A Santiago lungo il Cammino d’Inverno

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IL PERCORSO


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Ponferrada➜➜Las LasMédulas Médulas Ponferrada


Da Ponferrada a Las Médulas LAS MÉDULAS

BORRENES

CASTELLO DI CORNATEL

VILLAVIEJA

SANTALLA DEL BIERZO ERMITA DE RIOFERREIROS

PRIARANZA DEL BIERZO

600

PONFERRADA

800

TORAL DE MERAYO

1.000

VILLALIBRE DE LA JURISDICCIÓN

1.200

1

400 200 0m 0 km

5

10

15

20

25

30

LUNGHEZZA: 27,4 km

Dove dormire

DISLIVELLO: SALITA 960 m DISCESA 750 m

PONFERRADA: Albergue de Peregrinos San Nicolás de Flüe, calle Obispo Camilo Lorenzo 2, tel. (+34) 987-41.33.81, www.sannicolasdeflue.com, 180 posti, donativo, apertura annuale, uso cucina, possibilità di preghiera serale. Albergue Guiana, avenida el Castillo 112, tel. (+34) 987-40.93.27, info@ albergueguiana.com, www.albergueguiana. com, 90 posti (dormitori misti e camere private), €, apertura annuale, uso cucina, servizio lavanderia. Albergue Alea, calle Teleno 33, tel. (+34) 987-40.41.33, info@alberguealea. com, www.alberguealea.com, 18 posti (dormitori da 6 e 4 posti), €, apertura aprile-ottobre, possibilità di cena comunitaria e colazione, servizio lavanderia. Hotel El Castillo, avenida el Castillo 115, tel. (+34) 987-45.62.27, info@hotelelcastillo.com, www.hotel-elcastillo.com, 48 camere, €€, apertura annuale, possibilità di cena e colazione. VILLAVIEJA: Albergue municipal Manuel Fuentes, nelle vecchie scuole, tel. (+34) 987-42.08.06, aytopriaranza@ ccbierzo.com, €, 16 posti (dormitori misti), apertura annuale, uso cucina. ATTENZIONE! Non ci sono altri servizi nel paese: portare con sé il necessario per la cena. BORRENES: Casa rural Cornatel Médulas,

DIFFICOLTÀ: media FONDO: 46% STERRATO 54% ASFALTO

Mezzi Pubblici PONFERRADA: Stazione ferroviaria, collegamenti con l’aeroporto internazionale di Madrid, www.renfe.com. Stazione degli autobus, collegamenti con Madrid, Santiago de Compostela, Oviedo e León, www.alsa.es. TORAL DE MERAYO: Fermata autobus, autobus da/per Ponferrada, linea L2 e F1, www.ponferrada.org. VILLALIBRE DE LA JURISDICCIÓN, PRIARANZA DEL BIERZO, BORRENES: Fermata autobus, autobus da/per Ponferrada, www.linecar.es.

Servizi PONFERRADA: Ufficio turistico,

calle Gil y Carrasco 4 (presso l’entrata del castello), tel. (+34) 987-42.42.36, www.ponferrada.org, lun-ven 9-15 e 16-18, sab-dom 10-14 e 16-18. Presenti nel centro tutti i servizi di prima necessità, botteghe e farmacie. TORAL DE MERAYO: Bar, alimentari. VILLALIBRE DE LA JURISDICCIÓN: Bar. PRIARANZA DEL BIERZO: Bar, bancomat. BORRENES: Ristorante, farmacia. LAS MÉDULAS: Bar, ristoranti.

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Ponferrada ➜ Las Médulas

plaza del Ayuntamiento 3, tel. (+34) 98742.05.68, info@cornatelmedulas.es, www.cornatelmedulas.es, €€€, 11 camere, apertura annuale, possibilità di cena e colazione, piscina. CARUCEDO: Hotel Rural la Peregrina (a 400 m dal Cammino), carretera Carucedo-Las Médulas, tel. (+34) 611-53.89.27, info@ laperegrina.es, www.laperegrina.es, €€, 10 camere, apertura annuale, possibilità di cena e colazione, piscina. LAS MÉDULAS: Hotel Medulio, calle General 1, tel. (+34) 987-42.28.89 / (+34) 987-42.28.33, €€, apertura annuale, prenotazioni tramite Booking.com, €€, 26 posti, possibilità cena e colazione.

Albergue rural La Senda, carretera Carucedo 40, tel. (+34) 640-24.47.05, €, 8 posti, apertura annuale, uso cucina. Cabañas rurales Lares, calle General 11, tel. (+34) 626-10-85.52, lares.rural@gmail. com, www.laresrural.com, €€, 6 posti (bungalow), apertura annuale, colazione inclusa e uso cucina. Casa rural Socorro, calle General, tel. (+34) 987-42.28.58, €, 6 posti, apertura annuale, possibilità di colazione. Casa rural Agoga, carretera Las Cuevas, tel. (+34) 699-72-24.88, reservas@ ruralagoga.es, www.ruralagoga.es, €€€, 3 camere, apertura aprile-ottobre, colazione inclusa, possibilità di cena.

Iniziamo il nostro Cammino lasciandoci alle spalle Ponferrada e la folla del Cammino Francese per seguire la valle del río Sil, con le sue colline coperte di vigneti e boschi. Ci aspettano due belle salite verso il castello di Cornatel e fino a Las Médulas, circondata dalle spettacolari miniere d’oro romane patrimonio dell’umanità Unesco.

Iniziamo il nostro Camino de Invierno a Ponferrada: il punto di partenza ufficiale dell’itinerario è il cruceiro posto al centro della rotatoria fra avenida el Castillo e calle Cruz de Miranda. Ci lasciamo alle spalle l’albergue Guiana e seguiamo calle Cruz de Miranda in direzione sud-sud-est. Poco dopo, all’incrocio con calle Escuelas, troviamo il primo mojón ufficiale del Camino de Invierno. Proseguiamo su calle Cruz de Miranda ignorando tutte le traverse laterali, e superiamo la ferrovia su un cavalcavia che ci accompagna fino alla rotonda, dove imbocchiamo il ponte medievale per attraversare il río Boeza. Una volta superato il ponte [1.1] gli amanti della storia dell’arte possono seguire verso sinistra i cartelli turistici rosa acceso che portano, con una breve deviazione di 500 m, alla chiesa di Santa María de Vizbayo, databile all’inizio dell’XI secolo, forse la più antica chiesa romanica nella regione del Bierzo, con reminiscenze mozárabe. Dal punto [1.1], svoltiamo a destra su calle Matadero, seguendo le indicazioni di un altro mojón. La strada, asfaltata ma poco trafficata, costeggia in piano il corso del río Boeza superando la confluenza nel río Sil, e permette di lasciarci alle spalle i sobborghi di Ponferrada. Dopo 2 km la strada si fa sterrata e noi ci inoltriamo nel bosco che, in alcuni punti, sembra trasformarsi in un suggestivo tunnel verde, ricordando ai più navigati i tratti più suggestivi del Cammino Primitivo. Al termine di un dolce saliscendi, incontriamo Toral de Merayo. Entriamo fra le case dal camino Pajariel Tm e, all’incrocio con calle las Cabañas, la prendiamo svoltando verso destra per raggiungere la 28


Ponferrada ➜ Las Médulas

VILLAVIEJA. Salendo al castello di Cornatel.

piccola plaza Nogal de la Coja. Svoltiamo quindi a sinistra sulla strada principale e continuiamo fino a superare il ponte medievale sul río Oza. Entriamo così in plaza Nogaledo, dove, il pellegrino affaticato dai primi 5,5 km di cammino può trovare il ristoro di un bar. Superando la ermita del Santo Cristo de Nogaledo, su cui svettano diversi nidi di cicogna, proseguiamo su calle Viña Val fino alla biforcazione con calle Merayo [1.2], che imbocchiamo verso sinistra. La seguiamo per poco più di 400 m ignorando le traverse laterali, per raggiungere plaza el Serradero, passando davanti alla chiesa del Salvador. Ce la lasciamo sulla sinistra e svoltiamo a destra su calle del Merayo, che ci conduce fuori del paese. Continuiamo diritto sulla strada asfaltata, finché il fondo diventa sterrato. Dopo circa 250 m, alla biforcazione in corrispondenza del km 7 dall’inizio della traccia, ci teniamo sulla destra, continuando sullo sterrato chiaramente visibile che si inoltra fra i campi di alberi da frutta e vigneti. Attraversiamo due strade asfaltate e proseguiamo in salita senza cambiare direzione, finché non si apre davanti a noi una vista spettacolare sulla valle del río Sil e sulla porzione occidentale del Bierzo. Guardando verso destra possiamo intuire il percorso del Camino Francés verso Villafranca del Bierzo e il valico di O Cebreiro. Comincia qui la breve e ripida discesa verso Villalibre de la Jurisdicción. Ignoriamo la strada di crinale che si stacca sulla nostra destra e, alla biforcazione, ci manteniamo sulla destra, sempre su fondo sterrato in mezzo ai vigneti del Bierzo. Entriamo fra le case lungo calle El Cristo, che ci conduce alla ermita del Santo Cristo de la Vera Cruz (c’è un bar sulla vicina N-536, a circa 100 m dal Cammino). In corrispondenza della chiesa svoltiamo a sinistra rimanendo su calle El Cristo e, alla biforcazione, ci teniamo questa volta a destra 29

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Ponferrada ➜ Las Médulas

I cavalieri templari e Ponferrada Il Camino de Invierno prende le mosse da Ponferrada, famosa per il castello che ne domina la piazza principale. Sebbene la prima occupazione si dati all’epoca celtica e romana, il castello fu uno dei possedimenti principali dell’Ordine Templare. Re Ferdinando II concesse ai Cavalieri del Tempio di Gerusalemme la possibilità di insediarsi qui nel 1178, per poi cedere loro la proprietà della città dopo tre anni. Questo assicurò la protezione templare ai pellegrini del Cammino di Santiago contro i pericoli dovuti alla presenza musulmana in territorio iberico. Sebbene i monaci cavalieri giurassero di vivere in povertà e castità secondo la regola scritta da San Bernardo adattando quella benedettina, all’apice del suo potere l’Ordine del Tempio aveva possedimenti talmente vasti in tutta Europa e in Medio Oriente da costituire una delle principali forze economiche del tempo, finanziando molte delle monarchie dell’epoca. Fu il suo stesso potere a segnarne la fine: nel 1312 il re di Francia Filippo il Bello e papa Clemente V ne decretarono lo scioglimento accusando i suoi membri di peccati capitali per poterne requisire i possedimenti. Nel 1340 re Alfonso IX affidò il castello di Ponferrada al suo maggiordomo, Pedro Fernández de Castro. L’aspetto attuale del castello assomma le strutture costruite e modificate a più riprese fra il XII e il XX secolo.

su calle Falcón. Alla fine della via, all’incrocio a T, svoltiamo a destra e poi, al bivio immediatamente successivo, imbocchiamo la strada di sinistra. In 380 m arriviamo così a incrociare la N-536 [1.3]. La lasciamo pochi metri più avanti, imboccando verso destra calle del Corro, che ci conduce al cimitero di PRIARANZA DEL BIERZO. Proseguiamo diritto su calle del Corro e poi su calle Real Urbia, per attraversare il centro abitato. In corrispondenza del bar, ignoriamo la strada che si dirama verso destra e continuiamo sulla stessa via compiendo una curva dolce verso sinistra in lieve salita. In corrispondenza del tornante subito successivo, si stacca a sinistra una strada sterrata, che noi imbocchiamo. Iniziamo quindi una salita di 1 km, a tratti abbastanza impegnativa ma immersa nel piacevole paesaggio di vigneti e boschi che caratterizza questa tappa. Proseguiamo ignorando ogni possibile deviazione fino a incrociare l’asfalto della N-536 [1.4], al culmine della salita. La seguiamo verso destra e raggiungiamo il mirador de Santalla del Bierzo, un punto panoramico che ci permette ancora una volta di ammirare la porzione occidentale del Bierzo. Riprendiamo il nostro cammino, lasciando subito la carretera nazionale che unisce León a Ourense e scendiamo verso destra in direzione di un piccolo parcheggio dove possiamo anche trovare una fonte d’acqua. Ignoriamo poi calle Regueral ed entriamo nel centro di SANTALLA DEL BIERZO lungo Barrancas de Santalla, che poi diventa calle Real Señorio. In corrispondenza del piccolo slargo che segna il centro storico di Santalla, prestiamo attenzione: per uscire dal paese dobbiamo proseguire diritto in discesa e non risalire verso la N-536. Pochi metri più avanti, l’asfalto lascia di nuovo il posto allo sterrato. 30


Ponferrada ➜ Las Médulas

Dopo meno di 500 m in discesa fra gli alberi e i vigneti, il Cammino riprende a salire, procedendo parallelamente alla carretera. Proseguiamo per 800 m in lieve salita, ignorando le possibili deviazioni, e raggiungiamo il bivio su cui sorge la piccola ermita de la Virgen del Carmen de Rioferreiros [1.5]. Da questo punto si stacca la Variante bassa descritta in fondo alla tappa. Subito prima della cappella, alla biforcazione, un mojón indica di salire verso sinistra. Lo seguiamo verso l’asfalto della N-536, iniziando così la salita che, in 2,3 km ci permette di coprire i 260 m di dislivello positivo che ci separano da Villavieja. Una volta sull’asfalto, svoltiamo brevemente a destra e poi attraversiamo per prendere la strada sterrata dal fondo accidentato che si stacca subito sulla sinistra. Seguiamo i tornanti che salgono ripidi nel bosco, sul versante destro della stretta vallata dell’Arroyo de Ferradillo, segnato dalle miniere a cielo aperto per l’estrazione della calce (caleros). La salita è impegnativa, ma gli scorci sulla rupe del castello di Cornatel valgono la fatica spesa. Il Cammino prosegue fino all’ingresso nell’aldea (villaggio) di VILLAVIEJA, dove i pellegrini possono trovare alloggio all’albergue municipale. Seguiamo la strada principale del paese, assecondando il profilo della valle, e raggiungiamo la plaza de los Camueses [1.6], un piccolo parcheggio da cui, lasciandosi la strada principale sulla destra, si stacca il sentiero in salita in mezzo al bosco che ci conduce all’imponente CASTELLO DI CORNATEL. Qui incrociamo la strada asfaltata, che prendiamo in discesa verso sinistra. Dopo 800 m, svoltiamo a destra sempre su asfalto, raggiungendo, dopo 750 m, un’azienda che lavora l’ardesia [1.7], dove ci ricongiungiamo alla variante bassa. Svoltiamo quindi a sinistra su calle Campelo e la seguiamo sempre in discesa e ignorando ogni possibile deviazione per 1,9 km fino alla ermita de Nuestra Señora de la Consolación, che segna l’ingresso a Borrenes. Nella plaza del Ayuntamiento una casa rural con ristorante può offrire riposo per la notte e un po’ di sostegno al pellegrino affamato, mentre alla porta accanto c’è la farmacia per i più acciaccati [1.8]. Terminata la sosta, ci lasciamo alle spalle l’ayuntamiento e riprendiamo il Cammino, svoltando a destra su calle Coselinos in direzione ovest. Ci manteniamo sulla strada asfaltata, ignorando le possibili deviazioni, per circa 1,1 km. All’altezza della prima curva verso destra, svoltiamo a sinistra, su fondo sterrato pianeggiante. Ignoriamo le strade sterrate che incroceremo per i prossimi 2,1 km, finché non raggiungiamo la strada asfaltata CV-191-20 [1.9]. Qui, chi ha deciso di fare tappa a Carucedo deve svoltare a destra e poi, dopo 270 m, di nuovo a destra: l’hotel si trova poco oltre sul lato destro della strada. Chi prosegue per Las Médulas, invece, al punto [1.9] attraversa l’asfalto e prosegue diritto. Da qui inizia l’ultima salita di 2,6 km di questa prima tappa. Dopo 300 m incontriamo un’altra strada asfaltata: la prendiamo verso sinistra e subito la lasciamo per imboccare la prima pista sterrata che se ne distacca perpendicolare sulla destra. La seguiamo ignorando le possibili deviazioni per 1,3 km, fino a una biforcazione. Ci teniamo sulla 31

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Ponferrada ➜ Las Médulas

LAS MÉDULAS. I pinnacoli di argilla delle miniere romane.

sinistra, in piano, e raggiungiamo l’asfalto della CV-191-2 [1.10]. Giriamo a destra continuando a salire per 1,5 km verso LAS MÉDULAS, ammirando lungo l’ultimo tratto di questa tappa i rossi pinnacoli delle miniere romane che svettano attorno a noi.

Variante bassa Una scorciatoia permette di accorciare la tappa di circa 5 km risparmiando quasi 340 m di dislivello positivo e 250 m di discesa, perdendo tuttavia il passaggio per il castello di Cornatel. Dal punto [1.5], lasciamo il tracciato ufficiale per proseguire diritto in lieve salita verso l’ermita de la Virgen del Carmen de Rioferreiros. Superata la cappella, in corrispondenza di un tornante della strada sterrata, la lasciamo prendendo una strada sterrata più piccola sulla sinistra e proseguendo in salita sotto gli alberi. Procediamo diritto per poco meno di 300 m fino a incrociare l’asfalto della N-536, che attraversiamo per poi continuare diritto sempre in salita sul proseguimento della stessa sterrata. Non la lasciamo per altri 340 m finché raggiungiamo il punto [1.7], dove ci ricongiungiamo al tracciato principale in corrispondenza della fabbrica che lavora l’ardesia.

Da vedere Priaranza del Bierzo Il centro storico è caratterizzato dalle case

tradizionalmente realizzate in adobe. Questa tecnica prevede la costruzione di un telaio portante in travi di legno massiccio, riempito con mattoni ottenuti dall’impasto di argilla mista a paglia asciugato al sole, con balconate in legno che corrono lungo l’intera facciata, simili a quelle che troveremo anche a Santalla del Bierzo.

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Ponferrada ➜ Las Médulas

Barrancas de Santalla Dal mirador de Santalla del Bierzo possiamo osservare queste notevoli formazioni di argilla calcarea, piuttosto biancastre, dovute all’erosione. La presenza di elementi più resistenti sulla sommità causa la formazione di pinnacoli che localmente sono talvolta chiamate “cattedrali di fango”. Villavieja Prima di arrivare a Villavieja, il Cammino attraversa una parte della montagna profondamente intaccata dalle attività estrattive per la produzione di calce, un’industria che ha perso rilevanza nel corso dell’ultimo secolo. Poco più a monte del nostro percorso, gli scavi hanno messo in luce l’accesso a una rete notevole di grotte e laghi sotterranei di grande attrazione per gli speleologi, chiamati La cueva de Villavieja (non è consentita la visita in autonomia). La chiesa di Santiago el Mayor della piccola aldea di Villavieja, immersa nei castagneti, è dedicata a San Giacomo il Maggiore ed è la meta di una importante processione (romería) che si celebra il 25 luglio attirando fedeli dai paesi vicini. Nei pressi della chiesa si trova una fonte naturale di acqua fresca, che assicura refrigerio anche nei giorni più caldi dell’estate. Castello di Cornatel Costruito in posizione dominante sulla valle del río Ferramenteiro, è protetto a est e a nord da scarpate quasi verticali alte quasi 180 m, mentre gli altri due lati sono cinti da un muro difensivo poderoso. La vicinanza con le miniere di Las Médulas spinge a far risalire la sua fondazione a epoca romana, quando in questo luogo potrebbe essere stato posto un distaccamento a protezione della via di comunicazione con il sito estrattivo. Le fonti di epoca medievale lo identificano con il Castelo de Ulver, piazzaforte strategica già nel IX e X secolo, all’inizio della Reconquista. Caso quasi unico in Spagna, dal 1093 al 1108 il tenente del castello risulta essere una donna: Jimena Muñiz, erede del conte Munio Muñiz e amante del re di Castilla y León, Alfonso VI, dal quale ebbe due figlie. Nel XIII secolo e fino al loro scioglimento nel 1312, invece, il castello passerà fra le proprietà assegnate all’Ordine dei Templari da Alfonso IX di León. Il castello di Ulver acquisisce il nome di Cornatel solo nel XIV secolo, quando entra a far parte dei possedimenti della famiglia Osorio, il cui membro più famoso, Pedro Álvarez Osorio, diventerà primo conte di Lemos, segnando un capitolo molto movimentato della storia del castello di Cornatel (quella del conte di Lemos è una storia di intrighi e lotte di potere a dir poco rocambolesca: è raccontata nell’approfondimento di tappa 6). Distrutto quasi completamente durante la prima rivolta Irmandiña nel 1467, viene ricostruito nel 1469. Dopo varie vicissitudini, assedi e passaggi di mano fra gli eredi di Casa Osorio, nel 1843 lo scrittore bierzano Enrique Gil y Carrasco ne trae ispirazione per l’ambientazione del suo romanzo storico El Señor de Bembibre. 33

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Las Médulas Picchi rossi di argilla su cui si abbarbica il verde della vegetazione selvaggia. Sembrano il relitto di un mondo passato, o il frutto di secoli di erosione, ma la zona di Las Médulas, iscritta nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco dal 1997, è un “paesaggio culturale”, ovvero frutto della combinazione di elementi naturali e di un forte intervento dell’uomo. Che queste montagne fossero ricche di oro era noto già agli Asturi, che le abitavano prima dell’arrivo dei Romani: loro estraevano il prezioso metallo limitandosi a lavare i sedimenti trasportati dai torrenti. Lo stesso sistema impiegato dai cercatori d’oro del Klondyke e dello Yukon alla fine del XIX secolo. Ma nel I secolo a.C., dopo la conquista romana della penisola iberica, gli ingegneri di Augusto elaborarono un metodo molto più intensivo, che Plinio il Vecchio descrive come ruina montium. A monte delle miniere, vennero realizzati grandi bacini artificiali e condotte che vi convogliavano le acque anche da centinaia di chilometri di distanza, sfruttando fonti e ghiacciai. Gli schiavi impiegati nelle miniere scavavano poi stretti cunicoli lunghi e intricati che affondavano nelle viscere delle montagne. Un lavoro faticosissimo che si svolgeva con strumenti soltanto manuali: gli operai, che trascorrevano anche molti mesi consecutivi sottoterra, portavano via i pezzi di roccia in spalla, giorno e notte, passandoseli l’un l’altro. La loro vita era costantemente in pericolo a causa dei frequenti crolli dovuti all’instabilità della roccia. Quando i cunicoli erano pronti, con un solo gesto del procurator metallorum, venivano aperti gli sbarramenti di legno che impedivano all’acqua di defluire dai bacini artificiali nei cunicoli. L’acqua, irrompendo all’improvviso nelle gallerie, vi comprimeva l’aria lacerando la roccia con la sola forza della pressione. Intere parti della montagna crollavano in pochissimi minuti, trascinando con sé i giacimenti auriferi. I detriti fangosi venivano poi condotti nei canali di lavaggio, le agogae, scavati nel terreno e foderati in legno. L’acqua veniva filtrata nei canali da foglie e ramoscelli di erica, che trattenevano le particelle di oro. L’erica doveva quindi essere fatta seccare e poi bruciata e, dal lavaggio delle ceneri, si otteneva infine la polvere d’oro. Gli inerti di scarto più grossolani venivano accantonati e oggi formano grossi coni di deiezione grigiastri e valli artificiali che sono ancora visibili e costituiscono parte integrante di questo paesaggio in cui la mano dell’uomo ha pesantemente modificato le forme naturali.

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