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LE RIVISTE DI CULTURA PATRIMONIO NAZIONALE

portata avanti da anni dal Centro Studi Ignazio Silone, a partire dalle scuole.

Più volte è stato sottolineato che tra gli obiettivi di un Parco Letterario c’è quello di raccontare l’evoluzione del paesaggio, non solo del panorama ma di quel paesaggio culturale che racconta il rapporto nel tempo tra l’uomo e il suo territorio. Così come la Gagliano del Cristo si è fermato a Eboli non è più la Aliano di Carlo Levi o la Galte di Canne al vento non è più la Galtellì di Grazia Deledda, anche Fontamara non è più la Pescina di Ignazio Silone.

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Valdo Spini

luogo, che supera la netta separazione tra natura e cultura e che soprattutto prevede la partecipazione attiva delle popolazioni a un processo di riappropriazione della propria identità.

Il Parco Letterario mira a diventare più che un percorso del narrato, una cornice dove fare convergere le risorse di una comunità antica, desiderosa di raccontarsi, di accogliere e di proiettarsi con energia verso il futuro. Un mezzo di coesione sociale e di sviluppo locale che non si sovrappone ma si appoggia alle tante realtà locali di cui deve e non può che essere strumento. Un connubio perfetto per I Parchi Letterari che esprimono una evoluzione sensibile dell’idea di patrimonio, non più legato a monumenti isolati ma a un

L’evoluzione nel tempo del paesaggio diventa così comprensione del territorio, testimonianza dell’evoluzione dell’interazione tra uomo e ambiente e identificazione delle sensibilità locali, delle credenze e delle tradizioni. La storia di Pescina ne è forse uno degli esempi più commoventi. Dal prosciugamento del Fucino al terremoto della Marsica il paesaggio della millenaria Città di Silone e, prima di lui, di Giulio Mazzarino è cambiato totalmente ma rimane un libro aperto sul proprio passato, la propria spiritualità, la storia, i miti. Ma questo non basta.

Ricordo la prima volta che ho soggiornato a Pescina. Fu quasi un caso. Era estate e mi trovavo a Pescasseroli per il Premio Benedetto Croce dove incontrai il sindaco Mirko Zauri che mi invitò a non tornare a Roma ma a trascorrere un paio di giorni nella Città di Silone e Mazzarino. Arrivarci percorrendo la Valle del Giovenco al tramonto ha contribuito a rianimare in me l’entusiasmo dei primi tempi che si è trasformato immediatamente nel desiderio di partecipare a una programmazione condivisa.

In poco più di un anno la rete intera ha potuto assistere a un percorso straordinario che ha portato il piccolo paese della Marsica alla candidatura a Capitale Italiana per la Cultura. Un risultato eccezionale raggiunto dalla

Comunità di Pescina grazie a un dossier il cui titolo deve restare bene impresso nella testa di ognuno di noi e che è stato condiviso dalla maggior parte delle Comunità che ospitano i 33 Parchi Letterari. La cultura non spopola riassume anche l’essenza di tutta la nostra rete. Una forza trainante sin dal giorno dell’istituzione del Parco Letterario protagonista da subito di un percorso dinamico e veloce che ha portato alla proposta del Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri di riconoscere con una legge i Parchi Letterari d’Abruzzo.

Così l’Anversa degli Abruzzi di Gabriele d’Annunzio, la Sulmona di Ovidio, Pescasseroli, Raiano e Montenerodomo con i Parchi Nazionali d’Abruzzo Lazio e Molise e della Maiella riuniti nel nome di Benedetto Croce, insieme alla sezione di Sulmona di Italia Nostra, hanno creato una squadra che già fa scuola in altre regioni e all’estero. Una rete che insieme alla città di Silone e Mazzarino invita a intraprendere un viaggio reso reale dall’incontro con personaggi viventi che introducono a un racconto inseparabile dalle località che li ospitano. Una Cultura delle Comunità di un territorio fortemente diversificato e ricco di eccellenze storiche, ambientali e paesaggistiche uniche. Ma non è tutto.

Il messaggio che i Parchi Letterari vogliono diffondere è che ragazzi di oggi e quelli di ieri, devono potere

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