Paesi. In termini di intensificazione dei contatti tra Armenia e Italia, sottolinerei anche la necessità di una cooperazione decentrata tra le comunità. Mi fa piacere constatare che in molte regioni d’Italia le usanze locali hanno molto in comune con quelle delle comunità armene, soprattutto quando si tratta di buon cibo, ospitalità, genuinità dei prodotti, tradizioni artigianali, negozi, caffè, ristoranti, luoghi di culto e paesaggi incontaminati, riti religiosi e rispetto delle tradizioni, feste, natura affascinante, ricco patrimonio storico e culturale. E, ultimo ma non meno importante, ci auguriamo che riprendano i voli diretti tra i nostri Paesi, interrotti lo scorso anno a causa della pandemia, e che aumenti la presenza di turisti italiani in Armenia.
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English traslate interview to H.E. Mrs. Tsovinar HAMBARDZUMYAN,Ambassador of Armenia in Italy By Ivan De Stefano His future predictions of women in diplomacy and in international relations? In many societies women are traditionally considered as an embodiment of life, the guardians of a family and the guarantors of intergenerational continuity. On the other hand, women and girls have been more vulnerable to gender-based aggression - especially in armed conflicts, discrimination and social harassment. Therefore, among innate characteristics of women there is flexibility, tendency to avoid any kind of aggression, and striving for calm, peace and security. Women are often amongst the first to speak out against war, insecurity and inequality issues. So, if the primary mission of a diplomat is to maintain peace, which is prerequisite for the development of all other relations between the states, then what I described is among the characteristics that do make women good diplomats. In April-May 2018 Armenia experienced dramatic events and changes in its political system through a peaceful, non-violent Velvet Revolution. It brought drastic transformations in the fields of democracy, human rights and the rule of law, created a favorable atmosphere and gave fresh impetus to reform agenda in the country. The success of Armenia’s non-violent Revolution has been secured to a considerable extent by the strong involvement and active political participation of our women. Armenia, as a member of the Human Rights Council, has highlighted, among its commitments the implementation of the National Action Plan under the UN Security Council Resolution 1325 Women, Peace and Security agenda, considering it instrumental in terms of protecting the women living in conflict zones and ensuring their active contribution to peacebuilding and post-conflict reconstruction and rehabilitation.
participation in peacekeeping, as well as in peacebuilding activities. Amongst other objectives, and for the purpose of increasing political representation of women in Armenia’s public life, more effective quota for women representation has been prescribed by Electoral Code (25 percent representation of women in elective bodies instead of the previous 20 percent). At the same time, a gradual approach has been stipulated, and higher quota has been prescribed for next elections bringing it up to a level 30 percent. And it gives me comfort to state that the recent years saw a drastic rise in the number of women not only recruited in the foreign service but also promoted Ambassadors in Armenia. With a new tendency of opening up even in traditionally patriarchal societies, I hope the 21st century diplomacy will be represented equally by men and women.On the other hand, I think that being a woman should not be an advantage in itself. I strongly believe that appointment of women high-ranking officials, including Ambassadors should be merit-based and not gender-based.
How important is the collaboration of women in diplomacy and foreign policy to the new global challenges? Unfortunately, we Armenians know first-hand the terrific consequences for women from natural and man-made catastrophes. Last year aggression against the people of Nagorno-Karabakh perpetrated by Azerbaijan not only put the lives of 150 thousand people of Artsakh, including many women and girls, under existential threat but also resulted in humanitarian catastrophe. Perpetrated amidst the COVID-19 pandemic, Azerbaijan’s indiscriminate and disproportionate military attacks, shelling and bom
UWC Dilijan School Armenia
So women diplomats representing states which are responsible members of the international community have a major responsibility for ensuring the universal respect and protection of women’s rights and fulfilling this responsibility by ensuring the implementation of fundamental international documents on women’s rights, so including the UN Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination against Women, the Beijing Declaration and Platform for Action, Global Objectives for the 2030 Agenda for Sustainable Development and other key instruments.
IT, in particular digital technology is the fastest growing sector of our economy. There are about 1300 companies operating in this sphere in Armenia, the number of employees reaches 19 000, on average we register a 20-25% increase in turnover annually.
which strategies your government adopting to intensify bilateral investments and partnerships with Italy?
There is also an initiative of the President of Armenia, which is called ATOM. Its purpose is to set up joint ventures with the world’s technology giants, and a number of giants such as Thales, Leonardo, Electronics, Siemens, IBM and Google have already shown interest in this initiative.
Armenia is a small country with big opportunities for Investors.Armenia is a member of Eurasian Economic Union, which gives the country an access to its single market with around 200 million citizens and a free movement of goods, services, capital and labor force. On the other hand, Armenia continuously develops its partnership with the European Union, relations with which are based on the EU-Armenia Comprehensive and Enhanced Partnership Agreement. Given its strategic location Armenia has the potential to become a unique bridge between the member states of the European Union and the Eurasian Economic Union. It opens new avenues for multifaceted cooperation between Armenia and Italy. If registered in Armenia, Italian companies can get outreach to Russia, Kazakhstan, Belarus. Moreover, there is also a window towards the Gulf countries market.Armenia has also very developed banking system, which is probably the best in the post-Soviet countries. The European Union has confirmed its readiness to provide Armenia with a financial package of 2.6 billion euros to promote Armenia’s priorities. This creates opportunities for the Italian companies inter alia in the spheres of energy, new technologies, artificial intelligence, agriculture and food. Armenia also benefits from the generalized GSP + system of EU benefits. The process of reforms aimed at increasing the efficiency of the Armenian economy with the support of EU partner countries opens new perspectives for the Armenian-Italian economic cooperation.
Large Italian investments have been made in Armenia in the fields of construction, energy - by “RENCO” company, clothing production - by “LOVABLE ITALIANA”, “La Perla” and “Sartis” companies. Italian Stoneware Holding is involved in the production of ceramic tableware.
The government of Armenia welcomes foreign investments and constantly introduces comprehensive reforms that support the development of business environment and enhance the investment climate. Which investments are planned by your government to increase the educational tools and cultural exchanges of the Armenians? The field of education and science is very important for both Italy and Armenia.In one of the most picturesque corners of Armenia, since 2014 there functions a United World College (UWC Dilijan). This international boarding school in Dilijan became the 14th UWC of the 18 schools and colleges now established in the global education movement and has 220 students from 80 countries. It makes education a force to unite people, nations and cultures for peace and a sustainable future. So, all the Italian students interested in continuing their education abroad, are cordially invited to Armenia. This year Venice Biennale hosted the TUMO Center for Creative Technologies from Armenia. Outside of Armenia, TUMO has Hubs in Paris, Beirut, Moscow, Tirana and Berlin. Some Italian companies as well expressed their interest towards opening of TUMO Box. Yerevan Brusov State University of Languages and Social Sciences has Dante Alighieri Italian
Avedon Ritratti psichedelici Beatles poster Ringo Starr 1967
Taking into account that the protection and promotion of human rights and fundamental freedoms, gender equality, as well as ensuring the active role of women in all phases of the Nagorno-Karabakh conflict are among Armenian’s priorities, the Government of Armenia approved the first National Action Plan for 2019-2021 and implementation timetable for fulfilment of provisions of the UNSCR Women, Peace and Security in February 2019, which envisages coherent and coordinated policies for enhancing the role of women in the security sector governance and reform, in particular their
bardment have heavily affected the region’s critical civilian infrastructure, including the healthcare facilities and maternity hospitals. On our own example I believe that female diplomats are better positioned to bring issues such as sexual violence, trafficking and other gender-specific crimes, problems with family structures, health care, in dividual socio-economic and rehabili tation programs, including socio-psychological rehabilitation for women and girls residing in the conflict affected settlements into international discussions, which might otherwise have Aroldo Verso in Santhe Siroglobal (Milano) 1910-1911 beenBonzagni underrated agenda.
Language and Culture Center, which offers Italian language courses. The Italian government sends two Italian language teachers a year to teach Italian in one of the schools in Yerevan. Most recently, within the framework of the Armenian President’s state visit to Italy, a memorandum of understanding was signed on cooperation between the Sapienza University and the Ministry of Education and Science of Armenia, which will serve as a basis for the opening of the Chair of Armenology at Sapienza University. Armenology is also taught at the universities of Venice, Pisa and Bologna. On March 4, the Mesrop Mashtots Institute of Ancient Manuscripts, Matenadaran and the Department of History, Archeology, Geography, Fine and Performing Arts (SAGAS) of the University of Florence signed a memorandum. This cooperation will open new opportunities for the researchers of the two institutions to carry out joint research in the fields of medieval Armenian history, philology and culture, to jointly publish works, organize conferences, seminars as well as exchange students and researchers. The memorandum will also contribute to the implementation of joint projects within the framework of the European Research Council (ERC) Horizon 2020 and other European programs (Erasmus +, etc.). As countries with rich cultural heritage deeply rooted in the ancient civilizations, Armenia and Italy over the past 29 years have developed the most active cooperation in the cultural sphere, especially in the field of preservation and restoration of cultural heritage. An example of the most efficient cooperation in this sphere is the ROCHEMP - Regional Office for Cultural Heritage Enhancement, Management and Protection, which is the result of a project developed by the University of Bologna and the Ministry of Education, Science, Culture and Sport of the Republic of Armenia, with the support of AICS – Italian Agency for Development Cooperation. The project is aimed at establishing in Armenia, a “competence Center” able to provide assistance and support in future activities related to management, conservation and enhancement of cultural heritage in Armenia and the surrounding Region. And we attach great importance to the readiness of the Italian government to continue this program. I am glad that there is interest among tourists of the two countries in each other’s historical and cultural heritage. In terms of intensifying contacts between Armenia and Italy, we also emphasize the need for decentralized cooperation between communities. It gives me comfort to realize that in many regions in Italy the life has much in common with that in Armenia’s communities, especially when it comes to good food, hospitality, authenticity of products, rich craft traditions, shops, cafés, restaurants, places of the spirit and unspoiled landscapes, abundance of religious rites and respect of traditions, festivals, fascinating nature, rich historical and cultural heritage.
Tumo Center Armenia
And last but not least, we hope that the direct flights between our countries, which were interrupted last year due to the pandemic, will resume, and the presence of Italian tourists © Richard Mosse - Platon, eastern Democratic Republic of Congo, 2012 in Armenia will increase. Collection Jack Shainman
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CULTURA
Donne in Arte : come vengono percepite dalla critica, dal genere maschile e dalla società? Abbiamo incontrato l’Artista Ilaz, gentilmente concesso da Theinteriordesign(TID), azienda con la quale l’artista collabora da molti anni. TID nasce a Milano da un’idea del suo Fondatore il Dr. Francesco Tursini e da tantissimi Designer internazionali di altissimo livello che collaborano con lui. Da anni TID pone attenzione verso il mondo dell’Arte che da sempre risulta dialogare con il mondo del Design. Questa fusione di idee ha dato vita a Hysteria, che nel cuore pulsante di Milano diventa fucina di artisti nazionali ed internazionali dando vita ad eventi dedicati e alla promozione di artisti altamente selezionati.Ilaz si ritiene non un’artista ma una ricercatrice nell’arte, nativa della Basilicata, oggi sperimenta la sua ricerca artistica tra New York e Milano. Proprio a Milano dove oggi vive, ha trovato la giusta libertà di espressione in una city che si pone come piattaforma di globalità culturale internazionale. Nella sua visione dell’Arte e della donna cercheremo di capire un po’ meglio il genere femminile nelle sue molteplici faccettature. Di Barbara Ganetti Attualmente la situazione femminile in Italia risulta in fase di lenta evoluzione, ma la maggioranza delle donne, sia prima che dopo il matrimonio, ancora sente su di se’ il divario culturale con il mondo maschile in qualsiasi professione voglia intraprendere; inoltre la donna europea che lavora, in virtu’ della profonda crisi economica, molto spesso si trova a sostenere la famiglia economicamente essendo unica fonte di reddito a causa della sempre maggiore disoccupazione maschile, vivendo la propria dimensione di coppia e di moglie con un carico emotivo destabilizzante; a tal proposito, da donna, può darci la sua visione di come percepisce la donna oggi in Europa? Non posso darvi un parere generico sulla “donna in Europa”, perché pur essendo stata in moltissime città europee, sia per le mostre alle quali ho partecipato sia per viaggi personali, non ho mai avuto l’occasione di viverci per lunghi periodi e quindi la mia opinione sarebbe falsata da una raccolta di informazioni esigue. Mi piace sempre osservare in maniera empirica e analizzare dati che posso verificare personalmente. Quello di cui posso raccontare è di come percepisco la situazione in Italia, anzi restringendo ancora di più il campo a Milano. Comparando questa situazione di vita con quella meridionale e nello specifico nella regione da cui provengo: la Basilicata. Milano è la mia “città adottiva”, mi sono trasferita qui nel 2011 dopo aver conseguito la prima parte dei miei studi a Roma. Nel corso degli anni ho conosciuto moltissime donne, oltre a colleghe artiste, curatrici e varie professioniste in diversi settori. Posso affermare che questa città è molto aperta e ambiziosa quindi ho osservato come tante donne sono riuscite ad ottenere carriere brillanti. Ovviamente quello che fa la differenza è la storia personale di ognuna e questo non è circoscrivibile in un’opinione generica. Credo che ci sia molto rispetto, in generale, in quanto questa città vuole porsi come polo di riferimento per tanti settori importanti dalla moda al design al settore della cultura in generale. Di sicuro si possono verificare anche qui situazioni spiacevoli o poco rispettose della categoria femminile ma, la differenza la fanno le singole storie e ambienti
“Oggi l’Arte sviluppata dalle donne ricopre appena l’8% del mercato mondiale” di lavoro. In Basilicata la situazione può essere considerata notevolmente differente. Io sono cresciuta in un paese minuscolo, di 1500 abitanti, si chiama Rivello. In alcune zone del Sud Italia la mentalità e i valori nei confronti del genere femminile sono ancora obsoleti e spesso la donna è ancora considerata principalmente come procreatrice e necessariamente incentivata ad occuparsi del focolare
domestico. Si aprirebbe un lungo capitolo su come ancora vige un forte patriarcato e come anche l’aspetto religioso in tanti tratti della vita influenzi le scelte di tante ragazze che si preparano a un futuro esclusivamente da madri, subordinate ai loro mariti/compagni. Posso aprire una parentesi su New York mia seconda “città adottiva” dove la situazione della donna è in alcuni settori ardua. Il valore assoluto del lavoro e della carriera, nella città americana, fa si che la mentalità della famiglia venga subalternata all’interesse personale di investire tutte le energie nel perseguire la carriera e nell’avere successo. Le due cose sembrano essere inconciliabili e spesso perché la questione della maternità non è ben accettata da aziende di grossissimo valore economico che monetizzano il tempo e le persone.
al centro l’uomo e la donna, ritornando ad essere guida universale per la consapevolezza delle fragilità umane e la ricerca della perfezione interiore?
Oggi le donne nell’arte rappresentano solo l’8% del mercato globale, anche nell’arte la donna risulta ancora poco valorizzata, ed in alcuni casi poco credibile. Come vede la situazione delle donne che sono dedite alle forme d’arte nei prossimi anni?
Nell’accettazione della fragilità, di cui parla, e nella ricerca personale di come sopravvivere ad esse che sono state scritte innumerevoli parole racchiuse sotto forma di filosofia, saggistica, letteratura e poesia. Tutte queste forme di cultura esistono ma semplicemente sono meno racchiudibili in gruppi o movimenti e utilizzano altri linguaggi aderenti a un mondo diverso che comunica attraverso strumenti e spesso medium differenti.
In un bellissimo libro autobiografico dell’artista Louise Bourgeois “Distruzione del padre”, dichiara che fare l’artista in quel periodo era meno dignitoso che fare la prostituta. La straordinaria critica d’arte Lea Vergine nel suo libro “L’arte non è faccenda di persone per bene” narra la difficoltà vissuta in prima persona, prima nella zona del napoletano e poi in ambito nazionale, nell’occuparsi di arte in un ambiente totalmente saturo di figure maschili ingombranti. Inoltre la stessa Lea Vergine nel volume “L’altra metà dell’avanguardia” ha raccolto e narrato di artiste che hanno realizzato opere incredibili negli anni dal 1910 al 1940, spesso “occultate” dalle figure maschili altisonanti che tutti ricordiamo. Oggi per fortuna in tanti aspetti la situazione nel mondo dell’arte è cambiata, ci sono galleriste, critiche, curatrici, direttrici di musei e artiste straordinarie che riescono ad avere il giusto e meritato spazio. La difficoltà ancora persiste perché in generale questo è un settore complesso con un numero infinito di parvenu e di persone che improvvisano conoscenze e competenze, sottovalutando la difficoltà del mestiere. Sono convinta che in alcuni Paesi ci sarà sempre una maggiore inclusività dando sempre più spazio non solo alle donne ma finalmente abbattendo il concetto di genere e quindi includendo tutti a prescindere dal sesso di nascita. In altri Paesi c’è moltissimo da abbattere prima di poter arrivare a una tale libertà. Oggi la pandemia ci pone a livello globale di fronte a delle sfide economiche e culturali senza precedenti nella storia e, proprio la cultura oggi risulta sempre piu’ delegittimata dalla comunicazione di massa e dal consumismo che, impone modelli sempre piu’ omologati.Gli intellettuali rispetto al passato sembrano aver perso quello status di ragion pura che, li ponevano quali indicatori del genere umano verso la ricerca di se stesso e del bello; se d’accordo con questa concezione, crede che l’arte e la cultura di concerto con le nuove tecnologie, oggi possano ancora rimettere
Non credo nel concetto di “uomo/ donna”, credo nel concetto di esseri umani. Non credo si possa raggiungere alcuna perfezione interiore e non credo nemmeno sia necessaria. La bellezza è nella diversità e nei limiti di ogni essere vivente. Credo nella ricerca di un’evoluzione personale e collettiva che può avvenire soltanto attraverso l’accettazione della natura imperfetta di tutti noi. La perfezione è un concetto utopistico e soprattutto impedirebbe all’uomo (in quanto essere) di esprimersi sotto qualsiasi forma. Nel delirio dell’imperfezione umana sono state create le forme d’arte più complesse e meravigliose.
Da quanto mi ha confidato, la sua arte spesso risulta per i critici molto audace e virulenta, mettendo di fronte l’occhio di chi guarda a cio’ che non vorrebbe guardare, questo aspetto sicuramente rappresenta già di per se’ una forma d’arte, ma sicuramente crea non poche contraddizioni; ci spieghi come nasce questo suo impulso e, da quale bagaglio interiore viene espresso, e ancora, oggi cosa si prefigge di trasmettere al mondo la sua arte? Ci sono artisti grandiosi che hanno segnato il mio modo di comunicare e di creare. Il mio trascorso personale di sicuro influisce su quello che faccio e la cosa che amo di più è utilizzare qualcosa di vissuto che possa arrivare a toccare corde comuni, che possa suscitare quell’emozione talvolta recondita e celata. Allora lì il processo si compie perché avviene un reale scambio, forte, pieno e sensazionale. Il fil rouge d’indagine del mio lavoro è di sicuro il corpo. Vissuto come gabbia, prigione, membrana invadente e soffocante e come elemento sacro di bellezza imprescindibile. Come un elemento magico che ci appartiene e’ che e’ la tela sulla quale si
imprime la nostra esistenza e le nostre emozioni. È il corpo al centro del mio universo. Partendo da qui creo. Realizzo tele, performance o video-installazioni. Ho lavorato con i più svariati corpi. Quando sono da sola con le mie tele è un lavoro molto più introspettivo. Quando creo le performance c’è un lavoro collettivo meraviglioso. Ho lavorato con tanti musicisti, da dj di musica elettronica a violinisti, arpisti, pianisti,cantanti liriche, e con danzatori e danzatrici, attori e attrici. Tutti lavori incredibilmente intensi, talvolta estenuanti perché nasce ogni volta un’energia nuova, forte e potente che viene completata soltanto dalla presenza finale del pubblico che restituisce, per ogni singola esperienza, qualcosa di diverso. Quest’ultimo è un dato assolutamente imprevedibile. Ogni performance è unica, (intesa come non ripetibile) non è una pièce teatrale, tutto quello che accade sta accadendo al momento, non ci sono gesti o testi codificati ma solo delle linee ampie sulle quali di volta in volta i protagonisti si muovono. Ricordo che in una delle mie performance #chambre a New York, la performer che lavorava con me in quel periodo era totalmente chiusa nel cellophane, (come accadeva per tutte le protagoniste di #chambre) sembrava un bozzolo di una farfalla. Io non la disturbavo mai prima di iniziare perché era necessario per lei trovare la concentrazione e per respirare dagli unici due buchi che le facevo sul naso e sulla bocca. Quella volta alla Salomon Art Gallery di New York c’era un enorme pubblico perché ero in mostra collettiva con altri 3 artisti americani tra cui l’esponente dell’espressionismo astratto Natvar Bhavsar. Ero estremante emozionata, l’energia era traboccante. Avevo deciso che quella volta lei sarebbe stata seduta su un’altalena di design. Era bellissima. Aveva questo vestito di velluto bianco che avevo disegnato io, con una coda lunghissima che occupava metà della stanza. La gallerista mi disse di aspettare altro tempo, perché stava arrivando altra gente. Così il tempo di permanenza nel cellophane era diventato rischioso.Quando finalmente mi sono avvicinata per iniziare la performance, lei si era quasi addormentata nel suo involucro, facendomi spaventare atrocemente. Oggi ne rido. La serata fu bellissima e mi sembrava di toccare con mano il mio sogno che diventava realtà.Conservo dei ricordi straordinari di ogni esperienza che ho fatto grazie al mio lavoro e arrivare alla gente sento che è la mia “missione” più importante.
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English traslate article page 7 - Women in Art As a woman, can you give us your vision of how you perceive women in Europe today? I can’t give you a general opinion on “women in Europe”, because although I have been to many European cities, both for the exhibitions I have participated in and for personal travels, I have never had the opportunity to live there for a long period and therefore my opinion would be distorted by a collection of meager information. I always like to observe empirically and analyze data that I can verify personally. What I can tell you is how I perceive the situation in Milan, my “adoptive city”. I moved here in 2011 after completing the first part of my studies in Rome. Over the years I have met many women, as well as fellow artists, curators and various professionals in different fields. I can say that this city is very open-minded and ambitious so I have observed how many women have managed to achieve brilliant careers. Obviously, what makes the difference is the personal story of each one and this can’t be circumscribed in a generic opinion. How do you see the situation of women who are dedicated to art forms in the coming years? In “Destruction of the father”, a beautiful autobiographical book by the artist Louise Bourgeois, she declares that being an artist in that period was less dignified than being a prostitute. Lea Vergine, an extraordinary art critic, in her book “Art is not a matter for good people” tells the difficulties she experienced personally in dealing with art in an environment totally saturated with cumbersome male figures, first 8 of all in the Neapolitan area and then nationally. Today, fortunately, in many ways the situation in the art world has changed, there are gallery owners, critics, curators, museum directors and extraordinary women artists who manage to have the right and deserved space. Art and technology, what do you think? I don’t believe in the concept “man/ woman”. I believe in human being. I don’t believe that any inner perfection can be achieved and I don’t even think it’s necessary. Beauty is in the diversity and limits of every human being. I believe in the search for personal and collective evolution that can only hap-
pen through the acceptance of the imperfect nature of all of us. Perfection is a utopian concept and above all would prevent man (as a person) from expressing himself in any form. The most complex and wonderful art forms have been created in the delirium of human imperfection. In the acceptance of fragility and the personal search for how to survive them, countless words have been written in the form of philosophy, non-fiction, literature and poetry. All these forms of culture exist but simply are less enclosed in groups or movements and use other languages adhering to a different world that communicates through different tools and often different mediums. What do you want to convey with your art today? There are great artists who have marked my way of communicating and creating. My personal background certainly influences what I do and the thing I love most is to use something I lived that can touch common chords, that can arouse that sometimes hidden and concealed emotion. Then there the process takes place because there is a real exchange. A strong, full and sensational exchange. The fil rouge of investigation in my work is certainly the body. Seen as a cage, a prison, an intrusive and suffocating membrane and as a sacred element of inescapable beauty. As a magical element that belongs to us and that is the canvas on which we imprint our existence and our emotions. The body is the center of my universe. From here I create. I make canvases, performances or video installations. I worked with a wide variety of bodies. When I am alone with my canvases it is much more introspective work. When I create performances there is a wonderful collective work. I worked with many musicians, from electronic music DJs to violinists, harpists, pianists, opera singers, and with dancers, actors and actresses. All of them are incredibly intense works, sometimes exhausting because every single time a new, strong and powerful energy arises which is completed only by the final presence of the audience which gives back, for each single experience, something different. The latter is an absolutely unpredictable fact. Each performance is unique, (understood as not repeatable) it is not a play, everything that happens is happening at the moment, there are no gestures or codified texts but only broad lines on which from time to time the protagonists move.
La figura della donna in Giappone. Di Mattia Padella - Fonte ufficiale Associazione Giappone in Italia a Milano.
Nonostante si creda che la donna sia stata sempre subordinata all’uomo, è giusto sapere che in realtà la società giapponese è nata completamente matriarcale perché l’idea di riuscire a creare una nuova vita conferiva alla donna un’importanza davvero incredibile, non solo nella vita di tutti i giorni, ma anche nello shintoismo, religione autoctona del Giappone. Lo stesso shintoismo presenta molte figure femminili, tra cui Amaterasu-ō-mi-kami (Grande dea che splende nei cieli) considerata l’antenata diretta della famiglia imperiale giapponese. Due i testi che raccontano la donna nell’epoca feudale, il Kojiki e il Nihon shoki. Il primo, Kojiki, racconta la nascita della dea Amaterasu avvenuta dall’occhio di Izanagi, il padre di tutti i kami, che regalò alla figlia una preziosa collana e il governo di Takamagahara, il regno degli dei. L’intelligenza, la bellezza, la fertilità e la purezza sono le qualità della dea Amaterasu che per i giapponesi sono sempre state associate alla donna. Religione a parte, nella vita politica e sociale, in Giappone ci sono state sacerdotesse e ben sette donne imperatrici. Il pensiero di vedere la donna come figura fondamentale, nonostante le cose siano poi successivamente cambiate, non ha mai lasciato la società giapponese ancora fortemente condizionata dallo spirito shintoista. L’importanza della donna nella società giapponese è stata notevole fino all’arrivo del buddismo e del pensiero confuciano nel VI-VII secolo che hanno cambiato totalmente la condizione femminile. Il ruolo sociale della donna era completamente ignorato dal buddismo e il confucianesimo le imponeva di obbedire all’uomo, con un codice sociale di comportamento, chiamato “tre obbedienze e quattro virtù”. Questo codice era un insieme di principi che le donne dovevano seguire: per il padre doveva essere una figlia nubile, per il marito una moglie casta e per i figli una vedova completamente dedita al clan e alla famiglia. Per quanto riguarda invece le quattro virtù, queste erano l’ Etica nel matrimonio, nel Dialogo, nel Volto e nelle “Opere”. Il periodo Heian vede la subordinazio-
ne della donna nell’economia e nella politica così come nel periodo Edo con lo shogunato Tokugawa; la situazione va migliorando nel periodo Meiji, quando il Giappone si avvicina alle idee occidentali e concede alla popolazione uguali diritti senza tenere conto del sesso. Nonostante tutto questo desiderio di emancipazione, la legge sulle pari opportunità per eliminare la discriminazione lavorativa contro le donne verrà emanata solo nel 1986, tant’è che nel 1990 il Ministro delle Finanze Ryutaro Hashimoto dichiarò che le donne avrebbero dovuto smettere a di andare all’università, per stare invece a casa a fare figli. Questa “subordinazione” non ha tolto alle donne il rispetto e la stima, infatti continuavano a ricoprire ruoli nella corte imperiale e nell’aristocrazia, conservando possedimenti ed una parziale libertà anche nei rapporti privati. Da questa libertà di amare e da poesie e diari nascosti, sono nate le più belle opere della letteratura giapponese. Le opere letterarie erano delle donne, addirittura dobbiamo a loro la nascita del sillabario “hiragana”, una scrittura femminile e delicata, con forme morbide e rotonde. Abbiamo un esempio della letteratura giapponese con uno degli scritti giapponesi più conosciuti ed importanti, il Genji monogatari (Storia di Genji, 1000-1012 ca.) di Murasaki Shikibu, una dama di corte.Questo libro ci racconta la condizione delle donne e affronta argomenti molto interessanti come la poligamia, la gelosia, e l’insicurezza che “creava nella donna una tensione psichica che sbocciava nell’isterismo o nella follia”. La letteratura era DONNA, tanto è che a loro era permesso scrivere in caratteri giapponesi, mentre l’uomo poteva utilizzare solo il cinese antico. La donna giapponese oggi: La figura della donna giapponese oggi, fortunatamente non è più in una condizione di subordinazione, ma la differenza con l’uomo è sicuramente più forte che nei paesi occidentali. Le donne sono viste come madri di famiglia con una sorta di “scadenza” da rispettare per trovare marito. Nonostante questo, soprattutto nei tempi più recenti, le donne giapponesi han-
no cominciato una sorta di ribellione, andando contro all’idea della geisha/ bellezza di porcellana da rinchiudere in casa e ancora una volta a mostrarlo è la letteratura, con nomi importanti del calibro di Yoshimoto Banana e Kirino Natsuo. Ma le donne giapponesi oggi sono ancora lontane dal raggiungimento della parità con gli uomini; lavorano, ma non in maniera continuativa e difficilmente raggiungono notevoli livelli dirigenziali o un salario alto. Pressione sociale e idea della brava moglie e madre, sono pensieri che non possono essere evitati nè traditi, pena il disonore. Vediamo invece di trattare una figura della società odierna giapponese: le OL, le Office Lady, donne non sposate che lavorano come impiegate. Secondo alcune fonti, sembra che le donne potessero, fino a qualche tempo fa, solo preparare il tè e fare fotocopie per il titolare. Fortunatamente, da qualche tempo le donne hanno accesso allo Sogoshoku che sarebbe la carriera con prospettiva di promozione. Sicuramente sono stati fatti molti passi avanti riguardanti l’emancipazione della figura femminile in Giappone, ma ancora persiste il tema dei matrimoni combinati, e delle donne costrette a rimanere nubili per poter avanzare nella carriera lavorativa. Anche la gravidanza potrebbe creare problemi nel riottenere il posto di lavoro alla fine del congedo. Le idee convenzionali sono comunque fortemente radicate nella mente giapponese, non dimentichiamo la forza che la tradizione ha su questo popolo, sia sugli uomini sia sulle donne.
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Etihad: un vettore che punta alla multiculturalità, la sostenibilità e la parità di genere. Intervista ad Antonella Cataldi, Country Manager Etihad Italia
Di Ivan De Stefano stenibili, ma anche ottimizzazione delle rotte, ottimizzazione dei livelli di rumore, del servizio di bordo; queste sono solo alcune delle aree che vedono impegnati Etihad ed i suoi partners strategici. Collaborazioni che stanno continuando sino ad oggi malgrado la pandemia, proprio con il primo volo Greenliner del 2021 che, sono orgogliosa di dirlo, e’ atterrato in Italia, per essere precisi a Roma nell’Aprile 2021, riducendo le emissioni di CO2 di ben due tonnellate e, di ben il 50% dell’utilizzo della plastica mono uso. Nel Dubai Air Show che si e’ tenuto da poco Etihad ha rafforzato le sue partnerships con Airbus ed altri partners strategici verso la sostenibilità.
Antonella Cataldi, Etihad Country Manager Italia
Multiculturalità e diritti di genere intrapresi dalla compagnia Etihad, quali nuovi obbietttivi? Il successo di Etihad e’ guidato dalle persone, da una forza lavoro multiculturale altamente focalizzata al benessere dei viaggiatori, che è anche una comunità, un team unito, che si supporta a vicenda. Etihad non solo connette i luoghi, ma prima di tutto connette le persone, infatti la nostra forza lavoro è rappresentata da 139 differenti nazionalità al momento in cui parliamo; altro focus sicuramente il rafforzamento del ruolo delle donne, questo è un punto centrale nella cerchia dei nostri valori. Infatti Etihad è orgogliosa di avere migliaia di lavoratrici talentuose ed ambiziose in tutti i processi della catena del valore, sopra e sotto le ali possiamo dire. Proprio quest’anno uno dei temi principali e’ stato “Choose to Challenge” in occasione della giornata internazionale della donna, molte donne in Etihad hanno accettato questa sfida e, tutt’ora ricoprono ruoli importanti in ben 7 business division (Cargo- Ingegneria - Medicina - Finanza - legale - Risorse umane) con incarichi Top, poi abbiamo naturalmente donne che ci fanno
“Abu Dhabi risulta essere una città sicura per gli spostamenti durante la pandemia” volare alto, con incarichi da Capitani e Primi Ufficiali. Nello scorso anno Etihad è stata la prima compagnia negli Emirati a prendere ufficialmente l’impegno di aumentare la forza lavoro femminile del 25% nei prossimi 5 anni, questo per contribuire ad un maggiore equilibrio tra donne e uomini nell’aviazione, al momento piu’ del 33% della nostra comunità di lavoratori è rappresentato da donne
e, di questo 33% il 34% ricopre ruoli manageriali. Negli uffici di Etihad ad Abu Dhabi la metà dei lavoratori locali è donna, quindi piu’ che mai la compagnia intende investire nel multiculturalismo e nel bilanciamento tra i generi, perchè cio’ contribuisce ad una forza lavoro piu’ coinvolta atta a migliori prestazioni.
Il Nostro Airbus 350 entrerà a far parte del “Greenliner program, cosi grazie al Green Liner 787 ed Airbus 350 che si chiama Sustainable Fifty”,ricordando appunto il cinquantesimo anniversario della fondazione degli Emirati Arabi Uniti, Etihad si avvia ad essere leader nel campo dell’aviazione e della sostenibilità.
Etihad ed Expo, i 50 progetti degli Emirati per rilanciare l’economia. Sicuramente Expo da mesi stà diventando una piattaforma di dialogo su molti fronti comuni a livello globale e, malgrado la pandemia le affluenze al padiglione Italia non mancano. Naturalmente questo periodo potrà portare delle grosse opportunità di collaborazione tra Etihad e le imprese italiane presenti alla manifestazione. La compagnia di bandiera si ritiene pronta a rispondere alle esigenze di trasporto dirette ai viaggi di business negli Emirati. Quali nuove iniziative per Etihad Italia? Il nostro obbiettivo e’ sicuramente il rilancio della nostra destinazione Abu Dhabi, con delle promozioni tariffarie e l’abbinamento del biglietto gratuito per Expo per ogni biglietto acquistato sia singolo che per gruppi leasure e sportivi.inoltre si vuole diffondere il messaggio che, Abu Dhabi ha snellito molto la burocrazia per l’ingresso e la permanenza nell’emirato.
Il test Anti Covid totalmente gratuito permette di frequentare tutti i luoghi pubblici e di fare check in negli hotel. “lo Sport per promuovere l’inclusione”, questo e’ quello che fà Special Olimpics, con cui abbiamo collaborato circa tre anni fà in occasione dei mondiali di Special Olimpics ad Abu Dhabi, che si è rivelata una esperienza straordinaria. Quindi abbiamo voluto continuare a mantenere legato il nome di Etihad a Special Olimpics e in occasione della giornata dei diritti delle persone con disabilità , il 3 dicembre scorso sia a Malpensa che a Fiumicino, abbiamo offerto ad un atleta di Special Olimpics una esperienza particolare. Le due atlete, due ginnaste hanno partecipato ad ogni step dell’esperienza del viaggiatore, dal Gate, il Check in ed i relativi controlli, fino alla visita dell’aereomobile e, a Malpensa una simulazione nella cabina di regia a bordo insieme al capitano. A fiumicino l’atleta di Special Olimpics ha incontrato un atleta pluripremiato paraolimpico grazie alla collaborazione di Aeroporti di Roma e della Polizia di Stato.
In questo 2021 cadono i 50 anni dall’unificazione, gli Emirati Arabi Uniti saranno laboratorio mondiale di innovazione. Etihad sarà un vettore importante a medio e lungo termine? Il futuro per l’aviazione mondiale indubbiamente è la sostenibilità, per noi di Etihad non è solo una scelta virtuosa, ma un vero e proprio must per rimanere competitivi nel mercato, quindi al di là della crisi scaturita dalla pandemia, quella della sostenibilità è una delle sfide piu’ grandi. Gli Emirati sono un membro molto attivo di ICAO tra i primi paesi ad aver firmato l’accordo CORSIA(Carbon of Setting and Reduction Scheme for International Aviation).Come compagnia di bandiera Etihad è in linea con la visione intrapresa dagli Emirati per la riduzione di emissioni CO2. Anche Etihad, come molte altre compagnie, ha preso l’impegno di zero emissioni entro il 2050, con un obbiettivo intermedio, ovvero riduzione del 50% del livello di emissioni del 2019 entro il 2035. Il centro della strategia di Etihad è il nostro programma “Greenliner”, questo programma utilizza un Boeing 787 della flotta come banco di prova per migliorare la sostenibilità. Ma risale a molti anni fà l’impegno di Etihad rivolto alla sostenibilità, già dal 2012 con il primo volo Washington - Abu Dhabi , utilizzando il Bio fuel , seguito da altre iniziative come la firma nel 2016 del protocollo “United for wildlife” a sostegno della lotta contro il bracconaggio, il primo Eco Flight nel 2019 senza utilizzo di plastica monouso.Sempre nel 2019 con la collaborazione di Boeing ed altri partners siamo entrati a far parte del programma “Eco demostrator”, cio’ significa non solo carburanti so-
Milano City Etihad Air Bus 350
Antonella Cataldi presso Ambasciata Emirati Arabi Uniti a Roma
Via Antonini 32, Milano